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Anno II - n.139 - Martedì 20 luglio 2010

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Ora di punta DI

ENNIO SImEONE

Chi manda Marrazzo?

quotidiano EDIZIONE ESITIVA

Intervento di Napolitano: della P3 si occupi il nuovo Csm

Questione morale

C

on una certa enfasi è stata diffusa la dichiarazione di uno dei membri del Cda Rai (in verità uno dei più seri, Nino Rizzo Nervo), il quale annuncia con tono compunto che «Piero Marrazzo tornerà a realizzare documentari e inchieste, ma la sua intenzione non è quella di tornare a condurre». Per fortuna questa notizia sgombera il campo da precendenti voci secondo cui Marrazzo avrebbe espresso il proposito di far valere il contratto stipulato con la Rai prima di collocarsi in aspettativa da “Mi manda Raitre” per ricoprire la carica di presidente della Regione Lazio, dalla quale si è dovuto dimettere in seguito alla vicenda giudiziaria poco commendevole che lo ha avuto come squallido protagonista. uttavia è sconcertante come una cosa che sarebbe stata del tutto ovvia e doverosa alla Rai di qualche anno fa (e che riterremmo ovvia anche alla Rai di oggi) venga annunciata come degna di segnalazione e di apprezzamento. Un personaggio, assurto a notorietà grazie al video e che ha tradito l’immagine che aveva dato di sé e coloro che in grazia di quella immagine gli avevano dato fiducia e voto, dovrebbe avere il buon gusto di tornare in punta di piedi all’anonimo desk di una redazione. Quale credibilità avrebbero le indagini delle sue inchieste? Ma ormai questa è la Rai. Questa è la tv.

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E ritorna l’intreccio mafia-poteri deviati per la strage di via D’Amelio: applausi per Fini a Palermo

Il fratello del giudice Borsellino alla manifestazione delle “Agende rosse” ieri a Palermo (foto Ansa)

L’odore del predatore contro la zanzara-tigre Un gruppo di ricercatori della Rockefeller University e dell'università israeliana di Haifa hanno trovato la soluzione finale contro la zanzara-tigre: i feromoni dei loro predatori. Anzi, un particolare tipo di feromoni, i cairomoni, composti chimici studiati nelle interazioni fra piante e insetti, il cui ruolo era finora poco noto nelle interazioni tra insetti. Lo studio, pubblicato sulla rivista Ecology Letters, oltre a tracciare uno scenario in cui ci si potra' liberare dalla schiavitù di fornelletti, candele, spray, piastrine, creme e unguenti, potrebbe fornire nuove strategie per il controllo della riproduzione degli insetti a bassissimo o addirittura nullo impatto ambientale. Lo studio ha identificato come repellenti due odori emessi dalle notonette, curiosi insetti acquatici che nuotano capovolti, nonché predatori di zanzare. Quando le femmine di zanzara arrivano nei pressi di una nuova pozza d'acqua e percepiscono i composti secreti dalle notonette, spesso rinunciano a deporre le uova. sano. Secondo gli studiosi, questo comportamento evita alla zanzara il rischio di una predazione immediata, anche se la espone al pericolo di morire mentre va alla ricerca di un nuovo specchio d’acqua.

La questione morale è stata rilanciata ieri in due occasioni: l’appello del presidente Napolitano alle Camere perché provveda entro il 31 luglio al rinnovo del Csm e al Csm perché si occupi dell’affare P3 e del coinvolgimento di alcuni magistrati; la manifestazione in ricordo del giudice Borsellino assassinato nella strage di via D’Amelio, per la quale l’intreccio tra mafia e poteri deviati dello Stato è stato riproposto dal presidente della Camera, Fini, applaudito soprattutto dopo aver detto che Mangano, lo stalliere di Arcore, “non fu un eroe” ma un condannato per mafia. Che sia fatta luce sulla verità per via D’Amelio è stato chiesto anche dal capo dello Stato celebrando Borsellino e Falcone.

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In Italia e nel Mondo

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aNNIveRsaRIo BoRsellINo

MaNovRa fINaNzIaRIa

Napolitano: «fare luce sulla strage»

Medici in sciopero il 75% non lavora

Palermo ha commemorato il giudice Paolo Borsellino e i cinque uomini della sua scorta uccisi il 19 luglio 1992. Il capo dello Stato ha mandato un messaggio alla vedova del magistrato e a Maria Falcone auspicando che sia fatta piena luce sulla strage. «I risultati conseguiti grazie all'impegno di magistrati e forze dell'ordine vanno integrati da uno sforzo costante e coerente della società civile nell'opporsi ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso», ha scritto Napolitano. Alla manifestazione c’erano le “Agende rosse”, ma non molti siciliani.

Ieri sono stati sospesi 40mila interventi chirurgici a causa dello sciopero dei dirigenti medici, veterinari, sanitari e amministrativi per la manovra finanziaria. A mezzogiorno la categoria ha manifestato davanti a Montecitorio. Sono rimaste garantite le urgenze. "L'adesione allo sciopero - dice Massimo Cozza della Cgil medici - è del 75%. I cittadini troveranno comunque i medici per le emergenze e nei pronto soccorso e l'attività minima negli ospedali sarà garantita anche perché molti colleghi, pur di non creare un disagio ai pazienti, sono andati al lavoro senza timbrare il cartellino"

Addio alla vedova Moro

BeRlusCoNI

«Belle e laureate non come Rosy Bindi» Berlusconi, durante il faccia a faccia con gli studenti all’università telematica Ecampus di Novedrate, nel Comasco, ha fatto battute pesanti su Antonio Di Pietro e sulla presidente del Pd, Rosy Bindi. «Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello – avrebbe detto il premier secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alle agenzie di stampa -. Ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi».

Si sono svolti ieri pomeriggio i funerali di Eleonora Chiavarelli, vedova di Aldo moro, lo statista sequestrato il 16 marzo del 1978 e ucciso il 9 maggio dalle Brigate rosse. Aveva quasi 95 anni. Sarà sepolta nel cimitero di Torrita Tiberina, in provincia di Roma, accanto al marito.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEm (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

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Napolitano sollecita nomine Csm Sarà il nuovo CSm, quando si insedierà, a occuparsi dei tentativi di interferire sugli orientamenti di alcuni consiglieri per favorire la nomina del presidente della Corte d'Appello di milano, Alfonso marra, come emerge dall’inchiesta sulla cosiddetta P3. Lo ha deciso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lo ha comunicato per lettera al vice presidente del CSm Nicola mancino. Il mandato dell'attuale Consiglio scade il 31 luglio prossimo. Erano stati alcuni consiglieri togati, fra i quali Livio Pepino, a sollevare la questione e a chiedere di metterla all'ordine del giorno. Su una decisione di tale delicatezza mancino ha ritenuto opportuno acquisire il parere del presidente della Repubblica, che presiede di diritto il CSm e ne fissa l'ordine del giorno. Nei prossimi giorni, gli inquirenti intendono esaminare gli elementi raccolti e valutare le posizioni di altri soggetti i cui nominativi compaiono nelle carte processuali e nelle intercettazioni.

L’OnOmasticO Apollinare vissuto ai tempi dell'impero bizantino d'occidente, tra fine del II e inizi del III secolo, fu protovescovo di Ravenna e primo evangelizzatore della regione.

accadde Oggi 1948: Guerra fredda il Presidente statunitense Harry Truman istituisce il primo arruolamento di leva in tempo di pace degli stati uniti d'america, in un periodo di crescente tensione con l'unione sovietica


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In Italia e nel Mondo

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RefeReNduM

l’INCHIesTa

Caldo

Record di firme per l’acqua

Washington Post: quanto costa l’antiterrorismo

7000 telefonate al numero verde

1 milione e 400 mila firme sono state consegnate alla Corte di Cassazione per il referendum "L’acqua bene comune" che mira ad abrogare la legge sull'affidamento dei servizi idrici a società private. Tanti i traguardi regionali raggiunti: in Calabria sono state raccolte 41 mila firme di cui quasi 20000 solo nella provincia di Cosenza e anche il Piemonte ha raggiunto un buon risultato, con quasi 100.000 firme depositate. “Nessun referendum nella storia repubblicana ha mai raccolto tante firme” precisa il comunicato del comitato promotore.

L'universo top secret creato dal governo federale americano in risposta agli attacchi dell'11 settembre è diventato così vasto, mal organizzato e segreto che nessuno sa quanto costi, quanta gente ci lavori e quanti programmi esistano o quante agenzie facciano lo stesso lavoro: la denuncia è sul Washington Post, in una maxi-inchiesta di prima pagina che riporta il quotidiano ai tempi del Watergate. Il giornale ha lavorato per due anni all'inchiesta che da ieri è stata pubblicata in due puntate e corredata da video, grafici e analisi.

Sono state oltre 7.000 le telefonate giunte nei primi tre giorni di attivazione del numero verde 1500 istituito dal ministero della Salute per dare consigli e informazioni ai cittadini sui comportamenti da adottare per evitare rischi per la salute dovuti alle alte temperature registrate in questi giorni. Le domande rivolte agli operatori hanno riguardato principalmente i comportamenti in caso di trattamento farmacologico per malattie croniche; cosa fare in caso di pressione bassa o terapia antiipertensiva; quali sono gli alimenti da privilegiare e quali sono quelli da evitare.

sTRaGe dI eRBa

faRà INCHIesTe

«l’odio accecò Rosa e olindo»

Marrazzo lascia la conduzione

E' stato l'odio e la volontà di "umiliare i potenti Castagna" il movente che ha spinto Olindo Romano e Rosa Bazzi a compiere la strage di Erba. Lo scrivono i giudici della prima corte d'Assise d'appello di Milano nelle oltre 90 pagine di motivazioni della sentenza emessa il 20 aprile. La sentenza ha confermato le condanne all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno per i coniugi, autori del quadruplice omicidio nel dicembre del 2006. Nella strage vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre della donna Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini. Secondo i giudici d'appello, l'odio di Olindo e Rosa nei confronti della famiglia Castagna era "sorto da anni e a mano a mano cresciuto ed accumulatosi fino a rendere invivibile l'esistenza dei due coniugi". "Con l'omicidio - si legge nelle motivazioni - i due coniugi volevano realizzare il desiderio di voler dimostrare a se stessi che loro, due, deboli, a un certo momento potevano umiliare i potenti Castagna".

‘Piero marrazzo tornerà a realizzare documentari e inchieste, ma la sua intenzione non è quella di tornare a condurre”, lo rivela il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo.

Cose dI QuesTo MoNdo

“Ronaldo ottiene il figlio in cambio di soldi” La madre del figlio di Cristiano Ronaldo è una cameriera nullatenente statunitense e il bimbo è il frutto di una sola notte di passione. Questa la versione del 'Sunday Mirror' sul bebè appena arrivato in casa del campione portoghese. E secondo un amico del calciatore, la donna è stata 'liquida-

ta' con 15 milioni di dollari (11,6 mln di euro) per rinunciare al piccolo. "Cristiano fu

informato del risultato del test mentre era al Mondiale (in Sudafrica)", ha raccontato la fonte al quotidiano. "Ronni è un playboy milionario, ma allo stesso tempo è un buon figlio. La sua è una famiglia tradizionale, molto unita e nel momento in cui si è chiarita la paternità, non ha avuto nessun dubbio sul da farsi".

Muore neonata, la Procura indaga la Procura di Rossano ha aperto un fascicolo sulla morte della neonata avvenuta nell'ospedale di Rossano dopo un parto cesareo d'urgenza effettuato per il distacco della placenta. l'episodio è avvenuto martedì 13 luglio. la madre, secondo la ricostruzione della Commissione errori sanitari, prima si reca prima a Trebisacce dove il reparto di ostetricia è chiuso, da qui viene trasferita a Rossano dove partorisce ma la bimba viene portata in elisoccorso a Cosenza già morta. la Commissione ha chiesto al Presidente della Regione Calabria, Giuseppe scopelliti, ''una relazione volta a far conoscere ogni dato utile a seguito del predetto episodio anche in ordine ad iniziative sanzionatorie e/o cautelari ''.


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Antonio Nicaso

esperto di ‘ndrangheta a livello internazionale spiega come opera l’organizzazione e perché la guerra è ancora lunga

Le ‘ndrine non “anti-Stato”: usano lo Stato E Oppedisano non è un “capo dei capi” come Riina per la mafia: è il custode della tradizione e delle regole tra le “famiglie” di ASTOLfO PERRONGELLI Resta in carcere domenico “Micu” oppedisano, ritenuto dagli investigatori uno dei mammasantissima della ‘ndragheta reggina. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato, infatti, il fermo che era stato disposto dalla dda di Reggio Calabria nell’inchiesta “il Crimine”. Indagine, che, secondo gli stessi inquirenti, avrebbe destabilizzato mezza criminalità organizzata calabrese, con l’arresto di picciotti, capibastone e boss. Insomma, un’operazione che potrebbe essere paragonata a un gancio assestato da un pugile al suo avversario. avversario colpito così bene che non sarebbe più in grado di rialzarsi nemmeno dopo la conta dell’arbitro. sarà così? Per cercare di capire l’effetto che potrà avere l’operazione “Crimine” in Calabria e altrove, ne abbiamo parlato con colui che ormai è considerato il maggior esperto di ‘ndrangheta a livello internazionale: antonio Nicaso, giornalista, docente universitario e scrittore, autore, tra i numerosi libri, del best seller “fratelli di sangue”, scritto insieme con il procuratore della dna, Nicola Gratteri. Nei giorni scorsi, ovvero il forza di reagire e di riciclar13 luglio, le forze dell'ordi- si? ne hanno "sferrato" quella Non basta un'indagine, anche se che gli inquirenti ritengono importante come questa, per la più importante operazio- destrutturare la 'ndrangheta. ne contro le 'ndrine: oltre Quello sferrato è un duro colpo, 300 arresti e ancora una ma la 'ndrangheta ha le risorse e volta scoperte connivenze le capacità per reagire e per tra malaffare e politica, sostituire gli uomini finiti in visto che sono stati indagati manette. Non mi sorprenderei esponenti dei partiti e delle se già a settembre le 'ndrine fosistituzioni. Ritieni davvero sero in grado di eleggere i nuovi che la criminalità organiz- rappresentanti in seno al zata calabrese sia stata Crimine. destrutturata, oppure, procuratore Ilda come è già capitato in pas- Il sato, anche stavolta avrà la Boccassini, durante la con-

ferenza stampa, ha spiegato che, come se volessero sfidare lo stato, i boss arrestati si riunivano in un centro intitolato ai giudici falcone e Borsellino; quindi, ha detto òa Boccassini, è stato a quel punto che si doveva intervenire, e così è stato". Insomma, una 'ndrangheta che pur di non far scoprire i suoi affari oltraggia la memoria di chi l’ha sempre combattuta? Non penso che la riunione sia stata fatta in quel centro per oltraggiare la memoria di Falcone e Borsellino. Piuttosto credevano che quel posto potesse passare inosservato e con esso anche loro. dal materiale investigativo è emerso che le 'ndrine, in lombardia, ma anche in altre regioni d'Italia, si sono in sinuate nelle varie realtà politiche, corrompendo e facendo eleggere i propri uomini. Quindi, una organizzazione che si oppone allo stato infiltrandosi dove lo stesso stato appare debole? La 'ndrangheta non si è mai opposta allo Stato. Molti, sbagliando, l'hanno definita un antiStato, un'escrescenza patologica. E questi luoghi comuni non hanno aiutato a comprendere la vera natura della 'ndrangheta che è nata in presenza dello Stato e non in sua assenza, con

esso e non contro di esso. Quanto alla politica, la 'ndrangheta non può farne a meno. Sono come l'acqua e il pesce, una ha bisogno dell'altro. Molti prefetti ne hanno negato l'esistenza a Milano, a Parma. Forse perché conveniva ignorarla per non screditare il territorio. E invece la 'ndrangheta anche al Nord ha sempre avuto una forte solidità territoriale. elementi nuovi sono scaturiti anche per quanto riguarda l'organizzazione della criminalità organizzata calabrese. Tu hai più volte ripetuto che la 'ndrangheta, a differenza di cosa nostra, non ha una struttura piramidale. Ma a sentire gli inquirenti sembrerebbe che le 'ndrine si siano organizzate, invece, come i cugini siciliani. Che c'è di vero? Continuo a essere convinto che la 'ndrangheta sia diversa da Cosa Nostra. Non mi piace fare polemica, ma non credo alla sicilianizzazione della mafia calabrese. Secondo me, la Provincia è un organo di raccordo, più che di vertice, la sintesi degli equilibri territoriali. Quest'indagine ha confermato quanto già si sapeva sulla 'ndrangheta come struttura unitaria. A Montalto nel 1969 l'allora presidente del Crimine, Giuseppe Zappia, aveva ammonito: "Non c'è la 'ndrangheta di Mico Tripodo, non c'è la 'ndrangheta di Ntoni


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A sinistra: l’arresto di un latitante della ‘ndrangheta. A destra e qui sotto: i magistrati Ilda Boccassini e Nicola Gratteri

Macri', non c'è la 'ndrangheta di Peppe Nirta. Si deve essere tutti uniti, chi vuole stare sta, chi non vuole se ne può anche andare". In sostanza, il Crimine regna, ma non governa. Domenico Oppedisano non è il capo di tutti i capi, sul modello di Toto' Riina, ma il custode della tradizione, l'uomo che aveva il compito di garantire l'osservanza delle regole. Ha spiegato Gratteri commentando l'operazione dello scorso 13 luglio che la vera novità dell'inchiesta è stata la scoperta di un nuovo organismo: il Crimine. “una componente politica - ha spiegato il procuratore - che non ha però poteri esecutivi". Sono d'accordo con Gratteri anche se non mi sembra che abbia definito il Crimine una scoperta. Di “Crimine” si parla da almeno trent'anni. E non soltanto in Calabria, ma anche in altre regioni e all'estero, in particolare Canada e Australia. la polizia ha diffuso un video in cui oppedisano parla dei nuovi gradi della 'ndrangheta. Che cosa ne pensi? Questa inchiesta ha violato il sancta sanctorum della 'ndrangheta. Finora sapevamo di codici e di regolamenti, ma questa volta a raccontarceli e a descriverceli in presa diretta sono gli

'ndranghetisti che ricoprivano i gradi più alti. Queste prove serviranno a convincere i giudici sull'unitarietà della 'ndrangheta che non è policentrica, ma ha la testa nel cuore di pietra dell'Aspromonte come vado ripetendo da anni. Gratteri in una intervista al Corriere della sera ha fatto una dichiarazione abbastanza preoccupante: "la mafia scomparirà quando non ci sarà più l'uomo sulla terra". esagerazione o pura e cruda realtà? Gratteri ripete spesso questa frase. E' un magistrato che pensa ciò che dice e dice ciò che pensa. Lui ne è convinto, anche perché manca la volontà politica di combattere seriamente le mafie. Ma non bisogna fermarsi agli slogan, Gratteri è anche un magistrato che sacrifica il tempo libero, quel poco di tempo libero che ha a disposizione, per andare a parlare di 'ndrangheta nelle scuole e per spiegare ai giovani quanto sia sconveniente diventare 'ndranghetista. le forze dell'ordine in questo periodo hanno toccato i patrimoni delle 'ndrine. Numerosi i sequestri. Tuttavia, la legge italiana vuole che per la definitiva confisca del patrimonio trascorrano anni. Come rimediare?

Quello della confisca dei beni illegalmente conseguiti è uno dei pochi strumenti efficaci nella lotta alle mafie. Bisogna continuare su questa strada, snellendo le procedure per accorciare i tempi che spesso intercorrono tra il sequestro e la confisca. solo con arresti e sequestri e successiva confisca si può cercare di sconfiggere la criminalità organizzata? Sono armi che bisogna affinare, ma sicuramente se utilizzati con continuità possono garantire ottimi risultati. Ciò che manca ed è sempre mancata è la volontà politica. Bisognerebbe cambiare passo. Quello del granchio non ci consente di arrivare da nessuna parte. Gli arresti a Milano hanno portato alla luce, come è già accaduto anche con altre operazioni, che le 'ndrine sono diventate holding. Giocano in borsa, acquistano locali di lusso, e inviano i capitali all'estero. Insomma, un polipo che arraffa dove può? La 'ndrangheta ha rapporti con chiunque gestisca potere. Da tempo riesce a coniugare efficacemente rigidità formale ed elasticità operativa.

a differenza di cosa nostra, sono pochi i collaboratori di giustizia della 'ndrangheta. forse è un grosso peso il fatto che ad ogni 'ndrina equivale quasi sempre un nucleo familiare? La struttura familistica della 'ndrangheta costituisce da sempre un antidoto contro delazioni e pentimenti. Che cosa ne pensi del nuovo disegno di legge sulle intercettazioni? Se passa, si farà sempre più fatica a stare dietro ai mafiosi. Le intercettazioni costituiscono il mezzo più economico e più efficace nella lotta contro le organizzazioni criminali. Con questo disegno di legge si mette a rischio anche il diritto di cronaca. C'è tanta voglia di impunità, di cricche, di casta. Ci sono politici che non condividono il principio della responsabilità e del rendiconto. Sono come le auto blu con i vetri oscurati: vogliono vedere senza essere visti. Per tornare alle intercettazioni, le persone intercettate in Italia non superano lo 0,2% della popolazione e l'80% delle intercettazioni riguarda reati di criminalità organizzata. A chi giova modificare la legge sulle intercettazioni?


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La tribuna

‘Nadrangheta e uso della religione

Diamo ascolto al vescovo di Locri Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993 ha gridato alto l’anatema contro la mafia dicendo ai malavitosi: «Convertitevi!» Le retate contro la ‘ndrangheta e le registrazioni nei luoghi sacri dimostrano che i mafiosi non solo non ascoltano gli appelli del Papa ma addirittura strumentalizzano i simboli della religione. Nei covi dei capimafia arrestati si sono trovati spesso simboli religiosi, in Campania come in Sicilia, in Calabria come in Puglia, ma nessuno mai ha potuto pensare che costoro potessero comportarsi da buoni cristiani convertiti. Anzi, le intercettazioni e le videoregistrazioni dei Ros mostrano con dovizia di particolari che i mafiosi utilizzano il santuario di Polsi, molto caro ai fedeli calabresi, per stabilire le gerarchie e decidere le strategie criminali.

La nobile lettera del vescovo di Locri interpreta correttamente i sentimenti dei calabresi onesti, delle tante mogli e mamme che si recano a Polsi per chiedere aiuto alla Madonna per i propri cari, spesso costretti in terre lontane. Questo è stato sempre il significato del pellegrinaggio a Polsi che vogliamo sia salvaguardato e ricordato negli anni futuri. Ancora un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura che con l’ultima grande retata, dalla Lombardia alla Calabria, non solo ha messo a nudo questa realtà, assestando un duro colpo all’organizzazione del male, ma ha trasmesso un messaggio di fiducia al popolo calabrese: che lo Stato risulta presente nella difesa dei cittadini e della loro cultura, civile e religiosa. on. aurelio Misiti portavoce nazionale del MpA

Gli studenti universitari dell’aquila

Entro settembre vi chiediamo... Consideriamo molto grave la situazione attuale dell’Aquila. Il numero di alloggi pubblici previsto è ampiamente al di sotto delle necessità a fronte di un mercato degli affitti fuori controllo; il trasporto gratuito per gli studenti è tutt’altro che garantito per il prossimo anno accademico; i servizi minimi quali mense e sale studio non sono attualmente garantiti; la copertura delle borse di studio non supera il 50% nemmeno per l’aanno accademico 2009/2010; non esiste nessuna forma di incentivo per gli studenti iscritti all’ateneo aquilano. Gli studenti richiedono quindi a tutte le istituzioni questi interventi urgenti: - 1500 posti letto gestiti dall’ADSU con criteri pubblici e trasparenti (Caserma Campomizzi, Reiss Romoli, Casa S. Carlo Borromeo, 500 posti nella Scuola GDF); - estensione del trasporto gratuito urbano ed interurbano, includendo anche quello su rotaia; - allestimento di locali mensa e sale studio in tutte le sedi universitarie (Coppito, Reiss Romoli, Optimes,Bazzano); - fondi che garantiscano la copertura totale delle borse di studio per gli anni 2008/09, 09/10, 10/11 e l’introduzione di una nuova forma di incentivazione all'iscrizione all'Università degli Studi dell'Aquila (per esempio sul modello CAS). Da parte delle Istituzioni sono necessarie risposte immediate prima di settembre per garantire davvero un futuro all’Ateneo e con esso alla città dell’Aquila. Michele di Biase Unione universitari, Capannone Iannozzi, l’Aquila- www.uduaq.org

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migLiOre deL giOrnO

Staino su “l’Unità”

Sanzionati i telequiz “fasulli” A seguito di nostra denuncia l'Antitrust ha multato la società Linkk S.r.l. e Canale Italia per il quiz fasullo dal nome Quiz-Mania. La sanzione è rispettivamente di 160.000 euro e 5.000 euro. Già lo scorso febbraio, a seguito della denuncia, l'Autorità aveva sospeso la trasmissione del quiz . Non è la prima volta che queste società vengono sanzionate per questi motivi. A gennaio 2010 erano state infatti multate per l'ennesimo quiz fasullo 'Il Quizionario', sempre a seguito di una nostra denuncia. Il meccanismo di queste trasmissioni è sempre lo stesso: si fa credere al telespettatore che telefonando partecipa ad un quiz facile facile e poi rifilano prodotti multimediali

(tipo loghi e suonerie). Con un conduttore o una conduttrice che sbraita: “Chi indovina vince 1500 euro, telefonate!” Ovviamente i numeri da contattare sono 'speciali': 899 e 894, con costi di un euro a chiamata. Ma c'e' di più: è probabile che le chiamate mandate in onda di presunti telespettatori siano fasulle. Su specifica richiesta dell'Autorità, né Canale Italia né Linkk hanno voluto o saputo specificare se le chiamate in onda fossero dei telespettatori che chiamavano le numerazioni speciali e se sia mai stato effettivamente assegnato alcun premio. Insomma, c'è il timore che oltre all'ingannevolezza, che è stata sanzionata, si possano collateralmente organizzare vere e proprie truffe. Per questo abbiamo incaricato i nostri legali di presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica.


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Sta scritto in un Salmo che se Dio giudicasse gli uomini secondo la Sua giustizia, ovviamente non si salverebbe nessuno, e, aggiungo io, santi compresi. Il Signore, consapevole del problema, fa spesso uso della misericordia, cioè di un’applicazione non automatica dei Comandamenti, evitando quello che gli esecutori terreni del Diritto Celeste, i Romani, chiamarono summum ius, summa iniuria. Saltano a mente queste cose, quando si legge che i giudici stanno giudicando altri giudici, il che è opportuno e retto, però dà l’impressione che il giustizialismo stia dilagando un po’ troppo. Eh, se ognuno di noi (“tu mi credi un uomo onesto, Orazio, ma se sapessi cosa si annida dentro il mio animo, volgeresti lo sguardo da me come da un serpente velenoso”, Shakespeare) dovesse rendere conto non di straordinari delitti, bensì delle ordinarie fattispecie dell’arte di arrangiarsi, finiremmo i nostri giorni nelle patrie galere. Per legge, io, di mestiere professore, dovrei calcolare la media delle verifiche scritte e orali per formulare con esattezza il voto. Si chiama docimologia, e pretende che io mi affidi ad un computer. Io che faccio, invece? Prima decido il voto in scienza e coscienza, poi scrivo dei numeri sul registro. Si tratta di una palese e confessata illegalità, e un giudice puntiglioso mi manderebbe ad metalla se non ad beluas. Quando percorro certe strade con striscia continua, mi capita che il capofila sia un impacciato che procede a 30 all’ora, e forma un corteo tale che, alla prima frenata del bradipo, scoppia un tamponamento micidiale. Sorpassare, in questo caso, è non dico tollerabile, dico necessario e salutare. Se però mi beccano, perdo seimila punti e mi levano la pelle a colpi di multa. Chiunque ha a che fare con la burocrazia, sa che essa deve essere aggirata, pena l’impantanamento delle pratiche peggio dei carri tedeschi sotto il precoce fango russo del 1941. Io ho gestito di fatto per un anno un ufficio militare tra i più rognosi, e posso testimoniare che, se non avessi forzato e circuito le regole, più di un poveraccio sarebbe ancora sotto le armi dal 1973 per mancanza di un foglio di carta. Tutto

argOmenti

martedì 20 luglio 2010

Nella giungla di leggi e di codici

Per fare giustizia non è immorale ricorrere all’arte di arrangiarsi DI ULDERICO NISTICò onesto e a fin di bene, certo: possibilità di corruzione ad ogni passaggio; e che non impediscoperò, accidenti se ho aggirato! Chi è senza peccato, scagli il no né tangenti né affarismo dei primo articolo del Codice mascalzoni, però rendono la vita impossibile agli onesti (per gli Penale... Ma no, perché me la prendo con onesti, vedi sopra!), e suggeriquesto chiaro e lineare testo del scono loro di farsi furbi e aggirafu 1930, opera di Rocco e di chi re. Se io fossi presente ad un per lui? I reati ivi previsti sono delitto, mi guarderei bene dal pochi e semplici. No, la colpa è di farlo sapere: e non per paura, una selva intricata di leggi e leg- giacché di qualcosa bisogna gine (qualcuno ne ha contate prima o poi morire, per un ben 150.000), e in un labirinto di più greve timore. Quale? Di esseprocedure e scartoffie che, re chiamato a testimoniare per le secondo il giustizialismo, ore 09.00 del giorno 2; e che un dovrebbero assicurare la mitica giudice, bene inteso alle ore 12, legalità, e invece aumentano la 12.30, mi comunichi che la causa

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è rinviata al 2... di dopo sei mesi; e quel 2, di nuovo... e trascorrerei il resto dei miei giorni ad inseguire rinvii! Tanto più uno Stato è corrotto, tanto più si fanno leggi, insegna Tacito, e spesso sotto la spinta di emozioni e presunte impellenze; che qualche giudice applica e altri no; che, passata la moda, finiscono nel dimenticatoio come i tondini dei limiti di velocità dietro le auto: un caffè a chi se li ricorda. Ecco dunque la riforma che serve, in breve: semplificazione dei testi; riduzione delle normative a poche e di carattere generale; rarità dei ricorsi in appello ed eccezionalità di quelli in Cassazione, e qui basta che siano pochissimi gli avvocati cassazionisti!; estensione di arbitrati e similia, e far sì che il tribunale sia extrema ratio e non regola. E, la riforma delle riforme, che a parlare di leggi tornino i giurisperiti veri, i maestri del Diritto, e non il primo giudice o avvocato o avvocato parlamentare! A proposito, siamo proprio certi che avvocati e giudici del 2010 abbiano studiato filosofia come prima del 1974? Io di un uomo di legge che non sia prima filosofo, non mi fido; potrà fare il cancelliere, forse, ma non il giudice.

Carceri: suicidi, tentati suicidi ed evasioni

Il pallottoliere è a quota 37 Il cupo pallottoliere della conta funebre fa segnare quota 37. Tanti sono, infatti, i detenuti che si sono suicidati all’interno delle carceri italiane dal 1 gennaio di questo funesto 2010. La conta si aggiorna con gli ultimi due suicidi: uno a Sassari, un italiano 52enne; l’altro a Caltanissetta, un detenuto italiano 65enne. Come se non bastasse, a rendere ancora più convulsa la giornata ci si è messa anche la doppia evasione di Lecco La doppia evasione dalla Casa Circondariale di Lecco è uno schiaffo in pieno viso ad Alfano e Ionta, incapaci di strutturare politiche di prevenzione e sicurezza. Troppo impegnati nel redigere un piano carceri fantasma, che nulla risolve nell’immediato, hanno assistito , silenti ed immobili, al depauperamento degli organici e al massiccio taglio dei fondi destinati al sistema penitenziario. La notevole massa di agenti mobilitati dagli istituti penitenziari verso i palazzi romani, di cui il ministro e il capo del DAP sono pienamente coscienti, hanno assottigliato oltremodo i presidi di sicurezza. Da tempo avevamo avvisato che i poliziotti penitenziari di prima linea non avrebbero potuto costituire un argine ad azioni organizza-

te, com’è certamente quella di Lecco. Troppe le criticità irrisolte in materia di gestione ed organizzazione, per non ritenere che le responsabilità dell’accaduto non debbano essere ascritte anche, se non soprattutto, ai vertici dipartimentali e politici del ministero della Giustizia. Il nostro auspicio è che le colpe altrui non vengano, ora, scaricate sugli anelli deboli della catena di comando. Ora il capo del DAP Ionta convochi i sindacati e discuta con loro un piano di rientro delle unità impiegate fuori dall’ambito penitenziario. Analogamente invitiamo il ministro Alfano a smetterla con sterili annunci e comunichi modalità, date e numeri delle assunzioni straordinarie in polizia penitenziaria, più volte promesse. A scorrere l’elenco degli eventi critici che la Uil PA Penitenziari aggiorna quotidianamente attraverso la sua pagina web appare lampante lo stato di profonda crisi e di vera emergenza che attraversa l’universo penitenziario. Solo negli ultimi otto giorni si sono verificati tre suicidi , due evasioni, cinque agenti feriti e ben sette sono i suicidi sventati in extremis dalla polizia penitenziaria. eugenio sarno (segretario Uil PA Penitenziari)


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L’ iniziativa

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sOciaLe

A CURA DI E’ stato appena pubblicato da Edizioni Ambiente il Rapporto Ecomafia 2010 di Legambiente, con prefazione di Roberto Saviano ed introduzione del Procuratore Antimafia Pietro Grasso. I dati più confortanti sono quelli che segnano un incremento delle attività della giustizia: aumentano gli arresti (+ 43%, da 221 nel 2008 agli attuali 316) e gli illeciti accertati (28.576 oggi, 25.776 lo scorso anno); crescono del 33,4% le persone denunciate (da 21.336 a 28.472) e dell’11% i sequestri effettuati (da 9.676 a 10.737). Nello specifico, si registra una decisa impennata delle infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti (da 3.911 nel 2008 a 5.217 nel 2009), e un leggero calo nel ciclo del cemento (da 7.499 a 7.463). Per ciò che concerne poi flora e fauna, crescono i reati contro la fauna (+58% ) e i diversi reati contro l’ambiente marino e costiero. Ed alla faccia della crisi economica dilagante, rimane stabile l’immenso giro d’affari delle ecomafie, pari a 20,5 miliardi di euro. Questi, in sintesi, i numeri della straordinaria attività svolta anche nel 2009 da tutte le Forze dell’ordine e di Polizia giudiziaria impegnate nelle indagini contro i

martedì 20 luglio 2010

fIDALmA fILIPPELLI

Rapporto ecomafia di legambiente

Reati ambientali cresce il contrasto della giustizia

reati ambientali, ovverosia il Comando tutela ambiente e tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza, i Corpi forestali regionali, la Polizia di Stato, la Direzione investigativa Antimafia, l’ Agenzia delle Dogane, le Capitanerie di Porto e la Polizia Provinciale. Noi siamo pienamente d’accordo con le dichiarazioni del Vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri, quando ribadisce che l ’azione di contrasto delle Forze dell’ordine deve essere sostenuta concretamente dal Governo con la disposizione di nuovi efficaci strumenti. Vanno introdotti una volta per tutte i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale e va consentito l’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali nelle indagini: questo è quanto suggerisce il buon senso e soprattutto la buona volontà di ostacolare le ecomafie. Al primo posto stabile la Campania, con 4874 infrazioni accertate (il 17% del totale nazionale). Al secondo posto sale il Lazio, il cui territorio è sempre più infestato dalle infiltrazioni dei clan, soprattutto nel sud pontino. Al terzo posto la Calabria. f. f.

Grido d’allarme e denuncia della FederAnziani del Piemonte

Emergenza caldo anche per i ricoverati La sede regionale piemontese di FederAnziani lancia l’allarme caldo per gli anziani e chiede al Ministero della Salute di estendere il monitoraggio ad ospedali e cliniche, che perlopiù non hanno l’aria condizionata. La sede regionale piemontese di FederAnziani, presieduta dal Vulnologo Elia Ricci ed ospitata nella Clinica San Luca di Torino, lancia l’allarme caldo per gli anziani. Il rischio più temuto è un boom di infezioni per lesioni cutanee e per chi soffre di patolo-

gie alle vie respiratorie. Stando alla FederAnziani, l’allarme riguarda anche il mezzo milione di anziani ospitati negli ospedali e nelle case di riposo, dove l’aria condizionata rimane un miraggio. Se in condizioni climatiche normali il 2%

dei due milioni di italiani affetti da piaghe da decubito e ulcere cutanee soffre di infezioni a tali lesioni, con il caldo eccezionale di questi giorni la percentuale potrà salire fino al 10/15% in più: ciò significa oltre 250 mila malati costretti a sottoporsi a cure continue e

interventi chirurgici, facendo aumentare la spesa a carico del SSN. Sono queste le cifre fornite dal Prof. Elia Ricci. Caldo e umidità portano alla proliferazione delle cariche batterica, micotica e virale delle lesioni cutanee (ulcere, ferite, piaghe da decubito, etc.) e delle ferite da interventi chirurgici, aggravando sensibilmente il rischio di infezioni. L'incremento di vulnerabilità delle ferite viene segnalato da FederAnziani in considerazione del fatto che la patologia colpisce principalmente gli anziani.


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MAROCCO tra storia e trasgressioni

Marrakesch e le sue notti magiche DI ANNA

mARIA DE LUCA

La luce ridisegna piazza Jemaa el Fna, simbolo di Marrakech. Al caos dei suk subentra il richiamo alla preghiera all'ora del tramonto. Una voce sembra estendersi misticamente a coprire i rombi dei motorini che passano, non si sa come, in strade strettissime tra centinaia di marocchini e turisti europei, tra banchi di stoffe colorate e di argenti colorati che sembrano traballare ad ogni passaggio. Nell'aria profumi di spezie e di incensi, intrecci di odori difficilmente dimenticabili. Un viaggio sensoriale nella piazza che al tramonto si trasforma. Un dentista sdentato siede dietro il suo banco dove sono esposte decine di dentiere vere. Cerca di convincere i turisti a provarle. Ne metti in bocca una, se non ti va bene ne provi un'altra e via cosi finché non trovi quella che ti calza a pennello. Vicino a lui, i Gnawa vibrano e ballano al ritmo delle loro “krakachs” (nacchere metalliche) mentre indovini e incantatori di serpenti ridono nel vedere le espressioni degli europei di fronte ai loro “piccoli animaletti”. E pensare che questi vicoli dove i prodotti “made in China” si alternano con l’artigianato loca-

l’alpacca creativa L'argenteria che si trova esposta ovunque a Marrakech è una lega di zinco-rame-nichel sviluppata nel 1819 ed usata per fare scatole, piatti, cornici, specchi, gioielli, vassoi...

le hanno visto la successione di cinque dinastie: gli Almoravidi, che nel 602 fondarono la città e vi portarono l’acqua, gli Almohadi (nel XII secolo), i Merinidi che nel 1269 conquistarono Marrakech e spostarono la capitale a Fez e, nel 1554, i Saadiani che la riportarono a capitale e nel XIC secolo gli Alaouiti. Nella piazza le pieghe degli abiti colorati e lunghi delle donne strusciano contro le minigonne ed i pantaloncini delle turiste. Sguardi di donne che si incrociano e parlano di mondi diversi, di curiosità, di disapprovazione, forse di invidia. Ma le notti di Marrakech non sono come i giorni. Nei locali ecco che le gonne si accorciano tanto da scomparire quasi, ecco che al pudore degli sguardi femminili per strada subentra una consapevole femminilità che esplode nelle danze, come a Parigi, come a Londra, come a Roma. Con l'aggiunta che qui spesso sono le donne che si avvicinano agli uomini. In cambio di cosa è facile immaginarlo. Marrakech la regina, raccontata nelle memorie di Winston Churchill, scelta dal pittore Jacques Majorelle per creare il suo famoso giardino, sembra lontana ma la sua magia resta immutata. L'atmosfera medievale ed esotica di piazza Jemaa el Fna vi aspetta. Fuori dalla città antica, circondata da 19 chilometri di mura in mattoni lungo le quali si aprono una ventina di porte (“Bab”), vi aspetta la città nuova

con I quartieri del Gueliz, dell’Hivernage e il viale Mohammed VI, con le sue passeggiate e molti spazi verdi: il Giardino Majorelle, il parco Arsat Moulay Abdessalam, i giardini del Palazzo Bahia, i frutteti della Menara e dell’Agdal, ciascuno nel proprio stile. Il palmeto che circonda la città, con i suoi 14mila ettari e oltre un centinaio di migliaia di alberi, è l’occasione per una piacevole passeggiata in carrozza.

DOVE DORmIRE Nel Palmeto ci sono quattro hotel di classe, tutti del Palmeraie Golf Palace: Jardin d'Ines (boutique hotel), le Pavillon du golf (all suite hotels), Le Palmeraies Golf Club (Hotel 5 Etoiles Luxe), Le Palmeraie Village (residence hotel). Sito: http://www.palmeraie-marrakech.com/indexfr.htm

Da non perdere

La Koutoubia e gli altri luoghi simbolici della città La Koutoubia (foto) (la moschea costruita dalla dinastia almoaide, è considerata uno dei monumenti più belli del Maghreb), piazza Jemaa el Fna (Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dall’Unesco) e la magia dei giardini della Menara sono i luoghi simbolici di Marrakech. Da vedere anche la madrassa Ben Youssef: di costruzione Saadiana, gioiello di marmo, stucco, piastrella e cedro è una grande università coranica che attira studenti da tutto il mondo musulmano. Di fronte, la Kubba Almoravide (o Kubba Ba’Adiyn), che è l’unica vestigia degli Almoravidi (1064) e della loro architettura. Nelle vicinanze, il palazzo M’Nebhi, splendidamente ristrutturato ospita il Museo di Marrakech. La necropoli reale (vicino a Bab Agnaou), con colonne di marmo italiano e la cupola in legno di cedro. Non lontano ci sono le rovine maestose del Palazzo El Badi, un tempo considerato la meraviglia del mondo musulmano. Se non programmate gravidanze a breve termine, il consiglio è di non fotografare le cicogne che vi si posano!


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

Affetti & Dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

Amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

Alice in Wonderland

mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

A single man Regia: Tom ford con Colin firth e Julianne moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, max minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con mia Depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok Dangerous Regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (fratellanza) coast Regia: Nicolo Donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, David Dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro Nunziante con Dino Abbrescia, fabio Troiano e Giulia michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? Documentario di morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i morgan? Regia: marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City Island Regia: Raymond De felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City Island Regia: Raymond De felitta

con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, Ewan mcGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, maggie Gyllenhaal, Colin farrell, Robert Duvall Non sarà il Drugo del Grande

Due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

Dragon Trainer Regia: Dean Deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

Draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: Nancy meyers con meryl Streep, Alec Baldwin, Steve martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy family

fuori controllo Regia: martin Campbell con mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. michele Placido, margherita Buy, max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: Paul Greengrass con matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con fabio De Luigi, Diego Abatantuono, fabrizio Bentivoglio, margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian De Sica, Laura morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

Il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

Il mi$$ionario Regia: Roger Delattre con Jean- marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

Il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

morgan freeman perfettamente nei panni di Nelson mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

Il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

Invictus Regia: Clint Eastwood con morgan freeman e matt

Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher e maya


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan mcGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: Pietro marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: Daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: Paolo Virzì con Valerio mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

matrimoni ed altri disastri Regia: Nina Di majo con margherita Buy, fabio Volo, Luciana Littizzetto, francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

Una scena corla di “mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

mine Vaganti Regia: ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine Regia: Rob marshall con Daniel Day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle manhattan

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Regia: mira Nair con Steve Carell, Tina fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con françois-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators Regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

Regia: mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con Viggo mortensen, Robert Duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate


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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Blanchett, William Hurt, max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo Di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a Regia: martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, mark Piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con Daniele Liotti, Kasia Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

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mINICRITICHE DEI fILm CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e Vera farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. Danis Tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: Davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner

Il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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