Anno II - n. 80 - Mercoledì 21 aprile 2010
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Separati in casa Pdl. Anche senza i “colonnelli”
Fini (se vuole) i numeri ce li ha
Il rampollo prende il comando
Da questa tabella eleborata dalla Infograf si può rilevare che con i parlamentari schieratisi al suo fianco, Fini può diventare determinante per la maggioranza di governo. Le notizie e i commenti di Moisè Asta e Ulderico Nisticò PAGG. 6 e 7
Il nipote trentaquattrenne di Gianni Agnelli, John Elkan, prende il posto di Luca Cordero di Montezemolo. PAG. 4
Tragedia a Ventotene La nube di cenere che si allunga sull’Europa la frana che uccide
Uno degli studenti schiacciati dalla frana nell’isola di Ventotene viene trasportato in ospedale con l’elicottero. Due sue compagne di scuola e di gita sono morte. PAG. 5
Ecco tutto lo spazio aereo coperto dalla nuvola di cenere prodotta dalla eruzione del vulcano in Islanda. Anche oggi i voli subiranno in Europa cancellazioni e ritardi. PAG. 3
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EmEndamEnTo
CaSERTa
CRaC PaRmaLaT
Roma
L'autorizzazione alle intercettazioni può essere chiesta solo quando sussistono gravi indizi di reato: a prevederlo è l'emendamento presentato dal governo al “ddl intercettazioni" all'esame della commissione Giustizia del Senato. La legge sulle intercettazioni, invece, non potrà essere applicata ai processi in corso per i quali è già stata chiesta l'autorizzazione a effettuarle. Insomma, una mano tesa all’opposizione.
E' rimasto vittima di un agguato nel Casertano un uomo considerato affiliato al clan camorristico Schiavone. L'omicidio è avvenuto a Villa Di Briano, nell'area circostante la città di Aversa. L'uomo è stato raggiunto da due sicari, che hanno esploso contro di lui alcuni colpi di arma da fuoco, uccidendolo. Nei giorni scorsi le forze dell’ordine avevano effettuato alcune operazioni che hanno dato un duro colpo ai Casalesi.
L'ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi, ha reso dichiarazioni spontanee nel processo milanese d'appello per il crac del gruppo di Collecchio. “Sono un uomo oggi più che mai solo", ha detto Tanzi e “chiedo perdono a chi per questa causa ha sofferto senza colpa". "Io continuo a rivendicare che Parmalat non fosse una grande truffa", ha affermato l'imprenditore, che ha puntato il dito contro le banche.
Tamponamento tra due treni della Met.Ro. sulla linea RomaViterbo. Secondo i vigili del fuoco sono una settantina i feriti, ma sembra che nessuno sia in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto intorno alle 7 di ieri in località La Celsa, a Roma, all'altezza di Prima Porta sulla via Flaminia. A quanto si è appreso dai vigili del fuoco, un treno fermo è stato preso in pieno da un altro convoglio che sopraggiungeva
Ddl intercettazioni ammazzato “Solo in presenza affiliato al clan di gravi indizi” Schiavone
L’ex patron Tanzi Incidente attacca le banche fra due treni “Nessuna truffa” Settanta feriti
Ieri pomeriggio la sentenza d’appello per la strage d’Erba La FoTo
olindo e Rosa, nuovo ergastolo
Solo ammenda per Totti
Mario Frigerio: “Giustizia finalmente è fatta” Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati condannati all’ergastolo per la strage di Erba. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno infatti confermato la sentenza, al termine del processo di secondo grado. ”Giustizia è fatta, sono contentissimo”, ha commentato Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto della strage, che risale all’11 dicembre del 2006. Dopo quasi cinque ore di camera di consiglio la Corte d’Assise d’appello di Milano ha deciso, per i coiugi Romano, la pena dell’ergastolo con tre anni di isolamento diurno .
La Corte, presieduta da Maria Luisa Dameno, ha quindi accolto la richiesta avanzata dal sostituto Pg, Nunzia Gatto, che aveva chiesto di confermare la pena inflitta ai coniugi il 26 novembre 2008 dalla Corte d’assise di Como, che li aveva ritenuti colpevoli di aver assassinato a coltellate e sprangate Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, nonché del tentato omicidio di Mario Frigerio. La difesa degli imputati aveva chiesto l’assoluzione o in subordine la perizia psichiatrica.
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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: Via Aldo Santulli 45 tel: 0644250406 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
Il giudice sportivo ha comminato solo un’ammenda di 20 mila euro al capitano della Roma, Francesco Totti per il gesto dei pollici rivolti verso il basso al termine del derby Lazio-Roma ai tifosi laziali.
L’OnOmAsticO
Bartolomeo Il beato Bartolomeo manifestò giovanissimo un raro fervore per la vita religiosa e una forte passione per lo studio. Fu docente alla facoltà teologica di Torino, priore di Savigliano e inquisitore della fede per il Piemonte e la Liguria.
AccAdde Oggi Riyadh Il 21 aprile 2004 in arabia Saudita, un'autobomba guidata da un terrorista kamikaze colpisce la centrale delle forze di sicurezza di Riyadh, causando almeno 4 morti e 148 feriti. L’attentato sarà rivendicato da al Qaida
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VaLEnCIa
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BRaSILE
L’ex pugile Edwin Valero ammazza la moglie e poi si uccide in carcere
Video incastra prete mentre abusa di un ragazzino
Il giorno dopo l'arresto con l'accusa di omicidio della moglie, il pugile venezuelano Edwin Valero, ex campione del mondo dei pesi leggeri, si è suicidato in carcere. La scorsa sera, il 28enne, lasciando la stanza in un hotel di Valencia, aveva dichiarato al personale di aver ammazzato la compagna, Jennifer Viera, 20 anni, il cui corpo è stato trovato nella camera con tre ferite di arma da taglio. Il pugile si è impiccato con i suoi vestiti. In Venezuela Valero godeva di una grande popolarità. Imbattuto in 27 incontri da professionista, tutti In Venezuela era un mito, conosciuto per il suo vinti per knockout. record di successi. Valero si è impiccato in cella.
Un cappellano della polizia militare brasiliana di 84 anni è stato arrestato per aver molestato un ragazzo del coro della città di Arapirac nel nord del Paese. Un video ha ripreso padre Luiz Marques Barbosa mentre obbligava il minore a praticargli sesso orale davanti all'altare della chiesa. Il prete si trova in stato di detenzione preventiva su ordine del giudice per impedire che si sottragga alla giustizia. E’ uno dei primi casi denunciati in Brasile di pedofilia riguardante un sacerdote. Ma si suppone che possano essere numerosi gli episodi di violenza non denunciati.
TuRChIa
nuBE VuLCanICa
Migliora la situazione, ma Alì Agca vuole incontrare ancora disagi per chi vola a Fatima il Pontefice L'Europa alle prese, per il sesto giorno consecutivo, con gli effetti della nuvola di cenere sprigionatasi dal vulcano islandese in eruzione riprova faticosamente a riavviare i motori degli aerei. Ieri i voli effettuati sono stati circa la metà di quelli programmati (contro il 30% di lunedì) ed Eurocontrol ha segnalato come “sicuri” per la navigazione aerea circa il 75% dei cieli al di sopra del continente. Restano ancora operativi con il contagocce o bloccati molti scali nell'Europa nord-occidentale, ma ormai si guarda ai prossimi giorni con un po' più di ottimismo, dettato anche dalle previsioni meteorologiche favorevoli. Agli aerei a terra, al disagio dei tanti passeggeri e ai primi sommari conti sulle disastrose conseguenze economiche, si sono aggiunti gli inevitabili strascichi polemici sulle misure di chiusura degli spazi aerei e sulla mancanza di coordinamento nell'Ue. Eurocontrol, tuttavia, ha stimato in circa il 50% l'operatività dei voli per ieri ed ha indicato una “no-fly zone” ridotta solo ad alcune zone della Gran Bretagna e dell'Irlanda. In Itlia le cose vanno meglio. Alitalia ricorda comunque che a tutti i passeggeri coinvolti dalle cancellazioni dovute all'eruzione vulcanica viene garantito il rimborso integrale del biglietto in caso di rinuncia a voli alternativi o la possibilità di riprogrammare il volo.
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na persona su tre che usa abitualmente abbronzarsi sui letti solari potrebbe avere dipendenza. Lo afferma uno studio Usa su un gruppo di studenti universitari pubblicato dalla rivista 'Archives of Dermatology'. I ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York hanno intervistato 421 persone, di cui 229 facevano uso di letti solari in media 23 volte all'anno, con domande sulla possibile
Mehmet Ali Agca vuole incontrare il Papa a Fatima. L'ex "Lupo grigio" turco che il 13 maggio 1981 sparò a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, tramite il suo legale ha scritto a padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Questo il testo della breve missiva di 11 righe: "Com'è noto, Mehmet Ali Agca è stato scarcerato in data 18 gennaio 2010 dopo aver scontato 29 anni e due mesi di reclusione. La richiesta di Mehmet Ali Agca per un possibile incontro con Papa, già avanzata nel 2008, è stata da me portata a Papa Benedetto in data 13 febbraio 2009. Abbiamo saputo della prossima visita del Pontefice in data 13 maggio 2010 nella città di Fatima, in Portogallo. Anche Mehmet Ali Agca sarà in Portogallo in quella data e desidera incontrarsi con il Papa”.
IL CaSo
“Drogati” dai lettini abbronzanti dipendenza. Il risultato è stato che tra il 30 e il 39 per cento dei soggetti aveva comportamenti associabili all'astinenza, come il sentirsi colpevoli nel sottoporsi al trattamento estetico o il non riuscire a diminuire la dose pur volendolo. Dallo studio è emerso che i soggetti piu' suscettibili alla
dipendenza erano anche quelli con più ansia e che facevano consumo di alcol e marijuana. “Nonostante gli sforzi per istruire il pubblico sui rischi per la salute associati ai letti solari hanno scritto i ricercatori - l'utilizzo delle radiazioni UV artificiali cresce tra i giovani adulti”.
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Montezemolo lascia la presidenza
Torna un Agnelli in Fiat John Elkann avrà già da qualche ora il timone della Fiat, quando Sergio Marchionne, in giornata, illustrerà agli analisti finanziari il piano strategico del gruppo fino al 2014. Sarà il più giovane presidente della casa torinese e, con lui, la famiglia riprenderà in modo diretto le redini della società dopo la scomparsa dell'Avvocato e poi del fratello Umberto. Non è probabilmente un caso che il nuovo ruolo del rampollo di casa Agnelli venga sancito nello stesso giorno in cui potrebbe essere varata l'operazione di spin off, con lo scorporo dell'auto dal gruppo e la sua quotazione. Un'ipotesi ben considerata dai mercati e che in prospettiva potrebbe portare cambiamenti anche nella partecipazione azionaria della famiglia. Proprio Elkann non ha mai nascosto la possibilità che un giorno gli Agnelli possano rinunciare al controllo, purché questo significhi avere un'azienda più sana e solida. Luca Cordero di Montezemolo lascia la presidenza dopo sei anni e, come lui stesso ha detto, dopo averla traghettata in un periodo molto difficile, quando il futuro sembrava piuttosto buio. Insieme all'amministratore delegato Marchionne ha guidato la Fiat dal 2004, quando "la famiglia non aveva ancora un leader" e "l'azienda era vicina alla bancarotta", ma il piano di domani "apre una pagina nuova". E sia Montezemolo sia Gianluigi Gabetti, numero dell'accomandita di famiglia, sono convinti che oggi John Elkann, di cui hanno seguito la crescita in questi anni, sia pronto. Tra Montezemolo e Marchionne si è parlato di dissapori che non hanno però trovato conferme in una giornata caratterizzata da sorrisi e scambi di parole affettuose. "Sono stati sei anni d'in-
John Elkann guiderà la Fiat nel nuovo percorso che porta allo scorporo dell’auto dal gruppo e alla sua quotazione di Amalia Angotti (Ansa)
Luca Cordero di Montezemolo assieme a John Elkann
tensa collaborazione e si sono create le condizioni per una grandissima relazione tra me e Luca, rimaniamo amici", dice l'amministratore delegato. E Montezemolo gli fa un plauso per il grande lavoro svolto per il risanamento dell'azienda. D'altra parte il suo non è un addio al gruppo, dal momento che mantiene la carica di consigliere della Fiat e di presidente della Ferrari. "Io, Sergio e John - dice Montezemolo - resteremo una squadra, come è stato in questi anni". Marchionne non entrerà nella Giovanni Agnelli e C., la cassaforte di famiglia, ipotesi ventilata da Maria Sole, la sorella dell'Avvocato. "La tendenza - spiega Elkann - è avere nell'accomandita sempre più persone della famiglia".
I veri motivi dello sciopero al CorSera Che il manuale Cencelli sia arrivato pure al Corriere della Sera? Alcuni la pensano così. Altri invece difendono l’indipendenza del quotidiano. Il casus belli è dato dallo sciopero improvviso proclamato per oggi. Il primo di sei giornate di protesta approvate dall’assemblea di ieri sera. Oggi è stato fermo il sito Corriere.it, domani il quotidiano non uscirà in edicola. Un comunicato del Cdr fa sapere che i giornalisti protestano contro le decisioni del direttore Ferruccio De Bortoli: la scelta del nuovo capocronista a Milano (preso dal Corriere del Veneto, mentre lo stato di crisi impedisce di assumere “esterni”), la decisione di spostare i redattori senza il loro consenso, e il lancio di CorriereTv e delle nuove piattaforme di distribuzione (iPad, iPhone, Smatphone) con il contributo di strutture esterne. Ma dentro la redazione circolano almeno due versioni diverse. La prima è una lettura al vetriolo della scelta del direttore. Molti pensano che la spartizione del potere tra Pdl e Lega sia arrivata fin dentro Rcs. Il nuovo capocronista delle pagine milanesi è Ugo Savoia, direttore del Corriere del Veneto, persona – secondo indiscrezioni – gradita ai
leghisti, preludio del nuovo corso di Milano in chiave verde lega. Il caporedattore uscente, Giancarlo Perego, da sette anni responsabile della cronaca milanese, è stato “promosso” all’ufficio centrale, secondo il vecchio schema “promoveatur ut amoveatur”. La seconda versione, invece, è del tutto solidale al direttore del Corriere. Molti giornalisti della testata, infatti, hanno mugugnato contro la convocazione improvvisa dell’assemblea che ha deciso lo sciopero. Il Cdr, infatti, avrebbe convocato l’assemblea intorno alle 20 con solo un quarto d’ora di preavviso. Secondo questa parte della redazione, ci sarebbe stato un vero e proprio colpo di mano. Una fonte del Cdr, al contrario, difende il suo operato. «All’assemblea c’erano una sessantina di giornalisti, – dice – praticamente tutti quelli che fanno il giornale a quell’ora. E poi si è voluto giocare sull’effetto sorpresa. Uno sciopero deve farsi sentire. E non vedere il giornale in edicola domani, quando stasera gioca l’Inter sarà sicuramente un bel colpo. E poi bisognava evitare che le truppe cammellate, che sono presenti dentro un giornale come il nostro, si organizzassero contro lo sciopero». Eloisa Covelli
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Tragedia a VenToTene
Masso sugli studenti, due morti due adolescenti sono morte a Ventotene, in provincia di Latina, per il crollo di una parete rocciosa. Le vittime, Sara Panuccio e Francesca Coconnello, frequentavano una scuola media di Roma e si trovavano sulla spiaggia di Cala Rossano. una delle due ragazze è morta sul colpo; l'altra, ferita gravemente, è deceduta poco dopo nonostante i tentativi di rianimazione. Feriti anche altri due compagni di classe
Due ragazzine, Sara Panuccio e Francesca Coconello hanno perso la vita per il crollo di una parete rocciosa. Gli alunni erano in gita scolastica di RAFFAELE ANNUNzIAtA
una spiaggia sicura Dagli accertamenti dei carabinieri di Latina e dei militari del nucleo investigativo di Formia per i rilievi. sembra che non vi fossero segnalati pericoli, la spiaggetta risultava accessibile e senza divieto di balneazione e la zona non risulta fosse interdetta.
Crolla un costone di tufo E' il tragico resoconto di una gita scolastica finita in incubo. A franare è stato un costone di tufo a ridosso della spiaggetta di Cala Rossano, spiegano i carabinieri di Latina che sono intervenuti. Sembra che il crollo, avvenuto ieri alle intorno alle 11.30, non abbia dato scampo ai ragazzi, che si trovavano sulla spiaggia sotto il costone, e sia stato improvviso. La testimonianza “I ragazzi erano sulla spiaggia spiega Rosa Magiar, titolare della Mediterranea Viaggi che ha accompagnato i 42 ragazzi della scuola media romana nell'isola - durante la consueta visita al Porto romano si erano comportati bene e per questo avevano ricevuto come premio la possibilità di passeggiare a Cala Rossano. Uno dei nostri accompagnatori, che era con gli studenti e ha visto la terribile scena è sotto shock". La Protezione civile ha mandanto nell'isola due elicotteri: uno con a bordo volontari per aiutare nei soccorsi e un altro per aiutare i ragazzi a rientrare quanto prima a Roma e raggiungere le loro famiglie. Il cordoglio di alemanno “A nome della città esprimo
dolore per questa terribile tragedia e vicinanza alla famiglie", queste le parole di cordoglio che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dipanato in una nota. Poi, ha ribadito: "Bisogna fare subito piena luce sull'accaduto per accertare eventuali responsabilità".
Tutti bravi ragazzi “I ragazzi erano stati attenti, si erano comportati bene e si erano guadagnati un giro sulla spiaggia, quel giro a Cala Rossano era un premio. Poi la tragedia. I cinque professori che erano con loro sono sotto shock". A parlare è il geologo Matteo Valle, che ieri era con gli studenti al momento della tragedia. “Una classe stupenda - continua Valle - studenti buonissimi e attenti che la scorsa sera si erano guadagnati la possibilità di vedere le stelle, cosa che di solito non avviene la prima sera". Sopra: Cala Rossano dove la spiaggia dove è avvenuta la tragedia. Sotto i soccorsi in azione
Sarà fatta chiarezza Il ministero dell'Istruzione "sta lavorando per accertare e ricostruire con chiarezza la dinamica della tragedia di ieri mattina". Lo ha assicurato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, dopo aver saputo della morte delle due studentesse. Il ministro ha espresso "profondo cordoglio" alle famiglie delle due giovani vittime. In serata a Ventotene sono giunti i familiari degli studenti. Scene di strazio e dolore dei genitori e dei compagni di classe.
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L’ex an vuole fare una sua corrente
Fini resta ma Berlusconi vuole la resa Berluasconi e Fini all’epoca degli abbracci. Sinceri?
Sono 52 tra deputati, senatori e europarlamentari ad aver firmato il documento di cui si discuterà nella direzione del Pdl di MILENA DI MAURo (Ansa) Seduto sul tavolo, per essere più vicino a quella parte della destra che oggi ancora si riconosce in lui - 52 tra deputati e senatori, mentre in 75 si accodano al documento dei colonnelli di un tempo, che prendono le distanze - Gianfranco Fini cita Ezra Pound: "Se un uomo non è disposto a a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui". Ergo: "Io non ho intenzione di togliere il disturbo né di stare zitto. Mi auguro che Berlusconi accetti che esista un dibattito interno al Pdl". Che si voglia chiamarla corrente, componente di minoranza o gruppo dei fedelissimi, la 'pattuglia' dei finiani si accoda dietro al leader di un tempo, ne riconosce la legittima ambizione a porsi come guida, a dire ciò che pensa. Anche quando questo porre "questioni politiche e mai personalistiche" è in dissenso rispetto al Capo e alla maggioranza. Ai finiani - 39 deputati, 13 senatori, 5 europarlamentari ed altri che hanno annunciato una possibile adesione basta che tutto avvenga dentro il recinto del Pdl e "con spirito costruttivo", cosa che Fini assi-
cura, accantonando sbrigativamente l'ipotesi di gruppi parlamentari autonomi, che pure lui stesso aveva posto come extrema ratio nell'ultimo burrascoso colloquio con Silvio Berlusconi. "Le categorie del tradimento sono tali - si spiega a metà oggi Fini - che da un anno e mezzo un autorevole esponente del governo in Sicilia ha costituito il gruppo Pdl-Sicilia, che convive con il Pdl. Se invece qualcuno ipotizza che accanto al Pdl possa nascere Pdl-Italia, diventa tradimento". Come sia sia, sconfessa chi è andato oltre. "Chi ha interpretato il mio pensiero in questi giorni parlando di scissioni o di elezioni anticipate - afferma - ha solo incendiato il dibattito". Fini, per ironia della sorte, si prende una rivincita sulle 'correnti metastasi' di An formandone una tutta sua. Dimostra cioé, numeri alla mano, che è falso ciò che qualche colonnello ha voluto far credere al Cavaliere: solo 'quattro gatti' seguiranno i passi della terza carica dello Stato. Non sono 4 ma 52. E comunque un numero sufficiente a rendere un inferno la
vita parlamentare di un partito dove almeno alla Camera (dove Fini è presidente) ogni volta ci sarà da discutere su provvedimenti che non fanno parte del programma di governo. I colonnelli delle vecchie correnti di Alleanza Nazionale si affrettano a dimostrare ciò che hanno assicurato al Cavaliere: di avere in mano la golden share della vecchia destra. Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri (dioscuri dell'area vasta di 'Destra Protagonista'), Altero Matteoli (ex fedelissimo di Fini, di 'Nuova Alleanza') e Gianni Alemanno (capo di 'Destra Sociale' insieme a Francesco Storace ormai approdato ad altri lidi), mettono in fila 75 firme. Con loro anche Giorgia Meloni. "Sono pro-Pdl e non contro Fini", fanno sapere. "Il controcanto di Fini a Berlusconi deve fare i conti, da oggi, con la 'controconta' dei 75 ex An", commenta il berlusconiano Osvaldo Napoli. E' tutto da dimostrare che Berlusconi - oltremodo allergico all'idea di un 'controcanto' organizzato nel Pdl accetti l'idea di una minoranza interna. "Una corrente non ha senso", sentenzia infatti il vertice Pdl-Lega riunito dal Cavaliere. Ma per Fini intanto "é finita l'epoca del 70-30, si apre una nuova fase e chi ha più filo tesserà". Già nella direzione di giovedì - se si dovesse arrivare a
voti contrapposti dopo le relazioni di Berlusconi e Fini - con il presidente della Camera non starebbero più del 10 per cento dei 170 delegati: 17/18 persone. Ma all'ex leader di An interessa di più poter strattonare il partito, chiedere al Pdl cosa propone su economia, riforme, politiche sociali, Sud. "Un leader c'é ed è Berlusconi, che ha vinto le elezioni - ha fatto tanto di cappello anche oggi Fini -. Ma il Pdl che contributo ha dato? Che risultati ha avuto? Io voglio rafforzare il partito, non certo indebolirlo". Per farlo oggi la terza carica dello Stato si mette a capo di una minoranza e rivendica il suo posto "in un Pdl libero, che non sia il partito del Predellino, dove tutti devono essere d'accordo e dire che ogni cosa va bene". "La Lega è un alleato importante, ma non può essere il dominus", insiste Fini. Oggi in 54 dicono che "le questione poste da Fini meritano un approfondimento ed una discussione attenta" nell'ottica di un "rilancio del Pdl". "Anche il solo parlare di scissioni e di elezioni anticipate risulta incomprensibile", puntano però i piedi i finiani, che invitano a "riportare il confronto su un piano costruttivo, isolando quanti, più o meno consapevolmente, stanno in queste ore lavorando per destabilizzare il rapporto tra i cofondatori del Pdl".
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Due diverse chiavi di lettura della scelta di Gianfranco Fini
Poche speranze che trovi una via d’uscita DI
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ULDERICo NIStICò
a no, Fini non finirà tanto presto. Conterà sempre di meno, verrà relegato in ruoli decorativi, ma Berlusca non sarà mai disposto a farne a meno. Pensate cosa accadrebbe, se Fini non ci fosse più. Forse che qualche pentito di essersi pentito tornerebbe all’ovile... no, uscirebbe dall’ovile per fare la pecora nera! Nera! E con un partito nero di due o tre milioni di voti, anche Berlusconi passerebbe i guai suoi! Le pecore nere, si sa, sono un poco selvatiche, altro che destra da salotto con tentazioni giacobine! uanto precede, per farvi capire a che serve Fini dal lontano 1995: a versare fiumi di camomilla, di oppio, su quel che restava non solo e non tanto del Fascismo storico, ma della vocazione antisistema del mondo nazionalpopolare. Pericolosi, questi nazionalpopolari: sono contro le banche, parlano di sovranità sulla moneta, non gli piace il mondialismo in genere, e, quel che è peggio, con loro non si “dialoga” e non si cercano compromessi, e hanno il vizio del sì, sì; no, no, a costo di essere chiamati, orrore, integralisti! E siccome, con qualche rara eccezione, sono onesti per orgoglio, non li si può nemmeno comprare. Per tenere sotto controllo la belva, ci voleva un pronto a tutto come il nostro bel Gianfranco Fini. Pronto a tutto? Ma certo: due o tre mesi prima di decretare, dall’alto della sua nota cultura storiografica, che il Fascismo era il male assoluto o giù di lì, aveva definito Mussolini il più grande statista del secolo XX, e se stesso un
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“fascista di sinistra”. on questa etichetta, il giovincello portò il Movimento Sociale ai successi del 1993 e ai trionfi edel ’94. Dopo di che prese il trionfante partito, e, caso unico nelle cronache, lo sciolse; e ciò per poter dire che i voti, ben cinque milioni di mezzo, erano democratici e liberali, quando era vero il contrario. E che i votanti erano sì leggermente ostili al comunismo, però dal primo all’ultimo vivevano nella nostalgia dei bei tempi della DC, la quale invece è notorio che ci faceva schifo. Ma basta: Fini, con la complicità di tutto il sedicente Congresso di Fiuggi, inventò una cosa che non si capì mai che fosse, AN; e la dotò di un apparato ideologico fatto di nulla, leggendosi, nelle Tesi fiuggiasche dettate da Fisichella (Carneade, chi era costui?), una sola dichiarazione chiara, quella di antifascismo. Tutto il resto, un’insalata di buoni sentimenti; e una prassi di berlusconismo acritico. Confusamente e ogni tanto, al Fini balzava in mente che si stava incartando. Per uscire dallo stallo, si inventò il peggio del peggio, fino alla coccinella, all’elefantino e simili altre bestialità. li venne poi la paura della Lega, divenuta fifa blu da quando i seguaci del dio Po, a forza di adorarlo una volta l’anno, si sono presi l’intera sua valle, la Pianura Padana, il che significa governare una delle aree più ricche e attive del mondo. In termini di voti, ne hanno tanti; ma in termini di potere reale, sono sulla Luna al confronto delle depresse zone
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geografiche e sociali in cui ancora Fini vorrebbe pescare in nome di una specie di nuova DC. cco la chiave per capire Fini. Il nostro dotto intuisce, bovinamente, che i suoi ceti di riferimento sono quelli della fu balena bianca, i garantiti, i mezzemaniche, i piccolissimo borghesi; e che questi covano una paura boia delle riforme, di
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qualsiasi riforma che turbi anche solo un pochino la loro piattissima vita... vita, diciamo così per dire. Allora che fa, Gianfranco? L’antilega sporadico e provvisorio, magari per ricordare a Berlusconi che esiste anche lui. Ma se veramente uscisse dal Pdl, chi lo seguirebbe mai? Quali camer... scusate, amici? Non ne ha più, li ha cacciati. Quali sezioni? Non ne esistono, in verità, manco per Silvio, però lui ha altri mezzi, e invece Fini ha piazzato sì qualche amicuccio a prendersi degli stipendi nelle tv, però nessuno è stato capace di un minimo di tv di destra... pare brutto, no? Perciò non c’è speranza, per Fini, di tornare indietro. Si è consegnato mani e piedi legati a Berlusconi? Ci deve restare.
Che cosa maturerà domani?
Scenderà dal predellino DI
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MoISè AStA
al presidente della Camera sarebbe stato azionato uno scossone alla “dittatura morbida” dell’on. Berlusconi, sempre più trainato da Bossi, forte della crescita leghista. Il condizionale è d’obbligo, in attesa di ciò che maturerà domani nella riunione della dirigenza PdL, chiamata a riconsiderare la problematica che agita la maggioranza e che dovrebbe, semmai, avviare un confronto aperto al suo interno. ’on. Fini, sottolineando il suo “spirito costruttivo”, è stato chiaro con i suoi fedelissimi, ritrovatisi, ieri. Ha detto che il PdL non può restare il “partito del predellino”, che il progetto politico in atto “è riuscito solo in parte” e ha insistito sulla necessità di un riequilibrio dei rapporti nella maggioranza e sulla “maggiore attenzione” per il Sud e per la coesione sociale. E’ come dire che occorre una svolta nella gestione del Paese e che tutti quanti sono stati deputati a farlo, possano (e debbano) dire le cose che pensano (senza essere tacciati di tradimento o sospettati di avanzare questioni di organigrammi), dando in concreto il contributo più efficace e spassionato al rilancio socio-economico di una realtà statuale che sembra aver smarrito il senso di solidarietà e civismo. on ci piace il “tanto peggio, tanto meglio” e saremmo lieti dinnanzi ai mutamenti di rotta voluti da Fini. Solo che, a rileggere tante pagine scritte da un Berlusconi in auge, c’è solo da essere pessimisti. Nevvero?
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“annozero” su Emergency
Il ministro voleva gettare ombre su Strada Abbiamo atteso ad inviare questa lettera dopo aver assistito giovedi scorso ad Anno Zero di Michele Santoro, durante la quale un ministro della Repubblica ha, ancora una volta, usato un linguaggio improponibile nei confronti di Gino Strada, coadiuvato in una vera e propria inaccettabile aggressione verbale, dal solito Luttwak, il quale si avventura in una inutile critica del comportamento delle ONG accreditandole di comportamenti, pareva di capire dalle sue parole, pericolosamente controproducenti: cosa che noi non condividiamo. E non si capiva perchè lo facesse, se non per supportare il pessimo comportamento del ministro della Difesa nei riguardi di Gino Strada che faticava, signore come è, e principalmente strenuo e meritevole difensore della Non Violenza, a contenere l'aria fritta di cui si ammantavano le parole sia dell'americano che del ministro stesso. Ricorreva spesso, nelle parole dei due personaggi, la parola "Terrorismo", con la quale entrambi tentavano di mettere in difficoltà sia Gino Strada, sia Conchita De Gregorio. Ora che l'operazione è finita bene, con la liberazione dei tre appartenenti ad Emergency “sequestrati” dai governativi Afghani, possiamo esprimerci liberamente sul meschino tentativo del ministro di accreditare Gino Strada quale colpevole di mettere a rischio la liberazione dei tre suoi collaboratori solo perchè difendeva le proprie opinioni e la propria versione dei fatti, poi rivelatasi esatta. Sorvolando sulla “sceneggiata” del ministro La Russa, desideriamo qui richiamare la vostra attenzione sulle parole di Luttwak riguardo al fatto che
"possono esistere guerre giuste". Non possiamo né vogliamo tacere di fronte a simile concetto, ma vogliamo sottolineare ciò che è sancito nei manuali militari di West Point e del Pentagono, che così recitano: "E' terrorismo ogni azione che terrorizza la popolazione civile". E ci sembra che non ci vogliano né sedicenti esperti militari né "teste d'uovo" per comprendere appieno questa elementare affermazione. Signor Luttwak, dia retta, se ne stia a casa sua, ché il governo italiano è sufficiente da solo per raccontare fole. Chi lo dice ad afghani e irakeni (un milione di civili sterminati) che sono “Democrazia” la disoccupazione, la corruzione, l'odio tribale, la vedovanza del 60% delle donne? Chi scrive queste note è un liberale vero, stanco di abusi e soprusi, che ha sempre sposato cause perse: anticomunista quando esisteva l'Unione Sovietica e il Pci era fortissimo in Italia, e che ora sta dalla parte di tanti giovani di sinistra e non, desiderosi di Giustizia e Pace. Corrado di Lorenzo Associazione Diritti futuri
La Protezione civile si prepara ad incorporare anche Isoradio? Isoradio è il canale radiofonico della Rai nato 21 anni fa per dare informazioni sulla viabilità. Attualmente copre meno della metà dei km delle rete autostradale, sia in concessione che in diretta gestione all'Anas; inoltre, la piattaforma tecnologica ISO, della
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LA migLiOre deL giOrnO
Marassi su “Il Mattino” quale si avvale Isoradio, sconta gli anni perché verrà superata dalla digitalizzazione terrestre in corso. Su Isoradio ha messo gli occhi la Protezione Civile, che, stando al sottosegretario Guido Bertolaso, intende utilizzarla quale canale di pubblica utilità. La Protezione Civile, infatti, ha direttamente finanziato la copertura del segnale Isoradio sulle due autostrade abruzzesi A24 e A25, in occasione del G8 che si è svolto all'Aquila nel 2009 (a proposito, quanto è costata la copertura?) Alla prova dei fatti, però, i risultati non possiamo dire che siano stati soddisfacenti, visto che numerosi cittadini sono stati intrappolati per molte ore nella neve proprio sull'A24, il 10 marzo scorso. In caso di emergenza viaria l'informazione viene curata dal centro "Viabilità Italia" del ministero dell'Interno e
attivare una analoga struttura della Protezione Civile significa duplicare i costi a carico dello Stato, cioè del cittadino contribuente, senza considerare che canali radiotelevisivi, per le informazioni emergenziali di varia natura, sono diffusissimi in tutta Italia. Insomma siamo alle solite: la Protezione Civile, che dovrebbe intervenire solo in casi di emergenza, tenta di allargare le proprie "competenze": prima ai "Grandi Eventi" (con relativi strascichi giudiziari) e ora anche ai canali radiofonici. In ballo c’è la copertura dell'intera rete autostradale, con relativi costi. Già, quanto costerà al contribuente l'operazione? Si farà un bando europeo o ci sarà l'affidamento diretto considerando il provvedimento "urgente e indifferibile"? Primo mastrantoni segretario Aduc
Interventi e lettere per questa pagina vanno indirizzati a tribuna@altroquotidiano.it
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Lombardia
Bossi jr ai mondiali non tiferà per l’Italia Ogni volta che intervengono è subito polemica. Ad aprire bocca sia il padre o il figlio, l’esito non cambia. Renzo Bossi, figlio del leader leghista, ha annunciato che ai prossimi mondiali di calcio in Sudafrica non farà il tifo per gli azzurri. Forte delle 13mila preferenze avute nel Bresciano, il giovane consigliere regionale ha dichiarato a ‘Vanity Fair’: “Bisogna intendersi su che cosa significa essere italiano. Il tricolore, per me – ha detto – identifica un sentimento di cinquant’anni fa”. Conosce l’Italia meridionale? “Mai sceso a Sud di Roma”. Renzo Bossi, 22 anni, è il primogenito di Manuela Marrone e Umberto Bossi. Dopo le tante polemiche sulla sua candidatura, dalle ultime elezioni regionali Renzo è uscito come vincitore morale: ha preso 13 mila preferenze nella provincia di Brescia diventando il più giovane consigliere regionale mai eletto in Lombardia. “In questi anni – prosegue il giovane politico – sono stati costruiti miti negativi sul mio conto: è passato il messaggio, falso, che fossi un ignorante pluri bocciato con 12 mila euro al mese di stipendio”. Non è vero, chiede l’intervistatore, che è un pluri bocciato? “Mi hanno bocciato due volte. La prima avevo 15 anni, ed era il periodo della malattia di mio padre. Ero confuso, stordito. La seconda è stata alla maturità nel 2008. Il mio esame era viziato: la prova di matematica era diversa da quella degli altri. Infatti ho fatto ricorso al Tar e l’ho vinto. La scuola mi ha consentito di ridare l’esame orale da privatista, ma era ovvio a quel punto che volevano bocciarmi: sono andato demotivato”.
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Casal di Principe
Rischio di voto inquinato Perquisite sedi Pdl-Udeur Scambio elettorale tra politici e mafiosi. Sarebbe questo il reato ipotizzato dagli investigatori. Mentre si chiudevano le urne per il rinnovo del consiglio comunale di Casal di Principe, patria del clan dei Casalesi, i magistrati antimafia di Napoli, hanno fatto scattare le perquisizioni nelle sedi dell’Udeur di via Venticale e del Pdl al Corso. I carabinieri sono stati mandati anche nelle abitazioni di alcuni politici locali e nel palazzo del Comune, dove hanno passato al setaccio l’ufficio di uno degli assessori uscenti. Sono stati già
notificati cinque avvisi di garanzia. Gli indagati sono l’ex assessore Antonio Corvino, eletto con una lista civica di centrodestra e ricandidatosi, Demetrio Corvino, Angelo Ferraro, Roger Ferraro e Sebastiano Ferraro. Intanto le forze dell’ordine seguono lo spoglio delle schede nelle 16 sezioni della città, secondo quanto stabilito dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Si deve rinnovare il consiglio comunale: il precedente era stato sciolto, bocciato per le inadempienze nella
Palermo
gestione del ciclo dei rifiuti. Si tratta di un piccolo passo indietro rispetto al numero raggiunto per le ultime elezioni regionali. Il consiglio comunale di Casal di Principe è stato sciolto due volte negli ultimi 18 anni a causa di presunte infiltrazioni camorristiche. Ora per la poltrona di sindaco corrono in tre: Pasquale Martinelli, favorito e candidato Udeur sostenuto da parte del centrosinistra, Elio Natale del Pdl e Vincenzo Schiavone, sempre in area centrodestra. Il Partito democratico è rimasto senza simbolo.
Trento
Maxiblitz contro i lavavetri
Sindaco positivo all’alcoltest
Un blitz in piena regola nel centro di Palermo, con tanto di auto, moto ed elicottero. Obiettivo dell’operazione “decoro” non una pericolosa cosca ma un gruppo di migranti, colti in flagrante con spugne e secchi in mano, intenti a pulire i lunotti delle automobili. I lavavetri erano tutti lì, tra viale Regione Siciliana e via Perpignano, impegnati nella loro attività. L’arrivo degli agenti ha scatenato un fuggi-fuggi, con inseguimenti tra le macchine e i pedoni.
I carabinieri hanno ritirato la patente al sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, 53 anni (Pd). Venerdì sera il primo cittadino era andato in un sobborgo della città per un incontro politico seguito da una cena e sulla via del ritorno è incappato in un controllo con l'alcoltest, risultando positivo. "Ammetto di avere bevuto qualche bicchiere durante la cena, ma non ero affatto ubriaco", ha detto Andreatta dopo il ritiro del documento di guida. A raccontare la vicenda è il quotidiano "Trentino", che riferisce anche la versione del sindaco. Andreatta ricorda di aver mangiato salumi e formaggi, canederli, polenta, funghi e fagioli, e una crostata come dessert. Il primo cittadino di Trento dice anche di aver condito il menu con tre bicchieri di vino Teroldego. Alla fine della cena, ha bevuto un caffè corretto con grappa bianca. E a quanto pare, questa dose di alcolici è bastata per farlo risultare positivo al test. All'incrocio tra via Piave e Corso III novembre, proprio davanti al Palazzo del Commissariato del governo, i carabinieri lo hanno fermato. Secondo il sindaco i militari dell'Arma non l'hanno riconosciuto e gli hanno praticato l'alcoltest e ritirato la patente per avere superato i limiti di legge. Il sindaco dunque si difende dalle colonne del giornale: "Non mi è mai capitato di ubriacarmi in vita mia dato che trovo assurdo bere per poi stare male".
maddaloni (Caserta)
Sindaco di destra dopo 17 anni Vittoria del centrodestra nelle elezioni comunali di Maddaloni (Caserta), dopo 17 anni di governo di centrosinistra. Antonio Cerreto, candidato appoggiato dal Pdl e dall’Udc, ha vinto al primo turno ottenendo circa il 54,1% dei voti, come si rileva dal sito del Viminale. Carmine Addesso, sostenuto dal Pd, si è fermato attorno al 22,6%.Vincenzo Santangelo dell’Udeur ha ottenuto circa il 11,5% dei voti, Aldo Tagliafierro, appoggiato da Idv ed Api, il 7,3% e Vincenzo Bove, della lista Uniti per Maddaloni, il 4,5%.
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Pizzolungo, 25 anni dopo
Quella strage di mafia che mirava al giudice Palermo R
aitre la scorsa settimana ha rievocato il caso del giudice Carlo Palermo e la strage di Pizzolungo avvenuta 25 anni fa, che costò la vità a Barbara Asta e ai suoi due gemelli di 6 anni. “Articolo 21” apprezza la scelta e ha riproposto sul suo sito la puntata di “Brontolo” condotta da Oliviero Beha perché si è dato spazio alla memoria d'Italia, troppo spesso breve. Ormai chi si ricorda di Carlo Palermo, unico giudice sopravvissuto agli attentati di mafia? Eppure quegli anni, troppo spesso dimenticati, e le stesse inchieste di Carlo Palermo prima a Trento e poi a Trapani, hanno anche collegamenti con l'attuale storia del Paese. Nel corso della puntata, l'ex giudice Palermo ha fatto anche alcune dichiarazioni importanti, per certi versi inedite. Per questo vale la pena di scorrerne alcuni stralci, i più significativi.
Il dopo-attentato Carlo Palermo: «Sono stati gli anni più terribili della mia vita perché nell’85, qualche mese dopo l’attentato fui costretto ad abbandonare l’attività giudiziaria a seguito delle ulteriori minacce erano pervenute non solo a me ma indirizzate anche nei confronti delle mie figlie. Venne addirittura proposta nei miei confronti una sorta di mia “soppressione” formale cioè un cambiamento di identità così come avviene nei confronti dei collaboratori di giustizia. Io sarei dovuto sparire e mi sarebbe stata data un’altra identità in un altro Paese, in Canada, dove oltre ad essere sistemato sotto ogni profilo avrei però dovuto in primo luogo non esistere più come Carlo Palermo». Oliviero Beha: Sta meglio adesso di
allora, oppure sta ancora male oggi per il fatto di non aver potuto fare semplicemente il suo lavoro? Palermo: No. Non sono guarito da quel male Beha: La sua è solo una storia di mafia? Palermo: Direi che forse potrebbe essere esattamente capovolta: è anche una storia di mafia. Beha: Qualcuno fu contento del suo trasferimento a Trapani alla luce dell’attentato di dopo. Palermo: Non credo…perché sono sopravvissuto. Il fatto che io sia sopravvissuto ha costituito una variabile che ha scombinato i progetti di interessi contrapposti
Lo stop all’inchiesta Carlo Palermo: «Il 15 Dicembre del 1983 alle ore 8,30 di mattina mi trovavo nell’anticamera del Ministro degli Esteri Andreotti per un suo esame testimoniale, incontrai nell’anticamera il personale della Guardia di Finanza che, seguendo le impostazioni e i risultati della mia inchiesta, mi aveva preparato dei provvedimenti di perquisizione e di sequestro di documentazione in certe società. Io firmai questi provvedimenti che erano stati preparati dalla G.d.F., ascoltai il ministro Andreotti e all’1,30 partii per Brindisi per un convegno. Quando arrivai alle 21, alle sede di questo convegno in hotel, trovai due messaggi: uno di mio padre e uno del Presidente del Tribunale di Trento entrambi da me interpellati mi riferirono: “E’ intervenuto il Procuratore Generale della Cassazione perché avresti compiuto degli atti contro Parlamentari e quindi vi era una minaccia di mia sospensione dal servizio". Quei
oliviero Beha. A destra: l’auto della strage. Sopra: corteo in ricordo delle vittime. Il giudice Palermo è il secondo da destra con giaccone di pelle provvedimenti non sono stati mai eseguiti”».
La scelta di Trapani
sede di Trapani disponibile, perché era libero il posto a seguito dell’uccisione di Ciaccio Montalto e dell’arresto del suo collega Costa».
Carlo Palermo: «Quando nel novembre del 1984 si verificò nei miei confronti ciò che non è mai avvenuto nella storia giudiziaria - e cioè che a un magistrato vengano tolti tutti i processi che aveva in corso -, dall’oggi al domani mi ritrovai per volontà della suprema Corte di cassazione e su richiesta del Procuratore generale della Cassazione la scrivania vuota. Allora mi posi unicamente un problema: cercare una sede che mi potesse dare la possibilità di continuare a cercare la verità. Trovai la
Carlo Palermo: «Dall’epoca di tangentopoli sono stati numerosi i casi di conflittualità tra determinati magistrati e potere politico. Posso dire che ciò che è molto cambiato rispetto al passato è la contestualità dell’informazione. Vede, la scarsa e inesatta memoria sui fatti che mi riguardano e su ciò che avvenne allora, non fu casuale, perché le mie notizie, il fatto che fosse intervenuto quel giorno il presidente del Consiglio Craxi si venne a conoscere mesi dopo».
Scarsa memoria
Ricordo di Spampinato “Noi e Giovanni. Una vittima dimenticata e il dovere della memoria" è il tema dell'incontro pubblico con don Luigi Ciotti, presidente di Libera, associazione nomi e numeri contro le mafie, organizzato a Ragusa, lunedì 26 aprile presso la sala Avis alle ore 17, dall'Associazione Giovanni Spampinato e dal Coordinamento provinciale di Libera, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Ragusa Alla figura del giornalista dell'Ora ucciso a Ragusa il 27 ottobre 1972, e alla memoria che ne conserva la città iblea è dedicato anche un incontro con gli studenti che don Ciotti avrà la mattina dello stesso giorno presso il Liceo Scientifico Enrico Fermi. Interverranno il segretario dell’Associazione Stampa Siciliana, Alberto Cicero; il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, Franco Nicastro, e Alberto Spampinato, il fratello di Giovanni, il sindaco Nello Dipasquale e il presidente della Provincia Franco Antoci.
11 La grande truffa dei derivati partita dagli Usa Altro
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Minacce di una nuova crisi sistemica Il crollo delle azioni di Goldman Sachs rischia di destabilizzare pericolosamente tutte le borse DI
MARIo LEttIERI*
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PAoLo RAIMoNDI**
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uando la Security Exchange Commission, l’ente governativo di controllo dei mercati finanziari, ha contestato il reato di frode alla banca americana Goldman Sachs, non è stata una sorpresa. Al contrario. Si sapeva che presto o tardi qualche cosa di grosso sarebbe venuto a galla. I grandi finanzieri, più agguerriti che mai, da tempo erano tornati ai tavoli verdi dei giochi speculativi con i fondi dei salvataggi fatti dai governi e con i soldi presi a prestito a tasso zero.
L
a SEC ha denunciato la banca di New York di aver ingaggiato nel 2007 l’hedge fund di John Paulson, perché questo, insieme ad un altro ignaro selezionatore ACA, includesse nel paniere di un nuovo CDO (Collateralized Debt Obligation, una obbligazione speculativa), alcuni tra i titoli più a rischio del settore dei mutui subprime. Quel prodotto, chiamato Abacus 2007-AC1, fu in seguito dalla Goldman Sachs piazzato ai suoi clienti istituzionali, fondi pensioni, banche europee ed altri.
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el contempo però lo stesso hedge fund J. Paulson & Co. apriva posizioni speculative al ribasso su sul CDO Abacus, scommettendo sul crollo del settore dei mutui casa. Mentre
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le famiglie perdevano la casa e le banche coinvolte nelle speculazioni dei crediti subprime andavano a gambe all’aria, Paulson incassava miliardi di dollari di profitti. La Goldman Sachs era consapevole delle truffa, anche perché, secondo la SEC, avrebbe ripetuto questo giochetto almeno altre 25 volte.
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he la Goldman Sachs fosse una “strana bestia”, lo avevamo già indicato da tempo. Infatti, essa compare per la prima volta a fine 2008 nel listino dell’istituto governativo “Office of the Comptroller of the Currency”, che include le grandi banche americane operanti sui mercati non regolamentati dei derivati. A quella data essa vantava derivati OTC
i conti della Goldman Sachs. In basso: seduta di Borsa a Wall Street per 30.200 miliardi di dollari, e a fine marzo 2009, cioè soltanto in tre mesi, ne aveva già 10.000 miliardi in più!
negli Usa. Anche da altre banche in Europa, a cominciare dalla Deutsche Bank e dalla UBS svizzera.
O
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ggi Goldman Sachs Group ha OTC per 49.000 miliardi di dollari a fronte di un valore reale dei suoi assets di 849 miliardi di dollari, cioè un cinquantottesimo Si ricordi che, nel mezzo della crisi finanziaria più grave e devastante della storia e mentre si gettava a capofitto nella speculazione in derivati, essa otteneva oltre 10 miliardi di dollari di aiuti TARP da parte del T e s o r o . Intanto continuava a elargire bonus ai suoi manager per 4,8 miliardi.
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l crollo delle azioni della Gs sul mercato di Wall Street rischia di destabilizzare tutte le borse. La lobby delle banche è all’opera con il solito ricatto del too big to fail. Occorre, invece, fare subito luce su queste vicende, compreso il suo ruolo nel fallimento del colosso assicurativo AIG, che fu salvato con 180 miliardi di soldi pubblici, se davvero si vuole uscire dalle paludi delle crisi finanziaria ed economica globale. La truffa della Gs è solo la punta dell’iceberg. I CDO sintetici e ad alto rischio sono stati manovrati anche dalla JP Morgan, dalla Citi Group e dalla Merrill Lynch
governi di Londra e di Berlino sono scesi in campo chiedendo, giustamente, informazioni alla SEC per valutare eventuali operazioni truffaldine della Gs anche nei loro paesi e nell’intera area dell’euro. Del resto il suo coinvolgimento nelle operazioni della Grecia di falsificazione dei bilanci, ne è la prova. Naturalmente la Goldman Sachs non è l’unico lupo famelico! Almeno due grandi banche europee, la ABN Ambro olandese, adesso parte della Royal Bank of Scotland, e la tedesca IKB, entrambe “golose” di CDO ad alto rischio, avevano enormi quantità di Abacus, perdendo oltre 1 miliardo di dollari per tali obbligazioni. Per la loro situazione di crisi complessiva, il governo tedesco e quello inglese hanno poi dovuto versare 83 miliardi di dollari di aiuti per salvarle dalla bancarotta.
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l presidente Obama nel suo ultimo discorso settimanale, riferendosi alla truffa della Gs, ha spinto a varare immediatamente la riforma finanziaria “per evitare gli eccessi compiuti con i derivati. Altrimenti si rischia di essere travolti da una nuova crisi”. Non c’è più tempo da perdere. Servono le nuove regole e bisogna realizzare la Nuova Bretton Woods di cui tanto si è parlato.
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Sottosegreatario all’Economia nel governo Prodi * Economista
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L’ALtrO cAnALe
Fabrizio Frizzi il solito noto DI
MARIA FRANCESCA RotoNDARo
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PiCCOlO SChermO
quotidiano
on so a voi, ma a me è capitato molte volte - in treno o al ristorante - di fantasticare sull'identità del mio vicino di posto. Un gioco semplice che Fabrizio Frizzi conduce tutte le sere su Rai1. "Soliti ignoti: identità nascoste" è una trasmissione che piace, lo dimostrano i dati d'ascolto. E il gradimento è dovuto di certo anche all'aspetto bonario del suo conduttore che mette a proprio agio il concorrente con battute spi-
ritose e mai volgari, con incoraggiamenti e piccoli suggerimenti. Ma il programma piace immagino - anche perchè chi sta davanti al televisore, seduto a tavola all'ora di cena, può divertirsi a partecipare senza troppo sforzo. Per vincere basta un po' di fortuna, ma al contrario del gioco dei pacchi, non è l'unico fattore che determina la vittoria. Quello che serve è anche l'intuito da investigatore. Detto questo, un altro aspetto del programma colpisce: lo spettatore televisivo ha memoria corta. Spesso nella trasmissione ricompaiono
vallette del passato, ex Miss Italia, cantanti di Sanremo che sistematicamente non vengono riconosciuti, anche perchè, scomparsi dalla tv, sono ripiombati nell'anonimato. Marco Armani, cinque volte al Festival, è stato scambiato per un ingegnere; Tiziana Rivale, che il festival lo vinse, per una sessuologa. Questo fa capire quanto effimera sia la popolarità. Perchè prima o poi soubrette, cantanti e ballerini figli dei talent show probabilmente torneranno a essere i "soliti ignoti".
ZApping per Oggi Sport
Fiction
Ragazzi
90° minuto semifinali
La seconda serie
orco manno e la crisi d’identità
Raidue - ore 22,45. Paola Ferrari ci dà appuntamento con i suoi ospiti nello studio di “90° minuto Champions” al termine della semifinale d’andata disputata tra Bayern Monaco e Lione. Aspettando le partite di ritorno che si giocheranno la settimana prossima, si commenteranno gli incontri.
Raiuno - ore 21,10. La prima serata è all’insegna del ritorno con la seconda serie di “Donna Detective”. Lucrezia Dante della Rovere che vestirà i panni di Lisa sarà impegnata in due episodi: “Festa di laurea” e “La bambina scomparsa”. Nel primo caso, Lisa si dovrà occupare dello strangolamento di una ragazza alla sua festa di laurea. Nella seconda avventura un caso di rapimento di una bambina di colore impegnerà la protagonista.
Raitre - ore 15,40. Orco Manno è convinto di non essere più un orco perchè non mangia le persone. Entra in crisi e vuole mangiare Balia Bea ma Milo intervverrà.
Cartoni
Varietà
Film
La prova della settimana
Le iene all’assalto
“Roma città aperta”
K2 - ore 19,50. All’isola cartoun i sette concorrenti si stanno preparando per la prova della settimana. Dovranno catturare vivo un animale selvaggio. Tra le tante specie innoque, ad Heather capita un orso gigantesco. La prova dovrà essere portata al termine con qualche idea.
Italia 1 - ore 21,00. “Le iene Show”, il programma condotto congiuntamente da Illary Blasi, L u c a Bizzarri e P a o l o Kessisoglu racconterà fatti e misfatti d’Italia. Immancabile sarà l’inviato Andrea Agresti.
Raisat Cinema - ore 22,40. Un film che ha fatto la storia del cinema italiano fa rivivere la Roma del 1943-1944. Racconta l’occupazione della Capitale da parte dei Nazifascisti e la vita della gente attraverso la figura della popolana, del sacerdote e dell’ingegnere comunista. Muoino tutti e tre. Il primo sotto il fuoco di mitra, il secondo sotto tortura mentre il terzo verrà fucilato.
Rubrica a cura di LUCA FoRtUNAto
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AuditeL montalbano è sempre il più visto La rete ammiraglia della Rai non sbaglia mai a riproporre anche le repliche de “Il commissario montalbano”. E’ stato il più visto della serata con 5 milioni 412 mila telespettatori ed uno share del 19,82%. Poche mila persone hanno decretato la vittoria di Raiuno sul programma di Canale 5. “Italia’s talent” giunto ormai alla seconda puntata ha raggiunto un buon indice di gradimento. hanno seguito la trasmissione in 5 milioni 382 mila con picchi che hanno raggiunto anche gli 8 milioni. Il reality condotto da Simona Ventura, “L’isola dei famosi 7”, è riuscito a realizzare un buon numero di spettatori che complessivamente erano oltre 4 milioni. nel preserale ha sempre grande successo “I soliti ignoti”.
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Perbenismo di facciata
un road movie musicale
Mine vaganti
Basilicata coast to coast
Regia: Ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini
Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
La genialità di Polanski
Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno
Max Gazzè, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Rocco Papaleo (che è anche il regista del film) e Giovcanna Mezzogiorno in una scena di “Basilicata coast to coast”
Il ladro di fulmini Percy Jackson e gli dei dell’olimpo Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situa-
zioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
L’uomo nell’ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L’Italia cialtrona che si redime La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri
Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del
potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Rubrica a cura di LUCIANA VECCHIoLI
Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Scorsese con il fiato sospeso Shutter Island Regia: Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow
Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isolafortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
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Irriverente autoironia
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un omaggio a new York
Simon Konianski
Remember me
Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck
Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de Ravin
Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche al suo secondo lungometraggio. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
Generazioni in conflitto Genitori e figli Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature
Il fotogramma che campeggia sulla locandina di “Simon Konianski”
da bambina a donna d’affari
Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il
suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica monarca "capocciona" Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Il “riscatto” del maestro
I cattivi in Iraq un mago sono gli usa della truffa
Alice in Wonderland Regia: Tim Burton con Johnny Depp, Mia Wasikowska, Anne Hathaway.
Il concerto
Green zone
Colpo di fulmine
Regia: Mihaileanu con Aleksei Guskov, MiouMiou "Il concerto" è quello per orchestra e violino di Cajkovskij. Bello e commovente il nuovo film del regista di "Train de vie". La storia di Andrei Filipov, celebre direttore russo d'orchestra licenziato in tronco ai tempi di Breznev per non aver cacciato i suoi musicisti ebrei. Trent'anni dopo, caduto in disgrazia, l'uomo lavora ancora al Bolshoi ma come custode. Grazie ad uno stratagemma riunisce la sua vecchia orchestra per tornare a suonare nel Teatro di Chatelet a Parigi. Parte alla ricerca spasmodica degli artisti che nello sfacelo dell'Unione Sovietica tutto fanno meno che suonare. Riuscirà a mettere insieme un consistente gruppo di varie etnie, dalla ebraica alla rom, nel tentativo di riscattare una "dignità umana calpestata".
Regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear
Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor
Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto.
Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di ciò che è narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza fatta di truffe ed imbrogli. In prigione trova l'amore della sua vita.
grande SChermO
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mercoledì 21 aprile 2010
15
Il cinema nel cinema
Pezzo di storia senza retorica
Happy family
Invictus
Regia: Gabriele Salvatores con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello
Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
Regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt Damon
Dario Castiglio (figlio di Peppino Di Capri) e Martina Codecasa sul gozzo dell’innamoramento nel film di D’Alatri, “Sul mare”
Il gozzo galeotto Sul mare Regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, Martina Codecasa
D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenen-
te al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.
Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
dalla parte del detenuto
Gianburrasca d’oltralpe
Il profeta
Il piccolo Nicolas e i suoi genitori
Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup
Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un anti-eroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Regia: Laurent Tirard con François-Xavier Demaison, Daniel Prévost
tahar Rahim, protagonista del film di Audiard “Il profeta” capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un E’ complicato film che molto probabilmente con Regia: Nancy Meyers con altri interpreti avrebbe creato Meryl Streep, Alec Baldwin, qualche imbarazzo. La storia del Steve Martin triangolo over 50 tra una donna, il E' sempre un piacere ritrovare la suo ex marito ed un ipotetico pregrande Meryl Streep, anche se in tendente stenta a decollare. E poi, questo caso è protagonista di una va bene dare un'immagine di commedia non proprio originalis- donna realizzata, ma perché la sima e forse troppo hollywoodiana scelta di stamparle sul viso, dalper un talento del suo livello. l'inizio alla fine, quell'insistente Tuttavia, tanto di cappello ad una sorriso a volte davvero fuori attrice che a sessant'anni è ancora luogo?
Triangolo hollywoodiano
Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e Jean-Jacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
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anteprima cinema
Tragicomici preparativi di nozze
“Matrimoni e altri disastri”con Fabio Volo, Margherita Buy, la Littizzetto e la Inaudi: una sofisticata commedia di Nina Di Majo DI
LUCIANA VECCHIoLI
L'ex Iena Fabio Volo con all'attivo oltre 4 milioni di libri venduti, una delle nostre migliori attrici, Margherita Buy, finalmente in un ruolo più leggero e sentimentale ma inevitabilmente nevrotico, la comica più divertente della tv Luciana Littizzetto e la giovane promessa del cinema italiano Francesca Inaudi. La regista e soggettista Nina Di Majo mette in campo quattro assi per il suo "Matrimoni e altri disastri", nelle sale da venerdì, un film che si sofferma ancora sulla famiglia borghese e perbenista e sulle difficoltà di portare avanti relazioni sentimentali equilibrate.
La Buy e la Littizzetto «E' una commedia, sofisticata ma semplice, che racconta i nostri giorni con ironia, levità, poesia ed anche un po' di felino sarcasmo - spiega la Di Majo che qui si cimenta, dopo pellicole drammatiche, in una commedia - Il racconto di un tragicomico mese di preparazione di un matrimonio, il racconto di un mondo di donne e uomini che si cercano senza capirsi. Allo stesso tempo una critica affettuosa ad una certa borghesia ricca,
Due scene del film con Fabio Volo, Margherita Buy e la Inaudi. In alto la regista Nina Di Majo
auto-referenziale e classista». Le nozze in questione sono quelle tra Alessandro (Volo) e Beatrice (Inaudi), ma spetterà alla sorella Nanà (Buy) il compito di organizzarle. Proprio lei, quarantenne nevrotica e single che vive a Firenze, gestrice di una libreria con l'amica Benedetta (Littizzetto), anche lei sola e con un figlio adolescente indolente e problematico. Nanà vive con un gatto ed un sedicente regista svedese che si è piazzato a casa sua, tutto il giorno appiccicato alla tv per vedere le trasmissioni della De Filippi. Accompagnare il cognato, ignorante, rozzo ed in odor di
Lega, a scegliere bomboniere ed a stilare liste di nozze non è proprio la sua massima ambizione. Reduce da un matrimonio sbagliato (l'ex marito si è fatto prete!) e da relazioni disastrate, ha rinunciato in qualche modo a vivere.
donna indipendente «E' un personaggio complesso - dice la Buy che conferma la presenza in un piccolo ruolo nel prossimo film di Nanni Moretti "Habemus Papam" - Una donna indipendente, autonoma anche faticosa con la sua solitudine. Viene da una famiglia borghese, però decide di fare
tutto un altro percorso non lavorando nell'importante azienda vinicola dei genitori. Anche se ama la famiglia ne prende le distanze». Nel ruolo della madre, figura ingombrante dalla bellezza inarrivabile, l'ex modella anni '60 Marisa Berenson. Nel film succede di tutto. Sessantenni con trentenni, quarantenni con venticinquenni, famiglia inaspettatamente animata da un triangolo con tanto di insospettabile zio, amori apparenti, falsi cinici, intellettuali progressisti che fanno la figura di biechi conservatori. In realtà la storia è molto complicata, forse con troppi ed improbabili colpi di scena. «La mia Benedetta non è aggressiva come i personaggi che in genere faccio in tv - rivela la Littizzetto - Sono una single che pur di avere uno straccio d'uomo accetta anche chi ha l'alito di uno sciacallo».
Volo: “Snobbato” Fabio Volo invece sottolinea il fatto che nonostante le sue molteplici attività sia completamente snobbato dalla critica. «Sono considerato un non-attore e un non-scrittore - lamenta - Credo che se fosse vissuto in Italia Will Smith dopo il principe Bel Air non avrebbe fatto più niente, stessa sorte per Clooney dopo E.R. Ma un giorno vi convincerò. Ora sto scrivendo la sceneggiatura di uno dei miei libri, "Il giorno in più", in cui sarò anche attore e se necessario responsabile del catering! Inizieremo a girare a settembre».