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Anno II - n.121 - Mercoledì 23 giugno 2010

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Ora di punta di

stefAno CleriCi

Intercettate il Senatur

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Pomigliano. Vincono i “sì”, ma i “no” sono tanti

Referendum 62 a 36

l Senatur è davvero nel palOra Marchionne che cosa farà? Aveva detto che Non passa giorno che Inonlone. afferri la clava per pic-

chiare pesantemente la sua patria anagrafica, l'Italia, in difesa - dice lui - della sua vera patria, la "virtuale" Padania. L'occasione dei Mondiali di calcio - viste anche le tutt'altro che esaltanti prestazioni degli azzurri erano un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Così, dopo aver apprezzato la radiocronaca della sua emittente con tifo sfegatato per i nostri avversari, ora che siamo arrivati all'incontro decisivo per la qualificazione, l'Umberto da Giussano l'ha sparata grossa: «La partita con la Slovacchia? State certi che se la comprano». Delle due l'una: o ha perso il senso della misura (e del ridicolo), come gli capita spesso, oppure lui sa qualcosa che noi non sappiamo. a, in questo secondo caso, per non correre il rischio di complicità in un eventuale reato, avrebbe il dovere di riferire ciò che sa all'autorità giudiziaria. E i giudici avrebbero il dovere di indagare. E per farlo potrebbero magari mettere sotto controllo telefoni e telefonini dell'intera delegazione azzurra in Sudafrica, da Lippi al magazziniere e al cuoco. E questo per Bossi, impegnato com'è a dare una mano a Berlusconi nel picconare l'uso delle intercettazioni, significherebbe un palese conflitto di interessi. ome uscirne? Una soluzione c'è. Maggioranza e opposizioni si mettano immediatamente d'accordo per approvare una legge-bavaglio contro tutti i politici in vena di "pirlate".

M

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alla Fiat non basta la vittoria: occorre il plebiscito

l termine dello scrutinio dei 4.642 voti espressi al referendum di ieri allo stabilimento di Pomigliano D'Arco sull'accordo tra Fiat e sindacati (Fiom esclusa), i sì hanno ottenuto 2.888 voti, pari al 62,2%, mentre i no sono stati 1.673, pari al 36%, cioè molto di più di quanto rappresenti la Fiom (21% ). Il ministro Sacconi esulta: «E’un voto paragonabile al referendum sulla scala mobile che consolidò l'accordo di San Valentino», ma Marchionne (foto) aveva posto la condizione che i “no” fossero una esigua minoranza perché la Fiat possa confermare l’investimento per il trasferimento a Pomigliano della produzione della Panda. Che cosa farà ora la Fiat? All’amministratore delegato l’ultima parola dopo che la Fiom ha ripetuto: quell’accordo che limita i diritti contrattuali non lo firmiamo, ma siamo sempre pronti a trattare.

Afghanistan

Si è dimesso il generale anti-Obama Il generale Stanley McChrystal ha rassegnato le dimissioni. Lo ha detto Joe Klein, il giornalista di Time, alla Cnn. La Cnn sta lavorando per confermare l'indiscrezione, si legge sul sito online della rete di Atlanta. Obama ha convocato il generale domani a Washington per un chiarimento dopo un devastante articolo sul magazine Rolling Stone in cui McChrystal e i suoi collaboratori si facevano beffa di molti esponenti dell'amministrazione Obama.

Levi , le foibe e la Gelmini di

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Moisè AstA

oncordiamo appieno con lo storico Lucio Villari secondo cui “né Primo Levi né le foibe sono argomenti di cui gli studenti sono, purtroppo, bene informati” e dissentiamo da quelli che, volendo individuare inesistenti meriti e distacchi politici, hanno cercato di accreditare una vacua, contorta scelta bypartisan. Ci sembra, invece, che gli esami di maturità in corso, con i quali la discutibile politica cercava un improbabile accreditamento, si sono rivelati un ennesimo flop per l’illusoria palingenesi prospettata dalla Gelmini. E’ veramente un assurdo attendersi un discorso serio, completo e pertinente sugli studi compiuti dal Levi per pervenire alla sua formazione, pure per sua confessione, “classica”, quando, in costanza di programmi non aggiornati, la preparazione dei maturandi, in genere si ferma a Pascoli, D’Annunzio, Pirandello e – solo se il docente del corso ha audacia - a qualcuno dei pur tanto significativi autori molto più vicini a noi. Altrettanto dicasi circa la dolorosa pagina sulle foibe “che a distanza di 60 anni ancora animano polemiche politiche e storiografiche”. Si vorrebbe, forse, accreditare come “misfatto comunista” quella che, invece, è stata una cieca, deprecabile controversia etnica e di confini? Quanti sono stati i comunisti italiani sepolti vivi di là dall’Istria? Bisognerebbe chiederlo alla Gelmini, se si potesse esser certi del suo disprezzo per ogni tipo di strumentalizzazione.


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VentiquattrOre

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InTeRCeTTAzIOnI

“Messaggio” di Berlusconi a Fini e al Colle

Ora basta, cedere altro terreno significherebbe certificare la paralisi nella maggioranza. Un dirigente del Pdl attribuisce questo ragionamento a Berlusconi per spiegare il doppio messaggio inviato a Fini (al quale il premier intima di finirla con le "inutili provocazioni quotidiane") e al Quirinale dopo l'auspicio di Napolitano che la maggioranza si concentrii unicamente sulla manovra, rinviando la discussione sulle intercettazioni.

ROMA

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ReggIO eMILIA

PARAdISI FISCALI

Si complicano i contorni della vicenda della bambina autistica che sarebbe stata allontanata da un centro commerciale di Reggio Emilia. A denunciare il fatto è stata la pedagogista, che stava imboccando la piccola di 10 anni: un vigilante - secondo la donna - avrebbe invitanto le due ad andarsene. La responsabile del punto vendita smentisce: "E' un grossolano equivoco, nessuno ha cacciato la bambina".

Nei primi cinque mesi del 2010, la Guardia di Finanza ha scoperto redditi non dichiarati per 22,2 miliardi, a cui vanno aggiunti omessi versamenti Iva per 3,1 miliardi. Sul fronte dell'evasione internazionale sono stati individuati filoni per 4,3 miliardi, posti in essere mediante trasferimenti fittizi di residenza di persone fisiche e società o tramite esportazioni di capitali in paradisi fiscali. Scovati anche 3.790 evasori totali.

Tenta di soffocare Bambina autistica Fisco,nuovo allontanata colpoaglievasori la figlioletta perché “disturbava” dallaFinanza in ospedale Una nordafricana ha tentato di soffocare la propria figlia ricoverata all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri, che al momento sono in attesa di approfondire l'accaduto in quanto l'ospedale si trova in una zona di proprietà della Santa sede e quindi in zona extraterritoriale. Grazie all'intervento dei sanitari, la bimba è in buone condizioni di salute.

La Relazione parlamentare riguarda il 2009. Meno il 25,7%

LA FOTO

Cala l’uso di droghe per la crisi

Una via per Miglio

Ma cresce lo sballo da alcol tra i giovanissimi Buone notizie per quanto riguarda i consumi di droga in Italia. Secondo quando riportato nella Relazione annuale del Parlamento, nel 2009 i consumatori di sostanze stupefacenti sono diminuiti del 25,7% rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano 3.934.450, nel 2009 2.924.500. L'inversione di tendenza grazie alle politiche sul territorio, ai drug test e anche alla ridotta la disponibilità di denaro. In aumento invece il consumo di alcol. La Relazione è stata presentata a Palazzo Chigi dal sottosegretario Carlo Giovanardi. La crisi, insieme ad altri fattori, ha permesso che

gli acquisti di droga, soprattutto per quanto riguarda i consumatori occasionali dello "sballo del sabato sera", si siano ridotti. Si tratta di un "esercito" di circa due milioni e mezzo di persone, mentre i consumatori problematici vengono stimati in circa 400 mila. “In due anni è aumentata la prevenzione sul territorio e nelle scuole, abbiamo messo in campo decine iniziative in collaborazione con gli enti locali, le campagne nazionali, l'introduzione dei drug-test e delle sanzioni: tutto ha aumentato la consapevolezza dei rischi che vengono dal consumare droghe”.

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Direttore responsabile: ennio simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

Una via di Como è stata intitolata a gianfranco Miglio, politico leghista e sostenitore del federalismo, morto nel 2001. Un riconoscimento a chi ha aperto il cammino verso questo progetto.

L’OnOmasticO

Agrippina Santa Agrippina, vergine, martire romana durante la persecuzione di Valeriano. II nome è di origine romana e veniva solitamente dato a quei bambini che, durante il parto, si presentavano con i piedi anziché con la testa.

accadde Oggi Apartheid Il 23 giugno 1994 la Repubblica Sudafricana, dopo aver abolito le leggi sull'Apartheid, viene riammessa all'Assemblea delle nazioni Unite. grosso merito va a nelson Mandela, per anni detenuto.


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VentiquattrOre

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BRASILe

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STATI UnITI

Oltre un migliaio di persone disperse per le piogge torrenziali

Times Square, confessa l’attentatore e rischia anche l’ergastolo

Oltre un migliaio di persone sono date per disperse a seguito delle piogge torrenziali che si sono abbattute sul nordest del Brasile. Lo ha annunciato il governatore dello stato di Alagoas, Teotonio Vilela Filho. Alcuni villaggi sulle rive del fiume Mundau sono stati "cancellati dalla carta" e altri sono isolati a causa della piena, hanno reso noto i pompieri. Le cifre ufficiali comunicate in precedenza dalla protezione civile parlavano di 32 morti negli stati di Alagoas e del Pernambuco, di 40mila persone rimaste senza casa e di altre 65mila che aveva- Oltre un migliaio di persone disperse in Brasile a no dovuto essere evacuate. causa delle continue piogge torrenziali.

Faisal Shazad, l'autore dell'attentato mancato a Times Square, nel centro di Manhattan, si è dichiarato colpevole di tutti i 10 capi di imputazione. Tra questi il tentativo di usare un'arma di sterminio e di attività terroristiche oltre i confini nazionali. Il 30enne, statunitense di origine pakistana, è comparso per la prima volta davanti a un magistrato per rispondere dell'autobomba che aveva tentato di azionare nella piazza simbolo di New York. Shazad, che rischia una condanna all'ergastolo, dal suo arresto avvenuto il 3 maggio sta collaborando con le autorità Usa.

TeheRAn

gIAMAICA

Preso il boss della droga Pronta nave iraniana Christopher “Dudus” Coke per portare aiuti a Gaza Il boss giamaicano della droga Christopher 'Dudus' Coke, all'origine degli scontri che il mese scorso provocarono più di 70 morti sull'isola caraibica, è stato arrestato alla periferia di Kingston. Lo ha reso noto la polizia giamaicana. Per Coke è stata chiesta l'estradizione da parte degli Stati Uniti. A Kingston, Coke controllava un quartiere chiamato 'Tivoli gardens', una delle aree più marginali della città, tutta violenza e miseria, dove è nato e cresciuto: i suoi uomini si sono 'distinti' per la fedeltà al proprio capo, tant'é che pur di bloccarne l'estradizione negli Stati Uniti, hanno per qualche giorno messo a ferro e fuoco la capitale dell'isola di Bob Marley. Lui e i suoi legali hanno sempre sostenuto che in realtà lavora per aiutare i più poveri del quartiere: Coke è infatti un narcotrafficante con un ampio sostegno popolare, così come lo era anni fa, in Colombia, Pablo Escobar. Di fatto per molti ragazzi di 'Tivoli' era una sorta di padrino, un eroe che dà cibo ai più indigenti e fa da mediatore nei conflitti locali. Di sicuro era un uomo molto potente visto tra l'altro che l'area che controllava, dove c'é anche il porto, coincide con il distretto elettorale del primo ministro Bruce Goldling. A non avere dubbi sui suoi contatti con le alte sfere del potere di Kingston è ormai da molto tempo Washington.

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opo la batosta delle quattro sconfitte e accentuata dall'eliminazione di Francesca Schiavone fresca regina di Parigi, l'Italia smuove il pallottoliere di Wimbledon. Vince Flavia Pennetta, che supera all'esordio la spagnola Anabel Medina Garrigues per 6-4 6-0. C'è il sole a Londra e molti italiani sono assiepati sulle piccole tribune del campo numero 19 per ammirare il gioco, la bellezza e la grinta di Flavia Pennetta. Quattro game

Una nave iraniana destinata a portare aiuti a Gaza, forzando il blocco israeliano, salperà domenica dal porto di Bandar Abbas, sul Golfo. Lo ha detto all'agenzia Isna Abdol Rauf Adibzadeh, direttore per gli affari internazionali della Mezzaluna rossa iraniana. Stando a quanto dichiarato non è prevista una scorta militare per la nave, che si chiama “Bambini di Gaza" e che impiegherà 14 giorni a raggiungere le acque antistanti la Striscia. “Quando si troverà là - ha sottolineato Adibzadeh - contatterà i dirigenti della Mezzaluna rossa iraniana, ai quali spetterà una decisione su come fare arrivare gli aiuti". Riguardo all'ipotesi che le forze israeliane intervengano per fermare l'unità, il funzionario dell'organizzazione iraniana ha affermato: "Abbiamo seguito speciali canali internazionali”.

ALTRO SPORT

Tennis. Wimbledon, la Pennetta vola per studiare l'iberica numero 39 del mondo contro la quale aveva perduto il 50% delle volte (3 su 6) e poi il via allo show. Con il rovescio scolla la rivale dalla linea di fondo, si procura il break del quinto gioco e poi recupera nel game successivo da 0-30. È il momento chiave; Flavia gioca

sempre meglio e la spagnola perde la fiducia necessaria per contrastarla. L'ultimo sussulto lo concede la brindisina che s'innervosisce per una chiamata dubbia del giudice di linea quando sul 52 arriva al primo set point, che sbaglia mettendo in corridoio un rovescio d'attacco in lungolinea.

Le sfuggono di mano due game ma non la partita che blinda mettendo in fila 7 giochi consecutivi per il definitivo 6-4 6-0. “Sono soddisfatta - ha dichiarato Flavia in conferenza stampa - perché era proprio l'esordio che desideravo. Mi sento bene, tutti vorrebbero essere al massimo della condizione, ma va bene così. No, il match di Francesca non l'ho visto, ero già in albergo. La sua avversaria gioca sempre bene su questi campi”.


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il FattO

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Maturità. La prova d’italiano

Levi e Foibe sconosciuti Niente Pascoli, né Obama, ignorata la crisi economica e pure tutti gli anniversari possibili. I temi proposti ai 500.694 maturandi 2010 hanno disatteso quest'anno tutti i pronostici e il tam tam telematico della vigilia. Dal cilindro di viale Trastevere sono saltati fuori, assolutamente inaspettati, Primo Levi e le Foibe. E poi - anch'essi per nulla ipotizzati - temi sul Piacere (esplorandone tutti gli ambiti, sesso incluso), sulla musica e la sua funzione nella società contemporanea, sulla ricerca della felicità, sul rapporto tra giovani e politica. E ne è spuntato fuori anche uno - ribattezzato a tempo di record 'il tema sugli Ufo' - con l'interrogativo "Siamo soli?". Il web dunque stavolta ha 'tradito' gli studenti e ha pure reagito con insolita lentezza rispetto agli anni passati. Se, infatti, alle 8.32 sul sito Studenti.it, sono apparse le prime conferme su Levi, Skuola.net, un altro portale studentesco cliccatissimo in questi giorni, ha constatato che questa prima prova della Maturità è stata caratterizzata da una penuria di fughe di notizie dall'interno delle scuole. "Se già intorno alle 9 del mattino si aveva la certezza sugli argomenti delle 7 tracce, non si poteva dire la stessa cosa - hanno notato i responsabili del sito - per i testi completi delle stesse". E persino ScuolaZoo che ieri aveva acceso le speranze di tanti disperati diplomandi diffondendo sul web tracce (con tanto di carta intestata del ministero, codice a barre e numero di protocollo) ritenute attendibilissime, ha dovuto ammettere che "il ministero ha vinto la battaglia", nessuna

La traccia sulla ricerca della felicità scelta maggiormente. A seguire il tema sulla musica. Pochi scelgono tematiche storiche di tiziAnA CAroselli (AnSA)

sopra, Primo levi. sotto, il massacro delle foibe. tematiche sconosciute ai giovanissimi

traccia è trapelata prima del tempo (ma non ha rinunciato a rilanciare: "dieci minuti dopo l'apertura delle buste già avevamo pronti gli svolgimenti e abbiamo provveduto a smistarli ai candidati"). Quanto ai ragazzi, nonostante l'effetto sorpresa, se la sono cavata limitando i danni. Primo Levi e le Foibe sono stati decisamente boicottati: 4,7% delle preferenze per il primo e appena lo 0,6%, pari a circa 3.000 studenti su

mezzo milione, per il secondo. "Due argomenti impossibili da sviluppare - hanno commentato in tanti sulle chat - in quanto mai trattati in classe". Ha decisamente trionfato, invece, il mucciniano "La ricerca della felicità" scelto da quasi 4 ragazzi su 10. Piaciuto parecchio anche il tema sulla musica che si è piazzato al secondo posto tra le preferenze (25,3%) ed è stato scelto pure dall'interista Balotelli e il saggio breve tecnico-scientifi-

co "Siamo soli" al terzo posto con il 19% (si è cimentata con gli Ufo Miss Italia 2009, Maria Perrusi). Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica che tanto é piaciuto al ministro Gelmini ("io avrei fatto quello") non ha incontrato un gran consenso (4,3%), sollevando qualche polemica per quelli che il Pd ha definito "accostamenti arditi" nei documenti proposti: Mussolini assieme a Togliatti, Moro e Giovanni Paolo II. Il bassissimo indice di gradimento tra i ragazzi del tema sulle foibe è stato compensato dall'ovazione che si è levata nelle fila del centrodestra che non ha esitato a parlare di "svolta", "fine dell'oscurantismo", "nuova era" per la decisione di viale Trastevere di inserire l'argomento nel ventaglio delle proposte. E se il sottosegretario Giovanardi ha ammesso che "quello delle foibe e dell'esodo dei Giuliano Dalmati poteva essere una buona idea, ma così allargata dal 1915 fino al Trattato di Osimo del 1975 avrebbe messo in difficoltà persino gli specialisti dell'intricata storia del nostro confine orientale", il ministro Meloni non avuto dubbi nel dichiarare che lei avrebbe scelto quello. Intanto, mentre ancora non si è spenta l'eco dei commenti sulla prima prova, i ragazzi si sono già rimessi in moto. Ancora una volta sull'infida rete, a caccia di soffiate e dritte per la seconda prova, in programma domani, diversa da indirizzo a indirizzo. E la Poliza Postale continua a vigilare.


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Diritti & DOVeri

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preVidenZa pensione

Quando si apre la finestra mobile Lavoratore dipendente di azienda privata, ad agosto 2012 maturerò 40 anni di contribuzione, ma non avrò ancora raggiunto i 60 anni di età. In virtù del recente decreto-legge, quando andrò in pensione? I. nAnnI - BOLOgnA La sua “finestra mobile” si aprirà il 1° settembre 2013.

nuove regole

Lettrice salva ma solo in parte Sono una dipendente del Ministero delle entrate e non avrei mai creduto che l’età pensionabile delle donne del pubblico impiego sarebbe stata elevata, in un colpo solo, a 65 anni. Qualcuno mi ha detto che probabilmente mi salverò e potrò pensionarmi con le vecchie norme. Vorrei da lei una conferma. Sono nata nel mese di ottobre del 1950. Potrò andare in pensione nel 2012? L. MAgI – PeSARO Per lei, che compie 61 anni nel 2011, valgono le vecchie regole. Con una sola diversità: invece di attendere l’apertura della finestra dal 1° aprile 2012, dovrà pazientare fino al successivo 1° novembre, a causa della modifica governativa delle finestre.

risponde il dottor Antonino niColo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

speciaLe manOVra

Finestra già aperta in pensione quando vuole nel mese di giugno 2009 ho maturato il diritto alla pensione di anzianità con 38 anni di contributi. ho preferito proseguire nel mio lavoro (da dipendente di un’assicurazione) e vorrei fare domanda di pensionamento a dicembre 2012. Sarò penalizzato e dovrò attendere la finestra i gennaio 2014? g. MOnACI – SIenA La sua finestra di uscita è già aperta, per cui lei non va soggetto alle nuove norme introdotte dal decreto legge di maggio. Ne deriva che potrà mettersi in pensione quando vuole, ossia dal mese successivo alla cessazione dell’attività.

d e n t e dell’Amministrazione Provinciale della nostra città. Aveva programmato di andare in pensione di vecchiaia a 63 anni, nel 2012. Temo che i recinti provvedimento del governo sovvertano completamente i suoi piani. e’ così? C. gIUFFRIdA - CATAnIA Purtroppo, è vero. Sua moglie dovrà attendere, quale pubblica dipendente, i 65 anni come conseguenza dell’innalzamento dell’età, portata anche per le donne a 65 anni a partire dal 2012. Né può aspirare alla pensione di anzianità, perché ha una contribuzione insufficiente.

innalzamento età

Anche le donne Finestra in pensione a 65 anni Dipendente Usl Mia moglie ha 59 anni di età (compiuti lo scorso presto in pensione novembre 2009) e 27 di contributi. e’ una dipen-

La disturbo in quanto vorrei acquisire un parere

dagli esperti dell’ALTRO QUOTIdIAnO a proposito della recente revisione della materia pensionistica perchè - lo confesso - c'è grandissima confusione anche tra i tanti addetti ai lavori che ho consultato. Sono dipendente USL , il 2 Agosto compirò 59 anni ed alla fine del 2010 maturerò 36 anni e 4 mesi di servizio. Posso andare in pensione usufruendo della finestra del 1° Luglio 2011? La ringrazio per un contributo conoscitivo che proprio non riesco ad avere in modo univoco. d. SeTTI - ROMA Si', lei matura il diritto alla pensione di anzianità entro l'anno 2010 e pertanto il recente decreto legge non la tocca. Confermo che la sua finestra d'uscita sarà quella del 1° luglio 2011.

Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

Finestra

Via nel 2011 nonostante manovra Mio marito è nato il 5 agosto 1951, e pertanto, a breve, compirà 59 anni. ha iniziato a lavorare a gennaio 1974 e, oggi, può vantare oltre 36 anni di contributi da dipendente. Aveva già deciso di andare in pensione con la finestra di luglio 2011, ma ora teme uno slittamento della finestra, portata dal recente decreto legge del governo. e’ così? C. V. – BeneVenTO Per suo marito non cambia nulla e potrà andare, come desidera, in pensione da luglio 2011. Infatti, avendo raggiunto i requisiti nel 2010, non sarà toccato dalla riforma che, nel caso cui è interessato, svolgerà i suoi effetti a partire dal 2011.

pensioni

Bonus per invalidi non sarà toccato ho letto più volte, su questa rubrica, che coloro che hanno un’invalidità superiore al 74%, possono usufruire, ai fini pensionistici, di un bonus di due mesi per ogni anno di contribuzione (a decorrere dal 2002). Col recente decreto, anche tale percentuale è stata portata all’85%? SAnTORO - CAMPOBASSO Tale variazione non risulta essere presente nel decreto. Comunque, il mio consiglio è di attendere la trasformazione in legge del decreto stesso, per saperne di più. In seguito, potrebbe anche essere necessario il parere del Ministero del Lavoro.


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di fronte all’ennesimo suicidio

Sul carcere silenzi che non aiutano di

La

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migLiOre deL giOrnO

VinCenzo AndrAous

Silenzi che non aiutano alcun esame di coscienza, distrazioni che non leniscono alcun dolore, guardare dove non è consentito farlo davvero, e fare chiacchiere da mercato sulla morte e l’abbandono di ogni pietà. Descrivere il carcere approfittandone con riflessioni di taglio storico, nonostante i tanti articoli, libri, dossier, mentre un altro detenuto si è lasciato morire, un numero tra i tanti, ha deciso di mollare gli ormeggi da una condanna ulteriore e non scritta oltre quella erogata dal giudice in nome del popolo italiano. Un ragazzo ha deciso di ammazzarsi per stanchezza e per follia, per l’insopportabile sofferenza a scegliere di sopravvivere. Quando un essere umano è posto nelle condizioni non solo della privazione della libertà personale, ma anche di quell’altra meno onorevole e legale, dove neppure più esiste la convergenza di altre scelte per un possibile cambiamento, una reale emancipazione, ebbene quella persona non ha alcuna possibilità di avvicinarsi ad una dimensione di riparazione, di speranza, di perdono. Un talk-show persistente, uno spettacolo che a seconda delle priorità del mercato, non certo dell’etica e della morale sbandierate malamente, stabilisce i criteri con cui si deve accelerare o rallentare per modificare i meccanismi di degrado umano e civile del nostro paese. All’impiccato di turno, al gasato di ieri, al dissanguato di domani, c’è necessità di approfondire equità sociale e salvaguardia della collettività, per non continuare a sdoganare atteggiamenti e comportamenti che debordano, gestualità che tagliano fino alle ossa. Quando c’è di mezzo una cella,

una galera, la richiesta di una pena da scontare con dignità e progettualità, diventa tutto così banale, scontato, che è meglio non parlarne, anzi parliamone pure, ma per non fare nulla o quasi: persino la fatica che deve accompagnare il pensare e conseguentemente il fare, perde contatto con la sostanza delle cose. La giustizia è maltrattata, è mantenuta a debita distanza in un perimetro sempre più out rispetto a quei percorsi veramente condivisi, quasi che il carcere fosse diventato un luogo defenestrato da cittadinanza e quindi negato a essere parte attiva di qualcosa. Un altro ragazzo è morto per incuria del cuore, per ciò che gli restava e che improvvisamente non c’era più, se non l’unica scelta di farla finita. Un altro uomo al macero, un treno merci di colpe e di abbandoni, di condanna e di castigo, di impossibilità a riparare. Ho l’impressione che sul carcere si giochi una partita sporca, una specie di esperimento per verificare la capacità di sopportazione di un pezzo di società costretta a sopravvivere, a barcamenarsi in un passato che non intende farsi da parte, un presente mascherato da passato impenitente, un futuro assassinato da un passato che non ha insegnato niente. Un futuro affidato alla nostra incapacità di rivedere i nostri vissuti, a rispettare lo spirito costituzionale degli sguardi nuovi e ulteriori auspicati, nella volontà negata di una alternativa, non avendo un’alternativa, non ricercando un’alternativa alla pena, allora rimane l’incapacità a immaginare una vita nuova e diversa, più consona al vivere civile, tentativo consapevole di cambiare le sorti proprie e altrui.

Giannelli sul “Corriere della sera”

Se legalizzassimo la prostituzione... di

donAtellA Peretti

SEnATRICE RADICAlE DEl

Sono sempre stata dell'idea che sia necessario intervenire a livello normativo per un pieno riconoscimento dell’attività di prestazione di servizi sessuali e remunerati tra persone maggiorenni consenzienti. Più volte ho proposto al Parlamento di affrontare la questione: l'ho fatto con la presentazione di un disegno di legge ed ora con un emendamento alla manovra economica sottoscritto anche dai senatori Emma Bonino e Marco Perduca: legalizzare significa anche e soprattutto regolarizzare in termini economici l'attività di meretricio, che potrà essere svolta in forma autonoma, dipendente o associata. Con un semplice calcolo approssimativo, su 70mila prostitute presenti nel nostro Paese (50% straniere, 20% minorenni) per 9 milioni di clienti, costo medio per prestazione di 30 euro - con ampia approssimazione per difetto -, con un giro d'affari di 90 milioni al mese, oltre un miliardo l'anno. Naturalmente se leviamo a que-

PD

sto miliardo le minorenni e le straniere irregolari si arriverebbe alla cifra di 300 milioni di euro annui per un totale di aliquota al 26% di 80 milioni di euro annui. Cifra che spero il Parlamento non sottovaluti anche perchè -ripeto- si tratta di stime assolutamente al ribasso. Inoltre, da un tale provvedimento sarebbe notevole anche il risparmio in termini di risorsa lavoro da parte di forze di polizia e magistratura, che non dovrebbero più impegnarsi nel contrasto ad una prostituzione legalizzata e sottoposta a regime fiscale, e potrebbero concentrarsi con più efficacia nel contrasto dello sfruttamento della prostituzione anche minorile, ed altre tipologie di crimine. E non ci si scandalizzi sul fatto che l'attivita' possa essere tassata visto che gia' oggi accertamenti fiscali e redditometri nei fatti lo fanno. Se fosse legalizzata ci sarebbero non solo doveri come quello di pagare le tasse ma anche diritti: assistenza sanitaria, previdenziale, eccetera.


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argOmenti

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martedì 22 giugno 2010

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A Rosarno 30 anni lo uccise la mafia, oggi lo uccide di nuovo l’indifferenza ualche mese fa a Rosarno Q scoppiò la rivolta dei neri, ebbi modo di scrivere nei giorni

seguenti che quei migranti africani, sfruttati e maltrattati come schiavi, con la loro rivolta, avevano dimostrato di avere molto più coraggio e dignità di tanti rosarnesi. Quella rabbia esplose, non solo contro coloro che li sfruttavano, contro l’indifferenza ostile di quella comunità ma anche contro i padroni mafiosi di Rosarno e di gran parte della Calabria, assaltarono le loro ville, bruciarono le loro auto, picchiarono i loro rampolli. Certo, la violenza è sempre sbagliata. Vedere, però, quei migranti disperati che assestarono senza timore qualche calcio nel sedere ai Pesce, ai Bellocco e ai tanti rappresentanti di quelle famiglia mafiose, dopo che i loro rampolli avevano giocato al tiro a segno su sulla loro pelle, mi procurò un piacere indicibile e, nello stesso tempo, evidenziò la rassegnazione e l’ignavia di gran parte del popolo rosarnese che non ebbe mai la forza di rivoltarsi, invece, contro questi criminali neanche quando costoro, si macchiarono dei crimini più efferati. uel mio pensiero che fu contestato da diversi rosarnesi, è stato confermato qualche giorno fa. Ricorre, infatti, in questi giorni il 30° anniversario dell’efferato delitto di Peppe Valarioti, giovane e colto segretario del PCI di Rosarno. Beppe fu ucciso all’uscita di un ristorante dove aveva festeggiato la vittoria elettorale del PCI in quel comune, spirò li, tra le braccia dei compagni di tante battaglie. Ad oggi, dopo tanti anni, nessuna corte di giustizia è riuscito a dare un nome certo ai suoi assassini. L’altro giorno era prevista a Rosarno l’inaugurazione di una lapide in suo ricordo e in occasione dell’iniziativa la presentazione di un libro. C’erano gli accompagnatori dei relatori, qualche giornalista, le forze dell’ordine, per il resto la sala del liceo è rimasta vuota. Rosarno non c’era. E’ notte a Rosarno, è buio pesto. Un buio che ha invaso le coscienze. Una comunità che non sente vivo il dolore, anche dopo 30 anni, per l’uccisione di

Q

Quel vuoto intorno al sacrificio di Peppe Valarioti di

PAsquAle MottA

Peppe Valarioti, giovane comunista, ucciso dalla mafia uno dei suoi figli migliori, è una dell’anima in un popolo che società che non raggiungerà dividendosi in due ali mute, l’orizzonte della felicità di cui ritte ed immobili come se sopra parlava Répaci, forse a quel- gli fossero scoppiati mille full’orizzonte di felicità non hanno mini diceva: “Passa lui, passa il nemmeno diritto gli apparte- padrone”; e gli si curvava d’innanzi come avesse voluto dirgli: nenti di quella comunità. ov’era la Rosarno che nei “Signore, fateci l’onore di darne giorni successivi alla rivolta un calcio al deretano!”. Questo de migranti africani si mobilitò scriveva Vincenzo Padula, un per dimostrare all’Italia e al altro grande calabrese e lo scrimondo che Rosarno non era veva all’inizio del 1864, ma a razzista? Dove sono finite quel- quanto pare, dopo quasi due le associazioni, le scolaresche secoli, il problema del calabreche sfilavano davanti alle tele- se, del rosarnese è sempre lo camere di tutto il mondo, per stesso, parare il culo un volta al farci vedere una Rosarno diver- padrone, un volta al boss di sa? Dove sono gli intellettuali, i turno e ai suoi discendenti. redo che non bastano più professionisti, la borghesia solo i magistrati, le forze buona? Ahinoi, quella Rosarno non esiste, o forse è esistita un dell’ordine, le associazioni per tempo e, ora, non esiste più. estirpare e sconfiggere la Forse quella Rosarno è morta, ‘ndrangheta. Tutte cose certasi è spenta per sempre nella mente utili ma, che, paradospozza di sangue di Beppe salmente, vedono la maggioValarioti. La coscienza civile di ranza dei calabresi spettatori Rosarno e di gran parte dei cen- indifferenti. C’è bisogno di aziotri reggini infestati dalle fami- ni eclatanti, non dico di rivolte glie mafiose si è intorpidita, è come quelle dei migranti africastata presa dalla “sonnolenza” ni ma di azioni che incidono in cui cadde il “Padreterno”, di sulla stessa antropologia dei calabresi. Dopo la strage di cui parlava Rapaci. uante volte percorrendo i Duinsburg affidai alla rete una vari paesi di questa nota, dove in sostanza polemizCalabria, che ci è tanto cara, zavo con monsignor Bregantini non ci siamo vergognati di esse- e il suo attivismo intriso di perre calabresi! Quante volte non dono e di appelli alla conversioabbiamo dubitato dell’esistenza ne. In quella nota sostenevo

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che, a San Luca, certamente c’erano persone per bene, credevo e credo però che, su quattromila anime presenti c’era una buona fetta di famiglie criminali e, l'altra fetta, seppur per bene, comunque era a conoscenza delle attività di queste famiglie e taceva, per legami di parentela, per amicizia, per quieto vivere. Non solo, con quelle famiglie continuavano ad avere rapporti normali, come per esempio la visita a Natale, partecipare ai matrimoni, ai battesimi, ai funerali. Dunque, al di là delle dichiarazioni roboanti, sostenevo allora per San Luca, ma vale per Rosarno e tante altre realtà calabresi, che una chiesa che vuole lanciare un forte richiamo di conversione, deve compiere atti simbolici forti. Per esempio, allora proponevo che si chiudesse la Chiesa. Ribadisco oggi, si neghino i Sacramenti agli appartenenti alle famiglie criminali, niente battesimi, niente matrimoni religiosi, niente Cresime e via dicendo. Finiamola con una Chiesa implacabile con i separati, i divorziati, i gay ecc. e assolutamente disponibile verso feroci criminali. ’ necessaria una profonda rivoluzione culturale e antropologica, di cui la chiesa e con essa i rappresentanti dei simboli delle tradizioni locali, per come antropologicamente si sono sedimentatati nella società calabrese e meridionale, possono essere. devono essere agenti fondamentali. Nessuno dimentichi che, nel 1799, i sanfedisti guidati dal cardinale Ruffo di San Lucido, erano prevalentemente calabresi e combatterono eroicamente i francesi respingendoli fino a cacciarli. Non lo fecero per il Borbone ma semplicemente per timore che i francesi distruggessero le loro parrocchie, stravolgessero i loro usi e le loro tradizioni. Combatterono per la loro identità, per la loro dignità e vinsero. Paradossalmente oggi, i calabresi, dopo 200 anni, devono ricombattere per difendere la loro identità, la loro dignità da se stessi. Dalla loro ignavia, dalle loro paure, dal loro egoismo, dal loro opportunismo. pasqualemotta@libero.it

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L’unità d’Italia, il Sud e le revisioni storiografiche

I liberali pentiti del sostegno ai Savoia non “prima”, ma subito dopo l’unificazione. E non erano di borbonici incalliti, anzi tutti gli esempi che qui addurremo sono di purissimi liberali. Appena nel 1865 veniva pubblicato in Catanzaro un poemetto, a firma di un Bruzio Ceambico, certo uno pseudo-

di ulderiCo nistiCo’ La revisione storiografica delle vicende risorgimentali pare un fatto abbastanza recente nel panorama culturale meridionale; quasi fosse una sorta di reinvenzione nostalgica della storia. E inve-

Non erano certo borbonici incalliti coloro che ammisero, dopo l’annessione del Regno delle due Sicilie al Piemonte, che le terre meridionali si trovarono vessate dal fisco ancor più che sotto i Borbone E lo scrivevano anche in versi e in dialetto...

ce troviamo non poche prove che gli stessi contemporanei della caduta del Regno e della sua forzata annessione al Piemonte si resero ben conto della situazione disastrosa in cui versavano le terre del Sud

Allor vedrai tu Napoli qual era A fronte di qualunque sia cittade, Che vantar possa mai l'Europa intera Più incivilita, e culta a nostra etade; E vedrai ancora del suo regno stesso Qual era la coltura, e il ver progresso.

Adulatori infami, ed i contrari Al buon costume, onestà, alla fede, Ed a quant'altro religion richiede.

Vedrai, oltre de' grandi monumenti, Porti, fari, opifici, ed arsenali, Vari collegi, e alberghi differenti, Quartieri, lazzaretti, ed ospedali Belle fontane, grandi piazze e strade, Che abbellan sempreppiù quelle contrade. Né mancava l'industria a quelle parti, Che più opportuna il cittadin credea, E premiate fiorian le nobili arti, Che quel governo incoraggiar solea, E le opulenze che le dié natura Le aumentava vieppiù l'agricoltura. Cosa non vi era in quella gran cittade? Che cosa non avea nel regno intero In ciascheduna delle sue contrade? Ecco, tu mi dirai, se sei sincero, Dopo vi andrai, e ci farai ritorno, Che dirlo or io sento rossore e scorno. I furti, le rapine, ed i pugnali, I briganti, gl'incendi, ed i sicari, Le morti, gli assassini, e gl'immorali

Domenico Mauro da San Demetrio Corone, deputato del 1848, partecipò ai fatti del 15 maggio e fu membro dell’effimero Governo provvisorio

cosentino. Condannato a morte nel 1854, era però da tempo in esilio in Piemonte, dove collaborò ai fogli La voce della libertà, La scintilla e Il diritto.

nimo, dall’eloquente titolo “Il disinganno”: un liberale deluso immagina, in versi approssimativi ma sinceri, che l’Italia stessa si rivolta a Vittorio Emanuele rimproverandolo e pregandolo. Possiamo qui solo riportare alcune sestine, ma basteranno:

Questo mancava a quella beata terra Madre di tanti, e tanti sommi ingegni A cui la gelosia fe' sempre guerra, Che ella destava ne' più grandi regni; Giacché natura l'arricchì cotanto, Che ceder deve a lei di ogni altra il vanto. Nè vide mai Partenope sinora I figli suoi di tanto incarco oppressi Con dazi, e imposti inusitati ancora, Nè sì pesante giogo venne ad essi Imposto mai da qualsisia reame, Che non mai n'ebbe al par di questo infame. Né sì lacere mai, né sì meschine Si videro colà gir l'arti belle, Né sì abbiette giammai fur le dottrine; Ov'ebber sede ognor l'alme sorelle Pur nell'avversa, e più crudel fortuna, In tale stato non sen vide alcuna. Né la miseria mai, né la mestizia Ella vide sinora andar sì smorte, Che oscurate non mai fur la letizia, E la sua gioja in qual si voglia sorte; Che la giovialità di quelle rive Esser ognor le fa liete, e giulive...

Scrisse nel ‘51 i saggi Vittorio Emmanuele e Mazzini e nel ‘54 Degli avvenimenti politici d'Italia. Discorso storico critico. Di idee repubblicane e piut-

tosto socialisteggianti, sbarcò in Sicilia con Garibaldi nel ’60. Un patriota con tutte le carte in regola per aver diritto a fregiarsi dell’onore di martire del


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bieco Borbone e di pietosissimo amatore della Patria: e, ad onor del vero, nemmeno uno di quelli che si scoprirono sabaudi dopo il 1860, no, uno “antemarcia”, di tempi non sospetti. Ma ecco cosa scriveva quest’angelo vendicatore della libertà, e non un secolo dopo la conquista piemontese, no, appena nel 1867: “Così ci governa chi venne tra noi col nome di padre? Le nostre donne non hanno più

orecchini e anelli, perché una mano, che mai non si chiude, li ha tutti raccolti. I nostri figli coltivano i nostri poderi per un padrone che non conoscono, poiché tutti i nostri frutti sono degli uomini che vennero a salvarci, e su i tetti e nelle nostre porte si asside la miseria con le vesti lacere e sozze. [...] a che mandare in esilio i nostri re, se dovevano visitare le nostre soglie uomini che si levarono quello che i re ci avevano

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lasciato?”. Per capire la natura eversiva e di rapina delle cosiddette riforme costituzionali e della libertà piemontese, questo intellettuale ebbe bisogno di venire rapinato personalmente, non ci arrivò prima con un poco di comprendonio. Intellettuali e liberali: Dio ce ne liberi! *** Antonio Martino da Galatro, sacerdote, fu quarantottesco e nel ’50 venne incarcerato, riu-

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scendo ad evadere; riacciuffato l’anno dopo, evase ancora da queste prigioni che, a sentire i Gladstone e seguaci, erano sepolcri dei vivi, e invece dovevano essere una delle tante istituzioni un tantino lassiste del nostro beneamato ma pur sempre meridionalissimo Reame: o li lasciavano scappare? Morì nel 1884, con tutto il tempo per essere e dichiararsi pentito. Ecco cosa scrive in versi dialettali calabresi:

Il paternoster dei liberali calabresi sotto la pressione dei tributi del dicembre 1867 O patri nostru, ch’a Firenzi stati, lodatu sempi sia lu nomi vostru, però li mali nostri rimirati, sentiti cu pietà lu dolu nostru, ca si cu carità vui ndi sentiti certu non fati cchiù ciò chi faciti. Patri Vittoriu, re d’Italia tutta, apriti ‘ss’occhi, ‘ss’aricchi annettati: lu regnu vostru è tuttu suprasutta, e vui, patri e patruni, l’ignorati. Li sudditi su’ tutti ammiseriti: vui jiti a caccia, fumati e dormiti. Ministri, senaturi e deputati fannu camurra e sugnu ntisi uniti, prefetti, cummessari e magistrati sucandu a nui lu sangu su’ arricchiti. E vui patri Vittoriu non guardati: vui jiti a caccia, dormiti e fumati. Cummessi e cancelleri di preturi, prubbica sicurezza e abbocati e speciarmenti li ricevituri a tutti ndi spogghiaru e su’ ‘ngrassati. La protesta è, lo si vede, di varia ispirazione. Ci sono i mazziniani avversi al moderatismo sabaudo e al tradimento di Garibaldi; e i liberali per tanti anni speranzosi, anzi certi che, fatta l’unità, sarebbero entrati a gonfie vele nelle altissime sfere della borghesia soddisfatta piemontese e lombarda, di cui anzi, a furia di leggere libri forestieri, credevano già di far parte a pieno titolo per ragioni ideologiche. E invece fecero la fine degli eroi dei Mille, licenziati in tronco e mandati a mendicare un sussidio regio o a morire in Cina come Nino Bixio, alla stregua di perturbatori delle pubblica quiete. Se proprietari, i patrioti dovettero rassegnarsi a pagare ai liberatori tasse infini-

E vui patri Vittoriu li viditi: vui jiti a caccia fumati e dormiti. Sindaci, segretari e salariati e cunsigghieri tutti e assessuri su’ latri cittadini patentati: su’ idi li judei, nui lu Signuri ! E vui patri Vittoriu li viditi, e jiti a caccia fumati e dormiti. A l’esatturi, poi, lupi affamati, uh, lampu mu li mina e mu li cogghj, li roli ‘mu li strazza a mudicati, ca quantu furti, frodi, quantu ‘mbrogghi ! E vui patri Vittoriu vi scialati e jiti a caccia, dormiti e fumati. L’aggenti di li tassi su’ ‘na piaga cancarenusa supa a lu vidicu, sempi la pinna loru scrivi «paga», e di li murti loru nenti dicu... E vui patri Vittoriu non spijati... Dormistivu? Mò jiti e cacciati!

tamente più dure che non pagassero agli oppressori delle Due Sicilie; e se no, morirono poveri e disperati. I loro nipoti sono gli impiegatucci di qualche Comunità Montana inutile e assistenzialistica, ed hanno votato DC per mezzo secolo, oggi metà vota PDS e metà AN, sempre con lo stesso scopo: un posto fisso sottopagato e una falsa invalidità civile. Giuseppe Martino, studioso della cultura albanese di Calabria, ha scoperto la figura di Vincenzo Stratigò da Lungro, anch’egli blandamente perseguitato dai Borbone, garibaldino, poi oppositore da sinistra all’Italia liberale. Gli ha dedicato un testo: Eterne sono le idee, in proprio, € 5.

E di li sù notara chi cuntamu ? La pinna loru è lanza di langinu, uh, povaredi nui si stipulamu: notara oji dinota «latru finu», tariffa loru è sulu lu capricciu. Patri, pacenzia, ca mò vi la spicciu. Posati ‘ssu dubotti e rifrettiti, iettati chissu sicarru e sputati, guardati chisti piaghi ca ciangiti. E canusciti tutti l’impiegati. Certu, si vui guardati, aviti a diri: mannaia lu fumari e lu dormiri ! E vi accorgiti ca regnati in guerra, odiatu di lu cielo e di la terra. A fargli eco, il poeta scalpellino mastro Bruno Pelaggi di Serra S. Bruno: Basta, Simu italiani Gridammi lu sessanta... Mo’ senti comu canta La cicala... E cu’ poti, sinda scappa A Nova Iorca

*** “...mi duole il constatare per troppe vie officiali o quasi officiali che la sospirata unificazione d'Italia, ahi, troppo più formale che sostanziale, non ha recato alcun profitto nei rami più importanti della convivenza Calabrese; e in molti anzi imprimeva un regresso: come certo nell'agricoltura, nella emigrazione, nella criminalità, nella proprietà, nell'economia, nella morbidità, nella nuzialità, nei morti precoci, nelle scuole; mentre i vantaggi più apparenti che reali, più di vernice che di sostanza, perché o precoci, o inadatti, o insufficienti come le ferrovie, le scuole, i giornali e le rappresentanze politiche divennero nuove fonti di disagio e di

criminalità, accumulando a danno degli umili ed a profitto di troppo pochi gli inconvenienti della civiltà insieme a quelli della barbarie”. Nemmeno queste parole sono state scritte da un brigante della Sila combattente per Francesco II, o da un superstite reazionario del 1815. L’autore – chi lo sospetterebbe mai? – è un mostro sacro dei più mostri sacri della cultura risorgimentale, e noto per le sue scarse simpatie, persino biologiche e razziali, nei confronti dei Meridionali in genere. Le leggiamo in Cesare Lombroso in Calabria, edizione originale 1898, ripubblicato nel 2009 dalla Rubbettino, a cura di Luigi Guarnieri, p. 133, € 7,90. Una testimonianza attendibile, mi pare.


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Diritti & DOVeri L’aLtrO

L’ iniZiatiVa

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sOciaLe

A CurA di Domani, giovedì, si terrà a Roma, presso la Sala Pace di Palazzo Valentini, dalle 9,30 alle 13,00, un interessante convegno dal titolo “Colpire non è virile”. L’Associazione promotrice è l’attiva e nota Onlus “Donna e politiche familiari”, rappresentata da un’equipe di psicoterapeute che attraverso questo progetto vogliono scommettere su un cambiamento socio-culturale generato da una messa in gioco degli uomini con comportamenti violenti. L’obiettivo specifico, infatti, è quello di individuare, tra gli uomini che hanno agito violenza sulle loro compagne, quelli disposti a rileggere il proprio comportamento in chiave nuova e consapevole ed a modificare il modo di pensare, di sentire e di relazionarsi alle donne. L’interessante novità dell’iniziativa è proprio questo passaggio di prospettiva dalla vittima all’aggressore, attraverso un questionario esplorativo ad hoc. La fase 1 prevede un contatto diretto in situazioni di emergenza, nelle quali l’uomo maltrattante consapevole riesce a rilevare la propria sofferenza ed a chiedere un supporto, grazie ad una linea telefonica dedicata (388.07.60.690), attiva il lunedì dalle 10,00 alle

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fidAlMA filiPPelli

Una iniziativa rivolta agli uomini

“Colpire non è virile” progetto per creare consapevolezza

13,00, il mercoledì ed il venerdì dalle 16,00 alle 19,00. La fase 2 contempla un’ opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della violenza su donne e bambini. La fase 3 è proiettata verso l’individuazione, su rete territoriale, di un gruppo pilota di uomini disposto a compiere un percorso finalizzato all’acquisizione di competenze utili per aiutare altri uomini a cambiare. Interverranno al convegno A. De Marco, Dipartimento Pari Opportunità Presidenza del Consiglio, C. Cecchini, Assessore Politiche Sociali Provincia di Roma, L.Menunni, Consigliera Comune di Roma, G.Pungitore, Assessore Politiche Sociali Roma VII, C. Gambino, Vicepresidente Ass. Donna e politiche familiari, S.Stefanile,Dipartimento Psicologia Università La Sapienza, G.S.Manzi, Tenente Colonnello Arma dei Carabinieri, M.G.Passuello,Presidente Solidea, S.Ciccone, Presidente Associazione Maschile Plurale, L.Barone, Responsabile Centro Maree, G.Dell’Uomo, Direttore Sanitario I Distretto Asl RMA, P.Auriemma, Responsabile Tutela Maternità ASL RMB. Modera T.Dattilo, Presidente Ass.Donna e Politiche familiari. f. f.

Promoso a Cosenza da Fondazioni bancarie e Volontariat0

Sportello per donne con disagio mentale Parte nella città di Cosenza il Progetto DI.DO.NE., finalizzato al miglioramento della qualità della vita di donne affette da disagio mentale e da disagio pschico conseguente a violenze subite. Nasce nella città di Cosenza uno sportello dedicato alle donne affette da disagio mentale e da disagio psichico conseguente ad episodi di violenza subita. Obiettivo: acquisizione di autonomia e di capacità relazionali per persone che vivono in un costante

stato di emarginazione a causa dell’insufficienza di strutture adeguate alla loro condizione. E che si spera possano diventare, nell’arco di un biennio, educatrici alla pari per altre donne che vivono la medesima condizione. Laddove il volontariato e le

reti familiari non ce la fanno a coprire bisogni più evoluti rispetto alla mera sopravvivenza materiale, il Progetto DI.DO.NE. -Disabili, Donne, Nuove Energie nella metafora del crocevia, realizzato con i fondi del protocollo d’intesa tra Fondazioni Bancarie e

Volontariato, punta proprio al miglioramento della qualità della vita di queste donne. Il Progetto prevede la realizzazione di uno sportello gestito da operatori formati alla tutela dei diritti e all’attivazione dell’ advocacy. La sede centrale sarà situata presso l’Assessorato al Welfare di via Piave ed avrà vari punti di contatto presso le circoscrizioni comunali. Sono inoltre previsti totem comunicativi sparsi per la città ed un open space dedicato a laboratori musico-teatrali, focus group ed help-self.


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Anteprime Cinema “Brotherhood”

Una storia vera l’amore gay tra 2 naziskin nelle foto due scene dal film di nicola donato

Il film del regista italo-danese Nicolo Donato, presentato ieri sera all’Auditorium di Roma, sarà nelle sale a partire dal 2 luglio di

luCiAnA VeCChioli

Due piccole esse tatuate sul collo, crani rasati, una grande acquila uncinata sulla schiena, sul tavolino il Mein Kampf di Hitler e ripiegate, pronte all'uso, le bandiere del Terzo Reich. E ancora, raid punitivi al centro rifugiati o presso le comunità pachistane. Parole come "sporco frocio" e similari, ripetute ossessivamente. Il mondo è quello dei gruppuscoli naziskin della Danimarca e proprio qui sboccia l'amore (omo) tra due militanti. Arriva nelle sale dal 2 luglio "Brotherhood" (Fratellanza), l'opera prima del regista danese Nicolo Donato, 36enne di esplicite origini italiane, alla direzione di video musicali, spot pubblicitari e corti, allievo di Lars Von Trier e vincitore del Marc'Aurelio d'Oro all'ultimo Festival del Cinema di Roma. "Non è un film sui gay o sui nazi, semplicemente un film d'amore" tiene a precisare il regista, che ieri sera ha preso parte all'anteprima organizzata presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma, Sala

Petrassi, dove ha risposto alle domande del critico Alessandro De Luca. Inspiegabilmente vietata ai minori di 18 anni (onestamente non ci sono scene di sesso esplicito così forti da giustificare un tale taglio da parte della censura), la pellicola è un viaggio nella realtà dei gruppi neonazi, con la clamorosa variante omosessuale, una passione vissuta come tradimento dagli altri componenti dell'organizzazione che puniranno duramente la coppia, picchiata selvaggiamente. "Volevo fare un film su una storia d'amore e l'ho inserito

in questo contesto per mostrare come l'amore è più forte di tutto e che non ci si può opporre ai sentimenti, perché esigono sempre rispetto, prima o poi emergeranno". Protagonista è una giovane

promessa dell'esercito danese, Lars, che coinvolto in un caso di molestie sessuali (da lui però negate), è costretto a dimettersi dall'esercito. Deluso ed arrabbiato ritorna in famiglia, senza sapere bene cosa farà nella vita. Lo aspetta una madre eccessivamente decisionista ed un padre assente che lo costringeranno a frequentare un gruppo di naziskin che invece hanno modo di apprezzarlo per le sue doti intellettuali. Ma la nuova "famiglia" si rivelerà una trappola mortale non appena Lars inizierà la relazione sentimentale con un

camerata. Girato con rigore, attraverso una ricostruzione quasi maniacale dei luoghi e di quel piccolo universo che il regista ha rivelato di aver a lungo studiato anche attraverso la testimonianza diretta di un ex militante, il film tratta un tema di grande attualità. Soprattutto rispetto al preoccupante e crescente fenomeno di intolleranza e violenza nei confronti degli omosessuali che la cronaca sta registrando negli ultimi tempi a Roma ed in altre città italiane. "Non è ispirato ad una storia vera, ma sono rimasto molto colpito anni fa - ha detto Donato - da un documentario su questo tema. Un leader della comunità nazi era morto di Aids e si è scoperto che di giorno faceva politica e di sera cercava uomini ad Amburgo". Donato ha anche annunciato il suo prossimo progetto, "August", ancora una storia d'amore questa volta di un uomo che, dopo aver perso la figlia di cancro ed aver vissuto una grande depressione, si innamora di nuovo.


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L’amore di un poeta

Anti-reportage sul terremoto

Bright star

draquila

Regia: Jane Campion con Abbie Cronish, Ben Whishaw

Regia: Sabina Guzzanti. Interpretato da Sabina Guzzanti

L'amore del celebre poeta inglese John Keats (morto a Roma di tubercolosi a soli 25 anni) per la giovane sartina e ricamatrice Fanny Brawne ha ispirato alcune delle più belle ed intense lettere d'amore mai scritte. Questo è il racconto della loro struggente relazione, osteggiata da tutti con tanto di inevitabile finale drammatico. Il titolo (tradotto: fulgida stella) è il nome di un poema d'amore che Keats scrisse all'interno della sua copia delle opere di Shakespeare. Colpiscono la bellezza, il dolore e l'innocenza della travagliata storia. Tuttavia, questa volta, alla regista e sceneggiatrice non riesce il miracolo del precedente "Lezioni di piano". Il film appare senza anima, non riesce a trasmettere, nonostante l'argomento, commozione ed emozioni.

La genialità di Polanski

Abbie Cronish e Ben Whishaw in “Bright star”

Catastrofismo che cattura the road Regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, Robert Duvall, Charlize Theron

E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto

l’uomo nell’ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L’Argentina dei tempi bui il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil

Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politi-

porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé. co. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso conquistato ha l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere. nello foto: Ricardo darin

rubrica a cura di luCiAnA VeCChioli

Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

Un road movie musicale Basilicata coast to coast Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno

Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.


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La novità è lady Marion

I trentenni e il consumismo

robin hood

la nostra vita

Regia: Ridley Scott con Russell Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow.

Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreava-

elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “la nostra vita” no. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con arma-

tura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Regia: Daniele luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

Action fantasy accattivante

grande cast piccola storia

Prince of Persia le sabbie del tempo

A-team

Regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina

Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misterio-

una parte del cast di A-team

sa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di stuntman. allenatissimi

Insomma, un bel fumettone. le ottime Sempre Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Regia: Joe Carnahan con liam neeson, Bradley Cooper, Jessica Biel La stagione langue ed all'orizzonte non si vedono grandi capolavori ma quasi esclusivamente filmetti estivi e leggeri (a parte gli inevitabili horror) e questo appartiene sicuramente alla categoria. Se vi piacciono scontri armati, morti, avventura, effetti speciali e quant'altro allora fa per voi. La serie cult della tv anni '80 ritorna, si attualizza con quel tanto di ironia che non guasta mai, ed ambienta le sue storie in Iraq. Un intreccio tra crimine e servizi segreti dove spesso l'Fbi non ne esce sempre a testa alta. Anzi. A parte una trama che più scontata di così si muore, l'unica cosa degna di nota è un cast di attori che riesce a rendere il tutto assai meno noioso.


granDe SChermO

Altro

l’

quotidiano

Storia d’amore in tempi di crisi

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Alba rohrwacher e Pierfrances co favino in una scena di “Cosa voglio di più”

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston

Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

mercoledì 23 giugno 2010

Ipazia contro l’oscurantismo Agorà Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella

Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fondamentalismi. Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione

riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato..

rachel Weisz nei panni di ipazia nel film “Agorà”

Il “riscatto” del maestro

Il dramma palestinese

il concerto

il tempo che ci rimane

Regia: Mihaileanu con Aleksei Guskov, MiouMiou "Il concerto" è quello per orchestra e violino di Cajkovskij. Bello e commovente il nuovo film del regista di "Train de vie". La storia di Andrei Filipov, celebre direttore russo d'orchestra licenziato in tronco ai tempi di Breznev per non aver cacciato i suoi musicisti ebrei. Trent'anni dopo, caduto in disgrazia, l'uomo lavora ancora al Bolshoi ma come custode. Grazie ad uno stratagemma riunisce la sua vecchia orchestra per tornare a suonare nel Teatro di Chatelet a Parigi. Parte alla ricerca spasmodica degli artisti che nello sfacelo dell'Unione Sovietica tutto fanno meno che suonare. Riuscirà a mettere insieme un consistente gruppo di varie etnie, dalla ebraica alla rom, nel tentativo di riscattare una "dignità umana calpestata".

Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali

Romanticismo del cinema il padre dei miei figli Regia: Mia Hansen-love con Chiara Caselli, louis-Do de lencquesaing

Omaggio, intenso e commovente, al coraggio e all'amore per la settima arte da parte di un produttore cinematografico, che ha voluto ignorare (restandone schiacciato) le ferree leggi del mercato. La biografia di Humbert Balsan (nel film si

chiama diversamente), uomo colto e sensibile che nella vita decise di realizzare solo pellicole culturalmente valide e magari scomode, senza badare all'aspetto commerciale. La sua compagnia, l'indipendente Moon Film, gode di grande prestigio ma i troppi debiti ed i troppi rischi la spingono perso la bancarotta. Sopraffatto dagli eventi si uccide, a cinquant'anni, lasciando la scomoda eredità nelle mani della moglie, interpretata qui da una bravissima Chiara Caselli, e delle tre figlie.

Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.


Altro

l’

L’aLtrO canaLe

Come si finisce nel limbo serale della tv di

mercoledì 23 giugno 2010

PiCCOlO SChermO

quotidiano

MAriA frAnCesCA rotondAro

Nel palinsesto quotidiano c'è un momento in cui i telespettatori restano sospesi in una specie di limbo televisivo. Tra la fine dei telegiornali delle 20.30 e l'inizio della prima serata - alle 21/21.10 - può accadere che colui che si trova davanti al televisore inizi a schiacciare a caso i tasti del suo telecomando in attesa di trovare collocazione sul canale prescelto per il

dopocena. In questa mezz'ora le anime dei teledipendenti, che non si sono liberate dal peccato originale (ovvero lo spegnimento dell'apparecchio televisivo), possono imbattersi: nella 3.051ª puntata di "Un posto al sole" (nella foto Patrizio Rispo). Della soap made in Naples non è necessario, infatti, essere degli aficionados. Se cioè vi riaffacciate sul terzo canale della Rai dopo quattro anni di assenza vi accorgerete che - a parte qualche ruga in più sul volto dei protagonisti - nulla è cambiato: stesso palazzo, stesse facce, stesso mare e pummarola 'ncoppa all'ombra del Vesuvio. Dall'altra parte le cose non vanno meglio. Potete, infatti, scegliere se giocare insieme all'occhialuto Papi come se

foste a "Las Vegas" oppure con le Velone di Iachetti. Se siete gerontofili, quindi, il cinque è il vostro canale. Ma installarsi tra la Rai e Mediaset non è obbligatorio anche se ai possessori di Sky non va certo meglio visto che comunque i film iniziati alle 19 finiscono alle 21, orario in cui comincia una nuova visione. In questi trenta minuti allora potrete misurare la velocità del vostro dito zapping. Gustarvi anche un po' di pubblicità, ma anche andare in bagno e addirittura cenare. Perchè proprio in questo purgatorio televisivo non dovrete fare altro che aspettare e sperare di essere salvati dalla misericordia e dalla luce del dio teleschermo.

prima serata / 23 giugnO Raiuno – Calcio Mondiali Ghana – Germania Raidue - nora Roberts – due vite in gioco Film drammatico, di P. Markle, con E. De Ravin, I. Sergei Raitre – Colazione da Tiffany Film commedia, di B. Edwards, con A. Hepburn, G. Peppard Canale 5 – Flicka Uno spirito libero Film d’avventura, di M. Mayer, con A. Lohman Italia 1 – Moonwalker – Camminando sulla luna Film musicale, di C. Chilvers, con M. Jackson Rete 4 – Top Secret Documentario. Quarta punta-

auditeL Le grandi cantanti battute da Spagna-Honduras

nicole Kidman in una scena di “the others” (su rai4) ta. I segreti di Fatima. La7 – Rosso d’autunno Film Thriller, di B. Beresford, con R. Dreyfuss, L. Tyler Raiquattro – The Others

Film thriller, di A. Amenabar, con N. Kidman Iris – Prison Break Serie tv. Un caso di coscienza, La prova

La teLenOtiZia La Spaak: la tv non mi vuole più, non faccio programmi volgari «La tv italiana non mi vuole più per i modi e per l'eta'». Così Catherine Spaak a margine della conferenza stampa del film 'Alice'. La pellicola, di Oreste Crisostomi, sarà nelle sale dal 25. «Non vogliono piùprogrammi come Harem. Vogliono pro-

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grammi diversi da quelli che voglio fare io - dice l'attrice - e così hanno bocciato tutte le varie proposte che ho fatto nel corso degli anni». Sky avrebbe fatto la stessa cosa: «Vanno di moda programmi piu' volgari di cui non sono capace».

spagna – honduras, non di certo il match più accattivante di questi mondiali, ha comunque vinto la serata televisiva, grazie a 7.428.000 spettatori, con uno share pari al 28,44%. Gli irriducibili del Mondiale colpiscono ancora e a soffrirne è Canale 5, il cui speciale “Amiche per l’Abruzzo” di Matrix, con le migliori cantanti italiane, si è dovuto accontentare di 2.634.000 spettatori, pari a uno share del 14,07%. su italia 1, il film Mr. deeds, con Adam sandler e Winona ryder, perde la sfida delle commedie, battuto dal film di raidue, ice Princess – un sogno sul ghiaccio che ottiene un ottimo risultato, totalizzando ben 3.110.000 spettatori, con uno share pari al 11,94%. italia 1 racimola comunque 2.643.000 telespettatori (share 10,55%).


Altro

l’

mOnDiali

quotidiano

Di

CalCiO

mercoledì 23 giugno 2010

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Gli allibratori pagano finora molto meno di quanto hanno incassato

Il banco vince alla lotteria delle delusioni Francesi a casa, Sudafricani esclusi, Germania e Inghilterra che tentennano, Spagna e Italia che arrancano. E le quotazioni saltano... di

GiusePPe MAriCondA

Sud Africa: il banco vince. Non c’è stato nemmeno l’annunciato pareggio tra Uruguay e Messico (pagato a meno di ¾) e gli allibratori finora hanno restituito meno del 65 per cento delle giocate rispetto alla media consueta che sfiora o supera di poco l’80 per cento. E in più sono state incamerate le scommesse sulla quasi certa qualificazione dei vice campioni del mondo. Invece l’”Allez les bleus” è diventato “Adieu les blues”. La Francia è già nell’area del check-in dell’aeroporto. Ritorna a Parigi subito dopo Anelka (rimpatriato in anticipo per una parolaccia contro il mister), con un carico di polemiche e fratture all’interno del gruppo. Ma è già pronto Laurent Blanc, un passato nel Napoli e poi sulla panchina del Bordeaux. Archiviata, finalmente, l’era dell’antipatico Raymond Domenech, 58 anni, astrologo dilettante, che sceglieva i calciatori a seconda del segno zodiacale e che non ha mai saputo perdere arrivando anche ad accusare gli avversari

(italiani, in quel caso) di aver comprato gli arbitri. Ora tra i giornalisti sportivi francesi, e forse tra i francesi tutti, è rimasta a difenderlo solo Estelle Denis, cronista sportiva, ma soprattutto sua compagna e madre dei suoi due figli.

Alla ricerca dell’uomo-squadra I francesi erano vice campioni del mondo. Avevano perso ricordate? - ai rigori con l’Italia a Berlino. Non era una squadra assai diversa da quella eliminata ora, ma aveva in più Zinedine Zidane. A parte la testata a Materazzi, nella finale che gli costò l’espulsione, la sua presenza in campo dimostrava che un uomo può fare la squadra. E infatti…Ahi noi, questo paragone ci porta alla attuale condizione dei campioni del mondo, ovvero all’Italia di Lippi. Noi, è vero, non abbiamo nessuna manina maliziosa da farci perdonare (vedi quella di Henry nella decisiva gara con l’Irlanda di Trapattoni), ma anche a noi ora manca un

raymond domenech, il ct francese duramente contestato dalla stampa d’oltralpe e dagli stessi giocatori “uomo-squadra”. Ci aggrappiamo adesso forse a Pirlo. E che il cielo ce la mandi buona. Anche nell’Italia ci sono – si racconta - se non fratture con il commissario tecnico almeno contestazioni all’interno della squadra e forse anche tra i dirigenti partecipanti alla spedizione… Tocca al campo diradare nuvole e dubbi. D’altra parte anche tra gli avversari, quella Slovacchia al debutto nel mondiale, non tutto sembra filare liscio. Sarà il freddo del Sud Africa che porta il gelo nei rapporti. Chissà, certo anche altre formazioni hanno attraversato ed attraversano momenti delicati, vedi Germania, Inghilterra, Spagna e fino ad ieri anche il Portogallo. Immuni sembrano le favorite per il successo finale: l’Argentina di Maradona, ma soprattutto di Leo Messi, l’Olanda di Robben (ancora infortunato, ma sempre in panchina) ed il Brasile di Dunga, anche se ci sono vivaci contestazioni sulle sue scelte. Ma se lasci a casa Ronaldino e

Pato hai sempre a disposizione Kakà, il “fabuloso” Fabiano e Robinho, gente che, come si dice, è abituata a dare del tu al pallone.

I grandi che hanno deluso Se noi lasciamo in vacanza Totti, Cassano e Del Piero a chi ci affidiamo? A Mannini, Montolivo e Marchisio…Mah! Ora, dando per scontato che tutte queste squadre andranno agli ottavi, bisognerà vedere nei prossimi giorni come se la caveranno tra campo e polemiche oltre all’Italia le altre grandi formazioni che finora hanno sfiorato la delusione, vale a dire Spagna, Inghilterra e Germania. E ad un bivio anche gli allibratori: pensate a quante scommesse sono state piazzate, non solo sulla loro qualificazione, ma sulla vittoria dei rispettivi gironi. Quote che sembravano scontate e popolari, ma che rischiano ancora di arricchire il banco. Anche nel pallone a vincere, pure in Sud Africa, è sempre il banco.


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