Anno II - n.143 - Sabato 24 luglio 2010
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Ora di punta DI
NuccIO FAVA
Gli italiani e il governo hiuso nella sua bolla di C egocentrismo senza limiti il Cavaliere smarrisce ogni
rapporto con la realtà o, meglio, tende a sostituirla con una visione del tutto interessata e di comodo. Difficoltà e problemi spariscono fino al punto di dichiarare che gli italiani sono contenti del governo e della manovra Tremonti , addossando in sostanza ogni responsabilità ai giornali della sinistra , alle furibonde campagne mediatiche che tendono a seminare zizzania anche all’interno del popolo della libertà. Niente di più falso secondo il Cavaliere che cerca di rassicurare –prima di tutto sè stesso – sulla compattezza del partito e della maggioranza . Si passa così disinvoltamente dal “ ghe pensi mi “all’annuncio plateale che il grande Capo salterà addirittura le vacanze, e resterà nel gran caldo romano a vigilare senza sosta e mettere in riga le diverse anime del partito che evidentemente ha bisogno di intense cure . Non ci sono più parole per definire lo stato di agitazione che passa , come si diceva, dal “ ghe pensi mi” alle scompostedenunce contro manovre e complotti , a discutibili commenti addirittura sul fascino di Rosy Bindi. A fronte di tanto guazzabuglio , l’ultima indagine Censis riporta, se ce ne fosse stato bisogno ,alla dura realtà della situazione, confermando il grave e generalizzato calo dei consumi delle famiglie , che colpisce più drammaticamente il sud del paese. Evidentemente , a differenza di quanto sostenuto da Berlusconi e Tremonti secondo cui gli italiani condividerebbero la politica economica del governo, la realtà vera del paese dice esattamente il contrario : manifesta preoccupazione ed insicurezza.
quotidiano EDIZIONE ESITIVA
Napolitano contro cricche, corruzione, P3, e ritardi governativi
I colpi del Quirinale E invita Berlusconi a nominare il ministro per lo Sviluppo in sostituzione di Scajola di fronte alla minaccia della Fiat di andare in Serbia In occasione della consueta conegna del ventaglio da parte della stampa parlamentare il presidente Napolitano ha sferrato, con il solito tono pacato ma fermo, alcuni colpi molto duri. In sintesi ha invitato la magistratura a perseguire la corruzione e le cricche come la P3 che minano le istituzioni, ha invitato a dare i giusti tempi alla politica non attardandosi su leggi come quella sulle intercettazioni ma dando precedenza alla drammaticità della crisi che, se rallenta, lascia sul terreno posti di lavoro e disoccupazione giovanile, e alle urgenze di situazioni come quella della Fiat, che richiedono pronte risposte, perciò ha invitato il presidente del Consiglio a nominare il nuovo ministro dello Sviluppo economico, rimasto ad interim nelle mani di Berlusconi dopo le clamorose dimissioni di Scajola. PAG. 2
La strage del licenziato Uccide due dirigenti e poi si toglie la vita Tragedi a in provincia di Luca originata dalla reazione alla perdita del lavioro: uccide due dirigenti dell’azienda che lo aveva likcenziato e si ammazza. PAG. 3
Traffico da bollino blu ma molti in treno Previsto traffico da bollino blu anche oggi, ma in tanti hanno scelto di muoversi in treno: oltre un milione e mezzo nei due fine settimana di luglio per un totale di 20 milioni in questa estate.
AI LETTORI
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In Italia e nel Mondo
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BerLuscoNI
TesT euroPeI
«Fiat libera Banche italiane di andare all’estero» reggono lo stress «In una libera economia e in un libero stato un gruppo industriale è libero di collocare dove è più conveniente la propria produzione». Mi «auguro però che questo non accada a scapito dell'Italia e degli addetti a cui la Fiat offre il lavoro», ha detto il premier Silvio Berlusconi rispondendo ad una domanda - nel corso della conferenza stampa con il presidente russo - parlando della decisione Fiat di spostare alcune produzioni in Serbia. «In questo periodo ho fatto qualche cambiamento importante nella struttura del ministero ma ora posso anticipare che la prossima settimana procederemo alla nomina del nuovo ministro dello Sviluppo economico», ha aggiunto il premier.
Lo sTudIo
In Lombardia si pagano più tasse Il "fisco locale" pesa ogni anno per 2.364 euro a testa sui cittadini italiani. A fare i conti in tasca ai contribuenti è uno studio dei tecnici della Camera elaborato in base ai dati forniti dalla Copaff, la Commissione paritetica per il federalismo fiscale. Lo studio fa riferimento all'anno 2008 e i dati emergono sommando i tributi prelevati da Comuni, Province e Regioni. Tra i primi (i lombardi) e gli ultimi (i campani) in classifica la differenza è di 1.041 euro: in pratica in Lombardia si paga il 63% in più della Campania. La media italiana è di 2.364 euro.
Tutte e cinque le banche italiane oggetto degli stress test europei li hanno superati. Si tratta Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi Banca. Sono sette su 91 le banche europee che non hanno superato la prova degli stress test. «Nel complesso i risultati confermano la capacità delle banche italiane di assorbire l'impatto di un significativo deterioramento delle attuali condizioni macroeconomiche e di mercato». E' quanto commenta, in una nota la Banca d'Italia a seguito degli stress test condotti e superati da tutte e 5 le banche italiane prese in esame.
La selezione naturale
Se oggi vedere una mamma che ha il primo figlio dopo i 40 anni sembra ancora strano, nel giro di qualche generazione potrebbe essere la norma. Lo affermano i ricercatori dell'università di Sheffield, secondo cui l'evoluzione 'selezionerà' le donne in grado di procreare più tardi, dando loro un vantaggio sulle altre.
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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GEcEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
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Napolitano: «P3, che squallore» «ci indigna e allarma l'emergere di fatti di corruzione e trame inquinanti da parte di squallide consorterie, ma la nostra democrazia dispone di anticorpi: la reazione morale dei cittadini, i principi costituzionali, le leggi per applicare tali principi». Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale. E a proposito dell’inchiesta P3 dice: «Per ora sicuramente vedo tanto squallore. Poi vedremo cos'altro emergerà». «Lo squallore è certo aggiunge - l'importante è che si riesca a far fare alla magistratura il proprio lavoro fino in fondo per accertare fatti e responsabilità». I magistrati, per Napolitano, devono lavorare fino in fondo «perché purtroppo, molto spesso, il riesplodere di notizie che riguardano le inchieste sulla stampa non aiuta il lavoro di questi stessi magistrati a cui si applaude». Per quanto riguarda la nomina dei membri laici del csm, Napolitano si è detto convinto che il Parlamento agirà presto.
L’OnOmasticO Cristina di Bolsena Al tempo dell’imperatore diocleziano (243-312) cristina, figlia del ‘magister militum’ di Bolsena, urbano, era stata rinchiusa dal padre insieme con altre dodici fanciulle, in una torre affinché venerasse i simulacri degli dei come se fosse una vestale. Ma l’undicenne cristina in cuor suo aveva già conosciuto ed aderito alla fede cristiana, si rifiutò di venerare le statue e dopo una visione di angeli le spezzò. Morì da martire.
accadde Oggi 1911: Machu Picchu Hiram Bingham riscopre Machu Picchu "la città perduta degli Inca"
rIVoLI
PordeNoNe
Mozzarelle blu made in Italy
Vaticano: «Preti gay escano allo scoperto»
Nuovo caso di due mozzarelle blu in un supermercato di Rivoli, stavolta però i latticini sono made in Italy. Sono ancora in corso gli esami, ma secondo il quotidiano La Stampa che ha dato notizia del sequestro, sembra probabile la presenza dello pseudomonas fluorescens, il batterio che colora di azzurro il latticino. Le due mozzarelle sarebbero della Granarolo, che però smentisce di avere mai acquistato latte dalla società tedesca Milchwerk Jager, azienda al centro delle polemiche perchè fornitrice della materia prima “contaminata” nelle precedenti partite “blu”.
''Chi conosce la Chiesa di Roma, dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano né impegnati nella pastorale, non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla 'doppia vita', che non hanno capito che cosa è il 'sacerdozio cattolico' e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto''. E' quanto scrive in una nota il Vicariato di Roma dopo l'articolo dal titolo 'Le notti brave dei preti gay' di 'Panorama' in edicola da ieri.
TeMPesTA TroPIcALe
Arriva Bonnie nel Messico Oltre duemila persone impegnate nelle operazioni di contenimento e pulizia della marea nera nel Golfo del Messico lasciano le loro postazioni su indicazione delle autorità americane a causa del prossimo arrivo della tempesta tropicale Bonnie. Verrà smantellata ed allontanata anche l'attrezzatura usata per scavare il pozzo di servizio considerata la soluzione definitiva alla perdita di greggio. Alcune delle imbarcazioni potranno restare ma - ha sottolineato Allen - preferiamo sbagliare per eccesso piuttosto che per difetto di prudenza.
AuToLAVAGGIo Per MuccHe
TorINo
stuprata al parco “Cow-wash” alle 7 del mattino spopola in GB L'ha aspettata, certo che nel parco vi fossero soltanto loro. Lui, lo stupratore, un uomo dal fisico possente e atletico. E lei, una giovane dottoressa che ogni mattina andava a fare jogging nel parco della Colletta a Torino. Probabilmente l'uomo, frequentatore abituale del luogo, ha perso la testa per lei proprio guardandola allenarsi. Un'attrazione che si è trasformata in una passione morbosa e perversa. Tanto da indurlo ad architettare uno stupro che, almeno nei suoi progetti, avrebbe dovuto essere senza testimoni. Ma non è andata come voleva. Giovedì l'uomo ha sorpreso la donna, 32 anni, poco dopo che aveva iniziato a correre dopo avere parcheggiato l'auto ai margini del parco. L'ha inseguita di corsa per un breve tratto. Quindi l'ha afferrata violentata. Una coppia di coniugi stava passeggiando tra i vialetti ed è stata attratta dalle urla. La donna si è precipitata in soccorso dell'aggredita e ha messo in fuga il violentatore, inseguito da suo marito che però non è riuscito a fermarlo.
Apre il Gran Bretagna il primo 'autolavaggio' per mucche. L'idea è venuta a una azienda svedese che ha commercializzato il ‘cow-wash’, ovvero una macchina per pulire i bovini, con spazzoloni simili a quelli con cui si lavano le auto, che sta spopolando tra gli allevatori britannici.
cose dI QuesTo MoNdo
Giallo sulla morte di un bimbo tedesco La Spagna si interroga, per ora senza elementi di risposta, su che cosa sia successo al piccolo tedesco, di cinque anni, di cui si cercava traccia da tre giorni, ritrovato morto ieri in una zona montuosa della Sierra di Cordoba, dopo che sua mamma era arrivata martedì in stato confusionale in una stazione di servizio della zona. Il piccolo cada-
vere trovato dalla Guardia Civil in un boschetto, in un'area di difficile accesso, vicino al lago di Puente Nuevo a Espiel, con accanto due zaini e una bottiglia d'acqua vuota, non presentava a un primo esame segni di violenza, secondo la polizia. Solo abrasioni. Che cosa sia successo è per ora un mistero. La Guardia Civil mantiene aperte tutte le piste,
anche in considerazione dello stato nel quale è stata trovata la madre del piccolo, sottolinea il quotidiano il Dia di Cordoba. L'identità della donna tedesca e del figlio, in vacanza in Spagna da una settimana, non è stata resa nota. Mamma e bambino erano stati visti domenica scorsa mentre pescavano nel laghetto. Martedì la donna era apparsa, sola e in stato di confusione.
Licenziato uccide ex capi e si spara un ex rappresentante, che era stato licenziato sei mesi fa, ha sparato e ucciso l'amministrazione delegato e il responsabile dell'amministrazione della ditta in cui lavorava e poi si è tolto la vita. e' successo ieri a Massarosa (Lucca). L'ex rappresentante si è presentato nel pomeriggio nella sua ex ditta, la Gifaselectric di Massarosa (Lucca), per un appuntamento con la direzione. In base a una prima ricostruzione, una volta entrato nell'ufficio dell'amministrazione, l'uomo avrebbe esploso quattro o cinque colpi di pistola, uccidendo le due vittime, e poi si sarebbe barricato nella stanza, dando fuoco a una parte dell'ufficio. operai e impiegati hanno subito dato l'allarme.
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La tribuna
L’Iva sui rifiuti
Il governo usa l’ariete Leo per tentare di farla pagare Il governo non si vuole rassegnare al fatto (sentenza Corte Costituzionale) che l'Iva sui rifiuti non debba essere pagata e quella gia' versata in passato debba essere rimborsata. E siccome non trova ragioni civili, si affida - in ambito di civilta' giuridica - a barbarie e ridicolo, anche se mediate dalla politica. L'ariete scelto e' l'on. Maurizio Leo, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria nonche' Assessore al Bilancio e allo Sviluppo economico del Comune di Roma. Con lui aveva provato ad aprile: un emendamento in commissione finanze al decreto incentivi, stabiliva che l'Iva pagata diventava una quota della tariffa di igiene ambientale e dunque non poteva esserne richiesto il rimborso. Ma la cosa rimase li'. Nel frattempo il governo, lo scorso 25 maggio, nella manovra finanziaria, ha approvato una norma in cui si afferma che la Tia e' un corrispettivo e non una tassa... ma lo prevede rispetto ad una legge non ancora in vigore, e quindi e' sempre dovuto il rimborso dell'Iva che e' stata e viene pagata per la tariffa in vigore, cosi' come stabilito dalla Corte Costituzionale. Il nostro onorevole ha annunciato la preparazione di un ordine del giorno da far votare alla Camera insieme alla manovra: “Per ragioni di coerenza normativa la natura tariffaria fissata dalla manovra va intesa anche in relazione alla vecchia tariffa dei rifiuti“... Che e' proprio quella bocciata dalla Corte Costituzionale!! Mentre alcune amministrazioni (come quella della citta' di Roma) non fanno piu' pagare l'Iva sui rifiuti, mentre le commissioni tributarie provinciali cominciano ad accogliere le richieste di rimborso Iva presentate dai contribuenti e negate dai Comuni, il governo, tramite l'on. Leo si lancia in proposte che fanno a cazzotti con il diritto e la logica. Non chiediamo decenza giuridica ai nostri massimi responsabili istituzionali, ma di non perseverare nel considerare il Parlamento un orpello di un modo di governare, piuttosto che l'organo - separato dal governo - deputato per eccellenza a renderci la vita piu' semplice, migliore e civile. Vincenzo donvito, presidente Aduc
Per trasgressioni sulle spiagge previste multe salate
E’ bene ricordare in questi giorni che sono previste multe salate per i villeggianti, da 100 a 1.000 euro, per illeciti relativi alla inosservanza dell'uso del demanio marittimo, cioe' delle spiagge. Possono venire multati coloro che portano cani, che giocano a pallone, a racchettoni o che comunque arrecano disturbo. Stessa sanzione per chi parcheggia veicoli sulla spiaggia. Inoltre entro 250 metri dalla battigia, dalle ore 9 alle 19 della stagione balneare (1 maggio - 30 settembre, orari e distanze possono variare), e' proibita qualsiasi attivita' che
possa arrecare disturbo o costituire pericolo per i bagnanti quali acquascooter, sci nautico, tavole a vela, subacquei; per l'approdo di questi mezzi devono essere predisposti appositi spazi delimitati da corde e galleggianti. La norma e' prevista da un Regio Decreto del 1942 e successive modifiche, che punisce tutti coloro che non osservano le disposizioni relative al Demanio marittimo che sono emesse, con ordinanza, dalle Capitanerie di Porto ed ora anche dai Comuni interessati. Le ordinanze sono affisse negli uffici delle Capitanerie e, in genere, agli ingressi degli stabilimenti balneari. Attenzione quindi, perche' la vacanza puo' trasformarsi in un vero e proprio salasso. Primo Mastrantoni segretario dell'Aduc
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migLiOre deL giOrnO
Vauro sul “Manifesto”
Sono favorevole alla legge del taglione Ultimo orrore in ordine di tempo, il killer di Mestre che si divertiva ad ammazzare prostitute con una balestra. Ma l’elenco delle atrocità commesse da esseri umani ai danni di altri essere umani, potrebbe continuare all’infinito. Le legislazioni dei vari paesi hanno tentato in tutti i modi di fermare quella voglia di sangue che pervade non pochi individui, ma senza risultati apprezzabili. Né la pena di morte, né l’ergastolo, hanno dato risultati concreti. All’indomani di un fatto di sangue, non è raro sentire i parenti delle vittime invocare la Legge del taglione. I moralisti rispondono che si tratta di una legge antica, inutile e sadica. La legge del taglione (o pena del taglione), spiega qualsiasi dizionario, era un principio di diritto in uso presso le popolazioni antiche consistente nella possibilità riconosciuta a una persona che avesse ricevuto un’offesa di infliggere all'offensore una pena uguale all'offesa ricevuta. Sintetizzato nella formula "occhio per occhio e dente per dente", la Legge del taglione era considerata una delle norme più brutali e sanguinose e citata come esempio di inciviltà e di vendetta. Ma siffatto concetto di giustizia, è realmente così sadico e malvagio? Affatto! In realtà, la legge del taglione, nono-
stante la sua apparenza di crudeltà, applicherebbe un principio di grande misericordia: la vendetta non deve mai eccedere l'offesa. Ed allora, onde evitare che la vendetta sia più grande dell’offesa ricevuta, e soprattutto in ossequio “riparatorio” alla vittima, non sarebbe cosa buona e giusta ripristinare una legge che ai tempi di Mosè donò giustizia e pace sociale? Con buona pace di quelle organizzazioni umanitarie che non vorrebbero che l’assassino Caino venisse “toccato”. Gianni Toffali Verona
Il bavaglio a Barbareschi Non hanno in odio solo giornalisti, autori, direttori di appartenenza culturale diversa dalla loro ma hanno in odio nella stessa forma quelle persone della destra che osano manifestare un qualsiasi pensiero critico nei confronti del Presidente editore. L'ultimo esempio è arrivato dalla clamorosa decisione di bocciare i progetti di Luca Barbareschi. Sarà stata la casualità, ma questa decisione è stata assunta proprio mentre Barbareschi formulava pesanti critiche nei confronti della Presidenza del Consiglio e delle politiche governative nel settore dei media e della cultura. Una decisione dunque che sa molto di ritorsione, di bavaglio. Giuseppe Giulietti portavoce di Articolo21
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Diritti & DOVeri preVidenZa
reversibilità
Equiparati i Conservatori Mi è stato riferito che anche i Conservatori di musica sono equiparati ai corsi universitari e, pertanto, gli iscritti hanno titolo a percepire la pensione di reversibilità, quando se ne verificano le condizioni. Vorrei cortese conferma per un mio familiare. B. N. , Ancona con la circolare n° 76 del 2008, l’INPs ha precisato che l'iscrizione ai conservatori è stata sempre considerata alla stregua dell’iscrizione ad istituti che rilasciano diplomi equiparati a quelli delle scuole medie superiori e, quindi, è stata sempre riconosciuta ai figli superstiti il diritto e/o la proroga alla pensione di reversibilità fino al compimento del 21° anno di età e non oltre. In seguito a chiarimenti del Ministero della Istruzione, si precisa che l’iscrizione ai conservatori di musica, a decorrere dal 2005, deve essere equiparata all’iscrizione ai corsi universitari ed è, quindi, da ritenersi utile ai fini del diritto della pensione ai superstiti, rimanendo fermo che la qualifica di studente universitario si perde comunque al compimento del 26° anno di età o al conseguimento della laurea non seguito dalla iscrizione ad un corso di perfezionamento ovvero ad altro corso di laurea.
malattia
Rientro anticipato? Altro certificato Un lavoratore, che si trovi in malattia, può riprendere il lavoro prima della scadenza della stessa,
Risponde il dottor ANTONINO NIcOLO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it
prepensionamento
A quali condizioni l’incentivo Sono un impiegato, nato il 14-4-1953 ed in servizio ininterrotto dal 10-8-73. Le chiedo quando si aprirà la finestra per andare in pensione. La mia azienda, per incentivare l’esodo, mi farà una proposta economica. Dovrei accettare e su che basi? E mi converrà versare i contributi fino al pensionamento? D. G. Catanzaro cercherò di rispondere ai suoi quesiti, sulla base della normativa antecedente la manovra governativa di fine maggio. Lei, alla data odierna, se smettesse di versare contributi, potrebbe andare in pensione a gennaio 2014. se vuole aderire alle proposte dell’azienda, dovrebbe chiedere: a) il pagamento dei contributi fino a dicembre 2013, raggiungendo così 40 anni di versamenti; b) il pagamento degli stipendi fino alla stessa data; c) il riconoscimento del trattamento di fine rapporto almeno fino a dicembre 2013; d) un eventuale premio, da concordare individualmente sulla base della sua posizione in azienda. a suo tempo indicata dal medico di famiglia? G. Campisi, Siracusa Il dipendente in malattia può riprendere la propria attività lavorativa, prima della data indicata sul certificato medico, soltanto esibendo un successivo certificato che attesti la sua avvenuta guarigione.
assistente p. i.
Servizio militare come computarlo Sono nato nel giugno 1953 e sono un dipendente della Pubblica Istruzione, con la qualifica di assistente. Sono stato assunto nel dicembre 1974 ed ho 14 mesi di servizio militare già accreditato. Inoltre, come orfano di guerra, mi è stato riconosciuto 1 anno di abbuono. Quando potrò andare in pensione? L. Vitale, Terni
Lei ha possibilità di andare in pensione appena raggiungerà, complessivamente, 40 anni di contributi. La sua finestra di uscita sarà quella del 1° luglio 2013. ciò a legislazione invariata, anteriore alla manovra del 25 maggio 2010, non definitiva.
Finestre
Che cosa cambia? Meglio aspettare Da un suo recente calcolo risultava che avrei maturato il diritto alla pensione ad ottobre 2010 e la mia finestra si sarebbe aperta il 1° luglio 2011 (sono dipendente regionale). Sono nato il 4 luglio 1951 e ho maturato alla data del 31 dicembre 2009, 34 anni e 11 mesi di servizio). Alla luce di quanto previsto dal decreto anticrisi del 25 maggio 2010, può dirmi cosa cambierà per me in merito a tempi, finestra di uscita e tempi per la percezione della
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Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
pensione se volessi andare in pensione? A. Antenucci, Isernia dalle prime notizie diffuse, sembrerebbe che ci sarà un inasprimento dei requisiti per coloro che vorranno chiedere la pensione di anzianità, a partire dal 2011. Probabilmente lei si salverebbe tenuto conto che matura il diritto nel 2010. Ma e' ancora troppo presto per un parere definitivo. La manovra dovrà affrontare il giudizio definitivo del Parlamento e molte cose potrebbero cambiare. Ancora un pò di pazienza.
assenze non retribuite
Contrazione della redditività Sono un lavoratore dipendente di 55 anni e un’anzianità di 34 anni (compreso riscatto laurea). Per motivi familiari ho già preso tutte le ferie di quest’anno e fra poco dovrò chiedere 2 mesi di congedo straordinario non retribuito. Queste assenze non retribuite che riflesso avranno per il calcolo della pensione? Incideranno sul diritto e sull’importo? D. Giustozzi, Macerata Nel calcolo retributivo della pensione si tiene conto dell’anzianità contributiva (anni e settimane accreditati) espressa in percentuale (2% per ogni anno fino al limite massimo dell’80% con 40 anni di contributi) e della retribuzione annua pensionabile. Nell’ipotesi descritta di due mesi di lavoro non retribuito, vi sarà una contrazione della redditività, per quell’anno, dello 0,33% circa. Vale a dire che per il calcolo si divide il 2% per i 12 mesi annui ed il quoziente si moltiplica per 2.
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CuLture & tenDenze
Sceneggiature inedite Il 31 luglio alla Maddalena la consegna
I finalisti del premio “Solinas” Sono sei i finalisti del Premio Franco Solinas 2009/2010 per la migliore sceneggiatura inedita che concorrono all’assegnazione del premio di 12.000 euro e della menzione speciale di 3.000 euro. 185 i progetti inviati in forma anonima tra i quali ha dovuto compiere la sua scelta la giuria composta da Andrea Barzini, Angelo Carbone, Francesco Cenni, Anna Cherubini, Teresa Ciabatti, Anneritta Domenico Ciccone, Distilo, Giorgio Fabbri, Galavotti, Giovanni Gosetti, Giorgio Annamaria Granatello, Filippo Gravino, Doriana Gloria Leondeff, Malatesta, Stefano Rulli, Francesca M. Solinas, Gino Ventriglia e Monica Zapelli. I quali hanno scelto: Braccia tese di Tommaso Cammarano e Roberto Scarpetti cinq, sei, sett, ott di Angelo Orlando e Valentina Russo Funambola di Vittorio Moroni storia di Francesco (Io sono Francesco) di Guendalina Zampagni e Aurelio Grimaldi, La notte oscura (Scuru) di Paolo Pintacuda Nuvoloso con Fenomeni sparsi (Un giorno credi) di Giancarlo Balmas, Loredana Conte e Alessandra Lentini. La Giuria ha inoltre deciso di segnalare Apocalissex di Massimo Cappelli, Anna Maria Morelli, Federica Pontremoli. Per festeggiare i 25 anni di attività, il Premio Solinas torna all’isola di La Maddalena, dove è nato. La proclamazione e premiazione dei vincitori sarà infatti ospitata il 31 luglio dal Festival “La valigia dell’attore” ( 28 luglio – 1 agosto) in ricordo dell’amicizia tra Franco Solinas e Gian Maria Volonté, cui il festival è dedicato. FoTo. In alto: Franco solinas. A destra: Gian Maria Volontè
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costumi in mostra a Miami
Bikini o trikini con audacia DI
MONIcA SIMEONE
Due modelli di costumi presentati al Mercedes Fashion Week Swimwear di Miami
Mentre c’è ancora chi sta cercando fra i saldi i costumi da indossare in questa torrida estate 2010, dalle passerelle di Miami ci arrivano quelli che potremo comprare ed indossare nell’estate 2011. Al Mercedes Fashion Week Swimwear, tenutosi dal 15 al 19 luglio a Miami, hanno sfilato le proposte mare per la prossima estate. E’ la Florida a tenere sulla cresta dell’onda i modelli del bikini e trikini, proponendo però una vasta gamma di varianti molto sexi dei costumi interi. Sopratutto spiccano modelli audaci, con intarsi di stringhe, tessuti
laminati, in particolare quelli del brand Beach Bunny, o coloratissimi come quelli di Ed Hardy, o ancora gli interi sofisticati e sexi di Crystal Jin, e molti altri, coordinati ad accessori particolari, tra cui occhiali spaziali e treccine indiane.
Viaggi & VaCanze
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Repubblica Ceca in formato famiglia
MARIA DE LucA
Se avete sempre pensato alla Repubblica Ceca come a una destinazione esclusivamente per appassionati di arte e storia,
coppie romantiche e amanti della buona birra è ora di ricredervi. Qui la vacanza è davvero per tutti, bambini inclusi, e chi
Nella storia con ogni mezzo Nella Repubblica Ceca c’è ancora l’opportunità di viaggi nostalgici, a bordo di mezzi storici. In Boemia meridionale, per esempio, tra i laghetti e i boschi della Vysocina viaggia ancora, su rotaie a scartamento ridotto, lo storico treno (spesso trainato da locomotive a vapore) della Local Railways (www.jhmd.cz). La linea, che si spinge per 70 km fino ai confini con l’Austria, non è solo turistica, ma garantisce servizio pendolari e trasporto legname ed effettua fermate in stazioncine d’epoca, che non di rado offrono anche alloggio. Non meno emozionante il percorso su rotaie all’interno dei cunicoli dell’antica miniera Vilem, nel museo minerario di Krasno (www.omks.cz), ricostruito in tempi recenti sul percorso in uso ai minatori.
DOVE DORMIRE Hotel Safari ZOO Dvůr Králové, a.s. Stefanikova 1029 - 544 01 Dvur Kralove Tel.: +420 499 628 255 E-mail: hotel.safari@zoodvurkralove.cz www.hotelsafari.cz camera doppia 100 € Hotel Vacek „Pod Vezi“ - Velké Náměstí 165 500 03 Hradec Kralove Tel.: +420 495 514 932 E-mail: hotel@pod-vezi.cz - www.pod-vezi.cz camera doppia 80 € Penzion Svamluv mlyn - 742 37 Spalov 122 Tel.: +420 556 731 246 E-mail: penzion@svamluvmlyn.cz www.svamluvmlyn.cz camera doppia da 40 €
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APPuNTAMENTI DI AGOSTO Dal 5 all’8 agosto Incontro folcloristico internazionale "Gorolski Święto" a Jablunkov Rassegna internazionale di gruppi folcloristici provenienti da Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Sud America. mkpzkojablunkov@seznam.cz
Prima di tutto i bambini DI ANNA
sabato 24 luglio 2010
dovesse programmare un lungo soggiorno con la famiglia non avrà certo di che pentirsi… Ecco allora una piccola panoramica delle avventure imperdibili da regalare a bambini e semprebambini durante una vacanza in Repubblica Ceca. Da dove cominciare? Dall’inizio naturalmente. Nei Dinopark (www.dinopark.cz) di Pilsen, Ostrava e Vyskov, passeggiando tra le mastodontiche e terrificanti belve preistoriche, ci si ritrova in un attimo all’alba dei tempi, quando a dominare la terra erano i dinosauri, passione di tutti i bambini. Il Medioevo si esplora invece nel castello di Hruba Skala (www.poznejstredovek.cz) dove concedersi una giornata tra cavalieri, sudditi e giocolieri immersi in atmosfere lontane e suggestive, cimentarsi nel tiro con l’arco, nell’attraversamento di ponti tibetani e nel lancio con le funi o giocare con i personaggi delle fiabe ceche nell’area attrezzata nel fossato. Gli antichi mestieri si apprendono nel laboratorio storico Botanicus (www.botanicus.cz) di Ostra, in Boemia centrale. Infine, come non chiudere con l’antica arte dell’alchimista? Tra scienza e magia, era molto richiesta alla corte di Rodolfo II che sperava, di poter “produrre” oro a volontà. Se siete curiosi, nel castello di Moravska Trebova potete visitare le Officine degli Alchimisti del Maestro Bonacino (www.zamekmoravskatrebova.c z) dove scoprire i misteri dell’alchimia in una mostra interattiva che raccoglie, attorno al forno, ampolle, provette, bilancini e ricette cifrate.
Dal 7 al 28 Il cappello di paglia (Slamak), festa della paglia a Radvanovice presso Turnov Un festival estivo che riporta in vita tutte le tradizioni dei tipici festival Cechi dedicati al rito del raccolto. Un castello di paglia, un labirinto, attrazioni di paglia, workshop creativi e molto di più. www.stastnazeme.cz Il 14 agosto Celebrazioni storiche di Zaccaria di Hradec e Caterina di Wallenstein Evento della tradizione culturale e mondana della città di Telč con tematica storica-popolare. Telč, www.telc-etc.cz www.telc.eu Dal 18 al 23 Festival folcloristico internazionale di Sumperk Alla metà del mese di agosto quasi per una settimana diventa il luogo di incontro di alcune centinaia di membri di gruppi folcloristici. Si trasforma in un grande palcoscenico sul quale si alternano musicisti, cantanti e ballerini da tutti gli angoli del nostro pianeta. www.festivalsumperk.cz 20 e 21 agosto Comemmorazioni medievali a Trebic - festa UNESCO VII anniversario della registrazione dei monumenti di Třebíč – il quartiere ebraico, il cimitero e la basilica di San Procopio – nella prestigiosa lista del patrimonio monidlale dell’Umanità UNESCO. www.mkstrebic.cz 27 e 28 agosto Festeggiamenti di Wallenstein a Cheb Quinta edizione della celebrazione storica con l’arrivo di Albrecht di Wallenstein nella città di Cheb, www.mestocheb.cz 28 e 29 agosto Hefaiston Festival internazionale dei fabbri nel castello di Helfštýn. Dimostrazioni e mostre nel cortile. Helfstyn, Lipnik nad Becvou www.prerovmuzeum.cz
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L’intervista
Chi c’è dietro il successo di Brunori DI
MARIA F. ROTONDARO
E’ sicuramente il fenomeno musicale dell’estate 2010. La Brunori Sas è, nel vero senso della parola, una premiata ditta musicale. Premiata perchè il “Brunori Sas Volume 1” si è aggiudicato come “Miglior disco d’esordio 2009” il “Premio Ciampi”, il prestigioso riconoscimento nazionale indetto nel nome dell'indimenticato musicista e poeta Piero Ciampi. Ed è più o meno da qui che inizia la scalata per il successo di questa band made in Calabria che, però, impazza nelle piazze di tutta Italia con melodie e parole che sembrano arrivare direttamente da un Lp anni Sessanta ma con una graffiante e coinvolgente (e a tratti esilarante) modernità. Nessuno prima di lui aveva “osato” cantare avventure e disavventure, emozioni, amicizia e amore, della generazione di chi ha vissuto l’infanzia negli Ottanta e l’adolescenza nei Novanta. Simbolica la strofa di “Guardia 82” (Guardia Piemontese il paese del cosentino in cui Brunori è cresciuto) che fa: «... E lei stava senza mutande e io
Tutti intervistano il leader della Brunori Sas. Questa volta a parlare è la sua compagna di vita e di palco: Simona Marrazzo
Sound check prima di un concerto. In alto Simona Marrazzo; in basso insieme a Dario Brunori
non la guardavo neanche, m’infilavo i braccioli e poi dritto nel mare, non sapevo neanche cosa fosse l’amore... ». Da quell’estate sono passati 28 anni. Dario è cresciuto. E anche la bimba senza mutande. Ironia della sorte si chiama Simona, proprio come la sua attuale compagna (stanno insieme da 12 anni). Simona
Marrazzo forma una coppia indissolubile con Dario Brunori nella vita e sul palco. Una coppia arricchita dai musicisti Mirko Onofrio (Sax, Flauto, Flauto basso), Massimo Palermo (batteria) e Dario Della Rossa (tastiere) guidati da Matteo Zanobini, label manager della Pippola Music e produttore del disco. Ma è proprio con Simona (voce, cori e percussioni) che vogliamo scoprire meglio il segreto di questo grande e repentino successo. Se è vero che dietro un grande uomo c’è una grande donna, sicuramente lei potrà aiutarci... se “Brunori” fosse la soluzione di un ipotetico cruciverba. 4 orizzontale 7 lettere. Quale sarebbe la definizione? «Il tocco di freschezza musicale che mancava...». state percorrendo l’Italia. Puntate sul live. Quali emozioni vi trasmette il pubblico? «Grande gioia. La gente si abbraccia e canta le nostre canzoni». dal live al virtuale. se non foste nati ai tempi
di facebook avreste avuto così rapidamente lo stesso successo? «La velocità è il passaparola sono merito di fb. Il successo sarebbe arrivato ma non con tanta rapidità». come nascono le canzoni di dario? «A tavola in macchina. Imbraccia la chitarra è nasce il ritornello. Spontaneamente». Siamo interrotte da Dario: «Gliel’hai detto che mi piace la parmigiana?». Ispirato dalla parmigiana o dalla cuoca simona? «No, credo abbia trovato ispirazione altrove». A questo proposito: molti dicono che Brunori ricordi rino Gaetano, altre grande cantautore calabrese? come reagisce ai paragoni? «Fanno piacere». dopo Italia Wave a Livorno, quale è il grande palco che vi piacerebbe calcare, sanremo? «E’ sempre un’ottima vetrina». e a quando Brunori sas Vol. 2? «Ci stiamo lavorando. Per ora aspettiamo che si esaurisca l’energia del primo». restiamo nel futuro: a quando le nozze? Dario torna da noi. Interrompe il discorso. D’altra parte come lui canta: «Il 31 d’agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore». E chissà che le novità portate dall’autunno non siano solo musicali.
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Affetti & Dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con catalina Saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Amante (L') inglese Regia: catherine corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
Alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
A serious man Regia: Joel & Ethan coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man Regia: Tom Ford con colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
Regia: Tim Burton con Mia Depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Avatar Regia: James cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok Dangerous Regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo Donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con Thure Lindhardt, David Dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
Regia: Gennaro Nunziante con Dino Abbrescia, Fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
che fine ha fatto Osama Bin Laden? Documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher in “cosa voglio di più”
che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
city Island Regia: Raymond De Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
christmas (A) carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary Oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
city Island Regia: Raymond De Felitta
con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
crazy Heart Regia: Scott cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, colin Farrell, Robert Duvall Non sarà il Drugo del Grande
Due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
Dragon Trainer Regia: Dean Deblois e chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
Draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
Happy Family
Fuori controllo Regia: Martin campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
Regia: Gabriele Salvatores con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
Il Mi$$ionario Regia: Roger Delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
Invictus Regia: clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt
Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher e Maya
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita Regia: Daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
Regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa Regia: carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina Di Majo con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine Vaganti Regia: Ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine Regia: Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope cruz, Marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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Regia: Mira Nair con Steve carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: chris columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
Russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators Regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
Remember me Regia: Allen coulter con Robert Pattinson, Emilie de
Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
The road Regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, Robert Duvall, charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel crowe, cate
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo Di caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo Di caprio, Mark Piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con Daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
Regia: Alessandro D'Alatri con Dario castiglio, Martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
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MINIcRITIcHE DEI FILM cHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE usa la sua barca per le immersioni da sub.
The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George clooney e Vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George clooney e Vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman
Triage Regia. Danis Tanovic con colin Farrell, Paz Vega, christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
The Twilight Saga: Eclipse Regia: Davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner
Il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI