Anno II - n.145 - Mercoledì 28 luglio 2010
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Ora di punta DI
STEfANO CLERICI
Che esploda la granata abio Granata, parlaF mentare finiano, apre con clamore la questione
morale dentro il Pdl. E si scatena l'iradiddio. Chi lo vuole cacciato dal partito, chi lo bolla come infame traditore (stile notte del Gran Consiglio), chi lo vuole inginocchiato e penitente davanti ai probiviri, manco fosse la Santa Inquisizione. Dai probiviri ci vado risponde lui - ma sul banco degli imputati voglio pure, accanto a me, Nicola Cosentino e Denis Verdini, che sono sotto botta della magistratura e non paiono proprio angioletti. Secondo noi, ha ragione da vendere l'onorevole Granata e - con lui - il presidente della Camera e tutti coloro che alzano la voce (Napolitano in primis) perché in questo paese la legalità costituzionale e istituzionale abbia ancora garantita cittadinanza. erò, in tutta franchezza (e siamo incredibilmente d'accordo con i "berluscones"), questo stillicidio non può e non deve durare a lungo. Bossi ha ripetuto ancora ieri che non c'è alcun problema per il governo finché - viaggiando sul binario del federalismo - il Cavaliere è d'accordo con lui. Che è come dire: finché questa maggioranza ha il marchio (e il guinzaglio) della Lega qualsiasi "granata" ha la sicura bloccata e non può far male a nessuno llora, facciamola una buona volta esplodere questa "granata". Vediamo finalmente, in Parlamento, chi sta dalla parte della Costituzione e della legalità e chi invece dalla parte degli affaristi. Aspettiamo con fiducia una "granata" che spazzi via ipocrisie, titubanze e menzogne.
P
A
EDIZIONE ESITIVA
Inchiesta P3. Indagato il sottosegretario alla Giustizia
E adesso Caliendo Naturalmente Berlusconi gli ha subito espresso solidarietà, come aveva fatto con Scajola, con Cosentino e con Verdini, poi dimissionari I pm romani che indagano sulla presunta associazione segreta P3 hanno iscritto nel registro degli indagati il sottosegretario alla Giustizia, Caliendo (foto). Gli viene contestata la violazione della Legge Anselmi sulle società segrete. Caliendo è stato indagato dopo che i magistrati hanno sentito le persone che si incontrarono in casa Verdini, cioè - secondo le intercettazioni - i tre arrestati Carboni, Lombardi e Martino con il senatore Dell'Utri e i magistrati Miller e Martone, oltre al padrone di casa e Caliendo. Verdini, entito lunedì per oltre 9 ore, ha lasciato ogni carica nel Credito Cooperativo Fiorentino, che poi è stato commissariato su richiesta di Bankitalia. Come aveva già fatto con Verdini, con Scajola e con Cosentino (poi tutti costretti a dimissioni) Berlusconi ha espresso piena solidarietà a Caliendo.
Di mille euro il taglio per gli onorevoli
Frutta e verdure in calo costi ai contadini in salita
Sarà di mille euro netti al mese il taglio sulle indennità dei parlamentari nell’ambito dei risparmi previsti dall manovra, che sarà votata oggi alla Camera e su cui il governo ha posto la fiducia.
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EElEzIonI In PIEMontE
Proroga DEllE MultE
Il Consiglio di Stato: Quote latte, nuovo riconteggio dei voti avvertimento ue Anche il Consiglio di Sato ha deciso che in Piemonte va effettuato di nuovo il conteggio di 15mila voti attribuiti a due liste collegate con il leghista Cota, che fu eletto per poche centinaia di oti in più rispetto alla Bresso (centrosinistra). Questo il senso dei rigetto dfel ricorso presentato da Cota contro la sentenza del Tar che stabiliva la stessa cosa. Naturalmente la decisione è stata per Berlusconi l’occasione per un nuovo attacco alla magistratura, dichiarando guerra a “ribaltoni giudiziari”. Non si comprende perché tale reazione se il centrodestra è sicuro che non vi sono stati brogli, trucchi o inottemperanza delle regole nello svolgimento della competizione elettorale.
ContrattI FIat
Convocati i sindacati per la disdetta La Fiat ha convocato i sindacati metalmeccanici per domani (giovedì) all'Unione Industriale di Torino, alle 9,30. All'ordine del giorno - secondo i sindacati - dovrebbe essere la comunicazione della disdetta del contratto nazionale di lavoro. La disdetta interesserebbe 25.000 dipendenti: i lavoratori di Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Termini Imerese e degli impiegati degli enti centrali. La disdetta diventerebbe operativa il 31/12/2012. Intanto è stata annunciata la costituzione, presso la Camera di commercio di Torino, della nuova società per Pomigliano: “Fabbrica Italia Pomigliano”.
La Commissione europea ha lanciato un nuovo avvertimento all'Italia sulle quote latte. Con una lettera indirizzata all'Italia alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra che prevede anche la proroga del pagamento delle multe per le quote latte, Bruxelles sottolinea che ogni modifica alle regole fissate nel 2003 sulla rateizzazione del pagamento delle multe per le quote latte potrebbe violare le norme dell’Unione europea sugli aiuti di Stati membri. In questi giorni, come si sa, vi è stata una dura polemica in Italia tra i leghisti, sostenitori della proroga e il nuovo ministro dell’agricoltura, Galan, del Pdl.
Colpo alla cosca di Rosarno
i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato una decina di affiliati alla cosca di Rosarno, indagati per associazione mafiosa, procurata inosservanza della pena, favoreggiamento personale, porto e detenzione illegale d'arma da fuoco. Nella stessa operazione è stato eseguito un provvedimento di sequestro che comprende 13 fabbricati e 67 appezzamenti di terreno agricolo e edificabile, dell'estensione di circa 14 ettari, del valore complessivo di 10 milioni di euro.
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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
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Commissario alla banca di Verdini Il ministro del Tesoro Tremonti ha firmato il decreto di commissariamento della banca di Credito cooperativo fiorentino. Lo rende noto un comunicato di via XX Settembre. Il ministero precisa che la proposta di commissariamento formulata da Bankitalia e' arrivata il 21 luglio, la pratica è stata istruita dagli uffici ed è stata siglata venerdì dal Direttore generale del Tesoro, segretario del CICR. Il 26 luglio e' stata ritrasmessa al gabinetto del ministro per la firma, e martedì Tremonti ha firmato il decreto. La Banca d'Italia aveva proposto il commissariamento del Credito Cooperativo fiorentino coinvolto nelle indagini sulla P3. Il motivo: gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni normative. Lo si legge in una nota di Via Nazionale dopo gli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso il Credito Cooperativo fiorentino. Lunedì Denis Verdini, coordinatore del Pdl e uomo di fiducia di Berlusconi, aveva annunciato di essersi dimesso dalla presidenza della bancs e con lui l’intero consiglio di amministrazione.
L’OnOmasticO Nazario e Celsio Paolino, biografo di sant'ambrogio riferisce che il vescovo di Milano ebbe un'ispirazione che lo guidò sulla tomba sconosciuta di due martiri negli orti fuori città. Erano nazario e Celso. nazario aveva predicato in Italia, a treviri e in gallia. Qui battezzò Celso che aveva nove anni. Furono martirizzati a Milano nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano.
accadde Oggi 1945: aereo contro Empire un aereo da combattimento americano va a sbattere contro il 79° piano dell’Empire State Building, allora il grattacielo più alto di new York: 41 morti.
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martedì 27 luglio 2010
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noMInE
traPanI
Csm: Camere a oltranza
Claps: perquisita la casa dei genitori di restivo
I presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani hanno deciso che il Parlamento in seduta comune terrà votazioni ad oltranza, anche due al giorno, fino all'elezione degli otto membri laici del Csm. L'obiettivo è una fumata bianca entro il 31 luglio. E' stato comunicato alla conferenza dei capigruppo della Camera. La prossima votazione si terrà già stamattina ed eventualmente ce ne sarà un'altra domani. Intanto il Casm ha accolto la richiesta di trasferimento del presidente della Corta d’pello di Salerno, Marconi, a quella di Napoli come semplice consigliere per le cause di lavoro.
La polizia ha perquisito a Casa Santa Erice (Trapani), l'abitazione dei genitori di Danilo Restivo, indagato per l'omicidio di Elisa Claps, la ragazza scomparsa 17 anni fa, i cui resti sono stati trovati nel solaio di una chiesa nel centro di Potenza. La perquisizione, cominciata ieri mattina, si è protratta fino alle ore 17, ma non si sa che cosa la polizia stesse cercando esattamente. Nessun particolare e' trapelato sull'esito delle ricerche. Restivo e' detenuto in Inghilterra per l'omicidio della sarta Heather Barnett ed è colui col quale Elisa aveva appuntamento in chiesa il giorno in cui è stata vista viva per l’ultima volta.
DaI IStat
Frutta e verdura prezzi meno cari Frutta, ortaggi, cereali e vino hanno subito un crollo dei prezzi del 6,2% nel primo trimestre di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2009, e dell'1,5%, rispetto al trimestre precedente. Sono invece aumentati dell'1,8% i costi sostenuti dagli agricoltori: i maggiori rialzi, a livello tendenziale, hanno riguardato energia e lubrificanti (+5,1%), spese veterinarie (+4,6%), mangimi (+4,3%). Al contrario, sono diminuiti i mangimi (-20%). Da questi dai Istat si ricava la spiegazione del perché l’inflazione risulta più contenuta.
aFghanIStan
Contratto non rInnoVato
Il Pentagono indaga sulla fuga di notizie
Maradona non è più il ct dell’Argentina
Il Pentagono ha aperto un'inchiesta penale sulla fuga di notizie di Wikileaks sulla guerra in Afghanistan. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Difesa, colonnello Dave Lapan. La divisione investigativa penale dell'Esercito ha guidato l'indagine su Bradley Manning, uno specialista di intelligence dell'Esercito accusato di aver fornito a Wikileaks altri documenti segreti. Lapan ha detto che non e' chiaro se l'ultimo scoop sia da ricondurre a Mannin. Per Daniel Ellsberg i documenti di Wikileaks sulla ''guerra sporca'' in Afghanistan sono paragonabili, quanto a impatto, ai 'suoi' Pentagon Papers: ''E' in corso una vergognosa escalation'', ha detto l'ex 'gola profonda' del Pentagono responsabile di una clamorosa fuga di notizia che nel 1971 cambio' il corso del Vietnam. Con una differenza: Barack Obama e' peggio di Richard Nixon ''o di tutte le altre amministrazioni dei suoi predecessori messi assieme'' quanto a dar la caccia alle 'gole profonde'.
Diego Armando Maradona non è più il ct della Nazionale argentina. Lo ha reso noto il portavoce della federcalcio, Ernesto Bialo. ''La decisione è stata presa all'unanimita' dal comitato esecutivo dell'Afa'', ha detto Bialo, dopo un lungo incontro con Maradona'.
CoSE DI QuESto MonDo
A rischio Sanremo per Belen Rodriguez Sanremo in bilico e forse non solo per Belen Rodriguez. La sexy argentina, tra una love story tormentata con Fabrizio Corona, una serie di spot martellanti in tv, foto paparazzate su ogni magazine, programmi tv (non) destinati agli annali e' protagonista da tempo delle cronache rosa, ma il coinvolgimento, seppure come testimone chiave,
nell'inchiesta tangenti che ha fatto emergere una Milano da sniffare rischia di appannarne la stella. E proprio ora che, complice l'agente Lucio Presta, si apprestava ad entrare a gamba tesa nella serie A televisiva: il festival di Sanremo. Il sindaco della citta' ligure Maurizio Zoccarato, in occasione della presentazione di Area Sanremo
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(ex Sanremo Lab) ha detto: ''Non accetto di associare alla mia citta' qualcuno che non abbia una moralita' certa e se Belen ha fatto uso di droga, a questo punto non mi fa piacere vederla sul palco dell'Ariston. Faro' le barricate affinche' venga scelta una persona onesta e perbene''''. Si profila lo spettro di un nuovo caso Morgan.
La Russia contro le sanzioni all’Iran la russia giudica "inaccettabili" le sanzioni contro l'Iran adottate da usa e ue. lo riferisce in una nota il ministero degli Esteri di Mosca, reagendo all'adozione di sanzioni contro teheran nel settore energetico. "giudichiamo inaccettabili - spiega la nota - misure fuori dal quadro del regime di sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell'onu. gli ultimi provvedimenti dell'ue e degli usa vanno a scapito dei principi del lavoro comune". l'Iran torna a condannare le sanzioni decise dall'ue ma si dice disposto a tornare al tavolo dei negoziati sebbene ad alcune condizioni, come la presenza della turchia e del Brasile. ora bisogna vedere come la metterà Berlusconi con “l’amico Putin”
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mercoledì 28 luglio 2010
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uStICa trEnt’annI DoPo. alla ricerca della verità e dei colpevoli
La tesi del missile smentita dall’aereo ricostruito a Pratica di Mare
Misiti, Daria Bonfietti e il Dc9 ricostruito a Pratica di Mare
A trent’anni dalla sciagura la verità su Ustica, cioè sulle cause e sulle responsabilità del disastro del Dc9 in volo da Bologna a Palermo e precipitato in mare al largo della Sicilia, attende ancora di essere fatta. In una intervista a “l’Altro quotidiano” pubblicata il 21 luglio l’onorevole Aurelio Misiti, che presiedette la commissione internazionale di periti nominata dal Tribunale, ha spiegato dettagliatamente - rompendo un riserbo professionale di 16 anni - perché fu scartata l’ipotesi che l’aereo con a bordo 81 persone fosse stato colpito da un missile partito da aerei militari in esercitazione nel Mediterraneo. Ieri la presidente dell’Associazione delle vittime di Ustica, la senatrice Daria Bonfietti, ha replicato diffusamente a sostegno della tesi opposta. Oggi alle sue osservazioni l’on. Misiti risponde con questa breve puntualizzazione. Gentile Direttore, ho letto la replica della signora Bonfietti, a cui tutti dobbiamo essere grati per la sua attività di ricerca della verità sulla tragedia di Ustica. Per quanto riguarda il merito tecnico mi limito esclusivamente a confermare quanto riportato nelle 1800 pagine circa della relazione peritale, che ha individuato la causa dell’incidente aereo in una esplosione avvenuta nel vano toilette del DC9. Ribadisco tuttavia che la relazione peritale, contrastata in parte dalla pubblica accusa, è stata invece considerata fondamentale dalla Corte di Assise e dalla Corte di Appello di Roma e dalla Cassazione nel processo ai vertici dell’Aeronautica militare italiana. Molte ipotesi sulla caduta dell’aereo, che a lungo hanno suggestionato l’opinione pubblica e non solo, sono state formulate prima del recupero del relitto e si basavano su ricostruzioni di tipo meramente giornalistico. Le parti interessate si sono limitate a fornire solo contestazioni dei risultati dell’attività peritale,
ma nessuna di esse ha fornito una interpretazione alternativa della causa del disastro, supportata da validi elementi tecnici. La frase riportata nella replica della signora Bonfietti “l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento”, estratta dall’ordinanza, non può essere la verità da consegnare alla società, in quanto essa deve essere avvalorata non dalla descrizione di un ipotetico scenario generico di guerra ma dalla dimostrazione che un oggetto, partito da un aereo intercettore, ha distrutto il velivolo dell’Itavia. Non si ha notizia né di una collisione tra due aerei né di un missile che avrebbe colpito il DC9 per la semplice ragione che l’osservazione accurata dell’aereo ricostruito a Pratica di Mare ha mostrato senza ombra di dubbio che niente di ciò si è verificato. Considero invece sacrosanto e giusto continuare la ricerca dei colpevoli che ancora purtroppo la magistratura non è riuscita ad individuare. aurelio Misiti
Il caso Vimercate, ovvero: la Brianza come la Cina? I lavoratori scrivono una lettera-appello alle istituzioni ed io ho presentato presento un’interrogazione sul “Caso Vimercate”: chiedo l’intervento immediato del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sul mancato rilancio di Bames e Sem, e di sveltire le pratiche per la corresponsione da parte dell’Inps dell’indennità di cassa integrazione che 300 lavoratori (su 635) a mezzo servizio non percepiscono da febbraio. Un’emergenza drammatica, senza reddito saltano le famiglie e salta anche l’hi-tech brianzolo. L’interrogazione è stata firmata da altri 5 senatori: Tiziano Treu, Paolo Giaretta, Daniela Mazzuconi, Fiorenza Bassoli e Luigi Vimercati. Al centro del documento che ripercorre le tappe della vicenda da cinque anni a questa parte, la preoccupante assenza di prospettive per la forza-lavoro coinvolta e più in generale la perdita di appeal della zona per vecchi e nuovi investitori a dispetto di quanto il Gruppo Bartolini, incaricato di reindustrializzare, si era impegnato a fare davanti al Ministero Il governo prenda il toro per le corna una volta per tutte. E’ inutile riempirsi la bocca con il successo del manifatturiero ‘made in Italy’ quando si lascia colare a picco la zona più produttiva d’Italia senza battere ciglio. Sul territorio imperversa la precarietà. I continui tagli influiscono negativamente sulla qualità del lavoro minando alle basi sia il sistema produttivo che quello sociale. Vogliamo fare la Cina in Brianza? Forse il Governo non si accorge che ci manca poco. Emanuela Baio, senatrice del Pd
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Sprechi e disastri rai
Per i “direttorissimi” anche tre aumenti in pochi mesi. Totale: 800.000 euro DI
mercoledì 28 luglio 2010
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La migliore del giorno
GIuSEPPE GIuLIETTI*
Non contenti dei disastri sin qui combinati alla Rai gli imbavagliatori hanno ora intenzione di procedere ad un nuovo giro di nomine e di porre fine all'attuale esperienza di Rainews ponendo così sotto controllo tutte le principali testate giornalistiche della Rai. Si tratta di un altro modo, e non meno insidioso, per mettere il bavaglio ai giornalisti che non piacciono e per oscurare l'opinione pubblica. Non si tratta solo dell'ennesima aggressione al pluralismo politico ma anche di un vero e proprio assalto alle casse della Rai dissanguate da una politica di spese folli, di duplicazioni degli incarichi, di direttori a disposizione, assunzioni dall'esterno e di distribuzione di regali ad personam. Per queste ragioni abbiamo deciso di pubblicare un'impressionante testimonianza che ci è arrivata da una dirigente del servizio pubblico, uno di quelli che hanno dedicato la loro vita alla Rai. Tra l'altro scrive: «...E’ tempo di “golpe” d’agosto in Rai: nell’ultimo anno i soli direttori giornalistici si sono guadagnati aumenti di stipendio per quasi 800 mila euro. A tradurre grossolanamente, l’equivalente del salario di 120 operai, o di 100 impiegati o di 50 praticanti giornalisti. 800 mila euro sempre moltiplicati da qui all’eternità del loro permanere in azienda. Esistono i direttorissimi ed i direttori semplici. Signore e signori con 2, persino 3 aumenti di merito in 12 mesi, a colpi di 30, 40, 50 mila euro a volta... Ma restiamo ai top. Questa volta i dirigenti non giornalistici. Niente nomi, ovviamente, e cifre in approssimazione per difetto. Vertici che si contano sulle dita di una mano si sono spartiti 600, 650 mila euro di aumento, soldi in più sui già moltissimi che guadagnavano. Costo aziendale, azzardiamo, quasi un milione. Uno più uno meno, nel buco Rai: al massimo, per rimediare, chiudi qualche piccola rubrica culturale regionale, togli i vestiti ai costumisti e tosi i parrucchieri nei teatri di posa. Aumenti - conclude la lettera - oltre ad eventuali gratifiche, dai 20 ai 50 mila euro ogni volta e, per alcuni, tre volte in un anno...". Non è piu possibile continuare a chiudere gli occhi. Per questo oltre a pubblicare la lettera integrale sul sito di Articolo21 la invieremo al presidente della Commissione di vigilanza, alle autorità di garanzia, al presidente Rai e alla Corte dei conti affinché ne traggano le conseguenze e si ponga fine a questo andazzo". *portavoce di Articolo21
Giannelli sul “Corriere della sera”
Concorso-lampo indetto dalla Regione Calabria A luglio inoltrato la Regione Calabria cerca personale qualificato all'interno della sua stessa struttura. E precisamente: A): 3 esperti in attività di collaudo; B): 5 Coordinatori Tecnici per Laboratori Territoriali di
Progettazione; C): 20 Agenti di Sviluppo per Laboratori Territoriali di Progettazione. I dipendenti regionali in possesso dei requisiti richiesti dai bandi erano tenuti a far pervenire entro e non oltre cinque giorni dalla data di pubblicazione, una manifestazione di interesse, corredata da curriculum professionale. Non desta qualche sospetto questo modo di agire? Perchè un bando nel periodo in cui parte del personale è in ferie? on. Franco laratta
La “battaglia navale” nel Pdl Sul blog del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè è stata pubblicata nella rubrica “Punture di zanzara” questa poesia, che si intitola “Battaglia navale”. A voi il commento.
Nel pdl e' scoppiata una Granata, come Lupi, i berluscones azzannano i finiani ma un Bocchino al mattino e comincia il Bongiorno mentre gli altri stanno lì con le facce un po' Verdini a osservare i colleghi che fan gioco, tipo battaglia navale “P3: colpito e affondato!”, esclamano a gran (porta)voce Ma è un imbroglio o è un Briguglio? Non ci si racCapezzone più No, non è un imbroglio sono solo giochi, giochi eccelsi, giochi Fini
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Diritti & DOVeri
mercoledì 28 luglio 2010
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preVidenZa promotori finanziari
Per loro la gestione commercianti Mio figlio si è laureato da pochi mesi e vorrebbe intraprendere l’attività di promotore finanziario. Deve versare contributi assicurativi? Esiste una Cassa particolare o deve iscriversi all’INPS? P. Sacchi, Pavia Dal 1° gennaio 1997, anche i promotori finanziari che operano in modo abituale e prevalente come agenti o mandatari, devono iscriversi alla gestione commercianti dell’InPS e versare i relativi contributi. l’obbligo di iscrizione è esteso ai familiari collaboratori (coniuge e parenti entro il 3° grado).
Risponde il dottor ANTONINO NICOLO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
cumulo
Per l’assegno Inps di invalidità queste le decurtazioni per il 20o10 Percepisco da due anni un assegno ordinario di invalidità da parte dell’INPS. Poiché continuo a lavorare, sia pure con alcune limitazioni, il mio assegno viene decurtato per il divieto parziale di cumulo che non è stato abolito per la categoria. Vorrei conoscere i limiti per il 2010 per i miei calcoli. G. Ferrari, Piacenza Per l’anno 2010 i limiti di reddito per i titolari di assegno di invalidità che continuano a lavorare sono i seguenti: -fino a 23.970,44: nessuna riduzione; -da 23.970, 44 a 29.963,05: riduzione del 25%; -oltre 29.963,05 riduzione del 50%.
enasarco
Il trattamento minimo abolito Per gli iscritti alla Fondazione Enasarco, che vanno in pensione, esiste il trattamento minimo come nell’INPS? Ne è interessato un mio fratello. O. Fabbri, Ravenna Esisteva, ma poi è stato eliminato il 30 settembre 1998. Pertanto, ne beneficiano ancora soltanto coloro che sono andati in pensione anteriormente al 1° ottobre 1998. Per essi l’importo mensile, nel 2010, è di euro 272,72,
gestione separata
Incertezza sulle aliquote future Vorrei conoscere gli estremi della normativa che ha previsto le attuali aliquote di versamento alla Gestione Separata dei lavoratori para-
Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
subordinati e se sono previsti ulteriori aumenti. M. Martinelli, Siena Si tratta dell’articolo 1 della legge n° 247 del 2007 che, al comma 79, ha stabilito l’elevazione dell’aliquota contributiva per i lavoratori non titolari di altra assicurazione al 24,72% da gennaio 2008, al 25,72% da gennaio 2009 e al 26,72% da gennaio 2010. Per i rimanenti iscritti l’aliquota è fissata al 17%. E’ un po’ difficile prevedere se il governo innalzerà ancora le aliquote tenuto conto della manovra in
commercio
40 anni di anzianità pensione nel 2012 Ho iniziato a lavorare, in un negozio di abbigliamento maschile, il 2 aprile del 1971. Ho goduto della fiducia dei titolari ed ho svolto tutta la
mia vita lavorativa nello stesso ambiente. Nel 2011 raggiungerò i 40 anni di contribuzione. Quando vedrò materialmente la pensione? F. Mambelli, Forlì Il primo assegno pensionistico lo percepirà il primo giorno del tredicesimo mese successivo al maturare del diritto. Vale a dire, dal 1° maggio 2012.
Vecchiaia
Nuove norme e requisito dell’età Ho letto le numerose risposte fornite ai lettori in tema di pensioni di anzianità, dopo l’emanazione dell’ormai famoso decreto legge di fine maggio. Ma, in sostanza, per le pensioni di vecchiaia, cosa accadrà? D. Bocchi, Parma Il requisito dell’età, per uomini e donne del settore
privato, non è stato cambiato. Per le donne del pubblico impiego, invece, viene richiesta, a partire dal 2012, l’età di 65 anni. ancora, per chi raggiunge i limiti di età a partire dal 2011, viene cambiata la decorrenza della pensione. I lavoratori dipendenti devono attendere, a partire dal conseguimento del diritto, altri 12 mesi, mentre gli autonomi devono attendere 18 mesi.
invalidità revocata
Come far valere quegli anni Vorrei sapere cosa succede ad un lavoratore (55 anni), che può contare solo su 17 anni di contributi, e al quale era stato riconosciuto l’assegno ordinario di invalidità, poi revocato in sede di conferma dello stesso, quando arriva all’età pensionabile? Avrà diritto ugualmente alla pensione di vecchiaia? C. Giordano, Cosenza nel caso descritto, se il diritto all’assegno viene perduto prima del compimento dell’età pensionabile (65 anni per gli uomini, 60 anni per le donne), anche il periodo di godimento dell’assegno di invalidità non viene valutato per il raggiungimento del requisito minimo per la pensione di vecchiaia. Se, invece, il lavoratore, con ulteriori versamenti, volontari od obbligatori, matura i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, questa viene erogata col rispetto, naturalmente, delle finestre di uscita.
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Anteprime cinema
Aldo, Giovanni e Giacomo nel cinepanettone alla Genovese DI
LuCIANA VECChIOLI
Arriva il cine-panettone del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. O quasi, perché le riprese iniziate a giugno termineranno solo a metà agosto. Ma per venerdì 17 dicembre i temerari saranno prontissimi per il lancio natalizio nelle sale. "La banda dei Babbi Natale", settimo film ancora sul set a Milano e dintorni, diretto da Paolo Genovese (per la prima volta senza Luca Miniero, con il quale firmarono "Incantesimo napoletano" vincitore del David di Donatello), sfiderà ancora la sorte come già avvenuto nel '99 per "Chiedimi se sono felice", poi rivelatosi un successo. "Ci ha già portato bene" dicono soddisfatti. La pellicola, girata quasi completamente nella città della Madonnina, tra il quartiere Isola (dove a Giacomo hanno anche rubato uno zainetto con le chiavi di casa), una piccola deviazione al valico di frontiera di Bizarone ed alcuni interni riprodotti allo Spazio Antologico, racconta tre storie, come nel loro stile, al limite del surreale. La vigilia di Natale la polizia scopre tre loschi individui appesi ad un palazzo. Portati in questura il trio tenterà di raccontare una strampalata storia ad una scettica e sospettosa ispettrice (Angela Finocchiaro). Un medico chirurgo vedovo (Giacomo) ossessionato dal
Le storie di un chirurgo vedovo, di un veterinario bigamo e di un cinquantenne immaturo raccontate a una sospettosa ispettrice
ricordo della moglie, un veterinario bigamo (Giovanni) con tanto di seconda famiglia in Svizzera e conseguente suocera impicciona (Mara Maionchi, la terribile selezionatrice di "X Factor"), un cinquantenne immaturo (Aldo: "come sono poi anche nella vita vera") e disoccupato che vive ancora sognando di
sbarcare il lunario con le scommesse. "Siamo in fase di ultimazione ed è stato davvero molto divertente - dice Giacomo - Tornare a scrivere una storia compiuta, non ad episodi, riuscendo a mettere dentro elementi comici ma anche di narrazione, ci ha subito convinti ad iniziare per questa nuova avven-
tura". Prosegue Giovanni: "Abbiamo sicuramente ritrovato i meccanismi di un po' di tempo fa, abbiamo curato tutti i passaggi. L'ultimo film non è andato benissimo? Arrivi ad un punto che deleghi tante cose e probabilmente questo è stato deleterio. Oggi forse siamo riusciti a ritrovare la nostra essenza". Il regista Paolo Genovese ha parlato di un film divertente, "ma non è solo un umorismo di gag, ma anche di situazioni. Per me è la prima esperienza con loro prosegue il regista - ho subito apprezzato la sceneggiatura definitiva e costruita, arrivano sul set sempre con l'idea precisa di come deve essere la scena. C'è poco spazio all'improvvisazione, molte cose vengono aggiunte sul set e poi vediamo al montaggio". Per Aldo, reduce dall'esperienza lavorativa con Tornatore (Baaria), ricominciare è stata dura. "Rientrare a lavorare con loro due - sorride ironico - è stata una doccia fredda, tenendo conto del fatto che sono stato candidato anche ai David di Donatello". Rispondono gli altri due: "Noi abbiamo avuto offerte da decine di registi d'Oltreoceano, non diciamo i loro nomi perché non vogliamo vantarci". Nel cast del film troviamo anche Massimo Popolizio, Giorgio Colangeli, Lucia Ocone, Remo Remotti e Cochi Ponzoni.
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Affetti & Dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
Alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man Regia: Tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
Regia: Tim Burton con Mia Depp, Johnny Anne Wasikowska, hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok Dangerous Regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
Cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (fratellanza) coast Regia: Nicolo Donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con Thure Lindhardt, David Dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
Regia: Gennaro Nunziante con Dino Abbrescia, fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Che fine ha fatto Osama Bin Laden? Documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”
Che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
City Island Regia: Raymond De felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City Island Regia: Raymond De felitta
con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, Robert Duvall Non sarà il Drugo del Grande
Due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
Dragon Trainer Regia: Dean Deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
Draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
happy family
fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
Regia: Gabriele Salvatores con fabio De Luigi, Diego Abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
Il Mi$$ionario Regia: Roger Delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
Invictus Regia: Clint Eastwood con Morgan freeman e Matt
Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher e Maya
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita Regia: Daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
Regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte Regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina Di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, Luciana Littizzetto, francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine Vaganti Regia: ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine Regia: Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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Regia: Mira Nair con Steve Carell, Tina fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con françois-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators Regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de
Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
The road Regia: John hilcoat con Viggo Mortensen, Robert Duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Robin hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Blanchett, William hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo Di Caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Mark Piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con Daniele Liotti, Kasia Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
Regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
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MINICRITIChE DEI fILM ChE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE usa la sua barca per le immersioni da sub.
The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George Clooney e Vera farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman
Triage Regia. Danis Tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
The Twilight Saga: Eclipse Regia: Davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner
Il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI