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Anno II - n.146 - Giovedì 29 luglio 2010

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Ora di punta DI

NuCCIO FAVA

Dalle auto alle calze mondo è attraversato da Ibialgrandi mutamenti e camil modo di produrre

anche le automobili e le calze. Stanno in prima pagina la grande vertenza Fiat e, nel suo piccolo, fa giustamente notizia anche quella dello stabilimento Omsa di Faenza. Se quest’ultima sembra esprimere la vecchia logica padronale del produttore della Golden Lady, per la questione Fiat è più evidente un problema di carattere non solo congiunturale che riguarda le nuove condizioni dell’economia globale. Nell’un caso e nell’altro, tuttavia, assistiamo a riflessi negativi per i lavoratori e per le loro famiglie. Si ricorda spesso che il lavoro è per l’uomo, che l’economia è al servizio dell’uomo e non viceversa. Sono principi irrinunciabili che non possono essere rovesciati. a grande crisi in cui siamo entrati sembra però mostrare il contrario e questo, oltre a causare ingiustizie e nuove povertà, complica di molto la ricerca di soluzioni adeguate in grado di evitare il ripetersi dei vecchi errori. Entro queste coordinate più ampie andrebbero collocate le vertenze in corso a cominciare dalla più importante, quella della Fiat. Nonostante la drammatizzazione, forse inevitabile, fortunatamente non c’è stata alcuna rottura, anche se siamo solo all’inizio. Se ne può trarre l’osservazione che è possibile proseguire in modo positivo. Conta, certo, la ragionevolezza di Marchionne, senza trascurare tuttavia che la sua strategia rappresenta comunque una sfida con riferimento al mercato globale. segue a pagina 3

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EDIZIONE ESITIVA

Il signor Tentenna. Offre pace e Berlusconi: “Tempo scaduto”

Brutta fine per Fini «Io e il premier onoreremo gli impegni presi con l’elettorato» aveva detto al “Foglio”; ma dal vertice Pdl arriva il preannuncio di espulsione «Io e il premier onoreremo gli impegni presi con l’elettorato»: questa la frase consegnata al “Foglio” con la quale ieri Gianfranco Fini ha incautamente offerto una specie di pace, o di tregua, a Berlusconi, confermando la sua linea ondivaga che ricorda un personaggio del “Corriere dei piccoli” di tanti anni fa: “il sor Tentenna”. Una linea perdente, che gli procura l’accusa di tradimento dai suoi ex colonnelli, oltre che dai fedelissimi di Berlusconi, inimicizia dai suoi stessi sostenitori, e diffidenza dall’opposizione. Alla offerta di pace il vertice del Pdl gli ha risposto in maniera sprezzante: facendosi interprete del pensiero del “capo”, gli uomini del premieri hanno commentato che ormai questa specie di ravvedimento arriva “fuori tempo massimo”. Evidentemente Berlusconi ritiene di pioter liquidare Fini senza pagare alcun prezzo.

AI LETTORI

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in edizione stampabile esce in estate con foliazione ridotta e non viene pubblicato la domenica e il lunedì Il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7

Così i due soldati italiani hanno perso la vita a Herat

In questi due grafici una spiegazione di come hanno perduto la vita ieri ad Herat in Afghanistan i due militari italiani del Genio, Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis, dopo aver disinnescato un ordigno


VentiquattrOre

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In Italia e nel Mondo

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Il CaV e le InTerCeTTazIonI

In ParlamenTo

“legge massacrata altra fumata nera quasi quasi la ritiro” per gli 8 del Csm 'La legge sulle intercettazioni e' stata massacrata da tutti gli interventi' che ha subito 'e sono tentato dal ritirarla'. Cosi' Berlusconi. 'Io sono assolutamente sereno - ha detto il premier palando alla Farnesina durante la conferenza degli ambasciatori - e se ci sara' una divaricazione all'interno della maggioranza, i numeri sono abbondanti e non c'e' alcuna possibilita' di cambiamenti di governo o di maggioranza'. 'Oggi e' stata votata la manovra, il governo e' saldo, ha detto.

Burani e figlio arrestati

ConTraTTI FIaT

Spara alla ex e uccide madre e sorella Spara alla fidanzata ferendola, poi uccide la madre e una sorella della ragazza; fugge, ma poco più tardi si consegna ai carabinieri. E’ accaduto a Loreto (Ancona), in un’abitazione in localita’ Grotte. Le vittime sono Silvana Mannino, 30 anni, e Rita Pulvirenti, 54 anni; l’omicida, che si è si è costituito dopo alcune ore ai carabinieri di Numana, si chiama Claudio Alberto Sopranzi; l’ex fidanzata, Vincenza Benilda Mannino, 28 anni, è ricoverata all’ospedale di Ancona.

Sesta fumata nera ieri nell'Aula di Montecitorio per l'elezione di 8 membri laici del Csm. Sara' necessaria una nuova votazione delle due Camere in seduta congiunta oggi alle 14. Sara' il terzo scrutinio. Anche nel secondo non e' stato raggiunto da nessuno il quorum dei 3/5 dei componenti dell'Assemblea. Alla votazione hanno partecipato 695 parlamentari, e il piu' votato e' stato Vittorio Grevi (19). Le schede bianche sono state 563, 33 le nulle.

La Gdf di Reggio Emilia ha arrestato Walter Burani e il figlio Giovanni con l'accusa di bancarotta fraudolenta nel gruppo Mariella Burani Sono stati arrestati nella loro casa a Cavriago (Reggio Emilia): Walter e' ai domiciliari, il figlio e' a San Vittore. La richiesta di arresto e' stata inoltrata dai Pm di Milano Orsi e Clerici ed e' stata accolta dal Gip D'Arcangelo. Nei mesi scorsi sono fallite la holding di famiglia Bdh, Mariella Burani Fashion Group e Burani Designer Holding

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

mercoledì 29 luglio 2010

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Verdini: «Della P3 non so nulla» Mai saputo nulla della P3. Non ho scaricato Dell'utri, e' perbene. Non ho motivi per dimettermi, ma Fini non mi ha tutelato. Cosi' Verdini 'Non ho mai saputo nulla ne' conosco le attivita' e le finalita', ne' sono mai stato contattato da qualcuno', ha detto in conferenza stampa. Nelle mie tasche ci sono 'i debiti che ho fatto per il Giornale di Toscana'. Verdini, che ha detto di non accettare lezioni da Bocchino, ha definito 'atto dovuto'' il commissariamento del Credito Cooperativo. Intanto si apprende che il sottosegretario alla giustizia Caliendo sara' interrogato domani dal procuratore aggiunto Capaldo e dal sostituto Sabelli. Caliendo, che sara' ascoltato nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3 e difeso dall'avvocato Paola Severino, e' indagato per violazione della legge Anselmi sulle societa' segrete. Il sottosegretario ha preso parte a una delle cene a casa del coordinatore del Pdl Verdini durante le quali, secondo l'accusa, sarebbero state stabilite condotte illecite. 2 ANNI A BRANCHER. L’ex ministro è stato condannato dal tribunale di Milano.

L’OnOmasticO Marta di Betania marta è la sorella di maria e di lazzaro di Betania. nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite. I primi a dedicare una celebrazione liturgica a S. marta furono i francescani, nel 1262

accadde Oggi 1883: Mussolini Il 29 luglio del 1883 nasceva a Predappio Benito mussolini, che in giovane età abbracciò la carriera giornalistica nel quotidiano socialista “avanti!”. Poi nel 1922 instaurò la dittatura fascista.


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argOmenti

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nei piani della Fiat il prezzo della globalizzazione

Serbia-Zastava, affari e bombardamenti DI

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PIETRO ANCONA*

'Italia ha partecipato attivamente ai bombardamenti della Serbia del 1999. Belgrado fu sottoposta per settantasette giorni a spaventose incursioni aeree della Nato che non si limitavano a distruggere ma hanno anche avvelenato l'ambiente e le persone. Non sappiamo quante centinaia di migliaia di persone siano morte dopo la guerra. Se esiste una statistica viene tenuta celata per via di interessi a non dispiacere l'UE e la La grande fabbrica Nato. Zastava, fondata nel 1853 marchio di una affermata automobile, fu devastata. I suoi 36 mila operai persero il lavoro. Il governo D'Alema fu molto attivo e scrupoloso nella realizzazione dei piani di bombardamento. L'apparato industriale della Serbia, eredità del glorioso comunismo di Tito che dava lavoro e sicurezza a milioni di lavoratori, fu annientato. Il Danubio fu inquinato da una onda di cianuro che ne distrusse ogni forma di vita. Molti lavoratori addetti allo sgombero delle macerie ed alla ricostruzione della Zastava sono morti di cancro. Molti conducono una desolata esistenza di malati terminali. Ma, nonostante abbiano usato terribili armi cancerogene all'uranio ed al fosforo ed ancora continuano ad usarle, l'Italia e l'Occidente si ritengono una civiltà superiore che diffonde nel mondo valori di libertà e di democrazia. ra la Fiat di Marchionne, per un accordo-capestro estorto due anni orsono al governo della Serbia, che ha un disperato bisogno di uscire dall'isolamento e dalla discriminazione della Nato e dell'Unione Europea (che hanno riconosciuto il Kossovo come Stato indipendente e sovrano strappandolo dalla viva carne della nazione), ristrutturerà e rilancerà la fabbrica occupando una mode-

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sta parte dei lavoratori anteguerra. Riceverà in dono 150 ettari di terreno, diecimila euro per ogni occupato, esenzioni ed agevolazioni fiscali, tutte le infrastrutture necessarie e financo una zona franca per la Fiat per l'importazione di prodotti semilavorati. Un ben di Dio, una vera e propria cornucopia di beneficts, ai quali vanno aggiunti i finanziamenti della Banca Europea degli investimenti. li operai avranno una paga massima di quattrocento euro mensili che sono pochi anche per la povera Serbia. Inoltre gli operai saranno praticamente militarizzati, dovranno sottostare a condizioni di lavoro disumane riducendosi a vero e proprio macchinario vivente, non dovranno fiatare e sottoposti ad un regime di spionaggio poliziesco del quale la Fiat ha una antica e ricca esperienza risalente al ventennio fascista e proseguita con il professore Valletta inventore dei famigerati reparti confino e delle schedature dei lavoratori e delle loro famiglie. a Serbia stringe i denti ed accetta anche le condizioni più dure. Si è già prestata a qualsiasi richiesta avanzata dalle multinazionali che si sono insediate nel suo territorio. Temo che non starà molto attenta ai problemi di inquinamento delle acque e del territorio. Forse noi siciliani siamo stati attenti allo impatto ecologico creati dalla Montedison e dall'Eni a Gela e Siracusa? Abbiamo cominciato a parlarne soltanto dopo l'evacuazione di un intero paese e la nascita dei bambini deformi. Pur di avere un lavoro ci si è sottoposti ad ogni pericolo. Lo stesso accadrà alla reindustrializzazione serba ad opera di capitalisti stranieri e multinazionali. I lavoratori serbi che ne hanno ancora memoria rimpiangeran-

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no il socialismo della Repubblica presieduta da Tito garante di mezzo secolo di pace e di prosperità. Ora sono ridotti ad accettare qualsiasi condizione senza quella libertà predicata dall'Occidente. Se si azzardano a parlare male dei dirigenti della Fiat verranno immediatamente espulsi dalla fabbrica e condannati alla disoccupazione con le loro famiglie. a Serbia dovrebbe essere risarcita con miliardi di euro per i danni subiti dai bombardamenti Nato. Ma la regola dei rapporti di forza vuole che invece pagherà per tornare ad avere industrie e lavoro. La classe operaia italiana non deve accettare l'indicazione strategica di Marchionne e della Confindustria: tutti uniti come italiani contro gli altri. E' menzognera l'affermazione secondo la quale nella globalizzazione gli interessi nazionali vanno difesi da un fronte unico fatto di governo, industriali e sindacati. Se questa affermazione fosse vera il comportamento della Fiat dovrebbe privilegiare in primo luogo gli interessi del territorio nazionale. Non è così. La Fiat si serve del basso costo di lavoro che può avere all'estero per ricattare ed abbassare la condizione di vita dei suoi dipendenti in Italia. Se proprio non può fare a meno di trasferirsi. er questo ritengo importante la internazionalizzazione della lotta dei lavoratori sulla base di obiettivi comuni da sostenere in Europa: Salario Minimo Garantito, Contratto Unico Europeo, settimana lavorativa di 35 ore, umanizzazione della catena di montaggio, bando dei sistemi WMC e simili.....Revisione radicale dei parametri iperliberisti di mastricth e di Lisbona.. Nello scontro nazionalistico o campanilistico i lavoratori saranno sempre perdenti. Ci sarà sempre un posto in cui la

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manodopera costerà di meno. Il lavoratore italiano deve essere fratello di quello polacco o serbo ggi l'Europa dell'Est è diventata il laboratorio della destra economica e sociale per l'abbassamento del tenore di vita delle persone e l'abbrutimento del lavoro. Ma la stessa Europa è stata testimone della grande civiltà del socialismo che portava i lavoratori in palma di mano. La fabbrica comunista era a misura di uomo. I diritti nelle fabbrica e nella società venivano rispettati ed ognuno aveva la sicurezza di vivere senza l'angoscia di perdere tutto con la disoccupazione e di dovere espatriare. Il socialismo, attraverso i Marchionne e la loro folle voglia di ridurre le persone a schiavi tremebondi ritornerà di grande attualità. Tornerà ad essere la speranza dell'umanità spaventata dalle barbarie del liberismo.

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*già consigliere CNEL

Dall’auto alle calze segue dalla 1° pagina Non meno decisiva risulterà pertanto la capacità del sindacato di aprirsi ad una nuova sensibilità e ad un più maturo equilibrio tra tutela dei diritti e assolvimento dei doveri. Nessuno insomma può tirarsi indietro , tantomeno la politica, che rischia di risultare mera spettatrice, incapace non di assistenzialismo, ma priva di strategie politiche e di progetti di sviluppo. Non si tratta infatti di una crisi qualunque, ma di un complesso mutamento di scenario su scala europea e mondiale , che richiede lungimiranza e capacità di progettare il futuro. nuccio Fava


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lndennità parlamentari e finanziamento pubblico E così anche i parlamentari vedranno diminuiti i loro emolumenti. Noi volevamo aumentarli ed eravamo disponibili a portargli il caffé se avessero portato avanti una serie di riforme. Siamo delusi e non comprendiamo la gioia del ministro Calderoli: non fu lui che nel 2005 propose che l’erogazione del finanziamento pubblico sia dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva? In questo modo partiti non piu' presenti in Parlamento continuano a percepire il finanziamento pubblico. Un risparmio di una decina di milioni sugli emolumenti ai parlamentari non compensa i 500 milioni di finanziamento pubblico (di cui solo un centinaio documentati) alla cui spartizione partecipano anche Lega e Pdl del quale fa parte il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, promotore dell'iniziativa. La politica ha vinto sulla Politica. Il fumo sull'arrosto. Primo mastrantoni segretario Aduc

Nuovo Codice della strada non bastano le sanzioni La riforma del codice della strada è stata approvata in via definitiva dal Senato. Varie le nuove disposizioni su cui, però, pesa sempre come un macigno l'applicazione: l'inasprimento delle sanzioni per la violazione di norme già esistenti e poco o male applicate non deve essere un alibi. Se si vogliono fare le cose per bene, la consequenzialità quindi dovrebbe essere: - maggiore presenza dell'autorita' per strada, - piu' personale e meglio paga-

giovedì 29 luglio 2010

tribuna to nei vari corpi di polizia, - migliore manutenzione e costruzione delle strade. Per parte nostra abbiamo contribuito facendo presentare ai senatori Donatella Poretti e Marco Perduca due emendamenti al disegno di legge che sono stati approvati: -26.1: è stato portato a 200 euro (noi avevamo chiesto 100 euro rispetto alla versione originaria che prevedeva 400 euro) l'importo minimo del verbale (anche cumulativo di piu' multe) per il quale le persone in condizioni disagiate possono chiedere il pagamento a rate (attuale art.40). -27.2: è stata abrogata una disposizione (attuale art.41) che prevedeva l'abbassamento a 30 gg (dagli attuali 60) del termine per fare ricorso al giudice di pace. Ufficio stampa aduc

Martusciello nell’Agcom Quale garanzia di indipendenza? Pessima pagina istituzionale quella che si sta scrivendo in Senato per l'elezione del membro mancante dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Il vuoto si era creato dopo le dimissioni di Giancarlo Innocenzi a seguito dell'inchiesta della Procura di Trani sulle presunte pressioni del premier Silvio Berlusconi per far chiudere la trasmissione “Anno Zero” di Michele Santoro. E dopo lo scandalo che ha portato alle dimissioni di Innocenzi, forse era il caso di dare un segnale diverso al paese e al Parlamento. Sarà eletto Antonio Martusciello, fedelissimo di Berlusconi, ex responsabile vendite della Sipra e quindi dirigente Publitalia, tra i promotori di Forza Italia, ex parlamentare ed ex membro di governo; tutto tranne che una figura indipendente come prevedono anche le direttive europee per la nomina delle Autorità. Non solo, ma l'opposizione in Senato fino all'ultimo non

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La migliore del giorno

Vauro sul “Manifesto” aveva proposte alternative da contrapporre, finché alle 16,30 e' arrivato un sms sui telefonini dei senatori in cui si diceva di votare scheda bianca, cioè via libera a Martusciello. Dopo Innocenzi abbiamo Martusciello. E la chiamano Autorita' per le Garanzie.... Di chi? Continueremo quindi a non stupirci se l'Agcom continuerà a fare gli interessi della attuale maggioranza di governo, quella che controlla la radio e la televisione di Stato e la quasi totalià delle televisioni e delle radio private? Vincenzo Donvito

Nomine Csm e trasparenza

Ancora una fumata nera sul Csm, mentre prosegue nelle agenzie il “botta e risposta” e le dichiarazioni sui nomi e sulle vicepresidenze, mentre proseguono le trattative riservate e i parlamentari aspettano il bigliettino o l'sms salvifico in cui apparira' la lista dei nomi da votare. Ancora una volta e' la dimostrazione che il metodo spartitorio e partitocratico non ha nulla di trasparente (nonostante i richiami da destra e da sinistra) ne' tantomeno di democratico. La

necessita' di rivedere le modalita' di votare cariche istituzionali appare sempre piu' urgente e necessaria. Percio' abbiamo presentato una proposta di modifica nell'ottica della trasparenza e pubblicita', per ridare al Parlamento e alle istituzioni il ruolo assegnato dalla Costituzione e che ad oggi eì sequestrato dai partiti.Molti senatori hanno gia' sottoscritto il ddl modello anglosassone che prevede il deposito di candidature per i membri laici del Csm e della Corte Costituzionale, le audizioni pubbliche e dichiarazioni di voto in sede di Parlamento in seduta comune. Oltre a me e ai senatori radicali Emma Bonino e Marco Perduca, hanno apposto la loro firma: Ignazio Marino, Enrico Musso, Pietro Ichino, Franca Chiaromonte, Magda Negri, Roberto Di Giovan Paolo, Elio Lannutti, Stefano Ceccanti, Luciana Sbarbati, Achille Serra, Giancarlo Sangalli, Anna Maria Carloni, Alberto Maritati, Giuseppe Lumia, Manuela Granaiola, Mauro Maria Marino, Claudio Micheloni, Oskar Peterlini, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Silvana Amati. Donatella Poretti senatrice radicale del Pd


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Diritti & DOVeri

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preVidenZa promotori finanziari

Per loro la gestione commercianti Mio figlio si è laureato da pochi mesi e vorrebbe intraprendere l’attività di promotore finanziario. Deve versare contributi assicurativi? Esiste una Cassa particolare o deve iscriversi all’INPS? P. Sacchi, Pavia Dal 1° gennaio 1997, anche i promotori finanziari che operano in modo abituale e prevalente come agenti o mandatari, devono iscriversi alla gestione commercianti dell’InPS e versare i relativi contributi. l’obbligo di iscrizione è esteso ai familiari collaboratori (coniuge e parenti entro il 3° grado).

Risponde il dottor ANTONINO NICOLO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

cumulo

Per l’assegno Inps di invalidità queste le decurtazioni per il 20o10 Percepisco da due anni un assegno ordinario di invalidità da parte dell’INPS. Poiché continuo a lavorare, sia pure con alcune limitazioni, il mio assegno viene decurtato per il divieto parziale di cumulo che non è stato abolito per la categoria. Vorrei conoscere i limiti per il 2010 per i miei calcoli. G. Ferrari, Piacenza Per l’anno 2010 i limiti di reddito per i titolari di assegno di invalidità che continuano a lavorare sono i seguenti: -fino a 23.970,44: nessuna riduzione; -da 23.970, 44 a 29.963,05: riduzione del 25%; -oltre 29.963,05 riduzione del 50%.

enasarco

Il trattamento minimo abolito Per gli iscritti alla Fondazione Enasarco, che vanno in pensione, esiste il trattamento minimo come nell’INPS? Ne è interessato un mio fratello. O. Fabbri, Ravenna esisteva, ma poi è stato eliminato il 30 settembre 1998. Pertanto, ne beneficiano ancora soltanto coloro che sono andati in pensione anteriormente al 1° ottobre 1998. Per essi l’importo mensile, nel 2010, è di euro 272,72,

gestione separata

Incertezza sulle aliquote future Vorrei conoscere gli estremi della normativa che ha previsto le attuali aliquote di versamento alla Gestione Separata dei lavoratori para-

Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

subordinati e se sono previsti ulteriori aumenti. M. Martinelli, Siena Si tratta dell’articolo 1 della legge n° 247 del 2007 che, al comma 79, ha stabilito l’elevazione dell’aliquota contributiva per i lavoratori non titolari di altra assicurazione al 24,72% da gennaio 2008, al 25,72% da gennaio 2009 e al 26,72% da gennaio 2010. Per i rimanenti iscritti l’aliquota è fissata al 17%. e’ un po’ difficile prevedere se il governo innalzerà ancora le aliquote tenuto conto della manovra in

commercio

40 anni di anzianità pensione nel 2012 Ho iniziato a lavorare, in un negozio di abbigliamento maschile, il 2 aprile del 1971. Ho goduto della fiducia dei titolari ed ho svolto tutta la

mia vita lavorativa nello stesso ambiente. Nel 2011 raggiungerò i 40 anni di contribuzione. Quando vedrò materialmente la pensione? F. Mambelli, Forlì Il primo assegno pensionistico lo percepirà il primo giorno del tredicesimo mese successivo al maturare del diritto. Vale a dire, dal 1° maggio 2012.

Vecchiaia

Nuove norme e requisito dell’età Ho letto le numerose risposte fornite ai lettori in tema di pensioni di anzianità, dopo l’emanazione dell’ormai famoso decreto legge di fine maggio. Ma, in sostanza, per le pensioni di vecchiaia, cosa accadrà? D. Bocchi, Parma Il requisito dell’età, per uomini e donne del settore

privato, non è stato cambiato. Per le donne del pubblico impiego, invece, viene richiesta, a partire dal 2012, l’età di 65 anni. ancora, per chi raggiunge i limiti di età a partire dal 2011, viene cambiata la decorrenza della pensione. I lavoratori dipendenti devono attendere, a partire dal conseguimento del diritto, altri 12 mesi, mentre gli autonomi devono attendere 18 mesi.

invalidità revocata

Come far valere quegli anni Vorrei sapere cosa succede ad un lavoratore (55 anni), che può contare solo su 17 anni di contributi, e al quale era stato riconosciuto l’assegno ordinario di invalidità, poi revocato in sede di conferma dello stesso, quando arriva all’età pensionabile? Avrà diritto ugualmente alla pensione di vecchiaia? C. Giordano, Cosenza nel caso descritto, se il diritto all’assegno viene perduto prima del compimento dell’età pensionabile (65 anni per gli uomini, 60 anni per le donne), anche il periodo di godimento dell’assegno di invalidità non viene valutato per il raggiungimento del requisito minimo per la pensione di vecchiaia. Se, invece, il lavoratore, con ulteriori versamenti, volontari od obbligatori, matura i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, questa viene erogata col rispetto, naturalmente, delle finestre di uscita.


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L’ iniZiatiVa

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sOciaLe

A CuRA DI Questo è l’anno che l’Europa ha dedicato alla lotta alla povertà ed all’esclusione sociale, e gli organizzatori del Ferrara Buskers Festival - la più grande manifestazione al mondo dedicata all’arte di strada - hanno pensato bene di sostenere il Progetto del Centro Pinocchio Ibo in Romania. I fondi raccolti verranno utilizzati per l’ampliamento della struttura per minori dell’Ibo, che è un’associazione di volontariato specializzata nella cooperazione internazionale. In particolare, verrà costruita una mensa dotata di cucina, all’interno di un centro che dal 2006 si occupa dei bambini svantaggiati della comunità di Panciu e della Regione Vrancea, ai quali vengono offerti stimoli culturali positivi atti a prevenire i danni dell’estrema povertà ed ignoranza locale ed a scongiurare fenomeni di esclusione sociale. Ogni anno il Ferrara Buskers Festival, oramai giunto alla 23esima edizione ed in programma dal 20 al 29 agosto, si impegna con l’iniziativa “Il Grande Cappello” a destinare ad un progetto selezionato una parte dei proventi delle libere offerte del pubblico. Ed il pubblico del Buskers Festival si avvicina puntualmente al milione di

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FIDALMA FILIPPELLI

Progetti di solidarietà internazionale

Il Ferrara Buskers Festival aiuta i bambini rumeni

visitatori, ragion per cui la solidarietà può essere molto generosa. Nell’anno europeo della lotta all’esclusione sociale la scelta è caduta sul Centro Pinocchio per le sue attività di alfabetizzazione, sostegno scolastico e diffusione della cultura del volontariato, oltre ai corsi di teatro, giocoleria, clowneria e fotografia. L’obiettivo di questo interessante progetto è quello di offrire percorsi educativi, di espressività personale e di formazione in una zona agricolaad alto rischio di esclusione sociale per la povertà. Si vuole dare ai bambini di Panciu la possibilità di completare gli studi, combattere le discriminazioni, superare i pregiudizi, confrontarsi su tematiche pacifiste ed ecologiste. Grande spazio viene dato all’educazione non formale ed alle attività artistiche, quali strumenti creativi per abbattere le diseguaglianze, scoprire la ricchezza delle differenze ed acquisire fiducia in se stessi e nel prossimo. Nel complimentarci con gli organizzatori del Ferrara Buskers Festival per la scelta fortemente solidale ci auguriamo una partecipazione di massa all’iniziativa ed una grande generosità da parte del pubblico. f. f.

Un asilo nido al Carcere Lorusso e Cutugno di Torino

E c’è Ikea che arreda: come nello spot tv Un bellissimo progetto sta per essere realizzato nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, dove l’ultimo piano di una palazzina oltre il muro di cinta ospiterà un asilo nido per bambini fino a 3 anni detenuti con le mamme. Una bella novità del sociale, di quelle che più ci piacciono: nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino è stato previsto un apposito padiglione della sezione femminile per i bambini fino a 3 anni detenuti con le madri. Un vero e proprio nido, che

verrà ospitato da una struttura al di fuori del muro di cinta del carcere, che era una casa demaniale. In futuro in questa palazzina ci staranno i semiliberi ed all’ultimo piano i bambini più piccoli con le loro mamme in regime di custodia attenuata.

Attualmente si sta lavorando al progetto di richiesta di fondi alla Cassa delle Ammende: tre tranches di finanziamenti di 50mila euro per zona giorno, notte e ristrutturazione di un prato. La richiesta di 150 mila euro non è però sufficiente in sé: la

struttura infatti dovrebbe essere pensata in modo da richiamare una casa con delle attività. Ikea ha già dato ampia disponibilità ad arredare la struttura, il Comune di Torino invece regalerà le piante per il giardino. E poi c’è una lista di fondazioni, associazioni e finanziatori privati disposti a coprire sia la parte residua che quella progettuale. Per ciò che riguarda il numero delle mamme detenute, il calcolo per la struttura è di circa 14 posti mammabambino, considerato che alcune donne potrebbero avere 2 figli da tenere con sè.


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Culture & tenDenze

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Sannio Film Fest

In mostra il cinema in costume DI MONICA SIMEONE Si conclude oggi a Sant’Agata de’Goti (Benevento) il Sannio Film Fest, unico festival internazionale dedicato al cinema in costume. Anche quest’anno la mostra di costimi cinematografici rappresenta il cuore della manifestazione e protagonista di questa edizione la storica sartoria Tirelli che espone innumerevoli pezzi di pre-

gio tra cui il costume della strega indossato da Monica Bellucci (foto) nel film di Terry Gilliam “ I fratelli Grimm” opera di Gabriella Pescucci, quello indossato da Nicole Kidman in "Ritorno a Cold Mountain" e molti altri. Il Sannio Film Fest allarga i suoi orizzonti in Europa affidando la presidenza del festival ad una delle costumiste più famo-

se nel panorama del cinema mondiale, l’inglese Sandy Powell, vincitrice di due premi Oscar, e destinataria di ben 5 nomination. Scadeva infatti quest’anno il mandato della storica presidente, la costumista Giulia Mafai, che tanto ha contribuito alla crescita del Festival. “Apprezzo del Sannio Film Fest - ha detto la Powell - la semplicità e la familiarità dell’atmosfera e

un’autentica attenzione per il nostro maltrattato settore.Stefania Sandrelli, Valeria Solarino,ni costumisti Maurizio Millenotti, Nanà Cecchi, lo scenografo Tonino Zera sono solo alcuni degli ospiti attesi stasera in occasione della “Notte dei Capitelli”, tradizionale cerimonia di consegna dei premi che chiude ogni anno il Sannio Film Fest.

Inaugurato ieri a orio al Serio il primo Disney Store italiano

Fare shopping giocando

The Walt Disney Company Italia ha inaugurato ieri il primo Disney Store italiano interattivo progettato secondo un concept design del tutto nuovo, presso il centro commerciale Orio Center di Orio al Serio, Bergamo, segnando l’inizio di una generale trasformazione che investirà più di 300 location mondiali, nei prossimi 5-7 anni. Grazie alla tecnologia innovativa, a narrazioni interattive e all’esclusivo merchandise firmato Disney Store, i nuovi

Store porteranno nel cuore della città i beniamini Disney con cui le famiglie potranno divertirsi insieme. “Si tratta di un concetto di shopping totalmente innova-

tivo che rappresenta un momento di intrattenimento in store senza precedenti.” dice Gian Paolo Scrivano, Country Director Disney Store Italia. “Inoltre c’è un

legame molto forte tra il brand Disney e l’Italia. Gli Italiani amano la magia Disney e la capacità che abbiamo nel raccontare le storie attraverso i nostri contenuti televisivi, cinematografici ed editoriali. Ogni anno oltre 10 milioni di persone visitano i 16 punti vendita Italiani”. Inoltre ogni giorno si celebrerà una speciale Cerimonia di Apertura. Un piccolo fortunato verrà scelto per prendere parte alla Cerimonia e “liberare” ufficialmente l’immaginazione. Un grande orologio posto sul pannello What’s New effettuerà il countdown fino al momento dell’apertura, quando appariranno 12 personaggi Disney.


Viaggi & VaCanze

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Barcellona dove oggi domina l’atletica

L’urbanistica da Cerdà a Gaudì DI ANNA

MARIA DE LuCA

Barcellona ospita fino a domenica uno degli avvenimenti più importanti della scena sportiva internazionale, il XX Campionato europeo di atletica leggera. La competizione si svolge in uno dei simboli sportivi più grandi della città, lo Stadio Olimpico di Montjuic (Stadio Lluis Companys), che recupera l'essenza dello sport d'elite, come ha fatto nei Giochi Olimpici del 1992. L'intenzione è quella di far godere al pubblico non solo un’eccellente scelta di sport, ma anche le attività culturali e ricreative che Barcellona offre ai suoi visitatori. Così, tutti i tifosi che acquistano i biglietti delle gare usufruiranno di notevoli sconti sul Barcelona Bus Turistico, il Caixa Forum, Mies van der Rohe, Poble Espanyol e il MNAC. la città di Ildefonso Cerdà Quando qualcuno ha il privilegio di volare nella capitale catalana in aereo è colpito dal lavoro straordinario che l’urbanista Ildefonso Cerdà, ideologo del Plan Cerdà, effettuò sulla città. Si può vedere l'ordine perfetto dei palazzi nel quartiere Eixample, centinaia di edifici perforati mediante l'apertura dei giardini e parchi. Tra queste reti di strade dritte e parallele, che permettono di attraversare la città dal mare alla montagna e dalla monta-

gna fino il mare senza paura di perdersi, con la Sagrada Família che si erge come un faro in un mare di case. Barcellona festeggia quest’anno i 150 anni dall'adozione del suo piano di rinnovamento urbano. Grazie a Cerdà e Gaudì , la capitale catalana è entrata nella modernità, per mezzo della trasformazione della città. Per commemorare questo grande evento, Barcellona il Centro di Cultura Contemporanea e il Museo di Storia hanno progettato 14 itinerari (www.anycerda.org) che permettono di scoprire a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, la Barcelona Ildefonso Cerdà, quella che ha rotto con i vincoli medievali e ha fatto un grande passo in avanti. Per visitare Barcellona vi consigliamo di usare il MetroWalks, un nuovo servizio che include il biglietto di trasporto pubblico, e per soli due euro in più, una guida unica che mostra sette percorsi per la città, ognuno con le spiegazioni, foto e cartine geografiche della zona e della rete metropolitana. I sette percorsi sono progettati per andare a piedi, in autobus, metropolitana e tram, per la maggior parte dei quartieri di Barcellona. Per maggiori informazioni: www.barcelonaturisme.cat

Dodici musei con ingresso gratuito Barcellona è sinonimo di cultura. La città mette a disposizione di tutti, gratuitamente, una dozzina di musei locali che aprono le loro porte gratuitamente la domenica pomeriggio. L'esempio più grande è il Museo Picasso (www.museupicasso.bcn.cat), che ripercorre la carriera artistica del pittore. E’ il museo più visitato di Barcellona e si trova al Carrer Montcada, una zona piena di palazzi medievali. Tra i grandi musei che aprono gratuitamente la domenica pomeriggio troviamo il Museo Barbier-Mueller di Arte precolombiano (www.barbier-mueller.ch), il Museo Frederic Marès (www.museumares.bcn.cat), il Museo de Ciencias Naturales (www.bcn.cat), monumento della Plaza del Rei (www.museuhistoria.bcn.cat), il Museo di Etnologia (www.museuetnologic.bcn.cat) e il centro della immagine del Palacio de la Virreina (www.bcn.cat/virreinacentredelaimatge). Altre opzioni sono il Giardino Botanico (www.jardibotanic.bcn.cat), il Museo della Musica (www.museumusica.bcn.cat), il Monastero di Pedralbes (www.museuhistoria.bcn.cat). E nel Palau Reial de Pedralbes è possibile visitare il Museo della Ceramica (www.museuceramica.bcn.cat), il Design Hub Barcellona (www.dhub-bcn.cat) e il Museo del Tessuto di

Che cos’è il Barcelona Premium Barcellona Premium è un nuovo programma concepito per attrarre turismo di lusso e posizionare Barcellona come una destinazione speciale ed unica. Il programma ha il sostegno di 14 aziende che organizzano e commercializzano un viaggio unico per il cliente, con alloggio in un hotel di lusso di Barcellona e facendo diventare unica e indimenticabile la visita della città. Ci sono sei agenzie di viaggi specializzate in esperienze personalizzate ed otto hotel cinque stelle lusso in città. Aziende membri del programma: Agenzie di incoming e DMC: Another Konzept, Cititravel, D-Company, Iberoservice, Novovira e Stop. Hotel 5 * GL: Arts, Casa Fuster, Claris, Eurostars Grand Marina, Gran Hotel La Florida, Barcelona Majestic Hotel & Spa, Miramar di Barcellona e Hotel re Juan Carlos I. Per maggiori informazioni: www.barcelonapremium.com


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

Affetti & Dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

Amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

Alice in Wonderland

Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

A single man Regia: Tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con Mia Depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok Dangerous Regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo Donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, David Dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro Nunziante con Dino Abbrescia, Fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? Documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City Island Regia: Raymond De Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City Island Regia: Raymond De Felitta

con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert Duvall Non sarà il Drugo del Grande

Due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

Dragon Trainer Regia: Dean Deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

Draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy Family

Fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

Il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

Il Mi$$ionario Regia: Roger Delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

Il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

Il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

Invictus Regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt

Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher e Maya


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: Daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina Di Majo con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine Vaganti Regia: Ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine Regia: Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle Manhattan

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Regia: Mira Nair con Steve Carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators Regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, Robert Duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo Di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Mark Piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con Daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

Sul mare


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e Vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. Danis Tanovic con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: Davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner

Il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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