aq3luglio2009

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Venerdì 3 luglio 2009 - Edizione ore 15

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quotidiano

Anno I - n° 20 - € 0,50

Ora di punta di MonItor

Tra sogni e bisogni

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’era la Madia. E passi. Un volto nuovo, giovane. Inesperta, ma con delle potenzialità secondo VeltroniBettini. Una invenzione pura. Che sarebbe andata bene se il Pd avesse vinto le elezioni. Ma non è stato così. Perché le leggi della politica non si cambiano. Berlusconi le ha cambiate, è vero, ma perché ha preparato il cambiamento, cambiando la testa delle persone. Le ha cambiate, appunto, perché ha anche i mezzi, personali e mediatici, per farlo. Il modello non è riproducibile. Nel Pd se ne facciano una ragione. Ora qualcuno, in nome del nuovismo, ipotizza un tandem Serracchiani-Sassoli. Diciamo che ci sembra una stravaganza. Per fortuna Sassoli si è chiamato fuori da ogni incarico di partito. a resta la confusione. Un giorno spunta l'ipotesi Chiamparino, un altro l'ipotesi Marino (Ignazio), in nome della laicità. E via di questo passo. Rutelli, poi, aspetta per vedere se Franceschini gli lascia spazio al centro. Non resta alla sinistra che il buon senso di Prodi e di una sua proposta politica che varrebbe la pena approndire. Se il Pd non ha subìto un ko alle amministrative non è stato forse perché a livello locale quella ipotesi è stata applicata automaticamente? E d'altra parte è stato Prodi l'unico, col sua fare da curato di campagna, a sconfiggere il Grande Comunicatore. Perché la politica è stare con i piedi per terra, interpretando sogni e bisogni della gente. Non i tuoi sogni personali.

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Operazione congiunta con militari afghani

Gli italiani catturano insorti presso Kabul Il sarcofago di Jacko

Questa è la bara dorata nella quale sarà conservato il corpo di Michael Jackson

Due martiri di Dachau tra i beati proclamati di papa Ratzinger

Ci sono anche due martiri morti nel campo di concentramento di Dachau durante la persecuzione nazista tra i nuovi beati riconosciuti da Benedetto XVI. Il Papa ha autorizzato la promulgazione di quattro miracoli attribuiti a Venerabili o Beati dal XVIII al XX secolo; quattro riconoscimenti delle «virtù eroiche» di altrettanti «Servi di Dio» degli ultimi due secoli e quattro martirii. Tra questi vi sono due sacerdoti, il Servo di Dio Giorgio Hafner e il Servo di Dio Engelmar Unzeitig, che sono stati uccisi «in odio alla fede» nel campo di concentramento di Dachau il primo nel 1942 e il secondo nel 1945. Tra i martiri riconosciuti ci sono anche sei preti spagnoli, uccisi in due diversi momenti durante la persecuzione religiosa nel 1936. Diventeranno presto beate anche due religiose fondatrici di istituti (Suore della Sacra Famiglia di Urgellm, spagnole, e Suore degli Angeli, italiane) e una laica del Terz'Ordine di San Francesco, Teresa Manganiello. (Ansa)

La dura reazione agli attacchi contro i parà della Folgore I soldati italiani hanno partecipato nella notte, nella valle di Musahi, nei pressi di Kabul, a una vasta operazione congiunta con i militari afghani, che ha consentito di sgominare un gruppo di 'insortì responsabile di una serie di attacchi nei confronti dei parà della Folgore. Secondo quanto riferito dal comando del contingente italiano a Kabul, nell'operazione sono stati impegnati circa 600 militari tra paracadutisti del 186° reggimento della Folgore e soldati dell'esercito afghano. Invece le truppe statunitensi hanno subito gravi perdite nel massiccio attacco contro i talebani. Altre notizie a pagina 2

SOTTOTRACCIA Madonna è la cantante più pagata del mondo. Però è anche la più bestemmiata. Le vale come risarcimento. Idran

Appuntamento a lunedì Il sabato e la domenica “l’Altro quotidiano” in edizione pdf stampabile non viene pubblicata. Gli aggiornamenti proseguono però sul sito.


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venerdì 3 luglio 2009

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In manette 2 anarchici

Fallito attentato ferroviario, in cella I carabinieri del Ros hanno arrestato stamani due esponenti dell'area anarco-insurrezionalista per associazione sovversiva e attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici, con riferimento al progettato sabotaggio di una linea ferroviaria. Quaranta perquisizioni sono state effettuate su disposizione della procura di Perugia, nei confronti di altrettanti indagati. Un'azione attentamente pianificata e in fase avanzata di attuazione: così gli investigatori

definiscono il fallito sabotaggio della linea ferroviaria Orte-Ancona. Obiettivo dei due anarchici, sottolineano gli investigatori, era quello di interrompere con degli appositi ganci l'alimentazione elettrica al passaggio del primo convoglio e quindi bloccare la circolazione dei treni sulla linea ferroviaria: un'azione di sabotaggio tipica, viene rilevato, di questo tipo di eversione. Non è escluso che possano esserci ulteriori sviluppi.

Nuova scossa di terremoto avvertita a L’Aquila

Polizia e carabinieri arrestano boss e cassiere del clan mafioso marsalese

Il segretario dell’Onu chiede la liberazione di San Suu Kyi

Una forte scossa di terremoto è stata avvertita molto distintamente all'Aquila poco dopo le 13. La gente è uscita subito dagli uffici riversandosi per le strade. Per ora non sono segnalati danni a persone o cose e i controlli sono ancora in corso. La scossa è stata registrata alle 13:03 dall'Istituto nazionale di geofisica che ha rilevato una magnitudo di 4.1. Le località prossime all'epicentro sono L'Aquila, Pizzoli e Barete.

I militari del comando provinciale carabinieri e agenti di polizia della squadra mobile di Trapani e del commissariato di ps di Marsala, hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo su richiesta della procura antimafia. Il blitz è scattato all`alba ed ha visto impegnati oltre cento agenti. Tra gli arrestati, colui che è considerato l'attuale capo e il cassiere della famiglia mafiosa marsalese. I capi della

Missione del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel Myanmar, per incontrare il leader della giunta al governo del Paese, il generale Than Shwe, a cui chiederà la scarcerazione di detenuti politici, fra cui la dissidente premio Nobel, Aung San Suu Kyi. Il processo contro di lei, con l'accusa di aver violato gli arresti domiciliari a causa di un turista americano che era riuscito a raggiungere la sua abitazione sul lago a nuoto, è slittato di un'altra settimana, nel frattempo. «La Corte suprema non ha inviato i documenti relativi al caso al tribunale, quindi il caso è stato aggiornato al dieci luglio», ha reso noto l'avvocato difensore, Nyan Win, citato dalla BBC. Comunque, va sottolineato che la comunità mondiaale si è mossa a favore della scarcerazione del premio nobel che il governo del Myanmar ha sempre cercato di mettere a tacere arrivando agli arresti e ora al suo processo.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione e stampa: via Carciano 45, 00131 Roma tel. 06 4131710 - Fax 06 41299020 redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 Partita Iva 09937731009

Pressioni sul medico che soccorse Neda Le autorità iraniane hanno «messo sotto pressione» familiari e amici di Arash Hejazi, il medico iraniano riparato in Gran Bretagna dopo essere stato testimone dell'uccisione di Neda Agha Soltan durante i disordini a Teheran, e «molestato» il padre di 70 anni. Lo riferisce lo stesso Hejazi, sul proprio blog. Hejazi è l'uomo che nel filmato diffuso su Internet in tutto il mondo cercava di rianimare la ragazza colpita da un proiettile, e che ha accusato un miliziano islamico Basiji di avere sparato.

cosca non hanno avuto nemmeno il tempo di rialzare la testa. Praticamente annientata nel 2004 la famiglia di Marsala si era riorganizzata negli ultimi anni. Tra gli arrestati l'attuale reggente e il cassiere, ma anche un podologo e un imprenditore edile, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, di una serie di attività estorsive e di detenzione di armi da fuoco. Il blitz è stato operato in varie frazioni del territorio marsalese, da un centinaio tra poliziotti e carabinieri, con il supporto del Commissariato di Marsala. In contrada Ciavolotto, è stato individuato e arrestato il nuovo reggente della cosca di Marsala. Si tratta di Vito Vincenzo Rallo, di 49 anni, fratello di Antonino Rallo arrestato l'11 ottobre del 2007 . Un altro ordine di arresto ha riguardato Francesco Giuseppe Raia, indicato come capodecina della stessa famiglia mafiosa e figlio di Gaspare Raia altro uomo d'onore.


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IerI OggI DOmanI

Morti i cani poliziotto abbandonati in auto

Honduras

Il parlamento emana leggi contro la libertà Il parlamento dell'Honduras ha approvato la sospensione provvisoria di numerose libertà costituzionali nel Paese. La misura autorizza a mantenere persone in detenzione provvisoria per più di 24 ore e sospende garanzie come la libertà d'associazione, di riunione e il diritto alla libera circolazione.

Parigi

L’AirFrance non si è spezzato in volo L'airbus A330 dell'Air France precipitato nell'Oceano Atlantico mentre volava da Rio de Janeiro a Parigi non si è spezzato in volo. A sostenerlo è la commissione che indaga sul disastro aereo . "L'aereo sembra aver urtato la superficie del mare in linea di volo con una forte accelerazione verticale", ha detto Alain Bouillard, responsabile dell'inchiesta tecnica del Bea.

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Mappamondo

Londra

Due cani poliziotto sono stati lasciati a lungo in un'auto e sono morti a causa del gran caldo. Ora la polizia inglese è sotto accusa. L'agente che aveva gli animali in consegna li aveva lasciati nella sua auto in un parcheggio, sotto il sole cocente (in questi giorni in Gran Bretagna si registrano temperature record). I due pastori tedeschi sono stati trovati poco dopo senza vita, probabilmente per l'eccessiva disidratazione. Il poliziotto non è stato sospeso, ma è adesso a casa per un periodo di aspettativa. "E' un tragico incidente ha commentato il vice capo della polizia Peter Davies diamo molto valore all'importante compito che i nostri cani poliziotto svolgono quotidianamente".

venerdì 3 luglio 2009

Premier responsabile di Moisè Asta

Facebook teme la concorrenza di Twitter Facebook fa sapere, direttamente dalle pagine del suo blog ufficiale, che offrirà ai suoi utenti un maggiore controllo sulle informazioni personali on-line. Dalla compagnia di Palo Alto viene soprattutto sottolineata la semplificazione delle diverse opzioni, inerenti appunto alle informazioni personali dei fruitori, che potranno scegliere quali contenuti condividere. Sembra una chiara stoccata rivolta a Twitter, il micro-blog che ultimamente spopola negli Stati Uniti dando del filo da torcere al famoso social-network.

Indagini in corso sulla morte

Afghanistan, colpiti covi miliziani. Prime vittime tra le forze alleate Prosegue l'offensiva Usa contro i talebani. Diversi covi di miliziani nel pakistano Waziristan del Sud, al confine con l'Afghanistan, sono stati centrati da missili americani. Lo ha riferito la sicurezza pakistana. Obiettivo dell'attacco statunitense è il gruppo che fa riferimento a Noor Wali, considerato alleato di Baitullah Mesud, sulla cui testa pende una taglia di cinque milioni di dollari. Una quindicina le vittime. Un altro razzo sarebbe stato lanciato, secondo la televisione, dallo stesso drone contro una madrassa, una scuola coranica, nell'area di Mantoi, nello stesso distretto. In questa scuola non ci sarebbero state vittime in quanto la struttura era chiusa per lavori. Intanto anche le forze alleate registrano le prime

perdite sul campo: un soldato americano è morto e un ufficiale britannico, un tenente colonnello, uno dei più alti in grado del contingente militare di Sua Maestà in Afghanistan, è caduto insieme a un soldato nell'esplosione di un ordigno nascosto sul bordo di una strada nella provincia meridionale di Helmand. Lo rende noto il ministero della difesa britannico da Londra. Insomma l’offensiva americana prosegue a ritmo sostenuto mentre sul fronte arabo si attende una risposta dalle organizzazioni terroristiche che sino al momento hanno taciuto. Va sottolineato, che oltre alle prime vittime delle forze della coalizione i talebani nei giorni scorsi avevano catturato un soldato americano. Subito dopo Obama ha mostrato i muscoli.

“Di tutti disse mal fuor che di Cristo, scusandosi col dir Non lo conosco”. Tremendo, l’Aretino, ma coerente col suo pensiero. Il premier , nelle ultime ore, ha cercato di scopiazzarlo ma ha solo confermato la sua proverbiale doppiezza quando, assumendosi (proprio come Mussolini sul delitto Matteotti) la “responsabilità” del DDL sulla sicurezza, non si è pronunziato (dicendo, appunto, di non conoscerle) sulle critiche della Chiesa che, con un “triste e dispiaciuto” Mons. Marchetto, numero due del Pontificio Consiglio per le Migrazioni, ha sottolineato che “la legge porterà molti dolori”. Resta un fatto, intanto, che, almeno buona parte della normativa in questione accentua l’insicurezza, fa gravare sull’Italia l’ombra della xenofobia e acuisce la paura, come ha detto Franceschini (PD) ed apre un inquietante interrogativo sul rispetto dei diritti umani, come ha commentato Cesa (UDC). Di tanto sembrerebbe convinta anche parte della maggioranza che, comunque, deve fare salti mortali per spiegare alla gente perché si è giunti al reato di clandestinità e all’introduzione delle ronde. E forse per questo, oggi, sono sguinzagliati, a Roma, ben sei ministri: Sacconi, Bondi e Ronchi interverranno al Convegno – udite!udite! – su “La persona prima di tutto”, mentre Carfagna, Gelmini e Maroni terranno una conferenza – udite ancora! – su delle iniziative contro violenza e discriminazioni, quasi non ci fosse più il DDL testé approvato. Con quali argomentazioni? E, soprattutto, con quale coraggio? Quante facce di bronzo, in giro!


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Pd verso il congresso

Tra Franceschini e Bersani l’ombra di Marino e il fantasma di Walter Se sarà o meno il terzo candidato a segretario del Pd, Ignazio Marino lo dirà entro domani. Lo fa sapere dalla sala operatoria mentre è impegnato da stamattina in un trapianto di fegato. Il suo programma lo conosciamo già: vuole un partito laico, che si occupi dei problemi della gente, di lavoro, di casa e di salute. Buona possibilmente. Gli altri due contendenti scesi in campo hanno già fatto outing. Bersani ha presentato il suo programma al teatro romano Ambra Jovinelli merco-

«Sono giovane e il compito è arduo, ma io ho il vantaggio, al contrario di alcune vecchie volpi politiche, di crederci davvero». Con queste parole, il 17 aprile scorso, Bernardo Calasanzio, per gli amici Benny, aveva annunciato la sua candidatura alle primarie per l’elezione del segretario nazionale del Partito Democratico. Per fare le cose in regola, aveva scritto anche a Franceschini. Tenacia e convinzione sono venute meno in un paio di mesi. Nuova lettera a Franceschini, questa volta con un’ingiunzione: la richiesta di “un rimborso spese per le speranze mal riposte”. La decisione definitiva l'ha presa il 20 giugno scorso, accompagnandola con una promessa: «Lascio, come spero facciate voi, il Partito Democratico al suo destino». «Farò di tutto per frustrare i suoi dirigenti, nell'ingrato compito di far comprendere loro quanto danno creino solo a metterci la faccia». E per spazzare ogni dubbio, ha aggiunto: «Taglierò e spedirò al segretario la mia tessera del Partito Democratico».

ledì e Franceschini ha deciso invece di snocciolarlo lentamente, nel suo tour elettorale che lo porterà nelle varie regioni italiane. Ieri c’è stato un incontro organizzato da Veltroni per parlare del Pd, dove l’ex segretario si è guardato bene di appoggiare la candidatura del suo pupillo “per non portarlo a sconfitta certa” dicono i maligni. Ma intanto la conta all’interno del Pd si fa già. Le “correnti” pesano poco stavolta, si spaccano, c’è chi va di là e chi va di qua. Sembra che i militanti fa-

ranno un po’ di testa loro. Di sicuro Bindi, Letta e D’Alema stanno con Bersani. Chiamparino e Serracchiani con Franceschini. Mentre Marino conta già il grosso appoggio di Bettini e dei “quarantenni”, che vedono in lui un candidato outsider. I temi sono simili. Parlano tutti e tre di lavoro, precarietà, della questione femminile e quella meridionale. Ma l’idea del partito è molto diversa. Bersani vuole un Pd, alleato a sinistra. Si è dimostrato un nostalgico dell’Ulivo, ma forse

Il forfait di Benny “terzo” mancato di EuStAChio FolliA Questo è Benny. Nato 24 anni fa a S a n t a Margherita di Bel i c e , piccolo paesino tra le province di Palermo, Trapani ed Agrigento, cinque anni fa si è trasferito a Padova per studiare e laurearsi in Scienze della comunicazione. «Lavoro come collaboratore per il principale giornale di Verona, L’Arena scrive sul suo blog - occupandomi di cronaca». L'impegno nella Sinistra giovanile e poi, negli ultimi due anni, decide di usare «ogni weekend, ogni momento libero dal lavoro per girare l’Italia in lungo ed in largo per portare in giro la storia di mio

nonno e di mio zio, Giuseppe e Paolo Borsellino, due piccoli imprenditori edili di Lucca Sicula ammazzati dalla mafia nel 1992 per non aver ceduto alle logiche di cosa nostra». Ha anche scritto un libro, pubblicato lo scorso settembre, intitolato “Disonorevoli Nostrani": indagini, arresti e disavventure di quelli che lui chiama i “divonesti”, ovvero “diversamente onesti”. Un libro in cui traccia «gli identikit dei parlamentari siciliani che hanno avuto vicissitudini giudiziarie ed etiche, e rilancia a gran voce la questione etica nella politica. Partendo dal predecessore, Totò Cuffaro,

persava anche all’Unione. Franceschini punterà su un forte partito, alleato solo con i riformisti, come ha detto ieri Walter Veltroni. Ignazio Marino vuole attrarre i delusi del Pd, quelli che «sono stufi e nauseati dalle incertezze e chiedono posizioni nette e trasparenti». Quelli che pensano che la linea del partito la facciano militanti, che se non sono d’accordo con il partito si alzano e dicono la loro, ma poi sono fedeli alla linea venuta fuori dal confronto. el.cov.

fino all’attuale presidente, Raffaele Lombardo, passando per molti deputati, sono raccontati minuziosamente i trascorsi di tutti coloro che hanno conosciuto in prima persona indagini, processi e a volte anche gli arresti». Con un gruppo di amici e con pochi soldi, Benny aveva creduto davvero alla possibilità di poter giocare un ruolo da protagonista nella corsa alla guida del Pd, “un altro Pd”, come sosteneva lo slogan sul sito. Impegno che lo aveva portato anche a scrivere un programma "work in progress": “Il Pd che voglio deve tornare ad essere un partito fondamentalmente antimafioso». Il suo modello, in effetti, è il vecchio Pci di Berlinguer. Ma adesso si dice certo che “un congressino” eleggerà Franceschini segretario: «60% contro il 40% di Bersani: so già la percentuale». Adesso che tutto ci è stato svelato, Bersani ha solo due possibilità: fare il candidato di bandiera, oppure strappare la tessera del Pd e chiedere a Franceschini il rimborso spese.


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Il treno della morte

Riaperta oggi la stazione di Viareggio Bertolaso tra le macerie di un’abitazione distrutta. Sotto un vagone esploso

Sono 21 le vittime dell’esplosione della cisterna, ma molte anocra da identificare. Matteoli: «Chi ha sbagliato pagherà» di MArCo roSAti Una tragedia immane che continua a provocare vittime. Sono infatti 21 le persone morte a causa dell’esplosione del vagone merci carico di gpl, avvenuta alla stazione di Viareggio. L’ultimo decesso questa mattina. Ventuno le vittime È morto poco dopo le 10, il giovane che era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Massa Carrara. Diciotto i feriti ricoverati nei vari ospedali italiani, di questi almeno cinque sono in pericolo di vita. I dispersi sono due: Andrea Falorni di 50 anni e Antonio Farnocchia di 51, entrambi di Viareggio. In giornata dovrebbero concludersi le operazioni di identificazione delle vittime. Per due di queste non sono ancora disponibili elementi che possano aiutare a individuarne l'identità. Ripresa la circolazione ferroviaria È il regionale 23375 La SpeziaPisa il primo treno a fermare, alle 5:54, a Viareggio dopo l'incidente La stazione è stata riaperta all'alba anche se al momento i binari disponibili

sono solo due su otto. Una rete di protezione divide in due la stazione, impedendo l'accesso all'area compresa tra i binari 4 e 8. Sul quinto binario sono ancora in sosta alcuni vagoni cisterna del convoglio deragliato nell'incidente. Parte degli sfollati torna a casa Sul fronte degli sfollati sono rientrati nelle loro abitazioni i 1.100 residenti che le avevano dovute abbandonare a seguito del disastro ferroviario. La zona

maggiormente interessata dalla deflagrazione è stata messa in sicurezza. Sono però 80 i senza casa, persone che abitavano principalmente nella zona di via Ponchielli dove alcune pa-

lazzine sono crollate, e altre sono state abbattute per motivi di sicurezza, in quanto pericolanti. Trentadue edifici destinati ai senza tetto In tutto sono una trentina gli edifici non agibili. A fare il punto della situazione è il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini. Il primo cittadino ha ricordato che la competente commissione comunale ha individuato, per il medio periodo, 32 edifici da destinare ai senza

tetto; di questi, una ventina sono ubicati in altri comuni della Versilia. Lunardini al riguardo ha chiesto «tempi rapidi, gli edifici ci sono -ha dettomancano solo le autorizzazioni burocratiche». Chi ha sbagliato deve essere punito severamente Ancora fa sentire la sua voce il ministro Matteoli: «Bisogna legare le regole della sicurezza alla capacità di fare verifiche serie e controlli. Sicurezza, verifiche, controlli: ho l'impressione che qualcosa non abbia funzionato nella filiera». «Chi salta un passaggio, deve essere punito severamente se ci sono responsabilità: anche se ci può essere l'imponderabile», ha aggiunto Matteoli. La strage di Viareggio ha messo in evidenza che nel settore ferroviario «si è spezzata la catena delle responsabilità: prima era sicuro di chi fosse, oggi siamo alla ricerca di un responsabile». Lo ha affermato il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari «C'è una diversa velocità - ha spiegato Solari - tra evoluzione del mercato e sistema della sicurezza. Tutto era calibrato sull'ipotesi di una grande azienda monopolista, ma oggi non è più così» Infine oggi si è riunito poco dopo mezzogiorno il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno appunto la tragedia di Viareggio.


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Gionali e democrazia

La crisi: unica via d’uscita tornare agli editori “puri” «Io sono per il conflitto. Lo sono denunciandone l’assenza che condanna l’informazione a non poter corrispondere alla sua funzione primigenia». Beppe Lopez lo dice con foga parlando in occasione della presentazione del suo libro Giornali e democrazia (Glocal 2009) giovedì pomeriggio alla Federazione nazionale della stampa. Mentre su Roma si abbatte un violento fortunale, Lopez racconta della tempesta che dagli anni ‘70 imperversa nel mondo dell’informazione e in particolare in quello della carta stampata. Si definisce socialista di vecchia fede anticraxiana e non lesina l’uso del termine “compagno” quando introduce i vari tasselli del suo pensiero. Tanti tasselli, che giustifica uno ad uno con sistematica semplicità e che infine riassume così: «L’analisi dei problemi che affliggono il mondo dell’informazione non può che avere connotati radicali, ma le soluzioni non possono esserlo altrettanto; un processo di rinnovamento dell’intero sistema non può che seguire un itinerario graduale di interventi». Informazione e democrazia: stessa crisi. Ma quali sono e quando iniziano questi problemi? Per Lopez l’analisi del “che cosa” e del “quando” coincide quasi completamente. La crisi dell’informazione, come suggerisce il titolo del libro, coincide con la crisi della democrazia nel Paese. «E’ dalla fondazione de la Repubblica che in Italia non si innova e non si produce più informazione seguendo le esigenze del mercato. Da quello straordinario fenomeno innescato da Scalfari la stampa italiana ha preso a farsi sempre più autoreferenziale, piegata su sé stessa ed indifferente nei confronti dei lettori». Mercato e autoreferenzialità sono due concetti chiave dell’analisi di Lopez, che infatti già due anni fa nel libro-dossier La casta dei giornali insisteva sull’effetto adulterante dei

L’ultimo libro di Beppe Lopez riapre la discussione sullo stato di salute del settore Analisi e soluzioni proposte da un pioniere dell’innovazione giornalistica dI FrAncESco nArdI

Beppe Lopez ha cominciato a scrivere sui giornali da giovanissimo, nel 1963. E’ iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1968, professionista dal 1976. È stato per vent’anni resocontista parlamentare; poi ha fondato e diretto quotidiani locali di successo in Puglia e in Basilicata, raccontando queste esperienze nel volume “Il quotidiano totale”.

criteri perversi con i quali le testate ricevono i finanziamenti pubblici. Su questo punto Lopez ha un’idea molto chiara di come andrebbe riformata la disciplina. Trova incomprensibile, infatti, che i finanziamenti pubblici possano essere destinati solo a quelle imprese editoriali che riescono a sopravvivere da sole per un certo numero di anni: «È come se un genitore dicesse al figlio: provvedi a te stesso fino a 20 anni, poi inizierò ad aiutarti». Sono tre, invece, i princìpi che dovrebbero definire, secondo il giornalista barese, la finanziabilità delle testate: prima di tutto, al contrario di come avviene ora, bisognerebbe finanziare le nuove iniziative e solo per un periodo limitato di tempo, in secondo luogo si dovrebbero privilegiare le iniziative noprofit e quelle “indipendenti”. Propositi, questi di Lopez, che a suo

dire lo hanno costretto anche a un certo isolamento: troppo forti gli interessi che schiacciano l’esigenza di rinnovamento, da un lato; e poco ispirate le soluzioni che altri, pur condividendo la stessa analisi del problema, propongono di attuare. E’ il caso, rispettivamente, degli editori che in massima parte non sono più “puri”, perché non hanno come scopo quello di produrre esclusivamente informazione bensì quello di promuovere in svariati modi le loro altre attività, diverse da quelle editoriali. Ed è il caso di chi propone l’eliminazione totale delle provvidenze pubbliche per l’editoria, come Beppe Grillo. Il comico genovese, in effetti, ha per un lungo periodo promosso l’analisi della situazione dei finanziamenti pubblici di cui Lopez si è occupato ne La casta dei giornali e aveva anche cercato di coinvolgere lo stesso au-

tore nel V-Day di Torino. Lopez, però, racconta di non aver voluto aderire a quella manifestazione perché assolutamente non d’accordo con l’eliminazione totale dei contributi pubblici all’editoria: «L’unico risultato sarebbe quello di lasciare in vita i monoliti finanziari che possono riuscire ad andare avanti anche senza finanziamenti, e di condannare a morte, insieme a tanti giornali “finti”, anche quegli esempi di vera informazione che pure, anche se in numero esiguo, esistono ancora». Indipendenza e pubbliche sovvenzioni. Il problema principale, insomma, è quello dell’indipendenza dei giornali, ma non è l’unico. Come già accennato, un aspetto da non trascurare è quello dell’autoreferenzialità delle testate, anche questo figlio del sitema attuale di finanziamento. Giovarsi di aiuti economici sempiterni consente a giornali non venduti, e quindi non rappresentativi, di ignorare di sana pianta le istanze e le richieste dei lettori. Un fenomeno, aggiunge l’auore, che purtroppo riguarda anche i giornali più nobili e ispirati: redazioni impossibili da contattare, indifferenza per le questioni locali «che costituiscono la realtà cui i giornali dovrebbero rivolgersi e raccontare». Per non parlare della sempre più diffusa scomparsa dei fatti a vantaggio delle opinioni. Lopez, infine, riesce a definire anche ipotetici scenari futuri: «Tutto è legato alla situazione politica; un eventuale - e auspicabile collasso di questa mania bipartitica potrebbe cambiare le carte in tavola e mutare le strategie degli editori, restituendo, anche senza volerlo, il proprio ruolo ai giornali».


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POrtaFOglIO

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La stima di Confesercenti

Saldi, gli italiani vogliono qualità Le famiglie spenderanno per l'acquisto di capi d'abbigliamento a prezzi scontati poco meno di 6 miliardi di euro, puntando soprattutto sulla qualità. La stima è di Confesercenti che ricorda l'appuntamento con i saldi al via da domani nelleprincipali città italiane: da Milano a Torino, da Venezia a Bologna, da Roma a Bari. Saranno saldi «riparatori» di un'annata decisamente sotto tono per gli esercenti: gli addetti ai lavori si aspettano infatti almeno tre set-

timane di vendite in grado di ridare respiro alle imprese in debito d'ossigeno per gli effetti della crisi, della contrazione dei consumi e di una stagione metereologica poco favorevole in termini commerciali. «Le promozioni già effettuate nel corso dell'anno - spiega il presidente della Fismo-Confesercenti, Roberto Manzoni - hanno già soddisfatto almeno un 30% della richiesta che normalmente si concentrava in questo periodo».

Preoccupata l’Istat per i ritardi nei censimenti

Il produttore cinese di auto Biac presenta una nuova offerta per la Opel

«Il Consiglio dell'Istat esprime forte preoccupazione per il ritardo nell'approvazione della legge d'indizione e finanziamento dei censimenti che mette a rischio la loro realizzazione nei tempi e nei modi previsti». Si legge in una nota dell'Istat che «i regolamenti europei impongano che nel biennio 20102011 siano realizzati il Censimento generale della popolazione e delle abitazioni e quello dell'agricoltura».

Usa, annunciata la chiusura di altri sette istituti bancari La recessione e il conseguente aumento delle insolvenze continuano a farsi sentire nel sistema bancario statunitense: la Fdic, il fondo di garanzia dei depositi, ha annunciato ieri sera la chiusura di altre sette banche di piccole dimensioni negli Usa, di cui sei nello Stato dell'Illinois. Il totale degli istituti falliti sale così, da inizio d'anno, a 52 contro i 25 in tutto il 2008. Secondo un'analisi diffusa in febbraio da Rbc Capital Markets, nel giro dei prossimi tre-cinque anni potrebbero fallire altre mille banche. Un dato che secondo gli analisti economici americani potrebbe creare non poche difficoltà all’economia già a rischio.

In Asia il petrolio sotto i 67 dollari I prezzi del petrolio restano ancora sotto i 67 dollari negli scambi mattutini in Asia, dopo i dati negativi sull'occupazione americana che hanno alimentato forti dubbi sulla ripresa economica e l'impatto sulla domanda di energia. Il contratto Wti consegna agosto tratta in calo di 1 centesimo a 66,74 dollari, dopo una chiusura ieri al Nymex in ribasso di 2,62 dollari, e la stessa consegna sul Brent cede 7 centesimi a 66,58 dollari al barile. Adesso si attendono i dati pomeridiani e non è escluso un ulteriore ribasso.

Il produttore cinese di auto, Baic, conta di presentare oggi una nuova offerta non vincolante, migliore rispetto a quella precedente, per l'acquisizione della Opel. Lo scrive il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeinen Zeitung (Faz). Un'offerta vincolante, aggiunge il giornale, che cita fonti vicine alla società, seguirà nelle prossime due settimane. Il quotidiano scrive che la Baic chiede garanzie sul debito per quattro miliardi di euro, ma aggiunge che - secondo il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz - nè la Baic, nè la Rhj (Ripplewood) sarebbero ormai seriamente in corsa per l'acquisizione della casa automobilistica tedesca. Va ricordato che alla acquisizione della Opel aveva partecipato anche la Fiat ma la proposta, secondo il governo tedesco, non era stata considerata valida. Ora, invece, arriva l’annuncio della nuova proposta del produttore cinese Biac.

Sacconi invita le regioni a collaborare contro la crisi

«Se le Regioni faranno la loro parte e se le nuove norme verranno presto confermate dal Parlamento confidiamo di mantenere quando più le persone costrette all'inattività nell'ambito produttivo in modo tale che conservino competenze e professionalità». Lo ha dichiarato il titolare del Welfare Maurizio Sacconi «Stiamo vivendo una straordinaria crisi ma credo che gli italiani sapranno superare il momento».


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CORRIERE DELLA SERA

L’importante è applicarlo Diciamolo con chiarezza, l’ondata migratoria dai paesi più poveri verso l’Occidente è un evento drammatico. [...] La legge voluta dal governo mette uno stop allo sfruttamento. Chi verrà illegalmente in Italia saprà che questo è un atteggiamento che sarà sanzionato. Entrare da clandestini è un reato. Il cittadino italiano che vuole speculare sugli alloggi affittandoli a extracomunitari non in regola andrà in galera. Questo è razzismo? [...] Ben vengano leggi più severe. Ma con una avvertenza: che non restino sulla carta. Che non si riduca tutto alle grida manzoniane. C’è la legge, sia applicata. Altrimenti sarà stata solo una burla. (dall’editoriale di Giuseppe Sanzotta)

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Le opinioni degli altri

Il decreto legge sulla sicurezza l’Unità

Governare con la paura [...] Chi abbia la disgrazia (e purtroppo si tratta di parecchi milioni di nostri connazionali) di formare la propria idea della realtà sui telegiornali più ascoltati delle reti pubbliche pubbliche e private, ha la percezione di un paese che vive una crisi economica transitoria e soprattutto «psicologica» e, contemporaneamente, affronta una drammatica emergenza criminale che ha nell’immigrazione clandestina (non nella mafia) la sua causa principale. Poi, come ieri, può succedere che il disegno di legge sulla sicurezza venga approvato proprio nel giorno in cui i dati strutturali della crisi vengono resi pubblici. E che quindi - per questa coincidenza temporale sfuggita al controllo - si riveli la reale politica della maggioranza. Che si riassume in quattro parole: governare con la paura. [...] (dall’editoriale di Giovanni Maria Bellu)

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il Giornale

Il voto contro della sinistra E così, dopo aver votato contro i terremotati, l’opposizione vota a favore dei mafiosi. [...] Nel pacchetto contro la criminalità, che ieri è diventato definitivamente legge, infatti, non sono previsti soltanto il reato di clandestinità e la regolamentazione delle ronde. Ci sono anche alcune norme che inaspriscono le pene per i boss e soprattutto che mirano a spezzare il meccanismo infernale di pizzo e estorsioni. Il ministro Maroni dice che erano le norme studiate dal giudice Falcone. Il sottosegretario Mantovano ricorda che era dal 1992-93, cioè dai tempi delle stragi, che le cosche non subivano un attacco così duro come quello contenuto in questa legge. [...] (dall’editoriale di Mario Giordano)

la stampa

Avvenire

La clandestinità è un reato che investe troppe persone

Reticolato di muri e muretti

E adesso che succede? Ci potrebbero essere un milione di processi, mezzo milione di famiglie in conclamata illegalità, una folla di irregolari provenienti da zone con gravi epidemie che non potrebbero accedere ai servizi sanitari, un sovraffollamento delle carceri e - infine - un paese di spioni e delatori sottoforma di amministratori zelanti e volenterosi membri di ronde. Sulle ricadute del decreto sicurezza, il mondo del sociale traccia questo quadro inquietante. Esagerato, forse, ma che induce qualche riflessione. La madre di tutte le sciagure sarebbe l’introduzione del reato di clandestinità, «misura inedita in Europa» secondo il gruppo EveryOne che si occupa di diritti umani. L’immigrato irregolare non rischia

più il carcere, dice il nuovo provvedimento, ma «solo» una ammenda da 5 a 10 mila euro e l’espulsione. «La sanzione, tuttavia - spiega Andrea Olivero, portavoce del forum del Terzo Settore - dovrà essere comminata da un giudice e, per quanto semplificati, ci dovranno essere almeno un milione di processi, perché tanti sono i clandestini». Senza dire che l’espulsione del clandestino è una sorta di chimera, più agognata che praticata, «espellere un irregolare è difficilissimo e costoso - dice ancora Olivero - perché la persona interessata spesso non ha identità certa e altrettanto di frequente il paese di provenienza non è disposto a riprenderselo». [...] (dal servizio di Raffaello Masci)

«È una legge chiesta dal popolo»: sono le parole con le quali la maggioranza, ad approvazione definitiva avvenuta, mostra di voler subito incassare il «dividendo» del consenso al disegno di legge sulla sicurezza. Un sospiro di sollievo accompagnato dalla speranza che il risultato contribuisca a dissolvere alcune nubi addensatesi nelle ultime settimane. Impossibile però negare che alla richiesta di maggiore sicurezza che emerge dal Paese, la risposta fornita dalla maggioranza parlamentare si declina attraverso un ventaglio di misure dal valore e dal peso assai diversificato. Si va infatti dall’introduzione del reato di clandestinità, alle ronde, al contrasto alle infiltrazioni mafiose, alla legalizzazione degli spray al peperoncino per autodifesa...: una varietà che rende impossibile una valutazione

univoca, come peraltro abbiamo già avuto modo di segnalare in concomitanza col compiersi delle tappe dell’esame parlamentare. Il testo approvato è tal quale quello licenziato dalla Camera. L’approvazione con voto di fiducia ha cristallizzato le scelte [...]. È così rimasto il reato di clandestinità, avversato fin dal primo annuncio da molti tra coloro che vivono a contatto con la realtà delle persone immigrate. Sembra fugato il timore di medici-spia e presidi-spia [...] ma da più parti ancora ieri venivano avanzate domande e perplessità [...]. Come si chiedeva Marco Tarquinio [...]: «È concepibile immaginare questa società, la nostra società, tenuta insieme per sospetto e con fatica, da un reticolato di muri e muretti da vigilare e da saltare?». (dall’editoriale di Piero Chienellato)


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venerdì 3 luglio 2009

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Il decreto è legge sulla sicurezza

la stampa

Per i tecnici del diritto è un “manifesto” privo di logica Con tre voti di fiducia, in meno di ventiquattr’ore, l’esecutivo ha conquistato il sì definitivo al disegno di legge sicurezza. Un nuovo successo per la maggioranza, una nuova sconfitta per l’opposizione. Ancora una volta, ponendo la fiducia, il governo ha soffocato ogni dialettica parlamentare. Nonostante le critiche avanzate da ambienti qualificati del mondo del diritto e dalla Chiesa, è stato mantenuto il reato di clandestinità. Lo straniero che fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni vigenti è punito con l’ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Rispetto alla versione originaria è scomparsa la pena detentiva [...]. E’ stata mantenuta tuttavia la reità del fatto. Anzi,

Le prime pagine di alcuni quotidiani di oggi

se c’è flagranza, od evidenza del reato, è previsto il rito direttissimo davanti al giudice di pace. Immagino che numerosi lettori applaudiranno la nuova norma, ritenendo che essa costituisca un esempio di reazione forte

dello Stato all’ingresso clandestino in Italia di stranieri delinquenti. In realtà il nuovo reato appare, ai tecnici del diritto, più che altro un «manifesto» privo di logica ed utilità, se non, addirittura, una novità foriera di

danni per l’esercizio della giustizia. [...] La giustizia italiana è, già oggi, travolta da mille incombenze. L’effetto immediato della nuova disciplina rischierà di essere uno tsunami giudiziario di migliaia di nuove iscrizioni e di nuovi processi. Chi sarà, concretamente, in grado di gestire la tempesta? Si dirà: il giudice di pace, senza che la normale giustizia penale trattata dai magistrati togati sia sfiorata. Nessuno pensa tuttavia che, prima di arrivare davanti al giudice di pace, a gestire la situazione si troveranno le Procure, che dovranno, bene o male, iscrivere i reati, generalizzare gli indagati, e, se del caso, esercitare l’azione penale? [...] (dal commento di Carlo Federico Grosso)

Liberazione

la Repubblica

Siamo tutti meno liberi

Vedrete che i reati aumenteranno, altroché

Da oggi tutte e tutti siamo meno liberi. Abbiamo di fronte una vergognosa e devastante normativa sicuritaria, incostituzionale per razzismo esplicito, che non solo costruisce un diritto penale speciale e un processo penale speciale contro migranti, ma demolisce lo stato di diritto di tutte le cittadine e i cittadini. Mutilazione delle libertà democratiche. Non si parla solo dei migranti; è di noi che si parla; di come immaginiamo la nostra società, la nostra futura organizzazione sociale e statuale. Da un lato vi è la società meticcia della condivisione, dall’altra, necessariamente, la società disciplinare e autoritaria. E’ questo, per la sinistra anticapitalista, un punto centrale di identità e strategia [...]. (dall’editoriale di Giovanni Russo Spena)

Variando Pietro Nenni ("Da oggi siamo tutti più liberi") il governo ieri ci ha dichiarati tutti più sicuri. Da ieri, siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti, perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri. Infermieri e domestiche e badanti di vecchi e bambini, quello che abbiamo di più prezioso (e di prostitute, addette ad altre cure corporali), e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura. Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il capriccio dei decreti flussi, e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana, e basta consultare le loro pratiche di questura per saperne tutto, nome cognome luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li

impiega. La legge, vi obietterà qualcuno, vuole colpire gli ingressi, non chi c’è già: non è vero. La legge vuole e può colpire nel mucchio. È una legge incostituzionale, non solo contro la Costituzione italiana, ma contro ogni concezione dei diritti umani, e punisce una condizione di nascita l’essere straniero - invece che la commissione di un reato. Dichiara reato quella condizione anagrafica. Ci si può sentire più sicuri quando si condanna a spaventarsi e nascondersi una parte così ingente e innocente di nostri coabitanti? Quando persone di nascita straniera temano a presentarsi a un ospedale, a far registrare una nascita, a frequentare un servizio sociale, o anche a rivolgersi, le vittime della tratta, ad associazioni volontarie e istituzionali (forze di polizia comprese) impegnate a offrir loro un soste-

gno. [....] Lo strappo che gli obblighi della legge e i suoi compiaciuti effetti psicologici e propagandistici provoca nella trama della vita quotidiana non farà che accrescere la clandestinità, questa sì lucrosa e criminale, di tutti i rapporti sociali delle persone straniere. È anche una legge razzista? Si gioca troppo con le parole, mentre i fatti corrono. Le razze non esistono, i razzisti sì. Questa legge prende a pretesto i matrimoni di convenienza per ostacolare fino alla persecuzione i matrimoni misti, ostacola maniacalmente l’unità delle famiglie, fissa per gli stranieri senza permesso di soggiorno una pena pecuniaria grottesca per la sua irrealtà - da 5 a 10 mila euro, e giù risate - e in capo al paradosso si affaccia, come sempre, il carcere [...]. (dal commento di Adriano Sofri)


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venerdì 3 luglio 2009

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commenti, inchieste, reportage

Scelti per voi

Il Messaggero

Si parte col semestre svedese, destinato a cambiare l’Europa L’Europa fatica a far notizia: lo si verifica ancor più in questi giorni in cui eventi importanti come l’avvio di un nuovo semestre di presidenza a guida svedese, l’inizio imminente di attività del parlamento europeo appena eletto, e la pronuncia della corte costituzionale tedesca sulla compatibilità del Trattato di Lisbona con la costituzione della Repubblica Federale, non suscitano l’attenzione che meriterebbero. L’avvento alla guida semestrale della Ue del premier svedese Fredrik Reinfeldt, che guida un governo di centro destra [...]. La Svezia non è ascrivibile né fra i paesi euroentusiasti né fra quelli euroscettici: rappresenta piuttosto una via di mezzo, del tutto in sintonia con gli ultimi sviluppi di una certa idea di Eu-

Il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt con la principessa Victoria di Sveza

ropa. Gli svedesi si preparano da tempo ad assolvere il loro compito e hanno anche reso note alcune linee di fondo, al punto da aver già suscitato qualche reazione piccata da parte del presidente Sarkozy.

Reinfeldt non teme di definire quella in cui viviamo come "la peggior crisi dei tempi moderni", ma si pronuncia assolutamente contro ulteriori programmi congiunturali di intervento pubblico. Non è

solo questione di filosofia politica quanto di solidi interessi: la Svezia, paese eminentemente esportatore vede nei programmi nazionali a sostegno della crisi economica dei marchingegni protezionistici. Gli obiettivi della presidenza svedese sono per altri aspetti quelli tradizionali di una certa impostazione: al vertice la lotta contro il cambiamento climatico che si intensifica anche in vista del vertice Onu di dicembre sul clima; accanto però una pressione perché si abbia una politica di contenimento dei deficit di bilancio dei paesi membri, il che significa ancora una volta mettere in difficoltà le politiche di sostegno alle economie nazionali per i paesi con alti livelli di debito pubblico.[...] (dall’editoriale di Paolo Pombeni)

Avvenire

la stampa

Pd, Bersani evoca un ritorno al passato A scuola di dieta e il nuovismo di Franceschini è debole Sono lontani i tempi in cui l’Alberto Sordi [...] E’ facile immaginare che il percorso proposto da Bersani al Pd sarà rapidamente catalogato sotto la voce «ritorno al passato»: con un accento negativo che lo stato del presente, per la verità, non giustifica granché. Sia come sia, il discorso di candidatura di Pierluigi Bersani ha ufficializzato il bivio di fronte al quale saranno gli iscritti (al congresso) e poi gli elettori (alle primarie) del Pd. Da una parte, la proposta di una nuova scommessa sul futuro, andare avanti senza alzare il piede dall’acceleratore, continuando nell’innovazione e mettendo in campo una nuova squadra di giovani dirigenti; dall’altra, invece, l’idea che - dopo il triplo salto mortale col quale Ds e Margherita in agonia crearono i democratici - sia venuto il tempo di fare un punto: rivedendo la forma partito, ricucendo qualche straccio di alleanza, avendo meno puzza al naso per certe invocazioni che vengono dal profondo Nord e insomma tornando a discutere di cose concrete, piuttosto che se siano meglio i giovani dei vecchi o se sia ancora figo mettere la cravatta. Il Pd

dell’«avanti tutta» è quello che hanno in mente Franceschini, Veltroni e la composita maggioranza determinatasi attorno a loro, da Marini alla Serracchiani; quello del «ritorno al passato», invece, candida Bersani, allinea Letta e Bindi, gode della protezione di D’Alema e forse perfino di Romano Prodi, anche se non vuole che si dica. Grandissime differenze programmatiche tra i due schieramenti non ce ne sono [...]. Non è una novità dire che su questi terreni le convinzioni di Bersani siano di matrice più tradizionale: ma, anche qui, è coraggioso accompagnare questa affermazione con un giudizio negativo. [...] Sconfitte elettorali a raffica e un diffuso disorientamento assegnano adesso a Dario Franceschini l’onere della prova [...]. Se convincerà di questo la maggioranza dei suoi elettori, il segretario resterà segretario: altrimenti, sarà il via libera a quello che alcuni già chiamano il «ritorno al passato». Come fosse sempre una colpa, anche quando il presente è quello che è... (dall’editoriale di Federico Geremicca)

’americano a Roma’ riscopriva (a modo suo) la dieta mediterranea gettandosi su un piattone di spaghetti. Nei nuovi stili alimentari, oggi, dominano carne e spuntini ipercalorici: a discapito di frutta, legumi e ortaggi, e quindi della nostra salute. Da questa premessa è partito l’Inran, ente pubblico di ricerca sulla nutrizione, per lanciare un nuovo servizio informativo: sapermangiare.mobi, sito interattivo che da oggi si propone di aiutarci a imparare (o reimparare) come ci si nutre in modo sano. Accessibile anche dai telefonini (come indica il ’.mobi’), il sito è stato realizzato con il supporto del ministero delle Politiche agricole. Permette, tra l’altro, di farsi seguire da un ’personal trainer’ alimentare e dunque di ricevere via e-mail suggerimenti mirati su come conciliare gola, forma fisica e salute. Prevista anche una versione video delle ’Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana’: realizzata come una fiction divertente, ma pensata per spiegare i reali (e seri) vantaggi del mangiar bene. (dall’articolo di Riccardo Spagnolo)


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venerdì 3 luglio 2009

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commenti, inchieste, reportage

la stampa

La psicologia dei bolzanini da tempo italiani a metà Il Sud Tirolo/Alto Adige da molto tempo non è più psicologicamente, idealmente, emozionalmente terra d’Italia. E’ un’area economicamente ricca come poche ma culturalmente inquieta. Gli italiani - in particolare «quelli di Roma» - non se ne preoccupano. Hanno altro a cui pensare. Forse qualcuno può pensare che questo atteggiamento di indifferenza possa essere la «soluzione all’italiana» di un annoso problema che fortunatamente non solleva più spinose questioni politiche. Ma è davvero così? In realtà sta accadendo qualcosa che merita attenzione. Era dal tempo dell’ultima visita dell’imperatore Francesco Giuseppe nel lontano 1910 che a Bolzano non si era mai raccolta tanta gente. Festeggiava l’eroe Andreas Hofer, simbolo della tenace identità sudtirolese. Con bandiere, bande, costumi e sfilate degli Schuetzen i «difensori armati» del Tirolo. Il fatto che Hofer avesse guidato (inizialmente con successo, proprio nel 1809) la rivolta non solo contro l’odiato occupante francese napoleonico, ma anche contro i tedeschi di Baviera; il fatto che le sue valorose schiere comprendessero anche i trentini (che parlavano italiano senza essere politicamente «italiani») è uno di quei fastidiosi dettagli storici che la leggenda nazionalistica e germanizzante ignora. Contro i miti a nulla valgono le ricostruzioni storiche. I miti servono non per la verità, che eventualmente contengono, ma per la loro capacità di reinventare le identità. E’ il caso del mito Hofer e delle attuali inquietudini sudtirolesi. Le indagini demoscopiche

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parlano chiaro. Il 45,3% dei sudtirolesi tedeschi e ladini vogliono mantenere l’attuale status quo di provincia autonoma. Evidentemente si rendono conto degli enormi vantaggi legati all’autonomia che è loro garantita dallo Stato italiano. Questo però non è sentito in contrasto con una forte riaffermazione identitaria e culturale. A costo di raffreddare i rapporti e i contatti con la popolazione di lingua italiana. E con il Trentino. Ma il 33% dei sudtirolesi di lingua tedesca aspira ad una completa indipendenza, mentre il 21% vuole addirittura l’annessione, anzi il ritorno all’Austria. In pratica queste cifre mostrano che il 55% romperebbe volentieri i rapporti istituzionali con l’Italia. Naturalmente la questione è giuridicamente complessa per le intese che esistono tra Italia e Austria garantite da norme e trattati internazionali. E non è un mistero che a Vienna le forze politiche più importanti e più responsabili vedono con fastidio e preoccupazione quanto accade nel Sud Tirolo. Tra i molti argomenti usati contro il nuovo irredentismo e indipendentismo il più forte sembra essere: che senso ha sollevare queste questioni in una Unione Europa che sta facendo cadere tutti i vecchi confini? In un’Europa che ha cura di conciliare le memorie, pur riconoscendo i molti errori del passato dell’una e dell’altra parte? Ma non paiono argomenti convincenti. In realtà si fa molta retorica sulle «memorie» come se fossero automaticamente garanzia di intesa e riconciliazione. Spesso è esattamente il contrario. [...] (dall’editoriale di Gian Enrico Rusconi)

La migliore di oggi

Maramotti sull’Unità

Il Messaggero

Scrittura creativa alla Luiss arriva la scuola di Cotroneo VALE ancora il binomio genio e sregolatezza. Sì che vale [...]. Ma il [...] genio tutto istinto e talento naturale [...] rischia di restare spaesato nella società del lavoro di massa [...]. Quindi? «La nuova creatività va insegnata e si può imparare, richiede rudimenti di base, disciplina nell’apprendimento e tante conoscenze anche di tipo produttivo e industriale che prima non erano richieste», spiega Roberto Cotroneo, che è giornalista e scrittore ma non solo. Ora dirige la neonata Luiss Writing School, la prima scuola in Italia di scrittura creativa a livello universitario [...]. «Contrariamente a scuole di scrittura anche buone come la Holden di Alessandro Baricco, la nostra vuole insegnare il mestiere della creatività». Cioè? «Come si scrive una sceneggiatura. Come si monta un film. Come si vendono o si comprano i diritti di un libro. Come funziona la proprietà editoriale. Come si fa editing su un saggio o su un romanzo. Come si produce o post-pro-

duce una serie televisiva. Come si mette a punto un format tivvù o radiofonico. [...]». Tutto ciò in quanti anni? «Due. Da ottobre 2009 a giugno 2011. Si parte, nel primo semestre dall’insegnamento dei fondamentali. Fra i quali non manca, per esempio, il corso di grammatica e stilistica della lingua italiana, che sarà tenuto dai uno dei massimi specialisti accademici di questa materia: il professor Luca Serianni». [...] E gli altri docenti? «[...] Dallo sceneggiatore Francesco Bruni ad Andrea Camilleri, da Andrea Cane che è editor alla Mondadori all’editore Alberto Castelvecchi che è anche linguista e filologo, da Carlo Freccero a Carlo Lucarelli, Massimo Onofri, Paolo Mereghetti, Stefano Rulli, Sergio Valzania [...]». Mi dica che si tratta della solita scuola per ricchi. «Le dico che sono previste borse di studio. E che, per chi non ne usufruirà, il costo è di sedicimila euro in due anni e cinque rate». [...]


cIty & sItI

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Bologna

Roma

Nicoletta prova a fare l’assessore

Pure la Santa Sfila con i precari

Vuole riportare in città «la movida, una vita culturale ricca come ai tempi di Bologna Sogna». Ha in mente una ricetta per il mondo dello spettacolo ai tempi della recessione: «Grandi eventi con grandi sponsor, anche uno dedicato a Pavarotti, perché no? Ma soprattutto tutti insieme imprenditori, teatri e artisti per fare molto con poca spesa». Parte dall´Arena del Sole la «missione» di Nicoletta Mantovani (nella foto) «per conto di Flavio Delbono» nella Bologna della produzione culturale. La giovane moglie dello scomparso Pavarotti, che si è schierata con il candidato del Pd, dice che non sa se farà l´assessore alla cultura. «Mi piacerebbe - confessa

- ma non farei drammi se non accadesse. Ora l´unica cosa che conta è che Delbono vinca. Poi deciderà lui. E´ il capo e di lui mi fido, perciò ho deciso di sostenerlo».Non sa cosa farà da grande, ma intanto si muove come un assessore alla cultura ombra. «Ho ripreso casa a Bologna - rivela - nel centro della città. Mi trasferirò definitivamente a giugno, quando mia figlia Alice terminerà la prima elementare a Modena e qui si iscriverà alla Kinder Haus». [...] E adesso pronta a «mettere al servizio della mia città» l´esperienza la professionalità e le relazioni acquisite come manager di Big Luciano. [...] (da Repubblica.it)

Processione «religiosa» di fronte al ministero di Brunetta: a sfilare «beata Assunta», la protettrice dei precari del pubblico impiego che questa mattina, aderendo allo sciopero generale indetto da Rdb Pubblico Impiego, hanno manifestato a piazza Vidoni. Al colorato sit in hanno aderito precari rappresentanti di numerosi istituti di ricerca come l'Ispra, Enea, Inea, Isfol, Cra, della scuola e della sanità. Al centro della piazza un mega striscione con tutti i ministri del governo Berlusconi in versione «circo» e con al centro un'immagine di Renato Brunetta addormentato con il naso da clown. «Fiera P.a» si legge al centro del manifesto. Ed un vero e proprio «circo» è stato anche ricreato sulla piazza, con precari riuniti in quello che è stato battezzato come «lo spazio

fitness per fannulloni» intenti a giocare a palla, seduti su poltrone gonfiabili. E ancora, pistole ad acqua, «il tiro a segno ministeriale», tappeti per saltare ed i «tarocchi per leggere lo sfascio della pa». «Questa manifestazione - ha spiegato Anna Di Noi, dell'Usi Rdb Ricerca per l'Ispra - è stata indetta da tutte le rappresentanze di base contro il decreto Brunetta che colpisce il pubblico impiego. La processione di “Santa Assunta” portata da lavoratori stabilizzati sta a significare che ci siamo stufati di parlare di precariato, vogliamo finalmente parlare di assunzioni». A sostegno della causa, i ricercatori dell'Ispra, che si occupano anche di ricerca, hanno girato un video (www.nonsparatelaricerca.org) che lunedì sera sarà proiettato alla festa del Pd.

Padova

Milano

Poliziotta lesbica Rischia il posto

Danni all’udito Colpa della metro

Luana Zanaga è una poliziotta che lavora alla questura di Padova. 39 anni, originaria di Rovigo, una carriera impeccabile. Il suo unico errore? Aver dichiarato di essere omosessuale e aver sfilato al Gay Pride. La donna ora rischia il licenziamento. «Sono lesbica: per questo mi vogliono punire» avrebbe detto. Il questore della città veneta ha avviato un’inchiesta disciplinare nei confronti della donna. Tra tre mesi ci sarà la decisione definitiva. Con tutta probabilità “la punizione”,[...] nei suoi confronti potrebbe essere la so-

Mentre a Milano si continua a discutere se i concerti all'aperto non debbano superare la soglia dei 78 decibel, il vero problema per l'udito dei cittadini si nasconde sottoterra, tra i vagoni della metropolitana che arrivano a sfiorare i 94 decibel. Un rumore assordante che molti cercano di contrastare con tappi o tenendo le dita premute sulle orecchie. 'I tappi sono assolutamente insufficienti a prevenire i danni - spiega Maurizio Barbara, professore di audiologia Sarebbero piu' utili delle cuffie' come quelle usate a bordo pista

spensione dal servizio per sei mesi. [...] Le ripercussioni sono immediate: a Rovigo, dove doveva essere trasferita, dichiarano la sua «incompatibilità territoriale». E proprio da Rovigo parte un violento attacco da un funzionario, che la dipinge come una «una matta lesbica». Giorni fa la polizia l’ha ‘processata’ per ore davanti a una commissione disciplinare. [...] «Se rinascessi,-dice- vorrei rinascere lesbica e fare la poliziotta». (blitzquotidiano.it)

nella Formula Uno, 'ma anche una limitata esposizione alla sorgente di rumore'. Quest'ultimo aspetto, in particolare, può essere la salvezza per chi prende la metro tutti i giorni: 'Nella metropolitana infatti non si può parlare di esposizione continua al rumore, perché ci sono le pause delle fermate - aggiunge Barbara - ma comunque bisogna stare attenti al proprio stile di vita. Il danno è più probabile se l'esposizione al rumore si accumula nel tempo” (il Sussidiario.net)


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la trIbuna

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venerdì 1 luglio 2009

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La vignetta

Il dibattito

Tra i litiganti Silvio gode Troppi galli che cantano Franceschini, Bersani e forse Chiamparino o magari anche qualcun altro all'ultimo momento. Ma la vogliamo smettere? Qui c'è un signore, Berlusconi, che la fa da padrone, zittisce ogni suo alleato, e vorrebbe zittire tutti, e noi rispondiamo mettendo in campo tanti possibili piccoli padroni che vorrebbero zittirsi tra loro. Che si presentano, insomma, come i famosi capponi di Renzo? Eh, no. Dal congresso deve uscire un padrone solo, magari padrone tra virgolette. Qualcuno cioè che sia in grado di parlare e di fare l'opposizione (perché quella per sorte ci tocca e per forza ci vuole) a una sola voce. Centralismo democratico? Io rispondo assolutamente sì. Dice il saggio: tanti galli a cantà nun se fà mai giorno". M. Abruzzese Avezzano

Ma che tristezza cercar posto a Strasburgo Tutti che escono tranquilli e sorridenti dopo una riunione all'ultimo sangue? Magari! Per me potrà essere possibile solo nel momento in cui si esca da quelle stanze con progetti e programmi comuni alla mano, firmati anche da chi all'inizio non li condivideva. Per il bene del partito e del Paese: Bioetica? Sì o no (senza distinguo e possibile retromarcia) al progetto del professor Marino? Minimo sussidio garantito ai precari?

Sì o no (senza distinguo e possibile retromarcia) all'idea landallo stesso ciata Franceschini? Riforme strutturali nel mondo del lavoro, delle pensioni o nelle infrastrutture più o meno gradite ai sindacati? Sì o no (senza distinguo e possibile retromarcia) a un paese più europeo e più moderno? Allora ecco che il Pd sarà un partito vero e non più una sia pur nobile e pluralista rappresentanza di uomini e donne delusi e scontenti di questo regime, ma sempre l'un contro l'altro armati e costretti a trovare un compromesso perfino su quali banchi sedersi nel Parlamento europeo. Che tristezza! Alberto Calabresi Viterbo

Centralismo democratico? No, signori, non ci sto. Il centralismo democratico è un'invenzione, come molti di voi ben sanno, leninista. E' sempre servita - la storia insegna solo a far sì che si soffocasse l'opposizione interna. E' l'esatto contrario del pluralismo democratico, è il bavaglio che si vuol mettere a qualsiasi voce critica. E' questo che gli elettori del Pd vogliono? Una sola voce che parla a nome di tutti? Credo e spero che non sia così, altrimenti saremmo né più né meno che la brutta copia del Popolo delle libertà. Che forse ha un po' di popolo ma niente libertà. Con un padrone unico e tanti servi sciocchi. Andrea Malagò Roma

Invia le tue mail a tribuna@altroquotidiano.it

L’appello

Caro presidente, libera l’astrologo Alcuni giorni fa l’astrologo Chandrasiri Bandara, molto popolare nello Sry Lanka, era stato arrestato per aver predetto un futuro avverso al suo presidente. Abbiamo ricevuto tra i commenti al nostro sito un appello per la sua liberazione. Lo pubblichiamo Un astrologo argentino, Don Zodiac Guille, ha già mandato un’email al presidente dello Sri Lanka, Rajapaksa, pregandolo di liberare il suo collega, l’astrologo Chandrasiri Bandara, dicendo: «Per favore, grazia per Chandrasiri, caro Presidente Mahinda Rajapakse, perché il suo responso può essere un errore…». Don Zodiac Guille è il presidente dell’Associazione mondiale di parapsicologia e ha chiesto a tutti i quotidiani asiatici di pubblicare la sua petizione al presidente dello Sri Lanka. L’astrologo argentino ha detto anche: «Se il presidente dello Sri Lanka è un sagittario, so bene che è una persona generosa, ma che ha un caratteraccio quando perde le staffe… Descrivo questo nel mio sito www.zodiacguille.com. Penso che Chandrasiri sarà liberato non appena Sua Eccellenza leggerà la mia email. Non sono che un astrologo ma conosco la sofferenza di stare in prigione…». Dorys Dodier


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PREVIDENZA risponde il dottor ANtoNiNo NiColo’ Potete inviare i vostri quesiti direttamente al nostro esperto all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it

Anzianità

Massimo d’età ma senza contributi Sto per andare in pensione (vecchiaia) avendo da poco compiuto 64 anni. Ho, però, qualche perplessità. Ed è la seguente: mi chiedo cosa comporta, economicamente, andare in pensione a 65 anni, senza aver raggiunto i 40 anni di contributi. P. Ferretti, Lucca Per la pensione di vecchiaia occorre raggiungere un minimo di 20 anni di contribuzione. Ogni anno di lavoro (e relativi contributi) vale, ai fini della pensione con il calcolo retributivo, il 2%. Quindi, ad esempio, chi raggiunge 30 anni di contributi riceverà una rendita pari a circa il 60% della media rivalutata delle retribuzioni degli ultimi 10 anni. Naturalmente, chi arriva ai 40 anni, riceverà l’80%.

Laurea

Medico aspetta da 10 anni il riscatto Mio marito è un medico specialista di 51 anni. Ha cominciato a lavorare, come dipendente pubblico, nel 1980 all'età di 32 anni. E’ ancora in attesa, nonostante i vari solleciti, del calcolo dell'importo del riscatto di 10 anni (laurea più specializzazione) da parte dell'Inpdap, come da sua domanda presentata nel 1996. Gli conviene riscattare tale periodo? Il riscatto è, nel suo caso, utile al raggiungimento dei 40 anni di contributi? A. V., Campobasso Nel caso prospettato il riscatto è conveniente sia

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DIrIttI & DOverI

quotidiano

perché consente di ottenere la pensione con 40 anni di contributi, a prescindere dall'età, sia perché i conteggi dell'onere saranno effettuati sulla base dell'età e delle retribuzioni del 1996. Ciò, pur tenendo conto che dal 2008 il riscatto non è più gravato da interessi per l’eventuale pagamento rateale.

Contributi

Giovane dipendente ex co.co.co. Per circa 18 mesi (dal giugno 1999 al dicembre 2000) sono stata una co.co.co. ed ho versato contributi all'Inps nella gestione separata dei parasubordinati. Da maggio 2001 sono una lavoratrice dipendente a tempo indeterminato. E' possibile recuperare quei contributi, cumulandoli a quelli da dipendente? S. Bonora, Modena Considerato che i suoi contributi sono stato versati esclusivamente nel regime "contributivo" , al momento della pensione il cumulo dei periodi quale co.co.co con quelli da lavoro dipendente avverrà automaticamente.

Lavoro

Commessa part-time vuole la pensione Mia moglie, 49 anni, lavora, come addetta alle vendite, in un importante negozio di articoli sportivi. Ha iniziato la sua attività il 1° giugno 1992 ed ha accettato, fin dall’inizio, un contratto a part-time (24 ore settimanali). Dal 1°-1-2006 è passata a 30 ore settimanali. Vorremmo sapere quanto le

manca per raggiungere i 20 anni di contributi al fine di ritirarsi, se possibile, dal lavoro. C. Sartori, Reggio Emilia I periodi di lavoro parttime sono utili ai fini del diritto alla pensione. Vengono ridotti soltanto ai fini della misura della prestazione. Pertanto, per il raggiungimento dei 20 anni utili per la pensione di vecchiaia (a 60 anni di età) potrà contare sull'intero periodo lavorativo (17 anni e 7 mesi al 31 dicembre 2009).

Anzianità

Infermiera Pensione nel 2011 Sono nata il 9/01/1951 ed ho iniziato a lavorare, in una casa di cura privata come infermiera il 3/09/72. Qual è la prima finestra di uscita, che mi consenta di andare in pensione? Ho verificato i miei contributi: sono a posto, dopo una piccola rettifica anagrafica riguardante la data di nascita. G. Fabbri, Verona Lei ha due possibilità, che

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si verificheranno entrambe nel 2011. Cioè: potrebbe ottenere la pensione di anzianità con decorrenza 1° gennaio, oppure la pensione di vecchiaia, con 60 anni di età e finestra al 1° luglio. Sei mesi di lavoro in più (gennaio-giugno 2011) incrementerebbero la sua pensione dell’uno per cento. Scelga lei la soluzione più gradita.

Contributi

Si possono rateizzare Ho inoltrato all’INPS, un paio di mesi orsono, domanda di rendita vitalizia per riscattare precedenti periodi lavorati ma privi dei dovuti versamenti. Per le vie brevi, ho saputo che la domanda è stata accolta. Considerato, però, che l'ammontare del versamento che mi verrà richiesto sarà certamente oneroso, le chiedo se ne è prevista la rateizzazione e, in caso positivo, in quale misura. A. G., Latina La risposta la rasserenerà. Sì, è prevista la rateizzazione dei contributi da versare fino ad un massimo di 60 rate mensili.

Aggiornamenti Assegno familiare. Ecco le novità. Aumentano del 3.2% i limiti di reddito per l’assegno familiare, a beneficio di lavoratori dipendenti (anche pensionati) e iscritti in via esclusiva alla gestione separata. I nuovi valori sono consultabili sul sito dell’Inps (la circolare è la n.81 di giugno). I nuovi valori sono validi fino al 30 giugno del 2010. Al documento sono allegate le tabelle che riportano i nuovi livelli reddituali e gli importi mensili della prestazione. La regolamentazione attuale favorisce soprattutto i nuclei con figli minori. A seconda del numero dei componenti viene infatti fissato come parametro di riferimento un importo annuale che diminuisce al crescere del reddito. Per la famiglia tipo di quattro persone (genitori e due figli minori) si parte da 3.100 euro per redditi fino a 13.119,30 euro. Per ogni 100 euro in più al di sopra di questa soglia l’importo dell’assegno scende in maniera progressiva. Una famiglia con due figli e un reddito annuo di 25mila euro, ad esempio, può contare su un assegno di 134,83 euro al mese, che salgono a 265,75 se i figli sono tre. Mentre un nucleo che dispone di 40mila euro avrà diritto, rispettivamente, a 72,68 o a 158,17 euro al mese a seconda che vi siano due o tre figli minori. Il reddito di riferimento del nucleo familiare per il periodo 1° luglio 2009-30 giugno 2010 è quello conseguito nel 2008. E’ anche necessario, come sempre, che almeno il 70% del reddito derivi da entrate di lavoro dipendente (o assimilato) e pensione: altrimenti non si ha diritto all’assegno.


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culture

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Storia e storie

Di letto in letto fino alla legge di Semiramide Vizi privati, pubbliche virtù. I racconti piccanti dei capi del mondo da Alessandro Magno ai nostri giorni di uldEriCo NiStiCò Mentre non c’è alcun dubbio che queste righe sono occasionate dalle recenti cronache, dichiaro al benevolo lettore che non intendo minimamente, in questa sede, parlare di politica, ma solo di costume privato: o, se preferisce, di malcostume. Cavalcheremo dunque, a ritroso, la cronaca rosa dei potenti nei secoli. La Prima repubblica è stata accusata di ogni possibile misfatto, tranne che di vizietti personali. I democristiani, per dovere di firma, erano casa, chiesa e parlamento; i comunisti praticavano l’etica leninista del dovere prima di tutto; gli altri facevano poco testo. Oppure tutti fingevano, però bisogna riconoscere, se così fu, che fingevano molto bene. Il fascismo fu prevalentemente laico, e, se cattolico, poco clericale e bacchettone. Dannunziani, futuristi e trasgressivi vari riempirono di sé la belle époque, anche tra i politici. «Si fa, ma non si dice» era il ritornello di una canzone di gran successo. Gli amori di Mussolini richiederebbero un articolo a parte. Hitler non diede materia ai pettegolezzi; mentre il suo av-

versario Churchill, più che alle donne, era attaccato alla bottiglia. A proposito di Britannici, la storia erotica dei loro re va da Enrico VIII alle gesta degli Hannover-Windsor, non escluso lo stalliere della regina Vittoria, e fino ai contemporanei principi e principesse. Elisabetta II fa lodevole e rara eccezione. Il periodo risorgimentale italiano fu uno scontro metafisico tra rigorosi osservatori della morale quali Ferdinando II di Borbone o Pio IX, e zuzzurelloni dalla vita sentimentale agitata come Garibaldi dalle molte mogli e amanti, comprese le infedeli, o Vittorio Emanuele II detto “padre della patria e di molti patrioti”. Che abbiano vinto questi e perso quegli altri, fa venire pensieri amorali che è meglio non esternare. Nulla sappiamo di Cavour, ma ci basta la sua parente contessa di Castiglione, diciamo così agente del prefato Vittorio Emanuele. Su Napoleone III e su sua moglie Eugenia corre solo qualche pettegolezzo. Ma gli amori dell’illustre zio, da Désirée a Giuseppina alla Waleska a Maria Luigia, con relativi tradimenti di Giusep-

“Amore e Psiche” del Canova

pina, e «Une femme, une femme!», gridato la sera di ogni battaglia vinta, sono cose arcinote. A Désirée non riuscì di diventare imperatrice di Francia, ma, sposando Bernadotte invece di Buonaparte, morì regina di Svezia e di Norvegia. L’amore è cieco anche con la geopolitica. Gli Asburgo, a sentire loro, erano castissimi e regolatissimi. Ma le avventure di Elisabetta, detta Sissi, e la morte misteriosa di suo figlio Rodolfo a Mayerling hanno dato materia a film e libri a iosa. Il lunghissimo regno di Luigi XIV di Francia fu accompagnato da molti amori, finché la Maintenon, moglie morganatica, lo mise a posto. Carlo V, imperatore cattolicissimo, lasciò figli spuri dovunque, e la leggenda dei “fo todos barones” per ricompensa di servizi notturni. Non dico nulla dei Borgia, una famiglia o di grandi santi o di grandi peccatori, anche carnali. Federico II imperatore ebbe tre mogli ma infinite amanti e relativi figli. È una calunnia che sua madre Costanza avesse avuto un momento di passione per Satanasso al fine di mettere al mondo l’Anticristo. Carlo Magno, a parte il ri-

pudio di Ermengarda, venne tacciato niente meno che di incesto e necrofilia! Saltiamo ancora indietro. Ad Ottaviano Augusto ormai vecchio piacevano le ragazzine, in ciò trovandosi in buona compagnia del biblico re Davide: e di altri. Giulio Cesare, suo prozio e a quanto pare non solo, amò riamato Cleopatra; ma praticava altri gusti, e un bel dì i suoi fedelissimi soldati gli cantarono così: «Cesare sottomise la Gallia; Nicomede, Cesare». Cleopatra amò anche Marco Antonio, e ci provò anche con Ottaviano vincitore. Alessandro Magno aveva un occhio nero e uno azzurro, e per qualcuno fu segno che era figlio di Filippo e di Zeus, o di qualcun altro, secondo se Olimpiade era rimasta fedele o meno. Dalle nebbie del remoto passato facciamo emergere solo Semiramide, la quale per evitare di essere criticata come peccatrice, fece una legge che il peccato era lecito. Qualche maligno direbbe che era una legge ad personam. Queste cose accaddero ai re. Le repubbliche, si sa, sono più morigerate, soprattutto in America. Sorvoliamo su Clinton e i Kennedy.


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quotidiano

culture & tenDenze

LIBRI Top 10 (Italia) 1. 2. 3.

La bellezza e l'inferno. Scritti 2004-2009 Roberto Saviano La solitudine dei numeri primi Paolo Giordano Una piccola storia ignobile A. Perissinotto

4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

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Venuto al mondo Margaret Mazzantini La tripla vita di Michele Sparacino A. Camilleri Il giorno prima della felicità Erri De Luca Il sentiero dei nidi di ragno Italo Calvino Il cielo rubato. Dossier Renoir A. Camilleri Se questo è un uomo Primo Levi Il sonaglio Andrea Camilleri

Noir

Una storia di blues e destino

Da aprire

Il “solista” Ervas va a Venezia

Ecco le nuove “scuse” di Moccia

Tre personaggi, tre destini intrecciati, tre vite diverse ma in un qualche modo uguali, spinte sempre oltre i limiti ... Fred, un blues-man buon gustaio, Rhum&Nicotina, donne e serate esagerate, che non si fa mancare neanche il brivido estremo della Roulette Russa. Omar, poliziotto sempre "fuori dalle righe", con tanta voglia di riconquistare un rapporto perduto. Sofia, annoiata insegnante di lingue straniere, splendida, inquieta donna alla ricerca spasmodica di "non sa che cosa". Ma il destino beffardo ha in serbo una triste sorpresa anche per loro …

Fulvio Ervas, l’autore, firma questo libro da “solista”, dopo aver scritto a quattro mani con la sorella Luisa. L’editore, però, resta Marcos y Marcos. E anche il genere è quello: il giallo. Ervas resta in Veneto. Ed ecco che mentre l'ispettore Stucky si gode i profumi di Treviso, a Venezia turisti stranieri annegano misteriosamente nei canali e qualcuno scrive lettere anonime al "Gazzettino" contro i "barbari invasori". Il collega Scarpa da solo non ce la può fare, invoca l'aiuto di Stucky in nome dei vecchi tempi, quando, insieme, pattugliavano la laguna. Stucky sbarca nella Serenissima per scatenare il suo famoso fiuto, ma è estate, ha voglia di fuga, e la passione serpeggia tra le calli: per le pietre millenarie che hanno tutte le risposte. Si mette di mezzo anche l'amore, tra vecchie fiamme che non bruciano più e il fascino di braccia tornite, labbra che lo tentano come piante carnivore. m.f.r. Buffalo Bill a Venezia Fulvio Ervas Marcos y Marcos euro 16,00

Riecco il solito Moccia che ha fatto di queste storie la sua fortuna e la sfortuna degli adolescenti. Alex e Niki, innamoratissimi più che mai, sono appena tornati dal faro dell'Isola Blu dove hanno vissuto giorni indimenticabili. Niki ritrova le sue amiche del cuore, cresciute e piene di nuovi impegni. Alex riprende la sua vita di sempre, ufficio, calcetto e i vecchi amici. Ma proprio loro, Flavio, Enrico e Pietro, da mariti sereni e sicuri, finiscono per affrontare talmente tante difficoltà di coppia da distruggere i loro matrimoni. E allora tutte queste persone, uomini e donne di diverse età, ognuno a modo suo, si ritrovano a riflettere sull'amore. E poi quella domanda, la più difficile: un amore può durare per romantico sognatore, decide rischiare. Fa una bellissima sorpresa a Niki chiedendo la sua mano. E poi? E poi: scusa facciamo un figlio? Scusa ma ti voglio sposare Federico Moccia euro 19,50 Editore Rizzoli

Peppe Striano, l’autore, è nato a Napoli nel 1974. Conseguita la maturità, si è arruolato nella Polizia di Stato e dopo due anni ha lasciato la sua città per lavorare alle Scorte in una Palermo in piena rinascita. Chitarrista, cultore del blues e curioso della vita, ha “inseguito” le sue passioni in giro per il mondo. Vive tuttora a Palermo dove è impegnato da quasi dieci anni in delicate operazioni di polizia investigativa. Una vincita maledetta Peppe Striano Ed. La Zisa pp. 128 euro 10,00

La curiosità

Il comportamento umano studiato dall’economista Imparare l’economia è come imparare a parlare una nuova lingua. È importante cominciare lentamente e vedere ogni idea in una varietà di contesti, basandosi sul principio della semplicità e del grande esercizio. Ne è convinto Robert H. Frank, il docente di Economia americano che ha scritto questo agile saggio sul tema del “naturalista economico”, un libro pensato per chi

si diverte a svelare i misteri del comportamento umano quotidiano. Di qui la formula di questo libro non convenzionale ma curioso e al tempo stesso serissimo, basato su domande e risposte riguardanti argomenti e situazioni solo in apparenza "minori" - che possiamo osservare nella vita di ogni giorno: si va dal frigorifero al computer, dalle auto usate al fascino esercitato dalla timidezza, ai tacchi alti portati dalle donne (e ai bottoni dei loro abiti). Polli contro balene. E altri piccoli enigmi quotidiani Robert H. Frank Ed. Longanesi euro 17,60

Da chiudere

Sul wew Provate a cliccare su www.ilrecensore.com. C’è un sito tutto nuovo e dinamico che parla di pagine, libri e autori. Un sito utile ma soprattutto giovane. A partire dal suo ideatore e responsabile: Stefano Giovinazzo, classe 1980. Ricercatezza nei titoli e attenzione soprattutto alle case editrici indipendenti. La particolarità? Sicuramente le video interviste: da guardare e da ascoltare.


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rIbalte

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Premio Strega

Ogni riccio...

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di Maria Francesca

Per un voto Perchè non ci date un taglio? vince Scarpa D Tutto quello che gli uomini non sanno (sulle donne) o fanno finta di non sapere

“Stabat Mater” edito da Einaudi vince al fotofinish su Scurati Al terzo posto Massimo Lugli di

iamoci un taglio. E’ estate. Il tempo è bizzarro, ma è pur sempre estate. E fa caldo. Quale migliore occasione allora per cambiare look? Rinnovarsi, rinfrescarsi. Un taglio corto, fresco, deciso: un carré, per esempio.

Un taglio netto, insomma. Via la chioma che ci ha avvolto nella stagione fredda. Se una donna vi lascia la ragione - probabilmente - è la stessa per la quale ha deciso di eliminare le doppie punte: sono secche. E seccanti.

FrANCESCo ZArdo

Però questa volta mica era scontato. No no, non si ricorda un Premio Strega in cui il premiato abbia vinto per un solo voto, com’è successo ieri sera al Ninfeo di Valle Giulia, dove Tiziano Scarpa, col suo Stabat Mater arriva primo nell’edizione numero 63 superando Antonio Scurati (“Il bambino che sognava la fine del mondo”) per 119 voti a 118. Quindi ha avuto torto Scurati, che forse sulla polemica vuole costruire un po’ troppo il proprio personaggio, a protestare in diretta su Raiuno in prossimità del finale, quando era indietro di un pugno di voti e, come s’è visto alla fine, poteva ancora vincere. E’ un po’ una rivincita dello Strega, al di là della qualità dei libri, quello cui si è assistito in questa serata. La domanda iniziale c’era: “Chi vincerà?” concorreva con un più prosaico “Pioverà?”. E insomma il vincitore, alle nove e mezza, davvero c’è l’impressione che non lo sapesse nessuno. L’atmosfera lo conferma, e certe occasioni anche: mica succede sempre, al Ninfeo di Valle Giulia, che ci sia da mangiare - e bene assai - per tutti. Altre volte il cibo era quasi un ospite indiscreto: mangeremo dopo, ora pensiamo ai libri. Quest’anno invece, complice forse una crisi

economica che costringe a ostentare in certe occasioni l’abbondanza, s’è mangiato tanto e bene: davvero ottime le lasagne, e il giudizio viene da Parma, da una persona che di lasagne se ne intende, e che osserva invece questa kermesse romana con occhio nuovo, facendo scattare un insolente e grazioso paragone con Kub r i c k : “Sembra Eyes wide shut”, dice Novella p r i m a volta allo Strega, nomina sunt consequentia rerum alludendo a un’atmosfera un po’ elettrica, in cui s’attende qualcosa, qualcosa, che sia il vincitore, la pioggia, o qualcos’altro. Saggiamente - o forse è sempre la crisi - gli organizzatori hanno deciso di non aggiungere brecciolino al brecciolino e non si assiste a scivoloni, aspettando il finale. Neanche Massimo Lugli, terzo classificato con “L’istinto del lupo”, scivola nel rallegrarsi del fatto

in foto tiziano Scarpa, vincitore del Premo Strega con il libro Stabat Mater. A lato Antonio Scurati, autore di Il bambino che sognava la fine del mondo, secondo classificato. che “il terzo posto mi sembra un buon risultato. Mi sembra già tanto stare qui: d’altra parte non amo tanto gli scrittori”. Perché? “Perché gli scrittori sono scrittori, e quindi devono scrivere per forza”. Tullio De Mauro, presidente del Premio per il secondo anno, rammenta una Cenerentola che non c’è: “E’ brava, è brava”, dice. E in mancanza della Scarpetta, intanto, vince Scarpa. Un romantico? Certo

un gentiluomo veneziano, vista la discrezione con cui accetta il riconoscimento. Il finale per lui è romantico senz’altro, e non solo per questa vittoria così stretta e vera. C’è chi se lo perde, anche, questo finale. Peccato perché il fotofinish era emozionante. Ma anche perderselo può essere stato emozionante, forse più che vederlo. Così è la letteratura, d’altra parte, ripensare a delle occasioni perdute. Ripensarle, anche riscriverle, sapere che perdersi le cose e le persone può significare, prima o poi, ritrovarle.


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quotidiano

granDe schermO

I Transformers sono tornati

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Immigrazione e speranza

trasnsformers - la vendetta del caduto

Crossing over

Regia Michael Bay con Shia Labeouf, Megan Fox

Regia Wayne Cramer con Harrison Ford, Ray Liotta, Ashely Judd

Divertente, spettacolare, adrenalitico, nonostante la durata di oltre due ore, questo è un film che scorre via velocemente. Il rischio era che alla fine risultasse un po' noioso e ripetitivo. Invece, botte da orbi tra robotoni alieni buoni e cattivi (Autobots e Decepticons) ed una sana ironia nei dialoghi tra gli umani (la madre del giovane Sam e Alice, "l'amichetta" del collage, valgono l'intero film), salva la seconda puntata dei mitici Transformers. Ebbene sì, promossi a pieni voti. Anche se non amate il genere e dovete accompagnare figli e nipoti, vale la pena dare un'occhiata.

La stesura originale del film prevedeva scene talmente crude da indurre la produzione ad un drastico taglio di almeno 20 minuti prima di farlo uscire, lo scorso febbraio, negli Usa. Stessa versione decurtata destinata alle sale italiane. La dura realtà di un fenomeno come quello dell'immigrazione non può essere certo nascosta. Kramer, che ha scritto e diretto "Crossing Over", non ha lasciato spazio all'immaginazione. Attraverso l'operato dell'agente Max Brogan (Harrison Ford) racconta il destino di un gruppo di disperati. Pellicola di impegno civile (anche se un po' autocelebrativa), per sapere cosa avviene negli Usa, dove migliaia di persone ogni giorno varcano i confini con un sogno.

Il diritto alla felicità la donna di nessuno Regia Vincenzo marano con Anna Galiena, Laurent Lucas Sarà la provenienza dal piccolo schermo di Vincenzo Marano, da anni direttore della fotografia, sceneggiatore e regista di serie tv in Francia, che trasforma "La donna di nessuno" in un prodotto forse maggiormente aderente ad un linguaggio televisivo. Un giallo, una storia animata da una serie di personaggi così diversi, eppure destinati ad incontrarsi. Prostitute d'alto bordo, un giudice ambizioso e senza scrupoli, una giornalista alla ricerca della verità. Un intreccio di esistenze, dove trova spazio, oltre al dramma, anche l'amore.

Pagina a cura di luCiANA VECChioli

una scena del film “Miss Marzo”

Uno strano risveglio

Una favola per adulti

Miss Marzo

Coraline e la porta magica

Regia Zach Cregger e Trevor Moore Commedia che nelle intenzioni dei due registi, che l'hanno anche scritta e interpretata, dovrebbe appartenere al filone giovanilistico-demenziale. Invece è solo scemetta e triviale. Sarà per questo motivo che hanno dovuto fare tutto da soli. Eugene è ossessionato dal sesso (che novità!) mentre il suo amico Tucker crede nella verginità. Quando però decide di perderla con la fidanzatina (anche lei vergine, ci mancherebbe) cade nella tromba delle scale e rimane in coma per 4 anni. Al risveglio scopre che è diventata una coniglietta di Play Boy.

I postumi della sbornia una notte da leoni Regista Todd Phillips con Bradley Cooper, Justin Bartha, Ed Helms Il titolo originale del film è "The hangover", tradotto sarebbe "i postumi della sbornia". In effetti rispetto a "Una notte da leoni" rende molto meglio l'idea di ciò che accade durante tutto il film. Il regista è Todd Phillips, quello di "Old

Regia Henry Selick. La voce di Coraline è di Fanning Non è un cartone animato per bambini, se non per i più grandicelli. "Coraline e la porta magica" è un magnifico film d'animazione in stop-motion 3D. Una favola nera, inquietante e visionaria, dal punto di vista figurativo decisamente raffinata, tratta dal romanzo di Neil Gaiman, diretta dal regista di Nightmare Before Christmas. Inevitabile l'accostamento con lo stile di Tim Barton. La storia, quella di una ragazzina di 11 anni, trascurata dai genitori impegnati nel loro lavoro, che un giorno scopre un mondo parallelo pieno di insidie.

School" e "Starsky & Hutch", e questa volta ci propone una divertente e ben orchestrata commedia sugli effetti della vecchia e sempre buona sindrome di Peter Pan. A pochi giorni dal matrimonio, Doug si reca in macchina fino alla città di Las Vegas con i suoi migliori amici e lo strano cognato per un indimenticabile addio al celibato. Il mattino dopo la loro suite è completamente distrutta, lo sposo è sparito e c'è una tigre nel bagno.

Un play boy incallito la rivolta delle ex Regia Mark Waters con Matthew McConaughey, Jennifer Garner, Michael Douglas Anche il play boy più incallito alla fine capitola e si sposa. Cosa lo convince? La lunga schiera delle sue tante ex (con alcune delle quali è rimasto addirittura fidanzato delle ore) piangenti ed incavolate, ed il fantasma dello zio Wayne. Scopre così di essere innamorato da sempre di Jenny, che però fa finta di non volerlo. Il tutto avviene nel giro di una notte. O quasi. Eccola qua la storia del fotografo dei divi Connor Mead (uno strepitoso Matthew McConaughey! Nel senso fisico, of course) grande sostenitore delle relazioni libere che il giorno del matrimonio di suo fratello, buono e gentile, ritrova la ragazzina della quale da adolescente aveva una cotta. Ma lui timido ed impacciato non era mai riuscito a conquistare.


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PIccOlO schermO

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Teledipendenze

Un Grande Fratello senza veli in pay per view In Germania il reality diventa pornografico All’Italia restano i preliminari alla “Fenech” di

CArlA MoNtEFortE

I tedeschi tagliano corto e vanno subito al sodo. Lasciando agli italiani, che sebbene "do it better", l'estenuante onere dei preliminari. Costretti, chissà per quanto ancora, a spiare ammiccamenti, palpatine, mariti cornuti, scambi di stanze e di coppia, equivoci, travestimenti, situazioni d'avanspettacolo e tutto il resto degli ingredienti attinti da quel sottogenere di culto che è la commedia sexy all'italiana. Come le immancabili docce - di Ed-

wige Fenech, Barbara Bouchet e Nadia Cassini, nella versione originale - di Cristina e grandi sorelline varie - nel remake di Endemol - sotto lo sguardo desideroso di concorrenti guardoni, diretti discendenti di Alvaro Vitali, Lino Banfi e Jimmy il fenomeno. Prossimamente sugli schermi alemanni - in pay per view - il primo reality, più che un po' porno, decisamente porno! Ed ecco un po' cifre per gli appassionati di sex-numerologia: 43 le telecamere

Annunciazioni

shir. E' un volto esotico, come va di moda in Italia, dove gli extracomunitari trionfano in tv. Conosciuto dai telespettatori della soap opera Agrodolce, ora presenterà i programmi di Rai 2. Una piccola rivoluzione di cui è stato senz'altro fautore Max Cordeddu con una campagna condotta con Michele Maddaloni (ospiti proprio sulla rete "pioniera" Rai 2 per presentare l'iniziativa).

Arriva il signorino buonasera La battaglia giudiziaria del Signorino Buonasera approda a buon fine: la Rai ha deciso di far debuttare il primo annunciatore uomo. Il prescelto si chiama Livio Be-

Edvige Fenech in un film degli anni ottanta allestite, 11 i concorrenti sopravvissuti ai casting - di cui 6 donne bisessuali, una etero e 4 "homines erecti" (che non è una volgarità ma la definizione di chi regredisce di almeno il 15% dall'Homo sapiens) - 14 i giorni di programmazione, 300 le sterline di diaria di ciascuna delle pro-

Casting

Gf10: la carica dei mille

livio Beshir

Un trio per ridere

Innamorarsi a Notting Hill

3 luglio 2009 italia 1 ore 21.10 - Pur-purr-rid con il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo

3 luglio 2009 Canale 5 ore 21.10 - Notting Hill Film di Roger Michell con Julia Roberts e Hugh Grant

Aldo Giovanni & Giacomo sono tre pensionati che si riincontrano dopo molto tempo e che cercheranno di evadere dalla casa di riposo. Tra una mossa e l'altra si vedono "pezzi" di precedenti spettacoli come "Tre uomini e una gamba" o "La leggenda di Al, John e Jack". Alla fine i tre pensionati cercano di scavalcare il muro della casa di riposo ma poi Giovanni scopre che il cancello era aperto e allora fuggono su delle biciclette. Un viaggio esilarante attraverso il loro intero repertorio.

tagoniste e100 dei protagonisti. E - mentre sul web gli italiani rivendicano il copyright del format alludendo ad un certo reality girato, però con videofonini, in Costa Smeralda - di certo c'è che: meglio di Big Brother c'è solo Big Porner.

Boom di presenze per gli open cast di "Grande Fratello 10". Oltre 1.200 persone hanno sostenuto il provino nella prima giornata degli open cast di Roma per la nuova edizione del reality.

È una commedia romantica che vede nel ruolo di protagonista Julia Roberts e Hugh Grant. Girato nel 1999 nel distretto di Notting Hill (Londra), ha come sceneggiatore Richard Curtis, che precedentemente aveva scritto Quattro matrimoni e un funerale. William vive nel quartiere londinese multietinico di Notting Hill, è single e passa il tempo gestendo sulla Portobello Road un negozio di libri da viaggio. Un giorno, nella sua libreria, entra Anna, la stella del cinema più famosa del mondo. Scambiano qualche parola, lei compra un libro e se ne va.


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venerdì 3 luglio 2009

PersOne

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A Portocervo sfida tra vip sui campi da tennis

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l’avvocato calabrese Cataldo Calabretta, che ha gareggiato nei tornei “vip” organizzati per l’occasione. Tanti i nomi dello star system che hanno partecipato: Paolo Bonolis, Samantha De Grenet, Angela Melillo, Alessandra Pierelli, Massimo Oddo, Filippo Volandri, le veline Federica Nargi e Costanza Caracciolo, Max Parodi, Jimmi Ghione, Flora Canto, Arianna Marchetti. Roberta Morise è ancora in onda in tv con il “meglio” de “L’Eredità”. Per l’autunno spera in un programma sportivo.

roberta Morise Cataldo Calabretta, Federica Sampò

L’estate 2009 è iniziata e in costa Smeralda abbondano gli eventi in perfetto stile “dolce vita”. In questi giorni si sta per chiudere, con una splendida serata di gala, il "Summer weekend '09", organizzato dal pr romano Alex Nuccetelli insieme a Richy Sampò. Nomi del mondo dello spettacolo, dello sport e dell’imprenditoria

La causa

Il click

Lo scontro

Sono di Yoko i diritti di un video amatoriale

Star tra le vetrine di via Condotti

Noemi bocciata anche come attrice

Yoko ono Un tribunale di Boston ha deciso che spettano alla vedova di John Lennon, Yoko Ono, i diritti di un video amatoriale sulla star dei Beatles. E' il 1970 e Lennon, all'apice della carriera dopo aver scritto brani come Instant Karma, Remember e Mind Games, viene ripreso nella sua casa di Londra, con amici e parenti. Sono 10 ore di girato che mostrano la star mentre compone musica, fuma marijuana e propone in modo ironico di mettere Lsd nel tea dell'allora presidente americano Richard Nixon.

si sono sfidati per una settimana a Porto Cervo in diverse attività sportive come il calcetto e il tennis. Anche Roberta Morise, la bellissima ventitreenne di Cirò Marina, protagonista de “L’Eredità”, il quiz show di Raiuno condotto da Carlo Conti, è stata una delle ospiti d’eccezione della manifestazione. Con lei c’era anche

E' una delle strade più note al mondo per lo shopping di lusso, ma Via Condotti, a roma, è anche la via a cui è intitolato l'omonimo premio, consegnato a tanti volti noti di cinema. C'erano Paolo Villaggio, Gabriele lavia, Michele Placido, Guido lombardo e lina Wertmuller. Ma anche Eleonora daniele, roberto Zaccaria con Monica Guerritore, Peppino di Capri e Massimo ranieri.

In mostra le foto di Madonna nuda Alcune fotografie che ritraggono Madonna nuda quando aveva solo 20 anni e non era ancora famosa andranno in mostra da oggi a Londra. Le immagini risalgono all'epoca in cui la futura regina del pop faceva la modella a New York per pagarsi un corso di ballo e tentare nel frattempo di sfondare nella musica. Era il 1979 e Madonna fu pagata dal fotografo Martin Schreiber soltanto 30 dollari. Quando, anni dopo, diventò famosa, Schreiber vendette le fotografie a Playboy che le pubblicò nel 1985.

Noemi letizia Noemi Letizia, 18 anni, è diventata nel giro di pochi mesi la ragazza più chiacchierata d'Italia e ormai ogni sua mossa è seguitissima dai media. Così, il settimanale Chi, l'ha pizzicata mentre si gode una vacanza in quel di Positano. D'altronde la "povera" Noemi ha proprio bisogno di riposarsi un po': non bastavano il turbine di pettegolezzi che l'hanno resa famosa, il suo fidanzato, Domenico Cozzolino, ha dichiarato che la loro storia era tutta una messa in scena. Dulcis in fundo, la giuria di Universo Corto, la rassegna dedicata ai cortometraggi che si tiene a Pisa, ha bocciato il breve film che vede tra i protagonisti proprio la bionda Letizia.


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