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Anno II - n. 171 - Giovedì 2 settembre 2010

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quotidiano EDIZIONE ESTIVA

Napolitano invita ad occuparsi innanzitutto dell’economia

Medio Oriente Obama ottimista ma ancora E sul “processo breve” fa soltanto un’allusione Nessuna interferenza durante la messa a punto e attentati l'esame parlamentare dei disegni di legge, processo breve compreso, e nessuna intromissione nel dibattidi Hamas to politico: Giorgio Napolitano rivendica ancora una

Monito da Venezia

''Possiamo arrivare alla pace in Medio Oriente in un anno. Israeliani e palestinesi non devono lasciarsi sfuggire questa opportunita'''. Obama, annunciata la fine della guerra in Iraq, si è lanciato nel difficile tentativo di risolvere un altro conflitto medio orientale incontrando alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente della Autorita' Nazionale Palestinese (ANP) Abu Mazen in colloqui bilaterali che mirano ad avviare negoziati di pace diretti tra le due parti. Ma a tentare di boicottare la pace provvedono nuovi attentati di Hamas contro i coloni israeliani in Cisgiordania. Stanotte ce ne è stato un altro: il secondo in 48 ore. Ferita una coppia: marito e moglie. L’obiettivo dichiarato è di sostenere la richiesta di Abu Mazen di congelare gli insediamenti ebraici; ma in realtà ciò non fa altro che inasprire i rapporti e rendere più difficile la trattativa.

volta l'autonomia del ruolo che la Costituzione gli attribuisce. Il Capo dello Stato, in visita privata a Venezia per la mostra del Cinema, coglie anche l'occasione per lanciare un nuovo appello alla politica, che sta vivendo un passaggio difficile: ''Si concentri dice - sull'economia''. Invito che trova il plauso bipartisan di maggioranza e opposizione. PAGG. 2 e 7

Napolitano con i fratelli Gassman al coktail in onore di Vittorio, dove il presidente è andato subito dopo l’arrivo a Venezia. A sinistra: la protesta dei poliziotti per le condizioni nelle quale sono stretti ad operare. Per la prima volta un preidente della Repubblica è stato presenta alla inaugurazione della Mostra del cinema di Venezia e la sua presenza è stata calorosamente applaudita mentre fischi sono stati riservati a Gianni Letta

Annuncia il suicidio sul blog: salvato

Era in Trentino, intervenuta la Ps di Catania

Agenti del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Sicilia Orientale di Catania hanno salvato un trentenne residente in Trentino Alto Adige che su un blog aveva annunciato l'intenzione di suicidarsi, per vicende personali. Gli investigatori, intervenuti su segnalazione del gestore del blog, un ragazzo catanese, tramite il server statunitense Google, sono riusciti a risalire all'identità della persona che aveva annunciato l'intenzione di togliersi la vita e l'hanno comunicata alle forze di polizia locali. Agli agenti che si sono recati nella sua abitazione il giovane ha confermato il suo progetto, spiegando che stava "attraversando un periodo difficile". La polizia trentina ha avvertito i genitori e i Servizi sociali del Comune di residenza.

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in edizione stampabile esce fino al 10 settembre con foliazione ridotta e non viene pubblicato la domenica e il lunedì Il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7


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In Italia e nel Mondo

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IL GIALLO dI AVetrANA

SCuOLA

Napolitano: non faccio previsioni

ragazza scomparsa Scioperano forse rapita i prof. precari Sara Scazzi forse e' caduta in una trappola. E' salita su un'auto guidata da una persona che conosceva e che si e' trasformata nel suo aguzzino. E' lo scenario ipotizzato dai carabinieri che tentano di risolvere un giallo di Avetrana che sembra essere sempre più intricato. Perché di Sara, dopo sette giorni di battute nelle campagne, nei casolari, nei pozzi e nei corsi d'acqua, non è stata trovata alcuna traccia e non ci sono neppure indizi sulla sua sorte. La pista dell'amico (o conoscente) che ha rapito la ragazzina è avvalorata anche dal fatto che nessuno, in una via Verdi deserta, ha sentito un urlo, un sussulto o uno stridio di pneumatici.

MeSSINA

Pipistrello trovato nel policlinico Scarse condizioni igieniche, farmaci scaduti e anche la carcassa di un pipistrello dentro il reparto di terapia intensiva coronarica: a rilevarlo dentro il Policlinico di Messina sono stati i Carabinieri del Nas di Catania presso il policlinico di Messina. La struttura, hanno fatto sapere i Nas in una nota, "è interessata da carenze igienico-sanitarie, strutturali e tecnico impiantistiche tali da costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante in violazione alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e di degenza".

Non mangeranno per "almeno tre giorni" in segno di protesta contro "una politica che sta uccidendo la scuola pubblica, creando disoccupati e facendo a pezzi l’offerta didattica". Sono quattro i giovani insegnanti precari che allo slogan hanno deciso di vivere di sola acqua. Si sono accampati di fronte al provveditorato, in via Ripamonti, a Milano. Dormiranno in tenda o in camper, fino a quando "il governo non cancellerà i tagli alla scuola pubblica". Sono supplenti che, per effetto della riduzione del numero delle cattedre, non hanno riconfermato il posto dello scorso anno. Stessa protesta anche per una maestra di Pordenone.

In Cina 120 km. di coda

Ha superato i cento chilometri la coda di camion a nord di Pechino che tiene bloccati oltre 10.000 automezzi dallo scorso 28 agosto.La coda si era formata sull'autostrada 110 che collega la capitale alla provincia della Mongolia interna, nel nord della Cina, pochi giorni dopo che un altro ingorgo aveva bloccato il traffico sull'autostrada per 11 giorni. Il nuovo maxi ingorgo avrebbe raggiunto un nuovo record, mettendo i camion in coda per 120 chilometri.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

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Giorgio Napolitano non si sbilancia quando gli si chiede della durata dell’attuale governo: “Ho già detto che non faccio previsioni”, ha ribadito il presidente della Repubblica. Napolitano parla con la stampa a Venezia, dove si trova in visita privata e dove stamani ha visitato la Mostra internazionale di architettura della Biennale. ”Quando accade qualcosa che coinvolga le mie decisioni – sottolinea – allora rifletto e adotto e motivo le decisioni”. "Su queste cose ho già detto tante volte mentre si discuteva della legge sulle intercettazioni. Sapete che fine ha fatto quella legge?". Così Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, durante la visita a Venezia risponde ai cronisti che lo sollecitano sulle indiscrezioni di tentativi in atto da parte del governo di coinvolgere il Quirinale nella stesura di leggi in gestazione. "Siete informati" su quale fine abbia il ddl intercettazioni?", ha chiesto rivolgendosi ai giornalisti. Alla replica di un giornalista: "Un binario morto?", il presidente ha concluso: "Ecco...".

L’OnOmAsticO Abibo Abibo (Habib) era un diacono di edessa, città della Siria che fu centro di cultura cristiana (Scuola di edessa) nel IV-V secolo; scampò alla persecuzione contro i cristiani di Galerio, imperatore d’Oriente del 305, il quale poi nel 311 emanò un editto di tolleranza. Morì martire nel 322.

AccAdde Oggi 1945: fine della guerra Con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki si considera conclusa la seconda guerra mondiale.


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In Italia e nel Mondo

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ANAS

COLPIte ALtre due CIttà

Pedaggi, stop agli aumenti

Inondazioni in Pakistan migliaia sfollati

La sospensione degli aumenti dei pedaggi autostradali in gestione Anas decisi con la manovra economica continuerà ad essere applicata su tutto il territorio nazionale. La decisione assunta dall'Anas di sospendere i rincari già dal 4 agosto proseguirà almeno fino alla sentenza definitiva della giustizia amministrativa. Il Codacons osserva che "è evidente come ora le maggiori somme pagate ai caselli debbano essere restituite agli automobilisti, altrimenti si configurerebbero veri e propri reati a danno degli utenti".

Le inondazioni stanno minacciando altre due città pachistane, con una popolazione totale di 275 mila abitanti, sulla costa della provincia meridionale del Sindh. Nella nottata, la piena dell'Indo, che sta defluendo in mare, ha allagato parte della fascia costiera e si sta ora dirigendo verso le città di Jati e di Shah Bundar, dove è scattato l'ordine di evacuazione. Decine di migliaia di abitanti si stanno trasferendo verso le zone più alte verso la città di Thatta, salvata dalle inondazioni grazie a dighe di contenimento costruite la scorsa settimana. Secondo The Dawn, ''si prevede che il numero di sfollati salga a 600 mila''.

dANIeLe FrANCeSCHI

IMPASSe

Borse europee via alla ripresa Rialzano la testa le borse europee. L'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, è salito del 2,74% finale, che equivale a un recupero, in termini di capitalizzazione, di 135 miliardi di euro in una seduta. La paura che la ripresa economica mondiale sia ancora molto debole non è passata, ma è bastata la crescita inattesa dell'indice Ism del settore manifatturiero negli Stati Uniti a far rivedere per un giorno il sereno su tutte le Borse mondiali.

FASt FOOd

Italiano morto Burger King la Francia indaga in vendita Non è morto per violenze fisiche Daniele Franceschi, 31 anni, carpentiere di Viareggio (Lucca), trovato cadavere in una cella dell'istituto di pena di Grasse, in Francia, il 25 agosto. Lo dicono i medici legali nominati dalla procura francese, che hanno eseguito l'autopsia all'Hopital Pasteur, lasciando trapelare la possibilità che ad ucciderlo sia stato un infarto. Ma anche così, la morte di Daniele è comunque cosa oscura e soprattutto ambigua, perché di contraddizioni ce ne sono state tante, troppe. A fare chiarezza proverà un'ulteriore inchiesta affidata ad un giudice istruttore, mentre il ministro degli Esteri Bernard Kouchner assicura: ''Faremo il possibile'' per arrivare alla verità. I perché della morte di Daniele devono essere ancora risolti: se ne dice convinto il console italiano a Nizza, Agostino Chiesa Alciator, discendente di uno dei più illustri giuristi del '500 che annuncia, in una conferenza stampa tenuta oggi, la ''puntuale, costante, tempestiva cooperazione tra autorita' italiane e francesi''.

Burger King, diretta concorrente di McDonald's, sarebbe in vendita e secondo indiscrezioni della stampa Usa sarebbero già in corso trattative con potenziali acquirenti. Il gruppo britannico di private equity 3i Group sarebbe tra i contendenti nella corsa.

COSe dI QueStO MONdO

Fanatico ambientalista irrompe in una tv Un uomo armato ha preso in ostaggio almeno una persona nel palazzo che ospita Discovery Channel a Silver Spring, nel Maryland. Mentre scriviamo una dipendente del gruppo tv ha riferito alla Abc che l'edificio è stato evacuato, nelle strade circostanti l'accesso è vietato alle auto. All'interno è stato udito uno sparo e l'uomo, stando a

quanto hanno riferito i media locali, potrebbe avere con sé un ordigno esplosivo. Secondo la Cnn sarebbero stati invece diversi i colpi di arma da fuoco uditi da alcuni testimoni, ma al momento non c'è notizia di persone ferite o morte. Le squadre speciali di polizia dello Swat sono già sul posto. L'autore del sequestro sarebbe James J. Lee.

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Si tratterebbe di un militante ambientalista «invasato». L'uomo aveva "postato" sul web lo scorso 18 luglio un messaggio minaccioso, nei confronti del canale tv. «Discovery Channel attaccava Lee - deve trasmettere al mondo il suo impegno per salvare il pianeta». Quindi aveva elencato una lista di 11 richieste su come dimostrare i rischi ambientali per lui prioritari.

Medioriente, Israele apre a Abu Mazen «Abu Mazen è il mio partner per la pace. Spetta a noi di vivere uno accanto all'altro e con l'altro». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu al presidente della Autorità nazionale palestinese, alla vigilia dell'inizio (2 settembre) dei colloqui di pace israelo-palestinesi. «Voglio mettere fine al conflitto in Medio Oriente una volta per tutte», ha aggiunto Netanyahu. «Il nostro obiettivo è forgiare una pace sicura e duratura tra Israele e palestinesi, non cerchiamo un interludio tra due guerre. cerchiamo una pace che metta fine al conflitto tra noi una volta per tutte. Questa è la pace che il mio popolo vuole, questa è la pace che tutti ci meritiamo». Il presidente americano Barack Obama ha detto che già mercoledì dopo i primi colloqui «sono stati fatti progressi».


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tribuna

Progetti roma Su Tor Bella Monaca Alemanno si esercita con la fantasia

Progetti roma Su Tor Bella Monaca Alemanno si esercita con la fantasia

Il primo cittadino di Roma che, per sostenere i suoi faraonici progetti, evoca i fantasmi dell'Unione Sovietica, è inadeguato a svolgere il suo ruolo. Mi riferisco alle sue dichiarazioni su Tor Bella Monaca. Premesso che, visti i suoi trascorsi da militante dell'estrema destra sarebbe opportuno che evitasse riferimenti al passato, trovo davvero di cattivo gusto che il Sindaco per dare forza alle proprie idee utilizzi luoghi comuni e riferimenti qualunquistici. Alemanno, prima ancora che continuare a sciorinare il suo libro dei sogni, dica cosa ha fatto in questi due anni e mezzo ossia a metà del suo mandato. E' ovvio che non entri nel merito perché, in questo caso, il suo bilancio non sarebbe da Unione Sovietica, ma da Terzo Mondo. In merito all'ipotesi di abbattimento e ricostruzione di Tor Bella Monaca invito il Sindaco, una volta per tutte, a dire dove reperirà le ingenti risorse per effettuare questo apocalittico intervento. Ad oggi, infatti, l'unica ipotesi possibile è l'intervento di privati che chiederanno in cambio milioni di metri cubi da spalmare nella periferia romana. Su questa vicenda ho chiesto la convocazione delle Commissioni competenti per verificare le reali intenzioni del Sindaco che, più che amministrare nell'interesse dei cittadini, sembra interessato solo a fare audience come fosse una tv commerciale. dario Nanni consigliere comunale del PD, vice presidente della Commissione Lavori Pubblici e membro della Commissione Urbanistica, Roma

Con l’intento di boicottare la fabbrica, tre operai della Fiat bloccano un carrello della linea di produzione. Giacché qualunque imprenditore “normale” non può tollerare che nella sua azienda lavorino dissidenti, rivoluzionari e renitenti al lavoro, i tre vengono licenziati. I guastatori si rivolgono al giudice del lavoro, il quale ingiunge alla Fiat di reintegrarli. Nell’attesa del secondo grado di giudizio previsto dall’ordinamento, Marchionne, onde evitare che gli amanti della siesta, della pennichella e delle partite di calcio “riokkupino” la fabbrica, pur garantendo il pieno esercizio dei diritti sindacali, li riassume ma senza farli lavorare. I nemici giurati del compagno Stakanov si rivolgono allora a Napolitano, il quale, ricordandosi di essere prima che un presidente, un marxista, dà ragione ai compagni e torto al padrone. Il primo presidente comunista d’Italia ha incassato i ringraziamenti non solo dei soggetti in causa, ma anche di non pochi uomini di chiesa. Gli stessi che, quando Napolitano si rifiutò di firmare una legge speciale per salvare la vita di Eluana Englaro, se ne stettero acquattati con la coda tra le gambe. Le forze sociali, gli imprenditori e l’opinione pubblica si devono rendere conto che, di questo passo, i sindacati di estrema sinistra distruggeranno l'industria italiana. In parte l'hanno già fatto: nessuno si sogna di venire ad investire in Italia per non cadere nelle loro mani e di alcuni giudici ideologizzati che assolvono i lavoratori a prescindere, senza nemmeno analizzare i fatti. Difendere le mele marce è immorale, antisindacale ed anticostituzionale. Gianni toffali Verona Il signor Toffali dimostra di essere piuttosto distante dalla

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LA migLiOre deL giOrnO

Giannelli sul “Corriere della sera” realtà dei fatti e molto lontano dalla storia. Ma, poiché questo giornale è fermo sostenitore della assoluta libertà di opinione, pubblichiamo integralmente la lettera, anche se contiene giudizi sul presidente della Repubblica - dai quali ci dissociamo - spesso offensivi, fondati su slogan trasmessi da una certa propaganda di stampo berlusconiano.

Paderno dugnano

Sindacalista licenziata

La cooperativa sociale CSR di Varese, che ha in appalto la RSA Bernardelli presso la clinica San Carlo di Paderno Dugnano, ha licenziato, costruendo ad arte le motivazioni, una nostra delegata che chiedeva di mettere in sicurezza i mezzi di lavoro e si opponeva alla decisione di ridurre la 13° mensilità del 60%, di non pagare più i primi 3 giorni di malattia e di ridurre di 5 giorni le ferie Da oggi tutti potrebbero attingere dalle tasche dei lavoratori quando fa comodo ! Contro il licenziamento politico di Carmen inizieremo da subito la lotta legale per farla rientrare, ma nello stesso tempo svilupperemo la battaglia sindacale e politica per denunciare il comportamento della cooperativa CSR, per aggregare più situazioni possibili intorno a questo grave

problema contro le cooperative sociali e i loro committenti. Slai Cobas CSr Paderno Dugnano

Giancarlo Bozzetto

Visse la politica con lealtà e passione

Desidero unirmi al cordoglio della famiglia per la scomparsa improvvisa di Giancarlo Bozzetto, un grande amministratore, un politico d’altri tempi. Bozzetto ha dato lustro a Fiumicino ed è stato sempre vicino al suo territorio tanto da morire nel pieno delle sue funzioni politiche dopo un appassionato intervento alla festa del suo partito.Un politico d’altri tempi di quelli che iniziamo a rimpiangere perché figlio della politica con la p maiuscola, fatta di ideali e passione, avversario ma mai nemico. Da neo assessore regionale agli enti locali del Lazio nel 2000 la prima delibera che firmai fu quella del definitivo distacco di Fiumicino da Roma con il passaggio finale di beni e patrimoni dalla Capitale alla neo cittadina laziale. Così come ricordo sempre in quell’anno la festa dei primi dieci anni di Fiumicino. Giancarlo Bozzetto ci mancherà, e soprattutto ci mancherà molto la sua grande passione politica. donato robilotta ex assessore regionale Pdl, Roma


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argOmenti

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La crisi ancora irrisolta che affligge gli Stati uniti

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lla riunione annuale di Jackson Hole, sulle montagne dl Wyoming, il presidente delle Fed Ben Bernanke ha riconosciuto il fallimento della cosiddetta “exit strategy”, il piano d’uscita dalla crisi economica e finanziaria più grave dal ’29, e ha annunciato una nuova, e pericolosa, “crisis management”. Ciò significa una mera gestione della crisi con strumenti monetari, basata su bassi tassi di interesse e sull’acquisto di nuove obbligazioni del Tesoro e di altri titoli bancari in sofferenza. Non potendo ignorare il persistere di una disoccupazione vicina al 10% e un deficit di bilancio di 1.470 miliardi di dollari nel 2010, Bernanke ha dovuto ammettere che gli Stati Uniti, nonostante gli stimoli fiscali e gli incentivi, continuano ad annaspare nel mezzo di una crisi irrisolta.

La ricetta di Bernanke? Più liquidità

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l presidente della Fed ha ripetuto che i consumi privati per lui sono sempre il parametro principale per capire l’andamento dell’economia. Essi finora non hanno corrisposto alle aspettative. Anche gli investimenti nel settori industriali, cresciuti per riempire un lungo periodo di totale stagnazione, hanno esaurito la loro spinta. Così come l’export, il cui effetto sul pil nazionale egli stima comunque vicino a zero.

miliardi di titoli Mbs entro il 2011, anche se il settore immobiliare è sempre più in affanno. La caduta di luglio del 27,2% delle vendite di case rispetto al mese precedente ne è la riprova. In sintesi, la Fed ammette di essersi riempita di titoli tossici legati ai mutui subprime, e di aver trasferito allo stato il “fardello” delle banche private.

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uesta amara analisi evidenzia ancora una volta lo storico problema degli Usa, che è quello di un’economia dei consumi internazionalmente sovvenzionata! Per sostenere i mercati finanziari in crisi e per spingere verso il basso i tassi di interesse, nei due anni passati la Fed ha comprato obbligazioni di stato e soprattutto titoli Mbs (mortgage-backed securities), i pericolosi titoli emessi sulla base dei mutui casa, per un totale di 2.000 miliardi di dollari. Finora ne sono stati ripagati soltanto 140 miliardi. Si spera di smaltire altri 400

a banca centrale continua a mantenersi su questa strada: abbassare ulteriormente i tassi di interesse e comprare titoli, soprattutto le obbligazione del Tesoro. Si spera con ciò di aiutare i bilanci delle famiglie e del business e di riportarli verso il consumo. In realtà tale politica, già stigmatizzata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea nel 2009, stravolge le attività economiche, mantiene i prezzi degli assets artificialmente inflazionati, surriscalda la congiuntura e prepara il terreno per l’inflazione. Per la

Fed, comprare titoli vuol dire creare nuova moneta. La questione cruciale diventa quindi capire dove andrà questa crescente liquidità. Il rischio è che essa finisca nelle speculazioni finanziarie e sulle materie prime.

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lcuni parlano già di una grande bolla dei bond americani. L’insicurezza sistemica porta a privilegiare i titoli di stato rispetto agli altri investimenti. Infatti, secondo l’Investment Company Institute, da gennaio a giugno i fondi equity hanno perso 232 miliardi di investimenti mentre, i fondi obbligazionari sono aumentati di 559 miliardi di dollari. Inoltre, il Congressional Budget Office ha recentemente rivisto, con un aumento di 4.400 miliardi, le previsioni di spesa governativa di base per i prossimi dieci anni, fatta soltanto 31 mesi fa. Una voragine che il governo dovrà coprire con i bond del Tesoro!

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a una semplice manovra monetaria espansiva non può bastare. Servono investimenti nelle infrastrutture e nell’economia reale e una rivisitazione della spesa corrente.

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ciò dovrebbe essere finalizzato l’acquisto di nuove obbligazioni. In Europa c’è stata l’esperienza positiva delle cosiddette “obbligazioni Delors” cioè emissione di titoli per creare liquidità da investire nei trasporti, nella modernizzazione energetica e tecnologica, ecc. Sulla stessa strada oggi si stanno muovendo anche le Casse Depositi e Prestiti europee. Ma queste, purtroppo, spesso incontrano forti resistenze politiche e finanziarie. Mentre a nostro avviso andrebbero sostenute per accelerare la realizzazione delle grandi infrastrutture, soprattutto nel Mezzogiorno.

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ernanke avrebbe potuto e dovuto puntare sulla riduzione dei titoli tossici, presenti anche nei bilanci della Fed, e che sono la vera causa della crisi sistemica, dell’aumento del debito pubblico e degli squilibri contabili. I titoli Mbs, come i derivati Otc, sono inflazionati e senza un vero valore di riferimento sottostante. La riforma finanziaria appena approvata dal Congresso li ha definiti “titoli sintetici” pericolosi . Perciò la Fed dovrebbe agire di conseguenza.

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on c’è quindi da rallegrarsi, tanto meno da contrapporre agli Usa la pretesa di un’Europa più stabile. Fintanto che non si realizza un sistema monetario multipolare, il dollaro rimane la principale moneta di riferimento internazionale e gli effetti globali di una prolungata crisi americana potrebbero essere più devastanti di quelli del 2008. * Sottosegretario all'economia nel governo Prodi ** Economista


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sOciALe A CURA DI

FIDALMA FILIPPELLI

Proposte politiche antisociali

Lampedusa: che fine faranno quei barconi? Il Sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis (Mpa) ha deciso: le imbarcazioni dei migranti rinvenute nel’isola - e attualmente depositate accanto alla discarica comunale nei pressi del Cie - saranno prelevate da una ditta specializzata per essere trasferite fuori dall’isola e smantellate. L’annuncio è di questi ultimi giorni e fa discutere sia a Lampedusa che nel resto d’Italia. Le associazioni locali e le voci più eminenti del terzo settore nel Paese contestano fortemente la volontà di cancellare la memoria del dramma immigrazione nel Mediterraneo. Il Sindaco De Rubeis sarebbe a tal proposito disposto a salvare, tra le decine e decine di imbarcazioni ammas-

L’eVentO

sate accanto alla discarica, due o tre esemplari fer farne un monumento ai caduti. Una proposta che noi troviamo risibile, specie se confrontata con quella dell’associazionismo territoriale di realizzare coi reperti rinvenuti un museo dell’immigrazione. All’interno dell’ipotetico museo le associazioni, oltre alle barche, vorrebbero esporre tutto il significativo materiale presente nella discarica: vestiti, lettere, Corani, Bibbie, libri di vario genere. Oggetti che parlano di imprese e vite spezzate, bruscamente e drammaticamente interrotte nelle acque del Mediterraneo e meritevoli, in diritto anzi, di essere menzionate nella storia. Legambiente, Arci e Alternativa

Uno dei tanti barconi di migranti arrivati a Lampedusa Giovani intendono così preservare la memoria degli immigrati vittime del Mediterraneo e noi appoggiamo la loro proposta perchè riteniamo che la memoria di una tragedia collettiva debba essere tutelata. E questa tragedia, volenti o nolenti, riguarda anche noi italiani perchè si svolge quotidianamente nella nostra terra, sebbene la Lampedusa degli immigrati e la Lampedusa dei turisti siano due realtà parallele che si incontrano all’infinito per

meschina volontà politica. Nell’augurarci che prevalga la proposta di realizzare un museo dell’immigrazione, noi sogniamo che un’istituzione di tal genere possa riparare in qualche modo allo squallore del settore de cimitero isolano dedicato agl immigrati: tombe senza fiori, ter riccio arido con piante rinsecchi te, fatiscenti croci di legno senza un nome e tenute insieme da fi di ferro arrugginito... f. f

In proiezione al Lido un film sulla rivolta nel paese calabrese

Rosarno approda al Festival di Venezia Un interessante film dal titolo “Il sangue verde” verrà proiettato domani 3 settembre alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia per raccontare i fatti di Rosarno dal punto di vista dei veri protagonisti, ovvero gli immigrati.

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enerdì 3 settembre verrà proiettato alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia “Il sangue verde” di Andrea Segre, prodotto da ZaLab e coprodotto da Aeternam Films col patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International. La

pellicola è stata girata tra Rosarno, Caserta e Roma e propone un resoconto degli scontri di Rosarno fatto dai protagonisti veri, ossia Abraham, John, Amadou, Zongo, Jamadu, Abraham e Kalif. I quali raccontano senza ran-

core ciò che è successo dal loro punto di vista nei giorni della rivolta ed in quelli successivi e descrivono la loro vita passata ed attuale in Italia. Il messaggio è chiaro e significativo: la tratta e lo sfruttamento lavorativo dei migranti, accompagnato

dalla carenza di misure con crete contro il razzismo rap presenta una minaccia forte ed inaccettabile per i diritt umani. La tratta e lo sfrutta mento dei migranti in Calabria hanno fatto sì che migliaia di persone lavoras sero a Rosarno e dintorn per pochi euro all’ora e vivessero in dormitori sprov visti di elettricità, acqua potabile e riscaldamento. La proiezione avrà luogo alle h:22 nella Sala Volpi nel l’ambito delle Giornate degl autori. Fidalma Filippell


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npe ti an e sni e va a e lli

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ridotte attitudini

In pensione anche a 60 anni Mio padre, in seguito ad un intervento chirurgico abbastanza impegnativo, ha perso gran parte della sua capacità lavorativa e dietro indicazione del nostro medico, che ha quantificato in almeno l’80% la riduzione, è propenso a chiedere la pensione anticipata di vecchiaia (60 anni di età anziché 65). Nel caso di accoglimento della domanda, dovrà attendere anche lui la cosiddetta “finestra a scorrimento”? C. D., Siracusa No, fortunatamente il legislatore del 31 maggio 2010 ha tenuto conto di tale categoria ed ha previsto per essa il mantenimento della vecchia normativa, indubbiamente più favorevole.

riscatto laurea

Si può lavorando nel volontariato Mio figlio si è laureato a dicembre 2008. Da febbraio 2010 svolge, presso un’associazione umanitaria, attività sociale non retribuita a favore di portatori di handicap. Quesito: è già possibile effettuare il riscatto degli anni di studio? In caso positivo, a quanto ammonterebbe l'importo da pagare? Poichè lo stesso non ha ancora redditi, tale importo può essere detratto da me? G. Guido, Brindisi dal 2008 è possibile riscattare la laurea anche se non è ancora iniziata l'attività lavorativa. Per ogni anno da riscattare nel regime contributivo il costo è pari al 33% del minimale contributivo degli autonomi (14.334 euro per il 2010). La spesa annuale è quindi di 4.730 euro. I contributi possono essere pagati in 120 rate mensili senza interessi e sono detraibili dal genitore con aliquota del 19%.

Diritti & DOVeri PreVidenZA Risponde il dottor ANTONINO NICOLO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

età per la pensione

Una deroga affidata all’Inps per i lavoratori in mobilità Un operatore di patronato mi ha riferito che il governo, nel varare col decreto legge n° 78/2010 una normativa più restrittiva per i pensionamenti, consente a 10.000 lavoratori di andare in pensione con le vecchie regole. Potrei avere ulteriori chiarimenti? Potrebbe esserne interessato un mio fratello di 58 anni. N. Mazzantini, Grosseto Si tratta di una norma in deroga al nuovo regime generale, che consente ai lavoratori in mobilità e per quelli che sono stati incentivati all’esodo (ad esempio, dipendenti del credito e delle assicurazioni) di usufruire ancora delle vecchie finestre. e’ stato affidato all’INPS il compito di individuare tali lavoratori nel limite di 10.000 unità complessive per tutto il territorio nazionale.

reversibilità

no ha meno di 26 anni.

Se studente, sì ma non fuori corso

Pubblico impiego

Vorrei sapere se uno studente universitario ha diritto ad una quota di pensione di reversibilità per la sola durata del corso legale di studi o, comunque, fino al 26° anno di età. Ciò in quanto ho ricevuto informazioni contrastanti in merito. S. Amato, Cosenza La normativa prevede che la quota di pensione ai superstiti, studenti universitari, spetti per la durata legale del corso di laurea . Ma se questo è iniziato tardi, con riferimento all’età (ad esempio, a 23 o 24 anni), la pensione viene corrisposta fino al 26° anno di età. Se, invece, il corso legale di laurea termina prima (per esempio, a 23 anni) e lo studente ancora non ha conseguito la laurea, per il periodo di fuori corso la pensione non spetta, anche se l’orfa-

Donne più penalizzate Sono una dipendente della Regione Lazio di 55 anni ed ho dovuto prendere atto che il momento della mia uscita dal lavoro per pensionamento si è allontanato di parecchio. A mio avviso e facendo dei calcoli sulle tabelle pubblicate dalla stampa, la categoria più penalizzata dal decreto legge sarà quella delle donne del pubblico impiego. E’ vero? L. Morelli, Roma Sì, è proprio vero. e ciò per due motivi, concomitanti. Il primo è costituito dallo scalone di 4 anni introdotto a partire dal 2012 e che porterà di colpo l’età pensionabile da 61 a 65 anni. Il secondo riguarda l’ulteriore attesa di 1 anno dal momento di raggiungimento dei requisiti.

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Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

Personale scolastico

Una eccezione con motivo valido E’ vero che il personale della scuola non è stato toccato dalla riforma pensionistica varata, con decreto legge, a fine maggio 2010? Per quali motivi non viene equiparato agli altri lavoratori? S. Giudice, Roma Sì, corrisponde a verità la deroga cui lei fa riferimento. Il personale della scuola continuerà ad andare in pensione con la finestra unica annuale del 1° settembre (1° novembre per le università). Ne possono fruire quei dipendenti che maturano il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia entro il 31 dicembre dell’anno del pensionamento. Il motivo è quello di non interferire con lo svolgimento dell’anno scolastico con pensionamenti nel corso dello stesso.

crediti inps

Un avviso che vale la cartella esattoriale E’ attendibile la notizia secondo la quale, a partire dal 2011, l’INPS avrà la possibilità di recuperare i crediti di qualsiasi natura in tempi più ristretti? M. Rossi, Ancona Sì, tra le novità di fine maggio ve n’è una che riguarda la riscossione dei crediti da parte dell’INPS. Basterà la notifica, da parte dell’ente, di un avviso di pagamento che diventa un titolo esecutivo. esso sostituisce la cartella esattoriale ed intimerà il pagamento della somma dovuta entro 90 giorni. decorso tale termine, scatterà l’esecuzione forzata. Ma esiste la possibilità di avanzare ricorso entro 90 giorni.


giovedĂŹ 2 settembre 2010

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Mostra del cinema di Venezia ProtestadeipoliziottiefischiperLetta.PoiNataliePortman...

La prima volta di un presidente (con ovazione) DI

MAURETTA CAPUANO

Una serata inaugurale nel segno di Giorgio Napolitano ieri sera al Lido, per l'apertura della 67/ma edizione del Festival del cinema. L'eccezionale presenza del presidente (non era mai successo prima) ha creato anche una grande attesa tra il pubblico di fronte al Palazzo del cinema durante la passerella. Un'attesa poi tradita dall'ingresso di Napolitano da un ingresso secondario. Forse per motivi di sicurezza o solo per discrezione e per lasciare ai divi il tappeto rosso. Un red carpet su cui campeggiavano delle sagome di poliziotti ''pugnalati alle spalle'' per protesta del sindacato di polizia Coisp e che ha visto una breve contestazione con alcuni fischi e grida (''vattene a casa''), prima rivolti a Gianni Letta e poi a Rocco Buttiglione. Lunga la sfilata per il film d'apertura, 'The Black Swan' con l'arrivo del regista Darenn Aronofsky e della superdiva Natalie Portman in abito di chiffon rosso rubino. Re del tappeto rosso sicuramente Carlo Verdone, tra i piu' applauditi, e il presidente della giuria di Venezia '67 Quentin Tarantino vestito con un tradizionale smoking. Tra le curiosita', Marina Ripa di Meana, tutta in nero con cappello da strega con piume sulla punta, Carla Fracci con la solita tunica bianca, Afef con vestito carne, Simona Ventura in lungo nero con spacco e grande crocifisso sulla vistosa scollatura, Lino Banfi, Barbara Bouchet, Luca Guadagnino con una giacca rosa evidenziatore e Tinto Brass

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L’arrivo di Napolitano alla Mostra. A centro pagina: Natalie Portman in "Black Swan" di Aronofsky e il bacio saffico. In basso: la protesta dei poliziotti

FRANCESCO GALLO (AnSA)

ancora sofferente dopo la malattia, accompagnato dalla sua ultima musa Caterina Varzi. La madrina Isabella Ragonese, in abito bianco e nero di Alberta Ferretti, ha presentato con disinvoltura la serata in Sala Grande ricordando il suo primo tappeto rosso da esordiente nel 2006 e quando veniva alla Mostra come uno dei tanti cinefili. Poi ha citato Italo Calvino, presidente del Festival nel 1981, ''l'anno in cui sono nata''. ''Ci piace pensare - ha detto la madrina - che il cinema di oggi non abbia perso la leggerezza , la visibilita' e

gli altri valori che Calvino ci aveva chiesto di conservare per il 2000''. Accolto on una standing ovation l'ingresso del Capo dello Stato, seduto con la moglie Clio

nella prima fila della galleria, Rocco a vicino Buttiglione, Aronofsky e la Portman. I lunghi applausi per Napolitano sono stati ricordati dal presidente Gianni Letta nel consegnare il premio per l'eccellenza nella Cultura al maestro Armando Trovajoli: ''un segno di riconoscenza che tutti gli italiani devono al Presidente Napolitano''. della presidente Il Biennale, Paolo Baratta, rivolto a Napolitano ha sottolineato come ''la Biennale e la Mostra del Cinema si onorino della vostra presenza''. Baratta ha dedicato anche un saluto speciale alla famiglia Gassman ''nel giorno della nascita del grande Vittorio'' ricordato gia' ieri nella preapertura a campo San Polo. Poi ha sottolineato come ''lo Stato, o meglio il governo, o meglio il Ministero dei Beni Culturali, nel momento dei tagli alla spesa pubblica abbiano mantenuto fermo il contributo a questa mostra''. Muller ha presentato le giurie con l'ingresso sul palco del presidente di Venezia 67, Quentin Tarantino che ha detto ''il mio amore (in italiano ndr) e' il cinema''. Commovente l'ingresso di Trovajoli, che oggi compie 93 anni, a cui sono state consegnate una pergamena e una medaglia del ministro (assente) Sandro Bondi. ''L'emozione - ha detto - e' molto grande. Un regalo di compleanno cosi' non me lo sarei mai aspettato, un riconoscimento un po' immeritato''.


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

Affetti & Dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

Amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

Alice in Wonderland

Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

A single man Regia: Tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con Mia Depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok Dangerous Regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo Donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, David Dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro Nunziante con Dino Abbrescia, Fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? Documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a new York


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City Island Regia: Raymond De Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di new York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da new York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City Island Regia: Raymond De Felitta

con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di new York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE glioso e cronologico. non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert Duvall non sarà il Drugo del Grande

Due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

Dragon Trainer Regia: Dean Deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

Draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy Family

Fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

Il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

Il Mi$$ionario Regia: Roger Delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

Il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

Il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

Invictus Regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt

Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher e Maya


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: Daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina Di Majo con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

Una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine Vaganti Regia: Ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine Regia: Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle Manhattan

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Regia: Mira Nair con Steve Carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del new Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators Regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di new York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, Robert Duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo Di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Mark Piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con Daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

Sul mare


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MINICRITICHE DEI FILM CHE POTRETE VEDERE NELLE SALE E NELLE ARENE usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e Vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. Danis Tanovic con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con no Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: Davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner

Il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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