Anno II - n. 160 - Mercoledì 18 agosto 2010
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Ora di punta di
SteFaNo clerici
Un corteo gratis per Alemanno
a proposta del sindaco di L Roma Gianni Alemanno di far pagare una tassa per
ognuno dei cortei che pressoché quotianamente sfilano per le vie della capitale ha scatenato un gran putiferio. Chi ha parlato di "imposta sul dissenso", chi di "attentato al diritto di manifestare", chi semplicemente di "proposta indecente". Anche se rischiamo di apparire controcorrente, diciamo subito che l'idea di Alemanno non ci scandalizza. E lo diciamo dopo aver letto le cifre. In sei mesi ci sono state a Roma - città unica al mondo e dall'assai difficile "manutenzione" - oltre cinquecento manifestazioni. Le statistiche dicono che - tra spese di protezione civile, transenne e attrezzature varie, servizi sanitari, ripulitura di strade e piazze - un corteo di 10.000 persone costa alle casse comunali 18.000 euro; uno di 30.000 partecipanti arriva a 41.000 e uno di 100.000 tocca i 100.000 (un euro a persona). er questo il sindaco Alemanno rifiuta la parola "tassa" ma parla di "contributo". E specifica che nella proposta sono escluse le manifestazioni dei giovani e dei disoccupati. Però, dice, tutti gli altri, che spendono cifre esorbitanti per viaggi in treno o in pullman, perché non devono dare il loro "obolo"? In altre parole: perché devono essere solo i romani a pagare? Qualcuno ha proposto che a tirare fuori i soldi sia allora il governo, dal momento che il diritto alla protesta è sacrosanto. Ma, visto che Tremonti pensa solo a tagliare, ci pare difficile spuntarla. A meno che il sindaco di Roma non riesca a portare in piazza, davanti a Palazzo Chigi, un milione di persone. Gratis.
P
quotidiano ediZioNe eStiva
Cossiga. Niente funerali di Stato: camera ardente al Gemelli e poi cerimonia privata nella sua Sassari
Ultima picconata Quattro lettere riservate e personali e un funerale in forma strettamente privata sono la sua ultima “picconata”. Se ne va senza esequie di Stato Francesco Cossiga, che nel testamento ha lasciato precise disposizioni per il funerale, preferendo la sua Sassari alla scenografia dei funerali di Stato. PAGG. 4 e 5
Tra provocazioni e ambiguità di
Nuccio Fava
L’evento era atteso. Ma ha molto colpito quasi fosse sorprendente e non prevedibile. Cossiga era da tempo fuori dai giochi, anche se gli piaceva starsene sul limitare dell’uscio presente in ogni dibattito e polemica, se non addirittura direttamente provocandoli, sempre con posizioni interessanti e provocatorie, allusioni, ammiccamenti e ambiguità in più direzioni. Dichiarava con civetteria di fare la parte del pensionato, senza al contrario rinunziare ad un ruolo da protagonista o almeno a provarci. Questo spiega il suo lunghissimo percorso nella vicenda politica italiana: da giovane parlamentare e sottosegretario alla difesa (con delega ai servizi), a ministro dell’Interno nei giorni terribili della tragedia Moro e, alla successivamente, Presidenza del Consiglio e del Senato, in fine al Quirinale. Fu quest’ultima l’esperienza più difficile in una fase di progressivo disfacimento della così detta Prima Repubblica, a cui Cossiga fornì un contributo non piccolo con le sue picconate devastanti. Difficile comunque, specie a caldo, un bilancio compiuto, non solo per la complessità degli eventi attraversati da Cossiga
come protagonista, ma anche per la stessa complessità tormentata della sua personalità. Di formazione cattolico-liberale ricordo un mio primo incontro personale con Cossiga nel lontano 1961. Come giovani universitari della FUCI preparavamo il congresso nazionale di Torino sul tema I cattolici e la formazione dello Stato Unitario. Gli chiedemmo di tenere la relazione introduttiva ma alla fine Cossiga
La metà dei pensionati vive con meno di 1000 € Spesa pensionistica in accelerazione nel 2009 ma quasi la metà dei pensionati vive con meno di mille euro al mese. Secondo il ministero dell’Economia nella relazione generale sulla situazione economica del paese l’anno scorso la spesa per pensioni e rendite è stata pari a 234,025 miliardi, con una crescita del 4,3% rispetto all’anno prima, mentre fra il 2007 e il 2008 l’aumento è stato del 3,9%.
declinò l’invito. A Torino intervenne il cardinale Montini ancora Arcivescovo di Milano e ci disse che la Breccia di Porta Pia poteva considerarsi un evento doloroso ma anche provvidenziale per la Chiesa e l’impegno temporale dei cattolici. Questa è sempre sostanzialmente stata, da cattolico-liberale, la posizione di Cossiga e mi sarebbe piaciuto potere ascoltare – da questa prospettiva – in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il suo giudizio e la sua posizione riguardo la responsabilità dei cattolici sul futuro del Paese. Purtroppo Cossiga se ne è andato prima, con il rifiuto dei funerali di Stato e le lettere “segrete” alle più alte cariche dello Stato. In un caso e nell’altro Cossiga sembra non smentirsi e ammonirci di come sia sempre più duro fronteggiare il quadro degradato e preoccupante dell’Italia di oggi.
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In Italia e nel Mondo BArCelloNA
IrAQ
Sanguinoso attacco treno svizzero kamikaze a Baghdad sbaglia destinazione
Sanguinoso attacco a Baghdad, un kamikaze si è fatto saltare in aria in un centro di addestramento reclute compiendo una strage. Il bilancio parla già di 60 morti e 125 feriti. E' l'attacco più grave compiuto dai terroristi nelle ultime settimane. Le reclute erano allineate all'esterno del quartier generale di una divisione dell'esercito iracheno, nel cuore di Baghdad. Oltre al kamikaze sarebbe entrata in azione un'autobomba. Fonti di polizia hanno riferito che tra le vittime ci sono almeno due soldati e altri otto militari sono rimasti feriti. Responsabili del ministero degli Interni e di quattro ospedali della capitale irachena hanno confermato il pesantissimo bilancio dell'esplosione.
MoNtANASo
Morto l’anziano aggredito e dato alle fiamme E' morto all'ospedale Niguarda a Milano il pensionato aggredito e dato alle fiamme il 13 agosto a Montanaso Lombardo, nel Lodigiano, dopo una lite per il furto di tre canne da pesca. Per il quarantacinquenne fermato dai carabinieri e rinchiuso nel carcere di Lodi perché sospettato di essere l'aggressore, dunque, l'accusa diventa di omicidio. L.M., queste le iniziali del presunto aggressore, andava spesso a pesca con il suo amico pensionato con il quale condivideva la passione per il fiume. In una di queste occasioni il 45enne, avrebbe sottratto all'amico delle canne da pesca facendosi però scoprire. Quindi il delitto.
Treno con destinazione a sorpresa. Potrebbe essere la nuova frontiera del turismo, invece è quanto accaduto, per errore, a 240 passeggeri di un convoglio notturno delle Ferrovie svizzere partito da Barcellona. Il treno, giunto a Lione, è stato diviso: una parte diretta a Zurigo, l'altra a Milano. Per un disguido, però, i passeggeri diretti in Italia sono finiti in Svizzera, e viceversa. "Non era mai successo", ha commentato il portavoce delle Ffs. Il treno notturno ha subito una divisione a Lione: alcuni vagoni erano destinati a Milano, altri a Zurigo. Di fatto i 135 viaggiatori che volevano tornare in Italia si sono ritrovati invece in Svizzera.
Quote latte, il Codacons denuncia
Denunce a chi non pagherà le multe europee per le quote latte: le annuncia il Codacons. In un comizio il ministro delle riforme Umberto Bossi si è detto ancora una volta contrario alle multe europee riguardo le quote latte. “Un ministro della repubblica - replica il Codacons – non dovrebbe dichiararsi così apertamente contrario alle disposizioni comunitarie. Denunceremo alla Procura della repubblica coloro che non le pagheranno”.
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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeceM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
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Il Pdl abbassa i toni. “Nessuno forza la mano a Napolitano” “O maggioranza, o voto. Nessuno sta forzando la mano al capo dello Stato”. In una nota congiunta i capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, rispondono alla polemica con Napolitano. “Ipotizzare governi senza consenso elettorale sarebbe una manovra lontana dal mandato del popolo”. ”Deve esserci – esortano Cicchitto e Gasparri – un tentativo di riprendere l’azione di governo, ma qualora non vi fossero i numeri, allora si voti”. “Il confronto di lunedì dimostra che si è trattato di polemiche senza fondamento.” “Ma è indubbio – continuano Gasparri e Cicchitto – che nel nostro sistema bipolare i cittadini trovino sulla scheda anche il nome del premier. E ipotizzare governi tecnici o di transizione senza consenso elettorale sarebbe vista come una manovra di palazzo lontana dal mandato del popolo”. “Per questo è importante fare chiarezza. Deve esserci da parte di tutti un tentativo positivo di riprendere con incisività l’azione di governo -si legge infine nella dichiarazione congiunta- ma qualora non vi fossero i numeri per consentire alla maggioranza di procedere sui 4-5 punti, allora la soluzione dovrà essere quella di ricorrere alle urne”. La polemica era nata dopo una intervista rilasciata al Giornale da Bianconi del Pdl il quale aveva sostenuto che il Colle “stava tradendo la Costituzione”. Dura la replica di Napolitano che aveva invitato a chiedere l’impeachment.
L’OnOmasticO elena Di famiglia plebea, elena venne ripudiata dal marito, il tribuno militare Costanzo Cloro, per ordine dell'imperatore Diocleziano. Quando il figlio Costantino, sconfiggendo il rivale Massenzio, divenne padrone assoluto dell'impero, elena, il cui onore venne riabilitato, ebbe il titolo più alto cui una donna potesse aspirare, quello di «Augusta».
accadde Oggi 1918: Nazismo Il 18 agosto 1918 viene installata a Monaco di Baviera la Società thule: costituirà il nucleo del Partito Nazista conosciuto come NSDAP.
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mercoledì 18 agosto 2009
PeSCArA
Due uomini hanno denunciato una donna per stalking. Anzi, per la verità, la denuncia l’hanno indirizzata al suo pappagallo. E’ accaduto a Tarquinia, in provincia di Viterbo. La denuncia è arrivata da due turisti, un napoletano e un romano. In pratica, secondo le loro testimonianze, la bestiola sarebbe stata addestrata dalla sua proprietaria, che abita al piano superiore rispetto al loro, a insultare gli altri inquilini. Ogni volta che i due entrano o escono di casa, il pappagallo, dicono i due, si rivolge al napoletano apostrafandolo “terrone”, e all’altro, un uomo un po’ robusto, chiamandolo “ciccione, ciccione”.
Operazione della GdF di Pescara, denunciate 29 persone e scoperta una elusione per 10 milioni di euro. L'evasione avveniva con false fatture e società fittizie costituite a Madeira. Quarantasette società perquisite. Tra gli indagati, il patron della Fortitudo basket Gilberto Sacrati, il consigliere provinciale di Pescara, Antonella Allegrino, l'imprenditore della sanità Vincenzo Marinelli e l'imprenditore dell'abbigliamento Paride Albanese. Le aziende individuate dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria hanno sede, oltre che in Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Piemonte, Molise e Veneto.
Pappagallo denunciato per stalking. Avrebbe insultato due turisti
Maxi evasione 29 gli indagati
FIreNze
CAStelvetrANo
Mortoilbimbo tigre avvistata rimastoustionato nel Fiorentino Dopo sette giorni di agonia, è morto un bambino di soli 8 mesi, rimasto ustionato dopo essersi versato una pentola con del semolino bollente. La tragedia si è consumata a Castelvetrano e il paese è ancora scosso. Ieri mattina si sono svolti i funerali del piccolo, Anthony Bonanno al quale hanno partecipato numerose persone. L’incidente era accaduto il 9 agosto scorso e il bambino era stato trasportato d’urgenza al centro ustioni dell’ospedale civico di Palermo. La madre del bambino, casalinga, aveva preparato il semolino per il figlio e posato, incurante del pericolo e della tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco, la pentola sul tavolo. Il piccolo, che era nel girello, ha tirato la tovaglia e la pietanza bollente gli è caduta addosso, procurandogli le gravi ustioni in tutto il corpo. Prima è stato trasportato all’oispedale di Castelvetrano e poi a Palermo.
e' caccia alla tigre nei boschi della rufina (Firenze). Il felino, secondo quanto raccontato da un cercatore di funghi e una donna, sarebbe stato visto più volte nella zona. I carabineiri hanno posizionato esche con trappole fotografiche.
CoSe DI QUeSto MoNDo
latitante tradito dalla cucina di mammà
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ra ricercato dal 19 maggio scorso per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e le sue ricerche, finora, avevano portato a esiti negativi, ma il piacere della cucina di mammà ha tradito un latitante che è stato catturato a Napoli, nel quartiere Soccavo, dai carabinieri del Nucleo investigativo. Manette per il latitante R.S., 39 anni, già
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In Italia e nel Mondo tArQUINIA
noto alle forze dell’ordine e ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei Grimaldi attivo nel quartiere Soccavo. All´uomo i militari dell´Arma hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 27 maggio dal Tribunale del Riesame di Napoli e un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 21 maggio dalla IV sezione
penale della Corte di Appello di Napoli dopo una sua evasione dagli arresti domiciliari. Irreperibile dal maggio scorso ed attivamente ricercato, è stato scovato a casa della madre, un appartamento al quarto piano di via Croce di Piperno, nel quale era andato a mangiare forse pensando di poter approfittare del periodo estivo.
eolie,Bertolaso: “Nonvengono rispettatiidivieti dibalneazione” "Mi risulta che in alcune zone dove ci sono state le frane c'erano dei divieti di balneazione che però non sono stati rispettati". lo ha affermato il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, giunto alle eolie per fare il quadro della situazione dopo la scossa di magnitudo 4.5 che lunedì ha colpito la zona. "la prima cosa da fare per la sicurezza - ha sottolineato Bertolaso - è rispettare le norme per evitare rischi a turisti e bagnanti". Prima di partecipare a una riunione nel municipio di lipari, Bertolaso ha confermato che "tutte le verifiche e le indagini sulla situazione sono già state avviate". "Mi pare che tutto sia sotto controllo", ha aggiunto. "Adesso vedremo come fare applicare nel modo più pertinente tutti i divieti di balneazione e gli eventuali altri che potrebbero essere disposti". "I divieti vanno fatti rispettare - continua il sottosegretario alla Protezione civile decisamente adirato - è inutile metterli e poi scaricarli e costruirsi alibi: o si tolgono o si fanno rispettare".
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Messaggi ambivalenti ai giovani
Se l’alcol diventa come una droga di
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Le migLiOri deL giOrnO
viNceNZo aNdraouS
Un genitore, un tutore dell’ordine, mi ha ringraziato per un intervento che ho svolto in una classe di una scuola superiore pavese, un incontro con gli studenti incentrato sull’uso e abuso di sostanze, con particolare attenzione sull’uso smodato di bevande alcoliche tra i più giovani. Non c’è solamente la droga a fare da assassina di una generazione sempre più stanca; adesso è il momento dei beveroni, delle bombe colorate, dei vini e delle birre da non perdere, gli spinelli e la polvere degli angeli sono surclassate dall’alcol, la roba illegale è annacquata nella legalità di un bicchiere moltiplicato all’infinito. C’è preoccupazione per quanto sta accadendo nel mondo giovanile, dove c’è timore di non farcela, un desiderio feroce di mollare gli ormeggi della normalità, quella linea mediana che non è intesa come salvavita, bensì come una costrizione sonnolenta e banale. C’è un plotone di bicchieri, di desideri incontaminati ad aspettare, una voglia pazza di essere al nastro di partenza senza ulteriori inquietudini da tenere pancia a terra, dove ognuno gioca la propria partita e le proprie carte barando reciprocamente, con il risultato di soccombere con gli occhi spalancati dalla stupefazione. Offerta e richiesta, seppure influenzate dal mercato in crisi, continuano a non fare prigionieri, senza scossoni alla diminuzione e l’arretramento sul fronte del commercio sottobanco: allora ecco lo sfondamento delle sostanze alcoliche, altrettanto facili da reperire all’angolo della strada, ma con l’aggiunta di essere legalmente acquistate anche per chi non potrebbe, con buona accettazione sociale, in fin dei conti chi di noi in gioventù, non ha portato a casa una sonora sbornia? Ma non si tratta di una sporadica insubordinazione adolescenziale, di una botta di adrenalina ai giochi di Gardaland, è piuttosto un nuovo stile di vita, un modo roboante per non restare impigliati nelle seconde linee, dove non esiste possibilità di
esser visti. E’ più corretto considerare l’alcol alla stregua di una vera e propria droga, e se è vero che di sostanze stupefacenti ci sono decine di decessi ogni anno, è ancora più vero che sono centinaia e migliaia i morti ammazzati direttamente o indirettamente per l’eccesso di confidenza con l’alcol, non soltanto implosioni riconducibili a cirrosi o tumori, ma vere e proprie esplosioni in incidenti stradali e famiglie disintegrate. Quel padre è preoccupato nonostante la fiducia ben riposta nella figlia, perché non lo mette al riparo da ciò che corrode la nostra società, da quanto manomette le generazioni più giovani, da quello che è irresponsabilmente declinato come lo sballo del sabato sera, quasi a esser contenti che sia devastazione solo per una sera. Che l’alcol sia dannoso e imponga omertà è innegabile, eppure a parte qualche intervento preventivo, qualche slogan ben confezionato, qualche spot ben pagato (ma farraginoso ), per fare paura a chi paura non c’è l’ha, di alcol se ne vende a fiumi per rendere marionette i più giovani. Il mondo adulto dovrebbe possedere più ardimento nell’affrontare la nuova sfida educativa, perché è proprio questa paura ad avere influenzato negativamente gli stili comportamentali dei giovani, questi messaggi ambivalenti stanno alimentando l’inganno dell’abitudine generando la sofferenza di quel mal di vivere in tanti nostri figli.
La Curia resistuisca la Casa dello studente alla Regione Abruzzo
Abbiamo inviato una lettera aperta all’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari e al vescovo ausiliare, mons. Giovanni D’Ercole, sulla Casa dello studente costruita dalla Regione Lombardia, denominata San Carlo Borromeo. In essa ricordiamo i termini dell’accordo di programma, siglato da Comune dell’Aquila, Provincia,
Giannelli sul “corriere della sera”
Maramotti su “l’unità” Regione Abruzzo, Protezione Civile e Curia Arcivescovile dell’Aquila sull’affidamento alla Regione Abruzzo per una gestione tramite le sue articolazioni (Adsu) e con i criteri definiti dalla legislazione nazionale e regionale in materia, accordo che è stato violato dalla scrittura privata tra Curia e Regione, basando l’affidamento da parte della Regione alla Curia su un riferimento errato, mendace, al testo. E’ nella sostituzione da un previsto uso pubblico con criteri trasparenti e di legge ad un uso privatistico di un bene pubblico, che si sono generate polemiche pubbliche e tensioni tra gli stessi studenti. Al di là delle gravissime responsabilità politiche della Regione e del mancato rispetto dell’Accordo di Programma, l’Udu richiama le
responsabilità della Curia affermando che il pervicace attaccamento della Curia ad un bene patrimoniale non suo, che dovrebbe essere gestito con maggiore giustizia sociale e formale dall’autorità pubblica, è tra le cause principali delle polemiche Con questa lettera aperta l’Udu, anche richiamando encicliche a cui la Curia stessa ha fatto riferimento nel dopo terremoto, chiede all’Arcidiocesi di risolvere lei stessa, alla radice, la principale fonte di polemiche, restituendo immediatamente alla Regione Abruzzo e al Comune, la Casa dello Studente, affinché i posti letto possano entrare nella disponibilità dell’offerta alloggiativa pubblica dell’Adsu. Unione degli studenti L’Aquila
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Diritti & DOVeri
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preVidenZa Finestre
Per lei si aprirà 7 mesi più tardi Il 20 luglio 2012 raggiungerò, a 58 anni, i 40 anni di contributi che mi ero prefisso da tempo. Fino all’emanazione dell’ormai famoso decretolegge di maggio, la mia finestra di uscita sarebbe stata quella di gennaio 2013. Ora, invece, di quanto sarò penalizzato? F. Riggi, Caltanissetta Con le nuove norme governative, dovrà attendere 13 mesi dal raggiungimento dei requisiti per percepire il primo assegno della sua pensione. In pratica, da agosto 2013.
Finestra mobile
Pensione con un anno di ritardo Sono assistente in uno studio professionale. Vorrei andare in pensione con 40 anni di contributi, evento che si realizzerà a gennaio 2012. Ciò premesso, vorrei sapere da quando partirebbe la mia prestazione economica e se anch’io sarò soggetto a quella che ora viene definita “finestra mobile”. E. Rossi, Padova
risponde il dottor aNtoNiNo Nicolo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
dopo il nuovo decreto
Dovrà attendere un anno in più per percepire la pensione Mia madre è una signora nata a maggio 1951. Ha lavorato in gioventù ma, per esigenze di famiglia, ha dovuto abbandonare il lavoro a 42 anni, nel 1993. Aveva raggiunto quasi 17 anni di contributi e poteva giovarsi della possibilità di ottenere la pensione con soli 15 anni di versamenti. Con il decreto legge di maggio scorso, avrà danni nella decorrenza della sua pensione? F. Galli, Cremona Purtroppo, sì. Poiché compirà nel 2011 i 60 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia, dovrà attendere la finestra di uscita che si aprirà, in virtù della nuova normativa, dopo un anno e precisamente a giugno 2012.
all’INPDAP. Mi dicono che comunque non potrò andare in pensione prima dei 65 anni. E’ vero? D. Ricci, Latina
la finestra mobile si applica anche a quei lavoratori che maturano il diritto al pensionamento di anzianità con 40 anni di contributi. Pertanto, lei riceverà il primo assegno di pensione il 1° febbraio 2013.
No, non è vero. In alternativa alla pensione di vecchiaia esiste, come sa, la pensione di anzianità. E proprio quest’ultima prestazione le consentirà di andare in pensione con decorrenza novembre 2013. Ciò in quanto maturerà i requisiti richiesti ad ottobre 2012, quando avrà 60 anni di età e 38 di contributi.
agenzia delle entrate
dipendenti privati
Non dovrà aspettare i 65 anni
Vecchie finestre con 40 anni contributivi
Sono una dipendente dell’Agenzia delle Entrate ed ho compiuto 58 anni lo scorso mese di giugno. Sono stata assunta il 15 ottobre 1974 e, quindi, posso contare su circa 36 anni di contribuzione
Vorrei una sua risposta su un quesito al quale io ed i miei amici diamo una soluzione molto differenziata: quale sarà la prima finestra utile di uscita per coloro che, da dipendenti privati, raggiun-
gono i 40 anni di contributi entro il 31 dicembre di quest’anno? L. Prisco, Napoli I lavoratori che maturano i requisiti dei 40 anni di contributi entro il 31 dicembre 2010, hanno diritto a veder loro applicate le vecchie finestre di uscita. Pertanto, la prima che si presenterà loro è quella del 1° aprile 2011.
aspettando il 2014
Se ne parlerà a ottobre 2015 Mio marito maturerà 40 anni di attività lavorativa (ivi compresi 4 anni di riscatto laurea ed 1 anno di militare), il 1° settembre 2014. Due mesi dopo compirà 61 anni. A quella data (novembre) potrà andare in pensione o gli toc-
avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
cherà attendere ancora? V. Leone, Catania Dovrà attendere ancora 12 mesi da quando maturerà il diritto, perché nei suoi confronti si applicherà la finestra a “scorrimento”. Pertanto, la sua pensione decorrerà dal 1° ottobre 2015.
contributi volontari
Meglio versare quei quattro anni Mia sorella, 56 anni, da ragazza aveva svolto lavoro dipendente. Nel 1991 ha dovuto smettere quando i contributi versati erano poco più di 11 anni. Fece domanda per i versamenti volontari, ma non effettuò alcun pagamento. Le chiedo: quanti anni dovrà versare per aver diritto a 60 anni alla pensione di vecchiaia? In sostanza, le conviene completare i versamenti? S. Ferrara, Palermo Sua sorella può aver diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni con soli 15 anni di contributi, in quanto aveva avuto l’autorizzazione ai versamenti volontari prima del 31-12-1992. Pertanto, le conviene sicuramente versare i quasi 4 anni che le sono necessari. tenga presente che le somme pagate potranno essere scaricate dall'Irpef.
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La morte di Cossiga
Uscita da protagonista Quattro lettere riservate e personali e un funerale in forma strettamente privata sono la sua ultima ‘picconata’. Se ne va senza esequie di Stato il presidente emerito Francesco Cossiga che nel suo testamento ha lasciato precise disposizioni, preferendo la chiesetta di Cheremule, nella sua Sassari alla complessa scenografia della cerimonia di Stato. Niente corazzieri ad accompagnare il feretro, niente picchetti d’onore ‘ufficiali’ all’ingresso e all’uscita dalla chiesa, niente parterre con tutte le più alte cariche dello Stato. A restare, però, è il mistero, accompagnato da una sottile vena di ironia che ha sempre contraddistinto il senatore a vita: Cossiga se ne va lasciando lettere a Giorgio Napolitano, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi. In questo modo Francesco Cossiga è riuscito a far sopravvivere il suo protagonismo anche alla morte, infliggendo un’ultima piucconata, alla sua maniera, ma nel rispetto delle istituzioni. Nato a Sassari il 26 luglio del 1928, un primo record Francesco Cossiga lo colleziona fin da giovanissimo, conseguendo la maturità a soli 16 anni. Quattro anni dopo arriva la laurea in giurisprudenza; a 17 è già iscritto alla Dc. A 28 è segretario provinciale e due anni dopo, nel 1958, entra per la prima volta a Montecitorio. Altri primati lo aspettano: è il più giovane sotto-
cossiga con aldo Moro: l’assassinio del capo del governo per mano delle brigate rosse - che reagirono così alla linea della fermezza tenuta concordemente da dc e Pci - segnò dolorosamente la sua vita, come ha ricordato Napolitano segretario alla Difesa nel terzo governo guidato da Aldo Moro; è il più giovane ministro dell’Interno (fino ad allora) nel 1976 a 48 anni; è il più giovane presidente del Consiglio (fino ad allora) nel 1979 a 51; il più giovane presidente del Senato nel 1983 a 51 anni e il più giovane presidente della Repubblica nel 1985 a 57 anni. Il periodo più difficile nella lunga carriera politica
di Cossiga coincide con gli anni di piombo (era ministro dell’Interno nei drammatici giorni del sequestro di Aldo Moro), ma sono momenti duri per tutto il Paese e per l’intera classe politica. Il futuro capo dello Stato passa indenne attraverso roventi polemiche e nel 1985 viene eletto al Quirinale con una maggioranza record: 752 voti su 977 votanti. Per lui Dc, Psi, Pci, Pri, Pli, Psdi
e Sinistra indipendente. Per cinque anni ricopre il ruolo di ‘presidente notaio’, discreto e pignolo nell’attenersi alla Costituzione. Nel 1990, però, cambia stile. Diventa il ‘picconatore’, per “togliersi qualche sassolino dalle scarpe”, spiega. Quando, nel 1990, Andreotti rivela l’esistenza di ‘Gladio’, Cossiga risponde alle critiche e agli attacchi degli avversari politici ribadendo la legittimità della struttura, ma prende posizione anche nei confronti della Dc dalla quale si sente ’scaricato’. Il Pds avvia la procedura di impeachment. Cossiga attende le elezioni del 1992 e poi si dimette con un discorso televisivo di 45 minuti. Esce di scena volontariamente, ma tutto il sistema che da due anni è sotto i colpi delle sue ‘picconate’ crollerà pochi mesi dopo. Decide in un primo momento di svolgere soltanto l’attività di senatore a vita, ma poi fonda l’Udr (Unione democratica per la Repubblica). Quando Rifondazione comunista fa mancare il proprio appoggio al primo governo Prodi, Cossiga sostiene la formazione del primo governo D’Alema. Alle elezioni politiche del 2001 dà l’appoggio a Berlusconi, ma in seguito, in Senato, non voterà la fiducia. Nel maggio 2006 la dà invece al governo Prodi. Poi le dimissioni da senatore a vita, vengono respinte.
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Così nelle prime pagine Il Corriere della sera Il presidente picconatore: ho servito l’Italia L’addio di Cossiga con 4 lettere ai vertici istituzionali: niente funerali di Stato.
la republica Addio a Cossiga il picconatore L’ex capo dello Stato si è spento dopo una crisi cardiocircolatoria. Aveva 82 anni. Napolitano: protagonista combattivo. In 4 lettere il saluto alla politica: “Niente autorità al mio funerale”
la Stampa Addio a Cossiga il picconatore Ha chiesto funerali privati senza politici. Napolitano:
Segreti e scheletri negli armadi: così lo ricorda Bobo Staino su l’unità figura eminente, l0omicidio di Moro lo segnò dolorosamente.
Il dolore e la preghiera del Papa
Il Messaggero
Kordoglio Tutti in coro. La morte di Cossiga raccoglie il cordoglio bipartisan del mondo politico. Si esaltano le virtù di un politico protagonista del potere nella prima e nella seconda repubblica. L’eccezione Manifesto negli scritti di Pintor
Muore Cossiga, il picconatore L’ex presidente della Repubblica si è spento a Roma a di 82 anni. Napolitano: ricostruire la sua vita con obiettività. “No ai funerali di Stato. Iddio protegga l’Italia”.
Avvenire L’addio di Cossiga In quattro letere il commiato allo Stato e ai suoi vertici.
Il Manifesto
Il riformista Si è dimesso L’ultima uscita di scena del
grande picconatore Guidò Gladio, fu scritto con la K, perse Moro, si dimise e tornò, affossò la Dc, portò D’Alema a Palazzo Chigi.
Il Foglio In morte di un picconatore Il quasi perfetto colpo di teatro di Cossiga. Che conobbe onori, dolori e che divenne lui stesso mistero. Quella volta che per difendere il Parlamento dai magistrati ordinò ai carabinieri di circondare il Csm
Alcune delle sue frasi famose, tra ironia e ambiguità tante sono le frasi a effetto e le battute brucianti per cui Francesco Cossiga sara' ricordato. eccone alcune:
essere cambiato'', 11 novembre 1991, alla presentazione del libro ''Cossiga, uomo solo'' di Paolo Guzzanti.
''Adesso gli scherzi sono finiti'', 23 marzo 1991 Intervistato alla Fiera di Roma, Cossiga, presidente della Repubblica, minaccia lo scioglimento delle Camere e annuncia la stagione delle 'picconate'.
''Io facevo parte di una formazione di giovani democristiani armati, armati dall'arma dei carabinieri, per difendere le sedi dei partiti e noi stessi nel caso che i comunisti, perdute le elezioni, avessero tentato un colpo di stato'', 11 gennaio 1992, rievocando le elezioni del 1948.
''Violante e' un piccolo Vishinski'', luglio 1991 - In risposta all'esponente del Pds. ''Io ho dato al sistema picconate tali che non possa essere restaurato, ma debba
Achille Occhetto, segretario del Pds, e' uno ''zombi con i baffi'', che fa rivivere ''le cose piu' abbiette e piu' volgari del paleostalinismo'', 22 gennaio
1992. In risposta al Pds che attacca su Gladio. ''Se Berlusconi e' il nuovo De Gasperi, io sono il nuovo Carlo Magno'', 18 aprile 1998, in risposta a don Gianni Baget Bozzo che esalta Berlusconi. ''Quando vedo Folena penso sempre a quanto ha perduto la moda e quanto poco ha guadagnato la politica''. ''Con la sua eleganza, la sua finezza e' chiaramente un mancato indossatore'', 22 giugno 1998, in polemica con il responsabile giustizia dei Ds. ''Io ho concorso ad uccidere o
a lasciar uccidere Moro quando scelsi di non trattare con le Br e lo accetto come mia responsabilita', a differenza di molte anime candide della Dc'', 15 febbraio 2001. ''La giustizia sportiva e' una buffonata'', 6 luglio 2006, su Calciopoli. ''E' anche vero che io abbia una origine familiare di grandi tradizioni repubblicane, antifasciste, radicali e massoniche. Ma non sono stato e non potro' mai essere massone perche' sono cattolico'', 16 ottobre 2009, sui suoi rapporti con la massoneria. A cura di
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
affetti & dispetti (la nana) regia: Sebastiàn Silva con catalina Saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
amante (l') inglese regia: catherine corsini con Kristin Scott thomas, Sergi lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
a serious man regia: Joel & ethan coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
a single man regia: tom Ford con colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
agora regia: alejandro amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
regia: tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
avatar regia: James cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous regia: oxide e danny Pang con Nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, rocco Papaleo, Paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast regia: Nicolo donato regia: rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con thure lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
regia: Gennaro Nunziante con dino abbrescia, Fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
che fine ha fatto osama Bin laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco Favino e alba rohrwacher in “cosa voglio di più”
che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
city island regia: raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
chloe regia: atom egoyan con Julianne Moore, liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
christmas (a) carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
city island regia: raymond de Felitta
con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
colpo di fulmine - il mago della truffa regia: John requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
crazy Heart regia: Scott cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, colin Farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande
due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer regia: dean deblois e chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - l'italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
regia: alessandro aronadio con lorenzo Balducci, isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
e' complicato regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
Happy Family
Fuori controllo regia: Martin campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni veronesi con Silvio orlando, luciana littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, elena Sofia ricci, Piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
tahar rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
regia: Gabriele Salvatores con Fabio de luigi, diego abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, carla Signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
i Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
il figlio più piccolo regia: Pupi avati con christian de Sica, laura Morante, luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
il mio amico eric regia: Ken loach con eric cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
il Mi$$ionario regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
il profeta regia: Jacques audiard con tahar rahim e Niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
il segreto dei suoi occhi regia: Juan Josè campanella con ricardo darìn, Soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
il tempo che ci rimane regia: elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
invictus regia: clint eastwood con Morgan Freeman e Matt
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
l'isola delle coppie regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
l'uomo che verrà regia: Giorgio diritti con alba rohrwacher e Maya
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
l'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
l'uomo nero regia: Sergio rubini con valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
la prima cosa bella
raoul Bova e elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier Bardem) in una scena del film “la nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
la bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
la nostra vita regia: daniele luchetti con elio Germano, raoul Bova, isabella ragonese, luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
regia: Paolo virzì con valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
la vita è una cosa meravigliosa regia: carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo Salemme, enrico Brignano, Nancy Brilli, luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
le quattro volte regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri regia: Nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, luciana littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. in primo piano elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine vaganti regia: Ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, ennio Fantastichini, lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine regia: rob Marshall con daniel day-lewis, Sophia loren, Nicole Kidman, Penelope cruz, Marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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regia: Mira Nair con Steve carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini regia: chris columbus con logan lerman, Pierce Brosnan
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (il) Nicolas ed i suoi genitori regia: laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators regia: Nimrod antal con adrien Brody, laurence Fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - le sabbie del tempo
regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
remember me regia: allen coulter con robert Pattinson, emilie de
ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
the road regia: John Hilcoat con viggo Mortensen, robert duvall, charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
robin Hood regia: ridley Scott con russel crowe, cate
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe Blanchett, William Hurt, Max von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
una scena di “Shutter island”. al centro: leonardo di caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a regia: Martin Scorsese con leonardo di caprio, Mark Piazza vittorio regia: isotta toso con daniele liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
regia: alessandro d'alatri con dario castiglio, Martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
Sul mare
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MiNicriticHe dei FilM cHe Potrete vedere Nelle Sale e Nelle areNe usa la sua barca per le immersioni da sub.
the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, emily Blunt, anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole regia: Jason reitman con George clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George clooney e vera Farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason reitman
triage regia. danis tanovic con colin Farrell, Paz vega, christopher lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert Pattinson, taylor lautner
il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI