ARMENINI, G B. Verdaderos preceptos de la pintura

Page 1

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2011

Library,

witl:i

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funding from

The Getty Research

Institute

http://www.archive.org/details/deveriprecettideOOarme



,

DE'

VERI PRECETTI

DELLA PITTVRA DI M.

GIO.BATTISTA ARMENINI

DA FAENZA

LIBRI TRE. Ne* quali con bell'ordine dVtili, & buoni auertimentJ,])erchi ic(im dera in efla farfi con preftezza eccellente; fi dimoftrano i modi principali del difegnare

Picture

>

,

&

del dipigoere,

&

di fare le

che fi conuengono alle conditiooi de* luoghi delle perfone

)&

Opera non foto ytlfe^df necefima a tutti gli artefici per eégtond^ldifegn§ lume^& fondamcn'o dì tutte l'altre arti minori ^mà anco à eia» fiun' altra perfona intendente di eoft nobile profejjione p

AlScrenifs. Sig.

il

Signor

GVGLIELMO

Gonzaga

Ducadi Mantoua, di Monferrato, 3Cg

IN RAVENl^A ad indanria di C9nlictn7;a

5^^^.

AppreffoFranccfcoTebaldini;

Tomafò

PafìntLibraro in

itU[9rdinmQt

^

Boh

gna«

della Samifitlnquipu

ts»;!


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MO

AL

EU

SE RENI SS. SIQ II.

GVG LI E Duca

Mio

é

SIGNOR. LMO G N

MAntona

(^ì

A GA

dt Mor^ferratotS^c,

,

& Patrone fcmprccolcndiffimo.

Signore,

^^

7.

E

^utllt

,

chele fttiche loro dedicano

a

"^Perfonaggi grandi Jogliono ralltgrar(ì

quando con nuerttk po/Jano m effi qualche fZftrtu

laudare , Che debbo far

ntjjimo 'Trenctpe

lago it$t(,

fmì

,

io

,

ò

Sere^

rttrouandomt in "vn pt

tmmenjo delle rare ,

O

eccelfe njtr^

non folo di Leti quanto anco de gh antenati Serentffimi zAuoliy coms fu l'InuittOi (y* liberali/?. Luigi ^ capo, (^

origirie delia glortofifs. §ìirpe

GONZjAG Ai

Fr ance/co fi %

buon LodouicOìChe colfuo ingegnojt mantenne nella Si gnòrta contea Gian G iiea-^ Vtfconte primo 'Duca di gito del

Mi

Uno

G^lea\zo Gon-:^aga

,

Francefe ZJice rè dt Genoua

^J dirnxrauigliofejor^t

,

qual combattendo con Bucctaldo

, ,

huomo dtfmtjurata ^randezj^a ,

ne riporto glonoja littoria

cendo conofcere l'animo^ ingegno^

/angue

:

Marche/e , O* riceuere

tare in campo bianco y

,

l'

con '-una Croce rofja

Aquile nere da por$

Lodouico /uo fi^

che fece tante opere degne dteternamemorta: Federi

co figlio del detto

con gli

fù^

deli' lUujirtfs, /ito

Gian France/co , che mtntò da Stgi/mondo Impera^

tore ej/ere creato

gliuolo

^

/orza

,

hu^mim

Lodomco ,

che /ù tanto humtno

>

(^' cortefe

ijirtu')(iy^ tl/uo figlio Francefco , che per e/Z

fere alla rnditar dtfciptina molto dato

,

O* di

ef/a

hauendogran

perttta/A/emprctngran riputationeprel/ò i Trenctpi , nonfo-^

t

i

larnentc


temente iltalU $

me d%

ma ancóra prejfo di MàffimiglUm ìmperd^ (^degt JUufirtf^,

Lodomcoxij, T(edi Francia y

Sig*

Venetiani : Federico , che dall* Immortai memoria di Carlo

V,

ne ti anni de Ha nofira/alute isso, fa fatto con grande applau

fi Duca primo di Mantoua, <^ tanti, (^ tant' altri di qucHa gloriofì^, Cafa; perche framefìeffo rimigì do tate opere degne Infette

da

sì fecondila. Stirpe^

O

confìderando

i

grandi Heroi,

che di quella nafcono non so fé non tacere, poiché di quefìo non ì conueneuole , ne diceuole a par mio parlare . Solo dirò , che

/òpra l'altre eccelfefue <-uiytu,ha fempre tenuto in grande

ma tarte dellaTittura, come fi può comprendere da nobili Titture^de quali e ornato tnon foto

/agio ,

le

(li

diuerje

U fontuopfs.fuo Ta

ma anco la Citta tutta , gir maffìme di quelle

di Giulio

RomanOiCondotto da Federico primo Duca di glortofonome,à queftofine , per ornar di l^ttture

anco

%

T^alagifuorii

le

eccellenttì^,

^

la (^itta^

^

qualifono Hate cagion principale, onde

mifon mofjo à dedicare a Z/. %A< Serenif, queflo libro di M, Cto. Battifia ^Armenmty huomo diftngolar virtà,^ tutto ciò ho fitto ronfiderando t eccelleva di dettane,^ parendomi nt conuenirft ad altri la dedicatone di tai'opera,che a Lei, per ha uer^uorito , (^ abbracciato ftmprt mai iprofeffon dt cofi nobtl arte accetti dunqut con lieto yolto ildono,ihe da mefuo deuotij?, ferUltore le 'viene preftntate @r creda , mi fa flato dt non poca fatica hauerlo ridotto altermme che fi troua , per ritrouarmi m baffafortuna Et pregaci do le dalgrandifs. Idio ogni compita ftlicit a humt (mente le fhi cto r merenda, mt le inchino . Ui T{a'*enna l' -ultimo d^ Ottobre i s i 6» ,

»

.

^

Di K

//. Serentfs,

tiiéradifs^

^

deuotifs^feruìt,

Francefco Tebaldinf


DELLE FAVOLA NOTABILI. COSE PIV

BoT^^areafrcfcOf the rìefis ^pellefcièttato tedi gran giudhU'-ìcj-^ 1 1 ?

bene

^boT^re

à [ecco con qual

à olio per modo aì^tuol^ bramo nella valle Mumbre*

'boT^are

delle

bufo circa

il

7^

»

prime pitt**^c.

bufo intorno al conofier

le

2

1

*4

buon^-

premiar le pitture

3

1

151

\bufo nel colorir gli ignudi.

>bufL intorno le egualità de pittori»

I{e

^riHide pittore icct lente, di Giulio fecondo»

1

5

9

attitudine gratioje quali nelle figure,']^

trouaron

19Ì

de S Cicilia»

1

3

i

^Heperi

111

peneUidajrtfco

.Aueritìa^t ignorala in dano dall'arte, 4 J 4

'goflm GhigiSenefe.

166 ^uenimenti

mbrogio Santo.

3 5 xAuartimenti intorno alla inuemione* 7 l :0 auertimeti circa à porei figlioli a l'arte^^

fcque che aiutano t^etttone che fi tlfjaridro

i

colori

à fecco,

hanno allejue

2i'7

morir Califieneioy

(ItfandroSeu ero Imperatore.

3i

tndrea del Sarto pittore

i

fmicìjì onde cauarno le grotefche,

necefiarij Siati nafcoft'

i

*

<?3

auertimenti circa al ritraririlieui,

auertimenti nel lauoro di frefco,

auertimenti delluogodoue vaia 1^,12% auertenT^e fciocche ferii te da alcuni,

Intorno da Coreggia pittore

15)

auertimenti per

Jp9

au(rten':^entl dipingere le iHore,

'pelle p'ttor

18

pittura.

1

Ecceknt'fiimo»

tpeUe co che aiutaua lefue pitture fpellcdcpinfe vncjualloà pronai

tppuiuiidipannidijeta,

(

1

auertimèti circa

i

2

207 178

?

^

141

moti delle figure, 141

.

f alfar ffette l'opere. 150

p auertimenti a dipignere i

31

87 115

auertimenti intorno alc3porliiìoria,i

tnimo dipittordoggìnale, tntonio CarcaUa Imperatore, f «/ a/;/ C4/>4£; della

r

ó 3 auertimenti inferuirft delie cofc altrui j 8

coje,

Magno altiero.

\lesadro perche fece

.

1

legrotefche,

tgatode

z6 4X JJ

^Archiloco Voeta.

^Ardice pittore antico,

-

Ucidente auenuto à Giotto, fi

200

il6 ^rpiè depintt da gli antichi, l^S io6 ^rti pofie in jcrii fi fiinno perpetue a 1 2 3 ^rte meihaniche quali ftano, 3o

rie*

modo

*

41

^rcbi antichi da ch'i erano fnhrtcati. 202 ^rchhetura vtileat genere humano» 1 B

^rma

fbufi che fi fiinno nei dipingtre le ^Jio

[che fine.e in che

i\% 2 i

^-lo ^poUodoro pittore antico* ' ^6 xArcìutfcouo di Cipri-

arte»

éujo inpriuarft

^pelle fece tacer ^lefandro M, ^pcUe aiuta protogene pittore.

fregi,

13

185

5 Bartolomeo aretino deftgnatorfhmofo.óS Baldafiarida Siena pittore Baldafiari architetto

m Bologna,

203

.

20.3

^

Barnahaxrr

\


TAVOLA

"'

'Pf fsrhaha^aìpoxx^piacentìno.

198

"

Capelle cou figure dì

marmo,

ae»

\,6 Cado quinto Imperatore» Bafinmento intorno alle Camtre. BafSt ri'ieui deu^ ritrarfi dai pratichi. 8 8 carne de yecchi à jrefcOm B-tfiirUicui a che eletto ft imitanO' 87 Cardinal di GhiJa.

6j carta per

Bflle7^qt4alfi:it

Bftued€redif{pmit.

>

67,

it^

Bé'gioino co acquavite per vernice,

BMefitio grande

-della

architettura^

ig

Btneuenuto ^aro/h'o pittore, Bernardino da Campo Cremanefé,

17^

Bianco per

loy

z 5 1

lauoro d.t^efco^

il

ìj\ i

I

rM-

dijjegnar de acquerello,

j^

carta per difi^nar di amatìta,

f^

cartonidachi furono ben fatti*

10

cartoni ben finiti porgono gran fitcilità

a

l*

opera

lOt

cartoni fono l'opere fen':(a le tinte,

1

cartoni per quante vie fi fhnno,

fo'x

Bianco come (i purga è fi compone.

108 cartoni fatti in carta bianca» Bnchanonficnnfu con IW pimento, ilo cartoni fatti in carta tinta* Bianco compojlotol marmo, loS cartoni come fi faluano. Btaco'è nero fono il còdimeto de colorì o 5 Calandro Capitan di ^lefiandro, Bi^anco per dlumari cartoni-' 10^ cafadelli (jnnoliinI{oma. Biajimo dell 'opre mal finite c^/i rfc//rf Signora cofianT^ai 1 ? o 8

e

if

joj;

.

't

2 SÌ

,

'J

ar4

kit'

2041

cauallo dipinto conojciuto dai vìui.

cenacolo di Lìonardo vinci.

1

?

I ;}

20) 1 729^ BiX,-trie d(:i pittar fcioci hi. ìji 195 cenacolo di Trancefco Salutati, By^atuxa à fé eco come fi rinuerde, 1 o f ewj /a/fa da S, Gregorio^ 1 7^ Bj'S^-ttiira in che confi fie, 2 o c/?e c/^ v« modello dtrriua più difegij, 9^ gojfi

B j^4r/e <i/ a^c«;/e grotefche antiche.

|«.

loj

1

Btaftmo dei pittori

o<

Wi'JH

1

Bularco pittore antico.

^ a

C

che è bene ditralafciarl opera.

107

chi sìudia pittura patifce deliamente

Cagione pche igioueni n rìefcono boni 4 f <^e/ corpo* cagione principale che gli impedìfcono'.^ che modoftde tener àritrouar cagione perche fi fhbric.inoirilieui d[fegni, 9?

km

"?

ca/cfe/ di

Giulio veduti in M'antoui,

75

chi ha bella maniera

i

primi

82

come fipuoferuir

te,;

cofed

altri,

califtene filofofo^

207

taluniA dipinta da apetle»

z.^y chi fa bene ìfcurT^ è valente huomo. Ri6 Chiela della pace, I6(J \

camerà dipinta de Verino

delie

campitor di fiampe i dora tori fon vili .24 Città cangia ri jopra modelli come fi abo:^ano nelntrarii.

cal:!^ria.

per

il

bianco da

fì-efco

i

1

<J8

ì\oma

cinefa della Trinità di T{pma,

99

cangiati perche fanno bene neUepit.

di

}-f

1

cognitione vfcit^ dalle ragioni.

cognition nece/iaria per

07 confirmation ragióne^ 14

£

J ¥ 2

colori.

5

opera con l'vfo con I4 con gli efiempi.

dt

&

i

1 5

8

chiefa di S, Tietro a Montorio.

tapcUa dipinta da Taddeo.

i j

p

CQlori

9

^ quàUo ft fano chiarite quàdofcuri^ (Q^nitioti

j

n

^

to

II

capella di Daniello depinta à fiefco » caoelia dipinta da M, angelo*

M


1 5i

T^

VOLA

A'

9 componimento cattino qUalfÌA 44 compiacer àje (ìtjìonon^t: buono»

ì{<gmtìograde che hehbercrgli antichi ]\

tante Corimio pittore*

i-^

Hle date fvpra le tele. luri nella j/o/jwe

antiche di l\pma quali.

dua

5

jpetie,

dori jt liemprano con tre liquorit dori artijfiiiali

non

fi

o5

j

ioi

confanno col Jre-

n5

li fco-

dori mejlicatifiinno effetti diuerfh \oj lorito è

(piegamento deT opere. 100

il

dorito peifetto IO.

M

dori J'chietti lori

come dene efierCy

come Jedebbon

qvàdo perdono

dori fi

07

\

17

torre*

la tua pmcT^T^a'

deue adoperar con ìijguardos

o;

1

conUaration ne*

"Jt

'

J5^ l<?

chi

ferme bene» i

colarhcle

bre. conftderation intorno ale fiatile.

um^i 8J 88

conftderation in dar Hi' ombre

87

confideration dei fcultori antichi»

88

confid arfi troppo

neUa grata, e male* 10^

con che colori fi difegnaj/tl mitro.

i

cornpofition accordata quale.

loj

con quali colori

ft

ritocano le opere*

della ifloria

$

.

1

3 |

i

:

^

:!

lori

buoni per il lauoro del frefcOj

dori

come fi tritano per il frejco

lori

perche fi mutano ju

20:

la

'lari

Icai

fi

debono aparir nelle

altri

ricoprono piti volte è perche*

mi tnutarfijefiinno

crudi.

1 1

1

1

olortjini

quando fi adoprano,

^kri più

belli

-rie, òlori

(empimento nella pittura quale,

ome fi conofee chi è omefi giudica

4

1 '6 1

1

z

\fto

145

come debbono efier matiegìati*

le

41

i

Cofimo Duca* Conte guido da Galera milanefe' Corte del

F^

Filippo.

Cofmo

ì:}$

4^

9

40 %iz 1 ^

8

20 J

Cofimorofellipittorafluto. grafia nelle loggie "Papali*

1

:^i

jy 1

S5>

Crotoniati concede à Geufi di vedermi-

da

la

giouentu

delie lor

donne»

Curtto in pittura mirabile.

125 127

doue vannopoHi nelle

97

2

126

quali fiario*

y5

1

Criflcjhno di argenta pittore-.

ìiz

con oglio di noce-^

oiori(hefifiempranofolamente.

i

creder troppe àj'e è vitto catttuo,

120 cofiume buono nel età di panfilo* cofiume buono di pomate Tojcana. 1 20

oiari che vanno fiemprati con colia. 7hri con tempera quali.

fi ni/fi fìti

conftderation dei pala'S^^ di viUd.

j

118

ptr fingere di bronzo* olorito à oglio è il più perfetto dori da jeuo come s'accontano. Pilori

oiori tritati

1

'

115

dori perfar di i hiaro ofcuro*

olori

1

bo':^^* *

\6o

conftderation nelle volte deipala'}^,

07 CoHantino Imptratore

1

cal'^naA^ S

don che fi adoperàpìima degli lori i,ome

107

a

5

rilieui oirca ai lumi^'èX,

conuenientia grande tra

o7' componimento

)

Concilio di Trento.

120 conietura che fi fhù

pittura quali,

dori fono di

1

20S zof

.

-^

D ,

i

'^«f«^ utr^tìi

,

>

•.

i

;

v.i>:

>

'Daldifegnohuononafctìaperfeuìon delie arti

Daniello da Foltera pittore,

^8 if

clinato à

td arte, ^ 7

ì')anieUo fi mette à far di fcoltura,.

14

opre buone.

7j

danieUo ^etta vn CauaUo di bronco,

i %\

WK fiJk le mediche de colorii

log 4aldifi;gnonafcekcoJemirabiU.

H


S 5

T A V O L

A,

^albuonaìnratficauaìeheUefte, log" Difegnonece/^am l/ant delibar te per ejferefc/i:^a regole, i z

Dctermination intorno ^Ue regolei Demeirio F^e ^ ^s De^intion delle arti* 3o netto di yich. hngeÌ9 66 Detto di apeUe come fé intende, 7^ Detto di Michel angelo cma al ritrar i modelli.

Dnoro che coja

7 //tf .

Di/agi (he

156 Degna imprtfa è il dipingere yn bel tempio.

iss le

Dea della Klatura» Di donde fi cauaron

nuole

1 5

7

9

<5

1

legrotefche^

Differe^a dell opere Jecondo

i

102

luoghi. '4 7

1

Dijjenfion della fede..

170

Dificultà della pitt ura, Difficultà che rende poi difficile,

queHa arte* 4|

5

l

i

70

i

Difegnar di acquerello

5

i

Dignità della pittura» Diligentia grata ad ognuno* Difcretioni e modi intorno al^ombre,

f,

Difegni di perino venduti im l{pma,

1

ifttti

6<f

^ifegnarfì deue ogni di qualche poco,j^

k^

come ]t riportino fui cartoni» Oi

L- iCegno di '

::

:j|

t>if€gni di perino di lapis nero

'

uonardo yinci •

ifegni portati in delie

Vjjpofttion dell

Efttti

llm

X \%

"

Spagna»

l

matterie deParte

ombre ne

8

colori,

tiUi

dun tepio. I y I \6à Ì{. Signor e» Wi

l^tfcorfo intorno ale parti

l^iuotio e' hanno

i

l^j JO

CatoLaW imagine*^ i i

5* i 3

ìm

imi

^h

Ijm

Jl

^omenicogetta 6, angioli de bron^, ij 190 ^ctti iìraturati nelle lor/àbriche, 17I $>9

^6 ^uca Cofìmo academico i

S

i

del dijegno»

88

4 Duomo di Tairnia*

del arte,

Un

y%

^^uca Coftuto come fi fece dipinger nel

fuoVaUi^o* Difcorfi circa gUauertimenti comuni. 7 T>ucadi Ftram émmtor Difegnar varie €ofe d altri fenT^ ordine Duca di alba,

p confondi la mente*

<

tmì i^ji^

àba^an^a-

1> ifegm

l

iffffif

'^\lp^

^

8 7 Domenico beccafumi pittore»

Diffictl cofa

Dtfficultà dei ritratti quale è*

jftiti

{fini;

le inuentioni»

à ritrar ben le Slatue. depanni inche confijie* Difficultà

Im

M

io l^ ifj^ ut a dipìnta di Di fìnitiondeldifegno. ^7 i^ìjputedeglihuominifantt Difficile è la Hrada di Michel angelo, hy ^iHmtione delle arti* Difinìtion deUabellc:!^. 67 ì^iuiftonc della pittura in parti*. Difetti nel far

||[iii

ìi

Difegni di alherto Durerò»

di

'

i,w

d^

fi

ntrarli,

6 Vifpofnion

Difetti che vengono alle Tribune,

^

;

9 5 T^ ifegno di >no Ercole di Mie angelo Jf 2 9 Y^ifeinando i Cartoni è vtile la grata loi 1 iG 87 Difegnarfu le tele àfecco come.

1

Differenzia tra la pittura e la poefta,

Difetti che tienein fé i rilieui. D^ffctti grandi nei piccioli difegni,

pati/ce per

Dijègni in ftampa quanto tempo

Dei fiuolofi ncUe tribune,

Dei dipinti fopra

fi

Difegnatori debbono pofiedtr tutti

1

1

3i

Dijegno infegnato nelle fcole de Crfciliut^'^

Dìfcgnar di ammatita

De^re:^anectffaria d'intorno al colotire À {refco.

?

ì^ t'.'^

Diftgnar di chiaro ofcuro»

4

al faldato.

Diftgno che coUfta. Dijegno è vn Urne di bello ingegno*

j

Ih

^ ih 31^ 2»fl

15I

Ih


87

2

1

,

TAVOLA 149

Elpoftthn delti nttfura de fhuom$, Etimologia delti fcur:^.

1 1

Etimologia dei

K t hent dì compiacer ai E bene à fkf tutte

E epanimo grade

E gitif trouarno Effetti della

Signori

le cofe

con jiudio.

?

io

ilfh^fi valete nel'arte

dio nd arte*

50

7

i

che najcono dal dijjegnar afiai 7 3 ffetti del poco lume nel difegno 8J ÌEffetii dell'ombre ben colocate j \Bffetti

4

deue cenar dai colori

44

Effetti dei colori bene vniti

107

A^ 3»

Fabio majjimo Vittore. Facciata dipinta in Mant'ta.

Facciata colorita à f^enetia. Faccia ta colorita da Giorgione.

25

Facciata dipinta dal pordenone. Facciate de gli antichi mirabili, delle

Camere loro

20J ib4 203

>

18 Facciate in più luoghi de balda/lare.,

Effetti della [cottura 'Bjfetti del lume aperto,

^Effetti di

Vittore.

menu caufati dal troppo fin-

Effetti buoni nelfar pia fchÌ7^.

l'Effetti che fi

187

fregia

Etim9logia de legrotefcbe.

42 Eumaro Meniefe

lapittura,

P5 5>o

52

yna accordata mufica.

Hi

Effetti della Cal:^na fefca.

Effetti dei Colori nel fufio.

204 104

Facciate di Volidoro diuerfe.

107 Facciata con le iflorie

di

H^mulo,

Facciata del ratto delle Sabine,

204

Facciate dei Gadi.

204 205 2^5 119

quando ftadopra. 113 Facciate colorite diuerfe. Effetti delle vernici comune 106 Facoltà delrilieuo Grande Effetti del [malto

Effetti che nafcono dal finir le opere» '" "" " " '" Effetti delle figure nelle iflorie^

'

^

i

1

I

Campi d'oro,

Effetti belli della varietà de'colori,\

Elena dipinta da Geuft. Epimenidt Tittor T{odiano,

2

2

errori che fi fiinno nelle ombre. Errori cbe fìi nel lume aperto. fi

Fabricar

1

8

8j 82

Errori che nafcono dalli imperiti. 40 Efier goffo nella pittura, è gran biafmo 8 'I

Fanto'^^i dipinti in

145 Fatiche dei Gioueniefireme^ Fatiche promofie al' intelletto» 1 J 6

'

Effercitar fi deue con moderai ione 5o Efiempif che fi danno ai principianti, ji

ÌEfiempif reali per

U buona maniera,

Efiempi circa al ritrar ben i rilieui. Effempi per trouar le inuentioni, ÌEfiempi de i "^udi finiti à fiefcoi I

mffempi circa a dipinger le tribune. ÌMfiempiper dipingerete Sale, \l^f»ipi delle Loggie Vapali. ^'ercitatign intQrng

à (glori.

6 gj

fi

46 ijo

deue con ragione,

Fatiche delibane malconofiiute, Federico Gon'^^ga Duca, Figura de Chrijìo ala Colonna, Figure de rilieuofhtte dai pittori,

216 li

9i

Figure de Cera rjateda Ai. ./tngelo, 99 Figura di Santa Chie/a in. più modi 1 68 Figure di Ciucco di Giulio ^pmano^ 1

Figure nelle nichie ^uali. Fine del Uuoro afrejco quale,

^8 , I ^

FeHoni depinti da Gio. da Fdene,

155 16 z

fi^^r a oglio con che buon

180 1 06

^^^j^e le opere a frefio è

Fine delie cinq\ parti dell'arte^

modo

^Ì"'[ ^«^" l'opere è cofa laudabile, difficile,

87

2o2 1

1

i 5

4

itj _j

1

ij

^

i

^^fi^fftia delie figure vale nelle Vittu-

11

1

1

re


86 6

1

T A V O L vfafiah

«4^

Voda) fi tutto fui ndtural è cofa da goffi s o Forme,e mijuredeìTabernaiolìy 164

Fondaco de Todejchi à Vtnttia* Iragmcnti de jHorie antiche* fra Giouan angelo pittore,

fok:(4

dei verfi di f^ergìlio»

Far \e

della pittura,

Forme di tauole

2of

Ceufi magnifica vnafua uptr4

209

ConverCtcompo/iida

a il

lui*

119-

J20

98 pS Giardino dtpinto daVcr ino ^ 200 G/^f Lidio da ^/;;a. 42 Gioutni rimaft ingannati nel arte, 6 Giouem (aduti in errore enea ai colori, 6 1

Giardino dtpinto dal Tordenone»

25

malfiitte,

A

Ceuft fiferue il cinque vergmL

20 j Cefio dn Sarti per i Cartoni* 20^ Cefio mt/ìicato con hiaiha^ Ciardtni come vanno depinti^ 17o 7

i

»

1

19 di animo nobile» 5 Franctfco pittor gratiofijjìmo. 6 morno day ercelii pittore. Francefco vinto dal humore (ì perde, i: Gio. Telila diftgnaiore» Francefco Saluiaù di animo nobile, da 1 Ciò. Francefco Tarmigtano

j

1

Francefco Sabbatica più fiientie»

\6

huomo acutOi& fatile,

17

Francefco

GiacomoTintOì etto pittor

Giouan

Giorgione da Cafitl franca.

Frani e [co nemico dei piitor goffi,

Giih Ba 1 1 ifla pigna

7

17

7

Gìoue the fulmina Giulio ì\omano.

Francefco Sai fh far "iregi mirabili

vnmcdtUo,

de gli antichi.

l regi colorai^

^ nuerfa*

Vugir fidcitcomercio dtidtibhiofi'

fatte da loro, 1S6 6 5 Gli architetori fen"^

tra. to%

C^

il

buon dìfiegm fon

fimc,& grande, Giotto pittor fcientiato,

'

1

fi

valfe dilla maniera

tt.

Geufi yiitQrcoJìumniffmo»

nd formar

^y

& molto ehq'ten

182 Giuditio circa ai colori, 32 Giulio r^om ano pit lor r ai ìjjimo, Geufi forma vna imagine a Crotone. 8p Giulio abelifce Mantoua, Gt ufi diligentoe di gì an giuditio. 89 Giulio bonifiimo architetto* imagine,

^

cattiui,(y vili»

\

G

l'

6

60

^10

Calatea dipinta di \ajjaello» Geufi pittor Ecce He ntìjfitno.

Cvufi

5

174 Giuda dcpmto da iom^aìo» 5 4^ 124 Gio* Antonio da Vordenon pittor ejperif

72

'

1

^

Turor del concetto in che modo fi ef^rime

à vn

Giganti dipinto da

Gioueni Milanefi pocofiudiofi delarte.zi G'ouanni da Faine pittore* 178

Yumo come fi compone per adoprarft à oglio.

1

179. 195 183 Gio. Ecccll. nelle Grutefche. 185, 187 cioueni accecati dalla affé, ion delie cofe

Tvegidi doueprejeroilnomf, Ittccherì di

215

ij6 ao i 2 o 3o

.

i

7

5

\\ó

efpertifi,

Giotto difcaccia via vn Fiorentino,

Francefco ritorna à l\oma di Francia. 1 7 Francefco partn. dipinge in Bchgnas i 1

.'

27

belino pittare*

Franctfco teneua la riputation deljuogra do con molto honore, i Francefco era per natura mordace.

i

Giulio Cefarc Imperatore*

é,

ì%

6 160

1

J

8

1

-li Giulio fecondoTjnttfice Maximo, t\^ 20 S Grande:^ delle pittura di M^ng. 214 Grata


7

5

..

OLA

T A V

mi4diYÌdlcoloftq'-*alt.

loi Graticola trouata per

ti

come fi compone» Granicola come fi adopera.

Ludi àjrefco fi de H'ur con

91

fcur:^

Unoranxa

Cralicota

JJ2 ^

101

Grati vtileneljàri Cartoni, bdttefutCa toni come»

ìmagim

Croi tfche trouate da

'

io.

da

Crotejche.doueflannobtne.

'/di

Wfìperatoridip'ntià

Imagi ne

^

yi^^ Crot. antiche trouattfottole

Grotte dipinte in

\oma antica

9+

1

iJ^S 1

9

5

19'5

159.41

B^ma.

20J

ddSaluatof.

3 %

^*

Iniitatione cnecofafia,

magif'e del Saluutor apparita,

1

5

7I

Imparar fcn:^afaper i modi è di^^cile, f Impedimenti che fi trouano nelporje à

... kunì

'^^

.1^^ ignora n'^a di a ìncomintiarft de dalie cofe più fàcili, i l al giuditio di Ai. \n che oppnje Lionardo pittori*

-17

ti

TJerttiii ribaldoft

Unnore deue amarft grandemente^ Huomo di forma pi> fi^tijjimo,

4'

nei tempi antichi^

15

f

Mano.

Iacopo prouigivti.ito dalla signoria. ) caro e deda'io dipimi à vglio, delpittorqualfta,

218 8

2 21

II 1

\^

idea dell'huomo.

159 huomini neUefitture.i *

Ignudi di espella da, rat arfi*

j

le trib, 1 ra comode circa al dipinger il difegno. capifcono nvf^ni grolji non

6i

5

68

7* 105

intento principal del poeta

intoniLoft

vana

s

1

Inerui legano kofiu

intonicodi calce

Vrotogene.

Jacopo Sanjouino architetto.

1

hiickttQcrea le inuentìoni,

1

lacomo da emitorno»

59

ungilo.

100

Utiotnini vili non potea efcnitar pitttira

gli

.05

,

habiti decent! neUe pitture.

idee quale ftano*

delia fàccia

.quefle arti.

H

Jacopo riftaura 5.

n-

doue Ha.

mperfeiiondfl intelletto,

Guardar fi de dalli inge:^nÌYÌ^€rft. Guerra fatta dai carabi,

lalifio pittura di

delia /il-

Jmportan^r

i^»

douevanm.

^

Crotefche

]gnoran:(a de

dei Santi

Ima'^^ntdpiutada ^^t^t^

.

Uea

nelle Ijiorie. piano cornerà

2.7 jtV>in noriacbiamaV.rinoaGen

M7

19) didouepnfcYo d mme> antichi chida gì chiamate Crotéjchf ' ^ ^ mere. mal dcptnte dai moderni 1 5.

( .Yoiefche

M^

?

,11

Grofe\7^neipAnimenti. fura, Grotefche come fono JenT^^mi

US

jlnatHralnonvalelen^t maniera.

Ilfotioporrialaltruigiiiaitioebiiono.il9

li

Gomma arab'caà che buona. Gomme dragante à cheferur

migrami. mininnde^. grandi.

e ilpiu perfetto f^nf» dell'occhio

Il

101

Cratafi

nei

Ignorartela dei

117

tratti,

lottile.

112

nel Iciugarfh

inlìrution degli antichi allapitturdf inuentìoni non ft de fare à cafo,

203 70 71

inuention eattiua quale, inutntione improuifa quando vale.

inuentore del colorir à aglio. prudenti compiacene altrui, i pit t or gli huomini fon diuerft. f purer de

127 180 I

o

di piacer alrvolgo.éS ipittor loffi cercano

ti

i

ipitw


6

5

11

T A V O 1 Tìtor don^i^nali profondano

fartu

47

I principif de 'artefono debboli 1 principali

modi del difegnare».

J pittori buoni fono l Signori

51

dtllt lor goffe pitture.

Istoria ifiorie

m Jirarfu

142

come vote aparere^

J/»

de Conuiti doue ranno,

99 S

Vhuomo è mijura di tutte lecofe,

4 t

Lionardo Vinci pittcr Ecc cileni ijfimo.

99

Liuia moglie di Ottauiano.

1

109

Lih)i neccfiurìj al Vittore,

157 Libri che fon conmfji con la Tittura, 209 ^% 175 Vory.bre nella Tittura* 177 V echio trafcorepiu reloce della men^ te> 177 7J i 178 Loggia dipinta da ì{afaello > 9 177 Loggie dipinte da Giouani da Vdene, 7 9

I\e^.

Isìoria Troiana. Jjìorie de i gefìi di Camillo,

Ifioria della ^ epublic a yenitiana* Jjìorie di

'$%

Le regole dano t modi ma no il gì udìti 0.90

L'ir/gegnu chi tropo il fatica loritarda,<)t

Jjhria di Vfiche. Isìoria di Dauit

A

5i Lionardo vinci apone a M- ^Angelo. 69 L'huomo di che èfiibricato.

rari:,

nonponno hauer piujcuf^

iHoria come ate

t

del art e.

'•

ì^uma TompiliOé

1

Istorie delie loggieVapati..

i8o

Loggia dipinta da Verino.

Woriedi Cefare,. Worie f{pmane. iHorie fatte di me':^

105

Loggia de ghift depinta da più genti.

187

Loggia depinta da Baldo.f]aripetruci,\^ 2

202 Loggie depinteper L ombardia . 205 'Loggie dipinte da gli Antichi,. 20^ Le ftmiglian:!^ nafcono dalie proprie

rilieup,

Jjìorie di ylifìe, Ifiorie fon necejfarìe ài Vittori,

ifiorie ìjì.

de gt amori di Tftche.

^SS

116

Libraria di enfiar co<

Hf

perche quando dtpinte fon prì"

di errori.

6%

L'arte dee ejfer projjima alla natura

Lauorofulmuroaoglioè

diffetiuo^

Lamrar troppo

di manierale male. Leda depinta da M». ^Angelo, Leda venduta al l{e di Francia»

5

123

la maìiicra

di Tolidoro è l'yniuerjal

Le tre verta

1

Theologiche.

Luchetto da Genoua pitor efperti/S*

Luchetto lauora con ambe le mani,

2

ó Lumi nelle

Lelio Manilio pittore antico*

Leon X, Tontefice* Le oprefiupendenafcmo daldifegno. Le arti fi pigliano in due modi. Le md e letture fon bifogneuole,

Libraria di Tiberio Cefare. Libraria come fé de dipingere,

1

Luca longhi pittore»

21 Le arti hanno tra fé particolari ordini. 4 j1

27 2

8

1

151 1

18»: 1

6Z 68 1 6S 168

Librarie degli antichi,'

taochonte ritratto di cerai

8

%2

107 icq

tinte»

L iuido delle Carnìj

e la maggior imprefa del piti,

Ifiorie

1 1

opre aoglioj vario*

1

6

1

9

\.

1

66

1

no

]_umi per le Carni,

Lumi nella pittura» Lumi come fi danno

69

119

go 56 6%

in difegno*

doue fono le flatus migliori, 24 Luochi più forte» di Lumi 51 cdefìi. Lumi 52 lumi artiffitiali,

81 %

I urì?t

1

gt


9

1

,

T A V O tumt

difficìU netta phturM,

lume comuni del pittore* Lume in che modo ft piglia

K

T.

Mefìiche di doue

SI

8i

Itene,

V*mi come de battere nel rilieuo*

lume Lume debole quando ft vja. Lume del Sole dnut batte*

84 84 Mediche ddbron^, £4 Mtltiche fatte con oglìa^

baffi CT* yarif

fon

^

inficme.

'

i

Mejìichedel chiaro ojcuro,

M pdrmj,

i'8

US

Malignità,e ignoranza de mtnifirL

\

5

;

Malignità iei pittori vethi^

3

Maniera buona douefu prtfa. Manti ra fi può pigliar per due rie. Maniera buona come faquifia M-intottàvrnata per opra de Giuli \

35 9S

M fura

\6

Misierif pertinenti alle tribune-

'54

Mtfure nei tabernacoli.

16+

Mtfure che

<5 I

ft

de dare ai fregi.

60 Miracolo depinto

del pane è pefce.

«7*

62 Modi lunghi e cattiui per imparare* 2 1 6 Modi mi/eri nella pittura»

Maniera vfcita dal Jìudio di l{pmas Maniera difficde di Ai. irigth. Maniera Ipiaceuolt q'iale. C6, Maniera pei i prencipi. Maniera congiunta, col huom naturale*

8

5

Mifxre particolari della teHa,

t6 Mfit re Andrea Gritti, 67 Modo nel far fabricare*

69 Modo vile

II

e dannofj per l'arte.

14

1

Matterie perimenti aifìudij.

ni

Nìoffy di

Ma

204

Moiio di Giuho l\oniano, N ododiVjUdoYO.

105 65

N odo

Medaglioni '^e':i^i

ft

ritraili

emenda i

mdifegno.

deftgni che l'opera.

buoni par finir

A enie confaja

riei

l

tpn

siudioji^

Metrodoio pittar antico.

'Michel .yingelo buona roti, Michelangelo da T^orjcia. 'Mefchinit-i dilla pittura.

55

6^

;o

I

Matterie delle grotejche antiche-

Meg'io

61

Modo cattino intorno alt muintioni, 7» di Lionardo nelle inuentioni.yA., 4 » Modo 18 f Modj di I\a^.ullo dj turbino, 5 1 9 7S

le tele.

Matterie intorno ai fregia

Martiri de gU huomini fanti Matterie dti colon piu noti.

hene,

f

9f

89 Modelli fatti di più materie Mantoua ornata da Giulio '\pmano. 216 Modi fàcili adìfegnar di amatila. ^rani nel ritrar le opere. Mano minifir a dilla mente. y 5 Modi

ferie dt He facciate de'.Gaddi-

j

1

Ili

Miracoli fatti dalle imagme^ i dell' huomo in dui modi,

40

H^athinemaìeintffe,

Matteria per difgnar fu

^

II»'

Mefjìnaornatada Tolidoro*

della /leccata in

1 1

fàcile vfate dai pratichi* \»rf^

cattiuù

fiero dotte ft de vfare>

Madonna

lo

Mcsìiche pocogiuua chi non è pratico,

Ft Mediche Mediche com-ift me}:, ano 8

tt*mi

1 08

eéiUiW»

fi

p2 Mtfiiiheiomune delle carni,

7

>'

lj J

^t

5

6

'

^3

di

M. angeli bonaroti,

17

Virino del vaga,

h' odo per leinuentìoni

d altri.

h'odo giudi tiofo nel ritrar riìieui. Mi' do confide; aio nel por

le

7>

ombre»

A odo fhtilt per ritrar dal viuo^ ^ odi'iii fa ti di ceiacome»

S

odelìi di terra

come.

Modelli in diuerfi atti,

é h.odcuifcn'^ ai v/adura It

J

quali^

hUdslli

^6


4 6

J

TAVOLA p

h'odeUi Còme K odrlli con l'armadura fotta»

f7

hùdi

dt/kr pìh modcUf di creiate con jfà'

liUrdriufcibìlU

'.

98 loz

ycdi/zic'l. perJnri cartoni»

h

O

99

iffilÌM»

odi di mutargli atti ò modelli*

99

h'.odoptr purgarti bianco de jrcfco, ro8

o

Occhi di che gode tuturatm^nfe» Occ hi ai*e:^-i alle male pitture.

Occhio dtU'intelletto, Occhio efieriore. Ojfì' io del

pi»mbo.

Offitiodt: pittori

malgrati ai difcepoli.

I ì

1

Offitio

Modoflianagante del Timoretto.

1

1

Ombre comune per

ÌAodi the vj'aiio i pittar vili. h^odo di colorire à oglio. h^odo per rttocar à oglio bene» K'' odi tenuti dui più ecctlentì.

17

h^odo che

di fa^' le over e fecondo Al.

I ;

^

"4 4 angelo

h'uro per lauorar h'^uro

z

X

2ii^

-

1"

à frtfco.

i

ìy

i

come fi Jìucca per ilferco.

5

120

ii8

de gli ingegni eleuat'u

li

(

carni%

le

Omhepittfcure. Qmbrefono mancamento di lume

Ombre per le Catti di dmne giouani,

'

Opere di VoltdO'O, e

Opere colorire da

M

Opere grande

o

o4Ì

ntrarfi.

fanno a frejcj, Luchetio infinite fi

Opere del fin ovetto e(pedite»

Opete

1

1

it urino»

Opire fpiaceuole ai fam. Opere eie più jacco/ia al perfetto.

55 Opere di

vi. angelo ai ritraenti, vn nomano à Gerioua-

otto di

4.

j i

1

ritfce bene,

h" otto di

I I

I

ì/iodo vile nel dipinger le facciate^

h'odi vilijjìmi nel Jhf dipingere»

I

\

Oglio de y(bi€7^ luHrOtCjo itile»

h^ododifkri pemlli da frefco, h'odo da ti-nerfi à lauorar à frejco*

7^ 11 Ili

n6

finite d.ii lit or bui ni.

Opzve cattiut di Vietro Veru^,. I ? ? • 2 Opera cut t tua de laiomopumornio. ^6 Opere lonueni ente à ili40^ijt9 ia Opere fecondi leperfon^,, ] a^ 1

]V;

ma

h

ujufco

ne

i

dille figure in altre*

78

amico mirabile

20

J^.ttura produce co fé imper ette»

4» o

Tritura dtbole^& mefchi'tj» J^l^ufragio di

'

Opere dvteje per

Italia*

Orrigine dtUa pitturX

Enea a oglio,

7^< gn dt più Jori e per loglio^

Opinion del Sautore,

2{( limitar fi ritra d'oghi cofa%

Optra

14

Jslfgriper le Carni à vgho»

I^C'One mperatore. 7^^>fi ì difficile giungere alle

J^.i

me

e

difii de à chi

J^oromie Jon 3\(':^^e di

villi

Canna

'Hi^^ de a

cofe trouate., j

vote».

GahUa.

f{egifja f.fier»

"Huniiaiu dipinta di Virino

i

2

68

per gli ignudi,

di

150 207 4*

Opinione Ci one e,

l 1

7

I

di {tu< co mirabile,

214

Duca di Man oUM, Ordine enea aiColoii» C rdine del

»'<^

0» n.imenti nei tabernacoli, Ordi'it per

cnmporla L'Oria*

i

Oinathèii d'Le Camere degli antichi»^

2

Ordenan':^a de Sulduti in ì\oma.

1

i

Onamento princ

I

t66

paii

dtUe Camire,

namenrv per i palw^ Ohidio poeta*

i

di vtua^

v^ i

4 7

fcp

198

1^0 TaCMuio

1

!

1

I

j

\


T A V T

&

^aetmo Tuh'^^ Vapalc, poeta.

V'ifini

^l

pittore,

I75

mat§ifO di ^pelle^

Tanfi!

de lacha come

Tanni verdi come

fi

L

^

TerinoYÌpye(odalVrlncìpe

fi

velano,

Ta\a':^o del T. fuor di Muntoua TaU^o di drea Doria.

* ^

ViaXjia di San Volo, Thilocle Egitiopnt'ìre*

* ,^,?

3 7 \i6 Viano doue pofano

veUno.

zL

1

le

-*

4* IJ^

figure,

*'5

Vietro perugino sbejjato à torto*

156 Virro

tl$

9orÌ4,

Tia's^a. degli ..Altieri,

.

i^

Ltgori f^^politano,

I Tio Q^*ay t) Vontefice, ff li 176 Verino ubellifce Genoua, Tala 1^ del Cardinale 5^ angelo 24 Talai^o del Cardinal monte pMciano .176 Vittov vero qual fta, genio* 4.7 1 7^ab'^. della Baronia de ^ iena, 7 7 Vittor Goffi fanno contro il fuo

A

ì6

t

J

Tah:^ dei

conjeraadori^

Tala:^:^ del gran Duca. dipinto alla dogginale,

Ti^a:^

T»j//4:^i? di Tito

Imperatore,

4» Tutori mal

Tdlco

--.

GiouanniLdteranè.

191

Tìttor chejh.cia ijhàe dourebhe ejì:r

158

j

Vittori perchr f Ignoti

i

170 Vittor b

T^obile.

l'i

Tarraftu tjfrjo pittare'

Tarey dai

fhhriche.

pii tor nelle

Tiriin'nti

nelle tribune,

18$ 1^0

Viitorpigiy

1

^J"

auari,

cjm

caitom»

16,

Vittori di più q'4i'ità ornati,

2 ti gì

V ttor buoni

5

'5^

ti

dai nobdi,

z

i

(ùsl i

1

2 4.

iiturt tiiekiiii quali-

tttura n n

4

ha bau 10 precetti erm'* ^ j

i

ittura p' rche à impararle è diffioite,

ni ui di dite lotte,

Ito

1

ittiira

neiii

perii jrtjio,

in

!

ttiure ecceknii

1(1

\itture à og' io perche fi confurna^io,

fteilt

(guanti

r

n^.

può fkre»

V^iitiUi Uè JetxtU miituttt

Hi

-

2^9

nài.

I

»

>

1 il urepey fetijjln.e quali,

21 101

t

Vittori antichi douc impara ia *;•

T

T

io

fatto jiare al principio

Ti

Teiic^nne ftp traino,

? t

»

»?

le fcriitUit fi conofce le arti

17$.

Vittor biéont fugano» da far ritratti,

205

Ttifetìon dei dij.gno

4rchitetto^

Vittori don^inalt i Milano.

T'rnrftda \omt non è tutto buoni rinodt^l tfaga.

^

^j

Vii t OH amichi djue iinparanAaj

Taris ^intonano

T^r

tono e biomì

$f j

>Of

Tx'Aimenti di Stan-^t,

T

fcur':^,

Tii oridjnzinalq Aali*

Vittor che fon fugg

tomo disienti,

i

^

Vittori Eccclenitjiimi .Antichi.

T irabAe dipinte. Taui-nentudel

Ee

i ?

Vettore deue hauer bella idea,

Talchi nelle librarie.

^-^

1

celente,

ì6

Tirale Jcioch'ffine di vn Milmefe, Tardmtnti moderni per Ucapelle,

{,

Vittori injhlenti nelle Istorie,

Ta'chi l{o'Jiàf^enetia. Talco dipinto da Gti4li&.

Tarma Città

rijWuti.

'7/

Tilchi de legname depinti, di

6y S

Vittori rafi"gardi quali,

1

perche è difagiofa

\

itture b

1

iffnru

iontpenhc

i\iutti

'a'it

t

pache jìpcidono, (C'unte vili,

è mantiÀta*

\

i «

^

VitiOii

i

^f ^f % * i?.

i


1

AVOLA P4ttwi hémratìiaì tSrxniì. Tittura J'epolta quando

\

ttn

54 pitture nelle loggìe de gii antichi, i

Vettura vilipeja perlignoran':!^ de granii,

li

pitture della loggia del Ooria.

1

pitture della loggia de .^igofiin Chigi,

i

81 '

f pitture fatte in più loggie per Lombardia»

i

\

Pittura ft può conofcer per le fcrinure, 22. [

.ri» pìttttre delle facciate nelle

amo

camere,

fitture antiche trouate neUe grotte,

ij

Tittura che cofafta,

«^

pitture nelle

Tittura come e imitatione,

1 2ff

pitture per le Camere d( Ile donne,

Tittura cattiua è opra de c»lori,

pitture in Cajhllo

i

i

84

1: <j

i

;

Camere prr Lombardia, if^ì

pitture per quelle delie fhnciu'ìe^

Tittura veraquaifta,

1

Angelo.

pitture per quelle dei Gìoueni,

1 S 7 188 j83

;

;

Tittura pmilt alla poefta,

pitture per

Tittura e poetica che tace,

pala^^i di fatila»

i

Giardini.

pitture per

i

1

pitture per

li

^7

pi: ture pertinenti ai camini»

Tittura è il Corpo dtUa poefta.

9?

1

r

1^8..' 2< i

fiudij.

i

^

Tittura in che è differente da quella. Tittura mirabile fatta

dèi

vn

l

pitture peri bagni

rancefe,

jet 201

,

j

i5o

Tìtturc de Giulio I{pniano^

pitture fuor delle Cinefé»

2'

pitture fciochc nei palchi.

21!

pittura buona come

Tittura imparata dai nobili»

.50

fi

conofce,

I

2 1J

Tittura esercitata da gli antichi'*

mei conofciuta dal volgo. <^^*^y 30 piìtura^chefu male nelle tribune.

I itture notturne difficili'

b!

Tittura carte liberale-

ip

118

Titture fìnte dcbroriT^» •pittuì e pertinenti ai tempif

1

i

5

pittura

pljtone^cy pirrhone amatori del arte. ;i plinio fcrittor fhmofo, 19, n pochi

fno i

i

ono(citùri deti^arte,

pittura mal intefagran tempo,

jranafc 153 Genoua, portadi^'armoà 15? ematico, pvfiidoiiio mat 154

pitture della Captila del l'apa,

160

pratica dei colorì neccj] irta,

pitture (opra gli archi,

16

piecetiipercl e deiionotfiiT frìtti^

pitture difficili nelle tribune, pitture dopo

il

tempo

di Giotto»

i

pitture per

16 y

'

prejU'mion de %li ignoranti fcrittori, pre:^:^o dtlla teda di À *

angelo,

2

1

prim:pij dtii^ant fiati naJLofi.

maU*

le jule»

pitture della

S

:,H

prcpofi ion dilla intona,

religìoft.

pinu) e per le monache» pitture cùc comouono

117 15 g

:

pitturi p) opri e per Ubi ai te*

putut€ ptì

29

pontio fculior

pitturi: nei luoghi /acri,

pi ture honeiti nti tempif

150

ala del Papa*

fittui e delia loggia papale.

171

p^'incipij circa le fiorie»

170

pi otùgctw pittore,

j

proiitibio antico del arte»

-^

17

j ì

19

proprietà

citi

oglio net colori»

pro^eiinentìdifegiùpicolt,

l

^

i

''

-\

ì

|

'

]

'

i

'

ì

4 o

j

tf

j

^

|

1^9

j^j ^1 12

4

140 pic^eiike

'j

,j

ij

|


J

1

1

OLA

T A V 'I

''

f

Tyo'petlu^/hUee nelle ombre, Tioua delle mefliibe x frejco,

Vf otoione di che fi

5

4

T{itrati di

1

1

è

E^it ratti di

Bjtra

nutriua lauorando

Viouintix del'vmbria,

I{itrattt

Tunto centrico nella Tunro cowe fi varia.

l\

Trito è

il

isìoria,

.

r

^

.

conili nienti

Qu^ul parte vengono dal corpo*

Qualità del buon pittore^'

iz

f j % 20»

mente de Gio. Franccfco. 1% fen-^ rnaniera,è male, Sf. Bjtocar come fi de fui muro» \ ^ 5 Hjtratto à

188

P\oma

è il

vero racolte

%\^

d<.4'*arte»

'

chitetor.

13'^

B^7*7a è lo albergo dei più eccelenti*

6S 2^6

B^rfioVittor Fiorentino,

47 2±

1

J{odi Città.

3j

wg'

n^

della pittura

J[ajfaello alle loggia de ' Ghieft^

I

l(afaello da turbino ecccllentijfimo*

'

7 ^ j

Ragion fioche dei pittar vili, 7J. 3 ì\^e di Spagna vago della pittura, 2r9 «

^effetorif depinti dai pajfati.

Pyj4iiaU P.ttor Spagnuùlo^e

1

SaladeìB^e, 3

9^

I{icefca nel finir a oglio%

pm Cartoni,

ii8 100

j

5

S

'ByCgole

t<jni;

jg^ 194

B^eali di tutte tre le arti nosìre»

T{ejjetorti depinti

infcuf^.

2,19

KuinedelTalaxjodiTito* Bj4Ìne dt\qn;a (uno le regole,

7o

da moderni, jy% de ^rchitetura de Fitruuio^ 2» Bugole general per la buona maniera, 6 1

d'arre

contpagni,

1 1

tAbagaro,

9 13

Bluffi) ferue al f\e di Francia 2 9 B^omani prendca gran diletto a ragionar

K

^liquiedi

non fh per ognuno»

B^irrar rilieui

Q^ ali, (ono che operano feni^ ordinct Q^alifonole vere pitture,

B^cerca intorno ai Ca-

f j

via»

1C7 B^ma è la fonte per pittorJcultQYe^cir^

Q^aluì de ile figure nelle iflorie. Oleiche fé de jàr perle iun emioni,.

J{tlieuo ritratto

fi a tue

knga

Fjtrar dal naturai fi fh opra debole, Bj tratto mirabile de ^lefandro*

ai^udij,

Q^alfia d colorito perfetto.

J{e

dt pinta e

.

Quadrali di fi' i per le Jcur:^i» Qjairi pertinenti alle camere» Qu:idri

1^1

fiampe è poc9 buono»

I\itrar dai modelli fifa mefchino*

Qu:idYÌ ritratti dii GiouenL 'J?

de Fra sebift'an).

Buttar dt'lle

'ondamt-to della profpetìua^

come e clnamato de pro(^e(ti4Ì^ Tanto doii^ft de por%

in

più Cardinali a frefcol

itrar delle

K itrar il

Tìito 'fi

io | man di l\jffaello* i^ i ti di ma» di Francejco Vainì, igt

1

ala dipinta

jg.

a aglio »

Sala a

fi-cjco da Verinoi Sala dcpmta da Beffatilo: Saia depinta dal Saluiaii.

^^5 i ^^ t6% 17 j

177

Sala depint 4 da Gioan Celino". Sala depin,a da Giulio \omano*

1 1

7 tf

77

Rilpofia de Fra

BaHian dal piombo, Ritratto dal riwiè defiderabile,

Sala pur depinta dal Saluiati. i 75 Sala depinta da Maccarino da Siena, j' Sala mal depinta da Giorgio yas

B^itiatti di Titianofihgulari.

Sala depinta da Verino.

I{ij}osla de

Epimemde

J{odiano.

»

V^ 8 i

San

n

9


9}

,

T

M

Chìefa del T)oùa, Sala dei \e dipinta da più genti]

'S'a^f

.latteo

San Mintilo

O 1

V

A

1

^

l

I

J

o

1

loggte.

le

Soggetti defhrli nei fregi» ''

in Fatina.

A

^éggetti per

dan miìanefe. ombre dei Cartoni.

o'i^etto fciochi(fimf>

Sbatimenti comt d fhmo.

r4^4

^poluere per

ibatimentt drl rilicuo come ra.

141

Spagnoli in

le

iena.

più go, fifu Idpr e maggiori,

Scritture fi (pargolo dapertuttfh,

2 z

Sptjio

Schi^^i di man

65

UatodtUaVittura.

73 7^

Statue nelle loggie.

di

ti

Vcttm»

Sihì'^'^ come fi forma»

Schifo comf fi ridmebene. Scuriti divelle

i

à furio bene*

7

Scuffi fugiii da pittori pigri.

1

5

ScurT^o malfatto (piace troppo*

5 4 pi

Scur'^j di pratica non ritfce,

«^

Scur:^ con che arteìiefce. Sculture da chi fé fa male,

Stuco antico ritrvuato e da chi

Strumenti Matemaiici "

5

i

it

4^1

glia la vera maniera. 61

17

Statue perftttc di f\oma.

p

itudioindleinttfo da

i

Sudario di Santa yeronua.

tudunonotcjru

i

lenttmemo

bidono è

ienten^e delle

9

ip,tforg(jfft,

X bri Ho

S..nojiro,

deliamente

ferii ture^

^egnidtl Zodiaco dipifite^ St:polture antiche di B^oujo.

^eruirfi può dell'altrui ivje»

Tabernacolo de!

2^

Taddeo

? 5

^t^lff^ pt»".

-^licaro*

iene

j

i

Ta "olt dipinte à

3

i

Tela dt ^ ino per

tiena Cina ^obile»

zg T en/poconjuma

,

Tapa.

tignar Jciocht netfhbruare.

^maho come

s'adonibia.

^

ao \ !

i:ciratefi4pi(ior,a ((uUor coìpadr^* ? > c^gt ì tv comr ji eonfidera.

Tempt '^

f

^Ittiij di dnue litote.

l,.

,cj

1

^o*

1

ii

1

20

»H

io.

ffif/i.

«^''' ^^iA»

ao

Tele per lauorarui ^ A^^^ Trla di argento iv mi vijiljuora. m.tntien f^'*'^ "» ^*^^^'^i ram ento nei fi"^^ ^*

»:i

111

120 129

«"«^p^- p'incipule d^l^^ Città.

158 Ttmpio^è

iomnnt del colorire.

*'g

l^

74 Tempera

.128

1 '5

di Forlì .

J07 Tauoìe pcrU'torarki à lecco. 152 Tauutecome vannofl.tcate. 161 Tauolaingefia:'^ coìue, 6 i Tauole per laucJarui à ogjio, g 2 T.wole àeijvctolo pJ^MO.

J euero Imperatore*

Simulai ri de gli awìchi^

Duomo

215 af pitorijual al poeta* 1 6

tibedio prcciinfula pletore*

J ilui'flro

ChriHtani*

T

Si bafllan yemtiano.

^en.hianT^ di

61

4.85

lÀoucni.

Scuro con tempra buono.

Secolo carttuo per Upìttura.

]

tudio quando riefce vano.

Scufe vili dei pittof infingardì ,

Segni da conojcae

i

tudiodil{oma,

^ fatue douefi

ScuY^ nelle tribune,

19

^I

jp9

'

Statue de gì fio in più luoghi* Strada per riirar dal vino.

90

ScuTT^o quàlftc è perche

1

Termini

Caja eli D^^

m Ih grotel^^^^ ^^pì'^.

Tittom da iadvìu.

II Titite

;


S

.

7)

}:[

Vinte yere

Tinte »; Ito

1

iSl

fi

fi

de ture

\r-

Vofcani acutilfimi nella pittura,

Trattar deUa pittura e

.i

Ul

M

05 44

1

1

8^

i

difficile»

Tratto ingegn'^fo dun pìt ore*

Tribune di

jìcile

2

à dipittgerlì

Tribuna

in più forme»

j

Santa Maria dal fiore,

Tribunette dei palla-^te giardini, Tiinit à di PyO'ma.

j

,

5

5

j

5

f

i

,

<^i'/

p/rro*-

doni^nali,

Tu^p. Ho pittar l{omano

6

^, 165

Trt/^j

delle figure nelle volte,

yia da Tenere da chi comintìa Via vera di ri. rar l'antico yiaftcura perfir lifcuv^"

Via fàcile nel fhr Cartoni* Via fàcile per ritocarà aglio* Villo di protogene nel dipingerei

virtù più aderenti alla Chieja*

it

Varietà grande det Varietà de

colorii

colori piaceno

à molti*

16^ ì6i

107

5

Vitif da fugirfe da ognuno.

r

V

j5

IO»

Virtù pertinenti ai pittori,

>iii

Varìation delle Carni»

5S 6S

^7

ii

'ì

l'artS',

vittorie depinte da Verino*

1

marmo nsn/h

bene nddijegno,

2z

yetruuio yeronefe,

M

.1

T/</ro ^i/f//o che jà ben nel

59 21

1

yergognagradeilferuirft delle flàpe- 19?

5

r

^AngeU, Volta dipinta da Volta dipinta da Verino,

MS

Volle

»57

dipini e in più

Chi efé.

Ito Volta dipinta da Giulio l[pmano^ 44 Volta de a Sala dei Vontefìà, 106 yfo cattino per i principianti,

11

Varietà delie Loggie Vapali» :o

Vj'o

danncuole introdotto nella pitturot

Vejpeftano Imperatore,

ERRORI DA CORREGERSi;

A "rtc^. l'opere; le opere. 12 moitrar, jg

1,

7 j

1

Trionfi dipinti da Verino

yedute

1

12 f

Venetia ornata d il Sanjòuino.

j 5

i

yeinice che fu feccav t colori» ycrnice diurrfe è buone.

s

5 j

1

di Sj/j \oc/jo.

di

5

1

Tribune dipinte dal Correggio»^ Tribune dtl Pordenone depinta* Yibuna

II

djil nctturale,

debbono accordar coi panni^

Tribune fatte lì

OLA

T K V

li/

&: matcria;j)er tal materia.

& ftimadero.-e ftimafTcro.

2icoIminiftfar;col .jj.con buongiudio; con buon

g»udi(io. 55.finjtedi

marmo, finite di marmo. 70C ritoccar più volte ntor nar più volte. 90. à prender Tempre, à perder Tempre. 95. ne fannno vna, SUI manca, che fono ilnumero di nouc, &per traucrfone ianno vna. iii. coi reito col refo. 151. adornare il modo vi fara^adornarc dclche il modo , VI lara dichiarate. 2op, qui manca la geneologia de li Dei del medelimo, Jc imagmi di Alberico FiJoloro,& quelle delli Deidei Caruro, laotficina

del icltorc.

Gii akfi di minore importanza

fi

rimettono

al

giuditio del lettore.



À'

GLI STVDIOSI DELLA PITTVRA

,

PROEMIO.

O

Son fcmpreilato,efbn mttaufad'opi

nionc,chcqueftabcIlisf^m'artc della Pie turarle ben daquellabaiTezza, e vJÌtadc, OLiccra ne^fccoli pa/Tati caduta; fi veda

hoggidiadaltOj&honoratogradorijor ta: nondimeno nonhabbiaciò fatto c6 così fermo, e flabil picdc,cbe

non

s"'h3b

temere , chcfia per ricadere à baffo, che afpec tarc,cbrclla babbia à (alircà maggiore altezza percioche quanto io piucòfideroi (uoi pretenti effetti, e lo ftato nel quale efTa bora fi troua, tanto più parmi vedere ì\ pericolo luo maggiorc^ccnciofiacofa che fiano vcnuri meno quegli Artefici, che con tanta eccellenza, e felicita rhaueuano folleuata,nè fc ne vcdon rinafceredegli altri in gran parte co me quelli perfctti,c tuttauia l'cpcrc loro , che fon marauigliole^vadano col tempo contumandofi, e che co fa debbia monoi afpertare dal nò vedere pili alcun bell-'ingegno di cgual valore à ipaflati.il qual vadaconferuandola riputationc dell'arte, e conducendola auanti? fé non che torni vn giorno à ricadere in quei primi termini di firaplicftà5& goffezza, oue già con molte altre arti, e fcienzefìi permei ti fecoli miferamen te fepolra dalle Barbarie de GotijVanda quali termini li, Longobardi, 6c akrcn.itioniflraniere, bi più toflo à

,

i

A

quali


,

proemio:

2 quali foiTcro, lo dinioftrano infinite ilranifllìme dipmtur» fatte sai muri di molte Chigfe vecch>c,c quei fant ozzi così mal fatti diftinti in capi d'oro, che fi vedono fparfi in moi-

Onde io,il quale ho Tempre ama riputationc,c grandezza di quell'arte, pergio uarle, 5c aiutarla in qucftituoi pericoli , e bifogni, quanto mi concede la debolezza delle mie poche forze ,ho deterre tauole per tutta italii.

to molto

la

con quella maggior brcfono co me fondaméti immutabili dell'arte, acciochei giouaniftu diufi della Pittura non habbinoà Ipauentarfidalconuenir impararli con lunghezza di tempo, e fatici quafi intolerabi le, e perquefto à fàrfi pigri e negligenti più di quello che ricerchi il bifbgno dell'arte la quale è polla al decimare, e £la di giorno in giorno per dare l ch'olio , quai precettile regole (parfeindiucrfi, come in ampia lelua, ho cercato co

minato

di raccogliere in Scrittura

uÌtà,ch^io potrò alcune regole, e precettici quali

,

,

i

i

di metterle infieme^e farne raccolta in vn luogo folo , laqual raccolta venga à facilitar quella (lrada,e quella via,laquale tìn* bora è ftata così dilficile,e faticofi, e ciò faccio tanto pia volontieri,poi che niu

lunghiifimo ftudio,5c induftria

no

,

te,

&àpienOinfcrittura,efperonon lolodi porgere mol-

ch^iofap pia^auantià

mehàciò d inioilrato djiljjUamé

|

to lume alla giouétùjChedcridcradarfiàqucfto uudio, ma moltogiudscio ancorai gli animi,chc fi dilettano dicontc plare,econriderarc le già fatte figure, acciocheeiTìcon \m cognitione che hauranno,nata da vere ragioni, della bclliffimapittura,habbinoademp!rfii lor palagi, clelorChicfe <ii cote eccellenti, e voi giouani polliate inanimimi alle fatichc,chcgiàfaran reiemcndure,cnoiofe,econ piaccuol iludio cfrcrcirandoui riulcire eguali di riputatione &, hofiorcà quegli huomini grandi,! quali (ondati al mondo,c tu ttauia fono così chiari, Scfamofi. Et perche è cola manifc{la,che non fi troua arte al mondo di forte alcuna, ò fia li bcraie^ò mccanicai ncllaqualc n^a ^i Hano {lati particolafi

i

i

!

ì

\

]

j

!

^

!

j

,

]


PROEMIO. riordini nei

libri

,

dcfcritti,cmodi,c tcrmini,C(!ocu2iicntf,

non habbino coloro che le cflcrcitino nelle mcnti,e nel le memorie loro come in luogo fecreto rinchiufi molti bei e

fccrcti,3cauerrimenti acquiftatida loro cor lunghezza dt tempo,e con molta induftria, 3c fatica la pittura nò ha ha;

uuto per ancora chi ad vtilità del mondo gli raccolga, ó pubhchi in vh volume folo; ma tutto qucliojche ic ne paterme regolc,è flato femprej come fi è detto: riporto negli animi de gli Artefici non potendo elfi tol Icrare,chealfri col mezo delle fatiche , éc inuentioni loro gli haucdcro ad aguagliare,c fbrle farfegli (uperiori, come non è cofa difficile fare accrefcimcnto alle cofegiantroua te,han fatto profcfTiOHe di tenerli così i^ccrcti, che non fole non han lasciato mcucrfi i palrsarli,nè per ieruitù, che loro vfata foffe da scolari defidcrofi d imparare ne per bcniuolcnza, od amore, che gli amici li di mouraiTerò; ma ancora han patito che inficmc col corpo loro fiano in vno {ledo luogo fcpolti, con danno notabile de viucnti,3c ver gognagrandifIìmadcirarie>laqUi.lcefrtndodi quella bellezza, e giouamento, eh e pur' è,non so come pofTa fuggire, che non le ila di biafimo , 5c vituperio grandiflìmo,chc cfraquafi fola fi troni laqual mai non fia vicita in publico per beneficio vniuer'ale delle genti. anzi macd^i ccccllen ti de noltri tépi han pollo in coflurac; eh -io chiamerò più toftoabulo dirifcrrarfi acchiudere ogni minima fcfiura quando lauorano, di maniera , che à pena li polTon vedere coloro, cheli feruono,e per quello ladouedoueuanocon Finfcgnare , e mo{lrare,facilitar continuamente Parte, più torto con tenere in le rtcfll ,&afconderfi ,Phan rcfa difficilillìma,da' quali inconucniéti è poi fucccllo, che molti gio nani da alcuni annim qu'i, defiderofi di farfi eccellenti ,c fuggendole ieruitìi,dallequ^li non portono cauarecofa, che faccia à loro propofito, fi fon dati con animi grand», 5c nioluti à tentare d^i mpararla da fc medefirai,e con lungo, tria fapere fotto

,

i

,

i

5

,

A

2

&


p R

4

o

E

M io;

Se aifiduo ftudio fi fon pofti'ad imitare gli cfìempi

comuni,

che lono gli didegni fatti all<iftapa,Popore che fi vedon de* lefcolture antiche di marbuoni, ritratti del naturale, mOiC di bròzo,co altri bclli,&a»'tihcioficffctti,i quali quato maggior bcllezza5& artificio in le contegono tato maggiore vtilità dano à coloro,chelevanoimiràdo matuttaiiiaciò fanno con tanta fatica,e co sì lugomodo,che prima arriuano al fin della vita,che alla deridcrataptcttione,e nel vero fon quelli tali dal vero modo gran fatto lontani, e n5 s'accorgonOjChe t\!b d*impofIibi!e,chc alcunOjfenza haucr chili moflni debiti ordmi, e documenti, s^incammi egli fledo per retto,& lodato rcntiero,che lo códucaà termine di lodej& di honorcc chi fenza efiì fi mette per così Ingo, Se taticofo viaggio, è forza che trabocchi, nò altrimétc che

&

i

;

il

taccia

il

Cieco,che

camma lenza

il

baftonc, in diluiate

ma*

veduto molte volte pPadie vede ancora per e! perienza di molti,i qua^ Il dopo Thauer perduto il fior della lor gioucntìi fenza gui da per quello comun (en fiero troppo patio lo, 6c otcuro à caminatijfcn rimafi m fine d'ogni lorofperazagràdeméte jnorannati:& chi è d'insegno così ottu(o,5cgroiÌo,clic n-^ii conolcachc non fi può,nèbenc,nèin répo;chenó trapalimparare vn^irte pirna di tante cole,e fi fetà d' vn'huomo copiofa d^€ÌTem|>i di maniere quafi infinite non hauédo chi cótinuamétcli moftri e i'incamini, equafi b accenda il lumeaUcintisCol quale Icorgerpoffa tiretto & lodato Icatiero ? Et coloro che fi hanno pcnlato di voler tentar tutte sn vn tepo le tante diuerfc vie,checilono,non han fatto al tro (^ non che fi lon trouati (faiiene turo il di in vn i cófu fionedi pilli, rtatue,h.!ftorie,modeili^e naturali, aggiradoi co cauarne schizzi, e disegni, e nò han faputo quello che fi t>.ccianò,nèachchne intcndefTero di riulcirCjempiendofi il capo con tali vic,nò del!a buona maniera. e delle brlìe iii vUécioni;ma sì bene di mille cóiufioai, e goffczze^dallequ* niere,<5cmtricativiluppi:ciòfi è

tro,e tutto dì

fi

I

j

;

,


&

proemio:

5

lirintcllcttoloro rimaneua talmente offufcato*, chea pe-

na poi con lunghezza

di

tempo

fiacofachcfi sa bene, che

n'auedcuano conciodiiTegni dtlle (lampe danno

i

fé]

,

maniera cruda, fopcre dipinte ritardano, le fiatue findurifcono, li modelli la modrano mcfchina, & nuda o'abbigliamcnti , &Ii naturali, fé non fono più che belli (ilcheè di rado; la promettono dentata <ScdehoIe. Ja

,

&

Ma di

quelle, altre difficultadi, delle quali habbiamo di lopra affai, fce^amen te ragionato , potrebbe dir/] , che ioflero vn giuoco à comparatione di quelle, chcallaccprattica d€ colori appartengono , poiché., gnitionc, chi ben non iaposficde, poco giouamcnto riccuedali acquiflo di tutte Faltrepredctte, &ncl vero è grande im^pcdimento nelFarte il non fapcre ottiman ente vrare i colori , lenza quali riefcon vani concetti deil^animo ^ e le già trouare in uentioni,.&: vari) modi,6c liqiiori,& le diucrfcje ftrane materie^dcHe quali vengono compo{li,ii na mero>c la varietà de* quali quanta ria,può conoicerfi manifeftamente ne gli effetti prodotti dalla natuja , dalla quale quanto Tartemen fi dilco(la,rie(cepii;i perfetta, i quai coJori fi chiarirconc,&ofcuranocon diuerfemèfcolanze, 5c compoùrioni . Onde è neceffariohaucr notitia delle rhatene, che (onoalk volte flraoe, Scincogniteà molti, delle nature loro, fcfiano tali , che patiicano di mefco-

&

i

i

i

pure come nimiche -non poffono in compofitione alcuna legarfi, éc però fa di bifogno divna prattica, 6cdi vn giudtcio grande, 5c molto erperto,*nè fi pcnfi alcuno di poter effcre giamai tenuto buono, quando non podedaqucfta parte oerfcttiiTimamentc, & che ciò fia vero, io ve lo potrei prouare con r cffcmpio di molti giouani pratticati lungo tecii po da me nella Città di Roma, quali ; benché Tufferoda natura dotati di bello, Scacutufimo ingegno, ^nellcro difftgno miracolofi , nondimeno quando poi veniuano larfi

amjcheuolmentc inficme, ò

(e

i

il

all'alto


,,

proemio:

6

alFarto delFv&r de' colori,cora,chc prima liauean rlpiitafa facile,^ come in potcftà loro:non fi (cntiuano (e non che foucntc inciapauano,^ cadcuano in molti crrori,& riufce doli quadovnacolajèc quando vn^altra, né fcpcndo da fc sbrigarrcnc,rè men curando dimpararc da altri il modo hauendoallafìnccono(ciuroin prouailor vani capricci , erano scorzar! córtfFared'cfTcr come pcrri,au)luppati,5( co tufijCda qiJCiJo ne feguitò poi sépre,che furono nelle loro

opere timidi, & paurori,»5c alcuni uViTi^chemai pofcia vi pò teronodopo vnp;ranc onrumar di tcpo dardi cap o; fi vide ro à mezo il corto mifcramcte arredati Quindi c,ch*io ho sépre (limato che fia in qucft'arte ncct Hario che fi fpieghi in vn modo chìaro,&aperto in icrittura il turro,acciòli ré dan publichi quei precettici quali fin'hora fono flati sì pfì, e fecrctiapprcfToa' particolarijcciafcu dafemcdefimo, sc.

,

za vfar fernitii à chi no afrolra,nè fa liima d altn;po(Taimp3i rare veri modi delParte,e cominciàdo dalleminute parti, die fono i piccioli difl eg^tii^fi véga à fcoprire in qual modo poffa cialcuno da fé acquTftarfi vna bella, e dotta maniera,e co quaFarti,egiudicio debba trouar piaccuoli e vaghe ini

,

uétioni,cfarlcsuecòpofitionibenacc5modate,&có qual giudicio fi riducono à miglior forma, e le parù d'efra,c spc cialmccelc figure fi tirinobcnc mediate loro modelli, 5C naturali alla Tua cópita pcrfcttionc,ep qual via eilì modelli ,

fi

i

debbono tabr!care,vcfl:ire,e ritraerfi proportionati co'de

me2iaqucft'cfFettoacc5modati,ecó quafartefi trafpor tino giuftamétesù cartoni, fccódo la mifura dc'difTegni pie coli, eco qual giudicioi cartoni pofTìno còdurfialfuo fine mediate vna buona scelta delle cof e migliori, e piìi p'^ctte cqu^l parte d'efli debbano cfTerclcpiìi belle,5c cóquarvso fi calchino sù.le_tele«ò sopra Fafìe.ò pur sii imun,sczapun to guafl3rli,inè rarli offesa m partcalcu'na, e finalmétc passando di cosa in cosa ocr grado fi porga tal lume a quelli, che fi dino i queiVarte,chepoce/[ero vna volta tencrfi ficu biti

,

ri


PROEMIO. ri d'cfTcr su la

buona ftrada

,

7

5c quictarfi fcnza cercare altra

molto vtile,chc col me defimo ordine fi determinaflero tutte le varietà de colori, moftrado il modo, col quale nel mcfcolarfi infieme fi caua cofa,5c oltre le ludcttc cofc,rarcbbc

qual fi voglia tinta da rapprcfentare le /:osc fotte le sue fot me njturali,& in qual maniera fi posfino variare,hor Fvno, hor raltro.5c vnirli infieme^di maniera che redine belli, viuaci,criduccndoà termine queftaprattica, che) fludiofi da lor Iteflìjcò la (ola scorta dì quefte regole,& precetti potelTcro códurre co bella, 5c gratjcsa m^n^era l'opere loro à perfetto fine:5c nópéfiakunodasèflcnbdi pocerc,òper forza di ftudio , ò per inclination naturale, ò per acutezza d'ingegno, ò per qual fi voglia altro aiato,nè ritrouar, ne polTeJerbcne lacognitione, &lapratticadi tutte le cole c'habbiam detto di ^opra,percioche se sono difficilijcome (onoj ncll'impararle da altri efTcnJo nectflario pratticare diuerfi paeri,e persone,& vsar lughiffima semita è da credere che Ila impoflìbile impararle d aseme defimo . Onde hauend'io più volte meco sopra ciò fatte moTtFcó fideràtioni,& moltidiscorfije conoscedo ildano, chen'auiene alFartc dal nò hauer in scrittura quefte regole,e qucfti pre ccttijhò pesato di voler^come s^è detto à principiOjten tare pcrquàtoinmcfiaposribile,di supplirei qucfto difetto, co fpcraza ai farui^ se non del tutto chiari, Scespei ti;alnieti tato initruttijchi perla cognitione,ch* io vi darò, vid sce-

&

:

;

mino

in gradiflìma parte le

molte

fatiche,€ diì^icultà c'hab

coramciamenta da primi ptincipij dcldifTegno,io intendo di ragionami di cola in cosa, co quella maggior chiarezza, e facilità, ch^o fa prò (piegare in scrittura, e scgu itar fin tato, ch'a me parerà hauernc detto a baftanza Il medefimo intendo di fare in* torno al colorire, a fa u ore, & aiuto del quale spero di scoprimi molti bei recreti,5c vtili auuertiméti,abbreuiàdo co

biamo narrate di

fcpra, pcrciochecol dar

.

tacìliifime^&ricurisimc vicogai fatica, 5c credo d'hauerui a

con-


8

PROEMI

_

o;

condurre in parte,ladoue fiate p rimanerne a fTaibe chkri,ecòtcnti. E (e bene io mi (cn mefioadimprc(a,Iaquale per la grandezza, Jc o(cuntà de]Fartc,può parer molto dit-

à

tic{lc^ctat>cola,n5dimenohofperan2ad! códurla in parte co la debolezza del mio tngcgno^có la fperiéza ch'io n'ho, &i co lo lludiojche ci ho facto intorno^chccoloroj quali p Fauenire ne faranno profeflìonCjIafciado forfè da partcle loroprattichc naturali, s'appigliaranno per auèturaàquc iìe mie fatichCjlc quali fé faranno vfate,com e fi deue,tcngo per fermo chcFopere loro fiano per riufcire piii facilméce beilej& riguardeuoli . Et perche fia in ogni cola chiarame te^e diftin tamete dz me trattata; vfarò particolar diligéza in. dimoftrate torno à quello ch'io pigliare à ragionarui , c'haueròlecoiem particolare feparatamcnte, m'^afFaticarò col mezo d'vna Ul:oria,la qual come cópita in ogni lua parte porremo per elsepio dcUaltrC; di farui capaci del modo di cóporle,& vnirle in(ìeme,e pafTmdo più oltre, tratcarò d'vn r€golato,e beli' ordine d'accomodar l'opere, fecondo che ad ogni luogo fi richiede. Et intedo cófirmar tutto ciò eh' io diro co autétiche,e vere ragionis& etiadio co Fvfo,& €o [eflempio de' pi ìi ccccllcn ci Artefici che fiano ftati. R e-

&

,

fcà iolojch'io

edorti voi altri (ludiofi deirarre,à riceuer

que

mie fatiche co quellamore,ecarirà,che vi vegono offerte,&àvaleruenemétrehauetetépo,confiderado,chcfrata to numero d'arti>n5 n'è forfè alcuna , nella qual fia di mag-

fte

'gi or_biafimo,ch'in

queflajl

m Idr goffo.

ignorante,poisépre,métrc cheviuc; ma do pò morte ^jncora è (ottopofcoà tati biafimi,quatofon Toc calioni,che porgono Icbrutteoperc fue,le quali finche du rano, fi moftranosépreàluo vitupero: & pel concrario,è manifeÌTo, quato fcmprcgli eccdlcti Pittori fiano flati ho norati,& hauuti cari, con grandiifimo lorVnlc i quali celebrati dalle penne immortali de.^lìfcrictoiijviucrannoin eterno con perpetua lor gloria, & honorc.

che nò

i

<Sc

folo-jchi reila tale fcéta

:

DE- VERI


;

7> £•

VERI PRECETTI -DELLA PITTVRA GIO.BATTISTA ARMENINO ^WvADIM.

:

•^^.?s^''=>'ià'ì!X^i^>v;\\.;.

-.^

FAENZA

A.

LIBRO T *

R

r

MO.

Brcuc dìfcorfo (opra di alcuni ecncrali a^ucrtimcnti , delle principali cagioni,pcrchc fi

il

buon lunac

della Pittura

fmarrifca di nouOi& perche ne gli antichi tem pi pcrdendofijrimafe del tutto cftinta. Gap. primo.

^IMA

ch'h

dU comìntUmento

.

^Uecóji

fyofojlcy intendo dt ragionare breuemente^

(T ctnauertimenti comuni fopr a di alcune difficolta^ che

hanno refk^ e tuttama, rendt^

no dijflcihfpma C tutte y e forfè piena di fpauento

,

ò*

di alcune miferie inpeme , che

portafeco

U maluagita de* tempiyper non dir lignoranr^ degli

huommii

accioche$ conofiute in quejiaguija che/ianoijpoffiate

njoigtouam dmenire ne' njoflri progrefjipm accorti^ dtcìofi»

Dico dunque dando in

tigtouani ne' temft noHri

wpiù gite

modo principiojche tnfini quaf da ogni parte del mondo andu'^

qt^efto

'

t

U477Ò'

.


DELLA PITTVRA

IO

nano i T^oma, condotti dal dejtderio chaueumo d*a^frendae il

buon dijJegnO)^ Carte infiemei^ fperando é^otereìifonjl

giiirein quelix Cttiì^oHefioriuano opere ^ <s* Artefici in

(0eH ci \

profejjtone di

fimmd ecce He^z^4.i^lc uni de

qualifi dati ano a ri

trare le l/i4onepitturs^altri tmitauano con creta^ò cera l'opere dt

M''^dotti^O* eccellenti Scultort^O*

altri s'affkicauano in rapporta

rea terì^pijiiT i pdc^i.antichi nelle

lox carte: la.perfett'ione delle

quali arti nàjfcendo dalhuon difjegnOi^^e7mantìiÌti.cornè.àga»

ra sfòr%ando/i di dirrioflrarfi lli>no maggior diffegnadot tra

,

Ma poco tempo dopo^mentre pnfoltre pajjauano nelle ntag-i»

giori impre/èi0* opere delTarte^^jedendo

ga^epià

difficile il camino

ma^ior di gran lun*

che lor reflaua àfitret che quello

già haueanfornito isbigottiti dalla gr adezs^^e difflcoltk ^

che

,

delle cO'

-feimohidi loroirajfredati queiprtmiardori:, eperdutid'anirMOy. e

rit tirati

daltimprefà,fé nefon rimaji imperfettive come abo^

:^ti in quella prima cognitione:nè altro so io •

dell'ai»^

fiato cagione^ ch€ ilnon hauere hauuto

yn

comfcere che he fi

iti

ardine nuero^

(§f.

T/ae

modo^tlqmeleuando quella ariipie'7:^a\e quelle difficoltadi , che ^ fògliono quafifu

i

principi'^

troncare a gtotiam Canimo^^ tar^.

direili condifceffiper via fica le^ e piana al defi.citratofine.

E ner^,

njero ho io fempre giudicato di molto animo tutti coloro^i quali'\ fifono per così incerte^efh'ane '^ie affati cati,(^

han tolto apa

tire tanti difcommodi^C^dfagi ;ma quelli poi di

molto maggia^

n, che perfeuerandò con ofiinattone^e patiem^ hanfupsrato tutx ti ip affli e tutte tanguflie, (^ptr co(i erta^ &* luga Hradafifo condotti alfiipremo grado della perfcttiofWy O* 720 so s'io mi de ho porre me fleffo nel numero di quegli taii^che cofi a punto ha hiaOgniminutoftentoprmatOjper quel tempOiCh' IO giaroi atte

^ nella miagiouentude s ma froffo ben dire con oferità

d'hauevi

^ratticato ligneamente foni migliorile piurari dtffegnatori^


,

LIBRO PRl M pittori

^

demjlnumpì,

àudii ìigtidr dando ta/hora

nd

pajfata^ìtay

,

e

parimente

chi

,

Il

:

Fpec'hilmentc n£Uofiudc$ (U '7\pmaii

m

dietro

,

^ dtf

correndo dalla

raccontarle mt/erie, Q;J

quali haneancarninato ro

O.;

le difficolta

^

Ur^

y

per le\

fareua che tuttauia dt pauratremajje^ ^^

da ej^i le

^diua^pe-rcioche (t fentiua molt9\^

bme quante fojjero Hate le lor fatiche tù^Jùdort nel capir bene \ qmi primi prtncipij dalle ij'die n:oci de' maefirii a quali con ,

t

^

mille fo^etttoni feniiuanOy(^ t:^

ìiel hifognar fare

inffìtte [perièm

di tante diuer/e mifture^in tanti dttterjtmodt com^ofteper r/V.

tiouarei colori ali* opere-,0 all'intentiont loro accommodati,che a^noi che afcoltammo^

e che pur

anco hauetunìoJMto la parte

flfAdellii^tica^ pareuaquaji cofa

'^

no

mgedibile, e tuttataa cìfo^

rio in qaefio propoJìtOi ttJ materia afcoHi alcuni auertimentiy.

e pegole, sì come njedrete poiycofinecefjarij .l%;pofJiede petie

,

può

ejjcr /ìcuro

afapcrfinche chi

nott^

di confumar tu intorno ledecì-^,

fì^de gli ^nniper ritrouarlt ,

^'fi coloro > che tanto fijono af^ "^icati) li haueffèro hauutifti t pnncipij dellorofludio^ con mingrè ffento affai, ^fenz^a Iwaghez^a di tempo, fi farebhono fkt

Ù perfetti. Ma di cofl fktte cofè,io ben io che molte più Jog-giungere Vempomi,^ il tempo trafcorfe ampliffma materia. ìAap affando ad altra

non di minor pr e^ji^dtcto ali* arte, che fi fi a dìmojìrata Li prima: che diro io di Unte opere , (§^ pitture eccellenti fatte da i piti periti, @r f»i porgerebbe

.

[-arte

perdendo^^ cpnfùmdndo , // lume delle quali farebbe di grandiffimo gw^ aamento a i yoflri fiudij , O* certo che ipur cofkfirana, che U^

giudicìofi maefìri

>

le

quali ogni giorno fi nj anno

f^u perfette pitture^de' più perfetti rw-^rimod€r.ni,<hefon come l^rni chiari^, delle più artificiofé belle-^ delmodo^^fiiuirnfchi Ho tHttduia,cofi miferamete comodi

sì diuerfi,e chi

fian peggiorate l'opere fittefu i muri ù-^r?,

no sa quuto.

m medi v'ét'amii^^ e

2

''""^

lo do-»

mandi


g

DELLA TÌTTVRA^

Il

mmdi a m^ycbého tra/corfoper ritiederle, tutte leCittàiChe ftr'm

'

^

chmdonhfrk MiUmiCNd^ oli^i fra Gct2oua-,e Venetta^ gnel lo ch'io dico delle dipinte sui muri y dico amor4 delle dipinte à ogltOfperciocbey(^ quefle ettadio vengonoJJ?ent e y

C^ dall' ijìgiu

rie del tem^ùo^che conduce a fine tutte le cofè^e dalla poluereiche lérvàrodemloye con/ùmando^e quel eh' èpeggiofon diuenute ytli^

'•

df maniera ne gli animi degli huomini.che oggidìfi '-vedono tri) firtiii quadri jMtti da dotti maefiriychefin flati lodatiy efimo^'^ fiyfs" lauorati

Ad oglio configure e hanno

quafi il motore lo [pi?-

ritóy'venderfi à njtlifftmo preT^^non e(^endo ùipteonofiiute daU'^ i'

ignoranza de''Juccc (Sor iyil calore delle ^ktùye dell'^arte^per^'^^

Cloche coloro a' quali prouiene

ua,^

pre'z^uayhauendole

t ber edita di

chi prima le conofce\

fé di poco momentOylt co irattanOi <S* njilipendono in quefiaguifày né mancano alcuni^ ejfi

per

co

che coifirfine fare <T^ft ritratto dagiouani imperfetti

su

l'ir/fparareypagati

prime

figure fktt e

a tanto

il

mefe^

,

e chefo?t^

rendono perauaritial^<

da più lodati ingegni yefin di sì poco int e llet\

toychepenfanoyche le ritrattefiano quelle medefime d' artifìcio yt

di helleT^aych' erano i primi ejfimplari

.

nuaritiayC^ ignorah*

^4 rubramente troppo crefiiuta à dannoyC rouinadi tCypoichefin diueni(ti cofi ciechi gli

f

cìoyche non cono cono yche

huomini,^'

ì* imitat ori

*

cofi

belTar^X

priut digiudi^-

fi fknno tanto lontani dab^

prime forrn e^quanto enfino da'frimijArtefici d'induflrtay&'^ ^artificio dt^rèntl, ^dcbé^fvad^fo con tante parole-mofiràìf^ ^ le

do le miferieitÈ^ i danni e ha patito, epatifce queUanohUffimk'^ art€,poiche cominciando daltepo che njife LeonardolJmcty\a^' jkelle daVrbinOyéMichelagnolo Buonàroti, Tttidn daCddoro^^^

Antonio da Correggio) SebaHian Vehetianoy GiultoT{pmano^^

Andrea

SartOy^ molti altriy cbiamafi,t^ honoratt a/ùoi" tempi da t^taggiort Trencìpi^^ l^è dclmondo^infifatio di me^ del

.


, .

LIBRO PRIMO.

ij

vo di citj^udt'mmft e yedutA decimare dt rnanieraiche alcuni di ejtéilhycbe impararono l'arte dajudetti maejirt^furori sfo^ tati} ancorché fojjèro ritt/ciU perfetti,

(gir

eccellentu nelfin dell*

njìta loro cedere al tepo^O* al diJpre'K^, tn che era caduta l'ar^ te,

O* lafciar da parte la l?ittHra,0*

chi

firmo Ife àfitr/i Architetto, e chi

trA^hauendo ciò fecero

,

il modo

chi fi diede alla

S coltura,

non fece né l'y no, ne tal*

di ^viuereper altra yta,

fu njno, Sebafiian '-uenetiano,

.

0*fia imoltiche

il quale

per lemira^

colofefuè pitture, come è quella del Chrifio battuto

alla,

colon^

na fatta sul muro adoglio,

nella Chiefa dt

tn T{oma,fece ^randifftmo

danno all'arte abbandonandola, (gT

S^Tietro a Montone

titir.andofi affattOiè "vero ch'egli ciò forfè potè fkr meglio che aliti, ntrou andò

fi per lafua ^virtù poffcfiore dell' offitio delPiom] tale, che poteua dar buon tem fi

ho,dal quale ne cauaua entrata pQ,ef^efjo conuitare ferfiéafo

quefi'huomo da molti a

tura,7iella

i

( come fkceua)

i

compagnue gli amici: era».

nm tralafciare l'arte della pit

quale eracofteccellentesma egli ri^ondeualoro, che

p^i che baueua fkculta da yiuere agiatamente, non njoleua in^ goffire',ch'io ^-vfaro le proprie

erari

parole di

lui,per ciò che

allegaua,che

venuti alcuni ingegm,i quali face dn profeffiene difkre in

àae mefi quello, ch'egli joleuafkre in due anni,e che fi auedcua ^ che. non andrebbe ttoppo.ychefarebbe mal dtpjnto ogni cofa , poi ch'era ruenutoynficolo nel quale

t

difcepoli ne

yoleuano faper

più che i maefiri,^ che malamente fi poteua far

più> cofa

,

che

buonafofie,att efo, che pili s*appre?:^aua,cht pmlauorofitceua,e 7wn chi meglio, epìù/zfsuamente V^n fece cofiT^erino del .

Vagapittor Fiorentino^ e difcepolo di Raffaele ,

il

qual Penna

fipuo dire,cheneifuo tempafoffe il pm ^ago,^ yniuerfal pit torè d'ogni altro,percioche

vedendo efferjuccejfa quella turba di

maefirt di quella qualitàiche da altri già era fiata fredetta,ca

de in


^.

£1.LA FITTVRA^

là?

cU 7:^1

in grill:

tmoreìper

:

U famiglia ch'eglthatied-^di rimanerJèn-\\

Ultori yi(s* fi mtje. oltre

Uprouigioney^l'apereWegli hauex

^

uà ddfdciz;^^ l^apale k 'voler con ogni arte , fer ruta d' amicìtte batter di tutti i Umri diT{pm^ notìtiay O* à pigliarli , ,

z -^

ùenche njthffimifofero^^ di poco prez^o:.<^ prefiche gli hane^tx li

locatmkch pm

volont^eri,

^

Onde introducendoft pai njn(L tQ

per miglior rìiercato lofiruiua.

cofi fkttarahbta^fi diede

r--.

deltuf^A

materia à quel maledetto cojiume di pagare t giouant a g/^r-.^

Tiitta^nellaguifa che

fi

pagano t miferi pappatori,

co/a che per lo

>

da tu^ttifuggita^^ adì nofiriè ito tanto auanti ignoHl rnodo che in molte Promnciervediamo qnejìoyile adietro era

i^

>»

tonqueHa maltfjma'via dipinger e anzjfehicheràre le più htlle^ < f^ lepikfk-moje jkbnchc loro: ladouenon manca ancora cbipa^ ^

ga <7jn tanto

delpaìmoì t quali nuoui modi hanno a^pertatOiO*

^

apportano tuttauiagrandtffimo danno a gli fltidiojì deli arte^(Ó ctofiachefi -p fcuopr e qualche Yarolpmta^ilqudeha^bbiainten

twnei^

.

p enfiero dacquifiarfì co' lunghi Juoi Judor input atto.

vei(^ <-iHile ; trattenuti dd quefla nuoua 'vfan\a , parlorx) che V andar pivi oltrt chefia l'rujd communcyfa n)nmodo di prò curare d*acquiBar cofay che fio. focoptez^ta .

.

,

Et per difcendete^

ad altriparticolariy fi SÀ pur ancora yche H^ ante Ilo Volat erano àifctpolù di Ver ino y O^jorfepm dotto diluii per lo commertio ch'egli hebbe con Michelangelo

>

ilqual'valentmi atutaua ,

^

^

^

\

.

juuormachUgli conofceuadi biiontngegnos afioa durarle JuticÌKy @r a capir le dtflicoltadi dell'arte^ muti proposto ancor egUi'vedendoinuilita l'arte : percioche hauendofatto con molto

;

fUo honorcy<!y' riputMìoneiquella fnirahU capella^dipintain^^ fio ^ch'e nella Chiefa della trinità di l\oma, fui monte , di commiffione della Signora Elena Orfn^y delia quale feguendo il nome t^iritrafji

^^^^

molti ^tti di Santa Elena ^

O* nella tauola di

'


LIBRO: PRIMO.

.1.^

'dcpofio di Croce da, Giojeppe, c> Kkode mo , opera.'Z'eramer/lemo.I^o.di/jrxfleyO^ coJfùefi/:iitji^, (ke-.puà-

jlaJi mi'^ fece Chrijio (

^fiar^ a paragone dk^,Hanténe\/ot2om JtftUu dt q^efio ^entx^,

non arriHo po/cta mai pia dt yn gran pcz^ a qtiCiìoJegno nel-

'

vfaltre

opere chefece dapoi

\

ma

!.

Opera fopramodo dì

\

pdtède all' effcrcìÙQ

;

y}fe \^

.

della fcoltura,(§j'

rieì

finÀtUai^fìtA fiÀ.fl

btlUffimo cauallo dt ùron?^^chf ftiperaf eh' è

neiCampidoglto dtT^ma a per/ia

(tonde' Francefili quali^ivoleuano metterfopra lafitxtu^ del

Enrico gth morto ima trouandofi egli

j; tìcOf

1 ti

nt4ot§9 in

queft^ prat

delgetto ) 0*per ciò Tion ben rifiluto-^nè ficttro^ an<orche yì

*^f^ff'incndtbik fkticAy

a.

rìfpeìto alla fiidetta

ftidiOi^dì ddìgenz^a onde yltimamcntc

digroìidez^a quello

\^'\l{è

<

efèndampcme con l'artCfcU tutti$^

,

^edeuama?jcarey mancato ancor egli^

<:fYòfofidt yòlerfkre yn

!

:

{^

del getto d'ogni mmutiffimxi

peti ftr tanto

y

che tlcana/lo

O* ricercale i peri-^ àmertmento ^ nondimeno non

dHtgentia.y

non

gli rtufciffè imperfetto

^\ egli non per qmHo s'arrefèsmafi li mtfe c doppiando

»

^

intorno di miouorad-

k ^iiche (^ rmduflriayefece si che Ufecondayot y

malfodùfkttodi t j^ me defimo yche mai più po/cid fàlietOi^ cade in a;namalin

* tato condufe bentjfimoìmajtHttauia.

-!

-

'

t ^'.

V

^

cri(dele,che paco^ coniay^ poi in yn catarro tAnto terribile , yìta Jlfimile quafi far che auenìjfe d-" tempo dopo li tolfe uanù a coBui a Domenico Beccafumo Sanefèy il quale dopo U tante fuc bellijfime pitture fkite in Siena per tanti modi ^ CT*

U

.

^ie , lì diede finalmen te^ come ad opere che li parean maggio^

d. rii alfitr di rilieuo y. '

rejio cofi

con grandiffima

mo

,

^

,

(^

al fonder de' bronza

meno

che

il

naturale

te daogniftno lodato

^* fkbrico

eftrema fatica àfèt colonne del

,

y

^

^uo^

(^ di grandez^ effendone flato fomm amen

di Siena, fei zAngioli di bron?^

7:^ pòco

>

y

tondi

(meo à fare fi mtfe

i

y

dodici t/épofioUy


DELLAPITTVRA

14

pur per uerje

,

il mede/imo

Domo : ma ejfendole fttiche de' bronzi ^/-

g^ maggiori affai ^

ti corfo della

che quelle delln^-T^ittura

rnigìanoi bellOi

(^

il

àbbremò

diluhNèyq^ Frunce/co Maz^ia Tar

^ìtafua^fen'KaL chejiyedeljealtro

gho di quefio numero lafctare indietro

'

,

quale fu per relattone di<hi ,•

'l cono bue igtouane

viuace ingegnOi e tutto gentile, (§jr corte/e:

io ftyede tuttauia dall' opereJues

di

O* per quan

^no nelqualepar che raccolte

fi^no tutte le gratie della Hittura^^ lebelleT^edelcolorir^mA - non contento di così largo fkuore nceuuto: dalC te lacche yedendo }^fer vitto

dell' etkpreualere alle

yirtà l'oro j gli entrò nel capo di

^^^olere attendere alt Alchimia^^fi Ujctò corrompere di manie

ra à quejlapaz^a^che fi condul^e ù peffìmo dtfordine della rf/ta,

^

dell'honore-i

&

di molto grMia/o eh*egli era, dimnnebfì^

Xarnffmo , equap floko\ Onde hmendo poi dopo tolto^à ftre 'vnor grand! opara in l?àrm4 fuapatria,nella ìAadonna ^eùaflec catA^^hauendone riceuuwaUuiMfommadi danari a b^on Con "^to

,

ne pojcia facendo contòalctmo di coloro

eh' erano paironit

\"C^ lifkcèuÀnófkrioperiìperctochèndn o^/ lauoraud i fu per ciò - conpoca/uo hmore pofìa prigiàn£i,:0* /e 'vol/enj/cire,fu sfor'^Xato'profnetteredt^trla^iì^a égli ofpr^JJo dalia collera , {gjr dalio ^degnoycheper ero prefk pacadoprx fé ne morì darmi qua-,

-

'

Nonfece cosi mef^èr. Ftanafco Salutati pitconofcìuta molta da uoi , (^di non punta mina

rànt'yno incirca V

^ ter

Fiorentino,

re eccellenza de Uifopranomndti ^jl quale ejfendo d*animo no^ -

bìltslìmo ,

O*

di grandefpiritoy

(^'uiuendo ^ O* y ependo alla

'

Signorile y 0*caùalcando belliffimicauaUvy'v.eniuafofUnèndo

-

/(?,^ t artefua con f.fktte maniere nella fua priBina grande^ 7:^a i

tt^ riputationei e ritrouandofpiu che mediocremente nelle

buone lettere inftrutto yf difcopriua continuamente

grauey^ di fottilijfimo

ingegno,

co*

O* in molte fcien?^

grandi

'vniuer'-

file.

!


LIBRO primo: JaUiUqudH perche belìiSimo

parlatore era,

17 li

arreca f/am wel-

ta fede, (T li acquiflatiano le loro gratie^O^ fkuori, con

Pur troppo piaceuolii è vero che quando

ti

maniere

pareua d'hmerfer*

maio ben bene ilpiede nellagratia)(^ nell'animo altrWijt diJcO"

3^

maledico^ perctoche eJJaltauA friua alquanto di fé lodeuole (e belle?^ delle Jue opere in Ctelo,^ infteme dtfpregtaua queU le

degli altri buoni artefici: era/ottile^acutOy

fentitO)

^fopramodo

ajl

ma perche haueua deljofpettofe, O* del credulo^duraux

poco tempo con alcuno

m *vn medefimo propofito

:

dfffindeua cor»

molte ragioni appreffot Signori lariputatione del gradofuo ^ ni

patina d'ejjer punto amino da

loroy

O*

diceua chela njirtufua

non meritaua d'effere in alcun tempo ^ilipefa^nì toUeraua d'y-^ far loroferuitù alcuna^fè non in

queBefue

cofe lo

cofe honoratijjime

delT arte,

O

fkceuano particolarmente nimico capitale k

Tutori auari, O* ignoranti, i quali hamnàofi poflo totalmente perfine ti fòlo guadagno , non attendeuano ad quella turba di

altrey che

a darfubito fpeditione a i lauori ,

f

^

per quefto aue»

n,iua,(h*egli nonfiferuiua neH' opere uè,fé non dì quelli,cWera^

no di maniera per fi fi efft valentiichepoco haueano bifogno dell* aiutoJùo y e quindi auuenne, che in tutte le cofi che fece mentre rvijje yfifcoperfèfempre

vna certa beller^y fktta cotanta prat

tica,pulite7^a,0' diligenza cofi mirabile, che non fi trouo

mai

alcuno,che tauanz^jfe : Eglijtit ^ver amente mordace yerjo co^ loro

,

che le loro operefenrj,

i

debitifiudìj fkceuano,

^

morda-'

cijfimo in quelle di quelli pochi fuoipart,chefi trouauano,tenen

doli col continuo motteggiarlifuegliati,^ in continuo motoso*

Roma,(^ fuori molti gran Cardinali,^ al-' triTrencipi, 0* ritornato aT(omadi Francia, doue erafiato condotto dal Cardinal di Ghfa : fi mifé in animo {in alme nt e ^

hauendo/iruito in

come per 'vltima fua imprefa , di<uoler tentare d'hauere a di"

D

pif/gere


DELLA'PITTVRA

18

T

1

laJaU di/ 'l(è nel TaUgio Tapale^neHit quale ha uea ^ik ne' tsìnpi f^Jjjatì dato principio ad yna Jfloria , ìi eon^ correnia di Daniello "l^ìcciarellt , che nhauea ancor' egli comin^

fingere tutta,

data '^n altra y

^

ottenuta a fatica la

meta

di quella

,

.

ment^.-quandoper fkmre di Tirro Ltgori V^apoìetano^

/ai periti

nell'arte

.

Onde

'

\

\

paredoli ciò fatto in ruilipendio deli*

hùnor fuoy @r non potendo tollerare d'hauer concorrenT^ digio^

naniy(^ parte

\

•tArchi

^

,

\

^

fa quafidi jubito data l'altra metà ad alcun meno afaltri pittori d'ajlai manco nome^ (^ credito di lui \Papa ,

\

e tirata

gm l'incominciata da H) ante Ho ^ 'vila'Uoraua intorno gagliardatetto del

|

di/cepolt Jnoijft ritiro fuhito njerfo Firenze}

ma

non molto dopo ritornato ^ nènji trouando prouiftone alcuna ^ fer Cloche pguitauano gli altri pittori i loro lauon , dubhiofojìdoueua lafciare^ opurjegnir l'opera incominci (tta-^ mentre ne

\

\

i

\

;

i

p

Batta coft tutto sdegnofiyO* dell' animo molto

afflitto

y

^

\

non.

j

molto fino del corpo^ gli Jòproigiuijfe njninfirmita crudele ^ che

mondoyO* quel^ ch'egli hauea fatto nella/àia di /Ita mano^/u da chi meno affai di lui/apeua^ cancellatOy (^ guajlo . 'Dal di/cor/o fktto /o^rA queUì/ei yalent' Imommi^cono/cere pòtete^ quanta perdita hahbia fktta l'arte in /fratto di co/ifoco tem lo leuo

del

\

\

j

\

\

pOy la qual perdita è di tanto

danno al mondo-, quanto è il gio^

uamentOi(^ fvtilitày che n'ha di lei riceuutó continuamente ^ il quale è grande yO* di varie maniere , conciona co/a che la/òt

\

\

\

tilità

de gl'ingegni

human iy

con la virtù

rappre/enta/òuente nelle pitture

d'^n buon dif/egno ,

le co/e pre/cnti^

{^ le pa/fa^

te^come quafi in nj\uiy^ mirabili e/^empp^ da' quali leggi

ycojìumiy0*marauiglie^^

le

Si0Ìi$kè

ci

fi cauano^^

tmferuano

;

\

\

{&

j

memorie y^ ti

de gli huomini qua/I in eternOiChe/òno/ìa'

mondo magnanimi^ O* illu/lri , clT* l'^Architetture adornai lunmer/opftnno U Citta commodì^tme ^ le riparano dalla fvioUnz^

al

m

te//ìgie


LIBRO primo; wvìolenz^i^ nectjjme

O*

^

le

dall' wjidie

flrp

de ninnai conducono lorotaccjuè

rajfrendno btfognando^ 0*le rendono gioueuolii

Vidi: fir^noi modelli

<ù^glt ejjempi de' miracoloji tewptj»

?

de' (tupendt TPaUgit de ponti^ delle ptaz^y O^spattofe/ìrade}

amenti^ fruttiferi i collifeluaggi^ O*

rendono

in culti,

danna riemm

loro le pofìtuYepiAccuolii forum

i

monti, tagli Ano

piono

i

Ughi, trouano efìto alle paludi

le bajje

njalli^refìringono

le ripCy

nel mare : fkbrican natii , driT^noifiutni, fubrtcanoi porti %

gy proucdono non filo

commodita de

alle

gli

huomim

mA

$

aprono loro eiiamdio la "via da potere andare per tutte le Pro^ uincic del mondo .

Et eh

ne da guerra ì

che cofa delle fortc^

che è neceffario

^

a

diro io de gli ftromenti , ,

C> di tutto

9

C>

di continuo apportano aiuto

tione al genere hurnano

huomim li

i

O'* fé

,

,ha7mo appor^

commodità,

mai fu

(g^ diletta^

di bifogno di

co[t

fitti

dir fi può che ne (ìainquefìinoHn tempi, ne*

qua"

,

dopo la publicatione del Sacro Santo , <C^ ^umuerfial Con -

alio di Trento, pare, che per tuttala Chriflianitk

qunft a garra di fiibricare bellijfimi,

)^ sMonaHerij

fi ficcia

9^fintuofìjjìmi Tempij^

O* fene njedono molti fin bora afi maeftreuolmente condotti, a quahniùn altra cofa par che

Capelle fiai

quello ,

dtffendere la libertà della 'Patria ì P^eramen^

te con le loro iìjuent ioni ^ che fino innumeralnli

tato

t^ macchi--

fi poffia defiderare

uace Tittura,

,

fie

,

non

grande'K^a delia Vaga

la

(^ S coltura

,

ch'io

non dica qualche cofa

hero gli antichi in quefle arti^ honori, chericeuerono,

raccontano

i

^

fvt-

^poiché fon giunto a queHo

particolare, che mi porge cofi bella occafione

nermi

,

della

(^ de

,

io

non

poffo coniC"

gran cognittone ^ cheb-

marautgliofi premiì ,

(^

*Tlinio,f^ molti altri Scrittori noti

nomi di molti

eccellentiffmi Pittori

,

come

fi di-

rà più auanti da noi^i quali furono da maggiori Imperatevi del 2 mondo

D


io

DELLA PITTVRA

-

mondo deflderatii (^ honoratifopì amodo, (^ d*ogm loro dejide rio compiaciuti

y

{^

alcuni videro l'opere loro contrapejate con

tanto fin orO)(v/ alcun altri rimunerati con le centinaia ditalen tt ideila

grande'K^a delle quali opere , et ne fanno ancora buona

^ ampia

fede alcuni marauigUop fiagmenti

delle

Mufatche

antiche di l\omayYÌfeYuatepna que[ti dì dall'ingiurie del

tem

fOi<ù^ auanz^ate alla rabbia de* Barùarije quali fin confederate

dapochiiper ritrouarfe occulte in mille rouine , delle quali alcu^

ne fono tejjute di pietre ychefono aguifa di rariffime gemme^ (^ alcune fi vedono difinifpmifmalthlauorate con ijna induftrix tnarautgliofiy^ quafi

impoffibilcy con le quali opere

quei gran Signori tfùperbt tempìj,^

i

ornauana

T^al palagi lorOtO'quc

m

danno indìtio a noi altri) che quefl'arte quei tem fi douejfe ejjere inpeme con gli artefici fuoi in f-unaltO)^ hono rato grado di dignità Ma tltepo che confuma tutte le cofé mot taliysì come haueua precipitate tant^altre artinell*ofcurità delt fle reliquie

.

igJ2oranz^a,*-vi precipitò finalmente quefia

ancora yan:^ lafpelì

di maniera^ che pareua che mai non fife

Hata abìjondoy perciò-^ che^non cofi toBofi '^'ide mancar l'irrjperio di l^oma^che manca tono etudio i premijy^ gli honoriyche nutrìfcono l artico* man carono infieme gli aArtepciinè ci e rimafa memoria alcuna deU le compofitionìyche

vfauanoyihefepurquefiafojferimafa vi uà,

è da crederete he non farebbe cofimiferamente flint a quefia ranffim'artey^fe bene 720

m tutto refiata e*

à i tempi nofirift ritroua^

alcune beUiffìma pitture in quefio genere compofte per quanto

fofiono i Signori di

queBa nostra etade^di rarijjme materie ^^

atte à durare per molti fecoliy

nondimeno per

le proue^chefé

ne

fon njeduteynon fiimì alcuno che jìanoda paragonare contanti che --SHafi mi dimandale alcuno, onde nafa ti vilipendio ^

^

.

foco

contO;t

che njiehfittto di quefia nobi l'arte

da tanti Prenci'^ ùi,(r

.a.

*


LÌB RO PRI M O.

21

fhiì^ Genttlbuomini cÌ*hoggtdì', alh qudi dourebbe ejjer particolarmente cara j io ItrifpondereiiChecio cmtfaUùoca cogmtto neccio e^i hanno diquena,0^dogr2Ì altra buona art e^ dalla and cornmunemente il ài!fregio ne Viene , conciojta cofa^che ji've de per proHa^che ctafcunofa poca flima di quelle cofe^delle quali le

ft hapocayO nulla cognitione,(^ ìofeguendo quejìa occafione^che

A parlar m multa dirò^chfè co[iè:>corne pur è nel^ero^non so njedere qualpmproprio^^accommodato modo far ftp offa per y i

ftr che gli huomini grandty

(^ i

minori inlieme^e tutti indiffè"

rentemente habbino Carte in quel pregio y eflima^che già è Jlata altre ijolte^ notiti a

i^

e^ s'inal7:j, alJuofupremo grado ^

farli capaci^ e fcriuendo

glior regoleiC precetti di la

, <(s*

che darne

lorof

riducendola fotto mi-

quefi*art e:pano per

douereffere di quei

^tilithyO* giouamentOiChe fi cedono effère fiate

le regole

tutte l'altre arttje qualifcritte da diuerfi^m diuerf librile t rat tati,

hanno re/a fàcile quell'operatione, che prima fenT^effì ft

ritroaaua nella/ola prattica diffìcile i

^

talhora col miniflrare

con modopiaceuole la ruia di feruenire con non molto tempo, e

noia aldefideratofinejnducono gli animi di chi legge,finente

prenderne diletto ,

a

O* à depderare difkrfene capaceli che quan

do auiene a Signori^^ grandhche poffonoffjendercy, non contenti della fcisnz^y e

del piacer e^cheft hanno d'hauerne notitia^rua

ó*'^i ^fendono ricche'^ granper hauere ifuoi bellifflmì effetti^(^ perche prima non e fiato

gliono anco pojfederla di

ciòfatto dt

in.

futto,

queH'artesnè ne' tempi antichi^nè ne' moderni$ ch'io

/kppiaimajèmpre fé

ne

rimafa in <^na commune ,

O^natmai

frattica} O* fé pur e ha hauuti precetti, (§^ regole^non fono fiate raccolte mfrittura in ^n librofoloi mapoHe negli animh nelle menti fé ne fonfiateffarfé appreffo a diuerfi artefici (come

^

s'è dettoJ

non poca obligo dourebbono hauere a

me gli fiudiofi

"

dique-^


DELLA PITTVRA

ii (il

quefìaprofe&one ,

/"/

quale ho dato principio di raccogliere itz

fumé i^ porre mfcrittura i documenti di pimone^che ti mede[imo auemfje J%

queftafkcultà,

,

£* <?-

all' Architettar a^pr macchefof.

piegata in carte con tanta dottrina/otto

precetti

.

bellijjìme

regole,{^

da Vettruio Vero nefé , in quelfuo fingelar libro ^che an

confcruarA (in che duri ilmondo^ il quale di fi conferua^^ quanto giouarnento ftaflatOy fipuò benìffimo dagli effetti conotante ruine de Barbarti in tante mu^ fiere i poichéfi bene Cora

^

m

Utioni dìficoli era rumata, ancora la buona Architettura^ noU"

dimeno per beneficio

dell'opera

,

^

delie fatiche di

Vittruuio^

€ dì nuouo rijtdfiitatayO* T^tue più che mai , /limata ,

^ ha^

uuta cara ? (^ da quefio conoficere fir può jkcilmcnte quanto rvtiUi^giouamento ne tempi paffiatiriceuuto haurebbe lapit

yn cofi fiitto foccoy/o ,

ad effa era tanto più neceffarioyquanto ella è menfiimataii^^ men durabile dell' Archi-

tura da

tettura, percioche col

mezo

ti quale

delle Scritture

<,

quali fi fojfono

le

^argere per tutto il mondo, nonfoloprendonfncili Carte, menfkticofe ,

maficonftruano ancora ptùfialde ,

memorie de'pofieri^che non (i fa quando te nell'opere,

(^ nelle

elle

O"

(^

^viue nelle

rimangonofolamen

lìngue di coloro^che le effenttano^ t^ìfie co

fA alcuna in quefio prepofìto fiu tafdata da gli antichi, venne ad annichiUarfi,^ a rifoluerfi infiumJO,fuoT che alcu?2e poche pittt^

u ritrouate in luocht horridt,0* inhabit abili, da

'doi

dette grot-

tefiche,0* ficondo il<-uocabolo de gli antichi, chimere, delle IfjSÌ

il

come da piccioli ^lendori fi

tiene, che

i

moderni

qua

pigliafiero

modo, d^ la via njera del dipingere » H) onde fin qui et è ma

nifefilo in

pencoli

quanta

li (ia

oficurith di

prima firitrcuafie , O* m quanti

a dì noHrì il fintier precedente

.

Ma egliè fiorfih

bene che procediamo pm dfiintamente a dichiarar prima,che co /afta l^ittura,(^

qudd deus r^sritamente chiamar Tutore, ^ali


LtBRO primo: &

2i

Quali fiano le vere Pitta re, ual dcuc cfTere ri Gap. IL vero Pittore.

VANTO

c]

pia T/ò meco colf e??[ter difcorrendo^/Itt^

diopgiouani, intorno alla belle-z^ai e dignità di que^

^

B'artep O* confiderando quanto dtletto, ella arrechi nelle

menti di color o^che n'hanno alcun

piacere

liime, tanto

fm ildefìderio m'infiamma d*aprir ut gli oc^thi deWintelletto^O* infegnandoi e

moHrando giouarui

darlo con quel[ ordine ^che rero

:

prima d*ogni altra

.

Onde per dar prtnciptoy ZS*

p fk in tutte

l altrefkcolta^io

cofa^quelìo che fia Pittura^

dichia^

O* qualme

chiamato Vittore ) accio non (i cominci à ragionare di rvn art esprima chefiJappia^che cofà ella [ìa,f^ non ellafolameri riti ej^er

te ima gli Artefici ancor a,che ne fiinnoprojeffione

dunque io non intendo njnfpatio I

.

IPer pittura

d'ajjèiòdt muro coperto ai

vi»

^

piacemls apparenzoL de »/,(^ cariati color inoltra la yaga, qualiynonfì habbia adhauere confiderations ad alcun altra co» fiiCor/ìe infiniti /ciocchi fi credono

y

ì

quali non cono]cono altra-

hellez^ nella pitturayperciochefi ben fi può porr eccome ranche

l

co/a chia

coloihchefin parte dell* arte^quando auegauchepano bel

Ih i tc/cano di mirabil/or%a^per tirar gli occhi di chi vi mira, no

è/cmpre fiata molto poco prcT^t a da buoni Arteficiy poi chenondeue/eguir/i

dimeno quefia parte in comparation

il

dell'altre

gtudtcio /olamente de IT occhio efieriore^

efere abbagliato dalla

ì

il quale

può/kcilmet^

vaghezza di quelle varie tinte^ e mi vera

troppo fitcìl/arebbe ^/e cofi /ojjey urte

,

ma ricorrer b/ogna all'occhio

il giudicar

topere di queHa

dell' inteHettOy il

quale illu^

minato dalle debite règole > cono/ce il vero in tutte le cofie , Onde per venire alla vera dichiarationeyè da/aperty che la pittura al irò no

èy

chejmtathneycomefivedrhpiìt dtfiefitmetey O* il Fitta

rCialtro ancor e^lt no è^ch e imitatore, pe rcmhc seprefirapreseté ^~ " -la/or»-

y--——'


DELLA PITTVRA

24

!

U forma di qualche cojay o infenpbileyofenfibtU che ^kit queU

;

la pittura che di ciò mancainon è meritevole , che fia chiamata» tittura$ma piti tofiò^erai e^ compofttione di color tiS Ì come an

\

toflocampitorefi^ doratore diraffi in queBo cafi colui che [haura dìpintayche pittore jl quale^perche conofia in tut^

Cora

fili

te le

co/e differente dal luero 'Tittoreynon haurà ancóra co/àpiié

p

\

^JamìltarCy che

i

I

ìpolu eru Uftampe^ 0* righe ^ g/ quello che top A"

le/a piti che tutte l'altre cofey è che

1

quando fi ripiene al termine

,

dimanda di ejjèr pagato dellA /cienT^y (^ induftria/ùaì perche nel ^ero non -vi fitroua sma mette in campo il valore de' colori y che vi ha mefioy (^ della fk de l tempo y che vi ha fie/o , Cono/a^ dun^ tica durata , della mercede dell'opere /ue^non

i

\

^

que dalle co/è /udettCy che il Tittore/arà colui , // quaie per vn /uo certo y O*marauiglio/o giudicioyO* arte y /apra condurre a fine le co/èycc egli prima haura concetto nelTanimoy^ nella me teycon maniera antica,

Jentarle co/i al njiuo

y

^

colme?;^ delle linee ,

c he il

O" colori rappre*

fenfo dell'occhio ne rimanga inga n^

Et la pittura /ara l' opera /ktta da vn Pittor taUy e perche non ppuo efiere pittore di quefia maniera y fé non fi conofcono bemffimo i termini dell'art ey O* lefitcultày che/on congiun te con effolei , come fino t^Architettura , la S coltura la ^ro-

\

\

j

'

'

;:

\

\

nato :

,

/pettiua

y

0*( Jfioriacofi/acraycomepro/knay

con la cognitio

ne della Vi/ono miay @r di molte altre cèfi naturali , parte delle quali ve ne faranno moHrate da noi ne' capitoli , che /eguono y parte ne prenderete da 'proprij Autori

, che farà quella , che da <ui/ara infegnatay che già non fi può in vnarte co fi grande dar cognitione minutamente , particolarmente d'o^

mi non

^

\

\

\

\

']

\

J

!

\

\

"

gnicofa.

;

Pclb


LIBRO PRIMO. & grandezza della Pittura

pclla dignità, ni

,

& prouc

25 ,

con ^uali ragio

dimoftra cfTcrnobili(Iìma,& di mirabile artifìcio : per quali effetti cofi fi tenga , di quali meriti,6c lode fiano degni gli eccellenti Pittori. Gap. Ili»

E

fi

&

Ter noi egli

torti sì

e lecito ilfreflarfede àgli antichi Scrit

come fi jk

communememe

^

fer gli altri t

è fimilmente conceduto di poter accofiarct algttè

et

die IO de' più chiari intelletti de' tempi noUrt^cofìcifara refutA io

douer efer chiaro ^che U 'Tittuìa^

^

Toefia^come doni ce»

la

m

meno Ufi tifi dirnoflr ano non douer ejfier imitatione^O* ejjere^che douer «venta quefio heniffìmo njedere^ tenute niente altro ^ne

t^ conoficere ftpuote dalle dijfinitiont , per le quali di ciajchedt0 na di

effe

chiariffimefi

veggono . Conctofia co/a,che pure per effi

fkmoftctfta dimoftrato co molte belle^^viue ragionìyil proprio vjfictodi '-un Vittore douer ejjèr [i <-uedei fi che per ciò

marrebbe luoco

.

Et per

ejfier

a

chi

quello ^che etiamdto

dubitar di

ciò

d'vn Poeta,

njole^e^non

certo chefie riguarda in quefte fi

li

ri

due ar

tibenCyO* con fianogtudicio,^ifiyede cofi fmtfiurata '-vnìone,

^

fi chiama la TttT?itt ura cheparUj ^gue

congtunttone infieme d'afitnita.cheper

turai Noetica che

taceST U Toet ica^

quella fia l'anima douer efière^O"

il

ciò

corpo ^ dìfilmile però in

que-

fio fi tengono^ perche l'vna imita con i colon, l'altra con le paro certamente che in quanto all'inuéntione predetta , le ,

^

Ma

in quanto alla

<-ver ita,

effetto medepmo :

fino d'^na fi e[fa

proprietà

conctofia cofa^che elle parimente

,

(^

d'vno

mirano infi

fieme,^fiono intente alpafiergli animi de" mortaliyZ^ confom

mo piaceremo* diletto confiolarlt ro nobili gli

^^ incitar

iloro fftriti,(^ ilo

animi alle cofie digniffime,^ <-virtuoJe, (pefi'o ancora e -

fi cambia

dagli huommifìmUmente

le

proprietà delle njocii

E

che


c

_

DELLA PITTVRÀ

i« che fono fra

il

Pittore, 0^

eh* è dell'altro il

concio[ia

,

d TottHifercioche l'uno ^fa quello

cofa,

che fi dica

Vittor defermere^

il

^

'ToeU dipingeH » Étt Greci etiamdtoper dimoHrarpm chia

ro CQJijùti^h)TimH\'vfxrom'Xfn

h quesìi^O* a quelli ti di ejjci IO f7ji

Jtonh

W

cotd werbo ^grapho

coja-)

?jegh

,

co/nunc

ritornando agi' incominciati effet-

à com mouere le paf^

dico ch'elle/ono cofi ben atte

l^ affetttoni

ter trouar

^ia

'.

\

I

huommii che et par e impojjìbile il po^

che fia pia ardente^ O^ di maggior vehementia di

\

\

!

\

^ueHcySÌ come quelleicheper lor forz^ fpingo?ìo leperjoneper in

\

fino alla morte^

il che

le fi potrebbe tenere

che

CI fono

di troppafatica

coltili

^foyfpoco lodcuo -

che a ciò con la moltitudine de gli effempi

,

difìendermfifopra fi yoleffh

lar folamcnte di alcuni pochi ci

che io credo^ che tifar

parrà bene

Leggefi^ che

,

\

\

j

juro

\

720

di talpofjanz^

le furio/epoefie,

O* lambi d'cArchiloco Poeta,

!

chejl/u o nimico Licabci^ Neobole fua figliuola 'venero in tal j rabbia, he furono^sfor^ti aprecipitar^^ùdfnjnalta torre in

\

mare^ Egli ctJmto lafor'^ chebbero i njerfidel gran VergiHo in mouer Lidia moglie di Ottauiano aAuguflo, che recitando effo i yerfi di Marcello fuo figliuolo gin morto , quando nuenne a quello i Tu Mar celiti erùìper la gran tener e'^^ mancd ìAa .

io

non doglio dirpiit

oltre di quefia

,

per cicche

et

par ptu molto ^

hifogneiiole ti parlar di quelli della Pittura, per efer quellas co

me fi è detto, muta ^oefia,to nondimeno me riayidro quiui an^ cora fcegliendo alcuni de fltoi mirabili effetti,

audttiipur cagionati per la fua for^a,

più modi ci

,

(^

ì

quali

6^ accidenti in--

fi

i

'\

\

]

\

fono yzduti in

\

|

,

che '-un Capitano d' Aleffandrò

Magno

nominat o^ Cajfandrò ^n el feeder e yna- T'olta tirar atto di quel (Ji

i

*

toccandoft prima de gi'improiafi comwouimcnti,

racconta Plutarco

7?^

\

a morto in ynfubito raJfembrandQli UmaeBa,^ gran-^

àe\za d'n^n huom' • -.

tale

,

hauendo

egli militato fotto di lui,

fm;mì

fi,

\

?

'^

\

\


LIBRO PRIMO.

"^

pnAYrì d'fvn tremor

cofi forte

rvtdetnforfè fé era quello thiiomo

.

V^è io so ,

già molti trancefi

oltre

,

27

che tutte pieno di (pducnto

il nc;erOy

ò

pure

ti dipinto

dt

,

fi

queU

a quefiojefara creduto quello^ che

m 7{oma, affermauano per rvero

,

(^ che era

m FranciA accaduto ?2on era^ran tempo:

Et ciò fu chehauen* do f-urio eccellenti ftmoTittor Fr ancefe vn dì per fuo capriccio dipinto ad Tina [uaViUx njicino a, *Tangi fopra ti muro yn^ antica [emina di tuYptffìma forma

,

fi come fi yede che aute^

ad alcune per la graueT^adel troppo tempo., C^ dettolo ad ynfuo cariffimo amico yche defiderofò era ciò <ueder prefìa^ ne

mente

,

come quello che molto ben fapeua quanto

fare fi portafjè ecceUentiffimamcnte

fen%a tempo wcommcio con dar fiffo in quelle difformità to

ra

immoto per

ti

fi

-i

fubilo

y'i

quel

corfe^

(^

fmifurata attentione a riguar-

fifiraoY din arie

^

che diuenutotut

fouerchio piacer dell'animo nei quale e^li e-

che al fin ncopertofèlt gli occhia

,

di

egli in

mento , (^ yigcre ,

il

mifero fi morì

O* perduto

ogni fenti-

n^iuerfo poi

da qucjtoy

maragioneuole^ cy* marauigliofo fi dice che fu l'accidente^'^ tlnjdoreinfiemedt Gtouan Antonio da ZJ er celli ^ Tutor pr at-,

tico

y

^

molto ingegnofoy

ti

quale fu per

honorato dalia felice memoria di

ciò

fktto Caualhere

Tapa Leon decimo

in Siena dimorando^ , come in fua patria

,

,

Cofìui

tncontrandofi t.'»

giorno in ^vno infoiente fidato Spagnuolo 5 che era della ^uar

dia della Citta

,•

perche molto numero dt quella gente yi ètimo»

rauatttttauta in quel tempo y egli

f

fu dal

detto

fidato forte-

mente 5 @r y illane amente oltraggiato , del quale egli non flu fendo il nome , ne meno potendo accoftarflipper la loro gran turba A mendicarli i ^perche egli erapcffente, (^ di gran core ^ fi fiaua tui con animo di rifonderli toBo , perche egh fi etA al tutto diffofio

pirne^un modo yoler patire che la tngmtta

E

2

riccHut


DELLA PITTVRA

2g

riceuutaji doueffè /a/c tare impunita con poco honorftiOi confi de^

rato

adunc^uepm

^e, alfinfìrijolje douer ciò

fkre col nje\o di

quella ^irtùi con la quale egli era miglior maeftro^i^ ptù/icié rop

^pereto

egli meffojtdi rapiattOyincominciò

a riguardare t^ a

minutamente

conjiderare tutto quello ^ ch'era tn quella ejjl

gie di quel Spagnuoloye tantofé che per tal via h rimafé imprej-» nella idea l'tftejfo naturai di quel 'volto , ^Dopoiitofoneta-^

cit amente

à cafa fi difpofe di furio

,

onde fimifefopra njn fuo

picciol quadrettOiChe T^ierarimafo, con pennellii^ colori ^ con

m

breue ìfatio ogni minuta tinmolto affetto aformarlo , fiche tadelnatural diquellx ficciaiConlefuelineei li paruè, che gli riufciffe

tanto bene^che eglifi rimafè cofi contentofen%a fkrli al

tra fatica intorno

:

onde per non

ipoler perder

tempo à configui

re il fuo defiderto ^fimifèquel ritratto fitto la cappa^ (^finzji

fkr motto a neffuno^egh filo fi nandò la doue habitaua tlTrc cipe di quei Spagnuo/i, e tra natolo gli efpofi al meglio che fep--

peiltutto^ dolendoft fècoforte delle ingiurie^ ch'egli hauearice^

unte dal Spagnuolopredetto^al quale il Trencipe gnametite^cheper efferuene molti,

riff>ofi beni'^

egli cere affé di farglielo cono

fiere yche efio acerbamete lo punirebbe,^ egli allhora aperto yn

lembo della cappate fioperto il ritratto glie lo pr efintò in manOt <5^ difielii Signor eycofi è la fuafàccia,io non <-vipoffo di lui mo

Brar più oltre

fi trencipe allhora pigliato

tiigliasdi fubitogli'v enne in

fu conofitutocdaluiiO*da

mente

quello con

chi egli et a, di

mara^

modo eh* egli

tutti quelli y ch'egli hauea intorno

fenT^ penfàrui punto, ^perciò fktto

pigliar quel reo egliyol

fé chefufie cafìigato con quelle pene^che più piaceffe à quel va» lent'huomo: laonde yendicatofiper talnjiayltyenne poi cjuefia €ofa

à effirli gtouenole^perche lì fu cagione ^ch* egli diueniÙeflret

ti^imo amico di quel Signore ,

(^ di altri Centilhuommi , da quali.


LIBRO PRIMO.

29

qmline rìceuejjè amto^^Jkuori, ^fijfc da effìfemprejìtmx*

(^ ammirato per bmmo d'yn ingegno mirabile ^tejio co mgegnojo tradito , mi fu narrato m Siena, quando io giona-

tOi (t

.

netto yt dimorai qualche tempo

queHo IO

,

da ijn

'-vecchio

,

che dice uà di

buomo ejjer Hatoftrettifjimo amico , dal quale ijolontiert era menato per Siena a veder tutte le cofc notabi^

lische

eccellente

erano dentro ,

"vi

Ma

ripigliando

il

ragionar nofiro^io

fli

monche con queftt pochi efcmpij fi può in parte comprendere le grandezs^e del 'T^alorfiio , né io veramente imagtnar mi apri a^

f

qual miracolo maggiorprodur fipotefaper lejorT^^che nafce dal le ruirtu

humane^quanto è il fur/iprefente quello, eh e del tutto

abfente,^ ciò cofi profftm ano al v eroiche ogniimplacabil occhio yacqueta,^ in queflo modo^ancora cheicomefìedettoìellapa. ruicmo alla n?oefia,pur qui fi T?ede in

lei

non so che più di age*

ci parlano,^ ci commouo^ moHrano tn effetto il medefmoima fon dijferen thpercioche queUaricercafiudiOytepo, e dottrina ad intender la ^ quejla ad njn occhiata fifcuòpre da per tutto ad ogni

Uole^conciofiacofà che Je lefritture

Ko de pitture

ci

^

,

^

<qualità,0* genere di perfone , quella a chi niente di memoria,

ouer digiudicio li manca, Ìtgiouapoco\

ma

quefta e fempre nu^

da,0*fempre e palefe nell'cferfuo a chiunque vede,^ da tuffi, fé e^t non fon ben ciechi afitto^njien comprefa comunque et da ftrfimerauigltafe gli antichi thebbero in quella grande'K^,e riputatione^ che ci fon narrate per le fcrit

la(t(ta:fi che

non

e

tur e,imper oche effi non erano moff dalla efleriore apparenza del Je tinte diuerfe\ mafolamente dalla qualità degli effetti , ch'effi

tpedeuano yjcire miracolofi, per le virtù de Hi eccellentifimifuoi tnaeflri fi

Dice Tlinioy che da Greci, (^ da T^omani, e Hafu pò-'

.

a nel primo grado delle arti liberali,

^

che fecero^^no editto

ferpetuOiil quale njietaua^ che ni à/eruifnè

a perfone di

baffi

grado


DELLA PITTVRA

jo

gradofojse conceljò di apprender Ui ne di vfirU in modo a/cunoy cofie'^idmctctììdoforfc^ cbs runarte di tal qualità, non era

da trattarjtper le perfine ytlt^O* plebsijma per ija^gh bill {} ir Hi

jìa in

gio li

i

Conciona

.

mano a fìmil genti ,

gran

m altro

fpmtiy7nai

queUa^fìtrouano tafi

>

modo per ior brutte ,

ejjere fiati

tur? ti p^jf^ti

opere che

ad

@r

^n

certo che di timore

cofi accefio ti

d'wfimia

io Trejjcipe

in tal gufi in rolli

:

le

il effitrciti )

,

,

@r dotir'ma ,

che sa

^a

patire 9gnìfir^

m biafi-

il

mondo ;

fio dot-

?2el

quaììdo egli fa difimtione de gradi alle arti , dice

L e artifidifimguono in honarati j in lodemii, CS* onorati h deU fino de* Gouernatori delli fiati j

.

^ de

ili

Ambafiiatori ,

^

demli potranno fer bora chiamarfi le 5

O*

Gioi4an Battifta Tigna^ ne' tempi noftri buomo di quelU

qualità dt lettere

ca

,

defio del loro honore^ ^gloria^che

tofio (ì fanno patienii di millefitiche^

.

inuilirc

y

tedi neceffitkychefircofiai che publicata poi li riefia

mo

feco^

non gli 'hafi

percioche gli ammt naturalmente gen-

y

hanno in fi in/ito ,

que

doue che fi f&mpre confirua^ perfine ben nate , mal quefio errore j o danno ci

fofje nelle

dishonore

pia

per

jor7:a di naturai dtjpojltione

faria pot tifo' auuemre tili

che cadendo

,

era ageuol co/a ti condurfi in difpre^

è coji "udmente '•veduta

come Jt

percioche Je

y

cofa che efftconofieljero

^ no^

la Pittura

,

<sr altre filmili

,

C> le

^

dt altri tali liberali

,

cffìtlj : le

come

la

*uilt fiaranno le

lo"

Mufi^

mécani-

chcy che fino tutte que ile ^cbeji er troppo affaticare iicorpo ^ in.

debolfiono

l'inteiietto

,

^la io qmm non

so che ben

mi

dire

fperjo dì run certo bar baiocco finttor di molti gniochi > ilqual la

pone ; parlando liberamente ,

bafii risponderli fiolamente

non ne

conofica

@r abon dante

.,

carta

y

,

fi' a le ijili

,-

onde lofiimo , che

che dei giuoco di quefi'arte egli

ancorché pm d'ogni altra nefia dmtttofiy

Et certo y che a me pare grandifiima profontiom, ne


LIBR.O PRIMO.

jr

ve quella di "vn Scrittore ^ cheyoglia biafimare top fun'artey Ma ritor"^ knz^A che prima egli non ne hMia notti la bene .

nando al primo no^ro ragionamento , procederemo ptà oltre in dtre quanta ellafojji pretivfa^ ^nobile ne gli Antichi ^ ds'

mali quanto piìt fi parla i più ciré fìa in

^ da

trarne efjempi

:

dicono

ma

9

^

Fabio ÌAajfiimo

,

onde

:

fi

Cittadini

Turpilio (^analter Romano

^

legge

Immani »

,

fi

ta Tragico

il quale nella

me

3

cofi

Verona,,

Il medefimo dicO'-

.

(^ Pretore

,

;/

fu di Tacuuio Poe-^ pia?:^ dipinfè l' fmagine d'Ercole , :

ttfiejjo

per molti feceby

olir a tanti altri infiniti Signori fiati

tirati

molto

dipinfepiù co/e in

nfide in Sibedio già Trocon/òle,

,

^

che Lelio Manilio i

la efiercitarono

ti quale

quale acqutfio nome dipingendo

dal piacere y (^diletto , che di

ejfa

prendeuano

ì

quali sì co-^

>

ingegni eleuati ^fouente fcopriuano qualche merauigliofe o-

pere

fitti f! con le loro

proprie

mani , ne

gior fauij del mondo y come Socrate

S coltura ,

H^latoìie

,

Metrodoto

j

j

ricufarone quefta

roafchifo molti lentiniano

,

imag

ilquale fece anco opere

O*

'Tirrhone

,

i

quali

la.

tKe meno l'hebbe-^ Imperatori^ come zAlefi'andro ^ Seuero^Va^

[rimarono come arte d'ingegno miracolofo

li

^

ne ottenne nome fkmo/o per molti tempi

no, che

di

(^ che laefisr fommi 1/rcnci^

molto nobilh

etiamdwtFilofofi grata

pi con maniere honorate

laude dt parlare y

chefé ne njalfero ajp.iy non fc^

i

lamenta hmmimprcflantì(^imi ^ fer citarono

lor

ZJesfafiano il buono ,

tutti della ^Tittur a

.

@" Cerone

furono fiudiofilfimi

.

il peffimo

, /

qua^

Mafequimrac^

contar nji volejfi minutamente quanti fitmofif^'ìmi Trenctpiy. <S*fommi T{egi ci furono inclinati, troppo ci farebbe che di^ re

,

€> molto lungo farei :

tutti quelli, che fino chi

(jonciofia cofà che ci

a tempi

rimane indietro

noìlrti f^f che ci

anni wìian':^ dmoi per diutrfi paefiy

i

jono fiatipo-

quali- grandemente

fiddet--


DELLA PITTVRA

il ft

dilettano

non foUmente delle belle pittureytnaefjlt hanno difEt perche egli fisa dagli htto-

fe^nato etiamdio 'unicamente .

mini grandi qualifiano

cofioro^cì è lecito il tacere

jìeme con quelli di moltifkmofi Capitanila qualiy tùi che infi

hanno col me\o

delle loro proue^

li

lor nomhin^

i

oltre la

^ìT"

par bene Ihauer

facoltà difiiper moHrare in difjegno dipintamente di quelle co^

feschefino bifognemh tuttauia alla militia ,

(^ per

ciò

ijanno

firmando su le carte diuerje materieycon linee^ombre^ O* lumi 9

^

la maggior parte delle quali fono piante^forteT^^baloardiy

pontijptaggie^collhdiHanzs^ordiniimachineyCon altre tali infi^ vitelle quali per lor fi defidera^come neceffarie

afiper spiegarle

tnmodo conqueflome^o-^che da qualunque pojjòno Attefo chefenT^ quejlafitcoltà

de da maggior loro^ non

gare

i

lor

concetti^ O*

ci

ejfireintefiy

non gli è le più ijolte prefiato fi

bajlandofilamente leparoUper i/pie

auertimenti .

Onde a chi ciòpoffìede, con

quattro colpi di penna efir ime bentfjtmo ilfùo intento .

Vtilifi

mi dunquejO* necejjarij ci fino rverar/iente l'hauer termini, Ò* ìfj)crienz^ di

njn

tale artificio^

dal quale nella pitturafipuòfàr

giudi CIO di quanto gran magìftero eglifta , come cofà , chefia il juo ottimo principio iper doue gli ingegni eccellenti e^rimono le loro cojeychefono coft le

proemiane alle proprie, O* ''vere, che oltre

qualità,^* imoti del corpOjancora yifiijedegli effetti, (^ le

p afotoni dell' animo,quel moto depderandoffilo // quale non e m potere de gli huomini, ne meno dell'arte il darglielo Dicono ,

.

molti Scrittori, che Apelle tra

7j€nsndi cop tutta

le

fue mirabili opere, dipinfe yna

eccellente bellet^a,che comrnojje ,

U Grecia

caraydtpinta da

O-fecefiupire

dicono parimente che la Imagtne cofi tenute

Geufa

Crotoniati, era tanto al yiuo prof^ima-

na, che nella mente de' più fauij di quella Città,non era creduta altrimentile non

quando e^i la toccauano,che Joffe figura di colorì.


LIBRO P.RIMO; Jori

.

35

Mirabile Aduncjue è veramente quejl*arte, quando njhn

prodotta da beUa^i^ dotta ??iano: '(s^fer

ciò in

quanta rtueren^

tafemore le buone pitture tenute jofjho da buon Trenciptiqui-^ ut con chianfjimi efjempt dimoHrar fi puote (mciofia chefra ì .

fnoltu <(s* grandi fi pan

de mi\è n^emetriOy

mente à

il quale

quelli^che sì mirabilmente

fi 'vi

hauendo poflo

l'afiedio alla Ùntiti

di 7^0£^/,@r condottola in efiremo pericolo , con animo

iabbru^

a runa tauoladi Protogenejaquale

gi aria, per hauer

ri sguardo

erapofia nellapiù

dMparte di

quella^ non i^i Ufciò mettere il

fuoco: end' egli più preHo volfi perder la Citta , che dubitar di quell'opera*

IT^y

^

haueuano m\

gì* Imperatori parimente

tanta (limale pitture^ che acqmHatele y fra le più ricche prede ne' loro trionfi le riponeuano . ^tefii altresì non furono men fcar(i in cercar di compiacere a

i

migliori Artefici, con

i

loro fimi

furati doni)(^ conprernij inauditi, per cloche fi racconta^che ha

uendoprefentato Bularco pittore ijna/ua opera allude* Li-

didentro

la

quale mir abilmente yi era dipinto la battaglia de'

KMagnetti:^ ilT^iil quale l'haueaper Japendo per (ine

egli

cofa ine(limabile,

flejjo^che contracambio render li douefje , fi

a donarli tanto

non

rifolfè

oro, quanto era il pefò di quell'opera»

n^icono molti^che *un numerojo tejoro njenne zAttalo k confu^

mare,per hauere <una tamia di Bacco, dipìnta da Àrifiide, che era tenuto ecceUentijJimo maeflro ne' tempi fuoì fti

.

Dietro à que

metter fi potrebbe quel dono honoratifjtmo, che

Ale(fandro fece

all' ecce llenti(^imo

il

Magno

Apelledi quellafua bdhjfma.

I

gtouene,

il quale,

Ufuprema belìeT^ di

quella co?2ofendo^

c^

commendando tuttama, fra tante che nje n'erano sì che mofie quelite a dirli,habbitela in dono,che cofleibenficouiene a te^ ,

auenga che tu meglio di me conofca,0*njaglia in quefiaparte . •

Ma nm so chi lajciare in dietro^ perche

io

temo di non njì

F

arre--

car


DELLA.RITTVRA

54 car fk :h

ÙQ nel

dire di rnoliì ftgm d'affetùone

e>* et infinite

,

graridc%?:ede quali dimofirafe fi Jono dn dmcrfiStgììori^e Pr'é

cipi/Poptili,^ Promncie a benefictOi^ afitnore de gli artefim CI noftri

.

Et certo

deldijjegno

che

,

tutto ro-^Oi

il

ci

eh* egli e tanto grande ti diletto

pare che a pena nifjuno

6^'

lajnrz^

tram sjenon

e al

quale nonhabbia ^cn certo defiderto fitto nell'a^

mmQ di dmr dilettarjene ,eJJendo che lo ogni cofii

fi

,

adornalo* abbelitfcej

ejja arte per

coji

Virtù di quel

ogni materia quantHqm

*utle /tairtduce in/ornmo pregiOiperciQche ridotta,

mdiuerfejor

m^iodt figuralo di altra coja di magiReìofiitte',dìgmlJime fi tB gono apprejjo gli hmmmi d'honore ? Et per dir quello ancora che purfi sa, che la rende jplendida^^ njiuaccper ognificaio y CI

baftd ilgiouamento ch'ejTa n'ha apportato,0^ che tuttauia

<zfiene

à portare per

ti alla noftra

le /uè

maramglhfie opere ^chefino per t^inen

Santi^ima Fede >

f refinta t effigie, le

ìie

conciofia cofi^che fingendo firap

paffioni^t martirljy

^

la

morte de gli huomi.

modo

che fipuò dire che gl'idioti rne-T^ conofiano il vero camino > (^ la dritta yia per

ni Santi, (^ amici di l^ìo: di

f€r queHi doue prendono lalor Jalute, impero che fi'à

Jendo l'occhio fi ancora pia

il piti

li

fin[i

efieriori ej^

perfitto^per molte njere, i^ belle ragioni^co

commouegli animi ad od(o,ò

re , che tutti gli altri ificondo le

cofie

aU'ar/jore

»

njedute^ g^ per no

ò

a timo

e(^i Jup>^

plicìj gramffimt^refinii <-uedendoiO^ qua/i veri,^^ in quelli ri

memhrandoi alla

alle 'volte li fione

cagione per ciò di efiere commo(si.

Vera pietà, <:^ da quefta tirati

alla deuotione^

al buon timoreyi quali tutti fino rimedij lorofilute

.

Ma finalmente di tanti

mn ci colere (pender pili tempo

,

^

^ mezj

O* m vltimo ottimi per la

e tal fiuori narrati

intorno

^

,

per

né men parole ^an^

^i per conchtuUere con njn fiuo fingoUriffiimo teflimonio tutto

ilrmomtento^

(^

quefiojaràdell'ifiefio GiesUiChri(io noftra

Signorù


LIBRO FRI M Signore^

g^ Redentore

Al la/ciarci ejj)Y^jj<\

ZJeronicaj

mondo ,

il ti

quale

e

io

della

comfi Acque Santa , (^,

fi

Jm

con immortali colon fopra di

dico il Santiffimo

tanto noto fra

efìreme parti della terra tengono

h

?5?

medefimo

Miracolo 'veramente grandiffimo

:

à tutto

•njo

poiché egli

U n/era Jembianzji

Wiuma piccia dipinta flice'velo

,

O;

i

le

5

^

Sudano

_

njnfem"

fìupendiffi^ della Beattt^

Chriftianii che

da tutte! e

genti a '\omaper njeder-^,

fu concejjo per il mcz^ diquefiagran Santa^ dellot auale ci narrano le fcnttwe facre^ che ejjèndo mojja a pietà del SR^dentoreiportata da dmin t^cIoì per mez^ la calca della turbale i

il quale CI

del popoloy^ de' Sergenti a Gtesà Chrtfio s'accofio^i^ fiT^letto

quelpanno tmpr efiala

a fia dimo(Irato cmjufi.on di quei ribaldi Her etichi quali njengono a biafirmar e cofifittta ar^ ancora bentf^imo fi difierne,0*

\

,

colfuài\

da queljciugamento ne riporto in '-vera imagmenel modo predetto, si che

ilnjifi) afciugatoli^

ciò

tey.efittrifiamente tirando in contrario fienfi quella Jeruentè-,0*

pncera diuotionCìchealle Imagini dipinte di Santa Chiefiafitro Mano ejfier con tanto affitto frequentale da noi (^atolici^^ Je^ deli

la

:

onde

et

narra Santo <iAmbrofio

pan: ce Ho adoffd ad <un Volufitano ,

,

che efjlndopofto quel

il quale

era gobbo ^per finrtìù

di quello fuJubitamentc fanato,(^ fatto diritto ne^che

d'^n ritratto

infimilfiorma di

Ti^, Sig.

.

Ancora fitie-

ne fiiceffie dono

al T{è Abagaro^il quale riceuutolo con grande amor e ^ (g^ riuert za^fiu fiubito

da ^-vna grane infiermita liberato

.

Si yide fitmil-

mente all' improutfi efierfiua Diurna Imagine apparita in Roma al popolo Chrtfiiano dipinta suynaparete dd Tempio di S. Sai ciò auen uatoretQnefia edificata da CoHantmo Imperatore,

^

ne

il

dì della confiecration publica^che

uè che tore

.

s' intitolo

^la fi

Tapa Siluefirojece

,

do-

ilpredettol empio col ^loriojo nome del Salua io fieguir

pia

oltre nuolefjt in raccontare gli

fiu'ypendt


DELLA PITTVRA

55

fiupendi mivAcoUiO* infintthche cijono fermctodtHe dipìnte imAgini , flati conceduti

C^ mafftmamente

dalla,

bontà fuprema à noi

(^hrifliani

\

*

]

qm Ih della. Beatijjìrna Verginetio flimo che

\

motto maggiorruolurncyche il prefente qui et njorrebbCiConcio^ Jta che

et pare affai

manifcBo^come per teHimonìj di tantifuper-*

htyZ3^facn Tempìji

t

qualijkbricattfi pino Jolamente con

l'

of-

ferte riceutite da'fede li per ilor yotti(^ per le loro riceuutegrd tie

immediate

Et perche hoggimat ne

.

pieno

il

mondo , pero il

dirne piafar ebbefouerchtOypotchefé neyeggono apparir tuttauu

coneuidenti miracoli a beneficio dinoiChriHtani fio,

detto à baHanT^a^i

^

M^

.

di ciò

queflofinalmente fa njero^ che la pit-

tura sì per delettatione , per dignità ,

O* per grandezza

ornamento almondo^ 0* per utilità di tutte le ra per neceffita menta luogo non infimo fi- a celienti Artefici ftmilmentefon degni^ C^

cofe^

si per

come anco-

le prim-e,

menteuoli

,

(^ gli ec-

di efiere ho-

noratiy(^ filmati nobilmente ^con certe'^a tenendofi^che da co

fi

belli

tngegniynon fi debba affettare altro che nouita , belle'^^

giouamenti giudicio

,

i

(^

merauigiie per doue efft porranno

ò le lor mani

fetta alia natura.

,

il

congiongendo l'arte per-

Laonde efiendo conofctu-

àijQty efiendoct mani-

fefie ,

(^ à propofito pa,"

rendoci molto be-

ne

,

non

;

\

.

|

.

\

\

,

\

j

loro

te da noi quefte cofe douer effere ijtiliffime

I

ci

e par

per niuna cagione di douerle lafciarc

in dietro^

Che cofa

|

i

j


e

LIBRO PR M I

O.

37

jGhe cofà'riailDJfTegno^quantoeglifiavniuerlalmenrcne cefTario à gli huomiai , 5c à qual fi voglia minor arce quantunque in fpeciale cglifia piàdcftinato alla Pittura. Gap. 4.

L / Ruomini intelligenti di quefìe nobili arti^chepià delle altre arti fi trouano ejjere'pnite infieme^ li

t

qua-^

fono i n?itton^gli Scultori^^ gli Architetti;p fo-

U fna dijflmtione al^'Di^e^Oy fondamento d ^ 6^ ilfofte^ìodtlle

posjor'^attttittidi Tioler dare

^come

quello eh' è il

lume

,

fredette artty né fi fino curati efjere flati yarìj fra a vnfine

tutti tendono

Onde

.

alcuni hanno detto douer effere

qHellovnaspeculation nata nella mente i duflria dell'intelletto , col mettere

tabella Idea

.

poiché

effi^

O*

*-un artifìciofam-

m atto le fue

fi)zs-> feconda

nAltri poi dicono più tojlo dsuer effere ynafci*

cn"^ di beliamo* regolata proportione di tutto quello che p^ve-^ de , con ordinato componimento ^ dal quale

ft

ferie fue debit$ mifure^alche fi prouiene per .

di/cerne

il

lo fiudw»

g^^ba

^ per

la

diurna grafia d'-vn buon dfiorfò^primamente nato^ O* nodri

to

m quello^ le quali opinioni^ ^ conQderatiom tutte da noi fifi

no conceff , c> riceuutdficome cofesche per tal materia poco et import a^ perche folamente quefio ruogliamo noi che ci bafiiy che ildiffegnofia di

come yn viuo lume di bello ingegno ^^ che

fa

tantaforz^yO* cofìnece^ario alF ijniuerfiale -.che colutichenè

intieramente priuo, fia la

egli

quaf che yn decotto dico per quanto

al-

mente noflra ne apporta l'occhio tifino al conofiere quel-

0f di decente. Ottima dunque quel coflumefu ^"uer amente ^ O* molto laudato ^chefi dice ch'era loych'èdi garbato nel mondo 3

nell'età di Panfilo , che fu mae/lrj d'Apelle, conciofìa che

ta Cteciafi era di^ofto ,

^

per tut

ordinato per decreto publtco , che


i

DELLA riTTVRA

fì-àle prime cofè^ che wrt^'^nr (ì doucfj'e

Dijsegno

Et

\

afkm

t

uUì nelle [cuòi

fi può comprenderey cheyn ìaC ordine pafjmdo pel giudicìo di tanti Sautj ^ quanti le

de nobili^ fojje

il

.

erano in quei tempi z^Jlimaffero ,

le

^

,

certo che

ciò

douer efjlre a loro gioueuo

dt fimmo hofiore

rar fipotria mai tiejjc punto

'

I

Chauerneben notitia iloro figltuohiim

,

o Jojfe ptibltca,

òpriuataifefrima

d'ingegno) nonfapcjje chefojjèdendo

fta commendato

ì

certo in

niuna

.

Et

[huma?2 yalorefiùricate fette di cofi alta ditto degli

hnominì in

li

rieJca^O*

non cono-

^ Jìupende per

i^ dal mondo ammirate ifanoriu-

merawglia , fé non per la.

Hate ftano per

ciò

(fé ha

egli

chi è, che

fca^ t£/ che nonfappi-a.che l'opere pia mirabili,

effe

\

'

•perocheficome ctèmanifefio/inqualcofal'hmrnnobile adope^

Tìe

\

ciò 'verfatìjjimh

<-L^irth

,

(^ per ilgiù-

(^ il compimento

l'autorità, 0-"uirtPt di coloro,

poi di

\

'

j

\

\

\

>

;

quali con

ì

\

pruden"^ dominando gli

altri, fifono pitti di

queflafkcolta ye

j

ncognofcitori,ZS' ne hanno con effetto poffeduto ciofia che effìper ciò

conofcendo,0* haue?ido bene in

to biafìmo fi tirino dietro le cofè

malfitte, sì come auueduti, non

fìjoglion mai fidare, che a lor miwflrifia dato le cofe, chefono dt tal momento,

termtà del nome commodarft,

ò

^

ff efa,che

^?2ali efft

,

che

da

efii fi

come da

corra perferutrfit

ruogltonoconofcere quali pano

^

njdite,

^

i

da gl'ignoranti do7^

^

ijede , perctoche

piano fi muouono , (gT

migliori

,

t^ li piti

n,>edute di loro più opere

fé chiamare , finalmente gli è effopo concetti^

m animo di ac

efiere grande, non è

infiniti ricchijfimi fitr fi

con njn faggio auuertimento,

quell'arte ,

è

celebri di ,

j

j

\

di quel

dì 'Titture,ò di fzibriche,ò di altre ccfe tali , per

doue effijappiano, che il dijfegno ^i debbia

da credere ,

il carico

(ì portinofé col' €^

Se dunque a quefìt Signori,

.

Con mente quan

il deminio:

fattigli

\

i

j

\

\

\

\

]

à

j

il

defìderio loro

O'con humane parole gliì-impofìo ^

che

,

c> / loro

ejfi ft

affatimi

\

i

chino

t


^

LIBRO PRIMO. chho ijnpoco à fare

^9

àijpgnì di quelle water ieyda qualifi[li^ r/itno poi poter comprendere qujinto mnari^ifta. da jnrjì nella ec i

xelicnT^ dell'opererò^ quelli phiccititoli^co'ri ptaceuolt pr leghigli

k portarfi bene

ejjòr t ano

m e (^e^^

li

promettono^

(^ giiojjeni^

da ej^i non è per douerlt mai muncare ifkmrtyi molti danariy^ i infinite cortefie , sì che efu per cofi fatte vie poJJeggO'^ 710

y

che

Et/è fimilmente

no poi topeìe eccelìentt(Sime*

al fibrkar

(i

fino difpdftì y non communicano que' loro alti penfieri con t mia rat ori ne meno con i legnaiuoli» ma filamente con quelli , ch& ,•

^

pano di purgatOyO* bel giudìcioyCon lo hauerne y eduli infiniti , O* an^ ejji

fanno che

fiano

nel dtfjegno e^ertiffimi ,

da loro

Cora che fìano fiati confederati

che

m diuerfi luoghi

,

dopo

i

quali auuernmentiyriuoltofipoi agli iArchitettiy fi danno a cou ferire il tutto mfiemeycon i quali fiprouiene alla condiifione ,

&

tndt alla impofitione chefacciano le piatite con le debite mifure

y

(^

i

modelli apprefiò

,

ò di terra

,

ò di cartoni

,

o dfaf^icelle ^

perche kfaper quefio è necefikrio tanto , che pochifsime fono fnbriche y

le

quali

fi

Tfeggano fènz^

per Cloche con quefii fi Viene fi

sa apprejfgpoco

la

effo effere riufcite

le-

buone

»

t ermmat amente alia refolutioney(^

qualità

,

O* la quantità delle materia &*

di tuttala fpefky che ci njuolea fornir la fkbrica intteramen^

Et

fimde fanno , (^ fi adoperano per le fio Urne , (^ in fomma in ogni cofa , che esfi conofcano da far di artificio fi mirabile y O* eccellente , le qualcofe fono poi godute da loro

te

.

il

fe!T\a

hauerne dolor nell'animo» ne pentimento alcuno

che

commun

il

y

per-

giudicio promette » che femprefiano lodate yf^

commendate t opere ben finite

H^hefe la quiui mi fosfi promeffo nell'animoadouer diJìendermi adire»

o*à

difcoprir e

^li

^] C^T*

bene intefe

.

importantisfimi errori y quali nafcono

da glihm?nim impenti y quanto farei

io

ben chiaro

il

mondo

d^ quali


DELLA PITTVRA

40 de qualhperche taccio

:

(^

no ancora

egli è

veramete per/o i remedijj

diròfilo fonante

ejjèr

machw accie e

t

io pur

fino , (^ fi nje^go^

rtmafe intiereiCondotte con Jmijuratè^

flefiiO*che tutt amafi conduce^ lequaln yero} fipotriano

pm

troppo 0^^

s'egli è lecito

ì

^ muta a dire il

pi efio chiamar pa^^e^^^ profontioni d'Imo

mìni JciocdniOlcorrtui , che darfili forma alcuna che buona^ (^ lodeuol fia Ne da altro è ti difetto di efje^fe non per efjero .

di quefia ficolta intieramente priueydella qital fisa con quan.

ta accorte^ap &" prudenza il Gran Duca Cofmo nefkcefie con tOy^ la ottenejje: conciofia ch'egli fi compiacque nonfiolo di Firen'Ke eljere nel numero delìi zAcademtci del dtffigno} Ce

ancora

della

efiere ritratto

al

manjoU

rumo in njno de Hi quadri del palco

maggior Sala delfino palagio , che fedendo colcompafio

mano fi mofira che mifiura^^ su talfiorma confo

tjce^

6^

linea la pianta di Siena ,

m

che

(^ fiuella col Signor Chiappino^ che vt

all'incontro^ con molt' altri njalorofi Signori apprefio

, /

è-

quali fi

tnoHrano tutti attenti per ydirlo , (^' certo è che fi '-uede renden nelle imprefe tmporì fucile il giudictont He cofie magnifiche i

^

tantiffime per que Iliache lo pojfiggono

toeglifia eccellentefi 'vede

bene^^ tnfimma quan^

da queflo ancora^chegli huominì efi\

fendo fiopramodo nel conofeer differenti da gli altri animali^ co' fi quefit fono dtfftrentt da gli altri huominiper quefio lume^ O* ter CIÒ niuno penfi giamat di douer pofiedere conueneuolmen fi

te^(^ con ijiue ragioni di quefie eminenti yirtudt il lume chiaro cCijno intiero conofcimento n^erfo le ùellez^eje gratie,

proportioniyje egli non èprimafifficiente

me

(fio

^

le^

per lunghiffime'

proue

.

Et perchefi bene ciò pare fia per alcuni

^

fi come

è infiu-

fi dalla natura per effer di gmdicio buono^non e da douerficreder e perocché piacendo a lui più che agli altri ipn opera Jaqual fia bella^O^bene mtefà^ch'egit perciò ne fiappia addur la ragto^

neh

j

\

\


^

/LIB'EO PRIMO;!

4t

^eOipieho'ypercioche'queHo l yffitio folamente de projeffori^co

me fisa daogmuno, i qudi fià &* me?20 p foprauAn^no fra lOYOifecondo che i'njno ptà dell* altro fftede ildtjjcgno perche pò ,

,

edt condurre con queflo tutte le cofe^che effi trouAno dalla, natura ejjere malcompojie^e mal fkhncate a gtu-

il proprio fuo effetto

fit

termini con lefue debite proportioni,

p'^^de ajjaìfpejjo

huominh^

^

y

(^ mi/itre : auenga che

che efja natura produce turpifiime jorme di

di cefe ^laceuoHi le quali vedute per

non punto conjiderateje ppajjano njia

rCy ò /colture, ò fihriche

,

il

lungoy/o^

Ma/e nelle pìttu^

yi /i comprende co/à^per

U quale/i /ap

pia di certo , che non compart/ca allafomma ieHez.^ di quella i/ecie, di/ubitofegli

appone

^^ ^iene ilmaeHro fchermtoper

@' ff?rez^to molto, e^* è di tal/orzji quefio to/lume,che fé li/kfen'K^ vn rispetto al modo, maxime quan que/ìo dalle genti,

^

do nelle pitture non fr arriua a Tfn/egno conue?iiente,perctoche

p

fTiede <una co/a e/fere fi tien per pr9ueri?ioantico,cbe quando dt e/irema belleT^zjtt (ì fuddire que/la co/a è tanto bella^jejlh ,•

tanto bene, c he /e la fof/e dipìnta non potrebbe

Bar megli o : doue

òem&mo fi dinota^che con le pitture fpuote, (^ fideue tner la belle?:^ per/ett amente di tutte le cofe

tìuefia cognitioue njtenpìi^/coperta,

^

e^rt^

Ma percioche

,

cono/ciuta nell'huomo^

che in altra fi?etie,per e/fèr quello fiato con maggior perfetttone

formato per le mani del grande Iddio,

tS'*

per chefi dice

ancora efi'er modo,0'*mtfura di tutte le cofèifìcon-^ elude,

che colui ^ che con mag^

(^ figiudica ,

gtor di/jegno /ormar lo faprà, eglipof

/a

rtu/ctre ti

altra cofa

medefimo ,

in ogni

cominiìmre

diqueHa* •

»

G

rotìt


DELLATITTVRA

41 DclFongìne della Pittura , & delia diftintiottc di in parti, con vna breucdiffinitionedicialcheduna Cap. $,

i

efTa

j

i

J

.

,^ GLI ^^p ^i

opimene commtineiOiQuamhonoratHciegll

è

Scrittori più' fkmofiy che

Bgitiìj

,

e che

O*

\

U /Ì4a originefi fia canata dati*ombra

de U'huomo: laonde dicono^che fra i primi ^lifà

de Egitiio^^" njn non so

\

U IPittHra fi trouajje dagli

chi Cleante Choriniio^

Telefino fi tengono fia

i

^

che Ardtce,

primi che ne fkcejjero t/fercitioy

ciò era con le lineerò contorniyche

\

<-un certo T^htlo

(idica/folamente

(^

Ci fina al

.

j

tri poijchefi

hanno creduto che fi

'^fiiljè manT^ aldiltmio. M(t\

fecondo Tliniofu tinuento re Gige L idio d'Editto, che ejfindo al fimcOi^

il quale

viiguardando la [no. ombra^tolfi

dice

yn car

Dicono poi che Eumaro Atenìefi tra-* nò la vìa per contrafire il naturale , @r che din nn^:^ k quefto Ahone^e contornò fé

fìefjo :

follo dorofi ce gloriofio il pennello ^

^

che Trarràfio EJcfi dopo

qualche tempo li pofi tanto di lume^che la ridufi} a bomfjìmi ter minhO* ben regoUti^dt maniera che co^ l'n^n C altro ^ quafiche

A gara,

tuttavia giungendoii^ fiprauan^audo, fi ^ide poi in

p'Qgrefio di tempo

per Henne in

^

dico

mediante l''^fio

^^ l efierimento

titnta altCT^^ychefi può dire che toccafiè gli

jni elìremi in dimoHrarfiper/ètta^sì come

ci è chiaro,

^

che

njlti-

per l'opere

miracolojeche fece ^Apelle^^) chefi raccota fi,mtlmente di Geu finte con fi^con gli altri chefurono a qucltempOi l^ cmfima chiariffima njoce per tutti tficoli

trasportata in Italia dopo

Ma io qtiiui non fìimo di cipio ^ne

men

tali

i

fi T)ico?io ancora ch'ella fiu poi

le vittorie

di

Marcello di

douer dire a minuto tutto

Sicilia

.

fuo prin-

il

difiguirpm oltre d'intorno a quefloypercioche qui

Il imo che cibafii

^

,

a fiapere filamente^che tali furono iprincipijy

primiitiiéentorijlaonds

tanti modi$ nepei-_creficiiéta m ... ..

^

*


/LIBRO PRlMO:o:

>..

ft/ mdniereiche quapct fino infinht^deriuAti tutti peri

(iiprmctpij

che detto

,

haùbiamo^dimodo che offendo

rea noi manifeflo^che tutta qtteft'arte confifi a le

qualifon q uè fi e : t ldffepio^

compi ment o^

rvomel

^

fé quefìi

i

m

da que pa'

cojtyci

cinque partSy'

lumi ni' ombre, U colorito

y^

il

come fondamenti principalifaranno dA^

principio comprefiptà ficilr/iente farete capaci deli'aU

tre CGfesche defi:riueY

dobbiamo

Ildijj'egnoprejjo di voi far a

Diffinirernole

adunque

cofì,'

ynapieor^inatione confiderai a

per^^

prima fino ne cefiarte à faperjt^ per douet cwdurref opere nel fio fine a bafìanza, la qual preordinaiione im asinata prima ne Ha me?itey(0' conceputa dall' animo, dal '^udiciofi rutene a porfinalmente in atto per njarij modi su li fi^cciort-ffatìj delle carter^ il che fi fi con lineeJumi^ C^ ombre-, i?t tutte quelle cofe^ che

'

^

componendo tuttauia fi difictiopra bene effrcfio tutta: quelì' artifictOiche prima fi era fibrtcato da quello ruU' laea, che

-^

«

tOrntOi che

fono quell' mu emioni, ft^ rnaterte,che fi tentano , ^' che gli fiù dt btfogno per l'opere fue , ^ciòe che li ferue fempre come fi, \firificorta, ay* guida

quafi infallibile

.

W iremo dunque

tutto

quello efiere diffegnOiChe s'efprime per f/mìlvieyO fia in carie pie colobo grande, o fia lineato, ouero

ombrato dt qualftnjoglta

tin-^

ta^o materia, pur che non njifia alcuna diue-fita dt color hfimr

che

i

predetti, che fono chi^.ro, efim o

.

I

lumi poifieno quei chia

ricche nelle fimmitafi dmno fi'a le linee, ;

O*

le

ombre in quello

che tuttauia fi difregna > / quali fi cauano da' rilitui, ouero na turali ritratti, che fiano a buon [urne . Conciofia che in efii

con ragione fifi alterar lafiuperficie piana mirabilmente , C^ (i fu parer quello che in effetto non è . L e ombr e parimentifiono

quei Jcuri dt dentro

,

le

t

quali oppoftì a

linee

modo chepofie

,

co»

cauatt

i

ejfi

lumi fi danno

ali alti a

par te. pur

ancora da' medcftrns rilieut

bnon gtudio ai luoghi

loro,

Gì,

fanno

,

di

il me*

defimo

-


y

,

,

DBULA flTTVRA

44.

defimo effetto

t

the de' lumi

néW alterar l'attraparte

di dettaft^

perfide i sì che per [artificio mirabile di qucftt dui eftremtipofli

O* dati che fino pm,f^ meno gagliardi jfa cht ttuto :

diffegna fi rapprefenta a gli cofi

^iccate-,^ yere

.

(^ccht

ciò che

i

'

fi-

m modo qmlfiysde effère le

l colori fino quelle tante,

^

cefi diuerfe-,

materieideUe qualifiJerHe^i^fino cpnofcmte da ciafcunoychee-

^

yfi a dipinger bene y le qudi mpiit tempifonofiate fcielt e y raccolte^per poter trouar mneffi le n^ere unte di qmlfi iJogUìi\ cofiyche fia fimde al nati^raleyC^ al

njirtù del bianco»0* del nero fi, fi

Viencauando tutto

ciò

,

i

^luo ^

di maniera ch^ pe^\

qt^ali creano lefi}etie dtefficolo

che li fa di mefiieri

Il

.

,

compim enio

efìremtAdiligenT^per'la quale fi» da l\l fi è quella anione timo fine alle pitture, di modo che tutto ti corpo rutene a rima^.

^^

nere accordato, O* ripieno d'^una fiornma ijmone

.

^i

.

\

quefìcy

\

funi adunque noi intendiamo douer trattare con quella thiO* chiarezj^ che

ci

farà

breut-*

pò (libile

i

J

Dcgliaucrtimenti,che fi debbono haucre intorno à qucW, lijche fono per porfià far queft^arti: Delle gran, difc. culrà,6c fatiche che fi proua à farli eccellenti , quanto fi debbe efTer circonfpctto, 6t pròueduto circa le co fc neceftarie perla maluagità de' tempi. Gap. 6.

ì

.

&

Stimo le^

ma

,

nobili Giouani^chefia

neceffario prima, ch'io

nonfilam ente

vada più oltre,

^

|

j

^

1

i

ruti-

di

ra-'i

a beneficio de'

1 gionare alquantofipra di alcune coje

principiantfjche fino di qualche momento, (^ à mio giudtciofior

fi delle maggiori , conciòfia co/a che producendo perfine diuerfi(piriti ti

,

cofiijno è

piÌ4>

la

atto ancora

natura nelle

àdiuerp

effet

ddr altro,ficodo gì' infiuffiloro^O* le loro inclinai ioni, ^peitx CIO

;v

ì

;j


LIBRO PRIMO. \ijlf49

4^.

giudico che non iutti gli mgegni de' gioHdni

fi a?2o

rtn

a

modo ipejfo acconci,^ atti k douer capir bene fwnl'urù , come iur troppo dijJiciliiO* ingegno/e ^i nHerttmenttjO [tano hjubbino

t

padri

^

Et per dirne ti vero

.

ò

t

lor

parenti che ji fìano^che ne

ananti ilfùo principio

.

Conciofia chefer centra^

^0 ilpiù di efjì pare che non ci mirino punto > ^liuqlìyche <-viJtano inclinati^ *tOi O* fi mo Urano

llignoran?^ di

che

ciò,

ejji

ma an\i/e ci fono

padri fono di cojìpoco giudi--

cofì accecati nelle auaritie: ne* bf/ogni,

^

nel

m vece di porgerà aiuto gl'impedtUono ,

finno perciò fenz^ ragione fé jhfjìpen ?|V ben mille T^oltejil che procede ancora m molti per non ejjere f««tf:^^/ a Veder gli honorath^ ytilifiniyin che fogliono cadere ritardanOiSÌ che

//

li

-,

iprofeljoriy

^l^efjò

^ii

'he

t

quali

fk'rmo migliori ^

fi

(^ più

eccellenti

da

altri : Et perciò mejjofi i Giouani à pena aU' ho n orate fi ti'-' di queW artiifìfe.ntonoin breue effere moleflati intorno di^

nille

^roniycolgìidarliyche

e(^t

douer ebbono fkr guadagni a

mi

sHto^O* proporli ìmianT^, chefkr doue^ero ogni vUcofa^purche il

quelle (ìpigli afferò

i

danari, arguendoli ancora, che ilfkrdij^

"epnh piante, O* modelli nonfìano fi non co/e da fincìuUi , ft;^ il inunpre%7^, deldefìderw apprsjjù che effi hmno dello flu^

^

ito

ardentiyin che

effi

JJ/erane douer fire

Koma

mirabili frutti^ quefli tuttama

^ono,

O*

iroyche

.

aque

cara ci donrebbono effire fifrarnodo molto confìdcrati^

|jr circonjpettt

'

che

li

li

tirano indietro,nè njogliono

m F ir ernie,

(^ pia iti

ributtano, figli oppofi

mfiomma che ciòfia al^

^n confum amento di tempo, z^ <^n perdimento d'opere

w^ di guadagni

,

sì che

di copfitte beftemmte,

^

mfino ruedute in tanti,0* fono cofi commune a \^uei pochi che vi riefiono buoni,

itoyò* col patire

maledtttioni

dì nofri

,

che

ffin fitti più per l'afiduojlté

da fé molto bene,cheper njia di altri

aiuti, q

m\i che riceuutt habbmo da ninno y Dunque prim^fiarà beni che

,


DELLA PITTVRA-

cheìimotiiamo tjueficjcìocche pif^^e^con quelle dure nfpre'^' dall'animo degli

hmmmtiche dette fifono ,

tjÉ^

chefìano piàit-

uertfti per l'auenire dipreftarli contteneuoli aiuti,

a luogkhi^ Ji Jiano

j

riguardando

eftreme,^ alla durezza de' tempi non fi puh efprimere conparole^quanto ejZ

alle fati ih s loro

volirtyper le cjualcojì

\

.]

\

dinfopportabil dolor ripursi ogni njclta che

aff.it tiy(f;J

\

coni a^rez^a dellofiiidio gli ^lene accor^pagna-o il pefodelÌA Tjecejfitàyperctochefi puòdtrche alf borati tempoje fatiche^ O*

tfudori

fj fianc d

i

efì

q uè prima bene qual

ilx'fiquafichetn vano. Mtjurtfi

,

prende

wi lìano

quanto

affai col

comepano bene acuti ,

e

tt,0^ atti tn caprle enfi che 4:/y>r^6)

j

adun-

\

Jia di quelli la futttgliezsji de loro /«-

?egm » dy quale il gtudicto

&

',

ci fQ7ìo

dentro

difficili

,

^

;

Jueglia

;

O* ardue y

\

dalla natura inclinati , ilche ficom

cederli afJldu^bramo^^O* pieni di defiderio

m

torno alyoler jkr co/e honoreuoli^l^ grande ^O* comefia quefiù

\

.

j

conoJcimentOiS' intende [empì e per quanto alla loroetaficompor ia:

^ quanto

col tempo

(i

\

ciò

a necejjario

fi

ci

e mantfefìoyconciofia cofa, che

deuepot approuar quefii di e£ereftati inucfiigatori

Accortiffimi delle più belle parti della

natura , col rapprepntarU

poi in effetto per gli difiègni,e per

opere che ejfifynoperdouer

le

\

\

,]

^

Ó* mettere tn pMico, fottoporle algtudicio d'huominì Et perche quefte cofe, le quali fon quel Jauij (^ intendenti le 5 che nel vero ijengono negate a gì' ingegni incapaci O^grof che come eff fiano fé n'affaticano (li O" fimilmentea quelli mal volentieri , sì come fpreT^^at ori di Je ^^ delle loro arti fare

\

,

|

,

i

\

:,

y

hìfieme

,

(^ perche et è ancor maniJeBo

Ri idi fi tr OH A

ejjere infinito y io

ihe non è a ca/o, poiché

io

che

il

numero di que^

^^o cofi dtjcorrendo

cono/co bene quanto fia

wl^imo, che iji apportano quefit ingegni

il

,

O* certo e

danno gra"

cofi balordi,

i

\

:]

ì

\

ì

\

quali con j

tra ilgenio loro i ò pure anK.i

a

cafo^ ò per dir/orfi meglio per necefjitai

\


è

L

R O

B

1

te[Jttày'òp'Arper loro

R

P

M

I

O;

47

fropriitfciocchex^yocoms ft/tUi effipef

Hnti biAfìmi nonJt guardino intricar/i sì sfacciatamente m co» nouU'cirtei (^ tanto artifictoj^ti con / modi predetti M^ quan fi .

to/ariitp'^r bene

,

^

O*

con quanto fili lande ,

honore mi creda

adìpvArebbe fé fenz^ efji[t potefje rimaner in modoJc io Iti )fì per ^li huo:ntniych'e/Si nofojjero chiamati/n} adoperati per qnat i

,

tofap fojJegiArnai,perciQche di co/loro y er ameni e parlando ^ sì come dannofa e quella turba di do7:^na,liJa quale fcnza Ulte

me del buon dijjegno fi ojferifcono

di por mano a fkr e diquefìe

frofelioni in tante honorate imprefc}

cofìciofia che fegucndo ([Jl

tHttauia folo la parte dell' occhio del njolgo

(g^

y

dtf)omndu k

cogitala maggior parte con le loro bruite ^ C^/oTjTje pittu<m

lor

rcy adcfcano quelli per le ijntejijiuaci

y

(^

It

fknno dire à

lor

modo i

di maniera che le più yolte effifono che imbrattano le

cafè de'

Genttlhuommi

techtefe ,

^

^ confumano

4 talché mettono quefla

bella

le

^

,

neU nobil <uirtu in rm^

mura ,

c^* le ajfe

perche di queftì fi reggono tuttauia le Jflorie loro ejferefen^a ordine y é^ fenT^a componimento ^Ù^ le

7ja

O* la profondano

y

(^^jugi*

figure fn-K^ le debite mifurCy O^proportioniy

i&ii'o

memi , queHi fono te y

,

^

'-VI

che pongo?2o le ombre crude^ y

danno i lumifenza^hauer ne

(^ termma-'

notti iay '^i

mettono

i

colonfchiet il bene , per piacere a balordi ^ sì che preueriono in

fomma tutto il buono

y

che alle buone pitture fconuiens. -SMa

'fiportanoforsi peggio tala^olta nell'opere fatte di fcoltura^per^

\che diffongono le figure fen'K^ yfare fure ordinane,

le

quali fono quelley che

procacciaiay più dal buon giudtcìo

uieney che per le leggi dell'altre

fimo the

alle

ef^i

le

fabbriche

^

^

.

y

proportio?H li

olire le

danno la gratia^

che dal

(^osi

,

eh'

buon difjtgno pro^

s'affaticanojùie

all'altre opere d'architettura

non conojcono la qualità,

mi'

delle regioni ^

,

il

mede

pereto^

ne meno fan?2o

terminare


i

DELLA PITTVRA

de' luoghiynon diuìfmo

pom'^ tÀftimento a fYofQnio^ie^nonfkmio elettmie delle mait erte mì^ TemjfMfei pti

nelle poftture

glioriinonfcompÀrtono

le

lo

coperture con njguulpondij,^ co'mo

dtntcejpirij^nè findmente fanno Accommod^re yiiè collocare

yuothsì come fono porteifineJiret(^ fcaUi/econdo il bifògnorU (petto a foliiA lumi) O*

a yenti bmm^euero catiim , a tal che

cofi lucendo ogni coj a dUclecii^s'ingoffiJcejl mondo

itiper doue eft pongono YiCy

le

mtim

fimìt^

d lor gmditto ,

o la lor linguUiO le

Habbifi dunque cura, dt non por ut

.

n^olgari ingegni^ atte/o che

ciò mediocre,puo^

m ogni par in^

fi ojcurìy fia di giudi*

molte fcìenzs^ (^ ^Tti imparar hene^ O* con

fior fiitica^tempO)(^ jpcja^ di quefie^per efjer coft quelle di

mi

rego

le npienCidi precettilo* dtnjolumiide' quali li poljòno con lor commodo feruir fempre ^ e> ejj'erne fapeuoli à bajiania ^per il

che notiffime

ci fono: le

fio

di CIÒ difagio/e,

ili

quelle

'vie^

to di fopra

.

nofireper il contrario poi quanto

ellefia'^

(^ btfògncuolii O* rnafsime di quei modi^

che alla pittura fono necefjarie^

^

\

\

mate

co

quahnquefi

^

^

che già (tè det

\

j

\

^

i

\

\

]

\

7^è io "Zfogìio ancora lajàare in dietro quefi' altro

y^

con^glio^come cofk chefia di qualche momento quefiofàra ci metter giouani che ano troppo delicati^ ne fi

d'auuertire à non

meno di

troppo dehil compuntone ^di modo che ogni poca difatica

di difàgio li fàccia nocumento, effen do che fpefjs'Zfolte pd-fi tifcono molti incomodi per più cagioni ypercioche ella è molto dtf

\

!

0^

ferente da quelle arti,

le

quali s'acquifiano fòlo con l'applicarui

lofiudw) C^ la mente fen\a hauer difeguale

fcommodo della T?/-

taloroi imperochequiuimt par efferficurOi che

pocomen [ta l^

\

']

;

\

fkiica dei corposo* la rnolefiia che della mente ctfia . Cencio fia cofa che sì come è necefjkrio a* buoni Toett il njeder m9lti yo

lumi di

libri, t

quali trattino

damatene diuerfe per aiuto dipo

terfar belle ^ e> riguar de noli le loro opere,

^

compofition'n cofi,

parimente

^

\


LIBICO primo; idrimente e tenuto a fkrCi chi

e

4.9

per donere udoperar/l à/uffìcien^

Zanelle pitture, per cicche gìantt che e(]i fono à buona intèlltgen 1

neldìJiegnOi^ che fpeìimentato che hanno bene

tia

maniere per

trottar le tinte migliori

^a, '-uolendoprojegmre verfo

i

(^ più ruere

t

^

colori

inpm

gli è poifor-

il fine della perfettione s

come fide*

uè ì di conofcere,(^ dimdere diuerfe maniere d' opere ^dipinte dai più

eccellenti noftrì

'vnir le meftiche

^

moderni ,

(^ i

colon

I

fiammeegiantti O* piaceuolt,

eflendono

le

^

^

le fue

rimangano fen%a difetti ^ per quanto fi

for 7^ loro

@r Cut a, gli

,

abig liamenti, che fono ^parfttn quelle,

de' lor componimenti,

accìochepoinel jkr

ppiglia il lume "vero di dmer(t infieme che r lefchino purty da fé parimente prendete ì modi

dalle qnali

Ut perche que He fon fparfè in più

:

è ne Cesario di andarli con più tempo,

paeft^

Q^ con fi enti

k minuto <i0nfiderarle,t5^f; gli è pofjìbtle prou^^fì aiimitarle con i

colori^ ò

^

m tauoktte

co ni paHelli,

in carte

,

tutte,

parte le co più belle fé

con alerà materia hauerne copia per poter

uirfene pome lor bìfogni: lo-,

,

nìmen

gli è ciò gioueuolc

ma molto aiuto accora acquiHano nel dì/correre

m

flr allaganti di co/e caùricctof,

afftcura più la

gì' Ignudi

5

^

f

de' paefich'ei

ftnno , percioche tengono Tjedendo diuerfe altre dipinture

modi

fr

queflo

@r nuoue ,per le quali

,

^

fé gli

mète-,^ fi riempie di più honorate materie, C^per per la copia delie co/è -oniuerfili

,

ne qui

Udire che fiano bafieuoli da per tutto le co/e naturali ogni luogo fi troni,

^

^

che in

tener fjjiciente, il quale fi fi può il che non fi concede cofi di leggieri^ per

che colui

e njeduto imitarle bene che fi- à noi fisa,

,

ci '-uale

,

(^ da per

tutto fi^uede, che e difpreT^to quel

naturale^ ilq^ale non è da maniera antica^C^g^lia^-da aiutata.

da

fé nefiruc per tutte le cfefue, per ci oche dagli effempi del Icfcolture antich^'ypiù Volse da noi confiderà' e, ^eiuto habbia^ chi

monche

la

natura tuttauia decimando ytrouaf per gran tempo


DELLAPITTVRA

so ^JJerfi co/i

fattamente

ingoffita

,

g^

fnodiy chea pare che a fattea dopo

mcecogntta per tanti

^n gran

numero di per^

Jone 9 Ù^ dt tofe fi trouino corpi , o membra di tal quali'" ia , che fan$ per douer effere approuate fen^^ aiutarft dx rvalent' hmmmiper buone

,

//

che è quaft

medefimo

il

de' co*

loìi£onciojia che t buoni Tittori hanno coji ben fcielthC^ raccol ti

dal fior delle naturai b e llez,7^ t color più leggi adrt^e gli hann»

€ofi benjparfifer le loro opere ^che con la ma?iieì a tio

efji

hanno furato

ti

migliore di tutte

le

,

(g^ colgiudi^

tìnte^Lt perche (t come

men delle altre con* uentent'h necef^arie à chi è perjarfi Eccellente, Di donde ci nafcepoi che di continuo l'inte letto yien rimofjo^^ tirato quan tal cofe infé labortoftffimefono^ cofinonjon

^

do dalle tmaginationiicheci fono varieté quando

dalle

noue co^

pofi(ioni.,(^ pia molto ancora dalle qualità^ (gr materie de

uri da' quali le pm^olte [i trouano affretti di nyenire

ue,0* a porli

O ^

t

alle

co*

prò

in atto per ordtne con lo artificio delle mefìtche loro

con la deflrcK^-»^ pratile a dellamanoyper la qualfatichey diffìculca CI è fiato che

à difcernerfimalhajaputo qual mag-

gior indiiftiiaiC fatica fia ò quella di yno eJpertO)^ chiaro giudi iio intorno alle

tnuentioniy^ aidtffegniy ouero diyna perfet-

ta cognitione de i yarij effetti chefanno

i

ro diuerfè mutattoni-, opure di yna/ciolta ^qualfia prattica-,^

benfcuray

la

àuto che per la troppo loro cursofita

fide

onde

^

con le lo

O- diligente mano,

egli e poi in alcuni

di njolerle

tutte iche fifon veduti rimanerli la

confufionecofiHrnna^

color i, infieme

la

acca^

m tempo breue ca

mente loro piena

di

yna

appreffodi ijna fi anche%^ tal nelle

tntmbraiche perciò di ale^riifì fin dimofiratt malenconici, di fa ni infermi-,

e di faiiij che

erano diuenire capricciof\

^

biz^rri,

conciofia^che con quanto furore fi ruuole affaticare CingegnOy

quello tanto \

pmfintarda^E pero egli

e

bene

effer citarfi con

mode

rat ione


iiBRò primo;

5?

^animo in tutte le cofe^ O'Jpecialmente in co

ratlon

tultadtiO*fatiche ^comefono

quefle-, ti che dico per coloro che

gtudttio fono bramo^ di fo^^derla bene ^

bafìan^

fifatte dtffi^

ma

di

ciò

con

fa detto ^

.

Che fi dcu e cominciar dalle cose più facili, De* quattro modi principali che fi tiene à diflc-. gnare,Concheordinc, Scmodofiri-.

:

Che materie vi adoprano,&in che con-

trae diucrse cose, fi

fide la imitationc nel fare

di (legni.

i

Gap.

Or

f come

ilprincipio

guidato dd latte ^

J

7.

del nutriménto de

(^ dalle Cunne^

i

corpi «z^ien

cofìogm erudition

dt qualunque arte è di neceffttk incominciare da

t

Juoi prmcipij, quantunque fiano deboli^(^ leggieri^ne per certo [ì

debbe hauere minor rijguardo alla àebole%a degli anirnh cheffa glia hauere a

Et perche ^f come fi è detto che l'arti tfleffc pfoghono vigliar in due modiy l'njno mediante U neceffitk della i

corpi:

materiaj* altrofcondo la bella idea, noi perciò di ciaf una in teti

demo trattar minutamente ,

accio ogni

dubitanza t che col tempo

njipotelJè dar noia '^i fifugga ctauantij Et prima è da auertire colui che fipone al dfgnOi che inaridì egli /àppia leggere,

^

bene

fcriuer

,

percioche

di far bel carattere

, ft

a

non so che di buon principio taìjto

maggiormente

nelle altre

perche

f

cofe

che

f

chi

giudica^ ,

pulitamente (i è

auez^

che come qua[i ciò fa fvn

che quanto ciò /accia meglio

prometta: di lui nel difegno

dourmno pafare per

confiderà che quel poco

aiuto

,

le

/uè

,

,

(^

mani

,

che pel continuo

H

2

rpfe^


,

DELLA PITTVRA

7i rvfo

p acqmfta, dd jkncmllx nel maneggiar bene U penna

netjkr

le lettere bene^

li

fiaperfkrpm ageuole l'immitation dd

ad immttare fcriuendo in parte

difegnOi trouandojt

Ó*

,

aL

le coje

irmene meno che lofcnuere ha di bìfogno le molte lettere yper do uer hauer

col tempo

ben notitia di quelle

co/è che lifia necejja^

rie fenta tlbijogno altruiper metterfì in ofera^ouero in dijjègno}

aceto la gente poi

non

Et per certo

foco s

lo

tenga come

vn

ignorante,

pochiffimt fifono trouati

i

^ ^nda

giouanit

i

quali

-ver ^ fiano Bati yalenti nel dtfùgnoyche prima nonjojjero ben fati neltlftoria^ @' belliptmifcrittorii ornamento in njero mol to decente

k quefìe bell'arti

'parie o^/^,

Ma perchs

.

i

dijjegm (ìjknno per

ò* con diuerfe materie a compiacimento di chi ben li

fanno , fé ben (ìnjede poi eJJ'ere mfuflantia qualtnjìiiflejja co-^ fk^ nondimeno noi per leuare ogni conjujlone , di quattro modi /blamente ci è par/o di douer trattar quiui > // come modi primi

fallii più all'^/o moderno adoperati cerno

e/Z'er

quello che /ijn con la

Il primo

.

adunque di*

penna /olamente Jratteggian^

do, douefìvede che Vanno l'ombre ;

O* è fimile a quei diffegni che /òn

^

fifa su la carta bianca

fktti/u le

Bampe di ram e

Il fecondo è co n l'acquarello in yece dcU'ombre^/u le

carte

i

coft il

terzo àquelT

ifte/fo

ordine

i

yt/ono di più che agli altri ,

Tofl'oij nero . Colui dunqne,

gnare , preparato

ch'egli

^

medeftme

ma è

di ^tidàì£solorei_per /krui apparire fiumi li

.

fu le certe tint e nelle fommita, i qua

l'yltimo yien fatto col lapis

ilqudnjorrà dar

principio

a dij/e

s'haura li debiti Brumenthgli e nece/-

farlo che prima egli habbia alcuni ej/empì^che fi ano/ut ti di trai

^

da huomo pratticOii quali danuo volentieri qualche co/a dell' hmmo^per e/fer più riote^ che fon o occhi, bocca^ ti/kciliy

/ottìli

orecchie, na/o ,teflaimA7?iybraccia-^ (^ altre firmili e nod'efjfìclje prima,

qual/ìa

/

v-

imitar 'vòglia, e be n che auantilo confide rà


LIBRO PRIMO.

$j

wnpocòy dipoli pigliato ti piombo ^ ouer cannella

Upù

col

nero

,

ornimi leggter le^^ri a jormAr tutti ì profili^ O* i contorna per imodi diflinti, fecondo che epitelio fènza accennare i tratti^ ->

che feruono per t ombre y

^

coftfinito nella

medesima grandetta

él meglio chefipHOifì ricomincia dipoi à ritornare un'altra yol Pa fopra^ con cercar di ridurlo

a miglior forma , calcando ijn pe r

co più, il piombojopra^ ouero la pietra che (ìa prefitte linee

s

a punto fi conduca come tuttauia

fi ^ede ^fi che afjicurato da quefla

gli imita

dire di pigliar la penna

,

i

nell'efiempio ch'e-

fcorta

egli

habbia ar

is* di profilar cjuello fot tiliffimamentc

fino a che ^ede hauerfinito tutti i contorni, uefitre ancora

di maniera chele

tratti con la

^

in cotal guifàde^

medefimapenna^ g> con ogni diligen

ZA imitar quei modi^ O* darglieli per quelle ijie ,

^

per quei

'verfiy che teffempio gtinfegna , formandoui di quello ogni mint^ ta cofa-i anzi ogni punto^ che quello njede : Conciona co/a che

m

tutta la forza dell imitar e confile informare ilfito cofibenetche

f

offe

pofjibde

nonfi pot effe per ruerun modo

dfcernere qualdi

m

yienpoi Cofi col predetto modofé k formar molti , per fino a tanto che la cartafi recede ejfer piena^

gueÙi du efofie l'mmitat o

(^

CIÒ

.

cofano*

mano ,

men te-, hor yn altra formando

gito nella

^

me cofi f fguita poi qualche tempo , io dico hor yna

fi fkperaueT^rfila

^

perche fègl'imprima

per fitio a tanto che fi '-viene ad

hauer cognitione delle cofi miglioriy

^

indi fi permene alritrar»

dtjfegni^che fino intagliatilefiampatì fulrame yjopra

re

i

io

^vorrei che tanto fìudtoy e tèmpo

nofeffero effer atti

a faperli imitare .

yfauano che i ritratti, ne

quefla fvia mantien la ;

mano

quali

"vifi douefje porre yquanto effi

io

co

Hor quefio modo fu pia y-

fato ajSai da' Tittorip affati cento anni fono, conciofta che co altro

i

effi po^

perciò la biafimOiConciofia che

dejìra, leggi eriffma,

4 molti poiy per la furia eh' effi hanno

m

C^ficura

difjegnare ,

//

,

(^

raffrena ,


DELLA PITTVRA:

54 O*

li

tiene

meniti

neamentii o <^ero

percioche pofto che fi fono

,

tratti

non ^engoìt ben

te

prif luoghi loro^

e(fi

ano ,/e quelli per /oT"*

fi fi

non

li

o molto che fi fia,

(^

onde è cofk fchi»

ritornarui pot /òpra di nouo,

che fanno

i

che quefiafU'^

,

trono

to et

ijp e diente

cartoni finiti per

apprejjò per le

fi

^ optile, ^

non filmano

ancor quejio di pia, che rie/ce molt i

11-^

oche non a punto à ipro^ fiano poffino gta JcanceUare, che non vi

colta è Jorfi migliore, che molti

quelli

primi

tifati^

refii la macchia^ opaco,

fa, e brutta h

doue

,

i

i

bifognt delle opere lord

moU*

difUculta, dilli ignudi, e gioutuole

O* maffime per

pef\

fi fogUono Lucrare in frefco » Ala di poi perche molti in ciò fi per fZfolerli finir bene . perdono troppo , io non intendo , ne manco configlio niuno p to,

quelli che

m

njogliA i nvaghire su quei trattolwì troppo inuti , i fi in alcune carte in come quali , fono fiampa, fi fono di quelle che

da

d'Alberto Druero, di maniera che

effi fi

confuma

il

tem~

pò, per non fapcrfi leuare da quelle loro minute'^e , perciò che, Je ben quelli fon beUiffimi a yederli , quanto aW njtile poi,fono ^to ueuolialli Intagliatori

a

i

effi

quali

deuono

li

fiano e ff

acquerello fi

che fiìha di t

tratti,

ma

effer

,

ma

non a

moflrate quelle

, (^ fen^a fiento . deue tenere Itfitfio modo

edite

jar

i

qutui

i

'vie

,

difjejnatort > le

quali per

Cefi al dtfjègnare di ,

eccetto che

contorni, in yece dell'ombre

fi piglia wchioflro fchietto

,

»

,

finito

ncn fi yfi pit^

O^ buono, (^

queBi due efinmi è bene che fi faccia almeno due me'^y. , più chiaro l'uno dell'altro , le qudi ombre e coHume m Roma dt metterle in (occhile di mare da idifiegnatori che ^vi fono , di poifi pigltanodue dell'acqua chiara

,

pennelett i di Fato

C5^ con

quali ligati

O*

acconci inficme

,

(§^

conficatoui dentro <unhafiareilo che ben filano fretti

,

con

,

;

njno


e

IIBROPPvIMO:

55

fffid de qudlipoìfe li da l'ombra chiara (^ con l'altro immolatolo fteU'ac^ua di Jubito^ 0*fticchiatout di quellatl fuper—

fluo

U

,

ombra fi njmfce

d,tta

,

^

ageiiol—

(i sjurna fot

Jtmtle fi deue fare della feconda C^ indi fi peruiene anco alla terz^ , (g^T ciò to dico auanti che le aU

mente

i^

,

ti

ombre a fatto fi ajciughmo, perche ci fkrclùe ajjat pia Jaticha quando Jojjcro afctutte ad '^'nirle wftme , che le tre

fiejjero bene

@' à

,

quefio

modo ogni

acquerello

a sfumar benifsmo^ fé btn poi prattuhi no ciò fare con ijn fol pennello ^

acqua chiara^ ^uiui gir di

buona

colla

,

et

^'

fi

njiene

foglio—

hAaefirty

con [inchroftro fr efebo

^^

njole la Carta che fia grofia,ftrmay

percheféfuffe altrimentt ,fi '-verrebbe afuc^

ombre ^ O" 'a fcoprir ut delle macchie ^ onde terrebbe il dtffegno a refiar offtfi: quefio modo è pia conforme al dipin-* gere de gli altri , fp è pia '-vfato da t prattuhi Maefirt , chiare le

f erCloche effi ciò che

con molta preficz.'^a eff rimono a^ntrattO) tutto

tengono nel concetto lorOp e quaftfenz^a faticha

modo il quale da noifi chiama di quefio differente fuor che ne

t

chiaro e fcu ro^

non è

.

il terzo

m altro

da

lumini quali yifi aggtugcno dipiày

C^perctòyacctò che quelli vi apparifcono,prtmafi tm^e la carta di

gualche colore

y

tlqual non bobina corpo.^ onde finiti che fono poi

ombre che viyanno, fi piglia peri lurni poco di biacca ottle , la. quale a con njn poco di f fi fi tmp^

idif^egm con tutte

^n gomma fot

,

ar abbica, in

le

m^do

si ytenfuttlrncnte

però che sta faldetta

lumeggiando tutte

debbono apparire nel dtffegno IO futile^ fin

,

con

yn

le

»

con (aqual

fommit a

,

che

penneiletto ài yg--.

che si '-vede effcr ben finito

^

al mio t^mpo molto vfa in l\oma pereto che

Quella via tra ella è

'meramen-

te propria per coloro che le opere che fono finite di marmo, h di

bron?^ ritranno dalle facciate .

;

.

^

ò

da

altri luoghi

dipi?.:

hot

-


DELLA riTTVRA

S6

_

Hor '-venendo ali* ultimo il qttal'e quello cbcjtjk quale ft come è

titcii il

il

con t tAmmiU

pia perfetto modo^ coft è ancora

mie neUijJarJìiperciocheJe

ctò

ti più

age

cbefìfa/uldijègno non riefcebe

ne^o tuttofo parte che (ìatci e facoltà di leuarlo nuia colmeT^o del la mollica

delpaneJrifciandoueU /opra

leogieri^

^ m quel

luogo

ijleffo.flnfciandom potò pumiceiofèppa che Jta.'Zfi Jìpuò ritorna

refi più

-volte.fincbe quello ijttn condotto Alfuofine^fenza nje

deruiff macchia

ottimo

ò

impedimento alcuno

,

Et perciò quefìo

modo per gl'ignudi^ O* ancora per

perfèttion

tjprimere ogni aflrem*

ad dijjegmyqmuifi li defederà poi

per conformarfi con

la quelita della pietraie art A che Ita di poca colla e

perciò che ella fchifx

gra^non dourebbe

tipulito

efferc

è tenuto

non punto Itfcia^

molto^ la quxl pietraio [ìa

rofja-i

ò

ne

ne morbida^nè dura, ne punto [pugnofty

la qiid [t diuide in par tifutili -iti che ne riefé bene fé primafé

li

le

U rugìne^ C^ quellafabra che -vi è difop'^a nata^di che ridotta in qairo, O* ben polita, f può facilmente poi ta

uà di quella

modo

gliare^dfegarefenzj /cagliarfi troppo^delU quale fé nefanno pe7^ ^uoli i O*ft agu-T^anò in tal via che fi poffano metter dentro la

mdi affottgliatelile puna dfegnar nel modo che [tè

cane lu di ottone fabricat a atalyfo/S* te

bene col coltello ,

fi Vie neon quelle

detto degli altriitenendo Uggieriffma la mano^percto che egli efk ctliffimo

cono

i

a fagliarJii^ àjftccarfì d' wfeme^O* cofi prima ji ridté

contorni ne" proprij luoghi ^^ dipoiji ^vien coi

medefimo

trattegtandoper più Vie^ma con tal deHre\^yche non te apponi

agli occhi crudezza i ne

durez^

alcuna ts*p ricada colifino

a

^a a chi vuoi diminuir que-

tanfo che fi vede finito a modoju^.

fi a fatica di non douer finirli coi tratti Joli,poi che

ti granir

li

dif

fegm per t alatane apporta tempo O* fiento poco gtoueuoU ipfa ^

Vi quefta guifa:poHi che fi hanno

di

li

primi tratti ijifipone ifecon^

yn poco diuersid4 quelito* dipoi convn

pennelleto di

Vaio

puntato

i


^

LIBRO PRIMO.

57

puntato fi ^nìfcono quelli , (^ sjmmp^ perche

per tal Via y che fi conserte quei tratti in njna. macchia , firue come per ombra bene èpiié

lifarebbe

U quale,

fi ben accontiafottOy

raggmntoui dì fopra fi conduce alfuo

che di poi con pochi tratti

finCyi^

wnita^^ ^ien

sa

nji fi mena,

ageuolCyO* atto

ti

sfumare con talpenne Ho yche non

con bambace^o coldtto^ouer con carta amaccata^ comefi

è -veduto in alcuni pochi

ho ij e duto alcuni

aue^

e glio tenuti

a diffegnare per tal modo , qualche tempofatti

ne

to

ma^

co/iper

nodi ^Michel Angelo^ di Francefcofaluiatii(^ di GiouanidOf 'NoUitl qual

pm ^i daua opera di tutti gli altri, Hor è neceffarÌ9

che tutti queftì modi

fiaìio

\fano <vfare quelli

,

effifanno li rtefcano

tano qualche atto tie

a

/

quali fecondo

meglio

qual

che fiperuenga

benché di maggior

le manieraich'to

le

qualità delle materie che

effipm iffedieniii quando ten-

a imitar le opere dipinte , Profitto

li

farebbe

da fé

i

,

@r

egli è

be-

Dipoi diuenuto pr attico

coglia diffegno beniffmo

fi

fé egli prima intendefsc

e chefono grandi

,

a

lefolture antiche

il ritrare

lumi buoni^

,

^

haueffe conueneuo

non dirò anticha,è nondimeno da dir e^ per chi no

le pitture li

(Ire effendo dipinte

trar

(^ per

cofa difuo capriccio.

ritrare

yt è atto che

poffeduti egualmente dai dif^egnatori

O* quafifm':^ fatica accioche effi poi pòf-

con 'vie pratticheuoli ,

da

fenfino

i

buoni

le pitture più fifrequenta

anchora per difgni ay* per artefici,

mo^

.^efto cofiumedelri-

m Romane in Fiorenza, che in

tri luoghi per Italia che lofappia^ Eglie

aU

ben 'vero che Romafopra

uan%a a tutte per le gentifir anitre che tuttauia

nji

^anno a tal

fne^efff.ndo effa meramente la luce di quefte arti del diffegno.perciò che oltre le

buone pitture dei moderimi njifono aferjation

C> le

le

i

buoni

tArchitettort cauano le lor regolerei loro fondamenti realtà

,^i-

Jcolture antiche ^(^ lefabìiche^

jti lìjiudtcfi cojìumano tener

l\itine

.^

dalle quali

queHa njia^prima I

^ danno a immitar


»

I.BLLA r.TTVKK .

Et fiale prime n)i fono ti dipinte dd 'Toifdoroy O* da MatunnOii quali dalla natura furono njera 1 mente prodotti a queflo fkre. Conciofìa cofa che efft preftro la ve da' bron-^ di T(oma ra, gy antica maniera da marmi

tar l'opere di chiaroyc/euro

:

,^

^

,

amili tutPawa immitrmdo nelle fkcciate loro^ rmfcirono cosìgrt dii ZS*

mirabili;^ ft fecero

fi copioliin

co

ogni genere di cofe,

lìimntorhe tanto v^nuerfali^cìoe

ioli belli

le loro

pitture per

(^

le

'

:

\

de j

uerfi; riccht^^e che yifonOy &* copia d'habiti^fono da Vittori tal

m<i

Je

^

dffìderatei

^torfile copie.perche

cO) elle

ì

ad effi necef^arie,

non fono men

che ogmuno'-ui corre

belie^

^

'

fucili nelle figu^

reyche nelle grottefìhe^ne' cafamenttinelìi animali , O* ne' paefi ,

che "-una tal maniera fi può dir con ragione ch'ella fia perciò io efforto tuttt i gtonani, che di rvnlnfiituta dell'arte,

di

modo

^

oMlle^

fin che

|

fem vede njsfliggto^apportandagliene tanta V-

iilita,no firefttno d'immitarle^percioche io gli affermoicomeper

trocaiche fernpre ti di ""vnn

menti rtmarram:o piene,^ bene ahodan

le lor

infiwta ^niuerfauta,{^ varietà di bellijfime

da mano quefla fi Ufii di ejferne ben poffef^ort

fa peggio a

t

'~ui(i

cofe,

giàmai^fe prima ejfi nonfifèntono

f

Conciofìa che fi come fi è detto ^^non eco

:

pr meipianti , quanto che non hauendo maniera fef

ma, cercar di voler pigliarne molte:doppo quefia ft mettono "trarre le migliori che

ci fono

^ mentre

ra adirnmitare

che

danno opera a

le (ìat ne ygli

a ri'

coloritele qualifono quelle di liafi-

^fkellhdifi'zite Sebajìiano, di l?erinOy(^ ài quelli altri

nati di noi,

ni

archi,

^

i

già nomi

quefie) fi mettono eneo

pilli

antichi

M che fùcen-

do impa''ano molto pia che dall'altre cofé da loro prima immtfdte per cioche quelle fi imprimono pia nella mente per efere pia ^

'

certe

,

/2c-:^^i

^v s

areiche

mn

fon l'altre predette, fiche con p'à pte^^

^lene eccellente

^mfio loro,(^ il

loro

,

Gioiti poi

co nofcendo il

molto ac"

ingegnoso* ^ma?ìdolo doucr effer atto di rnagoior^

ì


ll!&RO PRIMO.

5,

agli ignudi di Capella^i quA

ff^d^gtòre Jìudioi -procedono intorno

frat primi Jono tutti quelli del Giuditio dipinto

li

gelo, (gr tnjleme

alle

da,

notomie ^ Jènz^ hntelligen'^

mal fi pojjòno imitar quelli che bene fiiam

.

MtcheUn

delle quali

^olti poi ancora,

^

in quella /ungono qucfta ^iaoCeme troppo lunga ^O^ diffìcile, rvtce e^Jifunno da fé modelli , ritranno gì' ignudi "viui^ danno.o^

pera alle fkbriche,fknno cartoni con molto fludio^Q;) fittca.O* co

danno opera alle inuentiom,(C5^ per finefi efjtr citano a fkr qua, -drii^ ritratti,^ altre coft color ite^con tutte l' altre p-^rt in tn%e che gli fono bifogneuolì a jnrfifufficienti da maggior parte delle fi

quali noi fiamo bora per douer trattare diHint amente per quefii nofiìi libri.

Di quanta importanza fia Thaucr bella maniera. Di doue fu '

&

cauata da' migliori Artefici noftrij come fi acquidaj efscmpi; n conolce con fermilFimc regole

&

&

chccofa

fia

bellezza} 6( quali le fuc

parti.

l^A

le

Gap.

s.

prime^ O'* più importanti parti , che quiui fia

hofempre tenutole tuttauia io tengo, th' eglifia C bauere,^ il ^ofkdere con modifermiflìnn,.

di hiJogno,io

yna buona maniera , per la quale io ftimo non fi po/^A acquifla^e da niuno giamai fé non ri ha prima da natura ynbog/

jiLUì

i

fitjfimo giuditio^mediantc tneìiii

di conofierey

Icntiiper Clochefé _

njn

affidilo fludio^con

li

debiti auerti^

c> imitare il buono per le fktiche de* pili

ben molti

ci fono

eccel

che dicono ejjer dì-^icultagran

poter firfttnutntor buonore copiofòycol ponerui intorno O'

difi.il

_gni faticalefiudio: fi conofce per ciocchefipuò confeguire quafi

egni mediocre ingegno\ma hella:,e

^

il fiaper

dotta rnanierafi'vede

da

poi^iegar quell'inuètione^co

tfier coceffo

apochhdoue ch'wfiniti

Jtfono ingannati ^perche no credeuano difé medefimi

l

1

cofi re/lare

molto


^

della pittvra

6q

aumdutì allhora,(juando efjl ha?fa perfettione nella qual patrie ci no font moltt^che ^'inctampano dentro^percioche le pia njoheepo co cono/c iuta da gtouam troppo bramofi, fi efji non fono da prm Pio /co adietro^ del che fi fono

U pie cofe ridurre

ijoltito

,

àpio bene auertttiy perciochefìvede

ejjere voi quelli accecati

an-

communementt Amene '^che è di quella affettiojthavno alle fuè c<^fe proprie, per cioche et è a tutti chiaro^

Cora di quello che

ne che

che non fi '-vien

mai ne* primi

princtpij bene

a conojccre d Vero

lume i ma (iadombray C^ ft figura foUmen te la ^trtù dell'in* gegno, ft come l'ombra ilcorpo^onde a pena fi comprende la ifo^ gita, credendone '-vedere affatane io so

amore fia di di

effe)

tutti noi

su quefli prtnctpif , poiché à ciafcun pare

dotto in maniera nelle

faffar più oltrci

^

t

ior

fuè ccfiy

diffegnì,^

refopramodo mirabili,^ ditto più

veramente ^ che naturale

ciò

che fìima non ft potere

le lor

pitture

li

paiono

effe^

tanto più gli autene^q'^anto di giù

mancheuoìt fono,percioche gli (ludiofi^^piùfottili d*

ingegno più oltre andando acquiftano più d'intelletto

,

di

moda

che col tempo t:cuando[t nell' aumzar eh' effifknno ^ fi effer fuo* ri della dritta

^ia,con

del dritto fintiero ,

l aprir

tuttauia gli occhi, Ct* fat-tficuri

^ hauendo

vinto con l'ardente fiudto tan^

ta fkiica^ delfùo non conofciato errore,^ del tempo perfo^ve^ dendofipoì con facilita fallir e -^ne prendono maràmgliofo diletto^

rauuede , che fi faluo,0* libero ne fiaijfcito,^' queHi fonocoloro^che ft troua ricordando

fi,

come colui, che de p affati

no ha'ier pre/a vna maniera

>

che gli riefca in ogni

fratia^proporttone, f^ fondamento

dar quelle regole,^ et

errori

:

ti più

a noi par migliori

che fi può fkcilt

^ue fono dunque le vie per le quali la predetta de r

cofa con

*Ter la quale volendone noi

quelli auertimenti,che

affaticaremo ancora di efer

fua

fi può con molta Jerme?:;^ , l'fvna

,

^

chiari

maniera appre

è il frequente ritrarre

(

opere

i


I

LIBRO

PPv

IMO.

51

;

^pcn di dmerft artefici buoni :

k quelle di "Vn fola eccellente

.

l'altra è fidare

-SVìa della

foUmente oper a

'

frìmagen eralif,r^a^ C^

rvniuerfalregola, /ara dt Jempr entrar le cofèyche fono p:H l?eU kiptiì dotte f

^ più

j

alle

buone opere degli antichi Scultori proj-

\

Hmane^O* Jopra di efk

con lofludio continuo fkttoui thabiio^ne

:

talmentCich^egli pofja rapportar vnat (^piu copojìtio ad ogni fua acca/ione in atto^ cjueUo li fia fumigli are in mode che quel buono dtlF antico ^ch'egli haura fludiato gli appa^ H(ip<^jjej]or

^

ni

^

;

i

rifca mirabilmente-, io dico così ne'

primi schi^^iiCome ne dijje

fni da lui fìnithO* in confequenT^ nelle pitture ancora grandi,

j

fi che io

non

lo

trouo molto difficile in fino a <~un certo ftgno ,

Conciofìacofa the il continuofiir e

-,

0/ il

cottnuo ritrarre

le cofe

be

fitte e cao^tone che fi fitcciano le fue per certa regola bcniffimOi

^

e certo

^ gtud

\

cm^deratiqneyche fi yfa , per pot^r diuenn e col

ineT^o delle ofjtruatiom prnik

\

f'^

Pi mitattone non è altro , che yna diligente, [ rnitirriKi

coft-j poiché

itiofa

\

njoi fi conofa

(^ per doue

a pieno

a gli altri

eccellenti

,

Maacctoche

.]

dfondamento da poterui ffecchiar in

poffiate capire con

(icurez^

il

buono^

"\

^

maffi inamente delle figure per efiempi prmcipah iji fi porranno tn^ €ffoi

nanv

alquante ficolture antiche delle più note

intiere a

i

tempi nofin ,

ftttion 'vera dell'arte

.

Cr che fono pm

O*

che più ancora fi accodano alla perConciofìa cofit che quelli , che fcolpir ano

che effifcielfero

ijiuefle opere-ifì conofice

,

ti più bello

'\

;

.

\

i

\

dal naturai bua

\

nOi^

che con t aiuto dell' ottimo ^iuditio lorojo congiunfero con

molta perfettione infieme^dalla

più

eccellenti Artefici

,

bellezza-,

c> bontà delle

che aitanti di noi furono

grafide ftupor d'ogmuno

il vero

,

ne

quali

tr afferò

lume delle lo? o maniere ,

i

con

il che fi

T{omade quali flatuefon que^ // Laocoonte , P Ercole/ Apollo^tl Torfo ^rofToJa Ckopatray

nfi^de ejfere yfcito dallo fiudio di

fie . I

U

Venere^

^ d Ndo^

con

akm altre pur di marmojche tuttefg nopQ'


DE.LLA PITTVRA

61

m po(ìe in Belvedere nel TaUz^o Tapale fulVàtìcmò quslìe che poi fono per 'l{oma fpar/e

}

fra le prime Vi

^

^

è tlMarc(f,

Aurelio di Bronco, hora.poHo [ti lo [patio del Campidoglio ^ i giganti di Isionte

rfi,}|

coji'.

Caaa/Jo,^ il \Pa/ijMm0) con altre che ci lìart^^

nOima men buone di

ancora

cjue[ìe ci è noti[jìfno

cjiieRe

':

\

eh? cìfir.

no di rfte^,0*ai bajjo rtlieuo: perche [i '-vedono l*lsìorie,che/ó'-^

no ne III Archi con dico

bellifjìrni

andaritsì come è nelle due colonnello

U Traia,n,%ittJ [Antonina) che pur ci fono in piedi fé bene U

rvol'^er del Cielo tuttania è

pia oh) e ancora di

nimico de If opere humane^io non dirò

vn numero infinito difepolture^di anirnalh ^t

di piUi con altri diuerf [ragmcntt di cofe rarijfmey che per ejjet

note k quelli che ^ui

fumo Jìttdio

ci par lecito

a tacerle .

E delle

|

Jìatuepoipiìì. remQte^ne [ono alpreferite raccolte in Campidoglio^

in cafa de Mafjimi^aUa li

Valle-,

^

j

per le e afe di molti altri Nobi-

j

Cittadinijcbe fi lafciano per breuita

va dentro ipa!a?i di molti

t

lor nornufi come è anco--

Cardmalh O* alle loro vigne ^

^ Giar

dm'h dille qt^ali i nomi de' po[]èffori in particolar tacemo^ perciò^

mutat ione per la morte de* lor Signori, ne per ciò fogliono ejjere occulte à / pro/efort che quelle imitano tutta^ uta s VI aggiungemo dipoi tutte [opere del diuin ÌAichelangelg che fpeffo pati/cono

Buonarotn

quelle di Baccio Bandmelli

,,

^

quelle di fi-ate

Gu^

glitlmo h/idane/èi ^(e ben queflofiudio^che detto habbiamo noìi

i in poter di tutti li siudiofi.perciochc fisa bene che non pofjono tutti ftar lungo tempo in l^mafotto tante pitiche, e con tante f^e fe,ci[ìà perciò

m gran parte

nelle proprie cafe loro ft

$e sa

le proprie

il

modo di hauerne

quello di

!

\

\

i

5

\

.

\

j

molto,to dico fin

come fono quelle^che di gejjo/onoforma-

bem[nmo,ouero chetano di altra materia ritratte

da' b'Aoni maeftrii to ho -uedutoil

\

Laocoonte ritratto di cera dx

Roma , il quale non pajfaua due palmi

x;hcjì piio dire che era ilproprio in quella forma

di grandez^^^ ,

b/ia

fé quelle

pani

'

\

\

i


yti che dì ge^o fono sa cjuelie formate Jt

fofjono hauCYc^jcnza:

dubbio fino migliori , potche Vi è ogni mnmtiìià punto nel mo-

do che nel marmo

mne

p comprende /

ottimamente a gli

godjno bene y

fi che fi

fiitdio^ì

,

(^ fer^

oltre che poi tuttauta

fino

commodiftme , sì per e/fire leggieri , O* atte à maneggtarfi ^ O* a portarftm ogni pasfi, sì ancora per ti predo , ti cjud jl può dire ejpre prie

no ro

,

njilifstmoy io

dme che per

to

pro-

ri/petto ti '-valore delle

cofi eccellenti mezj'

che' ben s'innogltcì dt ,

duo a

apprendere

non

,

"vi

ti buono

,

e fiuja per niu-

^

antico fintte-

ne ho "veduto fii^dtj^(^ Camere piene di talmateria^z^

formate benifjìmo ,

TU'^may

m

fi come in }Ailano^ in

Mantoa, in VhenT^^

hino.m Kanenna-i^jr in

Gcnoua ,

in Bologna^ in

altre minor Città

,

in Venetia

^

efa.ro,

,

in

in Vr-o

alle quali riguardane

do mi par etto, che fifero le proprie di 'Ixcrna^ne da quefiipefclti^ de poi ogni bel naturale, ti quale qt^aìjto piì^ fi vedrà pro^ima^ no

fjfer alle

ti che di

predette ScoIti4r e pianto d'cffer miglior tener fipotra^

rado fi nuede. Bora con queflt

tali, e

tanti cffempi^e ragia

ni.chefi fono dettelo fi imo che dourcflt ejfere fìcunf^imt di tutto qtidhhche ttnereyO* offeruar bentt^tmopoi dourete . perche

M4

mentre fìfìudiaiO" 7nancar mai

fa pur

i

qualt^ò fia per

per dijfetto del loro ingegno

fiir

dubitar altrui

per

ito e

,

,

non pofiòno

aauuertire di non lafctarf auutluppare

i

andammo

quali efendo

fi

tuttanta

flrane diffìcaltadi

Jopra

ior

col m'Hterlt fpe^o ti cermllo

inoegnì^t mentre fi attende al buono no da ogni tempo y <s*tn ogni luogo noHrt'-i

non ci fuol maligna natura , ò

fi dtfjégnaper quefie ficure Vie,

dt quelli

o^?2i

5

, ,

cejfare dt

non

a partito,^^

dalli fiffiflichi

imperoche fi ne trotta^ si

come era à

i

tempi

perduti nelle minutie de gli ignudi

fiutando

le cofi

altrui con

facendo grandiffme

minuta linea d'anotomia

>

nuoue

,

(^

,

(^lunghe dirute

à

tal che opponeua*

no


\

DELLA tlTTVRA

64 uano

)

^J biafimdumo alla /coperta

ogni buon

^

modo dì alfrìik/c4

mirabilmente con U lor dijjegm fientath di i fi fl^S^ t(?»3i^/4C^W(7 Ipiaceuohiò* crudtffimi^dico ri/petto alle co/e cheejffìimitauanoi.]

onde io mi ricordo quando gtomnetto in Cappella dtjjègnaua aLl

gmditio dtMichelangelo^che nje n erano aUmii^i quali io aguif^\ di

nuom humongli

'vdiua.'-uolontieru

@r certo non

jen%dL mera,

^

uigltay^ njo njtrfo di quelleJottih diìpute^che yfauano jnrejo

fra di run o offiltnO jOuer ber lume , che mi

era, ài

j

modo che ti pii* ]

del tempo fìauano occupati per giungerli nuouediffìculta tutta-

quaH ejji rimaneuano dubbiofì^aggirandofi fempre fra,: nouellw^e^^ co quefìe imagt?J del loro ceruello^alk qua^ quefle li hafiarebbe ad occupare vna età in confider arie : Et perciò [ia^ te pur 'voi fìcurh^ certi^che allo Hudiar gì' ignudi , t^ alfkrfiS uia,per le

\

|

rvniuerjali per cagion dell' IJlorteiO* dell'altre co/è appref^o^cheì

k i buoni ''Vittori ji richieggono , non e di mefiten coft fktti yiluph ftypercìò che lo/lare intricati cofìijinjiene aperdere nGnJolamenì

te la njia della

buona,^

risoluta maniera,

del buon giudttio, il quale dtuien

ma ettamdio illums\

cieco nelle co/e

gali adunque quefìt laberinthpotche da

import anti:jug^

cofifittili ingegni, non jì\

yede njfiiregiamai altro, fi non opere,<!^ dijfigni /corticati fin 7^d

mantera,<i^pnui di gfatia,{^ di ornamento, perhauer l'm"^

alletto loro gua/io,

^

intricato in qne/le loro idee,

gluT^ Tfane di quelle minute cofi

,

^

Ma egli è /orp anco

fittici

bene di

commercio a gmfia d'tncurabtl pefìe , ZS" finzjt c/^i

fuggire

il lor

tener/t

(come

e detto

)/empre

alle diuerfi co/e migliori,

O* e/^

@

/ondato di maniera su quelle, che ridur po(^ale fir pratticoy altrui figure, eh e paiano ej/er nate da lui, fi come io bene.mi ten-

go in mente fra i tanti Ji molti di/segni^che et rima/e di Termo dopo U fua morte,i q^ali quando io era in l\pma /urono compe.rati tutti

^

i^da

<-vna /uà figliuola

Venduti

i( prezKP

di /cudi

cinquanta-'

\

\


LIBRO primo;

65

cwqmntadnque d*oro , / quali li suonò in mia cante Mantotinnoy che fa l'anno issò* con

allhora^^

li

loro riuerft'ifjjò poi

tid'Anuerfa quelli li

ad

mer

todimoraux

ti quale

ritraeua certi medaglioni di bron-^o antichi ^Cr d'o

ro,con l'acquarello dt grandcx^ $

freferiT^ "vn

li

d'yn palmosi quali

mandaua a i

Fucchert ricchijjìmi mercan^

Citta potentifftma della Fiandra

,

ritratti con

,

prima

ridotti

ijfo di belltjjimt libriti perciò io oltre a quella volta

rmiddi di r/ìolte altre^che di ciò

egli

mi compiaceua ipolonticria

doue che fra l altre cofe belle , io *utdt difua man propria ijncb gran parte delToperCych'hauea dipinte Raffaelloigia/uo maejlroi le

quali erano disegnate di lapis nero, O* alcuni ignudi del giudi

tiOyt

quali difjegni jinjedeuano efjere con tatuane ridotti aliafua

dolce maniera^chefì potea dir più tofio quelli ejjèr

trouatiiche ritratti da altrui^e to

i

ma '-VI erano ancora

da

lui nati, e

non erafolamente quejli ch'io di-

di molti fihiT:^ cauati

da più disegni

di Hampe^ch' erano inuentione d' Italiani iO;^ diTedt^Jchisìco^

me ci era aiscora ^n numero infinito di pilli ^ dipartimenti difla tue^di grottefchsipur cauaie dalle antiche^con altre cofe tali, che

fono ^arfe ,

(^ occulte per %oma-,^ non ignote a noi,doue

effo nelritrarle^ le

che

ijeniua tuttauia mutando quando njna cofà^

(gir quando un'alti a^(^ a quelle eh* erano rotte ^ ò non moltoga gì lar de ygli aggiunge uà Ji leuaua,0* le aricchiuay O* tnfomma

le

f

rtduceua in modo taie^con quella uà leggiadra maniera y ch'e^

racofa

diffìcile

da' ben prattichia conofcere di doue egli cauate

le haueffci sì che fi conchiude alla fine

,

che prefa che

fi ha

la bt Ha

maniera fi può feruire con fit edita

dtlle cofe altrui^

fatica adoperarleìcome fue propriCy

O* firfi honore fenT^a ripor-

tarne biafimo quelli^ che la

da hiuno

.

^ta è tempo che

O^ con poca

f

trattiamo opra di

buona maniera pigliar ijo^tiono da njn folOititra"

tndOiO^ tmmitando di lui ogni cofa^come perfcopn^o-fmgula^

k

riffimo


DE-ÉIJA'PITTVRÀ

66

rijjì-vo ejfempw'lov^jì^

^14 A

qutfiì fótta dire ^Uchelafige/o, che chi afi

aàrtymaigù

dietro a gli

i

pafja

m mann:^

:

Ma

quefti debbo

\

'

no

idi nsU'immitutionC} cheefJtJmbbinofiwilitud^ne co gli

cjjcre

mtn^

ejjimpt^non tn vnx^o hi due pani^ìna in tutte^dtmodo che

mx

tre cercano d*nfjGmiglurjì in-'unAy non dijcordino ficll'allray

egualmtnìe

le

eànftdermOi (^f imparino

Hiano di manùrày the

-poi le

gliiiolo

i

(gf

^ imitano

sì che

nd porle in atto

fiano fmile 5 come

in fj^cciitiea quelli che la

1

di -MicheUr/gclu Buo?/aroii: Concio^

i

,

^

im^

,

fero che efjendo dijjìcilifjimd^come (l sa^(^

fona

curafoloy

^

a

ji

vede^pachi

et

pirno , atte/o che yà chi di nuna parte

^jn altra pigliando^

chi

^

altri quella di

fi

Im tra^

mutando^ C^ intricandola con l altre i co fi dmerfèi efi rane manie P ^^/f ^^^ rimcincre in co ftoro^perche del loro male no n è d mag gior e, quanto è

il

ijoler t rapar tu delle parti aliruis le quali

iunque pano belìtOime nel

fm generc^qtum

njede che rimangono difunite^ ne

CIÒ

ejfi fi

quan

pero amijlhiarle-i fi

accorgono

m quanti mo^

dmerfa da tutte f altreyO* per. alcuni CI fono ych e con g^ran furia fi mettono aflkdiar Uno-'

di quefia maniera fi a

tom'a^f^ l'offa^ €jfere la

^

difficile ^C^

Ix ^'ogliono a

piflanz^i,^

mente y firn andò qutui douer

le perfettionedelì'arteydouc che

a

lor fin

i

fot fi'uedeef^er nell'opere che fiinno diFfiacetiolti^entati^ e diydipoi

IhO*

CI

CI

fono

altri che s* affaticano intorno alla

fono che fi appappano delle file attitudmty

opera à t contorni con

l' effedirfi

erti

m^ta de' mttfco

@r

cdtri in

dar

hggitr'mente dall'altre parti,

le

^n dì da S\ichelangelo ne H' entrar che fece in Cape Ha in compagnia d'vn Vefcouo-^crido per altrefuè fitccende^ quali 'Vie 'vedute

pxr che con quello gf^ffice

;

O*

t)?r

dìceffèy ò

j

Il

il

jia co/a che nel cercai quefìa di folenmfjimi goffi ci rie/cono

^he la 'Vogliono imitar

\

padre al ft-^

le

t^n fi^ate Ho all^ altro

jtrada tentano^

,

quanti qt*efi'ope) a m'a ne njuole in-

certo ch'egli diffe bene^ effcndo chiaro

,

che

non fi

pilo

|

ì

:;

ì

^ |


a

LIBRO

MO.'

PPvI

67

puòtiè lifteare^nè accompiigtìinr gtamatrcj^ia

co[t

mmiem

graue

i^Kal'è hfi^^con njna. che '^ia,,Q leggia,dra%h piaceufflc'iO pur /cor

deuole per altre 'viCt

^ come

fratticam tempo breuc^fe forK^di (iudio gli poco ì quefit

coloro il qchih •X'/ njfauo

eh io

cofìci^echt alle

Volte ^che J?onr

gono perle loro opere de Ih ignudhche fino ridkulofii a fknva fior capi ieggtadn^djpoi le ìe reìje npier^e di

\

pur '-un

non soqualììa maggior paz:'^(i , the di

quali fi Veggono ejjere

tali-,!

U di

intorm ogni

è dìjfkiUfim.A cofd l'appTofjiyna.r[eli

Et per cerio

\

;

e paffil/de mchorn.^.ppr erìder

t qualidi braccMmQrbide^O* il corpo^O^

^ Hrtmanente ^ con ombre

w afe oli

leggieri .

dolafjimì cratorìii Ufcinti^

modi e fi

fi

credono

,

^

chiarifumo indtt io

ì^n doner cono/cere , rierneno faperc che

et

con

Et con quefìl

tengono douer hauer trouato

laonde

fniteleì/ianiere^

poi- firvede ejjere

fare di

il

datino quefit di

copi fia

bdleT^a , né

poi eh' io irouo da

più fig-r-

fi huornini quella non douere ejjere altro in ogni cofà

che ijn<t

imnoforjipartenefjunadi quella

coniiC'neuUe

i

ne dimifure

^

fi-

a

f^ttoj e quelle di

bene ordinata le

?

a

corrifjondetiz^a^ (gr proportio-»

parti njerjo di fe^ (§/ fio, le partii (s*il

modo in^eme compoHCiChé

inefje

non

p popi

federe ^ ne defider are perJett ione che fio. maggiore Hordun que fé cefi. è , qual maggior gnffez^ p può immaginare , ch^ .

quella, di quelle

maniere

che fifono ragionate di /òpra

y

che ellejono compcfte di quelle membra Tne

,

le

quali Jono

,

poi

bellijji-'

à risguardarfi da Je ciafcuna per e[fere dal buono toh e ima ,

fojìe

mfemepot fy (Reggono

'qmfionon e per altro

,

effer e

fptaceuoley -^^ noiofcY isf

p non perche fona membra

di

pm fa

non di qutfè ^na i tal :c%eh paiono membra tal" teimpreftanz^ da quefldi &* da quelCaltr^ £gm a ^ onde non gure

belle ^

foio Jvft^ue ^be-

U

maniera

Ikmuo SmmitattQn^

i

che. epi

tentano

d\l (atto >

s

^ per

ma p può tutto

.

dire

e t^A\vm


DELLA riTTVRA

«8

V^on occorre dir quì,che quefto mio dire non farebbe altro, ch'vr^ 'voltr w/erne che fi pigliaffero le medeftme Hgure d altri ^^ che non fiJAfejje fot jkr altro che

quell'ifìeffe ,fercioche quefiafa^^

rehbe riifofia troppo fciocca^poiche tn "vn a figura di Tno che haù blaferma

maniera famigli ante a quelle ch'egli ha imttato^ancot-

che porrà le medefime membra, nondimeno le figure faranno diuerfe

da

qutlle

.

Quando io dijfegnaua in Captila , fa

giouani che dauano opera a gt ignudi

da Norfia^il quale

era tenuto

il più

,

li

molti

yi era ijn Michelangelo

ralente che iuiFiudtajje^do

fi bene tutti i modi di quella maniera,che ildfjjegno ch'egli fkceu a-, (g^T il dipinto che

fo Bartolomeo Aretino: Cofluì offtruaua

co

imitaua par e uà proprio cCynafiefja rnanoiO* non diro Jolamen te

m quelliìma etiamdto lo Rejjò neli^ opere che dtpmgeua

nella immitatione proffimano egli con

molta tndufiria

,

:

,

era

Q;/ per yenir nel colmo di quella,

(^ fzitica fisjor\aua prendere intiera

notitìa dell' tAnotomia,^ deli' ojjatura

mfteme y

lui non fenz^.molto giuditio ofjeruato

Conciofta cofa cheeffen^

do l'huomo fkbricato d

offa, di

ì

(gir

nerut,di carne,^ di

ciò

pelle^

era per

quan-

tunque paia di radoyche nell'opere altro fi njegga che le membra

f

efiertoriymentedimeno fé non s'intende bene le parti di otto nafcofle, malamente fi poffono fiir quelle che appari/cono di fopra^

per Cloche^

come gli affetti y(^

le paffioni

tengono dall' anima^

cofi dal corpo rutene l'attitudine delle offa^^ienla

dinenellejfier collocate,^ poHe

ki

luoghi loro

le attaccate^no r/ial ligateco' nerutypercioche

i

,

rnfura^fj^ l'or

non rotte^no ma

nerut legano lof

fa^<(S*le tengono infierneydipoiyien fòprapofia la carneyche

riem

cauerne iafciate da* neruiyejfendo la natura in quefio affai diligente nelfnrle le groffez^econ bellu,^ attaproportione» Di

fie

le

poi vien la pelle^che cuopre ogni cofaja quale la natura ha fitto

m^Ue^ Ó* deliCAtafffarfa di belle^

{^ <vaghe rvanetà d^ color ty U


,

LIBRO PRIMO. 1!

\

69

mal coperta fii che tutto il componimento del no le, '^ ago , (gr marauìgliojoja cjualparte pianiere

$

corpo riefce piace-

è dtjjicile tn tutte le

ma è molto pm ne gì' ignudi dt molto artjficio^il

cbenc

cagiona la troppaimprefftone,che^ltfludioji fi fogliono pigliare delle parti di fitto je quali

Unendo

mo

trottano effer terminate

effì

tn mente tuttauta fkn che mal patifeono poi

^

^

cofi

cjutjl' '-viti-

compimento della peùe^come che fiAno quafi conjhettì a do-

uermojhare quella

t?ìtelligen\a àt loro coli jfiaceuole

y

(.he

con

t^nta jktìcafi sjorT^no njolere ejprimerjuorty doue che molti Jc.

ne leuano poi finalmente ì tardi accorgendo/! quella douer

ejjere

maniera più conueniente^O* atta per tfimmt Trinctpt, che per le priuate perfine^alle quali efftptù ^ejfo Jeruono , (gSr doue con

fiù riputatione, c> men fatica fknno

i

fatti loro

Conctojìa che

.

la più gente naturalmente brama dt cedere <T>na bella yarieiO' di Colon,

f^

di cofé piacemlt, che tanta compofition di

di tanti mufioli re nel

m ogni luogo

modo che fknno molti ,

io col dar[ì alla facilita

,

^

éMa io

,

;

nudh^S*

non intendo però ài di*

quali fprez^ndo

lo

ftudto

alla '-uaghe^ta de* colon

,

a fkt

fono ri-

mafi del tutto *uani-, ^Sf^fen^^ riputatione ^fì come njtlifpmi^ pjfingardty che

ejft

ftano

.

M4 io laudarò finalmente

color

C^ (he

prima esaminato bene ilfuo ingegno fi fapranno aaommoaa \

re per <T>na njia tale

,

che faluo thonor fuo

,

li

pof^a riunire e-

gualmente bene in ogni fua imprefa , contentandoli dt amilo % che mediante li loro fudori , i^ fatiche , ^1 hanno acqui fiatoy attefi

chenùn patifce il Cielo ^ che da troppo copia

tele ctmedtquefle nobiltffime ^

(^fopra

fi*a;o

ogjii altre

tocca-

ingegnofip

fme profelioni

U^i^KSU'-.QVi^^:

chi


DELLA PITTVRA 70 Che l'in uentioni non fi debbono cominciarci cafo, ma co maturo dilco rio: che prima dcuehauer ben noticiadcl fi

?

J

Icgoicauann che fi dipingano:comefi deue ritoccar più vohc fopra d*vna inuetione primache s'approui per bup

|

naidcirvtilc che n'apporta il difTcgnarcaisaiàqucHa par te: de* varij modi vfari da' migliori A rtcfici,còn altri no-

j

u\ trouatì,ik

come fi può

j

Icruirc fenza biafimo delle co-*

lealtrui,

^^JM>Q. p|v^

.

:

WB^^^

/t':

.Cap-.-pv '>'-

S:tn/joch0 RfiiMcney che dopa

^ tt^tt^r kpm

Fii

c^«

l'aliYff:

>--'^ .

dcchiar^j^td

J

U mA?jier4lf^froc&da.

> #/;(?/?<?

^f/^ congiuntcì

,

-i

dA\ veri ierrm?iKdel btdon comporre ^ .rmpero che^o cheque^

fapere ti/oggetto

che

nonfknno

delle r/iAterh Inne

7nolto dtuerfe d^dlarverìtadclk

,

e

e a/o

d'intendercene di

compongono l'. 'lBorie loro.

buone Jcntture^nd' alsì poi yen.

^ono bictjimaxi>^ con gran ragione -^daiglì hmm?ii intendentil IO dico /e ^li

bene leikroptttfrefiano pcr^tee ellen\a dipinte

atmienei perche

fìirji tener

noli

dt

wuaghiioìfd^n Jùo

primo

y

ti che

ini^(itato caprtccioyper

tratto tnuentorì marattiglwfi,

(^

prattiche-

masfi rhptgliar anno vn'pwmbino,ouero rvna penna alftm^

prùtiifo^i^ qui tu di molte figure cominciar annoda ingarbuglia-* re mfiemey (gir ciò fk nno con m<dt4 fu cijttki

che per diuerfimodi

y

^

uerfiffime fìrauagamie tio fia

(^ prefie^^y dot^A

con sfoggiate attitudim

ynè

refiano (in

pieno con infinite line e

ì

j

buona mdniera^/egh prima ?2on fnjfa yn bello wue?jtore Mit è bene eh] io prima 'vtdifcuopra, ukunt dtffjetti^che (i reggono effere m molti ì quali fino da efferefuggnt Afsai^come troppo lon

fimon fanno il modo ^o pur

\

.*

Conciojta enfi, chcf/jalamentedir (i potrebbe che ijn jwjjedefje

tarji

j

-^-

àeJU wuentio'ni.i fer èjjer qu^efln ^^^r

già

|

^^

li

a tanto che

psmgonp di\ tutto lo ifa*

perfine poi fi dtfcopre,^ com

fari/ce difìramffime forme d'huommii

(^ di cofè ripieno, ti qual componiment


^componimento come pot [t trotti Tttnoj

è che

^ CI

da.1 foo^getto Ioni

Ma ti pegpo

.

^

^

me defimo a dtfmger l'opere grandi^

co in quelle che ft "VI

non è da penjQ.-fui

cVep te

fono di quefiifcbe fino tauti ardici che fi arrifcano tener

ftftntier

che

dm

efjere dulia compojìtionè

dipregid. io di-

fogàono porreyO^fkr ne' luoghi dignifjimi 5 ^

apparif^e njn fino perpetuo biafimo

il

pm delle 'uolte: pop

the quelle figure ile quali dourebùono per auentura apparir pie-

ne di grauitk.difinno^e

di ripofijefuno "veder leggieri^veloce^e

Atù^e i motiva guifa di mattaccmi^di modo che fi leggono rimaner priue di ogni digTìtta^conHefìcuole'^aj O* deco

bellicofe^con gli

ro.

UXpn ft niega già pernoijche quefìa "via del fir prefiond fio.

di

mefi ieri per qualche Vìgente bifogno^sì come per Archi'ftion--

filhperfefìeyperfieney^' per tali cofé improuife ordinate ffefìe hjolte dalle T^eptibliche^'O*

da gìan

Signori con molta folkcitu^

dme^^s^ preflez^yO* da effe Te nefuole appreffo de' popoli acqui Bar fama di njaientiffimi huominiye con premij honoratt di quel lije quali opere pomon le che poi fono di

durano pero molto a vederp. Ma di quel

maggtor dignità^ O* Valor e,

(^

eh 2

ftmpre deb

tòno fiar firme in vn luogo per fin che leduranOy qmm ft può te ner che non fiA peggiorftrada di queflai

ia dico per toloro

chepu

amano t honorfuo^perciochcfè bene ci fino alcuni ^i quali duo^ no che col fir cofiprefio y @r all' tmprimfiofi ficuopre gagliardato

mente la \

njalcìitia dì qutlloynddimcr^a fiviene ancoraffjeffe voi'

à dimoflrarptà lapkzgia, goff^ %^J, lói'Oi Imperochc gl'witn^ e ^eti^tS^faitij 'non vanno cercando f' qUeir operafiù fitta aWim te

pYomfofò pur contepò.

Mafe qucll-ììth

fh ti fónditmcnto'de' loro'giudulj Ti

a

'7

.

benefo'mde

T)ipoi

ci fo>t^

co ra, e he fu nno tutto a IFoppCiito^ ì quali fi

chini àfiir

!?7'4entio}:i^

H^ mani ppur

cì?eefjt

^^f quttii

molti di

qucL

m ofìrano cofi rncfil

che ciò che fi gli apprcfcntad^oìtriu

neL

^>i ryig r^ano 'ejjae q'^ulche pc:ù di -attac^


" I

DF.LLA PITTVRA

tz

^

accommodando al miglior mod» che /anno , fofjono di maniera, che cto che iji (i ''vede par che ^'ifita àpiattaccoi'Xjengono

gtone nelle loro opercy rimanendo pouen^ime di abtglumentti di

grattai^ d'inuentione , e le più

"volte

ne fino prme talmete^che

rimangono piene di co/eimproprie^deboli^a^ tncompofteydoue che arrecano dtjpidcer non poco ,

(^

qualche giudi t io, *T>unquefra

noia ài riguardantiiche fino di cjueftì

due eflremtjpaì che ci^o

tyno la pazj^u del troppo ardire, e modo %^ ammonii quale fira , che prima

glia yn me-;^^il ^ual lieuì a

dia

all'altro fiicolta,

,

ciafitm ben confideri con la mente^O* con l'anivno^njdito^o letto ch'egli

haura

ch'egli

ha in animo di rapprefintare a puntole qual [ta lejfette

il trattato

di quella materia^cwè che cofifia quella '

|

pm '-i>ero,ptà proprio, O^ più atto a

naddi modo che

€fprimere',jecondo che

^

ti lume della fcrittura predetta dna il difior[o, imagwando lungamete (t Venga a firmar nell'idea più ,

parti di

quella,i^ indi poi leggiermente fi disponga ^fi che con lo Bile, ò con U penna fi accenni tutto ciò che fi ha conceputo nell'animo ,

\

.

|

'

i

J

|

con quel miglior modo , che per effò fi puote , fin che fi arriui al 1 fine di tutto l'intiero componimento , ò fia I/loria , ò altro che dir ^

Togliamo , Concio/ia co/a che quello intelletto che alberga ngU'a^

ntmo noftroyC che crea l'inuentioni

,

v/a dìuerfì r/jodi à trouarle^

]

puv fior marfirn

J

attefò che per lafua naturale imper/ctttone mal

fre il componimento di quelle a pieno,^ perciò gli èfiorz^che la materia (i e[prima tn più volte, io dico quando ^na parte, (§jr

quando due,ouer tutta ancorafiecondo la qualita,tì^ grande7:^a

/ua,i^ ciò fi njien/àccndo/ul /uror diqutlconcetto,che fiibito (iefpone a guifia di mauhia ^che da noi fchi T^o ò bo7^ fi dicCf -^

concio/ia che

fi

•'

accenna dvier/e attitudini di figure

,

C>

di altre

materie tn Vn tempo breuiffimo/econdo che con/ufiamente ne fi^

mene , accadendo adejfi fi come a i buoni Tosti accade delle /ut compofi'

-.

f

\

'>

l

i

\

]

\


LIBRO PRIMO. compoftt toni '

impromfi >

alle qttalt

dipoi più evolte difcorrendoui

[opra con dtuerfe nmtationhh tutto, ò parte ne rimouono^O' co[i

^

da loro Jt limano ^che come mcomparahilt nflano , di perjet^ tìone^ d^ di belle'ì^a ivji^me [oli-ie non altnmente dhuon 'Tit .

'

tore è tenuto

ben

:

io dico ejpojio ch'egli

rit4ederley(gj'

haura

mutarle Jci ondo che

il

le

10"^

predette , di

hi/ògno njede

(^

anco

tal rifatta è beneycheje ne fàccia pia fthtz^i, che (inno eiiamdio dtuerfida' primi,per lino à tanto ch'egli ben fi compiaccia. Con-' ciofjit

cofa che con

più attcntione (idijjlgna di nouoyche nonjifk

\ariuedtre Jolamente ijneHamacchiat la onde l'mtellttto più Ji abbellife , (p fi lima ^pcrciO(he la mano miniHra dell'intelletto aittta

molto pia

fogna che

la

l

ingegno^ Perche nelrtueder!i,(^ nelnjkrlh bi^

mano con la penna ogni atto, @r ogniminutia

rif'or"

wii Q-J riduca a miglior fermine con alquanto fputio di tempo nel quale l'Intelletto^^' che

il

con[ìdcrarlofolo

,

il giuditio può fkr

aggiunge molte co/e

te\ e

ne i

,

il fuo'vjjicioy

perche Inocchio trafcorre più veloce d. Ha'

tnente^^ quejlofchix^are^ O* fi

meglio

difjtgnare pia "Volte è cagione che

m miglior /ormai cy* anco fé ne leuano mol-

me fuperflue^ e/fendo che p iii diffe^ìihche nelle opere

.

fk cilmetefi emendano gli errori

l^idottt (he sono

adunque per qutfU

Vte i dijkgnt dellafua inuetìone agli ultimi termmu.jtccdo

lima

^matione the egli haucua^ftyien poifiguedo con quei r/^eTizt, che \pn qtàfifono dimofiratt da noi,e con ilrefìo di quelli the dir dob^ 1

hiamOffin che fi arriua alfine

.

ìAa et intorno a qucfìaparte

io

ut

auertifco bene che habbiateper coflume infallibile dtfar Ornigior

n o qualche

dijfegno

.

accioche con piùfacilità

pmf ejpnmar.o le co

fé che tuttauia fifono da uoi imagwate^et che coji ancor a j7 adempia quel detto di ^pelletche, dies rwn tranfeat fine linea , il quai detto non s'intende di fare unfegnofolo nel modo che molli fi tacchifi credono

ma (i comprède effer d'vna figura) /

L

onero di una bozi^a


,

DELLA PITTVRA

74

Worie per Checchi non sa cht co luiH Vn'hora no fàccia yn numero infinito di Imee,

%A^ ò fchit^ di qualche

quale diffegna, in

tS* molti difigure ancorai e

,

non pereto ftterria che coflui ^i atte

U

da

molto 3 quefio fludio adunq; fi è che tenti, (^ chs (i sueglt fi mete tuttauiu co diiierft/chf^tsii le cartej quali (i dee fireper.

quando vna,e quando ^-vn

altra co/a daféformando ^ e con l'imitare l altruifiirlefue, con diuerfe maniere, (^

pili vie^e

quando modi di fkre, che poi

le

^

con differenti materie ancora,

(^ quefio accto^

fiano tutti ageuoliper ognifuo bifogno, oltre che

quanto

memona,t5^

ci

è

ma

delle co

tiifeflo fé 'vedute ricordeuole,^ è pili di tutto mirabile dintorno alla pr attica del

cofi fìtien '-urna (a

fuà

la mano,perihe fimatien ficuriffima,fpedita, e pronta in ogni

occorren7^,per quefio cefi 'ufiato co fiume. -tMa ritornando al

primo detto circa l*wuenttoniiacciocke cogli ejfempi piii diuenia te/icuri,fitoccara da noifopra diuer fi modici quali di già fiten*

nero da più ti

eccellenti

moderni,ne' qualifé

l'vn dall'altro alquato,fecondo

benfumo dtfferen

prefo habtto,0^ ingegno

non <ui pofianofe non giouar molto perptit m» Pù adunque l'ecceUenttfs, Leonardo ]/'tnci,come di piii, foni-

Tjon è che di,

il loro

cffi

per

ciò

le ingegno, fi a

i

migliori,tanto diligente in tutte le perfettifs.o^

ferefue.quantunqi non ce nefiano molte, che fi può dir e, eh'egli folopìù attendeIfe alla Tfia di Geufie di Apelle,che di qualunqi altro del tempofuo. Conciofiache

primache

fi poneffe'a

formar

inuentione di qualche fiia opera,ch'eglifir douefjeigiua da se in uefiigando tutti gli effetti proprij,

dogn

^

naturali di ogni figurale

altra cofa conforme allafìta idea^dipoi cercaua lefue

qué

lita,cioèfe quella perfònadoueaeffernobtle,o plebea, giocofa

,

ò

pur fèuera^turbata,o Ueta,yeccha, ògiouiney òdi animo tran^ qmllo,òpure irato^ò buono^ o matuagio,

^

cofifatto

chiara la te

mt

"


,

^'

LIBRÒ PRIMO.

75 UideffelJerfuo^nefkceua diutrfìJchtT^^difoi fé n Andava doue egli Japeua che (t

radunaHaj7o per/òne dttalquulitk,

(^

offerua

w

timoni uà con ogni cura t nfift lorojejor maniere^gUhahìth mento del corpose trouata coja che gliptacejjè^ atta a quello che far yoletta^con lofltlcMfuo Itbricctnoj che temnafcmpre fecoiU foneua^, e fktto ciò molte ^oltefin che li baUaua k qutllafigurat 6 altra coJa che dipinger ^olejje^jtdaua a joumarla^^ la ftcs

riufcire

dure

le

mar auigliofaiOtttmo modo (-ueramete, @r ytaperco

operefue

ma non è pia

vfata da niuno ne

Dicefi poi che Raffaeli e tenera

njìì altro

Hile

tempi nofìri.

i

ajpLifacile ypercÌ9

che diffiegaua molti dijjcgnt di Juamano^de quelli che

li paretta.

che Jojjèro pia proffìmani a quella materia^della quale egli già

gran parte nhauea concetta altro guardando, '

f^

uà a formar tutta ef^er la

nella

tutta Via f-velocemete dijjegnando, cefi 'veni

la Jua

wuetionejlchepareua che najcejfe per

mete per tal maniera nìutata^^ fattaritchaper la molti

tudwe di quelli. Ma il modo di die a

Jdea,^ hor nell'ano JjornelT

lui

\Aichel ^Angelo

co[t

agli altri difi

fu molto ageuo/e^quantuqidiuer/o^O' nouoper le artifi

tiofe attitudiniche fmoftra delle fue figure ifi

come dall'ottimo

fuo rilteuo tutte trattate, de Hafacilita del quale io ne f-viddi vna njO'ta in T{oma mirabilproua,fe bene egliju di foca cofa:tociofia che

yn di-, efèdo egli dietro la chie/a di fan IPietro^s'incotrò m un

Ciouane Ferraref VapirOiil qual ringratiato da Michel Angelo di nojò che Uuoro di terra^ilqualgli haueafatto cuocere lifògiìl

Je di poi che a lui coandaffe che yolotieri lofermrebbedl Gtouene cofì affcur ato dalle parole

cartate

dfvnhuomo

lopre^ che fifi li difegnafe

tale eliporto

<-vn Ercole

ynfoglio di

m piedi

.

AUl

-bora prefe Michel Angelo quellaCarta^e tiratoft da parte fiotto

<vn

picciol tetto^che luterai

(ul quale pofìoui

fu

il

doue era

pie defro^

e

''vnfianno

dafiederui^

il gomito fui ginocchio

L

2

aliOf


f

DELLA PITTVRA

75 Alto, poj^^iatofi tntjje

Umano al m/ò fiflette

a dijjegnur

penfòfo

un poco , dipoifi

quello y ilqualfinitolo in breue tempo , acennò al

Gtouene che tui era poco di luge che egli uenijje inan^t , è cofiglte ioporp^e yia fi dipartì)^ andoffene uerfo T^ala^^,il qualdì/Je gnOiper quXto

to

cono/ceuA ali hora,

mi paruè cofi ben

lineato^

om

brato^(^ finito yche pajfaua ogni njfo di mtnioj, O* era unfiupor grande a quelli che ciohaueano <u e àuto [are in co/ìpoco tem^ pOyche altri vi hauerebbe giudicato dentro

U fatte a di n^n me/e:

Ji che fi può fare da queftogiuditto quanto egli Joiteua tffirtja' ùle infar le fue Inuentioni Vii parimente Giulio ^mano co(i .

copiofoy

(^ faci- e,

che chi lo conobbe ajfermaua

,

che

quando egli

d'jjègnaua dafequalcofafifo/^ejchefipoteapiùprefiodiref che egli imi/

affé

,

C^ che hauejfi inan'^ a gli occhi ciò che fkceuAi

ch'egli componeffe di fuo capOipercioche era

conforme ,

<(s* proffimana

alle

U fitta

muratra tanto

S colture antn he di Roma

efjerut fiato ftudiofijfmo fempre metìtre era gioume

-fÉ^-

che

,

,

cht per

che ciò the

deponeua, <S* formaua pareuaefier proprio cauato da quelle: Egli teneua quefio modo, ptgliauayn foglio di Cartafotti te-, O*'

iu

quello col piombo}) col carbone^che

m mano hauejfe, diffegna^

uà CIO che in mete haueua^di puì tingeua tlrtuerfd di quel fogl.o da per tutto col carbone, (Jl;/ indi pigliaua'vn altro foglio mttOy

^ calcaua q tieldifJegno,ò fchi7X9 su quello con Vn fide d'ottone ouer d argento ..di modo che "vi nmaneua tutto ciò ch'era difsegna to di fopra sul primo foglio^dipoi profilato che quello haueuafot CJ

tilmente d' inchtoBro

li

leuaua l'orme del cdrbone^che vi erano

rimafie delcalco,con batteruifufo

Vnfk%z^Utto.o

tile,ondeli profili poi fi njedeuanoreftar netti,

chiamò

fgno alcunofitto di

teggtando,

r€,(f

effi,dt poi

li

pannofòt

O* fen\amac^

finiua^ ò di penna trat^

di acquarello, fiecondo che più gli era

di quefiifuoi calchi to ne n^tddi

altro

k grado di

fii^

già in vMantoa molti, che

i


LIBRO PRIMQ. <he mi furono da più

quella Città to il

77

per/one mofirati^ doue come [tsa^ fece in

pm difjegm^(^ opere eh'alt roti e

modo di Toltdoro molto Jtmde al gta

^uale

ejjo

ancora tutto nuolto allo imitar

.

Ti ouajit^erefiA

piacejfeycomc

fi è

detto altroue^perche

,

//

antichità predette

le

'uenma da/e componendo fkcilmente qual più ti

diGmlso

detto

>

copto/a materia

n era pojjtfiore talmen-

fesche d'ogni pcT^^o che nji era d'Ifioriaidt figure^di tefte^ dt ani

mali ito

di qual jijojje altro ch'egli trouaj^e guaHo,

i

^ fraca^a

riduceuA con 'im modo flraoì dinario benifjtmo finito

wdòfìt'ì del tentar

U inuentiom era per guanto

\tene de' fregilo Itr e al

modo di

io

ho

//

.

mo^

'vijlo nelle

mc^

GiHiio^che pigliaua njnapcrjnay

tmero del lans nero^^/ con quefit ''uthiua imponendo alcunefi gure, quali fkceuano

gure di

tjjtr

pn?, apuli

mtde]

--vn altro fi-evjo dilla

\doue era qu^llo^

yna n^wlta^e

dtpoì ialcaua dell'altrefi* su ^ucl carT'po ,

duCiCon rimutar quel falco dai pi i

tno luogo ogni "uolta^di tnodo cheptr

duplican^^ i

,

maaluz^a qmjia

confi /ione di /egni

tanti contornhejjo ne c-iuauaper ftmil 'Via

ria per quello abondanti/fìmUi

mate-

C^ il fmtle di alcune J/lorte pur

d'wnafiejfa mi/ura grande^ma to non duo pero ch'egli co/t fìice/L .fé

femprCye/ìendo quelgrande tnucnt^re eh tglt era/cnz^a

ti aiuti .

Ma di 'Perinoper quanto to di[fi hauer

difiegnii ti modo /uo era^

ip

^cf/amente prima

che_

enfi

fkt

cauto da Juoi

tentaua

ti/ho

intento col carbone^ouero col lapù neroy di pot rvt profiUua /o^

fra con penna i riducendo ti tutto a miglior forma moltifegnt,

@r

al flr, fi^vedeu<t che poi

li

col farui di

calcauafu/o <-un altra

carta nel mede/imo modoy che fi è detto de gli altri ^ C^ indi li fi^ ntua con tanta gratia^che pochino niuno lo pareggiò già mai^ g/

tnaffìmeper dt/fegnare di chiaro» (^fiuro .

Hor cosìfittteftye

de efièrc fiate le <uie di quefii 'naltnthuoìniniynelle quali fé be yifi'Vedeuaef/er qualche differen^mloto,

«x-/ (i cono/ce

parò

ej/erU


DELLA PITTTRA

78 eferlt tn tutti

yntxfkcHUà eguale di

eccellente

maniera

:

Ma r%

ftgiiafìdo ti ragion (ire[opra, di cjuelli, che per loro me/c hinità

quando però

pojjìedono tnuentìone alcuna^ diquefits

liferuA^Jiimo che delle co/è altrui

effì ^i

non

tlgtuditio

poijkno con de/ìre'K^

aiutar moltofnzjs riportarne alcun btajimoypercioche ejjendo im pof^ibile-iSÌ

come pare a molth di poter formar/i hoggmai

cofày

\

la,

j

qual prima non [ia fiata iy-Quata^^fktraynejeguita, che ilfer^ uirfi delle altrui viueniioni ft po^a,@' fianecejfiirio ,pur che fi

.|

||

-habbia auertimento di ridurle con qualch e mutatio ne^ <S* tenere

runa cenafiicoìtayche paiano prio ingegno

ftat

^

fi fitcaa

effer

nate

^^ fiibricate perfuo prò

cercando fcofiarfine con fi fa

fùrie al pili che fi

gy fi

,

il che

può conjorme

alla

l^ altre

partii

fua maniera , quale ella

con animo di auariT^rli di bonta^ O* diforma^

|

chefi conjeguifieda molti ageuolmente. Conciofia cofa che

//

lunque figur aìper poca mutai ione d'alcuni membri ifi leua

dtUaJua primaforma^perciò che colrmoltarle^ poco la

nem

tefia^o aizzarli un braccio^

qua

j

ajjai

ò con r/iutarli

vn

ijnpannOxO giunger-

torli uia

altra parlerò in altro modo^ò riuoltar quel dijfegnOiOuero

yngerloper minor fiittca^o pur con t imaginarfeloche [iaditondo rilieuoypare che non fiapiu quelloy che confidei andò bene cofi fatte mutatiom con qualiiù^ con quanti modi di 'vnafol figura^

rvn folo atto ^variar fi pojia effierdi

molte ^laonde

ci piace

.

Et poi douendo maggiormente

che mirabil Jorzjt ne apporti

,

i

^

a

\

\

\

\

'

\

l

'

qualunque ingegno dcboltfjimo aiuto grande «

.

Mapero"" bifogna

che quelle rnutationi [ìano condotte di manieralo* re

m modo^che non paia creile

ne//

fi

/appiano fk

Htano come tn prefitto,

uertire che le figure beni(fimo tri uè Ut con

<S^

j

i

rìjotì/kcili^O"

bene 4-

g.atiy^ con l hauer risguardo a quelle c^ efie fi debbono adorni gltare conwoltagratiai^ gtuditio, @r come cto^ fa da /kr lo dtrerno

m

\

a-

altrouei Conciofia che fi ("ve^ga di rado quello e^et bello


LIBRO

Px^IMO;.

70

helt atto d'unta figura in f'iediiquandoi cheponiam cafi [por-

l^ffcm fuori Ugambadefìra mfùmecon la /palla, poichéJkr a ter auentura, affai megitocche la de(ir a fpalìa reftt in dietro ,

^

gin con la la manca fiJpor

tefia, che acconciamente

certo che cjuefio fior cerere trmellare^ il naturale ce

rfiùltachiare'z^a: lètte le

li

ceda

.

Et è

CinfegnA lon

Onde ft njede che fi da gratiay<(5^ ^tuc^zji a

membra eccettuandone cjuelle che fono ne' corpi morti , ,

perche quanto più fono abandonate^^diflefe:^tanio più fi '•veg*.

gono afiomigliarfi a quelle chefono m'jfte

Ci fono dipoi dtfi^

,

mtle altre ijìeje quali fi rtferbanoper le cofe

macgì ori, de He qua

fé ne tratter acquando fi ragionar a dell' ìflorta, che fi è da noi Hor (in q%ì mi pare che habbiamo tratta Proporla più inan^t li

.

to affai

chiaramente

tefjarij^

inpemecon

d intórno a' pi imi

rudirnenti^^''

ai più ne

quelli auertimentt^che cifonoparfiefler piti

di bifogno per introdurre gli fìudiofì del nobiliffmo dtjf^gnoal

Verfentiero

,

i

quali ccn

li

debiti terminipoffano falir e jicur a

-

mente njerfo lafommita^O* maggiore altez^a^doue €pi(f>eran9 arriuar cammando, ti quale quanto fta fpeditOy(^ chiaro, fi con lefferienT^ njtduto delli predetti eccellenti . Seguitare in che modofi ntranno i rilieui, %A^ìa

^

(i

Hor ci

refia

fknno i cartoni .

prima diremo della fcientta de' lumi ^O* deli' embre,

dille njarietà^

Q^for?:^ loro

.

Jlfine del primo

hbf

.

a

^


w>

7) E'

VERI precetti! PITTVRA DELLA GiO.iSATr. ARMENINI

^^

DI M.

Da Faenza,

LIBRO SECONDO.

''

CrC»

iV>J,l

De' vanjlqmìchcvfaho Pittori ne' IcrodilTegn t,conquarilieui,i naturali, li mod!,&: da qu«l parte nel riprarre i

&

i

.

fi pigl'ano,che facciano bene, cuali fia di loro il lume communej& come «quello fi pi^lia,& fi adopera in ducmodi^con vna vniucrlaldefcrirtionc,chelcrueà tut

le ftatue,

ti

,&come

fi

opera.

moderi mediante j1 buon giudicio :^

^•^•v:v:^<^Xàp.

^^^^^1 G LI '^^^^i<è^\

j..^

-

di chi

-

\

mintfeBo , c> e noùf^imo a ì mae^ JIy'j eccellenti , che dì que Ha ane, wejjo che prima fiam i contornijutta lafor^a di ejFa. 'viene

e

a confisì ere ncU

wa^^tor lum i dopo pYÌj luoghi loro

.

le

Artifìcio

dtl porre

debite ombre

Et perche coloro i

i

àipro^ quali

fi faticano per Japer bene imitar qualfi'vogha cop. di rilicuOiacció che ne d'-uengano cavaci

.

"yrima gli Jai a. necefsario

piano le dit^erfita di quei lumi

, /

ch'ifji

Jap

quali n.pr fi ponno diuerjaniente


LIBRO vienti dd

i

S,E

littori huont^ a^j^che di

e ONDO,

^^ effetti hcnilsmcifìt^

ejjlglt

.,

'

dario^accioche di poi per

le

opere /oro più colgiuditiofe

nèdtbbnn

hjalere che per le leggi delibarle. IPrtWit adunqi (tfapta che cijoy 720

pmforte di lumi-ide

delcommun v/o^ <óficiè

il

i

cioè pia

lume dclSok',

dovi del (ulo

alti^pm

baffi

^

pia

fieri

della Luna^delle Stelle

c^* altri ce

,

alami fi adoprano alle yoltejuori

quali

ne fono

4elle ìucerne^e difimilì, de

artificiali, fi

,

,

e pia remefjìy

con altri

olen-

come del fuoco^ e

quali i lettori fi feruono per qua^i doli vicn IHoric^o fiintafie di tofc che fianonotturne^e per upcre per di Ifegni capriccio i ilche Jouente efii fiitmo per m^ flrars fi t

^

wir abili dogli

iffiittt

di

efii

de i loro Ì7?ge^ni

eccellenti artiHtij

difficili

a

efji'r

e ben fatti di, quel

i

t

,

quali

modi fono cofi

comprefiiche pochi ne riejcoho chcfiano ptactuolt^

ne altrofi udio

lume^che

effi

tmo^ fono pili fieri

aggiunge in queHo:, the ilna-ural

fi

imitano ^i quali per

affai

leornbrefinje^ono 'pia

lumi^C^ amòra per fare cono/cere al mon-,

de t lumi diurni

efìere

l' ordinario ,

doue

e

pm denfe^'^ piii

neie:

alcune tauole^^ quadri lauoraii adoglio

nOidelCorreggioydelTarme^ianOy

e di

(ffibutl

Cijonopertft

dimandi 1 itia-

Placcar ino , per quanto

per ftalia

io^hò potuto, pafikndoy ijedere

doue

(Ili non toccano^,-'-

t

quali fino belliffimi

mtluero^mafi veggono efière poco apprcz^tt a qucfii ttmoi. Ma ìagionamo del lume che è comune ilqual e ilproprio dtlT^itto^e\

come quello che è lenuto luniuerfai fi^a tuttfet dal quale rttranno ìtìliemye ne dipingono te e il lume

^

comune delgiorno^

éffi

ne^

U loro opererò* queìlo yeramé'à il quali

che illumina ogni luogo

^^

'^

, '

è quella luce

cioè

entra per

le

finefire^ e per altre aperture iH

^uei luoghi per doue noi habitamq. -SMu quefio fipiglia molto dd^ àìtofimperò che cofifa pm eh ari, •^ certi efifettì mifcoprireif^n'^

tmenti^O* deue tffere un fllume: foìuiofià rtlteuf,(^ quelli che yengono

che

da baffo tolgono

il

imdUi lumi rt'ì yederje todcT^

M

5^^>

-^


DELLA PITTVRA;

fi 9^f3

^ ifintimcntt

Qj ne

i

delle

lorpanè (gr maffìme nellefiatuegrandt^

nxturAlt^mn, qucfto nonfide ne torre però tanto da alto

chs iifccnUgiti

a piombo per

dritto filoptalmente

j

chcpomarn ca^

fo che dì 'vnx tejìa^ offendeIpro eoa (e ombre ambedue leguan^ de pir laj cremila della fi ohì yptrthe il lume setti tei ìditui bai leve

tri

tnoioche femprejìdijceyì.ifè egltjìatoLo^ò prejo dal de-

ìlro.n ptsr daljìitfiro iìijuaip:*^

iti- (?,

dche

e

ud^ùtna dt colui che dijjcgna

afuo modo porre ùriUeJWy^^rJdcre tilunHjdaj^ual

^da gli piace, purché fi fàccia di modot che ti sbattimento di ijjò

hl

riltCHO ji ditnofiri sfugire

fi

m

come fi ^uede nclit àifjtgni

dietro ptr Upiano.doue egliepofioj

m fiampa

,

che vengo'no

da

t

bmnt '

artefici ,

//

che

pmfìuede ancora nelle opere loro

.

Et perche in

quelle to ut ho conftderato più volte ho comprefò ancora che molti ^

yfano

cjuejìo

lume diuerfameme-^perche aLuni ce

Jj?attofo',grande,^ molto aperto

lo

danr^ofiero,

^^ altri l'ufkno pocn^debole^om

irofiiC^ quafi che abbacmato^t in quefio ultimo Vi èpiùfiien^a deflre:^,sy* auertimentOyche nel primo,percw c%e nelpie ciò llu tne ilrilteuo, et ilnatttraleidimojhan pia

le

minutcT^ de i

Ioyq

wufcoli ^quantunquefiano dolctycht nonfi fitnel chiaro, onde la

njia che fi tiene

?2€ Ita

fegnarli ombraftfì idei lume

3

differenza di

l'afcia

e fi uiene

qut^i lumi

fi

è cheneldij-

su la carta apena la prmcipalfommita,

a poco à poco morendo per

fino

a

'

gli efitemi

/curi. hAa ne 11' altro fi lafiiaiofpatio del lume più, chiaro^

^

piti

grandeyperche cofifi ruede dai lume che fipiglia da t luoghi aper tiiO*fieri^fi comedell*or/ibrepiu fcure,^ di maggiorJorza^ che. dell' ombrofi,

ma quiuinefono mólti chi' ci errano

di grojjoi per^

che effifiinno troppo gran copia di lumefiero nella parte che e chi A ^^iW in quella del fcuro traboccano nel troppo rìtgro^cnde i.)en^

gono a tmpedtre,che non figode ri

I

la p une del chiaro coi rnez^i chiib

ne quella dello /curo eoa le ombre dolci Je quali da capo àpiC"^ '

'


LIBRO secondo; di Jt 'Vigano /correre egttalmente

ytnga capace meglio ^

li

Maaccioche ognìnjvo ne

.

commun

moilraro di preferite con 'vn

U <-ver Jentiero

Auertìmento

ti

ti qual far a,^ che imitandoli qual

^

fi voglia nlieuo , àquallume egli fi fia , fide tonpderarejtm^ pre y che quel membro o quella mmima parte che e più ìnanzj ,

più chiaro , fi fiiccia 9 quelli che *-ua,nno sfugendo nel medefimo indietro, fi Vadano

(^ più

apprejjò alla 'Tfifia di lui

COTI dolcifirne

omhre perdendo

,

,

quello

fecondo che egli gira

che fi confiderà <ueàer sfugtre il corpo di vna (jolonna ne qutui de ntuno per quella copia , (gr abo7idan\a di ,

gufa tonda

lume che cofi fitr amente ttlieuo quafi con

amo

abbagliar

da

batte

egualmodo

quella parte donae Viene net

ingannarfi ^ perciò che

,

dijjegna

^a e jorfi bene

.

luno pontam cafo di rtlteuj faccia

,

,

vnlume figo

pò(la fitto

modo

come

,

la

(^

per tal modo

e

fi

sa

»

,

cofièdmeceffna

,

parimente

fi

in

diluì

ti

cofifeguire^^pcr fino

gli effetti

a fupp lire

come

cefi

^

,

a gli

^

,

qucfie più dille

efirfmi di queL'aì la onde

col giù ditto

fèmpre

yC^

fronte più chiaro

,

^ con t

y

per

//

chs

urte

manca di qutfia import antifiim a par ir,

ofjeruaùo bemffimo

vn

quafi tutta di

najola fi ma a di quel'più /otto alla for'^a

fi.rlo delia

fionte più delle guancie

fi utene

tcfia,

ptraoihe ichdcggìando tutta via

e fi come è

6^ più prefio allavfta

doue

O" fia

,

colninondè già fcguire

,

egliuede nel fuo dtjjegno

orecchie

di chi

njeda che quei lume dalla banda onde viene, T^erra

chiaro fitta a njn

del lume

eahw

porre 'tn.clfimpio , come Je aU mxtta a voler ritrare n^na te fia

adoccuppare la maggior parte di quella

la te fi a

all'

ti

è che ji

e quella fia

,

fide

egli

con giudttio quella parte ft bene e ihiara^per

quella predetta ragione dilì\jfr più lontano

la,

nella

,

.

r^ppnfjo dei buoni dtffigvatori

M

2

e

con


t5ELLA PITTVRA

$^

|

uhp

menfoi a far bene tutte l' altre cofe^Ccnciopa^ to/diChe tutta quella dìjerettone chejiè dime[irato douerfi yjare tutte ne/la tefia, |7 richiede [imdmente in tutta UJigura, gy e con

quefìii

m

le

Iflone ?na come poi

fi

defauir} con ragione, (^f modo quando

del lume fierOi e quando di q uè Ha che idehole^ a me pare che egli Jia dt bifogmhauer rijguardo alla qualità, de tjuggttti di che

fi (unno

le ìflorìe, et

Iflorta,nella

tn altro

a

t

luoghi douefono prijentate.perche in

una

qual fi finga efjer le perfone alla Campagna^ eucro luogo, non mi par che ci Bta bene un lume chefta

apato

']

\

]

\

i

'

i

\

"\

debole, pocoy''/ìa piìi> topo gagliardo,^ fieroXonctofia cofa^che e

\

mtferìfca

i

arUimontu

0*paefi-, fi può comprendere, che raggi del Solere ben non lofnnno uederfulCielo^xl

in e(fa fingendo ut

qua l batte ilfuo lume fierifiimo ,^ molto acefio^ doue che ali op popto^non aumen

co

fi

a

:

j

lume-iUmepare che uifàccia beni/fimo,

^

chefi imiti quclna-

tur di uero, che pare che pur cofi[ia, e che fi conuetiga, e di queftì efjempi io uene potrei adurre infiniti per le opere dt hommi Eccel

Imtijfimr^ma non mt par che già bifognt effendomie ragioni ma-fiifeUe*.

Dei riccttij&discrctìoni

delle

ombre,c quanto {T debba e(^

fcr,auertito nel porle bene,acciò che gli occhi

de riguardanti non rimangai

no offefi.,

Cap.

p^l^ ViAnTV N j^r£

io

1^.

hahbìx detto nelprincìpio

^^^^^ ^' ijoler trattare delle ombre, come u^•J^%^àÌ ^^h^^^'^ W^^^d, na di quelle p Arti chefurono da noi propofiefrà lepri-

me\non dimeno per

\

quelle che fifingono al coperto ^cornefon

quelle che fono ne i tempij, e nelle e afe, alle quali lafirada delpo^ co

!

ef^erci

dentro quafi

le

medefime cor/fiderà^

tionì, %1 rnez^Kitche fono dimofirate delumt^mn fi

cffendo quefle altro.

!

\


t tÌk-ò secondo. altro, che ilfmìnHtme?j!OyC^

mancamento

dt trdttar?2e brcHii'simamente, Duncj

«

5

di cjfilumi, peroj^ero'

da fìiper prima the non (ipuòftre ombra mai attrtment^Je non quando un corpo int pedifce che la luce nonft Veg^a ^ di modo che, quanto quel corpo ^

egli è

pm groIJOiO* fpticatOttanto l'ombra lì fn piudet/ài (^ negra: Ma. in quejìa a "vuole una certa defirez^ dt me^i^cke quando ar e

rmano

vicino a congiucgerfì co ilumt,

tlle

rimangan

nt.do^che la/ctno a pocQ a poco

il fcuro^e

^ctofia

me:^ chiari,

con tale ruhio.'ie di

nere doue fimfca l'^'no^e cominci

"vengano morendo di cerne

wjumey

che non (i pojJadifcer~>

l' nitrosa

qu al Arte per

ejjercitOt

a

'Volerjùr a i più /curi con grat> ri/guardo fno agli eHremi,Conciofia che da i lamine dalle ombre ben collocate appareno ne i piani i riiìtui)Come fpiccati^ Juoìi

tioneye per ijferunT^^e giuditìo ji conJtgmtìOiperche

cheji <-vada caminando

ciò beneiCOTiUien

^

di quel luogQii quali tanto fono più grati 'V

appariscono Cimili

chiaro

,

effetti,

,

quanto con pm jor'z^

(jnde qutjìo ritrar cofi artifitiofo

dd

O* del /i uro ci moHra poi ^un bello ejjtmpto da di^orre i

color i,(^ l'ombre

,

perche hanno qua fi le r/sedefime ojjèruationh

Ma nonJ: può dire mai à bafianza quanto fì di uè ejj'ere auuertinon njengano offeji dalle crudez^ dell' ombre^per che l'occhio naturalmente gode delle cofe allegre (^ abborrifcc

'tocche gli occhi

,

^

Jcure^ però qui fi lorCfumi tutta lajcr^a: del/Ito ingegno afikre che le ijengandVnttc.O* accordate, accio le malinconictje

,

le

non rimangano spiaceuoli^e noiofe : fide adunq-, cercare ^-un modo

tale che tutte quelle coje^che fi ombralo

no di rilieuo ,

(^' "Z'ere

.compiutamente.

nei colon

,

e dall' altra parte riescano al Juo tjfttto

perche cotaldimoHramento

pm agcuole fiat

(nce-'^oli le tinte naturali con quefiimezi:^ che

ta^cofa che no

quella parte

ls\a

,

da nL>nif parte appaia-

ft

può fare ne t/empiici

lo et rt/er biamo

dij/eg ni, come

colprodunnpiu

s'iml

fisa, Co/i kt

ampi^mc'c^t^'me-

f(o'


DELLA T»ITTVRA

86 glìo

f(4 ito

il

rcHante dt quefia

ma terta.

>

DcHa Ictochczza dì coloro che fogliono affaticar fi prima che habbmo prela maniera buona intorno à ftudiar Ihtue il naturai, e modclli,dclIc molto vere, &vtilicoiìridcrationi,chcà ciò fare bifogna che fin e le s'imitano, eccome fi nduCono, fi aiutano da ntrahcnti , con eguali cspcditc vie fi tàrhuomo in giùquelle facile,

le

\

i

i

'l

&à

&

\

;^

i

<|

jji .

&

àitioio,

\

E

ben fin qu t trattato hdbhtamo, lieti Gìoucfii, di al-

cune parti ^

affai

ben dnjiuleje qunli abenche paiano co

me cofe comrnune

,

nondimeno non (Qendo t modi da

rvoi wTeJt^mercè di quelli inutdiofì^Qj maligni

,

i

quali nefono

colpeucdi col tenerle na/coftyViJono tagione^the tuttamaiHJt

faticate peryie lunghiffime^ inutile

mentedimanco h

^

,

piene diflenti

n/J'etto dt quellecbe Jiamo

af

lequalì

,

ta moltitudine dì Gioueni ,

/

che è

quafi alla

,

neceff'arie,

ardifcono tutta

njia difkre njarij diffegni:,con ritrar bcUifjmejlatue^archi^pilliy

ignudi dO'lnjiuOs^'' noui modelli futtidiloì mano^conmolte fuifcheiO*fientiJe qual fitture,

^

dijfegnifcno poi a chi

le

con-

fiderà fuor che effì,nel^ero cofe da riderfene. Conciona che to t?e ta^neme non yiddi mai diffegm di tal fòrte , maflimamente dtquellf'Che (l'ano ritratti dai modellai) dal^uiuo^t quali fiano

^

fl^ii aggradi Holhfé

j

\

1

j

che el^endornancheitoli molto delle parti

fin qui defcrittCyi^ ancor di altre più

'\

cieca ^ dt tan^

quali per i lor malpnnàpij non pe^

netrandopm eltre^nelpcmertir gli ordinhprc/ìfmendo difé in tt tofi fknno cofì audaci

i

\

per douer dire t>ì

potriano pcrauetura parere legteri , percioibe mi pan utapiu trop

fo maggior errore il tanto affa ticarp^

ì

non per mano dt perfoue efferttfjime ^

e

ben

con^


^

LIBRO SECONDO. ConfuntAtem

efji.

Et perciò io qui

S7

tieauertfjco og?jum,che ì^fiaf7-

dofìhiiuejjebeneu72modell(ifkttoperma?idt Baccio

Michel Angdo, che mai I

li

ouero di

,

riufctreùùe tlritrarlo attame?2te)ppri

ma no^Jnjje m loro molta fratttca^e giudttto^manìerai (^ muen tm/cpcraoche /ìyede tutraHut flut-i

t

modelli e fere per loro naturai Jode?:^

manchcmli^^ foueri di molti abigltamtntt^

chefono communi orììamenti alle coje niue

nonfi uediA mai mUre i panni p er

^

pelli,

le

ca

f^ fcher%fi

dapm lati^con fmili altri mom»

,

li

,

quelle mor bideT^^^" quelle fiici In k

ticyche ufano dare^ li

i

0^ fucltez zj f^ agropp amenti di molte cofé permesso

delle quali fc

nir

m quelli

tanti ue rfi^ ne fmntolare

barbe in quel modo che ì naturali giocano,

no ne i loro rìuoltìyZ^finimenti menti,

,

<<S'Juf€r->

perche

,

cy^gra-»

k t loro dijjegni i buon deffignatorì quando fi"

uog-ton%per aoue

alle njolte fi rendono belliffimi per quelli

Joli aggiuTithó^ piaceuolijjimi ai ri/guardanti^ onde io di qui

mi

credo, (he quello rujciffè che foleua dir ^Michel ^ngeloiil quale,

diceuajpejjo che ilftudio

V^e di

eie i

modelli era cattiuo a t principianti^

meno artificio /limo douer ejjère di btfogno a rttrare lefia-

tuCiCO le altre antiche fcolture, cjjèndo le ptupvfie in luoghi publi ehi^et fiopertiycome e per le € in m'ìlt€?2Ìcchie,

me

i

omuni,p. r le piaT^e^per

le cor ti

macei è poi incontrano^ che per effre leuate in

maggiorfl imafonar ifitt bai e in luoghi coperti^et rtn^hiuji, et cerne. à cajo ftn\a hamre hauuto risguardo à por uè le che figodano iCn^ de maca

il

buo lume a quefle,

et le

ombre a

quelle^ ZS^ pereto e di

necejita che t uno^et t altro di qut/ìt ftanodati bene^ et co aoìo^

ne da

chi le dificgnarw^ie quali

m

fi daranno già

mai fi no da

ca'

loroyche prima gli

haueranno da fi imparati* Ci fino ancora altri Auertirnéti chi fino da confiderarh colgiudttio folo,perctò che e^!i € da uedcre daqualparte

,

^ da

che lu-go di quelUfiatua fia il

Juo proprio as^ettù^amnti che Ufi imith O'per douefi ^egga, etje

'


1

I

DELLA

e?

PÌTTV.R

meglio^t fm belìo

chepojji fkre

cffatt

A.

m dijJegnOi

dccofiarp algiuditto dì cjuelmacllrd che

col ceH.irt ch^

U]eie^fer cloche gli éccel

fin xeltedar fttt ptrfettione à quclh parteichcjapeuano che ciouetta nwa?jer /coperto Jafaando l'Allenti

Jcuhort /oleuano

le

w

tre coYnea,ho7^t€iCÌ e dipiu Ancora che molte C'^ftjdnoje ^ualì

1

nei rdieui^injeggonojpj.9 molto benesemafjìm inviente net mar

\

tnii le^uahfoflepoi

^

ci è

eh

ne Un pittura

che fono

m d'JJtfgnt non ritjconoje non malt^

chiaro che non tutto quello che p^, ben

rielle

J

JcoltUre fàc\

m^dtfimo ye UdijfkrerjZCLdicioinGnèfolamcn te e gufata dalie bar bei e dai e apelli , come fi e dei io ma ancora da i pannìy ne i quak per lo oppofito fi J'anno lon manche pieghe , il

1

,

O- mollo men

ì

\

crud^ chtnon moHrafjo^ucbe^C^ firmL.Arte p e da'

tener ancoranti dififtgnar

le ifiotiCy

@r

le altre cc>fe

\

icheciJonq.\

a iprAttuhi filo e concejjo tuttJoqHeSo ^'\ cheijié dirottolo di guafie condurkfinite colJuo ginditio^oUre \

diba^o

le

rilieHOiallequali,

molte attitudinh^ppreffio lequalipur njanno ingaglrarditCi^

j

Aiutate molto in quefli baji i rilicut^pm che ntlle altre ce/ pereto, che de ì pilli ce ne fino pochi neramente

i

J

quali/t aproj/imi alle ^x

tue^chefono grandine perciò dalle più gentifono di/gnati moltOy

filamsnte per la copiale njarietadedeco/i beUethe tj/imnjeggono dentro» Ma quanto al modo poi di ritrare ti naturale ^-ancorché que fio deue

e/l'ere

imitato per o'^ni parte

t^' in ogni coja^ io

pero mi rido di coloro che ap^ronaììo ogni naturaiper buono qua/ì che la natura

meno /i come

^ ,

non erri d'intorno le belìez^ fiuefkcendolcf.u , e

io dijji altroue

i

cheàfitica/e ne trouanoà

i

terr^pì

no/iri^(^ certo è che molti iji (i/onda7io/u talmente ^(.he e/smo

curano più njna

€ofi:>che

can la lor maniera

^naUrdiecofifchfino ilporgerli Aiuto

m modo alcuno

La onde io diro che/e GeufiUquale tante belle nude accol/e performarnefido yna a i Croto^^ia» (t > haue//è hauuto à formar yn huomo , io fimo che d moltifm >

hiiomtm


LIBRO secondo;

^

tp

fmommHifogrì9 vVr4 , che delle donne non hebbe , patetiche altro magtfterodi mufcoliy di nermi

httomOi che

m ^nu

,

e di 'vene fi fcuofre in ^in

donna (ì 've de , foi che ilfi*o bello confifie^do-

fo le debite proportioni nello effer piene di delicate moybtde'\%e , édunqi cofifcmc a opinione chefi hanno imaginata nelof*

juggéift

pò molti , e credajì che Je Genfi^ oltre U tanta, diltgcnta, ch'egli fvfo non haue'/Sepoffi^dtéto dh fi fingoUr marnerà , non haurebbe miìeme le belle membra dmise eh* egli tolfi da tante Z^ergini ne fari a me nfiata k quella perfttt ione che di prima egli

ntAi Accordate

fiera imagtnato . Concludafi durique che oltre il cercar le miglior tofe dellanatura

,

maniera buona ,

(j^ più perfette f^finpphfia dipoi tutta uìa con

^ con

arriuar tanto oltre , quanto fi pnò giudicar che bafii, perche accordata chefia quella col naural buono la

ejj'a

Jifk una conpotione di eccellente bellez^ tnetrepoifiritra

il naturai

.

Ma fi de auertire che

muo fi tenga yna 'via tale che in tutto

C^ -^^eloce , conct^fia che quello non paté dt mora , ((s^mafiìme in attitudini fiomoda troppo tcmfo in que!:o ifieffo AttOy perche le membrafi Tengono à flraccare a poco a poco, liriefiafitcìle

>

ficura

,

onde perdono alquanto dcllor principio ^virile

fi

che qutui non e

da yfar quellaflr aia del g ranito ch e fi fa alle n;olte nelle cefi dipìnte , mafia con materia chefi efprima à wn tratto no che uèfi de^acciò di quellofi ne pojja fruir poi con più agio fi tendo i bi/o^

Pnichegli occorrono, con talgiudttio dunqs fi hauranno le m^ie, e •

modi conuenienti intorno alle imitationt delle opre rileuaie*

PcIladcchiaraticncdelIiScurci, cdcl'cdifficulrà Icrod7ntorneai farli bene, con qual arte, modo fi facciano riufcirc alla vifta proportìonati

&

Q

rilcuati,5cgiuftj.

Vantofiano difficili,

zs^ fi rane le co

continuo fo^ra"' fé, che dt affaticano in cofifitte arti per diue^

giungono a quelli chefi

3^

nire


ftElLA

fé mre

HTTVRA:

ecceUentl: [$pf40 fin qtéì dtfiorrendo per

trarne honiffimo giiédttiOi

termn^t amila degli fcwtcì

dù gramffìma,i^ è cefi tenuta do

U tte/trìtte péffi

U (ctenTA delle quali ppotrebbe qHA" t^ mc%i '^niue Jalt La onde fi U

fi chiamar c(»me prwcipij y tkit^e dijficuitA (he vt ft fcuopteinon fofìi.

^

a

t^

:

partendo da nofln fr9* par tjjère per certo /rpratn9^

fo di ntoflrarui thpilhbìhnente

da ogmuno^

lo

i

,j!

et

j

\

aella quale io thten^

trattarne con pieno^C^ chiaro d'/cor/Oidoue ih'toJpi

hoi'4 di

\

l

drittOiQy real/entiero àtri^

j

irérre

m tfcurio ogni forte dt riUeuo.e per tal'z^ia che ne

€llé '^'fta

*J)Unque

me

rtejcé

\

mirAhUmente proportionato.gctrhato , O* giùfio •

CI

J

ùdr bene di cominciar da quefla etimologia del n9*

\

detto]cur\o> conciofia che più propriamente pare eh' egli yo-*

|

gita dire ]curio^imper oche (i tengono quelli lefue gtttfte mt/itre col

a prender /trnpre a ritraf j rimaner minori più , C^ meno fé»

\

€ondo in che forma [ìfuol porre tlrUieuo dello fcur?^, che fai fi \ nfuoktfe ben poi per laforz^ dell'arte a chi njt mira le paiono

j

ej]h fatte con gtufttffime proportioni . ZJerrcmó adunque neìl ih famando tu tto quello effère fcurTjo^cb efi mo0:É.^^ii):gfjre coH»

Mro la yifia,ò per l'oppofito sju^erfì indietro

,

le

quali due coft

fono di cofi mirabile artificio a coloro che ben lefknno^ chefono ri putatidigntffimiin ogni tmprefa in materia di

perche quiut, oltre

i

què(i*art e. Et

U

ciò

ytfia^perciocheperle leggi di queft'arte è chiara ch$

àfono rapprefentati i modi veri ima

quelli

non yi pojfòngìà dom

^

perdo ranfjimifono quelli che ai dì nofirinon U fuggane al più che fipuote, attcfò che fé nellt re Ugiudìtto chefia buono,

€fere loro non ft fono portati bene di modo che fpicchino fuori fon maramglia

,

^

\

contorni, che cifono dìfficdij^ firaordma^

r^y e pia necefario chefi caglia del lume del dtfcorfo,^ per émbreyO* per i lumi^che per i termtni^oueroper altri documenti thefofra

i

'\

fi fentono <v€mre adofjo tal biaftmo da chi sntendi

i

>i

\

j

\

\

i

\


LIBRÒ secondo;

^r

V

\

hten^e, chefono t'trmtijoUenntfjmt gojji^ e troppo temer ^rij co» tejjerfi flccau in quello che e(ji nonfanno bcne^ perche

'.

nonfino-

uà pia monftruoJA cofi à njeder nelle pitture > ne più fpiaceujU tf gli occhi y quanto è di vno /curT^o che fia male mte/o Et pep .

àò

IO

modo mjjun fi confidi tanto if$

Tji auuerttfco che per niun

(è fiefjò che ardìfca fiirne pur fneljo di

i)

m di prati

ita, perche

froua

piii

oome accade

alle njolte che nelle tnfirmità

mirabili remedìj

\difficulta

maggiori

pati fono

rijorti aiuti

pi haurebbono

affienii

,

più affai

i

(^ su

che jorfi delle bafie cofe

,

adunque per gli fi ur-:^i y ,

il

quello iJt

:

fi

é

fi:Jta ^vn telgre tta

quelle di ferro alle finestre de

(^

il r die no

guardando per quella gra'a,

(be quanto

^

\

\

^

palagi

^

Cf* dellecafe

,

\

(^

,

r ili tuo

-^

1

\

,

,

quantità del

^

compone a;na graticola d te" per dritto , qual grata ,

fi

fàjjiin modo che gli ^atij del detto refe incrociandoli mfieme refi me di quadri perfetti , C^/r gli può fùr cadere per fino al Inumerò di dodici o più quadretti di poi quando fi njuole r/— trarre Urtlieuo fi pone quifio t elaro in modo che fiiadritto^

ehe

/

men o di gra ndc'wa diduepaU

^

tsr rincontro tra fé,

\

non

ben tirato , fy*fittile , nel/a ^er trauerjo debbono (lare tfilt nella guija che tutto di '-vecgiam fo

mo

*\

che rie-^^p ^li^jCt

che mefio tlrileuo, che fìa

btn fktto

il quale Ita pero

^ijegno pulito y che (ìa per

m circa

\

andòfi più fottilmenteper nuout tro*

{cano net ptedttti modi farà

huon lume ,

più graui fi

a gli eccellenti ingegni neUf

cofi

Il rttrouato

.

f ri"

difcorfo

qual 'vedrete^è tmpojjibilt à fkrli bene,

rilieuo,e tarte^ la

'^ìa

mi

«

qual^i Voglia luogo, percioche ni qui per gran manierai

ne per fìt4dto,riè per i/perient/i,nè per lungoyfoyO

%a il

non ìpetm

,

0*da

,

ti quale fi imitay

la ^'tflafcnfca

'Vantaggio

,

numero di quadri batterà nel

(^

<

di maniera

j

w

tutta la

\

di poi fi nota^

rtlieuo

,

al rettami

^uadft fi fiLCciano di Urne in su quella carta doue fi ruuclt

'

:\

2.

fir»


DELLA ^ITTVRA:

^i Urc

ildrjjegfio

,

o fia con piombo

,

jl

pur con altra materia puYchs\

o

fiano perfetti quddrt y Ò'IqueHi jì po(fon fiir di quella granaci^ t

\

Za chtjinjora, jkre detta figura iridiljègno ài modo che colguaff darti4tt4 ijiaper

U gratìcola alpredetto nlicuo/ì utdrà di quel]^

la ì rcffi che quello di /òpra

mo quadro per

poman

cafo

li

y>enà a battere

tlprì-m^

trauerfò nella bocca,ilfecondo nelle poppe , ilter?^

\

all'vmbtl.tcoy ti quarto alla cininray

@r copfno a i piedi ft y edram]

no/egHÌtar queììi fili a trauerfi^

quali Jaranno

i

m numero

pile

ì

i meno y alti, ebaffi^fecondoche piùimeno fi <-uorra fzir fcur^ì T^ar quel rtlteuo,perche quanto più finì cera verrà a capir in pia pochi quadri ,

^

)

tljimileft njedrà de

ifili

,

che difcendono gtiki

à piombo per il dritto da capo a piedi dellagrata^ pofli dunqiO*% quefiofermi con l'occhio prima nel rilieuo j e poi fu la carta t ome fi è detto ift ^ien àpore i contorni , ts^ le membrafecondo che ^ n;edeper quella dirittafu la catta di mano in mano,

fo di maniera che con pocafitticaper lo aiuto di quefii prèfiffiter-* mini di quadro in quadro incammando fi conduce al fuofine )fi

O*

\

i^finito diì

iontornarlo [ì ombra fimilmente col me defimo modo per ogni yef

che con quefiole giufiiffìmemifure^

ì

"\

j

\

le proportioni delle proprie]

figure ritrattefi reggono ejfere apunto rmfctte le

mede(ime dtfiof\ da loro y fé (i èpero tenuto il modo che\ inanT^per i lumi , (^ per le ombre date k quelli , e comi fi diffe fiactò'^eroyfipuò'^cdfrper leproue^ tali faranno adunque le Z^ neldiffegno che fi èfatto

\

i;/> ^ereperrttrar lifcurct ,

^

quejio i quanto intorno

a ciò mi

e parfo di douer dite .

l>eBà


^

,

LIBRO secondò: Della mifura

ff

dcirhuomo tolta dalle ftatue antiche,

e da pì^

naturali, cmifurata per

due vie , delle minute parti dcìh tcfta con quali materie fi fanno modelli cper quante caufei Pittori Tene feruono, ,

della

i

facilità di

farne molti in brcuc tc-

po da valerfene bene, 6c come quelli fi

vcftinoperpiu viecondiuerlc

qualità di panni,e in che fi

modo

imitano,5cin che confida la diiHcultà nel farh

Glt è antico ,

bene

(^ molto laudMe coftume de gli EceU

quando fi fintano hauere carrico di dotter fkr alcune opere honorAte^ H^ di momento^ tro->^ lenti T^itt or hche

\

nate cb'efjthanno l'muenttoni alfermofi mettono daje afiihricàt

di molte figure di ^ondortljeuo , intiere

i^ ai cercano (krt con

^ talvolta

ancora delle Jftorie

belle proportiom,^ gtujìe

mi/urc

élfM che fofjono onde Upìu

di loro lefiinno dt grandez^,^fior

ma, che ritrar ne '•vogliono

lor dijjegni in

i

famente nonfentA molto lor fatica ,

caytafinith^ ciò «r/tf O^ tnduHrta di longhi[fim9

tempo per trouarficome conftretti a douer mttterftin quella prat^ sica la

qualnon è tutta "Pia di

lorofi nonperfimtli imprefè,tl che

\finno (i per cagion de Hi fcurci , i

ti/icarne la

mente di più diuerfe

lume

sbattimenti che delle figure

quali ^ejjo ne fon dubbio]t\fi come ancora per cer^

nafcon§ de

il

^

co/e che nelle llìone (t richiedono

delle quali per lo artificio che in

giouamento

,

(^ dt tal jor\a^

efi'e

trouanogli e di tanto

che per ciò le loro opre come quello

the pano "vfcije dalijero le rieficonopoi beniffiimofipra

modo per

fioche più quellefi Accofi ano alia intima perfettione^chenon fikn^ mo tutte quelle dt altri Valent'huomini dipinteper altre uie, eper^

m vengono à

efiere

tenute in molta riputatane dagli Intendenti


h

BBLtA riTTVRA

€i

:^ tn molta prtcio gU

heni

tArteficiche le fanno ^ftchemìpay

di ragionArfipra t predetti modelli^circA àlftrli hene^ C^ con Jte/^^dittydf maniera che ref^tno di per/ètt ione édc4n^'4e ff fabrtcano dì cera tri pKCùlt

,

ay*

mefiti y

a federe

qi4.tndo fi

,

aitrt

,

le

^

dìfieft

et

^

m piedi

ejuando

pcondo

"vuole le fue debite

'Durerò

le

i

bijogni

^

,

(t^ altri pochi

,

Poiché

,

quefìe paiono fitperflue a faperfi

ci

il quale

dtceua

m m ano

O* non

,

^

che

perche

^er f^imo

g/ at^

^ualà

delle

,

che fnnno

l

,

come ne tratta zAìifen»

i

fono littori

alli

,

quali

Peccellente Michel «Afigelo

,

ti

che e

to btaftmo

,

^

la

conto alcuno

.

faranno quefte

Ma ,

,

lafciando

tre

din

t

licemnsfi

fìa

ella fine

lunga per tre nafigiufli

mano

bene ancora ^ per rutile y gii occorrono

da parte i

che di ogni pyoport tonata tefia

groffi della

j

,

le

(|

|

vi

>

mifùre

\

cominctan-»

del mento

,

lafu4

\

altri la fiinno per'

detto police dà' Latini

^

J

O* delle fue cofé , per non ne far \

do dal principio della fronte fino ^tufìa mifura

j

mano opera , (^ l'occhio giù»

,

f^ergogna loro

;

bfognaua h4uerlife]ìth€gli

%A\a fé pero fi confiderà in tante fue opere y fi yedra ch'egltnonpafTo mai t termmi deùe de^^ bite mifure , jì céme di molti fi "Ytde , che hanno fùtto con moU dica

\

forfè fondandop su quel/9%

y

che fopra di ciò fòle uà rifpondcre

Buonarotty

,

,

gli

Ma è de

.

(^ ejHadrati à quelli

pro/pettiue

le

mtfure

-i

maggiori con lajctar le minute pani-*

fottiglietss di linee,

figur ejli tarpa

§cchif

C>

,

m0

ì/^lcuni

grandi^aU

di terra, altri

/oggetti delle co che e^i dipinger ijogliono fé

i

KOI efporremofòlamente y

alcHm

C^ quando

fapere. che in tutti

etile

,

altri ignudi

a/^otiéti,

,•

ma mi par |

bemficio di quelli^ che alle njolì9\

a fate delle fiat uè di fiucco grandi

ptmuto delle mifui e della tifila

>

di dirli piti

Jo ho detto che la

h

lungheT^

dt effa fi fk di tre pollici g^ufit , cofi la ftnditura della bocca Ì<ver9longhe7^fi fk dt 'vnP , fimilmeute le incavature d$

ih

;

\

j

]

\


pfk cC'vn poUce fn;nd

ih ècchi

tonfino, ilnafi

re

XP fi di

^n

conU fronte , le /e ne dà ^'na per

delle quali

,

alio

fpAtio

ToUtct ancora

'tpto

ere e tra

3

m

occhio

tijn

ftfit lo fi?atio che

del gno dell'erre echio

\hez^

mifurandole per pn douB quali due parti f dmtde ,

dell' or re ce hia

bora ritornando alla

,

0^ quella

>

occhio

,

C5' l altro

è tra l'occhio

g^

qurfìo bafit intorno

prima mt/ura del *uiJo ,

la

à

,

al pnn^

,

(icome del me defimo fi

,

di me?;^

fri

ctò

la

lun*

.

qual noi dife*

con quefia adunque fi ijìen mifurand$ tuttala figura deIThuomo per ogmyer/o i cofidtma/chwyCù* 710 ejjere

me

dt

ynatefia

femtna

,

,

doue che alcuni di noue

tefle le formano t

tengono quefto vr editto

,

quelli che le

modo

»

mfiurano

col

minor numero ttfia

dtc$

,

all'ylttma pan e del corpo

collo

(ronte alla fornita del capo

,

,

C^ O* dell' njltinta piglia^ ,

del piede , fitnchi fino al noti coli» , $1 tìiujfif Aficl ^fcdp \ e^ef* allt

«

nelmod%

fiinno ti itrto del corpo per tre dt quelle

gola , Gno da quefia alle ginocchia nefanno due

no

t^ akum dt dtec§

chemifurata la prima

ialla fontanella della p

,

ne dan^

altre due

^ufii\> eh' auanzci

dalla

(s* di quefte tre particelle mefje

'.npemenefitnno *TjnA dalla fontanella della gola all'appiccatura ielle ì/raz^:^

»

^

di tre ne fanno le bra'^a fino allaptccatu^ facendo dalla palla al gomito rna Tejia , (gjT

mano , f due terzi , O* dal gomito alla Jmdatura , che aiwde ti hraccf dalla mano njna ^ 0* yn ter^p , lernamtnfteme ne fanno yna , fnzji il fuperfluo delle dita , che fanno ti ra.

della

^

medefimo numeno di noue

Ma quellt

.

t

quali "vfano

ti

maggio f

inumerò pigliano la prima mifura dalla fommtta del capo (Ino alla li

punta del nafo

,

^

quefia è

vna

qui alla fontanella de Ih gola ve ne fanno

te/la

yn

'

^

dtra,

€ eoa

,


DELLA PTTTVRA:

5S

U ter^4ArrÌHdn9 a qmllx itipetto e la quarta hno alTum-^^ bUicOy t U quinta a memhn genitali e co[i di due fknno la có*\

i con

^

i

foia fino

all' ofjo

^

fifenore del ginocchio le da que/iofino allaptan^à

ta del piede ^ve ne fknno trcy che fono dtech tpcr iltrauerfopot

tengono nda mifnra detta di fopragìnngendom le dita dijiefè chi

pure arrittano al numero predetto

ne fiarno

certifica ti più

,

Di tutte quefìe

mifurenoìci

^olt e fi col na turale]^ tp ficon

le

pm p^r^

ftttt fiatue che fiano in "^oma, delie quali ancorché uellapittura\

per ogni poco di fcu rzo che ji ftccia (i fìna rifcono ^i ordini

>

g/

perdonfi nientedimeno io ho pero yifio dipinte^ ò^ in dtfjegno di

molte

Ifì orie fatte

da ipià eccellenti ejJerefen^afcH^7:j di cofa chi\ , e perciò Jt bcnep^re amolti\

puntorilteuiin efic per tal cagione che i Pittori njalentmon

fucro

,

perche

il

effe

,

T'/inoperoiàinedicompalJo

modo che hanno deljeniirfhe /tm/^ri

(ollume dellor dtfcorfo

\a di

le

»

//

quale e pero mediante Uft.

CT* ciò è che inttndeua^

xMichcl^ngt lo

che fi e detto di /òpra di douer

»

il che ì\

e

,

r-

;

r//K/4|

afcienÀ

di quel fe/io^

hauerfne gli occhi, Hot con qualj materUfi pjifiure^O' fkccianj pon *^^-^^IJf /J> tty^.ia dico che tré quefla perche ella fia più ageuole à mancggiarfi^' (^ che haMa) _

più neruOì C^ nell indurirfi che refiiptuforte, alcuni

ci meftica7:o\

feuO)terMentina>et pece nerayaUriper terz^ d^ ITolio di linorilieuak

cTynpoco di terra roffa,

accio poi fi fiiccia dura^et

It

da ti coler ro/^\

JoyÙ* altri termentina^^ZS^ biacca j @r quali di quefie incorporate infieme in ynptgnattino al fuoco di nefzicciapafielli /f

,

modo the di poi raffi edata /g,^

con i quali componendo le figure per ti calor dt^

maniftyien conftruandofempre morbida a modofuo.

Ma queÈ

li , &' vettÀ bene con la qual fiaboz^ apoi quel ch^fivolcyrnentre che è alquM to morbiday^ raffermata fifinifce con flecchi di offa, o di ferro

che firmo di creta debbono torla (he fia fiata colata

^

(di legnoso* con ^nfenuilktto di "ZfatoJipulifce^Q^ Ji fit -

lifci^ì

Achi

1


&

chi piAct 'dolerli

m tal gut/ày

e non Je Itpuo fare armadura,

òttOynè di legno i ne dijerro , ne d'altro^ perche fendono , @r (ì irepano quando le s'tndurano CfJ<mó molti , / qttalf in queilc .

^fgmey che fi hanno à reggere inptedt ,

le

fanno Tfuote nel capo,

ÌP*nel corpo 9 per trouarie di£icilia. reggerfim piedi ^ quando ^^^ttouanorefjerfittte majjiccie, éMct fé le figure fi faranno gran di^ fi mette nella creta cimatura di pannilo borra , accio non et e ''

1;

\

'

i

I

pino ,

6^ à queBe fifit Soffiatura di

legno^ fopr^ la quale fi abo^

^^ano le^roffèz^e con /a ^oppa,ò paglia flretta con lo ffago^^ cofifii conduce almeglio che ft puh-alqu^nto inanT^,^ conia predetta terrafi cuopr e i^, \ga alccun panno mtorno ,

fi firiifce ignuda.prima cheyifipon O* l'armatura predetta fi puòfir yF-

»i»ilme/!tefotto tutte le figureychefiano di cera,òdt fiucchigran '^eiiO piscio ley. co* fili di

ferroso dirame^tS' èbenecce^^fiano

txm le fue debite mfuY eyuel modo

effi

che fi} infognato difopra*

ìtMa perche ènofiramtentione principale il difiopriruituttauia ^^lifenticrì di quefle partiycke il tempofi ahreulj infime con le '^fatiche

per chi yifludta:

fietrouato<'vnm()doyil quale

cofi

w molta acconcioi^ fkcik a

ci9 f^re^O^ queflo

ci

i col me'^ di

na figurAdirikeuo 'benfatta, della quale^ o fiadi mafchio, iyfia di filmina yfecondo a {he feruìrfi rjjuole^ io giudico che fé He fkccta

pe^iy

^

le forme d\ gejfiy

con qiteRe

Jorme lorvogliopoi^chedi

glie ne fé neformi quante *ft

di bifognoper hauerne

ìquì pétìrrk forfè ciò

leqmlh C(l^ fi^^ >'f9^^

piace^dicofie

nL^fta

copufia,

^

morbida

gi[ande ffioria,

xMa

-vna baia ypr'ima. che ^^IhEffetti di effiefifip-*

jonoinfiemeiii còmetutte

pra di^nifteffo

terra

ben nervoleffcy c> Ufof^

^iànobeneiio dicOiche.cmqueftamoltitudin^éy.^ ^^-gUre^meffe che

^' molti

jiiano,io ne cauo

fiicilita

difi^

cùvnagrandez^fi^

prima l'ordine del comporre

ilfiorté certi^mo^%^.feri%fdiffemy<^Kapprefioiole pofio ri^

ii^i'oi

Q

durre


4%

t)

ELL

A TI TT V R A :

élir,e tn ^Udle Atttmdme pv4

mt

htfogm ntl moÌ9 io rimango in qu^l dubbia

piace yZS^m

y drete > cibile (juaIi chi^irtljvno tomi fias io duo circa i lumì^gU fttiut.gli j battimenti,^ it pa^ fitureinèdt qm fe^òf fehjt nit4>;o ch'io [ia coji prim di menu yerfo queìÌA ragione aperta dddire^ che per ogni poca mia ath» ne che fi fàccia di "la figgerà rim ii^sndofene le membra di ef^ che

^

^

Jaydtuerjo effetto è forT^a che fàccia dal primo, perche rtjjimo y

^

fi concede .

Ma per ciò non mi

pez^ ijna buona figura la non fi Jimìii ancora condttrfi bene^i^ <^on poca ^(ica ,

pofj'a

(k

è -ve^

i

che ho;*

Ì$

ciò

fi può negare^

uendofi di piìé

mutamenti

\[

in diuet

atte/o che di*

diuerfiy lo fiorarla d^lftso primo^fi vede

qualifèm

f

pre efSere la dtfficultk per doue le o^afijmdano mfieme, <S*fitor cono in più m^di^ne' quali luoghi fé althor a fi tagliar di quella terra nella parte di dentro

,

i

alquanta

m modo che fi pofja. nuìn*

chtare^è certo che li ridurrà poi nel modo chefi^uole, io dicono

fia hrat^^ò gambero corpo^che quelle fi condurr at2o àtaì/egno^ che per runa ceduta poi di naturai buono^fi t ir era alla corrt^S

y

"'

)

^

den\a delle jue Vicine proportioni, 0*delrefiantey fi<zfedc che pur vi rimane tutte le membra intiere con Ufua debita mà^

giuHe mifitreif^ là proportionatafua beUèzs^di prima. Et per ciò gfàn fiioccheT^a è ^ata veramente di quelli^ tertajr fiie

che nel fare ilorómodelliyfifono incominciati àficbricarli da (4^

pò advno advnoypotendofi hauerne quali detti

.

infiniti ne'

Sapiateui dunque dellefacilita feruire

,

modiprt^

ZS* l-tfciate

Ce*

k

Hreme difiiculta à chi le^uole» Machine che imcora^nt (àpia che di Vna^ò di due figure di tondo rilieu ^ifhlam'ètecolruolpatle.ml

modo che fono per diuèrfé ykìììofif^ ne caumo molte. in pittura

X9* tuttetrafediuerfèffoitheciàpurfiveeéèddzhìpuntocon

fiderà nel Oiudttto dipinto da •^V^tchel^^g^loyluiefjerpfemha nd termine eh*io dico: U^è ci fino rmnWhchanm detto qum, cìo*e^h

\


^ift no se colano;

t?

membra k modo fui, immoiiàndotef rima Ugmnt^rititl^A

44 le

'iii^Hd C4/da,dcciò quelle àrtmorbtdirft'ijèniJj'tidallAciHalVt 4^

'9mà forfè rtufcibtU,i9 ne U/ciq

ytncw-vtdedo ^Htlioiefot/ediciòHccor"

léso bene (he LtotiArdo

"vnfm aUietéo m

^fecondo ch*w mrefi da dir e, che quepo/olo fiXì

ti

li

Ci> 'TJtfiono in

t'fyfh'Mài

yf&ffà

:

dr queli

opti

a

^

.

chi ia tropfo%

O* cht perciò tintoli pa>iit4

mujcoli mlJafi-^ura d'vn gioua,he; quanto d^u i^tcchm-^

a-a ^ij modt^e conpiU forte panni:fé qu:'ll$:\

i'i.'hqifi -VU'^I 'X*efltre

y

ÌVìtUm, htbbc àrdile

lìmite efferde c6ntornL<tMaperihe,Ue mofielii molli tuo*-.

"h-onìpy

ide

difptaceHo.

fi era Jermto di poche figure^

'er

^

U prouaatì arbitrtod'ogmmot:^

dt

oanm proffìylt i^iglh tela dt Imy^alquX

ì^ ymmolÌAfìtil^

'arctò /è pi.^ghe

rimandati jlsrt/je

la^jiiAluifì pùficfopra

pieol^t che lo

w

cretaltifutdilAgutjA dt

o.e

que»

<^ uet^gano più m^'hi-^

,

ubonfiantB^ ^^. (ivxen accon^àndif le

ignudo jt fcttQpiO. codt/int.mf^do i/econdo. ilpudiii^

i^^è\'fU^ili uanriofufiliyfhto^'ìmo-ìpdnmjuUitlJimafcfì

fiéo ,

U9rù canti a f^ re

t

cayigtannfttolt ejjoian^j tante

,

tiquat "va uà-

^f^rn nelld colia doUe-^e fifnT^loio^Wa. la difettila ai

tuttufau

nf'cànhpi'chtgtìtfio hentjopra l.i^nudo^enon lci)mpdtxequaii\

niente nei modo che fa lapelltjòpra Tojsa òl àrquaUfo^ma ne Uà

^natcalifara^ino adunque c&n ùrtutta

le

yUdt:ljvt*iiAf€i e uel '

(hrtiirjtdiqutlliAbondtu'ìlmenie.

&

Jitiportanza

(ìa

i

'

5c tjUàl fianòlc vie più

^

calcano j^ 4 fcxol aerano n elle opci e [enia come fi itnrano in quelle.

^

r;Vi

i far ^cnc cmonrjdellj t;ffettil;>i-ò,iii'cjuan'i moiì,ccó chcihirt^^^^^^

Di C|ù?nra '

v.

^0/4 ci refi a a trattare

cfi i

tiCjìeejJlr^iHUmQyet *v^

iffìc fltc,

(

5c facili, STmìcÌì

vtififa, ,

come fi

ò^iFiind crii

,

'

3C *

arfoni» iqualt apprefo dt noi fi

il più pdrfettomodo

j

di quello

ihe,i>er:;

artificio


.

i

ts^tìficiodidtjfegmfiTu^dè iituth delle fmMrzeft^f^reiìfifi^ meffiilt cfudtAppitjjo

colùrochttmMtgentU rvfano

le

i

Brade

'^(^rcy^ che can indufirU i tng^^ì tm intorno rifinirle bcne^fi, h

tnofìmm. còsìgwf^efiolkperì&pe^^tchejOfjopev douer fme, che li ^ f pare linm^rrsfHt poiJr^Mì.,dipo<a,ftttcalt fiA^v GioncioJiA\ p loj^che Ufch%%ty{di(kgmyitnod£UiytnM>4rdi^ tj^;tìi Jommé^ i

drphma jkitel^

tutte Cahi e^fkthhe hi

no ddìiltr.0 fine, neper altra'ijfett^

fe'tamentei

m fpaiij

f

d'efji cartoni

durate ^ non fi {uccia, i

nfii rnepet.

t

C^perdirm il

"vero in ri^c

'

^)

*

he fhu'^-

«

,\

prenfione di sfUeUtyc ht à fitrciofì cuvAnopOi 0,

^

metton luL' rniim^Jè ne sbrigano leggiermente ^

che fé pur

io dfco

e

rtfjìmtjegnici dantjù^thj 'clorJkriJhtii^ l'opere che fanno fia-'^ fio

per douer riufcirii

dent I,

^

dt^

po£a fiima apprejjo delle pei^/oneinteH\

che portino pòco amore alla

Ioì

art et (t''

jorfi mano alt

de in "un ben hnito canone e(Sera efprejfe di tutte le cofi le camina

njn modello di tutto cjuello quello fio, l

ifieffa^

dif»

ch'egli hk

-

,

^

C^

t

,

fkre%an%Ji fi pU9 dire che^

apera^fuorchtle tinte, tS^ per cw ^ucfio cm <V.(

gni tndttprtaye fiudio fi ^edeefitt ftmpre fiato Operato da, Mt^ chel iy^ngeloyd(t Leofwrdik f^mdid^ T^ajfaeloyda 7!ermo,da,DA{ nteloi(^ da altri eccellenti.^ .Hamilècita in qutftì

yedutiy

ti

dar loroopni

flnamtornpfÓ/ che bill

CI

fino t$ftmpni di

reffanoindiuer/^.

d incredibile WAe^, >

\en\olte re^^i^fe

»

Cut a, che fono, fj^^.^fi (fvj^^^ CA/è.de\nO'

O* con molta riuerenT^a^tjty^^tisgUArdo oM^fiJknm .

cartóni^ fecondo il corr^mune rofi ,che

j^«j>

queilt^

da rncycome^^

()ttadmiik fitulhcgme fofe meramgl^y fit^ginfl^AM^

cari^imey i

ci

p^/Sihtle Perfett ione

(^

prima Ihrntfurst taltìT^f

larghezs^d di quel luogOidum fi hadA fèr^Bpera

'-v,.o../.

s,

Ò,

r^ Jt poi

f

\

chekftgmr t termini di e^uelloyfi

tn ficHrijfitna^ ftrad<i con "Vn perfettifitmo tf^empio

i

»

honor Jho digniffirno di appreciarfì tra l altre coftyperciochefive ficulta pia eftreme^ di maniera

\

nnupcr^ndurU

p

1

\pi


.,

L^BRO secondo;

Ic^t

U

paHa boUita^fin che fi compie randezj^ dd p, edetto /patte^C^ poi fitti a che ^^ede , ft /«fi ra con attaccarla con colla di

^

jUa dtée dita à ton^if^ attaccafi fifpra delvt'éro pulito li

doue

t

[prii^^Xfii dtlt acqua dtntrOitirands) li ^{^fiiudi ndotuttA

.« atto'no xfifìouedfyche poi nello afcmyA-fi

rumm^A p<

\

lifo^.%

^ htn:d (i^fo^^ indi fópradi tjfi i?/ fi mifurày^jt: U éat;t.M.% >'af£ /òtt!Ù/i,mtc i

ta fiìpra

4it4t

ut co

d

cal.fjumero de quadì

,

che prima e^l^ hatéfdx

dtjjegno pucioto.che ruorrà imitar

fico^mncia a rtporfa^ conmdra tfè

i

the tn quel loro dtjjegno

be fia ogni coja pòfio J

i

^

fu audio

a'^e^ren'^^Hy.

*

^^\

^£icfitc^^4'à

Vede efiere^fin chtgli'Vidc^^

fi

propri^ luoghi

.

Ma ptr\hf.itfinodi

mak d-v/ar quefia grata-, .<C^4:ofi allegar'0 friuole ra^ionii con dir che e per- dmo afiat di quel loro aifi (fi

tua litiche dicono ejfit

^gno, ti

qual

grande col giudUto fi pofiitde del fiir

fidoja qual

v^

^^ •

>

par eficre di poco momento enea a quefiai pèrcjoche /(a\ vno aueT^^o quanto G Voglia aldijj'egnajrda fi g anUe^rwn rni

o/a

et

^ofion

g(k negare i(hf^ à

r4 della

"voler ridurrti

ijna ìfiortainc^rta

itaynella grandiat^Pt di diexi.^e talvolta di 'V.tnti. n-

y,(he

gran de-K^a dt ^fn^spalmo^ò poco ptùifiiome

fifii tutta piedii non fia

dio pili fkctltAlpti^Ja coirla grntas (he fi\^.t di efia. iokre chs

t^èti

ptanOi /èfro^etttuey

^

.

._

iiajArnentiii quali j.c-nont Idi

\gno. piccolo tirati a.mijmay(ì&de

fi

cp/i

Mte^i^. aggrandite nelle Jue ifitfie

ytengono ad

efiere ripor^

.

mfure^i^ pnportiQnhquafi

^sn^ fimc-^'\\aidn-fatdurìquc^ n/oler fijenta.fje i, diUtfOyeif^lk, Scendo

ot

firn djftgnati t ttrmiH*]pTffiffLt

:§fiepredett:€

Ima

e

mn filo 4tcodtiie\

etiandko din.tomoaUollQcau.tuita^JA

ta con tutU'éfuelie lofi che

vi

(i^fiinno

mate-^

dentro^ fé hen qu^Uefo-^t

nminutxfjimt'con lo efjere ficunfftmt di non doutr rader rnai n^fiticl?€<he

It

p9l^dr(jf<it^oMlfàl('i

m^tlfto in co^finfiom dah-

-^


v

DELLA? Ptl^TVRA'

ntfv

ue^^t'cnch^d co/kcètci è churo chtfijchifapuìe uhknfot(ttudÌ'»\ ¥

nedi/tgmy tqtédi fi /itol far contrajua yoglta prtma che tfjft tT&*>, Ui'tÀO li héino ai qtitut , zs" fm colui quanto fi umiltà, tsp rttfjmé ]

M

nmn^ t<^m

fi

wagtÌ4, cofifidjir (4 nto sii

dir (^'itllt;

i

il

egUi tfenpoida 4tieTttrc che ^

Ij

il

,

quella hmeprimitre, e/ié 1 e 0^^

po(h cairn !^;T^

p^rte il/uo gmdittOi

\^

per ths egli c^

ttdiijjegmrche e^li è fo»^^ che ognuno "Vt Cdfchi

tmp ìfjibite fkcen4ì altrtmr.nte

[^'

the egh lufiv^'m^

quale qua Ho che

fii

ì

mutar

molti di

\

qt^A jegnìcoindmliy^ dnioao^ riportarli à t fuoi propri^ luo-

g^tper diy'^eìli^cfg'^i) p^r

Uprmg

y

clyt

fi

^vcde

,

comhjiacff/iithe

ne tMtJJfgm pia oli

i./t

ci

èmawjefìox^

fi<inno aIcc^jì t gran dtf*

J'ttijO* ne i grandi ogni rnin'rno errore^dk "vljta

^^]

\

^.ìenionO'»'^

JciUto , {ltr'>tdAptrttiit<>è 4} bijfgno muù ruercametito^pn

f$>^^

mutare tfegm

catttui fen%d ^ua. daiepù à i urmjnt che gii e^^ rkn^ M>>fìrì'Vef- lagra a i f^ Yìjormatnt di buonu^ quefit J0'\

mtmìfdi Wio hò%fed^r*, a^ toììjid^ ati piit^hitt /àura À /^^^i/»' J^gfit, eTìet^i'dììomàvKajfAelley dt TermOi dtGiulto.dilJd'i^^ me-ie

,

{tyW* l hadeo Z^uecaro

,

^ de

gli altri ccectjòno <uiui\

tqùMt tutti affermano qu^i cheji idtttùtf^\ J&e ^enftmft.Ma mndindo siiUmedettattont qutiii Jìa efji

ani f>^ n>iihmi ^

fknnoin <^Ai'ij>rnodt, è

cflh

varie matter(e\fi tome té gj^ù dmef^\

fnciuan&tdiff^gnipiuoltyO* fé bendi afquereli^ %e ne fiano pochi y vene Jonone gii altri modi af]ai. é>enfimttyCd^\

fiìràt

che

(i

^

hro ^dùnque che fi comptacciòno^fkre dòtti che

ejfr h<tu

quelli su la carta bianca

aHm / corìtomi nel modo

predétto per

rh

abht^

war la fatica nt Ut orjubre ^voglio fi dia da que Ila. banda p€rA^\ U'i'ie

yanm

con ryn fpoltie^o che fia pieno odi tdrbonfeftoyé

Ver dt pa^Heredi Lapis negro

,

col quale fi

i

vitn battendo ùg^A

^lermentee siiqutlì^ fi batte ^ e fpQÌueraquellu9g&pcr douelf^ umbre ^iryamo vm /iure » ciàfiajattoinm&doihe wi,\

^

rmar/gt$

M i

;i


LTBIIO SÉCONDCr;

iVéì

Ifìmanga fotta "vn letto t^ie , che (tv^gga ptuche mezT^o appare^

ombregiato^ 0*tndt f* quelle ombre poi menti: trAttetJ^ianh j e compunte di Carhom Ye

"

@r tante

y)lte iojt ytjl ìfoprapongA

njadU

fi

fia

dt tapis nero^

peruengaà

tratti che fi

i

gli efiremt firn yti che fi faceta con quella dtfitrttk

guardo , che '

hnon

1

!

(iriy tn

coduma

fi

m^doiheper

d\ffegno

f

effo fi cono

^ìa ci

,

diiii'ìtf

ìxerca di nono \\ha(4er

t

co,

douer

,

O*

y

(^^rtS'

riffìduttwat^

efftr e effettifftmo

nel

yoledi poi oltre aldtfjtgno cheperiffcm

fio fi e tenuto tutta uìa in

ptirno

da t pratttchi

fkre

le^gier»

mano

che fi fimfca y

T>n altra maggior flttdtoin"

:

perche ptrtuttt

q^^eM vie fi Pi»

i^ d^icapo, lequalifkrfifogltomiikòrmaii'»

più certi^z^adellv medefime cofé

>

le

quali fono tutte cA"

mate dal -viHo con t aiuto della maniera , edattfìottellinelmo'' doche altroue se dettoci quali finiti fi "veggono poìeffirlifiu fciti di talfar^^per tlnit^uo loro cheft ipkchino dijù la^ar-* ta , dtmamera che quefiì ultiTji^ meiT^^i tiam atti k cofidmiid ,

quella ejèrérna perfetitone che fidefiderape^x^im-feCondolcNtg dujlria , <S* faper fuo, il me defimo modo fi tiene ancona -Jfo^ pra i Cartoni che fi fanno su le carte tinte , che fenxjt altroflen*

toput uienmegliothedopo i molti tratti ^an Udita sfumar quel"

Imo fi ce me molti ufano di fare tnanzj che h dtan^fine Hot ci rimane ilun^i àdare intorno à

li

con^fèz^tte di lana

,

^

di

,

quali

»

e d*andarli eòn molto giù ditto

che f-uengano pò omelie fornita de (gr difcorfieon

che

a

,

quah fòglwno

,

dei quali

corr/pofli

doue che con tal materia

li

poi Vogliono vfare folamente

àuertimenti

i rilieni

con quei

effere imitati ci

darli pigliano del geffò fiefco

tanto di biacca li

i

,Ù^

,

O* futile

modi

>

con altre""

infteme ne fanno pajhl"

gefo da farti

,

poi con queflo vi agg' ungono anco la biacca nelle

^uiù

accio

fono di quelli

riefcono affai njiuaci , ti

»

^Itri

"^

altri

fummita

maggiori y


i

.

'

I>Ei:iIJ^)P^I^TV'aAÌ

.W)4

maggiori y fi che per quefieyiefi fimjce.ogni gruntof^mdtfjim

gno

Mt ^

.

fktu^rltpoi tUefì y

i

donendo^ dopo qutflo calcdr i con

jOc

^'torni.diqHtllo sìt^.opereche.fiUHor4nQiUmìgitormodofièafi'

1

\

'^mrU con vnago , mettendoci vnahrch. ca^òn.fitto ni qualnmi

^nend& come quello dt fipra, bucutOyferue poi per fpoluevaM di -^fvoltamrixilt^per douefi njol dipinger e ^iìfnasfìme side ealce ^ \'jl

benché molti poco di

ciò

tientttttduia per ejiempio

primo Jl quAtfi fttoperAconi colon y il

curando/i, calcano i

mentre

fi

il

(he èptìf commodabiletlprimo . Horioflimo di hAuere finejmì

.ia/i ama trattato con molta chwez^a.itt hreutta tnodtr del disegnar e ^ch' IO promisp di ''voler fkre

ìipiiénecejfurìjt

^

pili fkcilhper aiuto di

mbreue tempo eccellcnti^con hauerli iiU rimedio ciroiallecofi cheti fona .

tutti quei

man^ycomeper

eh defidera "volafu^fi

auerttn di ogni conuenten^

di^^cili,

c^ mcerie.Ci re-

fia adunque difar il fimi le net trattar de no lori , la qualt e nel

V njeropa^ie molto

dtjficilc^ii^fiifixojai^ per i' opere ptii di

xCÌnecefiariav la otrdeiofier.ofìmilrnmte di -

,di

taageuolez^ capaci , kk

-\\^ dille

-Vm^

i

(:^

doun fiirùixoK moU

adunque prima

tr alt arem»

di^ntrliinfiemechenfìmo hellty

:i<é^ 'T/iiMci, tratto

ù^-tii^Av. i

<irrifc t

tutu

materie de i colori , dipoi delmodo di adoprarlt^ ac-

i'jsi^ompagnarlt,^

'V\j;N^\V

chiari,

y\:iik

daW ^fi s(^eJperten'KiU<^~,^.

fi fonomtefe

t

O^yedtite dunoi\

^o'i

i

..',.'

tefici.

"ù\ 4 vs^ \si Q.t(>\ \ j UI4^vc^^\ -

che fino fiati

acanti à

ì^oì

.

.

.

.s

.

,^

I

.Óvì \j.s:\'b\s\ I

i^^^w.V^ ùVeipmrvalenth C^ esperti ark. : '\

t C';^ir/j^rutiCi

\v\ ,\\

,

iUv.^-

...^,...,~

.

,

.

.^.a

..^^

'^^D

VÙ^ik% ^44l*X

DeUc

\

,


!

LIBRQfgvCeNpO; (Delle dirtintioni,& fpccie de' Colori,

105

& delle loro partico-

larnacurcjcomcdiuenamcntcs'ajconciano per far migliori effetti ne l'opcrC} con quali, acquanti liquori sadòprano; in che modo fi fanno le melhche, per trouare' cjual II

fi

voglia tinta,&fpecialrr>cn te delle carni, co Icdi-

loro,lrcòdocheil nariiralc

crfc forti

ci

dimofiradtlle

p(ons,5ccome debbano rcftarncl tìncjdi tre modiprin cipaliàlaucrarli,& prima dei lauoroà Ircfco»

^^1 ^ ?*y 'S^^x »1

:

>tf(

Stimo (l/egh

^^^^^

'

colorii tcj'iah

bario ejjere di

ncoradi miniera^ZJ^

ìfarli

fìa noto

ad o^niTittor mf-diocre^che

s'adoperano per dipingere, dtb^

due fpccìe.^

arttficialii i

comrnuyiCmtn' e con tre

cioè r^aturali, che fi dicono

quali fi dijlemprano

licjHortit

àUuo*

quali fòno^ acqiia/olIa,et

Jl primo J? eh/ama lattoto a fre/co : l'altro^Ojftcco^, (^ il 'te r y) ad oji 'to^ Ma p> tmdy comfji sa, t colon artificiali non fi 'fanno mai bene col fi-e/co ^ni yi è arte chepofjìno dura>^ molto te» 'tigl'O:

'fo

mlTtfjir juO',(^ mijfimarnente allofcoptrto^C^ queHi per ciò

njogl ono Uoghi, (s* lettifiotto afiiutttjjmt : quali t a di ciafcuuo piafiche rutti

i

ma fi trattata delle

pm difìintamente

colort.quando di

a i luoghi loro Horfap^ effinon [i fiknno campi eguali^ .

rvanno mefltcati in duierfi modhpercioche di effhparte più

churi^^ parte piuficun^ & talché di

fi

fiinno

ijnfiol colore fi Viene

a crearne molti dvna mtdefimajpecie^per ef^ereilbianco^ n ^ro il condimento di tutt i : Ma finalmente dipendendo

Z9' ti

tutta

[arte dall' artefice, co sì gli errori, chediquefit najcono.ficau^ ^fanoyo per non ejfiere

da

quelli

malmefiuatiyQ;/

pervnamal ftcura,(^ maloratticamano

ih^

accordarli

quando efilli lauorano

,

mal cor/)pòfi i^o

intorno al maneggiar

di maniera che rejtino

Pieri,Jcbintti^O* 'vniti infieme,per le quali coje^io ejfiortatò Jem

T

pie

-


DELLA PITTV ha;

106

pre t gioumi che di comintso ytji

d

€ ITe/perien\(t,per

affatichino intorno col m(t^

douer cono/cere gli

effltti

di

tfji^

acdoche lon

co^ fir.urezxAfot fi adoprino k compimento: Conctofia co/a che fi me è intento principalijjimo delToeta il ddettare cotyartar tut

tauia nel /no poem^

uono cercare con

i

co?i

dmerpcoloriycofii medefimi modifide»

diuerfi^ O* bei colori: conciopa che ^Jc

ben

l'ifio

rieyZS^l'tnuenttom per fo^gettofojjero diletteuoli dafi ft effe ^fi

modo di [piegarle non a^gradifie a gli occhi de* rtguardantiynon potrà mai prodttr quejio effetto^percheda co^

ilcolonto^ch'e

il

bene accordati, fi ytene a partorir quel bello ^ che gli occhi rapific de gt ignoranti , e di nafiofi entra nella mente de' lori vniti^e

fiuìj y perche fi vede le njere fomighanz^ nafiere dalle proprie tinte, le quali quanto più fono rumaci ^ tanto più trattengono y

O* piacciono, Ò* maffime à i S ignori

,

attefi che ilpiù di loro pfet

nono per abellirei loroluoghhonde fonmoffi,e tirati fiù dal di'* lettole piacer che prendono dalla fvarieta,(^ yaghezj^ di quel lische dall'opere

più

il

ammirate per il molto d'JJ'egno ,figuendo

fentiment o delTocchio, che

il b uono della

in ciò

n}ent£ > percioche

yna bella varietà di colori accordai a,vende agli occhi quello ^che all'orecchie fuol fare

m cornjpondono

njna ac

ali* acute

or data

^(^

le

mufica,quando le vocigra^

meT^ne accordate

fiche di taldtuerfitàfi fkvnafinoraiO*

fa ^nioìie

^a

di mifure, onde gli

qtte&o,che

omponendop con

lati, (s* Jchietti,ne nafica

fi: ione

,

la

Dunque men

colorire

p rmolta

intorno

ordine diuerfi firti di colori

n^na ben dmifata ,

Cr*

tanto

dfiunita che paia

unita ^ (^

tinta dt

mefio

dfioidi

che non

jara in

yn panno di ara^z^o

colorito

accordata compnfit ione far a* quella

^

a

n^nìta cornpo-

qua- e in niffuna parte quantunque minima

modojccefaj ne

animi con meraufglta trattiene •

jommx tutta la fcienz^ del

Li

rifuonane:

quap njna marauiglio

,

ombre che non

fi

dijcerna

farne

k

v


LIBRO secondo; ^drne 'vere con iJtA

fetta.

^

lori ,

le altre cofe afjfrejjo

lejnejhch<i

,

e

l'

ahbagitato

fp

,

f^tr^ i

co-

non fi <^edranno troppo carrube ne amtnor^

^

ijerecon yna dolciffìma^ O* delicati/^ anione che rajjembn njna bellex^a che fia pura , e> fiam

\hAte^ tnafcbiitte^

ma

qutùa adunque fciià

,

la (jual terra fra lo accejo

,

>or

eggt^nte

.

^mpoì circa delle materie dà colon

\mo a raccontare per minuto qualità loro

,

,

ne a

dami

non

notitìa delle

perctoche le teniamo chea tutti

r;e

da r e^

^ccte^O*

pano note

,

n,a

Jt dira beu€ di alcune loro proprietà particolari^ con altri auer» ttrJ2snti circa

a gli

eff^atti

per alcune contrarietà che

Dunque è bene

fra efftdanonfine fkr beffe.

fi

trouan»

che cia/cun di

tfiifihabbia in feti ^f e e te per quanto fi puv belli purtf^.rm , O* Ìfcieltt y e con q%efio efferh intorno poi molto netto , (^ delicato ACCIO

fi

conferuino fchietti

foca aLramìRio^e

^i

che

,

^

dfi.nti

'foluere con gli altri color diuerfi

gran parte della fita pure^i^ hell* adoperarli et "Zfol pr attica

,

ijiuacita

,

^ @r

fé li lieua parimente

congiunta con diligenza

ìnuro non brama altro colore che

che

,

ti naturale

che fono terre dt più forte colon

^

che le più ruoitei ^

mlvfarli a fiefco tenga fi à mente ra

,

turbano

fi

(^

,

imperoche per ogni

>

'T/dda dentro

,

( come

.

Ma

s'è detto) il

che nafce della terdelle quali io credo

the ce ne fia per ogni banda d' Jta'ta a baSlanyi per effcrco^. nofciute . J^efie fi macinano fottlmente con acqua pura ,

f

€cc Atuandofi il malto con altri fimili

cho che qui

fi

adopera come

fi

az^rri^

sa fi

ttanchijfima come è comunemente queL'a di

lans

>

purgata

(^ y

di I^auenna

C^

qì4efio

,

la

Ma pel bian^

tole ti fior della Calce

Genoua

^

di

Mi-

qual prima che. fiadopri va ben fi fk da t Ttttort in ùià che prima la fnnno bollire

purgamento

modi , onde ce ne fino alcuni > al fuoco bsn forte con risolali tener bene Ituata la

fhiuma


O^ttA PITTVnA;

109

per leuAflt ^i^eU^fal/edme^ %/ diminuirli qitellaf<ff

// che fifa f^À

(il

nhxmrft troppo^dÀta ih'eÙ^ è Julmuro^ quando poi

infonde cjuetlA poi raffreddai a à IdriAy

mattono sUtrnxttom

cotti di

(ec*

{t

c^ leuatoh l'acqua ,

muo^alJote Jaquat poi

ajciittta sii

an*

^'•^elli^quanto è Pia leggi tru-itAnto è m-^'gliù purgata,: iijono

torà chi la fot terrario dcfo chel'hanrio co(ì purgai a ^'^ ce

goK molti arim tnan'^i che tadoprwe,

mofnpra i

tetti al di/copertOiCt

^

altri

U

fknno

li

la,

ttn^»

medifi'*

fino di quelli^ che la compongo--'

no per la meta colmxrmo,tlq'*ale e prima pifio da lorofiitilmt'^ te:

p è 'Veduto ancora^che pvjla allo /coperto in 'vn gran uafot O*

huttatoHÌ dentro deiicicquabollKay conmcfidxrU tutt^uia con 'vn baflone»

^ Udì ftguente

mettCi la al Jole, e(f.- rli bafleuolme

te purgata-, (^ adoperata per fkr le mefiti he

tlgnrrw

apprejj^ò y

ina non già per colorir gt tgnudiyperche dìfflalminie rejìarebbo* no, finita ejjereoffcftia

dccommodati

i

termini loro

fìehtìndo predetto,

.

Hora accorseli colon O* ,

(^ me[fi ne' loro ^uafi^

ac

ih

fi

rumo tUiilìy d poi fi piglia t cocch^g/hò ali ri maggior njafit^ ti, ^J q(*iui fi comincia a fkr le mefiiche, col metter ui prima del

con/i

biacco t^rat

m tre,o quattro di queftì cocchigliy ^ in alsretantt met"

delneroìma non però in tanta copia: dipoi fi prende

giallo.ò <ver migliorò az^^rro, o T^erde, è

\

fi njoglta^(^ fc ne njten metterido, C^ rnefiicando co

\

finefk almeno tre meftiche^l yna più chiara ter e in nuno

manco

color fihietto.che

pofi.^

,

di

il

modo chi

dell^altra^colmet'*

ne li' altro,

del medcjìmo co'or^doue jlà ne* cochiglt

C^ tlpmilefijk

ilnegro.o alirofité

a fho modo^ ojfiruxndo le defcrittum^ predette^quanto al tì$

uarfi l* -vn

\

i

^uefio bianco-tchefiè mefjò in quei cocchegli,o njaft

ro

\

va^

fidi color fihiettOiò qnal xltro

\

pm fin ro delfaltroyk tal che

i

on quefii

me 7^ di età-'

fiun colorefihtt ttofe ne può cauar quattro ^ò fit^tp' quante //?(•*' fiiihe fi -vuole, le quali fi

yiem à torre

daU^eJsan^io di l dtfje^

gn0

\

<

i

i

\

\

i

ì

^

i


LIBRO secondo; gndiO dite ertone btn fintio, fot de' co[orÌ3che

ci

qiselìeydclle eguali

Jt

%Ma

^.^»^^

delle dtuerjità

più mihutà

dimoHra. la naiurajnon andi imoftu oltre trt

U moliundine i tanta^e falene he pytjjo

può federe ^conjiderundo tftHttt,^

i fiori ,

d* ifAri ditone Ahandeuolì: conàojìa, che per

quanto

coJì

^ poi 9

ejjì

pano

(kite rntjcoian^

te fi fa le tinte njerijfìme dt ciafe uno . ^ta delle me Biche ccmté Ue dtlle carm^io dico che t ut tanta quelle che fono chiare^fòno fàt te con terra roffà, e biancone fi fanno cariche più^erneno pxx luelr :

U ^la che fifono dette di Ut rìiefiichcima non fono fmpre qtie-'

fiele medefìmc, percioche douehdofi hauerìiguardo alla n^'^ria

\

ition delle tinte Je quali fi mutànOifecondo ilgenere^Ntày I

Ok

qtidttk delle perfont che fimutanOiinfiirle che.fiano prcprie^^^ yere^è necefjarto di r.ggtun^e'Uidtniro le più yoite , quando del 'Verde,

fns ira

,

e

^ quando

perche e pm dffei ente poi quelle di.

rojfa fi tole della terra gialla

ifugiaru in /?>'

del gi^Uo^ e quando dtlì' uno ^ e deli alno ìpfic

aùbr untata

igtxm

ììi^lfrffco,

»«?.

ne

-z>yi

morello ymacf^

^

è be>*e the

,

pcomt>one quello [curo

le bragia (itogli

&cnfi

chefi vede fùre l'effètto

lauoyi a /ecco

i

,

m ìdo da voi che fi^e^ga efere diuentata di yn

fcuro e^^ualminteprimt che di su

ihs fica

-vecchi in yeceMj

i

,

che fuol fare

c^ in quellifnttiA ,

riefce^ è

ti

r

fio^ co-^

ruia, per»

di tal quali

U lacchefi^

ogi^Ox e per et e

quando

ilqual.fi fii cheferue per le omb^ e dt lle^-,

^arni fi adopera di quefìa terra ^ la nual ^va mefkata cqìì qu^L di ombra , che con quefie due tare fi fa cornmune minte ef-

U

p

fer bama^er tutte^del qualpotfe ne pone alquanto i^ altri eoeckgli netti

,

iS7*fè

ne f-k altre dAC omb; e più chiae^ con me ttery^^:

\md^ntTodiq!Mlk:mefliche dicarne chtw^eche

fi fono

compoHe

.

(^ fpmè lifcia -vna più fcura dell'altra acuo che le bah b no a corriffondere di mano in rhano morendo yerfo U chia ;

intnzi

%

,,

'^ ifii^^^^^IP'jfi ''^oUe del nero ancora in queflo

primo [cui o pi e detto


DELLA PITTVRA

^mo f ,

redetto di quelle

due terre >

^

la figura iO quello ignudo con 'quelli che in quefii

ta i

altri

Jcuri

quando fi yole ricacciar quel^

gU

( i fino di agiuvgono delia terra '^erde fihict'» \lttmi eflnmt

,

ne abhrugia^O* ecce ^nel modo ihefi è detto fiire deU

Ugiallaiy altri

pura fino che

tnafiimamente quando idi

a

e

yi pongono terra di campane ^ €

'-vogliono contrafkre effi

ombre delicate

donne Gioue?n delle quali ne mettono amora njn poco

carni chiare, perche «5^/4 nel dare

no dt

t

quelli che con poco giudttio

troppo

ha dì

abondan\a

,

qutui fi iole

carne più chiara

t^fi alluma

le

carni

,

,

io

^

"pi

,

perche

fi

poco dt quella meflica che fi

cofi ji accompagna ilt/ianco con efia t

dico con

/

od

carne pia chiare

fipra

^

fiompartono [opra i colon . ÌAaper non ijoler lafitar mai irf fi dietro co/a che giouar yi poffia ci par bene infignarui ancora in.

mo do

pene Hi fi fn cetano bene, acciò che da "voi fi pvjjìno adoperare fienz^ che "vi flenttno, e perche io ho n,'fio pratican-^. t

mano di alcuni Tutori , e dico di quei buoni e nel vero che più eram di ijergognót che di flent9 in adopradi , Jono adunque i pennelli coinè fi sa di due fine dùcerti pene Ut alle

"volte in

,

peli di ZJaio

,

ItadogUo

Q^

,

e

di ''Porco

àfecco

,

,

\

|

j

,

\

,

vn banchetto piano, fi piglia dt poi i perjcUt ì qtia» li ftano ben fatti y Q" ip/àtifino miglior i che nout , quelli

che

\

wdiy

^

"z^ero

<

1

altre fi fi trouanoficilmente , C" fk con lefiure . Hor fitJto ti componir/jcnto dtUe mtfiuhe con modo accordeuoìe , quello mejjo per ordine fipra d, yn ^[Je^ le

\

,

à quelli dtlnjtfi ,1 quali nclmcìlicar che ft ilrofo^ fi.

n^erde con

li

,'<

yn modofcarjo c> giuditi^fi^

tifino dipoi ancora per quelle fiar/e qualche rofitti ,e^ oltre

ci

nufianoil bianco fihietto con

yn

^ \[

nelle

colipare che (ì accordino hentjfimo mfi'emc,

lumi poi nelle fommtta delle Carni

\\

queftt fi adoprano

à

frefco

dei quali fochi artefici

fie

,

queU

ne fiinno

perche

-

1

1


LIBRO secondo: ferchej! troudno

tntta.

^'^eriarte, gjr Jrà »^^'*« fi portano

fi

che

tengono

ej^tre quelli che

Ma

a fkr

quelli da. fi- efio

ma^\o del /opr adetto pelo , (^ il nero 6^ que Ho prima fi purga ,

glia 'vn

'

che

^

da

(^

,

fipi'-

il

pelo bianco

O/? gli

ajjotìglta le

è rnglio

,

punte

'

,

da Vi^

non ci affaticar emo alt rimente intorno a

mi(Irarut il modo di fkrh s

'

^

migliori

t

ili

^ia chi ne njende per le hotfghe

calce Itqui» fi fa bene quando "vien bagnato nella più Vf)lte col fin/ciarlo tutta n:ia Jopra vn muro ruuiao , ti che

,

qiid babbi a jor'^^x di ajjottgltar quelle

pigliano , // che fitto fi ano di legname bcnjodo , fi gtufie diritte , quali non nuore bbono ejfire manco di vna dogma diuije in

le afte le

le

più forte

^

quan

grojfie

,

madicanepabin

e futth

Jottle

y

,

per le qua li preparato tlrejo pri^

O* forte

(^ ben incerato per

>

le

fi comincia à venire diutdendo ti pf edetto pelo , e cofi fi {k in più parti con lo affignar a ciafcuna dt quelle afiefecondo che e di lorola groff^T^conueniente » per poter effer poi quel

I

legature

le legate

do

t

àpropoì t one , e

coft lutto fi

peli in 'Zfn "Vafetto di

mentre fono co

fi

dietro

dt

,

nodo

,

^

y

mastera che tutto

la

,

agwz^

doimÙHtrfoihaQa la

//

»

^

fi ijicn

,

la

,

^^

mt defimo

la

tondo y

firettilsimo

che paft apuiito

punta dt effit pasfi per

fer quanto par che

lungh.^a

)

// qi* al nodo i

indi col filo

ia

<S*nelmt7^^

fa nel meK/.p

(^ che a pena

Hrette.^a del nodo (gjr

,

corpo del pennello fi 'Veggano

indi fi h ficca thafla <}gux\a

tuttalaligaturay

lì derato

il

di poi colrefio /!

peimez;!^ del pelo dtntro

tnan-KJ

erii tutti t peli i quali fi "veg-

€5^ intrecciati tra e (si cohimetterli in»

»

comparire diritto in punta

O* ripieno

acqua poHofi

bagnati a rimou

gono in quello fiorti

bagnau^

'vengono tuttama

li

U jferme^Ka

fi 'vten

eli

pot /egcn^

Infogni babbea con

gr offesa dt

effo

pennello di


DELLA PITTVRA

f^V^

dtmod:> che con

Tna parte dt

mefitefin appreso ti minor

ti

ejuel refo

continuandolo firéttii<^

fine , perche prima che yifi

capo delrtfo^

l ha fi a, &* datali-njnA

piatolo su yerfo

Ungo

tjualfi èlafe tato tan:o

il

arrm

ctie

,'

yn

rotta

ptgltJ^

//'

doph

refi a

yn

\

il nfio della ligatura , onda drriuatopal Hne cjuel capo che li refi a in mano ficca nel chiappa fi

chiappetto^ fapra il quale fe li/egue

fòpraauanz^to

due $ capi per

alla legatura di

lo contrarioft firingono jortcmc

fiorrtndo quello fitto a

i

yten h rimaner legato

tre

q'^ e Ut (itaglia

poi

i

talchi il penne Ilo

tapi i^uahtati dtLreJo è

i

ijilip

appare) ut figno alcuno

i?(,/j'JJif/joJen^

p fi fitdi quel pelo che troppo

M^ciò

irn^-f}

^ò* al^

fipra della ligatura

f "^egga ejjère tutto

dijfato in alerò

eguale

y

modo

ripieno

eguu/e, t^tìtlieììo fi r::i fi n^cri riduce eie fia^ ìì calcai fi ra/eita , O' fi

dritto

^

fiano in taigutfa

,

^

tuno mefio in ordine

fi

Jicagtona

benccmpv^io

,

^ finniche qucUÌ

y^ fili è altro

muro .per

e fiul

le più "volteche le

quando li

e

letto

a

i

oppor''-*

//

qual

color i^ dai

tual

peruten poi allo intomco fittile ,

pitture finnoefflttidiuerfi dalcrim

fanno , c> ciò per il variamento hs e cofi grande alcune ijolte , che afi\uga

der de gli aArtefctiche egli fk

,

preparati i colon

yìcnafiruirei dato che

^

ftligiAfiopraprfity

a

tutti

ntc in tr,odo che rtm

quel capo che finajccnde dentro a

ftian per/Oli chiappo cnn

di nodoi e di

modo che tirando dtl filo

le

,

i

^

rimangono ingannati etiandio glie^ertt^imi mafftri^ccme fu» getti y

(^ fiòttopoHi

lamente da

ef^i

allemutationi delle materie

comprefi

.

E pereto farà

,

chefino

ma^

bene a ragionarut fa'*

pra y^ poco con genèraliausrtimenti percioihe lepiuijolte leo* pere che fino tmportanttsfme jogliono efiere dipinte in cotal gutfiiydoue che in quelle fi mette à rifichio di perder molto di rìpti tationCy C^ di credito loro , feperloro mala firte nonglt ritjco-

no bene

.

Sapiati adunque che tutte le Qakinepojle the le fono

fui

}


LIBRO^ECONDO.

\

per ié ftiA moli A frefchtT^

\

1.

1

ì

I

I

,

ir?

/ùl muro per dtpingerui [opra, fono dt tal proprietà che riccuono

V

ogi^t color

benì^tmo per tutto t;»

njede per alcune hore ftar fermtjjima > fiorno y fi quel tempo f-ui fìUuorx di^ofìiffimA in vn modo > doue e

ben

^

ùcilmente,

(^

'vero che

m

^

con diletto mirubde di chi ijì è dentro pr Attico

in poco A perder l'humido^ loì e

>

di (jii^lche gtuditio intorno, •SHéLCominciandofi poidi poco

che

prima ft

è dato

^

riRrmgerfi ^ ftyedecheejHtlco

à rimettercelo di nouo (t mutai O^fkpcg-^

m cjuel luogo tfiejjo

gto effetto

ti

,

e pereto

gb huomim e/per ti

ma che ciò auenga cuoprono con color /odi ti C^ preflez^a,^

con diligenza^

con 'vn

pti^

tutto di cjuel lauoro

modo dolce affumatOy^

ipnitOypercw che effitardando^quellafi 'vnacroHarelUJottìe per

l'intemperie deltaria,

muffa

tutto

lauoro

il

,

^

perle qualità di

ma

et "vole

certe

manco

>

t

come è il/malto

quali per ef^ere communemente più groffi

corpo de gli altri

,

quanto pm

meglio fi adoperano ambi duiy uer la

che macchia

e

,

i

,

da

e>

O* (gr

il

e pia fre/ca la calce^tanto

in queÙo lauorare

ci

bifogna

mano chefiaficuri^ima nljoluta, Q^ ben difciolta ,

gii e porto

,

auertenT^ ancora quando

fi lauora nel porut alcuni colorijpercioche

pauonaz^

ejjk

ha

il che

^n chiaro ^^ efferto gxuditto^il qual cono/ce quel

tanto che nelle mutation delle mediche de

t

coLri perderemo a'4-

Tiar Qpofjano-ie quefio non e/olper quel gtornoima ptr fin che la calcina

mido,

ft

trouarà afctutisfima» po^afi adunqt la calce/opra l'hu

^

ben bagnato muro in tanta quantità, quanto fi yole

lauorare qftelgiornoy^ effendofi prima battuto la grata in quel luogo àfecco, a proportione come co fi ribatta dt nouo fui fi fi fa , con che confrontar quelle le linee con fiono fui ecco di/otto fi'ejco

f

O* tnii col piccoldtffe^no in mano fi 'uien fui muro fre/co

ciò

tuttauia

r aportando

cheyi è dentro futilmente con ^n pennello ,

tlqualfimmoUa in yno acquar eUo^chefa 7'

di

yn colore che tirt al

^

rcffigno,


114

DELLA PITTVRA.

^

Yoffigno^perciò che di (ìmìltmtejonfkcili i/ègnt^a rimouerj! tjut

te f-voite ft yole/e effimnpejjero hene^ perche à

bagnar ilmtde

ftmo pennello nell'acqua Jt/cancellano tutti via.

Ma/e fihaurà

il

Carton

finitolo quello

^ calcherà^

ouerojìadcprerà ilfpoluere

diej^o nel modo che ^difjeiè certo che

che fati oft

f-vt

Jermrà ajsainjeglto^il

contorna di nouo tfegni colpennello

li

htfognando^dopo fi njien di fuhito con

,

C^fi aiutano

mcfìtche bozs^ndo

le

coprendo ognicofa^con l'eper auertito dt porre uh tari

^

l'y^^n

à

pijprTdettt

loro

;

,

luoghhfecondo che fiveggono

6^ fa ciò

yna vnione ,

efjere

,

@r

tjnt?^,

sugli

fatto con tal arte che da per tutto

^ njna accordan?^

,

efje^

t/ (ta

di colortiche fimoUrino a gli

occhi piaceuolhaccefit^ ru^iti^ricuopreft anco dt ncuo egualme

teymtntre che

la calcinafi

moHra

fcrr/itjfima,

ncWeperfuo, Cov-^

ciofia cofk che quella foì bifido i colori dt Uà pri

pai te^

egli è necejjarto

ancora che nji fia la parte di colui the

uora-^ts" gli ynifse infìemeja qualli Viene

in e otal r/iùdo, ( tfcnc dtcjucùi

i

chefk buttare pia allegri fi concede

i

colorì^

tal Volta per

che^^ per altre firn il

>

quel bianco li tole

rtfie/Ia

U

,

di eie fugire co

^

dicono ancora

la calcina è afctutta, ti

luoghi dcue fi dipinge delle grottef opre minute di poco memento ^la i

j^

none già fé non noctuoìe fotto i

quando

li

ad c^tre riccpreisdoU

eguali fipcnfano

day li prima fatto ynao dub mani di bianco

che

ma bozxa in gran

le

color he però

.

Jfìone grandi^ perciò chefi ben

molto danneuole a ifcurt,^

molto dt '-unione^O* di for^a^

t[fr^ mollo centrar ij alla tnttntione de

i

quali

i

effetti

pm Valenti

vengono ad .

Horaper*

che habbiamo detto delle mcHicheyio non T^orrci che perciò qual-

chuno ficredtjfè che per

ejfer quelle

ne ito echio li b en compvfli

>

che tlmedefimo effàio apunto fare douejferofulmurn^ftrciò che et

hifogna appreffo la prattica delle tinte cauate dal viuo,ctfon$

dt quelli che per

non hauerle à mendicarfiilmur opprima

le

imU

tano


LIBRO SECÒ KD or

tì$

ÌAno con ipaflelh bemflìmo.,z^ alcum con t colori ad oglioyperciS

modi

carri€he,epitì rìmej^ej^ tn piU fianno pia luoghi fi[pargè mlcum roffty C^ Itmdhà i quali l'ordine delle me

che in <^arlj

\fiiche

et

non ci aniudiepero

ijole quafi

ci

che fia nella mente di colui che lamra , carni delti ignudi grandi j

da se njnafopra 'Vnione

g^ mafjtmamente

(^ diuerfi^neSe

quali

i

per

le

Inmifminuir

^

de O* la chiarc^a de / calori con ^n uap neli'ombra\ a moiano a che poco 0*Ufcino foco ftreT:^^ g tn modo che fi conojca che ti lume non è quello che la ^V4e7:^ genera i colori mx liJn chiari cheJtjfoJJkjz^edere, che doue più fino impediti // fino le ombre anco più carnche , c^ più certo giudit io ,

fideuCy

,

,

,

riptc?:e,

dunque è da auertire che per

tare icolori^mx firuare \pcrche l'omhra è

i ìflefifo

le

ombre non fi deuono mn

colore

O*

,

fk>Ì9 più [curo

^

di lume (come fi è dfJto ) enonjfi^

mancamento

Jetto di color neroiegli e ben njero che dalle meftiche buone i panni ,

(§Sr

milte altre cofe riefcono bene ijnite

conduce al fine Pittori a

i

Ma per cagion de

.

delle

^

i

''VA^iamenti che

et

quali ^e ne ijna chiara

tutto doue "Vanno

i

mez^t

^annoAdofio con

roy

^^

X fiop^a

fino h gli efi re mi ctò le

all' >

,

,

moHr:i

U

fi fin

ti

con fitcìlitnfi

njeduti alcuni

a maneggiar i colori^ finito con tuttii

naturale] de

c> due/curcy perche

che è più dolce

^

,

9^ le ombre gagliarde quale copre

la chiaraycon la

colorì

i

,

quelli pri

toccano per ,

(^ fuhito

ti tutto

delchia

ombra cruda ^ che Tfthadato primA quafi di

m rio che fitto

m2Z^ tinte dolciffi^ns

,

predetta /cura

>

O*

"vi

fi ^ede apparire

^ rimanendo ^

quelle che erano già troppo crude

con

O*

han fktto^vn ignudo

ma ombrano molto con quella Vt

nudi

dì no fin di tanto gran prattica

che con tre rnefiich e (ole

mezKJ>

/

,

,

perche

cofi

per-

ben celate

indi nji ritorna

cofi fi

^

conduce à

L

i

pur

debiti

j€gm


DELLA PITTVRA:

116

figm fiìi ombre. @r mc7^ dolcìy(s*fcHr\^(^ nel fine poi piglia l'altra che i

l'

efiremi fini,

ultimaJcuraiCon

la

quale ricaccia

ti

tuttofin agli

che dire fi fuorché cofioro facciano comparire le tnefiuhe [opra il muro nella guifk che quelli altri lefiinno ne i lo^ (t

vn certo Luchetto in Jan Matheo nella

70 cocchioliyma di quanti io ne ho conojciuti^ju

da

Genouiiiil qual al mio tempo diptngeua

Chiefa che era del Principe *'Doria alcune

ìfiorie di

qual fanto

aproua con Tn altro Tittor da Bergamo a/?ai ben y dente

Ma

.

certo è che di cofiui io ho ^tfìo per quella Citta cofe mirabili: egli

dipinge con tutte due

le

mani

,

tenendo

wn pennello per

mano

pien di colore^^ fi<-uede efier tanto e/per to^ O" rifioluto^ che fit le opere fiie con ìncredibilprefieT^a^é^ho ^ifìo più opere di co

^

fono le fi ut kfrefco^che non ''vi fono dt dieci altri tnfieme , Jue figure condotte con mtrabil Jorza , oltre che Vi è quella faci* litùiquella grattalo* quell i fiere'z^ che

ta arte

,

,

ci

fono anzj di quelli che

lo

Giac omo

di raro con

moU

loro

maggior

ti ntoretto

yenetia

zs* fatica Jcoperta dagli Intendenti

concettii fimtlfiireè quafi quello di

no

njtm

ne

t

tengon per pmrtfiolutoima nel

yero è di minor dtfiegno^O' e men confiderato dt l uca, e come fi con i colon e più dolce ^cofi è di minor rdieuo-, ^FJor\a lefuepit ture, Cofluiha fatto più njoitejen\a

t

difj'egm opere molto

im-

portanti lafciando le bozjj per finite, e tanto a fkticafgrofiate^ che

^ ^zfeggono

i

colpi

delpennello fatto dall' impeto ^ e dalla fie-

reT^a di linone per ciò fono poi da ejjere troppo confiderai e à mtntt to . Ma hafia che à prima Tifi a le diano marauiglia a molti de nofin Artefici:, fi the quefii-iCon così Jpedtte njie, e maniere a-* doprando ilor colori carrichh e con prefi e^^a finendo t lo* lauo-

i

ri-,

fon cagione, che

morbi l'^eviuacii fi

i lor coloriti

yengono à rimaner frefchifsimi,

non fùnno dififertn^dfe i JcuriiOirofsi prima delle Car

e qurfit fon quelli che

di:bbon prmaporne

t

ihiariiche

ni

i


y

LIBRO secondo; ifiif!

;n7

come/Uol auemre allt dubbwfi^ a i meschif2h^à t mal ri*

éMa le mefttchepoi^e tutti gli

/òluti

altri colon col pennello

me

defimo fi ^ntJconOiche coluhche lauora fi trotta hauer tttttama , O* {premerlo <-vnpoco

in mano ^perche col bagnarlo nell'acqua '

Hor fin qm condotto il lauoro nel predetto modo apprefio ilfuo fine,percioche quando fi comincia poi k *ve^ nirfintendo che la calcina è per fare mutatione^nonfi cedendo pia forbire il color dato con lajoryi di prima^aW bora (tyien catt t amente con le ombre liquide ^ O* Jcure a condurlo njerfi il fine perjeuerandoli intorno per tal njiaper fino agli ^ultimi edremu fit l'effetto bentffimo.

Ma Uuoraft poi li ignudi come di più diftìculta ne coltrattcgiarli per più •x'/V con

li quidi fjime

nje^gono condotti come di granito^

^

loro mujcoli

i

ombre, di

modo chefi

di ciò ce nefitno 'viuiffimi

gli eff'empij per mano di Michel Angelo ^di Danielìoiedi cefio Saluiutiychtarifjimi per le opere li

hran^

loroi^per l'vltimo finefé

danno i lumhcon quelmods chefi è dtmofirato di/opra per noi*

Hor quiut i pochi pratticht (ì veggono in breue douer rimaner dt~ fi è mal operato di Umidore di mal dìfeguete Ci comincia afioprire^e quan

fcopértt.perche tuttoquello che ricopertoyò

do poi e

che ogni

fon o

i

malfinito

la calce

,

mimmo

ji^ rtmef

e il

il

lauoro

diffetto fi

macchie

le

ijim

afciugato

a

fatto» è dafapere

njede troppo apparente , <sr quefii

(^ i color tfipYapoììi^ (gr malrtcopertiy

0*mal<^mti infìeme^fi che egli è fimpre bene andar maucrti* to intorno,acciò

non fi incappi in queHi difjordmi cofi danno

V^lfin poi del giorno finito con dtltgentia te

^i fi

fi

che fi hciura lo tntonicat o

il rimanente per il

uglta

fmuffhj acciò che il di cruen-

f

poffà congiurjgere l'altra falce,fen^a che rei appai ifia

fegno alcuno di quelle commiffùre

pe^zp à

fi

pe^ mentre fi fknno

i

,

che tutta njiafi tongtunge a

lauori,

(^ indi t fii tonni

pre-

parati daranno ordine a effurgar i pennelli con acqua chi a) a, CT*

a con-


DELLA PITTVRA.

Ti« a co?2-:^ar/t Jhchey

^

le punte

,

^

rajjtt tarli

bene^@' coft fkrmno alle me

agli altri colon col metter

fìmArnente nel bianco che e purgato gli altri e d' hauerne più cura che

fra

m l'acqua in tutti,(^ maf,

del quale come frmcipal

non ji/tcchi^^^ coftripope

muro 3 (^ finn Zitppxpiù <uolte3 (^ maffime quando e molto caldo^per la mat" Una feguente^^accio che poi lo mtonicato (ì maìitenga mentre [lU le cofe

A i loro luoghtfrihagna ancora

uora ben frefco per fin che

O*

cofìfono

imodi

'-vi

la fera, ti

è dipinto tutto quello che fi y ole,

che p. de uè tener d*intorno allauorardi fre

fco, infìeme con gli a:ierttmenti narrati ,

fondamenti

m tutte le

i

quali Vi faranno come

opere che njoi farete

,

con la/ciar poi alli

Tittori fciocchi quei loro fecreti fenzjt inuidia dt por ut tri

,

(^ le lacche fine i per Clochefé bene li fanno

dtuerfi bianchi

,

imptaflri brutti

fi sa però chiaro^ che ,

t

Cena

i letti fotto

-

con

a lungo andare diuengeno

O*ffiaceuolt, perche quefie rmfiure

effifanno

fio per aobagliar a pi ima ijtflagli occhi de i Volgarije nonfenbtafrnopoi di chi gii ha enfi adoperati^ (ì iitn poi quafile medefime jlrade che- fi fon dette di opra a fare le mefliche di chia5^4

f

ro e fcuro» conciofia che macinato il carbone, e ft fu di quefìi due eftremi

ti bianco purgato,

almentreme^l'unpiu chiaro de li'al

tro^^ à veder poi come quelli li riefcono^mentrefi compone ,fe ne fkprouafopra Vn mattone cottole non bagnato-^, aUunimcfii' cano in efje ter retta da Vafì,

^

altrifono che gitela

danno fotto

a vnifìeflo modo , <^n tal ordine parimente (i tiene al fingere le Pitture dt Bron'Kp,*vfando le meper campo

,

che tutto poi torna

fiche di quei colorici quilifinoteragiallajetoa:hetaj?er lefure nella quale altri me/colano terra d^ ombra con ejja , C^ altri 'tì agiungono pauona^OyO' altri negro,^ finalmente comodi fkttt egli

-ver a^ afre bene fi

di ciò nefia detto à bafian'!:^

qualf voglia frte

cofi

di pitture, ìAa

Come


,

.

nr

LIBRO SECONDO. Come

acconciano in più moii le tele, i muri , eie taucFe perlauoraruì à (ccco^con qual via fi hiiorano meglio,dc i diucrfi liquori che fi adoprano ,| oltre color comuni con qual facilità fi finifcc bene ogni cofa , & come le ne ^ Icrue hoggt dì gli eccellenti Pittori fi

ì

GLI

è manififii che gli Antichi da ducento Anni

m

qua i^erfino d tempo che VtJJèT tetro Perugino ijnr no femore intenti nelle loro opere import Antt à lano^ are quelle

à tempera y ilchefàccuano molto fotilmente fiìpraU

taHoUinelle quali iji erano dtntro icrtirijjaltt di coHonnette fkt te ion cannella ture, 0T

àyitei O* erano lunghìffìme oltra modo >

conùafeiO* Capitelli/enT:^ mifiira alcun a^ne ordine^onde iofii^

mochela cagionprwcifalechea

ciò fkreltmouefjfei

ter tramCKJiar quei lorofitntozx^ di (Imt amente %

loro Ciimpf di ero brunito

molti altri

i

oltra che ijt era

ricintty nflaltelhi0*

,

era per po^

C9n fkrlt ancora

pur per ornamenti

ftrafon con certe agu£j[ìti(^ an^

ac'-itiper tutte le cimé^di quelle^con altre tali fràjchejiej^dtlle

guli

quali ce nejono ancora

le reliquie

fecondo che patiua

la

mefihi^

nitkdi quei templi le quali cofe^crefcendo poi tuttanjiaillume

a poco nmouendo. Ma nelfin e difioprendofi il modo del colorire a oglio

deldi(jegno buono con migliorarjll arte^sandorno à poco

Iqual è più perfetto.epiufi.ciledi tutthfi è dtjmejjo il[ecco nel

modo predetto^ne più fi ^ede fiir cofa dì momento fu letauole^ ne [ti ^i

fi nji

le tele >

fi non colorite a

oglio,

0*

Ce

pure i yalenthuomini

ruono ta[tz;olta di quello^ i'nj/ano per quelle cofie alle quali

f ricerca fpedttion di mollo lauoro^come fi dirkpiu oltre

,

e

perciò con heutik ne tratt aremo, e prima cifircmo a cominciare dalle tele

oji

fi

,

fu

le

quali

dàfipra due ^

,

o

dopo che quelle fiono ben tirate fu it elari

vertrernanidi

colla dolce y

fez

n^a le


DELLA PITTVRA;

MO^

Je ne dà dalU parte di dietro y

^

tjuejio fi fk accio che

(ìwenga

à inzeppar bene ^^J /e le tele fofjero toppo rade y/è gliene giun^ gè con njnpoco di fkrma cernuta dentro^^n altra liquida rnanoyper l'effetto della quale [ì vien a/trrare bentffimo

fffme^ àfono t quali <-i>/ano mar?^ ben mactn atolli qual glie

t à rimanere egualmente apannato , di mefhcar con la colia del geffo lo

le

danno con'vna (leccafutilmente

Altri

,

ma

fé le tele percagiondel

portar(Ida 'vn luogo a un altro fi doueffero piegar e dopo che le so àipinte^potrebbono patir forte dello fioYT^rfi(ìtAgliano dì poi i feliy (5^

I

nodi apparenti rielpanno^i^ à

mente con la pumice di mcintera

i

minuti fé

che refimo eguali

li

da le^gìer

da pertutto,

X>i poi (itole qualche cofa in muno, òfìa carbone, ò lapis ^o,filiera fenellOyO ffoluere, @r fé

-^ indi

li

li

difjegnafufo quello che colorirfiyoley

yien Uuorudo co

colori tritati bcntffimOitquali

comin

ciando dalia biacca quato più faranno fim^Z^* Juttiliitanto pm yerra tllauor a apparire bello,^ rtguardeuole. Si trouano qui ui alcuni prAitichf}che con acque diuerfe compongono di piùforte

quakdanno molta f^fiuacita^for^

colorticon le

,

^

belle\';^a

a

quelle loro pitture, t^^fono acqua Terde^acqua di yergtni ffugo

di gigli trouandopneicon altre tal liquide materie^

fchiano fouente con quei colon che ceuono 'Tfna coniare i

ijim^ fopra modo.

colori, fi tiene la

Brò quando

njta

le

quali me-

li fono più adhercnti^onde

ri.

ìAa circa dtlladoprare^ e del

ifleffa delle

mefiuhe che fidim^^

fi dif^e dellauoro à frefco^ qui e da auertne che

biacca non fimefihia con toropimento

,

U

nefi tocca in luogo al-

cuno con quella per dotte ^uà aatoper ejfere immiciffimifra

effiifi

come quefìi} ancora con la lacca molto ^con ogni altro co 'or poi fi

può bogare ogni cofa ,

il che fi fa

con penne Uet ti di fé te di porco

agu^,(^ fi finifce con quelli di Vaio,fidtfle (erano commemente tutti % colon con C0II4 dolce^ &J ancora con

futili ^emon

punto

tempern


LIBRO ^ECONDOJv

120 qtéaliper la

gHU\

^ dtTùHOy^'erYtbbom yerdicoltempOiqueftì medefmt

(i ado^

timper A eccettuando da qtttfla gli azXi^rrty

i

fyano f Annienti iù le telefHÙli[jime tejjnte^o di damafco^o dì Ar ^ento^o di Jet a chejia^ (^V flempralt alt hord con gomma arabi cayO re)

dragante^^ lauorafidi acquarello aujo di minio cén $

pene Hi di Vaio.

M4 quei Uuori che fifino fatti con le mcfìuhe fi

nelfine t colori faranno lanorati cìtcmpera^

ritocchi

fi 'vedran-

no riuscire molto accefi^(^ wiuaci,^ maffimamcnte i roffl^ aprefso colle

,

ghi a

ci

è chiaro che tutti refìanopiufiuri che

(^fifinno t

O*

i

lauori deUcati^iml

,

nonfinno con le Ci fino alcuni Fiamen^

quali io ho ^-veduto meflicar gejfo

fi bene fi muta in più lauori molto bene appannato legieri) <0^ ri'

ter^ , C^ il firn ile net orpimento , chiaroir lefice perofi

i

mar^ conia biacca per

ti

che

temperano con la coliampere te che la tepera li farebbe TCnir troppo neri. Ci refi a a dire che fé le boz^ guardeuole,e/ói ogni

•dellefigure^

cofia

(Caltro foffèro diuentate troppofiecche

maniera che le fchijfajjtro terpofttione di

t

colon

tempo che fi fi

il che

amene

afctutte dt

alle "volte per in-

f

irala ci andò ti lauoro^ fieli proue

decolbàgna,riateladi dietro con*vfia Jfugna immolata nella colla che fia dolceiConciofia cofa che per quefia ''via

(t

amorbtdifi^

conOi (gir (i comouono tutte L tinteprimiere^ g^ e di tale aiuto che

fi^ien agauolmente finendo cgm cofa s Jlmedefimo modopre^ tiene quandofi ha da lavorar fiulmuro che péro fia ben detto

fi fecio i efie quello non [offe pulii fi fi uccanoi buchi maggiori col gejfoye

colla-, fiul quale poi

datali la debita coHa^fi li può agiunge

re ancora due altre mani digeffo ben dolce con colla difitmpratoy in tanto che liyegga effir tuttopoltto ipiano,0* eguali

^^ que^

fio fi fk accio che non refit offefio nella "vifta^^ene t colori, ìAa circa del lauorate fu le tauole ci parrà forfi buono il modo tUe^o che

yjarinogli ^Antichi predetti

,

ilqualfi vede che ancoraffarfo


B^LLA PITTVRA;

121 Ci

reBdper le loro opere the yi erano

dopò

infinite

,

conciofm che tffi

U debita coUa le ingejjauano con molta diltgenT^i O* su le

commettiture % yt fi <-uede efjerlt da per tutto pofte certe lenx^ dt tela Una con buone colle > g/ colge/^o riéoperte^per riparar che quelle aprir e non

fi poteffero

^

col tempo,

dopo l'hauerle tngeffa

te tutte egudmenteinei modo predetto esfirì lauorauano poi^di

fiemprandoi colori col rojjo de lì' ouo ai^:^4rri,

tia,^

,

ocon tempera^fuor che gli

O* quefti lauori (t reggono ejjer finiti con ijna patten

fnttca penteuolefopramodoyper la quale le opere loro ri^

u/ctu4no crudeyjecche^^ tagliente^e perciò è piaciuto

alii

ecceU

lenti moderni rinontiare cotalvia totalmente agli Oltramonta-

ni^ con tenerp tutta ^via alla perfetiffìma Brada del'oglio quella

dunque li più fé ne feruono per certi toro

comeenelfitr fejh

fcene

,

,

paefi

ciano con

a

i loro

yn modo libero

ladtterretta fco mentre

fi a

y

/opra

la

,

O*

con al-

quali gli accadono aUc

Signori ,

O* in quelle fé ne (jtaci^

,

e[fedito

col darli efst

,

quale poiyilauorano

njerdc o facciano colorito

di chiaro e fcuro,

^

le

tre tali rapre/entattonì improuì/e

njolte per compiacere

da

bi/ognt comuni^

ar chi trionfi

y

,

come fuifie^

»

m quelle

dopo la col

,

o di bronip^

perche tutti gli è riufcibiUstalifaran -

no adunque li modi breui ,

^

fàcili delle opere del

feccoilafciando il ragionare di cot al ''via,^

di tutto ti refiante a altre cofé apprefo

botegai con le

i

più

f^iliyfi

come fuor dt modo aliene dalla nofira in-

tentione.

Ùe


a

LIBRO S:EC0HD0;

Ila

JDc idìuer/i modi del colorire ì oglio tratti da i più eccella ti Pittori ,qualfù Io Inuentor dic/ro,dellccompo(ltìoni ; ,

più atte per le imprimedure, del ordine intorno à tritar i colori che non vengono offcfi IVn Taltro , di più forte nerijCon altri ritrouati di colori, del vero modo per far ì panni velati,di molte vtili vernice , lequali aiutano I colorisse

mantengono

belle le pitture*

di 7J Ci refia che mi trattiamo flint4m ente delcolo'* '<

nre a

oglto dtlqttAÌe

(per ef^er comefidtfe)

f tu per

il

fitto per cagion del esprimer meglio ognifuo concetto pereto egU merita che fi ne trattt più dtfftifàmente degli altri , ci affermano molti,

che di quefto ne fu tnuentore n.'n certo Cto^

uannt da Bruggta Fiandre fé, (t ftima che apprefjo de gU Antichi

non ci fu^e mai queHomodoy ancorché alcuni dicono che Apelle yfiiffe nelfine delle opere fue yn licjuor come vernice^ col quale egli

rauiuaua tutti t colon ricoprendoli colptu^e col menoficon^

do che di quelli

egli

ijedeua

@r vfiifituttama in legno,

di bi/ògnOiqueHo [ì coftumay

ejjerlt

m tela, ^ m muro,àbenche fui mu^-

To fi è ^veduto per ifperien^A di qualche tempo nelle opere

boni ^Artefici rv4fiire dtffettiuo^, difje che '

dei

O* di poco tempo O* perciò fi

Michel Angelo non Volfi

,

fkve

ti

juo gtudttto dipinto

con quefta> viasancorche egli nefijfi molto perfita/ò,dafià Seba

fiian o dalpio mbo, ti quale lo hauea tirato fin a acconciare quel' "facciata ai modo dp

kuendo piacere fi

queda firada,onde [ì Tfedechepoi non li do

rifolfe di fkrlo àfrefio

come modo più conuemen

fi a ifuoi pari per ejjer più durabili,^ da ruaUnt buomOip che ^ti par bene ti lafitar quello indietro ^ masti letauole fiaccate ""haffe

9

ouero

le tele che

pano ben

tirate

'

7J

^

z

ruengono a /»zjtppar


DELLA PITTVRA.

f24 %ftppar quelle con

fecco.mA

k dekte colle dolci ^ nel modo che Re detto del

qtéiui [ìmmn^natHtti

i

colori con Loglio di noce chiara

p trttAna

e doue nonfé ne trotéaStJttdle di

feme di limane fero

m^igh azKtér riinemsnpjcenaùri

artificut h rnn fi adopranoJolA

msnte peflifer color oche li <Tjendonoyt qudt Ji dt(iempranò be» ntffimo colpredetto oglio/ù le tavolette

quali t ut tautd fi tengono

delicattffim e di buffo , le

m mano mentre fi fknno ilauori. Egli i

in cofiume poi di molti prattichi di tenere grandiffimo conto tntor 720

à far tritar i

color i^

@r certo che egli è vn rijguardo da nonje

ne far beffe , percioche èneceffario che queUapietrafn la quale tritanofi netti tuttauiaognì 'volta che Jene'voìeUuaT'VhO

porui

t altro,

tlche fi facon molica di pane ^

^

^

ó*

xM a perche non ten

gono che refìt mai cofi ben netta , come fi f-v e de rimaner con quel macinati con tacqua^perció vogliono che s' incorniti li che fifono tifernfre a macinarfi da i più chiari^che farà dalla biacca^c ome principal chiaro de gif altrt,^ fi/egutti per ordine con gli altri

modo che dopo i naturaliy'Zfifiguiti gli aytificiali de i color medefimi per fino a gli ijltimifcuri chefir no i neri de i qua ^ife ne ijfano dipM fon e,per che oltre ti negra

pttt

adherenti a

effit, ,

di

f

di ttrra,'-uiftà ilcarbon di alice, quello di offa di perfica, di cat^ taabbfugtata,^ queUi che più fono adoperati per i figuri delle torni fono il fpalto, la

mumia ^^y* il fumo di

perche egli non ha corpo

»

pece greca,il quale

s'incorpora beniffìmo col ijer derame

ben macinato con oglioprima^del quale njife ne mette yn

terT^o

^due dt fumo che coHfi accompagnano su la pietra co^iunger" ut dal églio^O* ijn poco di vernice dentro comuney perche que^

fia vernice è di tal qualità che d^ forz a, e aiuto a tutti i colori , chepatifiono nelTafciuga rfi» Horfiniti dt trituri coloriyO* acco» ciper queflc 'v'tefifapoi dt alcuni di

effi

ne con alquanto della predett^^ vernice " :

f^na certa compofitiq"

U qualfi da da pertutt» nella


LIBRO SECONDO.

125

velid ftépirfitìeipercioche ctenece^Arìo'-vnletto coppcr cagiò»

ne dell'aiuto degli ciò

altri colorirai qiiai li diciamo

imprimatur a^et

fanno alcuni con òiaccd^gtanolinoy^ terra di campane,altrl

con "verderameibiacca^O* tetra di ombrarcifono molti che prima», tur Ano i buchi alle tele con mtftura di ftrina oglio^e njn terz^ d\

nueU mettono su con ^vn co Ite Ho oueroftec^ di legnose poi futta iji danno dua , ouer tre mani di

biacca ben trita^^ ca di

offjx

colla dolce > e

poi la imprimatura futilmente ,

ma tra Caltre di

quefle fi tiene efere molto buona quella che tira al color di car^ i

ne chianjpma con njn non so che di fiammegiante mediante Ia n^ernice che

m etara ^n poco più che nell'altre^percioche con gli

vede che tutti t colon che yi fipongono/oprale in Jf?ecie gli az^rri^e i raffi 'vi compari/cono molto bene^e Jentcì mutar/ty ejfetti (t

conciona che toglto come/i sa per prona tutti

i

colori

naturalml

ofcura^^ li fk tuttauiapallidiy onde tantopiìéfoz^p /iinno quanto piti effitrouano le lor imprimadure /otto ej/cr pm /cure 9 te

éMa/kccia/i tutta cerne qua/tdi biacca a chi non

f

y ole che quelli

mutino col tempo 3^ dimetta vnfeHo din^ernice^ con poca

di ro/so appre/jo che fimilmente a/ctughi^ e dopo che e afciutta (t

njienfopra quella con

vn coltello a ra7;^ar /òtilmente-^ molto leg

gieriyaccio/i.lieui/e'viè rima/o /upér/luo alcun» di colore^/i che

compart/capulitaju/iray

poi con diletto

nera

i

Cartoni

ciò che fi ò

@r eguale y^/òpra dì effa fidt//egna

^

ole colorire yOuero

che/e li batte la ^ratay come fiè dimo/hato altra

uè yO* perche quiui^febene i tri

colorifon compo/li diuer/idagli

non ^t è però altra regola

diffe

chefe li calcay ò §fol

nr/lauor del frefcoy pur

circa alle mefìiche di ci

e que/la differenza che quefìe /?

fitnno /opra le tauolette di buffo

mano come (t è detto

di

aL

qtuUo che fi

le

tuttauiatn fi tengono deuepoi auertire > Z^ sfor-^

quali

fpra, ma p

z^fi confpefa che i n^erdi, gà dz^rrip^ Cenabri,le lac che^ gra^

^


.

DELLA PITTVRA;

i26

grAmlinì n^iftunofintfjtmu O" mafftme negli evitimi Còprìmm ti

detJUoi Utéorìi de i t^italtprimdfiAbo'K^ano con i colorfodi,ùe

rò con quelli auertimenti,o* con quelle flìort,

O* più proprie

dotte AppreJJo

y

Unte che

fìfofjòn fir mi

di maniera tale\chefi '^^gg^^oejjere con*

il lor fine, per che

U maggior importan?;^ delie hot

%e conpfie a douer pare terminai umente

,

(^ con molta, ynione

fé a i loroproprij luoghi il chefi confedera molto per no douer dentar poi di nouo quando fé li ritorna [opra per douet tutte le co

darli

x

t ultimofine .

Ma nelle boz^e de

i

panni chefino da 'veUr

fi cogliono andar più crudi ajsai degli altriJi quali e bene farli eli quei colori me defimi manco fini , ci fino alcuni che nel fiirc

panni 'verdi tengono nouo modo, pigliano delJm alto gròfio con giallo fantOi e quelli mefi nati infteme su la pietr a nefin?w not

/cere fvn verde boniffimo per lo aboT^ar quelli, i quali afitutti li

f-velam col perder ame^fhe dentro bibbia 'pernice

commune,U

qual lì fuolmettere in tutti i colori quando (i velano gli alirt che Ipi è fitto.

Mafinitefinalmente che fono tutte le boz3ie,^ quel ijien di nouo razzando tutto quellauoro coUoltel

le rafimtte^fi lo

legterm€nte,con ilquaUfilieua tlruuidoiC ilfiuer<hio d^t co

lori che gli

erano rtmafifipr apofù, i\h fitto pulito fi tmcmin^ fi

eia di nouo poi con

do ogni cofi,

fir pm da finno con firnfj. mi colon lauoran-^

e tuttauta di quellifiando

uora a poco a poco , per cloche quefia

k mifiiche mentre fi là

a ohe quafiptu prefto fivt

la che fi copranole cnfeje quali fin già condotte bene alfiigm^tt

Jpecialmente

le carni ^il

chafijcmpre con modi delicatiffimi >

rviuaci migliorando di ^vnicne

,

^

(^ u

di tinte tutte leparthcon

fi può njfir maggiore davn ligente^O* accurato Artefice ^di maniera che finT^afitnte mofiri

quella d€firez:^a,^ giuditto che

va le proprie carni con li Ur liuidt.j O' ro/?etti che fono dal Viuo, dolci morbidifjS^ ry^iti^e

i

di \u

cof ti rmunente che fiapiuwofi

> !(g^

COÌth

ij.


LIBRO SECONDO. iòìri^ondente k

wnger e

am He ^e perche egli vi rte/ca

qtist luogo i quaìddo ricoprir

fi

ben chiaro^JàttiUinei qualeJe

chejftA

'-vuole li

125 be?2efideue prima y

con ogliodi noce

bagna dentro due dttay

^

su quel luogo , calcamfi la pianta delia fi pone con ^argerlo ygualmeme per quello JpatiOi il che fitto yfi

IO* dijltbtto

mano

vetta conpeT^tte di panno lino» perche quando rtman s' mgiali/cono

t

colon col tempo,

mal netto

^ que

fa /correre Jotttlmente cgnt tinta,

fio porge tal aiuto^ch* (gif

me Bica che fé li ponfipra >

fenT^ fichijfar punto,fi che ogni c$fa dififictle con fiiciluafiì efpri' me,quim glì/jperti adoperano le loro mefiiche con gran JpaYrnio^ anzj (come s'è detto

) non coprendo ma velando Jottilmete quel

che è fiotto, ne fkn rimaner dolciffiime , fj^ morbide le carni

panni ,

:

(^ ciò è così ageuole che ruifipuò ritornar

e i

più volte tn

i^no infiante, &* iut darli tutta quella per/et tione che njnhuù tno eccellente po[fiede, ilqualper njn accorto temperamento , che egli alfhora

,

,

minuta apparenx^ nel éMaritornoàtpanntchea rodare fi ru/anoy fé

cmofice,^

'-vja,

riduce ogni

Juo ottimofine, tene fZf alenti ciò (pe^^anoperche troppo gli offende ilvederli dt Vn color (ola, nondimeno non li Vogliamo tn tutto lafciar indie tro. Se ti pannofi ha da fkryerde^ il modopr edetto farà ^che dopo che cQ4ierdeynegrOy€ bianco fi fiara. boT^ato^che (la alquanto '

ili^tto

erti

pgiunge poi con <^er derame vnpoco ài vernice comune 9

,

e> dtgiaHofa^ao^e cefi accompagnato fi vien velado tutto egual '

mente con njnpenello gròfjo di nL;aio,0* compitofi battevo con la pianta della manoy ò con ^n pmmazjolo dt bambafi coperto di tela lina, fin cheti color dato fi nueggaefjer per tutto eguale^

fèn^

che vi appartfca figno alcuno dt pennellate

'pentfie

a fuo modo

coperto alla

prima

»

,

e

fé non

dopo che farà a-

fctutto fé li ritorna a dar quello di nouo > V* batterlo pure ffelmodo di fopm^redetto . %Mafe fi fitra di Lacca^fi tiert I

iii

cou


DELLA PITTVRA.

128

con quella ti mcdepmo fitti^

mcttendoM dentro della predetta defare d'ogni altro quando fi e per njelarlt ,cì

^^ermce^e così lì

è poi il/maltolti qual colore fé btn faxaJotilifJimOyegli yole effe» re maneggiato con una affoluta deflrCé^a^e con lefue mepiche

^

ne ordinate perctoche/e quello chefilauota non rtejce alla prima finito bene in quel modo che deue fiareè molto fiiticojo poi a accomodarlo col ritornarui /opra, perciò che ogni poco the Junjt tefit con

ipeneUiifi^ede che

la fua yiue'j^ai @r lo

l'oglio

loJoprauanza\

fi

(^ li ricopri

appanna di modo che in hreue diuien gializ.

%aytS*ilfirntle auiene di alcuni altri, pt Bandoli nel modo ch'tO

dicOfOuero lauorandoU troppo liquidt,€ome che molti cofi gli ado

feri Jenx^ giudicio hauerne. Hor compito dì ridure ,

prtre ogni minuta coja pulitamente "verfo

ti fine per

@r

dtrico»-

quanto pati

fcon lefor-z^ifì ijienpoi di nouofinalmente a conpderarlo^ir à ricercarlo bene con '^n faggio dftorfo con riuederlaacofaper co

fkfe vi è punto

di diffttto dentro

,

efecondo

ilbifognopoi rittoc^

carlo^riunirlO)ofcurarloy0*ril€uarlo con runger prima quei luo»

ghh(^ nettagli come fi è detto,fin a tanto che ogni parte mfi^<S* unitamente bellai(^ rguardeuoleyqut et fi" no dipoi le vernici l'effetto delle quali e dt rauiuarey^ di cauar tutta infiemefia

fuorA

i

colort^Cl^ maritenerlilunghiffimo tempo bellh

0* appreffahà for^a di fono

nelle operCi

(^

dtfcoprire ancora tutte

U

@' uiuaci

ntwuit7:^e che

fkrle a[ parer chtari/simc^acUe qualty anco»

ra che molti poco fé ne curino a

t

tcrrpi notìrtyforftpiuper auari*

tiayO* firacuìagincyche per vere ragtoni,nor.dim€no perchefono 92eceffarte,trattaremodU modo che

fi fino fktte,

g/ vfatepeti

migliori Artefici già morti > alcuni dunquepigliaua no deloglto d'abez;^^ chiaro

,

e lofkceuano disfare in

un pignattino a

tento

fuocoyedtsfkth beneJt poneuano tanto altro ogfto di faffo^ getti

doueh dentrofiibito che esfi lo leuauano dalfuoco^^ mefitta»* do


.

LIBRO SECONDO.

120 io con ntMO co(i caldo lo f^eadcuano/oprn ti Uuofo prima popò àifole, e alquanto caldo ^fi che toccdaano con qutUa d^i per tutto.

U

egt*almenfe,e qitefiayerfjice e termtAla più ftftttet

d'ogni altra che fifkccUiio ho veduto ,

epm IuJIya

^j

aria cojipeftHttaLom

tardi a da ipìu fZfalentiyC miju detto che coperà quella adopra--

ta dal CorreggtOye dal l^armegiano nelle fuc opere^Je egli ft può tredere a quelli che lifurono difcepoi ^ Altrifono che pigliano ma

Bice chefia bianco ^ (S* luJlroy<(S^ lo f^ettvnoin'X'npignattinoal I m/uocoy 6^ con e^o yt mettono tanto aglio di noce' chiara rhe lo cu9 fra btne^ (gr

cojilo

dt poi la colano con

Ufcta^o diìftre^ tuttavia mefltcandolo

yna pcT^ di lino rada in

€ quefii/uol ijenir più luflrafe

foio

di

"Vi figetta

allume dì roccha abbruciatole fitto

afjai^

"vn altro ijajetto

dar

fin che bolle un

m poluerefutile

^

e

di

I

queìldfè ne può metttre neUi azjiurrifini

^U

colon accio

fi

nelle lacche

,

ewalirì

afcmghim piuprefio. Ci fono alcuni che piglia

KO 'unonx^ dt fandaracha^e "vn quarto di pecegreca, e nefnnno foluere col peHarla inpeme^ (gr Itfzinnop affare per fétaccio , di fot popò in vnpignatttnorjouo io coprono bene con acqua di uita Uttre cottty^ le fnnno bollire alfuoco ben lento per fin che e be disfàttaydt poi (t lafcia raffreddare tnan'^ chefi adoprty e ftttcn fempre copertale quandofi ^ole adoperare fi fcalda a lentofu9

€0yquelìa è bona ancora su

gitano

il

le tele

belgiotnoy e lopeflano

a/ecco . ^Alcumpiu delicati Pi^

alquatofik due carte, poi lo met

tono tn una ampoletta con acqua uita tanto che fòprauan'^i quat tro dita, O* cofilafitatafiar dui giorni la colano in altro uetro^et

quefla

dafopra

i

tanto mafi ice quanto

Ì^ frajaqual poi le

lauoricol penello, tAltri ancora pigliano

Sandaracha, e ne fknno fottìijftmepoiuert

coprono con oglto di noce alfuoco nel modo delle altre dtfo^

agiungono un

ter'j^

dt aglio dt abe^o,

©^ lo itHorpora con quelle^ma mi bollir poco , S

perche la uernicc

colata ut

uernbbe

^


DELLA

PlTTVRAi iio yernbhe rv\p:ofi^e tutte qnefie preda te rvemlci we92tr'e ffaé no d'sf^re aI/Uòìo^ ms/hcAtio/empre con ^na piccola hathet ta,le quait pai coperte nel/ho *-va./etto,

fi

confermano lungo ttra*

p% cjn fd'rlìpm purgate^ O* Jottik. Qiiafitorialau'iahilcil finir bene l'opere f uè, 5(

quanto fia con quarartcfi nucde^^ 3c fi ritoccano ic pitture, che fono fatte a trefco, à lecco» '^ à oliòjpcrchi vuol conaurle per eccellenza finite. thipiaccuole

.

il

^arc ali'oppofito

:

&

È^fS* ^

Nònpojfo far meramente in qucfi'yìtima parte di \0à f/^\ non commendar molto piu quegli Arteftctjche auanti U^^i3^ di noijurono yche quelltichejt trottano operare ne' te* pi no firi. conciofia co/a che per quanto

je opere dipinte in diuerfi paejt, /le noue

q

'stelli

to

no

io

ci

ho veduto fin qui in tan

ho ma: cono/auto in que,

ijliimifinimsntii 6^ ejhem amenti, che con dtlet»

t at ione il^ amore fi

faceuano da quelliy(^ che in ijero/e

li

con

uengono^com'è nece^anot e da moUi de' quali /urno ancora t top p:)

e/qmfit.tmente ricercati.

Ma R come efft conofceuanoycofi è k

noi chta' o^che per cto /t/a na/cerè la /àtis/^ttione in tutte legc tinche ù ciò

m rano

con diUtto-^^ an'Kt che alle njolie con/i ma--

gnammo affetto quelli fi piegano njerfo tl/aciror di i//e *Xftene

,

che ne

amiatOyi^ da mor/ide ^l'inuidioli dij/efo^^ commen^

dato con merauigliaytmpetS che quefta diligen'K^ e di taljoi 'K.a ehi i'y/a con ragtone^doe per lei jt

congmnge (^/fa ^

h

corril/on»

dere tutte le parti dtlT opera compiutamente accoìàate,^ runi te tnfìeme /en'^ efjerui of/en/tone-sù

bra di

come aukne di tutte

vn belhfimo corpo immaculato^^

qtiii rnaefifinche

furono

le r/te»

puro, C5^ è certo che /è

ali* et a^che ijil/e ^Pietro

Terugwojpa^

ueffèro ben po/jiduti quegli ejiremi delfar con bella maniera^ fi

come acqm/ìorno dipoi molti^y^ che non/o/fefiata, iaghente^i^^ fecca


e

LIBRO .VECONDO: fitu > nel modo

t^t

che uncor firedc^io/hmo che If^ftefldipocogli

hmrehlfono auan-^^attypercioche nttle fue cofiinoào pmje nofce lamore-iO^ lo flento della diltgenT^y (he

parcella ^uale è nueramenteiche

dogm

co-

^It

altra lorà

da glt ejhemi diparte.

Ma ri-

tornando à parlare de* nojirt^io nonio yeder perche cagione cofi •^vilmente da moltiJtmanchiiejli pur tuttama vedencio di

topoco ^tilcy(^ *6pere di qualità^

te

y

ioo7iore fia

a

coim. che ardi/ìe di

quan

metta Juori

C^per luoghi honoraùicheftano parte aboz^zju

parte me:^o finite, alcune cofe benfatte

,

molte a fatica

(^

macchi at e y O^qutUo ch'è peggio^Z^ che ptujtcoflumAy e

U T^-.

der dipinger(i g[ Ignudi tuttauia di pura manierale ipanniy *^e(}i^fen\A darliforr^a con

l'

ombr

e le

^ch abbino un poco di rilteuo^

né meno ejjtrli datele "vere ti -/te, eh' è ùur cofa tani o necefarta k ejfer tolte di naturali njiui^^ da migliori ^per / quali difetti -Q^ fegnuproHienpoi /òpra di lui diuerfty

the qual tn nome 4Ìo viene 'uditiito

C nuout

gutditìji per -

d auayifJtmo,quat di goffv )Q:^ quale dinfingar

odiojamente rtputatOy

^ come

'-vibfjìmo finalm^^nte è

da ogniunOyO' que/ie macchie gli fono tanto più noccuo

alquanto ^lu da gli huomint intendeìJt glt fonofcoperte^^

Ha

ftmate ^nè qui intendo già che ciyaglia quelle iptlifime fufe^

pa^ gnttf conio ti meritOy(S* che non fi conofcapiu il buono da* gran che tuttaui4.

[t

dice daUe genti abietteycioèychejjt

diy ne (tteno^a conto de* più <-vAlentty(€

fimiy^ che per ciò l'opere eh*egli è Itcìto

tiycome che

cofi fktte

non

(ia?.o

non ne luoghi de gì tn^

Hanno pur troppo bene^

^

à quefli tempi àipafjarfine cofifen%a fkrpiuften

fia

fuperfiuo

fno douer effer quejìi tali

l* affaticar

fi

più

oltre:

"v erame te più degni

laonde lofiì^

daffaticarfi ne IT

arte delcal'^^laiOiper mercedeyche a dirparole^o a far pitture

me

riteuoltyO* per t luoghi honorat imperché seffiil dubbiagli sjorza

di morirfi di fame àfitr opere lodeuoliygli /aria pur meglio affai

S

z

buttarfi


,

DELLA PITTVRA,

Ut bnttarfìfì-à

i

ghty^ l'opere pertinenti à ^*mg€gm € JpecchUrfi

m quelle tante^e

chel Angelo, di Titìan tf le dt

|

doT^na/ty com'è l'animo loro , che (toccupare

eleuAti^l'nfficiode* quili

xMi" Macc arino, con quel

opere di l{a fiele^di

coji bielle

del Corregg lo,

i lut^

^

di

ì

quegli altri iciellenthda noi Kominatt altroue-.i quali tutti

ddigentìjjtmi furono ifìtorno

fedi cofiòro,dìpìnie ìnquefii

a quefii tjìrimi. Jo ho "vedute co* tre

meditele alprejt hte trattiamo^

con tanta pati€n7^,0*'Vntone di colort,ch' etìawdìo

le loro

opere

i fie/co pafjkno ogni *^Jo di mtri\o,i\ certi e fi nj e de efjere ne' lo» ro piccioli dijjègm ancora,^ w più di quefli^quelli di Leonardo Vinci,ilquaU finzji dubbio mti'tnteLigtìiZjii^fitptcn^a però tutti per quefli tftremt

.

li fu» dijjtgm '•vidàtgà alcuni mi^ fo

nutidi Jua n^ano,chc rmfuronomcfirati da certi Pittoìt Tccchi, mentre 19 /letti in ^\iUno,olire alleJue merautglwje pitture^ i

quali erano finiti con

yn modo,

^

per i lumu O^ per l'ombre tM

f

iofiraordi»arif,che quanto più io Vi con[tderaua,tantopiù re uà imponibile

mi pél

ad imitar]i,non che a far// per le mani d'altrui^ m molte co/e non ejfer men

O* nel ruero è mant/efloyche fi troua grata

la diligen'Kj^che l'ingegno:io

non

dico, che per ciò

cadere in quelli eflremt,dtl non/aper mai leuar le

fi debba mani di su l*o

pere,che fifiinno^dtl qual Vitto ne fu biafimato Protogene dagli antichi Tit torti ma /t de/ìdera bene njna diltgenxa,ihe fia ba fieuole,€

fi

non ofltnata^ O* ciò specialmente fi deue in quelle coje^

che/òno per douere

Har moltanni al berJaglio d'ogniuno: il che

amene in quelle, che fino ne' luoghi comuni, t^ dfioperti.

f^a

circa de'

ne' magnifici,

^

modii/èguendo tlprrpo(ito nofiro-, fitte

ne che fia ^^ e nel vero ciò molto difficile nell'opere a fiefco,^ maf/tme à quelle, che fi anno allo /coperteti fkr bene quefi'T^lti»

mo componimento.

Il che

na/ceper cagion dilla calcwa,e de* colo*

ìiMqual con troppapre/lei^fifeccaypafjato il midefmo di if <

*vifi

[

\

i


LIBRO SECONDO,

ilS

f

¥Ìji dipìnge ufi, O* per queHo io Utédo coloro, che à ciò vi prO" Hedono co* mez^ de t CaYtom,che pano ben finiti per le loro pro^' ^rie

manitferche pofle che fifino

le tinte

^ C ombre

,

ne* luoghi

fuoi,aliaprtmAfi U danno pot i fini de* tratti con ifiuri liquidi^ fittili.

Ma in quelle, che njarino al coperto,fi gli può k

erfitta Vntone con il ritoccarle

fiecco,perciochefitte

v/kre

che^ihan

bùzss fide^mentre che la caLe èfiefibiffim^iC dipoi quan*

le

i a/iiuttafi puocon 'ione

condurle à quella perJet

i colon finijfimi

che fi 'z^uoUyeJficndo cofi pertntjjofiem^ nocumento de* co*

m

ioriitna qtiefii pero lunghe'K^a di tempo ijeduti man^' fi fino tare:qutui nelritoccare i/curi,alcum ci fiono^iqualifie ne frnno

Vnodiyn

acquarello

dinero,^ laccafin a infieme^

col quale ri^

fi rvn bellifjimo effetto , perche t tratteggianofiopra,cowe fifiotfire su le carte, quando in tffi

oceano ancora

i nudi,

ne* quali

difiegna di lapis nero, ilcbefinno con "Vn

penne Uo

di Vaio

aU

uanto grofJOiOndeh ijanno con gran de/Ir e^^ conducendo ocOi

a poco nel modo eh' e[fifi

hflempera congoma^cht con

di granito,0*

que Rifiuti ,

co Ha doli e, e chi con

k

chi li

tempera,con

U

uale riefiono più fiurt^O* fino pm permane ii, che con gli altri^ tS* ciò dico per ri pili

quanto ho ^vifiofirCy^ intefi ancora Ua'Titto* Dunque con queflo tfiejso modofi deue ritocca^ "valenti .

re l'opere, che ji finfktte (i

rinfrefithino

aficco

sii le tele

quei luoghi,nelmodo che

di quelle iche finfktte

à

oglio.sì

come

.

M4

è bene ch'man'^

detto difipra:

nelle bo-^ze

ma

fifino portare

modo piti fiale, cofi con pia fotigheT^a i dafire iljuo componimento,^ mafiime intorno agli efìremi de più manzi,per e^ere

il

le carnt,de' cape/Ji^de '

enfi

gì occhile dell'''vr/ghie

,

e d'alt? etofifzitte

più mtnute,le quali non rimangono mat,mentrefi

nOifinite

li

lauora^

à baflanT^yperche fempre gli *uanno morendolo gliJcu

ri s'incrudifioìiOik

t

quali è necelìauo ritornarli più ruoUe^con

7

fol^


.

DELLA PITTVRA;

i|4

fiYiiritorndr'ptuaciyfrefchh'z;',jtti,morl?tdh (t^ piaceuoù. !Et

go iovnapez^'tta dt imo, che Ha

"vn poco

bagnata

co olio di

chiaroyfiche per ciò [imofin e(Ìer lufiì o,C^ bè pulito:

fce meglio su

Et

mce

ciò rie*

affinchè sic le tele^ZS- difubito finito^p netta puli

le

tamente co njn altra pcts^fciutta^che jiafutde^ poi doue fi uè de effer

leio^yelAnd^y

ì

bene che da per tuttofi Vada (Irifàando e^uelluo

ciò fare è prima

^

(^ biunca^

e

di

bijogm^fì vien ritoccando rileHando,wdoU ^

ricacciando leprtfkte cofe^ ne à qucjiejilafci^

giamxi minutiaich'apenapoffa offender Pocchtoja qualnon Jìa emédatayts* raccocia lOquelgiudtcìOyche fi può hauer wag^tore^ facondo iifaper di lenti nelli

cvlut^pe- che cefi fi efen.pre

nfato da

\\

fi

k

^

piii tccet

tjircmi.^ cvfiumafittuitauia per chtVè pratticOtO*

è -vnx fir ada fkciU^dilicata^i^ ageuole. Hor

io fi

imo che fin qui

hxhbiate copre/o abondcuolmcntt qntpe cinque parti, sìccme Jté

nel princìpio propo ilo

q -uli ci

p4

-^e

hx

te rie

,

^

nel fine da noi dechiatate

ptr tal m)do espref^e

che fli non farete dt^l tutto roTJyper voi

eh a

^Zf olenti

>

tìJ

,

nelle

f o« o* dini talt >

fìtffi potretefaper quelìo^

Gioueni,<(^ forfi àprattuht ^lacfiri è hectfjario,

Ct refla a dire ddl'lfioria^ùer me7^ di cut Vedrete ra tutte le dette parti fi debbono

(j

m the manie

aaopagnare^^ unti e infit me.

Come h maggior itnprcfa del Pittore fia l'iftoria: ^\ (Quanta

ella fia,& quanto fé Ji debba edere intorno circonrpetto,auertito,&g»uditiolò: de molti vtili,& bel li auertimcnti prima cheii componga: cbecofaila \dca^ &qual fia la vera^& regolata compofitione: della forzale n 5cdcirvnionc de* colonie róquàtainduflria,diligenza, % opera al (no fine fi conduca

importanza

&

N dubito pUtOjche la maggior imprefa che da Vn'ec || cellète

Tsttore pigliar fipojfà,^ per doue ognifuo co*

'^

^^^ cetto debbaffiegare,no?j Jia Veramente quella d'vnd ifìoria


l

LIBRO SECONDO.

.

US

ftorìatche gli fia propoflaidi tal qualita^O* J ogetto

W€r ^

ut pop* dtntro co/e diuerttjjìmeìe che(ìano dt

,

^

ch'egli co*

mometo^^

luogo per tal materia lijìa cocejjh cofìben capace^^ abondetiache ilritrouato ch'egli

^i vo!e/p telare yi habbia comodiffims

à comparncperctò che t» co/i ampto,^/patto/o campo^può^^ huomo gmditio/o adoperar ^ ageHolmeteyO* mo/irare^ZS* e/prW

lète

(tere co tutte le /orzs del/uo ingegno tutto ^tde^

^

tini

mtendtnti/tfk/opradi

ciò è in <-verith

ir di colui /e

i/petto

ciò ch'egli

^à^z^pof^,

creduto tantoché copfiityche da gli hu9^ coftfatte irnprefè giuditìo

del '-va*

ben e tenuto t//er €<ceUenti//tmo^(^ que/ìo e

fi

per

d^Ua tnuentione,/ìper la di/po/itwne^fiper la '-union de*

olori.e /ìcorne

ancora per

le altre parti

che d^ intorno lipoj/onoef

ir con/idera, e^cmcio/ìx che fi come njn<i co/i bella opera ej/'endo

erjtttamente dipinta gli arecca lode gì Andi//ìma^ cofi ancor a /e ifì

ijedrk

tHiò

purmxncato

co/a nella quale il 'Vitto'^e

ran nocumeto

haibia peccato per ignori

ali'arte,(^ alla dilìg<nttaf/i sa che è

alle

molte /ne l

di,^ nputatione^ùeicioile ye fi

i hauer qua/idi continuo sugli occhi le 'fide

per/af

lodty

^

tibiafimo di fi-

irnprc/e^iUheli è njeduto hcnì^imo accader nell^yltime^t^

naggtor opere/ntte da alcuni di r/iolto nome ^

mede di "T tetro 'Tcrugtno dipinte

comegia/ié in

m Pioterà, ^y da /.^owenico

^ecci/umt nella cape Ha del Duomo di Siena /liapatria-i 't'.ilx

dt

lazom

)

^ pm m

U ?4n^erno^ in S. Loren-^ pur di Fiorè^a^poi

he adef/i in luoghi cofhonorati^<![S' granài de loro pitture rm/k i

ono peggio

aj/at di tutte

f altre fiitte di prima. (§jr

certo nel ofl^ i

ierar qucfte cofe^nÒ pojfo/e ne merautgltarmt di coloro (che pur :e

ne/òno)che dandogliene nelle mani pè/ano fur/i lodar per i/pe

ditwhe belli tnuentoriyf0fficitori te, nelle

ielle

d'l/iort€i con

dar lepre/io ptji

quali ^quando ft yien poi mifurado^ rie/con n^ui mae/ìri

con/ufonhpercht hAued' kpena

meuuto ilfogettoJi dumw a /or-


DELLA riTTVHA;

T|<S

^

j

Sformarlo con tamucchtar di moltt fi^uYe,f.nz^ rlgudrJo Je'tef

:j

m»i dei/a comfolitioney'-vfx.ndoii imQdiproprij^t chefi dìfe^chtì foUuÀnjkrc neltrotiAV l'tnuentionite cofi te le pianiamo ino» fera^^ tengano pure come Jtvogitaif cfò ceno sjaccidtamète^ poiché per i/poca studino dt chipm^e non intende,^ per lejklfi tjji

uppivrenre delle milte opere di quelli cojìfktte.e

l

u

II

nm inteje^ come

i

fer hxuer a ca/òferutto agr^n perfònaggi^fìvien loro tuttauid €omport4ndo,e fin chiamati, (gir adopratt a/chica^are t luoghi^

(^ {oprepm degne d'it aliai sì

che co (i pitto ahu/o è quafi

tra'-

|^

\\

\\

fnuUto tn coflume^^ certo par che chi più à quefla ytafitiene^ w far ft^eoga. di maggior gloria fi imatOydi modo che ti buon njfi\\

O" lo (ìndio di fkr pittHreychcbbi Jorma di yerità.fìpuo dire che Jia qtiaftfmarrito^e ijeramente no più

mente ft profonda

m quejli

'

\

coyjf'/.iutoypotihe cnfixiì\\

trrori,(cn tpeì e troppo

la/nue.^

dtcoloje^e per dirne ili erojbtnfino meji him quei per/m lìti e

ri\\

htm

'

f>n mifer i quelfafje^e quelle par etisie quali da co/hoT^c manifo^ \ no con tanta infkmi a portate tn luce V^e io qui "Voglio (Jjftr /. tu i .

m difenfione de' Signoriyche finnofre aftril^

to

ajkrejcufa

ti

t opere loro, ^^

dllegano^ch'efi non fanno ine conofono bene

"

h

epere buone,poiche è nott^imo al mondo, gir è pur troppo celebre il

nome dt que Iliache cifurono migliori^t quali hanno co tanti di-

fègntiCon cartonilo" più con topere loro mirabilt,cofi/quarciat§ il ''velo

delT ignoranza con quelle loroflraor dinar te bellez^, che

fi puh direycVeffì habbiano al tutto

rvogliono ejfere le

moprato come debbono , (^\ pitture, fatte da buoni, Q^ ^ert Pittori,

comefi può bentfiimo conofcere le buone,co l approl^imarfia le,to dico

^

quei'^

a quelle,che fatte furono per Cmanx^daglt attrt Tute*

i chi fa aUrimenti,e tenta altra flraduicome s* è dettoi (^ certo,chefé Rd Michelangelo ^e Giulio %om4no^cogtaltri pati di pò o ti Jaele, ri,perche

riduce l'arte^e féftejjo nelle goffarte dt prima,

'


LIBRO .fecondo: fo

YduluarftpottJ^ero

io

^

Himo che gran

iVj ^

dolor pigliare hùono

à

<veddr che ifi coft ùreue tempo jt fojjeJmarrito ilbuono^con tanta

poco cono/cimento degli huommt.

^Ma per dtrui injornma di ciò

tutto ejHello ch'io ftnto^tengo che munofia

giamai /ufficiente a

fare [iìone^che (iano dt cjuauhemomìto ne' Temptj^o ne' Irroghi h^norAtt delle Ci ti ù^fé prima non pòfedera, a ptt no tutte It par tt rjftì

ta de

contenutelo dico con tntti quelli auertirnentt^^ dìJficuU

tjualt fi

fono de/critte,

^

che perfine fi vengono tutiauta

dx noi dijcop^tnio^ C5^ non Jara dotalo dt T'» "X^macifiimo fpi> i tOi^ d'^vno ingegno grmdifimo yi^ eccelientìfiimo^i^ hon fiA molta dilìgentt^molto efberio^^ molto prudtnte^^ di purga^

'tOyO'mxrurodipofo predetti

^

,

afflai t( ut o-i^f

che [i/ia

^iorno,^ notte

habbicL di contìnuo imitato

i

ne' fiudif

Tit

miglior

torije /colture yt^ maturali, di maniera chenefìa dtuchUtoprA fico con [ingoiar giud^uOiper

conojicre^^ per condurre

n:> delle pitture, (^ che apprejjo egli

negHgen\a,òperfiamhe\z^

il

bm^

non habbta tralafciato^òptr

lo Jiud:o

qwdtantiche pur gii Jo

di

no attmentfysì come necejfarieje quali Vi furono da noi aaen^ nate nel principio

,

ìAa bora mt par tempo à dar comihdamnj^

to a^ìe (OnfiderationhO^ a gli effetti dell'Ifi or le

Tutore haucr nella mente ^na gii oprar ^z^uole,acctoch*tglt non

ratione.O* t)enfamentOi te

fa

1

Pittori

non douer

le enfi cfeate,cnncette

huomo è

e/Jo

ma che

ji

fa fen%a confide

co/afia !dea,diremo l/, euerntn-

jorma apparente deU

nell'animo del Ttttore^ ondeCld- a diti*

huomo '-untuer/ alitai luì femb tante fino fi iti l' idee

da Oio^perctoche prima

può dire effèr

efjere

ch'egli

'^oltua,^

k fimditudini

crcaf^efolp) nella

pai

dtlle

mcn

dipmJèXof l' idea del l*it quella imagme,clye prima egli fiforma @r

tele cof^ch'egii crear tore

fiiccia.

^Dcue prima ti

Idea. per le ccfe^ch'e-

co/a^ihe

effer altro^che la

giih'4ommt. aAltridilJeropoi iofé fritte

beili f^tma

.

le

,

2'

/colpii


1

1

DELLA PITTVRA;

ut fìolp i/ce

?2ella

gliaja cjualjubito dato H/oggetto li gli è necjfarto confederar

manzj

|

^

mente di ^ualla coja.^ che

dtjftgnarei o dipinger ye

}>

^

'-vien nnfcendo:

d

per ciò

ii

lAfoftdnTj. di quello, e "veder di

che qualità egli fia^come s'è di coja/àcrayò prof^na^antica^ò

a

rrìO-^

1

dernu.o pw'Jta qualche altra varia mutnti one non più dipinta^

i

fu la quale fi de ejjercttar di maniera, che l'iKuentione n^^ègain modo ahondtunte di cojt belle^'^ dtuer/e^ che non dentando dai fondamenti

della matcria-ipofìx dar faggio del Valor juo^ e di poi

hahbifi ri sguardo bene al luogo do'4e

va collocatalo dtpmta^acciò più njolte

tion fia tenuto di pocogiuditto in cw,percioche le

me

non buono yla rrwlta alte7:^ai(^

rimanere ingannati cttandio

^li

la

il lt4

lontananti di quelle

-^

efperttfirnhperdèdvhtpiìi la

fia^ch'elji non fiimauano^^ pereto ftn^'ada più

col difcorfn, (gir

\

\\

i

i

\\

fk h vi }

C^ptù volte 4 quel /uogOy^ quiui fé l imagmi ^veder come dipinta^ Ò" la mi

furi

v

i

come le figure princip.ili debbano

cjjtre

avo

j

\i

1

mefirmo àpar del ^-viuo C^ fkrft maggiore ancora haue

\}

dom lo Ipattoiconciofìa che le coje fktte con magntficenzjt rendono

he

ier che

(t

,

mtrauigl a in tutta l' Ifìoriaja qualnjia (ì è cofiumata Jempre da buoni Artefici jfk(.endole promettere molto più di quello ch'el" Itfono.

^a perciocheniuno può Veramenteformare mtieratut

ta li fua inuentiondne imagmarfela nelTldea^f^non

me ombra

per

gix predette ragioni

quafi e o^

\\

\\

\i

\%

di necelTita afchiT:*

j

T^rne quando Vna^<(y* quando Vn altra parte , e talvolta e^rs-

i

merla tutta

modo che

le

àgmja

co

fi e

di macchia^come fifuol fkre à njnfubito nel

fi dijje douerfifit>

primo libroyperctoche ilfar

e^quado fi

tratto^ dell' inuent ioni nel

\%

di molti fcht'^'^ è vttlifimo , perche

\\

le cofe,di mo^

\\

più l'ingegno fi fuegUa tuttauia .((S" s' abbellifcono dolche poi con più fermi termini fi proutene à i diffegni finiti ^

da

i

quali fi formano

no

i

d'JJègni di quelli

i

modelli

,

i;i

,

^

O" indi a i

|<)

con maggior i ertcT^a fi fin | cartoni ffopra i quaU è ccfìtim %

me


o

LIBRÒ SECOISTDO: mfV^dtY gli effetti

delit co/e delnaturale^

^

no coft col gì uditi

purgato njalerjtnei^per ctó non ufi fk cojaja quale nonfia. di

nuouo aiutata con U buona manierale ridotta

^nel fkr cjueflt

non

(i

in (involar

fgì ma^

f

cordi intorno al cowpontmtnto^ che

no

Jìa bene a rnefch^arui dentro coja che fiaftidri dipropofitOyoftn" 'jra molla raowne^outro che habma confufion difigurey c^ dìfìor~ dan-^a, di il

meynbra.o di cofe,che

fiano

troppo ftparate fra the^ rnx

tutto fia di couenientff numerOigrandiTj^ayCùlIocationiii^ jot

mi)

che poftt

mlume,^

cong^egate^patano yere^Qy

(i

"P^ga

che -ut bif ignano^anxi fiano

m modo^ che Ita di neccfftià k cjjer^

ut kfkr gli effetti compiti

Hcibhiafi cura bene che le figure ,

t altre co/è fixno pofle

m

.

modo che sfuggano fecondo

ti

(^

piano ,

//

quale (ìf^ ^/^^.^^^^ mediante il punto centrico, C^ la tnterfcca^ tione delle linee , ma gueflopunfo fifia auertito di non lo porre di

modo chti i Templjyfl^ leproffettiuCyche vi entrano non paia-

no che ruuinwo

allo'n già^ il che

accade ogni njolta^h' egli è pò-

/lo fènT^u ragione troppo balfOiQ^/tnzjt hauerli r tignar do

J^/-

uì Leon Batti fia nel fuo trattato dipittura-TOUole che cjucfio

fo lo a punto

^a

alto dalia Imea^che/ìa àgiacere^

quanto è

l

Cia

altez^

di quell huomo.che s'ha a dipingere più pre/Jo alla Vtfla , nel

predtttoptano:ma

w trouoìper quello e

ho conjiderato^ e cono/cm

toyche le m'fure di queUo^che/òn^ nelCl/lone dipinte ^ e ne dffe^

gni di T\a/kelo^diGiulio,di Ealdaf/ar da Siena tf/itegono lamifurapredetta-iquanto alla

e di Dantello.che

lunghcT^ dell' huomo^

ponendolo Vicino al capo di quella figura^che uie pia inanz} del l'altreyfe

ben e '-vngradofò dua^oltre alla linea^chefìa a giacer ey

il che ef/endo

alquanto pm alto^ci par ch'egli fnccta miglior efft t

quando ci fono poi pm ordini di figure difltntiyO di T tmpij^ i quah fi fingono alquanto diflanti dal primo ordine-, aUhora $1 punto fi può ponere alquanto pm alto,confiderata la d/lan?^ to:

T

2

adarùi'


(

DELLA

140

PITTVR'A:

Aci arbitrio dtlgìudiciofo Pittore, perche quandofi rìsguarda

cojajchefia cofiojk^^ grande ^(i ritira,

ter CIÒ i da pomi e in quelle

rà più commodo.ejjendo

la

^

<is*

punto per doue con ragione li pare*

eh' e chtaroicbe

no pianto più tocclto,^

ga

il

Lhmmo da, lontano

i

quanto

pm jirmra lontA

i^tfra diviene aliandOyStchest'Veg

ejjerper modo pò fio ^ch' egli fàccia l'effetto che fé gli desidera.

Ala perche conqueflo punto si digradano

i

piani^di

t

st

fanno fuggir le projpettiue^

quali s'tpongotìo

i

'

t^

ca/anuntt^C^lefi^

gure^Tf^en chiamato da pei Ifettiui,nonfìlarnente punt oima oc i chio^fegno^centro-,^ ornante-,

^

ciò e ilprincipio, (gr ilfor?da^

\

E perche

i

mento di tutta laperitia^ttf laproua dt tal fkcultà nha le ha/crittOi

^

ti

delta prnffettiua:

attato ageuolmente Seùajlian Ser Itogli

tp mojhato m

qua

dijjegno 5 tanto di quefla prattica^

^

^

per mcT^ di

ej^ifkrst prattico,fcondo ilfuo b'fegno,poiché /e in cajo di

necef

sita non st fapefè altresì he con qufflo punto jorma^e ilpiano^

llimo st faprtbbe reggere in fkr lo sfugimento ne De figure, ttJ

e con quejìa ragione, chef la

prima fguraiponiam cajo^fara in

gra'ndeT^anoue gradi.e quella fiapofla fuiprimo, tafjtoyer/àk ejfrfktta l'altra,chefara (gr njerrà

pòfia fui fecondo grado più

(^ tlter7^,minor delfeco

do: e di poi ben fntto,(^ è dirnìnution digranfktica

profpettiue,(^

t

che

,

cafamenti con lefùe debite mijure,sù

piccoli-,^ ingrandirli poifu ti

m dietro^

minore,tliheèpa la ragion del predetto piano, per ef-

fere ilfecondo grado minor Uelfrimo^

p^'.r

«

di /architettura inster/je^ch'è iajltuole a qualunqi buonprin

apiante^ et par e, che iji baflara torre quei libri

i<i

,ii

i

il tirar le t

difjegni

cartont,K^ Ju l opere con lagrata^

nefé benif^imo,quando t difjegm fou tirati con riiguardo

tutte le parti. Ci fono poi di molti altri aueriimenti

da non fé ne fkr

beffe, per chi tiene in riputatione

ilfio

m nueìo

hsnore

conciofa cofa che finjede effer santa l'ir/iperfettionnofra

,

,

che

s)

ji

i-i

\

'\

:

\^


LIBRO SECONDO.

14! «Vnhuomo jolo nopf4Ò,per dottOjpraiicoy O* gmdìcìofo che jifiA% njtàtr m^i tutto qneUo^che compiutamente vi fi ricerca , attcfi che talimperjettione^ accompagnata ch'ella è poi da quella affet tionCiche porta l'Artefice natf4ralmsnte alle co/e fueìè certo che

dtfùen maggiore

y

^

e mtar2to,cbe cefiforte /e ^It appanna

gli occhi della mcfjteichefìpuò dir anello efferpoco

cOy^ per ciò

è dì molta -utilità al Tutore

m ciò

meno che cit' par ere

fi al

il fot topor

ui,<y è bene a cominciarfi da diffegntyche tuttaun njten fk cendo,(^ iafcutta la fuaperfìiafìone^aaettarLt correttion degli

alt.

hu)mmi

fcocche compofttiont^ (^ l'opere mal dal troppo credere difé me defimo .

eccellenti, perche le

fatte ^nafcono ben sfcffo fi deh'je hauere Vnu j^ranleaw^ertev^i di non mostrar cofe

a

chi

tra nella

ma

si

ha gli occhi lipt^'youero -una

bocca,^ fi di bit a. pili

bene a

chi

cofi

nelcujre

,

C5>

Ma

fuc

le

-unaU

di lAfin^a^e-tthe d; dire il ^xferoi

ha tocchio purgato^isr- a'M-^) all'opere de' buo^

niiO't animo sì candido^che li panbbn fkr gran mile^fe diceffc meno ch'il vero^ c> non come fknno mo 'tinche lo lano in pre/t n* tj,e dipoi lo dileggi ano^(^ ridono dhauerlo ingannato,

huomint buoni^tp pjttUigenti, ti faranno fecondo

il loro

-'711

a gli

giudi*

via alcune cofe^mutarei^tg^iungerey (^J ^variare per guanto O* come li parer a di h fogno: ma non deue pero iln\t^

tioi toglier

tote obligarfi tanto algiuda io altrui^che pn>2^a fé in obli t.perche ibi crede il tutto adauriy pernia J miglior dei fuo: fk adun*

me che ildtfi'fgno piaccia à

te grandemente

,

^

agli altri

pili

rvalenn di te ^poiché la maggior e importatila confifieneL'hauer henemuefiigatogli attt,^ i moti con bella, (g^gratiofa compoji rione, O^ che tutte le cofe li ripefino

terminate

m ejfa bene colgì

ditto^O* con la mente ferma. Né qui fi deuefeguitar cjuellaju^ ferfiutofjL auertem^ydi nonfkr mailijnVifo,fénon bendiffe^

renteda gli ,'j

aàri,^

cofÌ

degliattivenganghafifettiy he meno,

mi pia-


DELLA PITTVRA;

14Ì

j

mi fi Ace qmìlx figura,

mifierio/à^O^ftraordtnarUi chedicmo fi \ doterebbe fkr€ in ogni Ifìorta.per mofirarft intèlligenttima '^orté

i

bene^che tutta, l'IHoriaftmofiraffè nell'efjerjuo magnifica nobile^ O*

di

fiadtojktte nelle co/è migliori

t^

\

iArtefici.con quelle loro

\

(come se detto altroue) hamndo

tuttavia in mente la maniera antica^ rìi

,

maniera giganteaja ejualpuò efprimerft tale per lo.

^

le

\

compofitiom de' buo-

ben confide rat e deJcrtttiQntyO*

t erate in fimdi imprefeje quali fono necejjarie adejpr

\

^do-*

\

cono/et té

\

Uj O* Ojfèruate in modoychs imitandole , cerne per gutda^(^j Jcor per njna (erta fcit n\a lefue bemfJìmOipercioihe yi e

\

O*

^

fi faccia con l indi4firia,tn che

fai

o

effi la

dimJanOibelhtiima muentione t

dfitgnoy (gjr nel componimento t^i ha oramele n egli habiti n,a^

net ài ZS^ piaceuoleT^^.coft

\

nelle specie ricchi\:^a,gratiay C^ r/a-

niera^e tutta wfteme ^iuezs^a^é^ Vnione.à tal che

le

figure

ci

fono difitnte,fiomp4rtitei^ or dinat eccome fi dtue^ empiendo

s

.i

il

Jpaf^ qua/ì egualmente ycol porle apunto,fuondo che alfoggeito neh ede^ ó*che tutte attendano alla dechiaratwnc delfine,per fi che qià ci fono le figure principali le quali mt appari/cono ma--

i]

\\

^

il

^

{piccate ^ (gj in que He opere jidijcerne qua (sano le co/èiche arrecano grarta,l§J' quAliquelle-tche dt^taC"

gniHcheyintiere^

ctonoy

adunque con fìmilt auuerti.'^enih^ confider ationi ^ com

fùngono

uè poi con

.

Et

Qini

peruepimt? che fi farà a

/i

i.)

cofia

con q 14 ale

colon

,

non fi de*

\

\

At»ìÌ

ìcHegh fàppia^ma fi deue Jtguitare condiAi

y^ con temperamento di terrspo

,

confiderando più rvolte

dxl principio alfine , perche deue

egli imita

t

quelli correre a/urta^perdefìderiodimofirare

tratto tutto quello letto

-i

le ìflavie. ^<?m^. /^pend0fi''val€nmll'r'jfeìuan7:^adegli\\

ordini predetti

^

i

hauer

(e

perpone^che

\

\

ii

)

fkbncate ima ne ITanimo con le debite tinte (^ indi afpetto fiàimoHri , con quale effigie , con quale eta^\:

O'in qualmodo

fiia

-^

megLo ^

\

J

fiu conucnunte allhomjiay}


LIBRO SECONDO. ig/ al decorose

f4f

qmm (i richiede hauer qualche cognìtìone

di jìfo^

Vin

fiomia,percheipar landò di qnefia parte -^Ji dice ^chc L eonardo

et peno piti meji a formar la teBa di Giuda al CenacolOiCh'e^lt di

tmfè in Milano nel refettorio de' fiat t di

S.

Domenico , non po-

tendo trouar te/la di natttrale^che rajjomtgliajjè h^tte^

^

imagmato douer eff.re di

com'egli fi

coli.,

"vn tal traditore-^nell' animofuoy

quefìa jìrada è di tal for^a^che quando le figure

fi rapprc fenta aUa VifÌA-.al primo sguardo fitpalefa-, C^ /ìconofieyche reti ci

defornigli an?:^ à quella forma^per

U quale efiatafittat ò heni^

gna,

ila

ò

àttica

tutte

modeftayò crudele che 'J

le

e forme-,

ella

ft

^(^ ti fi

cauto circa à gli

(^ ài mot 1,1 qualifino infiniti^ con in fibrica. di

membra^

^

appreffofifcuoprono quafì colfinto

i

Heffo^c

ddt animo ycon gli altri ac gà ajfettiy^ ade -iti per It quali enfi alle "volie il fenfi "vifiuo degli huommi ^efia mforfic^non lip-irendo Vedere il dipmtOi ma il T^iuo Cofi con

l) [finto,

le

paj^iom

,

.

'fia

dipoi l antm.z diquefio ben formato corpo^dal ijariameto de'

^còlorrcolmtfiicarli coH jimdi al uero-^che nulla vi manchi, ti che

del bello naturale^perche fifi ed l aiuto

cto,^

ìa buonnprattcaficaui la

foauità, (gr le

t

natura

(^

elfo ^mediante il giudi

ijagheT^M delicatezza

la morbidezza dtUe carni,poicheffa>gendofi

rofiiyt bia^ichi^

ia

da

,

U

m quel-

O^ t verdi ySt come jono con quella Vnwney ch$

porgè ^coft fi porge poi aW opere la granarla nobiltà^ la dtletiatioutìonde rendono p^r l'artificio che tengono fiotto

'^quelle

ci

belle\iefcoperta l'indufim di coloro, ch'operano con dilt-

gemiate fiudio^e non come quelli ychefknno iuifj loro parere af -ttficiati colltficiOyd

'dalle mefite he loro '^iie

che

amene dalla difcordan'^a de L'è

^

carni,

difuntte,^ ffiaceuolt. Diaft adunque alle te

di tHtte le maniere belhfiimagratia,<(5rautrttfcaf,che le pit-

ture mglion effer co dotte fucili, con efierpofie le cofe a

rocongiuditio, {^fen^flento ^perctochelafittca

le

i

luoghi lo

fi parert dure


D^LLA PITTVRA:

t4Ì dttrcy (§Sr crude.

f

O*

ti

C>

njenir fìnte , troppo me/thiarie le fi.

A?

titjeayi^li lieua c^uelbuoìio chefuolfir la ficUitàJa grattalo*

la fiarewa. 9{èfiano fra fi fitjto

dico (fHUJito

to x'Je

4

i

le

twtt in mi?^or

^liffaifr^a de fan

lumiyfe btnjono di lolort mtitr{t>(p

ombre foro, aceto

ild-'ffegno.c^ tlrdttuo

qHan

non rimanga

effe

modo i lumini me^yi^' gì: eflinmi dt tjjiaccvrd^^ ti, che ft gndwo da capo} piedi con "Vna Jlejla ijnione , poi (OH tutto ilrelif della rfiaterta^i^ per ciò mi piace Iv/o de' cangian ti m queUtyptrcuìche con ejji più fu i/rncKte /accordarlo piupan ni m'ieme^ i^ t lumi refi ano manco ^Ifiji, e qui s'mtinde in md tC( i i jcbe non di s ùcanoima che bLnijfìmon^iftiano accorcncofi

Joirnx ^ano in

quei

colori

fi

potigano nelle prtncipal pgureyt quali

filarlo

di Juét

natura più beili ypiu 'vaghi y(^ più 'Viuad^pcrtjjh quefie di

ma^

gior confiderai ime tra laltre^perche Jouono quali cerne pa

a^m

to

dell' opera Je

quali btfiijnache fijino lauorate di color

ri(co ni s'è det:o

m altro

che gli fino aùpreljo di

ÌH:>go

ì

p il: chia

percioche douendififir l'altre

mi lort jlatura jecondo

che poi gè l'ordine

debhom à poco^a poco perdere ai coLrty C^ ofité rarli^nelm'^doche [tèmo (irato jQu andò fi trattò delmodo aelri

dclpixnoyquflle

trarre

i

riUew Jl 'eccettuano

in quefio gh fiattitnentt

, i

quali

fi

terrmnano alquanto can l ombre ima può dnlamsntey c^ iI'ua* riar tecA'Hide* malenconiciy^ pallide, finno parer più a (gre gli alcrtychs glifino apprejfio.

VI moio^chs non

"vi

Ma (ìmili "va' lationi di Lho?/o tref

di qual li <uoglia firte yUht fia tinta

fn ilo dijiordi dall'altre Ipiaceuolmenteyma fi tei mini le

tà dy colori dtutfi con be'ioidine^jt ria "vna

(i

efjcrui termini di linee

,

ò d* altre co/e

duTf-i^A ag^i occhi de' riguardanti

e quelli

ejj'ere fiali

:

,

nwn

Tarie^

y^^gci in hutia

"vnmerfaU yniontdi queUtychetiriffai'ùcetJOy

h ideato fin'^tx fojfif^o

che

iti

l'

^

lfi(^r^

l

ab

eh arrecar

conojcafi fimilrtn »-

m Arieggiati con i^hA defir€ZSa,Qy prati

tcit


tlBRO secondo;

145 éen YiJJoliitA^accompagnatapoi da n^na pulfte7^^a,(^ di/tgen^ tAUyche non

"-ui

paia fktu

cofa,

con/isnto.ò male adoperatat né,

mirabd arte, Q/ con Jàct^ ittk per tutte /e parti /uè} ma quanto a (^ueiìo che è della mente, ih' è dconfiderar gL atttytm9tii(^ t gefit delie figure,ft proceda finita

ma appanfca efjer

:

pofia con

che ciafcuna fkcaa t njjficio fuo^hanendo Cocchio fempre ai dtc9 Y0yil..:j!4Ale

altro

non èiCbe quelioichc cornitene aliti perfone^ a gii

kaktty ^s* alle qualità dì cia/cuno, conhauer a^ignato

terrnttie^

legge,:^ ordine 4Ì ogni cojpiiperchi la gratia^ difcerneperq'4efia parte

.

O^ conaecentiu (i Stano aiunqmiijeuhì di ajjetto

g/xueje dinne va^hi'J putti ni "Ve^gognofey^

tà di tutte l'a/p^tto

le

coft ^i

perfone^

a>4'4eduti,t foldatt braut,

mt non ùajìa nell'attempati la

grauithiC

accommodato all'età-, ih'^f^i naturalmente dimojiranOy

jemplicttà de panni fé non fi Accrefce poi conia delle

U ijergt

mantenga per grado la cticeuoù quali

membray^ con la maefia,

^

,

con

l* artìfictb

njiuacita delle tefle

,

nelle

qtialifdimfinno ìl(^aud;o,ò il dolore Jecondo chefa di hijògno the egli ne rappr efintinole nelle ghuant fimilmentefia 'Xfnafin^ golar beUe7:^ima '^na vergine

(ifitccta

tornò fiaycon ^vnaria angelica di

humileyhonefiaiC^heit

njtfoy^ fia colorita

,

fi-efia,

piorbida^O* pa(lo/ay co' capelli sfilattybiondiju Hrwondèggtanti^ iC^ piumopyXegga^ abigliamenti di habitiyihe goydell' allegro,^ fiano

habbianodelva

diuerfi(^ nuom. Scnrgafipoine^ gio^

uani quellapfonte^^ay&^^iuacitAch'ejfi dimofirano tuttauta nelle f^eatt tonti

Qy

ne' putti quelle attitudini puerili ycon^uel

la aliegY£ZX^ n^ta dalla (implicita loro y^ ft;^ fiano condotti cat\

nofi;t ene f iyZ^ deiuaùy.^ finalmente e da tofè edere nel fw^ genere t<t

'vederfi tutte

bcUilsmeyO* perfette

tndu[iria,(^T fiittca in

y

ne quiui

falìH fia

tan

i^na parteyche faccia parer laide Cul^

tre^O* lajua bidiZ^T^a "venga offejaypèrche JoriO^alcuntit quali 5

.

...

y

fiinno


m f4«

DELLA PITTVRA;

^

fanno vndfigtiY(t^o due belltpme^,<5f con tutta qucìfarteicVeffi /annodo* che paijono "vfkre^U quali foìz cagione aWaltre di man cadtitgenttAyefÌHdìo^ arrecando [ertéil<uta molta difformitìk

Sta tìfiovU dunque egi4alme*jte copto/ayowatay^ lenccmpojiay^ m quanto alia hiUez^i^ alla n^'ai^hezX^^y ^<'/ ia^^ ruv^/ayf^ feijie cofaja quale tmpedtfcapuntOy ò di/-,

^^ ir opera

.

cordi airocihio^o alla

mente ^quant&ji può i ajfatnhiy^ i\rtit

di quel fallo conì'a.HCyZS' ion l'wge^noycnon adopertilnero^fi

non con gran Yisguardoys) di tutti gli altri

;

cerne toloi

pm

hutto,

^ (ftactude

ma CI na/cadayna fomma n. aneto, di

tinte

njna fomma anione ^^ in quejioft deporre ogniJap tre ^fkticoiy e HudtOi^ quando pei fi njede tfjer pìefjo al finché da confide^ tctr di

nuouoy che qutfi'opora epuhlua

,

^

che fi mprefi da

yedtrey ond'egli è bene inan\hcbe l'opera fiJ e uopra^O^

fi tyche prima

da

ntamfe*

^ rnofln àgli huomtni cjfercitattjìimiiml modo che

fi è d^tto douer fìirp^quando Uficcmpone^ cerne dicofa impor-» tantiffima alfito honore s oltre Ihauerla tralafciata più n^olte»

(^ dato opera ad altra materia, per poterui poi

f

tornar opra con

ftu libero gìudttioyperche effendoH raffreddato ilprimo feruwe^ quanto piU yi fi tornar a fu/o^tanto più fifura perfetta : finaU

àfùo modo^ che egli di prima baue uà ^ O' ftlpi troua

mente fidifcorrapotfrafe fecondo la tntentione y

tfe quella glt è rwfctta

^fjere ogni cofa con diligentia^ e ìludio finita

,

percioche gli oc»

bramano molto la bellev^à > la leggiadria,^ laperfetttone^ molto re» t^ non ^i effendoy la defiderana grandemente , €hi

^

fiano offefi^fe non vi trouano tutta quella cura ihepor '^i potrebbe yn accuratifimo cCiperche le cofe^che arrecano alla

^^

,

O* diiigen:i^a»

diligenti l^tmo ^Artefi^

mente de'faulj

fatisfkttione^

<^ contentezj^ì/òn quelle certo^ che deriuano daldifcorfo dell' teUetto^di colm^cbe èefferttjjimo,

ti

qua l produce quando chi accade

\


^

LIBRO secondo;

^

Ì4ì

éscckde tnt te kpàrtt dì^uefi'^trteinjcinmafeyfenìomfle qu(tU

f i detti pr imafepa^atamente

Jlno\come ne le

,

U pròpontone,glt affetti Je

i

lacQtnpoJtttoneJ''pnio

dtninttofiiiU uartetà, ^H a'ttt^

p^iom^con ilriman^fUe dt qtitlìt <ofe^

che

dmno la ma€pa ,

U^rand.-^jty (^ lo fp'mto alle beltoptr e . Trocuri dknejue a afeuno con ogni fiudio , che pano nelle /ne opere , acciò

7 ^

'

f -^

fPAcedo ad ognigenert di perfone\fAno notateftni"

pr e per co/a fingulare, f

^

^jr'degita dt

ammira*

(^ nonfilo notato e^ii ma ho* norato ancora t^" amato come

'^

"

T

tioney

'* i il

^ '^^^htéomo fingi lare di^que*

"

'^

^

Jla bdlifimapTo^ ,,

^.

.

.

Jlfine

Miont.

.,

,

del Stc&ndo Libro

T^S^'-f

^ Vi

^%

Vi'

vA^ii

t *i.i

y

s

) ^

DELLA


:^V-

.'A

VERIPRECEX,TI PITTVRA DELLABATTISTA ArMENìNO DI M. GIQ,

Da Faenza

LIBRO

E1{Z

T

0*

Della diftint!one, 5c conucnfenza delle pitture , fecondo i Juogh»,5c le qualità dclìepe r onc con che ragione clic :

tanno Ira fé diuerfcj &con cjujliauertimcnt! 6cgiu« dicio n dcucgoucrnarcil Pittore intorno ad cfie.

fi

,

N

^uefii

lilpri

pafjatì

haùùiamo trattato

deldtfftgnoydtUa maniera^ delìUnuentìone^

lumt.^ dtll'ombrCi^ materie con C altre pertinen-*

<S* della faentia-.de

apprefjo dtllt tte

dt' colon (gr nel fine delle "vie

^ere per

quelli che perjettamente '-LngUon fare lejuc IJìoriei con dtfc aprire in rij

O*

ciajcuna

i

modi migliori^ impili neccfja^

dintorno al fkrp eccellenti diffegnatoì ubuoni^imt ottimi

mMflrt

.

Hot "volendom

oltre

a

ciò

coloritori^

tnjtgnare

le

vie.


tlBRO TERZO. the

ì più

eccellenti tefmerOiCi refiA

149

à dimofirxruì con quAl'y/ò^t

fégione douretefkr l'opere 'pofìrtichefiaìio conucmeìni aUe quA^ litk de'

Uoghho

delle ferfone,sì

ihefràle

prtme,^ più lodtuoli

thefÌAtie

m

come il più dtjfi Jtcero^percto»

cohfiderAtioniichefide/idtrarj»

^'nbuon TitiQre^egh

hi A qnefiadattefi che

e molto rieceJjAriOich'egli half

n è mAìHJedo^chc altri onjAmentu altre i«-

uentiom^altrtjigt*rei@' altri figgettifiricercAno in ^frinctpale

ctyna Cittkiche fw

fi fàreùùe

mlpaUgio d'^vn l^ìtn

tipejò^d'n^n Senato Jc heiie ni ambidt^A di quefitt

»etuttauta

--vt

cohuerfi^^do cauja

tn Tempio

l tjjcr

U molti! udì»

diutrfigli effetthQi?

i/ini a (he tjTt.tenda^io^c/je sì come alti tfifgef ti, C^ opere fi fin ìfo al/e co/e

reg"

pul>ltihe^(^ altre alle pr'wateycofi a?JCora tra fi

\gbno ejjìr lo?ita?ie lopt

n^chc per di

U che per diletto, ouero altro fi udio^c^à^ te (ì

pi r

tiotionefi dipv gono^da qm l

orì-amemo

jì fa?. ?io

de rfiirew qutUe, che

(^

,

(iniilmente

"vaìv. q fitte

m Vtjo.

m quelle dirvn CaftelÌQ^o di vna yiUa, riè

Citta noùilejihe

fi^na ha(4er mafico dtfioìfi

d wtorno

alle

1

1

ùtm

perfine per cut fifin^^

é^ qualità loro fi debbono ^-uai lat \ì^oltofi come ifjìJo7io di Ci Pumi dt proJcjsio?ie gy di fiobilth no C opere ,

It

quali pi r

'-vfi

,

,

\differ enti, oltre the

'flie,ùerciochei sì

,

può pur anco con modo aderire -fi

come s'è detto altroue ,

ehi

alle jue

per diletto

1^9

jìfeì

di qucfi'ar teschi per abeHimento^Qy chi per commuerglta?iir»it

fecondo gli obietti dipmthperó bfigna con quaUbe patien^a njclte operar di I

mamerA^che Jaluo C honorfiuo-t'd'

ti decoro delle

nere ftve7ìga à compiacere al Signore per cutfiifknno ^/e

1^

alle

bei:e e

yoflro arbitrio l'inucntioneiC^ ilfiggetto di tal materia

Jm^

\ferò che non èficmpre bene a njolerjalire su le cime degli albo i i9n tejìreme difiìcuUa del/arte, percioche sì come è n.jficio d

m

I

I

Muonl^oeta ti cercar di accommodarftalla dileitationd

delficoli),ncl quategli fcriue. Lofi di Pittore

^

all'y^

non disdice fAìti"

m


,

DEti/À^pnrtvit^iC 150 pArticoUn ne* tuoghipriuatt mutar tmodt tonflrnit più agfSto*> itiper poter aderir(ìin

compiacere àltruhperche oltre chenurural

mente t pareri deglihuorninifìano dtuerp^a è quefio poipm fre guenteiche rArifJimt fono quelli ^che di queBa arte conofiano tb

imnoyperte quait

co/éj/e opere fatte

i

con grande ftudtoj colprO'-^

mettere p\u dtquellOiche fidefìderàda

cottetele

più

ipolte ritfco-^^

m

impertinenti f per ruoler comfiACerek Jiflefi , O^fono poco dgr sàmoli iper chi t tenuto k douerlé com/cer^ t (j^/ premtxrc

^fi

che glie n'dtiìenejche fi dannififànonelì^amicttiaynel crediteli 7;t"

da^ari,^ è tenute etiAmdio di pocogiudicio ,

^

^*

^

certo e chè'^

di fimili cafi io ne hjvedtito fuccedere qualchedunoy quando /V

era ne!Ja Proutncia deU'Z^mipria^dail' opere de' più e<:(ellenti gur ua'ìtdt Rr/n(t,d4 quaùica^^Htitn qmftì errar i mi fontrouaté, ad efpr ricerco per aiuto a ejìimxr queù'opere , che lui haueuanà

fkno^tnfieme con

altri T^it tori prue txhi

dtque* paejt^

ay* certO'

ì

mnfenzjt fatichete penti grandiffimiihauendoapprtjjòpcr queP li corno i^mtje sdegno grande a douer ftirpcontèfi^ @r ////, cotiÀ \

chi

non punto conojceua quelle loro tftreme fùtict^c^

d bonari^Qy

tiomeriteuolt

qui mxnzt a drnoi

io

hwintida-Je

q't tli

quali et a^^ \

prern^ alti(^imt, xMaper oùuiare da*

cofiftttte mìferie^che tutta dìin'-varuj

ri porrò ihan^ile

le

T^te,^ gltej^ewpi

ì

cafin^iacca^ i

di molti /artefici,

potrete pigliare quelli auertimenti, che più

vè ^

farà di bifogno col tempo^oltre che haurete ancora dì molte opere^ loro notitia^ch^ fono per dtue^fi Iwghi d'italtade quali

^

faràftr

i

\

noi defcritte^^nonfenzji molta fktica raccolte ^doue oltre algiù

UamsntOych'io dico

,

''vi

fura jìcuri della m^ia^che tener dounte

uopro lauoro^onde parUndo difìtntamer/te-iO* con, àrdine elpeditoijarà bene che prima trattiamo de' Ttmpìjisi co-^ qtitfìin fignt

degniy

^

indi fi pajfarà

ali' (pere

projz^ne

Ma d/ 1 f w-

tn;

0iii

pij

aUunifom nelle Cnta ^nnctpali^i^ (.muni,0^<iàrijoropi^

.

coli

\


«LIBRO TERZOr

151

t^l't^comeq'4e!Ihche/on retti da, par tf colar Sacerdoti:

(^ altrifi

mjuori delie Città più remotumafar a, forli bene porne Tinoprm

da^n CoUegw^co le/ite habitatiom intof'"

mpale^^lqualfix retto

m-ieciojxràper ifptegAcmegho iimfìro intento^ tlqualt no altri

W'Mte^che coms di mittrh glande ^(ta à guìfk cCnjn corpo capace di molte

me bra, CIÒ e maggior hC mmori, O* habbia tribufia^uolte^

XdpeUe^Archutauole^tabernacnlt^porteifìneHrei e fia congiunto

c§^

toggie^e X ame re perglth abitanti edotte utfino ancora,faleyrefett9 tif^ìcelleygurdimi^^aitrt/tmilltéo^htila, difttntion delle quali fif

Médo d diuerft

K^^^cìjìCofi co

^OHirji adornar eìd modo

dcuono dipingere iTcmpìj.

fi

Tutte le prìù belle

correr pojfi no re la fir^a

d4

uifara dichiarato dtfimtameteda noi.

Con quanta induflria l^A

dtuerfe tnuenttoni dt pittura fino

^

più honorate tmprefi^ilyac

nd njno eccellente

Ptttoreyper tnafirs

del/uo ingegno, w tengoUhe bellifitma .

honorati^imafia quella dt vn magnifico^

C^ ben cópojlo

(^ i

Tepto

douer efjer depmtoper lutypcraoche è pur rueramente quello Ia caJA dt Ùio^

^

il luogo

de'fierifici, O* deH^orattoni, 0^/e noi ci

a fatichiamo tanta in adornar diiùcidàmeie le cafidou hanno da habitdre

t

l^tjegli huomini gr^andiiquanto maggiormente ci doà

biam&in quèfle affaticar e, C^ è ter talchéper wdrì'^r gli hUomi ni alla

pieta,0' ài culto dtuino,molto prjf'inoj^fino conuenten

te le belle,(^ viuaci pitture, Voret diique ch'in quejTopere fofje

tanto di perfettione-tche non fi ne potejje tmsginarpiù, (hi fvt miraffe^re/ìal/e

C> che à

come fikpejfattOy per la merauìglta dt quel

le^perciocheiotegocerto^che s'appartenga alla Kelr^ione^che quel le pitture^

che fin fitte infimbtanz^ delle "^ere,perche s'habbtno

ad adorar come tmagtni proprie^ debbano efier 4illa [tmi^lian?;^ 1

tanto projjimani

di quelle,quatomagiorfipuòperuiad'tndu/lrii '" ^ ^ '

fojjìbile


DELLA pittura;

Mft

fo(JibUeiKoncìoJÌA cha

$

gmn miracoiiper tanttfècolihdtmtì e> ,

the tuttauU fì/cHoprono in d^mrje farti > g/ finjteggono fkrfi d<t Dio nelle Sacre tmagtnh perla rueneraùme^ the shà a quel

SAntoglórtoJoy^hetto^rapprefeKta^o eia eJjAtmagìne^ "pediatm che fino ejftuditele predile oramniii^ tavoli de fedeli.

Onsh

rvorreiychéper ejHeflo non ci fofje altro ne' Tcmpij, C^ nelle

mu^

r4 dtpintOiChe le^ge delntiOHOi^ yecchiottflamento^iC^inqutl ie [i yfajjè ogni

arte,ogm induflrUi^ ogntfùtudracaoxhe lefi

:

n^dejferòtcceUentejt comeftn^edono giomuoli all'anime tm^ portali, à dijferen^a d^l/^ /ec'iÌ4rìÌ€he'/onofitre perdUé^ttode

fenflhtimjinii^.appreJJò.yi^orreidppeU^^

Epitaffi^

i

^den

irò foj]ero pieni di qui'Ue diuwefcntenze,0*/autj duti^ihefono

\

'

fcteht dxlle facre jcrttture^mediante i quali habhiamo àdimpa^ rare ad efferpiàgiufìi ^ptàinodeflfi più n/tdh'ptù ornati degni

i

wvirtÙAP'p'à grati ÀOWidimavierath'mtendtndcf dalle gin

1

fj,@r yedendofi le mtmortedille gran cfije fegmtetje nappren^

^deQènon poco giouamevtotcome quafi sfirz^tiii^

i,orfimcJJi

pèf

\

i

lagrande^:^ di coji mirabili mifterìj • Jp^lkdi^ficultà delle 7'nbunc,con quarartc fi debbono «Ji|,vpingcrc^acciochclcfig,urc corriipondano da bailo^digiii

Ha prpportione, **'

&

I

|

(gitali

fiano Soggetti che pivi vi

A

al-

!

"pcttà«o,5CchcvÌcomt><arilcono

i

/ GrAndipmadtfficulta fi i ^verarnentefemprete^ì

nniò éfftre da'.Ptttor prattuhiMfir con modi conue ,

_

effer

« /V» ti di quelle ìflontyZ^figurey cl)£ fino perduett

__

dtpwte

He\j}>Atij

dtUilriìmne^che finone'Tempìj ,

^

di

\

i

!

non è Jolemente cagione quelin diuerfità\ 0^ grandt'K.^a, Ó* cumìtk di effe quantefino le fiotti de gCmcortimodu^ de' dU\ CIO

ì

Jagi che fipatijcono mentre

fidmngon^ , pucto^^e glie fior T^aé ch$

,

-

.

I

li

-

Il

ì


LIBRO terzo;" wl fvi UuorayftU

r$r

cantra /uà cogita Jempre mai con gli occhi

^Att^^ fcommodtpmo

della perfinai

marut

molta dijìanT^ loro,

delie figureJe cfualifer la

che riefcano

^^

le

fttanom modo

da baffo aggradeuole.ejfendo che oltra

per iaiteT^T^ltlunno grandi

le-^

è ancora l'ordine

le

mtjurcy che.

pm del[olitoihifògnano ejjere an^

torà Tirate coy molto p^ù iludio^^ artificio di cjuello con che

Joglion fkre

tn

(ti

lem'^rx diftefe

M.a

.

le

tribune

ci fono

pm modi ^perche alcune fono di forma rotonda^

ghiyO* altre a coft.ole-^molte ancora

(i

fibttcate

alcun t a/^t-

fi trotsano effere

fcompartitt

con diuer(ìparttmenti di hafjo rilieuo,^ a/tre ijijono con Lxpit tur a fìntile di tutte quefle forme^Ufuo proprio fogge ttOj

C^ ma

ferie ^vogliono efere di co fé celefìi-^come di miflerij afcendenti al

CieloiConciofix cofa che

ta^cofi aiutano

sfu^endn effe alla njifìa^per la loro curui

afkr fkre

il

me defimo effetto allefigure-^quando

ilPittori con /jUAlche giuditto di cof fitte forme feruìr fifan^

no

:

m4

tetk di

queHe fhleuano quelli antichi Pittoriche furono da Giotto^fino a quella di Tietron^erugmo-, tompormden

in

tro di nunui flrauagantt^ operandofecondo la ùeboltT^a di quei tempi-ipftr Cloche in quefle

-^

&" nelle

ijolte

ameza botte

t

effif-ui

fkceuano njn Chrtfio molto grande nelme'T^p in muftcL con Vna. palla in mano^figurataper

il

mondo-^O* con l altra mano^che

da--

uà la benedtttione^^era con njnafediafopra le nuuoUi yi tra ancora chi in quei cambio vifiiceud

la

Santi^ima Trinità, ih tof

no alla quale^vi tirauano T>na moltitudine d An^eliych/ grandi,

(^ chi piccoliyfecondo

che

ad e(li li yentutnofiittif n'^akun sfu

gimen^o per ordine di profpettiua^ouero di dimtnuttone d'> mbre, de' quali "ue ne piceuano tanti q^selltì^aticora le

,

che occupaffìo tutto

il gito

dt

ctrcond<tuano di Santini quali tutti pofauanost^

quella cornice di fop^aji quale la rictnge intorno^

c^ qutllt era

no di yna medefima grandezz^ìgiufìamente dipinti ^dipoi gii or*

X

nauano


DELLA PITTVRA.

tri

$rnaUano tutti di 'TftiA 'Diadema, intorno alcapo^ fktt^ di geffi: €on rvurlj ftrAJori dentro^di bafjo riiietfO,C^

emno poi finti ejjef

in campo celefie con qualche nuuvle mtomo^fotto quelle yih\ran9.

mlmeT:^,

Non iji mancaitano ancora di quc Iliache f-ui fkceuano-,

Btlìe di oro fino sfigurando

ti

C itlo per

^

,

cofi fìpafjauano.

mormnto , mero

eovfimilt hajfe'^ze-iCh' erano di niun

^a

tjje

lignificato^'

dipoi "venendofi ad illuminar Carte a poco , a poco tuttauté

gungegnhfe gì' mcomimto a fiir dètro alcuni n» ut partin.entidi quaUhe garbo^l quali emptuano d Ifìorte^^ m con l'ogvt\7^fi

quellefziceuano di molle frofpe umeralia qual'arte granaefiudia

*vi dauano a quei timp > ^Zfi

ma

tfi^t

le

offlndeuanopoi

co' colori, non

vfando ai te di ifugirutrito alcuno con l ombre di quelli }

/diamente con

le lince tirate al

punto .vhd'fsi ipemuarw a confcn»

dere tutto ti buono che vi era dtntro.

Ma ^venendo finalmente tn

luce quella fera fìrada giafmarrita per tanti ftcolt^i 'inc(

€W mirabilmente a darftlt foi ma menti fitt il di fluahhip fiegiai ì tutti\da buoni antichi

d'oì c^cauati

io le

,

cerne ci è

?Mo k

Vedute daldifotio in su^artificto^

ts' opera nei njero più ài merautglia.O' di

€0nuenienti

min^

fimi andari dt partii

coì] bi 111

y^ nelfine ft gì mtrodujfero tfcurzj.fj^

maffimamente alle figure tre fkttche,che far fé

ma

li

giudicw di tutte lai

pojfatntorno^per ijjtr tali

à quefie forme j

y

c^

così

che niun altra cofa e per douer

firarfiptù acconciamente,^ perciò

t

ben

mo-

Pittori del tempo mflto fé

ne ((anfano almeglio^che poffono,conofcendo ef^i,che ft.n7^a molto

fiud troppo gli è difficile^che quelle riefchino bene. A a rttornàn do a i partimentt,ì quali quando fono per douer firfi nelle gran tribune

J d'auuert trecche lefommtta di effe non fi cuoprano con

fodt finti y

come fi '-uede

di poco gtudtcio troppo

,

ejfere in mólte,

per

mano di

"T^ittori

tmperoche cofi ferrate fi moflrano di foggia

mefchme > ni Ofifì può finger

cofa

,

che

commuoua gli animi


IIBROTERZO/^

óf5^

aftim de* rìgudrdanti, fé non nel modo del loro njjicofnmune

.^

Ma. e ben necejjarto dunque a/aper 'palerfi colgtudttio delia qus Ittà delle loro forme con

U proprietà delle inuentiontt atte/o che

quando ^/ è finto l'arte Aperta^ (^ pura, , non fipuò dure quat% toy

@r le

figure, @r l'a/tre co/e appreJfo,che Vf/òno hen fktte (ié^m

no marautgltofe a cedere effe sbucando quella con tatarte ^ ihe e difi.tle a conofcerfi efjire altrtmente di quello che fi vede • M'^

dtl/t^

aperte col

modo de' fcur^t predettigli porro tnan^prì

ma vn'ejfempio rarifitmo, il quale è in quella dei Duomo incinquai

dou

fu

egli in fiefco figurò

ria, con

"Zftinumero gr^ndiffimo di figure

m a-

-vnn efiremo artificiosi^ con gran marauigltaperthi vi

mirategli ne ftce fimilmcnte njri altra '

di 'Tar

dipinta dall' cccelienti^imo Antonio da Correggio ^

m San Giouanm

quale tji e '-vnu Affunta d'-vna Madonna al tn^ro d' iAngtoliyt quali con tanto flupore r«

tana, ch'egli par proprtatnenté che de ancor a effe re dt

terrtbiltfsimi

Cielo-^con

,

nella

gran

nti

i/c urz^o ifuggono ptr

dalia njiflafi tolga7/oi(ive--

fcw'Ktin TiafenT^^la Tribuna

di Santa Maria di C ampagna^diptnta puretnfrefco da Gio. An tonto da Pordenone^ il quale fece ancora quella dt

San

l{occoiìt

nelmeT^vn T)to *Tadre nelle nuuoie con vna moltitudine di fknctuUt,che da effo it pari ono,con attitudtncy^ rilieuo mir abile, i^ perche quefiefono più note di mot yènetta, doue nji figuro

teyche

CI

fono dipmteper altri t?uoni,ci eparjoiper

effer breues

tacerle^fenzarnoftrar più oltre,perche flimo^che di

JempiyZS*

di

cofifritti ef-

cofi peifetti [late per rtmenerftcutiChe ie Tribune non

dourebbono tffèr dipinte con

altri

modi , che pei

le

predette i^ie^

doue ch'io tengo perciò coloro douer ejfer degni dt poca lode^ i qua il

fi

adop^ano altrimenti ^col volerfu^, gire

l'artifÌLio de'fiur%^y

e

come infiìi^ardtiC vilifchifino ancora le fùtiche^e lofiudio demo dellhfen^a

i

quaii

le future fktte

in if{UY\Oyi ìmpoffibile che già

X

2

mxi


DELLA PITTVRA;

m^

ntAiltriefcanàbemioltrA che ti prtttarfideli'aiutOiche

forma ndfkrle rtujck piùjkcile a jkrlt difieje^glt

lì forge

è doppio

h

tno^

TffaÓ^ T^i è di piti ancora^che di molte Trtbuneje ^ualt Jono fktf* te a spighe^che dalla banda di dentrofi vergono col tempo àgon^ fiarfi^^ effer dìfìgu^liyt quali dtjetti poi fogltono daregrah IJ?ft

tuH^diC^ ^ropornone alle figuy e^ cht chtaro^ihe quanto

le

njijono difcfe-i C^

ai

machine jono waggiorty tanto èpfggto per.

quelle^iì che nelle dipinte per

via

(oji

fàctUirit è molto più da ri \

prenda e^che da laudare.

Ma fra le moltCy che io ho vedute dtpin

te di nuouo,per fine '-vidi

m FiorcnT^a quella ai SahtaéMatia del

Fiore Ja qual tengo ch'ella fta la maggiore che

(i

troni per Italia^

la^ual pochi anm fon:> fu dipinta da Fedirigo Zuccaroy doue che: in jomma dopo t ejfe ci fiato otto più volt e. (^ confiderato il tut

f

tOifinalmente più nel (oggetto

mt

conptacqut^ ch'io no feci nelTo^

pera,be^*che per lafua molto grande-^^a^o per quella ancora delle figure^

Ma

le

quali

ci fono

infinite fi può tener e per opra lode uo le

\

j

dipoi nel dipingere quelle ^che fono ne" palagi, O* ne' gtar»

dmt delle

perfine honorate^perche eàe non fino di molta gran-- ^

dez^^y^ift fingono li Deifiiuolofi^tn quel modcf^che fono defint il da OmdiOj con altrt gentili. @r dtfimile altre pctfie^ le qu ali fi

accommodano molto bene

m cojl fktti luoghi

, (|y quali juot di Manica nel Ta/agio del, T. dipinto fer mano di Giulio T\pma • no in quella camera^ch e m capo dell' altre Ja quale egli jece fkre

di forma ro tonda tnei^}

i

,

douei finfé "vn Gione^ che

Ha con la fidi a a

i

\\

i

J

j

j

\

\

del Cielo, sté certi nuuolhdoue 'vi è ta^qutla.ihe con la boc

j

ca tiene

tifolgore

di lui^mentre

egh

dtfiefò con granfor7:^a fulmi

na t Giganti con tanto fpaueto^ (^ lampuche che T'/ erano intorno

(i

'vedono fiuggir e per

tutti gli altri

lo Ciclo fopra^

Det, iJoro

farri con mirabilfietta^ @r vtfinot Giganti^ i quali m diuerfi furti chifientii0' chi moni caderfi veggono fitto le renine d^^

monti

i

ij

]

\

\

li


LIBRO terzo;

i^r

commcndAto per njn capriccio ieUiJ^imd, (^ (^ come ihefd ^arioiC^ nuouo è molto ho? nulle, (gf a vedere (f*^ uentojo . Co accora nella, '-uolta della frtma JianT^ ,Julianio fi in vera è

fp/ontt,

del palaT^idóue fono

l'IJìoìte di

Tjìche^fi n^^edono

finto a frejco di molti 'Det, che/cno in ^ììojcpra

molte

belie y

^

nelmsT^ di^

le

r.

uuoley con

'-varie attitudini difcurti, O^ fino jktti con

to artijicio^ t lidio. fi

Et perche mi piace ancora, chefi t eg.i

le Volte, chefino difitnte tn partimentiiSÌ

fktti di fiuccoyò purfinn di

in

fktte Vte^ofiano

marmo^poiche cofifi e

'tJfàto

mol^

qutt

c^uellt

da quei

M,chefino di ma^g'orgndo ftmpre^i ben d'aut4ertire,ch<: fingen do

le

gruffe\^e tn qatlle con

per lagion [ì richiede ^non

ci

le

Vedute dal

dfitto insù

^

come

^uol'ejjtr altro che arta,^ nuuolt ,

oltre alle figure predette filuo fi

non fi

fìn^ejfie in

queifpatij ef^

Jerui^o tcle,ò quadrifinti di pitturaiattaccati^ò mcafiratiuf tiOiSÌ corn-e

fé Le pitture di tefiute,

den

t?tnjece [{afiielo alla loggia dì Ghì(i,ilqual^t fin^

me\n

eficr fiopra ipa-^mt di

&* queLitfierfiolo tenuii da

fita , lauorate , ouero

certi btllfiimififìoni.perchc

copficindo^ ogni materia terrefìrcy^^ ogni piace uole muentio* ne vificdtedeyper doue i pittorifi ne pojjoììo pajjar le^gierrtiete»

Con quali aucrtimcnti dipingono le volte: della & forme lorojchc modo de tenere, nfpcttoà

varietà,

fi

luoghi maniere di figure vi ftiano bene, fi

ouc (on

W'^^^^ V '^^ it P,^^yj^

fabricate,c qual

OPO ^^^^^ le

>

Le Tribune ci fino '^

^*^'

^^^'P^

le velte^ le

TempijiOnde

che fionofib/icate a

mtz^

le

fifighhQ/ molte ancora fon fitte a Crocida

di)

^

:

pah hi

,

effe

fino quel

alcune

ci fino

à

Ct fieno poi molti^

g/ vi belltffimt partimenti^Jcompartiti m diutrfi mO'

che tn ''vece di quefie ^-volte njifinno

fknno dentro di

quali cuoprono

più di

botte

i

t

di Ugnarne^

con Isìoiie dentro^^ figure j con ijaìi^ ornamenti doro

@r

quelle

.


DELLA PITTVRA

TSt

f^

^itelle

fono dipinte à ogltOyO* àfecco^le

qud^lt njifinni%

gjr Vi compdrtfiono molto bene, Ct e poi chi co maggior

ncchti^t

t^ pompn li fu tutti mettere ad oro brunito fim^imo con la lGr9 èrma nelrncKo di tutto lo [patio dipinta à aglio sì comtfece fkr 'Papa Tio ^4arto tn qusU' aliifiimOyZSr gran palco di San Gto^ ^

uunt Laterano

m Roma

io

n'ho neduto ancora nelle camere prt»^

cipali d'alcuni pAlagi.pttti per tal modo con gì* me a fin

molto ri^

leuati.

k quali mo(ir^n9 runa gran fuperbiAibencr.e da quel mot

to oro

mfuoriy^t fi commenda poco altro ,

come è in

Venetta

^ue Hi fiammeggianti di l^ffoj quali piacciono a quei ÌAagmfi^ cifopramoio'.mainquelìi^dout ildirnojiro tende ^che fono

di"

li

finti con figurerò* con al( re cefedartificìo^cgltem quifiid^a* uertir beneyche le vedute loro nonftano prefe alrtuerJo->accio de^

iitamente corrifpondano alla^ifia, perche tie le

to cofì

dicale perche ho

(^ a i lumi communi ^ O*

ceduto delle

IJiorte snelle

quali do

figure pofar doutebbono co' pie di ^cffi rihanno pòfio

il ca^

pOyadunque auerttmento geiierald (^ commune in qual fi njo» glia ^olta che fìx à me\a, botte , qutfio ijt farà, che t capi delie

\

i

'\

j5

\

\

jìgure^nelt Jfiorie di meT^^ft pongano f-^erfo l'entra principale M

di quelluogo-,0* lUltre

ìflone->ZS^

figure juori della parte dì me

^idebhan^ fegutr l'ordine delie fkccuLte bande di quelle:, to che

ma ne

\]

che Jono dirute dalle

i!

palchi e bene^che tutte filano come ho det

\\

^

ruanno l'lftoriedime\p,<dj'douenefonptùpalchiy

e le piti

ji

frequenti. Stdipingouotn quefìe ordtnariamintt de mfietidet

\\

7^ e fiamento vecchio jC^

nuouo ,

^

dt ciò io non iji pofjo adurre

ef^empfOiChe fia dt più autor ita, ne di più tfpreffa hotttia , chef! Ita queiio della Cape Ila grande di Tala^^o , dipinta da Michel

«Angelo Buonarotiy tf.nooeffer dei,

col

la grandezza

noti^ima a

tutti

t

^

(^

profejfort

peìjettion dt Ila :

quaU

doue eglis come

modo predetto hauer cominciato nel mt%^ quando

ft

\

\

\

\

\

\

io

\\

ve^

\\

*T>to

diuifc

\

\

)


^^

LIBRO TERZO. dimfe la, lucè ddUe ttnebte , 0*jegt4itQ le IJiorìe della del mondo , per fino al dduuiOy c^ à D^e inebriato

1

hande ^t fono t Trofeti , (^ bronzo finte y

^

dono su

bajamenti

certi

le

,

<s*

dalU

StbtlleAO altre Ifior te minute di

"vijono ignudi bellìi^ìmì coloriti

m nj arie attitudini

,

i

quali fie^

d^ue alcuni ce ne

,

Jonoyche tengono abbracciati fi-onde di guercia

i

T59 Creacene

alludendo alt

,

Arma dt Taf a Giulio Secondo , il qualeJu chv lafece dipingere i^ fiano con grande artificiojormati Si "vede poi jimdmente^ il .

wedefimo hauer tenuto Terinam San

M arce ÙOy nella ^olta di

Vna capella à meza botte , doue (igui o mlquadto dt metp quan*< do Dio fitto iAdarm Jorma Eua di runa enfia dt quello, 0*-> dalle bande Vi fono t quattro EuangebftL Joho mtduto poi fochi anni fino per diui rje Citta pajjando ; ahune Chiefiu ole. altre ccn paLht Jcompartite (^ yolte con que/la Jorma , ,•

^

t

,

ornate riahifiimamente , doue ne ine-,

con figure

m

t

certi ouati fiktte

(lamento secchio , C3^ nuouo,

^

njani xifiono

ad

ìfiiorie

oglio^ qUalt

vi fono

t

bcUsl^u

fono del

te-»

vartimenti con ritte*

^

pur dt figurine di legno di fiucco , con intagli intorno, Uuorati /ottililfirnarnentettè^ in più luoghi Vi è copta abonde*

ut

,

uolmente dt

coje mefie

Compagnie-i

rette;,

d^ttofiy

^

a oro , €> le più dì queHe

'Telanti dell' honor di

di pietre commefje^

j

di

^ gouernate dahuomwt cantattuh ^ gtu^

fio CI bafit circa alle cofe Jacre ti

(Joiefe fino

@r

,

Dio , e> de fimi SanthO-que* fienon '^ifigiungjfe tpauimen"-

intagliate con ìfioi te

fnte di chiarore cut Oynel

modo ch'i

fitto da T^ominico Beccafiumt > nefiimo

tutta ftalia con taldtjjegno ,

,

quello del

O' figure piane

Duomo dt Siena

ejfieruene

e> magfietia.

iora per alcuni pauimenttdt fìanzf dentro

i

fn

altro per

Io ho trcuato an»

palagh doue hali-

tana t Signor t grandi ^ ne* quali iji fono finti con quefli come [fi iicoparàmeu

a rofim,^ afigliami^m maniera^cheàputo corifa fondono


1^0

DELLA PITTVRA

.

fondono con qutUi deimedejtmo palco dt Jopra intagliato in U* gnodi piti di me%o nUeno, nel dipinger poi le Tolte de'pa lagi k ^miìi Signori^ io Vorrei prima che tl/ogettOy chefé li ha

Ma

i (krefofje molto confiderat0t(^ che domffe àppropriarfi bene ài

h

per/oney^ à i luoghiyd me

fi

finno^^ perche ci bifògnaoltrt

dll'arte hauerci giudicio accio non

ano dopo fi

te pecorCye/Jendo per altro celebriiO* di

ilfatto

bum nome:bifògna dun^

que batter rìsguardo alle diuerfe dignità degli huomini , q-Aello

m che e^ifon dijfare

ti,

\

temuti tan-

^

ifi

per cagion de' quali fi debbono far

\

open per lor9 jf? dfflintamjnteycon trouar materie d'I Borie, <(S* di Poefie^le qu ali

le pLttt4re,accìoche confiderato cto

fiam

più prò(bimane

a

maturamente ,

\

quelle ^irtù^O'cCignità^cheqmUopoffie

deyOmro che hanno pòffeduto ijuoi maggiorile qualcofèpoi quart d^ fonfkite con indufiria, artificwvtn^ono tanto più ad efief commendate da ogm gente,per che fé bene ì dotti,0f giudici ofi no

i

^

perfettion di quelle pitture^ \ tanta facoltà intorno al foggetto, chefopm.

faprànno conojcere intieramente fitrouxra pero

m

efSt

ejfo fi farà per loro

luì^che Vi

la^

\

giuditio qualfia.opofja efiere

ha dipmtOyjapendo

fi

Jone illuflriy^' di pregi

i

da effi

beilifimo^

l

ingegno ditO"

che à lafe dipi r-,

nm fon da dipin^eruifé non materie hOk

n^reuoliyle quali fi confitcct ano

i

\

|

à quella njita^o profefjime alla \ q'4ide,quel Signore a^iray<C^ la qual -vuol tenere, tonfidirando. '^

\

ch'egli e

da comtfrenUere,che con

t ano molto

^a

tali

efiemphO* documenti s'incidi

a douer profeguirs m opre fignalate ,

<jr ruirtuofe

.

\

^

quanto i paffuti n.firi ìArtefitiJofferoauertitijie lo wofira*^

l

no i^ncoragli efiempi deli*opere loro: flce Giulio T^ornar^o *Voltadj.quelIe fianzedelpalaz^ii^ofuor

diMantoai

m vnA

dttto altre

Dei con Giout in rnèzpàfedere, i quali Jcortando dddifotto in sùiijengono a fbucar la volta per la forza de* ruolte} .dimoiti

contorni,di maniera che lefkfficcarfuori con tanto vUìeuOi che ftìé

i

i

i

i

\

li


LIBRO terzo;-

161

più al "vittoji mofiranoi che al dipmto^fer il che egli die Jor ma

mi r abile all'arte^ O* conueme^itia ragiQneuole al/oggetto pO"Pi è Ancora per man delmedefimo yn palco dipìnto a oglto dyn* altra Jìanz^a minor e^quando ad Icaro i ti quale amaejlrato con U

norma di 'Dedalo Juo tadre per gloria di [altre <uoìaua tn alto^ ilfole jìr ugge la cera^^ abbrugia C altronde (ì ^ede cofibene e-» [prejjo li cader e^O^ la

paura del GiouaneyCon la pafjione , che ha

tlpadre^O* il dolore di talrouina^che commoue qualunque Vi mi ra^^y* pur dt lui fìegue ancora ilgiudicto.perche egli con la ftuola tuttauia allude a quelli^

(-he

ne' loro

dommij

con imprudenza

^J ffire'wano il buon configlio de gli

njien gouernando^

amici,

Ma per conto dtUe pitturerà weder quefle non fi può dire a pieno per jimilforme , quanto lifcurzjbcne intefiVt Ù^

de' Jauij

.

facciano bene ^((s* apportino merauigliA^etiamdto agl'intendenti^

a ricetto di quelle ^chefogUon dipmgerfi cori minore fi u»

io dico

dio.

Si njcde ancora effere in l{'^mA

ri no dipinto la *^olta

nelpaU'^o per man di pe-

de ùajala dcT'ontefici^la quale è

dm fa in

vartimentt diflucco eoceni tondi^^s* ouati,doueglt figurò i fet-

su

te pianeti del Cielo

t

carri tirati da' loro

an-mdi^ts*

fegni del Zo d-aco^con altre Pompei O* perche fece

Vap-U

^

le

eh am-^U q^alifcortano dal difitto tn

dodici

nd meT^ quat

tro figure in "vn t ondo finte per vittorie^che tengono il :,

i

Rtghodel

sufi reggono

beUez^x a quell'altre , che vi fino intorno: eglièpurdifiamanoJuordiGencuay nel palagio del

fkr tanto bene^che togliono

la

^recipe, nel primo ricetto in Volta alcuni trionfi dt fpogiedt co

fi (

armigere^A gufa

d'/fioriette^ dipinte co

vn colorito viuifJìrtiOf

quali ficonfknno btnfiimo con lefae molte ^ittoriCi^ perche

lefino

per il lungo

,

O" nelme^o di Ila

Volta

,

p fi lafua Veduta

dallato de fi- o.corne più frequentato, pafiandoper quello alcortile,fi

ben yi e

la fialu,che <zià di

fipra dallato maùo , perciò^

T

che


iè%

DELLA PITTVRA^

^

ma ptùfe gli adatto ancora in qp^eHé rvolta della fkla^ch i dt fopra à man manca^f affato che // ha U che la non

arnua inan^r

loggiaydoue "Vifinfe ilnaufragio d! Enea

m mare,la qualt è dipin

fa a oglto con molti ignudi dentro-i^) con galee-i C^ natiti cht/o-

no rotteichififomergei^

mare: Cofì in

chifaine Ji veggono dalla temfefia

del

f efco ftce pot nell'altra]ala ù man dejlra dtUa log

gia^quando Gtoue fulmino i Gtgantty con gli altri Dei mtorr/o , perle qua/i muenttont non li vien dato

f

che della perjettwne delie uè pitture

mtn laude da

giudicioft,

»

Del modo del dipingere \t capejle, & qual via fia migi Jorc; & come fi debbano compartire in modo che le h^urc & le Iftorievi tacciano bene: 6c con quali auertimtniiripi glianoi propnj soggetti: & come fi dueeisereaucrtitoa dipingere ancora le Cauolc che non venghino offese dai lumi con fra rij.

f^^^: VE LLI 'A

^m S

Antichi'Vittort.chefurono attempo di Pie

^^^ Perugino^

6> man^^i qualcht anm-t co/iumarcn mol

iff^^^

to di far

rie colorite

a frefco^^ le più

erano intitolate

le

ntUe Capelle^ch ci' effe

t(^i

dipingiuaho dì molte

erano di cjueì Santina

i

ìfia

gualmtnte on colon /chiettii<(3^ diwfati a i

puntojt copriuar^oe-' i

lor r/ioduji

\\

i

quali

Chiefe con certe proiptttiue lUritìc moltofira*

ttaganti.le quali tir ate^che quelle erarjo al

^

;

^

nz^hauer |

// "V^ìa

me"

'^

loro tauola di forma più lar^ a afiai e he lunga^cutro alta^

à

dtfcretime almondo^dt voi pQ^(Jauano su

^ ijna

fitta di Irgnn^ elT'

j

« O'/ dipn/gtuano a

con fi'furine molto rn te ancora ti in

"vi

nure-, (fv

tt

mptra

L

di

aliai e di

molte yiorie

flompartitt in quadri.^

^ w moU

fàceu^no aUuni Santi in piedini qnuli trano

campi d'oro brunit^^((^

m trarne^^ndoi ^ il^tà di

quelli co certe colonnetta

ejfe

li

tutti

1

^n

tenìud'»

eran fitte à yitefen'^hauerpra pori tori

\

\

*:


pdrtìon dimtfuye-iO diflAn^afra.

effe,

^perche <Zfi copariffcro me

^ho quei loro fkntocci^ 'vifùceua.mfra. fra, di elfi arti rifalli

d'archh

njna. colonna>ietaltra fa^

(^ erano tutti pietà

di liiiellv^

(^

fé inumano nTin sa (nt tanta confinejìre tondiiCtme^e taùcrnacoh co miW altri ftìAJon^ efrafhtrte eotinua,ndo fino alia fommita, di quelle^ i quali rfdlti tutti erano mtffia oro nel modo prede ttos

Ma

dipoi

venendo k difoprir/il'arte da' (ucafforìi C?" à rtdurfi

iuttauia alla (uà prifiina luce 3s'incomtnciò poi nel fine per gli ec celienti

modernt^dando intorno alkcapelie difluahi rileuati^ O*

dìpmthjorma^modo^^ pròportione eccellente ^^ ciò era con la grande-7:^iZS* magnificenxa de àmerfiy C^ mirabili partimeti col lume tolto da' buoni anttchi^nd modo^che se dettOy che

co altri

a 'iene alle pitture delle le

e

"volte ^di

modo che lenone Via

afktto quel

ruuidez^e^e minutie de'pafjati-^ftijme porgendotuntq aiuto,

fi

che

Qy a tutte le forme-, ppm dire^che no hanno mmdta à gli omameti d^' più glorio die tantamaefik co quei'ti alle pitture,

fi antichi^impero

ch'effi co diuerfi^e

lafciatipsr loro l'iftorte "vifòno 710

al naturale

ti cole

le

nout moduper gli kmpi jpatij

ornati^imamete

figure ejprefje^il che amene per

dipinte-, e

vifo^

ejfer tutte le

par

debitefue proportipnt^^ mifure , cofi come fono ancora i

ternpij^e le profpeitmeje'qualt

fiijeggono effer tirate bemfjimo ,

C^ tinte fecondo che e neceffano^per lo

fuggire mfeme\(C^ que^

i

fiefono fiate le njere n^te di far effer le coje con maramgliaprof

Jimane alle njere Et per che delle Captile nelle chicfé grandi Id maggior , princtt>aldi tutte è quella che njiene à effèrpoHa in .

^

fonte alla Torta dman'^.nella quale adì

nnfrtn,yi (trinchi tt^

don) dentro i (horijandando dipinta^io in quifi t non

ci

correi

altre ìflorVe the di quel Santo-i o\Santa alla quale è dedicata

Chiefa

y

C^ tlfmile

farei in tutte

f^S>^^ ? f^^ ^^^ ^^^^ ^^^^

le

'Tarocihie

^^^^ ^^Jono i

,

(ty alle

lek

com^

mifterij abondtuoli .


DELLA PITTVRA

j9^

Ma ejfendof introdotto a ma

conjtgliOy di forre

t

fulmcz^ dell' Altan

delia

ilSantt^, Sacramento deli* Euc ariIti a dentro

fnOiOuero di finccbuornuti condiuer/e che

^

t

''Pittori» sì

delle

,

t

Taherratoìt ai le

(gT ricche fo) me

lai

,

e

lene

orarle ragioni ^con proporitù

vey0* conueniente rmjme^ ptrctcìhe non Jolo a dìjfegniii

maggior capei/a

come gtudicio(tiJiXffiano di tutte le]or me di tfì

fofitme,^ grande-^

notttia della

^ ottk

tempi mfirticon JanttpmOy

buona Archttettur<t

modelli,^

s

loro fi ajj)ttta

ma <?r;> ora /aper

iproprij difiuccht^ccn

U

di ep t jkre

ì

medi noui-,elìraordi

narijSi come ce nefoìio^fjt^ Jt ne veggono tuttauta

m

pia Chie^

il Ta IO intendo doutr efjere^cheje l'/ìl':are^doue fi a va pofij,^ appoggiato al muro, deue efitre il Tabernatolo dijoì ma quadrato^perche enfi con t iAlt are acconctamen<» te corri[j)onde lAaJe quello è /piccato dal muro^^ che fègltgU

j€i(^ perciò ùernacolo

.

mternOito giudico che ti Tabernacolo fi fàccia di forma circo-» lare^ ouero a ottofiiccie > percioche cofinmfigna dcuer haueret ti

ijltjjò

garbo dognintornOichc^'uede moftrar dmanv^i pie de*

^ualt

firmano di quella qualità^ (gp grandezjia^che gli par do-* lagrande^a di tutto tlcotpo di quel

uer flar megiiOyCofiderata

Tempio,^

della

no adornar poli

Cape Ua^dou

egli

i:a fiibricatOyi quali fi de UO'^

come il debito vuole} rtcchijjimamehte^colfkf'^

ui di fipray^ intorno come tribuneimenfole, partirne tiy nicchie^ rifalti^romptmenttdi cornice ^con diuerfi ordini cariati , cofi

ne fìre^ figurine^ O* mafcare di riiteuoyfeftoniy

ballaufli

i,

fi--

piramt'-

diiCalich^ Cìociy<(s^mpiù luoghi con decente or dine Vi fiano 1 commeffidi Oemme^dt fmaltt^dt paragone ^^ d'ebano^conaU ire cofe affaifcbe et fknno berdìfìmoy^ che fono rneffè a o/o, 0* a colon fiammegotantiyi quali li fogliono fkre mirabile ricche^ ZS intorno: Et perche douendojra i moltiy ch'io ho i^eduto in pii Ctttàfch'to

mi affatichi dare ad alcun lode^io

dtco^chefornmamt

te


LIBRO TERZO.

109

mi pUcéjuequeUo^ihep^ede poftoktewpìmflri alTtAltàVé

te

maggiore Del duomo di Fottìi siquaU ntl njero per artifido dì dtlJègnOidt or attardi pr op art ione ydt puttte^a^ò' dt jfimmenté eia^lcy eh*IO

ne

(io,

:^

.

fìtmo

pojfa fian Jorft

^a circa poi di Hi mohdi-, la tfnjì^ja

qutfì'alìa: eidoue

parte di delia

mt^p

^apf/ioi

col[odo

larghezza di qt%eUo, c>

•pitfure^ihefno le più

m

auederfde"

t

di

quanti

Vani con

la Ittnghe^^a di

ie

chefa per il terr»

pitture pot^che qui Je li di fk

a quei Santi fimo mi^erio^cofinel g>'

taltre fmilè

daftochifn Ma ritornando àipartmunti difuc

'volte dipinte in jtmtl luoghi

e ape ùe, io

le pitture

^ fmilmente

Ufi Jiar e le chimere^

loro eri ori .

f f Kclle

quali Jìfanno dtjorma quadra^»

m tre partii ti tabernacolo occupi U

a piombo

rne'Kp.comeda lathO-fi

cocche

i

debba ejjerey che partito

re intorno, ftano appropriate

1^4

a paragone

m Jraitarlo d; co per quanto però comporta lajua, grande^

tapparmi che

•!(p

ci) ( gli

non li 'terrei molto rikuatu andar:d^

inmt^ quando yifyk d*»

dentro,fé non ntllaf.cciata^ih'è

pere foche dalle bande non

f godono f non

rtmpetto à quellumafnthi

^,

{^i

fanno

afjai meglio^

come in que'--

la cht J(ce Vanitile Volterano nella

maja quale

[la nel pì edetto

fhiefa dtUaTrinità in %.o mcdo^nè egli Jufilo queflo giu^

m

d;mnfrò ancora in buona parte la njia de'fggctti^ che fide cUggere da buoni *7 tttottipercioche (fendo quefa Ca pella de Uà Stg. Elena Orfna , egli refe dfoggettOy alludendo al f dtiìofima

CI

notne dì quella egli fece

la del

«t//?

ad far ut tlforie di S. E lena, t^f ben

nel

mcT^

aipoflo di Croce 3C1Ò non importa^iperctoche nella tau9

metp e

lecito in tutte le Cape He a fkrm de'mtferijdclSi gnor e-, e della Glorio]a 7Jergineycome più degnilo* meriteuoli di

gli altrti

ma come tfggetti poi pigliar fi pojjano dalle dignità^ ò S ignori sofino-iofììoflatiin^, lAuhelAngeloitl qual preje hno.

dalli Ojfcij odanomi crcati^in che

darò alcuni efe^i^ìi come di

t


DELLA PITTVRA

166 4' altro dt

quepine' duo quadri

ch'egli diftnfe nella capella

linA,Uqucd fece lubricare Papa Taolo

Patì^

ter-^o^ùercto ch'egli in

vn

S,Panb,0* n^iU altro la crocefifi 'jione di S'T^ietro, nella grande detta di Tapa Siflo^pare an^ xora ch'egli cominci ajje dalli ere ation dtl'^ondoy njemfje quadro dipmje

la conuerfion di

^

a finire col

^

giuditio^che deiie ejjere^tl quale dipinfè dopo ch'egli

hebbe finito

la volta

.

Ci fonopn delle capelle in pia Chiefegran

decade quali -vi fi ^-ue de rimaner gran fpatij di muro /opragli archi di quelle ^ ne* quali iji fogliano fkr bene mifiorii di Trof$^ ti,

^

Sibilla

5

attefò che co(t

da Urbino ili quale nella

ci

è

mofhato per mano di Rafkek

Chiefa della

di quella di iAgofiin Ghìfì:

ci fono

Tace dipmfe cofi lo fpatio

alcuni ^ che nji fknno ancora

de' miHerij delTejìamanto nouo mfpatio cornmv.do

:

ma doue è

fknno la Madonna annunciata daW ^Angelo-iCO^,. me fivedeyche yliimamente fece Verino fopra tarco dell'Altare

foco [patto

''vi

maggiore tn San Saluatore del Lauro inlloma , O^nelyeroit^ ialifpatìj non tffi

720

(ÌArchi

fopra

.

^li

pwgono k

'-vi fi può finger meglio , confiderai a la forma di Hor et refi a a trattar delie tauole^ le quali fipongo->^ Aitar i^quefie communemente ^ i tempi nofiri fi di-

oglio.ofia legnoso

pur tela ^O* fi

^li

A

fknuo di btlif^

fimi ornamenti. intorno rileuatiidi pietre^di slucchi^

^

me^ ne qui fenderemo tempo in ragionar dell' Ifiorte^

i

di legna

*

che ^vi fi

\

dipingono, perche fé ni in particolare a baftanza trattato fi tìO cheforfi è bene a ricordarui,che quando ette hanno t lumi k i lu%

ghi cattiaije ptu volte

le

\

^

buone Titture rimangono molto offefe^

onde per tal cagione da molti njengono ad

efjer

\

biafimat€ fthT^

\

fapere andeprouenga^male-ine l'opere adoglio fi pofjono mai gè aere k ^rfìiifi^ffò modo^ fi rimane ancora ingannati ^fferpofie

pm alterò piti baffe del creder

alle

fi.-

\

o Ite per

loro^perctoche per ogni

poco d'alte?^apif^ deldouere^ sfi^gono^e dìmimtfcono leptttuH

i

\\

'

\


LIBRO terzo;

167

djfdi^ àncora dì più ci e quefioida non fine ftr beffe iche le pie» ture-ifeflanno tn luogo facro^dehùano efjere in modo,che tirino al

fipuò nUa puntai^ ali honefio^ e certo eh' è copi troppo fconueneuole a njederfiper qutfli fanti luoghi pitture di tal fif fesche leuinogli animi de ^li buommi da' penfieri della rdigione^ pili che

^

gli "Voltino

CI fono

opere

a yarij ptacerii(^ duetti de'/enfi humam, poiché

m alcune Chiefe dipinte da buoni^altrimtnti celebri^ W

il gno '-veramente de hontfiày(^ àeldecoroy fé intendo the '-uaglta k quefii Artefici ildire^ch'efficto

quali p affano

le

"tiè

qutui

IO

.fùcctanoper miglio

moBrar quella

rire.o quella inttliigtn^a^che fi

loro pinguia,r jc^enT^ del colo

Bimano douer fapere delie mem

bra ignude, imperò che i giudictofiO^ efpeni Pittori^ con t'-ufaf

auen e n\e pongono in modo le tinte^ che i loro colon non firn Ufi itti, rimangono belìi, (^ yiuaci^i^ certi loro abiglt amenti

,

C5^

^

parimente con tal dcfire-^xafuoprono t tnt eliigenz^a \che

di

gi ignudi

(ìfknno conofcere per quel che fono in coprire le parti dt

lische fon

men dhctuole à T>edetfi,sì

che enfi

a.

queU

fi medefimi (,om^

piaccionOiO"àgii altri infiimecojuo somo ionore->e riputai ione»

Con .

quali pitrnregliant!cliiornauanoleIoroLibraric:5ra«

che

l^p^P te

W^

quello theal prciétc /anno.

fine, 5c

effetto

13»

E&M5

fi

R ^^'^

Efpedite

le principali

vi

ftarebbc bcneii^a che

parti circa a quelle pitture

s'afpcttano in tutte le ChiffypaJJartmo a ^li atrij^

alle loggtefa i chioftìi^à

t

portici,

(^J

feychi'pur fono ne Tempij conttgue^nelie quili

a fmili t

altre co*

littori pafiati

'Spendi uano il più del tempo lo»o in furie piene ctWorie^ (|> hoggi

^dìparche ita troppo tifar leidirò, di buco pure fuor che nelle di 4.ku

le

tefie

loooje.doue pur fi uedono qualcb' Ifiorie del t^fiamento

\nom,d pirite afifco:pajfando dìiqi nel conuento^

trat tarami di

queiiC


DELLA PITTVRA

i6t Quelle cofeje quAli

(t^Anno ancor dtftngtndo^^ priwa

delle

LibrArie^come di parte pia nobile . Ì9 trono che gli antubt ecceU lenti ornauano tjaelleioltra la moltitudine de* ItbriyCon gì inflrn*

Wentt mathematiciiC

tutti gli alt ri^fi come

Fojjtdomo^ne* quJi t/ètte pianeti

fumo quelli ,

h moutuano

chefect

ciafcuno fecondo

iljùo moto proprio: Cojt fue <iAriflarco^d quale h^uea

m yna td

uoU diferro dipinto tutto ilhXmdoì è tutte le Trouincie con ar^ ttficio eccellcnttpmo, -Ma 'tberio Cefartpoi ^i fece porre le "ve te imagtnt de' Poeti antichhco altre ejfìgie di grand' buomini^per

commouere con

eff.rnph^ Infiammar qui Uhi qualte/fercita circa alla cogmtione delle cole humand^ di"

tali

ìjd gl'ingegni loro

^i dipoi ilìumtnato

Ulne

il

mondo col lume

della

Santa Fede

nojìray ancorché (lia bene, che fiano c^ngiunte con la no/ira '7{elé

giont glijlyidìj delle buon arti altre demonfirationt di

,

nondimeno dì altri lumt^ t^ di

merita alpre/ente dipingere fi deuonoy

doue IO ne darò alcun principio,per gione

.

ta , che

Io

dunque

•X'/

-vorreiyche

s entra dentro ^

beìliffimi^ la

w qwMafkcciata in front e alla por

Venna la Santa Chiefa.che cofingolar mai

cij.jj't

qual figuraffc

ejfcrcenc poche dipinte con ra

dipinto "una figura di

Jl a fedendo teneffe duldtftro lato nun candidtflimo iAgnello^Jul quale ella pofaffe con leggiadria la man defirayO* neH' altra te» ncffe <z^n bei tempietto diforma circolar e yZ^

yna parte di effo di

argentOy^ njna d'oroycorne a dirla cima

(^ gli ornamtntiyt

,

dileiilcamDoyorretchef'jfedifplendorcelefìe,^ che poi ella fi pofaife ià le nuuole, talt-yi

^

fi teneffe fotto i piedi ifeti e peccati

mof^

quali fi fior cejfero^come premutilo* affannai tycon diuerf}^

e tirane attitudiHiy(^ indi fana bene che fi "vedeffe pendere

da

gli 9rn%mentiiche la recinge intorno, alcune cartelle conbrtui de tro

,

ne* quali

^i(i yedeffe fa itto di qu "Ile JlntcntiCy

tieicbepiì* della fcnttura

facra gli

sleffero

bene*

<5t-

profe^

Ne farf de mmor

\


LIBRO TERZO. minor dignitàfarebbe tldmidere^juefta in quelloich'i

169

fncciA in tre tjUAdn^

nelme%^

la dtfputa dt fi figt^rajjè ch'egli fece ne l tempio ^ò* da <^na delle bande ,

o* Sigmre V^ofho

U Santa (ite/a,

^dall'altra

la l{eligione,^fe

i

detti fpatij

non comportafftro

Worta alcuna^ vt fi ariano forfè bene le tre njtrtù della Chiefà^ thefono FedeySperanx^,^ Carità xMafè io qui Toh conti» ffì nuare a dire dt quei! e inuentionitio duo per douerft dipingerfòla quefiapmfirettaparte^tofìimOiChe àfono sì bene le materie ac» concie ^O* copiofe^ che yn yolume intiero non mi faria bafìeuole :

in virtù di quefìa

Santifima

nopoHe

per

Fede:^ perciò qttejìe poihe cipa-

yn principio di lume Io di poi vorrei che [offe bene^che fra ì compartimenti de ir l Bone fi njedeffero dipm te di quelle vir turche fono pm adhereti ad efia,s) come la Toner cofi come

,

tàj*0hedienitij4 CaflitàJ'HumtltàJa Terfeueranz^^

co

quel

ci fon mamfefie: Et perche le facciate da bande corrtjportdeffè bene à quefìe-» io ci correi molte di queU

4*altre mfiemeyche pur le

ledi/pute^chegia furonfntte da queifantifiimihuornini^tp tiffimi^de" quali la noflrafede ftmpre e fiat a ^ ~

c

d^^t

è tuttauia coft

ubo ndantfjìmaytS^mafimamente di quelle dico,qua*ido tfsi con tanto feruore e Ipirito^predicandoy fp deputando njinceuanni i '7^^', le "Pro ut mie, C^ le rutniuano portando n l ^n mbo del la veritkycol lume delia fede, (gr quando efsi da quelli -lemua-

^

fio

fi //

da quaàef^empi fludio(i,f^ ai eccitar

rtceuendo tante rìueren\e,<(S* jornm'fiioniy

vengono ad infiammar gh animi degli

a dmcr defidevar fimdi imprefeper beneficio delprofiimoì

per fUn mxogior premio cor bene il pomi le fette

.

Di

^rtt hberalhcongli aff'.tti

hahtti piene di dottrina, e non con

m

^

poi nji fiaria in cmflquen\a<tf]»

t

Vtfi Itfc'athtp^

li

,

c^ con gii

panni

n.:o^

ved: che vfano di fare molti fiocchi d ll\r S€iCon porre poi ciajcuna dt effe pardtamente più '-uictne a quei lanti^ntl

i

lì che fi

Z

banctji


DELLA PITTVRA.

I70

^

hancht^doue fianno i Itbrhche di

efje

trattamene ^^oglio ìafcìdYt

indietroiihe in quei fiegt^che dtjopì a <^n fingono intorno^ JÌA^ fi riano molto hem l'tmagmi di qutt ^ranfondatoriy C^ diffcnJoYh

che fìjon dettt^deUa Fede- ^/ qmfti bafletthhe a farli '

aalmtzo

ìnsule fé non tantOialmeno che fiyedejjerojino alle ff-alie.Ma co,

aU effigie

loroyfidourrùbefiir quantofoffe poffìbile a! natura^

le yper Cloche trcppo crefce il defìderiOyZ^

che

cir

l'

amore ^

ti confidcrarei

meramente efSifofjeYo tali , né forfifaria bìafimeuole fkrne

alcuni ne' palchi di quelle tO" ne' ptdaz^iihefoffero difoì ma in tiersj quali da bafjo col naturale corrijpondejfero bemffimQ^e 7»el

refio poi dourebbono effere gli ornamenti condotti con njt;a aUe-^

gnay(^ con njna dignità, Z5^ ordine firaordinario. tentffe gli Hudiofi (allegri di

manieralo* gli

chefù non fé nefapifjet opartiresedi

ciò

di

modo ,

che

modo^

allettaffe di

nefia detto a baflan-^^a.

Comegli Ant'chidìpìngcuanoi Rcfcttorij, 5c le Celle de* Ke!5giofi,& delle Monache 6c quali /ìano loro proprij foggf tri,c dachi debbono cflcre dipinte, acciò ch'elle ne i

,

apportino vtilità3& fune lodcuoli,

l^^^^i

W^ r

Ho

per molti Conueti^O* "Vicino

a

certe Chiefe

yec

4il

chieinel cercar ch'io ho fiitto per Italiaintrouato alxté

l^^^gj

ni 'l{e/ettorif,i quali erano fiati dipinti già cent'anni

fono.dentro a quali

t

Pittori, sì

come mefchtnt d' muentione ^

difcientiadi pareua^che di quelli rare njn (focefijfo d'ajjat

il proprio

^

foggetto foffe tlfigu»

gmfta mifura.ncUa facciata

mtzo^

di

(^ i Ladroni dalle bande, (^ in alcuni v'erano <tAngeli col calice in mano r accoglie uano il fangue dalleferite di

,

i

quali

9{ofir9

Stgnorey^ quelli pot che erano più ncchi cCinuenttone yi ^ggiH geuano gran turbadigtnte intornOichià piedi,^ thihcauaU loi

con le

Marie da

baffo

,

Q/' era,

fnto ogni

cofa

m campo

cele^^

fìe,

^


e

LIBRO TE RZO;^ ^e^con finifjiml ff^urrtipercioche

%gh

htiomim

di auti femphci

coft era.

tempii

17^1

di piacer gra7?diJstmQ

(^ erano parimente m Ile

'Celle de' T^eligfofìt "vefìigij d'alcune Jjiorie del

Hhio.fi come fi njede^che

miffion de' loro maggiori

^X^per

mano

T ejlamento

cop doueuatjjere ordinatoJorfé per com ,

F toreri

perche cofi ancora è dipinto in

Fra GiOuanangelo?2el ftto Conuento

di

"Ve

,

qual'era

dell'ordine de' Frati Tredicatort) le quali Ifiorte erano tutte frejcof{»lmuro-i<(5^ quefl'yfo eraajjai

ttsfkttwne

à

commedabtleìma dipiufà,^

mi penfo io farebbe ^ato^^farebbe afirliài quelle

pit tutela cheepi Frati fon pia deuGtt,(^ è meglio difarle

sii le

te

à ogltOjOuero a tempera,per brocche fui muro, percioche quelle

le

fono commodfÉime a portarfele feco^per doue ef^ifono difi^natt^ mutando fpeffo i cnnuentifecondo la mente de' lorofuperwrty^ <ù(i njcrrebbono a fèrutrfene per crnamentOi oltre

-ad ogni loro camera,ouer

celiai

U deuotioney

nel mcgltor modo (h'tfipotef:erOi

fecondo la capacitalefecondo i lumi di quei luoghi diu£tfi,fi che li ferutffe -ne le

in quelle delie Monache-, è be

à fkr lefui muro, O'fopra le tauole, non ejfèndo tfftfottopofie a,

mutxtiom come

uafjei

qua fi al modo di prima: ma

i

i

Frati^ZS* perche meglio nella

mente

(i

cenfet

nella loro puritane diuotioncyho CI <-vorrti alt* e pitture

do

miflen del Crocifijfo^e della cMadonna^che delle Sacrefrit^

turche delle vite di quelle Sa^e Vergine Ile ydalle quali ro effempi per

loro

t

fogli affettt^no

le

uorrei diptnte,fe no per

mano di

j

elle

"Valentif. T^it

naturalmetepieto

A patir maggtormeteie fi trahefje^ infiammale de If amor Diti ino, C^ certo che

nello ardore della Carità

quelle pitture

tene (Te

ma* tir ij^^ perche copM fori^ft^li moutjfe

tonali come per cofìutuact opere, e per effer

fé Ji difponejftro

effe

le

y^

quali fono fitte dagofii,

te la fimplicitk di quelle

à rifo

,

^a

xtJitroHmo che te penetrano fino

muouono

alle

a oU

lafcmta,doue che le m^iua»

al Viuo del cuoore.

T)t poi


DELLA PITTVRA

171 ne

m qutflì luoght^o (lAno à /or prtuatt

,

è pur

communi a

tutte^

rvorrei che // dipmgejjeroje non con gli hahttt honeflifjimii e che fofjero tutte l'inuenttoni defitte dt purt(à,C^di àtuotioney ri-

/ir bando U grande?:;^ delia, 'varietA^^ dtUe maniere per quei luoghi jC he fono magnifiche (^' Juperbt

.

mo A quelle pitture^ qtialt sajptttano , lie/ettori/y perche

qmutglt

Jfiorìe di conuithsì

eccellenti

Ma è bc ne che rttornta^ (g7

fono pi oprie per li

moderni iji hanno dipìnte

come più diceuoli di tutte l' altre ^ onde alcuni

yi hanno dipinto quando Abtamo nella njalle hAambre apparec^ chio

da mangiare a

gli tAngeli

.

tAltri

et

pongono

il

mìracoloy

chejece Ctesu Chrijlo di cinque panitO* due pefct^co qualifatto

cinque mila perfine .

ìAafiagli

altri io vidi

m

Milano

quello

San Domenico in Santa Marta delle Gratie^nel quct le à man manca iji è dipinto a oglio/ul muro ZJn Cenacolo da Leonardo ZJmci , che a benchéjojje fino alihora me\o ^uopo , mi parueperoin talmodo yn miracolo molto grande ^^er hauertgli de' Frati di

efprejjo

mirabilmente negli Apoftolt quelfi/petto^che era entrato»

tn loro del ijoler Japere chi eia che tradir yolejfe il loro macflro»

Ma non men bello di queftofi vede ejjer quello^chegiàfete Fratti ce/co Salutati infiefio nel Refettorio di S. Saluatore del

Lauro

m

^{oma alla facciata dt me^^ , doue ^vi dtpw/e le no7:^e di Canna Galilea, quando Ciesù (Joriftojece il miracolo de IT acqua m <uk 920,èin

ma

quefi' opera

l*altrefacete

no

^na

credenza finta d'argento, tanto prosfì*

al T>ero,che non può andar ptu oltre colptnnello,/ecepoi

affai

neU

alcuni fondatori di quella Religione, i quali '-vtfkn

bene . Ce nefono con fimilifoggetti dt mole' altre, chefa

no fiate dipinte da ijaltnt*huormniyt quali per breuitafilafcta^ noysì come i la cena del Signore in e afa dt Simone,

^tarta,cofì con

il

l' IJioria

della ìAanna,le

T^ Affueroiil ftmde T

'

et

(^

in e afa di

noxj^ della "Regina Efler

e dei Tontefici^si come di San ~

Grt gono


LIBRO TER7O.

17?

gorÌ9 con dodici pouert-fra quali trono Giesù fhrìBoi Jfiorie ft poffonopoi da Tittort tndufìri artcchtre con

&*

queflc

cir cancan

j

t'te

aparumnù

àfimtlt perfoneydoue ti[iorie riefcono coptoj€i(^

abondcuole di conuemente tnuètioni : molti ctfonoyche dalle ban

de poi "vijknno ne li' altre fkccie Chrifioiche

ci ft

Isìorie

,

O* Tarabole di Gte^ u

(tccommodano bene : Et non è molta

ch'io

Vtdifi

nalmente tn Ferrara nel Refettorio di S. Andrea di molte figti

mano

Benuenuto Garojuloydipmte in fiefcornei 1: ero fi Tiite con buona maniera Je quali mofirano di 'colere accordare le co/e del tjc echio te/i amento col nuouoy il qud (oggetto meglio fi re di

di

xouerrebbe ne Uè Librane^ che in detto

cofifittti

luoghi

>

ma

di cto fiat

a bafianz^.

Che le pitture de* Palazzi fi dourebbono dare

alle perfbfie

che le parti principali di quelli fono le Sale, qualfiano le pitture che conucugonoà quelle, con gli cflempi de* buoni Artcfici,^5c per qual via fi tacciano tali eccellenti

;

£

,

;

Signori,

i^gli altri

nobili Ctttadirjfì/apeffe-

ro Valere nelle loro fuperbefiibrtche degli

Pittortyto dico per cagton tir quella^ come

i

cuHenti

deldifporre^^ di compara

ancor a per adornar le ^ i certo chefarebbonojicuri

di non gettar ruta le/pefi-i(^

i

danart^ch'esfi i./ fpendono^fi ca

me et è to

noto che/jxfjogli amene con noiaidi^ptacere^KS^ penttme non mediocretnè IO so ^veramente che forte dt paT^^iaptroui

nel capo agli huomint d'intorno a quefiematerie^poi chejinjede

pure

(^

ejjere

ingegni ^t quali fanno gouer nateflati ,

altrt^c hefanno

non pur

le

caufèyO*gli

C^ prouinciey

efftttt della

Natura^

ma di tutto ilcorjo dei Cielo ^^j altri tn altri honoratt fludij f/fer tenuti miracoloft\ lo

>

in

O* douepoiper loro ultimo ripofo

in quel

chepm gli bifognartaef^et cautisfirniyiui confumanoicome priuì

I


DELLA

PITTVRA 174 le lo migli de di giurie che di alcuni fòm datigli aia fcudi^ frìm "AHan\i delie loro honoratif^imejkuche^^ ciò gii Auitne-, f et che mentreJt configliano a dar principio no in

certi pezjiì di

jktua

delle

/ciagwattj quali altro non fanno ych^ fai e a^

muragite ^da* quali hauuti eh' esfi hanno notitiagrof'

famente della

^efa

che

ci

vuole

loro giudicio^ tutta quella opera

fetto

danno

di modo^che

,

alle loro fàhriche .s'tntoppa^^

feriti tArchitettori

,

filmano , che poi mediante ti

gùhabbta anufàre ftnz^

nonfoloftn%a parlarne a

principio»

ma ancora procedono

,•

derne con fermcT^ ì termini

,

che

dii |

al tutto fenT^ a^e-

i^,

ùtfogna^WiConuenienti)^

le

'!'

ncn

i'i

njiddero mai libri fktti con linee^nepur conofcono le lettere.ctme

\

neceffarij^an'Kt che conperfone fi mettono alle '-volte-^le quali

che e^i non fapf)iano,ò faper non

<-vogh(mo^che quefìa fia "pr/af

^

tejaquale fi disponga con molto [iudto di lettere , C5^ apprejjo con diffegni di piante, di foHeuamentt fferteriTS) <^u€fle

O*

di altri fiudij

<s* altre

,

(come (i

importante(ime

,

)

di mtfure^

,

j

di modelli, di

'|

) che fenz^ e come il fz^re o-

è detto altroue

auuerten'z^e

;

,

,

gnt cofa

alla cieca

nelle quali

y

dou^

esfi fptrano poi

dhauene

^

honore

,

(^ commodiy

O^ biafimo infimi o esji

medjfimi

ti de'

^ ^If^gg^^

fi nuagliono

do^nali

"^ fé di quefìi li 5

,

gli riefcono

,

confommooUtà^ pentimento^

^

^>

che per colmarle poi affati o,

,

a farle dipingere congltmbranamer^

|

con pregarli , che quelli gli mettano i colon fnU efftmpi io ne ^voles(i parlar e

degli hanno futto fkbncare ,

..e-h-df coli eutdentt

y

\

cheforfi

,

ZS* dipingere

io farei

tenuto

ptii

j

nominar quel

\\

nje nefono tun^

>

C^,

\

mordcuole yO*

j[

poiché e mio intento di auutrtire gii | ad esfiprometterli certo.the il configliar

Tft xldìcente che rdptttiuo

huomini menteuolt^^ fi con

i

Litton

,

'i,

celebri di auefie coft^non puofe

non gioudrligran

,

.demente^perche pochi

,

òniuno è tenuto

eccellente maefìro^ che

tgli non fia per cagion del buon diffegno^pik che mediocre Archi-^ tetto


LIBRO TERZO. tetto yin^j fon talf,cfye

concia,rlty(^ per ridai ti^non yaleytsjtvt le

175

ne falagi dtfj\ tciut^dout ilrmedioftr àe

frouedono col

mC'^rO

dtl

ptttureie delle profpettiueje quali conducono con tanto gtudu

ctjiche con l'ingannar l'occhio a ri predettilo* ciò

riguArdanth ricuoprono gli erro

come/tagrandeifiè ^veduto

m cofeichejono in

je mejchine^^ ijili^trouarfi coparir per cto magnifiche iijaghe^ (d^ honoreuoli

"^ a perche de' Palagtjeprirne partifono

Jt come lunghi pia puhlichi^pìà capacn

^' più frequentati degli

altrii^ quello è per doue agi at urne te fi raccolgono yi

fi

leSaky

raduna la rnoltttudineifenyi impedirfit'yn

i

Stgnori-^^

l altro:

Et per

cw le

pitture, che vi fiinno^dcuono effere di co/e magnificht:^ (^ fi p. r lai manier anch'elle rappreftnttno il njalorct (^ le 'Virtù He-»

^

^

de gli huomini-,che fono fluii mernewAi^ iliuHu^ con VagUor^o l' nat àcomrnouere loro uralico an^ \ferchepiu effigie \rotche

ticht'ò modernt^ch'is/i fianotche

affaticarfi

pm

che in altro affai

che le mirano conftupore in

:

w aliao modo

pereto e bene dì

(onciofia cofa che à

n^tggono

tfi'e

:

i

grandi^

amore, fi ccmt in luci

1

di fficchtjtutti i Juoì geflt tnarauigliofi^da qualifono comosf.poì

4

/ efjerli affiti tonati,

tuofe.

Ma per

C> à douer ajfomt^harfeli con maniere n^^ìr

Ventre àgli

ejjer/ipt fecondo

t

Jolii i modi noiìriy ci

par bene ^che /ì dica prima di qne Iliache fìtrouano dipintine' lapide gli eccleflaflui,

.

'

tefici^lS^

^ primafaranno

di quelli

PA

defommi ''Po

difccdendo per grado i^^er remo a dir poi di quelli delle

T^eùuhtìche,^ de* ÌPnnctpiiO' nel fine de" priuati Cittadini: Come adùqì ci è noto^dtpinfe l{affaele tlflorie di i ofiantino Im peratore nellx pfinctpalfala delpalagio delT^apaiil qual Cofian tino fi Vtc{s; e iter poflo nelme":^

m:nte cobatte,^

0^

t^/ e con la

d'vnagran batta^lia^doue fera^

faa natnìale effigie, chtpAf viuo^ muro , con *-una pr attica molta

q'jejla opera è colorita fui

'fiffdata

,

O*

"vtè ia piU luoghi anchora in ducrfe fue at-* tioni


DELLA PITTVRA.

175 ^dttioniiil^ual

p

U predetta

cono/ce per

Ài dipìnto di quejio luoco intorno. Il Ttttor

"pie?/

effigie

^^ le ìflorUi (^

trar/te^ato con molte

medefìmo dipoi n^e ne fece "Vn

tffer minor della prima ut dtpinje di terrettagli tri

altra,

doueper

Apofloh con aU

Santi compartiti con ordme,che f-vt jìannobenisfimo^a!^*fono,

tommendatt con tutto in

ijrtu

ideile

il refio

da o^nmno

^ parimente dipinto

.

Roma nel T^alagio del Cardinal Sant'Angelo micino à

\

Cam

|

pò di Fiore^permano di h'rancejt o feschefino nelprtmo falotto

,

Salutati, due di quelle ftccia-

che col fineftrone rìjpondejopra

U

frinctpal portadi efjo, nelle qualfvi fece alcune rtmunerattoniy

dignità,^ gradi^chegli huormni di cafa Famefe in diuerfttem fi riceuerono dalÌASanta Chiefaili quali cijono di naturala tirai ti^infttme con

l^ontefic€^<ur'vtè parimente Carlo

il loro

to [mperatore,rol }(è Francefio,riiratti tri gra7*d

huommi di quei temphi^

^um^

m piedi del panteon al"

di certo the qutut

non ftpuo

imaginar meglio perJtmtl luoghiiondtipi fono aggiunte poi alcu" ne 'Virtù grandt^^fopra le porte,^ il parttmento dt quell'epe

\

re e coft bene accommodato-^^ è cofi bene imitato tutto ciò ch'e» gli Vi

ha

non credo che ci

fintOych'io

(la il

pare a qu^fta

.

i

5\[tf

dtpmfepoi il medefimo vn altra nelTala^io dtl Cardinal Monte pulci ano ych' è

m Strada giulia-y dentro la quale vijece con bellifi

fimifompariimentt

di molte iftorie de' fatti

altre lodeuoU tmprefe^che

uan

come dell' ultimefuè

cefi.Jono grandi

-^

Pittore af^t noto

g'jin Configlto

j

.

Bellino da yenetia^il quale fra le

egUfu

dd 7\èDauid con

Erche pitturef ficciano poi in quelle de' Pa" T\epf4bliche, incomincio' a darcene qual he lume Gto»

mente (limate lagi dille

^

s (?Sr

.

prime fuole de' moderr.i

Dtpinje coliui in ZJeuetia

rnentt dt galere, i^ di

la

i

Sala del \

dentro njifece i fui ti

"J^epublica con molte ifiorie di

\

mare ,

O

pm

notabili di qutlla^

lovdiuerfi cor//battu

nauije qualpitture fino

afj'ai

1

!i

b the appio prtaie

\


i?7 LIBRO TERZOi] a vn luogo tale. Ne fa minore tl/òg^ettOj 1^ Imuenhoniycbe d^ Domenico Beccafnmi (i fece dentro al palagio del ia Bxroma di StenAydotte pnmx Vi figurò con <-un mir abilefcom

\froprt4te

fiir Cimento tlcimevirtU^cbe fono

nel '-vero molto comendate

fono di quelli antichi 'oj/eruarono le leggile ti

de 'Hpmam

,

i

quali

'-ut

da.

huomim (tgnaUttichefti che diffe/èro la loro T^epMica

ìfgmuno. é7- apprejfo rifece poi di molti

,

^

fono di molte Jfìorie de ipià egregifut^

che fono ottimi effempij veramente per chi reg-

^e le Città Ubere Ji come fi ^ede che ella, era in quei tempi. xMa le J^orie che fi fogliono fkr£ nelle faledeil?renttpi i ijengono "megltOydi

vn Uuomo folo che fia

di gran 'valor fiato ^ che di

moU

7(ommo d/p nfe m frefco à Mantoua in ^'n fdlotto drlCaHello del Duca tutta llfloì ia Troiana ci a modo punto che deferme Ver^ilto^non è per ciò fuor di ^ta per ti

mfieme^efe bene Gmlto

,

r,

che cjfendo ciópììi di l?oefiacche di vera ffiona, O" dipinta in let fere

da chi non heobe maipart^^

effer colui flato della

[ittafua

com mendabile T>ipmfe Prancefc o Salutati in Ftorenzj nel Tala^ gtodel Gran ùnca^tlfalotto dell' audttni^a^doue Vi fece a frefco hxtiuoypercio è tenuto talfòggetto quiui tome àignifiimo^O^ .

I

i*Ifiorie de* fktti di

Furto Camillo ^Q:/ nellafai a grande dipinta

A tempi nofln da Giorgio Vafan^ vi fono

i

geHi-,

^

le njitto*

ne del Gran Uucacon molti ds quelli della Citta di Fioren^^ doue li gran palco dipinto a oglio^e le fkcciate lauorate in fiefco: ntA di quelle, che fifògltono dipingere per t Cittadini priuati è be 92 e

'

à dar folamente l'elfimpio di quella^chefu dipinta da 'Fermo

del Vaga

m 'l{nrna-ineila

cafa-)

che fu di t^ìelihiort

/i*

Idaf^wi^e

mi ricordo iene com'era il dipintofuo^egli vi hauea prima fimo vn ricco par nr/.e"

ferch'era lofiudio al mio tepo di molti giouenty io

Jo '

di

maymOy^d alcune nicchie alquanto gradile alcune picdolcyet

tra détro allegrando con grauiffima

maifià alcuni Filofof,(^alcune

in


DELLA PITTVRA:

I7S

alcune ntcchh,^e nefa.na due inpeme^t quali erano molto ben e» loritLy(^ parimente

erano certi putti ignudi nelle minor ^iji

'-ci

correa poi /opra la cornice,

C^ di /òpra à

quella era

molte donne^compartite à duetO*finte per

nelme\o Vtrano J/iorie difigurine

fi^gio con

li

tei mini di

marmo^tj^

colonte^dt quelle de gli ant't

chi

T\omanhcominciandoda'2{cmolo per

Ito:

ma di

finoaV^uma'^ompU

quefie materie fi pojjono fitr [ìrmlmente nelle certi alla

/copertoci come

io

n'ho T>eciuto

m più luoghi. Cifono amora che

per ornamenti pur di Sale avpfefjo d'alcuni Signori di apparathfnttidipannidi/etaidorOy difiUticcìoy

^

bellifsimi

di lana

^

li

quali teffutt fono con pae fi, Iflorie, C^condiuer/e altre fiknta/tt di coft moderne i/tcondo

capricci loroje quali

i

per

ejjtr co/e

rnobi

Ih (^' atte a poter /erutre a raolti luoghi iU porne per ejjimphco^

tue

fi potria

e /ouerchio.

i

Che dclleloggtc fi imitano le pitture,feconcJo ch'c il luogo ou'eIJetono fabricatcìdcllcmagnilìchcinuétioni chcglt Impcracori antichi vi vfauano qual /iano le co(e che vi cóparilcon mcgl.o, e che fono per ragion più neceflar le» :

ON

è dubbio, che le lo^gte,lequali/onofkbricate,c fiék

no ne' gran Palagi,

^S|

ò nelle ca/e priuate

,

^

fiano

no à diuerfi njp,^ a "vane commodiia,cofi diutrfejorti^(^ ferie di pitture pino

da

ciò ellefono più e/pe dito, dell'altre cofe

qutUe.

più libero l'andarui per ognmno,che

non /ono-, onde ctpiace,che nonfioUmente

me defimi ^che fi di/Jero

go campo amora concede per

^

arriut

m^

Et perche có^ alle/ale,onde amene che per

efiere ricercataper

rnummente/ono prima che fi

ti

k

qual li voglia qualità di per/one,che coficome/eruo^

ifogget-^

delle /ale,fkr (ipofionn^ma con più lar-^

diuerfifiime cofe yi firuhiedonoy

le d,i*erfiia delle

C^

quefio fi

fue porrne ^U maggior parte

di Ili

quali


e

LIBRO TERZO, Infiali /! "vede che fono

ogm

179

archilo* ftUJlr'hdt mameray the su quelli

pur ch'elle fkcàa ricthe'K^T^.Q:^ ornamento,(^ perche è bene di yemre allt efjcmptydi" remo prima delie belieT^^ O* degli ornamenti delle loggte l?apa aiprtcciofa tnuenttone di co/e allegre^

liydelle

quali ne

fu

inuentore ti gratiojo T{aff*a,ele d' Vi bino fi co

me egli fu delie /ale ancora^ (5y

delle miglior pitture chefitroui"

noyZS^fono dentro a quelle^ è hen

"vevo^ ch^ejjendo

ne' fuoi tempi

yenuto in luce U noutta de He grotefcbeiC de fin echi, cauati dalli antichiyper opera^f^f per wdufirta di Giouanni da ZJdmeftlqua le pereto

trouandofi

m quelle eccelienttfsimo, piacque à

di d^rli il carico di quelle^di modo che

primo or dine ^(^ ancora di

lo fece

Raffaele

capo delie loggte del

quello di mez^^tal che per

man di co

fluìfi fece tutte quelle njolt e ^(^ quelli iArchidiftucco^ the con Ji{Apore fimirano

uorateychenon

da ogniuno

k quali fi 'veggono ejjer coji ben Ix

inmd ano l antiche ) ond ejfol imparo i

Alt efoche

tutte quefte ^ìtrouano effcr piene di belitjfimt ornamenti^ zs- ri

Unti digrotefche,con rtcchej(^ caprìccioft muentiom di cofe mal tJ d.uerfe^e ftrauagant imperché chi^fattì di yij

me7^,(^

ci fono

quiui i partimenti difiuc

di baffo rtlieuoji quali con

modi [i.aordina

fono rramcT^itt con tfloriette colotireUe quali Jurono condot-

te per "valenti gwu ani^con t d'jftgni,Z3^ con t cartorÀ di ie^ne* quali fono Uè* mtfìerìj

dd

ì tfì amento

secchio,

T{i\ffàe^

^

dipci

fono i piefi-i^ tfngliimibeli'fimtyO*apprifjo con tante fr future dtui[ti C^ diffoftt in tanti modt , / quali fi Veggono con ti

tanta grattaji^ ordwe egli pai]

affé

gli ycctiii

t

ini,

quiui

termini degli al ri con modi nouifjlmi^zs- dijujati^

qmui

yarij^ihejoìfì

grat

tjpreffì.che fipuo dir ntl^verot che

U

x>iu\fsim\

et fino

Natura non n ha

(fy dt tante

maniere j

e t»rjti

tantiyt quali f.hcy\an do con

oji modt f'vegi^otjo p off t /opta tutte

0*fr ut tinche U Tiatm a produce

U forti dt biade , bgu^

in tutti

Ad

i

i

unfi, per nut, mento

/..


DELLA PITTVRA

ISO

mento dì queìlUìm fono ftmilmente t pefa co altri ammali acqua tici 9

^

con diHerJt md/lrimarmiii^ dtpià vi i efprejjo ancora

tflrumenti MujìcaU di tutte kjorti^ e> v/ fono finalmente jrut

tiy^ fiori di tantefonile tanto ''vartj quanti w ogni parte del mondo [i pojjono dalla Datura pi oduYre>per tutti t tempi dell'art ,

nOySÌ che tn fomrna è di talforma,

^

bellcz^a^che (ìpuo

per '^mejjempio ^muerjaleyda poter con modi fi

O*

f^alerfi

temre

acconcifer uir e t

m tutte le loggie^ chefono per douer dipingerfi da chi

fi fia^(^ perclnfi^oglii^tè/' è certo^ch'ogni cofa di quefia mfte^

me coljuopauimentoju dijfegnata ,^

colorita in carta

à n)fo di

minto ^nel proprio modo^he/t troua^per mano de' pm valenti già uam,ch'in.7{omafo/jeronel mio tempo, fra

i

quali

iCyOnde coft colorita fu poi mandata, da chil'hauea 7je,

(^ che lapagaua

io

nefecipar^

m commi[fio^

realmente s in Anuerja a <-vngian Signore

de Fuccheriyd qualifi dice }che di

i quefio 2/^gente,ch*to

ciò fi dtlettaua fopra

dicofe ne fece

f-vn altra copia

modo,^

,

dopo non molto tempo,eglt medefimo U portò in Spagna

la qt:a!Cf alla gran

Corte del T{e Filippo con altri dijftgni infintti,cke tuttauta ccm*

ptraua,^

ch'era in commifsione a noi per tffo

a dtfiegnar pi an-

Medaglie, Archi,Coldne,Statue,ÌS^ altre cofe ajjat an ticheyche fi fonorttrouate per quella Città dmerfitept^ chepe» te, Tempij^,

m

rò erano delle più notabili^Ì5^ più perfette dell'altre. Ma ritorna»

do di nono a quelle volte del primo ordine predetto deHe egli le fece affai dtuer/epoi con

l.^ggie ,

materie piti ficili,^ molto alle*

gre, conciofia che n^ìfinje con Varij ffartimenti,pergolatt dtcan ne, tutti coperti di <uite cariche

dvue,dt ìofat,di

'Vitalbe ^C^ di

gèfmini, ZS* fece quifi' allegria quiui più per foUeuar gh animi da tedio a prima -vifiayche per molto artifeto , efjèrfdo il luogo flit libero

^^ di manco fioggetto per ferutre aUefaleìnjiftce

ft'-^

milmente diHerfefrtt dvccelii^ e?* ancora di ammali^ che in qut

\


LIBRO TERZO. fiogentre

*pi compAYtfcono

molto bene

i8t

^

Si èfinita a tempi nojìrl

.

I

quel! A del terzlor dine difiibnca^i^ di pittura,

do uè già

era. «r/»

palco di legname fin

da.

dal tempo di Leon

cimo^conl'armejua in pia partimene di ^uel/o,^

qmfìa

UlL

Papa. Pio

*2)tf-

nelle Volte

di

k grotte/che con oromejjòin più luoghi ^ che pur compari^

Jcono "viAyx^ ne'cjuadìi Vi fono

ìfioriette colorite di

mano di pité

giovani Ji aualifè n han paffaii moUo leggiermetcìma ciò che qui Jt

commenda è nella facciata^ per

di [ojmografiay

le

quali

'vt

la

nuoua inuentione delle

Jono dipinte con

le

dijlan'^de' luo-*

ght-i^ per giufte mi/ure comp^i/e^doue che con quajt tutte lori

le

co/i

fi njeda parti del mondo, con tutti i/uot termini, C^ co* diletto

lAx delle loogteyche fino fiate dipinte per i /ècolari, com'è

.

ne' loro P.dagiy è par/o bill di' fiuoi antecejjort

bene ad alcuni dt ,

sìcome

(t

^ede

fitrci

i

gefii

memora*

che anticamente ficee

Antonio Car acalla,, il quale -ui figuro i trionfi del 'Padre , (^ il medefilmo li dice de Seuero imperatore , Ma Agatocle T^e di Sicilia '-ui jece far le vittorie fue proprie : Et Giulio Cefare pò • fie

di rtlieuo nelle fiw-^

ficiuta la '^epubltca

potrebbe

fo

.

C^è

le

Statue di tutti coloro^che haueuano ere

l^omam^

è flato punto

il che di

pittura fimilmente fir

(i

men die ernie quello ^ch e poco tim*

innanzi di noi fece dipingere

il

^rencipe

Dona , tn^nalog

già difopradelfiuomagnip^o Pala^^o fuoridi Genoua

,

douc

^

di pitture ne dopo Va>ij ornamenti^ quali vi fino di fìucchh gli Archi con grottefche mmutCifiitte per mano di l^rino^ mie nella nuolta cinque ottangoltjne' quali fono Ifiorie colorite de' fkt

pm notabili digran'E^rnani^i quali col valor loro diffeficro^^ libtrorno la Patria loro M4 nelle jkccie vi fiono maggior del ti

.

rvmo alcuni Gran Duci afidere^ armati al modo antico, figura ti per gli più

loro,

t

inmtti (jipitanidt cafa *T)oria^con le proprie

quali ^lUiffimifimoUranOiO'fiopra di

efit

effigie

yi fiono fcrit te lettere


DELLA PITTVRA

182 ìetteereje fjuah

li

denotano

ejjerefiati dijftnfiri^(^ henefktto*

rt immortali della lor patriait cjuabf-ggetti io

mdgmar (t

poteffe di

glio perciocché

que lische (jumtfi m'cggono,

non ftia bene taluolta di

^mnj^imamente k

non iofc miglio /-

quelle,

éMa io non to

or7jarle con ce Ce Poetiche^

chejonopojpdute daperjoììe^'hefono

pia indufinofeyche tllufirtitl che

fi

ijede douer furfidalfcjjtm'

pio di l^affaeletil quale ne!Jap''ima loggia del Pai gto

Jìm

Ghi/i ;gia ricchil^mo MercantCsgli pnft nella nuo^ta ilconp

gito de'Jt

per la ti

d Ago-

Veh^ le n^2^ di ""Vfìche^con le G rauche he [pargono

fattola foriyO" nei

Dehche fànnoyarie attunt)

^rchi

nelli

moU

peduz^ì pur del/a 'volta yi fono

con altre tali foefit: z^fopragli

spighi ^i fono alcuni putii^i quali Jcortano d^ldijot

to in sufi quali Volando poi tanogtinftrurneii di tutti quei Dei^

con

^n ricinto dipoi

.sii i panni,

^

intorno

quelli efjere

all'

Jfiat leje quali egli finfe

ejfi)

e

quimuttaccattfdouenji fonot jcfto^

ni d^ognijortefiori foglie^^ frutti j qualifurono dipinti daÙ'cc ce dentifilmo

Giouanm da ZJditH^i quali (i mofirafTo co(ìielli,0*

fviuaci^ch' o^ntuno che yt mira nellaJ'condajla quale

olerà modo^fi yapoi fé ne fluptfce

^lene a rispondere fhpy a

do^

ti giardino,

uè E'ilddfxrre l^etrucci da Siena T'Ì diptnfe afiefco le lunette con / Iflorie di fece

Meduja,(^ il med fmo nei mez^ della

ZJolta nji

Diana fulcarrOiCh'è tirato da' Torcia quale è àfdere,

colvolger della tefia

m alto^yiene a fare

dipwfe poi 'T^ajfaele nella fcciata

mv abile

.

li

f

uoprono

i

moti,

^

Dei

rapita da*

lo ho poi ^ve^

duto,non è g-^an tempo per Lombardiafcorre do-, di molte che doueforio aperte

lo^gie^

le pitture, <(jr oltre

i

bei

andari, che nji fino dipartimenti finti di (ìucco^ (|> mefjtd'o^

ro^f^ifono ancora finte ne Uefiiccie incontro a ipilafìrigl'ifitfji or

4Ìtm de collonnatti<^ dtUi

archt^cht;

,

n.'n òellifjmo furto Ji

\na C alate a

Marmi,la qual è tenuta per y n'opera

^

yi fono ricri,dj modo, che

frigendo

k

\


m

,

LIBRO TERZO.

185

fingendo in quel fpatij poi frofpettiHc con palagi i conjelue,

allegre

,

^

^

montagne ^ zsrpac[t bcUijjimhrteJcono molto {^ ptaceuole a gli occhi , conctofla che da. 'Xìna banda (ì

tonfontii

intorno

fcorgonoi monti

^^ lefelneipere,^ d^U' altra fi

veggono

ejjèr

fintiida quelli diuerfiyO* allegri^done the cojil*occbi0i^ la

mm

j

te di doppia f-uiftafigode^

Dc'Ia grandezza dcgli*ornamcnti,chci buoni antichi vfàrono nelle Ceciate delle loro Camere: della differenza

fanno dentio,iccondo le qualità modi fi adornano:

delle pitture, che VI

fi

delle perfone,che

ftanno:in quanti

della varietà de*

Vi

qual fialafua Hebita altezza, 5C fttabenCj&piìincccflarieinciaU

frfgi,<5i

qualfortedi pitture ci chcduna à tempi ncftri

E MP RE

e

Baio

noto

à t Valenti djjegnatori , t^

à i UuduTi didAr ihìtittm a

n\oma d'intorno alle cnfe

f

irli i

fcgt

the jt Jgì.o jfatìcatt >

antiche^ che gli antichi dvpi

le ma:nifiche,ZJ^ ricche "volte de'le loro

in enfi umi di

i

Camere.joltuano hauert

fotio di cj]e (-volte,

t

quali per quantofi

difterncua ancora fino al mio ternpo^erano molto ripienhconpar^ itmtnti difìhcchiy (^ con p\ giature d oro^de' quali fé ne Veggo no, chefono diiìinttydi mi'^oti'ieuo,^ altre erano di

ìHmutiyt^ ci e

t

era'^o /colpiti con

ricini t lor

fi

b^'JJòy

njno anficio jiraordinarìo.

mofi -afferò ptiifu^erbu^ìvedeua

C9*

Et per^

la cornice di

fòpra,^ di fitto à quelli effere fune con pietre Fenicie ^le quali e^ rano cammeffe con diuerfe quilna di gemme, O" di mufaichi in* tornOi^ nel me'^o poh(fy fra quadrone quadro^ft ve dettano tra* mezp^tecon tcHeymafcare^^' tflo>ieilequaÌieranofòdtbronzs>% onero di

marmo finipmo c> alcune fi ,

confiderà ancora ihe do^

uejfero e/fae di orofecondo ch'ara la magnificenz^iO* la gran-* dez3:^a


DELLA PITTVRA.

114

de%^a, de gli animi loro

Jce che

"Vi

.

^

ÌAaJotto de fregi nelle Jnccie,f! cono^

erano compartimenti rileuati.^ comp-artiti

a,

nicchiey

a quelle nji Joleuano porre figure grandi di/coltura.^ quali erano di tondo rilieuo^} uero che à molti piacquero haue-

C*f dentro ie

qua

re i pArtimetipredetti,fen\a efferut i ri/alttjaluo chefintici li

\

ì

erano commeffi con diuerfe pietre Orientali,^' di pre^TOi

^

ne* spatij erano ripieni di candidifìimi mar mi, eh'erano ^arfi di

dolci^ime uene difopraima erano impojìi infìemec^n tanto

w4-

gtfiero^(^ dijfegnojche per forza de' commeIJiuarijyche erano chi chiari.chi me\i, O* chi/citri/t

uedeuA d'editali effetti, chepare^

ddmmo

ua^che ilbafamentOy c^ tutte ì' altre cofejpiccaffe jimri

piano tC^ quefi e merauigltejifilma chedalorofifkcejjtro^ accia che Mandar per quelle/ulj'epm lth€r0yO*/enz^ impedimentOtri' Jpetto

alle rnajjxntie diuerfe^che di

Je tuttavia per U e afe

.

ne per

^

h\a tafci andò gli antichi da parte^è

usrtireper natiche lefianze alcune

muneyCO

cotwuo fi girano &*/ono mof cifono Je

quali ufiamo

d <t-

tmom

mayìgiire/f;JferrìpofarutfttuttAUia.altrtcijo

no p>tfcpara,e per i lUtron'^ tsr* Capi di<afay altre per ifoi afhe TÌ,aUre per le ^Xatrone^altre per le fkncmlìe^ Cr altre JoUmcnte per il commento de' giouaw^^Ue quali diuerfe <libhorio iffeie dì ciafcuna lepittme-tche hi fifknno dmtro,to hon di< o acLe cefi di coltura, come ho detto dcU'anttibe^pcràuche k tempi nofin non cipa'dpxo timmharle co color t^non ci effendo ordine d'armar^ ui da ungrauitsCimope-^o , (^ ie caufe nfmio manijtfieima il

f

peggio € che quelle poche pitture fé quali fi fogliano fnre per le ca»

s^<t

j^'

I

lUuflrhfòno aLe uolte cofimal'inte^

\

cofì grtfiijche

non cÌ€ ne fignification€,nèfofian»

I

di cofa ai mon do^al qualdiffettofi deue incolpar più

Xa de* Fittori.che fono fucccjfi a dì nofiri^che Je^percbe

\

Ji

^

huomini grandi, fé degli fcyts* i foggetti

I

mnfempre

quelli gli

l' ignorati

a* tati oni dt Ile ca-»

dofmo kmatem^O'malJ^mame^

u

*


LIBRO TERZO,

it$ temtornc a fregi,perche no a tutti cjttellhche {inno dif>mgt regh ì noto nfiorie^ouero le Toejìe^chefono proprio gi^ alle quali fi

ne

letture,dt

le

materie de fre

de auertire molto hene^con ìe[feì e infiruttt di va

mamera^che fitto ^velame difàuole, c>

d*IJioric,

Jc li dìfiuoprano leflrade de' buoni cofiumhdccioihe mouìnoglt ^nimìjqu Ando pino narrate sa coloro:perche fpefjò con tali ejjempi Je gli apre gli occhi della mente: nel modo che accadi a quel ricco Genouefeitlqualefe bene hauea fkbricato 'un gran palagio ^non*

dimeno procedeua da huomo anariffimOiruflico,

^ incimUy O*

perche pur vi ijoleua ^r dipingere qualche

di bello i sì com'è

cefi urne di quei Sig.XJenouefìi

coja,

ancor ch'egli non nhaueffe gufioy

pur fi difp'fl menarut ijn gentilhuomo Kom ano ^al quale mnjir£$ toh ilpaUg'o.eda quello cómendato molto

fuor di quellxfuA rujiicheT^ la

ond' egli poi vn poco

rtfintitOigli dimandò y che cofa nji

ri^ofi di /libito il Ro CortefÌA:ll Genoueje ciò vditOjO'rise'-

poteffejkr dipbiger de troncheJieffè bene^

wxno^fkieui dipingere

,

tito a jktto^^' riceuuto dmoito^dijje}

li

to ce la

farò dipingere in

mamerayche mette uturò fitrk conofciutd da ogniHno:cofi da quel tepo tnanzj^m'dtiti poi tutti t modi di primnydiuenne tutto beni--» gnodi!}eralei(^ corte/e y^/ perciò è bene à por mente in ogni più tura, quello jche s' ha à fkre^ihe gioui^fkcendo col mezj> de\f>g^tt^ ti,chefft s' aderìfcano

a quelle

'-uirtù

,

le

quali fono più conformi

alle Atiioni lorOy{S* delle quali mcriterelibono douerne effere abo

deuoli. lAa in e;]e ciò che fi (k di bello

firfoli gli ornamenti de' fregi chi

attomoy^

li

più d'

li effi

a tempi no fin

colorititi

^

fi -uè de ef^

quali confinano co' pal-

fcompartono con diuerfe fkntajie di

cofebiz^aYìCy^ allegre )alcum però

cifono,che

Jurnofatti da' ùuo

niyCOn midi diceuoli.perche fi 'veggono piene di cofe.ch'infe Iran 729 q'Aaich i

fog ^ettOy come fono

Iflorte, Poefie, Proffettiue,

4y Prouin:ie, tAottìyO^fentenTS*

^a fitto

t

Bb

fregi

Impre*

pochf^mefi veggono


.

DELLA PITTVRA

it6

'leggono ejfer dtpinte fino à bajfoici/ono ptà che altro noto

le

Ta

faltyche dipmfe Raffaelesnelle ejuali/ono mt[terij della Cinefa co

alcune Vtrtu^ò*Poepe mtornoja qualora a, e

mentey ne credo ch*in tutta Chrifitamtà

moUi^lquAli fi compiacciono

a,

colorita,

mtraùU-

ci Ha, il paro , ci fono poi

y edere le pitture dtgfottefche co

partimentt,^ campi di più color tyZS*

bajamenti finn di

i

T^oycome fino qnelle dipmte da, 'Termo

bron--

del^aga inCaftf.lSan^

Af^gelo^f^ nel Talagio ancora del Principe *J)oria>ch'eJuor di

Genoua.fe bene t Genouefiper la biache'K^a delle

loro calcine

da

fi'egiinfuoripoco d' altro fi curano,e(Jivfano difingerui da bajja

yn

hafamento a torno^?2el quale ^ijunno pittre di i^arie mtj^

ihie dentroyilche i "vtilifiimoyperche nofidifceìne cofì quelle[prtir

T^glie^ne quelle macchie^che fifuol njeder fempre col tempo neh

UfkccieiChefono di bianco fihietto a pie delpiano, éMa in ÌAiitt 720,0 per

Lombardia dopo un fkcde fi^egietto

efiife

nepajjano

ytor, \

perche da qualche pctrtimentoin jmri^effi^-i njjano poco altroy quali fino di (jlonne Attiche , fi a

t

Isìorit njt fingono

t5^fia lo^per

le

colonnej

fi- a efie tauole

^

le

tauole

le

quali in cambio di

fiirup.

grandifiime di marmo biancoy^

'vt fanno

^nafiifiia di color giaL

dar pm '-uaghez^ all'occhioyCon qualche fiefioni detro. che

fino coperti di verde a\urro,i qualifico tuttauta doT^nali ^perche di cofi fatti matslri tutto ilreBo d' Jtalìa,

to

njenho

cofi dipinti

da'

trouato più ch'in

Ma è bene che fintomi à ifiegtja qual

yoce norz ^juole altro dire^che ornamento : Conciolia cnfa che ipri

mi dicono

che

fifecero

nelle parti di Frigia, doue che

dal luogo cffi-

prefiro ìlnom^/nel far qu^fiifide auertire.^the fingendofili irò paefi^acque^o

animalhcon altre

gere che pano dipinti fipra le ti

tele,

den

coje terrefire, e' bifigna fin-

ouero tauole-,con gli

ornamen

loro finti intorno.che mofirino cofi effere, Jmperìfyche confide-^

rata l'alte%^ dt ejjt^non potrebbe fi

afingenti aianif^eder ai* altro


^

tlBRO TERZO. "ito

che AYid^f^ nuuoltiOnde colerò che

isr

fanno d[trimeKti,'ver2go^

no à /fre:^ar

le cofé

naturdt,^ a muouerfì dagli

Yhdì modoiche

da. chi

munde^ruten tenuto ejjer colui

ordini -x-f"vn

JoUtn^

nisfìmo goffotfe bene egli fojje per altro conto buono^quand i co-^

jtirnpenmenteiio giudico

pot^yche

à darli giufla mìfuray

effi

di

Urghez^^d non doytrtbbono ejfere con fArchitrauet^ corniceJua minori della fefia part€ della

qmnta,^ fé

dell' alte7:^<t di

quel luogo

,

ne maggiore

per forte (i irouncamereì^òfalejequalt ecce

da ilfegno della fua alteT^^

^vi fi può fingere che cadano dall'

Architraue alctmi fisìom pieni di ijarij frutti y che pendono al-

quanto pm a

ba/foii

qualifieno fofhnutiiO daputimiiò da M.af-

care con le fkjciettdouero da bottoni d'oroyO co altre cofe tali ma' i/oggetti

non mi

che

ci par

CI

yatmo dentro delle lflor̀(per quanto io comfco)

meglio che di cofe appartenenti alle ^virtà morali

ACCIO s'impari a effer prudente ygiufioytemperatOy e forte in ogni

Jua attioney(^ nell'ejfquirle deslrcT^Z^y delle quali '-virtù ne fé no abondeuolifopra modo njlorte Romane,fé però i proprijpatro ni non neporgeffe mitteria con i loro fatti ìUuftri quelli

fi

percioche con

s

deuepreualere a gli altri , nel modo che t^sò Giouanan

ionio di Pordenone nel palagio del Frencipe' Dona

per eh* egli

y

ti

quale

era allhora lArmiraglio del mare y coflui njidipmfeìn

*vnfÌ4o camerotto njn fregio difknctuUi coloriti,

i

quali cd<-ua^

nuotano '-una barca piena di cofe maritt merdai quale ne fu reputato molto prudente Con tal giudicto ancora fece bene Giulio Romano nel palagio dtl .T. percioche allurie attitudini

,

dendo al calore di quel Duca ^a de' Soldati'l{omant

fimi Colonna Tratana

,

come

egli

,

fià

imitò di fJucco l'ordinan*

f

a punto colpii a nella btllf

m T{owa Ma .

nelle

ripofanole N[atrone,(^ le

Donne

^empidlfhne

lllufiri , co(ì

di 'Donne

maritate

camere poi doueft ,

ijtfi fingono poi

Greche y come Laune^

Bb

2

O*


DELLA PITTVRA

1S8

C^ il mede/imo fi dejnre m quelle done hubitano le fanciulle, col fingerut le più fkmoje per caftità^per grandeT^ d!Animo, (^ per

fede. Et doue dimorano

t

Mutij, digli Oratij^de' ociptonh^

me per C ffiorie

di quei ì fi facciano Jfione de'f^urtijiCbectfono notiffi"

gtouóLuty'vi

loro,C^ quefit acco fi fueghno in pa.rteyO' fi r/-

mounno da qUiUe ^iltà>,ptgrttte ^uuaritie jO* ociofita^deile quii Itti mondo èpieno^O^tlor cuori sinfiixmmino afiir co/e magna^ nimCyi^ gentrofiine Voglio quim U/ciare in dmro qutlioicbe no ctefimdoyè fipramodo bmfìmeuole^conctofi.a. de io (come se del to hauendo pratticato per dtuerfe (jttki e(fendo fiato mena to per molti palagi.^ e afe. (^ fino nelle camere fé a eie, lequali

^

,

hotrouAtojplendidijJime, c^ abondeuoli d! adobamentt di tapez^ ricadi Bìoccatiii^ d'altre maljaritie minute>,e tutte ho i^oduta efjere con

mtrabitarte forniteyeccetto di pitture

gmije quali

delle

Sacre Ima

erano la maggior parte quadretti di certefigurefiit

teallaGìecaigoffifjfime^dijptacemitye tutte affumicai e y lequali

ad ogni altra cofapareuano efieruifiate pofiejuori che à muouer diuottoneyeuero afkre ornamento

a fimtl luoghi :\y nel uero ch'e

pur e nona gran njergognaipoiche ejjèndo tutti not ChrifiianuO* *^'€rt Cattolictitanto [penda in pompe co ^arie , Qy fuori di fi fi

tnfuray^

nelle

camere doue

et

ripofiamo.e trattenemo la

mag^

gior parte del tempo del^tuer nofiro^con doécisfima quiete s

^

m

per doue fa almeno^napitturadtgarboy^ ben intefa: CI habbiamo noi à ijoltare ogni giorno^ g^ fupplicar ilgrande Id dio fé non in quefit belle imagtniì aceto ch'egli effaudifca t nostri prieghiy^' et mantenga m gratia^^ in fiatofelice:abenche to no ci

àteo cffire cofi per tutti t luoghi^potche apprefio afiAiCtttadiniiper

Lombardiafcorrendo: honjedutohonorattfjimi quadri^ che "Ven da Giulio l{omanoy con detro

gono da Tiiiam^dal Correggio,

^

hVificriìdtN.Sig.Q;^ delia BeataVergine,

t

quali yqttuv do It

Hatronc


LIBRO TERZO» 189 ^Matrone di chi er Anodi yedeHanofcoperti per tenereT^ai^fciUam loro le Ugrime da, ^It occhi^tania era U 'T/ittacttk, O* l'ec • ce lienT^ grande di

f^tte Ile: laonde

fiume di ToJcana^C^dt tellcyche con

i

per tal conto e ottimo certo tlcQ

''^omajconciofta eh' ejjì non

doni lo^oìoltre

U

dote^non nji (ta quello d^rvn bel

^j/jadro, ZS* ben dipintOtatiefo che

Uforz^y^ C eccellenza

conofcere

maritano Ci

i

Tofcani fono

acutifjimt net

dt qiiefl'arte^ (l che per ciò fi

tomlude ti lume prtncipaldegli ornamenti nelle

nofire camere^

doHir ejfere t Quadri dipintine' modi predettuaccìojitengajem

pre special telo alla divinità di queàe belle imaginije quali

Ipifi

tapprejentano àgli occhi^quafi come le proprie che Jono in Cielo»

pc'Ritrattì dei naturalezze dou e conficela difficultàdifar li bcnc,& dj che proccde,chc le più volte quclli,chc hari \

no maggior d!negno,& che fono

men Ioni

li

fanno

ti

di loro,

ONO

più cclcbn dcgliaUri,

glianti di q^uclli, che

molti huomini aerarne te,

t

fono mcn pcrtcc-

quali grandi^im^

c^

merauiglia

difoprema fi fanno, no quei ^^ittoreyche nel fare vn ritratto dalviuo s*ac eofia coli al -u eroiche

lopmiofi de' quali $gr2oran ti

^

ù efit paia

io sì imo

t^fflrlt

ecctllen\a tengo--

rufetta troppo (tmiglute^

non deriuar tanto da l'tfjer e sfidi

ciò

quanto dalla condition del foggetto,il quale inpAef»

fò è defiderabile^quaCi da ogniunOiConciofia cofi^ che contrafkcen

do(i l'effigie ''vera lo quelle materieJe qualifìam per durar qual che tempOifiprouede in ^ran parte al nome ^ C^allapoHeritàdi quelìi^perch'egli e tale^cheperciòficonofconOyO'fimanftfiano le

rutrtàloro per molti fecolnO* per che nelcofiyederli^nonfo^

mona ancora tutte

ma

melefue njirtù^O^prodeT^s^^chefono per ilmon^

larmnte fi rapprefenta Itmagtnfua njera,

li ritorni

in

do

_


<^' lio fparfetji

DELLA PITTVRA. come miramene de'/epolchri,m dar lìottth k ipoflerl

'delie co/epaffute^ ZS*

di pia gli accrefc^ a?icora in confermatton dtl

treder lord Hcenofcimento

finto

ch'elei hanno impre/ènte delyedere ti

(^ il vero dd yn trattoy

,

il che li catéfa

che in altr^ pitture

pia difjiciliyO* {ktte con maggioreftudioinon gli pare da. ronpf!^

%Q di

cofi gran magifieroìmA/appiafi dt certo^ eh*in

ritratti

materia de'

non è da [penderci tempo à moflrarui le vie^poiche da me

dtocre ingegno può ejjer pojjeduto à haftanzjiy tutta "Volta ch'egli

fia pt attico ne' color h O'che per lungo wfo egli tenga in mente le tinte vere^anzi chefra i "v denti ^ittornconfiderando efftle cofe difficili

che yeggono ejjer nell'arte-non rui mettono

l animo 'volon

tieri,percioche di/correndo aHaper/ettion dell'arteiesfi ben/knno

^

aueUojche pochi conofcom^ (§f che dalvolgo^ da' baffi ingerì a più poter ft/ì*^geyO* è certo che altro jludio^altra induftriayal

tra inteUigenx^y^ altra fktica è di mefiieri intorno a Jnreyno^ ouero più Ignudi del/a grandezza del naturale color ittit quali fia

vo con tutti f mu/colh<(^ con tutti t/entimenti poftt a lorproprij

m manìerd ^^ perciò io

luoghij(^ cheapprejfo fiano ombreggiatiti^ lineati chefi moflrwo "vfcirjuon di doue esjiftanno dipinti

dico ejferfiper prona '•veduto più '•volte^che quanto più gli huo*

mini fonofiati profondi nel diffegnojesjt tanto meno ban faput9 ftre i ritrattisti che procede(per quanto io conofco) per cloche con (ìfie tutta la dtffìcultà

te che punto

del farli cherajfomigli

non fi muti^nè con linee^ne con colorhdelproprio e_f-

fèr fuoyil che

da quelli

di mediocre ingegno con molta patientiafì

conduceycon ojjeruxr tutte

le

yartattom delle carw-, (g^

tez^e nel modo che in quelJoy che esfi che

li

a disegnar li talme

le mif^t*^

tmttaf/cuopre,^ qucfloì

predetti Vittori patifono troppo male,per efjer e yjati

le opere loro adejfer maeftreuoli, ficili^

neU

O* tfpedHt,il che aw ene

fer cagton della loro bmna, mmieraAnticaiCon la quale esfiefjri

mono

\


.

LIBRO TERZO.

ipi

mono tuttduid ogni loro cofa,^ fercbeper ejferpirfetù(^tnia>frA l'aitre^esp fono sforanti ù fitto torfidx* ter mi m dt quel goffo» e debole che nelle facete jìtroumo tuttauia. ne'natur4lt:onde ilpm delle volte

t

rttratttyt quali fon fitti

per

mano de glt eccelle?itu

Ji trote Ano e(fere con migltor mamerdi^ conpiuperjettion dtpin» ti,che nonfon glt mitri: >ni le piti volte menfòmiglianti^l che co» fi ci è chiaro .

'J^è perciò io niego che

non ce neftano fiati debuo^,

hdnnafitto ùtnijStmo ^ conàofidcofn che fé ne trottano pur molttper mano di '^l{affaele in Fiore^, già da Iti fatti tn T{ot niyt qtiaìi

ma al tempo di Leone ^O^dt Clemente, ritratti da lui miracolofa^. mente^con Binda ^Itoutti, lo nbo ceduto ancora alcuni dt Fra te

Schafìiandal

F lombo in

lAdano appreffo al SigMarchefe di

^efcaracche in Vero li trouai miracolofi. Non tralafciarò France fio l?armegianoidetto di fopraidi cui fi vedono belìii fimi ntrat tiimx particolarmente uno dififleffo dentro uno Ifeccbio , ch^i

miracolofi itenutohoggtdì dal Patriarca d'^Aquilcatcltra lA~ chinino da Bolognayi^ altri. Similmente Luca Longhida T^a uena^tutto che non

f

offe

quafì mai ufcito dellafua patria

l'altre farti della pittura

quafim

d^ ne

caminafje tra primi dell' età fia 5

colorire non hauejfèfarft chi tauan'K^ffeccome

fue^sì

,

dimofìrano

tutte le Chiefe dt T{auenayCome

e

nel

l opere-

m Ferrara-, C^ m

alcun altre princtpal citta d'italia^in quefiafarte no dimeno dt* ritratti èflato sì eccelle tejche molti Signorile Precipi hanno uolt$

da luì^iomincundo fin dallafltagtouetìt, ch'eden do uenuto a noittta d' Annibal Caro Segretario dt Mos.Gio.Gu^ dtccione^allhora Trefide te dt Romagna^ il Caro come giudtctofi^ to effer ritratti

hntroduffe à ^onfig,

e lofece ritrarre co

molta lode delgiudicm

del Segretario:,^* dtU' arte del Tittore^ondenonfu merautgliA

Roma lo Uudaffe^e predicaffeper rne rauigliofo^sì com'anco era quello che/ece dt Mos.GicBat. Dona fé

^ichelAng. Buonaroti tn

j

Fie{ì'


DELLA PITTVRA,

1^1^ ^ Prejidete anch*effo di

HpmagnA. l{ttrdjp mcora, Alejfandro Car dmaie Sforma ^uand' era Legato dtl^oma^j^a ^ fy*dtBolognay che per quefìvfè lo tondujje [eco à Fa.m'^i(ìima,ndohmoUo.^^ non in y^m^poiche à chi vede qudritrattO:>par di <Zf edere ilCar dmale tfieffo ff?iranieifi come parimente e quello di Ciò ^atttfléL dal^aiiennaiGenerale dell'ordine CarmelitanOiia cut fnc

T{ojSi

da ritrarr e-^per quanto efjo Luca dtceuaiO* nondimeno riufà cofi conforme al vitto^ch'egi' pretende uà no ejl fer[i compiaciuto mai tanto in altro ritratto. Naturalissimo e an tta era dijjicdtsfima

co quelìo^che jece di h\on(tg, Francefco Sangiorgio Conte di

dratOyZJ^ Pre (ideate altiffimo di JllufirìJ^, Chrtfìoforo

Bai-

l^magna^(^ quello diMo/ig.

l^uoncompagno Arcmcjiouo di Rauenna^

pertacer di quelli d* alcuni Signori oltramontani (i Tfe^gonOiCome del ^n.tranta. Aldrouandi

,

^

r^

^

d'airi che

del Sig. 'Vbjfe

Aldrouandi in Viologna^Z^ altroue^cheper per non c^er troppo no iofotralafcio.

Dtrofolo di dui chefece afrejco^ohra molti altriy

Julmuro, in quelùellnlìmo Conuito delle ^oz:^e di Cana lilea^dtpmto da lui, O^ da Vr ancef.ofuofigliuolo-,

m Ca

^ herede dtU

la '^irtitpaternainell\cjettoriohonoratil?. de' T'adii di Ctajje,

di Kauenna^chefu l'ultima opera fua^doue fa molti altri fi utg gono i ritratti delfaualìer T'ompomo .S preti i(^ del Sig.Ciro/a^

mo

l^opidi CUI non

le

ijn quadro a

altrifudettt,

yno che

ogìio

.

-tMa

il

d'ogni cofa^ha fuperato cgniuno^C^ per cfjerewfinitel'operey

^

i

no

quelli di

lo

men naturale che gii

yeromafìro in qucfio Titiano da Cadoro ^d quale per contrafkre il natura-

effo gli fece in

fare è flato

e

ritratti fùtti

da

Tao lo

lui cofiper Italta^comefuo^iytra quali furo

ferzo FarnefCiCol nipote in njn quadro ^Cat

^intoM Sig'('anim,(^

tn)

a

fiji

(^

raccontarli per

altri

tnfnithde non ciajfatuare^

minuto altrirntnti,corrdenon punto neceffn

dmo Jìa detto à ùafian^. Ondi

ì

\


LIBRO terzo:

19?

Ondcgli Antichi cagarono le grotrcfcbe chiamate da loro r

chimcrcj^^ àche

effetto, e

per quali luoghi

neferuia

no j& in che modo dinouotornornoin luce, Scoine le fi dourcbbono dipingire àeffer conforme, all'inuetionidi cfTc conrcffcmpiod' alcuni da noitrouate 6^ imitate fotto le ruine antiche di Roma. Il-

Ho fempì' e tenuto che quellaforte di pitture chefur^

\0

no dipinte

a ufo di)chimere , fi^ff^ro tro nate foUmente(fer quanto yien compre/o da. moltiii d<t gli Antichi

fono conformi al parer mio ) che fu per onare , ^per dar 'Paghe'^a a molti loro luoghi^ne' quali à loro par effe che poco aU

•quali

tro^fuor che quefte^ noniJidoueffe comparir meglio: 6t per

ùr^tudicWi che mnaiil'era in qutlhiComeper

in tutte le cofej

ef^i

il

fé ne njaleu^no

yn non so che mezo^tlqualejoffe cojaceuo/e/ra

'Jo/chtettOiC^ il dipinto:,^ fra

natey e> erano di maniera per

le

e io

cofe^che fono piane ^(^ le rileL

condotte^che

le cofe di fcoliura,

mon erano tn modo, che offender li potejfe la yifla^per Ufoì 7^a del troppo rtlteuOihè men quelle di pittura per l'ampi €7;7:a de' trop^ pò color tydal/e quali rtmaneuano oltre modo ojftfì-iquando no era no per eccellenza belle^O*per Coppo^to^non gli erano di minor difpiAcere tutte quelle muray(^ quelle 'volte^ch" erano fritte di biai%

cofen\a ijederui fegno^ouer macchia di Jcorrendo

ft

cofa

per doue la njtfi^

fermi per qualche improuifo ddettoycome di cofe "Ve"

dute a cafoni qual'eff'ctto fi vede partorire dalle ^rotefche^ò chù inereychedir njoghamodaondefi fhma che fi cauaffero da quelle

toppe iOuer macchie chefifcmùronofoprOrquct muri, chegaera-^

vo tuttt bianchii neUe qual macchie conCtdeYahdoutfi fòttiimen^ te n>i ft rapprefemano diuerfe fknt^fte

cofe ftrauaganttje qudli

non

e

,

ZS^ 7,uout

forme di

che (iaìiocofi in quclle,ma ftcrea

no da fé nell intelletto mflro^il quale cofiyanando m quetgh,^.

Ce

ribtT^


y

DELLA ^TTVRA.

IH

rìùi^ipare che con diletto goda di fi $he quefie jojjeto

f rime

le

quali ance htte poi con

u

cfuefìe forme

€ degli

altri luoghi

y

U

pm colori^confiuccht^^ con oro.fi condujje

ro incojtfntto'vfoy^ riufcirono opera coproagA^

che era poco più altro

yfar dunqat

tnmnt'toni delle chimere pedeite

Q^ piacevole

chef yedejje per dtui/amento delle fianT^Cy

comuni per i gran palagi de' più honoratì T^p

maniySÌ comeje ne "veggono ancora i ^efttgìj ejprtfjifiotto à mol" te luine: Concio[la che quefio

modo di dipingerefia Juori cCogni

ijfio di regole^z^fia pieno d'ogni lice^^at doue che à chi più beica

priccty^ piumate fkntafie rapprtfintar le fipefiè ed colori: quel lo

veniua riputato efifere il più eccedente tra gli altn,^ perciò ci

fiono

i

partimentiyifiegiyó*

i

colon cofiben diuifiati^che Je ben il

tempo gli ha condotti in modo,che a pena

fi difctrne^ noi dimeno

dai più belli ingegni,^ più fiudio(t fin tuttauiaco gran flupc^' re ammiratiyTitrattiyZ^ ricercati con tutte

Ce fuefioì'^e^

fono Itfiucchiy le figurine t ifefionhgli ornameti,

^

quiuici

le maji.arey le

quali fino yrniffirneynè mtfienderòfopra i campi di ejjhch' erano

pitticCoroy^ di colon finiIfimh^ durabiliyin tanto che ancora n'apportano alltgrtay^ confiolation mirabile a colui che di nouo le difioperfe,^ alti-i

mTipma

altrove)

le dipinfe fu

il quale

guaì danti^O*

i rì

mfem 'vJo<(^dji miglio degli

Giouanmda Vdme (come s* e detto

come huomo dlngegnofhttoliyVago,

^

curiofì

della Kouità, (^ delle btlletT^e che tuttauiafi njemafioprendo al

fuo tempo

delle cofe antiche ^hauendo egli intefo che fi

cauaua vi

^-'ietro

m Vincolafia le rum e del^ala^ di Tito per

trouar fidtuCyyi

ando)^ ficoperfi alcune fian%e cefi dipinte con

cino

à S,

gran merauìglt^i d'cgniunoyle quali eraho

al

modo predetto pie»

ne dt compartimenti diftucchifittiUy g^' di pitturey i on sì diuer^

fi hi\^rrieyO* /» copia tantey^

cofi bene intefeyche

tuttal{o-

ma^iji concorfe^all^ quali Rrneffe intorno Ctouannicon tanto amore


LIBRO TERZO*

i55

ÉmortjO* JcfuùnOiZS' le ritralje^tanto che àJla, firn

le

imparò di

manierajcbemai aUuyio^dopo lui ha potuto arrMarli dt 'vngran fei^o^iì come

et

è mantfeftoper le molte

fue pitture,^ opere

m

tal marnerà:fu egli ancora quello che ri trono la Vera materia del

lojìucccdegii anttchtitlfjual'era J}atop7 ima cerco dé^' più fofiJìichi ceruellt che/ojpro

^

certo che

fi

m T\omai per lunght[f:mo tempo inariTj,

può dirCichepcr lojludiOiper

gegno di quejio

lefatiche,^ per l

<iArtefice fiano flat< ridotte le

m

chimere milafua

antica hellei^a di pi ima^dellé quali poi cauandofi t ut tanta (co-

me i

s'è detto) dalle ruine.fe

neJcoperJ^re di molte mfimilluoghiy

quali non più camerefcnoìm-^ grotte^

Q^ cauernefotto imcntu

Romadaonde grotejche Jt Jono perciò chia^ wate^poi le <himr! e h^ucndoprejo il nome dal luogo doue itroua

-t^ /otto

le

ijigne di

7

fono : éMa di quefe (i jeruono i Pittori moderni per abiliì@r per ornare '•varij luoghi chefino /compartiti per tpaL-^gt^ re, per le cafe^i quali conofono che poco altro T7 pojfa ccmfarif ttfi

,

^

meglin^t qualiJono log^te^fludij, giardini, camert, corali ffcale%

bagnii/iuft^andtttiZ^ ogni /orte di njA7n minori/wfieme con gli altri predetti

molto y

ornamenti:

io dico in

^penioche

le

ma

li

benyero che fono decimate

poco tempo peri/oler compiacerei gì' tguorantt,

f dipingono crtéde,

uentiom , per

egli e

moki

confuf, C^ piene difciocche ;»-

campi troppo carichi di bei colonicheJono

forge cofàichefia di alcun momen fo, ne lodcuole^S di qualchefugo : tAa nelle dipinte da gli Antichìi IO mi ricordo hauer confideruto fopra alcune njolte di Han

fté<ir

-

5^^>

di mijuraine punto

<-ui fi

^^q^^^li^^^^o fktteamtT^a botte,

Gregorio , fitto cert^ "^fg^ > qtianto 'vale ti in quefie

materie,^ fa

^

erano Tonine a San

effifoffero capricciofi,

tutte ch'io ho in

memoria

O*

copile

thiareT^ifurono quelle di tre quadretti diflint e ì i quali diut[?,e

trémez^ti daftflonipii<Qli con frutti

coloriti

C

, /

e

qualifipuò dire

2

chi


DELLA PITTVRA,

i9«

€he l^iccajjero da quelle yoUe^iftucchi erano fottiUlJtnìanjent^

latéorati,^ erana bemjpmo cofartiti^O* in quella ch'io dtcOinel

frim$ quadro vt erano dipinthan\i viut tre Satirmh de* quali *ve nera Vno che nhaueua ^n altrofu lajchiena a, cauallo^all^ gutfa^che dafuncìuUtJtfuolfkr nellejcrnU^doue fot Uttr-^odclJi lo

ycntua battendo con ynajoglta dt cauolo rotoda, che tene uà al

ta in manOi^ erano cojt promise grattoff^ che non

fpuò e^rtmc

re con parole i(^ erano tutti tre pojati sa certi hlijotttltjjirntyet

fopramodo eguali: Era nel quadro di mc^opot con tiut dipinto la *T>ea della

che fìngono

i

belitfjimd grA

V^atura^con quelle tante poppe ^fecondo

Toetijaqual fì'vedeuajìar con

le bt accia

aperte,

(^ fopra efje ui ^tauòlgeuano panni fòttdt^ZT pieni d\pie^he^do uè era afedere nun puttinoper braccio , C^ lei ftfinua diritta à piombo

co'pie parisi

quali pofauano fopra d'un piedefallo roton

doyeccetto le bafe^le quali erano

queflo

rvifaua

dijorma quadrata-^ c> a piedi di

^n Cermper banda fatto in tfcurtp co lunghtf

frnt cornarvigirauano poi di dietro a tutto ti corpo dui gradi che erano quadri a dìametro^etful grado difopra erano quattro ter mìni con due ombre dt

eff alquantofure^dietro le qualiferuiua

in aiuto dt quelli a tener

fa tutti ijna Cochiglta in altojaqual

fkceua coperchio alla predetta Dea, Ne di minor artificioso* gra tia era tlter'^ quadro , dentro al quale vi erano alcune «Aipie^ che dalle poppe ingiù Veniuano à conuertirfi

w foglie

loro erano di bellipjmegioueneile qualiycome dt

,

Ou^api

acqua n/oìityrna

Jirauano di chinar/i alfioco d'vna lucerna acce/a per ajctugarft i

capeUhfcotc l'idoli con U loro delicattffme mani^yi erano par irne

te alcuni

panniftttlijfmi[opra pergolati, fatti

m

prcfcitmai i

quali mofrauano afiiugaff^ouerofaldarfi aljohìptr adopiur-m Jeli tntorno,era poi il rimanetite dtfttililJirmfilh^ dt te

piàfr^

campi ripieno^^ con mirabile diuifamento UijUniii^ Jopr^ i

detti


,

LIBRO TERZO' :

i detti

filh(^ dentro a t campi

197

fi /coprtmno diuetjt eccelli

vi-

ms[tmtimctjcarine^fi'utti. liftelltygemme^ l'alghe sfogli Arni co altro

fìmilt materie sdelle quali io \

i

per

efferne

Ve

r/e potrei

/iato/empre curio/o a

adurre

infiniti effempij,

cercarli peri luoghi horridt oc^

culti sfimi ^e firaniit quali io taccio per

minor tedio,parendoci ha

uernefin qui bafieuolmente trattato

Delle pitture che Ci fanno per i Glardi*ni,e le ca(c di ViUa, dt quanto biaflmo fiaà i Pittori il (cruirrincllcloro opere de 1 diflcgni à (lampa qual materia ftia meglio à far nelli anditi, nclle?caìeeneìftud)i,c quali nelle ftufc, enei bagni, &nelli altri loghi minori, j

:

}

E

Palagi di Ft/Ja per i Nohilh e nelleficcte dentro a

i

Giardini perche quiui fide hauer pia rtsguardo allx

form^'j ^qualità, de* luoghi ^ che alla condii ione delle perfiìnCi^ perche le pitture ui conparifiano meglto^però do \

fo le comode pòfitur e di quelli con le bene inteje piante ^ @r r//fuate mura^ è bene che confideri in chejormafi.ano prima tutti fi int^i^pba di quei luoghi chefono per ornarli confiucchiyConpittU"

Ye^^' con oropj^ indi ti con con(tderatOi(^

fi

wenja partitamete dì/ponendo

ifigg^t

maturo dtfcorfopperò che fiano conueneuoli

forma diciafcuno fer porgerli aiutOjallegria^O' orna mento: Ha venendo a gli effetti^ è bene incominciarfi dalle cofè

fecondo la

maggior t^che fono ^falottt^ (ifanno fiegi

poetiche

^^

le

camere comune ^O"

con partirne nti diftucchi^

^

m quefte ut

dentroifionediccfe

dt materie abondeuoliidoue vi entrano co molta fa

tisftttiOKe de bmni^ie figure di

bellifiime

Femme,

dt vaghigli

HanhZS^ di puttmi^con foeluftfionhtp grotefche^cafàmtnti^O^ amnali^:s* gli ornamenti-,che intorno ulicuano^ ^oao

pir tutto npiem dt garbattfime ,

^^

.

^

bizzarre

Zsr

U

tictnge»

muenttont^ quali

le


DELLA t^ITTVRA

H^

^haì coje in cofi(kttt luoghifono veramente à

uiglta y<S* diletto grandijjìmo

no

qiiefèe

materie

chi le vede.

che porgono mefa2

Ma. ne' minori

ci

Van

men con/tsfey (^ meno di/coperte per più cagio

nisma ne Ut aperti^ O* che fono all' atìa jpAtiofi^ come le mura, intorno à tgiardtntjìporticiije Inggie^fj^ gli altri ricetti di/onta neycon tribune, e/ìxtue intomOiC^ con altri tali ricettilo* par-

Umenti

piaceuolty -vi

CA delle predette:

(t

fìngono mxterie chefiano di minor fktt

ma fa

di cife aliegr eccome fino paefi dilette^

mli^dentro a iquab virano da lontano CittàyCaJiellayTheatri^

Torti di MareiPe/cagionif^acctagìoniynotationi, giochi di fiort^di

Ta-

Nmjey'zji fìano Faunt^Satiriy StluaniyCevtauriì Mcjlri

mtrinucon aUre co/e acqtwìA

y^/eluaggietnel modo che fttro

nano ejfer finte per i libi i de' buoni tutto c^ft

i

che renda punto di

quali pitture

io

Toeth^ non ^t

fiafipra

ma/encomco , ni del fatieuoiey

le

'Vorrei chefojfero fiompartite in maniera chele

non apùortajfao conjufione^ni alpre^^ per colpa de'

colori trop

pò Carichi, ó* troppo accep,de' quali fgodonofilamente ifihio^ chifen\a cederne più oltrt^ perche cifono infiniti , che nelle Jut pitture nori

bramano altro

ma pan o me(Jt Q;/ fcompartitt i fiù beU nel modo chefi 'vede tjfir pofie le gemme nelle Coroney^ nel

ti, con alt t i fimili li

che gli ai^rri,i <uerdh 0*glincarna.

campi:

,

U A iella d'oro gli fmalti fatti di lauori éMifintene dt ^vn giaf .

dino alprefinte^ quafi nelmodoych'io dtco.per ejjtre flatoJcom • partito beni^imo , (y* molto ben colorito , il quale già njidt in

Tiajem^

m cafa di M.

Barnaba dal Poz^o, che era dipinto dal

Pordenone, douefino alcuni quadri grandi, con ornamenti pit ni di coje poetiche, con mnfitr molto nouoy e flraordmario . [e ne fino molti altri,che pur per Lombardia Vidi in quei tetnpiy

g/ ma(iimamente

j

ì

in ìAtlano con molte ìfiorie

,

^

con fiuoleyi

quali di compofition di figws^ dipaep^di partimenti.^^ di co» iorito

i

<

/

j '

J

\

I

^

'


LIBRO TERZO. hrtto (ìfurUno potuti mettere tra ri non

a haueffero

dalle fUmpe di Raffaele Itefuor

pigrijC^dtia

O* lifiorie tolte

^^ del ?armegiano yjen\altr ,

a,

mutatio

@r ancorché per

vemuo nendimeno codftracco de

cofe d'alt riJe qtsalt

per tlconojcerct le eh' io fra

le figure^

che d'ingrandirle, e darli i colon

conto rmpiaceffèrOiio

m zefiri

belli,fé i

prectfamente pojh

i99

altre

fktti loro,

come [i sk^cifono notiffìme

me era sforzjito à biafìmarli come perfine

'vìli,0* tnfin

garde . *V^ io so 'federe ijeram'ète che <-uigltaccariafa quefla k itept nofri)pokhe in moltÌ3gia tenuti eff^erti^e di gran nome^che "Per

non durar ^ti e a tsnpoco non fi curano di fir nel modo ch'io

pano m^fe il mondo

'^sco,S^

le loro

pitture pofie^o

mandate

douefi^z^oglia^c^

tutto fejfi fieno di ùalordi,nel modo ch*ejfiforfi li

fiimanoi an^i es^ credjno fin\a dubbio che

co(i [ìa: Conciofia

€hefe esfivengmo à e/fere r^pre/i da qualch^" galani' luomOinon fi

ipergognmo à dir di quelle abiette ragioni "^oltCf 'le '

li

che fi fon dette altre

a parlarne^conciofia che con gli effem cifinopetmano di coloro , che con perpetua lode

(ìano brutte^non occorre

fi infinitii che fono honoraih te

i

quali con quanto poco hmoce ji fiuRnOif^ quanto quel

U

li fino fioperti i loro ipituperlj

lorofiufe,

i

»

^

quali fi n)ede pure pure^che piìi

ributtate tut

Chonore,^ le

Virtù hebbero care^che lerìccheT^fole^attefi che come fia

ciò

Te

ro fi s^ pure, che coloro y che furono auanti ànoiy ar dittano a pena di firuirfi d^Ue fiatuè antiche ne i loro lauori , io dico fé

ben quelle erano rotte ^ guafie^

datando espfimpre te tuttauia quando

le

Qj

di più parti

m ancheuo

dinonefieretafiatidai prcjefjori

li ^

dell'aia

comfieffero efjer quelle,^ pure quanta

differentiapa da quefie alle carte'infiampa

ci e

mantfefitfitmo^

Via farà bene à lafciar dtfiueUare più di quefie genti ignaue , tÉ/' che fono (Panimi abietti, t^ 'z^ili , 0* ripigliarci di nuouà (òpra di quelli

i

i

quali in tutte

le cofe

Uro furono fimpre

dima-


DELLA riTTVRA

200 itt

miterìe •vxYtj.abondeuoht^nuomiUode

%

mi fouìen

bora

gtardmettOytlqiide gtk da Thermo del ZJ^gafu dipinto in T^o-

ma 4(i' iArciueJcoHo dfCipri^dal qual Signore era primaJ{aio richìtOiZ^ ornato di motte belle ftattie antiche

ar

^^ moderne^da

mura fece iflorie^^ figure duofe baccanarie^con diuerfi Satirl,Fauniifknciullti^ donne ^per alludere ad alcuni antichìyche mi erano^che per efiere egli ricchifimo dinuentioni fi ^enne con molta deflreT^a accommodando con altre àntichitì^ delle iflejje miterie^ le quali in altri luoghi uano /colpite mlli uè intorno

alle

fkccie de ^lUt^che per t{oma fi trouanom diuerpiuoghii doue ^ che à fiittca fi pote-a comprendere da quali fojjiro tolte^da ben

prat fichi difiegnatori delle

co/e antiche

:

egli

hauea parimente di

p40 capriccio raggiunte di r^olte^O* ijarie T?oe/ieJe quali fi con jkceuano benis/imo con le prime icle njiera?20}€ra accompagna-^ tapoi quefi a pittura da Vna loggia,ch*egU dipm/e di grotte/chi^ ne^cofiben colorite^che /iinnoflupire ogni per/ona dtll'arte^ (^ di quc/li ^ludtcìofi andamenti /è ne njedono in molti luoghi per

^oma^(^ per le 'uiUe d'altri Signori*le quali non da lui /alo: ma da Giulio '^^anoyda. T\affaelei(^ da V>aldafiare da Siena^ fono dipinte con quelle ^varieta^tS^ copte d' mu^nt ioni piace uolf^ nuouCiChe dette fi/ono : h\a àrea l'adornar i fi udij-^ queHi

^

quah fi dimc/ìrarono quan dofidi//e delle logg/Ui/enon -tjÌ j 'aggiungefie t quadri a <^glio, ò tf/arono quafi le medefimepittur€ile

i ritratti di naturale diper/one lUufirtyt quali /o/jh.o dipinti per

mano di ecce Uè tufimi maefiny<(S^ chv i /compari tmentidesfi fiu. dij/^f/tro fiitti con gli ordina Z^ con gli dijhgni loro: { onctoda cht

U cnjeyche Jono rarìs/ime^<!^di

^ranpttgio

Jom quelle^ che,

da iSig>ion fi cercano per i loro fiudlj, per fàruddvfntu^ mas fi tnamente di co/e anticÌK^che /ono ver lo ptàycomà dir medaglie 4oro,di bronco i

^

cCar^ètOiCo/ite/le^

^ (/gurme

di

ma

ì

mo, '0*

dibronzp

)


LIBRO TERZO.

20r

^i honxPiO dialtrepretwfimateìte fcolpiteiCì fono poi Dialpn t

Cametje Gémevi Swaitii (|>

-i te '

^

i

Qntjialli

w joìtna di cofe yarie,

di artificio rrnvabileysì com'è di tardalo di

commtft

le

tauclcy

hanchtje cor?iicii(^ gli arma) ij.con l'altre co/tptù minute^tiei quali poco fin,' agìioììo de Tutori^

@r com'lper

ri.fo

,

(g;

per

hdle-zjz^ la rmltitudine de' lihìiloro^wfieme coti gCn.fì^ omenti

warhematici, tiatt.

^

altrhftcondo lefientf

m ci e ejjijom p. u incita

Ma coft fitte pitture fi conuengc7ìo anco) a in quaf tutti i

'•luoght

minor t^come àiricetti piaceuolt^à gli anditi a de je alt ^ A

'* P^ggtf^oli^a

^

i

hagm^alle fufe ^O* à tutti ivtpofigli di cajai n>A

^e dx adattarli pero co giudtcìo,

C

"variar lift l

^gopià che ad -v?/ altro s'ajfettano^teraoche

ondo he à Tn luo i

come fopra

i

carni

fìi fi dipinge delle materie di cofe lo^nee^cofi ne' bagni, (^ neUt [ite ^fe

jlra d^iìauere hauuto inoegno^<(5^ difcorjo buono in '^di

mo

deùhonfir/i di cofe acquatici, (p per quejh aueitimenti h continuo fludui

^

//

adopera

quello^ ch'ejìi

,

^Che mnrrrie dì t,

^

.

pitture (\ dcuono fare neìlf inuragìicdiVuo ri delie chicle: Come gli antichi ornjuano k taccate de le ca^c loro, di c^iie lo che à loro et iiuiene a* ccirpi noftri,&c^ujli

colon più

fi

contacciano àc^ucllf.

I^M^p E Fm qui fi co ler a be>ie le cofe d ue^ft^e tante clyah rm^^^ biamo narrato^ tnfitme to Li moltitudine di quelli e \^^}^ ferii puchi fifono dtfritti da ?,oi, fu r a tnanfefo he ^ot2 co ifijìono or narnenti di tutte lefkhru he m Hi molta ^btfa li.

fi.

ci

e

:^li

di colìro che con i:trrc le firn n'^

ma

uentìO?ìi-,che dallo ingegno fi caua yefì.i ancora ntl iar

fi bene neldifj'grin, zs^

de buoni

Et per

ciò ci

compim-no aiU nofire prot)ìfie wa'.ericy a dir

'iitulche cnfa dtlld pr-ncii^al fnccxate ae'

Va delle cajl:jè betn

ariefj> i

rielTm

Tempij^e

ai i(,mpi nofn poche ^Jj

//

q'^elle an- o

fano lejkiciate de Je d

i ^,

cbe


DELAL PITTVRA:

202

che fi ^eggAm modernamente ejjer dipìnte , g/ majjime con figure i 0* con ifiorie de òantt , C^ nondimeno ci fareb'

ftj

(?e

,

qnafi efier neceljArio

fojje

,

che nella fkcctata dinanT^idi ciajcuno

almeno l'imagtne dt quelSanto,ò Santa à

dtcdtOyZS' chejojje dt cmuencuolgr&ndtT^A-,

pinto d^ bmnmaeftrn^O^ cfutfto teca maggior deuottone

per e^er quelle figure dt

SI

cut il Tepto e de-

(^

Jopra rutto ài^

perihe auando è ben fatto ar

penht ti/oggetto lo richiede Santini quali non jono mai dipinti con

a

ìjedeltySÌ

quella tndufirtaiZS^ con quell'artificio cìjiffijon menttuolt:

ad alcuni pm

ci

Ma

piacerebbonOiche quelli Jofjero di riltcuotilcheedA

commendare ancor a.pur che come delle pitturejafiero aggradino li, delle quali poche ce nefonone meno co umano, ma delle Chtefi fi fé fia detto à bafian\a: pafiaremo alle facciate delle cajjc.^chedà gli Antichi fifecero ^quando con le ^irtiti^' con larmi fi procac ciAuano ^l Imperijje qualiMtre agli ordini decolonnati.i^ de* 'paniychefcompartiuarjo in quelle e pietre Orientalhponeuano poi

^^ fi

in molti di quei vani deltifiorìe di ma.rmo^ih\rano grandi

mofirauano e/ferpm che di meTjì rilteuoy e tat erano Le jpoglie delle loro fucciate:M.A nelle nicchie vt

di bcUtffime figure dt Lron^oyouero di

ftlieuOi^ fpiccate da quelle

ueano ejfiere figurate li

le più

marmo,

poneuano dentro eh* erano di

volte con

l efilgtepcr l'attioni di

Ifiorie

quel

rappyfJentA

quelli fisa, the poi tlpipolofitceua gli

ai chi per le ijie^dou erano ptr pajjare triofando prefie grandi

tondo

^^ tfigmficatt di qucfiefiolture do

Herot 'ufcitt della loro progeme ^sì come con

uà no le loro -vUtortCiO'di

comuntmète

quando dall :m

ntornauano a V^maiin teftimonio del lalor loro,e

degli archi ce nefono in piedi ancora in più luoghiiCom'è anco del le ìfiorie^che

ancorafi ne fimpronoi fiagmentine* cauan^t'èti che

fifinnofitto lantiihe

rouinCy^ alcune reliquie fiuro

pofie pochi

jinni/onoper fjfoglie dellernuvA delprtmo/copetto, che (itroua dt tré

'


LIBRO TERZO.

2C|

prtmA/ì Jìauanùfer Kcm4 ancora hanno It Cittadini Ro

$rn i/palagio de Cofei^atortje quali

/par/cy {^ n'ho Vedittopot moltt^cì)

fnani-,^

U tengono ne

loro cO'tilty^ giardtnu nelle quali nifi

no di molte figure dentrojauorate con grandil^.pratticaiO' dtjfi

gno : Ne

tofiarò qui à diruipoi quanto fia grande ilnumeì o

Je figure intierCyO' ^tccate^che et fino

fa

e

no

infiniti,

t

de gli

antichi^iiè

fìmulacritàotjjì teneuano nelle loro cafi

de

am.oue

deUor Dei. che fi

bAadt quefie maniere di jpoglie perfirmi conto in Ita

Ita fifino perfi le Jorrne:e perch* io

non

'-voglio r e/larefinz^a dire

di alcune: IO ho 'Zfeduto alcune cape Ile co figure grandi dt

maimo

Jàtte in honor de Santije qualifino molto belIe,com'è in Napoli,

m ^liìanosmafi»

in Genouayin FtorenT^iin Lucca,h *Tifiy&' tanto radhchefipon^o annouerare con

fio

alleficcìate^tofilmo ^che

no

et

le dita-

parrà poco l*imitar con colon lepre

dettejt mphct n'.ete^ di marmo^o dt htcT^^o^che

me ài

ÌAa ritornando

fi

fàccia^

^

Cittadini de tanpi nofiriy(^ yfiremo gli efièrnpi

firarui il modo

maffi

a dimo

'-vero per le

medefime njje , che t migliori Pittori già tennero,^ fia t primi fu Baldafj'are da Stena^ e ''Polidoro da CarauaggiOiO' de II' opere di cofioro n andrò fiegliendo quaU €h'<-ifna

de Ut miglior i^che fino in Roma, perche a dir di tuttefa'*

ita fiuerchio Fece Baldajfare micino alla ri

ptaT^de gUAltte

vnaficctata di chiarore ficuro^ne Ha quale yifigurò Cifiorie di

C efare ^quando più

ad alto ^i

pofando su

li

fiono freftntatttl rtbutt

fìnfi di tondo rilicuo

certe

li

da

tutto'Imondo^^

dodicilmperaton^i quali

menfiU moftrano le vedute dal difitto in sù,ihe

per opra talefiimo che ho fi p^ffi finger meglio^Vt eynfiegiofiotto ìifto<ie^douefia enti iodifino del naturai ritratti tutti t Cardi nalhdtqueitepiyeda hafio tùt O*

"vtfiece

altri ornarne tinche fono

due g? an fiumt-i

molto bene inteli

co alcune

yir

Ne dipmfe un al

ira à M.FltJfe da Fano coCifiorie d' Vltlfe^ibe paionopropriodi ri

^d

2

lieuo


'DELLA PITTVRA 204 Ijcuo} ma Póùdoro dtsJepiù opera, dt lui a gue/Iep'tttio'è fcome s'è dctio) aUroue^il nt4aljra, le molte "ne ject unaprtjjò PArmie òpwoli cou

alla cafa dellt tiji cor}

U

Ijìone di

Romolo:^

de lU (ignora

ìJie(se.Ce n'è pur

mila quale ijijcho

alirx

'-L'Tì'

le

meo/io fece ahcera aùajacciata dt La C^fh

raPma

Co/larj^^a, dotte è la

delie

Sabme-^ dijoito

(^

ìs\uttOiC^dt Oratio,

le flotte di //

alla M/V;r;w4

CS* Jftortc deja(crifi

marmi

morte di Turpcia,cheJòuo d:

ccfiuiuhmo

di

It lotte A?itiche,

^^'' ^^^'*

^^'

^V'^^-* ^' ^P^-^^ priotorjt/opra la porta legati, t quali /ofjo miracolo/t. Majf à le

fili maraiti'^liofe che fece irfiiìne

te de

t

con cMatttrnioJoKO

Cadi vicrno a [aìì Stmco?:e , Cene iofia

le

Faceta-^

cofa^cht tu e io; 7.14* r.e

tncrs wfinito dicoft belliffimCie ditterfe canate dalle aritrche,

eredo che per alcun tempo meyitre

fé ne "uedcffe mai di lefpette che

"vifecero

riletto

lagrandcT^a de T\oma7ii

d'-iro

con taìAo artf. et io, perche oltre tutte

de*flicrtfjtij fecondo che

ti i

tcn:pit T\omar,i

,

chf.

uà a imbarcarfi

cori

ut è

cfiumarcno da tut

un Fregio lunghifimo momiiont

tutte le

j

dt

un

i/jertit^

a ?/^

dotte fi 've de

vtolf nudine di gente con donne e janciullmuche tutti camha^ ,

no

uerfo

le

nata carricht

Mviuer lo)

,

,

con bt/ltc di più forte^m^r erte per

(^ alpne dt quello

è

-una battaglia di

tutte le foglie dilli lìfìruìneti antichi

fattamente amcchttt dà diuerfi

,

le

lauortt che eoli è

fntt

^fopra

,

dt bcLijfimi trofei con altri

titimpinlucght di quelle^

--z'aji

le

i

f gii

ingoffi

Ifìorte

^

e

hneftre

"Vi fi a

pur

cefi

pieni dt ò{7;v:^arne compat

ZS^ è certo chefequefleffoftefofero

urato di -zeder me^Jio

€1 fioro

coft

aeramele di metallo^

fiate da "Z-ero^fi come erano fute ^nonpenfo che Jo'fe

co

Vnjlupor a mi

oltre altre

quali firfero dt bro:^Oiche paiono

C5> che efcano fuor del muro

Kaut

quali erano tutti

/

rarleipotdifottoaquefleyifnofigurei jregt 5

ufo

l

:

maimuno

fi

fi lon "veduti poi dopo la motte di

^^'g^l^^i in tal

modo ,

che di

que^o miabilfé. re.

'


^1

LIBRO TERZO*^ lOf quap re ftè perdutoàfàtto [e'vU:Co?2cwfiacofa,che fìèripìefo di Kuotio tn quelle àfkrui ijìont co figure ^C^ altre materie tutte C9

7ielmodo che ft v/aàfiir nelle fiale

iortte

gnor ittiche uien btafimato da

^

^ZfolgArtima perche

fi s

chi

i^ dentro

tntede^come di

a alfine quanto fi

tiri

t

palagi de Si

cofie

improprie^

dietro tujo del

(le cofi^nan ci par di douer refiare di nod^ruene qualche fégnaUti efiépi^att'efi eoe

atM

t

mai non cifono mancati dtfieruire a t patroni g'Ù

di queÙi,pur che à effi vengano danari . Tiico

molte Cntà

tante figure :ma

S

colorite^ sì

ntomando a

fece già Giorgtone,(h 'dt

dunque ^ihe

d Italia VeneitaiCenoudje TefiaWy

fra Jt fono ripiene difiicciate le

ef

mi t amento dn^na^che

a da Cafl elfi anco

^Polo, nella quale copartita a quad>

qua

ma non di

com'è Mantouvì

l/tnettayto

tutte

i

la

quale su

Up:a2^':tCL

cdpartittiCy coloriti fo

&* dmtrfefkntafie di co/e affai buoh e^ZS^fia l'altre /"fione^egii nefce <-vna a oglio launrata su la calcma-ichefiafortc no

ìfiot ie,

A tutte l intemperie è ciò di

dell' aria^quafi

^ran merauiglia

alle perfione dell' arte.li

fé la fkiciata del palaginMetto

d^ ^arie figuì

e-i

che per

fenz^h uer

ilbA

iljondaco

nocumento-,

<(S*

mede/imo dipin

dtT eedejchhconmolte

colotito^che ni è dentro-^njien cO'

a quefie fé ne njede ynaful Canalgran de dtpihta da Gio, /intonto da Pordenone.douefi^a [altre cofe di

mendata molto^(^

oltre

merauxglia^^iè'Vn

(jurtio

à caualìo^ilquale fiurtart^olto bene^

@r ijn Mer cui i),che "vola per

Cariarti

qu algirando per ngni lat

del medefimo Ja quaìfece a un certo

biky(^ njn

m

Mantoua i^na ViSVaris^ch' erahuomo nQ^

to^dà gran merauiglia alla gente. Io ne nuidi

d'alto ingegno ^dou eoli fiotto la più alta cornice ^dtpinfé

fregi ì di colori con certe lettere antiche fi a

rvn numero dt fknciulli^che li pafjano per

le

quali Vi fece

enti o per diuerfi

di con legarli con beUi(ì,attttudiniy(^ difetto vi fono (iorie di

V enerefiioue., ©/

Piatte con altre poe/ie :

mo

aUune /-

Uà [imiU

inuentort


DELLA PITTVRA

206

ìnttentorì più [i conuengom

à igtardmty^ à Corti ycheftanùfef

rateyche ne predetti luoghi, Hor et fono poi molt*altri luoght/c9 pertiyche à q(4€fiopr9p3fitoftpotrU adurre fjpmpi dtejji

,

/

qudi

per ejjer notìprefjo à poco. li ìa/ciaremo da parteiwfieme con tut te quelle coje^ihefono

comune a

do-^i?2 ali, effe ndo

quelle troppo/c

parate da nohe troppo abiette. Secondo dunque la ncffra mtcntio

terremo hauer dìmofrato tutte le cofpiu rarcy eh* era nOiCfono ancora a tepi nofln dipinte da ptufkmofortefct^O^ft ìteyprima

tifiamo fpedtti co pocht effempi, non è perocché 7iOnfianopur trot> fo bafleuoli k gì ingegni fottiliy(^ eliuati,però non et pare did9

uer haue^e di qHefa mxteria a dtfcorrerepiu

oltre

.

5c coflumi deiie cfTcrc ornato vn fìtteti re eccellcnte,con gli cITcmpi cjuati dalle vite de* miglior Pittori , & pili celcbn*,chcinaili«no fiati, cofi antichi co

Di quale v!rrù,viti,

me moderni* Non pimo gì a che fa inutikì come per a*» fne di quefli tre libri} trattare d'alcune d quelle '^tnù,^ 1

mamere^delle quali deu efere ornato njnbuon Pitto

re^f^ quefìo acciò dtmofirar fi potejje daua?ìti agli huomim mx gnanimt,Q;/ Virtuofiche/offe dimoile bel/e parti compito: E ctY

localo forfi non farei fiato ardito d^ entrare in ^uefo campo.non già, p'ìrche ciò

non

f conuenga^ma perche e enti aro ^n maledi t

to a!?uf negli animi delle genti i

volgan^O' forf anco de'fauìjih

quali par tome natufalCiche nonpoffaejfer Tittor molto ecctlle

teyche

non

fia

macchiato di qualche bruttOyO* nefando uitio^Q^

cheappreffonon fa accompagnato da njnhumorcapyicàofoy CS*

(^ tlpeggioè che molti fiocchi di quejrartefrv anno nutricando infirmi' errore con una fàntaftico per molte btzjtrtedi ceruelloy

dJfcttata,i^mamncontca bi%arriaifenz^ trarne profitto alcuno^ tenen^


LIBRO TERZO-

207

tenendo/!per cióejjèr molto firjguUrt.-^n quavto fimiliopmio"

nt

fiant

erronee i(y lontane

l'oppojttOjCon

tiffìmoper

le

gU

efftmpi

dalla,

njerttà^jtpmfkr gtitduioper

de* gì A pt9po(it eccellenti E^ dunque no

memorie di tati

fcrittori fkmofi^che Apelle^O'

Oeu

jijurono veramente t primi fiaglt antichi^ O* eccellentij^.fipra gli altriiOnde chi leggerà quella mirabile tnuentione della CaIu^

da iApiUe^^ prefentata al\e peìfua dtjfc^ Jayficome raccontano alcuni Autori^fùra, giudtcio di lui, che non macchefu

Job

dipinta,

fta fiato fingttianjjìmo per l'eccellenza dell'arte;

ma ancora

accopagnato da "vn prudi ntegiudicio^per molteJcien\€^i^ di rd nfjime qualità abofìdeaoleiejjtndo che ft troua ripieno di cofibd -/f , dSr dotte confiderattonti

^

auerten:^ejcL e

par che ipiu

alti

in

,gegntque/ìa materia defcrtuendo con Jornmo loro piacere ^ da Je jìup {conof-^ per ciò fiirnano cnflui douer ejj'ere flato rietino di pellegrine

'

^

mirabili attiont tn ogni fua co/a. Et perche

'do confiderato '

ajfprejjò

hauen*

qnanto tgì' [offe gratOr^ amabile al M4

gno AlejjandroSi come a

ì{e

potentifimo /opragli airrìy ilqt^al

i tfjlr di natura alrieroyer a r^caffario à ifùot fi migliar il '-/aper accommodarfiallejue "voglie con deflro modo^atte/o ch'egli

Re,per

^alie

mite caduto

.cidcre

mfuror e nelmezo de'fuot conuftt^fi daua ad ve

gt intimi fnmigltartitp

era talmente ambìtiofoyche Volfè

nominalo pgl.uol di Gioue Ammone^ (^ fu etiamdio iraco do in modoyche fece morire Calt/9ene,per hauerlt detto ragiona» efjere

^oiSe tu /et DiOiiome tt idi ejfer mortale:

tieni d't/fereiè bene che facci benefitto a,

huomo pen/a/empre Onde è da credere.che ad vn huomo tale gli juf'

tnortalh'^ non cerchi

torli il /uo\ma/e fei

fero molto da lungegìi fciocchiyi Tfitiofit^ gli humorifihfi bt

neper

{e

'-uirtà loro li Jofjero

Hatigratifimt

.

Ma ritornando a

dir d'ApelleJo dico tch* egli non doueua di certo e/fere eccellente /§ Jo nell'arte delia Tintura s

ma tn molte coje ancora : Ond'to/om a(lutt9


DELAL PITTVRA,

20S aflretto

a dir di

/opra d'^vn fuo meramglojo autfò chcbht

lui

concerti altri Ttttort^cjuarido d'ufwgcndo a proua a-^? cauaiJoy

huomtm iC^ entrato in fofpetto dd

e temendo del gtudicio de glt fkiior de' giudici ver/o

giudicw de'

i

Juot attcrfarìj^ chiejc ihe /entfitjje al

Catiallt Viui.t qua.lt ejjìneio

di ciafcuno,an7ìitrirono a quel d

Ke

tLO fu filmato eifer ijcYifL

menati attorno

meno da duLitar

è

i

ritratti

/ìpelle Jo 'amente^ilqual giudi--

ihe

Gt ufi pari

mefite non f e appre/Jo à di uC) fi popoli in ùonifs. conto , ilquai^ off douendo fare Vna tmagtne dipinta di helltT^a (fìrema , da porfi

veli epio

di

Giunone dentro la

ronelcovcdio

i

Crot ornati jl. e

ter raccoglierete^ m^eder ro, doue di qnt l nu-mero

ddllequali

tolfì, e

Cu fa

h

di CrotOhefece ch'otiè/*e^ tonceffh liberamente di

l'effe

nude quante

rie felle

belle eìa*!o

ne Uà Citta

pò /

ì

cinque à fuo g iuduiO: Ve^gmi^

rapp^'fnrò nella fuà imagtne quello cì/mct^r j

fcun^, era ecce'Ienttfì.dt ivnnefca bellez:^:iiilihe gli rtufù fecondo ci)

eoli s'hauea imagina-o.

Mj con quali cofiumt^ocon quali or."

dtne^i^njirtuglt antichifiwpruifftro per qufìUrt€,ce flra in gran parte

per Cloche era, partì da

di

T\fld',

il

lo

dimo

buono Epimcmde Tutore l\odianOiil quale

abo SpirUo^

C5> cupid'ffìmo

^ fé ?/andò m

del ycrofintiero , fi

Afia^dalla quale

,

dopo che molta

tempo "Vifu dimora toj fi pani An^oru^ c^ ritornatofine parimente

à Kodiìmit nondilfe cofa^ch'eglt mtefohaueffe^o <ueduta^7.è fkt tAionde mer attagli andò fi di ciò li Rodiani lo pregarono^ che a lor yolejfe dir qualche cofa di quello ch'egli

tquAliin cotalguilarifpofì : rnare^pcr n^farmi a

pamele

lo certo

dieci

me

hauea VtdutOyò patito, à

me

n andai dui

neflittt

m

aì.ni

per

Afìaper apnn

derì' arte dtUa Pittura, (^ fci ne lìudui in Gteciaper {cfumar rni

a

tacere, (^ hor "Volete ^'oi,chi

tarui ncne^ò 'l\odiani/a cafa mtafi delle

miponra mparoUt

v

ene ptr

CP^ in

con

Teder l'ecielJenzjt

mie pitture,^ non per f^^er damt noucidouc

(ht

fcnidt* rtf

dt


LIBRO TERZO/

209

ff dt (o^ui ficmìiprendeithe glt Antichi ttneuano c^n la pitture, ^iltre

honorate dijcipline^Z9' è certo ch'egli è molto necejpriOiol

tre le ijere njìe de' cofturntià

tontmuoftudio

deli'

ifi

i

buoni littori Chauer notiti a et f

or le^^ dell'altre

dono Capere Vitine ^fl udino ultneno »(?y Jolo

/cten\e^efe non mten^

le ipolgarty

perche

da

cjuellc

^ CAUA tiretto modo delviuer Chrifttano, majtfk huO'^

C tntientiom^O' per t /oggetti del fkr le pitt'Are.li giouArdnno grundtmente^ sì come diffi al prtmipioì m^pirlirò de'libn k tale (ludiopiu nece(piri^^(^ diro prima, del tno ejperxo^e ftgiiOi(^ per

I

le

Sacre ijlorte:

l'ef^sìrtaro

njita di Cbrifìo.q'AelU

O*

a tenerla. BibMytl

della,

tefiamento nouoja

^adonna^^ delle Sante

^xrtiri:tllegend^no de' Santi

"vergini^

lecite de' Santi ^-adri^

,

lonL' Apocalipfe di S. Giouannii poiché di tutte r^uefle materie ta te ;

ho -veduti dijfegnty^ pitture tfinite

Jhi. Ec circa ade materie trattano

deli'Jloiie

,

per mano di buon mae-'

projzine boniffìmi fono

fy>mane^come di

co/e che/ono

i

libri

t

f

quali

v ere ^ZS^ piene

mpÌQttim\ (gT profitteuolh (^ maf/ime quelli che/ono de'* de/critte da Plutarco , O* dietro a quejii *z>i è Tttoliuio , /ìp^ d'ej/L

ftano Altj/andrwo^ZJalerio SìuffimOygti httomtniìUu/ìridelPe trarcaje donne lUufiri del Boccaccto^^ per lefauole la geonolo Via degli Deid' tAlberico.cioe del Tartaro Je trai/ormattonidi

OuidiOyO com'ed' -Antonio Apoleio^O* l' Amadigi di GauUyXn'^

Geme conalcun

ne honorate-t

^

altre opere, che/ono de' più moderni^

piaceuolv. M>i d^ quelli

,

/

qua

1

pur di mate

njanno conne//ì

€on Ia pittura^non /ono per niun conto da U/ciarlt in dietro^per* the fra t primi e ZJftruui9,(^ apprej/o vi è Leon ^Aitifla

A ber

O' pm O* moderno de gli altri: b i è veduto poi non è gran tepo fuori lapr/f ipettiuadi M. ^Damel^xr bar ordalia quale/e ne cauadihuonr itj

dop'ì que/h il Seriin B Idgneftytl qualeè ptufacile^

^mrtmeati)^

que/Hjaranuo ottimi

f et copor l'iflorle-,

Ee

^ per

l'opere


.

DELLA PTTTVRA

s9

fopere d* architettura ^ta quel Pittoresche fu quàft tin mìraH

U

Tttturoi hyche Accompagnò con l'Archuettura,^ co l'iftoru^ ^ uftcayQ^ Tocfia:fn primieramente Gttto Fiorettno^ dal

U

U

^uale ft ijide <u/lire %n che JepoltÀ

U prima luce da quelle horrende tenebre

era^^ è certo

che quanto di lut (ttroua

m^^or p'^r i eloque^ich'eglt per l'arte fijofjes^percw

nonf^

egli

era

amato, z^ nuentograndtmete da/uot maggiori Ctttad nu t^(è

punto dopo a'quantt

/ecoli

non juton menpetjittt quelli eltuati

ingegnici quali diedero gìfv Itimi fini di perftttKtne alf arteria di €0 cominciando

da Leonardo Z)incty^ fegmndo {.ol rimanete di

quelli^chefifinotuttauia nominati da noi per quafit lthri,i quS"

It/uron grati a SignortyC^ ad ogni gente yconciofta ionofctuto per proHa,che douendofipratticare,

ch'efji

h^^uedè

e> còuerfar tutta

ma per le corti de' gran Signori,gir era di mefliertioltre t'tjjeree te Uentiìhauer ancora di molt*altre iptrtùy(^ qualuaaprcjjo^do^

uè accompagnate nacqut/iajjèìortputattonei

per cieche troppo ci eihiaro^ch'apì ejjò

(gjr

btneuolenzj't

a i buoni Trencipl^c^ alle^

magnifiche ì{epubliche yt/ono fi atti buoni Pittori per ognitèp9 fer i quali appoggi mettati Pot^O* per gl'i honorati benep'ctj jt Jl

no

affaticati coi me-^a delle Virtù loro ornare il

glt€i

^

è (erto che per quefie ut e fi è '-veduto

diy O^fkmofty e

no col mex^ de

Tit torifkrfibrati

capricci, o per le bitarrie, che fi fon

dettet (df pereto è bene che njiftiano

(^

i

mondo di mera-

delleJalftaticheT^ine fifHa

da lùgli ^ttif deJlepa^zje,

aftrattiene (ijiiccia ithi^arro ca

difconct (ùtti^nt con parole flomacheunli.percioche qutfie cojefà

no proprie de gli anirni abirttt^e fdt^r^èci ualpiiifcufeper

fi con lo/ludo delle difficultà\che fitrmans ^rft eccellenti: polche per gli effèmpi di tanti ijaUnthuomt*

chi dell'arte

à

à

i/ctoe

coprir

ni (itrou^ effer tutto l riue- fS eoje^chs^x-ipojjono apportar

.

Fuggirete adunque tutte quelli

yi rantom biafimo^ihefom " Itborte menti


,

.'LIBRO

TERZO.i

Vii

foj^entatìomy^ hr2t€mperan'^: ConcioJtA che te perfine,

mffnti,

hnorate,^ the fino d'autorttàye dtficultA abondeuolhjurorn} fimpre à tjue/ie cofi contrarijii^ più à dì nofiri che mai: io dtce Je^ue Ut fiderò bennmm Ape Hi nella pfUtfra,penhe no Itpuo cn P^ar nei capo à piacerli

kn^A mete

delibi '-utrtàyC delle

oltre altecce

buone guaina rvofire^mgegnar Vido-

di tenerut li amtci,perche qtieftifin quellt,chedafi Vtpro^

e4xxiano4

^

ù fatti humort^t t^uaii 'z^ot

Uuon grandt,dA quah nAtlexis*

honorefi ne caua^

apprefSo sUngegnana-yper tl'palorch'imVoiìd'accofiarm

*Prenctpf^f^ aUe perfine^che fino §plendide,0* cupidt-di iofiico^iciofia che le

ài

quefljt

^oftre fkttche date a cbtfiruoglta , che non

fiano perfine qualijjcateydtuentaranno^tli, KMaJèruendoagU

hiéomtm gr^ndtyfer l' ombrn di quelli^niuno haurà ardirefin\A molto rtguardo di poner bocca,

alle

buone oper-c njofire^nè cCirmi

Me,ò duraherle m mun modo:mA ìUfitCiSÌ

come

dipingendoli alle perfine pnt

^tfifi accadeihabbtfi auerte"^ d'adoprarft

m modo

the dopo le durate fkttche^non (t uenga alle contefi^tlche atJtng

per loftudiOyC per t artificio che da re "vfar

'v aleni

huomini alle fuefigté.

p fuùle^per ejfirlidi nouoìpcr le pitture fktte da gangli

iccht delle genti

aue^ a ueder cofe dt pocoprcT^^O* cenamele

ihe per {juejia còfiifione dclnanficonefiere C opere devalent'hua

mintane rimangano le più -volte^ft grandemente offefi^O* cons

Jcano certo

tjutfio

d'ffettodàuer efjere all'etk loro quaji come ipn

detrimento irjeuita^iU^^

no àfuria,

^

tne s'è detto

.

(jucfio j; perche le belfopere (i perdo^

,

ancora perche i buoni sbracciati fi arufi^npic^

ahroue)à d^uer^tdur le Jue perfette:

te haurebbono animo afjki cenando

premio hffero accettate per hora altro aiuto porgerui

,

efii "V^edeffèro

(juelle,che le foto

$

,

s\ d'altra par

ihe cen debito

del che

is

no pojfò

ne darui in altro modo rm^'dio

^jmf

éh'in quelJj,ac/ qua/uoi vedete cL'tom affai fco,C^ in tato/ari /. opera ^

£e

:.


DELLA PITTVRA

IH

tfera <^6f!rA dfidArif con wgtgnoy

voi mantener l'arté/emf^ì e nella fuaijera lucere

le belle dii

nella fua perfett ione i

glia

ne punto e da douerturbarfi penhi fiyo^

che meghi il buonore tenga ilcontrarto.perche tmagmÀr ut

,

ilouretegli ecce liètifl,^nticht ti ne*

con defircT^^a fcoprend^f

k gt andi nelle httanepitture, (jty infume

KS* mfegnunde il buono

con

^

tempi

lorOi

^ pur

quafi t moderni /conti i hauer hauti

efjicon de(in

modfi ripararono^

far fi/epperojperchefi racconta d'Ape Ile

,

^

che eJlendoliAhdtttùi

Aleffandt o 7(e a cafa^ O* ragionando con efjo dt U'arte men

m/ìmente^Apelle li diJJeìditepianoirnoflrandnUthet che tritavano 7:^ato

/

colort,Jìridtuanò,

^

ti

aite

ch'off-

fiittorini^^

medejìmo Ape ile fu sfar

a dar ripHt attorie all'opere dt Trotogene in l\odt,per rime*

dtare

che noi ci fiamo doluti difòpra, egli

a quel difettojdt

com

fratta le pitture di quello à gran prez^T^, onde per tal ri/ia aperfi gli occhi della mente

a

Tsodiant^i quali poco^o nulla pr ima

uano

quelle

ejualt

hauendo fatto vna figura

.

JVìa che

dirò io dell'opere dell' eaellentif* 7.eujiytl d' Elena

ignuda dtfoprema bel

lez-^^a^ZS^pereJJerpocofttmatayegliflefjola magnifico con còpojii

njerd

dalfuofelice wgegnoìEgli no metteua opera fuori difu^

tnanOiche di quella nonfcoprifje con paro le T^aychevi era dentro a tutte che

fima

le

genti ,

T artificioy^ l'eccelle

ti che

non è da imputarli

lo fkceffe per gloriaìma perche /offero conojctute^e perciò

àgli

Ma

venendo a tpiù projftmt fi coli , to iornarò à Gtotto^il quale fkcendo <un panno azjtrro a njna figti huomint fojjero

g^àtifi.

ràiC'hauea dipinta a

vn Gentilhuomo Fiorentino fi diede a cam

pire inprefen^a dt quello tutto quelpano a*a\Hrro^(^ indi piglia

ombreiper fkrltpot lepteghefiure^^^ cominciatoli andarfo^ fra con quelle^tl Fiorentino lo cominciò a pregare y chepevniuT» fo

l'

modo faceIfe

le pieghe

con quello fcuroi

ma che lo lafciaffecofidi

'vn color e,ferche It (arcHa^che loguafìajji^ ti chefentendo

Gtoti^

totutt9


Libro terzo,

t^j

v« cortelloy O* lì tiri ^ià tutto il diriAi^^ colore con efjOy<S' fot it dijfe in coUrayche lofio fé h leuajji^ ti>\^ che andaffe da ùostegatje cofi lo ijolcua^ eh* egli non eté.^ mafirc da. (kr campi dt coìort, ne meno era T^ittore dapArtJuojp,

iOituttò sdegnato prejcftihito

'

fotcheyoieua dilettarfidt quello.cìoegh nera del tutto ignorate^

^

maggior fcorn9 O* lo[caccio "via. }Aa di quai maggior bejftt Ju dipoi coirò Tietro Perugino, il quale non era punto inferiore À Giotto tlqudefu ci larnato 4 Roma a douer dipìngere nella CéH^ j

fella di Sipo Quarto con altri maeftrtàproua,prom€ttendo cola

dar maggior premio a chi di loro fipor t affé meglio a di fingerui fui muro vna ifioria colorita k frefco ydoue fi-agli altri rviju 'vn Cofìmo l{oft Ut pmor Fiorentino^il quale per efjtrmen ro "Voler

buono degli

altri tn

taLopera^^ conofedo

ilfuo diftttOyfece in

rnodo eh*egli loafiuttapreual/ì à tuttiuoctcjja

che.

ridotto ch'c^

fua ifloria infiefco al meglio chijtppeji dijp- fé poi ion nuouarte a ritornar ut /opra , per il che fi dit de a > copm U

gli hebbe la

.

quafi tutta confinifftmi a\urri olir amar mt^^^ con bellifiUanhe di grana^f^ con fiammeggianti ccnahih^ cofijcce a i T^erdi^

^a

i gialIt,Z^

i^durni ancora

apprejjoiperche tliuoauijo

à tutta

riufcifj'e

meglio^dudc

lifioria con ùrofintfi,macihato^e tutto eia

ch'egli adopro in cot al gufa lofi ce confdatofinellapoca intelli*

gtn\adt ejfe JoJJe

chi

doueua dare il premio \S^ ^re il giuditio qual di

f

miglior e yi^ certo ch'exit toccò nel ber agio: Pinioche

'penuto ilgiorno ^ih* ogni yiatflro^ douea ft oprir la tglt

ancora

Jcoperfi la fua^ c^

fua opera^cofi

nonfinzjt rifo de gli alti i matfifi

fchernendolo molto dt cofi^U goffcT^ima andatt à rveder qud liyh cui loccauafire il giuditio^O"

dar

la vittor/ay

coirne^ del

predato premio alpiù ralente: giunti thefurono a quelladi ( ù fimo glt tchiifi

aì;j4rri,e

l'oro.Q^ gli altri firn color lygit ahagliorno gli

yn Jtibtto^talmeme chsm riceuette ti

piemtofromt/fò^


ni

DELLA PITTVRA^

tome mtgtior maefiro de gli alm^c coftfu poi co w Andato a Ple^ ito. @r k gi'aitrh<h€ dotte fer capnr le loro opre di migliori atur

rii^ {ieàoufjprotoecAr

con oro ^com era quella di (^ofimo,acci$^

cht corrifpSdeJJerotutte in yn modo^doue che tpotten Pittori mt<

7^ dijperatiijimifero a ingoffir, tutto qutl buone ^che ri era dcn[ tra dt lormano, Eper <erio làftimo^th^ fé non JoJ^efiato tlgra» Ikme^c'hauea la Jet. me, di Giulio

L diqurjleprofefjìonh ajàr mano dì ÌAichelÀn>

ì

chefofjeU ^olta di detta (jipella dipintaper gelo Btéonarotiintimodojche

fi

fede colorita con[empiile terreni

fenzji oro^ fi terrebbeJorji fin cjuì

ili

oftumt di fkr quu fantocci

con quei coprimeti,e rttou^mcnti duolori^che fiJon detti}

ma

i

ێrto, ch'egli per Quella '-volta eofiwi) atde leu^ la bcnda^ch'era

dt tenebre ptena^dman-ri agii occhi dtlia mtnte a iutt'ti mondo:

ferciocheatfermo fcoptrfeil njero^^ con tanta chiare^a , che ha.

Sgannato ognuno^^ hafktto pi Ano tutto

Cile

t^uelloych'era dijji^

a tmagìnarfiy ^parimente col Giudtcio^chejece dopo

idi squarciò kfiitto

tne per tutte

fingo iare,

il^elo di quelle difficultà^ chefono ptu cjire^

le parti :

^

à^ nondimeno con

co fi nòto al mondo, e

unno in l^ma^non

ci

ì

tutto quefio efsepw cofi:

per gli altri » eh 'apprtjjefi trti*

ifiato ordine ychefifianrahhorrm

d^attòi^yYrfiyComè modi ftmplicu<C3^ the la fila de

Heja quale

/

pi imi

ridicolùfi^ conciofiacoft

è pofìa dinanzi à qutfta

CapelUM

quAle prima dottea efjer dipinta da 'Verino del <^aga, per tnedefimamente dì

Uyol

ejjerc

lui lanjofta di fluiCOiCcn quella fl^aorama-m

ria belle j^-^a.che fi ruedeitS^ non potendo poi per la morte darli

aU un principiò con

cairn yft desinò

a

Daniello njolterano ,

(gj/

dtpnper dtiièr fi accidenti '^enne k tncemincìarfi da France/i0 Saluiatiiiiè però di ntu^io di quefit tre Eccellenti huomini ijn Jòl fegno ui rimafeper e(Sepio a gli aln i.accw fi uedejje poi quan $9 f4Ùltf)fJet9 lotani,p9nb.'scome-/è detto pn maiiinitÀ de

nfiri

me

\


LIBRO TERZO.

^

tM

ni^rty€per ignoranza, de' maggior fofYafitLnùJe lidie fine ioti-^ fior te

d'un mefcuglio di più gettile quali erano dtpocaftimay^

Jlnzji paragone k nfpetto de'fopranommdtt.O' di ejuefio ro fi puom parte trar fuori Titdeo Zucchero,

ti

quale con

fatte A ottenne difar ut quel poco, che v'é dthuonoy

nume gran

O" ùdnon/tè

fncrAwgliA.Attejo ch'egli è pure 'vnavergogf7a,potchele pittura luogo tale fi videro ejjìr dt nouo ordinato kdoHerfi dAfé per Via di polì^^e à ehtfkcea offerta di far tifi or te per marno pre\ ìtt'i^n

^ima IO /òpra ciò ci

è

non voglio entrar p'u tnan^t i/I mndtre^

de

mani/efio. che lepù <volteper colpa de' mimfirt auart^oue*

fo ignor antico l'^no,

^

Signori

l'altro tnlteme^ Sfogliano i lor

tligiudtciù, &* ItpriuAno dt

co/e ecctllettfi,

g/

//

dannano più del

douere nellhonor fuo^Onde mifoutene'' ancor a^che per njna talea

gtonefiperfé "vnabellif. pittura di WchelAngeUper troua altro che evolta per

ti

ìtaha<,r,e/%

cartonerò* ciò auenne perche paj/ando

egli

Ferrar a.per andare a Vcnetta^fu da quel Cra

una

Dttck

njnfgno delle fictuute cortefie il pr ornifesche quando riiornaf/e al{prnailt mandar ebbe qualthe inolto accarei^yitOy douegli per

€o/a di r/iAnfuatonde ritornAto poi^fi mt/eper qutl Signore

a/ór

Vtarfopra ''vn quadro grande n^n arttpciofafigura di Leda,del la quale /atto e hebbe

vn mirabil

cartone f/i diede

a

colorirla

Julquadioa tempera^ la quale gli riu/cì bella à merauigliaide "ue che quando /u finita ne diede aut/o a S, Eccellenza @r egh ni fubito fvt mandò Vno con lettere dt credenxjty ti quale rice^ ttuto gratamente da Michel /Ingeloy lo meni doueratlquadrf>i ,

tna quell'huomoi/orfi e/perto tn altre cofe g non conefcendopunt^ fecce 11tnzji di quello idt/fe che que/la era poca cofaper douer dare

;i vn l^kca talcionde MichelAngeli 'tiuto.glt

ciò Tjdtto, (^ tn colera ve dim andò ^ihe profifftone etfkcff/e^glt ri/pofèfe e/ftr mef

eante^e MicbelAngelof^tunJei^otJkìete qucfa uolra cattiua ntercantta


DKLLA ?ITTVRA

2i« vt'rcsntU per

II '^:>(lro

firn partito die

do fu

arrtf44to

*vrj:i grande

di4t4

Amfo

SigmrithorUuAtcmlM

al DhìJ,,€ mtrolli iljùtto

a FcvÀAra,

wgiuna

io

fiitta

da -vn juo creato al

faccio

di Juhtto dello fi Ato^ come/è

U hAUciJc.^tnJla LedApotJu

Ma

.

i

ìtorno onde (iJiA?nopirhngà

JpAtio partittifinalmente concludoiihe peri

Homi il^vero ricettOyU corne io dijji cuniii cjHahfktti

il

S'nnorh^

ancora doue> 'ejjereper

menaci fa

{14

tfiié

et

'Vrencipifono alle uoite pocciralt

mancano psru d^o^nt tempo Signa

Yipotenttfjimi tn gualche par tt,i he iienano

^

Tutori Valenti

variar delle Cortifino portati wan^i al

vati à {jiufli nabli*art Ignori

fjueiìo ali?tr^n,

'-utn^-

Franct/io,ptrVia di mercAtitt Fi9

7\e

tent'tniitreceììtofendi d'oro

dio [ì.ptr ch'i ft ben per

dirtdn\i^tnJe c«

à picnOiOfide auart

i

'-ualent'hi^omwi dck

con aoondtuoh prcu 'gìofit h pf er?3ia?,o, C^ It

p-.r diuerjèprouirìc:e loro^da

quMi rutuono -utilità^

c^utLe,iS^ k btnefitiodc di alcuni^ come toiCAcrno loro^^ tome fuiditi ciò fiaVero.ne fili nHtiù gli altri. conciofia co/a ch'eg 'ifi sa non è gran tempo

btfìe7^.,commodiiAi^ ornamenti ptr

Vn paduUo.doue chc 4ilpre[cntesper cjuantn la grandcT^a jua coporta\è Vn altra Ro* maypercioche guanto di bello, ^^ ai acconcio Vi è^ tutto èprocC*

che la, nobde città di cMantouafitOH Ha per

diitoda Giulio7\OMano Ptttoralebrej^ /émo/oyilejualesìper

U granfirrtx di lui^comt per ChumAm^ima fua naiuraifumef' Jo

tn tanta gratta à Fedei ico

sta, qual'^ra

capitato

Con aga primo Duca dt ^Atanto^

m T\orHa,ejitpertr.e'^di 'Fietro iÀretinct^

^ual' era amico dt Giulio^tn marnerà che Jeruigtj \^ Je lo menòjeco conpremij^

it

d^ntìo

njolft àfuoi

C^ ear^ 2^e wfi'^ite Zjrper

chc eramolio inclinato a queff arte i dopo belle fnbnche ^ che fono

Ducalo

le fue

i(^ fuori dille

magnifiche-^ (t/

iittOi njolfe fi-

milmente,chs idijfegm.O' le piante di tutte le fkbriche per tut to tlfuo dominio fojjerofntte per man di Cìulio, conofcedu quan ...

toeili


LIBUO TERZO. 217 m tutte cofé perche egli mn età

io egli {offe giotieuoU

le

inferiore fer Archttetura chi

dajje

,

di Gc?ìoi4J, wa^j^t

io

amator delle

belle 'virtù

delle ''Pittitrejece verjir

Mare

^

,

uea mttfo, quanto di !K'

lettoli accoglierr:{e

wji.me

concili/ero

,

ttura

j

^

y

dnut'r fiùncar

O*

m rie Hi dt 'Ter ino

>

^Qy perciò moU

U fama che di quello ha^

^n l?alazj^ojiéor della Cit^

Th ma

con ordini di buona archi

ir,

,

^^

di T^ittare

mine

bt llijfìrne fi

'p*i'arme

ì

con tutte

le

il

marmo

con

i

la qualfii^'ede molto diuerfa

perciò che

qu al pòfa Jopra

/;

diifegnt

à

fu

ben compofio

gli

animi de

i

t

^

rtfguardanti^

,

(^ C^

Signori Cyenouefi doue

tiUt dentro

débita Cornice ,

It

é>' cefi

'

a

(t/

,

rtjpetto al-

mojìrdgratioja

,

,

ricche CS"

fui

Viftàduc

quali fo uckc a ttrtic

qutfìo modello ai porta, e

Pitture che Vi fono

riufcì co fi

luminò

la

dt rilieuo a ftdt re

mfomrna

è

neùs

l\oma del quale cominciò

di piaceuole a/ftto per ejfaci duplicate le colo7j?,e ,

do

in ViC-: hautjje

bri /compartimento con mirabtl ordine

t altre che fìnma Vi erano , front e[pit IO

Vcfjié

a.

T\orna a Cenoua dot^e art

fkr fnre la porta dell entrata tutta di

C^

"V aior e

con gli ornamenti di ftuahi

Vario

Tit

juadolcifjima patria,

mai defderata

gtc/a che t buoni antichi già /ecero >po il fiéo

e per le

ca>ezj:e tnf*jtte^ dopo molti dijcorfi

(^

tk Vicino alla Porta detta S. tt

,

ffec-altnente delle fihruhe^ et

Tdi^o da

cofa che

fkhruhe

n?nmipe Dori

ideila

HAto fu ta>ìtog afa lafua "vermtaptr

d

le

quale comehtiomo Vdulireii^ pitncli

il

cheftato fojfe lafu*

che Terpjo dti iJAgA nji atì^

Ma efendj il

,

à npofirji delle pitiche di

to

,

je ne può trar òucnginditto per

ture che yecchie vi fono

^iae

che ji foJJedeUu T^ittura.

,

m (jualforr/jA, è m

non sa firmlmente

perb^ Ctttù

*fìtn:>

,

delTald';:^;:^!»

fiucchi trfurne

f

7/1

che

grato che f ima?jocno cifufl

qutfìo di certo fu quello che tifi pot

tU

ne ha^no fibiicati infì^

U Citta con ricchifjimi ornamenthe con ^'arij mo* Ff

dilli


DELLA PITTVRA

'21S

de Ut per i quali e^ja fi rende amirabtle per ogni luoco a tutto il mondo' ti che tutto prima depende per ti lume dt quello (he Jté

^

qucHo fkmofo artefifarebbe forfi ancor ZJ enetta /e Jacopo San/cuwo

canato dalgiuditio

,

per

lo

ingegno di

ce,

ma che

che

fu Scultore^i^ Architetto net juoi tempi affai

no

'-valenti

njt hauejfe lefuc njirtù adoperate ì Concio(ìacofa che egli che era in

^ma tenuto in credito grande

,

fuggendo per

t!

Jacco

dt quella mtfera Citta <-venne à capitar ut doue egli Jtt ritenuto aptejfo il Trenape

glienzs co

,

>

^

Andrea Gritti dal quale ne riccuette acco^ carene infinite ^per effire di quefie ijirtudi ami

e perciò egli

ne apportò beneficij euidenti,per mezxp di quc

fio Artifice alla fùa patria^

ti quale

imprcfa importantiffima qual jù a

à prieghi di lutfi mifjead

refi amare la

tribune di

S»\

Marco lor principalChìeJaJa qualrntnacaaua mtiabd rcuina con fpefuy^ danno infinito ti che fece con tanti rtpar^^ atti ti che fin

pojfa

al preft^nte par imponìbile che per tempo alcuno ella

mai 'venir menoy

tOi(g/' nor/je^che

che per nobiltà re

,

ti

che <-veduto gli apportò tanto tredt^

confiderando quei fignori e per

il

gran giouamentOy

ornamento lipoteaper

la loro

Città

/>

a

da njn tal ingegno dt fubitoprouìgionatoloftceìofi che eg li

fi e He U e perfuà patria Z^enetia, aoue continuando poi in molte altre magnifiche ,' (^ honorate imprefe^ fi può dire che egli fio. fiato in fomma che habbta dato la <-vera ijta a tutto è dt garbato difuperbo, e di buono

dt T^omaper

la e agion predetta

gto, e fitrAsfena Meffina

^

fi

.

ciò the

yi

Egli fi sa parimente che

parti Polidoro da Carraua"

efjendo per inan^j jiato connfciu^

a C^apolt doue/ece apparire il buono delle pitture ,f{ol ture, C^ fibriche chei buoni antichi mai rapr efentafjero per tempo alcuno Scorfefimilmente Francejco Ma\ola 'Parmitopoco

,

.

giano^ (^ BaldalJarra da Siena fino à Bologna doue l'vno t/Ì


^

LIBRO TERZO. meffe

il 'vero

3i>

^

<vfo delgrattofoitt^ Eccellente dipmg€rey(^ dt/i

/egnare^O* t altro ^vt Ufitò

l'antico

lume della bona ^rchitet^

ttira^nel modo che de/crtffe poi Sebafitanferliopiù Ltbrt dt la facoltà delle fitttche di lui

tare ancora tolti dt

le

^

quel

lo lafciaro fot indietro di racco

promotioni diuerfi dt tanti njalenti Gtoueni pur

'7^#W4,(^ con buone prouigioni yfctti d'Italia^

i

quali

^

hanno fktto opere mirabili con molto grido, honorì immor taliyfi comeju già di tAndrea^O* dtl^jjo Pittori Fiorentini deue che d Knjjofece kfontanableo in Franzo, opere marautglio

J^i^

dipiH maniere,tl (jual ftaua al feruitio del l{e France^

delle quali tuttauiaje

fco

ne ijede "venir i dtjjegnt in Italia con

f

molta uà lodeycofi s'intende per fuma ejfer in gran grido a i te

Pontio,^ Bartolomeo Francefiii quali erano m Roma

pi noftfi

molto gìouent

,

O*

fino a quel tempo erano tenuti per opre di

Scoltura molto intendenti

,

ne meno

ci fono

condotti per Ifpagna con boniffìme prouigioni

mancati i gtoueni

fiat quali f-ui fu Chriflofitnoda Argenta il quale ejjendo per camino io <-vidi in GenouaiCci riconojcemmo mfieme-s doue egli refio meco a ri^ pojarfì per più giorni affettando

arriuatafi parti

,

,

Naue per Barcelona Ja quale

@r non molto prima 'vi era paffato Ruutale^

0" Bf^ero Spagnuoli^fdptndo effiper molti autfi^quanto U loGran

a quefla arte inclinato^ e quanto egli premia/ Jt i ijalent huomint ^era,noJolecitati con lettere^ (j^ con danari da i primi Baroni dt quella Corte oltre à molti altri di manco ro

J{e jo(jt

,-

nome

di

loro-^i

quali tutti ingombrarono di

gionati auanii che durli

A

t

e/Jifi partijjèro

ion

da chi hauea comtffion di con

loro Signori conprojuti/alarij

per coloro che fi/entono le loro

Roma ejfiendo proui

efjer 'valenti,

,

O* ciò vien ben inpefit

O' atti a feruta e Signori

fatiche atefo che è meglio affai tef^ere condotto

frouigionato da altri per qualft yoglia luoto

Ff

,

2

,

^

che con l'andar

"Ventura

4


DBLLA PITTVRA

Ì20

Ventura mettftYptuttnma à pencoli wctrtt , perchefi io ho leti detto alt ione , che fi a le etto a gtonam tran sfa trji in fiu luo^ >

ghi dap',per cedere

^ manteìcdt

dmerje opti e

le

buoni ar-

dijji perocché jtrinar fi Uoi^t^no afkr lauori,r/:a che

tijìctyiiofi

trajìorjj che hauejfi ro

ttorr/ajjtì o

ì

aUitJun tt .pt rciocLe

n cjtofi

perde dell

art t ntiairnorare

m altri Uoi^tjtytjè w (Ohpgli a) ornai

ntjjuno a

ejjer curtojo

a pai

Wfi di HonìA^ con jp^ur^T^ di do^

Uff trruaf Juort opere ài rnornentoPe prima non «r/ e conofiiu^ tOtiS' tenuto per buono, f^J ejjer ben p» egato

communi

per i loro eh" egli gli

Ma

.

ihi

da

chi lo n.

correda je dietro

li

hauranno t lauo^i,^ fkttt bine^

,

uvh\ faito

modo ne

in ogni

rt,

tnarranno ingannati dt maUforte^C^ è certo che (jutfìa)G quel la

^

la per la rjuale

Gioueni

t

paiono sdegni,^ dolori

coft/correndo perdono

ridi' animo

^^

tlbuono^et

nel corpo di/agij ejhe^

mty conitolia(o/a<he in molte Citta pochi (lano quelli ihe cene» Ma fé poi per TA /cono le coje luone,^ U facciano premiare rtj accidenti elJìfaranno conflrctti a torft dal fìudw^nonfipuò .

alfineJe non aella fiuti cattiua Jorte dolere ^nel modo che accade quaniofi "uiddero ('^ombrare al tempo mw^chejuper le gutr-* re

moffii:

da i

(

arafinontra a V^apo li ^e perche

do fk-to bandire tutti S9orhbr andò furono

i

ti

Spagnuoli the crarwtn

T^apa hauen

Romat

confir etti 'Vendere le loro caje

,

quali

e gli altri

moHimenti che Jufittauano tuttauia erano cagione che quella (jtta era tutta piena di bisbigli

Jentendo

il

populo che

do con molte ^entt^ZS^ «"verfio

(^ tanto piti il Duid d'^Albà fé li n:emua amcman^ dall' altre parte pt^r

quella in aiuto di Santa

L

ltalia,io ancora partito dt 'l{oma

/correre più luoghi

fi

infimit accidenth^

C5^ di rumo*-tj

hiefa

,

Veniuano

^

i

France^

pajjauano grofii in

mimiffim cuore di yoUr

come tofectper fpatio di molti anni

^

tra

onde

V^r^ tajimi atHìjn^ro. Mdarrmato dopi


LIBRO TERZO. Wnìungo giro à

zìi

Wkilano qtitut fui tr Attenuto da

dtno Campi-iCrcmonefc autore afJAifiimoJòm q'Adie IO a.ho\zji "Vt/a

m Cielo

tAJJltnra

con

t

quella,

mi

ternoo io

Ctttk,a^

Tauold colmeT^o d unjuo cai tonedt ynA

da Uà quale firAta ne t occo cento Jcudi d'or 9

,

quali mtfàttsjece ifratwjamentc di quanto

nteljo.e

mi haueaP

o-

fece dimorar Jeco ancora ptr qualche rncfe, nel qi<Al

mi

Owuent M^

diedi à fkr pra'ticacon alcuni di quei

trouai molto più dediti ^U ornarfi con iparij haùl^t

lanelt,i

q tali C^ con bAle armi con quiiiche

iaz^

V« M. Bernn?

tutti

luceniiyche a lo adop) a^e ptnne,ouer pennellt

forma di fiudij^doue

da

loro

templi lim'^htffimo^

io

viddi con

tfji

di molti 7-'^

Miiane/i dipìnti alla do'^male con fptfa

^

ZS*

vna^ran di poco fiato dipinto ti Palco,^ era nel

fra

Sala.nella quale Vi era

,

i

molti fui

menato à

"veder

^Palazj-o di "vn ricchij^imo Mcjcantt ch'io taccio ilnomeyilqual

uedutochehehbi con colori' e

nuo

,

fgli

nella fuA

tfjo lui

mig uro (^<tf(ifi

cht

quelpalcOy

altre coje àfrejcho

erano duce anrjpaffati che di contt^

diptngeua-^Kjnl padì e di

condujje^^ne era capo

fni "Zfi

e co

all' hot a^

qudgiouene che

era morto ne i/uoi lauo

Ytima queHo Giouene fi come gli altri e fiédo piìi uago aella fpÀ da che delia penarmi fecefAÌirJul potè delpredetto palcOy alqua

hauea dato fine poco lepo era tofìlpe,

le egli

^ firajorui^ mef

Joui di molto oro fino in più luoghi, tp in alcunifoprapalottolt cera^delle quali mefchintta coniiderata la granfpefa fi potrà te

ner per gettata.per noci efjereiofa ne di mométo, ne che affami

à cofa che haueffeforma Egli mi aiffepoi chefotto quello yiandaua vn i^ran fregio di lauoro àfrefco^ma in quelmetre ri

giraffe

torno

il

Padrone delpaluT^i^e pereto

peruenuti tutti tre nella Sala

,

noi fcefigli a iamo inLOtro,e

ilgiouene Pittore gli

quilfogetto fkr doueffet quel frtgta;ma

fejarui

dijfe fatelo

come

e

un far

il padrone

adimandò

se^a troppo

di quelle calzs à.efi ufa adejji


a

DELLA PITTVRA:

Ì2r

dt tanti colori ^per

ti quAlragwnare ti

Gtouene rima/e me^9

mi tolfi <^ia fer/T^ dire altro ma ti giouene auan7:^andomi nello andare mi ragìunfeprefio, e lonfe rttd quejia co/a meco, mi dtjje che egli^tronaua certe Carte in ftémpa le quali erano de Ut Amori di Tifiche, e che erano tnuen tonfu/oy

(^ io

incontinenti

tione di Raffaello riuctffe ti che

da Vrbinoyfe io micredeua (he ciofkando lì

bene^10 gli diffichep ogni ^olta che jojjlro ben colorite

facendo ne

à ijedereyma

tiro

buonpe?^ ina^iZJiC^ mi ci menaua [peffo

Tma njoltafra l'altre^ ilTatron medejimo fer^

matoftk Vederlo mentre che et fkcefje egli rifpofe che

io

erano

intera gli ìftorie di

admando che Iflorie

Tfiche

,

C5^ egli dijje

non me fé troppo dt quei pfight perche non yi compaiono bini co lor fini^perle

qtialgoffc^e n;dtte da ambeduiy topYtdinfom»

mapartitOy tolto ch'io hebbi licenza di non

ci

io perciò dico che in qutjit luoghi /tana tutti

tiipotche in

tornar mai pinone

à fn modo ignorati

yn Cori aue'^o aU

qutl tempo mede/imo vi trcuai all' opposto

huomo prattuo ^^ le gran C^rti, al quale ej^endoli menato a '-vnafua Villa che fk ceua dipingere ^n Giouenetto T\omano , ejlmdo ijna ^olta a ^vederlo che dentro a una folonna attica t ifingeua un Can te

Guido da Galera

tlquale era

delier lungofei pie di^ e tutto loewpieua di diuerfe bi7^éirie^co~ nte erano Arpieimafcare^ammalhfigurine^Tahernuoli^^utti^

»/, fogliami

j

lequali fen\a hauer fktto difjegno

ftltcemente i Jenta apenfaruipunto^ e mentre

lo

li

rmfciuano

njtnia tutta

rvia allo in giù finendo rtuoltofi il Conte a i/uoi famigliarift toprima yn pocoy^ marauigliatoft forte dtUanouitày Q/ prc

Jlc^^a di qutfio fkre diffè

io

non filmo quefio Giouene di minor

ingegno di quello delnofiro Toeta che ini l^lano\fk tanta quan

tua di vtrfiall'impromfo \ poi impofe a quelytcchio lAaifìro fU 'Vi lo hauea menato che a quejiofofje dato il carneo dt far tutte


LIBRO TERZO.

iir

a

che lo Ufàajje pagare fé Importati dt quella Villa , alut dal quale il Giouene pome rueuette infinite carezze -^O*

tutte

le co

cortefie

ma

peri dt

a t meriti Juot dal che

cofe leggieri rifletto

nefia cagione ti poco lume d' intorno al conofcere le cofe buone , per lo effere auez^ a ef^nmerfi fé non troppo dt r4 dt in fimiUuoghiyfi che di co[i fatte auenturep vie» trouand9

iofilmo che

quando alcunfé ne parte troppo Giouene, (^ camina altreue » fy* perciò torno k dire che niuno lafci mai ^omafè non è con dot to fuorada perfone di

conditione^^ degradotCtfe ben poi quei

queBa arte

luoghi , e quelle perfine non ne faranno troppo di

non è però da

/ìjfitgerfene^

dato in forte a ri-iO^che

i

pano a

auenga che non a tutti è concedo , ne

"Vonteficha

%

'^è,

tre buone qualità (iano

tali

,

"-vofire^

maggior Signo^

ma per u§i egli è bene accompagnate dall' aU

thefperar dobiateper me\o dt quel

tnamt^eche ijna njolta mediante

fciutt fiate per quello che njalete^ rati, e

allt altri

qutfìe virtù inclmAtt

di fitr fiche la bontà delle opere

le eIfer portati

^

quelle che

ti tempo

cono

à i luoghi hono

doue i nomi r fonano uiadqpr irete più a douer condurle

con o^nifiudio ,

@r arte à T^ot

poffìbile di

modo che arrechino

grandt^^a^yanetaibellex^Kn nouitàiO* ornamento

le

quali co^,

mai fi prefumi po^edtr e à ba^ Slama le co/e dette con l'ingegnofilo ^ma e ben che fi vegga]em tre ò col proprio naturai di queUo^o tlfuo rilieuo^ne mai fi confi

di voi fé difficili -idtmqì niffuno

di in]e Hejjo^fe ben quelle cofe dtffignatCy

Ù^

fiudiate

da lui

mille volte fiate JojJerOiperche (tate pur certi che con lafola ma

mera non ftpuofupplire altutto.ne quella vi può mai arrtuare à bafianzaper tutte le parti , (^ to Ufcio dir chi vole poi che to ho tntefo^KS* uifiofempre con lo e(perimento nelle opre de t Tittori buoni Ì€hi non sa che ogni poco dt contorno dt lurne^ oucr dì

ombre che

alle

teUe Jole ^cendofi qtéelie amente fi agtunghi '

ouero


DELLA PITTVRA.

a?4

htnmn pA

9UeroJimanchtJe njtmo [ptaceuoleyt fir oppiate fi re che quel diffetto foffiedc per

il

à

moitt offenda ,/e non k ihi qtuUe parti

lungo ftudio de nlteut, infiniti

giouant a qmfit tempi,

i

n^e^gonot

fi

quali fiauez^ano in qutfli errori per

mli idea,^ prattica loro, poiché fen'^ porfi inan\i alcuno efjtrnpio da tn2Ìtare,ò almeno da chiarirft, tp efi ionfida,rjì troppo

Jerne certi,

fi pongono

a far figur e, e

Wh li

àoue che conueìjando

fàttoHi

abondtuo^

tal bora ifloric

IhO* grandi, O' ardifionodi Jccprirle ne'Jempij

honorattlfi"

m quefte cAittue n.^AnT^^nelìe qua,'

callo^Jono poi con

molta difiiculta emtndatcper do

nere aue^arfi di nouo a fiottcmetttrfi tutte uia ne gli ordi^ ni buoni

.

Pouhe dunque

è bene

k contendere a i princtpijco

lefatiche ^non fi facciano dtjJ'egnt,ouer pitturefierj\a por fi

inan^

Z^ alcuno effempio 'vero , o almeno tolto dal y ero ^ ouer firmato nel Miglior rnydo chefia pofjtbile, accio fi'-veggano,tp' imiti^

no con quei modi, c> auertimenti,che fifino dimofìratt inptt4 luoghi , perctoche quefia iiiminando,fi cedono

^la è inferamente quella,per

a quale

dalle muraglie fiptccar le figure ^Z5^ prò-

metter più di quel che fino : et è ctrtisfimo,che Ju queUa.quat

jugtk calpejlata per più fiecolt dalli tccelltntisfimi parimente da' più fàmo^ nofirt moderni fitti li

,

.

,

O*

che per l'opere loro,

immortalaci glorio(ìi'Viueranno fin che

mezf} di quelle

antichi

il file

Et per più certezza di ciò

fi

girerà, per

saptr

le

boc-

che dì coloro, che furono al tempo di Michel t^ngtlo famigliari

pm

k

queÙOiCh'eglt fileua fpefiò dire, (^ fcriuere amora per fine lettere ^ch'egli di tutte l'opere fiue fiemf re fiiceua i modelli, che col naturalefi cer tifcaua del tutto ^

Cofi dall'opere fitte di

Dame Ho,

il

quando le fintua.

rnedefirno

efijer

finjede,^

nonficma modelli, non è paffato nelle jue open mai fenì^^d ti naturai buonOìOuero l'antico , M<i procediamo kqueU. chi di loro

loihg


LIBRO TE RZOi h

che da

mt j

ftà

mi

per

fi e ^z^dito

ben in mente

che

,

le

bocche de

t

mi mio

quando

225

pfà ^*Aenti

,

poiché

a

principio capitai

T^omat O" che ctijjegnando dalle fncciate di Polidorojut ricerco

àfnr d'.ffegnt déL yn certo Pontio^O' Bartolomeo, awbidue FrX cefi

i

quitUfianane tnfieme^^ èrano jcultori ^t quali mitolfe^

m cafa^accto glie ne accopiajjè di più mAuiere^da cofto» ro capueuui ijnaftrA M. France/co Saluiathe loro diede ^n ro (eco

fihiT^

di

fua mano,

è

It

pregò che Vn di loro

li

f^cejfp di cera

morbida quello li^nudoyche su quelfchzso era di due palmi dt alve%^a/Pontio che era tlpiàgiouenelt dtfje che "volontieriy^ perche egli ali hor a di creta boT^iauayCon gran prattica certi ku di, jì ette '^n poco con

t^ del rtlieuo^

^

e[]h^

dijje queft a fkcoltkiche "voi

li

che cojì fàcilmente pojjedete perche

ca^è quella nfl'vero che emendo in poter tanto k tii

haue

me man

a,

M> Ang.

è fra

cagione che egli habbia cofi fortefuperato gli altri Pittori

loro cofirmarono ef^ere "ver'tffimo. tic9 che

pero

fia

tut lauta tenuto

a quelle

fntiche

fktto [offe (memorato delle cofefueyperche à quefte le principalfigure

i

e

t

modellile per

,

corne che

ciò bafÌA

7^a, e

ripigliamo njnpoco

il

.

a

nel

le ìfioìie grandi, per le cjuit

Ufi acquifi A IhonorcyO ilbiafimo da ognuno, fecondo che a ro riefcono ò buone ò catttue

e

,

Ma t^ofi intenda adhaoprat

Ma di quefio

fia detto

lo-

a bafian^

ragion amento, quanto poi fuor de IT

artefiano fptaceuoli alle genti nobili alcuni njitiofidijfettiyfi

come

e l'effere

fkr profeffione

mal dicente^irriuerente, tra le brigate di

ciarlone^

^oler pajfarper ti più acuto, e

ingegno/o,col darfenté\a finale a tutte alle Volte alla "Tjerita per ti^

^

bugia doj @r

me^^o dei

le cofe^e perciò

loro capricciolt

altri che "vogliono contrafkr ogni linguagio,per

éUttffimi

,

douepoi rimangon

colti

lepm

opporfi

argumen-

^^elte da gli

mofirafi

huomini

pr udenti yà t quali effì lauorano^nelmodo che tnteruenne a P^,

G^

rt»j

,


DELLA PITTVRA:

Ti$ rino del

^4ga

^ttando/eruitéa aiTrt?2cipc DoriaiColquéilfk^

piigli(trmente ragionando tfjo ancor é^ u0Uué parlar

ma huendo ciò fiidio

^n di

li

Trenctpepià yoltc

ti

àtffi, ò

Gt nonefé ,

''vditOitj^ yenuiolt

Termo di chepaefefet ì

AJk

et rtjpofè che era

tu "voi ra^ Ftorentinoyùe 6 parlami Fiorentino^Joggìunfe egli fi gtpnar mecoyperche ijolenao lùfimtllar come mi che di qui na^

lipamojpar che tté

ci

l^^ff^^^hpcr il che *T crino arrofjito s'accor

dell' errorfiio^ne pia

0f

con

efjo

ut cadde. ma e^li ne poi meritò

i cofk laudeuole quando con perfine

(i ragiona di qualità

,

il

lafua natia ^uella^anz} cht egìiè^tiliffìmoy Conciopacofa che k molti [ignori è m piacer grande ilfentir con beli ordine quando li fino efprtffii mirabi

fizper fkue Ilare compitamente con

il

magtflerij di quefie belle artici come fi dice efjere

fiume de t più fzimofil\omanhi

jUto in com

quali erano d'ogni^ ir tii yeti

^onofiitorupercio che cffidepo li loro [fUndidnfimi conurtigrz

disfimo diletto prende nano di afcoltar

le arttfittofe

fia arte, dalle perfone tngegnofii^ eloquenti,

i

parti di quC

quali (itencua

no in gran riputatione haucrli appreffò di fé nelle loro Corti, f^

Tromntie, Non fi fia adunqi a ntuno fcarjo a dargliene noti^ tia.conciofia che egli t ageuolcofa trouare le njere ragioni

moftrarledachiyi e dentroprattico*

^

Ralente

,

(j^

M che fecepm

•volte Michel tAngtto per quanto fenttua per %oma mentrt fi tra ymo^doue io tnteft da Vn Nobiliffìmo StgnorT^omano qual ,

io

ferutua per

certi diffegni di cofe antiche ^^ che efiendo pregato

da ijn Gentilhuomo ài r/iolto gt ado che per cortefia

me aceto ccnofcer

pottfje quali douefjero e[fere le

dipintamente du He

li

defie lu-

buone pitture

catttue, e he lì djfe horfitaui quefio

che quanto piàuoiuedrete

le

à mente

pitture approff-marfi alle buone

fcolture^tantopiu faranno migliori

>

e

quanto più lefcolture fi

Approsfimat zfio alle pitture^t amo più quelle Urr ette per peggio^


IIBRO terzo: fU^ìtde ì da intendere che

le

227

buone pitture inftémmd confi/ion^

nel molto rtlieuo accompégnato da buona mAnterd^e jAppud an €9rA che lefcolture^e ì ìilieui à

i

quali

le per/ette pitture debbo-^

no ajjòmigltarfi^non s'intende Jolamente -€

dt bronT^t

ejfer quelle di

marmo

mapìuprejìo le ytue^come è un beli'huomOiUna bel

Ufemmay ^m bel caudlo^tj^ altre (tmilcofi^ ^perche co que^ fi e le uerisfime pitture [t e/primono^ cofifi'Xtede la diffire?^ di quet seplict dt che ti modo è pieno ^ i quali più mirano a un uer*

ae,k un re^ò,ò/tmtli altri colorifini,che alle figure che mofirano giuditio dt Danielle Folterano^peraò che codetta

Rom, dai a ueder la Ca

Th^deo Zucchero nella

Madóna del

Jpirtto

f

e

moto.

Et di cw ne furiprefi certi

fellt dipinta per rntno di

Cittéidini

iacójoUttone^tS* ejjendoli fpejjo mofirate alcune cofe che erano

più vaghe dell'altre^ i^alcune poi che erano migliori biafìmaua •noycome è com^inemece in vfi da chi no sa. H) aniello hauedo co fiderato ogni coJa bs a minuto ^riuoltatofi a quelli dijje ^(ignori in

soma

tutto quello che à voi di quefia. opera piace ^ a mejpiace

t quello che è molto fpiaceuole

à ^ot, piace a me fomm amente y

ma tutta tnfiemeè bella^et riguardeuole^fi che co ftmtli motti in gegmft e bene à toccar co defircT^agli huomini digrado^douefi iaudn Coperà indeme cà iArteficeyde i qual ÌA, Ang, nera moi to

abodeuoUiet fiami

piacere

a

lecito

a dirne alcuno^ poiché

io seto

somo

narrar co/e di lui qultunq» notey nodimeno degne del

teigiù littofiéOyC$nctofia che t detti arguti nonfono nutriti nelle

mete dei [empiici. Ifiujando alcunifitot amici vnfitnciuUoydel ìqtsaleesii U hauea mofirato disegni di fua mano^con dirli che era poco tepo che egli hauea cominciato, egli fubito

*^ede,0*

egli li refe

a

^zfn tr attorcofi à

un

li rifi>9fe^et li

altro , ilquale

hauea

dipinto runaftetàpoco beney diffe che era proprio una pietà

cederla. Vantandoft ^nJcultQreil quale hauea imitato '

"

Og

à

gurè

k

fi-


DELLA PITTVRA;

22«

gure antiche dt m^rmo dicendo dt hauerle meglioratei li rì/pofe cht njA dietro à altri mai lip^fj<i tnanzj,e chi prima non]a. ben

dafa

ma,^ [t pt40 feruire dtUe cofi cCéiltn

y

Bologna

nL'na

facendo poi

egli in

BeUi/^^maflatuaài *Tapa Giulio Scconao per

gettarla dt ùronzjy

>

come fece

dimandare (^tialcredena^he

papa

,

par di

,

U^enneyn

Gentil' huomoà

maggiore

lafiatua di cjuel

fofft

ò

fé dite di quefìi di B >lo^na , oh fn'\a dubid fono minori t nofiri di Fi renT^ ^\a quefìe argutie fi come a, i fignorift debbono dir (9

,

i7>2

b'4ot^ rifpifé

^fecondo

buoi

il

^

.

coperte

,

e con

rfuarc^o

coli

,

poi fi- a Titiort

,

e r/ie^lto

a fco^

prir/e,un\i à morderli c^t4lto per qualche lor yttio Jprez^ano

ddU lofo

arte,^^ sbracano iftudiofi, nel modo che fu morto Giorgio Va/art Aretino t da Bartolomeo pur da T^cg" ^iOiCjualtra yn gtoutne ft4dio(iffwiOi^ njalente,nè yterapd tl^-alor

à lui in Roma^ O^ era mortaliffimo nimico de Hi auarhpcrcio» che yn di per cafopafjando Giorgio per T{oma k cauallo, ilquat ri

rvéntua di non so che luogo dafùr lauort,

"Vide

Bartolomeo, che

era accompagnato da piugioueni che tutti yeniuano con

dtfegnar

di (^apellafe gli appre^òy

dtyd'lfey ò Barfolomeo,qtieflefono

t

e(so

da

^ pnfeynpugno difcu^ Mufcoli njert^alejuale ^ar

tolomeo fubito re(pofe\(i per i poltroni pan tuoi, Difimili mot^ ti^^y riffojh yenepotrta dire molti,

ma quefli per bora bafìa^

fanno, Affai ye ne fono che fiprefumono difaper molto,i5rfem

f re fi anno fui riprendere poi che loro fono '-oilipefì

da

chi

,

C5^ biafimar gli altri

da tutti

.

tempo rtfpettotnogntfuaatttom a le

1-igliaft

fé l'habbia^efug^afit njitijfuoi i

,

ne i'acorgorj9

dunque ti buono

dipoi habbiafidogr>i

luoghi,

ai

temph^ aU

qualità delle perfine-^ne fty adi a fruire perfone che prima

non

fi procuri dt

andarui

co

buona opinione dtfé fiefsOiaccio

fia

filmato pre^o a ifgnon^ O" appreso all' altre ferfone di grado^ perche ^


,

LIBRO TERZO.

229 perche queìléLfztmA la, cjualn<ifce dalgitéàuio dt molti crea vna certa immtttahil crederiT^ che con poca fatica pot crefce per mot ta lode,

^a bora f-uoiendo fkrfine ancor che nflrettarnente ra

gtonato habbiamortfpettoà quel che fi conuema^ nondimeno quefloper quanto

à

to

comprendo ifiimo

me altrofé non di nccordar a

qutre,che mente è

difficile

molto fi udio tuttAHia

a,

cht

efjere baficuole^nè re fin.

dubita poter tante cofe effe^

chi '-uole^ e che gli

efftr citando le fuirtii

gli indegni loro di m^niera^checol tempo

terni della

gloria-i

,

animi

nobili col

fenfitìue dtfiano

yengnno compagni e^

quafi pagamento delle loro cofe fiitte dopo le

rtceuute [ittiche, (gr pencoli,

^ queHo farà

tutto quello che in

[ufianT^ ci èparfo di poter dire d'interno a quefia materia»

Jl fine del Terz,e ) O* rifltmo Libro


'toncluponc delio

^utkore

.

£

Io in quei tempi' Nobili Cioueni, quando ai ^i/poi! per dar principio à quefle noue regole, esfi per me fofTcd ro flati alquanto più piaceuoÌi,& io mi fosfi crouato efle* re dairauucrfa fortuna meno oprefTo, & dalla poca età in che io er»,io fon certisHmo che con maggior fondamcntf»& con più fermezza, Arperfettioneriufcitemi farcbbono^cheelledi prcfentc non fono , Conciofìa cofa che io mi venni à transferire in età di quin deci anni allo fludio di Roma, nel quale dopo vn tempo mi parti per le predette caufe^ccofì me n*andai folo vagand* quali per tutta ita]ia per fpatfo di noue anni, dopo i quali io fui condretto da chi di me poteadi(pore,à mutarprofesdonci&habitòinfìem?, nelfìn del qua! corfoàmeparuedi conofccre pcrprouala ncccifìtà delle dcfcritte cofejinde io fpcro che doppo vo',non foiamentc farò ifcufato , ma, e dai maligni ancora diffefo^con lo haucrpiù rifguardo al dcfidcrio, all'aiTcttione dell'animo mio che alla qualirà delti effetti di ef^^« Etperchc io conofco,&che anco ho prefcntito in più luoghi i liberi

&

lli:mordeuoli rag(onari,che dalli increduli far

fi

fuole di limili coff<»

mièparfo bencà rifpondcread alcune più viuc obiettioni , perche io so che non mancaranno molti, quali biafìmaranno quefla mia fati ca,e che per auuentura mi fi opporanno»dicendo, ch'io iìa flato trop pò ardito à voler dare precctii,e regole alla pittura* poi chefì tien^ i

comun

giuditio di molti vecchi delTartc^che quella

non

lia

talmente dif

convna virtù, &:vna gratia che viene infufa da Cieli ne corpi humani>e che no li può ac cjuiftar per altra via. Ma che fciocchezze fon quefte,che lì hano mef^ iocoftornel capo,chccquefla forfè una di ql le faenze fpeculatiue » o l%crete,che vegono riuclate,ò capite folaméte da gli intelletti profundisfìrni,& acuti ?poi che ci è pur troppo chiaro che ella ha più bisogno di mfegnamcnti,di modi,e di auertiméti,che diqualfì voglia maggior altre arti perdi(fìcile,& grade che elle fi fiano,nei modo che fi vede eder fcopcrti in nò picciola parte p'^r noi- Nò ci macano poi altri,! quali co più laidi argométi mi fi opporano con dire, che no fi vedendo opera vfcita da uie, che fìa degna di lode , io habbia voluto trattare di quello, che da tanti Eccellenti artefici fi e taciuto. Ma rifponderò coli à quelli tali, che fi perfuadono ch'io nò fapia, fapendo quello come io so di certo, che per la poca notitiadi qlle virtù auié fpcflb che doMe è meno d^incelleKtO|VÌ è più di fortunale che più può ficile,che infcgnar fufi, deboli,

fi

polla fcriuendo,fe

& me'chini, & dicono i

non

certi principi;

di pii^jche ella è i

U


V Iirorte,cfic

il

fapefe,

& che

fi

cKe i Pfcclpi grandi poffóno far«

g!5i

Huomini

più Illuflri^mediàte i lor rauori,& aiuti in ogni profcsfìoiie chc|) altri ior mezzi. Map effcrebrcue córra fimi li obiettioni,n vede chiaro che in tutte le fcicze» fi: artici è bifogno di principio, mezzo^,

& fìne,nè veraméte fcnza

principi) s'imparano mezzùnc fcnzaque può peruenireà debiti fini. Mia intentione èftata didimoftra re dopo deboli principij.i mezzi ncceflarij,8: i modi veri che fi puìe rea qucfti fini eccellenrij-c perciò con chiarezza far noto quclfcnfti fi

i

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il quale io dico haucr calpeftaro molti anni, A: hauerfat.»^ to ì guifa di colui>il qual (marito la fìrada in dubbio fi ajEF^rics, corre ceicaadimand3,dc chiama,'! che fa tante voIte,ecó tati gefti,cheal fincpertalimf^^ifattofiprattic^,c notato i luoghi ftrani,fi godepoi di potere moftrare à i caminanti la via»che era difficile , Se erta , eflVr fpatior3,&: piana, attcfo che no più ci fono le viue voci di quei valéi*

tiero fopra

huomini che volentieri infegnarono,che

fra molti furono i più liberali,G forgio da Cartel Franco, Baldjflfari da Siena, Antonio da Cor reggi©,t Giulio Romano,ma piii,e con più felice ingegno fu Raffa-

ello da Vrbino,i! qual,pcr

i

quanto io ho sepre inteio , mentre ch'egli

viffeinFiref Zf,&: in Roma chcnon cefsò maidimoftrard i Gnoueni tutte le vie da poter farfi eccellenti, e di qui era che i Gioueni fui-

luppati daidubbij loro riufciuano prettamente ecccl!enti,nel

modo

auenuto di Polidoro da Carauag giojil qual portando io fchifo di diciotto anni pien di calce, per dare la man futile ài pittori, che dipingeuano le loggie Papali , douc parédcà Raffael'ejchecofluinon fi fapcfle partire da veder dipingere il che cófiderarc; gli adifliadò fé li daua l'animo d'imparare quel Tarte, che egli i^jic la infegnarebbe. Il Giouencrifpofechc volontie riic gittato via di fubito lo fchifc, fi mifle à feruire quei gioueni che iui erano praitich/,c valctr,di maniera che in breueprefe i modi veri egli fall tant*oltre,che dipinfcfuquel lauoro ì parangon de gli altri dai quali li fu tra l'altre cofemofiraio,che egli ftudiardouelìe le ft» tue antiche j e i rilicui buoni di cótinuo,ncl modo che poi fi e nelle fuc mirabili opre dimoftratopersépre ,p lequali cofe io flimo che quati fato:^i ha mai raccolto Giorgio vatarine i fuoi libri," da Cima bue fino à Pietro Perug. né meno quate opere buone eglihàdefcric to per fino all'età di Michel Angelr,,non farebbono (late bafteuoli à che

fi

vede

in più d*ogni altro eflere

modo ch'era, le no h?.ue{fe imitato pedate di quelli, onde haucndo da me penfato quato fopra tal cafo poteflcrogli inffgnamentibuon!,fu cagionprincipalcdi farmi errare nei luoghi predetti, perinuefiigarqueftimodi,& perciò non era. farlo di gran lunga eccellente,nel

le

yal&;^huomo in lulia^có

il

quale io qó cercatli di conferircon

eflo«.


to \nterropt\ù tuttauJa fopra ognldahbfo delTarfeidoue c!iedo»ìi patientiane trahcDa il mio intcntento.oArc.idoBii pur di vedere che coli fatte arti 11 pntelTepore focto alcuni rermini, che fodero pmanen ti,a bentfitiodei ^pIufTori, Nòvi dia noia adùque fedirne non fi ve de opera di e.r!dr,perchc!o no credo chepcio h debba diminuire la alle dclcritte regok; effondo deriuatc dalle bocche di chi fece buonej& io mi ricordo h;<ucr vdito dire più volte à Tadeo opere Je 7uccheìO,J.'cpJi pin imparò in poco tépr,..h'enli flette à Vitto del « l'Abtuizo con Dan'cileda Parma, che di c:icro Io ftud.o ch'egli ha- | uea fatto in Rom-, pchehauédo Danielle pdctro prefoà far in quel luogo vna Chi.en^à frefco,5L p cfTcr poco buono nell'arte, menò lece Thadeo,allora Gioucnc,? ntl dilT^gno eiperti»fimr«, confidatofì col mezzo di coftui nei modi del fare;oode mollriido a Thadeo tuttauia ifi qd'opera co che facilità, e morbidezza coloro conduceffero le lo roopere,^ infegnandoli cofi co le parole tutto quelIo,ch*egli tenelia in mente, fece di manier.jche no fi finì quel lauoro, che Thadeo ritornò à Koma pratcico , & molto rifioluto^, d'intorno a colori del frefco; doue che cópréder fi può da quefto,che bé può qualunq; huo mo inlegnareà gli altri quellOjch'cffo ha veduto fare, & vdito fenza haueregli operato. Maquatifono ftatf,3l modo che hano fcritto fenza operare ^fcride il Mutic,& altri dell'arte militare,r è però furono ioldati di duelt,ne Capitani, (crifle Vitruuio di Architettura e di Ma-

fede

i

chine, cofi Leo Battiih Alberti, Baldadarri petrucci,&: altri,nc fi trouaperòmuragli.'',ne archi, ne pilafiri, ne tetti dilormano, fi trou3_p

moltifche Leonardo vinci mofirauachiaraméte co bellisfimidifcorfi la importaza deli''arti có()fterc nella nriéte,fe bc nò fi esprimono , fé tì6 co l'opera. Ma no ci è egli noto che M. Ang. fece códure vn termine di marmo grade quàco il viuo à vn fquadratore,có dirli lieua g, ipiana q,e pubici quà,séza che quello le n'auedcfle , il qual finito lo

prima

1

artep!

Ma p venire al to troppo

fine, fé

jpli(To,io

ad alcuni pareffeche nel mio fcriuere fosfi fta di no hauer ragionato con chiari, & alti

conofco

intelletti,limati nello ftudio delle lettere,ma

però co belli,& co

lutili

in^egnij&atti à capir qllojcheà loro foli ^uiene,comefono à iprin hauecipiat',a i (ludio!!,>l-alli amatori delle belle arti. Mi duole nò che qllo pigliarcte parole;duq-, le accòpagnare le opere co polTuto re piu,ancor io vi ho pofTucodarejchechi dà qUo che può, nò e tenuto à che fia poco, di che ne ringratìo la infinita bota qual fi è degnata di cócedermi quel tato ch'io ho lungo tépo per quella arte deliderato. L*op?ra,eFogli. 31. Bmezo. JLL FINE, -v^^


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