AMOENA4LIFE amoena.it
“LO YOGA PUÒ ESSERE D’AIUTO IN CASO DI LINFEDEMA” Come gestire gli effetti collaterali che tante donne devono affrontare
LA PLASTICA NEGLI OCEANI E cosa possiamo fare - Guida pratica
ESEMPIO DI FIDUCIA IN SE STESSE Ti presentiamo Vera, mamma della popstar Rita Ora e fonte di ispirazione per tante donne
CALMA E COMFORT NATURALI 3 semplici modi per attenuare gli effetti collaterali
FOCUS:
La compressione e il tumore al seno sono “strettamente” legati
Edizione 2019
INSERZIONE
EDITORIALE Cara lettrice, Amoena è stata fondata con l’intenzione di offrire sostegno alle donne in seguito alla diagnosi di tumore al seno e molti dei nostri prodotti sono stati perfezionati al fine di conseguire tale scopo. Amoena ribadisce il suo impegno nell’offrire soluzioni innovative a sostegno della tua fiducia in te stessa. In linea con questa visione, riteniamo che sia fondamentale osservare e studiare cosa sta succedendo, non solo nell’ambito dei tumori al seno ma anche nella nostra società nel suo insieme, per cui in questo numero esploreremo un po’ entrambi i contesti. I nostri servizi speciali su linfedema e terapia compressiva forniscono informazioni circa una difficoltà che molte donne devono fronteggiare, e di cui la maggior parte non conosce abbastanza, perciò abbiamo chiesto agli esperti quali sono le novità nell’ambito della terapia compressiva e cosa possono aspettarsi le donne. Abbiamo ricevuto risposte valide e consigli pratici.
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Con uno sguardo ben più ampio sul mondo, non possiamo ignorare le ultime notizie sull’ambiente. La sensibilizzazione è il primo passo per creare un cambiamento positivo, e noi possiamo darti più informazioni con il nostro articolo relativo alla plastica negli oceani. Riteniamo che i vostri racconti di vita vissuta siano di fondamentale importanza, pertanto li stiamo raccogliendo sul sito IlGiornoInCuiLHoScoperto.it. Ci auguriamo che anche tu abbia voglia di contribuire con la tua storia! Una di queste storie ci viene raccontata dalla dottoressa, madre, attivista e testimonial Amoena Vera Ora, che con la sua vitalità è desiderosa di divulgare il suo messaggio di sensibilizzazione. Tutti i tuoi commenti saranno estremamente graditi e ci auguriamo che troverai questo numero interessante. Lene Ploug Bülow Direttore commerciale e Amministratore delegato
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Pag. 18 Calma e comfort naturali
Pag. 13 La plastica negli oceani
INDICE 04 LA MIA VITA CON IL LINFEDEMA
20 TI PRESENTIAMO VERA ORA:
ESEMPIO DI FIDUCIA IN SE STESSE
La storia di Anna e del suo canale instagram.
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Vera Ora è un medico diventata paziente quando le è stato diagnosticato il tumore al seno. Leggi la sua storia.
LA PLASTICA NEGLI OCEANI
I tre quarti dei rifiuti negli oceani sono costituiti da plastica, materiale che mette in pericolo la fauna marina. Cosa possiamo fare? Leggi la nostra guida.
Focus: linfedema e compressione
06 L A COMPRESSIONE E IL TUMORE AL
14 “ IL NOSTRO CONTROLLO QUALITÀ È
SENO SONO “STRETTAMENTE” LEGATI
COSTANTE”
Tutto quello che ogni donna dovrebbe sapere su chirurgia mammaria, linfedema e terapia compressiva.
Amoena si assume la responsabilità dei propri prodotti,della loro realizzazione e del loro impatto sul nostro pianeta.Intervista con il nostro Vice Presidente Capo Dirk Müller.
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11 “GLI ESERCIZI DI YOGA POSSONO
ESSERE D’AIUTO IN CASO DI LINFEDEMA”
DANCING WITH HEALTH
Christine Raab ha sviluppato un linfedema secondario al braccio destro in seguito a un intervento per il tumore al seno. Ma lo yoga le sta dando una mano.
Con Carolyn Smith e Samuel Peron la danza diventa terapia.
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CALMA E COMFORT NATURALI sistono metodi naturali per donare sollievo E alla tua pelle, e alla tua anima, durante le terapie. Andiamo a scoprire i benefici di zenzero, oli essenziali e movimento energetico.
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“LO YOGA PUÒ ESSERE D’AIUTO IN CASO DI LINFEDEMA” Come gestire gli effetti collaterali che tante donne devono affrontare
LA PLASTICA NEGLI OCEANI E cosa possiamo fare - Guida pratica
ESEMPIO DI FIDUCIA IN SE STESSE Ti presentiamo Vera, mamma della popstar Rita Ora e fonte di ispirazione per tante donne
CALMA E COMFORT NATURALI 3 semplici modi per a enuare gli effe i collaterali
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FOCUS:
La compressione e il tumore al seno sono “strettamente” legati
Edizione 2019
PORTACI CON TE! amoena.it
Stile_compresso: LA MIA VITA CON IL LINFEDEMA In questa foto Anna indossa lo swimdress Ayon di Amoena
Mi chiamo Anna ho 30 anni e dal 2010 convivo con un linfedema alla gamba destra.
sima ed antiestetica calza medica, fare bendaggi notturni multistrato, recarsi in ospedale costantemente, lunghi periodi di ricovero per effettuare linfodrenaggi e limitarsi in molti aspetti della vita.
È una condizione cronica invalidante ed evolutiva, che compare quando il sistema linfatico non funziona correttamente, quindi, la linfa non riuscendo a scorrere adeguatamente ristagna nei tessuti formando un edema cronico.
La condizione che più ho sofferto inizialmente è stata quella di sentirmi sola, non capita profondamente (a volte anche da alcuni medici, perché purtroppo, ad oggi il linfedema è una malattia poco conosciuta e riconosciuta) senza conoscere nessuno con il mio problema con cui potermi confrontare e che potesse essermi realmente di supporto dandomi consigli e soluzioni anche nelle piccole sfide quotidiane. In alcuni periodi mi sono sentita depressa, specialmente nel vedere gli sguardi della gente puntati sulla mia gamba gonfia con la calza, ed impotente vedendo la mia gamba gonfiarsi sempre di più.
Può essere una condizione ereditaria, si può sviluppare a seguito di infezioni e lesioni o come nel mio caso a seguito della linfoadenectomia per fermare un cancro.
Fisicamente e psicologicamente è stato un duro colpo, a 22 anni (ma credo che a nessuna età si possa essere pronti) non è semplice veder cambiare la propria vita in pochi giorni ritrovandosi a dover affrontare un percorso di cura per un tumore della pelle.
Negli anni però, queste difficoltà e sofferenze mi hanno fortificata rendendomi capace di riuscire ad accettare e convivere con questa condizione anche se i momenti difficili restano anche per me.
Vedere il corpo segnato da lunghe cicatrici profonde e dover iniziare ad indossare una scomodis-
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Quindi (dopo 8 anni di solitudine) ho deciso che era arrivato il momento di provare ad aiutare gli altri e cercare di diventare il riferimento che avrei voluto incontrare all’inizio del mio percorso, con cui confrontarsi e a volte anche ironizzare e scherzare un po’ al riguardo. Ho aperto tramite il social Instagram un profilo dal nome: “stile_compresso” con la speranza di conoscere tanti pazienti ma nello stesso tempo con l’obbiettivo di creare consapevolezza e far conoscere questa condizione e la sua costante gestione. Con la speranza di trasmettere un messaggio incisivo per far capire che non bisogna mai credere che queste situazioni capiteranno solo agli altri perché purtroppo la vita è imprevedibile ed è importante saper accettare, aiutare e non discriminare le diversità nelle persone.
Consigli sugli abbinamenti migliori per un vestiario alla moda nonostante gli arti gonfi, quali scarpe scegliere, come nascondere al meglio le cicatrici quando siamo al mare, pareri sulle calze compressive, l’alimentazione sana, routine e terapie che seguo per cercare di curare al meglio la mia gamba, quali sport è bene praticare per favorire il drenaggio della linfa e anche la condivisione dei momenti difficili sono gli argomenti che racconto postando le foto del mio quotidiano.
Immagine: stile_compresso
In poco tempo sono stata contattata da tantissime persone da ogni parte del mondo (fantastico!) sia pubblicamente che privatamente; mi raccontano la loro storia dicendo di rispecchiarsi in quello che descrivo e mi ringraziano per condividere ed ispirare ad avere coraggio nel mostrarsi nella maniera in cui siamo e dare la speranza che si possa vivere una vita con il sorriso nonostante tutto.
@stile_compresso 5
Focus: linfedema e compressione
Compressione e tumore al seno vanno di pari passo Molte donne sanno che il tumore al seno può comportare svariati effetti collaterali e terapie di follow-up. La compressione del petto è una pratica post-operatoria comune, come la compressione del braccio sul lato che ha interessato l’intervento; a volte anche anni dopo l’intervento. Perché? Abbiamo parlato con diversi professionisti sanitari che ce l’hanno spiegato.
“Quando si pensa agli indumenti compressivi, molti di noi immaginano i propri familiari più in là con gli anni che indossano calze o collant medici per via del gonfiore alle gambe,” afferma Sasha Roche Kelly, infermiera e terapista di drenaggio linfatico manuale (DLM) a Wexford, in Irlanda. “Un tempo non era facile indossare questi indumenti per via della rigidità dei materiali,” continua Sascha, ma la compressione ha fatto passi da gigante negli ultimi 20 anni. Qualunque sia la parte del corpo che necessita di terapia compressiva, braccia, gambe o torace, i materiali ora sono pensati per essere “facili da indossare, ancora più facili da mettere e togliere, e più delicati sulla pelle”.
La denominazione “indumento compressivo” potrebbe far immaginare che un reggiseno compressivo post-operatorio dia una sensazione di pressione intorno al torace, ma non dev’essere per forza così, spiega Kelly: “Si deve avere la sensazione di ricevere sostegno dall’indumento stesso, ma il sostegno offerto deve far sentire comode,” fa notare. “Il reggiseno o il corpetto compressivo non devono far male o costringere nessuna zona o causare irritazione a torace, ascelle o colonna vertebrale”.
QUAL È IL COLLEGAMENTO TRA TUMORE AL SENO E COMPRESSIONE?
Se il tumore al seno coinvolge i linfonodi circostanti, è probabile che alcuni di essi o tutti vengano rimossi durante la mastectomia. Talvolta anche i linfonodi subiscono gli effetti della radioterapia. Tali “scombussolamenti” al sistema linfatico, necessari per evitare la diffusione delle cellule tumorali, possono provocare un accumulo di fluido linfatico e il gonfiore che ne consegue è noto come linfedema. Ciò può verificarsi subito dopo il trattamento o tempo dopo, anche dopo anni, solitamente al braccio o alla parte interessata.
Subito dopo un intervento al seno, i medici consigliano spesso un indumento compressivo per una maggiore stabilità durante il processo di cicatrizzazione al fine di:
proteggere l’area dell’intervento da infezioni;
aiutare a ridurre ecchimosi, cicatrizzazione e gonfiore post-operatori;
mantenere immobili impianti o ricostruzioni di lembi di tessuto;
“Gli indumenti compressivi sono uno dei quattro fondamenti della gestione del linfedema,” spiega Kelly. Gli altri tre sono cura della pelle, drenaggio linfatico manuale e movimento.
impedire l’accumulo di fluido linfatico, fenomeno che potrebbe dar luogo a un linfedema.
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Immagine: WavebreakMediaMicro /Adobe Stock
LA RIMOZIONE DEI LINFONODI
STADI DI CURA DEL LINFEDEMA
tantissimo tempo, tutto è stato realizzato nel tipico ‘beige da ospedale’, ma ora ci sono davvero tante opzioni per tutti i gusti”, afferma Nancy. Il poter contare su prodotti gradevoli aiuta le donne ad attenersi al proprio programma di mantenimento. “Le pazienti devono assolutamente indossare il bracciale elastocompressivo per tenere sotto controllo il linfedema. Per molte donne si tratta dell’ostacolo più insormontabile, non va proprio giù che debbano indossare un ausilio”. Ma il fatto di avere più colori e stili a disposizione le fa sentire più sicure di sé.
Nel primo stadio di cura intensiva per linfedema, un professionista qualificato avvolgerà delle bende di compressione intorno all’arto interessato che verranno cambiate ogni giorno, questa pratica viene chiamata “trattamento di decongestione intensivo” e normalmente si protrae per 15 giorni, stando a quanto ci dice Jean-Claude Ferrandez, massaggiatore e chinesiterapista operante ad Avignone, in Francia. “I bendaggi devono essere combinati a determinati esercizi per garantire la massima decongestione possibile, per cui l’attività fisica si rivelerà particolarmente utile durante questa fase,” aggiunge.
CONSIGLI PER LE PAZIENTI COLPITE DAL TUMORE AL SENO Nancy consiglia a tutte le donne che hanno subito un intervento di chirurgia mammaria di informarsi sul linfedema e sulla sua prevenzione e raccomanda di adottare le seguenti misure preventive:
Il drenaggio linfatico manuale, una tipologia di massaggio, può fare da coadiuvante ai bendaggi. Il massaggio “dovrebbe dare la sensazione che una farfalla si stia posando sulla pelle, è quello il tipo di pressione che si dovrebbe avvertire,” sostiene Kelly. Troppa pressione non consentirebbe ai vasi linfatici sottocutanei di continuare con il loro lavoro di drenaggio. Nel secondo stadio di “mantenimento”, i bendaggi vengono spesso sostituiti da un bracciale elastocompressivo, che stabilizza il risultato della decongestione e impedisce le reiterazione del gonfiore. Questo tutore dovrà essere indossato da molte donne per il resto della loro vita, soprattutto in viaggio o durante l’attività fisica per impedire l’accumulo di fluido linfatico. “Quando si dovrà indossare il bracciale dipende dallo stile di vita personale,” fa notare Ferrandez.
STILE E FUNZIONALITÀ Nancy Burkart, esperta specializzata in prodotti per linfedema negli Stati Uniti, afferma che ci sono ottime novità riguardo a questi ausili: “Colori alla moda. Per
1. Effettuare misurazioni subito dopo la diagnosi, per stabilire la misura di riferimento di polso, avambraccio e parte superiore del braccio, e avere cura di effettuare una nuova misurazione con una certa frequenza. Un fisioterapista o specialista in linfedemi può effettuare tali misurazioni a intervalli regolari di qualche mese. Nancy sostiene che “Se si opta per l’automisurazione, saprai quando si è verificato un cambiamento che deve essere preso in considerazione”.
2. È necessario indossare un bracciale o una guaina come azione preventiva, “perché non si sa mai quando potrebbe svilupparsi un linfedema”. Indossalo quando viaggi o qualora lo consigli il medico.
Adoperarti al meglio per il tuo benessere ti darà serenità. Ferrandez sottolinea che “le pazienti devono imparare a essere direttamente responsabili di questa insufficienza circolatoria e possono anche imparare a effettuare autodrenaggi e autobendaggi. Tra le nuove tecniche di decongestione vi sono dispositivi per l’autobendaggio che richiedono meno di due minuti,” fa notare. Sebbene il linfedema sia una condizione permanente, la diagnosi precoce può aiutare a gestirla efficacemente, in modo da poter continuare a vivere una vita normale e attiva.
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Amoena4Life 2019, amoena.com | Editore: Amoena Medizin-Orthopädie-Technik GmbH, Kapellenweg 36, 83064 Raubling | Editore: Lena Ehmsen Lachenmeier | Collaboratori: Stella Hombach, Christina Relf, Lee Thrash | Direttrice artistica e Design: Sandy Braun, Anaïs Ravachol | Fotografia: Timo Raab, Tobias Gratz, BVMed, Stocksy, Adobe Stock | Pubblicazione a stampa: G. Peschke Druckerei GmbH - Parsdorf b. München | Contatto: info@amoena.com | Tutti i diritti riservati. È severamente vietata la riproduzione o l’uso dei contenuti con qualsiasi mezzo senza la previa autorizzazione scritta dell’editore. Questo opuscolo è distribuito a rivenditori e strutture mediche. Amoena non può essere ritenuta responsabile di errori illustrativi o tipografici. Sebbene sia stato fatto tutto il possibile per garantire l’accuratezza delle informazioni contenute in questa rivista, l’editore non può essere ritenuto responsabile di qualsiasi utilizzo o affidamento sull’accuratezza di tali informazioni. Le informazioni fornite non sostituiscono le cure professionali e non devono essere usate per diagnosticare o curare un problema di salute o una malattia. In caso di problemi di salute reali o sospetti, occorre rivolgersi al proprio medico. Nessuna responsabilità per manoscritti non richiesti.
Focus: linfedema e compressione
“ Gli esercizi di yoga possono essere d’aiuto in caso di linfedema” Nel 2014, all’età di 31 anni, a Christine Raab è stato diagnosticato un tumore al seno. Nel corso dell’intervento conservativo, i chirurghi hanno dovuto rimuovere anche alcuni linfonodi con la conseguenza che la linfa non ha più continuato a scorrere come doveva, facendo così sviluppare nel suo braccio destro un linfedema secondario. Christine ci ha spiegato come il gonfiore ha cambiato la sua routine giornaliera e come lo yoga può stimolare la circolazione linfatica.
Quando hai notato che qualcosa non andava con il tuo braccio? Christine Raab: Dopo una delle mie ultime sessioni di chemioterapia. Ero seduta in macchina, ho guardato le mie braccia e ho notato che il braccio destro era leggermente più grosso di quello sinistro, perciò sono andata subito dal mio medico. Mi ha diagnosticato il linfedema e mi ha fatto sottoporre a un drenaggio linfatico.
Immagine: Timo Raab
Il drenaggio linfatico manuale è un massaggio speciale costituito da leggeri movimenti rotatori volti a provare a far fluire il fluido congestionato fuori dai tessuti e stimolare la circolazione linfatica. Giusto. Diminuito lentamente il gonfiore, grazie ai massaggi e a una speciale tecnica avvolgente, è stata la volta dei bendaggi compressivi al braccio, che ho dovuto portare ogni giorno per due anni e mezzo e che potevo togliere solo la notte. Prima dell’intervento sapevi che avresti potuto sviluppare un edema per via della rimozione dei linfonodi? No. Durante la chemioterapia avevo visto una donna con questi bendaggi al braccio, ma non sapevo perché li avesse. In tutta onestà, allora ricordo di aver pensato: “Meno male che non ho anche quello”.
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Focus: linfedema e compressione cominciare. Muovere le spalle circolarmente può stimolare anche il flusso linfatico nelle braccia, ma questo non è un esercizio di yoga specifico.
CHE COS’È IL LINFEDEMA? Il linfedema si verifica quando i vasi o nodi linfatici sono danneggiati o rimossi chirurgicamente e la linfa non riesce più a drenare adeguatamente. In altre parole, resta congestionata nel tessuto e negli interstizi tra i tessuti, provocando gonfiore. I primi sintomi sono una sensazione di pesantezza e tensione nelle parti affette e primi segnali di gonfiore. Tra le donne che si sono sottoposte a un intervento di chirurgia mammaria, il linfedema secondario o “acquisito” si verifica più di frequente nelle zone sottoascellari o delle braccia, e talvolta al seno o alle mani.
IL TUO CORPO NE HA PASSATE TANTE PER VIA DEL TUMORE AL SENO,
Cosa ti ha aiutato ad affrontare l’edema? Una predisposizione mentale positiva, non solo riguardo al mio corpo, ma anche riguardo al linfedema. Pensare, “Perché mi è toccato questo stupido linfedema e perché devo fare esercizio e portare questi bendaggi compressivi?” non è di alcun aiuto al gonfiore. Al contrario, cerco di ricordare che il mio corpo ne ha passate tante a causa del tumore al seno e che ha bisogno di tempo per guarire.
IL CALDO STIMOLA IL FLUSSO SANGUIGNO AGGRAVANDO DUNQUE IL LINFEDEMA.
Dopo il tumore al seno hai seguito un corso di formazione per diventare istruttrice di yoga. Nel tuo blog accenni al fatto che alcuni esercizi di yoga sono ottimi anche per la linfa. Ci vuoi spiegare come? La respirazione addominale volontaria stimola leggermente il flusso linfatico, proprio come gli esercizi in cui, alternando, contraiamo e rilassiamo i muscoli, e sono tanti i movimenti dinamici nello yoga. In altre parole, non restiamo in un’unica posizione ma siamo sempre in movimento, ciò vuol dire che non può esserci un’occlusione dei vasi linfatici per
CHI È CHRISTINE
Christine Raab, 35 anni, è una make-up artist freelance specializzata in cosmetici naturali. Dopo essere guarita dal tumore al seno, ha completato la sua formazione per diventare istruttrice di yoga.
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Immagine: obs/medi GmbH & Co. KG/© BVMed
Il linfedema ti limita nella tua vita quotidiana? Per proteggere il braccio destro da fatica e caldo eccessivi ho dovuto imparare a fare delle cose da capo, ma mi ci sono abituata ormai. Per esempio, per alleviare la pressione al braccio porto sempre la borsa sul lato sinistro, stessa cosa per bagagli e buste della spesa pesanti. Quando friggo qualcosa in padella, preferisco girare con la mano sinistra piuttosto che con la destra, così facendo gli schizzi di olio caldo non vanno a finire sull’edema, perché il calore stimola il flusso sanguigno aggravando il linfedema.
L A PL ASTICA NEGLI OCEANI E COSA POSSIAMO FARE È noto da molti anni che vi è un enorme numero di rifiuti di plastica che galleggiano nei nostri mari. Perché la plastica è così dannosa e cosa può fare ognuno di noi per porre fine a questo problema?
Gli sforzi effettivi di pulizia dei nostri oceani sono davvero ridotti - fatta eccezione per i progetti individuali proposti da organizzazioni non governative e private e per questa ragione è ancora più importante rivedere i nostri consumi di plastica.
Gli esperti stimano che circa 150 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica galleggiano già nei nostri mari oggi, da buste dell’immondizia e reti per la pesca a minuscole microparticelle che possono a fatica essere viste a occhio nudo. Perché è un problema? Le particelle di plastica non solo contengono tossine, ma fungono anche da una sorta di magnete inquinante. In altre parole, queste particelle raccolgono inquinanti che danneggiano la flora e la fauna oceanica. Come se non bastasse, tante creature marine confondono la plastica col cibo e una volta ingoiata, i pezzetti di plastica possono danneggiare i loro stomaci e intestini.
COSA POSSIAMO FARE? 1. Ridurre la plastica significa: usare borse per la spesa in cotone invece di buste di plastica e comprare verdura non preconfezionata; i rifiuti in plastica prodotti devono essere smaltiti negli appositi bidoni per il riciclaggio. 2. Passare alle fibre naturali – non solo in termini di abbigliamento, ma anche per biancheria da letto e asciugamani. Durante il lavaggio, i tessuti in poliestere, nylon e acrilico possono perdere minuscole fibre di plastica che non sono in grado di essere filtrate dagli impianti di depurazione.
Immagine: Martí Sans/Stocksy
IL CONTRIBUTO DI AMOENA PER L’AMBIENTE
3. Evitare le microplastiche – non usando dentifrici, scrub o cosmetici che le contengono – perché le piccolissime particelle di plastica sono estremamente difficili da filtrare dalle acque di scarico.
Amoena ricicla il più possibile. Per esempio, tutte le protesi mammarie sono rivestite da una pellicola in poliuretano elastica, i residui della pellicola rimasti dopo la produzione vengono completamente riciclati e l’attuale percentuale di riciclaggio dell’azienda è di oltre il 95%. Inoltre, Amoena considera l’impiego di packaging non plastico e non sintetico anche durante lo sviluppo iniziale di nuovi prodotti.
4. Parla della plastica presente nei mari. Quante più persone prendono coscienza del problema e agiscono responsabilmente, quanto prima l’inquinamento dei mari potrà iniziare a subire una battuta d’arresto. Noi stiamo facendo la nostra parte pubblicando questo articolo!
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“Il nostro controllo qualità è costante” Molte aziende fabbricano la loro merce all’estero. Dirk Müller è responsabile dello sviluppo e della produzione dei materiali tessili presso Amoena. In questa intervista, Dirk spiega in che modo Amoena garantisce che le condizioni di lavoro presso le filiali estere soddisfino gli standard tedeschi e in che modo l’azienda è impegnata per l’ambiente.
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PROCESSI DI TINTURA EFFETTUATI CON IL MINOR CONSUMO DI ACQUA POSSIBILE Come sapete che le aziende incaricate non subappaltano il lavoro a terzi? Effettuiamo visite con una frequenza regolare e controlliamo continuamente la qualità di ogni singolo ciclo produttivo: se il lavoro fosse affidato a terzi, ce ne accorgeremmo. Effettuiamo inoltre controlli a sorpresa periodici. Comunque sia, ciò che più ci sta a cuore in Amoena è che facciamo il possibile per produrre i nostri articoli nel modo più sostenibile possibile.
Siete voi a produrre lingerie e costumi da bagno? Dirk Müller: Abbiamo i nostri siti di produzione e partnership di lunga data con i nostri fornitori sia in America Centrale che in Asia.
Amoena acquista i materiali all’estero perché sono più economici? Questa era la ragione classica, sì, almeno all’inizio. Al fine di ridurre i costi, quasi tutte le più grandi aziende di prodotti tessili e di abbigliamento hanno iniziato a produrre la loro merce all’estero negli anni ‘80. Come conseguenza, gli stabilimenti di filatura e cucitura nazionali hanno formato altre filiali in Asia. Mercati come la Cina hanno ormai acquisito un vantaggio qualitativo rispetto a noi in termini di produzione tessile e gran parte dei fornitori di materie prime e fibre si trovano ora anche in Estremo Oriente.
È possibile farci un esempio? I materiali che utilizziamo arrivano per gran parte da fornitori che dispongono di impianti per la depurazione delle acque propri, ciò significa che l’uso di acqua è molto più ridotto della media del settore per la produzione e la tintura dei materiali tessili. Al fine di rispettare le norme ambientali, abbiamo cura anche di ordinare materiali certificati con lo STANDARD 100 by OEKO-TEX® e, così facendo, garantiamo che i prodotti tessili non contengano sostanze dannose per la salute.
RISPETTO DEI DIRITTI DEI LAVORATORI
COSA SIGNIFICA “STANDARD 100 BY OEKO-TEX®”
Immagine: Tobias Gratz
Come riuscite a garantire che le aziende partner straniere producano in maniera responsabile e che i dipendenti siano trattati bene? Tutte le aziende con le quali lavoriamo, come quelle in Costa Rica e in Asia, sono certificate dalla Business Social Compliance Initiative (BSCI) e dalla Worldwide Responsible Accredited Production (WRAP), entrambe sono una sorta di gold standard nel settore tessile.
Lo STANDARD 100 by OEKO-TEX® certifica la sicurezza di tutti i prodotti tessili per quanto riguarda la salute delle persone, come abbigliamento, biancheria da letto e asciugamani, ma anche per quanto riguarda prodotti tessili grezzi e intermedi e accessori come fili, tessuti, bottoni ed etichette. Se un prodotto è provvisto del certificato, significa che è a prova di sostanze inquinanti e che non sono stati superati determinati limiti. Il certificato viene emesso dalla Associazione Internazionale per la Ricerca e Prova nel campo dell’Ecologia Tessile e della Pelletteria (Oeko-Tex).
Cosa significa “gold standard” in questo contesto? La certificazione è un tipo di codice di condotta che garantisce che le condizioni di lavoro soddisfino gli standard europei e che i diritti dei lavoratori siano rispettati. In sostanza, assicura che le condizioni di produzione siano sicure, che siano conformi alla sicurezza contro gli incendi, che sia vietato il lavoro minorile, che le settimane lavorative non superino le 40 ore, che i dipendenti godano della previdenza sociale, che si abbia il diritto di formare sindacati e il pagamento del salario minimo.
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Adriana Bonifacino presenta
DANCING WITH HEALTH in donne operate di carcinoma mammario. Non è stato facile coordinare 5 paesi europei, ma ce l’abbiamo fatta, grazie anche a ISES, agenzia che ci ha supportato nella formulazione del progetto, e alla università del Foro Italico, che ha coordinato il progetto e seguito per l’Italia i test di entrata e di monitoraggio delle pazienti durante il percorso.
Pertanto una vera malattia a carattere sociale, che ha ripercussioni sulla sfera innanzitutto personale, fisica e psico-emotiva, ma anche nell’ambito familiare, relazionale e lavorativo.
Gli Stati che abbiamo coinvolto in questo progetto sono Lituania, Bulgaria, Inghilterra e Olanda, oltre ovviamente all’Italia con IncontraDonna onlus. La fase scientifica del progetto stesso prevede l’arruolamento di 15 pazienti con tumore del seno con alcuni indicatori che abbiamo reso identici per tutti i paesi coinvolti.
Ho proposto come Presidente di IncontraDonna un progetto in Europa, chiamato Dancing With Health (DWH) che valutasse l’impatto della danza
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Immagine: Incontra Donna Onlus
Il tumore della mammella colpisce in Italia 53mila nuove donne ogni anno; il 10% di loro è in una età inferiore ai 40 anni. Attualmente 800mila donne in Italia vivono con questa diagnosi e 30mila hanno una fase avanzata (metastatica) della malattia.
Ci aspettiamo un forte impatto sulla popolazione di questo progetto e una forte adesione, e siamo pronti come IncontraDonna, insieme a Carolyn Smith, a scegliere centri oncologici in ogni regione abbinati ad altrettante scuole di ballo, che possano svolgere questo programma per una riabilitazione fisica, ma soprattutto emozionale e psichica, delle pazienti.
Solo in questo modo potremo ottenere dei risultati finali omogenei (4 mesi di lavoro) pronti per essere presentati e valutati dalla commissione europea che ci ha riconosciuto il grant: Erasmus Plus Sport.
Il percorso di esercizi e di ballo ha avuto due trainer internazionali molto noti in Italia e all’estero: Carolyn Smith e Samuel Peron.
Adriana Bonifacino IncontraDonna onlus, Presidente www.incontradonna.it info@incontradonna.it
Hanno formato i trainer di ciascun paese a Roma in una 3 giorni nel mese di giugno 2018; e da settembre è partito il progetto in ciascun paese.
Cosa ci chiede l’Europa? L’Europa ha trovato estremamente interessante questo progetto, e il vero scopo è quello di rendere questo percorso fruibile a donne operate di carcinoma mammario in tutta Italia. Si parte da un progetto scientificamente approvato e validato, per arrivare a fornire questo modello in tante scuole di ballo in Italia che accolgano signore provenienti da centri oncologici per la cura del tumore del seno.
www.dancing-health.eu
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CALMA E COMFORT NATURALI:
3 semplici modi per attenuare gli effetti collaterali Sono tanti i metodi naturali per donare un po’ di sollievo al tuo corpo durante le terapie. Alcuni di essi sono così semplici che ci dimentichiamo di metterli in pratica, come essere ben riposate, respirare profondamente e passare un po’ di tempo all’aria aperta. La natura ti offre anche altre cure, però. In questo articolo, andremo a scoprire i benefici di zenzero, olii essenziali e movimento energetico.
Fonti: www.webmd.com/vitamins/ai/ingredientmono-961/ginger www.healthline.com
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ZENZERO — ALLEVIA I DISTURBI GASTRICI
Abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa Miglioramento della postura Miglioramento dell’equilibrio Flessibilità e forza R iduzione di stress e ansia Miglioramento del sonno A lleviamento del dolore in caso di osteoartrite
Molte persone sono fortemente convinte che lo zenzero possa alleviare i disturbi gastrici, come confermato anche dalla medicina orientale. È difficile trovare prove evidenti in base alle norme cliniche odierne, ma i risultati di alcune ricerche indicano che lo zenzero, o Zingiber officinale, sia più efficace del placebo per ridurre la nausea post-operatoria.
AROMATERAPIA PER SONNO, UNGHIE E DIFESE IMMUNITARIE
COME UTILIZZARE LO ZENZERO
“Se avessi saputo degli olii essenziali durante il trattamento…” - ci dice Eden Lackey, operata al seno e promotrice del benessere. “Meno male che li ho scovati dopo le terapie, quando stavo prendendo medicine debilitanti ed ero alle prese con gli effetti collaterali,” ci dice. L’aromaterapia ha aiutato Lackey a rimettersi e ora è rappresentante per doTERRA, leader globale nella produzione di olii essenziali.
P reparare un infuso allo zenzero. Fai bollire 4-6 pezzetti di zenzero lavato e pelato in 500 ml d’acqua per 10-20 minuti. Aggiungi succo di lime, miele o nettare di agave per dolcificarlo. Z enzero da masticare e integratori allo zenzero sono facilmente reperibili in molte farmacie. Consultati col tuo medico prima di effettuare eventuali integrazioni medicinali alla tua routine quotidiana, lo zenzero è noto per avere qualche interazione negativa in caso di farmaci per ipertensione, diabete e anticoagulanti.
Gli olii essenziali possono essere inalati o applicati sulla pelle e, per via degli ingredienti ad alta concentrazione, sono solitamente mescolati e diluiti con un olio portante, come l’olio di cocco o l’olio d’oliva, o usati in un diffusore.
U tilizzare lo zenzero in cucina. Healthline. com afferma che lo zenzero è “uno dei pochi ‘superfood’ degni di questo nome”. Aggiungilo ai piatti a base di verdure, alle fritture e alle zuppe per un nota fresca, piccante e dolce.
LA SOLUZIONE AGLI EFFETTI COLLATERALI “ La nostra miscela per il sonno include lavanda, maggiorana, camomilla romana, ylang ylang, legno di sandalo e bacche di vaniglia,” spiega Lackey, le cui vampate di calore e dolori alle ossa durante la convalescenza, rendevano difficile riposare bene. Quest’olio essenziale in un diffusore era per lei un sollievo.
Immagini: Cherish Bryck; Pixel Stories; Nadine Greeff tutti da Stocksy
TAI CHI E QIGONG CONTRO LO STRESS Nelle filosofie taoiste e buddhiste cinesi si ritiene che una “bioenergia” naturale sia la causa diretta di salute e guarigioni e che le malattie si sviluppino quando questa si blocca o si indebolisce. Tai chi e qigong sono arti marziali basate sulla manipolazione di questa energia attraverso movimenti dolci e respirazione intenzionale, una forma di meditazione attiva. Queste pratiche sono denominate terapie “naturali” contro gli effetti collaterali dei tumori perché non richiedono medicine né macchinari e sono accessibili a tutti.
La chemioterapia può indebolire unghie delle mani e dei piedi e l’olio di melaleuca può essere applicato sulle unghie durante il trattamento per aiutare a preservarle e contribuire al loro benessere e alla loro crescita. “ Il franchincenso è il ‘re’ di tutti gli olii”, dice Lackey. Si può usare come supporto al sistema immunitario o come antinfiammatorio.
CHIEDI AL TUO PROFESSIONISTA SANITARIO
Nota dell’editore: Consulta sempre il tuo medico curante prima di provare una nuova terapia o una terapia alternativa, poiché anche se queste possano sembrare sicure, il tuo medico deve essere sempre al corrente delle tue intenzioni, soprattutto se sei ancora in terapia.
Questi corsi sono spesso disponibili in ambito ospedaliero e nei centri oncologici e alcuni possibili benefici includono:
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TI PRESENTIAMO VERA ORA:
Come la diagnosi ha insegnato alla psichiatra Vera Ora a concentrarsi sul suo benessere emotivo
quando il medico diventa paziente
di Christina Relf
Vera Ora è un medico generico operante a Londra ed è specializzata in salute mentale. Donna di successo, Vera è anche al centro dell’attenzione pubblica (con quasi 50.000 follower su Instagram), essendo famosa nel suo campo e per essere la madre della celebre cantante Rita Ora. A Vera è stato diagnosticato un tumore al seno nel 2005, a soli 39 anni. A metà degli anni ‘90 Vera si trasferisce in Gran Bretagna dal Kosovo con il marito e i figli piccoli, una svolta decisiva per la sua storia in quanto ha dovuto adattarsi a un nuovo stile di vita in un Paese straniero. Con tre bambini piccoli da crescere e alle prese con una nuova lingua da imparare per esercitare la sua professione di medico in Gran Bretagna, oggi Vera ritiene che lo stress di quel periodo abbia influito sulla sua diagnosi. “Non avevo noduli e mi sentivo bene,” sostiene, “ma ho avuto una sorta di intuizione. Sono andata dal medico e ho chiesto di sottopormi a una mammografia e, dopo l’esame, il mio timore si è trasformato in realtà”.
IMPARARE A SENTIRSI DI NUOVO BENE DOPO UNA MASTECTOMIA Nel caso di Vera, si trattava di una forma di tumore al seno aggressiva, per cui le era stato detto che si sarebbe dovuto ricorrere a una mastectomia, seguita da radioterapia e chemioterapia e il fatto di essere lei stessa un medico non è stato di aiuto: “Sono grata per essere stata a conoscenza di tutto ciò che c’era da sapere sul tumore al seno, ma questo non cambiava il mio stato d’animo,” afferma. Piuttosto che iscriversi a un gruppo di supporto, Vera ha preferito optare per la terapia psicologica individuale: “Il tuo stato emotivo è la chiave per la guarigione,” continua. “Non ero pronta ad incontrare altre persone e parlare dei miei sentimenti e delle mie emozioni, ma la terapia individuale mi è stata d’aiuto. Credo sia cruciale sapere di cosa hai bisogno e cercare l’aiuto più adatto a te”. Vera si sentiva isolata e sentiva la mancanza della sua famiglia, per cui non vedeva l’ora di essere dimessa dopo l’intervento, ma guardarsi allo specchio fu un
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passo per il quale non si sentì pronta prima di parecchie settimane. “Mi sentivo come se la mia femminilità fosse svanita e non fossi più una donna. Ero molto orgogliosa del mio seno prima dell’operazione, e mi ci è voluto un po’ per iniziare a sentirmi a mio agio e sicura di me e a ritrovare l’intimità con il mio partner”. Come tante altre donne, nemmeno Vera era preparata agli effetti collaterali della chemioterapia. “La stanchezza e la nausea che si provano sono davvero invalidanti, ma la cosa peggiore per una donna è perdere i capelli. Fanno parte di te. Grazie al cielo i miei sono ricresciuti dopo qualche settimana, ma la loro perdita mi ha certamente minata”. Come psichiatra, Vera sapeva quanto fosse importante la sua salute mentale per la sua ripresa, ed è convinta che studiare per ottenere le sue qualificazioni come medico generico in Gran Bretagna sia stata la distrazione di cui aveva bisogno. “I miei esami erano stati fissati e io ero determinata a superarli. Ed è stata una fortuna per me, perché ciò mi ha distratta dalla malattia e mi ha dato una ragione per andare avanti”.
Così sicura da essere il volto della Collezione 2019 Melissa Odabash di Amoena Vera ha assunto il nuovo ruolo di testimonial Amoena e modella di costumi da bagno per la nostra Collezione moda mare Melissa Odabash 2019.
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Non amo stare al centro dell’attenzione, sono un medico praticante e farmi acconciare i capelli e farmi truccare non rientrano nel mio quotidiano, ma adoro davvero questa collezione firmata da Melissa Odabash in collaborazione con Amoena per Future Dreams. Ammiro molto Melissa Odabash e sono stata orgogliosa e onorata della sua richiesta e di Future Dreams perché tengo particolarmente a questa causa. Se riuscissi ad aiutare anche una sola donna che sta affrontando il tumore al seno, avrei la sensazione che abbia avuto un senso affrontarlo a mia volta.
ABBRACCIARE LA ‘NUOVA NORMALITÀ’ Dopo la sua diagnosi, Vera ha compreso il concetto di ‘nuova normalità’. “Subire un intervento al seno e affrontare le terapie ha avuto delle ripercussioni su di me come donna, come madre e come moglie, ma ero determinata ad apportare cambiamenti positivi. Ho iniziato a concentrarmi di più su me stessa, a fare le cose che mi va di fare. Superare gli esami e trovare un lavoro presso il Servizio sanitario nazionale mi ha fatto sentire orgogliosa di me. Credo che il tumore al seno mi abbia reso anche un medico migliore. Ora riesco a immedesimarmi nei miei pazienti e a comprendere ed empatizzare con le persone molto meglio di prima”.
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Oltre a mangiare bene e riservarsi un po’ di tempo per l’attività fisica, rilassarsi e godersi i momenti in famiglia, il consiglio più importante di Vera per sentirsi bene col proprio corpo è quello di essere felici e di ricordare che è possibile chiedere e ricevere il sostegno di cui si ha bisogno; e aggiunge: “Ma alle donne alle quali la diagnosi è stata effettuata da poco, direi di non avere fretta nel prendere delle decisioni in merito alla terapia da seguire. Chiedete al vostro medico tutte le informazioni di cui avete bisogno, possono esserci più possibilità, dovete solo prenderne coscienza e sentirvi parte attiva”.
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Vera Ora, 53 anni
L’ACQUA FUNZIONA! FLOAT FIT: FITNESS GALLEGGIANTE
La ginnastica in piscina non è una novità; anche alle nostre nonne possono essere piaciuti gli esercizi di aerobica in acqua negli anni ‘50, periodo in cui questa tendenza ha avuto inizio; ma oggi sono molte di più le opzioni a disposizione. Vediamo tutte le novità:
Si avvistano sempre più tappetini galleggianti nei centri sportivi ultimamente, e questi sono stati progettati per galleggiare in modo da costringere a ricorrere ai muscoli dell’addome per restare in equilibrio. Proprio come su uno stand up paddle, i corsi di Float Fit offrono un allenamento completo con atterraggio morbido in caso di perdita di equilibrio!
AQUA ZUMBA® In tutta Europa, l’Aqua Zumba è diventato rapidamente un allenamento molto in voga tra le donne e gli uomini che vogliono prendersi cura della propria forma fisica cardiovascolare senza fare troppa pressione su ginocchia e caviglie. I corsi “fondono la filosofia della Zumba con la resistenza dell’acqua per un pool party imperdibile,” stando al sito web Zumba. Qual è la filosofia? “La dissimulazione dell’allenamento”.
Come funziona: Durante la lezione, un istruttore guida la classe mediante diverse discipline tra cui yoga, pilates e altri movimenti per aumentare la circolazione del sangue.
Come funziona: La musica che contraddistingue la Zumba detta il ritmo, mentre la resistenza naturale dell’acqua sfida ad aumentare il livello dell’allenamento.
Se la tua piscina o la tua spa è dotata di cyclette fissate al fondo, preparati a darti da fare. Proprio come le lezioni di spinning, l’hydrobike abbina velocità coordinate e routine al basso impatto della resistenza dell’acqua per un ottimo allenamento di cuore e muscoli.
Consulta sempre il tuo medico curante prima di iniziare qualsiasi programma di fitness.
Come funziona: Sebbene non sia per niente semplice pedalare sott’acqua, il galleggiamento riduce l’impatto sulle articolazioni, mentre la temperatura corporea viene regolata facilmente con uno splash!
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Immagine: kristall/Adobe Stock
HYDROBIKE
Costume Intero Argentina Nero EU 36 - 46 B; EU 38 - 46 C
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Bikini Top senza ferretto Barcelona Nero/Rosso EU 36-46 B; EU 38-46 C, D
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Costume Intero Key West Navy scuro EU 36 - 52 B; EU 38 - 50 C, D
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SCEGLI IL TUO REGGISENO SPORTIVO “Ottimo sostegno ed è molto comodo” – S.C. “Lo consiglierei assolutamente” – C.E.
La nostra modella, Genviève (Francia), indossa il reggiseno sportivo Zipper. Rivolgiti al tuo rivenditore Amoena per trovare il reggiseno sportivo più adatto a te.
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