QE-MAGAZINE WEB #8 Anno 4 - 14 marzo 2019
©Direction de la communication – Manuel Vitali
Edito
QE-MAGAZINE #08 14 marzo 2019
Il Principato di Monaco, per ragioni storiche giustificate dalle vicende che hanno coinvolto la Famiglia Grimaldi dagli anni Sessanta ad oggi, oltre ad avere l'ambizione di essere un paese modello e prosperoso, rimane nell'immaginario collettivo ancora un mito. L'effetto di Monte Carlo, leggendaria terra di stars, è vissuto ancora oggi dai turisti e visitatori quando si recano nei pressi del Casinò, del Café des Paris ed ancor più nel nuovo shopping center del lusso appena inaugurato, il One Monte Carlo, che ora ha anche una promenade intitolata alla Principessa Charléne. Nel giro di qualche mese, ci assicurano dalla direzione del Société des Bains de Mer - proprietaria dell'area, degli immobili e della gestione della maggior parte degli hotel monegaschi -, questi spazi ritorneranno ad essere nuovamente una elegante isola verde, in quanto tutti gli alberi ora abbandonati non lontano dal Monte Carlo Country Club verranno tutti trapiantanti nel loro posto originario. Ed i padiglioni-boutique riciclabili chissà dove andranno a finire una volta smantellati - lasceranno lo spazio al fiorito ed ordinato prolungamento del giardino del Casinò. Questo esempio virtuoso di intervento urbano corrisponde in qualche modo allo spirito dei regnanti, che devono conciliare la tradizione del Principato di Monaco alle attuali esigenze, magari anticipando certe necessità. Ed è forse in questa ottica che la prospettiva di aderire o meno all'Unione Europea, per mesi al centro di un grande dibattito alle alte sfere, soprattutto nelle stanze del Governo di Monaco, continua a far discutere. Ebbene, il 13 marzo i membri del Parlamento Europeo, in seduta plenaria a Strasburgo, hanno approvato, praticamente quasi all'unanimità, il rapporto firmato da Juan Fernando López Aguilar circa la raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sull’accordo di associazione tra l'Unione Europea e Monaco, Andorra e San Marino. Pur sapendo che, per definizione, nell'ordinamento europeo la raccomandazione è una delle fonti del diritto priva di efficacia vincolante, resta interessante apprendere che ora il Parlamento europeo dovrà, nella prossima legislatura agire per rinforzare i legami con i tre Stati candidati, mentre il suo Presidente trasmetterà questo testo alle parti interessate, vale a dire oltre che agli organismi europei, anche al Sovrano, al Ministro di Stato ed al Consiglio Nazionale di Monaco. Insomma, se per secoli il Principato è stato paladino della sua indipendenza, guardando i fatti e verso il futuro, questa decisione dimora sulla capacità dei governanti di prevedere costi e benefici di una scelta la cui irreversibilità, pare, abbia un prezzo decisamente alto. Di cui l'esempio, senza scavare nel passato, l'abbiamo già ben chiaro: Brexit docet! In ogni caso, cari e fedeli lettori di QE-MAGAZINE , vi ricordiamo che la versione stampabile del magazine digitale è disponibile ESCLUSIVAMENTE per gli abbonati che ne facciano richiesta scrivendo a ampmonaco@ampmonaco.com, mentre i numeri arretrati restano visibili sul sito QE-MAGAZINE.COM e naturalmente anche sulla piattaforma issuu.com/ampmonaco
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QE-MAG@ZINE #08 14 marzo 2019 Sommario PAG 4 Il Principe Alberto in Canada conquista una nuova Laurea ad honorem // Lanciato il bando per la costruzione di un nuovo centro di smaltimento rifiuti nel Principato di Monaco // Case demaniali a Monaco: approvato il programma per 15 anni
PAG 8 Printemps des Arts di Monte Carlo: la musica come non l'avete mai 'vista' ed ascoltata...// Sono solo parole: il Sapere
PAG 12 VIVA LA COMEDIA, VIVA IL CINEMA! PAG 14 Teatro San Carlo di Napoli: Cecilia Bartoli ed i suoi Musicisti del Principe conquistano tu i // Arte e fume i in grande stile : se ne parla a MADE IN ITALY
PAG 16 Il mio 8 marzo // MO MO i TO TO: il Festival d'Oriente...// INCONTRI: Franco Rabino
PAG 25 Tu i i vincitori della 16a edizione del Monte-Carlo Film Festival de la SALUTE & BENESSERE
Comédie
PAG 26 PHAM Monaco: la mala ia varicosa PAG 27 Formula E, team Venturi: primo podio per Mortara PAG 28 LIONS: 10.000 euro alle opere di Soeur Marie PAG 32 HEBDO-AGENDA DE MONACO AGENDA DE MONACO
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Il Principe Alberto in Canada conquista una nuova Laurea ad honorem In attesa che prenda il via la 10a edizione della Monaco Blue Initiative, settimana ricca di incontri, tavole rotonde e conferenze (dal 24 al 30 marzo prossimi) dedicate alle persone, aziende, professionisti, scienziati e chiunque abbia voce in capitolo su come ed in che modo proteggere i nostri oceani, S.A.S. il Principe Alberto II prosegue la sua missione come portavoce instancabile della Fondazione a lui intitolata. Recentemente infatti, nel corso di un viaggio organizzato in Canada, in occasione della visita alla mostra dedicata alla Princessa Grace, ospitata nell'hotel "Château Frontenac" a Quebec City (perché nel febbraio 1969, su invito del sindaco del Quebec, Gilles Lamontagne, la cui moglie Mary era un'infanzia amica della principessa Grace, la principessa aveva partecipato al Carnaval de Quebec tenutosi al era allo Château Frontenac, n.d.r.) il suo ruolo è stato riconosciuto anche a livello accademico. Infatti dopo il trasferimento a Montreal che gli ha permesso d' incontrare i dirigenti della filiale canadese della sua Fondazione e partecipare ad un incontro-dibattito su grandi cetacei (progetto beluga) a cui è seguito il pranzo per la raccolta fondi, il Sovrano ha raggiunto il campus dell'Università francofona di Sherbrooke dove è stato insignito del titolo di Dottore "Honoris Causa" da Pierre Cossette, Rettore dell'Università. Quest'ultimo, nel suo discorso, ha poi voluto ricordare che il Principe in passato ha condotto due spedizioni scientifiche nel Circolo Polare artico con l'obbiettivo di sensibilizzare l'opinione mondiale sulle conseguenze del riscaldamento globale e dare voce alla comunità scientifica. Dal 2006 ad oggi la Fondazione Principe Alberto II ha sostenuto e finanziato ben 400 progetti dedicati alla biodiversità ed preservazione ambientale, e di questi alcuni sono stati promossi dal ramo canadese nato 10 anni fa e guidato da Diane Vachon. Infine, prima di lasciare le terre canadesi il Principe Alberto è volato a Dease Lake, nella provincia della British Columbia, per partecipare ai test del veicolo elettrico "Antartide" sviluppato dal costruttore monegasco Venturi che l'ha presentato in anteprima all'interno dei garage del Palazzo del Monaco qualche mese fa. Tutte le foto: © G. Luci / Palazzo del Principe 4
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Lanciato il bando per la costruzione di un nuovo centro di smaltimento rifiuti nel Principato di Monaco Sarà installato sulla futura isola urbana Charles III, e dovrà essere il nuovo centro di trattamento e valorizzazione dei rifiuti non riciclabili, costruito nel quartiere di Fontvieille
con un obbiettivo chiaro e preciso: quello di di ridurre di quasi 7.000 tonnellate i rifiuti nel Principato. Ad affermarlo, nel corso di una conferenza stampa organizzata il 12 marzo scorso, il Consigliere-Ministro delle Infrastrutture e dell'Urbanismo, Marie-Pierre Gramaglia. « Il nostro scopo è di dotarci, a partire dal 2026, di una struttura esemplare in termini d'impatto ambientale, che sia una vetrina delle migliori soluzioni tecnologiche innovati, nel rispetto del luogo e della specificità del sito stesso", ha sottolineato il Ministro Gramaglia. Il bando per partecipare alla Concessione, previsto per fine mese, è aperto a qualunque azienda che rispetti i criteri di selezione , mentre a luglio, di tutti i progetti presentati ne verranno analizzati solo i migliori alla concorrenza di un minimo di 3 a 5 costruttori. Questi ultimi potranno poi accedere alla seconda fase, che dura un anno, e durante la quale l'amministrazione monegasca si riserva il diritto di selezionale i progetti che possano minimizzare l'impatto ambientale (rumore, odore, uscite natura ...), la gestione totale dei rischi industriali, ottimizzando sia la sicurezza degli impianti che la riduzione delle emissioni dirette di gas a effetto serra. Sarà questa una vera e propria competizione tra candidati selezionati a cui, successivamente, sarà richiesto di formare e specificare nomi e specifiche del team dei partecipanti al progetto, con particolare riferimento alle loro competenze in termini di progettazione, costruzione ed operazionale. Superata questa fase sarà richiesta la presentazione più tecnica, con tutti i riferimenti ambientali, economici, finanziari e legali. I rappresentanti del governo, i gruppi di esperti e un membro del Consiglio nazionale presiederanno alle riunioni per la scelta del vincitore, prevista entro la fine del primo semestre del 2020, e l'avvio dell'appalto della costruzione della struttura - da completare entro 4 anni, cioé nel 2026 - associato ad un contratto di assistenza di 20 anni. L'impianto, che dovrà trattare 37.000 tonnellate di rifiuti all'anno, si spera sia in grado di funzionare anche per lo smistamento selettivo facilitando l'economia circolare, favorendo cioè chi vorrà sbarazzarsi di mobili e oggetti per donarli a chi ne ha bisogno anziché, come accade ora, buttarli direttamente al macero. Per Jean-Luc Puyo, direttore della pianificazione urbana, quello di Monaco "deve diventare un modello per il trattamento dei suoi rifiuti". Commission Examen Rapports Contrôle SICCFIN © Michael Alesi – Direction de la Communication ....................................................................................................................................................................................................
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Case demaniali a Monaco: approvato il programma per 15 anni
©Direction de la Communication/Manuel Vitali
Garantire gli alloggi demaniali ai monegaschi è stato uno dei cavalli della lista di Stéphane Valeri, Presidente del Consiglio Nazionale, ancor prima del suo insediamento all'emiciclo, avvenuto il 22 febbraio 2018. Da sempre considerata un priorità ed un'esigenza concreta sostenuta e voluta dal Sovrano, alla fine si è giunti alla sua normalizzazione con un progetto battezzato “Plan National pour le logement des Monégasque” (Piano Nazionale © Michael Alesi degli alloggi per i monegaschi) approvato dal Governo con un accordo della durata di 15 anni, concertato tra le due istituzioni rappresentate da una parte da Valeri per il Conseil National e da SEM Serge Telle come Ministro di Stato dall'altra. Il Piano è stato presentato alla stampa lo scorso lunedì 11 marzo ed ad assistere a questa formalizzazione pubblica, c'era anche il Sovrano, il Principe Alberto II. Il Piano Nazionale rappresenterebbe dunque un successo concertato, riprendendo quanto dichiarato da Valeri: "Ricordiamo che ogni volta che le aspirazioni legittime ed i reali bisogni dei monegaschi, manifestate attraverso il Consiglio Nazionale, sono realizzate dal Governo, ne risulta rinforzato tutto il nostro sistema istituzionale." La questioni degli alloggi, in effetti, è stato il nodo da sciogliere per ottenere l'accordo al budget provvisionale presentato dal Governo ai membri dell'emiciclo qualche mese fa. E, per la felicità dei cittadini monegaschi che abitano e lavorano a Monaco, lentamente ma con costanza, ora si attende la messa a disposizione di appartamenti con prezzi non certo di mercato, visto i costi a metro quadro richiesto nel privato. Ma saranno accontentati tutti? Le previsioni demografiche sono state fornite 6
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dall'IMSEE (Institut Monégasque de la Statistique et des Études Économiques) e si calcolano in 10770 il numero dei monegaschi nel 2023 (ora sono poco più di 9300 persone). Il dato, che non è sfuggito a Valeri, è dunque alla base di una sua riflessione riportata anche in un tweet nel quale sottolinea la necessità di 'limitare' la trasmissione della nazionalità monegasca attraverso il matrimonio. La qual cosa sarà dibattuta prossimamente al Consiglio Nazionale. “La nostra ambizione – ha sottolineato Serge Telle – è di permettere ai tre quarti delle famiglie monegasche di poter disporre di un appartamento demaniale". Difatti, calcolando che il 5% dei cittadini monegaschi vivono e lavorano all'estero, e che almeno il 10% sono proprietari di immobili o vivono in alloggi con il sussidio dello Stato, i conti tornerebbero. Il parco immobiliare demaniale, secondo quanto comunicato, passerebbe dunque a 4.548 unità, includendo le 1.831 nuove unità abitative previste. (+43% rispetto all'attuale offerta). Per fare spazio a tutti, però, oltre ai progetti immobiliari già approvati come il Grand Ida 1 e 2, è programmata a breve la distruzione e relativa ricostruzione dello stabile Bel Air, a quattro passi dall'ospedale e dal cimitero, sulle alture che sovrastano il quartiere di Fontvieille. Per il Principe, nel suo discorso è prioritario "non compromettere la qualità della vita degli abitanti", tuttavia resta la certezza che i lavori di trasformazione perturberanno fortemente il piano urbanistico monegasco, ed anche la quotidianità dei residenti e dei monegaschi che vorrebbero preparare le valige per vivere in appartamenti più adeguati. C'è però chi, vedi Jean-Louis GRINDA (anche lui membro del Consiglio Nazionale) s'inquieta sul fatto che molte famiglie monegasche devono attendere fino al 2023 per poter traslocare e che per loro non ci sono soluzioni. Banalmente, per tutti coloro che possono permetterselo, se non intendono essere circondati da polvere, rumori e disagi dei prossimi lavori, c'è forse una unica possibilità: andare a vivere altrove. Sì, ma dove, se si vuole rimanere in Principato? La risposta, forse l'unica, è Monaco Ville, sempre più ambito quartiere non solo per i residenti ma anche per i turisti alla ricerca di autenticità...
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Printemps des Arts di Monte Carlo: la musica come non l'avete mai 'vista' ed ascoltata...
Il festival PRINTEMPS DES ARTS MONTE-CARLO celebra quest'anno la sua XXXV edizione, debuttando il 15 marzo prossimo. In realtà però, questa manifestazione fonda le sue origini nel 1970 con il nome di Festival internazionale delle arti. Ma ancora prima, e siamo nel 1959, era la concreta dimostrazione dell'amore per la musica classica del Principe Ranieri III che, rinnovando la tradizione dei Grimaldi come protettori e mecenati della arti e della musica, decise di aprire le porte del suo Palazzo per accogliervi l'Orchestra Nazionale del Monte-Carlo, invitata ad esibirsi in concerti estivi, affiancati spesso da rinomati artisti di fama mondiale. Sono nati così i concerti all'aperto organizzati nella corte del Palazzo dei Principi, di solito ripresi e trasmessi in Eurovisione sul piccolo schermo. Nell'anno 1966, centenario della fondazione del quartiere di Monte Carlo, in omaggio alla memoria di suo padre, il principe Pierre, il Sovrano creò la Fondation Prince Pierre de Monaco, il cui scopo è ancora oggi quello di promuovere, mediante la concessione di premi, la cultura e il progresso delle lettere e delle arti, e in particolare creazioni originali e contemporanee. Dal 1988, la principessa di Hannover presiede la Fondazione e seguendone da vicino gli sviluppi. Sempre nel 1966 il Principe Ranieri III diede vita ad altre due importanti organismi: il Dipartimento degli Affari Culturali, servizio governativo la cui missione è di "antenna culturale" nel coordinare e incoraggiare ogni attività culturale del principato; ed rinnovato il Festival international de ballets de MonteCarlo. Con la creazione nel 1970 del Festival internazionale delle arti, patrocinato dal 8
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Principe Ranieri III e la Principessa Grace che ne garantiva anche la presidenza, di fatto si sono uniti in un'unica manifestazione i Concerti al Palazzo del Principe e le attività proprie del Festival internazionale di balletto che si riprodussero con questo formato fino al 1983. Dal 1984, invece, il Festival Printemps des Arts si orienta più verso la cosiddetta musica "classica", suddividendosi in due periodi: quello noto come il FESTIVAL D’ÉTÉ (estivo), dal (1970-1978) ed il successivo FESTIVAL D’HIVER (1978-1983). In realtà, l'apertura del teatro Princesse-Grace nel 1981 ha contribuito notevolmente alle manifestazioni e programmazioni artistiche di Monaco presentando, accanto al cartellone dell'Opera di Monte-Carlo, una stagione sempre più varia. Da qui la necessità di pensare a una nuova formulazione del Festival a cui la Principessa Grace ha contribuito in quegli anni ad una sua diversa modalità. Tralasciando la gestione del Printemps des Arts negli anni successivi arriviamo ai nostri giorni con la Presidenza d'onore della principessa di Hannover e la rivoluzione del format dal 2002, da quando cioé è stato nominato direttore artistico del festival Printemps des Arts de Monte-Carlo il compositore e musicista Marc Monnet, che a questa manifestazione ha dato fortemente la sua impronta anticonformista e contemporanea. Con lui ogni edizione si rinnova con progetti artistici sempre diversi, internazionali e diversificati, per il piacere dei melomani presenti in gran numero ad ogni appuntamento. Quest'anno, in programma 22 i concerti e 1 film che fino al 14 aprile 2019, condurranno gli spettatori in 9 luoghi culto del Principato. Ma è impossibile riassumere gli appuntamenti in poche righe. Perciò vi consigliamo di cliccare sul sito per saperne di più. E buon divertimento a tutti! www.printempsdesarts.mc Nelle foto: un immagine del Ligeti Poema sinfonico per 100 metronomi -(c) Alain Hanel; Marc Monnet e la locandina di quest'anno
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Sono solo parole: il Sapere di Salvatore Dimag io
Presso il Master in Media Relation dell'Università Cattolica di Milano gli studenti possono beneficiare della profonda esperienza e dei consigli pratici di professionisti di alto livello come Maria Grazia Cangelli. Lei è un nome notissimo nel settore della comunicazione d'impresa: prima come capo della comunicazione della dei periodici ad RCS, poi alla testa della comunicazione worldwide di SilverSea ed ora alla guida di comunicazione e relazioni istituzionali del Gruppo Editoriale San Paolo. Anche se quello che apprendono al master diretto da Stefano Lucchini e Ruggero Eugeni è un mestiere contemporaneo e per studiarlo utilizzano computer, tablet e documenti in cloud, il cuore della loro esperienza formativa è un modello straordinario quanto antico, che ha fatto la fortuna del nostro Paese. Pensiamo al Rinascimento. Spesso ricordando quest'epoca unica si enfatizza molto il talento individuale, come un qualcosa che sorgeva nel nulla. Niente di più falso. La Firenze del Rinascimento era una città di botteghe: piccole industrie/scuole nelle quali il maestro trasmetteva il suo mestiere e la sua visione dell'arte e gli allievi lo aiutavano ricavando un'esperienza formativa assolutamente unica e privilegiata. Le botteghe erano veramente tante e brulicavano di vita, di affari e di energia. Una delle migliori era quella di Andrea del Verrocchio che teneva in modo particolare alla formazione dei suoi ragazzi. Da questa rinomata bottega uscivano meravigliose opere d'arte, ma forse le opere più belle erano proprio i suoi allievi: ricordiamo il Perugino, il Botticelli ed un certo Leonardo Da Vinci. Andare a bottega da Domenico Ghirlandaio era 10
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davvero una grande avventura. Non era importante che si facessero le pulizie o si lavassero i pennelli o magari si triturassero i colori, imparare dal maestro era straordinario. Dopo qualche anno si iniziava a lavorare sul serio preparando i disegni. Si era circondati da ragazzi volenterosi che avevano tanta voglia di carpire i segreti del maestro e tra essi c'era anche il giovane Michelangelo. Quando parliamo di botteghe fiorentine non dobbiamo necessariamente pensare al passato. Ad esempio Filistrucchi dal 1720 è un'eccellenza italiana nel mondo. Un'antica bottega nella quale ben nove generazioni di finissimi artigiani della parrucca e dei trucchi per il teatro ed il cinema, si sono avvicendati per fornire il meglio del meglio alle produzioni degli spettacoli italiani e non solo. Passando da Firenze al sole caldo della Sicilia, terra di compianti gentiluomini, non possiamo non citare il genio di Antonello da Messina, protagonista di una straordinaria mostra a Milano, dal 21 febbraio a Palazzo Reale. Proprio scegliendo un'inedita combinazione di maestri (ma capire quali siano stati davvero questi maestri è uno dei misteri più complicati ed affascinanti dell'intera storia dell'arte), Antonello da Messina, crea quell'alchimia assolutamente unica tra gusto italiano ed abilità tutta fiamminga nell’utilizzo della pittura ad olio, che lo renderà il primo pittore davvero europeo della storia. Che siate un giovane che apprende da professionisti come Maria Grazia Cangelli alla Cattolica, oppure da Filistrucchi a Firenze, siete esattamente nella situazione di un ragazzo pestifero di tanto tempo fa. Era un discolo che imparava voracemente dal suo maestro anche se non mancava di riservargli scherzi come quello di dipingergli una mosca iperrealistica sul tavolo costringendolo a scacciarla inutilmente: Giotto.
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IL PIZZI(no)
Opinioni e pensieri in libertà a cura di Riccardo Pizzi
VIVA LA COMEDIA, VIVA IL CINEMA! La sedicesima edizione del Monte Carlo Film Festival de la Comédie, ideato e presieduto da Ezio Greggio, ha celebrato degnamente il mondo della commedia cinematografica internazionale con la premiazione del film Bad Poems del regista ungherese Gábor Reisz. Decine di altri premi prestigiosi sono stati assegnati ad artisti nazionali e internazionali come Carlo Verdone, Sandra Milo, Michael Madsen e Emir Kusturica. Web Studio 06 ha avuto il piacere di collaborare anche quest’anno con il Festival realizzando tutte le interviste video e tutte le fotografie ufficiali destinate alle agenzie di stampa. Quelle che ho scelto di pubblicare qui, come souvenir della manifestazione, sono state scattate da me, da Rosanna Calò e Samuele Silva.
Sandra Milo 12
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IL PIZZI(no)
Michael Madsen
Ezio Greggio
Emir Kusturica
Carlo Verdone
Antonio Albanese
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Teatro San Carlo di Napoli: Cecilia Bartoli ed i suoi Musicisti del Principe conquistano tu i
L'Opera di Monte-Carlo porta i suoi gioielli in Italia ed è subito un successo annunciato. E' appena accaduto con la mezzo-soprano Cecilia Bartoli che, accompagnata dai 'Les Musiciens du Prince-Monaco' ensemble barocco creato nel 2016, è stata ospite lo scorso 8 marzo del Teatro San Carlo di Napoli con il concerto "Da Vivaldi a Rossini". L'esibizione, che rientra nella tournée « Arie d’Opera tra Settecento e Ottocento », ha calcato per la prima volta la scena del teatro partenopeo di fronte ad una platea gremita e rapita dalla voce della Bartoli, perfettamente a suo agio, insieme ai suoi musicisti, tra arie d'opera e melodie diciottesimo e del diciannovesimo secolo, ed compositori del calibro di Antonio Vivaldi, Nicola Porpora, Luigi Boccherini, Wolfgang Amadeus Mozart, Georg Friedrich Haendel, Manuel Garcia e Gioachino Rossini. Risultato di questo grande primo ed emozionante concerto una standing ovation che ha richiamato sul palco gli artisti per ben 6 volte, la cantante ed i musicisti, segno di una perfetta armonia e professionalità riconosciuta dagli spettatori in sala. I prossimi impegni di Cecilia Bartoli e la sua orchestra sono previsti per il 10 maggio al Prinzregententheater di Monaco di Baviera ed il 13 maggio al Musikverein Vienna. Attesi poi il 7, 8 e 9 giugno 2019 al Festival di Salisburgo per due spettacoli,: Alcina di Georg Friedrich Haendel ed il concerto di Farinelli & Friends. A dirigere l'orchestra e la stessa Bartoli il Maestro Gianluca Capuano, appena nominato direttore d'orchestra dell'ensemble. FOTO: © Francesco Squeglia – Teatro San Carlo 14
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Arte e fume i in grande stile : se ne parla a MADE IN ITALY
“Made in Italy” non è una stazione radiofonica ma non è nemmeno una web radio. Potremmo definirlo un programma radiofonico settimanale in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Nell' ultima puntata on line, la 226 dell'11 marzo, andiamo in Veneto, più precisamente a Padova dove tra qualche giorno si svolge il Festival internazionale “Be Comics!” che il 23 e 24 marzo 2019. Qui, protagonisti assoluti
per due giorni non sono solo fumetti, ma anche giochi, videogames e cultura pop, offrendo un vastissimo programma di appuntamenti per il pubblico di ogni età. Previsti ampi spazi dedicati agli editori, ai videogiochi, ai cosplayer e agli youtuber. Ne parla a “Made in Italy” il consulente artistico del Festival, Matteo Stefanelli, al microfono di Luca Giacon. Per ascoltare questa e le altre interviste realizzate e diffuse in podcast da MADE IN ITALY, basta cliccare su www.madeinitalyradio.it
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Il mio 8 marzo
a cura di Gaia Olivieri
Oggi pomeriggio, come al solito, camminavo nelle vie di Monaco, con gli auricolari, tornavo da scuola, esausta, immersa nei miei pensieri… Finché una signora non mi porse un sacchetto, sorridendo, con al suo interno una pianta di roselline bianche. Ma che gesto delicato, ho pensato ringraziandola calorosamente: in verità mi ero quasi dimenticata che non è solo il venerdì di un’interminabile settimana, ma è anche l’8 Marzo, o quella che viene comunemente chiamata “la giornata internazionale della donna”. Non ho mai capito il senso di questa tradizione, non solo perché non mi è mai stato regalato del mimosa, è solo che penso che ogni giorno sia un traguardo, un regalo, pertanto ogni giorno è nostro, e non solo l’8 Marzo. Parlando con un mio coetaneo, una volta tornata a casa, mi rendo conto che anche lui la pensa come me, che tutto ciò non ha senso, anche perché non esiste una giornata internazionale dell’uomo. Lui la vede quasi come una discriminazione. D’altro canto, c’è da dire che sulla lunga strada della nostra emancipazione essere 16
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riconosciute internazionalmente è una cosa
dire no e che ha scatenato una rivoluzione
bellissima. Ogni anno noi donne festeggiamo l’8 Marzo per ricordare sia le
per i diritti fondamentali; Simone Veil, che si è battuta per l'aborto volontario, lasciando
conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui,
alla nostra coscienza di scelta che non avevamo mai avuto. E auguri a tutte noi,
purtroppo e a volte, siamo state e siamo ancora oggetto in quasi tutte le parti del
eroine della storia di domani, eroine delle nostre storie personali. Per me l'8 marzo si
mondo. E la data dell'8 Marzo, mi rendo
festeggia la nostra indipendenza:
conto, è una commemorazione, un omaggio sosteniamo le nostre coetanee che ancora alla memoria delle tante operaie che quel oggi si battono per essere riconosciute al giorno, nel 1908 a New York, nella fabbrica Cotton, hanno perduto la vita a seguito di
loro giusto valore. E non meno di un uomo. Si festeggia il fatto di essere apprezzate e di
un devastante incendio che devastò l'immobile in cui lavoravano. Se ci penso un po’ su e mi dico che sì, è vero, essere donne non è mai stato semplice, siamo spesso considerate il sesso debole, siamo quelle che ricevono più violenze. Ma in un
essere sostenute in questo giorno. Si festeggia il rosa, le gonne, i fiori e tutto ciò che viene definito “da femminuccia”. Festeggiamo la nostra continua battaglia per l’equità di trattamento che ci ha portato fin qui. “Ti batti come una ragazza”, diranno
modo o in un altro senso siamo spesso noi a volerci sacrificare o ad essere sacrificate. Se solo penso che in Cina ti uccidono se nascevi femmina oppure in India, a quei matrimoni combinati con differenze d’età abissali, a sfavore della donna, ovviamente, mi vengono i brividi. Eppure non mi immaginerei un solo secondo nei panni di un uomo. Malgrado tutto lo confesso: sono fiera di essere arrivata oggi dove sono ora. Sono fiera e felice di essere donna, con tutti gli « svantaggi » che il genere può portare. C’è anche da dire che le eroine storiche, secondo me, hanno troppo poco spazio dedicato a loro, vorrei dunque approfittare di questa data per menzionare qualcuna di loro, per ricordarle come meritano:
certi, “Grazie per il complimento !” Ma soprattutto, quello che cerco di dire è auguri a tutte noi, c’è la meritiamo questa giornata, e anche di più. Riflettendoci bene comincio a capire il senso di questa festa. Devo dire che oggi è stato molto carino vedere tutti quei post di sostegno sui social… Non solo da femministe scatenate, ho visto le manifestazioni che sono state fatte in tutto il mondo, per celebrare tutte noi. Peccato che di tutto questo domani non ci sarà più niente. Io invece tolgo la piantina delicatamente dal sacchetto, la poso sul comodino. E mi riprometto di non farla morire. E, mentre lei vivrà ancora fiorendo, diventando sempre più grande ed io più adulta, la osserverò sapendo di non dover
Cleopatra, la più grande imperatrice della storia; Rosa Parks, che ha avuto il fegato di
dimenticare la prossima volta l'importanza di questa giornata.
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MO i TO MO TO: cocktail metafisico da gustare senza moderazione. L’ingrediente base della pozione di questa edizione: il Festival d'Oriente – una vera e propria "magia" come è risaputo dagli appassionati -, tanta arte, curiosità, teatro e gastronomia. di Silvia Giordanino
Cari ed amati fruitori di MOiTO, ci auguriamo che questa non sia la vostra prima visita a Torino e che vogliate sentirvi “esotici” approfittando di un festival che “gira” nelle più importanti città italiane. Ma non siate troppo “esotici” e fate, comunque, partire il vostro tour turistico da Piazza Castello ( nota bene, è patrimonio UNESCO) che, tra l’altro facilmente, è raggiungibile sia dai mezzi pubblici che in macchina. Tutto il centro della città gode di un ampio parcheggio sotterraneo. Il Castello – centro della città e della piazza- è praticamente diviso in due parti diverse sotto il profilo architettonico: la Casaforte degli Acaja e Palazzo Madama dove in questi giorni vengono ospitate diverse esposizioni che vi consigliamo.
Foto da Pixabay 18
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Foto da Wikipedia
Fino al 24 marzo 2019, il Festival dell’Oriente torna a Torino, presso Lingotto Fiere, nel contesto del festival “Torino Incontra il Mondo”. Mostre fotografiche, bazar, stand commerciali, gastronomia tipica, cerimonie tradizionali, spettacoli folklorisitici, medicine naturali, concerti, danze e arti marziali si alterneranno nelle numerose aree tematiche dedicate ai vari paesi in un continuo ed avvincente susseguirsi di show, incontri, seminari ed esibizioni. Si può interagire e sperimentare gratuitamente decine di terapie tradizionali, visitare il settore dedicato alla salute e al benessere con i suoi padiglioni dedicati alle terapie olistiche le discipline bionaturali, lo yoga, ayurvedica, fiori di bach, theta healing, meditazione, spazio vegano, reiki, massaggi, ci kung, tai chi chuan, shiatsu, tuina, bio musica, rebirthing, integrazione posturale, e molte altre ancora. Via nella magia dell’oriente: India, Cina, Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Indonesia, Malesia ,Vietnam, Bangladesh, Mongolia, Nepal, Rajasthan, Sri Lanka, Birmania, Tibet ect… Non ve lo aspettavate vero? Eppure l’Oriente è anche a Torino... .....................................................................................................................................................................................................
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INCONTRI: Franco Rabino
di Silvia Giordanino
Un vero fotografo è colui che dà un senso al Silenzio. Che dà potere alle immagini, che sceglie il bianco e e nero piuttosto che il colore a seconda del significato che quella realtà comunica. Franco Rabino è così. Artista, “artigiano delle immagini”,onesto nel trasmettere la realtà senza mai tradire la sua Poesia. Segue quasi tutte le manifestazioni del suo territorio di origine (Asti) e sempre conquista il pubblico con i suoi scatti. Autore di numerose pubblicazioni per “Incontri” ci piace presentarlo a proposito di un’opera per cui è riuscito a diventare “amico” di una tribù Rom, mai così importante in un momento come questo, in cui il termine “razzismo” sembra far parte del lessico comune. 20
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Quale è stata la tua formazione? Varia, all’inizio anche un poco caotica… Sono diventato maggiorenne nel 1975. Gli anni erano quelli. Le suggestioni arrivavano da ogni parte, ci si apriva a nuovi orizzonti, anche a nuove culture e a nuovi modi di intendere la cultura. Dopo i venticinque anni della ricostruzione, del boom economico e del conflitto sociale c’era il tentativo di un’intera generazione di aprire porte e finestre, di far circolare aria nuova, qualcosa che andasse oltre l’odore asfittico di un Paese chiuso su sé stesso. Comunque dopo le scuole superiori mi sono iscritto a filosofia, ho dato tutti gli esami ma non mi sono mai laureato perché, nel frattempo, stavo inseguendo altri sogni, altre suggestioni. Nella fattispecie il teatro di ricerca e di sperimentazione. Comunque non mi vedevo ad insegnare in una qualche scuola. Avevo troppo ancora da imparare io stesso. Avevo iniziato a fotografare a 15 anni, quando con i miei risparmi mi ero potuto permettere l’acquisto di una terribile e macchinosa reflex russa, che era quella che costava di meno. Fotografavo per istinto, senza formazione specifica, con una tecnica approssimativa e pochissime idee, quasi tutte sbagliate, sul senso della fotografia. Era uno dei tanti interessi di allora, una sorta di sperimentarsi verso il mondo e l’appropriarsi di un linguaggio nuovo. Esploravo, se così si può dire. Poi dopo gli anni brevi ma intensi del teatro è venuto il lavoro, nella fattispecie nel campo della comunicazione E della grafica pubblicitaria dove ho lavorato per più di quindici anni. Intanto continuavo a fotografare. Meglio ma con le idee ancora confuse. La confusione di idee in merito mi ha portato, tra i trentacinque e i trentotto anni, a smettere del tutto. Non ho più preso in mano una macchina fotografica, non ho più realizzato un’immagine anche se l’amore verso il mezzo restava ed era forte. Ero
scivolato in una sorta di crisi dovuta ad una non comprensione del mezzo e delle sue potenziali capacità; non mi interessava fare una bella fotografia dietro l’altra, doveva esserci qualcosa di più, di meglio aldisotto – o aldisopra – della pura rappresentazione estetica. Intuivo possibilità narrative più profonde. Erano anche anni di cambiamenti tecnologici intensi nel mondo della fotografia, che era ancora comunque a pellicola, analogica. Sentivo questo come un limite: troppa tecnica e quasi nessuna riflessione sul senso, sul significato del fotografare, su come questo poteva immettersi in un circuito culturale più vasto, quale contributo poteva dare alla comprensione del mondo. Poi un giorno, eravamo alla metà degli anni novanta, feci una scelta radicale: tornare indietro.
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Cioé? Acquistai, strausata, una Leica IIIC a telemetro del 1936 con il suo classico 50 millimetri rientrante. Niente esposimetro, niente elettronica, niente di niente di quello che aveva caratterizzato il progresso tecnologico degli ultimi cinquanta anni. Tutto rigorosamente manuale: dalla messa a fuoco alla regolazione di tempi e diaframmi e solo pellicola in Bianco/ Nero da sviluppare e stampare in camera oscura. Ricordo che gli amici che fotografavano mi guardavano perplesso, anche molto divertiti. Sembrava un’eccentricità, un’alzata di ingegno dal sapore molto snob. Per un anno sbagliai moltissimo, quasi tutto, poi, piano piano, gli errori diminuirono al progredire dell’affinamento della tecnica finché scomparvero quasi del tutto. Ero diventato un fotografo degli anni trenta, ero tornato alla radice della fotografia contemporanea riacquisendo una sorta di artigianalità che non avevo mai posseduto. Potevo provare ad andare avanti. Intanto avevo incontrato le riflessioni teoriche di Luigi Ghirri, scomparso da qualche anno. La sua raccolta di scritti NIENTE DI ANTICO SOTTO IL SOLE aveva stracciato il velo della mia ignoranza, mi aveva messo davanti al fatto che potevano esistere, ed esistevano, fotografi che organizzavano il loro lavoro in funzione di un pensiero più largo che andava ben oltre la pura preoccupazione estetica. Si stava aprendo un mondo, fotograficamente parlando, in cui mi potevo riconoscere. E’ in quel periodo lì che inizia davvero la mia storia personale come fotografo. Infatti dopo poco feci la scelta definitiva di fare della fotografia il mio unico lavoro. Ci sono fotografi a cui ti ispiri? Moltissimi e nessuno. Cerco il più possibile di osservare e comprendere il lavoro dei fotografi che mi hanno preceduto e che mi sono contemporanei. Non voglio fare nomi perché potrebbe indurre la falsa idea che cerchi di collocarmi in una precisa linea di ricerca e così non è. Ma ho debiti con tutti i fotografi del novecento. Negli ultimi anni, parallelamente allo uno studio da autodidatta della storia dell’arte, affianco alla pratica di osservazione e comprensione delle metodologie tecniche ed estetiche dei fotografi che mi interessano anche l’approfondimento delle teorie della visione e della percezione in rapporto al mondo delle immagini. In questi anni la pila dei saggi letti e riletti supera quasi la pila dei volumi di immagini fotografiche. Questo mi aiuta a comprendere meglio cosa sto facendo e certamente mi spinge a farlo meglio.
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Qual è il tuo fotografo preferito? Vale in parte la risposta di prima… Devo dire però che se sono obbligato a fare un nome faccio quello di Luigi Ghirri. Come ho detto io l’ho incontrato prima come teorico e successivamente come fotografo, come creatore di immagini, quindi l’approccio è del tutto particolare. Faccio il suo nome perché è l’insieme del suo intero percorso che per me è significativo, certamente unico nel panorama europeo. Questo va ben aldilà del puro valore estetico delle sue opere che pure è altissimo. Non a caso è considerato tra i venti fotografi più importanti del ventesimo secolo. Come è nato il progetto di fotografare i nomadi nel loro ambiente? Da una Committenza pubblica. La direttrice e alcune insegnanti VI° Circolo Didattico di Asti, nelle cui scuole. Vi era una forte presenza di bambini Rom e Sinti, volevano sottolineare l’importanza di questo processo di scolarizzazione in un momento, si era nel 2008, in cui le tensioni tra la città e le comunità di nomadi erano particolarmente esasperate. Si voleva provare ad aprire una porta di comunicazione tra due mondi per favorire il dialogo e la conoscenza. Chiamarono me ed una fotografa, che era anche insegnante, Michela Pautasso, perché provassimo a dare due spaccati visivi della realtà di queste persone. La fotografia contemporanea è piena di immagini, anche di grandi fotografi, che trattano questo specifico in modo pressoché univoco, dando cioè una lettura molto sociologica del problema. Il nodo della questione è che noi si è fotografi, non sociologi e dunque tutto questo mare di immagini, seppur meritorio nelle intenzioni, è sconfortante nei risultati. Si è costruita un’iconografia del dolore e dell’emarginazione con varianti infinite di poche immagini: campi spogli e disadorni, bambini dall’aspetto triste e stralunato, cani magri che si aggirano sperduti tra carcasse di lavatrici, pezzi d’auto e cumuli di immondizie… Tutto vero, tutto oggettivo ma che non aggiunge niente a quanto gli studi sociologici ci hanno diffusamente spiegato in questi anni. Questo, in quanto fotografo, non mi interessava. Non mi interessava produrre una serie di fotografie che magari ben si accompagnassero, in appendice, all’ultimo e più dettagliato studio o inchiesta. Mi interessava confrontarmi con la cultura, l’identità e la degnità delle persone che incontravo staccando dalla loro fronte la simbolica etichetta identificativa di Rom per lasciarli nella nuda essenzialità di esseri umani. Come fare questo, come uscire dal sociologismo e, quindi dallo stereotipo visivo che si era andato costruendo nel tempo? Mi è venuta in soccorso la storia della fotografia. Ho pensato al suo stile ritrattistico che è immutato ancora oggi; la persona ripresa nella sua più intensa espressività su un fondo nero. La meravigliosa semplicità dell’essenziale. E ho pensato anche a cosa significava per il soggetto andare a farsi ritrarre. Era una forma di consacrazione sociale, la prova da lasciare ai posteri della propria identità ed esistenza e, per tutti quelli che non potevano permettersi un pittore, anche una potente affermazione di riscatto sociale. Decisi che i “miei” Rom avrei provato a guardarli così: come individui. Uomini e donne, bambini e ragazze fuori dagli sfondi di miseria dei campi e unicamente concentrati su sé stessi per lasciare un’impronta visiva, un ritratto di sé da tramandare ai posteri. Liberi di trasmettere l’immagine che più ritenevano opportuna. Allora tutto è diventato un gioco che ci siamo divertiti moltissimo a condurre. Il set è stato allestito dentro alla loro baracca più spaziosa; abbiamo inchiodato un telo nero ad una parete, messo in posizione tre fari da teatro, preso la corrente elettrica chissà dove e abbiamo dato inizio al grande gioco della fotografia; abbiamo liberato la sua magia che è quella di mostrare mondi altrimenti nascosti. ....................................................................................................................................................................................................
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Come hai fatto a far si che si “fidassero” di te? Perché ho semplicemente spiegato loro che non volevo raccontare la miseria, il disagio o quant’altro; volevo fare loro il ritratto più bello che si potesse fare. Credo che questo li abbia spiazzati, forse qualcuno ha anche pensato che non ci fossi del tutto con la testa. Però questo modo di pormi ha fatto cadere subito ogni barriera, aprendo a forme di amicizia e di ospitalità inattese e commoventi. Mi sentivano come uno di loro. Anche oggi ho conservato quell’amicizia e quel rispetto. Quando ci incontriamo è un momento di gioia. Come hai portato avanti il lavoro? Come ti dicevo prima in modo molto semplice e diretto: a casa loro. Appena si è sparsa la voce c’era la fila fuori in attesa di farsi fare il ritratto. I bambini erano fantastici… venivano con il pallone, con la bicicletta, spesso volevano farsi ritrarre in coppia con il loro miglior amico. E’ stato tutto divertente, naturale, caotico. Ma era un caos buono, ricco di suggestioni e di emozioni. In tre giorni abbiamo fatto tutto. Non ho mai bevuto così tanto caffè alla turca come in quei giorni perché, dopo la fotografia, tutti mi invitavano nella loro casa per questa cerimonia di ospitalità e di rispetto a cui non potevo sottrarmi. Come mai la scelta del B/N? Perché il bianco/nero è nel mio dna di fotografo anche se apprezzo molto un certo modo di utilizzare il colore in modo “basso” e non chiassoso e sovente lo pratico. Nella fattispecie questa serie di ritratti non poteva che essere concepita che in bianco/nero. In realtà è un B/N con una leggera tendenza al rosso bruno così come lo erano i ritratti dell’ottocento che prendevano questa intonazione calda dalla tonalità della carta sui cui erano stampati. Questo è uno dei miei pochi lavori che, a distanza di più di dieci anni, rifarei esattamente così com’è sia dal punto di vista della resa estetica sia come metodologia di approccio al progetto. Riguardandolo dopo così tempo ci ritrovo ancora dentro quell’impulso, che con gli anni è diventato un bisogno, di provare a guardare alla realtà da angolazioni diverse e, se possibile, più profonde. Questo però non l’ho ha imparato un fotografo, me l’ha insegnato Spinoza. 24
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Tu i i vincitori della 16a edizione del Monte-Carlo Film Festival de la Comédie Ed anche la 16° edizione del Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, la rassegna dedicata alla commedia, ideata e diretta da Ezio Greggio, ha impalmato i suoi vincitori nel corso della tradizionale soirée di gala organizzata lo scorso 9 marzo. Dei 9 film in concorso la giuria, presieduta dal regista serbo Emir Kusturica e composta da Sandra Milo, dall’attrice francese Mathilda May e dal regista, sceneggiatore e attore Edoardo Leo, ha scelto per la Miglior Film l’ungherese “Bad Poems” di Gabor Reisz; la Miglior Regia l'ha conquistato Nicole Palo per ‘Emma Peeters’. L’argentino Ricardo Darin si è aggiudicato, invece, il premio come Miglior Attore per il film “An Unexpected Love” mentre l’australiana Rose Byrne vince il premio come Miglior Attrice per il film ‘“Juliet, Naked”, ma si è aggiudicato anche il Premio del Pubblico scelto dalla giuria popolare presieduta da Remo Girone. Infine, per la Miglior Sceneggiatura, ha vinto la pellicola ‘Tel Aviv on Fire’. Nel corso della serata condotta dallo stesso patron Greggio con Juliana Moreira, sul palco si sono avvicendati altri attori a cui sono stati consegnati altrettanti premi: il Comedy Award a Paolo Genovese, Edoardo Leo e Antonio Albanese; il Career Award a Sandra Milo e Andrea Ferreol; il Monte-Carlo Film Festival Award a Salvatore Esposito e all’attore internazionale Michael Madsen; il King of Comedy a Carlo Verdone, mentre il Legend Award al presidente di giuria Emir Kusturica. Insomma, un florilegio di star che hanno sfilato, acclamati dai loro fans, sul tapis rouge del Grimaldi Forum decorato da uno dei partner della manifestazione, Gruppo Giardini, capitanato da Alessandro De Francesco: "E' sempre un piacere e un onore partecipare a un evento tanto prestigioso, che per noi rappresenta l’occasione di poter creare scenografie verdi a cornice di un momento d’incontro unico fra personaggi del mondo della commedia internazionale e dello spettacolo, di grandi registi ed artisti di fama mondiale. Per questa edizione, oltre a grandi esemplari di palme e olivi, abbiamo voluto arricchire gli ambienti del Forum con una collezione di agrumi, mirto tarantino e, vista la coincidenza con la Festa della Donna, grandi piante di mimosa. Come ogni anno il fronte palco ci ha visto omaggiare i colori della bandiera monegasca, per questa edizione con una grande collezione di margherite e anthurium rossi. Un bel modo, particolarmente quest'anno, per inaugurare la recente apertura della nostra nuova sede monegasca." .....................................................................................................................................................................................................
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SALUTE & BENESSERE
PHAM Monaco: la mala ia varicosa I primi scritti che testimonino l'interesse e il tentativo dell'uomo di confrontarsi in senso terapeutico con la malattia varicosa degli arti inferiori risalgono all 'epoca di Ippocrate, ovvero al IV - V secolo a.C. Plutarco ci racconta dell'intervento chirurgico subito da Caio Mario nell'86 a.C. mentre Aulo Cornelio Celso descrive i metodi di cura delle varici 'con il ferro e con il fuoco , teorizzando insieme a Galeno, qualche secolo dopo, ( II secolo d.C.) i primi criteri della chirurgia e della scleroterapia. Lo stesso Galeno ci racconta inoltre del primo rudimentale "stripping" venoso, con filo e una sorta di rudimentale sonda endovenosa. Tecnica audace e ardimentosa, se si considera che parliamo di circa 1850 anni addietro...Basti pensare che una esaustiva descrizione della tecnica chirurgica di ablazione della vena Safena sarà proposta nel 1905 da Keller e standardizzata da Van Der Stricht soltanto nel "recente" 1963. Ma la storia della cura delle varici é costellata di intuizioni e scoperte geniali, molte delle quali merito di medici e studiosi italiani. Fu infatti Geronimo Fabrizio D'Acquapendente, nel 1600, a scoprire le valvole venose mentre fu l'inglese William Harvey a proporre per primo, sempre nello stesso periodo, le prime calze elastiche. Nei secoli successivi la "prise en charge" delle varici degli arti inferiori non ha mai cessato di evolvere e di migliorare, sino all'odierna concezione terapeutica, personalizzata, miniinvasiva ma selettiva, rispettosa dell'estetica sensibile alle esigenze di rapido recupero funzionale e ai criteri di politica economica sanitaria che caratterizzano la nostra epoca. Nel corso dei nostri prossimi articoli cercheremo di delineare un percorso diagnostico e terapeutico "tipo" per la gestione dell'Insufficienza Venosa Cronica degli arti inferiori , in accordo con le più moderne concezioni mediche e chirurgiche. Nel frattempo, ricordiamo ai nostri lettori, in caso di domande particolari da porre all'equipe che compone l'associazione PHAM o di necessità per informazioni più precise, di non esitare a scrivere a info@pham-monaco.com oppure di consultare il sito www.pham-monaco.com, su cui pubblicheremo aggiornamenti in merito. 26
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Formula E, team Venturi: primo podio per Mortara
Edoardo Mortara, grazie alla sua abilità ed alle prestazioni della monoposto elettrica Venturi, è salito sul primo gradino del podio incoronandolo campione della gara di Hong Kong, lo scorso 10 marzo, dopo che al pilota Sam Bird è stata inflitta una penalità sul tempo (5 secondi) per aver causato una collisione con Andre Lotterer al penultimo giro. Per la scuderia monegasca, creata da Gildo Pallanca Pastor, questa 50a gara dal debutto della Formula E e 5a della stagione 2018/2019 resterà sicuramente memorabile anche se le modalità e le regole di questa competizione hanno giocato a favore del pilota svizzero naturalizzato italiano, il quale, da ex campione della F3 Euro Series ha riassaporato il gusto del podio per la seconda volta in questa stagione. "Il risultato di oggi è fantastico!", ha affermato Mortara."Quarto a Santiago, terzo in Messico, e oggi, la mia prima vittoria a Hong Kong! Sono così orgoglioso. Quando ho saputo di aver vinto, sono stato travolto da una sensazione indescrivibile. La gara è stata fantastica e ho passato un ottimo weekend. L'Asia mi ha sempre portato fortuna in competizione. Onestamente, mi sento come su una nuvola, non potrei essere più felice. La squadra ha fatto un lavoro fantastico. Questa vittoria rende omaggio al loro duro lavoro di tutti. In questa stagione non siamo partiti bene, ma i ragazzi stanno davvero facendo davvero un buon lavoro ed il risultato si vede perché le prestazioni migliorano ad ogni gara. Questa vittoria è per loro. So che questo risultato li motiverà ancora di più e non vedo l'ora di tornare in pista ", ha aggiunto ancora il pilota, mentre Susie WOLFF, Team Principal della scuderia VENTURI Formula E si congratulava con lui. Prossimo appuntamento del Campionato ABB de Formula E, è per sabato 23 marzo 2019, sulla pista di Sanya (Repubblica popolare cinese) .....................................................................................................................................................................................................
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LIONS: 10.000 euro alle opere di Soeur Marie
"58". Silenzio. E poi un urlo: "BINGO, sì, sono io, sono io, non ci posso credere", e giù le lacrime per la felicità. Sono le 23h51 di sabato 9 marzo quando la Fortuna ha premiato una signora in fondo alle tavolate, tra le centinaia presenti,che non riesce a contenere la sua contentezza. A differenza delle precedenti schede in suo possesso, quella che ha appena completato la 6a ed ultima, dopo 20 numeri estratti, tra uno stacchetto musicale offerto dal complesso Jazzissimo ed un omaggio ( ce n'erano oltre 60, di lotto in palio), l'ha incoronata vincitrice della vettura Hyundai, una piccola utilitaria bianca, offerta dal club Lions di Monaco. L'esperienza del Bingo - la tombola, per noi italiani - organizzato sotto il tendone di Fontvieille, proprio sulla pista dove solo qualche mese fa si sono esibiti i migliori circensi del mondo, ha il suo fascino se 700 partecipanti, senza batter ciglio, hanno speso 60 euro per partecipare alla generosa iniziativa. Gruppi di amici, tra panini e bibite acquistate alla buvette, ma anche bambini, e semplici giocatori, si sono impegnati per quasi quattro ore sperando di poter portare a casa qualche premio. Ma è stato anche una serata diversa, dove la musica ed il buon umore erano già di per sé sufficienti per giustificare questa serata così popolare. Come accade oramai da 5 anni, la Dea Bendata invocata dai Lions ha scelto tutti i vincitori che si sono aggiudicati uno scooter, un televisore al plasma, ma anche un paio si opere d'arte, come quella realizzata con delle microplastiche dipinte e composte in un quadro tridimensionale firmato dall'artista italiano Roberto Carullo. Tutta l'equipe dei Lions, impegnata da settimane per rendere indimenticabile questa esperienza che ha concluso la kermesse delle opere di Soeur Marie, si è detta soddisfatta dei risultati, così come lo sono stati Victor Messeca, qui nelle vesti di colui che estraeva le palline al fianco dello stesso ufficiale giudiziario che ha
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pazientemente certificato tutti i 120 numeri (si vinceva con le cinquine, estratte per 4 volte, e la totalità della scheda), insieme al futuro presidente Lions Svend ALBERTSEN , impegnato ad animare il tabellone. "Non posso che dirmi entusiasta di questa 5a edizione del Super Loto Bingo " ha dichiarato l'attuale presidente Lions Monaco,Pierre BRIERE. "700 persone presenti, due orchestre con 50 musicisti, autori di intermezzi musicali suggestivi, ha dato i suoi frutti permettendo di raccogliere 10.000 Euro, integralmente versati alle attività dell'associazione monegasca Oeuvre de Soeur Marie, che agisce a supporto alla persone anziane e bisognose della regione 06. Congratulazione a tutti e evviva i Lions di Monaco!
Da sinistra: Pierre BRIERE, Victor MESSECA, Virgine MARTELLI-POMI (la vincitrice), Svend ALBERTSEN, Franck BRIZZI (artista e fotografo)
Da sinistra: Philippe MERCIER et Anne HAGET (Hyundai Menton), la vincitrice dell'auto, Pierre BRIERE e Benoît ASIN
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AAA Ricerchiamo agenti commerciali con pluriennale esperienza nel settore dell'editoria, per la vendita d'inserzioni pubblicitarie. La rivista digitale di riferimento è una trasmissione radiofonica ed settimanale dedicato al lifestyle, cultura e società, con articoli multimediali realizzati con particolare attenzione all'attualità del Principato di Monaco ed eventi della Costa Azzurra, personaggi eccellenti, prodotti del 'Made in Italy'. Idealmente, il candidato è un professionista plurimandatario, già in possesso di un portafoglio clienti selezionati per serietà ed affidabilità. Offriamo l'esclusiva della testata ed alte provvigioni. E' richiesta la conoscenza della lingua francese. Per informazioni: info@qe-magazine.com.
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HEBDO-AGENDA DE MONACO
Jeudi 14 et vendredi 15 mars, Le Méridien Beach Plaza : 7e Monaco Age Oncologie – Cours Francophone d’Oncogériatrie. Renseignements : +377 97 97 35 55 Du jeudi 14 au dimanche 17 mars, Baie de Monaco : Monaco Sportsboat Winter Series (Act IV), organisé par le Yacht Club de Monaco. Renseignements : +377 93 10 63 00 Jeudi 14 à 20h30, vendredi 15, samedi 16 à 21h et dimanche 17 mars à 16h30 : Théâtre des Muses, Théâtre musical et contemporain "Illusions nocturnes" de Pascal Lacoste. Renseignements : +377 97 98 10 93 Jeudi 14 mars à 18h30, Auditorium Rainier III - Troparium : Série Happy Hour Musical : concert de musique de chambre par le Quatuor Jaël avec Sybille Duchesne-Cornaton et Jae-Eun Lee, violons, Sofia Timofeeva, alto et Delphine Perrone, violoncelle. Au programme : Marie Jaëll et Fanny Mendelssohn. Renseignements : +377 98 06 28 28 Jeudi 14 mars, de 19h à 21h, Théâtre des Variétés : Conférence sur le thème "Qui est l'animal ?" par Étienne Bimbenet et Corine Pelluchon, philosophes. Organisée par Les Rencontres Philosophiques de Monaco. Renseignements : +377 99 99 44 55 Jeudi 14 mars à 20h, Chapelle de la Visitation : "Voyage terrestre et céleste" de Simone Martini avec Serge Barbuscia, récitant et l'Ensemble Ambroisie, organisé par le Service Diocésain de la Culture. Renseignements : +377 99 99 16 60 Jeudi 14 mars, de 20h30 à 22h30, Agora Maison Diocésaine - Salle Polyvalente : Atelier "familles" animé par Bernard Duméril : "La communication dans le couple". Renseignements : 00 33 (0)6 63 72 62 99 Jeudi 14 mars à 20h30, Théâtre Princesse Grace : "Justice" de Samantha Markowic avec en alternance Camille Chamoux, Camille Cottin, Naidra Ayadi, Samantha Markowic, Fatima N’Doye et Océane Rose Marie. Renseignements : +377 93 25 32 27 Jeudi 14 et vendredi 15 mars, Le Méridien Beach Plaza : 7ème Monaco Age Oncologie – Cours Francophone d’Oncogériatrie. Renseignements : +377 97 97 35 55 Du jeudi 14 au dimanche 17 mars, Baie de Monaco : Monaco Sportsboat Winter Series (Act IV), organisé par le Yacht Club de Monaco. Renseignements : +377 93 10 63 00 Vendredi 15 mars à 20h, Théâtre des Variétés : "A leur de chanson", organisé par Soutien Entraide Bénévolat. Informations et Réservations : 00 33 (0)6 07 93 87 55 ou 00 33 (0)6 07 93 11 27 Samedi 16 mars à 20h30, Stade Louis II - Salle Omnisports Gaston Médecin : Championnat "Jeep Elite" de basket : Monaco - ASVEL. Renseignements : +377 92 05 40 10 Dimanche 17 mars à 15h, Chapelle de la Visitation : Concert de la Saint-Patrick par les élèves de l'Académie Rainier III. Renseignements : +377 93 15 28 91 Lundi 18 mars à 19h, Agora Maison Diocésaine - Salle Polyvalente : Ciné-Club, projection du film "La prière", suivie d’un débat. Renseignements : 00 33 (0)6 63 72 62 99 Mardi 19 mars à 20h, Théâtre des Variétés : Tout l'Art du Cinéma - projection du film "Free zone" de Amos Gitai, organisée par l'Institut audiovisuel de Monaco. Renseignements : +377 97 98 43 26 Mercredi 20 mars à 19h, Médiathèque de Monaco - Sonothèque José Notari : Ciné Pop Corn : "Les aventures de Jack Burton dans les gri fes du Mandarin", de John Carpenter. Renseignements : +377 93 30 64 48 Mercredi 20 mars, de 14h à 15h, Bibliothèque Princesse Caroline : Chant pour enfants à partir de 6 ans et plus. Renseignements: +377 93 15 22 72 Mercredi 20 mars à 20h, Grimaldi Forum Monaco - Salle des Princes : 14ème Sérénissimes de l’Humour 2019 : Festival du Rire avec Fabrice Eboué, en partenariat avec Rire et Chansons et en soutien à l’AMADE Monaco. Renseignements : +377 99 99 30 00 Jeudi 21 mars : 5èmeÉdition de Goût de France, plusieurs Chefs de la Principauté proposeront un "Dîner à la française". Jeudi 21 mars, de 20h à 22h, Agora Maison Diocésaine - Salle Polyvalente : Conférence sur le thème "La Pâque, de Moïse à Jésus", par le diacre Marc Duwelz, docteur en Théologie biblique dans le cadre du cycle de formation "Au fil de la Bible : d’un Testament à l’autre". Renseignements : 00 33 (6)6 80 86 21 93
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Jeudi 21 mars à 20h, Grimaldi Forum Monaco - Salle Prince Pierre : 14ème Sérénissimes de l’Humour 2019 : Festival du Rire avec Jeanfi Janssens, en partenariat avec Rire et Chansons et en soutien à l’AMADE Monaco. Renseignements : +377 99 99 30 00 .....................................................................................................................................................................................................