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Registrazione del Tribunale di Firenze n. 5300 del 27.09.2003 ISSN 1723-9990 © AND - Rivista di architetture, città e architetti (salvo diversa indicazione) © dei progetti di proprietà dei rispettivi autori AND - Rivista di architetture, città e architetti è una testata di proprietà di DNA Associazione Culturale via V. Alfieri, 5 50121 Firenze è vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazione dell’editore e dell’Associazione Culturale DNA. La rivista non è responsabile per il materiale inviato non richiesto espressamente dalla redazione. Il materiale inviato, salvo diverso accordo, non verrà restituito.
TIRANA > ARCHITETTURA BALCANICA
URBAN MAKE-UP, Pierpaolo Rapanà
ALTRI ORIZZONTI, Armand Vokshi
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INSURGENT SPACE, Elisa Poli
TRACCE DI UN FUTURO, Paolo Di Nardo
DATEMI I COLORI! Intervista a Edi Rama
CITTà gemellate, Eugenio Giani
TIPO & MOLTEPLICITà, Artan Shkreli
COSCIENZA DELLA REALTà, Agron Lufi
PIANIFICARE LA CITTà, Ariela Kushi
GHERARDO BOSIO, Marie Lou Busi
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L’ALTRA SPONDA DEL SOGNO, Ulisse Tramonti
LE IDENTITà DI TIRANA, Fatós Dingo
I BALCANI, Pedreag Matvejević
SARAJEVO RIVISITATA, Lebbeus Woods
EMRE AROLAT, Santralistanbul Museum
ZOOM STUDIO, Single house in Boyana
PANIDEA PROJECTS, Vertigo Building Complex
WESTFOURTH ARCHITECTURE, America House
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NEO_ARHITEKTI, Textil Commercial Building in Užice
3LHD, Sports/City Hall in Bale
´ Congress Centre in Brdo, House HB BEVK PEROVIC,
SADAR VUGA ARHITEKTI, Apartment House Gradaška
e d i t r i c e
lebbeus woods emre arolat zoom studio panidea westfourth architecture neo arhitekti 3lhd bevk perovic` sadar vuga
in copertina/cover 3LHD, Sports/City Hall Bale © Damir Fabijanić
redazione spazio A18 via degli Artisti, 18r - 50132 Firenze redazione@and-architettura.it editore DNA Editrice via V. Alfieri, 5 - 50121 Firenze tel. 055 2461100 info@dnaeditrice.it
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UNO SPAZIO PER GOVERNARE, Albana Tollkuci
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EDITORIALE 2008
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gennaio aprile
18-03-2008
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quadrimestrale una copia € 12,00 numero con speciale € 15,00 numeri arretrati € 24,00 abbonamento annuale (3 numeri) Italia € 36,00; Europa € 45,00; resto del mondo € 60,00 (posta ordinaria)
TIRANA > ARCHITETTURA BALCANICA
redazione Tommaso Bertini, Filippo Maria Conti, Samuele Martelli, Alessandro Melis, Elisa Poli, Pierpaolo Rapanà, Daria Ricchi, Eugenia Valacchi
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RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI
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TIRANA > ARCHITETTURA BALCANICA
comunicazione re.publique - Comunicazione d’Architettura comunicazione@and-architettura.it
quadrimestrale in Italia € 12,00
direttore editoriale Paolo Di Nardo
web underscore.biz
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sommario/summary
stampa Litograf Editor, Città di Castello (PG)
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AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°11 gennaio/aprile 2008
soci sostenitori ANCE TOSCANA ARX SEZIONE EDILE DI CONFINDUSTRIA FIRENZE CONTEMPORANEA PROGETTI GRANITIFIANDRE URBAN MEDIA
11 sommario/summary TIRANA > ARCHITETTURA BALCANICA
EDITORIALE
UNO SPAZIO PER GOVERNARE, Albana Tollkuci
URBAN MAKE-UP, Pierpaolo Rapanà
ALTRI ORIZZONTI, Armand Vokshi
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INSURGENT SPACE, Elisa Poli
TRACCE DI UN FUTURO, Paolo Di Nardo
DATEMI I COLORI! Intervista a Edi Rama
CITTà gemellate, Eugenio Giani
TIPO & MOLTEPLICITà, Artan Shkreli
COSCIENZA DELLA REALTà, Agron Lufi
PIANIFICARE LA CITTà, Ariela Kushi
GHERARDO BOSIO, Marie Lou Busi
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L’ALTRA SPONDA DEL SOGNO, Ulisse Tramonti
LE IDENTITà DI TIRANA, Fatós Dingo
I BALCANI, Pedreag Matvejević
SARAJEVO RIVISITATA, Lebbeus Woods
EMRE AROLAT, Santralistanbul Museum
ZOOM STUDIO, Single house in Boyana
PANIDEA PROJECTS, Vertigo Building Complex
WESTFOURTH ARCHITECTURE, America House
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NEO_ARHITEKTI, Textil Commercial Building in Užice
3LHD, Sports/City Hall in Bale
´ Congress Centre in Brdo, House HB BEVK PEROVIC,
SADAR VUGA ARHITEKTI, Apartment House Gradaška
Polychromink tower, veduta dal basso/ bottom view of the Polychromink Tower pagina accanto/following page: acquerello della Polychromink Tower/watercolour sketch of the Polychromink Tower
© FM Conti
Urban make-up Bolles+Wilson, cinque opportunità per Tirana
testo di/text by Pierpaolo Rapanà 14 Urban make-up. Bolles+Wilson, five opportunities for Tirana The most interesting thing about Julia Bolles and Peter Wilson’s architecture is the simplicity of the narrative structure supporting each project, combined with an extraordinary ability to communicate. It seems to arise not only out of a strong bond with the specific nature of the built environment and of the cultural horizon against which it is set, but above all out of a creative process that synthesises the pragmatic and the conceptual, the day-to-day and the marvellous. Among the many projects designed for Tirana, restyling of existing buildings and projects under construction convey most effectively the studio’s philosophy – reconceptualisation is what Julia Bolles would call it. These are true maquillage projects, in line with Edi Rama’s strategy of creating a more attractive appearance for Tirana, a city the mayor himself describes with the appropriate metaphor of «a woman ready to get up off her sickbed». The German studio’s project concepts re-
Ciò che desta maggiore interesse nell’architettura di Julia Bolles e Peter Wilson è la semplicità della struttura narrativa che supporta ciascun progetto, unita ad una straordinaria capacità comunicativa. Essa sembra scaturire, oltre che dal forte legame con le specificità dell’ambiente costruito e dell’orizzonte culturale in cui si calano, soprattutto da un processo creativo che fa sintesi di pragmatismo e concettuale, di quotidiano e meraviglia. Tra i numerosi interventi messi a punto per Tirana, sono i progetti di re-styling di edifici esistenti o in fase di realizzazione a veicolare con maggiore efficacia la filosofia dello studio. Si tratta d’interventi di vero e proprio maquillage – riconcettualizzazione, direbbe opportunamente Julia Bolles – in linea con la strategia di Edi Rama, mirati a restituire un aspetto più ammiccante a Tirana, città che lo stesso sindaco descrive, con una riuscita metafora, come «una donna pronta ad alzarsi dal letto di malattia». I concept di progetto sviluppati dallo studio tedesco rinunciano alla monumentalità e a qualsivoglia carattere iconico e universale. L’idea forte è ricercata con approccio fenomenologico, attinge con ironia al costume e ai luoghi comuni, per far emergere le anomalie dell’intorno e tradurle in elementi di progetto. Nel façade concept per la Polychromink tower – il telaio dell’edificio era già in costruzione quando, nel 2004 Peter Wilson fu incaricato di ripensare l’immagine dell’edificio – Bolles+Wilson propongono di ‘infestare’ le facciate con megaschermi pubblicitari che ‘fanno il verso’ agli innumerevoli cartelloni sbiaditi disseminati nella città – quando si dice il sense of humour! I grandi schermi sembrano rivestire inoltre un ruolo squisitamente compositivo di ‘media scala’ al fine di placare lo slancio verticale della torre che si staglia su uno sfondo ad oggi prevalentemente orizzontale. Ma la forza d’immagine del progetto risiede in centinaia di sottili lamelle policrome che cingono l’edificio lungo il perimetro intero, senza soluzione di continuità, e danno il nome al manufatto. La policromia è celata ad una visione frontale per la disposizione a frangisole delle lamelle, e desta stupore nell’osservatore che avvicina l’edificio dalla strada e lo colora ad ogni passo, dall’alto verso il basso,
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viste del progetto Virtual Air-conditioners/ views of the Virtual Air-conditioners project
nounce the monumental and every kind of iconic, universal character. They aim to state a bold idea through a phenomenological approach, ironically drawing on everyday life and clichés to reveal the anomalies around them and translate them into elements of design. In the façade concept for the Polychromink tower – the structure of the building was already under construction in 2004 when Peter Wilson was appointed to redesign the building’s image – Bolles+Wilson suggested that the façades be infested with huge advertising screens that ‘make fun of’ the countless faded advertising posters around the city, adding a touch of humour. The screens seem to play an exquisitely compositional role on the medium scale, placating the vertical impulse of the tower, which stands out against a prevalently horizontal background. But the strength of the project’s image lies in the hundreds of fine polychrome sheets surrounding the entire perimeter of the building without interruption, giving it its name. This multicoloured
nature is not apparent from the front because the sheets are arranged as sunshades, but it surprises the visitor approaching the building from the street, gradually adding new colour to the building from top to bottom with each step forward. During the walk the building stands out against its colourful background, like a wet brush on a watercolour painting. As Peter Wilson himself says, his delicate watercolours are the reason for the artist/mayor’s predilection for these masters of narrative architecture. Their partnership began just before Rama was named best mayor in the world, after Architecture Studio of France won the competition for the Tirana masterplan. In 2005 Wilson was asked to prepare a colour scheme for a residential building on the corner of Ismali Qemali and 4 Shkurti. The building was not very exciting at all, but its location was prominent. And there was something unusual about it: the whole building was covered with satellite dishes and air conditioning boxes, like so many false ears
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acquerello del concept di facciata 9 story collage; pagina accanto: acquerello del progetto rationalists apartments/watercolour of the 9 story collage façade concept; following page: watercolour of the rationalist apartments project
and noses, which had appeared when the regime fell and people were anxious to grab at any opportunity for freedom. The pretext for the reconceptualisation is once again to be found in the anomaly. The air conditioner module is replicated over the entire façade with white patches like stations for future installations. This strategy makes the existing randomly distributed ‘parasitic’ boxes immediately plausible and legitimate. Another constant in Bolles+Wilson’s method is use of elements on the medium scale to harmonise dimensional ratios. In this case this task is given to a red/orange stripe emerging directly out of Peter Wilson’s watercolour sketch. In addition to the Nine Story Collage and Don Bosko II, two other colour concepts from the German studio are currently under construction: a whole block with the positive-sounding name optimistic vectors and an evolution of the scheme for camouflaging the air conditioners, entitled Alchemical Marriage of Air-Conditioners with Satellite Dishes… necessity is the mother of invention!
progressivamente. Così la passeggiata stempera l’edificio sullo sfondo colorato della città, come un pennello bagnato su un acquerello. Proprio dai tenui acquerelli di Peter Wilson, come racconta lo stesso architetto, nasce la predilezione del sindaco-artista per questi maestri dell’architettura narrativa. Il sodalizio nasce all’alba del conferimento a Rama del titolo di miglior sindaco del mondo, e a seguito del concorso per il masterplan di Tirana, vinto dai francesi dell’Architecture Studio. Nel 2005 arriva l’incarico di redigere uno schema cromatico per un edificio residenziale d’angolo tra Ismali Qemali e 4 Shkurti. Un fabbricato tutt’altro che entusiasmante, ma situato in posizione privilegiata. E con una particolarità: i piatti delle antenne paraboliche e le scatole dei condizionatori, rivestivano l’intero edificio come orecchie e nasi posticci spuntati alla caduta del regime per la troppa ansia di raccogliere ogni sentore di libertà. Il pretesto per la riconcettualizzazione è rintracciato ancora una volta nell’anomalia. Il modulo dei condizionatori è replicato sull’intera facciata con delle toppe bianche che suggeriscono postazioni per le future installazioni. La strategia rende immediatamente plausibile e legittima la dislocazione random delle piccole scatole ‘parassite’ già esistenti. Un’altra costante del metodo Bolles+Wilson consiste nell’utilizzo d’elementi di media scala per armonizzare i rapporti dimensionali. In questo caso il compito spetta ad una zebratura rosso-arancione scalata direttamente dallo schizzo acquerellato di Peter Wilson. Oltre al Nine Story Collage e al Don Bosko II, altri due colour concepts dello studio tedesco sono oggi in fase di realizzazione: un intero isolato dal ben augurante nome optimistic vectors [vettori ottimisti], e un’evoluzione dello schema di mimetizzazione dei condizionatori intitolato Alchemical Marriage of Air-Conditioners with Satellite Dishes [Unione alchemica tra un condizionatore d’aria e l’Antenna Parabolica]… di necessità virtù!
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Studio Sfera, edificio residenziale in via Hoxha Tahsin/Sfera Studio, housing in HoxhaTahsin street
Altri orizzonti Verso una nuova architettura albanese
testo di/text by Armand Vokshi 20 Toward a new Albanian architecture In the postcommunist era, Tirana and Albania’s big cities have been transformed by rapid economic growth driving great changes: the country, now close to union with Europe, has found its western roots once again. The new executive class, represented by the latest generations, is an expression of this change. Culture and society have opened up to European lifestyles. The behaviours, meeting-places and habits of Albanian young people mirror this cosmopolitan mentality. Thus we now have a generation open to everything that is new, including many people educated in universities abroad, coming back home full of new ideas. One representative example is the Tirana City Hall, with its young staff ideally representing this renewal. Great economic and social dynamism is accompanied by great urbanisation: the city skyline is continually changing and construction sites sprout up everywhere, drawing a ‘new’ image of the city. In this frenetic rush to build the landscape is changing constantly, with specimens of contemporary architecture appearing alongside buildings constructed purely out of speculation. In the past, the regime preached the rigid, monotonous style of socialist realist architecture for years and years: boring cement grey was the dominant colour. The canons of modern architecture were considered blasphemous and were not taught in universities. The system marginalised architects and intellectuals whose ideas did not fit into the imposed canons. One sad example is the impri-
Nell’era del post-comunismo, Tirana e le grandi città albanesi sono state travolte da una rapida crescita economica, motrice di grandi cambiamenti. Il paese, oramai prossimo ad una coesione con l’Europa, ritrova le proprie radici occidentali. La nuova classe dirigente, rappresentata dalle ultime generazioni, è espressione di questo cambiamento. Cultura e società si sono aperte agli stili di vita europei; i comportamenti, i luoghi di ritrovo, le abitudini dei giovani albanesi rispecchiano questa mentalità cosmopolita. In tale contesto si inserisce una generazione aperta al nuovo, formatasi spesso in università straniere e ricca di idee da portare nella propria nazione. Rappresentativo, a tal proposito, è il Comune di Tirana: il suo giovane staff è espressione di questo rinnovo. Il forte dinamismo economico e sociale è accompagnato da una grande urbanizzazione: lo skyline delle città è in continua evoluzione. Numerosi sono i cantieri che tratteggiano una ‘nuova’ immagine. In questa frenetica corsa edilizia si delinea un paesaggio mutevole dove accanto ad opere di pura speculazione si tracciano esempi di architettura contemporanea. In passato il regime ha predicato per lungo tempo gli stilemi dell’architettura real-socialista, rigida e monotona. Il noioso grigiore del cemento è stato il colore dominante. I canoni dell’architettura moderna sono stati additati come blasfemi e per questo non insegnati nelle università. Il sistema, infatti, ha emarginato architetti e intellettuali con idee non riconosciute dai canoni imposti. Un triste esempio è stato l’incarcerazione dell’abilissimo architetto e pittore Maks Velo, perseguitato per i suoi pensieri ‘occidentali’. La negazione del ‘vicino’ passato, dopo la caduta del regime, ha lasciato posto al nuovo modo di pensare. La rigidezza degli edifici real-socialisti è stata sostituita da un’architettura vivace e movimentata, dai colori accesi e ricca di nuovi materiali. La classe degli architetti si è formata in maniera autodidatta assorbendo concetti, forme e linguaggi oltre i confini, per poi reinterpretarli nei loro progetti. L’architettura contemporanea è caratterizzata da questa vivacità di cromie, non solo per il rifiuto verso il passato, ma anche per il coloratissimo intervento di ‘make-up’ fatto dal sindaco Edi Rama su Tirana. Un altro elemento di crescita per la qualità dell’aspetto urbano è la partecipazione di studi di fama internazionale, le cui opere sono motivo di confronto per gli architetti locali. Alla luce di quanto detto sopra si sono scelti due edifici realizzati a Tirana da studi albanesi: Studio Sfera e Atelier 4. L’architetto Artan Shkreli – Studio Sfera ha progettato un edificio nella centrale via Hoxha Tahsin, l’architetto Artan Shkreli ha progettato un edificio residenziale insolito per il suo modo di confrontarsi con l’architettura adiacente costruita durante il regime. Il colore giallo acceso esalta il gesto che lo distingue in facciata piegandosi verso la strada negli ultimi due piani; il singolare edificio è divenuto un punto di riferimento per la zona.
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nome progetto/project name Edificio residenziale e direzionale in via Hoxha Tahsin/residential and executive building on Hoxha Tahsin road progetto/design Sfera Studio – Artan Shkreli, Daniel Gjoni, Artan Raça, Anila Katundi strutture/structures CCS Konstruksion – Arben Dervishi, Ervin Paçi impianto elettrico/electrical system Fatmir Brati impianto idraulico/plumbing Mamica Babi superficie coperta/covered area 117 mq/sqm superficie totale/total area 873 mq/sqm progettazione/design date 2003 realizzazione/realization 2003-2004
pianta ultimo piano/last floor plan
pianta piano tipo/main floor plan
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5m
Atelier 4, edificio residenziale/ Atelier 4, residential building
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sonment of the highly talented architect and painter Maks Velo, persecuted for his western-inspired ideas. Denial of the ‘near’ past after the fall of the regime gave way to a new way of thinking. The rigidity of socialist realism has given way to a lively new form of architecture featuring bright colours and new materials. The new class of architects is self-taught, and has absorbed concepts, forms and idioms from beyond the country’s borders to
reinterpret them in its own projects. Today’s architecture is characterised by bright colours, not only as a rejection of the past but because of the brightly-coloured ‘make-up’ work by Mayor Edi Rama in Tirana. Another element of growth in terms of the quality of the urban landscape is the participation of internationally renowned architectural studios, whose works provide inspiration for local architects.
In view of the above we have selected two buildings constructed by Albanian architectural studios in Tirana: Studio Sfera and Atelier 4. Studio Sfera designs also a residential building. In the city’s central Hoxha Tahsin street, architect Artan Shkreli has designed a residential building which dialogues with the buildings around it, constructed under the regime, in an unusual way. Its bright yellow colour underlines the gesture that makes its façade stand out, bending toward the road on the top two floors; the unusual building has become a landmark in the neighbourhood. Atelier 4 designs a residential building located in a former industrial zone in the suburbs, including both homes and commercial spaces. The project is inspired by the idea of toning down the monotonous size of the huge volume by creating blocks of different heights linked together by a yellow vein dividing different colours and materials on the façades. The result is therefore an image of a dynamic, constantly growing city, expressed in architecture. At this time of concentrated development, however, there are also non-places being created, non-architectures resulting from a lack of regulation, with no legislature to protect design, giving free rein to the developers.
nome progetto/project name Edificio residenziale e direzionale in via Ndre Mjeda/residential and executive building on Ndre Mjeda road progetto/design Atelier 4 – Tamara Eftimi, Altin Premti, Alban Eftimi, Olsi Eftimi, Andi Eftimi strutture/structures LEAL-CSE committente/client A.I.C. shpk appaltatore/contractor A.I.C. shpk superficie totale/total area 22.000 mq/sqm fine lavori/completion 2008 costo/cost 6.000.000 euro
24 Atelier 4, edificio residenziale/ Atelier 4, residential building
L’edificio residenziale progettato da Atelier 4 è situato in un’ex-area industriale periferica ed accoglie residenze e ambienti commerciali. Il progetto nasce dall’idea di smorzare la monotona grandezza dell’enorme volume, creando blocchi di diverse altezze legati tra loro da una venatura gialla che divide, sulle facciate, colori e materiali. Si delinea, dunque, l’immagine di una città dinamica e in costante crescita dove l’architettura ne è l’espressione. In questo concitato sviluppo, però, prendono forma anche i ‘non luoghi’, le non architetture frutto di una carente legislatura che, nella maggior parte dei casi, non tutela l’idea progettuale lasciando libero campo alle ditte costruttrici.
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Scatola di pietra 3LHD, Sports/City Hall in Bale
testo di/text by Francesca Oddo foto di/photo by Damir Fabijanić
Stone Box The new Sports City Hall in Bale, Croatia, is a shining example of history and the current age in dialogue. Its architecture expresses modern languages and evokes a sense of historic memory. It is the creation of 3LHD, an architecture studio based in Zagreb, founded by Saša Begovic, Marko Dabrovic, Tatjana Grozdanic Begovic, and Silvije Novak, four young architects with a fine sensitivity to the interaction between architecture and its city setting. This project conducts this relationship through an alternation of interference and assonance. The compact, spectacular and powerful structure sits elegantly on the edges of Valle’s historic center, proclaiming its gravity, underscored with sculptural force. Rather than taking formal distances from its surrounding urban fabric, it evokes it, cladding its structure in the same stone found throughout the heart of the city, on a hill overlooking an ancient Roman consular road. With its large proportions, it imposes itself on the city, like the bastion of a fortress. The architects say that they took inspiration from a traditional stone shelter structure built by local shepherds, protecting against heat in the summer and cold in the winter. They explain, «This structure was traditionally built without cement or mortar, fitting together stones found on site. It is a primitive example of prefabrication, existing in the Mediterranean area since pre-history». The Sports City Hall is the city’s second largest building after the church. Its monumental quality (its quiet, reserved nature notwithstanding) expresses
prospetto est/east elevation 0
5m
Il nuovo Sports City Hall della città di Bale, in Croazia, è un esempio brillante di dialogo fra storia e contemporaneità. La sua architettura è testimone di linguaggi attuali e allo stesso tempo respira il senso della memoria. Ne è autore 3LHD, studio di architettura con base a Zagabria fondato da Saša ` Silvije Novak, quattro giovani progettisti sensibili ` Marko Dabrovic, ` Tatjana Grozdanic` Begovic, Begovic, alle dinamiche di interazione fra architettura e scenario urbano. Un rapporto che in questo progetto viaggia attraverso un’alternanza di interferenze e di assonanze. Un volume compatto, scenico, potente si adagia con garbo ai bordi del centro storico della cittadina istriana, dichiara la sua gravità, la afferma con decisione e con vocazione scultorea. Non stabilisce distanze formali con il tessuto urbano nel quale si inserisce, anzi lo richiama rivestendo la sua massa della stessa pietra che popola il cuore della città, situata su un colle sovrastante un’antica via consolare romana. Si impone piuttosto sul profilo cittadino con le dimensioni, come fosse il baluardo di una fortezza. I progettisti affermano di aver tratto ispirazione da una tradizionale struttura di riparo in pietra costruita dai pastori locali, capace di proteggere l’ambiente dal caldo durante la stagione estiva, dal freddo durante quella invernale. «Tradizionalmente costruito senza cemento o malta, incastrando le pietre trovate sul sito, questa struttura è un esempio primitivo di prefabbricazione, vivo nell’area Mediterranea fin dalla preistoria», spiegano. Lo Sports City Hall è il secondo edificio più grande della cittadina dopo la chiesa. La sua monumentalità, sia pure silenziosa e riservata, testimonia il suo ruolo sociale: oltre ad ospitare il campo da basket e una sauna, è anche un luogo di incontro per la comunità, nel quale è possibile organizzare conferenze, fiere, eventi. Gli spogliatoi sotterranei diventano lo strumento attraverso il quale la struttura si aggancia al plesso della vicina scuola. È una scatola imponente, ma si stacca dal suolo in alcuni punti, come per acquisire leggerezza. Ora il suo corpo lapideo è sorretto da una cortina di schermi di vetro, in un’acrobazia strutturale che gioca a sovvertire le leggi della gravità; ora subisce dei tagli tridimensionali che privano il volume dei suoi spigoli in prossimità dell’appoggio al suolo. A tratti l’edificio si presta ad una lettura antropomorfa, soprattutto di notte, quando la cortina a vetri si offre alla città come una grande bocca luminosa che si lascia penetrare dalle atmosfere urbane. All’interno gli spazi sono limpidi, essenziali, nitidi. Scanditi e modulati da una sequenza severa di pilastri in cemento armato. Costruito in 11 mesi, l’edificio è stato realizzato in elementi in cemento armato prefabbricati. Storia/contemporaneità, gravità/leggerezza, opacità/trasparenza, tecniche costruttive tradizionali/tecniche costruttive moderne sono le dicotomie che conferiscono verbo al progetto, che ne definiscono il carattere, la cifra, l’energia.
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b
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1 entrata/entrance 2 vestibolo/hall 3 entrata/entrance 4 campo/pitch 5 impianti meccanici/mechanical services 6 magazzino attrezzature/equipment store 7 corridoio di evacuazione/evacuation corridor 8 spogliatoio/dressing room 9 bagno/sanitary facility 10 docce/showers 11 armadietti+ambulatorio/cabinet+ambulatory 12 bagno per docenti/sanitary facility-teachers 13 bagno per persone disabili/ sanitary facility-disabled persons 14 bagni per gli ospiti/sanitary facilities-guests 15 corridoio di entrata/entrance corridor 0
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pianta piano terra/ground floor plan
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sezione aa/section aa
sezione bb/section bb
sezione cc/section cc
prospetto nord/north elevation
its social role. In addition to housing a basketball court and sauna, it is a community meeting place, in which conferences, fairs and other events can be organized. The underground changing rooms become a connection point with the nearby school complex. Though it is an imposing container, it separates from the ground at certain points, as if wanting to become lightweight. Its stone structure may be supported on one point by a curtain of glass screens in a structural acrobatic feat that seems to subvert the laws of gravity; and then at another point may be subjected to three-dimensional cuts that remove its corners near where it rests on the ground. At times, the building invites an anthropomorphic interpretation. Especially at night, the glass cladding opens to the city like a great, lighted mouth that invites in the city’s atmosphere. The interior spaces are clean, simple and bright. A rigid sequence of reinforced cement columns paces and modulates the spaces. The building was completed in 11 months with reinforced concrete prefabricated components. History/modernity, gravity/lightweightness, opacity/transparency, and traditional/modern construction technologies. These dichotomies inform the project, its character, its style and its verve.
nome progetto/project name Municipio e centro sportivo a Bale/City Hall and sports center in Bale architetto/architect 3LHD ´ gruppo di progetto/project team Saša Begovic, ´ Marko Dabrovic, ´ Tatjana Grozdanic´ Begovic, ˇ ´ Marin Mikelic´ Silvije Novak, Ljerka Vucic, ´ UPI-2M collaboratori/collaborators Berislav Medic, (strutture/structural engineering) Robert Alar, UPI-2M (strutture/structural engineering) Mateo Biluš, B.M.P. (fisica tecnica/building physics) Tomislav Fujs, Vodotehnika, MEP Engineering (impianto idraulico/plumbing) ´ Branko Corko, IPZ-elektroinženjering 22, (ingegneria elettrica/electrical engineering) Igor Šundov, Rena prom, MEP Engineering (meccanica/mechanical)
committente/client Comune di Bale/Bale Municipality appaltatore principale/general contractor Tehnika d.d. luogo/location Bale, Croazia superficie lotto/site area 3.660 mq/sqm superficie coperta/gross floor area 1.108 mq/sqm volume/volume 6.084 mc/cm inizio progetto/start 2005 fine lavori/completion 2006 costo/cost 1.000.000 euro progetto vincitore di concorso/ competition winner project www.3lhd.com
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Trasparenza europea Bevk Perovic´ Arhitekti, Congress Centre in Brdo
testo di/text by Živa M. Brecelj foto di/photo by Miran Kambič
` insieme al gruppo di architetti che collaborano con loro, hanno da Matija Bevk e Vasa J. Perovic, tempo iniziato a movimentare il panorama urbano dei luoghi in cui operano attraverso le loro idee e realizzazioni, sempre all’avanguardia. Dal 1997 hanno progettato e costruito prevalentemente piccole case private e ville, fino ad arrivare alla realizzazione di progetti più complessi come la Facoltà di Matematica o le residenze per studenti, entrambi a Lubiana, o il grande Centro Congressi a Brdo, a qualche decina di chilometri da Lubiana. Il Centro è stato progettato e realizzato, nel 2006-2007, in funzione delle esigenze ufficiali e protocollari legate al periodo di Presidenza slovena dell’Unione Europea, iniziato lo scorso gennaio. Una volta terminato il periodo di presidenza, l’edificio verrà adibito a centro culturale e congressuale. La costruzione, inserita nell’eccezionale scenario di un parco naturale protetto, è stata concepita come un basso padiglione vetrato in simbiosi con il paesaggio. è la natura che diviene protagonista, non l’architettura. Le dimensioni dell’edificio sono state dettate dalla preesistente tenuta di Zois, separata dal Centro Congressi attraverso una grande piattaforma in pietra. Un taglio nel volume, nella parte orientale dell’edificio, ne sottolinea in modo discreto l’ingresso. L’organizzazione funzionale privilegia, data la destinazione attuale del Centro, una distribuzione aperta verso l’esterno che simboleggia l’apertura comunicativa delle istituzioni. Al piano terra si trova la sala ricevimento per conferenze stampa, eventi o esibizioni; nella parte centrale il cuore del Centro Congressi: una grande sala a doppia altezza interamente ricoperta da pannelli in legno, microforati, che contribuiscono a creare la calda atmosfera che caratterizza l’intero complesso. Al primo piano gli uffici, spazi flessibili e aperti, si snodano intorno all’atrio e sono separati dal corridoio solo attraverso pareti in vetro stampato. Le ampie vetrate esterne dell’edificio riflettono la natura che lo circonda completamente, trasformandola nella sua stessa facciata. nome progetto/project name Centro Congressi Brdo architetto/architect Bevk Perovic´ Arhitekti – Matija Bevk, Vasa J. Perovic, ´ Andrej Ukmar committente/client JGZ Brdo luogo/place Brdo pri Kranju, Slovenia area/area 10.000 mq/sqm data di progetto/design date 2005 fine lavori/completion 2007
planimetria/site plan 0
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European Transparency Matija Bevk and Vasa J. ` with the group of architects who work with Perovic,
them, have been contributing their progressive ideas and projects to the cities they work in for some time. Since 1997 they have mainly designed and built small private homes and villas, but they have also produced more complex projects such as the Faculty of Mathematics, the student residences in Ljubljana or the great Congress Centre in Brdo, not far from Ljubljana. 10 m
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sezione trasversale aa/cross section aa
The Centre was designed and built in 2006-2007 to meet the official requirements of the protocol
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for Slovenia’s presidency of the European Union, which began in January of this year. When the presidency is over the building will be used as a cultural and congress centre. The building, located amidst the beauty of a nature reserve, is designed as a low glass pavilion living in symbiosis with the landscape. The focus is on nature, not architecture. The building’s size was determined by the existing Zois estate, separated from the Congress Centre by a large stone platform. An opening in the eastern side of the volume discretely underlines the entrance. The building’s functional organisation services the Centre’s function with a distribution of space that is open to the outside, symbolising the 0
pianta primo piano/first floor plan a
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communicative openness of the institutions. The ground floor contains a reception hall for press conferences, events and exhibitions and, in the central part of the building, the heart of the Congress Centre: a large hall two storeys high entirely covered with micro-perforated wooden panels, which help create the warm atmosphere characterising the entire complex. On the first floor the offices, which are flexible open spaces, wind around the atrium, separated from the corridor only by printed glass walls. The large outside walls of the building reflect its natural surroundings and make them into its façade.
interno/interior sopra: vista della corte interna e della sala conferenze/above: the internal court and the conference hall
nome progetto/project name Casa HB architetto/architect Bevk Perovic´ Arhitekti – ´ Maja Valicˇ Matija Bevk, Vasa J. Perovic, ˇ Slovenia luogo/place Lubiana Pirnice, data di progetto/design date 2004-2005 realizzazione/realization 2005-2007
House = landscape Bevk Perovic´ Arhitekti, House HB
foto di/photo by Miran Kambič
From the project report House HB’s architectural concept was shaped by the area on the prominent edge of Ljubljana, Slovenia’s capital city. This place is simultaneously absolutely picturesque and a typical Slovenian suburb, surrounded by masses of anonymous two-story little houses, classic post-war Central European architecture. The project seeks to define another kind of home environment. House HB is a decisive new definition of a rural-type low, elongated tradition house. The house stands on a small hill, looking like a transparent object growing out of the earth. Despite its dominant position, it seems to merge seamlessly with the landscape. From another perspective, it looks like a prototype house, an icon of a standard house, as if drawn by a child. The roof and side façades are both clad in aluminum panels, merging the surfaces and leaving the house smooth, free of ornamental details. The house becomes a mark, a model of a house. House HB seeks to maintain the traditional local house’s iconographic themes, such as a pointed roof, relatively small volume, and linear arrangement of the spaces. Nonetheless, it is much more spacious than it seems from afar. The private areas, including the bedrooms and library, are partially underground. The living areas are visible in the upper part. The two levels make for completely different living experiences. The lower floor is concrete and faces a hidden patio. The upper part is glass and is completely transparent along the building’s edges. The open interiors have no dividing walls. The separation of different areas, like the kitchen, dining room and living room, are marked by the arrangement of furniture, making virtual rooms. The boundary between the inside and outside is blurred. The interior extends into the lawn on a wood platform, making the landscape an extension of the living space.
Dalla relazione di progetto Il concept architettonico che sta alla base del progetto della Casa HB nasce proprio della posizione del terreno su cui sorge, una delle parti più prominenti del paesaggio circostante. Il luogo è molto pittoresco anche se di fatto si tratta della tipica realtà suburbana slovena: agglomerati di anonime case isolate, al massimo di due piani, tipiche dell’architettura del dopoguerra nell’Europa centrale. Il progetto cerca di definire un diverso tipo di ambiente domestico. La Casa HB è la ridefinizione di una specifica tipologia rurale tradizionale, con le sue forme basse ed allungate. La casa è situata sulla sommità di una bassa collina e sembra essere un oggetto trasparente che emerge dal terreno. Nonostante la sua posizione dominante, la casa sembra fondersi con il paesaggio. Ad una seconda occhiata sembra anche che sia una sorta di archetipo della casa, come se fosse disegnata da un bambino. Il tetto e due delle facciate sono rivestiti dello stesso materiale, pannelli di alluminio che uniformano le superfici. La casa appare essenziale, nella sua assenza di qualsiasi ornamento, come se fosse un segno, un modello della casa stessa. House HB tuttavia conserva le caratteristiche iconografiche della casa tradizionale: il tetto a capanna, i volumi contenuti, gli spazi disposti in successione ma è molto più spaziosa di quanto appaia dall’esterno. Gli spazi personali della casa, come le camere da letto o la biblioteca, affondano nel terreno, nascosti, mentre gli spazi pubblici, come il soggiorno, si trovano nella parte superiore e visibile della casa. I due livelli offrono esperienze abitative sostanzialmente diverse – la parte inferiore, al di sotto del livello del terreno, è realizzata in calcestruzzo e si apre verso il cortile, nascosto dal terreno circostante; nella parte superiore della struttura invece le pareti longitudinali sono completamente in vetro, trasparenti. Gli spazi giorno interni sono aperti, senza pareti divisorie. Le diverse aree, come la cucina, la sala da pranzo o il soggiorno sono individuati da elementi di arredo che formano delle stanze virtuali. Il confine fra interno ed esterno è indistinto, l’interno della casa prosegue, passando dalle piattaforme in legno, fino al prato. Il panorama diviene un’estensione dell’ambiente abitativo.
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interno: vista del camino/interior: view of the fireplace nella pagina precedente: fronte posteriore e particolare del prospetto principale/in the previous page: behind front and main front detail 0
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Switching Surface Sadar Vuga Arhitekti, Apartment House Gradaška
testo di/text by Živa M. Brecelj foto di/photo by Hisao Suzuki
Switching surface The Sadar Vuga Arhitekti (SVA) studio was founded in 1996 by Jurij Sadar and Boštjan Vuga in Ljubljana, Slovenia and has become a leading player in European architecture and design. For the last twelve years, SVA’s architects have focused on open, innovative and integrated architecture, design and urban planning. The studio’s work has concentrated on quality and an approach to architecture that enhances our wellbeing through our senses that come daily into contact with the context in which we live. The variety of the studio’s clients is reflected clearly in their projects’ diversity, running the gamut from city council to the national government, from individuals to multinationals and leading contractors. Their portfolio is ever expanding, with completed projects honored by many awards, including the innovative design of the city, sculptures in public spaces, new interactive public buildings and new designs or installations within historic structures. The planning of public buildings often makes use of suggestions from the local culture and atmosphere, yet managing to create interior spaces that respond to highly individual tastes and wishes. An excellent example of this ability is the Gradaška luxury apartment building on the edges of Ljubljana’s center, in a unique area between the historic center and the protected rural enclave of Krakovo. The building seems like a giant ice cube reflecting its surroundings. Its proportions, location, shape and the organization of its space rise over the entire block made mainly of small houses with predominantly rural shapes. The twelve separate, independent apartments cover the area, with several floors and half floors. The central area is always divided into one and a half floors or two floors. The apartments’ vertical arrangement is highlighted by the large glass surfaces that convey the building’s urban character. The spaces are differentiated by the living area’s double height extensions. These vertical spaces are surrounded both by ‘open loft’ spaces and a more conventional arrangement of closed, separate spaces for bedrooms. In the building’s structure, the apartments fit together like pieces in a threedimensional Tetris video game. Glass takes on the starring role on the interesting smooth façade, pointedly free of terraces. This
Sadar Vuga Arhitekti, studio fondato da Jurij Sadar e Boštjan Vuga a Lubiana nel 1996, è oggi tra i maggiori protagonisti dell’architettura e del design europeo. La filosofia dello studio si basa sulla ricerca della qualità nella produzione architettonica e sulla convinzione che il suo sviluppo, in prospettiva, contribuisca al nostro benessere e generi impulsi positivi nel contesto in cui viviamo, stimolando i nostri sensi e la nostra immaginazione. L’elenco dei loro committenti esprime la varietà della loro attività professionale: dalle amministrazioni cittadine al Governo Centrale, dai privati alle multinazionali fino ai maggiori costruttori edili. In dodici anni di attività hanno affrontato lavori di architettura, design e di urbanistica con un approccio aperto, essenziale, realizzando opere che, oltre ad arricchire il loro curriculum, hanno ricevuto numerosi premi e segnalazioni. Spaziano da una progettazione urbana dal carattere innovativo ad elementi di arredo urbano, da nuovi edifici pubblici caratterizzati da una moderna interattività a progetti di restauro. Le residenze, in particolare, non prescindono mai dal contesto culturale e climatico del luogo in cui sono inserite, così che anche gli spazi interni rispondano ai gusti ed ai desideri di committenti e fruitori. Ne è un esempio il lussuoso condominio Gradaška, situato ai bordi del centro di Lubiana, in una particolare zona tra il nucleo storico e l’enclave rurale protetta di Krakovo. L’edificio, che potrebbe apparire come un enorme cubo di ghiaccio, riflette gli edifici e gli spazi circostanti grazie alla sua superficie vetrata, e per dimensione, forma e organizzazione dello spazio, sovrasta il resto dell’isolato costituito prevalentemente da villette di carattere rurale. I 12 appartamenti che lo compongono, ognuno diverso e personalizzato rispetto agli altri, si trovano tutti su piani sfalsati. Questo movimento genera al centro dell’appartamento il doppio volume della zona giorno attorno al quale si snodano open space o tradizionali camere da letto separate dagli ambienti circostanti. La sottolineatura di questo sviluppo verticale delle diverse unità, gli spazi aperti, le grandi vetrate, sottolineano il carattere contemporaneo e metropolitano dell’edificio: gli appartamenti si incastrano nell’involucro esterno come i pezzi tridimensionali del Tetris. Il vetro è l’indiscusso protagonista della facciata, deliberatamente senza terrazze. La superficie, liscia, è caratterizzata dalla combinazione di vetro riflettente e vetro trasparente: comunica eleganza e consistenza, e conferisce una particolare qualità tattile alla facciata. Tre materiali diversi costituiscono le superfici dei prospetti: il nastro di pietra che descrive ciascun appartamento, la combinazione dei pannelli in vetro su cui si specchiano i dintorni, che lasciano intravedere l’interno, e la base, una sorta di filigrana decorativa che regala riflessi verdi a tutta la costruzione. La facciata funziona come una specie di ‘Superficie di Scambio’ (Switching Surface) tra il carattere contemporaneo e metropolitano del nuovo edificio ed il carattere quasi rurale dell’area in cui questo si trova.
nome progetto/project name Edificio residenziale Gradaška architetto/architect SVA – Jurij Sadar, Boštjan Vuga, ˇ Tomaž Beno Masten, Tadej Žaucer, Goran Golubic, ˇ Celigoj, Lucijan Šifrer, Ana Struna committente/client Lesnina Inzeniring d.d. materiali/materials struttura: cemento armato, acciaio/structure: reinforced concrete, steel; rivestimento: pannelli strutturali di pietra, vetro, vetro riflettente/cladding: structered stone panels, glass, reflecting glass
data di progetto/design date 2003 fine lavori/completion 2006 luogo/site Ljubljana, Slovenia superficie lotto/site area 1.545 mq/sqm superficie coperta/building area 795 mq/sqm superficie costruita/total floor area 3.800 mq/sqm 12 appartamenti, da 90 mq a 350 mq/12 apartments, biggest 350 sqm, smallest 90 sqm posti auto/total parking sites 39 volume totale/total volume 14.850 mc/cm www.sadarvuga.com
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in queste pagine/in these pages viste assonomeriche di ogni appartamento, viste del fronte posteriore/axonometric views of each apartment and behind view of the building
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enormous smooth surface is a combination of reflecting and transparent glass combining to convey a sense of elegance and substance, while giving the façade a tactile quality. The vertical surface consists of three different materials: stone that delineates the individual apartments, the combination of reflective and transparent glass panels reflecting the surroundings and the base whose green filigree ornamentation throws a green reflection on the façade. The façade serves as a kind of transition between the structure and vibrant character of the metropolitan vertical lofts on the one hand and the atmosphere of a town on the other.
sezione longitudinale aa/longitudinal section aa pianta secondo piano/second floor plan
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© Peter Koraca
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Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue
Živa M. Brecelj giornalista/reporter
Agron Lufi architetto/architect
Artan Shkreli architetto/architect
Ljubiana (Slovenia), 1975. Da diversi anni collabora con l’edizione slovena di Elle e con altre testate femminili di moda, design, arte, arredamento e lifestyle. In questo numero di AND ha presentato i progetti di due importanti studi di architettura sloveni. Attualmente vive e lavora a Firenze/Ljubjiana (Slovenia), 1975. Has worked with the Slovenian edition of Elle and other women’s fashion, design, art, interior decorating and lifestyle magazines for several years. In this issue of AND Brecelj presents projects by two important Slovenian architectural studios. Currently lives and works in Florence
Tirana (Albania), 1947. Ingegnere e architetto. Si è specializzato in molte università: il Politecnico di Torino, l’Architectural Association School e la Bartlett School of Architecture di Londra, l’Università della Florida e la Facoltà di Architettura di Firenze. è Direttore del Dipartimento di Architettura e Urbanistica Politecnico di Tirana e direttore dell’ADC-Design Studio/Tirana (Albania), 1947. Engineer and architect. Specialised studies in a number of universities: the Polytechnic of Turin, the Architectural Association School and the Bartlett School of Architecture in London, Florida University and the Faculty of Architecture in Florence. Head of the Department of Architecture and Urban Planning at Tirana Polytechnic and director of ADC-Design Studio
Tirana (Albania), 1964. Fonda Sferastudio nel 1996 insieme a Daniel Gjoni. è stato direttore dell’Istituto Nazionale dei Monumenti della Cultura, Consigliere del Primo Ministro per il Territorio e l’Eredità. Dal 2002 guida il Fondo Albanese per i Monumenti e dal 2007 è docente di Storia dell’architettura Albanese presso UFO University-Tirana/Tirana (Albania), 1964. Founded Sferastudio with Daniel Gjoni in 1996. Curator of the National Institute of Cultural Monuments, Advisor to the Prime Minister for Territory and Inheritance. Since 2002 he has led the Albanian Fund for Monuments, and since 2007 he has taught the History of Albanian Architecture at UFO University-Tirana
Marie Lou Busi architetto/architect Firenze, 1961. Si laurea presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1992 con una tesi su Gherardo Bosio. è autrice, insieme a C. Cresti e L. Billeri, del volume Gherardo Bosio. Architetto fiorentino 1903-1941, Pontecorboli, Firenze 1996/Florence, 1961. Graduated from Florence University in 1992 with a thesis on Gherardo Bosio. With C. Cresti and L. Billeri, authored the volume Gherardo Bosio. Architetto fiorentino 1903-1941, Pontecorboli, Florence 1996
Filippo Maria Conti architetto/architect Bologna, 1974. Laureatosi in Progettazione Urbana presso la Facoltà di Architettura di Firenze, svolge l’attività di architetto tra Bologna e Firenze occupandosi principalmente di pianificazione territoriale e di risparmio energetico/Bologna, 1974. Degree in Urban Design from the Faculty of Architecture in Florence. Works as an architect in Bologna and Florence, mainly in the areas of territorial planning and energy conservation
Paolo Di Nardo architetto/architect
Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista AND, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; collabora con studi quali Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of AND magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he also works with studios such as Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten. He is a temporary professor of design with the Faculty of Architecture in Florence and has authored numerous articles and essays on contemporary architecture
Fatós Dingo psicologo/psychologist Berat (Albania), 1966. Da circa quindici anni vive e lavora tra Firenze e La Spezia. Psicologo e docente di Etnologia delle popolazioni Mediterranee. Si laurea in Lingua Russa a Tirana e in Psicologia a Firenze. Collabora alla Cattedra di lingua albanese presso la Facoltà di Filologia a S. Pietroburgo e alla Cattedra di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Psicologia di Firenze/Berat (Albania), 1966. Has lived and worked in Florence and La Spezia for about fifteen years. Psychologist and Professor of Ethnology of Mediterranean Populations. Graduated from Tirana University with a degree in Russian and from Florence University with a degree in Psychology. Works with the Professorship of Albanian in the Faculty of Philology in St. Petersburg and with the Professorship of Cultural Anthropology in the Faculty of Psychology in Florence
Michelangelo Fabbrini architetto/architect Firenze, 1959. Si laurea in architettura presso l’Università di Firenze nel 1985. Fonda la società Open Plan Consulting, con la quale si occupa di organizzazione e gestione di programmi di cooperazione internazionale/Florence, 1959. Graduated from Florence University with a degree in architecture in 1985. Founded Open Plan Consulting, with which he works on organisation and management of international cooperation programmes
Eugenio Giani politico/politician Firenze, 1959. Laureato in Giurisprudenza, è impegnato in politica da molto tempo. Ha ricoperto le cariche di Assessore alla Mobilità, Trasporti e Lavori Pubblici del Comune di Firenze, Presidente della Firenze Parcheggi. Attualmente è Assessore per lo Sport e il tempo libero, la Valorizzazione delle tradizioni popolari fiorentine, le Relazioni internazionali ed i Gemellaggi/Florence, 1959. Holds a Law degree and has worked in politics for a long time, holding the positions of Councillor for Mobility, Transportation and Public Works of Florence Municipality and President of Firenze Parcheggi. Currently Councillor for Sports and Leisure, Promotion of Florence’s Folk Traditions, International Relations and Twinning
Ariela Kushi architetto/architect Tirana (Albania), 1979. Si laurea nel 2003 presso L’Accademia di Architettura di Mendrisio. Nel 2004 inizia a lavorare presso il Municipio di Tirana dove si occupa di pianificazione urbana e dal 2006 segue il Piano Regolatore della città. Partecipa a numerosi forum nazionali ed internazionali su Tirana ed è autrice di molti articoli su questo tema/Tirana (Albania), 1979. Graduated from Mendrisio Academy of Architecture in 2003. Started working as a town planner with the City of Tirana in 2004, and has been in charge of overseeing the city’s urban planning scheme since 2006. Has participated in numerous national and international forums on Tirana and written countless articles on the city
Predrag Matvejevic´ letterato/literate Mostar (Bosnia-Erzegovina),1932. è stato docente di Letteratura Francese a Zagabria e di Letterature comparate alla Sorbona di Parigi. Ha vissuto in Francia fino al 1994, ‘tra asilo ed esilio’; dal 1994 vive e lavora in Italia. Professore ordinario di Slavistica all’Università la Sapienza di Roma. è membro del World Political Forum di Michail Gorbaciov/Mostar (Bosnia-Herzegovina),1932. Taught French Literature in Zagabria and Comparative Literature at the Sorbonne in Paris. Lived in France until 1994, ‘between asylum and exile’; has lived and worked in Italy since 1994. Professor of Slavic Studies at La Sapienza University in Rome. Member of Mikhail Gorbachev’s World Political Forum
Francesca Oddo critica/critic Messina, 1973. Scrive di architettura per diverse riviste specializzate, cartacee e digitali. Formazione da architetto, è attratta dall’attività giornalistica. Impegnata nella comunicazione dell’architettura e nell’organizzazione di eventi espositivi, lavora per la MEDIA AGECY di iMage a Firenze/Messina, 1973. Writes on architecture for a number of specialised publications, both printed and digital. Educated as an architect, Oddo found herself drawn to journalism. She works in the areas of architectural communications and exhibition organisation for iMage MEDIA AGENCY in Florence
Elisa Poli critica/critic Bologna, 1979. Svolge un dottorato in Storia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze in cotutela con l’Université de Paris1 Pantheon-Sorbonne. Si occupa di critica architettonica. Sta attualmente compiendo ricerche presso il CAC (Canadian Architecture Collection) di Montréal. Nel 2002 ha partecipato alla pubblicazione Il volto nascosto della città/Bologna, 1979. Graduated from a Florence University programme in the History of Architecture organised with l’Université de Paris1 Pantheon-Sorbonne. Now an architectural critic, she is conducting research at the CAC (Canadian Architecture Collection) in Montréal. In 2002 she participated in the publication of Il volto nascosto della città
Edi Rama sindaco di Tirana/major of Tirana Tirana (Albania), 1964. Sindaco di Tirana dal 2000. Dopo un soggiorno a Parigi rientra in Albania ricopre il ruolo di Ministro della Cultura impegnandosi per la rinascita della cultura albanese contemporanea. Concentra da sempre sulla città grandi sforzi di rinnovamento cercando e ricevendo consensi dalla comunità internazionale/Tirana (Albania), 1964. Mayor of Tirana since 2000. After spending time in Paris, Rama returned to Albania and became Minister of Culture, working to promote the rebirth of contemporary Albanian culture. He has always concentrated much effort on renewal of the city, with the consensus of the international community
Pierpaolo Rapanà architetto/architect Lecce, 1978. Svolge attività professionale in collaborazione con lo studio ARX di Firenze e attività di ricerca come Cultore della Materia nel corso Laboratorio di Architettura II presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Fa parte della redazione di AND/Lecce, 1978. Works in partnership with studio ARX of Florence and conducts research as a scholar with the Architectural Workshop of the Faculty of Architecture in Florence. A member of the AND editorial staff
Fabio Rosseti architetto/architect Viareggio (LU), 1961. Vive e lavora a Firenze, rivolgendo la sua attenzione al rapporto fra architettura e tecnologie dell’informazione. è coordinatore della redazione di AND con la quale ha collaborato fin dal primo numero. Ha scritto vari articoli per AND e per altre testate/Viareggio (LU), 1960. Lives and works in Florence, focusing on the relationship between architecture and information technologies. Editorial staff coordinator of AND, he has worked with the magazine since its very first issue, writing various articles for AND and for other publications
Albana Tollkuci architetto/architect Tirana (Albania), 1976. Si laurea presso il Politecnico di Bari, con una tesi sulla ricostruzione post-bellica dei centri storici. Attualmente è docente di Storia dell’Architettura presso POLIS, Facoltà di Architettura di Tirana; lavora presso il Municipio di Tirana occupandosi di pianificazione urbana/Tirana (Albania), 1976. Graduated from Bari Polytechnic with a thesis on post-war reconstruction of historic city centres. Currently teaches History of Architecture at POLIS, the Faculty of Architecture in Tirana; town planner with Tirana City Hall
Ulisse Tramonti architetto/architect Forlì (FC), 1946. Ordinario di Progettazione Architettonica, Direttore del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura e responsabile dell’Ufficio Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Architettura di Firenze. È autore di molti saggi, relatore in convegni sulle proble matiche dell’architettura e Visitig professor presso le più importanti Facoltà di Architettura europee/Forlì (FC), 1946. Professor of Architectural Design, he is currently Head of the Department of Architectural Design at Florence University and in charge of the International Relations Office. Tramonti has written numerous texts and spoken at conferences on architectural issues. Visiting professor in the most important Architecure Faculties abroad
Pavel Veselinov Yanchev architetto/architect Sofia (Bulgaria), 1981. Si laurea presso la UACEG di Sofia nel 2007. Collabora come junior architect e Project Manager Assistant presso lo STOA Group di Sofia dal 2004 al 2007. Attualmente collabora con lo Zoom Studio di Sofia/Sofia (Bulgaria), 1981. Graduated from UACEG in Sofia in 2007. Junior Architect and Assistant Project Manager with the STOA Group in Sofia from 2004 to 2007. Currently works with Zoom Studio in Sofia
Armand Vokshi architetto/architect Tirana (Albania), 1973. Dopo aver vissuto in Germania per molti anni, si trasferisce in Italia, dove si laurea in architettura a Firenze. Collabora dal 2004 con lo studio Arx e svolge la propria attività sia in Italia che a Tirana. è Cultore della Materia nel corso Laboratorio di Architettura II presso la Facoltà di Architettura di Firenze/Tirana (Albania), 1973. After living in Germany for many years, Vokshi moved to Italy, where he took a degree in architecture at Florence University. Since 2004 he has worked with studio Arx of Florence in Italy and in Tirana. Scholar in the Architecture Workshop II programme with the Faculty of Architecture in Florence
Vesna Vucinic ˇ ´ architetto/architect Bonn (Germania), 1972. Si laurea a Vienna presso la University of Technology nel 1999. Si occupa d progetti che incoraggino lo scambio e la cooperazione. è inoltre corrispondente per A10 New European Architecture. Vive e lavora tra Vienna e Belgrado/Bonn (Germany), 1972. Graduated from Vienna’s University of Technology in 1999. Works on projects encouraging dialogue and cooperation. Correspondent for A10 New European Architecture. Lives and works in Vienna and Belgrade
Lebbeus Woods architetto/architect Lansing, Michigan (USA), 1940. è co-fondatore e direttore scientifico di RIEA.ch, centro internazionale per la ricerca e la sperimentazione avanzata nel campo dell’architettura. Molti suoi lavori sono esposti in Musei quali il Moma di New York, il Mak di Vienna o la Fondazione Cartier di Parigi. Visiting-professor in molte università, attualmente è docente di architettura alla Cooper Union di New York/ Lansing, Michigan (USA), 1940. Cofounder and scientific director of RIEA.ch, an international centre for advanced research and experimentation in architecture. Many of his works are on exhibit in museums such as Moma in New York, Mak in Vienna or the Cartier Foundation in Paris. Visiting professor at numerous universities, he is a professor of architecture at Cooper Union in New York