Marettimo and Levanzo Islands Scuba Diving

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Marettimo e Levanzo ISOLE EGADI


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ITINERARI SOMMERSI NELL’ISOLA DI FAVIGNANA ISOLE EGADI

Il libro è stato realizzato da ENEA nell’ambito del Progetto Ecoinnovazione Sicilia in collaborazione con il Comune di Favignana e con l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi e finanziato dal Ministero della Istruzione, della Università e della Ricerca (Legge finanziaria 2010) per progetti di “Supporto allo sviluppo delle attività produttive nel Sud: interventi pilota per la sostenibilità e la competitività di turismo ed aree industriali”. ISBN 978-88-89048-29-0 A cura di: Silvia Cocito, Mattia Barsanti, Ivana Delbono, Chiara Lombardi, Andrea Peirano Centro Ricerche Ambiente Marino - ENEA, La Spezia Immagini subacquee e terrestri: Chiara Lombardi, Andrea Peirano Contatti: silvia.cocito@enea.it Progetto editoriale: RES Comunicazione - Sarzana (SP) Illustrazioni: Giacomo Guccinelli Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta degli autori. Finito di stampare nel mese di maggio 2014 Si ringraziano: Fabio Tedone e Francesco Demetrio del Marettimo Diving Center per averci guidati nell’esplorazione dei fondali dell’isola di Marettimo e Giuseppe Pisciotta del Diving Center Atmosphere Blu per averci guidati sui fondali di Levanzo. Citazione: Cocito S., Barsanti M., Delbono I., Lombardi C., Peirano A. (2014) Itinerari sommersi nelle isole di Marettimo e Levanzo, Isole Egadi. RES Edizioni, Sarzana (SP), 72 pp.


Indice Il progetto 4 Presentazione 5 L’Area Marina Protetta “Isole Egadi” 7 L’ambiente marino costiero delle isole di Marettimo e Levanzo 9 Scopo e contenuto del volume 11 ITINERARI SOMMERSI Carte delle isole di Marettimo e Levanzo 14 ISOLA DI MARETTIMO 1. Cala Bianca 16 2. La Tazza 20 3. Secca del Cammello 24 4. Scoglio del Cammello 28 5. Orlata S. Simone 32 6. Orlo paese 36 7. Punta Bassana 40 8. Il Camino 44 9. La Cattedrale (esterno) 48 10. La Cattedrale (interno) 52 11. Scoglio Spantillo 56 ISOLA DI LEVANZO 12. I Banconi dell’Alera 60 13. U Pirtuso 64 Legenda delle specie illustrate 68 Il Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA 72

Gli itinerari subacquei descritti nel volume sono visualizzabili sul sito internet: http://egadi.santateresa.enea.it/

Leggendo con smartphone i codici QR riportati per ciascun itinerario si accede ai filmati allegati


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Il progetto L’ENEA opera da anni nel settore dello sviluppo sostenibile e, in particolare, della sostenibilità e competitività dei sistemi produttivi. Tra questi, il turismo sostenibile rappresenta una vera e propria priorità per un Paese come il nostro che dispone di enormi ricchezze dal punto di vista storico, culturale e paesistico ma che non riesce a sfruttarle adeguatamente per molteplici ragioni. Questo è vero soprattutto se riferito al meridione e, ancora di più, ad aree marginali come le isole minori che, oltre a soffrire dei disagi dovuti alla loro specificità, sono caratterizzate dalla presenza di un ambiente terrestre e marino particolarmente vulnerabile che può risentire della pressione di un turismo spesso estremamente aggressivo e concentrato nel tempo. L’attività svolta da ENEA nelle isole Egadi (per maggiori informazioni vedi: http://progettoegadi.enea.it) fa parte del Progetto “Ecoinnovazione Sicilia” finanziato nell’ambito della Legge finanziaria 2010 ed articolato in due interventi pilota nel settore dei RAEE e del turismo sostenibile. In quest’ultimo caso si tratta di un’azione mirata a promuovere la sostenibilità del turismo nell’arcipelago attraverso l’attuazione di interventi nei settori della gestione della risorsa idrica, del ciclo dei rifiuti e delle risorse naturali, e l’avvio di un’attività finalizzata, nel lungo termine, al riconoscimento EMAS dell’ Arcipelago come distretto turistico. Le risorse naturali e paesaggistiche delle isole Egadi sono il bene più prezioso per lo sviluppo economico dell’arcipelago, fortemente dipendente dall’attività turistica. La loro conservazione e corretta gestione, a partire dalla qualità delle coste e del fondo marino, è quindi di fondamentale importanza e rappresenta uno dei punti focali del Progetto. La presente pubblicazione si pone l’obiettivo primario di far conoscere e valorizzare l’importanza delle risorse naturalistiche marine ai fruitori locali, residenti e turisti, e remoti. Per realizzare questo obiettivo è necessario fornire strumenti che permettano al fruitore di conoscere tali risorse e comprenderne l’importanza incentivandolo a comportamenti consapevoli ed attivi per la loro salvaguardia. Questo libro, che segue quello analogo sull’Isola di Favignana (Itinerari sommersi nell’Isola di Favignana, Isole Egadi, del dicembre 2012), rappresenta una delle realizzazioni che ENEA sta portando avanti nell’ambito del Progetto “Ecoinnovazione Sicilia” e che comprendono tra l’altro, nel caso dell’intervento sul turismo sostenibile, anche impianti di compostaggio di comunità, di distribuzione di acqua al fine di ridurre gli imballaggi, di recupero e riciclo di acque grigie e piovane in un edificio pubblico.

Il Responsabile del Progetto “Ecoinnovazione Sicilia” Roberto Morabito


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Presentazione L’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, gestita dal Comune di Favignana per conto del Ministero dell’Ambiente, è stata istituita nel 1991, ma solo a partire dagli ultimissimi anni è entrata veramente a regime. Iniziando a svolgere, con concretezza e autorevolezza, quel ruolo di tutela e valorizzazione dell’ambiente marino e costiero che la legge gli attribuisce. Dedicando particolare attenzione all’educazione ambientale, alla ricerca e alla promozione dello sviluppo sostenibile delle attività economiche della comunità locale. In questo contesto, l’AMP è diventata un vero e proprio laboratorio avanzato per la gestione sostenibile della fascia costiera, sviluppando progetti per la fruizione sostenibile della nautica da diporto, la mitigazione delle attività di pesca illegale, il coinvolgimento gestionale e operativo dei pescatori professionisti, la certificazione ambientale dei servizi rivolti al turismo. Ai fini della conservazione della biodiversità marina e delle risorse che essa costituisce è indispensabile far conoscere l’importanza delle emergenze biologiche e naturalistiche presenti sul territorio, con l’obiettivo duplice di renderle più fruibili e, nel contempo, proteggerle da un uso non ecosostenibile. In quest’ottica, abbiamo aderito con entusiasmo al progetto editoriale proposto da ENEA, per la realizzazione di testi illustrati di semplice ed immediata consultazione, volti a descrivere dettagliatamente i più suggestivi itinerari subacquei della più grande riserva marina d’Europa. Questo volume, dedicato alle isole di Marettimo e Levanzo, segue il precedente, incentrato sull’Isola di Favignana, e vuole rivolgersi a tutti: abitanti, operatori socio-economici, frequentatori abituali, turisti occasionali, subacquei, appassionati delle Egadi. Con la certezza che una maggiore conoscenza del valore ambientale di questi luoghi possa generare una nuova consapevolezza e un più forte rispetto della natura.

Comune di Favignana

Area Marina Protetta “Isole Egadi”

Il Sindaco di Favignana Presidente dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi” Giuseppe Pagoto

Il Direttore dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi” Stefano Donati

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L’Area Marina Protetta “Isole Egadi” L’Arcipelago delle Isole Egadi, posto a pochi chilometri dalla costa occidentale della Sicilia, è formato dalle isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e dagli isolotti di Formica e Maraone (Fig. 1). L’arcipelago include un’area di notevole interesse naturalistico-ambientale, ed in particolare l’ambiente sommerso, grazie alla posizione geografica e alle peculiari condizioni idrologiche, presenta una elevata biodiversità. I fondali presentano una morfologia molto articolata per la presenza di falesie, banchi rocciosi e valli sottomarine. Tali lineamenti geomorfologici derivano dall’azione di diversi fattori, quali la tettonica, le variazioni del livello del mare ed i processi erosivi dovuti all’idrodinamismo. Quest’ultimo in particolare è un processo molto attivo e peculiare delle Isole Egadi ove le correnti marine accelerano raggiungendo velocità anche molto elevate, soprattutto all’interno delle valli sottomarine: per questo motivo le immersioni subacquee nell’Area Marina Protetta ‘Isole Egadi’ necessitano di una particolare attenzione. Le grotte sommerse (Foto 2-3-4) e le morfologie derivate dai forti fenomeni erosivi dovuti all’azione di frequenti mareggiate e di intense correnti di fondo rappresentano uno degli aspetti paesaggistici più espressivi che caratterizzano l’area costiera ed i fondali. Intorno alle isole Egadi sono inoltre presenti diversi affioramenti rocciosi sommersi: si tratta in genere di rilievi limitati da faglie le cui pareti sono state più o meno intensamente modificate dall’azione del mare. La morfologia di tali rilievi è riconoscibile tra 19 e 50 m di profondità: sono rilievi che presentano una sommità piatta, terrazzata, di piccola estensione e pendii molto ripidi, pressochè verticali. Tali peculiarità morfologiche presentano aspetti spettacolari ed interessanti sia da un punto di vista geologico e paesaggistico, sia biologico ed ecologico per la strutturazione dei popolamenti animali. La pressione antropica a carattere stagionale legata ad attività turistico-balneari, pratiche illegali di pesca professionale e sportiva, fenomeni di inquinamento domestico conseguenti ai processi di urbanizzazione, che riguardano in particolare l’Isola di Favignana, sono fattori di disturbo per l’ecosistema marino e una minaccia per le risorse biologiche. L’Area Marine Protetta (AMP) è stata istituita con Decreto Interministeriale DD.LL. del 21/12/1991 e affidata in gestione al Comune di Favignana dal 2001 dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Successivamente è stato approvato il regolamento di esecuzione ed organizzazione dell’Area Marina Protetta ‘Isole Egadi’ (Decreto del Ministero dell’Ambiente del 28/5/2010). L’AMP costituisce la più estesa riserva marina d’Europa: include 53.992 ettari di cui 1.067 in zona A (tutela integrale), 2.865 in zona B (tutela generale), 21.962 in zona C (tutela parziale) e 28.098 in zona D. Le finalità di un’area marina protetta come quella delle Isole Egadi comprendono la protezione ambientale, la tutela e valorizzazione delle risorse, la diffusione e divulgazione della conoscenza degli ambienti marini e costieri e delle peculiari caratteristiche ambientali e geomorfologiche dell’area, e la realizzazione di programmi ed attività di carattere divulgativo e didattico. Poiché in questo volume si descrivono itinerari sommersi da effettuare in immersione, si riportano di

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seguito contenuti della regolamentazione che riguarda le immersioni: Zona A: Immersioni non consentite. Zona B: Immersioni consentite previa autorizzazione. Immersioni individuali in possesso di brevetto di 2° livello. Immersioni in gruppo: non superiore a 8 subacquei di cui almeno uno in possesso di brevetto di 2° livello. Consentite, in ogni caso, entro 100 m dalla verticale del punto di ormeggio. Zona C: Immersioni consentite previa autorizzazione. Immersioni in gruppo: non superiore a 8 subacquei di cui almeno uno in possesso di brevetto di 2° livello. Consentite, in ogni caso, entro 100 m dalla verticale del punto di ormeggio. Per gli approfondimenti e altri aspetti della regolamentazione le informazioni sono disponibili al link http://www.ampisoleegadi.it/regolamento.html

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I. MARETTIMO

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I. LEVANZO

ZONA A ZONA B ZONA C

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ZONA B ZONA C

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L’ambiente marino costiero delle isole di Marettimo e Levanzo Marettimo e Levanzo sono le isole minori dell’arcipelago delle Isole Egadi, insieme all’isola di Favignana, al largo della Sicilia nord-occidentale: i loro fondali marini costituiscono un’area di particolare pregio, con peculiari caratteristiche geomorfologiche, naturalistiche ed ambientali. L’area marina circostante le due isole è sottoposta a vincoli di tutela regolamentati per la zona A, B, C a Marettimo e per la zona B, C a Levanzo (Fig. 5-6) La geomorfologia costiera delle isole di Marettimo e Levanzo è caratterizzata prevalentemente da alte falesie dolomitiche, piccoli scogli e depositi detritici di rocce carbonatiche che risalgono a molti milioni di anni fa (Ma), dal Triassico al Giurassico inferiore e medio (250-160 Ma circa). Nel complesso si tratta di coste alte articolate (Foto 7-8) per la presenza di diverse calette, ove nel corso dei tempi l’azione erosiva del mare insieme al fenomeno di carsismo hanno spesso creato grotte emerse di particolare interesse paesaggistico: è ad esempio il caso della Grotta denominata Cammello sita a nord dell’abitato di Marettimo e della Grotta del Genovese sulla costa nord-occidentale dell’isola di Levanzo. Numerose sono anche le grotte sommerse, distribuite lungo i perimetri insulari nella fascia sommersa del substrato roccioso costituito da dolomie triassiche. Processi di fratturazione primaria, dissoluzione di tipo carsico ed azione meccanica abrasiva del mare hanno insieme creato varie morfologie sommerse quali cavità di crollo, spaccature, passaggi e gallerie, per lo più poco conosciute. Il fondale marino delle isole di Marettimo e Levanzo è composto essenzialmente da substrato con rocce carbonatiche mesozoiche (250-65 Ma circa) e più al largo da sabbie carbonatiche medio - grossolane di natura organogena, costituite per lo più da resti di organismi animali e vegetali, formando nell’insieme un fondo biodetritico. Il contatto tra gli affioramenti rocciosi calcarei (che sono la parte sommersa del complesso calcareo che costituisce il nucleo dell’isola) e i sedimenti che ricoprono i fondali è generalmente molto vicino all’isola, sito generalmente a circa 1 km da costa ad una profondità di circa 30-40 m. Tale contatto è notevolmente articolato e costituito da ripide scarpate, con pareti sub-verticali, intensamente fratturate e ricoperte da un’abbondante flora e fauna marina. Inoltre ampie conoidi di detrito e massi di crollo sono diffusi sui fondali fino a circa 20-30 m di profondità. Sulle pareti strapiombanti e sulle secche si sviluppano comunità biologiche di particolare pregio come il coralligeno, mentre la prateria di Posidonia oceanica colonizza i fondali sabbiosi e rocciosi di entrambe le isole fino alla profondità di circa 40 m. Il posidonieto, habitat prioritario (Direttiva Habitat 43/92/CEE), è uno degli ecosistemi più importanti del Mediterraneo e costituisce un habitat di grande pregio per il ruolo ecologico che svolge e per la biodiversità associata: è zona di riproduzione e nursery per molte specie, riduce l’energia delle correnti e delle onde, contribuisce alla stabilità dei fondali e protegge le spiagge anche grazie all’accumulo delle foglie spiaggiate. I servizi ‘ecologici’ forniti dal posidonieto, tra cui la protezione dall’erosione costiera, il rifugio di specie ittiche, la produzione di ossigeno, costituiscono un valore economico rilevante. Grande interesse è rappresentato dagli ambienti di grotta dove i popolamenti variano verso l’interno in funzione della progressiva riduzione di luce e idrodinamismo, riproducendo quei cambiamenti nelle forme di vita animali e vegetali che normalmente riscontriamo scendendo a profondità maggiori.

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Le grotte costituiscono inoltre habitat e rifugio per la fauna criptica, inclusi crostacei e pesci. Tra questi ultimi va segnalata a Marettimo la presenza del pesce noto con il nome comune di brotula (Grammonus ater ), una specie abissale che piuttosto raramente si può incontrare nelle parti oscure delle grotte a bassa profondità. Negli ambienti rocciosi più superficiali e meno illuminati dell’infralitorale di entrambe le isole è abbastanza frequente individuare la fascia formata dal madreporario coloniale arancione Astroides calycularis, specie a rischio di estinzione (Foto 9). A Levanzo è possibile incontrare il mollusco gasteropode Umbraculum umbraculum, riconoscibile per le dimensioni (fino a 20 cm di diametro), con la conchiglia ridotta rispetto all’animale, il cui mantello presenta colorazioni dal bianco al giallo e arancio (Foto 10). È assolutamente degna di segnalazione sui fondali di Marettimo, a profondità accessibili al subacqueo, la presenza di alcune specie piuttosto rare per il Mediterraneo, di elevato pregio biologico e di indubbia attrattiva per il turismo subacqueo: piccoli esemplari dell’ofiura Astrospartus mediterraneus (Foto 11) e colonie dello cnidario Savalia savaglia (Foto 12), impropriamente chiamato ‘corallo nero’.

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Scopo e contenuto del volume Questo volume, dedicato alla descrizione e illustrazione di una selezione di itinerari subacquei attorno alle isole di Marettimo e Levanzo, è uno dei prodotti realizzati nell’ambito di un progetto dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) che ha lo scopo, tra gli altri, di sviluppare strumenti ed iniziative per un turismo sostenibile. Lo sviluppo di un turismo sostenibile è oggi riconosciuto come prioritario per la salvaguardia dell’ambiente, e passa necessariamente attraverso interventi che promuovono la valorizzazione e conservazione delle risorse biologiche marine. Il volume rappresenta, quindi, uno strumento che consente al turista, al residente, al fruitore in generale di conoscere le risorse biologiche marine presenti, comprendere l’importanza della loro conservazione e incentivino così a comportarsi e ad agire in modo consapevole ed attivo per la loro salvaguardia. Questo strumento di divulgazione stimola l’osservazione del mondo sommerso e delle sue emergenze naturalistiche, fornisce indicazioni per chi vuole intraprendere attività di snorkeling e di immersioni subacquee, ma soprattutto serve a definire l’identità di un luogo e le sue peculiarità. Vengono presentati 13 itinerari, 11 relativi ai fondali di Marettimo e 2 di Levanzo, che sono stati percorsi in immersione da ricercatori scientifici dell’ENEA. Ciascun itinerario illustra le principali caratteristiche biologiche e geomorfologiche osservabili nel corso di una immersione, elencando specie animali e vegetali principalmente sessili (cioè che vivono ancorate al fondale) che lo caratterizzano e descrivendo gli habitat nei quali è possibile osservare le specie. Complessivamente sono state censite 166 specie (o taxa) di cui 31 vegetali e 135 animali. Sono state riscontrate specie di interesse naturalistico e conservazionistico, alcune delle quali presentano caratteristiche di rappresentatività, rarità e valore estetico, così come sono state individuate alcune specie invasive (alloctone). Per ogni località esplorata viene indicata graficamente la sua posizione rispetto all’isola e indicato l’orientamento del percorso. Una serie di informazioni definisce le caratteristiche dell’immersione e del percorso: con il termine tipologia viene indicato se si tratta di uno scoglio, di una secca, di una grotta o se il percorso si limita a seguire una parete rocciosa. Viene indicata la profondità minima e massima (in metri) del percorso descritto e le condizioni di corrente generalmente presenti nella località. La difficoltà dell’immersione tiene in considerazione diversi fattori come la profondità, la presenza di corrente, lo scarso ridosso in caso di condizioni meteomarine non favorevoli, l’ambiente di grotta, la visibilità e, trattandosi in molti casi di secche, il fatto che la discesa deve essere lungo pedagno o cima dell’ancora. Si distingue se il profilo dell’immersione è multilivello o quadra. Il pregio naturalistico del percorso, valutato con un giudizio da 1 a 4 stelle, tiene in considerazione il pregio biologico rappresentato da specie e habitat, la presenza di caratteristiche geologiche o geomorfologiche di pregio, la presenza di reperti archeologici, il valore paesaggistico ed estetico, la vulnerabilità e rarità. Ciascun itinerario viene rappresentato in modo pittorico con l’illustrazione del percorso e dei principali popolamenti biologici che lo caratterizzano. Oltre a questa illustrazione, un profilo

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batimetrico-topografico con la distribuzione delle specie censite offre una descrizione di maggior dettaglio. Una descrizione testuale sintetica del profilo batimetrico-topografico riporta i nomi ‘volgari’ con cui comunemente sono conosciuti gran parte degli organismi, affiancati dal loro nome scientifico. A molte specie è stata associata anche l’indicazione del colore in quanto rappresenta una caratteristica apprezzabile da chi è interessato a documentare il percorso con video o fotografia. Gli itinerari sono corredati da una unica legenda, in fondo al volume, che consente il riconoscimento delle singole specie animali e vegetali presenti lungo i diversi profili. Infine, una selezione di immagini fotografiche illustra alcuni aspetti significativi degli ambienti e delle specie osservabili lungo l’itinerario.


ITINERARI SOMMERSI NELL’ISOLA DI FAVIGNANA ISOLE EGADI

Marettimo e Levanzo ITINERARI SOMMERSI

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Isola di Marettimo Punta TroĂ­a

2. La Tazza

Punta Mugnone

3. Secca del Cammello

1. Cala Bianca

4. Scoglio del Cammello 5. Orlata S. Simone 6. Orlo paese

Marettimo

Punta Libeccio

ISOLA DI MARETTIMO 1. Cala Bianca 2. La Tazza 3. Secca del Cammello 4. Scoglio del Cammello 5. Orlata S. Simone 6. Orlo paese 7. Punta Bassana 8. Il Camino 9. La Cattedrale (esterno) 10. La Cattedrale (interno) 11. Scoglio Spantillo

Punta Cortiglio 11. Scoglio Spantillo

7. Punta Bassana

8. Il Camino 9-10. La Cattedrale

1 km


Isola di Levanzo

Capo Grosso 12. Banconi dell’Alera

13. U Pirtuso

Punta dei Sorci

Punta l’Altarella Levanzo

1 km

ISOLA DI LEVANZO 12. I Banconi dell’Alera 13. U Pirtuso


Cala Bianca ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: parete ProfonditĂ min-max: 20-42 m Corrente: media / forte DifficoltĂ : impegnativa Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-20 m

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Punta Mugnone Cala Bianca

-38 m

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Cala Bianca

ISOLA DI MARETTIMO

La spettacolarità di colori e diversità di specie che si incontrano in questo sito ben rappresenta alcune delle peculiarità biologiche del Mar Mediterraneo. In alcune occasioni, tuttavia, la corrente può essere così forte da non permettere l’immersione. La sommità dell’emergenza rocciosa è posta a 20 m, dove si incontrano estensioni di Posidonia oceanica e di alghe (Dictyotales spp., Codium bursa, Halimeda tuna, Asparagopsis armata), sopra le quali nuotano le boghe (Boops boops). A 24 m si incontrano le prime gorgonie bianche (Eunicella singularis), mentre ventagli della gorgonia rossa (Paramuricea clavata) fanno la loro comparsa intorno ai 30 m. Lungo la parete rocciosa subverticale spiccano coloratissime colonie della madrepora Astroides calycularis, macchie rosa della spugna Hexadella racovitzai, gialle di Agelas oroides, grossi esemplari grigi di Spongia agaricina e macchie verde brillante dell’alga Palmophyllum crassum. Nuvole di castagnole rosse (Anthias anthias) accompagnano la discesa ed esemplari di cernia bruna (Epinephelus marginatus) si nascondono nelle tane. La parete quasi verticale continua ricca di incrostazioni e di colori fino a circa 37 m, con le gialle spugne Axinella damicornis e le colonie della madrepora Leptopsammia pruvoti a fianco di A. calycularis. Due grossi e spettacolari rami di falso corallo nero (Savalia savaglia) spiccano tra le gorgonie rosse. Una profonda spaccatura, a circa 40 m, offre substrato sulla volta a numerose spugne (Clathrina clathrus, Hemimycale columella, A. verrucosa, Haliclona mediterranea, Petrosia ficiformis), briozoi (Myriapora truncata), madrepore (Leptopsammia pruvoti, A. calycularis), stelle (Ophidiaster ophidianus). All’interno sono presenti nuvole di castagnole rosse (Anthias anthias) e sul fondo si può incontrare la musdea (Phycis phycis). A 41 m, i massi di crollo sul fondo biodetritico ospitano le gorgonie E. cavolinii e P. clavata, sui cui rami si possono osservare piccoli esemplari della bellissima stella gorgona (Astrospartus mediterraneus). Ancora sulle rocce si osservano alcuni esemplari della grossa spugna ‘orecchia di elefante’ (Spongia agaricina) e della spugna ramificata (A. polypoides). Procedendo in risalita, lungo la parete, non è insolito incontrare branchi di castagnole (Chromis chromis), saraghi fasciati (Diplodus vulgaris) e la tanuta (Spondyliosoma cantharus).

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La Tazza ISOLA DI MARETTIMO

-25 m


La Tazza

Punta Mugnone

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-23 m Tipologia: grotta, scogli ProfonditĂ min-max: 7-25 m Corrente: debole DifficoltĂ : facile Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

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La Tazza

ISOLA DI MARETTIMO

Il percorso inizia in un’ampia area sub-pianeggiante a 7 m di profondità dove si distinguono numerose specie di alghe (Codium bursa, Dictyopteris membranacea, Padina pavonica, Flabellia petiolata) e isole di Posidonia oceanica su substrato roccioso, tra cui pascola il riccio nero Arbacia lixula. A circa 15 m, si apre l’ingresso di un’ampia grotta dove si riconoscono spugne (Agelas oroides, Hexadella racovitzai, Clathrina coriacea, Pleuraplysilla spinifera), briozoi (Myriapora truncata) e nuotano numerosi esemplari di re di triglie (Apogon imberbis). Nella parte più interna della grotta, si osservano altre spugne (Terpios caerulea, Cliona sp.), briozoi (Reteporella grimaldii, Reptadeonella violacea), e sul fondo o sulle pareti si riconoscono alcune oloturie (Holoturia tubulosa, H. forskalii), la stella rossa Hacelia attenuata e lo scorfano nero (Scorpaena porcus). All’uscita della grotta, a circa 17 m, si possono incontrare esemplari di corvina (Sciaena umbra) e tra i massi di crollo esterni, ricoperti da alghe (D. membranacea, Halopteris filicina, Asparagopsis armata, Zonaria tournefortii), con un po’ di fortuna si può scorgere la torpedine marezzata (Torpedo marmorata). Esemplari di donzella pavonina (Thalassoma pavo) e colorati vermocane (Hermodice carunculata) si notano sul fondo roccioso su cui si incontrano spugne della specie Spongia officinalis. Intorno alle foglie di P. oceanica si possono notare grossi esemplari di tordo verde (Symphodus roissalii). Numerose specie concorrono a colorare le volte e gli anfratti rocciosi che si incontrano lungo il percorso: il briozoo arancione Myriapora truncata, la stella rossa Ophidiaster ophidianus, la madrepora arancione Astroides calycularis, la spugna gialla Axinella verrucosa, l’alga verde Palmophyllum crassum e il riccio nero dai lunghi aculei Centrostephanus longispinus. Un’estesa prateria di P. oceanica si incontra tra 20 e 23 m, dove non è raro osservare esemplari di cernia bruna (E. marginatus). Lungo il percorso, un’altra grotta, meno estesa, è popolata da spugne (A. oroides, A. verrucosa, Petrosia ficiformis), delicate colonie di briozoi (R. grimaldii, Adeonella calveti), nuvole di re di triglie (Apogon imberbis) e di castagnole (Chromis chromis).

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Secca del Cammello ISOLA DI MARETTIMO

Punta Troía

Secca del Cammello

-28 m


-16 m

-36 m

Tipologia: secca, parete ProfonditĂ min-max: 16-36 m Corrente: media / bassa DifficoltĂ : media Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

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ISOLA DI MARETTIMO

Secca del Cammello

La morfologia articolata del paesaggio sommerso e alcune peculiarità biologiche rendono interessante questo itinerario. La sommità della secca è a circa 1 km da costa e a circa 16 m di profondità, dove le alghe (Caulerpa racemosa, Flabellia petiolata, Sargassum vulgare, Dictyota linearis) e il posidonieto formano un tappeto verde. Da qui si nuota verso un grosso masso, un affioramento roccioso carbonatico lungo il cui fianco nord-orientale sono state osservate due superfici sub-orizzontali larghe pochi metri, formando due ‘gobbe’ che danno il nome alla secca. Lungo la parete si osservano macchie colorate di spugne (Spirastrella cunctatrix) e colonie di gorgonie (Eunicella cavolinii, Paramuricea clavata) sulle quali crescono grappoli di ascidie (Clavelina lepadiformis). Negli anfratti si incontrano numerosi ricci diadema (Centrostephanus longispinus) ed esemplari della stella rossa Hacelia attenuata. Dirigendosi verso il fondo, a circa 30 m, il substrato roccioso si arricchisce di altre specie, quali spugne (Agelas oroides, Chondrosia reniformis), stelle serpente (Ophidiaster ophidianus) e protule dai ciuffi branchiali ben visibili (Protula sp.). Sul fondo biodetritico, a 34 m, l’alga verde C. racemosa forma una fitta rete che ricopre il fondale intervallata da macchie dell’alga bruna Cystoseira spinosa e radi ciuffi di Posidonia oceanica. Qua e là sparsi sul fondo si notano esemplari di Pinna nobilis. Sul fondo inoltre, un passaggio forma una piccola galleria sulla cui volta si nota la madrepora gialla Leptopsammia pruvoti, l’ascidia rossa Halocynthia papillosa, l’oloturia grigia Holoturia tubulosa, il riccio Sphaerechinus granularis e sul fondo si nota il cerianto Cerianthus membranaceus. Numerosi re di triglie (Apogon imberbis), alcuni esemplari di perchia (Serranus cabrilla) e un grongo (Conger conger ) nuotano o trovano tana in prossimità del passaggio. All’esterno della galleria, si notano tane di polpo (Octopus vulgaris), esemplari di tanute (Spondyliosoma cantharus) e di dentice (Dentex dentex). Su questo fondale, dominato dal verde delle alghe, un bel ramo di falso corallo nero (Savalia savaglia) si staglia con il suo colore giallo su un masso isolato a 34 m. In risalita, lungo la parete, si possono notare l’idrozoo ad alberello Sertularella crassicaulis e numerose alghe (Dictyotales spp., F. petiolata, Halimeda tuna). Alcuni esemplari di tordo coda nera (Symphodus melanocercus) nuotano tra le alghe, mentre nuvole di sarago fasciato (Diplodus vulgaris) e di castagnole (Chromis chromis) nuotano sulla cresta della secca.

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Scoglio del Cammello ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: scoglio ProfonditĂ min-max: 6-18 m Corrente: assente DifficoltĂ : facile Profilo di immersione: multilivello Pregio naturalistico:


Punta TroĂ­a

Scoglio del Cammello

-6 m

-18 m

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-6

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-18


ISOLA DI MARETTIMO

Scoglio del Cammello

La sommità dello scoglio, posta a circa 400 m da costa e a 6 m di profondità, è caratterizzata da densi popolamenti algali (Asparagopsis armata, Halopteris filicina, Flabellia petiolata) nelle porzioni pianeggianti, mentre nei piccoli anfratti che si susseguono si notano il bivalve Pinna rudis, il riccio canuto (Sphaerechinus granularis) e la stella rossa (Echinaster sepositus). Sotto le volte si notano la spugna arancione Spirastrella cunctatrix e il briozoo conosciuto come ‘falso corallo’ (Myriapora trunacata). A circa 9 m, sono presenti estese chiazze di Posidonia oceanica, la madrepora Balanophyllia europaea, ciuffi dell’alga Cystoseira sp. in corrispondenza delle quali si possono incontrare lo sciarrano (Serranus scriba), la triglia di scoglio (Mullus surmuletus), l’occhiata (Oblada melanura) e il pesce pappagallo (Sparisoma cretense). Non insolito è l’incontro con la murena (Muraena helena) di cui si può notare il capo sporgere tra le rocce. Lungo la parete sub-verticale rivolta verso Nord che scende fino a 15 m, si trova una folta copertura dell’alga Flabellia petiolata che si arricchisce in profondità e in prossimità delle spaccature di macchie delle madrepore arancioni Astroides calycularis e di esemplari della spugna Chondrosia reniformis, dell’ascidia rossa Halocynthia papillosa, della stella arancione Hacelia attenuata e del nudibranco Cratena peregrina. Una galleria permette di passare dal lato Nord a quello Sud dello scoglio del Cammello: all’inizio si incontrano sulla volta la madrepora gialla Leptopsammia pruvoti, le spugne Petrosia ficiformis, Agelas oroides e vari briozoi (Adeonella calveti, Reteporella grimaldii, Celleporidae spp.). All’uscita invece sono presenti colonie sparse del madreporario Cladocora caespitosa, mentre banchi di castagnole (Chromis chromis) e esemplari di re di triglie (Apogon imberbis) nuotano nelle vicinanze. Procedendo verso terra si nota l’ingresso di una grotta con fondo sabbioso a circa 17 m: sulla volta si ritrovano coralliti gialli di L. pruvoti, colonie ramificate rosse di M. truncata e numerose spugne (A. oroides, S. cunctatrix, Hemimycale columella, Clathrina clathrus, Cliona sp.). Nella parte interna della grotta si notano i tubi calcarei delle protule (Protula sp.), il riccio nero dai lunghi aculei Centrostephanus longispinus e il vermocane Hermodice carunculata. Sui massi di crollo alla base della grotta, si possono incontrare l’aragosta (Palinurus elephas), il paguro Dardanus calidus, oltre agli echinodermi Holothuria tubulosa e H. forskali. Con più attenzione si può intravedere distesa sul fondo la lunga protuberanza terminante a T (proboscide) dell’echiuride Bonellia viridis tra le fronde dell’alga bruna Zonaria tournefortii.

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Orlata S. Simone ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: secca Profondità min-max: 19-38 m Corrente: moderata Difficoltà: media Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-19 m

-38 m


Orlata S. Simone Marettimo

-27 m

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-19

-25

-30

-35

-38


Orlata S. Simone

ISOLA DI MARETTIMO

Bellissime e colorate pareti sub-verticali ricche di anfratti caratterizzano questo itinerario. La discesa nel blu ci porta a 19 m sul posidonieto e ricchi popolamenti algali (Sphaerococcus coronopifolius, Asparagopsis armata, Flabellia petiolata). A circa 23 m di profondità, si incontrano le prime colonie della gorgonia rossa Paramuricea clavata. Sulle volte degli anfratti si apprezzano i cromatismi di spugne quali Hexadella racovitzai, Agelas oroides, Chondrosia reniformis, di alghe (Halimeda tuna, Palmophyllum crassum, Peyssonnelia sp.) e dei briozoi (Reteporella grimaldii ). Una ricca fauna di pesci vive in questo ambiente: esemplari di cernia bruna (Epinephelus marginatus), dentici (Dentex dentex), Serranus cabrilla e Serranus scriba e nuvole di Chromis chromis sono tra gli incontri più frequenti. Procedendo oltre l’orlata, a circa 30 m si incontra una parete sub-verticale in prossimità della quale, alla base dei rossi ventagli rossi della gorgonia P. clavata, la roccia è caratterizzata dalle colorate spugne A. oroides, Ircinia sp., H. racovitzai, Spirastrella cunctatrix, e dalla madrepora gialla Leptopsammia pruvoti. La gorgonia può ospitare sui suoi rami aggregati tondeggianti del polichete Filograna implexa e colonie del briozoo arancione Pentapora fascialis. Nelle spaccature si notano il riccio Centrostephanus longispinus, macchie di azzurro della spugna Phorbas tenacior e gialle di Axinella damicornis. Sul fondo, a circa 37 m, sono presenti rocce che ospitano colonie di gorgonie Leptogorgia sarmentosa, P. clavata, Eunicella cavolinii, i cui rami possono essere parassitati dall’alcionaceo Parerythropodium coralloides. In risalita, nuotando verso il canale che separa l’orlata dai massi, si notano colonie di E. singularis e della spugna Clathrina clathrus. Sono comuni le tanute (Spondyliosoma cantharus) anche di grossa taglia. L’accumulo (conoide) detritico fronteggiante l’orlata forma una sorta di canale sulla cui parete grossi ventagli di P. clavata nascondono alla loro base il briozoo rosso conosciuto con il nome di ‘falso corallo’ (Myriapora truncata). Tra i pesci si riconoscono i tordi Symphodus rostratus e S. melanocercus, e la musdea (Phycis phycis). Talvolta durante la risalita si possono vedere nel blu grossi esemplari di tonno rosso (Thunnus thynnus).

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Orlo paese ISOLA DI MARETTIMO

-18 m

-25 m

Tipologia: anfratti Profondità min-max: 18-24 m Corrente: media Difficoltà: facile / media Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-24 m


-24 m

Marettimo

Orlo paese

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-24

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Orlo paese

ISOLA DI MARETTIMO

Interessanti anfratti e un’ampia grotta variamente concrezionata caratterizzano l’itinerario. Il percorso inizia a circa 17 m lungo una estesa prateria di Posidonia oceanica dove si incontrano rocce colonizzate da tappeti algali formati da Halimeda tuna, Flabellia petiolata e dalle reti di Caulerpa racemosa. Le pareti verticali più in ombra possono ospitare individui della gorgonia gialla Eunicella cavolinii e spugne colorate delle specie Agelas oroides, Crambe crambe, Axinella damicornis. Scendendo a circa 19 m, si incontrano interessanti passaggi tra i massi e piccole grotte che creano zone di semioscurità adatte ad ospitare numerosi organismi. Tra questi, abbondanti le colonie della madrepora arancione Astroides calycularis, i briozoi Adeonella calveti, Myriapora truncata, Smittina cervicornis e le delicate trine di Reteporella grimaldii. Profonde spaccature articolano e colorano il paesaggio sommerso, con le chiazze rosa della spugna Hexadella racovitzai, e quelle arancioni di Spirastrella cunctatrix. Sulle volte si riconoscono i coralliti gialli della madrepora Leptopsammia pruvoti e le trine bianche del polichete Filograna implexa. Numerosi esemplari del nudibranco, conosciuto come ‘vacchetta di mare’ (Discodoris atromaculata), si cibano della spugna Petrosia ficiformis. All’esterno delle spaccature, a circa 21 m, si incontra P. oceanica, oltre ad estese coperture dell’alga Halimeda tuna, piccoli ventagli di Zonaria tournefortii e Peyssonnellia rubra. A circa 23 m di profondità, un’altra ampia grotta sotto la prateria di Posidonia presenta pareti densamente concrezionate dalle spugne Clathrina coriacea, A. oroides, P. ficiformis, mentre il paguro Dardanus calidus può essere notato tra le spaccature. Serpule e colonie di A. calycularis e L. pruvoti trovano spazio tra le spugne. Fuori della grotta, a circa 24 m, sui massi sparsi si possono facilmente individuare grossi esemplari di spugne (Ircinia sp.) mentre nella prateria di Posidonia oceanica nuotano numerose salpe (Sarpa salpa) e si osservano facilmente tanute (Spondyliosoma cantharus) e esemplari di dotto (Epinephelus costae).

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Punta Bassana ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: parete ProfonditĂ min-max: 6-42 m Corrente: media / forte DifficoltĂ : impegnativa Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-42 m


Punta Bassana

-6 m -12 m -22 m

-27 m

-35 m

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0

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-20

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Punta Bassana

ISOLA DI MARETTIMO

La varietà di specie bentoniche e di paesaggi sommersi rendono questa parete particolarmente interessante e apprezzabile. La discesa inizia a ridosso del lato Nord di Punta Bassana lungo una parete rocciosa carbonatica ricca di popolamenti algali, che intorno a 6 m di profondità si alternano al posidonieto e a prati di Caulerpa racemosa, tra cui pascolano i ricci (Sphaerechinus granularis, Arbacia lixula). Un pinnacolo roccioso tappezzato dalle colonie del madreporario Astroides calycularis delimita un passaggio, a circa 12 m, oltre il quale si scende lungo la parete Nord, verticale e ricca di gorgonie rosse (Paramuricea clavata) di dimensioni crescenti in profondità. Numerose specie bentoniche arricchiscono lo strato sottostante le gorgonie, quali l’ascidia Halocynthia papillosa, stelle (Ophidiaster ophidianus, Hacelia attenuata), le spugne (Hexadella racovitzai, Chondrosia reniformis, Phorbas tenacior ) e le colonie dei briozoi Smittina cervicornis, Turbicellepora avicularis, Pentapora fascialis. Queste ultime due specie possono essere presenti anche sui rami delle gorgonie. Sotto i 25 m, numerose altre specie conferiscono colore al substrato. Aggirando la Punta, si percorre a circa 35 m un canale di sabbia biodetritica delimitato verso il largo da una grande formazione rocciosa. Colonie di P. clavata e di Alcyonium acaule colorano i massi. Comuni sono i re di triglie (Apogon imberbis), come pure l’avvistamento di qualche bell’esemplare di dentice (Dentex dentex). Risalendo la parete si incontrano abbondanti le gorgonie Eunicella cavolinii ed Eunicella singularis. Alcuni rami delle gorgonie possono essere colonizzate dallo cnidario parassita Parerythropodium coralloides. Risalendo, a circa 15 m, sotto la volta di un lungo anfratto che sale fino a circa 6 m, si ritrova abbondante A. calycularis come pure le spugne H. racovitzai, Agelas oroides e Clathrina coriacea. Comuni anche alcune specie ittiche, tra cui la cernia Epinephelus marginatus, il sarago Diplodus sargus, A. imberbis e Chromis chromis. A pochi metri dalla superficie poi si possono osservare, nel tappeto algale, cuscini del madreporario Cladocora caespitosa e la presenza del vermocane (Hermodice carunculata).

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Il Camino ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: grotta, scoglio Profondità min-max: 10-29 m Corrente: media Difficoltà: facile Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-24 m


Punta Bassana Il Camino

-10 m

-29 m

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-29

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-10


Il Camino

ISOLA DI MARETTIMO

Questo itinerario è caratterizzato dalla alternanza di ambienti ricchi di flora e fauna variamente colorati e diversificati. Il percorso inizia a circa 10 m su un‘area rocciosa con piccoli massi di crollo sparsi tra i quali si alternano chiazze rade di Posidonia oceanica e coperture algali (Cystoseira sp., Asparagopsis armata, Padina pavonica, Jania rubens, Trichleocarpa fragilis). Numerosi ricci neri (Arbacia lixula), brucando il ricoprimento algale, creano aree di roccia nuda su cui spicca il colore rosso della stella serpente (Ophidaster ophidianus). Una apertura ci conduce all’interno del ‘Camino’ le cui pareti sono inizialmente ricoperte di alghe (Peyssonnelia squamaria, Flabellia petiolata, Palmophyllum crassum, Lithophyllum sp.). Più internamente, dove la luce si fa più modesta, molti organismi incrostano la parete tra cui spugne (Agelas oroides, Axinella damicornis), la madrepora gialla Leptopsammia pruvoti, il tunicato Aplydium sp., il briozoo Reteporella grimaldii. Si riconoscono inoltre sul fondo o in prossimità di esso esemplari del cetriolo di mare Holothuria forskalii, la bavosa Parablennius gattorugine, lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa). Frequenti anche gli incontri con il nudibranco a chiazze marroni detto ‘vacchetta di mare’ (Discodoris atromaculata). Sul fondale sabbioso, a circa 20 m, dove nuotano le triglie di scoglio (Mullus surmuletus), si possono notare il Cerianthus membranaceus e gli scheletri biancastri dei ricci di sabbia (Spatangus purpureus). Verso l’uscita dal ‘Camino’, numerose colonie della madrepora Astroides calycularis tappezzano le pareti con il briozoo Myriapora truncata e l’alga rosa Lithophyllum sp. All’esterno del Camino, sulle rocce, sono presenti alghe (Zonaria tournefortii, Asparagopsis armata, Peyssonnelia sp.), grosse colonie del briozoo Pentapora fascialis, la stella Ophidiaster ophidianus, la spugna grigia (Spongia officinalis), il riccio Sphaerechinus granularis e la bavosa Parablennius gattorugine. Con un po’ di fortuna si può incontrare la cernia rossa (Mycteroperca rubra). In risalita, la parete verticale a circa 24 m è colonizzata dalla gorgonia gialla Eunicella cavolinii, spugne (A. oroides), protule e dalla ascidia rossa o ‘patata di mare’ (Halocynthia papillosa). Tra le spaccature sono presenti specie di pesci tra cui la cernia bruna (Epinephelus marginatus) e la musdea (Phycis phycis). Risalendo ancora sulle pareti più superficiali, si notano molte alghe (A. armata, Halimeda tuna, Dictyotales sp., Acetabularia acetabulum, Cystoseira spinosa) e colonie della gorgonia bianca (E. singularis). Sulla sommità del pianoro, a circa 10 m, frequenti gli incontri con murene (Muraena helena), Sarpa salpa e perchie (Serranus scriba).

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La Cattedrale (esterno) ISOLA DI MARETTIMO -17 m

-27 m

-42 m


Punta Bassana La Cattedrale

Tipologia: parete ProfonditĂ max: 17-42 m Corrente: media / forte DifficoltĂ : media / impegnativa Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

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-34

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-17


ISOLA DI MARETTIMO

La Cattedrale (esterno)

La ricchezza di flora e fauna bentonica offrono un itinerario di grande pregio naturalistico. La discesa in direzione sud ci conduce sulla sommità di una distesa pianeggiante a 17 m, un’ampia superficie di abrasione sub-orizzontale ampia qualche centinaio di metri quadrati, dove è presente una folta prateria di Posidonia oceanica tra cui si riconoscono esemplari della spugna Ircinia variabilis e del tunicato Aplidium proliferum. Da qui si scende di alcuni metri lungo una parete ricca di alghe (Halopteris filicina, Halimeda tuna, Asparagopsis armata) e di chiazze arancioni del madreporario Astroides calycularis. A 21 m su una seconda superficie di abrasione, ampia solo una decina di metri, l’alga Caulerpa racemosa forma una fitta rete. Da qui si scende lungo una parete sub-verticale che termina a circa 33 m. Lungo la discesa si osservano estese coperture algali (Sphaerococcus coronopifolius, Acetabularia acetabulum, Peyssonnelia rubra) e macchie della spugna arancione Crambe crambe. A 23 m spiccano i ventagli della gorgonia rossa Paramuricea clavata, mentre lo strato incrostante si arricchisce di spugne (Agelas oroides, Petrosia ficiformis, Hexadella racovitzai, Axinella damicornis, Hemimycale columella, Phorbas tenacior ). Non è raro incontrare esemplari di cernia bruna (Ephinephelus marginatus), mentre le donzelle (Coris julis e Thalassoma pavo) nuotano lungo la parete. Appena sopra la volta della grotta denominata ‘La Cattedrale’ si osservano le chiazze di madrepore gialle (Leptopsammia pruvoti) e arancioni (A. calycularis), le spugne Haliclona mediterranea e Chondrosia reniformis, la stella Marthasterias glacialis, i briozoi Rhyncozoon sp. e Myriapora truncata. Mentre sul fondale roccioso è frequente l’incontro con lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa), all’ingresso della grotta, a circa 27 m, si incontra spesso adagiato sul fondo sabbioso un esemplare di torpedine (Torpedo marmorata). Gruppi di saraghi fasciati (Diplodus vulgaris) si dispongono a bandiera nella corrente, mentre tra i fasci di Posidonia poco lontani dalla grotta nuotano esemplari di perchia (Serranus cabrilla). Sui massi circostanti su un fondale che digrada fino a 31 m, sono presenti le gorgonie P. clavata, Eunicella singularis e E. cavolinii, i cui rami sono talvolta colonizzati dall’alcionaceo Parerythropodium coralloides. Un altro alcionaceo è comune sul fondo (Alcyonium acaule) tra macchie della spugna Spirastrella cuctatrix e dell’alga palloncino Codium bursa. Diversi esemplari del nudibranco detto ‘vacchetta di mare’ (Discodoris atromaculata) si trovano tra le spugne gialle Axinella damicornis e Agelas oroides.

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Tipologia: grotta ProfonditĂ min-max: 17-27 m Corrente: assente DifficoltĂ : media / impegnativa Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-20 m

La Cattedrale (interno) ISOLA DI MARETTIMO

La Cattedrale

Punta Bassana


10

-27 m

-27 m


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ISOLA DI MARETTIMO

La Cattedrale (interno)

Una volta ricca di colori introduce all’ingresso della famosa grotta denominata ‘La Cattedrale’. Giochi di luce, camere oscure e semi-oscure, stalattiti e stalagmiti, e una fauna peculiare garantiscono una esperienza emozionante. L’ingresso, alla profondità di circa 27 m, è ampio e riccamente concrezionato da spugne gialle (Agelas oroides, Clathrina clathrus), bianche (C. coriacea), rosa (Haliclona mediterranea, Hexadella racovitzai ), da madrepore (Astroides calycularis, Leptopsammia pruvoti, Madracis pharensis) e dalle trine delicate del briozoo Reteporella grimaldii. Il nudibranco Discodoris atromaculata pascola sulla spugna Petrosia ficiformis, mentre uno scorfano rosso (Scorpaena scrofa) trova spazio tra questa varietà di colori. Percorrendo il fondo sabbioso si entra all’interno della grotta, dove alcuni grossi massi ospitano le spugne gialle Axinella verrucosa e A. damicornis e alcuni esemplari di ghiozzo leopardo (Thorogobius ephippiatus). Nella parte interna della volta si possono apprezzare altre spugne quali A. oroides, Cliona sp., Petrobiona massiliana, la madrepora gialla L. pruvoti, le ascidie marroni Aplydium sp. e la stella Hacelia attenuata. Procedendo verso l’interno, dove la luce non riesce più a penetrare, la camera si allarga e lo scenario con stalattiti e stalagmiti è davvero spettacolare. Sul fondale sabbioso si riscontra la presenza del cerianto Cerianthus membranaceus. Il substrato roccioso si fa sempre meno concrezionato via via che si nuota verso l’interno; rimangono sparute presenze di concrezioni e di spugne (P. massiliana, C. coriacea, Haliclona mucosa), tunicati (Aplydium sp.) e sparse madrepore solitarie (L. pruvoti ). Nella camere interne, sulle pareti e sulle volte la torcia illumina spirorbidi, serpule, protule, chiazze digitate della spugna Aplysina cavernicola. I re di triglie (Apogon imberbis) si muovono allontanandosi dal fascio luminoso della torce. Tra le stalattiti si scorge la presenza del gambero meccanico (Stenophus spinosus), del gamberetto maggiore (Palaemon serratus), del paguro Dardanus calidus e della ciprea (Natica hebraea). L’ultima camera, alta circa 6 m, è ricca di stalattiti e stalagmiti, la componente animale è rara e si scorgono esemplari di Anthias anthias nuotare tipicamente a testa in giù. Tornando verso l’ingresso, si scorge il riccio saetta (Stylocidaris affinis) mentre una brotula (Grammonus ater ) nuota attorno alle stalagmiti che vanno rarefacendosi verso la camera d’ingresso, dove il cambio di densità dell’acqua evidenzia la presenza di acqua dolce.

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Scoglio Spantillo ISOLA DI MARETTIMO Tipologia: grotta, scoglio ProfonditĂ min-max: 20-29 m Corrente: media / bassa DifficoltĂ : facile Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:

-29 m


Punta Cortiglio Scoglio Spantillo

-20 m

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Scoglio Spantillo

ISOLA DI MARETTIMO

Questo itinerario è caratterizzato dalla alternanza di ambienti ricchi di flora e fauna variamente colorati e diversificati. La discesa è su un pianoro roccioso a circa 20 m di profondità, dove il posidonieto si alterna a popolamenti algali (Halimeda tuna, Padina pavonica, Dictyotales spp.). Sul substrato si nota la presenza di grosse spugne (Spongia officinalis, Ircinia sp.), mentre in prossimità del posidonieto nuotano perchie (Serranus cabrilla), sciarrani (S. scriba) e saraghi (Diplodus vulgaris). Il fondo digrada velocemente e fanno la loro comparsa macchie colorate di spugne (Agelas oroides, Crambe crambe, Cacospongia sp., Cliona viridis) ed alghe (Lithophyllum sp., Asparagopsis armata) sulle pareti verticali. Alla profondità di circa 25 m, una volta concrezionata segna l’ingresso di una piccola grotta. Colorano la roccia gli cnidari Astroides calycularis e Leptopsammia pruvoti, le spugne Phorbas tenacior e Axinella damicornis, le ascidie Aplydium proliferum e Aplydium sp. Macchie verdi dell’alga Palmophyllum crassum e rosse di Peyssonnelia sp. incrostano la superficie della roccia mentre nei piccoli anfratti si possono notare esemplari di granchio dormiglione (Dromia personata). All’interno di una piccola grotta dominano le spugne, quali Hexadella racovitzai, A. damicornis, Clathrina clathrus, C. coriacea, Petrosia ficiformis su cui spiccano diversi esemplari del nudibranco Discodoris atromaculata. Nuvole di re di triglie (Apogon imberbis) nuotano tra i passaggi. Seguendo il fondale che conduce verso l’uscita della piccola grotta, a circa 27 m, si trovano alcuni massi di crollo con numerosi spugne tra cui A. verrucosa, A. oroides e diversi esemplari di oloturie (Holuturia tubulosa). Una cernia bruna (Epinephelus marginatus) trova tana in una spaccatura all’interno di un anfratto. Sul fondo, in prossimità dell’uscita dall’anfratto, si nota un grosso esemplare di spugna ‘orecchia d’elefante’ (Spongia agaricina), alcune pinne (Pinna nobilis, Pinna rudis) e tane di polpo (Octopus vulgaris). Con un po’ di attenzione si possono scorgere tra le alghe esemplari del piccolo platelminta Prostheceraeus giesbrecthii, evidente per la loro striatura azzurra, che si muovono lentamente sulla spugna arancione Crambe crambe. Un grosso masso attira l’attenzione per la presenza, sul lato di ponente, di numerose colonie della gorgonia rossa Paramuricea clavata, grossi esemplari della spugna S. agaricina, macchie rosa di H. racovitzai. Un bell’esemplare di ciprea (Luria lurida) è un incontro molto apprezzato. In risalita si possono ancora riconoscere tra i pesci lo scorfano nero (Scorpaena porcus), il dentice (Dentex dentex), il sarago (Diplodus vulgaris) e la musdea (Phycis phycis).

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I Banconi dell’Alera ISOLA DI LEVANZO

-5 m Tipologia: scogli Profondità min-max: 5-31 m Corrente: media / debole Difficoltà: facile Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:


Capo Grosso Banconi dell’Alera Punta dei Sorci

-20 m

-31 m

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-5

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I Banconi dell’Alera

ISOLA DI LEVANZO

La discesa, a circa 5 m, conduce su un fondale roccioso con morfologia a gradoni dove la copertura algale è estesa (Codium bursa, Dictyota dichotoma, Padina pavonica, Caulerpa racemosa, Halimeda tuna, Dictyopteris membranacea) ed intervallata a isole di Posidonia oceanica. Il percorso prosegue su un fondale a media inclinazione lungo ampi corridoi rocciosi sulle cui pareti si distingue la gorgonia gialla Eunicella cavolinii, il briozoo detto ‘falso corallo’ (Myriapora truncata), la madrepora arancione Astroides calycularis, e le alghe (Sphaerococcus coronopifolius, Flabellia petiolata, Sargassum vulgare). Tra le alghe, sulle porzioni di roccia sub-orizzontali, si scorgono le due attinie Aiptasia diaphana e Anemonia viridis. Frequenti sono gli incontri con saraghi fasciati (Diplodus vulgaris), la cernia bruna (Epinephelus marginatus) e lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa), la bavosa bianca (Parablennius rouxi ), il peperoncino (Tripterygion melanurus). A circa 18 m, un piccolo canale presenta nelle porzioni rocciose sub-orizzontali abbondanti colonie della gorgonia bianca E. singularis in mezzo ad isole di Posidonia. Frequente la rete di Caulerpa racemosa tra cui si distingue la stella rossa Ophidiaster ophidianus, le alghe Sargassum vulgare e Dictyopteris membranaceus. Più in profondità, le pareti del canale si arricchiscono di spugne quali Agelas oroides, Phorbas tenacior, Spirastrella cunctatrix, Axinella damicornis, Clathrina clathrus. Il canale conduce quindi ad un largo anfiteatro a 31 m, dove, su un fondo sabbioso, si possono osservare il cerianto Cerianthus membranaceus, la Pinna nobilis, la stella Hacelia attenuata e l’Holoturia tubulosa. Le pareti rocciose dell’anfiteatro e le fenditure ospitano le trine del briozoo Reteporella grimaldii, l’ascidia Clavelina nana, tubi di policheti (Filograna implexa), Protula sp., macchie rosa della spugna Hexadella racovitzai, alghe incrostanti (Lithophyllum sp.). Tra queste nuotano i re di triglie (Apogon imberbis). Nelle spaccature più profonde si possono incontrare grossi esemplari di cernia bruna (E. marginatus), mostella (Phycis phycis), corvina (Sciaena umbra), mentre a mezz’acqua nuotano i saraghi (D. vulgaris).

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U Pirtuso ISOLA DI LEVANZO

-7 m

Tipologia: scogli, parete ProfonditĂ min-max: 7-29 m Corrente: media / debole DifficoltĂ : facile Profilo di immersione: quadra Pregio naturalistico:


Capo Grosso U Pirtuso Punta dei Sorci

-5 m

-25 m

-29 m

13


-5

-10

-15

-20

-25


U Pirtuso

ISOLA DI LEVANZO

Il percorso inizia in parete, a circa 7 m, lungo la quale si incontra una estesa copertura algale, soprattutto sulle porzioni rocciose meno inclinate con Dictyopteris membranacea, Padina pavonica, Codium bursa, Dictyotales sp. e il riccio nero Arbacia lixula. I lastroni di roccia più inclinati sono caratterizzati dalla presenza di spugne arancioni (Crambe crambe), della spugna Petrosia ficiformis con il nudibranco Discodoris atromaculata, e del vermocane (Hermodice carunculata). Scendendo su un fondo con morfologia a gradoni, si incontrano sciami di castagnole (Chromis chromis), diversi esemplari di sciarrani (Serranus scriba), il tordo codanera (Symphodus melanocercus), mentre a 12 m, in prossimità di isole di Posidonia oceanica, nuotano l’occhiata (Oblada melanura), il sarago fasciato (Diplodus vulgaris) e il pesce pappagallo (Sparisoma cretense). Più in profondità si osservano, all’esterno di piccoli anfratti, alla base delle colonie della gorgonia gialla Eunicella cavolinii, le alghe Caulerpa racemosa e C. prolifera, Palmophyllum crassum, Flabellia petiolata. All’interno degli anfratti si può incontrare la cernia bruna (Epinephelus marginatus). A 25 m, tra le alghe C. racemosa, Dictyotales spp. e Codium bursa si ritrovano alcuni esemplari di Pinna nobilis. Le pareti sub-verticali e gli anfratti sono colonizzati da spugne (Spirastrella cunctatrix, Hexadella racovitzai, Agelas oroides), alghe (Peyssonnelia rubra), ascidie (Halocynthia papillosa, Aplidium elegans), madrepore (Caryophyllia inornata, Astroides calycularis, Leptopsammia pruvoti) tra cui si muovono lentamente oloturie (Holoturia tubulosa) e stelle arancioni (Hacelia attenuata, Ophidiaster ophidianus). È degno di nota segnalare la presenza del mollusco Umbraculum umbraculum. Non è raro l’incontro con i barracuda (Spyraena viridensis) che si stagliano nel blu, mentre a minor profondità è comune la murena (Muraena helena), il peperoncino (Tripterygion melanurus), la donzella pavonina (Thalassoma pavo).

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LEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDA

Posidonia oceanica

Colpomenia sinuosa

Taonia atomaria

Agelas oroides

Amphiroa rigida

Cystoseira spinosa

Zonaria tournefortii

Axinella damicornis

Asparagopsis armata

Cystoseira sp.

Acetabularia acetabulum

Axinella polypoides

Jania rubens

Dictyopteris membranacea

Caulerpa prolifera

Axinella verrucosa

Lithophyllum sp.

Dictyota dichotoma

Caulerpa racemosa

Cacospongia sp.

Mesophyllum sp.

Dictyota linearis

Codium bursa

Chalinidae indet.

Peyssonnelia rubra

Dictyotales spp.

Flabellia petiolata

Clathrina clathrus

Peyssonnelia sp.

Halopteris filicina

Halimeda tuna

Clathrina coriacea

Peyssonnelia squamaria

Padina pavonica

Palmophyllum crassum

Cliona sp.

Sphaerococcus coronopifolius

Sargassum vulgare

Cliona viridis

Trichleocarpa fragilis

Stypocaulon scoparium

Crambe crambe

VEGETALI FANEROGAME Alghe rosse

ANIMALI Alghe brune Alghe verdi

PORIFERI


Spirastrella cunctatrix

Cladocora caespitosa

Sertularella crassicaulis

Haliclona mucosa

Spongia agaricina

Eudendrium sp.

Filograna implexa

Hemimycale columella

Spongia officinalis

Eunicella cavolinii

Hermodice carunculata

Hexadella racovitzai

Terpios caerulea

Eunicella singularis

Protula sp.

Hymeniacidon perlevis

Aiptasia diaphana

Leptogorgia sarmentosa

Sabella pavonina

Ircinia sp.

Alcyonium acaule

Leptopsammia pruvoti

Sabella spallanzanii

Ircinia variabilis

Anemonia viridis

Madracis pharensis

Serpula sp.

Petrobiona massiliana

Astroides calycularis

Paramuricea clavata

Serpulidae indet.

Petrosia ficiformis

Balanophyllia europaea

Parazoanthus axinellae

Prostheceraeus giesbrechtii

Phorbas tenacior

Caryophyllia inornata

Parerythropodium coralloides

Pleraplysilla spinifera

Cerianthus membranaceus

Savalia savaglia

ANIMALI PORIFERI CNIDARI

POLICHETI PLATELMINTI

LEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDA

Haliclona mediterranea


LEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDA

Bonellia viridis

Sepia officinalis

Hacelia attenuata

Pentapora fascialis

Cratena peregrina

Umbraculum umbraculum

Holothuria forskali

Reteporella grimaldii

Discodoris atromaculata

Dardanus calidus

Holothuria tubulosa

Reptadeonella violacea

Flabellina affinis

Dromia personata

Marthasterias glacialis

Rhyncozoon sp.

Hypselodoris picta

Palaemon serratus

Ophidiaster ophidianus

Smittina cervicornis

Luria lurida

Palinurus elephas

Sphaerechinus granularis

Turbicellepora avicularis

Natica hebraea

Stenopus spinosus

Stylocidaris affinis

Aplidium elegans

Octopus vulgaris

Arbacia lixula

Adeonella calveti

Aplidium proliferum

Pinna nobilis

Astrospartus mediterraneus

Bugula sp.

Clavelina lepadiformis

Pinna rudis

Centrostephanus longispinus

Celleporidae indet.

Clavelina nana

Pomatoceros triqueter

Echinaster sepositus

Myriapora truncata

Didemnum sp.

ANIMALI ECHIURIDI MOLLUSCHI

CROSTACEI ECHINODERMI

TUNICATI


Epinephelus marginatus

Serranus cabrilla

Thalassoma pavo

Anthias anthias

Grammonus ater

Serranus scriba

Thorogobius ephippiatus

Apogon imberbis

Mullus surmuletus

Sciaena umbra

Thunnus thynnus

Boops boops

Muraena helena

Sparisoma cretense

Torpedo marmorata

Chromis chromis

Mycteroperca rubra

Spondyliosoma cantharus

Tripterygion melanurus

Coris julis

Oblada melanura

Spyraena viridensis

Conger conger

Parablennius gattorugine

Symphodus melanocercus

Dentex dentex

Parablennius rouxi

Symphodus ocellatus

Diplodus sargus

Phycis phycis

Symphodus roissalii

Roccia

Diplodus vulgaris

Sarpa salpa

Symphodus rostratus

Sabbia

Epinephelus costae

Scorpaena scrofa

Symphodus tinca

Biodetrito

ANIMALI TUNICATI

FONDALI PESCI

LEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDALEGENDA

Halocynthia papillosa


Il Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA, con sede a La Spezia, affronta con approccio multidisciplinare le problematiche relative all’impatto del cambiamento climatico e delle pressioni antropiche sull’ambiente marino e costiero. Progetta ed esegue studi sperimentali in mare e in laboratorio per valutare lo stato dell’ambiente, degli ecosistemi e la loro biodiversità. Il Centro è dotato di laboratori ed attrezzature per ricerche di oceanografia, chimica, biologia, geologia e radioattività ambientale. Negli anni ’80-’90 ha coordinato gli studi per l’acquisizione delle informazioni di base per l’istituzione di numerose Aree Marine Protette lungo le coste italiane. Oltre alle attività di ricerca fornisce consulenza a pubbliche amministrazioni, sviluppa tecnologie e metodologie per il monitoraggio dell’ambiente marino, sviluppa prodotti e servizi per i diversi utilizzatori dell’ambiente marino, curando in particolare acquisizione, gestione e disseminazione dei dati. Gli autori del volume si occupano di ecologia degli habitat marini costieri, in particolare fanerogame e popolamenti di substrato roccioso, di sedimentologia e processi fisici dei fondali. Maggiori informazioni sono disponibili al sito web: www.santateresa.enea.it




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