L'arte della sostenibilità

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a cura di Chiara Gatti e Susanna Vallebona Afran, Francesco Arecco, Maria Rebecca Ballestra, Marco Cordero, Caterina Crepax, Iuccia Discalzi Lombardo, Raffaella Formenti, Marco La Rosa, Mirco Marchelli, Ezio Minetti, Lucia Pescador, Setsuko, Giovanni Soldi, Valdi Spagnulo, Arlette Vermeiren


L’Arte della Sostenibilià Mostra d’arte a cura di Chiara Gatti e Susanna Vallebona Ideazione Giacomo Ghidelli Opere di Afran, Francesco Arecco, Maria Rebecca Ballestra, Marco Cordero, Caterina Crepax, Iuccia Discalzi Lombardo, Raffaella Formenti, Marco La Rosa, Mirco Marchelli, Ezio Minetti, Lucia Pescador, Setsuko, Giovanni Soldi, Valdi Spagnulo, Arlette Vermeiren Fotografie e catalogo Andrea Repetto Logo Esseblu Nell’ambito del Salone della CSR e dell’innovazione sociale

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L’Arte della Sostenibilità Salone della CSR e dell’innovazione sociale: la V edizione si è svolta sotto il titolo “L’Arte della Sostenibilità”. Un titolo denso, perché ha unito un tema (la sostenibilità) a un modo di essere e di fare (se l’arte può essere così definita), individuando implicitamente un invito, un “diamoci da fare” collettivo, una messa in campo di tutta la sapienza che tutti abbiamo accumulato nei vari campi del sapere umano. E siamo in tema, visto che Salone ogni anno nel mese di Ottobre porta in Bocconi le organizzazioni eccellenti e le eccellenze di pensiero (nel 2017 161 tra imprese, enti pubblici e ONP; 5.000 visitatori e più di 80 incontri tra seminari, workshop, presentazioni di libri e dibattiti; il tutto nel volgere di soli due giorni, il 3 e 4 ottobre) che segnano e definiscono il campo della “CSR e dell’innovazione sociale” come il “modo di fare” di chi è impegnato a costruire un futuro migliore. E allora certamente diventa opportuno il richiamo potente al mondo dell’arte, di quella sapienza che unisce ragione, emozioni, tecnica e capacità di visione. Perché andare verso un domani in cui i problemi che feriscono i nostri giorni riescano a trovare una loro puntuale soluzione è possibile soltanto se sapremo accompagnarci e farci supportare dalle cose migliori che segnano l’uomo e il suo modo di essere. Per questo è stato scelto di fare di questo Salone anche un punto d’approdo di scelte artistiche capaci di immettersi e sostenere questi percorsi, invitando quattro Autori che lavorano in modo sostenibile, con materiali sostenibili, ma soprattutto che sono capaci di pensare alla sostenibilità in modo articolato e complesso: quattro artisti interpreti di un’arte resiliente che non si arrende di fronte alle difficoltà ma che opera proprio per superare ciò che preoccupa i nostri giorni. Su questo lato della questione si veda però lo scritto di Francesco Arecco.


Il Salone, quest’anno, ha visto anche la “prima volta” di un Fuorisalone. La mostra sull’Arte della Sostenibilità è proseguita infatti per un intero mese negli spazi milanesi di Lombardini22, con la presenza altri 12 artisti: una continuazione che ha voluto compiere un altro passo verso il futuro e verso lo sviluppo della sostenibilità. Giacomo Ghidelli Cofondatore di Koinètica * Il Salone è promosso da Università Bocconi, CSR Manager Network, Unioncamere, Fondazione Global Compact Network Italia, Fondazione Sodalitas e Koinètica. www.csreinnovazionesociale.it

Opere esposte in Università Bocconi Francesco Arecco: È una vita che ti cerco ed eri qui, 2017, legni duri e abete rosso di risonanza Arlette Vermeiren: Rue de la soie, 2017, carta, carta di caramelle, tessuti Marco Cordero: Poteva essere tutta un’altra storia, 2017, ferro e libri Caterina Crepax: METROPOLIS, 2010 ­ 2015, abito, busto e arazzo in carte a mano orientali, tessuti, ritagli di libri di architettura e scarti di tipografia


Francesco Arecco


Arlette Vermeiren


Marco Cordero


Caterina Crepax


Le responsabilità dell’artista L’artista si ritaglia il privilegio di osservare il mondo – lo stesso mondo in cui lui opera e vive – da un passo indietro. Contrappeso a questo privilegio è il fatto che, una volta che ha visto e si è fatto una opinione, l’artista ha la responsabilità di esprimerla. Con tutti gli sforzi e i rischi che questo comporta. Oggi l’artista non può esimersi dal guardare e dal commentare il tema ambientale. Anche chi lo nega – e cerca di non parlarne – alla fin fine lo sta considerando, perché nel nostro ambiente siamo immersi e operiamo. Ambiente sociale, ambiente lavorativo, ambiente naturale. Su questo abbiamo riflettuto, producendo poi opere che in alcuni casi sono il frutto di una ricerca che si muove da anni, in altri sono generati dal dialogo svolto prima della mostra con i Curatori o fra colleghi. Queste premesse erano dovute, da parte mia, visto che ho collaborato alla strutturazione materiale di questa mostra, nata dalla volontà di Giacomo Ghidelli. Di più non ha senso che io dica, perché a rappresentare il pensiero e il lavoro di noi tutti – ideatore, Curatrici, Artisti – trattandosi di arte visiva, varranno le immagini che seguono. Francesco Arecco



Afran


Francesco Arecco


Caterina Crepax


Marco Cordero


Maria Rebecca Ballestra


Iuccia Discalzi Lombardo


Raffaella Formenti


Marco La Rosa


Mirco Marchelli


Ezio Minetti


Lucia Pescador


Setsuko


Giovanni Soldi


Valdi Spagnulo


Arlette Vermeiren


Opere esposte in Lombardini22 Afran (alluminio e stoffa), Tifoso senza colori, 2017, tela di jeans, 35x20x20 cm Francesco Arecco, ‘Omphalos, 2017, faggio, castagno, padouk e abete rosso di risonanza, 60x45x45 cm Maria Rebecca Ballestra, Sacred landscape, 2012, 100 plexi box 3x3 cm Marco Cordero, Battere piano, 2017, libro, 13x20x3 cm Caterina Crepax, Sott’acqua di carta, 2000­2015, scarti di tipografia e pirottini, 90x90x5 cm Iuccia Discalzi Lombardo, Sogno nella rete, 2015, 60x110x55 cm Raffaella Formenti, SOStenibile, 2017, carta, 52x35x5 cm Marco La Rosa (metalli e polveri), In Potenza 3, 2017, cemento armato, pigmento di colore, legno e ferro, 33x29x29 cm Mirco Marchelli (carta e stoffa), A due voci n. 27, tela, sgabello e carte, dimensioni variabili Ezio Minetti, Elefantino di pezza, 2017, feltro, carta e spilli, 70x70x5 cm Lucia Pescador, Sweet Lazlo e Sweet Vilmos, 2015, tecnica mista, ciascuna cm 45x38x3 cm Setsuko, Hope, 2017, carta e capello, 50x40x8 cm Giovanni Soldi, I pistars, 1979, 7,5x25 cm Valdi Spagnulo, Domus imperfecta 3, 2005, 65x45x15 cm Arlette Vermeiren, Pomapadour, carta e cotone, 2015, 200x80x80 cm




vernice fresca




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