Internet e i paesi in via di sviluppo

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UNIVERSITA‟ EUROPEA DI ROMA MASTER IN GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO

A.A. 2007-2008

Tesi di Andrea Angeli Roma, 12 dicembre 2008

Internet e i paesi in via di sviluppo

Internet e i paesi in via di sviluppo

1


Introduzione L‟obbiettivo della presente ricerca è quello di indagare sugli effetti delle nuove tecnologie e di internet in particolare nei Paesi del sud del Mondo. L‟analisi si caratterizza innanzitutto di uno studio ancorché generale del fenomeno della globalizzazione e dei processi ad esso connessi che spaziano dai mutamenti che negli ultimi anni stano caratterizzando l‟ambito economico su scala mondiale, alla rivoluzione tecnologica che sta interessando il mondo

delle

comunicazioni

fino

a

giungere

alle

trasformazioni sociali, culturali e di costume che interessano la società attuale. Naturalmente un ruolo di primo piano in tale contesto viene riconosciuto allo sviluppo della Rete di cui vengono analizzate le importanti implicazioni sotto il profilo della interconnettività. Viene quindi affrontato il tema fondamentale dell‟elaborato, il “digital divide”, ovvero la frattura digitale che ad oggi rappresenta un serio ostacolo per l‟accesso dei Paesi in via di Sviluppo ai nuovi processi comunicativi e al canale informativo. A tal riguardo vengono studiati quelle che sono le cause paesi nell‟adeguamento delle nuove tecnologie. Accanto a questa oggettiva disamina della realtà attuale vengono tuttavia considerate quelle che sono le importanti ricadute positive che lo sviluppo di internet può fornire ai policy maker per approntare un più effettivo livello di sviluppo nei rispettivi paesi di appartenenza.

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economiche, sociali, culturali che giustificano il ritardo di tali

2


Infine viene analizzato un importante fenomeno che negli ultimi anni sta prendendo consistenza in realtà disagiate come molti Paesi in via di Sviluppo, quello dei Telecenter, punti

di

accesso

alla

rete

diffusi

sul

territorio

che

rappresentano una fondamentale finestra sul mondo per una larghe fascia dell‟umanità fino ad oggi totalmente esclusa dai processi

informativi

del

contesto

attuale

in

rapido

mutamento.

Globalizzazione e rivoluzione delle comunicazioni L‟intero pianeta risulta oggi investito da un‟autentica rivoluzione

tecnologica

che

riguarda

il

mondo

dell‟informazione e della comunicazione: il costo delle comunicazioni va diminuendo, la telefonia mobile e satellitare rende la telecomunicazione accessibile non solo alla popolazione urbana, ma anche a quella che vive nelle zone rurali. Nella strutturazione di tale contesto un ruolo decisivo è rivestito dallo sviluppo e dalla espansione del Web. L'avvento di Internet è stato descritto come uno di quegli

Un

evento

paragonabile

all'invenzione

del

personal

computer, o del telefono o della stampa. Al tempo stesso esso ne rappresenta anche la logica estensione, il naturale evolversi di questi eventi.

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eventi fondamentali per lo sviluppo del genere umano.

3


Andy Grove, ingegnere di origine ungherese tra fondatori della Intel Corporation ha affermato “Oggi il mondo si muove al tempo di Internet”. In effetti l‟utilizzo di internet ha introdotto importanti mutamenti nella vita dell‟uomo consentendo l'accesso ad una infinita gamma di risorse e informazioni provenienti da ogni parte del pianeta.

Grazie Internet ogni giorno è

possibile ricevere informazioni, notizie, immagini: le stesse che

ricevono,

contemporaneamente,

gli

europei,

gli

australiani, i giapponesi, gli americani. Questo fenomeno, che accomuna ormai molti abitanti del pianeta, viene indicato frequentemente con il termine di "globalizzazione dei media e delle comunicazioni". Il fenomeno della globalizzazione, che è il cuore di qualsiasi discussione, nel nostro tempo, sui temi economici e politici, è indissociabile dalla diffusione delle tecnologie informatiche e da quella della rete Internet. Al contrario, si potrebbe affermare che la globalizzazione è essenzialmente conseguenza del fatto che la produzione delle merci (sia quelle informative che quelle materiali) è sempre meno legata ad un territorio, e dipende invece sempre di più dalla integrazione telematica di lavoratori

In larga misura dunque, la nuova tecnologia guida e promuove la globalizzazione, creando una situazione nella quale “il commercio e le comunicazioni non sono più costretti entro i confini del Paese di appartenenza”1.

1

Giovanni Paolo II, Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 2, 27 aprile 2001

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lontani fisicamente tra loro.

4


Per descrivere tale rivoluzione nei mezzi di comunicazione sociale si parla spesso di “villaggio globale”, espressione utilizzata per la prima volta dal sociologo canadese Herbert Marshall Mc Luhan per indicare soprattutto la possibilità, veicolata dai media elettronici, di trattare il mondo intero come fosse un piccolo villaggio dove tutti sanno di tutti, dove ognuno partecipa direttamente alle esperienze altrui, dove ciascuno viene inevitabilmente coinvolto da qualsiasi evento accada2. Le conseguenze di tale fenomeno sono fondamentali. La globalizzazione può accrescere il benessere e promuovere lo sviluppo. Essa offre vantaggi quali l'efficienza e l'incremento della produzione, l'unità fra i popoli 3. Le nuove tecnologie offrono la

possibilità di colmare il

grande divario economico, politico e culturale esistente tra le culture occidentali e quelle del “Terzo mondo” utilizzando gli innovativi strumenti informatici e telematici. Tuttavia la globalizzazione non conduce automaticamente ad un sistema economico integrato, né ad un superamento degli squilibri economici tra le diverse zone del pianeta. Anzi, tutte le analisi sono concordi nell‟affermare che, negli

allargata, e la tendenza non sembra frenarsi. Si corre il rischio di trasformare i processi di globalizzazione in meccanismi che continuino a legittimare le disuguaglianze e a favorire gli interessi dei potenti.

2

http://it.wikipedia.org/wiki/Marshall_McLuhan; http://it.wikipedia.org/wiki/Villaggio_globale; http://it.wikipedia.org/wiki/Globalizzazione 3 Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in America, n. 20

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ultimi anni, la forbice tra ricchi e poveri nel mondo si è

5


Una minoranza dell'umanità planetaria consuma l'enorme maggioranza

delle

risorse.

Lo

sviluppo

delle

nuove

tecnologie non può pertanto eludere la domanda cruciale se esse siano destinate a ridurre la miseria e lo squilibrio, oppure tendano ad accentuarli. Se non verranno poste in atto azioni correttive guidate dalle grandi organizzazioni internazionali,

la

tendenza

spontanea

porta

ad

un

approfondimento del divario. I paesi ricchi hanno una maggiore connettività, un maggior livello di scolarizzazione, e quindi maggiori capacità di utilizzare le nuove tecnologie di comunicazione. Fino

ad

oggi

grazie

a

tali

strumenti

innovativi

di

comunicazione non è stato ancora possibile globalizzare la conoscenza e il benessere in ogni parte del mondo così come i benefici di tale rivoluzione delle comunicazioni non sono stati condivisi in maniera uniforme. A seguito della globalizzazione alcuni individui, imprese commerciali e Paesi hanno visto aumentare enormemente il loro benessere mentre altri sono rimasti indietro. Intere nazioni al contrario sono state escluse quasi del tutto dal processo, private di un posto nel nuovo mondo che va prendendo forma.

sistemi economici creando insperate possibilità di crescita, ha anche fatto sì che molti siano rimasti ai bordi del cammino: la disoccupazione nei Paesi più sviluppati e la miseria in troppe nazioni del sud dell'emisfero continuano a

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La mondializzazione, che ha trasformato profondamente i

6


trattenere milioni di donne e di uomini lontano dal progresso e dal benessere4. È chiaro, senza alcun dubbio, che le società che sono entrate nel processo di globalizzazione lo hanno fatto operando una scelta libera e informata. Invece buona parte della popolazione mondiale la vive come un'imposizione piuttosto che come un processo al quale poter partecipare attivamente5. In molte parti del mondo, la globalizzazione ha favorito cambiamenti sociali rapidi e travolgenti. Questo processo non è solo economico, ma anche culturale e presenta aspetti sia positivi sia negativi. Le persone che ne sono soggette spesso considerano la globalizzazione

come

un'inondazione

distruttiva

che

minaccia le norme sociali che le hanno tutelate e i punti di riferimento culturali che hanno dato loro un orientamento di vita. I cambiamenti nella tecnologia e nei rapporti di lavoro sono troppo veloci perché le culture possano stare al passo con esse6. Malgrado ciò non bisogna considerare Internet solamente come fonte di problemi, quanto piuttosto come una fonte di

realizzarsi pienamente solo dopo la soluzione dei problemi esistenti. Questa

tecnologia

può

essere

uno

strumento

per

promuovere lo sviluppo integrale delle persone e dei popoli,

4

Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, n. 3, 10 gennaio 2000 Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 2 6 Ibidem, n. 3 5

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benefici per la razza umana, benefici che potrebbero

7


creando

un

mondo

governato

da

giustizia,

pace

e

benessere. Come, più di trent'anni fa, sottolineò l'Istruzione Pastorale sui Mezzi di Comunicazione Sociale Communio et progressio, tali mezzi mezzi hanno la capacità di far sì che tutti gli uomini, in ogni luogo della terra, “diventino partecipi dei gravi problemi e delle difficoltà che incombono su ciascun individuo e su tutta la società”7. Internet può contribuire a far sì che questa idea diventi realtà per le persone, i gruppi e le nazioni, se viene utilizzato alla luce di principi etici chiari e sani, in particolare della solidarietà.

Internet La storia di internet ha inizio alla fine degli anni ‟60 e l'origine deve essere ricercata in particolare al

progetto del

Dipartimento della difesa statunitense per lo sviluppo di una rete decentrata di computer interconnessi denominato ARPANET. Per tale progetto vengono infatti sviluppati e realizzati i

di rete. Tuttavia è solo a partire dalla fine della guerra fredda che tale tecnologia è stata messa a disposizione di impieghi civili. Le grandi compagnie commerciali, le università ed i piccoli enti non commerciali hanno così iniziato ad usufruirne sul 7

Pontificia Commissione delle Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale sui mezzi di comunicazione sociale, Communio et progressio, n. 19

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protocolli di rete alla base di Internet e le prime infrastrutture

8


finire degli anni „80, e solo nel corso degli anni ‟90 l‟accesso alla rete è stato possibile a tutti8. Da questo momento in poi la diffusione di internet è stata rapidissima e, in meno di dieci anni, internet è divenuto parte integrante della vita quotidiana di milioni di utenti. Attualmente la rete offre molteplici servizi, dall‟accesso alle informazioni, alla posta elettronica, fino ai giochi on-line, ai servizi che offrono la possibilità di vendere o fare acquisti in qualunque parte del mondo, comodamente dalle proprie case. L'infrastruttura di Internet si è espansa in tutto il mondo per creare la rete mondiale globale di computer oggi conosciuta. Il web può essere utilizzato per rompere l'isolamento degli individui e dei gruppi oppure per intensificarlo. Lo sviluppo eccezionale dell'informatica ha accresciuto moltissimo le capacità di comunicazione delle persone. Internet può aiutare i popoli ad usare responsabilmente la libertà e la democrazia, a espandere la gamma di scelte disponibili nei diversi campi della vita, ad ampliare gli orizzonti culturali ed educativi, a eliminare le divisioni, a promuovere lo sviluppo umano in una moltitudine di modi. Il libero flusso delle immagini e delle parole su scala

livello politico ed economico, ma la stessa comprensione del mondo. Questo fenomeno offre molteplici potenzialità9.

8

http://it.wikipedia.org/wiki/Internet; http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Internet; Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica in internet, http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/pccs/documents/ rc_pc_pccs_doc_20020228_ethics-internet_it.html 9 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2001, n. 11

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mondiale ha trasformato non solo le relazioni tra i popoli a

9


Se basato su valori condivisi, radicati nella natura della persona, il dialogo interculturale, reso possibile da Internet e da altri mezzi di comunicazione sociale, può essere uno strumento privilegiato per costruire la civiltà del benessere. Tuttavia, paradossalmente, proprio le forze che portano a una migliore comunicazione possono condurre anche all'aumento dell'alienazione e dell'egocentrismo10. Internet può unire le persone, ma può anche dividerle, sia come individui sia come gruppi diffidenti l'uno nei confronti dell'altro e separati dall'ideologia, dalla politica, da passioni, dalla razza, dall'etnia, da differenze intergenerazionali e perfino dalla religione. Malgrado ciò, dopo aver unito tra loro i paesi occidentali, la rete si sta estendendo anche ai Paesi del Terzo Mondo ponendo in una nuova prospettiva

il rapporto tra

comunicazione e sviluppo. I programmi di comunicazione per lo sviluppo partono dalla premessa che la rete telematica permetta, da una parte, una distribuzione dell'informazione adeguata alle esigenze di ciascun gruppo umano, anche il più sperduto e, dall'altra, un utilizzo dell'informazione che possa essere ritagliato proprio

Naturalmente, si tratta di un discorso ancora ipotetico: che Internet costituisca uno strumento realistico per le nuove esigenze di sviluppo è tutto da verificare. Non vi è dubbio che il passo di diffusione della tecnologia Internet sia strabiliante: mentre il telefono ha impiegato quasi 75 anni per raggiungere 50 milioni di utenti, la radio 38 e la 10

Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni, n. 4, 24 gennaio 1999

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sui bisogni locali.

1 0


TV 13, al World Wide Web (WWW) sono bastati quattro anni per raggiungere la stessa quota11. Forse ancor più impressionante è il numero di paesi connessi: da poco più di 20 nel 1990, essi erano saliti a più di 200 nel luglio 199812. Attualmente nel mondo vi sono più di 1,4 miliardi di utenti della rete con tassi di crescita più alti che si registrano nei paesi con economie in sviluppo13. Questi

numeri

impressionanti

non

possono,

tuttavia,

nascondere le grandi disparità nella distribuzione degli accessi Internet, così come accade per le altre tecnologie della comunicazione. Per esempio in America del Nord risiedono il 17% degli internauti su scala planetaria a fronte del 5,1% della popolazione mondiale. In Africa invece chiaramente il rapporto si ribalta, vi si trova il 3,5% degli utenti internet su di una popolazione che rappresenta il di 14,3% di quella mondiale. Gli asiatici che costituiscono il 56,6% della popolazione mondiale gli utenti della rete rappresentano il 39,5% di quelli mondiali.

popolazione sia maggiore nei paesi industrializzati e dove si riscontra il reddito pro-capite maggiore, come in America del Nord e in Europa dove, rispettivamente il 73,6% e il 48,1% della popolazione ha accesso alla rete mentre in aree come

Internet e i paesi in via di sviluppo

Da ciò si evince come la penetrazione di internet nella

11

http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/internet%20sud.htm Ibidem 13 www.internetworldstats.com/stats.htm; UNCTAD, Information Economy Report 2007-2008 12

1 1


l‟Asia la percentuale scende al 15,3% fino al 5,3% dell‟Africa14. A tal riguardo fattori come la ricchezza e l'istruzione siano ancora determinanti per la diffusione di Internet. I profili degli utenti confermano che essi sono, in media, ricchi, istruiti, giovani, urbanizzati e maschi. Non si deve sottovalutare il fatto che i paesi con i più alti livelli di accesso comprendano un grande numero di isole, a riprova del fatto che il superamento dell'isolamento fisico e psicologico sia una delle cause dell'utilizzo di Internet. Ciò può essere senz'altro annoverato tra gli elementi di maggior auspicio per i Paesi in via di Sviluppo, che hanno spesso lamentato l'isolamento economico e la conseguente carenza di informazioni15. A riprova di ciò vi è il fatto che la crescita di Internet ha un tasso molto più veloce nei Paesi in via di sviluppo che altrove16.

Il digital divide

fenomeno definito “digital-divide”. Digital divide, è un termine tecnico utilizzato in riferimento alle

disuguaglianze

tecnologie

della

nell‟accesso

cosiddetta

e

“società

nell‟utilizzo

delle

dell‟informazione”.

Divario, disparità, disuguaglianza digitale significano in

Internet e i paesi in via di sviluppo

Uno dei principali effetti discorsivi creati dalla rete oggi è il

14

www.internetworldstats.com/stats.htm; http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/internet%20sud.htm 16 Ibidem 15

1 2


sostanza la difficoltà da parte di alcune categorie sociali o di interi paesi di usufruire di tecnologie che utilizzano una codifica dei dati di tipo digitale rispetto ad un altro tipo di codifica precedente, quella analogica17. Esso rappresenta una forma di discriminazione che divide i ricchi dai poveri, fra le nazioni e al loro interno, sulla base dell'accesso o dell'impossibilità di accesso alla nuova tecnologia informatica. In questo senso, si tratta di una versione aggiornata dell'antico divario fra i ricchi e i poveri di informazioni. L'espressione digital divide evidenzia dunque il fatto che gli individui, i gruppi e le nazioni devono avere accesso alla nuova tecnologia per non rimanere in arretrato e poter godere dei benefici che la globalizzazione e lo sviluppo promettono. Affinché ciò sia possibile è necessario che il divario tra coloro che beneficiano dei nuovi mezzi di informazione e coloro che non hanno ancora accesso ad essi non costituisca una incontrollabile,

ulteriore

fonte

di

disuguaglianza

e

di

discriminazione18. Il divario tecnologico esiste tuttavia da tempo. Quello che si è

La distanza tra Paesi ricchi e Paesi poveri si sta allargando non solo con il Digital Divide, ma anche con tutti gli altri "Divide", sociali, economici, culturali 19.

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aggiunto è il divario informatico e comunicativo.

17

http://www.digital-divide.it/dd_mondo.htm Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXI Giornata Mondiale delle Comunicazioni, 1997. 19 http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=441&tab=int&tem=69 18

1 3


Il fenomeno del digital divide racchiude infatti in sé complesse problematiche che coinvolgono tutti gli aspetti della vita di una comunità: economici, culturali, sociali. La disparità o frattura digitale è, in realtà, solo uno degli aspetti indotti dalla globalizzazione e molteplici sono le relazioni tra la diffusione di questa e la diffusione delle tecnologie dell‟informazione. Oggi, l‟intero spettro delle attività umane dipende dal potere dell‟informazione,

in

una

sequenza

di

innovazioni

tecnologiche che aumenta progressivamente. L‟accesso e l‟utilizzo

delle

tecnologie

dell‟informazione

e

della

comunicazione rappresentano nel nostro mondo un prerequisito per lo sviluppo economico e sociale. Sono l‟equivalente dell‟elettricità ai tempi dell‟era industriale. Il ruolo cruciale della ICT (Information Communication Technology) nello stimolare lo sviluppo assume due aspetti: da una parte dà la possibilità ai paesi di modernizzare i loro sistemi di produzione ed incrementare la loro competitività tanto quanto mai in passato; dall‟altra, per quelle economie che non sono in grado di adattarsi al nuovo sistema tecnologico, i ritardi divengono sempre più incolmabili. l‟abilità

di

muoversi

all‟interno

dell‟era

dell‟informazione dipende dalla capacità dell‟intera società di essere educata e messa in grado di assimilare ed utilizzare informazioni complesse20. Nell‟era di internet e del commercio globale, non avere le adeguate strutture per accedere alla rete e quindi beneficiare delle immense risorse che offre può voler dire, specialmente 20

http://www.digital-divide.it/dd_mondo.htm

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Inoltre,

1 4


per i Paesi in via di Sviluppo, aumentare il solco che li divide dai paesi più industrializzati. Non poter accedere alla rete equivale a ridurre le possibilità di esportazione dei propri prodotti del 60% oltre che a limitare le possibilità di differenziare la clientela, il che in termini prettamente pratici significa aumento del rischio e diminuzione del potenziale guadagno. Non per niente da tempo è maturata nell‟ambiente della cooperazione allo sviluppo la consapevolezza che nei programmi destinati al Terzo Mondo alla voce “infrastrutture” oltre alle indispensabili vie di comunicazione, strutture energetiche, acquedotti ecc. ecc. ci siano da inserire anche la costruzione o la riconversione di reti telefoniche adeguate a supportare i collegamenti adsl o quant‟altro possa favorire l‟accesso alla rete di una vasta fetta della popolazione. Gli ultimi rapporti a tal proposito evidenziano infatti come, se internet ha favorito notevolmente i paesi industrializzati, ha di contro aumentato il solco già evidente tra questi ultimi e i Paesi in via di Sviluppo. Non solo, l‟impossibilità per i commercianti del sud del mondo di accedere alla rete ha di fatto avvantaggiato le

esclusiva causata da una mancanza di differenziazione delle richieste, hanno monopolizzato lo sfruttamento delle risorse. Il Digital Divide viene infatti affrontato come un'opportunità per inserire nuovi mercati nei Paesi in via di Sviluppo e, quindi, imporre un modello di sviluppo che ha funzionato nei Paesi industrializzati21. 21

http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=441&tab=int&tem=69

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grandi multinazionali che potendo godere di una sorta di

1 5


Questo processo a sua volta può generare dei "bisogni indotti”

nelle

popolazioni

dei

PVS

in

luogo

della

individuazione dei bisogni effettivi. Del resto la logica del paracadutaggio tecnologico operata fra organismi del Nord e del Sud e fra istituti del Sud non ha mai consentito un effettivo sviluppo dei beneficiari dell'aiuto. Si parla a tal proposito di “Digital Invasion" ovvero forzare in un paese una tecnologia che non è appropriata ai bisogni della popolazione. A cosa serve un computer collegato ad Internet in maniera discontinua perché non c'è elettricità e non ci sono linee telefoniche adeguate, là dove i grossi problemi sono l'accesso alla salute, l'accesso all'istruzione, l'accesso a tutti i servizi che sempre più vengono meno perché i governi stanno abbandonando il loro ruolo principale in favore di chi cerca solo di massimizzare i propri benefici 22. La sfida, pertanto, è quella di convincere le agenzie di cooperazione che Internet può aiutare il Sud solo a condizione che nasca in questi paesi un potenziale tecnologico scientifico tale da consentire di sfruttare la Rete a pieno.

favorisce invece solo iniziative a breve termine, magari quelle più mediatiche e meno onerose.

22

Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

L‟attuale contesto di assottigliamento degli aiuti internazionali

1 6


Le cause dell’Esclusione L‟esigenza che i paesi in via di sviluppo recuperino velocemente il terreno perso su quelli industrializzati per quanto riguarda l‟uso delle risorse internet diventa quindi sempre più impellente. In tale contesto un intervento essenziale è quello che mira al superamento degli ostacoli che di fatto impediscono il pieno sviluppo della rete in tali paesi. Il primo fattore di esclusione è dato dall‟arretratezza delle infrastrutture tecnologiche. Nei paesi poveri le infrastrutture di comunicazione sono generalmente poco sviluppate, e spesso funzionano male. La diffusione delle tecnologie dell‟informazione presuppone da una parte grandi investimenti economici, dall‟altra la presenza di infrastrutture e servizi, spesso assenti in molti paesi, soprattutto al Sud del mondo. Per questo, la situazione che si va delineando vede l‟esistenza di

un divario nella fruizione delle nuove

tecnologie, divario presente sia all‟interno del Nord del mondo, sia tra Nord e Sud del mondo. Tale gap rischia

separazione

tra

Nord

e

Sud

difficilmente

colmabile.

All‟interno del Nord, ad essere svantaggiate nell‟accesso e nell‟utilizzo delle nuove tecnologie sono soprattutto alcune categorie sociali, appartenenti a fasce socialmente deboli. Nel Sud, si può disegnare una mappa che vede il continente asiatico in ritardo, ma con una discreta percentuale di diffusione e utilizzo delle tecnologie dell‟informazione;

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progressivamente di aumentare segnando una linea di

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l‟America Latina, anch‟essa in ritardo ma con interventi finalizzati ad un recupero, e l‟Africa con un ritardo immenso. Un apporto decisivo al trasferimento delle tecnologie informatiche può essere tuttavia fornito dall‟open source23. Un sistema operativo come Linux o software come Open Office, sviluppati con il supporto della comunità mondiale e che

possono

essere

distribuiti

con

licenza

GPL 24

rappresentano una validissima alternativa all‟acquisto di costosi applicativi. Linux in particolare essendo un sistema operativo gratuito, che viene offerto con la maggior parte dei programmi necessari ad un utilizzo comune del computer (c'e' il browser internet, office, programmi per la gestione multimediale) si pone come candidato ideale per poter informatizzare i paesi a sud del mondo25. D'altro canto però nei paesi del "primo mondo" si tende a dimenticare quello che ormai si da per scontato e cioè una connessione ad internet veloce ed accessibile a tutti, non può essere applicato attualmente a molti Paesi in via di

23

open source (termine inglese che significa sorgente aperto) indica un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che con la collaborazione (in genere libera e spontanea) il prodotto finale possa raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione. L'open source ha ovviamente tratto grande beneficio da Internet. http://it.wikipedia.org/wiki/Open_source; Una licenza open source è una licenza concessa dal detentore di un diritto d'autore utilizzata prevalentemente nell'ambito dell'informatica riguardante solitamente il software, ma che può riguardare qualsiasi altro ambito nel quale si applica la normativa sul diritto d'autore. La particolarità delle licenze open source è che gli autori invece di vietare, permettono non solo di usare e copiare, ma anche di modificare, ampliare, elaborare, vendere e quant'altro. E tutto questo senza imporre obblighi a ricompensare economicamente gli autori. http://it.wikipedia.org/wiki/Licenza_Opensource 24 La GNU General Public License è una licenza per software libero. Viene spesso indicata con l'acronimo GNU GPL o (quando non c'è il rischio di confondersi con un'altra "General Public License") semplicemente GPL. Per evitare un errore alquanto comune, si tenga presente che GPL non significa Gnu Public License. http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_General_Public_License 25 http://esterrefatti.blogspot.com/2008/09/esterrefatti-il-sofware-libero-nei.html

Internet e i paesi in via di sviluppo

Sviluppo.

1 8


Nella maggior parte dei paesi emergenti i collegamenti telefonici sono molto limitati e concentrati soprattutto attorno ai grandi centri urbani. In Africa soltanto una famiglia su cento ha una linea telefonica nella propria casa, contro circa il 95% in Europa 26. Un‟ampia area come l'Africa Orientale per esempio, non viene in alcun modo interessata dai collegamenti telefonici tramite

cavi

sottomarini

che

invece

garantiscono

le

connessioni veloci tra le due sponde dell‟Oceano Atlantico. In tali paesi si è dunque costretti ad affidarsi a costosissimi collegamenti

via

satellite

che,

a

detta

dei

provider

monopolisti, sono la causa principale di questi costi altissimi delle connessioni27. Il principale ostacolo allo sviluppo della rete oltre, alle evidenti carenze strutturali, sono dunque gli ISP (Internet Service Provide)28 i quali non hanno interesse ad estendere le infrastrutture nelle zone dove sono assenti o insufficienti. Lo scopo dell'impresa privata è quello di realizzare profitti e pertanto vi è l‟interesse a raggiungere solo le fasce di popolazione suscettibili di costituire un mercato e di giustificare

gli

investimenti.

Alla

restante

stragrande

disinteresse29. Tuttavia anche la dove le comunicazioni vengono garantite sufficientemente

lo

strapotere

di

mercato

di

queste

compagnie telefoniche si riflette nella imposizione di tariffe

26

http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/comunicazione.htm http://esterrefatti.blogspot.com/2008/09/esterrefatti-il-sofware-libero-nei.html 28 I Distributori di tecnologia telefonica o digitale, cioè coloro che sono delegati a portare letteralmente il filo che permette di collegare un computer alla rete 29 http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/internet%20sud.htm 27

Internet e i paesi in via di sviluppo

maggioranza della popolazione mondiale è riservato il

1 9


che sono insostenibili per una famiglia media, come pure per la maggior parte degli uffici pubblici o privati 30. Oltretutto la bassa densità di utenti nel Sud, a sua volta, non consente

di

sfruttare,

come

al

Nord,

collegamenti

specializzati a costi forfetari, rendendo, perciò, problematico l'avvio di un circolo virtuoso31. Tutto ciò si riflette implicitamente anche nella diffusione di sistemi di software gratuiti o di sistemi operativi come Linux che necessita per esempio di circa 100Mb di aggiornamenti che in realtà disagiate con collegamenti precari vengono a costare circa 10 euro e impiegano una settimana di lavoro. I costi così come le carenze di infrastrutture rimangono pertanto possenti ostacoli all‟accesso alla Rete nei Paesi in via di Sviluppo. Ma anche se l'accesso alla rete telefonica si sviluppasse rapidamente, come in effetti sta accadendo grazie anche allo sviluppo della telefonia cellulare, rimarrebbe ancora irrisolto il secondo problema: i paesi più poveri sono quelli in cui la scolarizzazione

è

più

bassa

e,

di

conseguenza,

le

competenze per un uso appropriato delle tecnologie telematiche rimangono una risorsa rara.

incapaci di leggere un libro o di scrivere la propria firma, tanto meno di usare un computer o di capire un semplice modulo.

30

In Kenya un collegamento internet 24h tramite modem analogico costa fino a 300 euro al mese con una velocita' nominale di 33.600bps, anche se in realta' la velocita' media sulle linee keniote telefoniche e' di 0,3Kb/s. Nello stesso paese uno stipendio medio si aggira attorno a 50 euro al mese. http://esterrefatti.blogspot.com/2008/09/esterrefatti-il-sofware-libero-nei.html 31 Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

Quasi un miliardo di persone entrati nel XXI secolo sono

2 0


L'82% della popolazione mondiale è considerata come alfabeta (87% uomini e 77% donne) ma questo dato nasconde grandi differenze secondo le regioni: in Asia meridionale e occidentale, nell'Africa nera e negli stati Arabi solo il 60% della popolazione sa scrivere (e a volte soltanto il 50% delle donne). Invece, in America Latina, nei Caraibi, in Asia orientale e nell'area del Pacifico, gli alfabeti sono circa il 90% ma queste regioni contano lo stesso il 22% degli analfabeti del mondo32. Il problema decisivo è, dunque, quello della formazione. Purtroppo, però, i paesi più poveri sono anche quelli in cui i livelli di scolarizzazione rimangono più bassi anche perché molti paesi non hanno ancora inserito l'educazione tra le loro priorità. Per

realizzare

una

partecipazione

effettiva

alla

comunicazione globale, non basta dunque mettere a disposizione dei Paesi in via di Sviluppo computer e modem. Occorre far avanzare un processo di formazione, che fornisca gli strumenti culturali ed informativi necessari per realizzare un'integrazione ed uno sviluppo delle zone sociali più arretrate del pianeta.

fondamentale che una politica culturale e di formazione preceda l'adeguamento delle infrastrutture tecniche. Gli investimenti operati dalle multinazionali nei Paesi poveri, soprattutto nel campo tecnologico, non procedono in questa direzione, in quanto riguardano i gruppi di potere e la parte "alta" della popolazione. Tale situazione venne denunciata, 32

http://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo

Internet e i paesi in via di sviluppo

E' evidente, pertanto, che, per i Paesi del Sud del mondo, è

2 1


per la prima volta, nel 1980 dal rapporto stilato da una commissione internazionale di studio sui problemi della comunicazione, presieduta dall'irlandese Sean MacBride. Insediatasi

nel

1977

per

volontà

di

un

organismo

internazionale, l'Unesco, dopo tre anni la commissione produsse

un

documento,

conosciuto

come

"rapporto

MacBride", che portava alla luce lo squilibrio nel campo della comunicazione fra Nord e Sud del mondo. Uno squilibrio presente tanto sul piano delle infrastrutture che su quello delle informazioni33. Con l‟intento di ridurre la frattura digitale nel mondo le Nazioni Unite nel 2005 hanno dato vita al Global Digital Solidarity Found34. Lo scopo del Fondo, secondo il suo Statuto, è quello di rendere disponibili le tecnologie dell‟informazione e i loro contenuti a tutta la popolazione mondiale, soprattutto alle popolazioni oppresse. Inoltre il Fondo si propone di ridurre le disparità economiche, sociali e culturali mobilitando risorse generate da innovativi meccanismi finanziari per lo sviluppo, che sfruttano strumenti legati alla lotta al digital divide35. Un altro progetto sviluppato dall‟ONU è il United Nation

materia di nuove tecnologie pronti a mettere le loro conoscenze al servizio della formazione nei Paesi in via di Sviluppo. 33

http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/comunicazione.htm http://www.sindromedistendhal.com/Cinematelevisione/internet-informazioni-digital-divide-africa-terzomondo.htm; http://www.dsf-fsn.org 35 In particolare il principio del “one percent for digital solidarity”, che prevede, per le aziende private o pubbliche o le istituzioni che partecipano al fondo, di devolvervi l‟1% del valore degli appalti ottenuti relativamente alle tecnologie dell‟informazione. 36 http://www.sindromedistendhal.com/Cinematelevisione/internet-informazioni-digital-divide-africa-terzomondo.htm; www.unites.org 34

Internet e i paesi in via di sviluppo

Information Service36 che forma volontari competenti in

2 2


Negli ultimi anni sono nate altre iniziative, come quelle volte a creare dei computer super economici destinati al mercato dei paesi emergenti, o predisposti per essere donati, come nel programma “One laptop per children”37.

Internet per lo sviluppo

Il digital divide dei Paesi in via di Sviluppo rispetto al resto del mondo è dunque la conseguenza di una disperata situazione dal punto di vista economico, dello sviluppo e dell‟alfabetizzazione. Una maggiore diffusione di internet e delle possibilità tecnologiche, potrebbe essere una delle soluzioni per lo sviluppo di questi paesi. Lo sviluppo della Rete rappresenta per i Paesi in via di Sviluppo una fondamentale risorsa a partire dalla quale è possibile innescare

un autentico livello di sviluppo sotto

l‟ambito culturale e dell‟istruzione, economico sanitario. Alla base di tutto ciò vi è l‟urgenza di procurare un argine alla fuga di cervelli che affligge la maggior parte dei Paesi in via

di specializzazione e il mancato rientro di circa il 50% di questo. In paesi dove non esistono biblioteche universitarie di qualità minima, né centri di documentazione al di fuori delle agenzie culturali o scientifiche straniere, Internet può trasformare radicalmente le condizioni di lavoro dei ricercatori, destando 37

http://www.sindromedistendhal.com/Cinematelevisione/internet-informazioni-digital-divide-africa-terzomondo.htm; www.laptopfoundation.org

Internet e i paesi in via di sviluppo

di Sviluppo, ossia l‟espatrio del personale più istruito a scopo

2 3


la speranza di accedere, finalmente, all'intero patrimonio di informazioni dei centri di ricerca e delle università più avanzate del Nord. Non si tratta semplicemente di consultare banche dati o enciclopedie, né soltanto di visitare musei virtuali. Internet, sempre di più, viene concepito come strumento

privilegiato

per

l‟accesso

alla

produzione

scientifica corrente: tesi e relazioni di ricerca in versione integrale, programmi di ricerca dei laboratori, composizione dei gruppi di lavoro e indirizzo elettronico dei membri38. E‟ risaputo quanto l'istruzione sia un motore primario dello sviluppo economico e umano, nonché della competitività internazionale. L'educazione a distanza costituisce una nuova opportunità di apprendimento per gli studenti che, a causa della distanza geografica dai centri d'istruzione o di risorse finanziarie limitate, sarebbero altrimenti esclusi dal sistema educativo. Nel quadro del sistema d'istruzione complessivo di una nazione,

poi,

l'insegnamento

a

distanza

promette

di

incrementare le economie di scala e di ridurre i costi infrastrutturali. Negli anni recenti, il numero di programmi di insegnamento a

a una velocità eccezionale, al punto che oggi le sei più grandi università per l'insegnamento a distanza sono situate in Paesi in via di Sviluppo (Turchia, Cina, Indonesia, India, Tailandia, Corea)39. I risultati dell'apprendimento a distanza, tuttavia, sono ambigui. Le ragioni di esiti molte volte deludenti sono da 38 39

http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/internet%20sviluppo.htm Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

distanza nei paesi in via di sviluppo ha continuato a crescere

2 4


ricercarsi in un inadeguato supporto dello studente, in una sensazione

di

isolamento

dovuto

alla

mancanza

di

interazione con altri studenti, in un‟enfasi eccessiva posta su programmi tipo corrispondenza e nei lunghi ritardi nel rispondere alle necessità degli studenti. Internet ha sicuramente mutato l'apprendimento a distanza, sormontando molti degli ostacoli accennati. Essa compone un'aula virtuale caratterizzata da un'intensa interattività e da una condivisione di risorse e informazioni. L'obiettivo

perseguito

con

il

finanziamento

di

nuovi

collegamenti Internet non può tuttavia limitarsi all'apertura di edicole multimedia, vale a dire di servizi d'informazione in linea dove gli utenti siano semplicemente consumatori di servizi telematici. Una fitta ramificazione locale è alla base di ogni inserimento in rete. Negli Stati Uniti, così come in Europa, le reti informatiche della ricerca sono nate prima di tutto attraverso l'associazione di reti dei campus, in cui gli utenti erano, insieme, consumatori e produttori d'informazione. I paesi del Sud non possono pertanto, così come quelli del Nord, evitare la costruzione di reti locali che alimentino e integrino le loro specifiche.

Infatti,

molto

al

di

dell'accesso

all'informazione, la prima posta in gioco è la produzione di dati locali40. In passato, la comunicazione per lo sviluppo, ossessionata dagli effetti prodotti dai mass media sui comportamenti, ha attribuito

ben

poca

considerazione

al

contenuto

dei

messaggi ai quali i destinatari erano esposti: infatti, vi era 40

Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

reti

2 5


l‟implicita assunzione che qualsiasi tipo di esposizione ai mass

media

avrebbe

condotto

allo

sviluppo,

senza

preoccuparsi dell‟interiorizzazione dei messaggi. Oggi, la necessità riconosciuta di adattare i contenuti ai bisogni locali si scontra con ostacoli possenti: si può citare il fatto che la gran parte della produzione scientifica realizzata nel Sud viene pubblicata in Europa o negli Stati Uniti, si tratti di riviste scientifiche o di dati raccolti sul campo. Per affermarsi e definire i propri obiettivi, le comunità scientifiche del Sud debbono, dunque, riappropriarsi dei contenuti. Le tecnologie di Internet possono contribuirvi, grazie alla forte capacità di diffusione a fronte di un investimento minimo. Il loro impatto sarà tanto più importante quanto più l‟impegno a favore della padronanza dei contenuti si collocherà ai margini dell'informazione commercializzata e al di fuori dalla portata dei grandi gruppi multimedia dell'edizione scientifica. Tuttavia, nemmeno Internet è esente da rischi: sappiamo, per esempio, che più dell'80% delle pagine Web sono in Inglese, contro il solo 57% degli utenti aventi l'inglese come madrelingua41. Un altro importante aspetto da considerare è quello del

dei paesi con particolare riferimento alle significative ricadute sul commercio dei prodotti locali. Attraverso l‟accesso alla Rete, in realtà dove vi è un‟assenza totale di regolamentazione e di informazione circa il mercato dei vari prodotti sia agricoli che manifatturieri, molti produttori dei paesi del Terzo Mondo possono accedere ad un mercato 41

Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

contributo che la Rete può fornire allo sviluppo economico

2 6


mondiale di proporzioni gigantesche sfruttando a pieno le opportunità di affari on line ed eludendo al contempo quegli ostacoli della filiera commerciale che di fatto impediscono l‟approdo dei prodotti nei mercati dei paesi sviluppati. Attraverso internet gli stessi imprenditori del Terzo Mondo possono accede alle moderne conoscenze e sviluppi relativamente

ai

processi

produttivi

così

come

l‟interconnessione può favorire il coordinamento in aree caratterizzate da assenza di comunicazioni tradizionali tra i vari produttori in vista della fissazione del livello dei prezzi e della elaborazione di una efficace azione di promozione e distribuzione dei prodotti sui mercati. Vi sono infine alcune considerazioni che devono essere fatte sui positivi influssi che internet può apportare in campo sanitario

in

paesi

come

quelli

dell‟Africa

che

sono

costantemente attanagliati da devastanti epidemie che sono la conseguenza delle scarse condizioni igieniche in cui è costretta a vivere la maggior parte della popolazione. Lo sviluppo delle tecnologie dell‟informazione potenzialmente può aprire nuove strade per la diffusione e la socializzazione di servizi anche primari.

probabilmente il mezzo di comunicazione più economico e soprattutto accessibile da mettere a disposizione di chi lavora in ambito sanitario in nazioni dove il telefono è ancora un lusso da ricchi e lo scambio di informazioni manca completamente delle necessarie infrastrutture. La Rete può risultare una risorsa decisiva per mettere in comunicazione i volontari operanti nelle zone rurali dell'Africa

Internet e i paesi in via di sviluppo

Internet, in coppia col satellite e la telefonia mobile, è

2 7


sub-sahariana e chi nei grandi centri di ricerca occidentali, per garantire il coordinamento delle attività tra i piccoli progetti locali e per consentire lo scambio di informazioni tra le varie nazioni africane. Lo sviluppo della rete in Africa e in altre realtà disagiate può essere uno strumento chiave anche per la lotta contro la diffusione delle grandi epidemie prime tra tutte l‟AIDS. Si parla non a caso di “telemedicina” che consente ad abitanti anche di luoghi isolati e irraggiungibili di avere, ad esempio, diagnosi on-line o la possibilità di ottenere analisi mediche

senza

necessariamente

dover

accedere

“fisicamente” ad un centro specializzato42. Una tipica scuola di medicina, negli Stati Uniti, sottoscrive più di 11.000 abbonamenti a periodici, mentre istituzioni simili, nelle nazioni in via di sviluppo, hanno mediamente accesso a meno del 5% di tale quota. La scienza medica è evoluta rapidamente, ma, storicamente, ci sono voluti fino a cinque anni perché le nuove conoscenze si diffondessero, perfino a coloro che, nel loro ambito professionale, possono accedere al flusso internazionale di informazioni. Al di fuori delle capitali e dei grandi centri urbani del terzo mondo, il divario

Internet ha la possibilità non solamente di abbreviare tale divario temporale, ma anche di spalancare tutta una gamma di fonti di informazione ai professionisti della salute dei paesi in via di sviluppo43. La World Health Organization (WTO) da tempo ha approntato un sistema di informazione che vincola tutti i 42 43

http://www.digital-divide.it/dd_mondo.htm http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/internet%20sud.htm

Internet e i paesi in via di sviluppo

temporale può, naturalmente, essere più grande.

2 8


maggiori partner a una partecipazione internazionale al controllo epidemico. Tramite Internet si assicura che le informazioni cruciali si possano diffondere rapidamente ai funzionari pubblici della salute, ai ministri della sanità e ai medici sul campo. Un ulteriore caso è quello della cura della meningite da meningococco, che colpisce, con epidemie stagionali, i 17 paesi

sub-sahariani

conosciuti

come la "fascia della

meningite". Durante la stagione innocua, si richiede un reporting giornaliero, per valutare quando una data soglia venga oltrepassata e si debba disporre una vaccinazione di massa. Lo scambio di informazioni via Internet permette di monitorare l'evoluzione della malattia e di pianificare e mobilitare i team di vaccinazione da dispiegare nelle aree colpite44.

Il fenomeno dei Telecenter

La penuria di tecnologie informatiche nel Sud del mondo fa si

trasformi in una risorsa preziosa. Nelle comunità più svantaggiate, e quindi soprattutto nei PVS l‟accesso alle nuove tecnologie è dunque una nuova risorsa che genera impiego

e

migliora

la

vita

di

tutti

i

giorni.

In tali realtà l‟unico tipo di accesso che sembra dare alla massa la possibilità di connettersi è l‟accesso collettivo, e 44

Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

che ogni acceso a internet, in un Paese in via di Sviluppo si

2 9


proprio

da

qui

nasce

il

fenomeno

dei

“telecenter”.

I telecenter sono una della più rapide applicazioni per la crescita dell‟ICT nei PVS, offrendo una vasta gamma di servizi

a

più

utilizzatori

e

a

basso

costo45.

I Comunity telecenter utilizzano l‟ICT per offrire una varietà di attività legate alla vita della comunità. Il loro scopo è quello di offrire servizi base legati all‟informazione che permettano di avere risultati di uno sviluppo sostenibile della comunità. La maggior parte dei telecenter, però, rientra nella categoria dei multipurpose telecenter. Di solito offrono una vasta gamma di servizi e supporti, inclusi anche servizi non legati all‟ICT, al fine di poter rispondere ai bisogni più essenziali della

comunità.

In molte aree, in cui, accessi permanenti ad internet non sono possibili per il loro grado di sviluppo, l‟accesso alla tecnologia è fornito tramite Mobile telecenter al fine di portare alle comunità rurali e analfabete i benefici di internet anche in quei villaggi che non hanno una rete elettrica. Molte volte vengono utilizzati dei pullman con computer, e materiale audio

e

video.

Nonostante la loro diversa configurazione i telecenter hanno

una gamma di servizi attraverso modelli condivisi di accesso. Il miglioramento della comunità resta lo scopo centrale. 45

Il telecenter è un luogo fisico che provvede all‟accesso dell‟ICT per lo sviluppo dell‟istruzione, dell‟ambito sociale ed economico. Rappresenta una facilitazione in cui l‟ICT è resa disponibile a persone che potrebbero avere scarse o nulle opportunità di usare o di imparare ad usare queste tecnologie. I telecenter non sono un semplice centro tecnologico ma un vero e proprio laboratorio in cui viene facilitata la creazione e l‟incontro delle idee, promuovendo così l‟economia locale e fornendo una visione di sviluppo alla popolazione. Anche la composizione fisica e strutturale dei telecenter è molto varia. I modelli più comuni sono dei chioschi, scuole di computer o laboratori, alcuni possono essere mobili e altri possono essere gestiti da varie comunità. Viene per questo usata una classificazione suddivisa in tre categorie: comunity telecenter, multipurpose telecenter e mobile telecenter. http://www.caosmanagement.it/n7/mana_art3.html

Internet e i paesi in via di sviluppo

tutti comunque un aspetto in comune: usano ITC per offrire

3 0


Definiti quindi come luoghi per l‟accesso collettivo alla rete, i telecenter sono cresciuti rapidamente nei PVS gestititi soprattutto da tre tipi di soggetti: governi organizzazioni non governative settore privato Un accesso universale ad internet è riconosciuto da molti governi come un importante passo per lo sviluppo della propria nazione. Tuttavia i governi dei PVS hanno scarse risorse e problemi urgenti da risolvere quindi la maggior parte di programmi finisce per avere buone intenzioni ma che raggiungono modesti risultati e non tutta la popolazione. Accanto ai programmi governativi si sono affiancati anche progetti realizzati da fondazioni, agenzie internazionali, ONG e altre strutture organizzative sociali. In tale categoria sono inclusi anche telecenter nati con scopi filantropici 46. Vi è infine il settore privato caratterizzato da iniziative individuali di piccoli imprenditori che cercano un ritorno ai loro investimenti. Un esempio sono i cybercaffé. in posti dove si

concentravano le attività delle città di molti paesi del sud del mondo. Originariamente, erano destinati alla domanda dei turisti o degli uomini d‟affari, ed erano localizzati in distretti industriali o commerciali delle città. Tuttavia oggi il trend è cambiato, si cerca di offrire l‟accesso alle persone che non possono avere una connessione a casa. In alcuni PVS i cybercaffé sono il 46

http://www.caosmanagement.it/n7/mana_art3.html

Internet e i paesi in via di sviluppo

I cybercaffé sono nati soprattutto

3 1


modo più comune di connessione ad internet e di interazione. Uno di questi Paesi è il Peru, dove più dell‟80% degli utilizzatori di internet usa locali di accesso comuni. L‟effetto dei cybercaffé, che qui vengono chiamati “cabinas públicas” è molto visibile nella società peruviana, soprattutto per quanto

riguarda

l‟urbanizzazione

delle

periferie47.

Sono oggi presenti e combinati tra di loro nell‟offerta dei cybercaffè diversi servizi che prima erano sistematicamente negati agli abitanti delle periferie: librerie, uffici postali, posti di svago, centri giovanili, centri di formazione ecc… I cybercaffé sono riusciti e sviluppare una cultura di internet in Peru, soprattutto tra i giovani e gli studenti di tutti i settori della società. Tutto questo è stato possibile senza alcun supporto da parte dello Stato ed in un Paese in cui oltre il 50% della popolazione vive in condizioni di povertà.

Conclusioni

Dallo

studio

si

evince

come

le

nuove

tecnologie

mezzo negativo. Diventano un mezzo positivo quando tutto il processo comunicativo, cioè le linee telefoniche, i computers, gli

argomenti

e

gli

strumenti

della

comunicazione,

appartengono alle popolazioni che fruiscono del mezzo. Quando ciò non avviene, è naturale che vi sia un problema di rigetto delle nuove tecnologie. 47

Ibidem

Internet e i paesi in via di sviluppo

dell‟informazione non sono in sé né un mezzo positivo né un

3 2


Malgrado ciò i nuovi mezzi dell‟informazione nei paesi in via di sviluppo sono molto utili nella gestione delle operazioni di emergenze umanitarie, nello sviluppo delle attività e nell‟educazione. Tuttavia per lo sviluppo, è necessario che i nuovi mezzi siano sentiti come “propri” dalle popolazioni locali e siano accompagnati da adeguati investimenti in infrastrutture ma anche sotto il piano culturale e della formazione educativa con programmi che mirino all‟elevamento del livello di istruzione delle popolazioni di tali paesi. I nuovi mezzi di comunicazione sociale sono strumenti potenti di educazione e di arricchimento culturale, di commercio

e

partecipazione

politica,

di

dialogo

e

comprensioni interculturali. Dall‟altro lato il carattere transnazionale e di collegamento di internet e il suo ruolo nella globalizzazione richiedono una cooperazione

internazionale

per

stabilire

modelli

e

meccanismi volti alla promozione e alla tutela del bene comune internazionale.

http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_number_of_broadband_Internet_users http://it.wikipedia.org/wiki/Internet http://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo http://it.wikipedia.org/wiki/Open_source http://www.internettrafficreport.com/ http://en.wikipedia.org/wiki/Internet http://en.wikipedia.org/wiki/Demographics_of_the_Internet http://en.wikipedia.org/wiki/Global_internet_usage http://www.internetworldstats.com/stats.htm http://mdgs.un.org/unsd/mdg/Default.aspx

Internet e i paesi in via di sviluppo

Bibliografia

3 3


http://en.wikipedia.org/wiki/Global_digital_divide http://fr.wikipedia.org/wiki/Internet http://www.volint.it http://www.digital-divide.it/ http://www.caosmanagement.it/n7/mana_art3.html http://www.vatican.va http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=441&tab=int&tem=69

Internet e i paesi in via di sviluppo

http://esterrefatti.blogspot.com/2008/09/esterrefatti-il-sofware-libero-nei.html

3 4


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