Rash of your style Magazine

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Ph. Olimpia Rende

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IN Cover 62

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THE B.

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FAKOSHIMA

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Tagliente e diretta, di ispirazione maschile, la Capsule Collection F/W 2015-16 The B. by Federico Barrazzo.

Fakoshima è un giovane marchio di design, specializzato nella produzione di occhiali da sole concettuali.

Servizio fotografico, a cura di Andrea Angelone, Withe dolls, progetto del corso di fashion design per AltaRoma.

Verena Schipperheyn è un marchio d’abbigliamento maschile nato in Germania, ad oggi stabilito tra Londra e Berlino.

274 EDITHMARCEL 114 MASSIMO CASAGRANDE Una collezione che si ispira al patrimonio multiculturale del designer, una retrospettiva personale del suo background.

Andrea Masato e Gianluca Ferracin raccontano la loro idea di fashion, e presentano la loro collezione androgina.

138 SOTINE

Intervista alla nuova designer di gioielli olandese, presentazione della nuova collezione S/S16.

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PRIMO Piano EDITORIALE 18

L’idea di Rash. Come nasce e da dove trae ispirazione il progetto di Rash Magazine.

SLAVA 30

Una nuova collezione ispirata all’aristocrazia e alle pellicole cult del cinema americano degli anni ‘80/’90.

SERAFIN 42 ANDRZEJAK

Nnuova collezione autunno inverno title-one, ispirazione e illustrazione della collezione da parte del designer.

DAMUR 50

DAMUR, un’organizzazione internazionale, un marchio di moda che crea prodotti innovativi, ed espressivi.

MAURICE 124 STAMM

Collezione primavera estate 2015 come nasce il brand e il concept degli outfit della collezione.

MOLTO PIÙ DI 166 UNO STILISTA Nuove promesse dal mondo del fashion design.

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A03 ART 172

The fall “Playground” F/W 15/16. La collezione Autunno/Inverno Playground.

ART CUT 203

Fondazione Prada, la nuova struttura architettonica; Nikki Evans progetto Urban Decay Mostra Couture Sculpture di Azzadine Alaïa.

ECID 236

Un nuovo brand di borse di accessori di lusso realizzati da Alex Molto e Annamarie Minou.

GABRIEL 246 COLLIER

Gabrielcollier, un marchio emergente di Barcellona, fondato da Raquel Cubells, di recente laureato in LCI di Barcellona.

ADMIR 260 KAPIC

Admir Kapic, giovane e talentuoso designer sloveno, presenta la sua nuova collezione S/S 16.

FEIFEI YANG 290

Collezione “Scorpion” S/S 16 di Feifei Yang. Lo stilista ci racconta l’ispirazione e i capi della collezione.


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L’IDEA DI

“Chi mi dà del fascista mi fa un complimento”. Questa è una frase di un rappresentante del “Veneto Fronte Skinheads”, organizzazione di destra radicale salita alla ribalta con un’intervista svolta nel programma ‘Piazza pulita’ di La7. Inneggiante alla politica dal pugno di ferro, e in alcuni casi, non solo in Italia, abbiamo sentito di azioni violente da parte loro. Nessuno però si è mai posto un problema: possono queste persone essere definite ‘skinheads’? Probabilmente no, o almeno non può essere utilizzato il termine generico per una categoria molto più vasta. Il movimento skinhead nasce infatti nel finire degli anni sessanta in Gran Bretagna, e sorprenderà che coloro che si professano parte integrante del movimento sono dichiaratamente antirazzisti, considerando personaggi come quelli del fronte dei “boneheads”, un termine simile al nostro “cretino” per sottolineare la differenza con i veri appartenenti alla categoria. In molti identificano il movimento skinhead con la musica punk, definendolo, come un trampolino di lancio per gruppi come Ramones e Sex Pistols. Questo è un ragionamento vero soltanto in parte. Questa tipologia di musica ha permesso negli anni “70” un nuovo rilancio della cultura skinhead, poi assestatasi verso l’immagine odierna.

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RASH STYLE

Ad influire sulla creazione del movimento c’è però una base principalmente sociale e non politica. Gli skinhead “original” sono infatti figli della working class inglese del periodo, molti indumenti, se non quasi tutti, possono essere trovati negli indumenti da lavoro di quel periodo: un esempio, probabilmente quello più eclatante, è il classico taglio dei capelli a zero, considerato ai tempi migliore per le norme igieniche da rispettare, così come il caratteristico giubbotto bomber in voga fra gli aviatori, accompagnato da jeans larghi e scarpe antinfortunistiche, tutto questo alimentato dal desiderio di combattere la cultura dominante dell’epoca.

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SOTTOCATEGORIE SKINHEAD

Al giorno d’oggi c’è dunque una confusione generale verso il movimento skinhead. Questa confusione è però generata da numerose sottocategorie che fanno parte della classe generale: in molti pensano subito alle azioni violente, senza sapere che sono i cosiddetti Naziskin, o Skin88 (l’88 è identificabile come HH, cioè Heil Hitler)ad essere la parte aggressiva della categoria. In molti non sanno dell’esistenza dei gayskin, suddivisi in due ulteriori organizzazioni come la EGSA, comprendente gli skin gay apolitici, e la GASH che vede raggruppati i gay con tendenze politiche nazifasciste. Ultimi ma non ultimi, i RASH, i Red and Anarchist SkinHead, che si tengono con posizioni politiche di sinistra o addirittura anarchiche. Un po’ come la nostra rivista, che non vuole uniformarsi a determinati pensieri già preconfezionati, preferendo ragionare e scrivere usando la testa. Ed è proprio per questo che abbiamo scelto questo nome per ciò che state leggendo.

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SLAVA Collection SS/16. Avvolta dallo spirito di aristocrazia, Slava. Questo spirito si riflette in ogni dettaglio. Le collezioni possono portare messaggi ed aspetti diversi, ma ogni elemento particolare del marchio rappresenterà sempre il suo spirito. Dopo tutto, vi è una serie di requisiti che il marchio si impegna a mantenere, al fine del suo alto nome come brand. Essa è il perfetto equilibrio tra forma, materiali di alta qualità e tecnologia di produzione, un rivestimento che è naturale e piacevole per il corpo. Gli biti di SLAVA ci danno carattere, e lo scopo del marchio è quello di rendere ogni ragazza sicura, speciale e confortevole. SLAVA SS`16 collection è stata ispirata dal film Pretty Woman e gli anni 80. Una vasta gamma di colori e texture è coinvolto nella collezione. Gli articoli sono realizzati in pelle scamosciata, velluto, lana, viscosa, seta e crepe. Non vi è nessun colore predominante. Ogni colore interagisce e gioca con gli altri. La nuova collezione si compone di molti colori come: giallo senape, blu pallido, verde pisello, rosa chiaro, toni carne, viola e inchiostro. Pantaloni larghi e diritti, giacche con spalline, gilet, cappotti primavera, camicie di seta e viscosa, molti abiti dalla silhouette diritte ed estese. SLAVA continua a sviluppare la sua linea di accessori, tra cui cappelli e guanti in pelle. Tutti gli elementi del marchio vengono sviluppati e prodotti esclusivamente presso SLAVA Studio. Chiunque può venire a visitare lo Show Room e scegliere il suo look perfetto. Slava articoli sono su misura per adattarsi a qualsiasi evento della vita. L’età non è nessun limite per l’anima.

Testo di

Slava Studio Foto by

Slava press office

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SLAVA S PRING SUMMER 16 37

Crediti fotografici: Slava studio Press office


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Serafin Andrzejak collection title one AW15/16

La collezione si allontana da forme sensuali o tessuti delicati. Tra i pezzi troviamo giacche semplici, gilet e pantaloni sopra la caviglia, cappotti pesanti con spalle definite e abiti grezzi, spesso con cuciture sulla parte esterna, ispirati dai vestiti ebraici e tradotti dal progettista in modo moderno, ma mantenendo la loro lunghezza originale. Lane spesse sono il tessuto principale utilizzato per produrre i pezzi con l’eccezione di una camicetta di seta con un mantello sulle spalle. I neri antracite caratteristici di Serafin, si contrappongono e sono arricchiti da elementi grigio-blu in gomma affumicata. Il designer ha trovato un modo non ovvio, per introdurre il cuoio naturale al taglio della Collezione in strisce spesse lavorate a mano. Le nappe presenti nei disegni sono l’interpretazione di un elemento di tallit, scialle della preghiera ebraica, noto come Cicis, per il quale lo stilista cerca un nuovo significato estetico. Per coloro che hanno familiarità con lo stile unico di Serafin, un pezzo della collezione potrebbe comportare una sorpresa. Questo è a pieghe in écru, composta da due elementi-gonna di lana e una tunica sciolta con un pannello cut-out geometrico nella parte posteriore. La combinazione stilistica di scarpe pesanti con calzini bianchi è un altro riferimento alla cultura giudaica. Il nuovo look book, che promuove la collezione autunno-inverno 2015/16 è il risultato della collaborazione tra il fotografo e l’illustratore Mateusz Tyszkiewcz Mateusz Suda. Ancora una volta il designer dimostra di essere a favore di un approccio not-is-no-box per la creazione di materiali promozionali. Utilizzando fotografie che ritraggono le linee ben pensate e studiate a fondo, Mateusz Suda ha creato un collage dinamico e pieno di energia. Le composizioni sono caotiche e serene allo stesso tempo, che riflette perfettamente la visione moderna sulla tradizione.

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Rash collezione SERAFIN ANDRZEJAK Autunno/Inverno 15/16.

AUTUNNO INVERNO 15/16.

Fotografia: Mateusz Tyszkiewcz Illustrazioni: Mateusz Suda Models: Serafin Andrzejak Press office

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Serafin Andrzejak n e w

f a s h i o n

D E S I G N E R

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Rash collezione

AUTUNNO INVERNO 15/16.

Fotografia: Mateusz Tyszkiewcz Illustrazioni: Mateusz Suda Models: Serafin Andrzejak Press office

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AUTUNNO INVERNO 15/16.

Fotografia: Mateusz Tyszkiewcz Illustrazioni: Mateusz Suda Models: Serafin Andrzejak Pess office

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Fotografia: Mateusz Tyszkiewcz Illustrazioni: Mateusz Suda Models: Serafin Andrzejak Press office

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DAMUR

Collection AW 15/16.

Fondata nel 2013 a Berlino, DAMUR è un’organizzazione internazionale, un marchio di moda di alto livello che crea prodotti innovativi, ed espressivi. La compagnia è stata orgogliosa di rilasciare la sua collezione 001 nel maggio 2014. La collezione è stata presentata tra Taipei e Berlino, presenta uno stile di alta moda che ritroviamo poi anche come concetto nei loro negozi. Nel febbraio 2015, sono stati lo sponsor speciale per la prima mondiale del film “Zui Sheng Meng Si” (Thanatos, Drunk) al “Panorama” della Berlinale. Oggi, è possibile trovare la raccolta e gli accessori di DAMUR nel loro e-shop e serval concept stores a Londra, Berlino e Taipei. A breve, saranno anche a Parigi. Entro settembre del 2015, ci sarà il rilascio della loro collezione 002 insieme a i loro nuovi accessori.

Testo di

Damur press office Foto di

Filip Kacalski

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AUTUNNO INVERNO 15/16

Fotografia: Filip Kacalski Make up artist: Maja Holcman Press office: press@damurstudio.com Models: Bruno@www.m4models.de; Sarah@www.m4models.de

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Fotografia: Filip Kacalski Make up artist: Maja Holcman Press office: press@damurstudio.com Models: Bruno@www.m4models.de; Sarah@www.m4models.de

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Empowerment Damur

Damur crea combinazioni tra tecnica ed indumenti classici grazie ai più recenti metodi della scienza tessile. Realizzano abbigliamento e accessori che uniscono l’eleganza alla funzionalità. Creano un equilibrio tra un fashion design pratico e di alta qualità, ma anche fragile all’usura quotidiana. DAMUR realizza tutto questo con materiali di qualità pregiati che sono facili da mantenere. L’idea che si ha quando si indossano i loro capi, non è quella di essere una star, ma si tratta di trovare una strada ed il proprio approccio alla vita, ed uno stile unico e inconfondibile. Il loro scopo è permettere al cliente di selezionare i suoi prodotti in base ai propri sentimenti. Le Donne e gli uomini DAMUR sono fiduciosi, pragmatici, creativi indipendenti, che vogliono comunicare la loro estetica e la loro emancipazione. I loro capi sono innovativi e senza tempo, fondono l’audace concettualità dell’informarsi sull’ arte e sulla cultura con un atmosfera di semplicità e funzionalità. DAMUR si concentra sui prodotti fatti a mano da persone che amano vedere i vestiti che prendono vita. I vestiti devono essere il risultato della loro arte, non quello di una macchina. Il brand sta iniziando a strutturare una multinazionale in Europa, ed è in cerca di piccoli produttori. Il know-how di questi manufatti è incredibile, e merita di essere conservato. Vogliamo integrare questi piccoli produttori e farli crescere con il nostro brand. DAMU Produce indumenti per le donne e gli uomini di ogni età, è un marchio di moda determinato a realizzare capi di alta moda e di alta qualità.

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Fotografia: Filip Kacalski Make up artist: Maja Holcman Press office: press@damurstudio.com Models: Bruno@www.m4models.de; Sarah@www.m4models.de

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Fotografia: Filip Kacalski Make up artist: Maja Holcman Press office: press@damurstudio.com Models: Bruno@www.m4models.de; Sarah@www.m4models.de

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THE B. Capsule Collection FW 15/16.

Tagliente e diretta: di ispirazione maschile (poi declinata anche per l’universo femminile), la Capsule Collection The B. by Federico Barrazzo F/W 2015-16 trae spunto dai codici stilistici della subcultura Gabber, innestata alla crudezza incastonata negli scatti di Michal Chelbin che ritraggono giovani ultras Ucraini e Russi, ginnasti o carcerati violenti. Attraverso le linee pulite e le forme geometriche, capisaldi dell’identità del brand, accostate ai tagli a vivo, viene sancita la rigidità creativa nella quale la capsule è concepita. Il nero torna ad essere il sottofondo cromatico. I dodici pezzi realizzati in materiale tecnico si intrecciano tra loro portando alla ribalta uno stile ben definito: i pantaloni ed il long dress, impreziositi da innesti color sangue, mostrano il sapore minimalista di Federico Barrazzo; lo stesso sapore inonda le giacche oversize ed il gilet con zip plastica. La rigidità viene spezzata dal croptop, dalla camicia oversize unisex e dalle T-shirt da donna con spacchi nude. A fare da sintesi alla ricerca del designer è il bomber che lascia divampare in maniera ruggente le fondamenta stilistiche sulle quali la capsule collection si edifica. Anche l’accessorio della capsule riprende lo stile gabberino: la cintura spezza gli outfit con l’applicazione di tasche da lavoro, che definiscono la silhouette dell’elemento. La Transversal, borsa rappresentativa del marchio, si lascia sedurre dalle ispirazioni cruente, tingendosi di nero e impreziosendosi di moschettoni che ne permettono la versatilità, trasformando l’accessorio da zaino a borsa con un semplice gesto.

Testo di

Federico Barrazzo Foto di

Olimpia Rende

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Nato dalla volontà di costruire un concetto stilistico unico e capace di rispecchiare l’identità del designer, The B. fonde il valore assoluto del made in Italy e l’artigianalità classiche del “Belpaese”, alla ricerca ed all’innovazione proveniente da altri Paesi del mondo. Ogni collezione prende forma da una profonda fase di ricerca, che poi esplode grazie alla forza delle sensazioni. Ne derivano silhouette e volumi di varia natura, accomunati da tagli precisi e lineari e da palette di colore, diverse di stagione in stagione, che plasmano la sobrietà del brand. Dopo il lancio, le collezioni si sono susseguite mettendo in evidenza la maturità che, ha permesso a The B. di affermarsi. Dall’Autunno-Inverno 2013-2014 le creazioni hanno iniziato ad essere arricchite dalla presenza di accessori; poi si sono aggiunti pezzi rivolti all’universo maschile. Attualmente il brand conta la linea donna, uomo e gli accessori. Il vero focus del marchio, infine, è caratterizzato da una miscela di figure che compongono una nuova idea del “vestire”: maschilità e femminilità, infatti, a tratti si incontrano, quasi coincidendo, dando così vita a pezzi unisex unici, che permettono una grande versatilità, rimanendo accumunati da evidenti geometrie nei tagli, nel sapore minimal e da una forte sintesi estetica.

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FEDERICO BARRAZZO

Federico Barrazzo nasce il 30 novembre del 1992 a Roma, Italia. Dopo i suoi studi al liceo scientifico Convitto Nazionale di Roma, si laurea in Fashion Styling allo IED di Roma. La sua tendenza creativa, non riuscendo a rimanere concentrata in una sola professione, sfocia nel progetto personale come Fashion Designer che sviluppa dal 2011, parallelamente alla formazione e all’esperienza di Stylist. Dal 2013 inizia a collaborare come Stylist Assistant di Marco Grisolia presso l’agenzia Studio DModa, lavorando, allo stesso tempo, come freelance Stylist.

Designer

Profile INFO BRAND www.the-b.it info@the-b.it

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Fotografia: Olimpia Rende Styling: Federico Barrazzo Make up & Hair Styling: Giulia Luciani Models: Martyna B.; Yuriy


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Designer

interview 1. Raccontaci di questo marchio, come nasce? La nascita di The B. è una storia curiosa. Il progetto è iniziato nel 2011, quando con mia sorella decidemmo di intervenire su delle t-shirt basiche, apportandovi delle modifiche. Dopo un breve periodo tutto è rimasto nelle mie mani e mi sono occupato personalmente di tutto, sviluppando sempre di più i prodotti che realizzavo. Ho prima aggiunto qualche capo spalla, poi alcuni modelli di accessori, poi la linea uomo, fino ad arrivare alla realizzazione dell’intero look. Ad oggi il brand è composto da womenswear, menswear e accessories.

2. Qual’è stato il tuoi percorso di studi, e quanto ti è tornato utile nella realizzazione del brand?

La mia formazione è stata fondamentale per la crescita di The B. Sono riuscito, infatti, a sviluppare un mio metodo di progettazione e di ottimizzazione del tempo, delle efficaci strategie di comunicazione e competenze per la realizzazione pratica. Credo di aver coltivato una formazione molto ampia che mi permette di occuparmi di diversi aspetti di The B. Partendo dall’ideazione della collezione, alla ricerca dei tessuti e materiali, alla realizzazione pratica, alla comunicazione e quindi la presentazione di un’immagine che possa tradurre al meglio la realtà di The B. La mia formazione da fashion stylist è altrettanto importante. Credo di avere un approccio al processo creativo completamente diverso. Mi sento fortemente sylist anche nel mio essere designer.

3. I tuoi primi passi nel mondo della moda, come sono stati?

Sicuramente ci sono state delle difficoltà principali: innanzi tutto individuerei il fatto di dovermi occupare personalmente di ogni aspetto del mio progetto. Partendo dal concept, ideazione, ricerca materiali, realizzazione, comunicazione, fino alla vendita. È sempre stato tutto talmente soddisfacente che ogni difficoltà in confronto si traduceva solo in una sorta di sfida a migliorare e crescere ancora di più.

4. Come è iniziata la tua produzione? La tua prima collezione? Raccontaci …

Avvertivo la necessità di poter creare un prodotto che fosse mio, continuando a sviluppare sempre più una conoscenza e consapevolezza di quella che è la mia estetica. Non riuscendo a concentrare la mia tendenza creativa in una sola professione, ho intrapreso il progetto personale come fashion designer, parallelamente alla formazione e all’esperienza di Stylist. La prima collezione completa è stata una grande gioia. Ancora più soddisfacente è stato il riconoscimento ricevuto dagli addetti ai lavori e dal bacino di clienti affezionati.

5. Raccontaci del tuo processo creativo per la realizzazione delle collezioni. Come nasce una collezione? Il mio processo creativo solitamente prende vita da una forte ricerca stilistica ed estetica. In ciascuna collezione il concept è ben definito e approfondito da me.

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Rash intervista Sicuramente anche in questo aspetto emerge la mia tendenza come fashion stylist. Segue poi l’attenzione alle linee, ai tagli, alla silhouette, poi lo sviluppo dei capi, la ricerca dei tessuti e tutto il resto. Quando mi ritrovo a ideare una nuova collezione è come se già sapessi esattamente cosa sto per creare.

6. Come sei riuscito a trovare te stesso ed un tuo stile in questo settore così competitivo?

Sinceramente non è stato difficile permettere alla mia estetica di emergere, essendo anch’essa inevitabilmente contaminata dalle tendenze. Penso, infatti, che le difficoltà maggiori siano nel riuscire a rendere le proprie collezioni appetibili, rispettando così l’aspetto commerciale, ma allo stesso tempo far in modo che possano rispettare l’immagine del Brand e ciò che si vuole comunicare.

7. Qual è il tempo standard di produzione di una collezione? Dipende molto anche dal designer e dalle tempistiche per quanto riguarda la ricerca dei tessuti, in media comunque circa tre mesi.

8. Chi è realmente il cliente del tuo marchio? La donna, tra i 20 e i 45 anni che abbia la capacità di riconoscere l’assoluto valore artigianale e la produzione in piccola scala. Per quanto riguarda l’uomo, aggiungerei che si tratta di una tipologia di abbigliamento meno comune, maggiormente ricercato e di nicchia, anche per via dalla natura unisex di alcuni capi.

9. Parlaci della tua ultima collezione… ispirazioni, tagli , lavorazioni , tessuti... La Fall Winter 2015-16 trae spunto dai codici stilistici della subcultura Gabber, contaminati con l’estetica dei gio-

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vani ultras Ucraini e Russi. Le linee pulite e le forme geometriche, tornano come in ogni collezione, accostate ai tagli al vivo. Il nero si presenta come base della maggior parte dei capi, accostato al nude, rosso sangue e al bianco. Palette cromatica declinata per la realizzazione di pantaloni, giacche oversize, t-shirt, bomber, gilet, long dress, maxi shirt e croptop.

10. Parlaci dei tuoi accessori, in particolar modo degli zaini.

15. Ci sono dei personaggi a cui ti ispiri , anche nel campo della moda, e con i quali ti piacerebbe lavorare?

Le ispirazioni cui attingo provengono da campi assolutamente differenti. Per quanto riguarda la moda, sinceramente parlando, non ho dei designer di riferimento specifici. Talvolta trovo interessante uno, piuttosto che un altro elemento estetico che provengono da collezioni di designer diversi.

Anche nell’ultima collezione Fall Winter 2015-16 ho nuovamente presentato il modello di accessorio chiamato Transversal: una borsa zaino caratterizzata dall’apertura verticale della zip e dalla sua versatilità. Questo modello è diventato rappresentativo del Marchio. In ogni collezione, infatti, verrà declinato in materiali, cromie e elementi differenti.

11. Dov’è possibile trovare le tue creazioni, in quali città , su quali piattaforme?

La collezione è disponibile presso il laboratorio-showroom del Brand in Via Antonio Cesari, 17 – 00152 Roma. E sullo shop online all’indirizzo www.the-b.it

12. Quanto influisce Roma nella tua creatività?

Roma mi fornisce un senso di serenità e di familiarità. Per il momento ho in mente di lasciare qui la mia base produttiva, è la mia città.

13. Quali sono le idee future per il tuo marchio?

Innanzi tutto raggiungere un ottimo livello di distribuzione, per poi avere la possibilità di sviluppare maggiormente le differenti linee del mio Brand.

14.Come descriveresti il tuo lavoro? Impegnativo, appassionante sfacente.

dinamico, e soddi-

un

pezzo

iconico,


AUTUNNO INVERNO15/16 Fotografia: Olimpia Rende Styling: Federico Barrazzo Make up & Hair Styling: Giulia Luciani Models: Martyna B.; Yuriy

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Fotografia: Olimpia Rende Styling: Federico Barrazzo Make up & Hair Styling: Giulia Luciani Models: Martyna B.; Yuriy

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FAKOSHIMA COLLECTION AND INTERVIEW S/S 2016


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FAKOSHIMA Sunglasses SS/16.

Fakoshima è un giovane(ma già di successo)marchio di design, specializzato nella produzione di occhiali da sole concettuali. È stato fondato nel 2012 a Mosca da Konstantin Shilyaev (co-fondatore e direttore creativo), Alex Melnikov (co-fondatore e CEO) ed è gestito da Maisters Teisen Ltd. Dal 2013. La sede centrale dell’azienda si trova a Kowloon(Hong Kong), l’occhiale è prodotto in Giappone, Hong Kong è il luogo più all’avanguardia nella manifattura di occhiali da sole. Sono geograficamente vasti i legami ideologici che rappresentano Fakoshima, esso è un marchio multiculturale che unisce un design innovativo, e tecnologia avanzata, alle tradizioni e all’ artigianato. Il connubio di tradizione e innovazione, passato e futuro, rappresenta il concetto chiave del marchio Fakoshima. L’ identità estetica del marchio è influenzato principalmente dalla ricerca e comprensione dei futuri esseri umani, e credendo in una futura trasformazione di essi in figure androgine con elementi contenuti associati ora con robot, androidi e in futuro con nuove tecnologie. “È importante per noi creare oggetti che eccitano l’immaginazione. Oggetti che generano naturalmente catene di associazioni o rapporti interni tra persona e mondo materiale che lo circonda”. Seguendo i progettisti futuristi, Fakoshima continua a cercare immagini ed elementi di design del futuro. Attraverso la combinazione di nuove tecnologie e la lavorazione manuale dei materiali, attraverso la diversità delle forme classiche che stabiliscono legami con il passato, e le combinazioni paradossali che risvegliano la fantasia e concepiscono possibili percorsi di ciò che l’umanità di domani sarà. Allo stesso tempo, quando si parla del classico, vale la pena notare che le idee di Fakoshima portano avanti un riferimento temporale, afferrando idee visive di diverse epoche e creando immagini nuove.

Testo di

Alex Melnikov Foto di

Fakoshima press office

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who is

Fakoshima

Fakoshima è un nikname, è l’alter ego artistico del Direttore Creativo Konstantin Shilyaev, fondatore del marchio. Più di dieci anni fa, si è diplomato come grafico. Da allora ha realizzato molti progetti: design tessile, visual, startup e brand identity di moda. Inoltre ha partecipato come stilista in numerosi shooting fotografici. Il suo gusto e modo di pensare è stato influenzato dal design della grafica francese, architettura moderna giapponese e della loro cultura visiva, dall’avanguardia degli stilisti belga, grande varietà di musica elettronica, fotografia di Stanley Kubrick e fantastiche creazioni della letteratura cyberpunk di Jeff Nunn e William Gibson. Eppure è la cultura giapponese, che ha avuto l’influenza determinante sulla sua visione. Le sue caratteristiche e lo stile si manifestano nella progettazione del marchio di occhiali Fakoshima. Le idee di Fakoshima portano avanti un riferimento temporale, che afferra idee visive di diverse epoche e crea immagini che prima non esistevano. Il design di Fakoshima interagisce con il classico, ma pone una nuova direzione. Sulla base di forme tradizionali, permette loro di mutare forma influenzata da un immaginario futuro, e vivono di una vita nuova. Per i loro proprietari, gli occhiali da sole Fakoshima diventano un fregio, un codice di identificazione con il quale è facile da individuare “il proprio essere” - ovunque tu sia e qualunque cosa tu stia indossando. Si tratta di una specie di maschera che nasconde, attira l’attenzione, intriga, e apre nuovi legami tra chi li indossa e il mondo circostante.

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BLACK MANTIS

Tre modelli di occhiali da sole che compongono la versione finale della collezione - tre donne, icone, antipodi: Tilda Swinton, Julianne Moore e Cate Blanchett. Siamo stati in grado di legare i prodotti alle loro immagini, anche sè creano un gioco misterioso per il loro eccezionale talento e il mondo oscuro che vive in ognuna di loro, di noi, che ci circonda, o ci viene in sogni più strazianti e bizzarri. Le forze oscure della Black Mantis prendono forma dal fascino e dall’aspetto minaccioso degli insetti o creature di vecchi film di fantascienza “Alien” e “Predator”. In sostanza, gli insetti sono alieni sulla terra. La loro struttura anatomica, zanne e faccia li rende la pietra angolare di idee per la collezione. Inoltre, queste immagini che ritroviamo nella campagna pubblicitaria, le modelle sembrano dei vampiri, e creano l’atmosfera di un film cult come “Solo gli amanti sopravvivono” e “The Hunger”. Black Mantis è il nostro omaggio alla filosofia dei predatori del bello, del pericolo e dell’aggressività. I modelli sono basati su occhiali da sole femminili cat-eye e trasformati in sfumature unisex aggressive. Il nero è il colore primario della collezione - colore dei cacciatori notturni e delle forze misteriose. È anche a disposizione una tavolozza di colori camoufflage. La collezione comprende 3 modelli, ogni modello è presentato in 5 combinazioni di colore.

Collections

Glass CYBER LIMBO

Cyber Limbo è una collezione a numero limitato che estende il concetto incapsulato nella nostra precedente collezione Culto Bardo, quasi come un aggiornamento della collezione. L’idea di creare un terzo occhio nasce come un percorso alla scoperta di superpoteri e di una rinascita in una forma nuova. Cyber Limbo è uno spazio, uno stato dell’essere in cui il mondo digitale dei neuroni del cervello umano, sono connessi attraverso legami reciproci. Il terzo occhio nel concetto di Cyber Limbo è un codice digitale, immerso nei neuroni del cervello. Garantisce la chiave di accesso a nuove conoscenze, porta la coscienza ad un nuovo livello, allarga i confini della creatività, l’amore, l’interazione, la comunicazione. La collezione Cyber Limbo è un simbolo dell’evoluzione umana e la rivoluzione della tecnologia digitale; una fusione tra la materia biologica e il cyberspazio.

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BLACK MANTIS COLLECTION

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CYBER LIMBO COLLECTION

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CIRCUMSTELLAR

Circumstellar disc, è un luogo situato vicino ad una giovane stella che dà vita ai pianeti. Questo concetto è il fulcro degli occhiali da sole Circumstellar, una collezione in edizione limitata. L’immagine del cumulo circolare della materia in orbite di stelle giovani, comprensivi di gas, polveri e asteroidi, si è materializzato nelle lenti ipertrofiche per chiudere così un cerchio. Questa collezione, si basa ironicamente sulla fantasia di creare un nuovo mondo, intorno al tema della nuova era del turismo spaziale. Realizzando con la nostra mente l’immagine del futuro, vediamo questi occhiali sul volto dei viaggiatori della galassia, o come parte di un armadio di androidi di moda, che vogliono essere come gli esseri umani. La collezione si compone di 2 modelli ed è disponibile in 5 combinazioni di colori.

BARDO UPDATE

Il desing di questi occhiali da sole è in edizione limitata. Essi sono un’esplosione di immaginazioni, con un utilizzo del triangolo come elemento sul telaio, che si riferisce metaforicamente all’apertura del terzo occhio. Per un breve periodo di tempo, questi occhiali da sole Fakoshima, hanno avuto un enorme successo tra diversi artisti, in particolare tra lr icone del mondo musicale. Bardo è un termine trattato dal buddismo Bardo Thodrol. In Occidente, il concetto di “Bardo” si riferisce allo stato tra la morte e la rinascita. In realtà, è una delle fasi del samsara, ed è uno stato meno illusorio dei sogni. Il cuore della collezione è l’idea di aprire un terzo occhio, che rappresenta la metamorfosi e la nascita del nuovo essere umano. La collezione comprende 2 modelli ed è disponibile in 4 combinazioni di colore. Gli occhiali vengono realizzati con materiali pregiati, le lenti Mazzucchelli, ed i rivestimenti da Carl Zeiss di origine italiana.

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Fakoshima For Roisin Murphy

E così l’insolito design futuristico di Fakoshima, ha catturato l’attenzione di personaggi famosi, grazie alle sue forme all’avanguardia e allo stile riconoscibile dei suoi prodotti. La cantante britannica ed ex solista del Moloko, Roisin Murphy, è stata una delle prime ad apprezzare gli occhiali da sole Fakoshima. Recentemente, la cantante ha cominciato un tour, dal nome “Hairless Toys”, a sostegno del suo nuovo album, in cui diversi modelli di occhiali da sole della collezione UPDATE BARDO, sono diventati simboli iconici della sua immagine. Roisin Murphy è uno di quei personaggi che vedono la loro immagine parte del mondo teatrale, e per questa ragione, parte di nuovi esperimenti stilistici. Lei è una di quelle, che assumono il ruolo di pioniere nella scoperta di nuovi nomi del design. Con il suo gusto, lei non ha eguali, riesce a combinare elementi che di solito sono tenuti distanti tra loro, unendo brillantemente brand di haute couture, ad esempio maglie di Missoni, ed accessori bizzarri di artisti d’avanguardia, e d’epoca, riesumati da mercatini di Londra. Come ogni trendsetter, Roisin Murphy ha dei seguaci più o meno permanenti, con Lady Gaga in cima alla lista. Coloro che hanno avuto la fortuna di partecipare ad uno dei concerti “overwhelmed” del tour di 8 anni fa, ancora oggi ricorda le trasformazioni di Murphy, che l’hanno accompagnata quasi in ogni singola canzone. State-of-the-art cappelli, trains dress, occhiali ed abiti futuristici, che richiamano l’icona di un film ambientato nello spazio. Allora era Victor & Rolf, Maison Martin Margiela, Riccardo Tisci, Gareth Pugh, Christophe Coppens, Scott King che hanno preso parte alla creazione del suo guardaroba. Quando ha parlato di un suo nuovo tour “hairless Toys”, Roisin Murphy, spiega che ha deciso di tornare alle sue origini, ed è tornata per i mercatini d’epoca alla ricerca di suoi nuovi abiti da scena. La sua creatività è dovuta al suo viaggiare in lungo e in largo, da quando era bambina, insieme alla madre antiquario. Nonostante tutto, è evidente che Murphy non ha intenzione di rinunciare agli abbigliamenti futuristici e ai marchi di avanguardia. Durante i suoi ultimi concerti, la cantante ha mostrato accessori e abiti di Comme des Garcons, Londra KTZ (Kokon a Zai) e occhiali da sole Fakoshima che, come allo stile di Murphy, sono difficilmente soggetti a una classificazione univoca.

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BARDO UPDATE COLLECTION

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BARDO UPDATE

Crediti fotografici: Fakoshima Press office Model: 01/01/03 Frame color: Multicolor Lens: Carl Zeis Lens color: Gold 24 mirrored Lens coating: Anti-Reflective Rock Hard Seratch-Resistant

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Rash intervista

Designer

interview 1. Non vi è dubbio che gli occhiali da sole sono l’elemento principale del guardaroba Fakoshima. Parlaci un pò su chi eri prima di Fakoshima e descrivici come e quando ha iniziato.

Oltre dieci anni fa, mi sono laureato come graphic designer. Da allora ho realizzato molti progetti: design tessile, visual, start-up e brand identity di moda. Inoltre ho partecipato come stilista in numerosi progetti fotografici. La mia formazione grafica è stata di grande aiuto nel creare l’identity del marchio, come anche nell’elaborazione di bozze e schizzi. Il mio gusto e modo di pensare, è stato influenzato da designer grafici francesi, architettura moderna giapponese e dalla loro cultura visiva, dalle avanguardie di stilisti belgi, dalla grande varietà di musica elettronica, dalla fotografia di Stanley Kubrick e dalle fantastiche creazioni della letteratura cyberpunk di Jeff Nunn e William Gibson. Ma la cultura giapponese, ha avuto l’influenza determinante nel plasmare la mia visione. Le mie caratteristiche e lo stile si manifestano nella progettazione del marchio degli occhiali Fakoshima. L’idea di creare occhiali da sole l’ho avuta la prima volta all’inizio del 2011. Eppure, come marchio, Fakoshima era nato veramente quando i miei amici Alex e Romana iniziarono ad esprimere la passione per i miei progetti, e ad avere fede nelle mie idee. Hanno puntato molto sulla realizzazione delle mie idee e siamo diventati partner in questa impresa. Abbiamo stabili-

to la nostra sede a Hong Kong e dal 2013 Fakoshima è gestito da Meisters Reisen Ltd. I nostri impianti di produzione si trovano in Giappone e in Cina, ad Hong Kong una delle fabbriche di ottica leader.

2. Descrivici com’è il tuo lavoro.

Una buona parola è “visionario”: sicuramente adatta per descrivermi come persona. Un sognatore ossessionato, come Steve Jobs, Elon Musk, Ora-Ito, Alexander McQueen, David Lynch e molti altri. Indipendentemente da quale settore o dalle persone di questi settori.

3. Come hai fatto a trovare te stesso, e una tua identità di designer, oggi, in questo settore, e qual’è il tuo sostegno da piattaforme di collaborazione come “Not Just a Label?”

Credo che NJAL e piattaforme simili, facciano un lavoro straordinario. Marchi indipendenti e giovani designer, hanno bisogno del sostegno dei media e di una piattaforma per le vendite. Questa collaborazione è ideale per i primi passi, ma ci vuole un grande sforzo per farsi notare. Adesso un numero sempre più crescente di visitatori, si interessa al nostro marchio, e la ragione è la semplice curiosità, o magari un interesse commerciale nei nostri confronti.

4. Il vostro occhiale è conosciuto per i suoi telai suggestivi. Raccontaci ciò che accade nel processo creativo di Fakoshima. Qual è il tempo standard di produzione? Il processo creativo potrebbe sembrare molto semplice e anche primi-

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Rash intervista tivo. In realtà, tutto parte da schizzi a penna precisi che faccio direttamente sulle pagine strappate dalle riviste. Si tratta di un ampio processo, di come le idee passano attraverso più di venti revisioni e modifiche prima di approdare alla versione finale. Allo stesso tempo, questo è il modo più semplice di immaginare come gli occhiali appariranno su un viso. Dopo che il disegno finale è stato approvato, viene fatta la scansione e una versione digitale dettagliata dei disegni. Come risultato finale, di solito ci sono dai 5 ai 7 modelli completi che possono andare in produzione ed essere inclusi nella raccolta. Eppure lascio sempre qualcosa per una revisione futura, o come base per un nuovo disegno. La mia ispirazione corre libera, sono tonalità e forme classiche che vengono trasformate attraverso mie visioni.

5. Dal sito Fakoshima possiamo vedere la tua ultima collaborazione con Ria Keburia. Ci sono alcuni progettisti o altre persone con cui ti piacerebbe collaborare?

Ci sono molti esempi, ed idee di collaborazione, che ho le vertigini, le mani mi prudono al sol pensiero! Essi possono essere musicisti, stilisti, artisti come Bjork, Roisin Murphy, Daft Punk, Daphne Guinness, Iris Van Herpen, Gareth Pugh, Telfar, Aitor Throup, Kokon To Zai, Yohji Yamamoto, Kaws, Marc Quinn. L’elenco potrebbe continuare. Non ci sono praticamente limiti per possibili collaborazioni.

6. Chi è il cliente Fakoshima?

È già noto che le persone fanno una scelta consapevole quando danno la preferenza agli occhiali Fakoshima. I nostri occhiali da sole attirano l’attenzione, non sarà possibile passare inosservato e la persona dovrà esser pronta a

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questo. Oggi il mercato è saturo di voci dello stesso tipo, quindi il design di Fakoshima è una sorta di distinzione. Fakoshima diventa un nome familiare. Per i loro proprietari, gli occhiali da sole Fakoshima diventano un’insegna, un codice di identificazione con il quale è facile individuare “il proprio stile” - ovunque tu sia e qualunque cosa si indossi. Si tratta di una specie di maschera che ti nasconde. Attira l’attenzione, intriga, e stabilisce nuovi legami tra i loro proprietari e il mondo circostante.

7. Dove vedi il marchio Fakoshima tra 10 anni? Il marchio sicuramente crescerà e si evolverà in qualcosa di più che la sola progettazione di telai. Al momento stiamo distruggendo gli stereotipi sugli elementi indossabili d’avanguardia. Più avanti, sono sicuro che faranno tendenza nel mondo della moda, discostandosi dai canoni stabiliti. Ho idee per la creazione di profumi, vestiti, accessori e persino mobili. Per quanto strano possa sembrare, io concedo la possibilità di progetti futuri con la manifattura elettronica. Sarei molto interessato a realizzare idee nel campo del design industriale.

9. Cos’è stato a scatenare questo desiderio di creazione dentro di te? Non mi ricordo come ho ricevuto questo libro, “In acque profonde”, di David Lynch. L’autore condivide la sua esperienza nella pratica della meditazione, come un modo per aprire capacità creative. Vorrei raccomandare a tutti a questo libro. Anche se in tutta serietà,sono costantemente in un processo di apprendimento. A volte mi stupisce, come non sono riuscito a realizzare alcune cose pur semplici, fino ad ora.

8. Avete progetti per il futuro che volete condividere con noi?

Al momento ci stiamo muovendo verso un nuovo livello professionale e ci prepariamo per lo Slimo, il Salone Mondiale ottico di Parigi di questo autunno. Questa è la mostra più importante nel nostro campo, lì abbiamo intenzione di presentare la nostra nuova collezione.

Vogliamo farlo in maniera irruenta, abbiamo intenzione di fare una performance, installazioni, qualcosa di cui tutti potranno parlare, qualcosa di memorabile. L’idea che si possa fare qualcosa che emozioni e dia dei brividi. La capacità di riprodurre un’idea e di mostrarla agli altri, che cambi il corso della storia e incoraggi gli altri a giocare con nuovi esperimenti.


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Keburia collect ion

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FAKOSHIMA FOR RIA KEBURIA

Crediti fotografici: Fakoshima Press office Model: 03/01/02 Frame color: Solid Black Decoration: Tarquoise + Ivory Lens: Carl Zeiss Lens color: Double Colo Gradient

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Crediti fotografici: Fakoshima Press office Model: 03/02/04 Frame color: White Decoration: Amber + Havana Lens: Carl Zeis Lens color: Double Color Gradient

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Massimo Casagrande collezione primavera estate 2015

La collezione SS15 si ispira al patrimonio multiculturale del designer, una retrospettiva personale del suo background. Fotografia del sudafricano Santu Mofokeng, e ‘foto ritocco’ di François-Marie Banier, costituiscono la base di questa collezione primavera estate, così come il romanzo premio Nobel di José Saramago, ‘Cecità’. La sartoria italiana, il colore monocromatico, e il minimalismo grunge, sono le influenze principali di questa collezione, che lo hanno portato a sviluppare il tema di texture e superfici, come si vede in tutta la collezione. Ritroviamo una grande esplorazione dei tessuti, con un intenzionale atteggiamento fai da te che fa sembrare i tessuti deturpati. Tessuto kente e disegni a mano e serigrafati graficamente portano Massimo Casagrande a sviluppare un tema graficamente tattile che vede i dettagli ed evoca un sentimento di anarchia. Il suo marchio è sempre ben visibile, anche nelle sue precedenti collezioni, dai blocchi di tessuto, stratificazione e attenzione ai dettagli, ma in questa collezione troviamo uno sviluppo con l’aggiunta della stampa dalmata e il tessuto dipinto a mano in kente. La collezione SS15 di Massimo Casagrande presenta un uso innovativo di tessuti, e fornisce un’audace forma grafica alle collezione, mescolando linee classiche eleganti e contemporanee.

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Rash collezione MASSIMO CASAGRANDE Primavera/Estate 15.

SPRING SUMMER 15

Cammice in cotone, Dettagli: applicazioni texture Fotografia: Santu Mofokeng Post produzione: Franรงois-Marie Banier

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Massimo Casagrande n e w f a s h i o n D E S I G N E R

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Maurice Stamm collezione MUTU M SS/15

L’ispirazione principale della collezione MUTU M, è il Rally Parigi-Dakar 1992. In quell’anno i partecipanti arrivavano ​​ da Parigi fino a Cape-Town e quindi attraversavano l’intero continente. Per spiegare il tema della sua collezione, Maurice Stamm ha inventato una storia che si ispira a Thierry Sabine, il fondatore del Rally, il quale è morto in una tempesta nel deserto nel 1986. Nella storia del designer il personaggio arriva quasi alla fine del percorso, e poi si perde nel Namib, dove cerca di sopravvivere. Nello stato in cui si ritrova prima della sua morte, egli riflette su tutto il suo tour, che include anche le tribù della Wodaabe dalla Nigeria, il Chokwe dall’Angola e il Himba della Namibia. La base concettuale della collezione è il moto riduttore. Questa ispirazione è usata poi anche nella costruzione dei capi, con volumi maggiori nelle zone di protezione. I materiali utilizzati sono il denim, i teloni dei camion, pelle di agnello e la pelle di mucca. La pelle è un omaggio alle tribù che dedicano tutta la loro vita al loro bestiame, che costruisce anche il loro guardaroba, come nel caso degli Himbas. Maurice Stamm era molto interessato alle celebrazioni delle tribù, le quali hanno i loro riti speciali. In contrasto con la base costruita, gli altri pezzi che compongono i capi sono tutti drappeggianti e quindi abbastanza voluminosi. Per riflettere le decorazioni delle tribù ha utilizzato stampe che sono serigrafate e dipinte a mano, come possiamo notare nelle parti superiori di alcuni pezzi, in cui sono presenti tracce di pneumatico dipinte a mano. La maglieria in alcuni tratti fatta con una tecnica tunisina, e diversi materiali, quali: cuoio, cotone e lana.

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AUTUNNO INVERNO 15/16

Lavorazioni: maglieria tecnica tunisina Materiali: cuoio, cotone, lana Dettagli: dipinti a mano,Stampe serigrafiche Crediti fotografic: Maurice Stamm Press office

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Rash collezione AUTUNNO INVERNO 15/16

Lavorazioni: maglieria tecnica tunisina Materiali: cuoio, cotone, lana Dettagli: dipinti a mano,Stampe serigrafiche Crediti fotografic: Maurice Stamm Press office

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Rash collezione

Maurice Stamm n e w

f a s h i o n

D E S I G N E R

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Rash collezione

MUTU M

Prima di studiare, Maurice ha lavorato con alcuni vecchi jeans per realizzare borse e giacche. Quando gli si presenta l’opportunità di realizzare una collezione con materiali disfatti, era già preparato e soprattutto stimolato, a sperimentare nuove tecniche ed accostamenti di tessuti. Ha lavorato precedentemente con la tintura realizzata con scarti vegetali. Per il suo final work, ha lavorato con teloni di camion, per realizzare indumenti, e viti per realizzare gioielli, tutto al 100% riciclato. I capi di questa collezione sono tutti di chiffon drappeggiato, ottenuti da rettangoli enormi di tessuto avanzato. Attraverso la divisione di questi pezzi costruiti in sezioni geometriche, è stato anche in grado di non perdere altro materiale. Ora sta lavorando ad una collezione riciclata al 100%, il che significa che non acquista nessun tessuto al metro, bottoni, cerniere ecc. In questo modo riesce a lavorare senza intaccare la sua coscienza grazie a nessuno spreco supplementare, ma riesce anche ad avere ispirazioni dai materiali stessi. L’intero processo di lavoro con materiali riciclati, richiede molto più tempo, ma rende l’intero processo di progettazione molto più interessante.

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Rash brand

SOTINE Jewelry SS/16.

Annelotte Vos è affascinata dalla natura, dalla quale trae ispirazione. Questa ispirazione è diventata la base del suo brand di gioielli, Sotine. Spingendosi oltre le possibilità del mestiere riesce a creare storie attraverso i gioielli, che diventa il suo modo di aggiungere valore al mondo. I suoi disegni sono fatti a mano ed ha un occhio attento all’innovazione. Come ogni un laureato in design della Moda, non si limita al prodotto,è immersa totalmente nello stile e nell’arte che la compete. Eleganza, minimalismo, ed emozione sono le parole chiave nello sviluppo di Sotine.

Testo di

Annelotte Vos Foto di

Sotine press office

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Designer

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interview 1. Ci racconti del suo marchio, come nasce?

Dopo anni di lavoro nel settore della moda, avevo bisogno di una nuova sfida, e ho voluto ampliare le mie capacità. Ho davvero bisogno di esprimere la mia creatività e di seguire le mie preferenze estetiche. Volevo creare qualcosa con un processo più naturale, qualcosa di più sostenibile, più prezioso. Per me i gioielli sono davvero un mestiere, e bisogna essere molto bravi e precisi per lavorare con piccole parti, come ci impone questo lavoro, ma è ciò che amo fare. Così nel 2011 ho iniziato a seguire corsi di progettazione di accessori e arte orafa.

2. Qualè stato il suo percorso di studi? Ci dica qualè il suo processo creativo e cosa l’aiuta nella realizzazione del marchio.

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Ho studiato Fashion Design alla ArtEZ, Accademia delle arti visive di Artemis, e Accademia di Moda, entrambe nei Paesi Bassi. Durante il mio studio presso ArtEZ, ho seguito uno stage come designer di accessori/ stilista a Veronique Leroy Parigi (2007). Questa è stata la prima volta per me, che sono venuta a contatto con la progettazione di accessori. Nel mio progetto di laurea, ho utilizzato anche gioielli in combinazione con tessuto, quindi il mio interesse a lavorare con piccole parti era già lì, ma non l’avevo ancora capito. Mi ci è voluto un pò di tempo per scoprire che i gioielli erano qualcosa che mi si adattava davvero. Se guardo indietro, è davvero divertente vedere che le cose si fondono

insieme. Molti insegnanti, amici e mia madre, mi hanno sempre incoraggiato ad intraprendere la strada per il design del gioiello, ma io non ho mai preso sul serio i loro consigli. 3. Come sono stati i

primi passi nel mondo della moda e nella progettazione di gioielli?

I miei primi passi nel campo della moda, sono arrivati quando ho iniziato a progettare e realizzare abiti da passerella per Marlies Dekkers, marchio di lingerie. Ho davvero apprezzato la creazione di questi abiti, come l’aver avuto piena libertà nel processo creativo. Ma erano brevi periodi di duro lavoro, e avevo bisogno di qualcosa di più affidabile. Questo è quanto, poi ho incontrato il mio insegnante di formazione, Marc Damri, e ho iniziato a seguire lezioni con lui. Prima in progettazione di stampe e tessuti, e poi di accessori. Consapevole delle mie capacità, sono andata in Italia per partecipare a questo incredibile progetto chiamato COMO’n. Mentre lavoravo, pensai al nome per il mio marchio di gioielli e ho fatto un sacco di ricerca su che tipo di gioielli avrei voluto fare. Tornata in Olanda, sono stata selezionata da un’organizzazione olandese per fare un business plan per impostare il mio marchio di gioielli, guidato da Danielle Wanderbos, mentre ho anche iniziato a lavorare come assistente scenografa per un marchio commerciale di moda, un inizio abbastanza duro e complicato.


Rash intervista 4. Come ha avuto inizio la tua produzione?

Stavo ancora lavorando a tempo pieno come assistente disegnatore, non ho avuto il tempo di fare la produzione dei gioielli da sola. Ho fatto i campioni, ma avevo bisogno di una società di produzione a sostenermi. Finché non ho avuto una soffiata da un caro amico. Appena tornata dalle vacanze, mi ha parlato di questo posto dove erano specializzati nella lavorazione dell’argento. Così ho preso una vacanza per visitare questo paese e ho partecipato a numerosi appuntamenti con diverse aziende, per vedere se fossero stati in grado di produrre le mie creazioni. E ‘stato davvero una ricerca difficile, perché la maggior parte delle società di produzione fanno solo disegni di fascia ordinaria. Come piccoli orecchini con pietre preziose, che trovo piuttosto noiosi. Così, alla fine del viaggio, ho trovato due uffici che erano molto più all’avanguardia, o per lo meno aperti alle mie idee. Ma ancora oggi è difficile a volte, soprattutto per farsi comprendere dall’altro e per evitare problemi di comunicazione. 5. Ci racconti il tuo

processo creativo per la realizzazione dei prodotti?

Il mio processo non è mai lo stesso. A volte mi sono fatta ispirare dal materiale stesso, facendo esperimenti con materiali diversi, con rifiniture o colorazioni talvolta riprese da una forma che ho visto in natura, ogni genere di cose. Mi piace molto giocare con le composizioni e le proporzioni. Ho cercato di sviluppare una visione minimalista, ma allo stesso tempo sono anche una grande fan dei dettagli e forme biologiche. Così il più delle volte cerco di trovare una combinazione tra loro. Mi piace an-

che fotografare, quindi durante i miei viaggi ho sempre fotografato la natura, la gente, la cultura e gli edifici. Da tutte queste foto che ho fatto ho realizzato un file, che a volte uso per l’ispirazione. O vado in una biblioteca un giorno o due, a leggere libri su diverse culture e costumi tradizionali. Questa è un’alternativa quando non si può viaggiare. 6. Come sei riuscita a

trovare un tuo stile distintivo, in questo settore?

Non è facile, voglio dire ci sono tanti brand molto belli. Ho scelto di progettare gioielli principalmente per me stessa. Non sentivo il bisogno di competere con le altre marche. Volevo solo creare gioielli perché amo farlo. Quindi per me ci si sente fortunati a lavorare su ciò che si ama, e come aver ricevuto un regalo. A causa della mia esperienza di lavoro nel settore della moda, so cosa ci vuole per creare un marchio, come seguire un certo percorso e rimanere fedele al proprio stile. Disegno solo quello che vorrei indossare io stessa. Per questo sono contenta di lavorare nel settore della moda, in realtà mi ha aiutato a creare una mia preferenza estetica. Io so quello che mi piace e quello che non mi piace. Per il resto mi piace molto sperimentare con oggetti inaspettati, anche con la fotografia e gli shooting fotografici dei prodotti, mi piace improvvisare e creare qualcosa con il fotografo. Cerco sempre di trovare una modella con uno sguardo forte. È molto importante avere una espressione, un’emozione in un volto, in particolare in una foto in primo piano, per far prendere vita alle creazioni, altrimenti senza di essa non c’è storia.

7. La tua prima collezione di gioielli? La

mia

prima

collezio-

ne era piuttosto concettuale, e soprattutto un esperimento con il materiale. La vestibilità è meno importante per me. L’idea alla base di questa collezione, è iniziata con le cose che si fanno quando si è bambini. Da piccola facevo sempre queste piccole tovaglie, dove si prende un pezzo di carta, si piega più volte, e si tagli ava la carta in punti casuali. Si apre poi il giornale e si crea un modello simmetrico esistente. Potrei farlo per ore, ogni volta è una sorpresa di come il modello non sarà mai simile. Quindi questa idea di tagliare il foglio è stato il punto di partenza di un esperimento di taglio con l’argento. Allo stesso tempo, avevo un pò il cuore spezzato. Mi ricordo che stavo tagliando la carta come una persona ossessionata, e per questo, non vi è alcun modello simmetrico, ma semplicemente oggetti dai tagli folli. 8. Qual è il tempo

standard di produzione dei tuoi accessori?

Gli elementi fusi sono realizzati in un paese straniero, che è circa il 10% della raccolta. L’altro 90% è costituito qui presso la sede nei Paesi Bassi. Le tempistiche di produzione sono varie, ma diciamo circa 5 mesi. 9. Chi è il cliente del

tuo marchio?

Il cliente del mio marchio, è più o meno come si può leggere sul sito web. Una donna indipendente, che ama l’avventura, viaggiare, conoscere nuove persone, condividere pensieri, momenti ed esperienze. Può essere forte, ma anche timida, arrogante ma anche signorile. Chi pensa alla vita, all’ambiente, come gestiamo la natura, persone, animali, cose che contano davvero. Beh, almeno è così che l’ho immagino, le persone, gli animali,

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JEWELRY COLLECTION 15/16

Orecchini in metallo Metallo placcato: oro bianco Metallo placcato: oro giallo dettagli in plastica lavorata Crediti fotografici: Sotine Press office

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Rash intervista cose che contano davvero. Beh, almeno è così che io immagino. 10. Ci racconti il

mondo del design di gioielli?

Non so più tanto del mondo del design di gioielli. Sono troppo occupata per sprecare il mio tempo, ma aspetto il momento di entrare in quel mondo. Voglio dire che ho i miei preferiti o persone che apprezzano e acquistano i miei prodotti, ma sì, quando avrò più tempo, si spera in futuro, voglio partecipare a più fiere e a quel genere di cose. 11. Come ci descrivi

lo, io sono un grande fan di Delfine Delettrez, soprattutto i suoi brevi film di raccolta, sono sorprendenti. Con chi Mi piacerebbe lavorare? Non conosco nessuna persona in particolare. Mi piace essere aperto a tutte le occasioni e non precludermi nulla, mi piacciono le sorprese!

il tuo lavoro?

È un duro lavoro all’inizio, le giornate sono lunghe! Ci sono così tante cose da impostare prima di realizzare un brand, in particolare il sito web è stato un inferno come lavoro. Dovete pensare a tante cose a cui non avete mai pensato, ma amo questa esperienza. Devo dire che mi piace quello che faccio, quindi non mi dispiace. Se si può davvero seguire il proprio percorso, non si sente quasi mai il peso del lavoro Ma è molto importante liberare la mente ogni tanto. Può essere molto caotico, e perdersi nella natura può essere sempre un modo per rilassarsi. 12. Ci sono delle

figure, anche nel mondo della moda che ti hanno ispirato, e con cui ti piacerebbe collaborare?

Le persone che mi hanno ispirato, usano la moda come un modo per esprimere loro stessi. Per me la moda non è fatta solo di vestiti, è più sulla creazione di nuove forme, tecniche e tessuti, per essere innovativi. Perciò ho sempre ammirato davvero Victor & Rolf, Maison Martin Margiela, Prada e fuori rotta Iris van Herpen. Per motivi estetici, amo Givenchy, Balenciaga, Celine e The Row. Per quanto riguarda il design del gioiel-

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JEWELRY JEWELRY


JEWELRY COLLECTION 15/16

Orecchini in argentato Lavorazione dei dettagli a mano Crediti fotografici: Sotine Press office

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Rash intervista

JEWELRY COLLECTION 15/16

Anello in argentato Lavorazione dei dettagli a mano Crediti fotografici: Sotine Press office

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JEWELRY COLLECTION 15/16

Spirale di anelli Materiale : oro giallo Crediti fotografici: Sotine Press office

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WHITE

Dolls Abiti realizzati dagli studenti del corso di fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Roma, per AltaRoma. Da un’idea di Alberto Moretti.

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White Dolls

Abito: Eleonora Marrocco Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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White Dolls

Abito: Eleonora Marrocco Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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HUMAN

Dolls

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White Dolls

Abito: Annalisa Mazziotti Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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White Dolls

Abito: Beatrice del Conte Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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Play 157


White Dolls

Abito: Beatrice del Conte Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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White Dolls

Abito: Sabrina Viola Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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White Dolls

Abito: Sabrina Viola Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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DO NOT

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White Dolls

Abito: Andrea Angelone Stylist: Andrea Angelone Fotografia: Andrea Angelone Assistente fotografia: Martina Mariotti Model: Ginevra Romano

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our Hearts

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MOLTO ' PIU DI UNO STILISTA 167


TOMMASO FUX MIKU COLLECTION ommaso Fux nasce a Roma il 21/09/1992. Frequenta inizialmente il liceo scientifico credendo che fosse la scelta migliore per il suo futuro, ma subito capì che non era la strada giusta. Tutti questi calcoli e regole matematiche hanno impedito l’espressione di ciò che era e ciò che è oggi. Dopo il liceo, era alla ricerca di qualcosa che lo avrebbe potuto liberare da tutti quegli schemi imposti, ed inizia avvicinandosi al mondo della moda, del costume e dell’arte, che stimolano la sua curiosità e creatività. Decide di indagare più a fondo possibile nel mondo artistico, iscrivendosi presso l’Accademia di Costume e Moda di Roma. Durante gli anni dell’Accademia esplode la passione irrefrenabile per la moda, in particolare per la Haute Couture. Egli considera la moda come una sintesi tra Alta Moda e Costume, crea abiti eccessivamente strutturati, unici e di forte impatto visivo. La forte passione lo porta a sperimentare molto, in termini di forme e tessuti. Dopo la presentazione della sua collezione all’Accademia Talent2015 fashionshow durante Altaroma Janaury Edition, è sempre più convinto che la moda possa essere il suo futuro e la propria carriera professionale.

MIKU COLLECTION

Lavorazioni giacche: eco pelle Dettagli e lavorazioni realizzati a mano Crediti fotografici: Tommaso Fux Press office

MARGHERITA FELICIANGELI UNDER THE JACKET la storia di un uomo,che è rinchiuso nel suo ufficio e costretto nella sua giacca dai tagli classici. Dentro di lui esiste un mondo,leggibile dalla sua pelle tatuata, trasgressivo e libero, pieno di contrasti. I suoi contrasti sono rappresentati da tessuti classici e tecnici, stampati e trasparenti, che nascondono e fanno uscire allo scoperto l’animo di quel momento. Basta “sbagliare” il verso della giacca e...Tutto cambia.

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UNDER THE JACKET

Lavorazioni giacche: cotone, tessuto trasparente, tessuto tecnico, pelliccia ecologica tessuti stampati. Crediti fotografici: Margherita Feliciangeli Press office

MARTHA CHAMOUN COLLECTIONM i chiamo Martha Chamoun e sono nata ad Avellino, ma possiedo origini libanesi. Ho frequentato il Polimoda, il corso “Footwear and accessories design”. Durante i miei anni di studi ho partecipato ad un concorso e collaborato con un’azienda di scarpe “Cartina srl”, uscendone vincitrice. Ho esposto una piccola caspule collection al Pitti Uomo 88. Ho, inoltre, collaborato con BCN concerie s.p.a, creando ed esponendo mie creazioni durante un’edizione di Linea Pelle. Nel giugno 2015 lavoro per Berluti come Product Developer come stagista; dove sto consolidando delle ottime basi sulla calzatura. Nel mentre continuo a lavorare sulle mie collezioni,partecipando a concorsi e progetti.

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CAPSULE COLLECTION

Scarpe in tessuto tecnico traspiranti e comfort fit Crediti fotografici: Martha Chamoun Press office


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Rash brand

PLAYGROUND

Collection AW 15/16.

The fall “Playground” F/W 15-16. La collezione Autunno/Inverno Playground si ispira al bisogno dell’uomo contemporaneo di prendersi una pausa dal suo rapporto patologico con la tecnologia, l’eccessivo desiderio di comfort è diventata la più grande minaccia per la vita. Sulla base di questo istinto di sopravvivenza siamo costantemente collegati alla tecnologia e abbiamo una dipendenza dai dispositivi elettronici e dai prodotti industriali, prodotti che diventano per noi come la ruggine sul metallo ‘Playground’ esplora questi rapporti con la stampa digitale su tessuto al 100% in lana naturale. Colori: sfumature di grigio, marrone, beige, ocra, e le stampe sono ispirate dalla ruggine sulla struttura del metallo. Le forme sono fluide e “scorrevoli” attraverso delle sovrapposizioni.

Testo di

Oana Ancuta Briciu Foto by

A03 press office

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Rash brand

PLAYGROUND A/W 15/16

Giacca di panno grigio foderata in panno nero Camicia di cotone Gonna di panno a strati Crediti fotografici:Oana Ancuta Briciu Press office

who is A03

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Oana Ancuta Briciu, nata a Cluj, in Romania. Ho studiato sia Ingegneria Urbana presso l’Università Tecnica di Cluj-Napoca e fashion design presso l’Università di Arte e Design di Cluj-Napoca. Durante questo periodo ho frequentato corsi Releated moda stile, design set e costumi,in Romania; drappeggi alla Central Saint Martins, University of the Arts di Londra; teoria del colore e illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Barcellona. Dopo la mia laurea, mi sono trasferita a Bucarest per frequentare un master in “Strategie di marketing per la Moda”, e “Design per il Costume” a UNARTE. Le mie collezioni di moda sono state presentate in sfilate di moda, gallerie d’arte e concorsi di moda. Nel 2014, ho lanciato A03, la mia casa di moda di Bucarest. Attualmente, sto lavorando come fashion designer per la mia etichetta A03 e su diversi progetti per spettacoli teatrali e per il cinema.“Playground”, la collezione A03 F/W 15-16, ha vinto il 3° posto al Be Creative 2015.

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PLAYGROUND A/W 15/16 Crediti fotografici:Oana Ancuta Briciu Press office

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VERENASCHEPPERHEYN COLLECTION S/S 2016 185


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Verena Schepperheyn collezione primavera estate 2016

Verena Schipperheyn è un marchio d’abbigliamento maschile nato in Germania, ad oggi stabilito tra Londra e Berlino. Laureata all’ AMD a Monaco di Baviera, lavorava a Ute Ploier a Vienna prima di trasferirsi in Olanda per studiare al ArtEZ ad Arnhem. Partecipa ad un Master in Design della Moda (Menswear) nel 2014. Nel febbraio 2015 ha lanciato il suo marchio a Berlino. La collezione di debutto è per la Primavera/Estate 2016 ed è stata presentata durante la London collection Man. Verena Schipperheyn è un marchio di abbigliamento maschile contemporaneo specializzata nella creazione di prodotti di lusso di fascia media con una particolare attenzione per i dettagli e materiali unici, cercando di produrre articoli di alta qualità ad un prezzo abbordabile. Tecniche come ricami, stampe e manipolazioni tessili in combinazione con le forme forti sono al centro dello spirito del marchio. Presenta influenze streetwear e tecniche sartoriali, oltre ad una fusione di tradizione classica e ideali maschili contemporanei.

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Camicia in cotone rosso con abbottonatura orizzontale Shorts di cotone rosso Sandalo in ecopelle nero Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office


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Giacca lunga in cotone nero con cintura, tuta pezzo unico Sandalo in ecopelle nero Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office

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Felpa in tessuto tecnico trasparente dettagli stampati, Shorts dettagli texture stampati Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office


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Felpa in panno nero, lavorazioni a mano occhiali da snow board Short cotone nero Crediti fotografici: Verena Schepperheyn press office

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SPRING SUMMER 16. Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office

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SPRING SUMMER 16. Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office

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SPRING SUMMER 16. Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office

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SPRING SUMMER 16. Crediti fotografici: Verena Schepperheyn Press office

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FONDAZIONE PRADA

Presieduta da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, istituzione dedicata all’arte contemporanea e alla cultura.

Aaah, Milano

. Da sempre uno dei centri culturali del Belpaese già da molto prima dell’età tecnologica in atto, dando i natali ad affermati scrittori ed artisti, una città che ha vestito i panni di snodo economico ed industriale negli ultimi 200 anni e più della nostra Penisola, ricoprendo, per poco tempo, anche il ruolo di capitale. Nell’immaginario di molti la città meneghina è rimasta capitale morale, capace di anticipare i tempi sotto ogni profilo; utilizzando le parole dello storico Gaetano Salvemini “Quello che oggi pensa Milano, domani lo penserà l’Italia”. Non sorprende dunque la scelta del capoluogo lombardo per l’ultima edizione dell’Expo, come nemmeno la decisione in parallelo di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli di instaurare lì, lo scorso 9 maggio, la nuova sede della Fondazione del loro marchio, uno dei più redditizi dell’intero panorama mondiale. Attiva dal 1993, la Fondazione Prada ha lavorato tantissimo a Milano nei suoi 23 anni di vita: tre progetti di architettura, due progetti speciali, dodici lavori cinematografici, ben ventiquattro mostre d’arte personali. Ed era giusto coinvolgere grandissimi nomi per la sua nuova dimora. Un esempio, il grande architetto Rem Koolhaas, che vanta fra i suoi ultimi ruoli quello di direttore alla XIV Biennale di Architettura di Venezia. L’olandese, forte dell’amicizia che lo lega a Miuccia Prada, ha rivoltato come un calzino una ex distilleria di Largo Isarco, tramutandola in quasi 19.000 metri quadrati di arte, respirabile a pienissimi polmoni. Visibile già dalla particolarità della struttura, come possiamo leggere dalle parole dello stesso architetto olandese: “Il progetto della Fondazione Prada non è un’opera di conservazione e nemmeno l’ideazione di una nuova architettura. Queste due dimensioni coesistono, pur rimanendo distinte, e si confrontano reciproca

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Rash arte GIULIO PAOLINI

Giulio Paolini Intervallo

Installazione: Fondazione Prada Fotografia: Andrea Angelone

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Rash arte DAMIEN HIRST

Damien Hirst Lost Love

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Installazione: Fondazione Prada Fotografia: Andrea Angelone


Rash arte mente in un processo di continua interazione, quasi fossero frammenti destinati a non formare mai un’immagine unica e definita, in cui un elemento prevale sugli altri. Vecchio e nuovo, orizzontale e verticale, ampio e stretto, bianco e nero, aperto e chiuso: questi contrasti stabiliscono la varietà di opposizioni che descrive la natura della nuova Fondazione. Introducendo numerose variabili spaziali, la complessità del progetto architettonico contribuisce allo sviluppo di una programmazione culturale aperta e in costante evoluzione, nella quale sia l’arte che l’architettura trarranno beneficio dalle loro reciproche sfide”. Se l’esterno promette bene, figuratevi l’interno, perché ad essere coinvolti sono nomi di grandissimo risalto come quello di Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery di Londra, che ha curato la mostra ‘In Part’ con l’obiettivo di spingere chi si troverà davanti a questi ritratti di riflettere sul corpo e la sua incompletezza intrinseca nella sua perfezione anatomica.

La regina di Prada si è invece affidata alle opere dello scultore Robert Gober per abbellire la sua ‘Haunted House’, la casa strutturata in foglia d’oro, nella quale ammirare la sua collezione privata, adornata dalle opere dello scultore americano. Non rimane fuori l’arte figurativa più recente, quella del cinema, con due registi capaci di costruire dei veri e propri quadri mobili nei loro film: per due mesi Roman Polanski ha avuto uno spazio tutto suo con il documentario a lui dedicato, mentre Wes Anderson si è adoperato a ricostruire le atmosfere della vecchia Milano, con il suo Bar Luce. Questa è solo la punta dell’iceberg, c’è ancora tanto da scoprire: se passate a Largo Isarco, fateci un pensierino…

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Damien Hirst Lost Love

Installazione: Fondazione Prada Fotografia: Andrea Angelone

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NIKKIO B AS EVA ASBO JUELLERY AND ILLUSTRATION

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NEW ILLUSTRATOR DESIGNER

Nikki Evans è un illustratrice che nasce e vive a Londra, interessata al colore, ai modelli e alla struttura della vita urbana di tutti i giorni. Lavora principalmente con la china, con i colori vivaci e le tecniche di pittura astratta. Giustapposizioni di linee e colori sono una caratteristica principale del suo lavoro. Ciò che più le interessa è trasformare e sovvertire la realtà sporca della vita londinese, trasformando il banale in qualcosa di esteticamente gradevole e decorativo.

ANS

URBAN DECAY

È una raccolta di illustrazioni nelle quali l’artista utilizza diverse texture, ricavate dall’esplorazione e decomposizione di superfici artificiali e materiali sintetici, che le permettono di creare diversi modelli. La scelta di texture di solito è associata ai luoghi e agli oggetti abbandonati e sgradevoli. In questo particolare caso: ruggine, muschio, cracking e vernice peeling, pavimenti rovinati e pareti in mattoni. Grazie all’utilizzo di questi tessuti urbani riesce a sviluppare immagini esteticamente piacevoli, giustapponendo l’oggetto originale con l’effetto finale.

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COUTURE SCULPTURE

Esposizione degli abiti di Azzadine Alaïa a cura di Mark Wilson.

Ritorna l’haute couture a Roma, oltre alle splendide opere del Canova e diversi artisti dei secoli che furono, la Galleria Borghese si popola di abiti scultorei del noto stilista di origine tunisina Azzedine Alaïa. Con questa mostra, la Galleria Borghese intende proseguire il progetto espositivo che pone sculture, materiali e artisti di diverse epoche a confronto con la collezione di “statue” della Villa che è, per antonomasia, la casa della scultura. L’inaugurazione della mostra c’è stata l’11 luglio 2015, in contemporanea con la settimana dell’alta moda italiana AltaRoma, ed è durata fino al 22 novembre con una proroga di ben 3 settimane, ciò ci fa comprendere a pieno la bellezza eterea della mostra e come abbia colpito questa città, con le sue multiformità ci offre degli incandescenti contra-

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sti tra le opere marmoree e la variante del tutto inedita della “scultura soffice”. Le opere sono collocate all’interno delle sale in coerenza tematica, coloristica e formale, con le opere presenti nelle sale stesse, in modo da realizzare una continuità tra esse e il racconto della collezione. L’esposizione della couture di Alaïa si accorda al potenziale e al tempo anomalo del museo quasi come una messa in scena teatrale, in cui queste statue soffici sembrano star li, nell’attesa di prender vita, e la mostra rappresenterà la loro mutazione mettendo in scena l’intero museo. Il lavoro di Alaïa assomiglia sempre più a quello di uno scultore, dato l’utilizzo delle materie, quali: cuoi, pellami, tessuti, metalli, accessori, e quant’altro. Nell’opera di couture di Alaïa e dalla sua qualità di attenzione alle forme, emerge una celebrazione del corpo in cui la Galleria Borghese può risultare la sede ideale, in quanto luogo storico di prodezze continuamente nuove delle tecniche che trasformano le materie della scultura. Tutti gli autori presenti nella galleria, celebrano il corpo tramite la loro scultura, in opere antiche come quelle del Canova, il quale fa girare un tessuto di marmo attorno ad un corpo, maschile o femminile che sia, che plasma la nudità del corpo tramite le pieghe scolpite delle vesti, le quali sono in grado di sedurre l’osservatore. È proprio a questo che Alaïa aspira, abiti scultorei che avvolgono la figura femminile e la rendono in grado di sedurre ed ammaliare l’uomo. La “scultura soffice” di un creatore di abiti come lui, accende quindi l’attenzione su come ogni poetica di scultore barocco e post barocco contorca lo sguardo dell’osservatore, con la propria novità e il proprio effetto, lo ribalti, e lo seduce,

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tramite l’individuale maniera dei dettagli stilistici. Questa mostra è stata generata dal rapporto tra Alaïa e la Galleria Borghese. Ma questo rapporto ha anche rivelato molto della tecnica creativa del maestro. Infatti anche nella Galleria Borghese, un museo e quindi obbligatoriamente luogo di oggetti statici, si dice che durante il sopralluogo per l’allestimento della mostra Alaïa non toglieva lo sguardo dalle figure vive. Pertanto risultava difficile capire in che momento avesse osservato così attentamente e assimilato le sculture esposte, i dipinti, i colori e le luci di ogni sala, il carattere individuale di ogni loro spazio, perché i suoi occhi non lasciavano mai la preda umana, la quale era la vera preda a cui lui, come ogni altro artista, puntava ad attirare. L’estro di Alaïa nel modificare corpi e profili col suo gioco di taglio e cucito, crea un contrasto di forbici contro scalpello. C’è solo da aggiungere che, il contrasto tra gli abiti di Alaïa e le innumerevoli sculture esposte della collezione nella Galleria è stato giocato al meglio.

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Abiti di: Azzadine Alaïa Esposizione a cura di: Mark Wilson Fotografia: Andrea Angelone

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Couture

Sculpture

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Piccolo e amabilmente scontroso, insieme all’amica e musa Carla Sozzani, gira durante la soirèe mondanissima dell’inaugurazione per il primo giorno di AltaRoma, tra le meraviglie del Bernini e di Caravaggio e di Tiziano della Galleria Borghese, Alaïa parla poco e dice sicuro di essere “felice di questa mostra ,adoro questo museo ed è qui che da tre anni pensavo di ambientare i miei 65 abiti-scultura”. Felice e soddisfatto, che le sue opere possano essere messe a paragone con capolavori considerati colonne portanti di bellezza nel mondo dell’arte, ma soprattutto orgoglioso di mostrare la sua creatività sconfinata che è da sempre stata saccheggiata da altri stilisti. Infatti, nel 1983 Alaïa faceva cappotti borchiati, e nel 1985 lavorava il coccodrillo come nessuno in haute couture, e poi i corsetti di pelle, l’abito di crini di cavallo, la maglia che disegna il corpo delle donne come in nessun altro ambito di moda e di eleganza sublime.


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Abiti di: Azzadine Ala誰a Esposizione a cura di: Mark Wilson Fotografia: Andrea Angelone

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ECID Accessories SS/16.

ECID è un nuovo brand di borse di lusso. Realizzano borse ed accessori di alta qualità, fatti a mano. I prodotti sono progettati secondo le più alte esigenze di funzionalità e di estetica. I disegni sono taglienti, il materiale è sublime, i colori sono progressivi. ECID riflette lo stile di vita di una generazione emergente di donne audaci, coraggiose e alla moda in giro per il mondo. I loro prodotti sono pensati come compagni per i loro clienti, ogni pezzo ha il suo scopo distintivo e fa una dichiarazione forte e pulita. Tutte le innumerevoli ispirazioni, sfociano direttamente nei prodotti e nel concept del marchio ECID. Dalla matematica, interior design, rap, cultura pop e l’arte, essi assorbono tutti gli aspetti per buttare giù idee nuove. Non si fanno dissuadere, loro credono nelle donne forti, dinamiche. Il loro motto è “Prendete tutto il possibile nel vostro cervello, e mettete il resto in borsa”. L’eleganza è la loro forza, il loro strumento di intelligenza, e l’innovazione è il loro obiettivo.

Testo di

Alex Molto e Annamarie Minou Foto credits

Ecid press office

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SPRING SUMMER 16.

Borsa in ecopelle rossa dettagli in metallo dorato Crediti fotografici: Ecid Press office

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Pochette in ecopelle nera dettagli in metallo dorato guantini in ecopelle gialla Crediti fotografici: Ecid Press office

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SPRING SUMMER 16.

Borsa in eco pelle rossa inserti in camoscio Crediti fotografici: Ecid Press office

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ABOUT US

ECID è la visione di Alex Molto Ka e Annemarie Minou. Due giovani donne, ispirate dai classici, dalla spazzatura, alta cultura e videogame. Mentre Annemarie Minou inizia i suoi studi in design della comunicazione per poi dirigersi verso l’art direction per marchi internazionali, Alex Molto Ka studia Product Design presso lo IED di Milano e poi “Accessori di Moda e Beni di Lusso” all’Istituto Marangoni. Ha lavorato a Stoccolma per AltewaiSaome e con Missoni a Milano, prima ancora di collaborare con Minou per creare il proprio marchio.

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SPRING SUMMER 16.

Borsa in ecopelle bordeaux dettagliin camoscio, Marsupio donna in ecopelle Crediti fotografici: Ecid Press office

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Marsupio in ecopelle azzurro dettagli in metallo dorato Crediti fotografici:Ecid Press office

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Gabrielcollier collezione primavera

estate 2016

Gabrielcollier è un marchio emergente di Barcellona, fondato da Raquel Cubells, di recente laureato in LCI di Barcellona. La sua collezione di laurea, “La Musa Enferma” è stata presentata in Heteroglosia LCI Fashion Show. Questa collezione è stata anche selezionata per essere esposta a CREAMODA un concorso di Bilbao, e VII Muestra Nacional de Jóvenes DISEÑADORES de Moda a Cantabria, tra gli altri lavori di diversi designer. Quest’anno ha presentato la sua seconda capsule collection di lingerie, “Todos mis pecados secretos”, alla XXII Mostra fare Camariñas di Galizia, in cui è diventata finalista. Sta lavorando sulla terza, che sarà disponibile a breve. Questa collezione si ispira al libro “I fiori del male” di Charles Baudelaire, in particolare si rispecchia nella poesia “The Sick Muse”, insieme ad altre poesie vietate che furono censurate nel 1857.

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Fotografia: Mireia Grau Make up & Hair style: Schmetterlings Model: Fabiola Pajares

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Fotografia: Mireia Grau Make up & Hair style: Schmetterlings Model: Fabiola Pajares

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Poema I malati Muse Ahimè, povero Muse, ciò che vi affligge così oggi? I tuoi occhi cavi con visioni mezzanotte bruciano, E girare su, nel vostro gioco carnagione Follia e l’orrore, freddo e taciturno. Succube verde e improseo - hanno essi Hai versato paura e l’amore in un bicchiere? O con il suo tiranno pugno l’incubo, dire, Si immersi in qualche pantano favoloso? Mi auguro che, respirando la salute, il vostro seno potrebbe nutrire Pensieri Mai Robuster ivi a fiorire: E che il vostro sangue cristiano, nel flusso ritmico, Con quei vecchi polisillabi sarebbero chime, Dove, ruotare attorno, regnò Febo, padre di rima, E Pan, il signore dei raccolti molto tempo fa. - Roy Campbell, Poesie di Baudelaire(New York: Pantheon Books, 1952)

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Fotografia: Mireia Grau Make up & Hair style: Schmetterlings Model: Fabiola Pajares

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Admir Kapic

collezione primavera estate 2016 Admir Kapic è un giovane e talentuoso designer sloveno, sempre attento e alla ricerca di nuovi dettagli. Dopo aver terminato la scuola nel settore dell’edilizia si iscrive alla facoltà di disegno per seguire la sua più grande passione, la moda. Durante gli studi diventa ben presto uno dei più talentuosi tra gli studenti, e partecipa al progetto Erasmus per un anno presso una delle più prestigiose università in Turchia, Sinan Belle Arti. Le Varie esperienze presso la facoltà della sua patria e all’estero lo hanno ispirato ancora di più per la sua collezione finale, dal nome Centaurus A7, presentata alla fine del mese di settembre. Per il futuro, Admir, ha in programma di lavorare su un grande sogno, quello di costruire il suo marchio, perciò studierà ulteriormente in un master di moda, con l’obiettivo di raccogliere una maggiore conoscenza di questo mondo, e soddisfatta la necessità di imparare e studiare, inizierà la sua creazione ed evoluzione come artista.

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AUTUNNO INVERNO 15/16.

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Tessuti classici e lavorazioni elaborate realizzate a mano Crediti fotografici: Admir Kapic Press office


AUTUNNO INVERNO 15/16.

Tessuti classici e lavorazioni elaborate realizzate a mano Crediti fotografici: Admir Kapic Press office

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Collezione

CentaurusA La mia collezione Centaurus A7 è un’ispirazione che avevo da tempo. L’accuratezza e la maestria del passato e visione del futuro, sono gli elementi chiave della mia ricerca e del design. Attraverso i particolari vediamo il passato, cose che tutti, e tutte le nostre mani sono capaci di fare, mentre il futuro si riflette in una silhouette e la forza degli indumenti. CosĂŹ, dunque, la collezione Centaurus A7 potrebbe essere confrontato con una macchina del tempo della moda, che unisce i nostri inizi e dei nostri obiettivi futuri.

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AUTUNNO INVERNO 15/16.

Lavorazioni tessuto: Plissè Crediti fotografici: Admir Kapic Press office

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EDITHMARCEL Collection SS/15.

Edithmarcel è un’idea che nasce dai gusti molto personali di Andrea Masato e Gianluca Ferracin, un sentimento che sa essere segreto e nascosto nella parte inconscia della loro mente, ora sono diventati la vera essenza dell’estetica di tutto il marchio, incarnato in una persona che va ben oltre il concetto di maschio e femmina. La filosofia del marchio parte dal concetto di genere e si propone di analizzare tutti i possibili modi per annullarlo e trascenderlo. Ogni collezione non rappresenta un risultato definitivo di questa ricerca, o una linea finale, ma è un pezzo che aiuta a costruire il puzzle intero, in linea con una tendenza che è in continua evoluzione. Il logo, composto da due versioni, maschile e femminile dello stesso carattere, è di per sé una rappresentazione di questo concetto: una coesistenza di linee morbide e graziate con linee nitide e chiare; un equilibrio rivelato anche nei disegni del marchio, che vuole creare un’alternativa alle differenze, alla separazione e alle classificazioni convenzionali.

Testo di

Alex Melnikov Foto di

Fakoshima press office

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Collezione

(C)Overture Questa collezione, prende ispirazione dalle illustrazioni presenti sulle copertine di alcuni numeri di riviste degli anni venti, caratterizzate da linee stilizzate e forme minimali e rigide. La collezione, è costituita da dodici comunicati stampa che ci spiegano il concetto e la realizzazione di (C)OUVERTURE. I capi proposti nella Spring/Summer 2016, sono in differenti varianti di colore e tessuto, che reinterpretano i pezzi iconici del vestiario femminile del secondo decennio del novecento. La collezione compone un guardaroba ideale che neghi le barriere del genere. Lo scopo è quello di creare dodici abiti disponibili in diversi colori. Le suggestive immagini provenienti da riviste come Vogue, Vanity Fair e Harper Bazaar, diventano immagini, di ispirazione e rappresentative dei pezzi iconici, compongono la moodboard e fungono da punto di partenza per la collezione. Lo stile delle illustrazioni del ventesimo secolo, hanno ispirato il sapore e lo stile delle stampe che movimentano i capi. Il genere è reso quasi irriconoscibile, celato nella sensibilità per il contemporaneo, la memoria storica rimane invece nei tagli puliti, netti e rigidi.

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I capi iconici della collezione sono: giacca lunga e stretta in un unico colore, talvolta spezzato da rifiniture in nero, con fianchi stretti, e caratterizzata dalla morbidezza della cloche, come nell’iconico abito di Chanel. La collezione è composta da capi che hanno come punto di partenza l’universo femminile, lo si riscontra nella preferenza per bianco e nero e nella rifinitura, diversi elementi fanno in modo che il capo si adatti ad un corpo androgino, che mescola il femminile con il maschile. Le t-shirt, invece, sono in popeline di cotone, materiale che conferisce rigidità alla struttura degli abiti, i quali presentano anche forme più morbide, principalmente per un corpo femminile, ma che mirano ad adattarsi a tutti, evidenziando il taglio e celando così le forme del corpo.

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Le camicie sono caratteristiche per le loro lunghezze, e mettono in evidenza il plissé e il taglio particolare, mescolando elementi femminili e maschili. Le giacche con rever, sono prive di rinforzi e ripensate nelle proporzioni e nel nascondere la forma del corpo. Anche i pantaloni con il cavallo piatto, insieme alle pieghe delle camicie e alle giacche, richiamano la figura dell’uomo nell’elastico, “motivo” sportivo maschile per eccellenza, pur restando classiche nella loro forma esteriore, e vengono proposte senza alcuna struttura interna. A Sua volta richiama la dimensione femminile, se stretto in vita, ma anche grazie alle proporzioni e alle lunghezze. La vestibilità e dunque uguale per uomo e donna, ogni forma è pensata e realizzata in modo da apparire come un abbigliamento sportivo per eccellenza. Resta uguale a se stessa, indipendentemente dal corpo che la indossa e la vestibilità resta invariata per uomini e donne, ogni modulo è progettato e costruito in modo da non avere nessuna caratteristica di genere.

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Cammice in cotone, dettagli in plissè Giacche in cotone doppio Sandalo in pelle Crediti fotografici: Edithmarcel Press office

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Feifei Yang

collezione Scorpion SS/16 La collezione “Scorpion” S/S 16 di Feifei Yang, si ispira alle stelle, che mentre si spostano attraverso il cielo nella notte, richiamano a un concetto di buco nero. Il suo design riflette non solo le diverse esigenze spirituali degli abitanti delle città, ma anche la loro costante necessità di esplorare oltre al mondo esterno, anche mondi interiori. I modelli della collezione sono influenzati dalla rotazione dei pianeti. I tessuti sono 100% cotone giapponese, lana fina e tessuto tecnologico sperimentale laminato impermeabile. Una combinazione tra stampe digitale in 3D e serigrafie tradizionali, impregna i tessuti con una creatività sorprendente. Pur essendo basata sulle strutture funzionali dell’abbigliamento moderno, ogni elemento di questa collezione intende mettere in discussione le tradizioni. I capi semplici possono essere combinati con altri elementi, creando infinite possibilità per nuovi look. L’utilizzo di blocchi di colori brillanti ed effetti di pendenza aggiungono ulteriori dettagli ai capi.

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Writer: Yunhan Fang Graphic Designer: Nicole Mengjie Liu Social Media Facebook:Feifeiyang Instagram:feifeiyang_menswear Sito web www.feifeiyang.co.uk Crediti fotografici: Feifei Yung Press office

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Designer:Feifey Yung Design Assistant: Phoebe Wang/ Charlotte Lam Fotografia: Sherlock Lau Make up & Hair stylist: Eda Lee Model: Dainius Zakarauskas

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About us Feifei Yang, Nato in Cina, si è laureato presso il London College of Fashion nel 2014 con un Master in Fashion Design Technology Menswear. La sua ultima collezione “15 Gradi di spostamento”, ha ricevuto grande esposizione mediatica. Yang è stato intervistato da riviste di moda, tra cui Deux Hommes. Dopo la laurea, Yang affina le sue capacità di progettazione nella moda, lavorando con affermati marchi del Regno Unito, tra Roksanda Ilincic e Kay & Co, prima di lanciare il proprio marchio di moda maschile. Nel giugno del 2014, Feifei Yang ha disegnato abiti per un influente attore cinese, Francis Ng (Zhenyu Wu), e abiti da sposa su misura per una nota cantante cinese, Chao Tang. Feifei Yang è un marchio di moda maschile che vanta un design creativo e non convenzionale, in combinazione con raffinati tessuti sperimentali, moderni e la tradizionale sartoria maschile. Crede nel “vestire con stile”. Il designer trae la sua ispirazione da argomenti quali l’astronomia, la religione e il cinema, e si sforza di rendere i disegni comunicativi. Applica, inoltre, il linguaggio dell’architettura ai suoi modelli e disegni, alla scelta dei materiali, che rendono i suoi capi unici e sofisticati, adatti a uomini moderni e anticonformisti.

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Designer:Feifey Yung Design Assistant: Phoebe Wang/ Charlotte Lam Fotografia: Sherlock Lau Make up & Hair stylist: Eda Lee Model: Dainius Zakarauskas

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Designer:Feifey Yung Design Assistant: Phoebe Wang/ Charlotte Lam Fotografia: Sherlock Lau Make up & Hair stylist: Eda Lee Model: Dainius Zakarauskas

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