New Mining Habitat

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UniversitĂ degli studi di Cagliari Facolta di Ingegneria e Architettura Corso di laurea in Architettura delle Costruzioni a.a 2011/2012

NUOVI HABITAT MINERARI proposta di un polo ricettivo nel villaggio di Acquaresi Andrea Borto relatore: Prof. Carlo Aymerich Correlatore: PhD Adriano DessĂŹ


Desidero innanzitutto ringraziare il mio relatore il Professor Carlo Aymerich e il correlatore Adriano Dessì per aver seguito l’elaborazione della tesi di laurea, dedicando molte ore del loro prezioso tempo. Ringrazio il Sign. Erminio Cocco e il Sign. Costante Sanna per avermi messo a disposizione alcune rare fotografie storiche, L’IGEA Spa per la disponibilità che mi hanno offerto, in particolare il Sign. Pietro Tocco e il Sign. Roberto Caddeo per l’accesso all’archivio storico e per il materiale che mi hanno fornito, indispensabili per la stesura della tesi e l’ufficio topografico dell’IGEA Spa per la cartografia, il personale tecnico della sede distaccata di Iglesias del “servizio attività estrattive e recupero ambientale” della Regione Autonoma della Sardegna e l’archivio storico del comune di Iglesias.

Un sentito Grazie a Mamma e Babbo, a cui dedico la tesi, alle mie carissime nonne, a nonno Angelo e a tutte le zie e gli zii, per il sostegno morale ed economico che mi hanno offerto durante tutto il mio percorso di studi. Un ringraziamento speciale va a Simona, la mia fotografa personale, per le splendide foto che mi ha gentilmente offerto, accompagnandomi durante i vari sopraluoghi e sopportando le mie incertezze durante la stresura della tesi. Voglio ringraziare gli amici del gruppo di lavoro BPA+L, con cui ho collaborato durante tutto il percorso di studi all’università, Paolo, Gianni, Silvia, Katia, Laura e Marco, confrontarsi con loro è stato, non solo divertente, ma essenziale per accrescere le mie conoscenze. A tutti gli amici, che per i più assurdi motivi hanno collaborato al raggiungimento di questo, per me, importantissimo traguardo. Grazie...

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Indice 1.

QUADRO CONOSCITIVO E ANALISI DI CONTESTO

1.1

Una miniera di ferro nel Salto del Gessa

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1.2

La valle di Acquaresi

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1.3

Il sistema delle tutele e dei detrattori ambientali

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1.4

Indirizzi di progetto

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2.

PROGETTO

2.1

Nuovi habitat minerari

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2.2

Intervento sulle abitazioni

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2.3

La Laveria in evoluzione

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Bibliografia

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I

QUADRO CONOSCITIVO E ANALISI DI CONTESTO


1. Q. Sella _ Sulle condizioni dell’industria mineraria nell’isola di Sardegna _Capitolo V, Periodo italiano del 1948 in qua_ Pag. 69: “La legge del 1840, congiunta alla novella vita che si sviluppo in ogni cosa, ebbe tali effetti sulle miniere sare, che è prezzo dell’opera il discorrerne alquanto. In questa legge si distinguono anzitutto le giuaciture in filoni, strati od ammassi contenenti minerali metalligeri, combustibili o fossili, ecc., da quelle lapidee, usate percostruzione od ormenento, dalle terre e dalle torbe, ecc. Le seconde sono dichiarate spettanti al proprietario del suolo che liberamente ne disponde; le prime costituiscono una proprietà distinta da quella del suolo che si acquista per concessione sovrana, e sole danno luogo alle miniere nel senso della legge,” 2. Giuseppe Pipino_ Documenti italiani degli stati Sabaudi 3. Q. Sella _ Sulle condizioni dell’industria mineraria nell’isola di Sardegna _ Pag. 9 4. Q. Sella _ Sulle condizioni dell’industria mineraria nell’isola di Sardegna _ Pag. 111 stato delle miniere concesse o dichiarate concessibili al 31 dicembre 1870

Foto 1.1.1 : una stanza della direzione di Acquaresi Carta 1.1.2 : confini concessioni: Enna Murta, Pubuxeddu Pala Is Carrogas 1

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1.1

Una miniera di ferro nel Salto del Gessa Come per molte altre miniere della Sardegna, ma in particolare nel bacino metallifero dell’Iglesiente, anche quelle del gruppo di Acquaresi sono legate ad una serie di importanti cambiamenti, sociali ma in particolare legislativi; sicuramente l’estensione nel 1848 alla Sardegna della legge del 30 giugno 1840(1), fu ciò che maggiormente incise sull’industrializzazione e sulla produzione mineraria assieme all’effettiva ricchezza del sottosuolo Iglesiente. Nello specifico la concessione di Enna Murta fu data nel 1857, per la miniera di ferro al Sig. Ubaldo Milla(2) e solo grazie ad un fattore esogeno, che interessò in particolare il Salto del Gessa, ci fu, nei decenni successivi, una graduale crescita industriale dell’area: “Una vera e propria svolta avviene nel 1866, dopo la scoperta da parte dell’ing. Belga Eyquem degli importanti giacimenti di calamia zincifera di Buggerru. Il contemporaneo impoverimento delle miniere della Prussia e del Belgio e il conseguente rialzo dei prezzi dei minerali sul mercato internazionale fanno sì che nel volgere di qualche tempo vengano attratte nell’isola alcune fra le più importanti aziende straniere del settore.” (3)

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Da li a poco tempo furono date in concessione le due aree confinanti(4) con Enna Murta e di questa fu ampliata la classe di giacitura, non si coltivava più ferro, ma cal-

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amina e così pure nelle nuove concessioni: Pubuxeddu e Pala Is Carrogas; queste furono prese in concessione da una società inglese, la Gonnesa Mining Company Limited che acquisì anche la concessione di Enna Murta(5). Le tre miniere andranno a formare il gruppo delle miniere di Acquaresi, oltre ad essere gestite dalle stesse società per diversi decenni, avranno in comune la valle di Acquaresi come area insediativa, di direzione e di lavorazione, arricchimento e smistamento dei minerali di tutto il gruppo. Sulla nascita del villaggio si conosce poco e niente, ma probabilmente l’elevata distanza dal polo di Nebida e da quello di Buggerru, ha stimolato la nascita e lo sviluppo dell’insediamento per le esigenze dei lavoratori. Dal censimento del 1865 del comune di Iglesias non risulta nessun residente nei pressi dell’area, a dimostrazione del fatto che il villaggio fu di “formazione mineraria”; la prima testimonianza sull’abitato risale al 1886 che agli occhi di uno studente appare così: “Alcuni forni di calcinazione della calamina e poche capanne formano Acquresi. I forni sono quelli chiamati a curva e sono a tra bocche di estrazione. Questi forni lavorano ad epoche e cioè quando quei poveri diavoli dei minatori che sono altresì proprietari, riescono ad accumulare abbastanza minerale per farli agire.”(6)

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Fig 1.1.3 : rappresentazione del villaggio del 1886, ad opera di uno studente di Sassari Foto Storica 1.1.4 : vista della laveria dei primi anni del 900 Foto Storica 1.1.5 : alcuni forni di calcinazione e stazione della laveria che portava il minerale a Cala Domestica, visibile anche nella foto 1.1.4 a destra della laveria. Primi anni del 900 Foto Storica 1.1.6 : il trenino merci nei pressi di Cala Domestica, primi del 900


Grazie all’incremento della produzione e al successo delle ricerche, negli anni 90 dell’800 iniziò il processo di industrializzazione del polo: fu costruita la laveria(7) e la diga che forniva l’acqua per il suo funzionamento(8). Il materiale estratto da alcuni cantieri circostanti veniva trasportato alla laveria grazie alla messa in comunicazione di due gallerie, la Furniwall e la Heneage, lo stesso anno fu anche collegata con il cantiere San Giorgio con un filo aereo di 270m, che serviva per discendere i materiali da arricchire; l’edificio venne anche dotato di illuminazione elettrica e ampliato per il trattamento delle terre calaminari e delle rocce(9).

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5. Q. Sella _ Sulle condizioni dell’industria mineraria nell’isola di Sardegna _ Pag. 201 6. Istituto tecnico La Marmora di Sassari _Escursione alle miniere di Sardegna 7. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1892: “Esercizi di officine autorizzate con decreti prefettizi.: Laveria Meccanica per il trattamento dei minerali di zinco nella miniera Enna Murta” 1892 8. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1893: “Alla Laveria si rialzarono il piano dei crivelli, si ingrandirono e si sistemarono i bacini di chiarificazione e con opportuni lavori esterni si provvide per la discarica dei materiali di rifiuto e per il trasporto ai forni di calcinazione. A monte della laveria si terminò la diga, lunga 70 metri ed alta metri 4.50 sul piano di fondazione che sbarra la stretta valle di Acquaresi, costituendo un serbatoio capace di contenere 10 000 metri cubi di acqua per servizio della laveria predetta.” 1893 9. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1895, 1895 10. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1901, 1901

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Agli inizi del Novecento il gruppo delle miniere di Acquaresi era gestito dalla Pertusola, che portò avanti una serie di esplorazioni assicurando la produttività futura(10). Per fare ciò era, però, necessario rendere efficiente la comunicazione tra gli stabilimenti produttivi e la laveria, così venne portato avanti un piano di sistemazione dei trasporti che prevedeva una ferrovia a cavalli, completato con un sistema di funicolari per coprire le aree meno accessibili. Il sistema dei trasporti fu ulteriormente migliorato nel 1903 con il potenziamento del collegamento Acquaresi - Cala Domestica da cui venivano imbarcati i minerali per il porto di Carloforte, il trag-

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itto venne armato con una innovativa ferrovia elettrica, la prima in Sardegna, dando sopratutto vantaggi economici alla spesa dei trasporti che prima avveniva con i carri a trazione animale(11)(12)(13). La crescita del sistema Acquaresi, fa si che aumenti il numero dei lavoratori e con esso anche il numero degli abitati e seppur in maniera marginale, cambia la qualità della vita: il villaggio ha un ospedale, una scuola che è compresa all’interno dell’edificio della direzione, la chiesa e diverse cantine. In un interrogatorio(14) il medico di Acquaresi dichiara che i residenti sono tra i 1250 e 1500, gli operai sono intorno ai 600, un numero importante in relazione a ciò che è rimasto oggi dell’abitato, ma secondo i dati ufficiali del distretto minerario questi ultimi nel periodo in cui fu fatta l’inchiesta parlamentare(1908) furono 300, e 580 nell‘anno 1904. Le abitazioni non erano costruite secondo regole d’igiene, ma venivano considerate discrete, erano essenzialmente molto umide a causa della loro posizione; le tipologie erano principalmente due: abitazioni costruite per conto proprio, dove vivevano le numerose famiglie degli operai, e i cameroni per i singol gestiti dalla società.

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Nel 1917 entrò in funzione la nuova laveria, questa era un’evoluzione della

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Foto Storica 1.1.7 : vista sul villaggio primi del 900 Foto Storica 1.1.8 : vista sul villaggio anni 30, in basso a sinistra è visibile la laveria Foto Storica 1.1.9 alcune abitazioni Carta 1.1.10 : stalcio ricavato da carta topografica della ditta S.A.P.E.Z., scala 1: 10’000 del 1948 Fig. 1.1.11 : ritaglio dello schema assonometrico di fig. 1.1.12 dove è rappresentata la laveria di Acquaresi


prima ed in seguito ad alcune demolizioni i lavori di modernizzazione portarono im-

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portanti modifiche oltre che all’impianto tecnico, probabilmente anche agli aspetti architettonici: “La nuova laveria di Acquaresi é entrata in regolare funzionamento in ampio edificio sostenuta da colonne di legno, con larghe vetrate per dar luce e difendere dalle

A

intemperie gli operai. I vari impianti sono

LA VE RI

11. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1903: “Si incominciò la costruzione di una ferrovia a trazione elettrica per il trasporto dei prodotti alla radi di Cala Domestica ” 1903 12. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1904: “Si terminò la costruzione della ferrovia elettrica per il trasporto dei prodotti alla rada di Cala Domestica e questa ferrovia fu tosto messa in esercizio e diede una notevole economia nella spesa dei trasporti, che prima erano fatti con i carri..” 1904 13. Sito internet parcogeominerario.eu, “si trattava della prima linea elettrificata della Sardegna, una delle prime in Italia” 14. Commissione Parlamentare d’inchiesta : Atti della Commissione_ Volume III_ interrogatori – Roma - 1911pag. 21 15. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1917, 1917 16. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1927, 1927 17. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1918, “Nella laveria si è nel luglio arrestato l’esercizio della sezione calaminare, per interruzione degli imbarchi del prodotto da CalaDomestica a Carloforte”1918

posti in cascata; il tutto inizia con un frantoio a mascelle in alto e termina con le tavole vibranti in basso. Notevole é il largo uso di crivelli metallici per sfangare i frammenti calaminari: pei grani più grossi i crivelli hanno uscita longitudinale libera del prodotto sfangato davanti al banco delle cernitrici, pei grani più minuti e che debbono soggiornare a lungo nel crivello, l’uscita avviene ancora longitudinalmente ma al di sotto di una paratoia.”(15) Dopo la prima guerra mondiale le concessioni del gruppo di Acquaresi passarono

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alla Società francese Vieille Montagne(16), proprietaria anche della concessioni di Masua e Montecani. Negli anni successivi la produzione di queste miniere subì un notevole incremento grazie alla corretta sistemazione dei cantieri e dei lavori esterni. Nel 1918 vennero interrotti i collegamenti con l’approdo di Cala Domestica(17), e

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quindi il minerale trattato dalla laveria di

questa grande opera in grado di traspor-

19. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1924, “La laveria lavorò regolarmente, mentre la calcinazione delle calamine fu trasferita a Masua, ove vengono trasportati, previo arricchimento, i materiali crudi mediante la nuova ferrovia Acquaresi-Monte Cani a trazione elettrica.”...”Venne messa in esercizio la ferrovia Acquaresi Monte Cani, a trazione elettrica, con locomotive a trolley a due motori da 20 HP e 220 Volt. Essa serve a trasportare a Masua i minerali prodotti nelle miniere del gruppo Acquaresi attraverso la miniera di Monte Mani e il ribasso lanusei di Masua.”1924 20. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1930, “Il 5 giugno fu messa in marcia la teleferica per il trasporto della calamina a mausa.“...”La teleferica è lunga 4 km ha una potenzialità di trasporto di tonn. 25 a ora ed è azionata da un motore di 12hp(scalittas)”...”Nel mese di giugno si ultimo e si mise in funzione la teleferica per il trasporto del minerale ai piazzali della miniera masua, ove trovansi i forni per la calcinazione e la laveria. La teleferica a fune continua è lunga m 3800; la potenzialità di trasporto e di 20 tonn all’ora,. La costruzione fu eseguita dalla

tare 25 tonnellate di materiale all’ora.(20)

socità Ceretti e Tanfani. ”1930

Acquaresi veniva imbarcato dal porto di Masua. Era quindi necessaria una nuova struttura dei trasporti, seppure provvisoria, questa

prevedeva la costruzione di

una ferrovia elettrica che avrebbe portato il minerale di Acquaresi sino alla miniera di Montecani e trasportati da qui attraverso il ribasso Lanusei della miniera di Masua al suo approdo, Porto Flavia(19). La teleferica Acquaresi - Porto Flavia Alla fine degli anni 20 la produzione si mantenne ad alti livelli e in previsione dell’estrazione futura, per economizzare il trasporto venne quindi messa in funzione nel 1930 una teleferica lunga 3800 metri che partiva dal piazzale posteriore alla laveria e arrivava a Masua, oggi, oltre alle testimonianze fotografiche, non è rimasto niente di

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Schema 1.1.12 : assonometria fuoriscala per la comprensione dei sistemi di collegamento per il trasporto dei minerali nell’area di Acquaresi, Masua, scalittas, Monte Cani. Istituto Minerario di Iglesias Foto Storica 1.1.13 : vista sul villaggio, posteriore agli anni 30 Serie di Foto Storiche 1.1.14,15,16,17,18,19 l’impianto della teleferica, le foto 17 e 19 sono relative alla stazione di Acquaresi, che si travava precisamente dietro la laveria

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Diversamente dalle previsioni fatte, gli anni 30 non furono positivi, la Società francese fu costretta a chiudere per via delle protezioni doganali previste dalla Società delle Nazioni come sanzione ai danni dello stato italiano. La produzione riprese con difficoltà alla fine di questo decennio, ma la laveria rimase inattiva perché il minerale da trattare veniva arricchito solo mediante calcinazione, quindi solo con l’utilizzo dei forni, e le rocce povere si decise di lasciarle in giacenza. Nonostante si cercasse di mantenere gli impianti è probabile che la 20 laveria non venne più utilizzata, a favore dell’impianto di arricchimento di Masua.(21) (22)(23)(24)

L’ultimo grande intervento consisteva nel creare un’unica grande miniera di Masua gestita dalla AMMI Spa, si progettò e scavò una lunghissima galleria di carreggio, la galleria Ornella, che avrebbe collegato il cantiere Scalittas e la galleria Marx di Acquaresi con le gallerie di Monte Cani, Masua per poi terminare a Porto Flavia. Bisogna tener presente che una volta completata l’opera l’accesso alle galleria della zona di Acquaresi avveniva direttamente dall’area di Masua, questo causerà l’abbandono del villaggio nonostante l’attività estrattiva nel sottosuolo continuò sino agli anni 90.(25) 21

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21. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1932,” stanza della soc.An.Vieille Montagne per la sospensione dei lavori nella miniera Enna Murta.”...”Perciò mentre per quanto si attiene alle considerazioni generali concernenti la crisi, la protezione doganale, la metallurgia...”1932 22. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1936,”Alla fine dell’anno ripresero i lavori”,1936 23. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1937, 1937 24. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1948,” Il materiale grezzo viene cernito nel piazzale di Scalittas e poscia trasportato ai silos di Acquaresi, presso la teleferica Acquaresi Masua, tutto il materiale viene poi trasferito a Masua per il successivo trattamento”1948 25. Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1960,” Miniere di Masua(Masua ,Monte Cani, Pubuxeddu) l’attività è stata ridotta alla semplice manutenzione in attesa di una riorganizzazione dei trasporti interni basata sulla galleria di carreggio Ornella”1960


imbarco Cala Domestica Carloforte

Scalittas

TE

LE

FE

RIC

A

Acquaresi

Monte Cani Sezione sottosuolo 1.1.20 : Collegamento Acquaresi Montecani Sezione sotto suolo 1.1.21 : Galleria Ornella e Galleria Marx Foto aerea 1.1.22 : lo schema mette in evidenza la posizione di Acquaresi all’interno del sistema delle miniere di cui faceva parte

Porto Flavia Masua

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1

Ortofoto 1.2.1 Vista aerea sull’area di Acquaresi Foto 1.2.2 Vista del ponte della laveria e nello sfondo la valle di Acquaresi

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1.2 La valle di Acquaresi L’architettura e le opere di ingegneria volte a soddisfare le esigenze di vita e di produttività dell’area, hanno creato un paesaggio dai lineamenti fortemente antropizzati e facilmente riconoscibili in altri villaggi minerari dell’iglesiente, ma é reso unico da una cornice naturale, dai dislivelli potenti e dai contrasti forti. Lo spazio abbandonato viene riconquistato e invaso dalla natura, offrendo al visitatore un’atmosfera romantica e quasi surreale. Le vecchie abitazioni, ormai ruderi di pietra e terra cruda, ospitano alberi di fico e cespugli di cisto. I ponti e le macchine in ferro, ormai arrugginito, aspettano la ripresa dei lavori, segno di un’abbandono repentino che genera tensioni di attesa e di incompleto. Mentre i colori caldi dei materiali e della terra vengono accentuati dal sole del mediterraneo contribuendo alla percezione di sensazioni contrastanti. L’orografia del territorio di Acquaresi è caratterizzata da importanti rilievi che formano una valle profonda 200 metri. Due grandi coste rocciose poste una in fronte all’altra chiudono lo spazio ad est e ad ovest, impedendo ai raggi solati di insistere sull’area e costituendo così conforto alle temperature delle stagione più calda. 2

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Il villaggio è costruito nel rilievo che da il nome all’area, nel versante ad oriente, Punta Acquaresi è alta 460 metri, mentre la parte più bassa del villaggio è a 290 metri sopra il livello del mare. Il versante opposto è considerato quello produttivo, dove si trovavano le masse dalle quali si estraevano i minerali di zinco e piombo. Nel sottosuolo della zona dell’abitato non sono presenti gallerie.

vegetale arbustiva, sono però visibili evidenti forme di degrado essenzialmente di due tipi: il primo dovuto alle discariche di materiale inerte derivato dalla lavorazione del minerale, quindi di scarto e particolarmente nocivo; i secondi sono entrambi provocati dalla industrializzazione dell’area e si presentano nello stesso modo, si tratta infatti degli scavi a cielo aperto e dei cedimenti di subsidenza, i primi risalgono al primo periodo di sviluppo del polo inIn superficie è presente la tipica macchia dustriale, gli altri sono causati dai vuoti mediterranea composta da formazione del sottosuolo della galleria Marx(l’ultima

attiva dell’area)e dalla repentina chiusura dei lavori dello stesso cantiere, per cui non sono stati eseguiti lavori di riempimento e messa in sicurezza. L’area oggi è sotto controllo e si attende la fine dei lavori di bonifica.

Laveria 290 m s.l.m

verso Monte Cani Masua

verso Scalittas Cala Domestica e Buggerru

Punta Acqauresi 468 m s.l.m.

Monte Sporra 456 m s.l.m.

P.ta Sa Gloria 463 m s.l.m.

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Panoramica 1.2.3 Vista panoramica dalla parte bassa del villaggio, si metteno in evidenza la valle di Acquaresi e le creste che la formano(punta Acquaresi e Monte Circus). In lontananza il sole basso al tramonto verso la spiaggia di Cala Domestica. A destra alcuni edifici risaltenti all’ultimo periodo di attività della miniera, ma ancora in utilizzati a supporto dei lavori di bonifica.. Le aree degradate si estendono per una grande superficie, evidenti le discariche di materiale interte, che impediscono la crescita della vegetazione e caratterizzano il suolo, con colori e aspetti anomali.

Piazzale San Marco 304 m. s.l.m Ingresso Galleria San Marco alcuni edifici degli anni 70

rimessa macchine anni 70

Direzione 328 m s.l.m.

440 m s.l.m.

Monte Circus 558 m s.l.m.

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Panoramica 1.2.4 Vista panoramica dall’area abitata verso le aree di lavoro, sono infatti visibili le discariche sul monte Circus sulla destra, e l’enorme cava a cielo aperto al centro dell’immagine. L’area dell’abitato non presenta degrado ambientale, ma le abitazioni e gli altri edifici presentano difficili condizioni di degrado architettonico. Si riscontra inoltre una vegetazione molto rarefatta per la presenza di bestiame e caratterizzata da grandi piante di fico, che invadono anche le architetture abbandonate.

Casa del direttore

Monte Circus 558 m s.l.m.

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Chiesa Campestre Sant’ Antonio 334 m s.l.m,

Direzione 328 m s.l.m,

Monte San Giorgio 507 m s.l.m.

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Panoramica 1.2.5 Vista della laveria. Nello sfondo Monte San Giorgio, probabilmente l’area più sfruttata dal punto di vista produttivo, nel suo sottosuolo c’è un cantiere coltivato a solfuri(galleria Marx), inattivo, che negli ultimi anni ha subito un notevole cambiamento orografico, al verificarsi di alcuni fenomeni di subsidenza.

Chiesa Campestre Sant’ Antonio 334 m s.l.m,

Laveria 290 m s.l.m

rimessa macchine anni 70

Monte Circus 558 m s.l.m.

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subsidenze

verso Monte Cani Masua Monte San Giorgio 507 m s.l.m.

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chiesetta chi

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Piazza Piazza San MarcoSan Marco

direzione direzione

ospedale ospedale

20 0

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100 m 100 m livello curve di curve livello di a 2.5 m a 2.5 m

0

50 m

40

20 m 20 m 50 m scala 1:2000 scala 1:2000


0 30

laveria

laveria

linea i sezio di sezione e ne elab la orati 1 borati 1.2.7 .2.7 e 1 e 1.2.8 .2.8

300

linea d

300

00

iesetta

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7.1

7.2

Sezione 1.2.7

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Casa del direttore

Piazzale San Marco 304 m. s.l.m

Monte Circus 558 m s.l.m.

290 metri sopra il livello del mare 20 m scala 1:2000

50 m

22 100 m


7.4

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Chiesa Campestre Sant’ Antonio 334 m s.l.m.

7.5

Laveria 290 m s.l.m

Monte San Giorgio 507 m s.l.m.

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Sezione 1.2.8

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Edificio della direzione della miniera 328 m. s.l.m

290 metri sopra il livello del mare 24 20 m scala 1:2000

50 m

100 m


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8.3

Ospedale 356 m. s.l.m

Punta Acquaresi 469 m s.l.m.

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La laveria La costruzione della laveria è leggibile in tre elementi, appartenenti a due o tre periodi diversi. La parte più antica è composta da due elementi accomunati dallo stesso tipo di materiale e dallo stesso livello di degrado. Si tratta probabilmente degli unici elementi rimasti dalla prima costruzione della laveria del 1892, è posizionata su un dislivello che permetteva la gestione della discesa del materiale da trattare, di modo che si potessero superare i vari trattamenti senza l’apporto di energia esterna per lo spostamento del minerale, questo tipo di laveria è detta gravimetrica.

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Nella parte più a Nord abbiamo uno stabile a pianta rettangolare, la copertura, ora non più presente, era ad una falda per essere funzionale alla disposizione delle macchine al suo interno. I setti sono in muratura di pietra locale, finite con intonaco di calce notevolmente degradato. Le aperture sono sostenute da archi a tutto sesto in mattoni di terra cotta. L’interno si presenta come uno spazio a tripla altezza, l’assenza della copertura fa si che si possa osservare e apprezzare il paesaggio esterno attraverso una cornice che inquadra il cielo e la natura, valorizzando a sua volta la qualità spaziare della cornice stessa.

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Panoramica 1.2.9 Vista d’Insieme della laveria. Foto 1.2.10 Archi nel muro in pietra Foto 1.2.11 Bucature con archi a tutto sesto nella muratura del magazzino Foto 1.2.12 Uno scorcio del Monte San Giorgio da una vecchia finestra della laveria. Foto 1.2.13 Vista interna della parete alta del vecchio stabile. Foto 1.2.14 La facciata del vecchio stabile, quasi completamente nascosta dalla vegetazione.

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Il setto posteriore continua a Sud oltre lo stabile come muro di contenimento e di sostegno per le costruzioni piĂš recenti. É possibile notare una serie di elementi di appoggio(foto1.2.10) incastrati nella muratura: grandi boccole e profili a doppio T che escono in aggetto, si tratta di aggiunte avvenute in periodi diversi. Le vecchie strutture in pietra hanno sostenuto parte delle nuove macchine e dei carri ponte. É ipotizzabile che parte di ciò che oggi possiamo considerare come un muro esterno, nel passato fosse una parte interna. In seguito allo spegnimento degli impianti le nuove strutture sono state rimosse, probabilmente perchĂŠ fatte di materiali pregiati, quindi riciclate e trasformate.

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Dalla foto a sinistra si può vedere lo stesso muro che in una sua fase storica reggeva una copertura a falde e successivamente è diventato il basamento di un edificio molto più recente. É interessante l’architettura di questo spazio in relazione alla sua funzione, infatti al suo interno possiamo trovare colonnine elettriche e grandi basamenti per l’appoggio di macchinari, mentre la quantità di aperture e la qualità delle finiture ricorda più un edificio direzionale. Le chiusure orizzontali di questo edificio sono delle moderne voltine con travetti in acciaio. La parte centrale della laveria, è uno stabile con tetto a falde e pianta rettangolare, distribuito su due piani. Di costruzione abbastanza recente probabilmente ospitava degli uffici.

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Foto 1.2.15 Chiusura orizzontale, solaio a voltine con travetti in acciaio Foto 1.2.16 Vista di profilo di uno degli stabili Foto 1.2.17 Dettaglio su una bucatura con scorscio su un elemento dell’impianto elettrico. Foto 1.2.18 Vista posteriore dell’edificio centrale Foto 1.2.19 Aperture dell’edificio centrale Foto 1.2.20 Scala e degrado dell’edificio centrale

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Foto 1.2.21 Vista del ponte dal basso Foto 1.2.22 Vista del ponte dall’alto Foto 1.2.23 Scorcio del ponte Foto 1.2.24 Vista della laveria e del paesaggio dall’edificio della direzione Foto 1.2.25 Vista sulla laveria

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La direzione 27

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Foto 1.2.26 Vista della direzione dell’alto Foto 1.2.27 Vista del prospetto della direzione da una parte bassa, in evidenza il basamento in pietra Foto 1.2.28 Panorama da una terrazza della direzione Foto 1.2.29 Vista posteriore della direzione Foto 1.2.30 Scorcio dei monti di fronte alla direzione Foto 1.2.31 Vista dello spazio interno di una delle camere alte della direzione Foto 1.2.32 Scorcio della chiesetta campestre visto dalla direzione

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L’ospedale 34

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Foto 1.2.33 Scorcio dell’ospedale Foto 1.2.34 Dettaglio sulle aperture della facciata dell’ospedale Foto 1.2.35 Dettaglio dell’ospedale Foto 1.2.36 Vista panoramica e prospetto dell’ospedale Foto 1.2.37 Vista del prospetto posteriore Foto 1.2.38 Vista posteriore dell’ospedale

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Foto 1.2.39 Vista suggestiva del cortile di una casa operaia Foto 1.2.40 Un piccolo edificio di servizio Foto 1.2.41 Scorcio di alcune case

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Foto 1.2.42,43,44 Scorci interni de un’abitazione Foto 1.2.45 Aperture viste dall’estrerno di un’abitazione Foto 1.2.46 Scorcio del paesaggio visto da un’abitazine

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La posizione di Acquaresi nel suo territo- slegato da tutto. Acquaresi risulta fisicamente al centro di rio di riferimento. questo contesto “omogeneo”, ma legI villaggio di Acquaresi fa parte del terri- germente defilato dalla costa, acquisisce torio del comune di Iglesias e si trova al allora una doppia accessibilità, qualora centro dell’area denominata del Salto del l’obbiettivo non risulti solo il litorale costGessa. Si tratta di un settore costiero che iero. La posizione arretrata permette il comprende i comuni di Iglesias, Buggerru collegamento con l’entroterra, attraverso e Fluminimaggiore, interessante, in partico- percorsi alternativi. lare, per il suo aspetto geo-minerario. Iglesias è il principale centro abitato Il villaggio è accessibile dalla strada pro- dell’area in cui si inserisce Acquaresi, non vinciale 83, senza dover praticare strade solo perché ricade nello stesso territorio sterrate. L’area comunque non è situata a comunale ma, per via della centralità che ridosso del mare, ma presenta particolari Iglesias ricopre o dovrebbe ricoprire rispcaratteristiche di centralità. Infatti il tratto etto agli altri comuni o frazioni del territodi costa che si estende da Masua a Bugger- rio di riferimento anche in relazione ai suoi ru è orograficamente molto denso, le alte 27 000 abitanti. scogliere che corrono lungo tutto il tratto costiero impedisco l’accesso al mare, con solo qualche eccezione: Cala Domestica e Canal Grande. Questo provoca una lieve depressione, rispetto alle zone limitrofe, in termini di flusso di traffico e di turismo, poiché non si trovano nell’offerta territoriale elementi di compenso alla scarsa accessibilità dell’area e non solo per l’ingresso al mare, ma anche per la percorribilità delle strade che è resa faticosa dai dislivelli e dalle curve tipiche dei percorsi panoramici. Per 8 Km di costa non sono presenti servizi, se non quelli sufficienti alla spiaggia di Cala Domestica e solo qualche agriturismo sparso, distante dalla costa e

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La città ha una storia antica di età pre Romanica legata all’attività estrattiva, questa propensione venne sfruttata sino a pochi decenni fa, ora l’economia è tenuta a galla dall’industria e da un sistema turistico ancora immaturo. Il centro storico è di epoca Medioevale. Acquaresi dista circa 23 km da Iglesias, in automobile sono necessari almeno 30 minuti.

Foto 1.2.47 Tempio di Antas Schema planimetrico 1.2.48 Lo schema qui riportato, mette in evidenza la posizione di Acquaresi, i principali poli antropizzati e quelli considerati di rilevanza turistica, sia dal lato naturalistico che quello paesistico, la linea di costa, le principali arterie stradali e le strade secondarie. Vengono anche schematizzate le distanza in km da Acquaresi verso i centri di maggior interesse, e attraverso una griglia spaziale si possono valutare le distanze in linea d’aria.

Antas è un’importante area archeologica. La presenza del tempio punico_romano, dedicato all’adorazione del dio eponimo dei sardi Sardus Pater Babai, lo rende un posto unico e di particolare valore paesaggistico e culturale. 47


25Km

Fluminimaggiore

17Km

Portixeddu

fluminimaggiore

portixeddu

antas

11Km

Buggerru

6 Km

Cala Domestica

buggerru

sant angelo

cala domestica

Acquaresi

acquaresi

san benedetto

6 Km 8 Km 12Km

Masua Nebida Fontanamare

masua

iglesias

nebida monteponi

23Km

Iglesias

fontana mare

bindua

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Sant’Angelo è una piccolo borgo montano del territorio di Fluminimaggiore.

ricettività di questo territorio. Dista da Ac- archeologia industriale fanno di questo quaresi circa 17 kilometri e 20 minuti di paese un centro potenzialmente interesauto sante per uno sviluppo turistico dell’intero territorio . Dista da Acquaresi 11 km e un San Bendetto è una frazione del comune di Iglesias ai piedi del Marganai abitata da Buggerru è un comune di 1 100 abitanti. quarto d’ora di auto. poche decine di abitanti. Di fondazione Come per Acquaresi la sua formazione risale alla seconda metà dell’800, per vi- Cala Domestica è una delle più suggestive mineraria. cende legate all’attività mineraria. Il porto spiagge di tutta la costa ovest, per AcquaI poli di Antas, Sant’angelo e San Bene- turistico e la presenza di rilevanti casi di resi ma anche per la miniera stessa di Cala detto sono molto vicini fra loro ma ab49 bastanza lontane da Acquaresi se consideriamo le strade consuete, infatti ci sono tra i trenta o quaranta kilometri di distanza in base alla strada scelta e non meno di un’ora di auto, ma la fitta rete di mulattiere e di strade sterrate che si possono incontrare nell’entro terra del Salto del Gessa permettono di accedere alle aree di Antas e Sant’Angelo in tempi brevissimi anche senza l’utilizzo dell’auto. Fluminimaggiore è un paese di 3 000 abitanti, come per gli altri comuni l’attività mineraria è stata l’economia trainante, oggi è sostenuta dall’agricoltura e un sistema turistico di tipo diffuso e poso invasivo. La distanza da Acquaresi è di 25 km e i tempi di percorrenza sono prossimi a quelli previsti per avvivare ad Iglesias. Portixeddu è un piccolo villaggio costiero del comune di Fluminimaggiore, nonostante le poche abitazioni rappresenta comunque uno dei principali luoghi della

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Foto 1.2.49 Spiaggia di Cala Domestica Foto 1.2.50 Vista dal promontorio di Buggerru delle spiagge di San Nicolò e Portixeddu Foto 1.2.51 Spiaggia di Masua Foto 1.2.52 Scoglio di Pan di Zucchero dalla spiaggia di masua

Domestica e di Canal Grande ha rivestito, per quasi mezzo secolo, un’importante ruolo come porto di imbarco per i minerali da destinare al porto di Carloforte. Cala Domestica insieme a Masua è la località costiera di interesse più vicina ad Acquaresi, ma probabilmente quella più diretta, mentre per arrivare a Masua bisogna superare il dislivello di Monte Cani, l’arrivo a Cala Domestica è tutto in discesa per circa 6 km e non più di 10 minuti di auto. Masua come Cala Domestica ha avuto un passato legato ad Acquaresi, in questo caso l’attività estrattiva ha danneggiato pesantemente l’area. Tuttavia gli aspetti naturali sono molto impressionanti, come la vista sul Pan di Zucchero o le calette, ma anche l’attività mineraria ha lasciato oggetti di particolare interesse come Porto Flavia o il polo industriale dismesso in attesa di essere bonificato e recuperato. Le miniere del gruppo di Acquaresi hanno fatto parte negli ultimi 70 anni della miniera di Masua, oltre ad essere collegate con una strada carrabile inizialmente era collegate tramite teleferica ora completamente dismessa, oggi è ancora presente una galleria di carreggio che le mette in comunicazione. Come già detto anche Masua è molto vicina all’area dell’intervento, ma la morfologia del suolo non permette di trattare la viabilità allo stesso modo di Cala Domes-

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tica, infatti il tragitto è caratterizzato da un lungo salitone che partendo ad Acqauresi da 300 m sopra il livello del mare sale sino a 450 metri e riscende a circa 50 metri sopra il livello del mare in poco meno di 6 km, si compiono in meno di 10 minuti.

dei minerali, sono ancora presenti alcuni di questi elementi che potrebbero essere recuperati allo scopo di dare una funzione a quest’area che ora si presenta degradata su ogni aspetto. Dista da Acquaresi 12 km percorribili in 20 minuti.

Nebida é un frazione di 1000 abitanti del comune di Iglesias, l’abitato è di formazione mineraria ma l’attività estrattiva è ferma da tempo, in compenso ha un grande potenziale turistico. La laveria Lamarmora è il monumento più rappresentativo. Nebida potrebbe assumere un ruolo molto importante nel contesto turistico della costa dell’iglesiente, sia perchè in una posizione molto favorevole ma anche perché il degrado raggiunto in questi anni da una parte, causati dall’attività estrattiva, prima, e dalla politica urbanistica poi che ha, non intervenendo sulla conservazione dei beni culturali e pianificando lo sviluppo dell’area solo in termini di volumetrie catastali, lasciato una paese che oggi ha difficoltà a vivere di turismo, ma che ha, vista la sua dimensione, spazio per esporsi anche in termini sperimentali. Dista da Acquaresi 8 km percorribili in un quarto d’ora ed è il centro abitato più vicino.

Bindua è una frazione del comune di Iglesias di 600 abitanti, di fondazione mineraria. Nei pressi dell’area è possibile incontrare una serie innumerevole di miniere e di reperti di archeologia mineraria, come la grotta di Santa Barbara a San Giovanni Miniera, o i villaggi di Monte Scorra e Monteagruxiau. Monteponi è un’ex area industriale del comune di iglesias, inizialmente nata come villaggio, è diventato una delle maggiori miniere piombo argentifere in europa. Probabilmente è il caso più rappresentativo della industria metallurgica in Sardegna. Nella carta affianco è possibile notare la fitta rete di strade sterrate e le numerose miniere che si trovano nei pressi di Acquaresi, parte di queste sono solo ex cantieri altre sono formate da un villaggio o da una impianto industriale, come Montecani, Canal Grande, Pranu Sartu, Grugua.

Fontanamare è una località del comune di Gonnesa, fu un’area per il trattamento

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Carta 1.2.53 Carta degli itinerari del Salto del Gessa


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1.3

Il sistema delle tutele e dei detrattori ambientali

tutto il villaggio è esterno a questo vin1.3.1 QUADRO DI RIFERIMENTO colo) della Legge n° 3267 del 30/12/1923 la quale prescrive le limitazioni d’uso delle COMUNITARIO aree vincolate ai fini di non turbarne 1.3.1.1 LA DIRETTIVA COMUNITARIA l’assetto idrogeologico. carta PUP T1_2_3_s5_Carta Valenze UCCELLI (CE 147/09) L’area di progetto è esterna alle aree ZPS Amb_terr 25k 1.3.2.3 ACQUE PUBBLICHE E PERTINENZE IDRAULICHE Nei pressi dell’area sono presenti corsi d’acqua appartenenti all’elenco del “Testo Unico delle Disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici o superfici d’acqua a pelo libero” reso vigente con 1.3.2 QUADRO DI RIFERIMENTO Regio Decreto 11 dicembre 1933, n° NAZIONALE IN MATERIA DI TUTELA 1775:“Rio Gutturu Cardaxius” e bacino “gutturu e sattu” AMBIENTALE 1.3.1.2 LA DIRETTIVA COMUNITARIA HABITAT (CEE 43/92) L’area di progetto interessa l’ area SIC: ITB040029 “Costa di Nebida”.

1.3.2.1 LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE (L. n° 394 /91) Il Territorio non comprende aree in cui sono state istituiti Parchi Nazionali o Regionali ai sensi della Legge Nazionale n. 394 del 06/12/1991 detta “Legge quadro sulle aree protette”.

Ortofoto 1.2.54

1.3.2.4 TUTELA DEI CORPI IDRICI (D. Lgs. 152/2006) Il D. Lgs. 152/2006 all’art. 91 definisce le aree sensibili quale oggetto diretto di tutela nonché, all’art. 115, le forme di tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici. Il territorio in oggetto non è interessato dalle tutele definite dagli Art. 91 e 115.

1.3.2.2 VINCOLI IDROGEOLOGICI (L. 1.3.2.5 SERVITU’ DI USO CIVICO n° 3267/23) L’area di progetto ricade ,ma solo parzial- L’area di progetto non è gravata da uso mente, nei settori vincolati ai termini(quasi civico in quanto di proprietà privata

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1.3.2.6 AREE PERCORSE DA INCENDIO (D.G.R. 23.10.2001 n° 36/46 – artt. 3 e 10 L.353/2000) Dalle mappature della RAS, disponibili per le date dal 2005 al 2010, non sono state rinvenute notizie di incendio per l’area interessata. 3.2.7 CODICE DEI BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI (D.Lgs. n° 42 DEL 22/01/2004 (EX T. U. IN MATERIA DI BENI CULTURALI L. n° 490/99) L’area di progetto non è compresa all’interno di zone assoggettate a decreti di cui alla ex L. 1497/1939. Il rio Gutturu Cardaxiu è comunque a una distanza dagli argini superiore ai 150 m previsti dell’articolo 142

L’area di progetto é parzialmente compresa all’interno di una zona a rischio frana, più precisamente si tratta di un’area di possibile subsidenza(aggiornamento cartografia 2002, nel 2003 è avvenuto il cedimento della galleria Marx proprio all’interno dell’area considerata). Tuttavia la zona (V001) non sembra particolarmente definita dal punto di vista vincolistico e non è previsto nessun intervento di mitigazione. Il PAI da delle indicazioni di vincolo per le aree ad alta pericolosità Hg4, bisogna capire se l’area rossa presente nella cartografia faccia parte di questo insieme o si attende un’analisi più accurata per definirne i limiti e il grado di pericolosità, è infatti probabile che nello studio di fattibilità per la messa in sicurezza d’area di Acquaresi ci siano informazioni a tal proposito.

1.3.2.8 SITO DI INTERESSE NAZIONALE (D.M. 12/03/2003) 1.3.3.2 PIANO STRALCIO DELLE FASCE L’area di progetto è interna all’area gener- FLUVIALI (2011) ale del SIN alla perimetrazione del 2011. L’area di progetto non è interessata dalle perimetrazioni di pericolo idraulico del PSFF. Cartografia PUP T1_2_6_s5 carta aree 1.3.3 QUADRO DI RIFERIMENTO RE- rischio idrogeologico GIONALE 1.3.3.3 IFFI INVENTARIO FENOMENI 1.3.3.1 PIANO STRALCIO DI ASSETTO FRANOSI IN ITALIA IDROGEOLOGICO L’area di progetto è prossima ai casi im-

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Ortofoto 1.2.55 In evidenza i confini del vincolo idrogeologico(v001)


portanti di subsidenza della galleria marx 1.3.3.4 PIANO REGIONALE DELL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA DI CAVA (2007) L’area è compresa all’interno di 3 concessioni mineraria in chiusura(C016,C027,C038) Sulla base di tale Piano l’area di progetto è totalmente preclusa all’attività estrattiva di cava (aree rosa).

1.3.3.7 IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Con Delibera del 5 settembre 2006, n. 22/3 L.R. n. 8 del 25.11.2004, art. 2, comma 1, la Giunta Regionale ha adottato il Piano Paesaggistico Regionale relativo al primo ambito omogeneo – Area Costiera. Il progetto proposto ricade nell’Ambito 7 – “Bacino metallifero”. Assetto storico culturale-bene identitario Sistema “Territorium Iglesiente”

Decreto Ministeriale n. 468 del 2001 e perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio del 12 marzo 2003, con proposta definitiva di perimetrazione presentata in sede di conferenza di servizio decisoria del 23 febbraio 2011, su convocazione del Ministero dell’Ambiente. Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni determinatisi in conseguenza dell’inquinamento delle aree minerarie dismesse del Sulcis - Iglesiente e del Guspinese della Regione Autonoma della Sardegna, che dispone che venga redatto il Piano di bonifica dei siti interessati dalle aree minerarie dismesse e di quelle immediatamente limitrofe, previa perimetrazione.Tale Piano individua 6 macro-aree, che raggruppano le aree minerarie caratterizzate da analoghi problemi ambientali. Il progetto ricade nelle aree da bonificare della “Macro Area Masua”

1.3.3.5 LEGGE SUI PARCHI REGIONALI - L.R. n° 31/1989 Il settore interessato dal progetto è esterno ad ambiti definiti dalla Legge Regionale n° 31/1989

1.3.3.8 PARCO GEOMINERARIO STORICO E AMBIENTALE L’area del progetto è interna all’area del Parco.

1.3.3.6 PIANO FORESTALEAMBIENTALE REGIONALE (P.F.A.R.) Il Piano divide la Sardegna in 25 distretti. L’area di progetto ricade all’interno del distretto “n. 15 – Linas - Marganai”. L’area è cartograficamente descritta come paesaggio su rocce calcari e dolomie (carbonatiche paleozoiche). La vegetazione è descritta sulla serie definita come SA 14, cioè serie sarda termomediterranea del leccio. Nella “tav. 8 Carta della propensione al degrado fisico del suolo” del P.F.R.A. nell’area progettuale, tale tendenza, appare da media a forte.

1.3.3.9 L’ADEGUAMENTO DEL PUP Il progetto proposto ricade all’interno del ambito sovralocale 7.8 - Promontorio e entroterra di Cala Domestica inerente all’ambito del PPR n° 7 – Bacino Metallifero Nella cartografia della componente geo- 1.3.3.11 L’ADEGUAMENTO DEL PUC ambientale l’area è interna alla “Valle strut- Attualmente il comune di Iglesias è sprovturale di Acquaresi” visto del Piano urbanistico comunale, lo strumento vigente è un Piano regolatore 1.3.3.10 RECUPERO AMBIENTALE generale del 1980 e l’area di progetto riDELLE AREE INQUINATE cadente all’interno una zona D, industriale. Il territorio provinciale ricade all’interno del Sito di Interesse Nazionale (S.I. N) del Sulcis Iglesiente Guspinese, istituito con

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1.4

Indirizzi di progetto

differenziazione dell’offerta “culturale” della Sardegna. A questo punto è facile poi osservare che per il ppr a ora gli unici interventi previsti all’interno degli ambiti di paesaggi, qualsiasi esso sia, sono il restauro e il recupero quindi il cambio di funzione, senza incremento di volume e con il ripristino dei caratteri architettonici, questo non può avvenire prima di una bonifica dell’area, nel caso delle aree minerarie dismesse si è infatti in contesti altamente contaminati da rifiuti derivati dalla lavorazione del minerale, come le discariche, ma anche scavi a cielo aperto oppure casi di subsidenza causati dal cedimento delle gallerie che non sono state riempite. Prendiamo alcuni indirizzi interessanti Piano paesaggistico Regionale Il principale strumento di pianificazione oggi per il progetto direttamente dalla scheda in atto in tutto il territorio sardo è il piano d’ambito del bacino metallifero: paesaggistico regionale che definisce sulla base di alcune caratteriste paesaggistiche 2. Conservare e riqualificare il sistema della una serie di ambiti accomunati da portualità minore strettamente connessa diversi fattori comuni. Acquaresi ricade all’attività estrattiva, da tutelare in virtù all’interno del ambito numero 7, “bacino del suo grande interesse paesaggistico, nel metallifero dell’Iglesiente”, è evidente più ampioquadro del risanamento e della come la presenza storica delle miniere valorizzazione delle miniere dismesse, quali sia caratterizzante per quest’area e da Porto Nebida, Laveria La Marmora, Portu qui bisognerebbe partire per avanzare Banda, Porto di Masua, Porto Flavia, Cala proposte di qualsivoglia carattere. Come Domestica, Porto Corallo, Porto Ferro. risulta evidente che questa sua definizione 5. Riqualificare l’intero comparto minerario ci permette di mantenere inalterate alcune nel pieno rispetto della storia ancora caratteristiche paesaggistiche a favore della presente, attraverso la conservazione Ciò che dobbiamo considerare quando sviluppiamo un progetto nel territorio Sardo è la normativa vigente, con i suoi vincoli ma sopratutto con i suoi indirizzi, da cui è possibile ricevere degli imput per la gestione di un programma che sia coerente con il funzionamento, anche economico, di un territorio bene definito per le sue caratteristiche. Le difficoltà che si incontrano in questo frangete sono relative alla quantità di soggetti che si sovrappongono nella tutela di questi aree, da una parte perchè l’area è di enorme interesse ambientale, dall’altra paesaggistico legato sia alla qualità dei suoi paesaggi naturali che a quelli antropizzati.

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schema 1.2.56 In evidenza l’area dell’ambito paesaggistico dei PPR, denominato bacino metallifero.


dell’identità del rapporto intercorso tra le conformazioni ambientali e l’opera dell’uomo, senza snaturare il paesaggio minerario. 6. Innovare l’intero comparto minerario attraverso l’attribuzione di nuovi significati ai luoghi che abbiano la capacità di evocare la storia da un lato e la contemporaneità dall’altro. 9. Recuperare alcuni percorsi storici di derivazione mineraria, con funzione di collegamento e raccordo tra la fascia costiera e le zone interne, quali: Cala Domestica – Gut-

schema 1.2.57 In evidenza l’area omogenea del PPR denominata territorium iglesiente

turu Cardaxius – Grugua. Il ppr inoltre divide il territorio sardo sulla base di cararatteristiche identitarie di tipo storico culturali, Acquaresi ricade in quello del territorium iglesiente, questi sono alcuni degli indirizzi: Al fine di tutelare e valorizzare il sistema del territorium iglesiente anche a fini turisticoculturali saranno posti in essere interventi necessari da individuare secondo specifici studi e progetti. In linea generale si prevedono una ricognizione indiretta e diretta per l’individuazione con sistemazione dei luoghi, e interventi di pulizia di superficie dei beni e del contesto al fine anche di poter conseguire l’agibilità del bene. Sarà inoltre necessario attuare le seguenti azioni: -verificare la priorità ed eventualmente attivare la disponibilità dei beni; -riqualificare gli abitati storici ed il contesto ambientale di riferimento; -realizzare o rendere accessibile e percorribile la sentieristica mediante opportuna segnaletica; -attivare il monitoraggio relativo allo stato di conservazione dei beni; -divulgare le conoscenze attraverso adeguato sistema di comunicazione e didattica; -attivare un’efficace programma di promozione e marketing.

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Piano Urbanistico Provinciale Mentre la provincia di Carbonia Iglesias con l’attuazione del piano urbanistico provinciale derivato dal PPR entra ovviamente più nello specifico di quelli che sono gli ambiti interni al territorio provinciale, trattando alcuni argomenti specifici, come la ricettività. L’Art.47 - Sistema degli insediamenti turistici ricettivi, spiega alcuni obiettivi di interesse della provincia, diciamo di carattere generale, specificando che in base al contesto bisogna portare avanti un particolare modus operandi:

Obiettivi specifici - Diversificare e qualificare l’offerta ricettiva in relazione ai differenti contesti insediativi locali (medaus e furriadroxius, patrimonio minerario) - Favorire la riconversione e valorizzazione del patrimonio insediativo esistente ai fini turistico ricettivi - Sviluppare un’offerta turistica e dei servizi connessi calibrati in riferimento ai differenti contesti locali (ambiti di paesaggio)

zato alla promozione e valorizzazione delle risorse ambientali, storiche, naturali e produttive agroalimentari locali e come strumento per la tutela dell’ambiente e del paesaggio c) itinerari tematici (Reti dei Beni Storico Culturali Provinciali, sentieri naturalistico-forestali e geologici), della durata di poche ore di marcia, in aree limitate e circoscritte di chiaro scopo didattico formativo, ben attrezzati, adatti a tutti, e con aree di ricettività ben funzionali.

- Diversificare le forme di fruizione turistica integrata del territorio (diversificazione spa1. La PUP/PTC di Carbonia Iglesias pianifica ziale, stagionale, tipologica) e coordina gli interventi per gli insediamenti Mentre l’Art.57 - Campi del patrimonio turistico ricettivi nel rispetto dei contenuti del storico culturale e del paesaggio presente Sistema e dei principi del Piano. 2. Il Piano Urbanistico Provinciale in riferimento al Sistema degli Insediamenti turistico ricettivi assume i seguenti obiettivi generali e specifici: Obiettivi Generali - Rafforzare e qualificare il sistema della ricettività turistica del territorio provinciale

2. Rete della valorizzazione delle testimonianze del patrimonio minerario 2.1 Il PUP/PTC riconosce il sistema delle testimonianze del patrimonio minerario come risorsa strategica, rappresentativa dell’identità del territorio e delle sue valenze paesaggistico-ambientali e significativa ai fini della promozione dello sviluppo socioeconomico del territorio.

- Sviluppare forme di turismo sostenibile per 7. Rete Sentieristica del Sulcis Iglesiente il territorio provinciale 7.1 Il PUP/PTC riconosce la Rete sentieristica del Sulcis-Iglesiente quale progetto finaliz-

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schema 1.2.58 In evidenza la provincia di Carbonia-Iglesias


Quindi nello specifico il Piano Urbanistico Cardaxius, Grugua, Buggerru, S. Angelo, FluProvinciale propone per l’area del bacino mini Maggiore, Pubusinu, Arenas, S. Benemetallifero una serie di punti interessanti: detto, Antas, Iglesias, Marganai, Domusnovas, Oridda). Art.62 - Campi degli insediamenti turistico ricettivi I fattori su cui si fonda la strategia di sviluppo turistico e valorizzazione del territorio sono i 3.Bacino metallifero seguenti: - le testimonianze delle attività minerarie disCoerentemente con gli usi sostenibili delle messe e dei relativi villaggi, il sistema della risorse, va ricercata e potenziata un tipo di portualità minore strettamente connessa offerta diversificata, che veda l’integrazione all’attività estrattiva ed i percorsi storici di dedel turismo balneare con forme di fruizione rivazione mineraria; del territorio di tipo naturalistico, storico culturale, enogastronomico, sportivo, che porti 3.3 La pianificazione e l’organizzazione ad un incremento delle presenze turistiche dell’offerta turistica e ricettiva si sviluppa, nel sul territorio in termini quantitativi, qualita- rispetto delle problematiche connesse con gli tivi, e di distribuzione in archi temporali via usi sostenibili e compatibili delle risorse ambivia più ampi. entali, insediative, produttive e con le dinamiche idrogeologiche del territorio, attraverso: Nella valorizzazione e promozione del ter- - il potenziamento e qualificazione delle ritorio assumono un ruolo determinante la strutture ricettive esistenti; rete dei servizi e la rete dei collegamenti e dei percorsi turistici, le quali necessitano di - il potenziamento della rete dei servizi turisessere programmate ad una scala interco- tici sul territorio; munale e secondo usi sostenibili e compatibili delle risorse. - il contenimento del consumo di suolo e la tutela e salvaguardia delle risorse litoralicostA tal proposito, particolare importanza iere da carichi antropici eccessivi; riveste il recupero dei percorsi storici di derivazione mineraria, con funzione di col- - il potenziamento dell’offerta ricettiva atlegamento e raccordo tra la fascia costiera traverso la riqualificazione e conversione del e le zone interne (Cala Domestica, Gutturu sistema degli insediamenti minerari dismessi,

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area comunale conservando l’identità ed il rapporto tra le conformazioni ambientali e l’opera dell’uomo, senza che il paesaggio minerario vengasnaturato; - la riqualificazione e rigenerazione dei nuclei costieri in riferimento alla loro comune matrice storica di formazione mineraria;

Buggerru

zona D - industriale zona F - turistica area direttiva comunitaria habitat

COMUNE DI BUGGERRU

- la promozione ed avvio di forme di ospitalità diffusa organizzata; - l’integrazione delle attività agropastorali con funzioni agrituristiche, in stretta connessione con la fruizione turistica delle aree minerarie dismesse e delle aree del Parco naturale del Marganai-Linas.

Cala Domestica

Acquaresi Comune di Iglesias Nell’ambito comunale lo strumento urbanistico vigente è il PRG del 1980, l’area di progetto ricade all’interno di una zona D industriale, bisogna considerare che all’epoca la miniera era ancora attiva.Tuttavia ricadendo anche all’interno di un ambito paesaggistico del PPR, questo ha preso il sopravvento sulla normazione urbanistica in attesa che gli strumenti vengano adeguati. Non è quindi d’aiuto per il progetto. Mentre il piano strategico comunale del 2006, riconosce la ricchezza del territorio antropizzato e delle sue debolezze ambientali provocate dall’attività estrattiva ed esprime l’importanza di effettuare

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COMUNE DI IGLESIAS

Pan di Zucchero Masua


delle bonifiche delle aree contaminate e l’intenzione di intervenire sulle aree per l’accrescimento di un’economia che fa riferimento al turismo sostenibile: “Occorrerà valorizzare tutti questi attrattori mettendoli a sistema con i servizi. Si pensi a percorsi ambientali, all’albergo diffuso, al turismo culturale. Solo lavorando sulla valorizzazione e l’identità si potranno costruire dei luoghi da visitare e da vivere, unici al mondo e non ripetibili tali e quali in altri luoghi.” Nello schema a sinistra sono segnate in sintesi le zonizzazioni urbaniste del PRG del 1980, il confine del territorio comunale. La zona F turistica di Cala Domestica a causa dei vincoli paesaggistici e ambientali (habitat) non può, oggi, essere presa in considerazione come tale e così anche la la Zona D industriale in cui è compreso il villaggio di Acquaresi, perchè cessate le attività estrattive a causa dell’esaurimento dela risorsa.

schema 1.2.59 Confronto delle zonizzazioni omogenee del comune di Iglesias nei pressi del villaggio di Acquaresi, con l’area di pertinenza della direttiva comunitaria habitat SIC: ITB040029 “Costa di Nebida”. schema 1.2.60 In evidenza l’area del comune di Iglesias

Parco Geominerario Archeologioco della Sardegna. Essendo poi il comune di Iglesias compreso per intero all’interno dei confini del Parco geominerario è opportuno tener conto delle obbiettivi che questo ente prevede: • Tutela e salvaguardia del patrimonio minerario di particolare rilevanza storica ed ar-

cheo-industriale • Tutela e salvaguardia del patrimonio geologico - ambientale • Divulgazione della cultura mineraria e fruizione del patrimonio minerario e geologico-ambientale • Promozione del patrimonio minerario e geologico-ambientale della Sardegna Per il raggiungimento di questi obbiettivi sono previsti i seguenti interventi: • interventi di ripristino ambientale finalizzati alla minimizzazione dei fattori di detrazione ambientale indotti dall’attività mineraria; • interventi di salvaguardia delle strutture civili e archeo-industriali di alto valore testimoniale; • interventi di valorizzazione del paesaggio minerario; • interventi per la valorizzazione e la divulgazione della cultura mineraria; • azioni di collegamento delle attività del parco con le strutture scientifiche e didattiche istituzionali; • integrazione con le attività del presidio minerario; • interventi per la promozione del patrimonio minerario e geologico-ambientale della Sardegna. • Struttura logistica e gestionale del Parco

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Piano paesistico della fascia costiera Cala avvenuti nella formazione di questa parte della Sardegna... Anche al turista che intende Domestica Fontanamare usufruire della permanenza in tali località L’articolo scritto da Carlo Pomesano e per svolgervi una vita sportiva sono offerte pubblicato nel bollettino tecnico del cir- le più ampie possibilità. Costituisce conforto colo culturale ingegneri e architetti sardi alle temperature della stagione più calda, oldel 1958, trattava la valorizzazione turis- tre che il refrigerio delle acque, la brezza che tica della Sardegna Sud Occidentale. Inizia nei punti elevati del litorale è maggiormente discutendo la necessità di “stabilire una pri- apprezzabile. Lenumerose grotte contribuisorità di realizzazione di certe parti rispetto cono anch’esse, ad arrichire di sensazioni un ad altre, in modo che in sede di commercio soggiorno in questi luoghi.” edilizio l’equilibrio fra domande ed offerta si mantenga il più costante possibile” questo Per Pomesano l’attività industriale minerperche la creazione di una zona turistica in aria, che in quel periodo andava avanti con una zona dall’elevato valore paesaggistico discrete produzioni non erano un probrendono i rischi del fallimento della costru- lema allo sviluppo turistico che anzi avrebbe potuto giovare della ricchezza economzione più temibili. ica del territorio e di aspetti paesaggistici “Il fattore su cui si basa la stessa esisten- interessanti, come il molo di Porto Flavia, za del piano” spiega l’autore “è il valore a patto di perdere alcune aree come la panoramico e naturale della fascia presa spiaggia di Masua, perche inutilizzabile a in esame. La varietà geologica, la forma causa dell’inquinamento. del terreno, l’orientamento, garantiscono l’apprezzamento di chi può esaminare il Per l’area che va da Nebida sino a Cala Doterritorio. Il digradare dai massicci calcarei e mestica il piano prevedeva l’insediamento dolomitici della zona fra Cala Domestica e di residenze “finesettimana”, residenza staMasua, agli scisti ferruginosi di Nebida che gionale, residenza permanente gestiti da con la loro tinta violacea aggiungono una alberghi che avrebbe dovuto offrire i servizi nota originale ed indovinata nella compo- fondamentali sulla base del numero di resisizione del paesaggio...fra Cala Domestica e denti., “questi alberghi costituirebbero il punto Masua la nuda roccia denunzia, col contorto di attrazione per l’insediamento successivo”. e prepotente andamento degli strati chiara- Per mantenere l’aspetto paesaggistico il mente visibili le violenze di ciclopi franamenti più inalterato possibile è stato imposto un

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limite di estensione molto restrittivo, intorno ai 45 abitanti per ettaro nella zona di Cala Domestica per un totale di 2520 abitanti. Composti da case unifamigliari sparse e un albergo da 100 posti letto. “Per le attrezzature si è gia determinato implicitamente il dimensionamento degli alberghi nello aver stabilito il numero di posti letto per ciascuno di essi. Si è anche già detto che per quelli in località cala domestica e Nebida si pensano annesi ad essi i fondamentali servizi per i rispettivi nuclei residenziali; in particolare potrebbero essere costituita una una rivendita per tabacchi, un ufficio postale, telegrafico e telefonico, una cappella, una infermeria, delle sale per feste e per proiezioni. Ciò per le località dette in quanto in esse gli alberghi dovrebbero considerarsi di attuazione precedente all’insediamento abitativo, e dovrebbe costituire motivo di attrazione per l’insediamento successivo. Quando questo si sarà concretato si può pensare di introdurre dei centri di servizi minori, costituiti da negozi o da un mercatino, un ambulatorio, una chiesa.” Nella carta si può individuare Acquaresi in alto a sinistra, non interessata da alcun tipo intervento come le altre aree industriali


61

63


64


II

PROGETTO

65


2.1

Nuovi habitat minerari

Dalle analisi, vien fuori un quadro ben definito di quelli che sono gli aspetti storici morfologici e normativi dell’area considerata, da cui si prenderanno spunti e riflessioni per la progettazione e quindi per l’organizzazione di un programma funzionale, ma anche per le scelte di tipo più architettonico compositivo, come i materiali e le forme. Il Programma. La scelta del programma è relativa a più aspetti, frutto anche di considerazioni personali derivate da una conoscenza del territorio in esame che vanno oltre l’analisi qui elaborata. La destinazione d’uso dell’area, come si è visto, era di tipo industriale-minerario, ancora oggi nel piano regolatore del comune di Iglesias questa è inserita all’interno di una zona D(industriale), di fatto la produzione e l’estrazione sono continuate sino ai primi anni 90. Le zonizzazioni del PRG per le aree extraurbane del comune di Iglesias risalgono al 1980, risultano quindi obsoleti, non solo come strumento urbanistico che dovrebbe offrire delle risposte per l’attuazione delle idee, ma anche in termini di analisi e lettura del territorio. É evidente che nel passare di un trentennio sia cambiato in maniera significativa il contesto economico, sociale e tecnologico a cui si face-

va riferimento. Sono un esempio le zone, a poche centinai di metri dalla linea di costa, destinate all’edificazione di volume ad uso turistico che risultano irrealizzabili in virtù dei vincoli paesaggistici regionali e nazionali e, ambientali di tipo comunitario a cui sono soggette. Per quanto riguarda le zone D l’attività estrattiva è ormai cessata in gran parte del territorio Iglesiente per motivi diversi, e difficilmente vedrà una riapertura degli impianti. É, allora, facile capire che quelle parti importanti del territorio che avrebbero bisogno di essere valorizzate e capaci di offrirsi come risorsa, risultano invece paralizzate. Il piano territoriale della provincia di Carbonia-Iglesias, in funzione del piano paesaggistico regionale indicano quelli che sono gli aspetti identitari, culturali e morfologici che definiscono un particolare ambito di paesaggio. L’area in esame si trova all’interno dell’ambito denominato “bacino metallifero”: “Questo vasto sistema territoriale è legato alle attività estrattive minerarie, ormai completamente cessate, che hanno interessato con continuità l’intero Ambito territoriale, dall’epoca protostorica sino ai giorni nostri, segnando in modo indelebile l’Ambito paesaggistico dell’anello metallifero e la struttura del sistema insediativo”.

66

La linea di sviluppo per l’area considerata avviene attraverso le valorizzazione degli aspetti paesaggistici-ambientali, mediante il recupero e la bonifica delle ex aree minerarie degradate, forti di un patrimonio architettonico e paesaggistico delle caratteristiche uniche e rappresentative per l’identità di questi luoghi. Si promuove, quindi, il recupero delle architetture e degli spazi aperti in funzione di nuove destinazioni d’uso di interesse turistico e culturale: musei, aree per le esposizioni, ricettività, aree sportive; in linea comunque con un’idea di turismo sostenibile che non alteri lo stato dei luoghi. I piccoli interventi alla scala del villaggio devono essere sostenuti da un sistema di rete, che ha lo scopo di migliorare l’accessibilità e l’efficacia del singolo intervento, in maniera che si possa espandere e diversificare l’offerta territoriale. La provincia ha promosso in linea con queste idee, un progetto per il recupero degli approdi minerari dell’iglesiente, tra i quali il porto turistico di Buggerru e gli approdi storici di Cala Domestica e Masua. Tra le iniziative promosse dal Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna vi è quella di recuperare gli itinerari ferroviari dismessi dell’attività mineraria, allo scopo di creare dei percorsi culturali. In particolare il percorso della ferrovia elettrica Acquaresi -Cala Domes-


1. Alesssandro Cruciani, Viaggio in Sardegna, Touring Club Italiano1951, Pag 1434

tica, per il trasporto dei turisti da un’area troveremo negativi, Alessandro Cruciani di parcheggio lontana dalla spiaggi,a per la scriveva: “Il turismo oggi manca, in genere, valorizzazione della stessa. di spirito di avventura; si muove sul certo, vuol essere assicurato da ogni disillusione; e É innegabile quindi che ci siano gli inter- si dirige perciò verso zone la cui bellezza, o essi politici, anche piuttosto definiti, nella di natura o di monumenti, è universalmente necessità di avviare un processo di conver- riconosciuta, fatta domestica e facilmente acsione dell’area attraverso la creazione di cessibile. La Sardegna non offre nulla di tutto un prodotto turistico. ciò; è una terra difficile, non si concede se non a chi è dotato di quello che si chiama Già negli anni 50 si discuteva la possibilità spirito di osservazione e riflessione. Ci vada di una multifunzionalità dell’area nei pressi chi concepisce il viaggiare, prima che svago e di Acquaresi, per Carlo Pomesano la qual- diletto, come una forma di conoscenza: gli si ità ambientali e paesaggistica della costa offrirà un campo di emozioni assolutamente del Salto del Gessa giustifica l’esistenza di nuove; un’esperienza di quelle che lasciano un piano turistico, nonostante il territorio un solco profondo nell’animo e una nostalgia si nutra di attività estrattiva, che avrebbe, nel ricordo.”(1) per certi versi, potuto limitarne l’efficacia, ma che per altri poteva essere addirittura É evidente come la scarsa accessibilità, la qualità del paesaggio, la natura selvagcomplementare. gia, l’archeologia mineraria. siano aspetti, a Come anche Pomesano evidenzia, l’area questo punto, positivi anche per un discorcostiera che si estende da Fontamare sino so legato alla diversificazione dell’offerta a Buggerru, a cui Acquaresi fa riferimento, locale. Acquaresi si trova al centro del terpossiede delle caratteristiche svantaggiose ritorio analizzato, la sua posizione arretraper il turismo balneare. Le alte scogliere ta rispetto alla costa permette di ragionare e le strade tortuose, non rendono pratico su collegamenti e interazioni fisiche con l’accesso al mare e le piccole spiagge come le aree naturali e culturali dell’entroterra. Masua e Cala Domestica non sono adatte Pensando alla fitta rete di itinerari minerad ospitare una gran quantità di bagnanti. ari, ai percorsi per le escursioni in bici o a piedi, è possibile mettere in comunicazione Gli aspetti positivi vanno ricercati proprio una vasta area, in cui sono presenti il mare nelle caratteristiche che per altri versi e la montagna.

Si propone quindi, la conversione di Acquaresi in un piccolo polo ricettivo che offrirebbe un servizio raro, ma necessario per l’utilizzazione turistica dell’area, di fatto non esistono oggi, posti letto nei pressi dell’area di intervento. Avremmo da un lato, durante il periodo estivo, la possibilità di sfruttare la capacità attrattiva delle piccole cale e delle non molto lontane spiagge “mondane”, dall’altro si vuole sfruttare la variabilità e la differenziazione degli aspetti naturali per attirare il turista durante tutto l’anno. Il programma consiste nell’ insediare circa 120 posti letto, di vario genere di modo che si possa diversificare l’offerta. I servizi saranno concepiti per la soddisfazione di esigenze turistico sportive, balneari e culturali. Il sistema ricettivo è ad albergo diffuso, si hanno quindi una certa quantità di camere d’albergo che non si trovano all’interno di un unico complesso edilizio ma sono sparse per un’area più o meno vasta, il funzionamento deve essere garantito da uno o piu poli di servizio. Il progetto risolve attraverso un masterplan gli aspetti di carattere generale, si individuano di diversi interventi o modi di intervenire sulla base di alcune caratteristiche omogenee, oppure soluzioni funzionali legate al tempo, che attraverso processi flessibili adat-

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tano l’offerta alla domanda del prodotto.

avrà bisogno di alcune camere che lo possano rendere autosufficiente.

Le vecchie abitazioni rientrano negli interventi individuati per l’omogeneità che le caratterizza: gli aspetti costruttivi-strutturali, le dimensioni, l’aspetto materico; permettono di fare e proporre soluzioni valide per tutti gli stabili. Come si vedrà più avanti, si intende recuperarle sulla base del loro stato di conservazione e saranno convertite in stanze d’albergo. Di base si avranno per lo più camere matrimoniali o doppie con bagno in camera; per le famiglie saranno disponibili camere composte da una stanza matrimoniale più una singola o una doppia, oppure mini appartamenti con servizi indipendenti; per altri casi non è da trascurare la possibilità di avere delle stanze con funzionamento ad ostello.

Oltre alla laveria, si è deciso di inserire ulteriori servizi dislocati nel villaggio per rendere più pratica l’offerta. Sono state individuate negli edifici dell’ospedale e della direzione delle qualità adatte alla polarizzazione di alcuni servizi, per esempio delle cucine per il servizio in camera o per l’utilizzo comune, per la pulizia delle camera, una lavanderia, aree di rimessa per le bici. Nello specifico, l’ospedale oltre ad alcuni di questi servizi, avrà nel secondo livello due camere di tipo suite favorite dalla qualità architettonica del manufatto e dalla qualità della vista panoramica sulla valle.

La laveria, per via della sua posizione rispetto all’ingresso dell’area e alla visibilità dalla strada, è considerata l’elemento attrattivo e centrale di tutto il complesso, il polo di servizio dell’albergo diffuso, ospiterà oltre l’accoglienza i servizi di ristorazione e ricreazione, come aree relax e centro congressi, noleggio bici, altre attrezzature e zone per la prenotazione delle escursioni e altri servizi annessi a questo tipo di attività. Considereando questo edificio centrale per tutto il villaggio, ma anche anche albergo nel senso più classico del termine

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DIREZIONE MINERARIA

LAV

ERIA

ingresso villaggio partenze escursioni partenze trenino ristorazione ricezione ricreazione

OSPEDALE


IL FUNZIONAMENTO STAGIONALE Per esigenze di tipo economico gestionale, non è possibile offrire un servizio completo durante tutte le stagioni dell’anno, infatti la bassa presenza di turisti nel periodo invernale renderebbe difficile mantenere ad alto regime tutto il sistema di servizi. É

stato così pensato un piano per il funzionamento stagionale. Nella sostanza vengono trovati diversi punti centrali di servizio e a questi vengono legati degli alloggi. Quando la stagione è alta, il polo di riferimento dell’albergo diffuso è la laveria: reception, ristorante, area ludica, aree relax; mentre l’ospedale e la direzione offrono dei servizi con funzione di satellite della laveria, cucine ad utilizzo indipendente(tipo ostello), deposito, lavanderia. Durante la bassa stagione, come già detto non è possibile mantenere elevata la presenza di personale, quindi è ipotizzabile la chiusura del complesso della laveria sino all’arrivo dell’alta stagione, però si mantiene attivo il sistema albergo attorno ad un polo con delle funzioni che non hanno bisogno di personale per essere gestite. Man mano che si incrementa il flusso turistico si passa da un polo di servizio a due, sino ad arrivare all’alta stagione con la concentrazione nella laveria. L’ideogramma schematizza, in alto l’attivazione di tutto il sistema durante l’estate, con la polarizzazione nella laveria, mentre a destra la parzializzazione dell’offerta durante il periodo invernale e la polarizzazione nell’edificio dell’ospedale.

69


PROGRAMMA DI SVILUPPO DEL VILLAGGIO I ragionamenti fatti per le stagioni per ciò che riguarda la centralizzazione dei servizi sono validi anche per la costruzione, inteso come il processo edilizio di recupero degli edifici. Infatti per rendere meno impegnativo l’investimento economico si potrebbe avanzare con i lavori in maniera sistematica intorno ai poli di modo che gli alloggi siano autosufficienti già prima del completamento del piano. Con il vantaggio di poter agire in corso d’opera sul programma funzionale dell’albergo, per migliorarne l’offerta in funzione della domanda effettiva. Ipotizziamo nel primo periodo la costruzione dell’albergo sulla laveria da 18 posti letto, in quanto elemento attrattivo, centrale e necessario al funzionamento del l’intero impianto; al tempo stesso si iniziano i lavori di recupero delle abitazioni dell’area legata all’ospedale. Nel secondo periodo si recupera l’ospedale e si portano a termine i lavori della stessa area. Per terminare si recupera l’edificio della direzione e si effettuano i lavori sulle abitazioni della sua area di riferimento . I tempi dell’inizio dei lavori di ogni periodo e la durata di un periodo stesso possono variare in base alla domanda e alla disponibilità dell’investitore.

70

direzione ospedale laveria I PERIODO II PERIODO III PERIODO


IL VOLUME EDIFICABILE Si propone di utilizzare il volume esistente, mediante il recupero degli edifici che compongono il villaggio e che definiscono l’identità del luogo, che, per altro è l’unico modo per poter intervenire all’interno degli ambiti di paesaggio del PPR qualora il comune non sia coperto da piano urbanistico aggiornato. Sfruttando il volume de-

IA ER c V LA 0m 0 13

ED

I IFIC

NE IO LE Z E A DIR PED OS 0mc 0 22

DE

0 I7 c N N m I A 00 GL 56

NI

ZIO A T I AB 0mc 0 43

gli edifici di recente costruzione, edificati quando ormai il villaggio si trovava abbandonato e dallo scarso valore paesaggistico, è possibile incrementare il volume delle camere e dei servizi annessi e di conseguenza demolire o comunque non recuperare gli edifici degli anni 70. Il recupero delle vecchie abitazioni degli operai per essere convertite in camere dall’albergo prevede una perdita consistente del volume, ipotizzata intorno al 10%, per le abitazioni in buone condizioni e del 70% per quelle in pessimo stato, nel primo caso perchè hanno bisogno di più spazio per l’inserimento degli elementi costruttivi e per l’incremento delle altezze per portare i livelli di qualità ambientale dello spazio a quelli richiesti dalla normativa, mentre alle abitazioni più degradate mancano intere parti che ne definiscano il volume. Il complesso della laveria non possiede da solo abbastanza volume per poter inserire tutte le funzioni previste.

71


MASTERPLAN - indicazioni sul metodo di intervento 4

numero di identificazione,

il colore identifica i metodi di intervento

con funzione di centralitĂ

s

con servizi

18 numero posti letto ipotizzati numero e colore del gruppo di appartenenza aree utilizzate durante la bassa stagione

8 15 III

25

III

11 4 III

Piazzale San Marco

5 4 III

2 7 8 III

1

s 6 II

s 18 III ospedale

6 4 II 14 6 III

4 2 II 3 6 II

10 8 II

13 8 II 9 8 II

72 12 8 II


chiesetta chiesetta

26

26

27

15

27

15

laveria 16 III

laveria s 18 I s 18 I

17 6 I 17 6 I 18 4 I18 4 I

20 m

scala 1:1000 scala 1:1000

50 m

50 m

300

20 m

19 4 I 19 4 I

300

16 III

73 100 m 100 m curve di livello curve adi2.5 livello m a 2.5 m


GUIDA AGLI INTERVENTI DI RECUPERO 1

s 6 II

240mq

2 livelli

volume

ospedale 3

3

s

2

s 18 III

420mq

n째2 camere suite

disponibile

1000mc

cucina, magazzino, officina, lavanderia(120mq)

di progetto

1000mc

2 livelli

volume

direzione 4xM+S s

3 6 II

100mq

3x M

n째4 camere matrimoniali con singola

disponibile

1600mc

servizi(70mq) n째3 camere matrimoniali

di progetto

1600mc

1 livello

volume

abitazione

3x M

74

n째3 camere matrimoniali

disponibile

150mc

di progetto

300mc


4

2 II

50mq

1 livelli

volume

abitazione

M+l

5 4 III

60mq

Matrimoniale + living room

disponibile

120mc

di progetto

150mc

1 livelli

volume

abitazione

2x M

6 4 II

55mq

n째2 camere matrimoniale

disponibile

60mc

di progetto

180mc

1 livello

volume

abitazione

2x M

n째2 camere matrimoniale

75

disponibile

140mq

di progetto

165mq


7 8 III

144mq

1 livelli

volume

abitazione da pag.86 il progetto nel dettaglio

4x M

8 17 III

280mq

n째4 camere matrimoniale

disponibile

420mc

di progetto

440mc

2 livelli

volume

abitazione ostello

camere con pi첫 posti letto funzionamento tipo ostello

ostello

9 8 II

128mq

disponibile

1000mc

di progetto

1000mc

1 livello

volume

abitazione

4x M

76

n째4 camere matrimoniali

disponibile

380mc

di progetto

380mc


10 8 II

144mq

1 livelli

volume

abitazione

4x M

11 4 III

50mq

n째4 camere matrimoniali

disponibile

400mc

di progetto

440mc

1 livelli

volume

abitazione

2x M

12 8 II

144mq

n째2 camere matrimoniale

disponibile

120mc

di progetto

150mc

1 livello

volume

abitazione

4x M

n째4 camere matrimoniali

77

disponibile

390mq

di progetto

440mq


13 8 II

144mq

1 livelli

volume

abitazione

4x M

14 6 III

75mq

n째4 camere matrimoniale

disponibile

440mc

di progetto

440mc

1 livelli

volume

abitazione

3x M

17 6 I

75mq

n째3 camere matrimoniale

disponibile

175mc

di progetto

225mc

1 livello

volume

abitazione

3x M

78

n째3 camere matrimoniali

disponibile

100mc

di progetto

225mc


18 4

I

70mq

1 livelli

volume

abitazione

2x M

19 4

I

75mq

n째2 camere matrimoniali

disponibile

100mc

di progetto

210mc

1 livelli

volume

abitazione

2x M

n째2 camere matrimoniale

79

disponibile

125mc

di progetto

225mc


2.2 Intervento sulle abitazioni Come si può vedere dal masterplan sono riscontrabili diverse soluzioni per le diverse abitazioni, tutta via solo provvisorie e ipotetiche, perchè sapere con certezza la destinazione d’uso di ogni singolo elemento risulterebbe controproducente senza un accurato studio di fattibilità economica dell’intervento; tuttavia lasciare un certo grado di flessibilità in questi termini aiuta nello sviluppo del sistema albergo che può adattarsi nel tempo alla domanda del mercato. Le condizioni costruttive e strutturali di questi manufatti si può dire in rari casi “recuperabile”, si tratta di abitazioni ridotte dalle intemperie a ruderi, con scarse, se non nulle, capacità statiche. Sono comunque segni nel territorio che caratterizzano l’identità, la memoria e il paesaggio di questi luoghi. É importante quindi intervenire, cercando di valorizzare gli aspetti materici e formali del rudere. Si propone, dal punto di vista costruttivo, un intervento generalizzato per tutte le abitazioni, assimilabile all’inserimento di un volume autoportante all’interno del sedime delle abitazioni. É cosi possibile ridurre i costi perchè non è necessario effettuare un restauro completo, ma solo quello necessario alla messa in sicurezza; inoltre il

80

rudere può essere stabilizzato utilizzando come sostegno la struttura del nuovo volume. Il volume non deve poggiare su elementi del rudere per evitare sofisticate risoluzioni di dettaglio, che risulterebbero improponibile vista la quantità di edifici su cui bisogna intervenire e le differenze che presentano tra loro in termini di degrado e di costruzione, infatti bisogna ricordare che alcune case sono in pietra, altre in terra cruda, in altre ancora sono stati utilizzati entrambi i materiali. La costruzione deve essere caratterizzata da una struttura leggera di modo che si possano sistemare i pacchetti termici ed impermeabilizzanti nel minor spessore possibile, visto che si è deciso di non utilizzare i muri in pietra a scopi costruttivi e strutturali. Vista la condizione morfologica e di orientamento delle case sarebbe anche opportuno pensare a dei sistemi di ventilazione naturale delle chiusure, che in caso contrario soffrirebbero l’umidità. In considerazione del fatto che le camere verranno utilizzate prevalentemente nel periodo estivo, si è pensato di avere come finitura esterna un materiale metallico riflettente, possibilmente alluminio satinato, di modo che si eviti l’assorbimento del calore per irraggiamento. Lo spazio inter-


no è stato lievemente incrementato risp- ume con una superficie utile di 25mq di etto alla media perchè si possa percepire circa 6x4metri. un ambiente più fresco. Si ha quindi una camera da letto spaziosa da 18 metri quadri e un bagno in linea da É stato preso in esame l’edificio identifi- 7 mq. cabile nel masterplan con i numeri 7, 9, L’ingresso avviene direttamente nella cam10, 12 e 13 è pressochè uguale in tutte era, attraverso una porta vetrata unica la 5 stecche, ma si presentano degradati anche per la finestra, di modo che possa in maniera molto diversa, uno possiede entrare più luce e aria possibile. anche parte della copertura, quelli messi La ventilazione è garantita dall’apertura zepeggio hanno perso completamente una nitale. parete laterale e gli architravi delle bucature. Il volume non deve presentare particolari differenze al variare delle condizioni di deQuesto ci permette attraverso disegni grado del rudere. schematici di capire come si comporta il volume autoportante in relazione alla Il secondo caso è costruito nello stesso presenza o meno dei muri del rudere e volume, ma su due moduli, si hanno infatti successivamente capire se all’interno delle due camere da letto matrimoniali di cui stesso sedime è possibile effettuare delle una da 14 metri quadri mentre l’altra da variazioni di distribuzione degli spazi senza 17 mq, i bagni vengono ricavati entrambi stravolgere l’idea. dallo spazio che avanza dalla stanza più piccola. La camera più grande avrà anche In tutti i casi si decide di eliminare il muro uno spazio esterno separato da un infisso di spina, che in qualsiasi caso renderebbe in vetro, creando un ambiente molto più problematica la formazione di ambienti grande ed illuminato da cui è possibile dalla superficie utile al nostro scopo. apprezzare il rudere come elemento architettonico che inquadra il paesaggio. Il sedime in cui stiamo lavorando ha una superficie di 30 metri quadri, é largo 4,50 metri e profondo 6,50 metri(le misure sono approssimative) da ripetersi per 4 moduli. Al suo interno si costruisce un vol-

81


PROPOSTA UNO - scala 1:100

PROPOSTA DUE - scala 1:100

PIANTA PIANO TERRA - scala 1:200

82 1m

2.5 m

5m


Piazzale San Marco

laveria

ospedale

7 8

10 8 13 8 9 8 12 8

SEZIONE PROSPETICA - scala 1:50

83


84


2.3

La Laveria in evoluzione

La struttura è situata nei pressi della strada provinciale, risulta quindi in una posizione favorevole, rispetto a tutto il resto del villaggio per contenere gli spazi destinati alla ricezione degli ospiti e dei turisti interessati ad escursioni e gite nel territorio. Oltre all’ingresso, l’edificio deve avere prestazioni funzionali particolari come polo di riferimento di tutto l’albergo diffuso.

contiene lo spazio di ingresso e caffetteria, da qui è possibile attraverso degli elementi di comunicazione verticale salire per accedere agli altri ambienti oppure proseguire sullo stello livello per arrivare alla zona ristoro. La pianta è libera, gli ambienti serviti di attesa della hall, o della caffetteria non hanno limiti spaziali se non quelli definiti da alcuni volumi in acciaio in cui sono contenuti gli spazi serventi: uffici, servizi bagno e il servizio della caffetteria. L’utilizzo di chiusure verticali in vetro trasparente rende l’interazione interno-esterno permeabile, si è cercato quindi il rapporto visivo con il muro storico e con il paesaggio circostante, secondo le due orientazioni e creando una continuità esterno, interno, esterno.

Si è deciso di proporre un programma funzionale tipico di un albergo: reception, zona ristoro con caffetteria, spazi destinati alla ricreazione fisica come saune e palestra, altri per la cultura e 8 camere matrimoniali. L’impianto così strutturato risulta autosufficiente, ma trattandosi di un elemento di servizio per un albergo diffuso, che deve contenere nel complesso 120 posti letto, Il ristorante è localizzato all’interno del gli spazi comuni sono stati maggiorati. sedime di una parte della vecchia laveria, l’esigenza di valorizzare lo spazio storico La costruzione esistente di per se non è ha portato alla distribuzione dei 70 copsufficiente, in termini dimensionali, al con- erti su più piani, cosi da poter lasciare aptenimento delle funzioni previste, è stato prezzabile l’altezza dei muri. La sala princiquindi necessario aggiungere elementi pale da 45 coperti si trova alla quota del per estendere il volume a disposizione. terreno. Un grande volume con degli elL’edificio è distribuito su più livelli segu- ementi in aggetto, inserito nel sedime della endo l’andamento del terreno e incast- laveria, contiene nel primo piano la cucina randosi negli spazi vuoti lasciati dall’edificio e i servizi bagno, attraverso una scala indella laveria. castrata nel volume si accede ad altri due livelli, uno in corrispondenza del primo Una grande copertura chiude uno dei nuo- pianerottolo, esce in aggetto sopra la sala, vi elementi, posizionato nella parte bassa dove è possibile trovare alcuni tavoli da

85


14 14 14 14 14 14 13

14

13 6

12

11 11 4

10 8 9

7

2 6

5

14 CAMERE 13 SPAZIO RICREATIVO ALL’APERTO 12 SAUNA 11 PALESTRA e SPOGLIATOI 10 BAGNO TURCO 9 IMPIANTI TECNICI 8 SERVIZI PER IL PERSONALE 7 SALA CONFERENZE 6 AREA CULTURALE 5 CUCINA RISTORANTE 4 SALA RISTORANTE 3 CAFFETTERIA 2 WC 1 HALL e RECEPTION

4 3 2 1

86

ING

RE

SSO

PR

INC

IPA

LE


Una copertura in acciaio protegge dal sole le 9 camere modulari, composte da una stanza con letto matrimoniale, un bagno e un disimpegno all’ingresso. Le stanze si affacciano sul giardino interno del complesso, l’apertura verso l’esterno è filtrata da una parete in lamiera forata che lascia percepire il paesaggio circostante,e mantiene il volume nella sua compattezza materica. L’accesso alle camere avviene tramite un corridoio posto dietro e la serialità delle stesse scandisce lo spazio e permette alla A Est un basamento in calcestruzzo si in- luce di entrare. I vuoti diventano spazi cocastra nel pendio, è chiude lo spazio pos- muni in cui è possibile godere di interesteriore alla laveria. Al suo interno vengono santi scorci sul paesaggio e sulla laveria. inserite le funzioni di relax e ricreazione del corpo: sauna, bagno turco e pales- Le passerelle permettono di attraversare tra. Nella risoluzione in pianta dei pieni e lo spazio esterno che divide il blocco delle vuoti si è mantenuto il carattere massiccio camere da tutto il resto, mettono in codel materiale utilizzato, anche come con- municazione le camere direttamente con il tinuazione della terra in cui si incastra. Il ristorante, un’altra le collega direttamente muro del ponte in ferro segna a sud un alla hall e all’area culturale. Mentre la ingresso di servizio, sfilando dietro il ba- passerella centrale può essere percorsa a samento dello stesso materiale. La dis- partire dal livello delle camere e permette tribuzione avviene lungo un corridoio che di accedere agli spazi dell’edificio centrale attraversa longitudinalmente la stecca, tre della vecchia laveria. passerelle lo attraversano trasversalmente, agli estremi gli elementi di comunicazione Nel primo piano abbiamo un sala per verticale permettono di accedere al livello le conferenze da circa 50 posti, utile per superiore dove troviamo i volumi compatti l’organizzazione e l’informazione dei turisti in acciaio delle camere da letto poggiate che partecipano alle escursioni. Affianco troviamo un ambiente dedicato al persosopra lo zoccolo. nale, un’area ritrovo con servizi igenici e pranzo. L’ultimo livello ospita una piccola sala che si prolunga sopra lo spazio principale alla quota di 4.50 metri, in questo livello è possibile uscire all’esterno, attraversare una passerella e arrivare alle camere. Il volume è completamente chiuso e riceve luce dall’esterno attraverso una lamiera forata che mantiene inalterato il carattere formale della scatola in acciaio. Lo spazio della sala principale è coperto da una chiusura traslucida in vetro.

una piccola cucina. Il livello superiore è stato mantenuto senza copertura, si è voluto utilizzare l’ambiente senza effettuare modifiche evidenti che potessero alterarne la qualità. Si può prendere il sole, leggere un libro, osservare il paesaggio e il cielo attraverso le bucature delle finestre e del tetto non pù presenti. del rudere. La sua conformazione altimetrica rende interessante il passaggio nei vari ambienti, in cui troviamo atmosfere con diversi gradi di intimità e di suggestione. La relazione che si crea tra muro e cielo, la luce che illumina un ambiente che la consuetudine prevede chiuso lo rende speciale.

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PLANIVOLUMETRICO - scala 1:400

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2

4m

10 m

20 m


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PIANTA PIANO TERRA - scala 1:200

1m

2.5 m

PROSPETTO FRONTALE - scala 1:100 1m

2.5 m

5m

91 5m


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PROSPETTO LATERALE - scala 1:100 1m

2.5 m

5m

1m

2.5 m

5m

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Relazioni con la rovina “La ruina es un huella anterior, un vestigio, la marca de acción previa que asegura la continuidad con lo nuevo. ... también nos anuncia el deseo de añadir y no de borrar, de mantener el control aunque de manera imperceptible. En definitiva, introduce la utilización de un sistema operativo más complejo que a veces se muestra como orden y como forma, pero que otras se camufla como preexistencia o como contexto.”(2)

2. Luis Rojo De Castro, La invencion de problemas, El croquis- Eduardo Souto de Moura 1995-2005, Madrid 2005, Pag 20 3. Mónica Daniele. Entrevista Biográfica a Eduardo Souto de Moura, Diciembre 2002. Gustavo Gili, Barcelona 2004. Pág. 436

Nello stato attuale la laveria è inserita in un pendio, in cui sono leggibili tre salti di quota, disposti in maniera longitudinale alla laveria formano due gradoni. Questo tipo di relazione tra la struttura e il rilievo del terreno era vantaggioso per il trattamento dei materiali, che venivano scaricati nella parte alta e superavano i vari momenti di lavorazione sfruttando la forza di gravità, per poi essere inviati ai porti d’imbarco. Ciò che oggi vediamo faceva parte di un complesso nato e sviluppatosi con l’incremento della produzione. In maniera additiva venivano costruiti stabili e capanni utili ad assorbire le esigenze di nuovi trattamenti. A seguito di importanti demolizioni è stato modificato ed è diventato di supporto ad una nuova laveria, più moderna, più razionale, che avrebbe incrementato la produttività e migliorato la lavorazione

dei materiali. Quando i trattamenti sono stati spostati nel polo di Masua, la laveria ha chiuso ed è inizato un processo di rimozione di ciò che aveva valore materiale. É rimasta la base, frutto di queste trasformazioni: “las ruinas… son el estado natural de una obra…”(3) La rovina viene considerata come un elemento creato dall’uomo ma di cui la natura si è impossessata, modificandola ulteriormente e, così, con questo aspetto partecipa alla composizione di un paesaggio da anni abbandonato. Era necessario, quindi, mettere al centro del progetto la rovina, rimanendo in continuità con l’evoluzione storica dell’edificio. I percorsi lo attraversano e si adatta alla nuova funzione diventando elemento principale per la definizione degli spazi e delle atmosfere, come cornice suggestiva per l’inquadramento del paesaggio. Gli spazi aggiunti si aprono completamente alla ricerca percettiva dei materiali e delle forme del rudere. La sua conformazione altimetrica rende interessante il passaggio nei vari ambienti, in cui troviamo atmosfere con diversi gradi di intimità e di suggestione. La relazione che si crea tra muro e cielo, la luce che illumina un ambiente che la consuetudine prevede chiuso lo rende speciale.

Materiali e forme di un passato industriale In relazione alla storia del luogo si è trovato opportuno cercare un linguaggio architettonico nelle forme, nei materiali e nella distribuzione degli spazi dell’industria mineraria, rivistiarlo e adattarlo alla funzione alberghiera. Il planivolumetrico è caratterizzato da due grandi coperture in acciaio, collegate tra loro con passerelle esili poste ad esse traversali che attraversano il rudere e lo spazio esterno. Si voleva, in questo modo, fare riferimento alla distribuzione razionale dell’architettura industriale: gradi spazi di accumulo, in cui i materiali subiscono i trattamenti muovendosi lungo assi longitudinali e trasportati tramite carriponte e nastri trasportatori trasversalmente in altri stabili. Le grandi coperture in passato nascondevano i motori e le macchine per la cernita, ora vengono sostituti da volumi compatti in ferro: ospitano i servizi dell’albergo e scandiscono lo spazio dei lunghi corridoi. Sotto i capannoni le funzioni sono omogenee e il movimento avviene in maniera longitudinale, i vuoti lasciati dai volumi permettono l’inserimento dei collegamenti traversali con le altri funzioni.

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+ 1.40 m

1 5 4

6

2 3

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3

0m


PIANTA PIANO TERRA - scala 1:200 1. 2. 3. 4. 5. 6.

ingresso reception uffici caffetteria sala ristorante cucina e servizi

99 1

2m

5m

10 m


+ 6.50 m

4.85 m

8

7

5 6

4.50 m

2

3

4

1 0m

100


PIANTA PIANO PRIMO - scala 1:200 sezione a quota 6,50 metri 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

ristorante_ sala alta sala con servizi per il personale sala conferenze 60 posti area ludico_culturale sauna palestra bagno turco impianti tecnici

101 1

2m

5m

10 m


+ 9.50 m

7.80 m

3

4.50 m

2 9.20 m

1 8.20 m

0m

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PIANTA PIANO PIANTA SECONDO PIANO SECONDO - scala 1:200 - scala 1:200 sezione a quota sezione 9,50 a quota metri 9,50 metri 1. spazio ludico 1. spazio all’aperto ludico all’aperto 2. area ludico_culturale 2. area ludico_culturale 3. camere 3.dacamere letto matrimoniale da letto matrimoniale con bagnocon bagno

103 1

2m

1

2m 5m

5m

10 m

10 m


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SEZIONE A-A’ - scala 1:100 1m

2.5 m

5m

1m

2.5 m

5m

A-A’

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VISTA SPAZIO ANTISTANTE ALLA ZONA NOTTE

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SEZIONE PROSTETICA DEL RISTORANTE

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SEZIONE PROSPETICA VISTA DELLE CAMERE

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SEZIONE B-B’ - scala 1:100 1m

2.5 m

5m

1m

2.5 m

5m

B-B’

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Fonte Fotografie 1.1.1 Pag. 2 Archivio Personale, Iglesias 2012 1.1.2 Pag. 3 Archivio Storico IGEA Spa 1.1.3 Pag 4 Escursioni alle miniere di Sardegna, Istituto tecnico Lamarmora di Sassari, 1886 1.1.4 Pag 4 Archivio. Costante Sanna, Iglesias 1.1.5 Pag 5 Archivio Costante Sanna, Iglesias 1.1.6 Pag 5 Studio per il recupero e la riqualificazione del sistema degli approdi minerari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Cala Domestica 1.1.7 Pag 6 Archivio storico IGEA Spa 1.1.8 Pag 6 Archivio Storico IGEA Spa 1.1.9 Pag 6 Archivio Storico IGEA Spa 1.1.10 Pag 7 Archivio Storico IGEA Spa 1.1.11 Pag 7 Istituto Tecnico “Giorgio Asproni” minerario Iglesias 1.1.12 Pag 8 Istituto Tecnico “Giorgio Asproni” minerario Iglesias 1.1.13 Pag 9 Archivio Costante Sanna, Iglesias 1.1.14 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.15 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.16 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.17 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.18 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.19 Pag 9 Archivio Erminio Cocco, Iglesias 1.1.20 Pag 10 Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario 1937 1.1.21 Pag 10 Sito internet: minieredisardagna.it 1.1.22 Pag 11 Ortofoto Bing 1.2.1 Pag 12 Ortofoto Bing 1.2.2 Pag 13 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.3 Pag 14,15 Archivio personale, Iglesias, 2012 1.2.4 Pag 16,17 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.5 Pag 18,19 Archivio Personale, Iglesias, 2013

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1.2.7.1 Pag 22 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.7.2 Pag 22 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.7.3 Pag 22 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.7.4 Pag 23 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.7.4 Pag 23 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.7.6 Pag 23 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.8.1 Pag 24 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.8.2 Pag 25 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.8.3 Pag 25 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.9 Pag 26,27 Archivio Personale, Iglesias, 2012 1.2.10 Pag 28 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.11 Pag 28 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.12 Pag 28 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.13 Pag 29 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.14 Pag 29 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.15 Pag 30 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.16 Pag 30 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.17 Pag 30 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.18 Pag 31 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.19 Pag 31 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.20 Pag 31 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.21 Pag 32 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.22 Pag 32Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.23 Pag 32 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.24 Pag 33 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.25 Pag 33 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.26 Pag 34,35 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.27 Pag 36 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.28 Pag 36 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.29 Pag 36 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.30 Pag 37 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.31 Pag 37 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.32 Pag 37 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012


1.2.33 Pag 38,39 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.34 Pag 40 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.35 Pag 40 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.36 Pag 40 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.38 Pag 41 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.39 Pag 41 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.39 Pag 42 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.40 Pag 43 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.41 Pag 43 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.42 Pag 44 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.43 Pag 44 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.44 Pag 44 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.45 Pag 45 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.46 Pag 45 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.47 Pag 46 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.49 Pag 48 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.50 Pag 48 Archivio Simona Corrias, Fluminimaggiore, 2012 1.2.51 Pag 49 Studio per il recupero e la riqualificazione del sistema degli approdi minerari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Masua 1.2.52 Pag 49 Studio per il recupero e la riqualificazione del sistema degli approdi minerari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Masua 1.2.53 Pag 51 Stara, Rizzo, Tanca, Iglesiente e Arburese, Miniere e minerari vol. 1, EMSa 1.2.54 Pag 52 Ortofoto Bing 1.2.55 Pag 54 Ortofoto Bing 1.2.61 Pag 62,63 Bollettino tecnico, trimestrale del circolo culturale ingegneri e architetti sardi, gennaio 1958

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-Giuseppe Pipino - Documenti minerari degli stati sabaudi (Archivio Storico IGEA Spa) -Carlo Corbetta, Sardegna e Corsica - Libri Due , Milano, Libreria editrice G.Brigola , 1877 (Archivio Storico IGEA Spa) -Quintino Sella, Sulle condizioni dell’industria mineraria nell’isola di Sardegna, Relazione alla commissione parlamentare d’inchiesta, a cura di Francesco Manconi, Nuoro, Ilisso, c1999 (Archivio Storico IGEA Spa) -Maria Stella Rollandi, Miniere e minatori in Sardegna, Edizioni della Torre, 1981 (Archivio Storico IGEA Spa) -Francesco Manconi, Le miniere e i minatori della Sardegna, Silvana Editore,1986 (Archivio Storico IGEA Spa) -Pasquale Mistretta e Mario Lo Monaco, Gli habitat minerari in Sardegna, Sassari, Gallizzi, 1974(estratto da: Bollettino dell’ente minerario Sardo, 1974) (Archivio Storico IGEA Spa) -Sandro Mezzolani, Andrea Simoncini, Sardegna da salvare: paesaggi e architeture delle miniere (Archivio Storico IGEA Spa) -Commissione Parlamentare d’inchiesta : Atti della Commissione, Volume III, interrogatori , Roma, 1911 (Archivio Storico IGEA Spa) -Relazione industria mineraria – notizie statistiche 1960-1980 (Archivio Storico IGEA Spa) -Corpo delle miniere: Relazioni servizio minerario dal 1882 sino al 1962 (Archivio Storico IGEA Spa) -Istituto tecnico Lamarmora di Sassari, Escursione alle miniere di Sardega (Archivio Storico IGEA Spa) -Sito Internet minieredisardegna.it -Sito internet parcogeominerario.eu -Carlo Pomesano, Piano paesistico della fascia costierea Cala Domestica Fontanamare,Valorizzazione turistica della Sardegna Sud-Occidentale, Bollettino Tecnico, Trimestrale del circolo culturale ingegneri ed architetti Sardi, Cagliari, Anno XI - N.1, Gennaio 1958, da pag 7 a pag 12 (Archivio Storico IGEA Spa) -Marini, Muntoni, Sifredi, Salvatori, Contini, Sarritzu, Subsidenza nell’area mineraria di Acquaresi, isprambiente.gov.it erari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Buggerru, Gennaio 2012 erari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Cala Domestica, Gennaio 2012 erari della costa Iglesiente, proposta preliminare per l’approdo di Masua, Gennaio 2012 -Paolo Stara, Roberto Rizzo, Giuseppe A. Tanca, Iglesiente e Arburese, Miniere e Minerali, EMSa, 1996 -L.V. Bertarelli, Guida d’italia del Touring Club Italiano, Sardegna, Pubblicazione Semestrale n. 5 - 1 Agosto 1918, Massimino Di O. Capriolo Stamperia Capriolo, Milano 1918 -Ginevra Balletto, Alessandra Milesi, Giovanni Mei, Noemi Meloni, Le opportunita’ della riconversione, del patrimonio minerario dismesso, tracciato ferroviario e del magazzino a Cala Domestica (Sardegna-Italia), Agribusiness Paesaggio & Ambiente, Vol. XII (2008) n. 2, Marzo 2009

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Leggi e decreti Legge - Legge regionale 25 novembre 2004, N°8, norme tecniche di attuazione: “Piano Paesaggistico Regionale” Regione autonoma della Sardegna - Piano urbanistico Provinciale della provincia di Carbonia-Iglesias - 30 settembre 1998, Carta di Cagliari - 2003, Piano Regionale di gestione dei Rifiuti, Piano di Bonifica siti inquinati, Regione Autonoma della Sardegna - Settembre 2007, Piano Forestale ambienale regionale, Distretto 19 - Linas-Marganai, Regione Autonoma della Sardegna - L.R. 7 giugno 1989, n. 30, art. 6, il piano regionale delle attività estrattive, Regione Autonoma della Sardegna - studio di fattibilità, Parco Geominerario Storico della Sardegna - DIRETTIVA HABITAT 43/92 E - Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di: “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” - Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale -14 aprile1980, N°490/U, Piano regolatore generale del comune di Iglesias - Piano strategico Iglesias, Iglesias 2016, Memoria-Identità-Futuro - Marzo 2008, Piano di bonifica delle aree minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, Regione Autonoma della Sardegna Riviste e testi di Architettura - Luis Rojo De Castro, la naturalidad de las cosas, una conversacíon con Eduardo Souto de Moura, El Croquis 124-Eduardo Souto de Moura 1995-2005, Madrid 2005 - Luis Rojo De Castro, la invencíon de problemas, El Croquis 124- Eduardo Souto de Moura 1995-2005, Madrid 2005 -Juan Antonio Cortés, Los Atributos de la naturaleza, El Croquis 138- RCR Arquitectes-Arquitectura Española 2003-2007, Madrid 2007 - Nuno Grade, Regreso a Casa, una conversacíon con Eduardo Souto de Moura, El Croquis 146- Souto de Moura 2005-2009, Madrid 2009 - Nuno Grade, Teatros del Mundo, El Croquis 146- Souto de Moura 2005-2009, Madrid 2009 - El Croquis 151- Sou Fujimoto 2003-2010, Madrid 2010 - Mohsen Mostafavi, Una conversacíon con Kazuyo Sejima y Ryue Nishizawa, El Croquis 155- Sanaa 2008-2011, Madrid 2011 - El Croquis 163-164- Glenn Murcutt, Madrid 2012 - Sean Godsell, Una conversacíon con con Gleen Murcutt, El Croquis 163-164- Glenn Murcutt, Madrid 2012 - Juhani Pallsmaa, Plumas de Metal, El Croquis 163-164- Glenn Murcutt, Madrid 2012

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