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VENERDÌ 31. AGOSTO 2012
DI ROMAGNA RIMINI & SAN MARINO 20831
9 771720 203408
ANNO XV N. 240
€1
VOLTI DI ROMAGNA Andrea, diventerà il nuovo Sgarbi I giovani ci sono, avanzano. Andrea Speziali, classe 1988, nato a Rimini «da genitori riccionesi», ha un sogno: diventare il nuovo Vittorio Sgarbi. Le doti ci sono, la spavalderia (denotata dalla voce schietta, adulta) anche. Intanto, Vittorio Sgarbi lo ha conosciuto davvero (Andrea fa parte del Padiglione Italia, Biennale di Venezia, edificato dal vulcanico critico d’arte), «è nel comitato tecnico-scientifico del mio progetto Italia Liberty, che intende analizzare un periodo importantissimo della nostra storia artistica» (ogni informazione è qui: www.italialiberty.it). Di Sgarbi «apprezzo la vastissima conoscenza artistica, mi affascina, è accattivante, non annoia». Diplomato all’Istituto d’arte “Fellini” in Riccione, Speziali studia Belle arti a Urbino, dove intende laurearsi proprio con una tesi sul liberty in Italia. «Amo scoprire artisti dimenticati, offuscati per motivi politici o perché gli storici dell’arte hanno prediletto altri generi». Tra costoro, «attualmente sto lavorando intorno all’opera di Matteo Focaccia, cervese, autore di alcuni capolavori di architettura fascista». Speziali già ha fatto risorgere interesse per l’opera di Mirko Vucetich (1898-1975), «un eclettico, che con libertà passava dal futurismo al liberty». Su di lui ha organizzato una mostra che inaugura oggi a Marostica, sarà a Bologna in ottobre e agli Archivi di Stato di Rimini tra la fine del 2012 e il principio del 2013. Amante della Romagna («si mangia benissimo, ogni volta che esco dalla nostra terra è un vero dramma»), che non ha da invidiare nulla alle grandi metropoli («se uno ha iniziativa, spirito e testa, può diventare “qualcuno” anche qua»), Speziali ha qualcosa da dire ai suoi coetanei: «dovete avere idee e dar credito alle vostre idee. Il mio progetto, Romagna Liberty, è nato da una piccola idea, fino a diventare una mostra e poi un marchio, utile, chessò, per “griffare” i gelati o quant’altro». Perentorio il motto (coniato da lui stesso) con cui Speziali ci lascia: «sapendo quel che voglio, voglio solo quel che so». Chapeau. La fotografia è di Manuel Migliorini