il giro del cielo sotto lo stesso tetto
Elisa Conti, Umberto Giovannini: Bicicletta della pioggia
Marcello di Camillo: Prebotolo
Valerio Vasi: Senza casa
Giuseppe Righini: Tandem
Alexa Invrea: Confessionale terapeutico
Elena Lombardi: Home sweet home
Fethi Atakol Alla Casa del Padre
Angela Azalone: The sunshine mobile house
Susan Mohamed: La mia casa. Il mio tappeto Claudio Ballestracci: Orto salvatico
Massimo Modula: Pro-tetti
Cinzia Domizi: Micromondo
Etneo Richter: R4*
Kiril Cholakov: La bicicletta del vecchio cinese
Maria Cristina Ballestracci: Ricicletto
2째 edizione dinamo energia creativa
Un ringraziamento speciale a tutti gli artisti e gli amici che hanno collaborato in maniera attiva e stimolante alla creazione di questo progetto.
2° edizione dinamo energia creativa
Il 28 settembre Fabiana scrive:
“Mi fa pensare a noi, quest’anno. Una mobile casa della vita”
Lo dico in brutta copia, a voce bassa, perché non è ancora venuto il momento: il gioco del cielo irresponsabile si attinge col sudore e l’esperienza. E sotto il cielo dimentichiamo spesso – sotto un purgatoriale cielo effimero – che il felice deposito celeste è una mobile casa della vita. Osip Mandel’stam
2째 edizione dinamo energia creativa
Assessorato Politiche Ambientali ed Energetiche www.riminiambiente.it
Progetto a cura del collettivo Dinamo Energia Creativa www.dinamoenergiacreativa.ning.org Stesura: Giulio Accettulli
Progetto grafico: Susan Mohamed Progetto grafico esterno: Roberto Ballestracci Stampa: Sagraf, Mela-P
Si ringrazia: Manolo Benvenuti, Patrizia Casadei, Fabiana Rossi, Andrea Zanzini
In collaborazione con Ambiente Festival
kit di montaggio di prefazione individuato il soggetto o il tema, occorrono: 1) un incipit arzigogolato 2) riferimenti puntuali alle opere; dare per scontata la fama universale degli artisti; in alternativa: esecrare amabilmente l’indifferenza di critica e/o pubblico 3) in caso di collettiva: punti di contatto fra le poetiche e/o le soluzioni tecniche degli artisti; se capziosi: sbandierarli (eureka); se evidenti o noti da tempo: segnalarli con sufficienza e prenderne le distanze 4) “l’originalità di questa mostra” 5) “l’indispensabilità di questa mostra” 6) “l’eroismo di questa mostra” 7) colti rimandi (meglio se rilevabili sovrappensiero) 8) digressioni colte 9) ringraziamenti disinvolti a chi di dovere 10) il ménage: accenno aneddotico alla fortuna di conoscere personalmente gli artisti 11) cos’è l’arte: riflessioni salienti sul contesto artistico; must: almeno un aforisma sulla natura intrinseca dell’arte (quella con la a maiuscola) 12) una chiusura elegiaca o rincuorante; se non se ne può fare a meno: breve deriva o fuga a briglia sciolta con esibizione di stile 13) la firma (se la firma non fa grande la prefazione, è la prefazione a far grande la firma)
istruzioni • a voler essere antiaccademici: mettere le mani avanti esplicitandone quanto prima l’intenzione (vive l’anarchie) • adottare un lessico ricercato oppure finto-informale; attingere al glossario degli addetti ai lavori; introdurre qualche variante personale, ricorrendo preferibilmente a neoconi emblematici • assemblare costrutti in disuso o inconsulti ad elevato tasso tropico • seminare figure retoriche, scoperchiare simboli improbabili, produrre allegorie • insinuare erudizione e ostentare leggerezza sempre spandendo falsa modestia • giro di prova: affidare il giudizio sulle bozze a una cerchia ristretta di amici o collaboratori cedevoli agli impliciti ricatti morali; solo se inevitabile: delegare le prime letture a piaggiatori sufficientemente estrosi; con gli artisti coinvolti: prendere tempo finché non si è andati in stampa
2° edizione dinamo energia creativa
Prefazione All’inizio c’era questo progetto sulle case-bici. Va bene, niente di spaventosamente nuovo. Ma un bel potenziale d’effervescenza condivisa pignone per pignone finché non è arrivato il momento di stringere. C’era tutto: l’aggancio alla collettiva dell’anno scorso* e l’enhancing sul tema della casa con tutti gli annessi, i connessi e i sottintesi. C’era pur sempre un accostamento stuzzicante e l’approccio brioso. E poi tutto il resto: il riutilizzo, l’ecosostenibilità, l’interazione col pubblico, i margini di scelta autodeterminante, l’inventiva, un tocco di spirito rivoluzionario. Visioni di unità abitative zigzaganti a impatto zero. Il traffico urbano che per incanto svapora in parata di monolocali milleusi millemiglia. Raduni di baracche d’autore. Le città mutevoli. Ognuno a spingere la propria conchiglia come un paguro ma poi sai che bello. Il tuo minimo indispensabile. Quel che serve a uno stile di vita autocosciente dopo che il mondo ti ha messo all’angolo e senti il fiato di imperativi diversi. Solitudine e chilometri. Te lo godi proprio. Quel tanto di privazioni che cavavano fuori l’urgenza artistica anche da un Cro-Magnon**. E chilometri. E solitudine. E la casa che svolta solerte al pulsare delle esigenze sociali. Di nuovo accampamenti di case-bici in sosta e autotreni di case-bici in transumanza. Città che ti nascono sotto gli occhi per aggregazione spontanea di bisogni e poi si danno appuntamento altrove. Diciamola questa parola. Bisogni. Grattiamogliela via quella crosta cosmetica che la civiltà ha affidato in custodia agli interior designer del pensiero gracile. La tua casa perdio. I tuoi polpacci a portare in giro quest’altra, non meno intima proiezione di te. Trionfo dell’io e sull’io. Riaffermazione meravigliata del noi. Dimore in perenne trasferta, viaggio, marcia, jogging, buen retiro, adunanza. Cucite addosso a un corpo individuale e sociale riformati. E quei vicini di casa sempre diversi, basta incrociarli e ci scappa la performance, altro che buongiorno-buonasera – – – Poi gli artisti, si sa, gli dai lo spunto e prendono il largo. Han cominciato considerando in maniera elastica il soggetto casa-bici. Allunga che ti allunga, l’hanno stirato a concetto sottile sottile. Come uno spiffero. Fermi tutti: qui c’è una collettiva ampiamente fuoritema. Che fine ha fatto questa casa-bici? S’è smarrita la bussola. Qualcuno s’è abbuffato di stelle polari molto, molto private. Sembrerebbe proprio il caso di lagnarsi perché il soggetto comune è saltato in aria. Eppure no, non s’è sbriciolato. A dir bene, ogni artista se n’è preso un pezzo. Ed ecco ricaricata la dinamo anche per questo second’anno. Il giro del cielo sotto lo stesso tetto. Collettiva per caos. Non me ne voglia nessuno se, per quel poco che mi compete, ho smarrito le istruzioni di assemblaggio di questa prefazione. Giulio Accettulli
* Velocipede in Salamoia, Palazzo del Podestà, Rimini, 31 ottobre – 9 novembre 2008. ** “I primi tempi era così anche sulla luna, mi ricordo” (Adriano Modica, A.C.N.E.).
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Angela Anzalone The sunshine mobile house Casa e bambole in vinile / plastica, arredi vintage in legno / plastica / stoffa, animali in poliestere, carrellino in compensato + ruote in plastica, lucciola a batteria. Ispirandomi alla filosofia hippy degli anni ’70 e proseguendo il discorso di utilizzare le bambole come specchio della nostra società, ho cercato di realizzare un modello per una futura casa ecologica. Una casa senza radici ma mobile. Per il modellino tutte cose di recupero, trovate per strada
accanto ai bidoni, le bambole sono le antagoniste delle Barbie nel periodo dal ’74 al ’78. Questa famiglia felice celebra alcuni dei valori degli anni ’60 e ’70 - l’unità della famiglia, la vita semplice, la creatività artistica, l’amore per la natura, il ritorno alle radici. Gran parte del gioco è incentrato sul “fai da te” e sul creare una sorta di Comune con fattoria con prodotti artigianali. La mobilità indica l’utilizzo di terreni sempre diversi per la coltivazione
dell’orto ed elimina le pratiche monocolturali dell’agricoltura intensiva (niente uso di fertilizzanti chimici). Gli animali della fattoria sono il sostentamento non solo alimentare ma anche per la vendita di prodotti animali, il riciclo e lo scambio sono all’ordine del giorno. “L’idea di fondo è che tutto ciò che possiedi in realtà finisce per possederti”. Voluntary Simplicity Movement
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Alexa Invrea Confessionale terapeutico “La mia casa è un confessionale. Abito lì e vedo passare un’inquadratura del mondo. vedo anarchiche logge, ostacoli tenebrosi del nulla. Settembrini effluvii del caso, santi monchi e debilitati e ancora ragazze piene di ragni in testa e solitudine che scalcia e attenzioni latenti verso professori indebitati con lo stato di famiglia, e vescovi serrati nell’abitudine e facce assenti e peccaminose, e corpi lanciati in un destino superbo che chiede posizioni posturali, e uomini oggetto di finanziarie accese e spente per estinguere le fiamme di qualcosa di vivo. Vengono qui per confessarsi, per tornare immacolati e candidi, per lanciarsi in nuove conquiste e deboli sorrisi... e bla e bla e bla. Avanti il prossimo!” 11
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Fethi Atakol Alla Casa del Padre “Siamo biciclette arrugginite, spesso invecchiate in un tragitto non sempre chiaro. Ogni tanto ci scrolliamo la polvere di dosso e ci lucidiamo a dovere, per apparire diverse, per apparire migliori, per apparire… Siamo biciclette arrugginite che vagano in fretta nella vita spesso senza chiedersi cosa sia, la vita. Abbiamo obiettivi, progetti. Abbiamo sogni! Abbiamo cose, case e casini… facciamo casini! Siamo tante in viaggio, ma siamo sole. Eppure non ci lasci, sei attaccato a noi, ci stimi, ci segui, ci guidi… ci provi almeno. Anche se alle volte siamo capaci di tenere il manubrio storto su di una strada diritta, anche
se caschiamo da fermi, anche se non ti ascoltiamo. Ci vuole equilibrio e velocità, il giusto di entrambe… ci vuole il giusto per arrivare. Siamo biciclette arrugginite e lucidate sulla strada verso Casa, la nostra.”
Ringrazio per la collaborazione i ragazzi della Comunità Terapeutica di Trarivi, Cooperativa Papa Giovanni XXIII. 13
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Etneo Richter R4* Etneo Richter, ingegnere 1908 - 2009 Nato a Messina il 28 dicembre 1908** alle 5,21 del mattino, Etneo trascorre una spensierata infanzia all’ombra delle macerie che gli han dato i natali. Il padre, palazzinaro tedesco, e la madre, disegnatrice di tatuaggi affetta da parkinson, lo instradano fin dall’adolescenza al disegno e all’architettura. Il 23 luglio 1930*** si iscrive alla facoltà di ingegneria di Milano dove si
specializza in calce di sabbia marina, architetture abusive ed ecomostri. Negli anni sessanta teorizza poi l’estetica dello smottamento, della tettoia in amianto, del cemento disarmato, della bustarella in architettura, della romantica lotta di materiali scadenti contro la natura matrigna, del disastro evitabile, del rischio idrogeologico, del pantano edificabile e della pensilina in eternit. Divenuto urbanista di fama internazionale ci lascia nella sua Messina,
a Giampilieri, il 1° ottobre 2009****, portato via dal fango, mentre, attaccato al lavoro come la calce alla sabbia, stringe in mano l’ultimo condono edilizio. * Sigla con cui si indica una zona a forte rischio idrogeologico. ** Terremoto a Messina e Reggio Calabria, magnitudo 7,2. *** Terremoto nel Vulture, magnitudo 6,7. **** Frana a Messina. 15
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Marcello di Camillo Prebotolo Descrizione tecnica del progetto: realizzazione di una piccola porta da adagiare al pavimento con scioltezza, sollevare l’infisso in legno della stessa come per andare nello scantinato e metterlo in sicurezza con un fermo che non lo faccia ricadere violentemente a terra, tipo cofano dell’auto o per l’appunto botola per solaio o scantinato.
Realizzare su una superficie lignea un quadro in cui creare uno sfondamento prospettico che visualizzi delle scale che scendono ai presunti piani inferiori. Collocare la superficie dipinta dentro la botola in modo che sembri esistere effettivamente un piano inferiore da raggiungere tramite le scale dipinte.
Una casa la puoi pensare dappertutto, è abitando che si lascia un’impronta e si rende dura la terra. Una volta si riconosceva il posto dal quale uno proveniva dall’odore che emanava. Oggi abbiamo tutti un indirizzo al quale siamo parcheggiati: abitare è una cosa difficile a farsi e un po’ fuori moda. Dichiarare che in un determinato posto c’è una casa è come dire che lì c’è parcheggiato tutto il bagaglio di qualcuno, la sua valigia, il suo contenitore, ma l’abitante è sempre in viaggio, non abita più, è in pensione. 17
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Elena Lombardi Home Sweet Home Home Sweet Home nasce come installazione sonora legata al concetto di immaginario domestico trasportato in un ambiente del tutto estraniante, come in questo caso un luogo pubblico, dove il visitatore/uditore è invitato a sentirsi a casa propria.
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Claudio Ballestracci Orto salvatico Ho ridotto l’arboreto di Stern ad un orto di cavoli su ruote alimentato da ciò che riceve dall’ambiente per rimarcare in modo proverbiale l’inscindibile legame dell’uomo alla terra in cui abita. Ma i cavoli si nutrono anche di mol-
te saggezze popolari non sempre fiduciose sull’operato dell’uomo. Questa ambivalenza oggettiva di “orto del cavolo” sposta l’enunciato salvifico ad una riflessione solo apparentemente giocosa.
Ma “salvatico”? L’aggettivo era usato nel Rinascimento per selvatico: due parole che messe assieme mi piacciono, anche se in contraddizione tra loro: selvatico è non coltivato, non domestico, ricoperto da selve, anche rozzo; ma c’è la vocale a al posto di una e, così tutto cambia: un salvatico che diventa salvifico, che conduce alla salvezza. Da “Arboreto salvatico” di Mario Rigoni Stern, ET Einaudi, 1996 20
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Kiril Cholakov La bicicletta del vecchio cinese Utilizzando una mia storia-favola insieme con oggetti e situazioni appartenenti al luogo e al nostro tempo e trasformandole in opere d’arte, restituisco valore artistico, vitalità , cultura al primitivo spazio architettonico.
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Massimo Modula Pro-tetti Performance di pittura su ombrelli e parata musicale con l’intervento dei bambini delle scuole elementari L’ombrello rappresenta il tetto primordiale il riparo la casa il rifugio nomade. Un punto di riflessione sul bisogno di protezione che non vuole piÚ essere colmato da una sicurezza limitrofa, quanto da una consapevolezza di essere uno e tanti nel medesimo istante: avere gli altri dentro ed essere dentro gli altri. 27
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Cinzia Domizi Micromondo Tetrapack, bottiglia PET, ovetto portasorprese, contenitore di detersivi. Esercizio: divieni piccolo piccolo e immagina di entrare nel mio micromondo interior design, comuni rifiuti, bizzarri punti di vista. 29
Giuseppe Righini Tandem
Tandem ovvero Pedalare in 2 ovvero Come attraversare indenni vicoli e corti per interi decenni
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Tandem in realtà è un’opera che non esiste. Tandem pedala per chi non c’è e lascia a chi resta segni sull’asfalto e pezzetti di gomma bruciata. Tandem è una confidenza detta sottovoce, un progetto scritto in prima serata, in cucina, accanto alla tv accesa. Tandem è una promessa di pochi su molti, una risposta suggerita, giusta e sbagliata. È un muscolo di gomma, uno scheletro in fil di ferro avvolto nella carne. È una ballerina di fila, un soldatino semplice, un pedone bianco e nero. È un movimento bidimensionale, agile come un ladro e sottile come un foglio, abituato a scivolare tra le righe, nei faldoni, sotto le porte, lungo siepi e pareti. Per decifrarne un poco i contorni, per intuirne il vettore occorre annusare l’aria, scovare la polvere sotto i tappeti, azzardare, cercare lontanissimo. Oppure guardare appena sotto il naso, semplicemente unire epilogo e prologo della storia eliminando tutto quel che c’è nel mezzo. Fare un po’ come nei cruciverba, quelli facili, dove ti chiedono di prendere solo l’inizio e la fine della definizione perché le caselle a disposizione da riempire, in fondo, sono due. 31
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Elisa Conti, Umberto Giovannini Bicicletta della pioggia Ferro, acciaio, piombo, cotone, carta xilografata. Il titolo dell’installazione non deve ingannare, non ci troviamo di fronte a uno degli esperimenti di Pier Luigi Ighina per provocare la pioggia e non è neppure il titolo di un cortometraggio del Nuovo Cinema Argentino.
La Bicicletta della pioggia è una macchina celibe, un meccanismo gratuito, che non produce né beni né utili ma, attraverso il movimento dei pedali, proietta il fruitore oltre le pareti domestiche e allo stesso tempo
nell’intimità dell’ascolto della pioggia che cade. Un quadro d’erba sonoro diventa il luogo d’ascolto temporale, luogo finale di un momento ludico.
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Maria Cristina Ballestracci Ricicletto Perché si possa sognare, la propria casa, trasportando il proprio giaciglio, ovunque, in ogni luogo, vista l’emergenza abitativa, che almeno si possa scegliere, dove sognare, in libertà.
Un ringraziamento speciale a Jacopo Vasi, che mi ha regalato il materasso di quando era piccolo...
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Valerio Vasi Senza casa Il progetto, che qui presento in piccola parte, è costituito da una serie di street photo scattate da Rimini a New York, persone che dichiaratamente non hanno nulla (senza casa) o comunque lasciano immaginare una vita su due 36
ruote: una bicicletta, un carretto, utilizzati per trasportare da un luogo all’altro quel poco che possiedono. Presenze invisibili e scomode per scelta o per destino, restano comunque una realtà.
senza casa
new york a casa
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Susan Mohamed La mia casa. Il mio tappeto. Cartone di recupero e lana, gentilmente donatami da una sconosciuta signora che amava i filati. La prima cosa che mi è venuta in mente pensando al concetto di casa migrante è stata la forma che essa assume nelle diverse culture, come si radica nella storia, uno spazio di memorie storiche.
La mia abitazione, ricca di movimento, suoni e odori, è idealmente rappresentata da un tappeto rosso. Prima di entrare in casa ci puliamo i piedi su un tappeto, ma in altri contesti esso rappresenta un luogo di culto
e rifugio. L’idea che un oggetto così statico simbolicamente possa sprigionare tanta dinamicità mi affascina. Ecco perché i fruitori potranno calpestarlo o accomodarcisi. Un simbolo di ospitalità aperto a chiunque. 39
Biografia artisti Giulio Accettulli Da bambino deve aver sentito dire che è il sentiero stretto e impervio a condurre alla verità. Da allora colleziona sentieri impervi e calzature sfondate, insistendo a chiedersi se la verità non sia nient’altro che quella. Dovete scusarlo, c’ha i piedi delicati. qaphqa@libero.it www.ribessrecords.it Angela Anzalone Riminese, ha seguito i corsi di fotografia del prof. Guido Guidi (Accademia delle Belle Arti di Ravenna). È socia dal 2004 del Circolo Fotografico Cultura e Immagine (Savignano sul Rubicone, FC). Ha collaborato come fotografa di scena per alcuni festival di musica e teatro: Itinerario Stabile (Cesena), Rassegna Jazz per il Teatro del Mare di Riccione, Santarcangelo dei Teatri. Fotografa free lance di alcune compagnie teatrali e gruppi musicali. Ha esposto a Open studio: “Percorsi nell’Arte Contemporanea” ed. 2006-2007-2008 (Faenza), curatrice Stefania Mazzotti, “UNO-singolare plurale” 2a edizione Galleria Comunale d’Arte Molinella (Faenza), curatrice Daniela Lotta. Alexa Invrea Pittrice, teatrante, persona semiseria. Figlia di due artisti, allieva della pittrice Fiorenza de Angelis, studia con lei pittura e teoria del colore, arteterapia con Stefania Guerra Lisi alla scuola “La Globalità dei Linguaggi”, allora Bologna, oggi Roma. Nel 2001 entra a far parte della compagnia teatrale “L’Attoscuro” in veste di attrice e scenografa. Mostre personali e collettive dal 1991 a Genova, Varazze, Nervi, Piacenza,
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Parma, Rimini, San Marino, Santarcangelo di Romagna, Forlì. Partecipa all’edizione 2009 di “Manifesta” Rimini e, insieme alla pittrice Angela Anzalone, alle ultime tre edizioni del festival di arte contemporanea “Open Studio” a Faenza. alexainvrea@hotmail.it Fethi Atakol Nato a Bellinzona (Ticino, Svizzera) il 10 maggio 1972. Di origini turche, si è trasferito a Rimini, nel 1993. Dal 1999 si dedica al “redesign” e regolarmente presenta i suoi oggetti in fiere e mostre (Salone Internazionale del Mobile - Salone Satellite di Milano, Fiera Internazionale Ecomondo di Rimini, Block 60 di Riccione, Design Hotel Duomo di Rimini, A.N.G.E.L.O. Vintage Palace di Lugo, ecc.). Oggi vive con la moglie Manuela e le piccole Giulia ed Eleonora a Rimini. www.fethiatakol.com Roberto Ballestracci alias Etneo Richter Figlio di baristi, Roberto Ballestracci, nasce in una notte buia e tempestosa il 20 marzo 1977 a Treviglio nella ruggente e operosa Brianza. Nel ‘78 decide improvvisamente di trasferirsi a Rimini trascinando con sé tutta la famiglia, con gravi ripercussioni sul loro bilancio economico. Sono gli anni Ottanta, Roberto scopre di saper disegnare e lo fa su carta, tavoli, armadi, divani per la gioia di mamma Luigia. Frequenta in maniera brillante e decisamente costante elementari e medie per poi iscriversi al liceo artistico statale P. L. Nervi, dove in maniera brillante e decisamente incostante riesce a diplomarsi con una tesi sulla morte. Intanto le estati ri-
minesi lo hanno trasformato in cameriere, barista, animatore e ballerino acrobatico. Prova ad entrare all’ISIA di Urbino e, non si sa come, riesce. Nella città ventosa scopre la tipografia, la fotografia, la grafica e l’ospitalità dei bar del Montefeltro. Completa il ciclo di esami, tuttora rimane indeciso sul fatto di dare o no la tesi. Torna a Rimini e inizia a collaborare come grafico in diversi studi. Contemporaneamente si ricorda di sapere disegnare e tenta diverse mostre nel capoluogo adriatico. Ultimamente prova a coniugare la grafica al computer con la pittura, creando le sue opere direttamente su supporto digitale o collaborando con realtà musicali. Nel 2003 smette di andare in bicicletta e gli cresce la pancia. Marcello di Camillo Classe 1974. Pittore, musicista, ha da sempre seguito un proprio personalissimo percorso artistico, che per ora è sfociato nel nulla. Di questo percorso fanno parte: n° 2 diplomi, uno presso l’Istituto Statale d’Arte di Forlì (1993-94) ed un altro all’Accademia di Belle Arti di Bologna (2002-03). La partecipazione a mostre tra cui una personale presso lo studio AD a Forlì (ai più sconosciuto). Madame M, spettacolo teatrale della Libera Compagnia Sauro Rossi finalista all’ottava edizione del Premio Scenario, presente come attore e musicista. Progetto Ramingo, l’affitto dei quadri e mostre nelle case, una forma alternativa di mercato dell’arte di sua invenzione e di cui è un accanito sostenitore. Ossanema, gruppo musicale di dichiarata fame di cui, come violinista, è membro incompreso. Casa del Cuculo, associazione di cui è tra i soci affondatori. www.casadelcuculo.org. Lo scrivano del-
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l’acqua, spettacolo teatrale ispirato alla propria personale condizione idrica (personale della persona propria di cui si sta parlando e dei suoi coabitanti). Mandra, gruppo artistico con il quale ha realizzato performance, installazioni e semplici mostre. Spartiti per Skutari Orkestra, banda musicale iscritta al campionato di seconda divisione, dove, sempre come violinista, ha libertà d’espressione. Elena Lombardi Nasce a Rimini nel 1979, dove vive e lavora. Si diploma nel 2004 presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino sezione pittura, indirizzo multimediale. Negli ultimi anni si interessa alla tecnica video partecipando a diversi concorsi nazionali ed internazionali. 2009 VIDEA3 Rassegna di videoarte, Ferrara-Siena. 2007 video.It con acqua/senz’acqua, Rassegna Video, Torino. 2006 Visionaria15 Festival video, Siena. 2006 Premio Arteam Italia Giovani Iconarts International of Contemporary Arts, Celle Ligure. 2005 Elena Lombardi, Pictura, Dordrecht (NL). 2005 Teenage Mustache, a cura di David Poolman & Jeremy Drummond, Forest City Gallery, London, Ontario (Canada). 2004 LA METAMORFOSI, I° premio sezione pittura, Museo d’ Arte Moderna Vittoria Colonna , Pescara. 2004 Premio Celeste, a cura di Gianluca Marziani, Galleria L’Albero Celeste, San Gimignano. elena.lombardi@yahoo.it Claudio Ballestracci Autodidatta, opera da vent’anni nell’ambito delle arti figurative. Espone le sue opere in Italia e all’estero. È autore di diversi progetti di carattere storico e culturale. Coautore di progetti e scenografie in ambito teatrale. Si occupa di architettura attraverso proposte
che vertono sul rapporto poetico fra natura e paesaggio, luce e ambiente. Nel corso degli anni ha tenuto viva l’attività didattica applicando la sua prassi di lavoro all’educazione e alla formazione collaborando con diverse strutture pubbliche e private. Ha collaborato con Pitti Immagine di Firenze. Si occupa della progettazione di allestimenti permanenti in ambito museale fra i quali “La casa rossa” di Alfredo Panzini. Nel 2007 è invitato alla 52a edizione della Biennale di Venezia, finalista al concorso internazionale “Monumento ai caduti di Nassiriya” a Roma. Inaugurato nel 2008 il monumento “Sentiero naufrago” dedicato alle vittime del mare a Bellaria Igea Marina.Vive e lavora a Longiano. claudioballestracci@alice.it www.myspace.com/claudioballestracci Kiril Cholakov Nato nel 1964 a Sofia, Bulgaria. Vive e lavora a Rimini. Ha conseguito la laurea nel 1989, presso l’Accademia Nazionale delle Arti, Sofia, Bulgaria, nello studio del professor Mito Ganovski. Ultime Mostre personali: 2009 Stazione Rimini, a cura di Ars Pubblica, Nuova Ricerca, Rimini. 2008 Lo sguardo e la fessura, a cura di Alessandro Giovanardi e Franco Pozzi, Assenzio, Rimini. 2007 Spaesamenti, a cura di Chiara Canali, Catùs arte, BO. 2003 Idyllic, Onore, BG. 2002 Kiss my eyeball, Tra Arte Gallery, Verucchio (RN). 2000 Spazio Zam, Galleria Catus, BO. Massimo Modula Vive e lavora a Rimini. massimomodula@hotmail.com www.dinamoenergiacreativa.ning.com
Cinzia Domizi 37 anni, vive e lavora come architetto a Rimini. Appassionata di riciclo e fotografia. cinzia.domizi@virgilio.it Giuseppe Righini Cantante, autore e attore occasionale da più di quindici anni attivo sulle scene. Ha lavorato tra gli altri con Andy dei Bluvertigo, Ermanno Cavazzoni, Elena Bucci, Andrea Chimenti, Mauro Ermanno Giovanardi, The Hype, Xabier Iriondo, Ivano Marescotti, Vincenzo Vasi e Zbigniew Zamachowski. www.giusepperighini.com Elisa Conti Dopo anni di studi umanistici ha esteso il suo campo d’indagine all’otium e alla contemplazione degli elementi della natura che diventano forme per il teatro di figura e teatro di oggetti. Umberto Giovannini Artista multidisciplinare con interesse specifico per l’incisione. Si è specializzato nella costruzione di machinismi che fondono un sapere grafico, meccanico e cinetico. Maria Cristina Ballestracci Nata a Vimercate (MI) nel 1967, dopo aver conseguito il diploma di geometra inizia la sua attività professionale in numerosi studi di architettura. Queste esperienze le permetteranno di acquisire un cospicuo bagaglio di conoscenza anche nel campo del design dove disegnerà molti oggetti d’uso, complementi d’arredo ed allestimenti. Ricoprirà anche il ruolo di stylist per le campagne pubblicitarie di alcune aziende di moda. Contemporaneamente cresce il suo
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interesse per l’arte che la conduce a produrre una serie di opere dove la parola scritta e la rielaborazione di elementi naturali (pazientemente scelti in base alla forma e al lavoro esercitato su di essi dall’azione del tempo) vengono ricomposti all’interno di quadri fondati sull’espressività di segni in equilibrio tra essenzialità, misura e ritmo. Il suo lavoro è rivolto alla ricerca di una comunicazione priva di ridondanza, in cui la purezza e l’essenzialità del segno riescano a cogliere il significato più profondo delle cose in quella zona dove bellezza e poesia si possano fondere in una sola entità. Valerio Vasi Nato a Rimini nel 1959, inizia a fotografare verso gli anni ‘80, dedicandosi al ritratto e alla foto di ricerca. Collabora con aziende per foto di moda, pubblica su riviste di settore ed espone in gallerie italiane ed estere. www.valeriovasi.carbonmade.com www.myspace.com/valeriovasi occhiolungo@libero.it Susan Mohamed Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea e Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini. Nell’anno accademico 20052006 svolge il ruolo di assistente per la Docente Franca Fabbri, presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini. Nel 2007 debutta con la sua prima video-conferenza Tracce nel Tempo, in occasione di Arte Fatta, Castello degli Agolanti, Riccione. Nel 2009 inaugura la sua prima mostra personale presso la libreria Indipendentemente|interno 4. Oggi lavora e vive a Rimini. http//:mohamed-susan.blogspot.com
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il giro del cielo sotto lo stesso tetto Dietro le quinte Fabiana Rossi Fotografa, figlia di un fotografo e sorella di un fotografo (!!!). Lavoro a Longiano e vivo a Rimini. Esposizioni presso: Wadada, Sala 5x10, Osteria Harissa (Rimini); Assalti al Cuore, Rimini; Incursioni notturne, Santarcangelo dei Teatri 08. Sono la fotografa del Teatro Petrella di Longiano e mie foto sono esposte in forma permanente all’interno del teatro. Fotografa ufficiale di: “Percuotere la Mente”, “Sagra Musicale Malatestiana”, “BWV Bach” a Rimini e “Arrivano dal Mare ‘08” a Cervia. Collaborazioni fotografiche con musicisti quali: Giuseppe Righini, The Hype, Lilli Burlero, Officine Pan, Baiafonda, Antonio Ramberti, Muculords, Macola e Vibronda. www.viterbofotocine.com www.myspace.com/rubia71 Manolo Benvenuti Laureato in Architettura a Firenze, specializzato in progettazione di installazioni artistiche con materiali di scarto delle filiere produttive. Nel 2004 debutta con l’installazione Domus Œconomica. Seguono collaborazioni con privati, associazioni ed enti pubblici per allestimenti, stand, installazioni urbane, manufatti di design e sculture con materiali di recupero. Ha collaborato con: associazioni Santarcangelo dei Teatri e Ora d’Aria, Santarcangelo di R., centri giovani della Provincia di Rimini, associazioni di Potenza, Firenze, Rimini e Faenza, Province di Rimini, Torino e Viterbo, Comuni di Gazzuolo (MN), Pederobba (TV) e Castelbolognese (BO), Ente Fiera Rimini, SERT Rimini. www.manolobenvenuti.wordpress.com
solo una scia che respira pochi tempi io sono la mia casa un’orma su un declivio ventoso
Fotografia e testo: Fabiana Rossi
con il patrocinio di:
con la collaborazione di:
www.dinamoenergiacreativa.ning.org
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