Dispense corso - Ing del Territorio

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Università degli Studi di Catania Facoltà di Ingegneria CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA DEL RECUPERO EDILIZIO ED AMBIENTALE

Corso: Ingegneria del Territorio Sintesi riassuntiva degli autori trattati

Prof. Arch.: Maurizio Spina Allieva: Denise Sciuto

Anno Accademico 2008-2009


● Cullen Gordon - Nota Biografica - Townscape (1961), Il paesaggio urbano.Morfologia e Progettazione

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● Astengo Giovanni - Nota Biografica - Urbanistica (1966), Enciclopedia Universale dellArte, vol. XIV

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● McHarg Ian L. - Nota Biografica - Design with Nature (1969), Progettare con la Natura

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● Borachia Vittorio, Paolillo Pier Luigi - Note Biografiche - Territorio sistema complesso (1993)

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● Carta Maurizio - Nota Biografica - Larmatura culturale del territorio (1999)

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● Spina Maurizio - Mobilità e struttura urbana: alcune riflessioni sulla pianificazione (1995) -Trasporto pubblico e parcheggi.Esperienze di pianificazione urbanistica(1999)

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● Salzano Edoardo - Nota Biografica - Glossario e strumenti urbanistici (2008)

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Gordon Cullen (Bradford 1914 – Londra 1994) è stato un urbanista britannico, nonché un personaggio legato alla pianificazione urbanistica e soprattutto all’urban design . Durante i suoi innumerevoli studi in questi campi sviluppò importanti tematiche riguardanti la percezione visiva e le sensazioni provate all’interno di un paesaggio urbano. Queste ed altre interessanti tematiche proposte da Gordon Cullen si riversano in tutti i suoi scritti, nonchè nelle riviste cui egli scrisse. Uno dei libri più importanti che adesso analizzeremo, “Townscape” (1961), tradotto in italiano “Il paesaggio urbano. Morfologia e progettazione” (1976), riflette appieno il suo pensiero più profondo nei confronti della pianificazione urbana in tutte le sue sfaccettature.

Schizzo a mano libera di Gordon Cullen

Fonte immagini : www.picasaweb.google.it

Per iniziare, ci soffermeremo sul significato dei concetti di paesaggio e di urbano. urbano Per paesaggio si vuole indicare il territorio visto nella sua globalità, aggiunto a tutti gli elementi immateriali che concorrono a creare intorno un senso affettivo o estetico. Tutto ciò che è urbano, urbano invece, è relativo alla città e alla comunità cittadina, ma è anche una derivazione dell’ambiente naturale.


Secondo Gordon Cullen, nella nostra vita esiste una vera e propria “arte del rapporto” , proprio come esiste un’ “arte dell’architettura”. Il suo scopo è di prendere tutti gli elementi che concorrono a creare l’ambiente: edifici, alberi, natura, acqua, traffico, annunci pubblicitari e così via e tesserli assieme in modo da realizzare il dramma. Perché una città è un evento drammatico nel suo ambiente, ma sono proprio le sensazioni , quelle visive, che noi percepiamo, positive o negative che siano, che concorrono tutte insieme a creare il dramma. La percezione visiva non è soltanto utile, ma evoca anche i nostri ricordi e le nostre esperienze, quelle emozioni sensibili rimaste impresse in noi, che hanno il potere di disturbare la mente quando appaiono. Inoltre è importante sottolineare il concetto di “luogo”, della posizione in cui ci troviamo, delle

Schizzo a mano libera di Gordon Cullen

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“emozioni” che proviamo alla vista di una scena, che sia un laghetto calmo e silenzioso o uno strapiombo.


Ogni componente della città e del territorio circostante ha un suo ruolo determinante nel creare nel nostro animo sensazioni contrastanti. Tutto però deve essere dosato al punto giusto; si deve dare equilibrio alle cosiddette “categorie”: la metropoli, la città, l’«arcadia», il parco, la zona industriale, la zona incolta. In particolare, prenderemo in esame proprio la città, luogo di relazioni, luogo di diversità. Ogni elemento della città crea sensazioni differenti, a partire dal nostro punto di vista, che cambia continuamente in ognuno di noi; i dettagli architettonici, i paesaggi, i “contrasti” tra naturale ed antropico, i riflessi Schizzo a mano libera di Gordon di Cullen Fonte immagini: www.picasaweb.google.it luce delle fontane, la grandiosità di opere architettoniche, per non parlare di tutti quegli elementi che “parlano” a noi, che ci trasmettono un messaggio, anche se non lo percepiamo a vista d’occhio. Oggetti “significativi”, che cambiano volto, che danno emozione. Questo è quello che vuole trasmettere Gordon Cullen, sottolineando che la città in sé è un organismo vivente, vivente che trasmette emozioni ed emoziona, ogni giorno sempre diversamente.


Giovanni Astengo (Torino 1915 – San Giovanni in Persiceto 1990) è stato un architetto e un urbanista italiano. Laureato in architettura al Politecnico di Torino nel 1938, si è occupato soprattutto di pianificazione urbanistica e territoriale, territoriale in particolare elaborò i piani regolatori di Torino, Assisi (1957), Gubbio (1960). Nel 1963 partecipò alla revisione del piano urbanistico di Genova, e nel 1966 al rifacimento di quello di Bergamo; fece parte della Commissione di indagine sulla situazione urbanistico - edilizia di Agrigento (1966) e della commissione interministeriale per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico (1964). Molto importante, nella sua opera,è il momento dell'analisi, che permette di conoscere il contesto (dal punto di vista fisico, sociale, economico...) e determinare le azioni da intraprendere. Astengo ritiene necessario conciliare "metodo scientifico e attività creatrice", per poter definire un piano armonico senza però giungere a conclusioni arbitrarie. la rivista <<Urbanistica>>, diretta da Giovanni Astengo dal 1952 al 1976

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Tale visione emerge dalla definizione di urbanistica data nel 1966 per l'Enciclopedia Universale dell'Arte. «L’ «L’urbanistica urbanisticaèèlalascienza scienzache chestudia studiai i fenomeni fenomeni urbani urbaniin intutti tuttii iloro loroaspetti aspettiavendo avendo come comeproprio proprio fine finelalapianificazione pianificazionedel delloro lorosviluppo sviluppostorico, storico,sia sia attraverso attraverso l’interpretazione, l’interpretazione, IlIl riordinamento, riordinamento, ilil risanamento, risanamento, l’adattamento l’adattamento didi aggregati aggregati urbani urbani già giàesistenti esistentieelaladisciplina disciplinadella della loro lorocrescita, crescita,sia sia attraverso attraverso lala riforma riforma ee l’organizzazione l’organizzazione ex ex novo novo dei dei sistemi sistemi didi raccordo raccordo degli degli aggregati aggregati con con l’ambiente l’ambientenaturale» naturale» Veduta della città di Gubbio, dove Astengo elaborò il suo Prg nel 1960 Fonte immagini: www. Picasaweb.google.it

L’urbanistica, dal punto di vista cronologico, nacque alla fine dell’Ottocento quale risposta ai problemi suscitati nell’esistenza e nella cultura urbana dal progressivo affermarsi dell’industrializzazione e del rapido incremento della popolazione e del traffico. Molte sono le diciture date al termine urbanistica da numerosi urbanisti e studiosi del settore, ognuna delle quali mostrano molteplici aspetti tutti differenti tra loro. Per fare un esempio, possiamo esaminare il termine “urbanistica” secondo il pensiero di Le Corbusier: Corbusier «L’ «L’urbanistica urbanistica èè l’espressivo l’espressivo prodotto prodotto del del patto patto didi associazione associazione che che ha ha sempre sempre condizionato condizionatolalapossibile possibileesistenza esistenzadegli degliuomini» uomini»


Un’interessante descrizione del ruolo dell’urbanista nella società venne inoltre puntualizzato da Alfred Agache nel 1932, affermando che «l’urbanista deve tradurre in proporzioni, volumi, prospettive, e profili le diverse proposte suggerite da ingegneri, economisti, igienisti e finanzieri», descrivendo l’urbanistica quasi come una scienza che deve dare forma alle idee ed interpretare i linguaggi di molteplici discipline, tutte diverse tra loro ma anche accomunate da strettissime relazioni. Ecco quindi che Aerofotogrammetria della città di Torino , l’urbanistica diventa una scienza universale, dove Astengo elaborò il suo Prg

dove Astengo elaborò il suo Prg nel 1957 Fonte immagini:www.picasaweb.google.it

che tiene conto di innumerevoli fattori ( fisici, ecologici, sociali, culturali, etc…). L’urbanistica, in sostanza, è una scienza che nasce con noi, si è delineata inconsciamente a partire dai primissimi modelli di città neolitica, ma è sbocciata solo un secolo e mezzo fa dall’avanzare del progresso scientifico e dello sviluppo socio-culturale della nostra società. Da un modello statico della società (Greci, Romani, ecc…) si è passati ad un modello dinamico della stessa; lo sviluppo di un’apertura mentale e culturale e nuove idee hanno permesso successivamente all’urbanistica di ramificarsi a e trasformarsi a vista d’occhio.


Bisogna però puntualizzare prioritariamente che l’urbanistica si sviluppò a partire dalla sua nascita in modo graduale; occorre quindi distinguere due concezioni principali dell’urbanistica che meritano un approfondimento: l’urbanistica tecnica e la pianificazione continua. continua Definiamo urbanistica tecnica quella in cui si verificano essenzialmente le seguenti condizioni: 1. i piani sono concepiti “a tempo indeterminato” 2. i piani agiscono essenzialmente mediante la combinazione di “vincoli” e di “incentivi”: vincoli là dove si intende limitare in tutto o in parte l’uso del suolo, incentivi là dove si intende favorire la trasformazione d’uso

Stralcio di un moderno Prg (Comune di Asti) Fonte immagini:www.picasaweb.google.it

3. il controllo sull’attività economica avviene esclusivamente “in modo indiretto” e limitatamente all’applicazione delle prescrizioni urbanistiche di zona 4. l’attuazione dei piani è lasciata al libero giuoco delle singole iniziative pubbliche e private, con la sola condizione del “rispetto” delle prescrizioni di zona


Definiamo invece pianificazione creativa continua quella che contiene, sostanzialmente, i seguenti elementi concettuali ed operativi: 1.le scelte e le determinazioni urbanistiche generali sono coerenti con consapevoli accertamenti con il processo di sviluppo in atto 2. Le scelte e le determinazioni spaziali, qualitative e quantitative, generali e particolari,sono "temporalizzate" e rese coerenti con il processo di sviluppo ed economicodemografico ipotizzato ed accertato; 3. i piani sono concepiti in forma "operativa ", per il conseguimento di finalità definite, ed articolati in piani a lunga,media e breve scadenza

Estratto del P.T.C. della provincia di Prato (Ptc), appr. nel 2003 Fonte immagini: www.picasaweb.google.it

4. l'operatività dei piani è assicurata da atti di "intervento" diretto, cioè a carattere esecutivo 5. le scelte di distribuzione spaziale sono sottoposte ad analisi e verifiche ex ante 6. la pianificazione urbanistica è, in ogni sua fase, coerente con la programmazione o la pianificazione economica


Ian L. McHarg (1920 – 2001), nacque a Glasgow (Scozia). Fu un architetto paesaggista ed uno degli esponenti più importanti della pianificazione urbanistica e territoriale, ed il fondatore di una pianificazione ecologica che diede un nuovo impulso all’arte del progettare. Nel 1969 pubblicò il suo scritto più famoso, Design with nature (tradotto in italiano Progettare con la natura) natura , in cui si delinea in modo chiaro e conciso tutta la sua vocazione nei confronti dell’urbanistica e delle strette relazioni che sussistono tra tutto ciò che è antropico e tutto ciò che è naturale, nonché una sorta di “libro guida” per chiunque desideri progettare per il futuro, prendendo spunto proprio Copertina 25° anniversario Design with nature fonte immagine:www.picasaweb.google.it dalle idee di McHarg. Ribadendo la necessità di un intento consapevole, di una valutazione etica, di una organizzazione ordinata, di una deliberata espressione estetica nel trattare ogni parte dell'ambiente, McHarg pone l'accento non sulla progettazione o sulla natura in se stesse, ma sulla preposizione con, che presuppone cooperazione umana e compartecipazione biologica. Egli cerca non di imporre arbitrariamente la progettazione, ma di sfruttare appieno le potenzialità e, con esse, necessariamente le condizioni restrittive che la natura ci offre.


In Progettare con la natura è possibile cogliere, attraverso una lettura approfondita, lo sforzo compiuto dall’autore nell’elaborazione di una metodologia che consenta una più corretta considerazione dei valori ambientali nel processo pianificatorio; è proprio l’ambiente, l’ambiente infatti, il tema centrale del pensiero di McHarg, che pose in un certo senso le basi di un nuovo tipo di pianificazione territoriale, tutta basata sull’ecologia. sull’ecologia In questo modo il centro di gravitazione non è antropico ma naturale. Inoltre McHarg riconosce anche l’importanza della fase di analisi come momento iniziale dello studio del territorio.

foto di Ian L. Mc Harg fonte immagini:www.picasaweb.google.it

Nel testo di McHarg non mancano forti richiami alla biologia e alle teorie darwiniane sulle origini della vita e dell’uomo, sul ruolo dei naturalisti e delle loro idee e ricerche, tutte basate sui perché della nostra esistenza, su una ricerca per capire il nostro ruolo nel modo, dilettandosi in particolare in innumerevoli tematiche che proiettano l’uomo nella natura e viceversa. I naturalisti in particolare pongono una questione nei confronti dell’unicità; attribuiscono, cioè, unicità a tutte le creature: tutti siamo diversi, nessuno è uguale ad un altro; perfino in un campo costellato da tulipani, a prima vista simili tra loro, in realtà essi sono tutti diversi, ognuno di loro ha caratteristiche e peculiarità proprie.


Nell’ambito prettamente dedicato all’urbanistica, in Progettare con la natura McHarg descrive la regione metropolitana, metropolitana e lo fa prendendo in considerazione la metropoli e tutto il territorio circostante, l’antropico e il naturale. naturale Nella scelta dell’area da urbanizzare, secondo McHarg, la natura ha un ruolo importantissimo, e in merito a ciò definisce otto singolari caratteristiche naturali (acque superficiali, paludi, aree di ricarica delle falde acquifere, falde acquifere, pendii ripidi, foreste e boschi,aree

fiume Potomac, analizzato da Ian L. Mc Harg in Design with nature fonte immagine: www.picaaa web. Google.it

non boschive), tutte estremamente importanti e vitali per l’uomo e sfruttabili per gli usi più disparati (porti, porticcioli, etc…). Un altro tema interessante che McHarg ci propone per un’analisi prettamente demografica (soglia di concentrazione della popolazione in una determinata zona) è il suo studio del bacino del fiume Potomac, e dei Flats (terrazzamenti), descrivendolo in tutta la sua complessità, evidenziando gli scenari più particolari. Per quanto riguarda il metodo esso è basato in 4 punti fondamentali: 1) la neghentropia, l’aumento di grado dell’ordine, 2) L’appercezione, ovvero la capacità di trasformare l’energia in informazione e quindi il significato e di poter rispondere a questo (massimo esempio è l’uomo), 3) La simbiosi, l’accordo cooperativo che permette di aumentare i gradi di ordine che richiede l’appercezione, 4) idonietà o adattamento


(creativo) del dato organismo in un dato ambiente. A sua volta, l’unità idrologica (il fiume) e le regioni fisiografiche (intorno al fiume), l’analisi della fauna e della flora presente e la loro collocazione spaziale. Ulteriore tema definito da McHarg è la città vista come processo e forma. In sostanza, la città, o meglio tutte le città, si sviluppano da una serie di processi continui e costanti, da quelli biologici a quelli geologici fino a quelli culturali. Le città, in particolare, hanno assunto le loro forme fisiche attuali a partire proprio dalla loro collocazione spaziale e dal loro territorio circostante, dando ad asse delle caratteristiche peculiari, inconfondibili; in questo senso, anche l’economia ed il commercio che si sviluppano progressivamente sono funzione del loro territorio.

Veduta aerea della città di Palmanova (UD)

fonte immagini: www. picasaweb.google.it


Vittorio Borachia è il preside dell’indirizzo urbanistico nel corso di laurea in architettura del Politecnico di Milano e membro del consiglio direttivo nazionale dell’Inu (Istituto Nazionale Urbanistica). Dal 1965 al 1985 è stato direttore di ricerca dell’Ilres (Istituto Ligure ricerche economiche e sociali) ligure per l’urbanistica e il territorio, occupandosi tra l’altro dell’individuazione del sistema regionale dei parchi e della pianificazione territoriale dell’area spezzina. Ha pubblicato saggi sui metodi della pianificazione, sulla domanda di piano e sui conflitti urbano-agricoli nell’ottica della tutela ambientale.

Esempio di paesaggio agrario in Italia fonte immagini:www.picasaweb.google.it

Pier Luigi Paolillo insegna nella facoltà di architettura del politecnico di Milano e in quella di scienze politiche dell’Università degli studi di Macerata. Ha pubblicato saggi e curato volumi sul riuso urbano e territoriale, sull’analisi e pianificazione dei suoli agricoli e modelli formali dei sistemi insediativi. Ha predisposto analisi e progetti urbanistici a differenti scale, tra cui la Variante generale del Piano regolatore intercomunale savonese e gli studi sul sistema insediativo nell’ambito del Piano territoriale paesistico della provincia di Brescia.


Uno dei testi che più rappresentano il pensiero e l’esperienza nel campo della progettazione urbanistica e territoriale di Borachia e Paolillo è Territorio sistema complesso, complesso che delinea sfaccettature e metodologie da seguire nell’esecuzione di un piano urbanistico, prestando una particolare cura per tutto ciò che riguarda lo studio di impatto ambientale. Sono l’ambiente e il paesaggio agrario, quindi, gli attori principali di Territorio sistema complesso. Veduta dall’alto, Lago Maggiore fonte immagini:www.flickr.it

La prima parte del testo descrive la cosiddetta questione ambientale, che tende ad estendere i conflitti attorno alla totalità degli interventi pianificatori. Si può parlare, in effetti, di dare agli interventi delle metodologie per poter garantire l’integrità dei sistemi territoriali ed antropici, dal punto di vista sia naturale, sociale e culturale. Dal titolo stesso del testo, Territorio sistema complesso, complesso si può cogliere istantaneamente che il territorio non è un sistema semplice che può essere compreso appieno, ma è il risultato di numerose forze e peculiarità che lo rendono complesso; le forze appena citate rappresentano variabili differenti che possono spaziare in molti campi, dall’economico, al naturale, all’antropico, al sociale,etc….


Uno degli argomenti principali che comunque viene continuamente rimarcato nel testo è rivolto alle problematiche inerenti lo sviluppo di un piano, cioè alla pianificazione urbanistica. Il fine di un approccio ambientale alla pianificazione, però, è la conservazione dell’equilibrio del sistema uomo-ambiente che si può realizzare integrando i processi del sistema economico sociale con quelli degli ecosistemi naturali, assumendo l’ambiente naturale non come un oggetto da vincolare e/o da circoscrivere come spazio della non produzione, ma, essendo indispensabile alla vita dell’uomo, come obiettivo da raggiungere. E’ proprio lo progettazione urbanistica del sistema per il tempo libero sviluppo sostenibile dell’ambiente che fa da sfondo a di San Giuliano, a Venezia. Concorso Internazionale fonte immagini: www.images.google.it tutto questo. Proseguendo nel testo vi è una interessante descrizione sul concetto di ambiente,la ricerca di un rigoroso approccio ambientale alla pianificazione impone però l’assunzione di una definizione di ambiente che diventi il più possibile riconoscibile nonché uno studio sull’analisi e valutazione di un piano, tappe indispensabili per avere una visione globale in tutte le sue parti. Nella progettazione degli ecosistemi è fondamentale considerare la scala delle diverse unità territoriali e ambientali, cioè la dimensione relativa dell'ambiente in questione e le sue connessioni con i più ampi e i più piccoli sistemi ed in ultima analisi con il tutto.


Maurizio Carta nasce a Palermo il 7 gennaio 1967.E’ Professore ordinario di Urbanistica e Direttore del Dipartimento Città e Territorio. E' titolare del “Laboratorio di Urbanistica” presso il CdLS in Architettura ed insegna “Pianificazione territoriale” presso il CdL in Ptua. L'attività di sperimentazione si è concentrata sulla pianificazione regionale e di area vasta: Piano territoriale paesistico delle isole Eolie, Piano Territoriale Paesistico dell'Ambito dei Rilievi del Trapanese, Piano territoriale provinciale di Agrigento, Piano territoriale provinciale di Palermo, Piano Urbano della Mobilità della Provincia di Catania, Piano Territoriale Paesistico degli Ambiti 3 e 5 della Provincia di Palermo. Ha progettato il Sistema Informativo Territoriale Regionale e il Sistema Informativo Regionale Ambientale della Regione Siciliana. Tra le numerose pubblicazioni di libri ed articoli in riviste: Storia urbanistica della città di Corleone (1993), qualità urbana e sviluppo territoriale (2002), Pianificazione territoriale e urbanistica. Dalla conoscenza alla partecipazione (1996), Teorie della pianificazione. Questioni, paradigmi e progetto (2003).

Fotoritratto di Maurizio Carta fonte immagine: http://unipa.it


Uno dei testi più rappresentativi di Maurizio Carta che merita di essere approfondito ed analizzato è L’armatura culturale del territorio. Il patrimonio culturale come matrice di identità e strumento di sviluppo. Il tema centrale che ruota intorno a questo testo è rappresentato dal significato del valore territoriale del patrimonio culturale e dal concetto stesso di bene culturale, strumenti per la costruzione di uno sviluppo culturalmente fondato. Il patrimonio culturale, per Maurizio Carta, traduce in segni visibili il tempo, la durata, delle culture che si sono stratificate sul territorio ed offre alla riflessione un’immagine della perennità della civilizzazione. Per indagare il patrimonio culturale secondo un’indagine prettamente semiotica, si percepiscono tutti i fenomeni culturali come «fatti di comunicazione, per cui i singoli messaggi [i beni culturali] si organizzano e diventano

Copertina del libro armatura culturale del territorio. Il patrimonio culturale come matrice di identità e strumento di svilupp Franco Angeli edizioni, Milano, 2002 fonte immagini: www.francoangelieditore.it

comprensibili in riferimento a codici [l’armatura culturale]». In tal merito, anche la comprensione di un testo è un’operazione in cui autore e lettore si rincorrono in un rapporto regolato dai codici, che limitano la libertà incontrollata delle interpretazioni. Il patrimonio culturale è sempre più un allargamento di nozione, di significato, di ruolo e di funzioni.


Il patrimonio culturale territoriale nella sua accezione di portavalore di valori collettivi non può essere governato solo in maniera “espositiva”, solo attraverso pur valide elaborazioni museografiche, ma deve entrare con maggiore efficacia nel campo delle politiche di governo del territorio, assumendone le valenze sociali, economiche, occupazionali, etc... Affrontato attraverso un’ottica semiotica, semiotica il patrimonio culturale storico diventa oggetto della discussione e dei gesti che traducono le attitudini riguardo al passato che rappresentano. Il patrimonio culturale diventa il supporto dei significati di cui l’investono i suoi conservatori da una parte e i suoi fruitori dall’altra, ma sempre concordanti. Per poter interpretare il valore e le funzioni simboliche del patrimonio culturale si deve necessariamente fare un’analisi storica dei suoi contenuti (i beni culturali), perché essi dipendono dai processi sociali che li hanno prodotti. I beni culturali hanno assunto nella storia significati sempre più differenti, sottolineati in particolare dalle numerose carte e convenzioni sul tema del patrimonio culturale, dalla prima metà dell’Ottocento in su.

Il triangolo semiotico fonte: www.images.google.it


uno dei tanti schemi proposti dello sviluppo sostenibile fonte: www.images.google.it

Il territorio deve tornare ad essere non solo produttore di valori, ma anche loro comunicazione. La città ed il territorio appaiono come lo spazio nel quale si concretizzano, si solidificano e si sperimentano con maggiore evidenza le contraddizioni della modernità: teatro delle tante diversità e differenze, luogo dove la “molteplicità” raggiunge la medesima intensità. Nel rapporto tra città e territorio, svolge un ruolo essenziale la pianificazione del loro sviluppo sostenibile (per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che pone in primo piano l’individuazione delle specificità locali e punta a mantenere e valorizzare le differenze tra sistemi culturali ed ambientali, uno sviluppo che si traduce in una serie di azioni che valorizzano le identità delle culture e dei luoghi all’interno di un progetto complessivo per il territorio). Concludendo, possiamo affermare con certezza che il patrimonio culturale nel nostro territorio collettivo è un’espressione di civiltà, una testimonianza della storia di una comunità; al di là della materialità possiede un’immaterialità che permette ad una popolazione di identificarsi, riconoscersi o scoprirsi.


Mobilità e struttura urbana. Alcune riflessioni sulla pianificazione Maurizio Spina. Spina Il tema principale su cui si sofferma il testo è l’evoluzione storica Architetto, Ricercatore Universitario PhD in Pianifcazione Territoriale, è docente di materie di tecnica e pianificazione Urbanistica e progettazione. Attualmente componente del Dottorato in analisi, pianificazione e gestione integrate del Territorio. Da diversi anni ha orientato i propri studi sui temi della mobilità in relazione alla struttura urbana, in particolare sul rapporto fra estetica e città, del patrimonio culturale del verde. Ha pubblicato diversi libri, saggi ed articoli su riviste specializzate. del sistema dei trasporti. Nel corso della storia, l’umanità è passata da una condizione di staticità ad una dinamicità prorompente (con la nascita delle metropoli), e ciò ha portato alla necessità di trovare valide alternative al problema della mobilità. L’invenzione dei mezzi di trasporto meccanizzati, a partire dalla prima rivoluzione industriale della seconda metà del Settecento in su, ha cambiato letteralmente la vita ed accorciato le distanze tra i popoli, portando con sé alcune riflessioni importanti.In particolare, la nascita della ferrovia ha permesso non solo un miglioramento dei trasporti e della vita cittadina, ma anche lo sviluppo di nuove forme di attività commerciali ed industriali. Successivamente, però, con l’inserimento dell’automobile nella vita cittadina, sono nati nuovi problemi legati al traffico e al congestionamento stradale, con un conseguente peggioramento della salubrità della vita e dell’ambiente circostante. E’ solo con il rafforzamento del trasporto pubblico che si potrebbe trovare una via d’uscita a questa condizione degradante. Trovare, cioè, un’alternativa alla macchina, migliorando


condizione esistenziale. Tutt’oggi sono molti i problemi legati al traffico automobilistico,ma è con la pianificazione urbanistica che si potrebbe risolvere con criterio queste situazioni negative,anche con l’ausilio delle nuove tecnologie di monitoraggio e dell’aiuto dell'informatica. Trasporto pubblico e parcheggi. Esperienze di pianificazione urbanistica nella città contemporanea Uno dei maggiori problemi che da sempre si pone la nuova Urbanistica rispetto alla crescente evoluzione tecnologica e territoriale delle città e del territorio è il tema della mobilità. Sul tema della mobilità, si ritiene che l’Urbanistica debba occuparsi con più attenzione della necessità di imprimere una svolta rispetto a ciò che è sembrato inevitabile: l’inarrestabile inquinamento dei centri e delle periferie come contropartita Edificio - parcheggio in Auckland (USA) dell’affermarsi prima, e del dilagare fonte: http://images.google.it ed alla loro configurazione rispetto a schemi funzionali generali e complessi. Riguardo al tema dei parcheggi, invece, è fuor di dubbio che lo sviluppo tecnologico poi, dei veicoli a motore. Il problema dello stazionamento va ricompreso nella più ampia problematica dei “piani del traffico”, mediante la riprogrammazione della viabilità in relazione alle grandi infrastrutture di servizio, per arrivare in ultimo alla determinazione della localizzazione dei parcheggi meccanizzato abbia inciso in maniera decisiva sulla programmazione urbanistica. Il tema dei parcheggi si presenta come strettamente interconnesso con il problema urbano,


ed urbanistico, della polarizzazione dei punti nodali e del conseguente congestionamento degli stessi, che rende indispensabile una revisione del modo di intendere il “Piano generale del traffico”. Sul tema del trasporto pubblico, esso, nato oltre che come servizio in grado di consentire facilmente gli spostamenti di massa nelle città sempre più vaste e congestionate dalla limitazione delle mobilità, risponde oggi all’esigenza posta da un obiettivo di interesse pubblico come è quello della salvaguardia della qualità della vita e degli elementi costituenti e strutturanti dei centri urbani. Da una notevole riduzione del traffico all’interno dei centri urbani,

Filobus a Milano fonte: images.google.it

deriverebbe l’incremento non solo delle attività commerciali, ma di tutto quel complesso di attività più in generale economiche, che connotano e connoteranno le zone di decongestione. E’ opportuno far sì che i centri urbani possano tornare a “vivere”, estendendo la pedonalizzazione di tali parti di città, affidandosi a precise ipotesi strategiche. E’ necessario oggi, per gli innumerevoli problemi legati al traffico veicolare, un maggiore potenziamento del trasporto pubblico, in particolare quello a rotaie. L’aumento del traffico automobilistico si presenta tutt’oggi decisamente inarrestabile, ed è soltanto con il massimo potenziamento del sistema pubblico che si potrebbe riuscire a convincere il singolo automobilista ad abbandonare il proprio mezzo. Si noti, in particolare, che l’automobile è divenuta via via, da strumento indispensabile per la mobilità a oggetto “di moda”.


Da qui una congestione veicolare sempre più frequente delle strade, delle piazze, con conseguente domanda di parcheggi. Infatti la presenza dell’autoveicolo determina una necessaria domanda di spazi, sia per consentirne e agevolarne la circolazione, che per la sua sosta. Occorre definire il parcheggio come luogo in cui numerose vetture trovano una posizione per la loro sosta a tempo indeterminato ma non illimitato, su uno o più piani, all’aperto o al coperto. Bisogna inoltre presentare la più elementare delle tipologie, cioè quella dei parcheggi a raso (consistenti in uno sviluppo orizzontale a livello stradale delle aree di sosta). Una classificazione tipologica dei parcheggi comporta l’individuazione di diversità, relative a differenti principi, tra: parcheggi pubblici e privati, edifici per parcheggi collettivi e per parcheggi individuali, aree riservate alla sosta degli Parcheggio a raso autoveicoli fonte: http://images.google.it/) e impianti per loro rimessa, etc.. Dal punto di vista urbanistico, l’approccio metodologico ai trasporti e parcheggi può essere esteso alla maggior parte delle ricerche che riguardano la città ed il territorio, ma spesso definiscono un quadro per delle conoscenze che verificato in sito può consentire una soluzione “appropriata e compatibile” per l’oggetto di studio.


Edoardo Salzano Urbanista, laureato in ingegneria civile edile a Roma. Professore ordinario (in pensione) di urbanistica del Dipartimento di pianificazione dell’Università Iuav di Venezia, è stato presidente di corso di laurea e preside della facoltà di Pianificazione del territorio. Consulente di amministrazioni pubbliche per la pianificazione territoriale e urbanistica (a Giulianova, Grosseto, Duino Aurisina, Carpi, Imola, Lazio, EmiliaRomagna, Salerno, Foggia, Sesto Fiorentino). Pubblicista, ha scritto saggi e diretto pubblicazioni specializzate. Nasce a Napoli nel 1930, ha vissuto a lungo a Roma e dal 1975 abitato a Venezia. In entrambe le città è stato amministratore pubblico: consigliere comunale a Roma, consigliere e assessore comunale, e poi consigliere regionale, a Venezia e nel Veneto.

Fotoritratto di Edoardo Salzano fonte: http://http://www.eddyburg.it


Foto ricordo di una delle tante conferenze tenute da Edoardo Salzano (fonte: http://www.flickr.com/)

Edoardo Salzano, in Glossario e strumenti urbanistici, delinea le componenti fondamentali per una comprensione globale della città, del territorio e del ruolo primario della pianificazione territoriale. Per cominciare, ci domandiamo: cos’è il territorio? Per Salzano è la combinazione di risorsa fisica e “recipiente” . Oggi si parla del territorio urbanizzato come una realtà che comprende insieme le città e il territorio. Oggi, il territorio è abbandonato dalle attività è diventato il luogo delle discariche e degli oggetti ingombranti. Come uscire dalla crisi della città e del territorio? Diverse sono le strade indicate e tentate, gli strumenti proposti e praticati. Uno degli strumenti fondamentali che utilizzeremo è proprio quello della pianificazione.


La pianificazione territoriale e urbanistica, componente e metodo-guida di un’azione pubblica democratica di governo del territorio, appare oggi lo strumento capace di superare la crisi della città e del territorio. La pianificazione nasce come un insieme di regole, dettate dall’autorità pubblica, miranti a dare ordine alle trasformazioni della città e a fornire una cornice all’interno della quale potessero esplicarsi le attività degli operatori privati. Molti sono i soggetti impegnati nel governo della città e del territorio e nella pianificazioni. Uno soprattutto ci interessa: l’urbanista. La figura dell’urbanista nasce in Italia prevalentemente dalle facoltà di architettura. Ma la differenza tra l’urbanista e l’architetto si riscontra dai loro punti di vista differenti, dalle loro divergenze. L’architetto disegna la casa dell’uomo, l’urbanista la casa della società. Ne disegna la forma e ne organizza la gestione. L’urbanista è quell’operatore che si occupa di urbanistica. Domandiamoci allora che cos’è l’urbanistica? L’urbanistica ha a che fare con la città, ma più ampiamente con il territorio, L’urbanistica è una disciplina attiva: per l’urbanistica la descrizione, l’analisi, la rappresentazione non sono fine a se stesse, ma sono finalizzate all’intervento. Urbanistica ed architettura a confronto. (fonte: http://images.google.it/)


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