M2-CANTIERE- note impiego materiali

Page 1

ALCUNI ACCORGIMENTI RELATIVI AGLI INTERVENTI SUI MATERIALI


PIETRA CONSOLIDANTI I consolidanti spesso rappresentano una soluzione di ripiego: i distacchi e le cadute di materiale vengono ritardati, ma rischiano di interessare uno spessore maggiore. La crosta consolidata tende a separarsi dal materiale incoerente retrostante: quanto maggiore è l’efficacia e la penetrazione del consolidante, tanto maggiore rischia di essere il danno successivo. latte di calce (spenta o tipo Lafarge), blando, leggero, scilabature di protezione antispolvero silicato di etile (tipo OH Wacker-Shilling) che trasforma in selce la porzione superficiale delle malte e degli inerti acrilici e acrisiliconici reversibili, (Paraloid o Primal AC 33) non sono molto tenaci e tendono ad ingiallirsi o a scurirsi. In particolare il Paraloid ha controindicazioni per l’impiego all’aperto e il collante vinilico, se impiegato per iniezioni di consolidamento degli intonaci, non offre sufficienti garanzie di reversibilità e di durata. Cfr. pure NORMAL 20/85

PER INIEZIONI resine epossidiche a due componenti (tipo Starcement n. 4, fluido, per iniezioni e n. 3, più denso, da applicare a pennello, poco prima del getto, in funzione di aggrappante tra le murature esistenti e nuove strutture in conglomerato nonchè in funzione di barriera contro l’umidità e la trasmissione dei sali) per iniezioni di consolidamento in profondità delle murature e ovunque sia necessario garantire elevate caratteristiche meccaniche


PIETRA IMPERMEABILIZZAZIONI Bisogna valutare le esigenze di traspirazione. In quanto all’aspetto si va da: – idrorepellenti trasparenti (ad es. tipo 290L) ai – prodotti coprenti (come il Thoroseal). I prodotti per la protezione (idrorepellenti) possono essere: – Silossani (- pesanti) – Acrilsiliconici (medi, consigliati) – Siliconici (+ pesanti) SIGILLATURA GIUNTI – resina acrilica (se le fessure sono piccole) – Resina epossidica (se le fessure sono grandi) INTEGRAZIONE DI PARTI MANCANTI Per integrare parti mancanti si può usare malte pronte (tipo Mape Antique) ma mai per spessori superiori a 2 cm. malte a base di polvere di pietra, calce idraulica, resina acrilica (eventualmente inserendo perni in inox o resina). P.S. Attenzione: Resine acriliche (lattice acrilico AC33) per maltine usate per sigillature superficiali Resine epossidiche per riadesione di pezzi, non in superficie (ingiallisce)


FERRO Se le parti metalliche svolgono una funzione strutturale è necessario reintegrarle con sostituzioni, bloccaggi meccanici o saldature. INTERVENTO ANTIRUGGINE. I pezzi andranno trattati contro la ruggine sia prima che dopo l’esecuzione della saldatura. Per il trattamento successivo alle reintegrazioni conviene far ricorso a vernici antiruggine di buona qualità (a base di zinco o fosfato di zinco, in alternativa a quelle ordinarie, al minio) ai convertiruggine (tipo ferox) e alle finiture nel tradizionale colore grigio grafite; SALDATURE Le saldature non possono assolutamente effettuate su strutture sotto sforzo, sulle quali è da evitare qualunque tipo di riscaldamento eccedente la normale escursione termica. La struttura metallica si trasforma prima in un martinetto di straordinaria potenza, poi, alle temperature più elevate perde la propria rigidezza. Pertanto anche le saldature elettriche a punti sono da evitarsi su elementi sollecitati o in opera e su sistemi iperstatici. Inoltre saldature di notevole estensione possono produrre tensioni che giungono a curvare i profilati metallici saldati. Si dice infatti in in gergo che la saldatura “tira”, per indicare le tensioni indotte dal ritiro conseguente al raffredamento. Per questo è opportuno eseguire le saldature a piccoli tratti. IMBULLONATURE Per gli ancoraggi in questi casi si deve ricorrere alle imbullonature, praticando i fori a freddo mediante trapanatura e verificando la congruità della sezione residua mediante il calcolo delle sollecitazioni e delle strutture. In alternativa la parte può essere scaricata mediante martinetti durante la saldatura e il raffreddamento.


LEGNO CONTROLLO – analisi diretta (battere leggermente le travi con un martello, verificare le testate delle travi incassate agli appoggi, soprattutto il lato inferiore di appoggio che è accessibile solo previa puntellatura, accurato esame della disposizione dei nodi, delle fibre delle venature, per individuare i punti di minore resistenza). – prove soniche – prove di carico con flessimetro Liberare le testate è comunque utile non solo per la verifica ma anche per la successiva conservazione, per lasciar respirare il legno sulla superficie di taglio della fibra. Da considerare che il legno lavorato all’ascia, avendo una superficie battuta più compatta si conserva meglio di quello segato. RIMOZIONE VERNICI E ALTERAZIONI Per rimuovere gli eventuali strati di vernici degradate: – meccanicamente, – con sverniciatore chimico (poco consigliato) – ad aria calda; – da evitare l’uso della fiamma Per rimuovere le eventuali alterazioni o corrosioni superficiali è indicata la semplice sabbiatura ad aria (predisponendo soluzioni ai problemi generati dalla polvere) DISINFESTAZIONI DAI PARASSITI (anche mediante gas) applicando infine prodotti antitarlo e ignifuganti (tipo Xirein e Pyromors) e protettivi (turapori, flatting o vernici)


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.