RASSEGNA STAMPA DEL 14 MARZO 2021

Page 1

3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-22 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-22 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-MAR-2021 Estratto da pag. 6 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-MAR-2021 Estratto da pag. 58 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-MAR-2021 Estratto da pag. 58 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-MAR-2021 Estratto da pag. 58 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-MAR-2021 Estratto da pag. 58 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 48 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 26 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 26 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

14-MAR-2021 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


TRA I DUE FIUMI

6 la Settimana

DOMENICA 14 MARZO 2021

Un rodigino «Alfiere della Repubblica» I

Brizzolari ospite di Radio Kolbe nel 2019

Il diciottenne Niccolò Brizzolari è stato insignito dal presidente Mattarella per il suo impegno ambientale e verso le persone anziane Ha realizzato un audiolibro

l presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella mattinata di giovedì 11 marzo ha nominato 28 nuovi Alfieri della Repubblica che si sono contraddistinti nel nell’anno 2020 per iniziative a livello sociale e senso civico. Fra questi moltissimi giovani, di cui quattro veneti e soprattutto un ragazzo polesano, si tratta di Niccolò Brizzolari. Brizzolari frequenta il quinto anno al Liceo Scientifico “Paleocapa” di Rovigo e si è contraddistinto per il suo importante impegno verso l’ambiente e le questioni sociali. Fondatore dei “Fridays for Future” del capoluogo polesano si è sempre battutto per una migliore etica ambientale ed è riuscito a coinvolgere sul tema tantissimi altri giovani della provincia. Ma non è l’unico importante segno che Niccolò ha lasciato finora, infatti proprio nell’anno della pandemia non si è

perso d’animo e oltre a chiedere al Comune di Rovigo di approvare una dichiarazione di emergenza climatica, ha realizzato un audiolibro, completamente da solo, del bellissimo romanzo di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila. L’autonoma produzione è stata messa a disposizione di tutte quelle persone che non possono leggere da sole per motivi invalidanti. Brizzolari non è l’unico veneto ad essere stato premiato, gli altri tre giovani sono: Antonio Maria Granieri di Vigonza in provincia di Padova, Francis Fernando Chkrawarthige Praveen di Pove del Grappa in provincia di Vicenza e Mattia Piccoli di Concordia Sagittaria in provincia di Venezia. Brizzolari è stato ospite di Radio Kolbe Rovigo nel settembre del 2019, intervistato nel programma Radio Volontariato condotto da Francesco Casoni. In

quell’occasione alla domanda «Come arrivare agli adulti con il tema ambientale?» Niccolò rispose: «Bisogna raggiungerli in maniera diversa rispetto ai giovani, utilizzare i giornali o le televisioni, mezzi che entrano nelle loro case più comodamente rispetto ai social. Ma il problema non è fare arrivare loro il messaggio, è farglielo capire». Si sono congratulati con Niccolò Brizzolari per questo importante riconoscimento anche il governatore del Veneto Luca Zaia e il Sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo che ha espresso in un comunicato la sua gioia: «Siamo orgogliosi di avere giovani di grandi valori come Niccolò, un esempio per tutta la comunità. Esprimo vive congratulazioni per questo riconoscimento che rende onore a tutta la città». (T.P.)

Il presidente Mattarella (Agensir)

Tre catechisti della parrocchia di San Bortolo hanno condiviso la loro esperienza: l’incontro con i ragazzi nel cammino verso i sacramenti, attraverso nuove modalità

«La catechesi ora è una scelta consapevole» DI THOMAS

Q

PAPARELLA

ualche settimana fa abbiamo pubblicato nel settimanale quelli che da quasi un anno sono diventati i punti fermi del catechismo diocesano, affinché nelle diverse parrocchie si possa continuare a svolgere in piena sicurezza senza dover fermare il cammino verso i Sacramenti. Il vero motore di questo “nuovo” anno, ma probabilmente di sempre, sono naturalmente i catechisti che volontariamente si occupano della formazione religiosa e spirituale dei ragazzi, ritagliandosi del tempo tra lavoro e famiglia. A parlarci di queste nuove modalità sono in particolare tre catechisti della parrocchia di San Bartolomeo a Rovigo. La prima è Luisa Saltarin che segue i ragazzi nel percorso verso la Cresima: «Inizialmente la nuova modalità può averci un po’ spiazzati ma a lungo andare sta dando buoni frutti. Io in particolare dovevo seguire trenta ragazzi da portare alla Cresima; abbiamo deciso di dividerli in tre gruppi da dieci in modo da poterci vedere in presenza e in massima sicurezza. Ha iniziato un gruppo prima di Natale con cinque incontri, poi un secondo che sta lavorando in questo periodo e quindi un terzo dopo Pasqua». Ma cosa può provocare nei ragazzi e nei catechisti questa nuova modalita? «A dire il vero - prosegue Luisa Saltarin - i ragazzi si sono mostrati disponibili e attenti. Essere un numero ristretto li aiuta a confrontarsi e condividere di più. Inoltre i cinque incontri, che potrebbero sembrare pochi, li fa essere più responsabili nel rispettare questo impegno». Ilaria Castaldelli insieme ad un’altra catechista si occupa della quinta elementare: «Nonostante la si-

La nuova prassi ha soddisfatto tutti gli educatori che hanno trovato maggiormente coinvolte anche le famiglie, e in futuro potrebbe essere riconfermata tuazione generale gli incontri stanno andando bene, anche grazie all’impegno di don Andrea Varliero e don Christian Malanchin. Abbiamo scoperto che lavorare in piccoli gruppi non aiuta solo noi catechisti ma anche i bambini ad es-

sere maggiormente predisposti al dialogo. Continuare in questa modalità può aiutarci anche una volta usciti dall’emergenza, sembra che grazie a ciò il catechismo diventi una scelta più consapevole». Infine Paolo Pomari segue i bambini della Comunione ed è dello stesso avviso : «Questo approccio ci aiuta a sviluppare meglio gli argomenti, e con pochi bambini per gruppo diventa più facile coinvolgerli con un rapporto più diretto. Non solo, questa forma ci aiuta a conoscere meglio anche i genitori. Forse la cosa più difficile è trattenere i bambini nel momento in cui un gruppo finisce i suoi incontri. Nonostante ciò è un’ottima strategia da studiare e confermare per i prossimi anni».

Appuntamento online giovedì 18 marzo con l’ex ministra del Welfare del governo Monti, in carica dal dicembre 2011 a febbraio 2013

L’ex ministra Elsa Fornero

INNOVAZIONE

Urban Digital Center alla «Digital Week» iovedì 18 Marzo dalle 10 G alle 13, lo Urban Digital Center - InnovationLab di Ro-

La divisione in gruppi sta dando vitalità alla catechesi

San Martino, in dialogo con Elsa Fornero

C

he cosa significa prendersi cura, curare, aver cura, curarsi di qualcuno o di qualcosa? Tutti questi termini fanno riferimento a una dimensione umana fondamentale che è quella della relazione. Prendersi cura significa riconoscere che esiste altro da me e, anzi, che c’è un altro davanti a me. Ma non basta. Significa anche riconoscere che quell’altro mi interpella, mi chiede qualcosa, magari implicitamente. Se io mi prendo cura è perché in qualche modo avverto che l’altra persona per me è un appello vivente che sollecita e muove la mia capacità di agire, di pensare, di vivere. Prendersi cura è avere un rapporto non dis-interessato, scoprire che tra me e gli altri c’è un interesse, c’è qualcosa. Io so che in realtà il mio successo in quanto persona passa attraverso la relazione. C’è un modo

di intendere il nostro compito nel mondo che lo vede come far sì che gli altri stiano bene, rendere il mondo migliore. Specialmente la malattia, la povertà, l’ignoranza, il disagio, il negativo della vita sono, anche senza bisogno di parole, un appello. Questo appello può provocare o la paura o la commozione; o il fuggire o l’accorrere. E questo fa la differenza tra le persone. Meglio: questo fa la differenza dentro ciascuno di noi. Davanti a chi sta male o fuggiamo o accorriamo. Non ci sono alternative umane. L’indifferenza è la riduzione dell’uomo allo stato vegetale. Allora l’esigenza sempre più urgente è quella di parlare della cura e vivere la cura. Non è optional. La capacità di prendersi cura è qualcosa che è alla radice di ogni atteggiamento positivo nei confronti della realtà. Per coloro che cercano di essere di-

scepoli di Gesù, la cura dovrebbe essere il segno distintivo della propria vita e delle proprie scelte. Prenderci cura gli uni degli altri. Non sappiamo realmente come siano stati gesti cura di Gesù. Non dovevano essere così evidenti perché molti li vedevano e non ci credevano. Forse più che eventi prodigiosi erano segni e appelli che Egli rivolgeva a ciascuno di noi per spingerci a creare il mondo nuovo, il mondo senza sofferenza. Il miracolo più grande e che tutti possiamo fare, è l’amore. Dopo l’ultimo incontro online con Paolo Curtaz, giovedì 18 marzo alle 21 sarà la volta di incontrare in videoconferenza l’ex ministra del Welfare Elsa Fornero con il tema “Il nuovo welfare post-pandemia”. Venerdì 26 marzo alle 18 toccherà invece al biblista padre Alberto Maggi. (R.S.)

vigo parteciperà alla quarta edizione della Milano Digital Week, manifestazione quest’anno completamente online - promossa dal Comune di Milano, che avrà come tema guida “Città equa e sostenibile”. Il Comune di Rovigo, in collaborazione con la direzione Ict e Agenda digitale della Regione del Veneto, partecipa con un incontro dal titolo: «Rovigo: una città fra Open Innovation, dati aperti e sostenibilità», in cui racconterà di come il rilancio di una città media inizi dalla creazione di un nuovo processo di innovazione urbana guidata dai dati aperti e dalla sostenibilità degli obiettivi dell’ ”Agenda 2030”, programma di azione sottoscritto dai paesi membri dell’Onu. Lo Urban Digital Center - InnovationLab e le 11 palestre digitali del progetto, presenti anche ad Adria e Villadose, vogliono essere una nuova rinascita per la città, le frazioni e i comuni in partnership. Alla base di questo processo si vuole porre sempre la massima attenzione nei confronti della sostenibilità sociale ed economica degli interventi pubblici per i cittadini e le imprese. L’approccio all’Open Innovation e l’innovazione sociale che guidano le attività dello Urban Digital Center sono la spinta per il rilancio ed è fondamentale cogliere l’importanza dei fondi strutturali europei nel processo di rigenerazione urbana, a partire dal digitale come driver abilitante. Lo Urban Digital Center è in perfetta sinergia con la Milano Digital Week, che vede nel tema le linee guida da seguire e su cui poggiare un confronto aperto ed inclusivo: l’equità è un fattore fondamentale per rigenerare un sistema globale che abbia un rapporto più armonico tra tutte le sue componenti. La sostenibilità è determinante in un momento storico in cui società e ambiente sono sempre più portate a collaborare, interagendo su molteplici fattori. (R.S.)


5

Corriere del Veneto Domenica 14 Marzo 2021

VE

Il virus

La nuova ondata

STOP ALLE LEZIONI

Coinvolti in Veneto 685 mila studenti, molte famiglie in difficoltà. Gli istituti prestano computer ai ragazzi

Elementari e medie, una classe su cinque non è pronta alla Dad VENEZIA Due giorni per attivare la didattica a distanza, con lo spettro che la rete scolastica non tenga, rendendo impossibile garantire lo svolgimento delle lezioni. Domani 685 mila studenti veneti tornano dietro un monitor: se per le superiori, che da novembre fanno i conti con la Dad, cambierà poco, per elementari, medie e scuole dell’infanzia si preannunciano giorni caotici visto che – fino ad oggi – sono sempre state in presenza (avevano sperimentato la Dad solo nella prima ondata). «Nessuna scuola del primo ciclo sa se lunedì (domani ndr) la rete scolastica riuscirà a supportare tutte le classi connesse – avverte Luigi Zennaro, vicepresidente regionale associazione presidi – la scorsa primavera i docenti si connettevano da casa loro mentre stavolta, almeno il primo giorno, lo faranno da scuola. Credo che molti istituti avranno problemi». Il timore è condiviso dai sindacati. «Un istituto su cinque tra elementari e medie rischia di partire a singhiozzo con difficoltà a garantire tutte le ore di lezione», prevede Rita Fusinato, segretaria regionale Anief. I numeri potrebbero essere maggiori, con quasi tutti gli istituti che potrebbero aver bisogno di alcuni giorni per entrare a regime. «Il mio istituto conta 5 elementari e 2 medie per un totale di 2.300 studenti e 300 insegnanti – spiega Federica Silvoni, preside dell’Ic Albignasego, Padova – il piano didattico è

L’intervista di Marco Bonet

pronto ma temo che la rete non tenga. L’altro timore, visto il poco preavviso, è che molte famiglie con figli piccoli non siano riuscite ad organizzarsi e non potranno affiancare i giovani studenti che quindi, nei primi giorni, potrebbero non connettersi alle lezioni». E sì che un grosso sforzo per adeguare gli istituti e dotarli di tutte le tecnologie è stato fatto. Il Veneto - terza regione più virtuosa - ha speso il 74% dei fondi Pon dedicati all’adeguamento strutturale e tecnologico delle scuole: circa 41 milioni di euro. «Come capacità organizzativa e strumentazione abbiamo fatto enormi passi avanti – sottolinea Carmela Palumbo, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale – sono stati acquistati computer per le famiglie che non ne avevano e sono state potenziate le connessioni. Per le Superiori, che già stanno

sperimentando la Dad, ci saranno meno disagi mentre qualche difficoltà in più ci sarà con le scuole del primo ciclo che sono in presenza da settembre ma stringeremo i denti. Fondamentale sarà non lasciare indietro nessuno: la preoccupazione è che con la Dad possa aumentare la dispersione scolastica. Bisogna evitare che alcuni ragazzi finiscano in zone d’ombra e si distacchino dall’attività didattica. Spero comunque che si possa al più presto rientrare in presenza». I presidi del primo ciclo stanno correndo per ridare in como-

dato d’uso i computer forniti durante la prima ondata. «La scorsa primavera avevamo fornito 50 computer – spiega Michela Manente, preside dell’Ic Giulio Cesare di Mestre – visti i tempi stretti per ora ne abbiamo fornito uno. Stiamo correndo per darli a tutte le famiglie». Anche le famiglie sono impegnate in una corsa contro il tempo: chi ha figli alle elementari e alle medie sta cercando qualcuno che li segua. «Ci devono dire chi seguirà i nostri figli mentre noi siamo a lavoro – denuncia infatti Davide Gueri-

Palumbo Siamo preoccupati dalla dispersione scolastica

«La chiusura delle scuole fallimento della politica»

Donazzan: clima esasperato, classi aperte fino a giugno «La Dad è il fallimento della politica, che ormai ha perso ogni credibilità e autorevolezza. Un anno dopo non siamo al punto di prima, siamo messi peggio: studenti, genitori e insegnanti sono sull’orlo di una crisi di nervi, il clima è esasperato». Perché? «I ragazzi non possono fare lezione in classe, ma neppure socializzare, fare sport, teatro, musica, volontariato. E se non si fa, si perde la voglia di fare risponde Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Fratelli d’Italia -. Anche per gli insegnanti sono giorni difficili, costretti come sono a continui cambi di direzione». Qual è la situazione dei contagi a scuola, in Veneto? «Dal 7 gennaio al 9 marzo, ultimo report disponibile, gli studenti positivi sono stati 2.851 su oltre 600 mila; i docenti 370 su 95 mila. Il 9 marzo gli studenti positivi erano 1.594, gli insegnanti 203. I numeri ci

dicono che la scuola è un luogo sicuro, dove le regole vengono rispettate». Perché la politica ha fallito? «È sempre stata in rincorsa, non ha mai avuto un vero piano per la scuola. Dopo un anno come si fa a parlare ancora di “emergenza”? Gli istituti sono stati chiusi a febbraio 2020; le linee guida per l’organizzazione degli spazi, così da evitare assembramenti nelle classi pollaio, sono arrivate a luglio. Il piano per i trasporti addirittura a dicembre e solo grazie al lavoro enorme svolto dalla Regione tra mille stop & go, come quello relativo al coinvolgimento dei prefetti». Non vede discontinuità tra il governo Draghi e il governo Conte? «Non nella confusione e nelle contraddizioni figlie della perenne contrapposizione tra “rigoristi” e “aperturisti”. Pensiamo solo all’ultimo episodio, l’introduzione del parametro dell’incidenza di 250 casi ogni

100 mila abitanti, subito smentito dall’uso dell’Rt come vera bussola per attribuire alle Regioni questo o quel colore...». Che rapporto ha col nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi? «Di reciproca stima, è una persona intelligente che a differenza di Azzolina si è subito messa all’ascolto dei territori. Ma è evidente che nell’esecutivo, dove la voce di chi fu all’opposizione e oggi è in maggioranza suona piuttosto flebile, c’è un ministro che conta più di tutti gli altri ed è quello della Salute, Speranza. Lui riferisce direttamente a Draghi, che l’ha voluto e confermato». Speranza dice che il suo faro sono gli scienziati. «La politica ha lasciato un vuoto che gli scienziati hanno colmato. Ma gli scienziati sono anche un alibi: dicono ciò che il ministro vuol sentirsi dire e poi il ministro si nasconde dietro di loro». Che orizzonte vede di qui a

Assessore regionale Elena Donazzan, Fratelli d’Italia

Pasqua? «Pessimo. In Italia l’8% dei bambini è escluso dalla Dad, sono dati del ministero; il 23% dei disabili ha visto peggiorare drammaticamente la sua situazione; assisteremo tra 2020 e 2021 ad un aumento della dispersione scolastica, che nel 2019 era già al 14,5%». La situazione in Veneto? «Conosciamo i problemi di copertura della Rete nelle zone

ni, portavoce del Comitato priorità alla scuola che raggruppa genitori e docenti – le più penalizzate sono le famiglie meno abbienti che non possono permettersi baby sitter, considerando che i sostegni previsti sono insufficienti. Organizzeremo proteste». Alcuni genitori si sono già mossi: oggi in piazza Ferretto a Mestre manifesteranno contro la Dad. Anche le Superiori hanno i loro problemi. «Abbiamo già consegnato 250 computer alle famiglie che non lo possedevano – spiega Michelangelo Lamonica, preside dell’IIS Vendramin Corner di Venezia – la sfida sarà coniugare la Dad al 100% (prima era al 50) con i laboratori e l’obbligo di garantire la presenza ad alunni disabili o con bisogni educativi speciali (difficoltà linguistiche o di apprendimento). Nelle nostre 4 sedi avremo ogni giorno circa 300 studenti in presenza. Ho poi molti docenti che mi stanno chiedendo permessi perché a loro volta hanno figli che frequentano le elementari e che devono seguire a casa. Purtroppo non posso concederli perché non riuscirei a garantire la didattica». La scuola si prepara all’ennesima rivoluzione. «È questo il problema. I presidi sono costretti a seguire direttive che cambiano in poco tempo: in questo modo riuscire ad offrire una didattica di buon livello è complicato», riflette Sandra Biolo, segretaria regionale Cisl scuola. Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA

montane, pedemontane e a bassa densità di popolazione come il Polesine. Poi ci sono i problemi economici, legati all’acquisto di computer e device, su cui siamo intervenuti con specifici contributi per le famiglie numerose. Quindi il tema, gigantesco, del disagio giovanile, che cresce, su cui stiamo lavorando con un progetto rafforzato dell’ordine degli psicologi: la professoressa Slepoj mi ha parlato di un aumento dei bambini in cura psicologica e psichiatrica, l’ordine dei farmacisti della crescita del consumo di psicofarmaci tra i minori. Non è forse “salute” anche questa? E non dimentichiamo le famiglie più fragili culturalmente, dove la barriera linguistica è aggravata dall’impossibilità di fare lezione in presenza». Lei è favorevole all’estensione dell’anno scolastico? «Penso sia doveroso un confronto con i sindacati sull’opportunità di tenere le scuole aperte almeno fino a fine giugno, non necessariamente come luogo di lezione ma anche di “recupero”: delle materie, delle amicizie, dello sport, dell’arte, della musica. Meglio che bambini e ragazzi stiano a scuola piuttosto che al campetto o ai giardinetti. O peggio ancora, di nuovo davanti al computer». © RIPRODUZIONE RISERVATA

● L’editoriale La porta girevole

SEGUE DALLA PRIMA

L’

amico che ha i sintomi, il collega che ha avuto il contatto, l’attesa del tampone rapido, e via così. Bisogna ancora resistere. È passato un anno, e torniamo in lockdown. Molte cose, però, sono cambiate. Non solo le fabbriche aperte, le chiese, le librerie (almeno quelle). Probabilmente è cambiato il numero di contagi, che oggi è più attendibile di un anno fa, anche se non sono mica crollati, a guardare le terapie intensive (che sono l’unico dato da controllare). E poi c’è speranza, a valutare i Paesi più avanti con i vaccini (che funzionano). E proprio perché è un sollievo quando a un familiare, a un amico, tocca una dose, è molto frustrante che l’Unione Europea sia più indietro di altri, ed è paradossale che in Veneto non li inoculiamo nemmeno tutti (per tacere del periodo in cui abbiamo pensato di poterli comprare prima del resto del mondo). Insomma, forse la malattia fa un poco meno paura, che è la cosa più importante. E forse non c’è più lo choc, i guanti in lattice, il disinfettare la spesa, buttare via i cartoni. Ma purtroppo non c’è neanche più l’energia, l’improvvisa reazione che abbiamo potuto avere dodici mesi fa. Veniamo e siamo dentro infiniti lutti, siamo travolti dai drammi quotidiani, per chi è stato colpito dalla malattia, nella salute e nell’economia, ma anche per tutti gli altri. E se in qualche modo abbiamo preso le misure al virus, se siamo ancora qui, siamo davvero sfiniti, fuori allenamento per la vita. È forse inevitabile ma davvero logorante questo continuo apri e chiudi, che pare di star dentro a quelle porte girevoli d’albergo, senza riuscire mai a uscire davvero. È soffocante questa impossibilità dei desideri, del superfluo, questa assenza di nuovi luoghi, nuove conoscenze, di nuove persone, solo mitigata dalla cementificazione di famiglie e amicizie, per chi è fortunato. Da un anno, siamo un poco prigionieri. Ci è andata così; sapere che ad altre generazioni è andata peggio è una certezza che non cambia le cose. Comunque, non abbiamo alternative a chiuderci per bene ancora una volta; speriamo davvero che sia l’ultimo periodo così brutto. Stavolta potrebbe davvero essere così. Giovanni Montanaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Domenica 14 Marzo 2021

DI PREVENZIONE Il quadro di Michela Nicolussi Moro

La vicenda ● Giovedì l’Aifa ha bloccato un lotto di vaccini AstraZeneca in seguito alla morte di un militare e di un poliziotto che avevano assunto l’antiCovid in Sicilia. Nel Veneto ne erano arrivate 20.500 dosi, 17.276 delle quali inoculate senza gravi effetti collaterali: solo sette persone hanno avuto febbre più alta, cefalea, dolori articolari e allergia, sintomi rientrati nel giro di qualche giorno. ● L’evento venerdì aveva indotto la cancellazione di migliaia di prenotazioni per la vaccinazione con AstraZeneca, ma ieri si è tornati alla normalità

VENEZIA Dopo la prima giornata

di panico successiva al ritiro di un lotto di vaccini AstraZeneca da parte dell’Agenzia italiana del Farmaco in seguito alla morte di un militare e di un poliziotto che avevano assunto l’anti-Covid in Sicilia, ora nel Veneto la situazione sembra tornare alla normalità. Se venerdì le Usl si sono viste annullare dal personale scolastico migliaia di prenotazioni per l’assunzione del siero dell’azienda anglo-svedese, ieri solo a Treviso mille aventi diritto non si sono presentati. E sono stati rimpiazzati. A Vicenza è saltata una decina di appuntamenti su 1900, a Venezia hanno ricevuto il siero 212 utenti sui 225 in lista, a Bassano sono state effettuate addirittura 60 vaccinazioni in più rispetto al giorno prima e a Padova l’Usl Euganea ha visto lievitare le prenotazioni da tremila a 5mila in 24 ore. In più l’Azienda ospedaliera, andata in supporto, ha immunizzato 300 persone ieri e altre 700 ne tratterà oggi. A Belluno nessun forfait, mentre l’Usl Scaligera aveva già fissato per oggi la prima data utile all’utilizzo di AstraZeneca. Vaccino che, spiegano dai Servizi di Igiene, va conservato tra 2 e 8 gradi per un massimo di sei mesi, a fronte dei -80 gradi richiesti da Pfizer Biontech (scade dopo sei mesi) e dai -25 di Moderna (data di scadenza sette mesi). «Ma quando se ne apre una fiala, anche se viene estratta la prima dose sulle dieci contenute, il siero di AstraZeneca può essere riposto in frigo e mantenuto per altre 48 ore — avverte Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti —. Quindi se anche succede che qualche dose non può essere inoculata subito a causa

Poche disdette. Solidarietà al medico minacciato dai no vax

Sotto la lente L’anti-Covid di AstraZeneca. Norvegia, Danimarca e Islanda lo hanno bloccato

VENEZIA Il bollettino regionale registra altri 2.166 casi di Covid-19 (per un totale di 353.376 dall’inizio dell’emergenza), e 17 vittime, per un triste computo di 10.099. Stabili a 1385 (-1) i ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia, mentre in Terapia intensiva salgono a 187 (-6). I guariti sono 308.861. L’ultimo monitoraggio del ministero della Salute con l’Istituto superiore di Sanità segnala per il Veneto un Rt (indice del contagio) di 1,28 e una classificazione del rischio «alta». Emergono nuovi 1747 focolai, soprattutto in ambito scolastico, un tasso di occupazione

L

a campagna di vaccinazione sta finalmente prendendo il via e, nei prossimi mesi, grazie alle dosi in arrivo e all’organizzazione che si spera prenderà forma omogeneamente su tutto il territorio nazionale, cominceremo a vederne i risultati. Per adesso, i dati ci dicono che i contagi tra il personale ospedaliero e all’interno delle Rsa sono crollati, dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’efficacia dei vaccini. Ci sono stati casi di positività anche a seguito del completamento del ciclo di vaccinazioni, ma nella larghissima maggioranza dei casi, i soggetti sono rimasti comunque asintomatici. Se dunque questi dati destano entusiasmo, le recenti notizie su AstraZeneca rischiano di metter in crisi non solo l’attuale campagna di vaccinazione ma anche, più in generale, la fiducia dei cittadini europei nei vaccini. Cosa sta accadendo? Prima di tutto i fatti: nel Regno Unito, dove sono state vaccinate oltre 23 milioni di persone,

dei letti in Terapia intensiva del 14%, contro una soglia massima del 30%, e dei posti letto in area medica del 17%, a fronte di un livello di guardia del 40%. La capacità di tracciamento scende di dieci punti, toccando l’82,4%, il che significa che i Servizi d’Igiene sono ora in grado di risalire a tale percentuale di contatti dei soggetti contagiati. L’incidenza,cioè il numero di tamponi positivi sul totale di quelli effettuati, è di 202 per 100mila abitanti in sette giorni, rispetto a una media nazionale di 251 per 100mila. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Europa ha ucciso trenta persone dopo l’assunzione di AstraZeneca. Tanti altri si sono attaccati al telefono per chiedere al proprio Servizio d’Igiene di poter essere immunizzati con Pfizer Biontech o Moderna. «Questo concetto va chiarito — dice Cinquetti — nessuno può scegliersi il vaccino. Ciascuno dei tre al momento disponibili (in attesa del monodose Janssen di Johnson&Johnson appena approvato da Ema e Aifa e in arrivo il mese prossimo, ndr) viene utilizzato secondo le direttive del Piano nazionale vaccini». I primi due sono stati riservati a sanitari, anziani con patologie, pazienti fragili, operatori e ospiti delle Rsa. AstraZeneca, in un primo momento indicato da 18 a 65 anni e poi autorizzato da Aifa anche sugli over 65 purché sani, al momento viene somministrato alle categorie essenziali, come personale scolastico e delle carceri, detenuti, militari, forze dell’ordine, impiegati comunali, farmacisti. Stamattina tutte le Usl terranno in contemporanea una conferenza stampa, ognuna in un proprio centro vaccinale sui 58 attivati dalla Regione, per spiegare a che punto è la campagna. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, a ieri sera il Veneto aveva utilizzato 503.233 delle 651.790 dosi ricevute, il 77,2%. E resta al quart’ultimo posto in Italia, con la Lombardia. Intanto a Michele Valente, presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza minacciato di morte dai no vax per aver esortato i camici bianchi ad assumere l’anti-Covid, arriva la solidarietà dai colleghi delle altre province. «Queste minacce, anche se vili e anonime, non devono essere sottovalutate in un momento estremamente difficile per il Paese — scrivono i presidenti degli Ordini —. I vaccini hanno salvato l’umanità in un recente passato e ci salveranno anche questa volta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Antonella Viola

Tuteliamo la salute ma anche la fiducia

Padovana di adozione Originaria di Taranto, si è laureata a Padova dove vive. È sposata ed è madre di due figli

di defezioni, non viene certo buttata via». La Regione ha fornito le tredici aziende sanitarie di una dotazione di frigoriferi ospedalieri in grado di accogliere un numero di dosi decisamente superiore alle 52mila circa in arrivo ogni settimana. Il lotto sequestrato conteneva 560mila dosi, 250mila delle quali destinate all’Italia, che ne ha sequestrato con i Nas il 10%, cioè quelle non ancora utilizzate. Al Veneto ne sono arrivate 20.500, 17.276 delle quali somministrate, ma senza gravi conseguenze. Eppure venerdì Usl, medici di famiglia e Pronto Soccorso sono stati presi d’assalto da migliaia di neovaccinati timorosi di essere a rischio trombosi, la patologia che in

Il bollettino

Fascia Viola

VE

I Servizi d’Igiene: «Anche se aperto, il farmaco di questa ditta può essere conservato per 48 ore. Non si butta via»

AstraZeneca, nellealtreUsl la psicosisistaattenuando «Mala gentenonpensi discegliersiil vaccino»

Altri 2166 casi e 17 vittime Nuovi 1747 focolai a scuola

3

ci sono stati 272 decessi a seguito (uso qui la parola «seguito» in senso temporale e non causale) della somministrazione del vaccino di Oxford. Questo dato, che può sembrare spaventoso, in realtà non lo è quando riflettiamo sui numeri: nelle campagne di vaccinazione di massa è normale che si verifichino decessi nelle persone vaccinate, così come si verificano nelle non vaccinate. Ed è quindi statisticamente possibile che le morti, che purtroppo sarebbero comunque avvenute, siano vicine da un punto di vista temporale alla somministrazione di un vaccino. Questi eventi sono sempre segnalati ad Ema e analizzati proprio per capire se c’è un legame causale con la vaccinazione e, finora, questo non è stato trovato. Accade però che in Austria ci siano 4 casi di eventi tromboembolici, di cui uno con esito fatale, tutti legati ad un lotto specifico di AstraZeneca. Questa cosa desta sospetto perché eventi come questi non sono segnalati tra gli effetti collaterali del vaccino e purtroppo non

abbiamo dati a disposizione derivanti dal trial clinico. Anche in Danimarca si ha una morte per trombosi che potrebbe essere associata alla vaccinazione. In Italia, come sappiamo, ci sono tre morti sospette, di cui due legate ad uno stesso lotto (ABV2856), diverso da quello austriaco. Da qui la giusta decisione di fermarsi e analizzare cosa sta accadendo. In Europa ci sono stati una trentina di casi di trombosi in soggetti vaccinati con questo prodotto, numeri molto piccoli e quindi non diversi da quelli che si hanno nella popolazione non vaccinata. Non è quindi probabile che il vaccino di per sé possa essere la causa degli eventi tromboembolici ma bisogna escludere che ci siano dei problemi legati a specifici lotti di produzione. Il vaccino di AstraZeneca è infatti prodotto in diversi paesi, e ciò potrebbe rendere i vari lotti non identici tra loro. Da qui la decisione di molti paesi europei di sospendere le vaccinazioni, una misura per dimostrare cautela e attenzione alla popolazione. Da noi si è scelto di ritirare solo il lotto incriminato (ma, attenzione, non condannato),

La gente si sarebbe sentita maggiorme nte rassicurata da una brevissima sospensione di AstraZenec a, poi forse avrebbe aderito più volentieri alla campagna

decisione che, se pur condivisibile dal punto di vista scientifico, risulta strategicamente discutibile, perché la popolazione forse si sarebbe sentita maggiormente rassicurata da una brevissima sospensione e avrebbe poi aderito più volentieri alla campagna. La cautela e la trasparenza sono, mai come in questo momento, essenziali: bisogna tutelare non solo la salute ma anche la fiducia dei cittadini. E, purtroppo, alcune scelte non sono andate in questa direzione. Il vaccino di AstraZeneca causa effetti collaterali non gravi nella maggior parte delle persone vaccinate, tra cui febbre e dolori. In alcune di queste, la febbre può essere anche molto alta, sfiorando i 40 gradi. Anche per queste ragioni il vaccino di AstraZeneca dovrebbe essere destinato solo a persone in salute, in grado di reggere i frequenti effetti collaterali senza conseguenze. Si spera che si possa al più presto tornare su queste scelte e, ora che i vaccini cominciano davvero ad arrivare, che si coinvolgano i medici nella scelta del vaccino migliore per i pazienti sulla base di rischio, età e patologie pregresse. © RIPRODUZIONE RISERVATA


6

DOMENICA 14 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: la pandemia nel Bellunese

Accesso libero ai vaccini con code e lunghe attese Ambulanze nell’ingorgo I quattro drive-in hanno accolto 1.500 persone nate nel 1938 e nel ’39 La preparazione delle dosi Pfizer è delicata: ritardi di fornitura alle postazioni Paola Dall’Anese / BELLUNO

Millecinquecento anziani nati tra il 1939 e 1938 sono stati ieri vaccinati tra Belluno, Feltre, Tai e Agordo. Ma non sono mancati i disagi. A Belluno traffico in tilt e code lunghissime ieri dopo le 10 hanno interessato tutto viale Europa fino a superare il ponte degli Alpini. Problemi si sono registrati anche per le ambulanze in rientro al Pronto soccorso che hanno faticato non poco a raggiungere il reparto dell’emergenza. È scoppiato il caos ieri mattina a Belluno per la fila di auto formata perlopiù da anziani over 80 che si recavano al drive-in per la vaccinazione contro il Covid. A sbloccare il vero e proprio ingorgo creatosi in uno degli snodi principali della città sono arrivati polizia, carabinieri e polizia locale. Alcuni mezzi delle forze dell’ordine si sono fermate sulla rotatoria davanti al San Martino, mentre altre hanno proseguito all’interno dell’area ospedaliera per controllare cosa succedeva. Gli agenti della questura insieme con i militari dell’Arma hanno provveduto subito, quindi, a organizzare la viabilità smistando da una parte i mezzi diretti all’ospedale e dall’altra quelli che invece avevano un’altra meta. Sui marciapiedi molti i passanti che si sono fermati a guardare stupiti il lungo biscione di auto, camion, corriere, pullman bloccati sulla strada. Tutti a chiedersi cosa fosse successo. All’interno dell’area ospedaliera, invece, alcuni agenti

il calendario

Oggi la profilassi su appuntamento per i nati nel 1940 L’accesso libero degli utenti ai Covid point tamponi e ai drive-in vaccinali non si farà più. Parola del direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss, Sandro Cinquetti. Quanto accaduto ieri con le code, le lunghe attese per gli utenti ha dimostrato che questa modalità non va bene. Troppi i disagi che si sono registrati. «Abbiamo cercato di accelerare la vaccinazione degli anziani, soprattutto degli over 80, e l’accesso libero, con la chiamata da parte del Cup oltre che tramite lettera, non si è dimostrata idonea per questo scopo». E allora come si organizzerà l’azienda sanitaria? «Oggi ci sarà l’immunizzazione dei nati nel 1940 che verranno però su appuntamento, perché a loro, ancora qualche settimana fa, sono state recapitate le lettere di invito. Per quanto riguarda poi la campagna di profilassi per i nati dal 1937 in giù», sottolinea Cinquetti, «che sono circa la metà del totale degli over 80 verranno contattati dal Centro unico di prenotazione nei prossimi giorni fino al 22 marzo e in quel caso saranno assegnati i giorni, l’orario e la sede della vaccinazione. Poi per tutti gli altri entreranno in funzione anche i medici di medicina generale».

della polizia locale hanno aiutato i volontari della Protezione civile a rendere più fluido il traffico delle auto che andavano e venivano dai gazebi vaccinali. I DISAGI PER GLI ANZIANI

I disagi non sono mancati neppure per gli anziani nati tra il 1939 e 1938 che erano fermi in coda dentro l’area ospedaliera attendendo di vaccinarsi. Oltre due ore il tempo di attesa per farsi somministrare il siero Pfizer. E non sono mancate le proteste e gli sfoghi di insofferenza. L’Ulss aveva infatti previsto due momenti per l’immunizzazione: dalle 10 alle 12 e dalle 13.30 alle 16,30. Ma sono state le ore del mattino quelle a catalizzare la maggiore presenza dei vaccinandi. Problemi sono stati registrati anche nelle altre tre sedi vaccinali individuate dall’azienda sanitaria. A Feltre, Tai di Cadore e Agordo, le code di anziani si sono formate nell’attesa dell’arrivo del vaccino che è stato preparato per l’occasione all’interno della Farmacia del San Martino e poi distribuito in provincia. L’ULSS

A verificare la situazione ieri mattina all’ospedale del capoluogo c’erano la direttrice generale Maria Grazia Carraro e il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti che si sono subito attivati per trovare la soluzione agli intasamenti. «L’accesso diretto, utilizzato a fianco delle prenotazioni per

Molte le proteste da parte degli anziani incolonnati in auto Ma prevale il realismo: «Se è per riceverlo vale bene una attesa»

«L’Ulss doveva fare i conti meglio si fanno solo pochi metri all’ora» LE TESTIMONIANZE

on sono mancate le proteste tra gli over 80 che ieri hanno atteso per ore in coda di ricevere il vaccino. «È uno schifo», ha detto arrabbiato Giancarlo che è arrivato da Ponte nelle Alpi insieme alla moglie Mariella, entrambi

N

pronti per la vaccinazione. «L’Ulss doveva fare i conti meglio, non è possibile questa coda e queste attese. Credo che abbia ragione Zaia che ha assunto degli ingegneri gestionali per gestire meglio queste situazioni», dicono i due coniugi che poi puntano il dito contro l’auto che li precede: «E poi c’è qualcuno che fa il furbetto e passa avanti agli altri. Siamo

tutti qui in fila che aspettiamo». Infastidito anche Osvaldo Costan Biedo, accompagnato dalla moglie Gabriella. «Sono qui disteso perché ho bisogno di riposare. Dite a chi di dovere che non si fa così. Siamo di Belluno e siamo partiti alle 9,30 per essere qui alle 10 puntuali come ci avevano detto, ma dopo un’ora abbiamo fatto

velocizzare i tempi di conclusione della campagna vaccinale per gli over 80, ha comportato difficoltà nella gestione della viabilità soprattutto in mattinata per l’alto numero di persone che si sono presentate già all’apertura delle sedute vaccinali. Inoltre, la peculiarità dell’allestimento del vaccino Pfizer, che deve essere allestito in Farmacia per la corretta diluizione, sicurezza e catena del freddo, ha comportato dei rallentamenti nell’operatività risolti nella tarda mattinata a Belluno e nel primo pomeriggio a Feltre», precisano la dg e Cinquetti che si scusano per i disagi patiti dagli utenti. Per rispondere ai disagi l’Ulss ha potenziato le linee vaccinali, in particolare a Belluno e a Feltre, e ha utilizzato anche il vaccino Moderna, che non necessita di diluizioni, per velocizzare le operazioni di allestimento delle dosi. «Abbiamo messo in campo tra 60 e 80 operatori nelle diverse fasce giornaliere supportati dalla Protezione civile». Fin dall’alba il personale potenziato della Farmacia ospedaliera è stato al lavoro per preparare le dosi di vaccino Pfizer che richiede procedure precise per riuscire ad ottenere le sette dosi da ciascuna fiala. E questo ha rallentato la disponibilità di siero causando i ritardi di fornitura nei vari drive in. L’Ulss ha anche chiesto alla Protezione civile di allestire un centinaio di sedie per cercare di allestire una terza linea vaccinale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

solo qualche centinaia di metri. Se tutto va bene andremo a casa alle 13». «Speriamo di fare il vaccino entro mezzogiorno, perché poi arriva il secondo turno dalle 13,30», dicono Sergio De Cian e Angela Sponga, lui del 1938 e lei del 1939. «È una coda impegnativa, ma piuttosto di non farlo, è meglio aspettare un po’», dicono i due coniugi che sono arrivati all’ospedale di Belluno alle 9,45 e alle 11 sono arrivati all’altezza del Pronto soccorso. Qualcuno esce anche dall’auto per chiedere informazioni al personale della Protezione civile presente e lamentandosi della lunga attesa, ma il volontario non può far altro che allargare le braccia. «Aspettiamo, cosa si deve fa-

feltre

Disagi nel pomeriggio per attendere l’iniezione FELTRE

I problemi all’ospedale di Feltre si sono registrati soprattutto nel pomeriggio quando le vaccinazioni si sono interrotte per attendere l’arrivo da Belluno delle siringhe col siero Pfizer. Non sono mancati moti di insofferenza per l’attesa prolun-

OSVALDO COSTAN BIEDO UNO DEGLI OVER 80 CHE IERI SI È VACCINATO AL DRIVE IN DI BELLUNO

«Mi sono dovuti distendere in auto perché sono stanco. Dite pure a chi decide che non si fa così Organizzati male»

gata: c’è chi ha aspettato quasi tre ore. Un’attesa che ha coinvolto sia l’anziano autonomo e automunito che quello accompagnato da parenti. Ad un certo punto qualcuno ha detto che era finito il vaccino. «C’è stata qualche lieve interruzione dovuta al fatto che il vaccino deve poter arrivare a destinazione, nel nostro caso a

re», dicono Remo Fontana e Annamaria Sommacal, marito e moglie del 1939 di Ponte nelle Alpi. Uno ha ricevuto la chiamata del Cup mentre l’altra la lettera. «Almeno ci togliamo il pensiero». In coda anche chi deve fare il tampone. Un anziano accompagnato dal figlio ci parla, il volto sofferente. Non sta bene, è uscito di casa pensando di sbrigarsi in poco tempo, ma la coda davanti a lui lascia presagire che la possibilità di fare presto è svanita. «Devo fare il tampone», ci racconta, «aspettiamo in coda da due ore e io sono qua con il catetere». E a chi gli dice che forse doveva andare al Covid point di Paludi risponde: «Mi hanno detto di venire qua». — PDA © RIPRODUZIONE RISERVATA


16

REGIONE

DOMENICA 14 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Il Pd: «Patto per il Veneto digitale e green» Possamai: le priorità del Recovery Plan vanno concordate con le categorie economiche, i sindacati e le associazioni

Albino Salmaso / PADOVA

I 25 miliardi che la giunta Zaia ha prenotato dal Recovery Plan, con la delibera di giunta del novembre scorso, non arriveranno mai in Veneto. Dopo tre mesi di dibattito, anche la Lega lo ha ammesso e martedì in consiglio regionale si avvierà il confronto per approvare un documento da inviare al premier Draghi e al ministro dell’Economia Franco con cui ribadire che le regioni non possono essere escluse della gestione del Recovery Plan. Si tratta quindi di scegliere le priorità e ieri il Pd ha scoperto le carte, con un preambolo del capogruppo Giacomo Possamai: «Il Prrr della giunta Zaia è inapplicabile in larga parte perché non segue le direttrici fissate dall’Europa. Vanno quindi lanciate delle proposte su tre grandi linee: rivoluzione digitale, transizione ecologica dell’economia green e sviluppo inclusivo. Se il Veneto saprà inserirsi in questi tre sentieri riuscirà ad ottenere le risorse Ue». Quanto al metodo, più che una delibera di giunta, Possamai indica un patto per il 2030 da costruire con le categorie economiche, i sindacati, i 4 atenei, il terzo settore, le ca-

mere di commercio e anche le banche. L’Emilia l’ha fatto nel 2015, ha costruito un percorso con le categorie e l’università e ora anche il Veneto si deve infilare nella programmazione nazionale». Se Zaia pensa di ottenere una fetta di quei 200 miliardi del Recovery e poi gestirla in autonomia ha fatto male i conti. Da dove partire? La scommessa green più importante è la fine del carbone entro il 2050 e Marghera può diventare uno degli hub europei per la produzione dell’idrogeno con l’elettrolisi. Ci pense-

Martedì se ne parla in consiglio regionale L’obiettivo: approvare un dossier bipartisan Il gruppo dei consiglieri regionali del Pd: martedì si parla del Recovery Plan

rà l’Eni con la riconversione del Petrolchimico? Per dare ordine alle priorità i consiglieri regionali Pd delle 155 schede pari a 25 miliardi salvano quelle relative al dissesto idrogeologico, che prevede interventi per 3 miliardi nelle valli bellunesi e anche sul litorale adriatico, sempre più devastato dalle bombe d’acqua. «Va completata la rete delle va-

sche di laminazione del piano D’Alpaos per salvare il Veneto dalle alluvioni e dare impulso all’agricoltura», ha ricordato Francesca Zottis. I conti si fanno con la realtà, i progetti sulle vasche del Piave richiedono almeno 10-15 anni per essere completati e quindi non rientrano nel Recovery o Pnrr. L’altra sfida da vincere riguarda il metrò di superficie. Il

vecchio Sfmr è sparito dall’orbita di Zaia, restano le linee regionali da elettrificare con Rfi, senza cedere però alla suggestione del treno delle Dolomiti che è ancora nel grembo di Giove: ci vuole un miliardo. Vanessa Camani ha ribadito che per la digitalizzazione due sono le priorità: la scuola e la pubblica amministrazione. «La dad ha gettato nel panico le famiglie e

allargato il baratro delle diseguaglianze. Ciò che serve, al contrario, è un grande progetto di innovazione digitale in cui le famiglie con i figli a casa abbiano una possibilità in più e non una penalizzazione». E siamo alla sanità, con Anna Maria Bigon che ha lanciato delle proposte concrete: «Nel Prrr la giunta Zaia ha indicato investimenti per 3,8 mi-

liardi, talvolta sono il bis delle schede ospedaliere. Si tratta invece di cambiare completamente la tipologia degli ospedali, bisogna ristrutturarli in base ai comfort moderni, realizzando camere singole che permettano l’isolamento e la riduzione dei rischi da infezione, come dimostra la pandemia». E l’ospedale di Padova? S’ha fa dare. Con i fondi Ue o con quelli della regione perché resta la priorità assoluta. Per Andrea Zanoni, presidente della Quarta commissione, «il Veneto ha potenzialità inimmaginabili non sfruttate, soprattutto nel fotovoltaico. Potremmo diventare la Silicon Valley d’Europa con le aziende che hanno fornito la tecnologia per satelliti di Nasa e Esa, ottenendo così due obiettivi in un colpo solo. Grande attenzione anche all’acqua: in Veneto abbiamo 2891 siti inquinati censiti da Arpav con costi elevatissimi per chi preleva acqua di qualità in profondità». Martedì questi temi sbarcheranno a palazzo Ferro Fini: il Pd punta a far approvare la sua risoluzione per unificare le richieste da presentare al governo Draghi: a Venezia vincerà l’asse di governo nazionale? © RIPRODUZIONE RISERVATA

paura sul monte grappa

ANCHE QUEST’ANNO PUOI AVERE GLI INCENTIVI SUL TUO INVESTIMENTO PUBBLICITARIO DA PARTE DELLO STATO. RICORDATI PERÒ CHE LA PRENOTAZIONE HA UNA SCADENZA.

BONUS FINO AL 50% E AL 75% SULL’INVESTIMENTO ANNO 2021 Manca davvero poco tempo! Le aziende che acquisteranno pubblicità su quotidiani e periodici - anche in formato digitale – potranno avere fino al 50% di detrazione grazie alle agevolazioni del Decreto Rilancio da calcolarsi sull’intero investimento fatto durante tutto il 2021. Mentre se investiranno su emittenti radio e tv locali potranno arrivare addirittura al

75%, ma solo sulla parte incrementale e a condizione che l’investimento sia superiore almeno dell’1% rispetto all’anno precedente. Il contributo statale in forma di credito d’imposta però va prenotato entro e non oltre il 31 marzo 2021. Se vuoi saperne di più, contattaci. Ti aiuteremo a trasformare questa scadenza in una opportunità per il tuo business.

Informati subito: la tua filiale di zona ti aspetta. alista@agenti.manzoni.it

A 4 anni precipita in un pozzo di una galleria del 1915-18 Marta Artico / BORSO

Scivola in un buco profondo quindici metri all’interno di una galleria della Grande Guerra, bimba salva per miracolo. L’incidente ieri pomeriggio attorno alle 16.45 sul Monte Grappa nel comune di Borso. La piccola, A.G, era in gita assieme ai genitori, quando incidentalmente – forse per via della scarsa visibilità – è scivolata, precipitando per quindici metri all’interno di un crepaccio di un metro e mezzo per ottanta centimetri. Sono stati attimi di terrore, con l’incubo di non uscire più da quella “fossa” di roccia. I genitori, non appena si sono resi conto di cos’era accaduto e che la bimba era precipitata nella forra, hanno subito dato l’allarme. Da Treviso si è alzato l’elicottero del Suem. Sul velivolo il tecnico guida alpinista, un medico e un infermiere. Non appena arrivati, i sanitari si sono recati a Crespano, a prendere altri tre operatori del soccorso alpino. Subito dopo sono arrivati gli operatori specializzati dei vigili del fuoco e i carabinieri. Un lavoro di squadra per tirarla fuori dal cunicolo nel più breve tempo possibile, mentre i genitori speravano con tutte le forze che la figlioletta fosse viva. Il tecni-

Il salvataggio della bimba di 4 anni in una grotta del Grappa

co di Treviso emergenza ha calato una corda, ed è riuscito a recuperare la piccola, cheera viva, anche se semi-cosciente per via dello shock e del freddo. All’interno della cavità, che si trovava in fondo a una galleria di cinquanta metri, ci passava, infatti una persona sola, essendo la grotta molto stretta, un metro e mezzo d’altezza per ottanta centimetri all’incirca. Alla bambina sono state prestate le prime cure, è stata stabilizzata e successivamente elitrasportata in ospedale a Treviso. Ha esco-

riazioni sul corpo, soprattutto sul mento, e botte. Probabilmente la piccola è rimbalzata sulla parete, e non è caduta a piombo per tutta la profondità del cunicolo, per questo si è miracolosamente salvata. Quando è arrivata era in uno stato di semi coscienza dovuta al freddo e allo shock del volo di quindici metri, ma non sarebbe in pericolo di vita. I medici stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso, vista l’entità della caduta, prima di sciogliere la prognosi. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


PROVINCIA

DOMENICA 14 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

borgo valbelluna

Crac ex Acc, nessun risarcimento per il buco da 450 milioni di euro Il tribunale civile rigetta le richieste dell’amministrazione straordinaria. La beffa: 460mila euro di spese BORGO VALBELLUNA

Negli ambienti istituzionali e sindacali, salgono l’indignazione e lo stupore per la nuova sentenza del tribunale civile di Milano che, a metà febbraio, ha “assolto” l’ex ad Luca Amedeo Ramella e gli altri ammini-

I sindacati delusi «Il governo risarcisca tutti i lavoratori con il piano Italcomp» stratori di Acc Compressors da ogni responsabilità nel crac dell’azienda bellunese, rigettando le domande risarcitorie avanzate dall’amministrazione straordinaria dell’Acc. Anzi, sarà proprio l’amministrazione straordinaria a pagare le spese legali di 404 mila euro a cui si aggiungeranno anche i 56 mila della perizia. Il procedimento si era aperto nel 2014 e Regione Veneto e sindacati avevano affiancato il commissario Maurizio Castro

nella battaglia giudiziaria contro chi aveva gestito lo stabilimento di Mel e le altre realtà produttive di Acc (in Austria, Spagna, Cina) fra il 2003 e il 2013, portando la società a un clamoroso dissesto. Un buco da 450 milioni di euro (pari a tutte le risorse destinate alla ricostruzione del Vajont, con i cui fondi fu edificato anche il sito attuale di Borgo Valbelluna), circa 1.500 posti di lavoro perduti, la leadership mondiale nel settore dei compressori dissipata. Il commissario Castro, con l’autorizzazione del ministero dello Sviluppo Economico, aveva citato in giudizio il management dei fondi speculativi autori dell’insolvenza, sia in sede penale e sia in sede civile. Al centro delle denunce la super-valutazione per 27 milioni del marchio Acc poi rapidamente azzerata, le parcelle per oltre 11,5 milioni di euro pagate dall’ad di Acc alla società di consulenza a capo della quale era egli stesso. In sede penale, nonostante i periti nominati dalla stessa Procura di

val di zoldo

Lavoratori di Acc in entrata nello stabilimento per il loro turno di lavoro

Pordenone avessero certificato la sussistenza di gravi condotte di bancarotta fraudolenta, e nonostante la Procura Generale presso la Corte d’Appello fosse intervenuta per chiedere l’imputazione coattiva degli amministratori di Acc, si arrivò nel 2019 all’assoluzione. Restava in piedi il processo civile a Milano che di fatto ha

sancito che di questo crac non esiste un responsabile. Ma il commissario Castro ha chiesto al Mise l’autorizzazione a ricorrere in appello. Resta, però, l’amaro in bocca per queste sentenze. «C’è qualcosa che non va», commenta Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil, sigla che si era costituita parte civile sia

sedico

Internet muto da tempo Nuova passerella di Peron «Ho i due figli in Dad Per il gruppo di minoranza cosa faranno adesso?» «è un segnale di rinascita» VAL DI ZOLDO

La montagna chiede a gran voce una connessione wi fi degna di tale nome, in grado di permettere ai più giovani di effettuare la tanto discussa didattica a distanza. L’ultima lamentela per una linea internet che va e viene (a dirla tutta è più quella che viene rispetto a quella che va) arriva da Foppa, frazione di Val di Zoldo, lungo l’ascesa al passo Duran nelle vicinanze di Dont. Qui la connessione wi fi, in casa Bellinaso, da 45 giorni è letteralmente sparita. «La vicenda è paradossale», rivela il capo famiglia Paolo, «la linea risulta attiva così come il contratto, tanto è vero che le bollette da pagare arrivano puntuali. Quella che non va è la connessione con buona pace di tutti, compresi i tre tecnici che di recente sono arrivati quassù nientemeno che dalla Sicilia». Nonostante i solleciti e la richiesta di aiuto avanzata ad ampio raggio, a partire dal sindaco De Pellegrin, della linea internet in casa Bellinaso non vi è traccia. «Abbiamo due figli che saranno costretti a studiare con la didattica a distanza. Senza internet per loro è impossibile. Come faremo? Di certo non mollo, proseguirò con telefonate e solleciti con

l’obiettivo di risolvere il problema. Al momento però il tempo passa e senza internet, soprattutto di questi tempi, capite bene che è difficile affrontare la quotidianità. In montagna abbiamo le strade dissestate, la mancanza di servizi ed una serie di oggettive difficoltà che spingono la gente a trasferirsi in città. Non biasimo chi se ne va, certo mi dispiace perché così facendo la montagna muore. Fatto sta che, di fronte ad episodi come quello che stiamo vivendo noi in prima persona, è difficile poter pensare di restare qui serenamente». Della vicenda della connessione internet di casa Bellinaso, che interessa il gestore Infostrada ma al tempo stesso anche Wind e Telecom, si sta interessando anche il sindaco Camillo De Pellegrin che nel frattempo spinge per portare ad alta quota la fibra ottica. «Intanto scriverò anche a Zaia e a Padrin», aggiunge Bellinaso, «si tratta di una questione simbolica per la montagna, costantemente alle prese con difficoltà quotidiane. La fibra arriverà quassù, se tutto va bene, in autunno. Noi nel frattempo cosa facciamo? Aspettiamo con le braccia conserte?». — GIANLUCA DE ROSA © RIPRODUZIONE RISERVATA

SEDICO

Un segnale di speranza dalla ricostruzione della passerella di Peron. Alessandro Bianchet, consigliere comunale di minoranza del gruppo “Uniti per Sedico”, plaude all’ormai imminente completamento dei lavori per ricostruire la passerella che collega gli abitati di Peron (in comune di Sedico) e San Gottardo (Sospirolo), distrutta dalla tempesta Vaia. «In questi tristi giorni di Co-

vid dove sembra che tutto si fermi», sottolinea Bianchet, da sempre particolarmente sensibile alle tematiche che riguardano la parte alta del territorio sedicense, «vedere un simbolo come la passerella del Peron che sta per essere ultimato è sicuramente un segno di speranza. Il lavoro sembra avanzi nel migliore dei modi, con un ripristino del manufatto il più possibilmente uguale a com’era. Non si può infatti dimenticare che la passerella del Peron era stata di-

livinallongo

Palo e linea telefonica sono ritornati a posto LIVINALLONGO

Palo e linea telefonica ripristinati a Salesei. Dopo due mesi e diverse segnalazioni, l’ultima delle quali giovedì scorso sulle pagine del “Corriere delle Alpi”, ieri mattina tre tecnici di una ditta incaricata dalla Telecom sono intervenuti a Salesei di Sotto per sostituire il palo in legno spezzato dalla neve e per fissare i cavi che pendevano pericolosamente sopra la sp

I tecnici al lavoro ieri mattina

nel procedimento milanese e sia in quello di Pordenone, «perché la sentenza va contro il parere delle stesse perizie tecniche. Siamo di fronte all’ennesimo schiaffo ai lavoratori di Acc che tanto hanno sacrificato per non vedere alcun responsabile della situazione che li ha costretti all’amministrazione straordinaria da cui

27

ha avuto origine quanto sta accadendo ora. Questa», conclude Bona, «è la riprova che questi lavoratori vanno risarciti con un esito positivo della crisi. Il governo assicuri loro un futuro dando il via libera al progetto Italcomp». Parla di profonda tristezza anche il referente della Fim Cisl, Mauro Zuglian. «Le conseguenze di quanto accaduto allora rimangono, perché nessuno di quei soldi è servito per ampliare ed efficientare le capacità produttive degli stabilimenti, ma sono stati usati per scopi ancora non chiariti. I lavoratori Acc risentono ancora del peso di questa eredità a cui va aggiunta la gestione Wanbao che non ha mai dato seguito fino in fondo al piano industriale presentato all’atto dell’acquisto. Per cui Italcomp», conclude Zuglian, «diventa il riscatto non solo dei lavoratori ma di un territorio che si riappropria delle proprie eccellenze dimostrando la capacita di scrivere e determinare la propria storia. Non finiremo mai di chiedere una risposta: è questione di rispetto per i lavoratori, per un territorio che ha sempre contribuito e sempre contribuirà al crescita del intero paese». Castro ha impugnato la decisione della Commissione europea di permettere alla Nidec di rigenerare la fabbrica di Furstenfeld (ex Acc). Intanto il deputato di Leu, Nicola Fratoianni ha depositato un’interrogazione al Mise per sollecitare il tavolo ministeriale per Acc e per l’ex Embraco. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

strutta da un evento che sembra di tantissimo tempo fa, ma del quale comunque bisognerebbe tenere conto per il futuro, Vaia». Bianchet registra però anche dei ritardi nella ricostruzione della passerella. «Dopo quell’evento tragico», ricorda, «nonostante la mobilitazione della gente che vedeva nella passerella un simbolo di quell’andare oltre di cui le comunità hanno bisogno nei momenti di difficoltà, quest’Amministrazione inizialmente aveva trascurato la ricostruzione, nascondendosi dietro a mastodontiche promesse e realizzazioni durante la campagna elettorale. Il nostro pensiero, da subito, stimando anche la cifra corretta, era quello che la passerella doveva essere rifatta com’era. Più volte abbiamo spronato l’Amministrazione affinché si

attivasse in tale strada. Siamo quindi molto felici che si sia scelta questa soluzione». Per Bianchet, il ponte tra Peron e San Gottardo è ben più di un semplice manufatto. «La passerella è un simbolo», conclude, «e spero che sia uno stimolo di rinascita per questa Amministrazione che ultimamente si è dimostrata un po’ rallentata o quasi ferma per quello che adesso tutti giustifichiamo come Covid. Credo che il ruolo del pubblico dovrebbe essere ancora più trainante, proprio in questi momenti dove c’è la necessità di attraversare quella passerella che separa il mondo isolato di questo periodo da un mondo con una esigenza di comunità più vicina ai cittadini e alle esigenze del proprio territorio». —

563 “di Salesei” che sale da Caprile. I tecnici, trovandosi in zona, hanno provveduto poi anche a ripristinare un altro palo caduto già tempo prima lungo la linea che proviene dalla vicina frazione di Costa di Salesei; infine hanno ricollocato al loro posto i cavi che erano caduti sul prato. Il problema era stato segnalato, evidentemente invano, all’ente gestore della linea telefonica giù due mesi fa dalla signora Mariarosa, che abita nella casa di fronte al palo venuto giù per il peso della neve . Dopo una prima telefonata, alla quale non aveva fatto seguito nessun intervento, la signora aveva nuovamente contattato l’apposito servizio per la segnala-

zione dei guasti, preoccupata perché il palo ed i cavi, sempre sotto la pressione della neve che faceva fatica a sciogliersi, si abbassavano giorno dopo giorno sempre più pericolosamente sopra la strada. Ma l’unica risposta che Mariarosa aveva avuto era stata quella di «chiamare i vigili del fuoco per fare sistemare le cose». Vigili del fuoco che, dal canto loro, prontamente erano intervenuti per mettere in sicurezza la zona. Dopo Vaia e le recenti nevicate, gran parte delle linee telefoniche nel comune di Livinallongo sono ancora danneggiate dalle piante cadute sui cavi e sui tralicci. —

NICOLA PASUCH © RIPRODUZIONE RISERVATA

LORENZO SORATROI © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

DOMENICA 14 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

5

Coronavirus: il rischio sanitario poltica e salute in azienda

Lite fra i sindacati confederali sulle vaccinazioni in fabbrica La Cgil aveva accusato la Regione di aver fatto una “fuga in avanti territoriale” varando il protocollo con le associazioni di categoria. A favore invece Uil e Cisl Riccardo Sandre / VENEZIA

Ferrari, pone l’accento su di un medesimo elemento strategico: quello relativo alla revisione del Protocollo nazionale Covid che è attualmente in fase di elaborazione ail ministero del Lavoro. «La Cisl è favorevole alla vaccinazione dei lavoratori nelle aziende dove sono occupati» ha detto Gianfranco Refosco, segretario Cisl Veneto «ma la vaccinazione deve essere preceduta da una adeguata azione informativa e di sensibilizzazione e deve rispettare i criteri di priorità dei soggetti beneficiari indicati congiuntamente dalle Autorità nazionali (Agenas compresa) nel documento del 10 marzo scorso. L’organizzazione e la gestione della vaccinazione nei luoghi di lavoro va inoltre programmata sulla base di un aggiornamento del Protocollo nazionale di sicurezza che parti sociali e governo stanno trattando a livello nazionale. Invitiamo pertanto il presidente Zaia a convocare urgentemente tutte le parti sindacali e imprenditoriali per coinvolgere e responsabilizzare tutti sul successo del piano vaccinale in Veneto». Su una cosa torna l’unità sindacale tra le tre grandi organizzazioni confederali: la necessità e l’urgenza di un confronto con la Regione in merito a un protocollo su cui sembra ci sarà ancora molto da discutere. —

Le vaccinazioni in azienda fanno litigare fra loro i sindacati confederali. Succede all’indomani dell’approvazione in Giunta regionale del protocollo di vaccinazione in azienda. Quella che per la Cgil del Veneto è stata una «fuga in avanti territoriale», «una scelta profondamente sbagliata» e un’azione «unilaterale» viene invece commentata con toni ben più concilianti dalla Uil regionale, che anzi rivendica a sé la primogenitura della proposta in sede nazionale e, pur riconoscendo qualche intoppo nelle relazioni tra istituzioni e parti sociali, invita a guardare più alla sostanza che alla forma. «Non è il momento delle polemiche e non ci metteremo di traverso sul protocollo proposto dalla Regione per la vacci-

nazione nelle aziende» ha detto Roberto Toìgo, segretario di Uil Veneto «Qualche intoppo nelle relazioni tra istituzioni e parti sociali c’è stato, ma avremo tempo e modo di rimediare. È stata proprio la Uil, a livello nazionale, la prima a lanciare l’idea di vaccinare direttamente nei luoghi di lavoro. È una proposta che però potrà

TREVISO

troppe defezioni di insegnanti nel trevigiano

Corsa contro il tempo, ieri, per colmare i vuoti nel calendario vaccinale dovuti alle defezioni di una parte del personale scolastico e delle forze dell’ordine. Circa 1.000 iscritti nel calendario vaccinale alla data di sabato, sui 3.600 complessivi hanno, infatti, rinunciato all’appuntamento dopo la notizia relativa ad alcuni eventi avversi in concomitanza con la somministrazione della dose di AstraZeneca. Evento per i quali non è dimostrata correlazione con l’iniezione del vaccino. Di fronte alla prospettiva di dover buttare via il prezioso siero che era stato preparato per l’inoculazione, l’azienda sanitaria ha convocato alcune coorti di anziani e i dipendenti comunali, aprendo anche ai giornalisti. «Chi ha rinuncia-

Siero a impiegati comunali e giornalisti per non buttare via le dosi già pronte

I segretari regionali. Da sinistra Christian Ferrari (Cgil), Roberto Toìgo (Uil) e Gianfranco Refosco (Cisl)

to finirà in coda» annuncia il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. «Data la necessità di reperire in brevissimo tempo un migliaio di persone da vaccinare nella giornata odierna per non correre il rischio di sprecare vaccini, è stato deciso di estendere l’offerta vaccinale “in emergenza” alle assistenti sociali, alla polizia locale e alle assistenti domiciliari dei Comuni, tramite i sindaci, e ai giornalisti». In breve tempo tutte le disponibilità di

decollare soltanto quando ci sarà una disponibilità di dosi che permetterà una vaccinazione di massa. E in ogni modo andranno rispettate le regole sulle priorità di somministrazione decise dal Governo, non dovranno esserci scorciatoie o abusi. In una fase così delicata, guardiamo ai risultati e un po’ meno alla forma. I no-

slot vaccinali rimasti vacanti sono state occupate dai dipendenti comunali accorsi in forze nei quattro vax point operativi nella Marca di Villorba (Bocciodromo), Riese Pio X (Casa Riese), Godega Sant’Urbano (Palaingresso fiere) e Oderzo (ex Foro Boario). A quel punto è stata interrotta la somministazione alle categorie non prioritarie come quella dei giornalisti: ai vax point si è presentata qualche decina di professionisti trevigiani. «Quando il vac-

stri delegati, gli Rls e gli Rlst saranno a disposizione per valorizzare questo percorso e permettere di raggiungere l’obiettivo di vaccinare più persone nel minor tempo possibile». Meno polemica la presa di posizione della Cisl del Veneto che tuttavia, con toni molto meno accesi rispetto a quelli del segretario Cgil Christian

cino esce dal frigorifero può restare all’esterno per 6 ore e non può essere rimesso al fresco – spiega il numero uno dell’Ulss – Per prima cosa abbiamo chiamato i sindaci per poter vaccinare la polizia locale, e le assistenti domiciliari e sociali. Io stesso ho contattato alcuni over 75 ma non hanno accettato. Poi degli over 79 che verranno domani (oggi, OES). Ma ci restavano 400 dosi che avremmo dovuto buttare via. È per questo che abbiamo chiamato anche

© RIPRODUZIONE RISERVATA

i giornalisti. Poi dai Comuni sono arrivati in tanti e ci siamo concentrati su di loro». Ieri le operazioni nei vax point sono andate avanti fino alle 20. Sono state vaccinate 3.474 persone. Obiettivo dell’azienda sanitaria è procedere con le vaccinazioni con la massima velocità, senza sprecare né dosi né il tempo del personale messo a disposizione. Fino ad oggi nella provincia di Treviso sono state somministrate circa 60mila dosi. —

Il desiderio del vaccino e la paura che sia AstraZeneca

S

Minacce dei No vax al presidente dei medici VICENZA

Incassa la solidarietà di tutti gli Ordini dei medici del Veneto, il presidente di Vicenza, nei giorni scorsi minacciato di morte da anonimi No vax. “Muori tu e tutti quelli che si vaccinano come te”. “Ti auguriamo di morire di Covid ma, siccome è un virus inventato, speriamo che tu muoia presto di qualche altra malattia”. Questo il tenore dei messaggi inviati al dottor Michele Valente. Una vicenda nata agli inizi della profilassi anticovid, quando Valente aveva scelto di scrivere ai colleghi medici di medicina generale una lettera sollecitandoli a vaccinarsi. Una lettera che fu chiamato a commentare sui media e che commentò sulle reti nazionali e locali. Quel giorno e da tutto il Paese è iniziato lo stillicidio di insulti, volgarità e minacce, un crescendo che ora vede gli Ordini veneti ergersi a scudo del collega. «Queste minacce, ancorché vili ed anonime» si legge in una nota firmata da tutti i presidente provinciali dell’Ordine dei medici e odontoiatri del Veneto «non devono essere sottovalutate in un momento estremamente difficile per tutto il paese, in cui vengono richiesti un corretto rispetto delle zone rosse e nuove limitazioni alla libertà individuale. Ribadiamo ancora una volta che i vaccini hanno salvato l’umanità in un recente passato e ci salveranno anche questa volta e che alcune reazioni allergiche ci sono sempre state e non devono essere enfatizzate. Tali fenomeni vanno considerati per quello che sono, sia dall’opinione pubblica che dall’autorità giudiziaria». — R.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FERDINANDO CAMON

IL COMMENTO

to aspettando che mi chiamino per il vaccino anti-Covid, e sono nervoso per due motivi. Primo perché la chiamata ritarda, e non si sa perché: dovrebbe arrivare una lettera a casa, conosco il numero di telefono dell’ufficio che dovrebbe mandarla, ma mi dicono che il mio diritto è uno solo, aspettare. E dunque aspetto. Secondo perché potrebbero assegnarmi il vaccino AstraZeneca, come han fatto con mio figlio: il quale mi dice che il no-

vicenza

me del vaccino sta scritto sulla lettera di convocazione, ma sta scritto anche che il paziente (o cittadino) convocato non ha il diritto di rifiutare la marca del vaccino che gli offrono, se rifiuta la marca non sarà più vaccinato. A lui hanno assegnato l’AstraZeneca. Ha passato giornate d’attesa in ansia, e l’ansia durerà ancora settimane, perché il cosiddetto “effetto avverso” può verificarsi parecchi giorni o alcune settimane dopo l’iniezione. L’effetto avverso può essere l’o-

struzione di una vena, l’ictus, la paralisi, la morte. I dirigenti della Sanità dicono che non c’è ancora una prova sicura del rapporto tra vaccinazione con l’AstraZeneca e la morte. Ma la Danimarca ha varato una norma che vieta l’uso di quel farmaco, e subito dopo la stessa norma è stata applicata anche in Austria, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Norvegia, Islanda, Thailandia. Eccesso di cautela? È possibile. Anzi, me lo auguro. Però tra questo eccesso di cautela,

per cui intanto le vaccinazioni sono sospese, e l’eccesso di fiducia, per cui autorità sanitarie e ministri vanno in tivù (come da noi) a dichiarare che tutto deve continuare come prima, preferisco la cautela. Da noi c’è il caso di un lotto che si considera avariato, perché da quel lotto sono stati presi i vaccini usati per tre pazienti che in breve tempo sono morti, da quel lotto venivan prese le fiale per la vaccinazione di poliziotti, il sospetto che quello fosse un lotto di fiale pericolose

esplose a vaccinazione in corso, la vaccinazione fu immediatamente sospesa, ma i poliziotti appena vaccinati dicono che sono terrorizzati, perché il loro problema è questo: come possono fare per cavarsi dalle vene il siero iniettato? Non possono. Devono affidarsi al Padreterno e aspettare. Vedo la notizia che “un buon 80 % di pazienti, dopo la vaccinazione con questo vaccino, per le prime 24 ore manifesta sintomi piuttosto pesanti”. Non so valutare questa noti-

zia, non è il mio campo. Io sono soltanto un cittadino che vuol vaccinarsi, come voi, per non morire e non far morire. E dico: la campagna della vaccinazione è condotta male, malissimo, noi vaccinandi non dovevamo arrivare al giorno della nostra vaccinazione con questa tremarella addosso. È vero, ci sono magistrati che si fanno vaccinare apposta per dare l’esempio: meritano una medaglia. Ma noi non vogliamo una medaglia. Vogliamo immunizzarci dal virus. Possibilmente senza morire. Dovrebb’essere una gioia, non uno spavento. Se è uno spavento, c’è qualcosa che non va. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


32

GIORNO&NOTTE

DOMENICA 14 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Il patron dell’emittente agordina è diventato inatteso protagonista nello show del comico genovese nelle vesti del governatore del Veneto

Zaia-Crozza svela il suo “suggeritore” segreto: «È Mirko di Radio Più a spiegarmi l’ora legale» LA STORIA Gianni Santomaso

E

così dopo un anno di pandemia i veneti (e i loro confinanti italiani) hanno finalmente capito chi c’è dietro alle ordinanze e alle decisioni del presidente dello Stato-Regione. Venerdì sera hanno scoperto (erano, secondo i dati auditel, 1 milione 346 mila) da Maurizio Crozza nel corso dello show “Fratelli di Crozza” in onda su Nove, che a suggerire le mosse a Luca Zaia, a fornirgli importanti consigli, a condizionare nel bene e nel male le scelte politiche (anche quelle che riguardano il Bellunese), a garantirgli le delucidazioni grammaticali è il direttore di una radio agordina: Mirko (Mezzacasa) di Radio Più. È da via Paris Bordone a Taibon Agordino, dove la radio ha sede, che arrivano le dritte come il promemoria di fare gli

Il giornalista è stato subito sommerso di messaggi e di telefonate auguri a una fantomatica signora Erberarda Spinoti Bragadin che l’8 marzo compiva un tot di anni, risultato del calcolo di Zaia-Crozza. Un nome inventato, ma il suggerimento c’era davvero stato lunedì. «Per ragioni professionali», dice Mirko Mezzacasa, «stavo seguendo come ogni giorno da un anno a questa parte la conferenza stampa di Zaia. Quando ha fatto gli auguri a due donne che compivano cent’anni, mi sono ricordato che due giorni prima il sindaco di Alleghe, Danilo De Toni, aveva mandato in radio un messaggio di auguri per la sua concittadina Speranza Bellenzier che di anni ne faceva ben 103. A quel punto ho mandato un messaggio al presidente e lui ha rivolto un “buon compleanno” a Speranza, ringra-

ziando pubblicamente “Mirko Mezzacasa di Radio Più” per la segnalazione”. Negli ultimi cinque minuti dello sketch in cui ha vestito i panni di Zaia (durato in tutto otto minuti), Crozza ha citato Mirko di Radio Più (invitando ad ascoltarla) almeno una quindicina di volte, quasi tutte per svelare che lui, il patron dell’emittente agordina, è un “ragazzo fortissimo che sa un sacco di cose”: Mirko gli ha insegnato che una volta scongelata la carne non può essere ricongelata, che quando scatta l’ora legale bisogna spostare avanti le lancette. Gli ha rivelato che la sonda Perseverance è atterrata su Marte e che in Israele fanno i vaccini all’Ikea. E inoltre Crozza-Zaia ha sollecitato la fedelissima “Camìa” a consultare sempre lui, Mirko di Radio Più, come fosse un Devoto-Oli, per capire come si dice “ricoveravamo”. Ma mentre in tv si parlava di lui, Mirko di Radio Più era già a letto. «Non stavo tanto bene», racconta, «a un certo punto ho sentito che mi arrivavano dei messaggi, ma non avevo proprio voglia di leggere. Poi ha iniziato a suonare il cellulare della mia fidanzata e a quel punto abbiamo pensato che fosse successo qualcosa». Quel qualcosa era un bagno di notorietà completamente inaspettato che ieri mattina ha raggiunto il suo culmine. «Mi sono arrivati tantissimi messaggi che mi hanno fatto molto piacere», dice Mirko, «è stata anche l’occasione per riallacciare rapporti con gente di Pontebba, Milano, Bolzano, i grandi luoghi dell’hockey, sport che abbiamo sempre seguito. Attorno alle 10.30-11 il sito ha avuto un’impennata di click». Una mail di ringraziamento è stata mandata a Crozza (“Grazie a lui e ai collaboratori del suo programma che seguiamo sempre”) e uno scambio di messaggi è avvenuto con Zaia. «Gli ho scritto», racconta Mirko, «che gli manderò uno scatolone di prosecco. Devo dire che lui è sempre stato molto gentile e disponibile con noi. Eccetto nei giorni di Vaia quan-

56

77

74

31

60

59

29

89

63

69

57

42

71

21

26

63

32

71

59

28- 29 - 43 - 59 - 70 - 79

52 JACKPOT

26

66

06

55

60

63

79

42

32

81

03

30

13

12

11

71

44

13

06

48

56

58

37

18

24

03

49

65

05

70

45

31

08

Nessun Nessun Nessun 29 30 Ai 2 49 56 Ai 126 60 63 Ai 1.986 77 79 Ai 12.421 Doppio 56 Oro Ai 26.127

03 32 57 66

06 42 58 69 Numero 29 Oro

26 44 59 71

56

51

la storia

Le prime trasmissioni nell’estate del 1983 Radio Più Emittente Agordina è nata il 25 giugno 1983 quando da Piazza San Rocco a Taibon Agordino presero il via le trasmissioni. Quasi 38 anni di storia con un palinsesto fatto di informazione, musica, sport e approfondimenti per dare voce in primis alla vallata agordina, ma anche al resto della provincia di Belluno.

do all’aeroporto di Belluno gli feci una domanda e lui, forse per la tensione del momento, si inalberò. Ricordo, comunque, che è la seconda volta che la radio viene citata in una sua conferenza stampa. Era successo tempo fa quando aveva lodato le radio private». E non è neppure la prima volta che Crozza-Zaia menziona l’Agordino. A inizio dicembre, ragionando su congiunti e spostamenti, fece infatti un riferimento a Vallada. Chi glielo avrà suggerito?. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

79

Avvistamento Ufo nel ’77 De Donà ne parla sul web

& 122.200.000,00

QUOTE SUPERENALOTTO

Nessun 6 Nessun 5+1 All’unico 5 & 244.204,38 Ai 483 4 & 513,93 Ai 21.974 3 & 34,05 Ai 381.754 2 & 6,09 QUOTE SUPERSTAR

6 5+1 5 4 & 51.393,00 3 & 3.405,00 2 & 100,00 1 & 10,00 0 & 5,00

VIGO

Lo stranissimo caso degli Ufo in Cadore: fantascienza o realtà? Cosa avvenne davvero 23 anni fa nel cielo di Calalzo? Ancora oggi, in Cadore c’è chi vede gli Ufo. Sarà lo storico Giovanni De Donà che, dopo aver aperto un’inchiesta sul fenomeno e sentito la testimonianza diretta di Giuseppe Giacomelli, avvistatore e fotografo del misterioso fenome-

Dalla politica e dallo spettacolo i complimenti per la sorpresa Fra i tanti messaggi che sono arrivati a Mezzacasa ci sono stati anche quelli di gente dello spettacolo, della politica, del giornalismo. «Mi ha fatto molto piacere un messaggio di Gianfelice Facchetti», sottoli-

nea, «ho quasi temuto che mi avessero fatto un pesce d’aprile in anticipo con il comune amico Claudio Paganin. Mi hanno scritto il presidente della Provincia Padrin, l’assessore regionale Bottacin, e anche il dirigente regionale Pierantonio Zanchetta che mi ha detto come questa sorpresa sia anche il frutto di “tenacia, perseveranza e passione”. Presente anche Paolo Cagnan, condirettore del Corriere delle Alpi, con cui ho condiviso tante radiocronache di hockey». —

FARMACIE

il caso in cadore

Estrazione del 13/3/2021

29

Il Luca Zaia di Maurizio Crozza che si appella a “Mirco di Radio Più”, comparso al suo fianco nel fotomontaggio rilanciato via social

no, ne parlerà venerdì alle 20.45 in diretta dalla pagina Facebook dell’associazione culturale Progettomusica. Nell’ottobre del 1977 Giacomelli, ventitreenne di Calalzo, ebbe un incontro ravvicinato. «Stavo lavorando dal mio terrazzo di casa», spiegò in un’intervista rilasciata a De Donà, «quando ho visto comparire in cielo un soggetto insolito». — VIESSE © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORARIO FERIALE Mattino 8.45-12.30, pomeriggio 16-19.30 (Cortina 9 - 12.45 e 16 - 19.30)

AGORDO Comunale via Insurrezione, 0437 62564; FELTRE Minciotti Via XXXI Ottobre, 15, tel. 0439 849749.

TURNO 24 ORE SU 24

GUARDIE MEDICHE

BELLUNO Riva via 1º maggio 16, tel. 0437 925145; LIMANA, via La Cal 63, tel. 0437 967318 SOSPIROLO via Capoluogo 134, tel: 0437 89319; FARRA D’ALPAGO viale Europa, tel. 0437 4276; CASTELLAVAZZO via Roma 12, tel: 0437 770585; CORTINA Cristallo corso Italia 272 tel. 0436 861313; CALALZO via Frescura 13, 0435 519882; SANTO STEFANO Stefano via Udine 83, tel. 0435 62266;

Cortina Codivilla (Valle del Boite, Centro Cadore); Val di Zoldo - Centro Servizi (Longaronese, Zoldo); Belluno, Ospedale (Ponte, Belluno, Limana e Alpago); Santo Stefano Via Dante (Comelico e Cadore). Canale d’Agordo via Roma (basso Agordino, valle del Biois); Caprile Via Dogliani (alto Agordino): 118 Per Mel, Lentiai Sedico, Trichiana, 0439 883783-883784; Alano, Cesio, Feltre, Seren, Pedavena, Sospirolo, Quero Vas, San Gregorio, S. Giustina, 0439 883287-883785 Lamon, Fonzaso, Arsiè, Sovramonte 0439 883781-883782


XII

Padova

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Il cimitero Maggiore da oggi agibile anche per i disabili `Una rampa consente re in chiesa. L’opera è stata pre- Non si tratta solo di un’azione concetto di parità e questa ram-

ora alle carrozzelle un ingresso agevole L’INTERVENTO PADOVA Abbattuta la barriera ar-

chitettonica che impediva l’accesso a persone in carrozzina, con difficoltà anche temporanea a camminare o anziani, alla chiesa del Cimitero Maggiore di via Chiesanuova. E’ stata realizzata infatti sul lato sinistro della scalinata una rampa che permette a tutte le persone di entra-

sentata ieri mattina dagli assessori Marta Nalin e Francesca Benciolini e dal consigliere comunale Paolo Sacerdoti. «Si tratta di una realizzazione che molti cittadini ci hanno richiesto per poter accedere alla chiesa che è anche un simbolo della città, pensando anche all’età di tante persone che frequentano il cimitero - afferma Benciolini per noi era un dovere morale perché significa mettere in condizione di usufruire di tutti i servizi rendendo il luogo inclusivo in quanto ogni persona deve sentirsi parte una città che ha bisogno di tutti i suoi abitanti.

ma di un pensiero: il fatto che tutti devono essere messi nelle condizioni di partecipare, di esserci». Punta sull’inclusione Nalin. «L’accessibilità è inclusione un principio che come amministrazione stiamo spingendo affinché sia applicato a tutte le opere - spiega l’assessore - quello che serve è cambiare l’approccio: una rampa non è un montascale che ha bisogno di qualcuno che la azioni e rende quindi dipendenti. La rampa è un cambio di prospettiva, dall’accessibilità e integrazione passiamo all’inclusione. Padova sta adottando un

pa ne è il simbolo. Inclusione significa infatti tenere ben presente tutte le caratteristiche di tutte le persone. L’Università ha adottato il suo “Manifesto dell’Inclusione” e auspico che, al più presto, anche il nostro comune adotti il “Manifesto dell’Inclusione” al quale stiamo già lavorando». «Festeggiamo questa rampa che supera una scalinata quanto meno poco invitante per chi ha problemi di mobilità - afferma Sacerdoti - una scelta quella della ramp rispetto al montascale che credo sia qualcosa di brutto e stigmatizzante mentre la

rampa è più bella esteticamente e più fruibile e rientra in una visione di maggiore inclusione che stiamo cercando di dare nella direzione di una maggiore inclusione rispetto sia alle barriere architettoniche che in una visione globale della città. Inclusione è la fruizione che non faccia sentire le persone diverse chiude il consigliere - inclusione non è un concetto che si limita a qualcosa di specifico ma si tratta di un passaggio culturale che può partire certo dall’amministrazione pubblica ma non si limita sicuramente a questa»9. Luisa Morbiato IERI Nalin, Benciolini, Sacerdoti

© riproduzione riservata

«Ospedale? Serve un commissario» L’invito a lavorare tutti assieme del sindaco alle istituzioni: `«Ottima notizia che la Regione abbia autorizzato l’Azienda «In questo modo possiamo guadagnare due anni di tempo» a iniziare la progettazione di Padova est e nuovo Giustinianeo» `

PALAZZO MORONI

SPACCIO DROGA IN TASCA: DENUNCIATO

PADOVA «Sul nuovo ospedale le

istituzioni devono lavorare tutte assieme e, soprattutto, non bisogna perdere tempo». A dirlo è stato ieri il sindaco Sergio Giordani che, ancora una volta, torna a premere l’acceleratore su un progetto che potrebbe diventare il simbolo della ripartenza della città dopo la pandemia. «E’ un’ ottima notizia che la Regione abbia autorizzato l’Azienda ospedaliera di Padova a procedere con il bando di progettazione del nuovo ospedale a Padova Est e del Nuovo Giustinianeo – ha premesso il primo cittadino - Due poli di pari dignità ed entrambi di assoluta eccellenza che rappresentano la sfida più grande che ha Padova davanti a sé. Per il suo futuro, per la salute pubblica, per lo sviluppo del nostro territorio».

Nell’ambito, dei quotidiani servizi “antispaccio” svolti dalle unità di contrasto al crimine diffuso della Squadra mobile è stato, denunciato per possesso illecito di sostanza stupefacente un 41enne nigeriano. Gli agenti lo hanno osservato in via Dalmazia prelevare da sotto un muretto un involucro e dirigersi poi a piedi lungo la pista ciclabile verso via Tre Venezie. Dopo un breve pedinamento è stato fermato ed il successivo controllo ha permesso di accertare che all’interno della confezione sospetta erano contenuti circa 13 grammi di marijuana.

UNIVERSITÀ I GIOVANI RICERCATORI SCOPRONO IL CERVELLO

VERSO IL FUTURO «Come sindaco sono orgoglioso di aver contribuito a questo risultato con una ricetta molto semplice: decidere, collaborare, non litigare, accelerare i tempi lavorando a più non posso con tutti i collaboratori – ha aggiunto - E’ altrettanto un’ottima notizia che il finanziamento per queste opere sia già stato individuato e provenga da fondi pubblici al 100%, una grande garanzia che, attraverso il consiglio comunale, abbiamo sempre chiesto e che allontana con decisione le speculazioni e le rendite non necessarie di soggetti privati su temi che toccano la salute di tutti noi». «Ora la città, i medici e tutto il personale sanitario chiedono una cosa sola e la chiedono soprattutto in una fase pandemica tremenda che ci ha fatto capire come la professionalità si esprima al meglio nelle migliori e moderne strutture tutelando ancora di più la salute e salvando le vite umane: la richiesta è fare presto, accelerare i tempi di realizzazione di un’opera strategica per lo sviluppo della nostra città – ha detto ancora Giordani - Adesso il pallino è in mano alla Regione, che sta operando bene con Zaia e tramite l’ottimo operato del dottor Flor e del dottor Dal Ben. Penso però che lo spirito di piena collaborazione su un’opera che non conosce parte politica debba continuare da parte di tutte le Istituzioni».

L’INTERVENTO Il sindaco Sergio Giordani auspica che per velocizzare i tempi si possa nominare un commissario

L’OPPORTUNITÀ «Comune, Provincia, Università, Camera di Commercio. Dobbiamo lavorare assieme per cogliere le opportunità del presente e far valere anche a Roma le regioni del territorio. Con le procedure accelerate già previste dalle norme ma anche con quelle nuove ventilate dal Governo e dal Presidente del Consiglio, oltre che dal Commissario Europeo Gentiloni si possono guadagnare fino a due anni, che la via sia quella commissariale o un’ altra, due anni sono un vantaggio decisivo – ha concluso il sindaco - Questa accelerazione sarebbe un valore immenso per la comunità che potrebbe contare nel doppio polo della salute pronto entro 5 anni e sulla più ampia garanzia di trasparenza derivata dall’occhio vigile degli enti pubblici preposti. Penso che un’occasione di questo tipo vada assolutamente colta. La nostra città lo merita, ma soprattutto si tratta di un investimento nella salute di tutti. Dobbiamo raggiungere tutti assieme un obiettivo che sarà epocale, io sono a disposizione per fare squadra». Alberto Rodighiero © riproduzione riservata

Gallani inaugura la nuova area dedicata ai 4 zampe all’Arcella LA NOVITÀ PADOVA (L.M.) Il quartiere Arcel-

panchine di materiale riciclato. Lo spazio inoltre verrà aperto e chiuso grazie ad un gruppo di residenti che ha dato la propria disponibilità, voglio anche ringraziare i rappresentanti del Comune che hanno accompagnato quest’opera per tutto il tempo necessario alla sua realizzazione». Quella di via Moretto da Brescia è la 24. area comunale dove è possibile fra correre e divertire i propri amici a quattro zampe in tutta sicurezza. «Il parchetto ora trasformato in zo-

na di sgambamento, adiacente a via Guido Reni, era mal frequentato ed individuato come luogo di prostituzione, spaccio e bivacchi notturni - ha aggiunto Tarzia - si tratta di un altro buon intervento di riqualificazione urbana attuato dalla nostra amministrazione nel quartiere Arcella. Un’iniziativa partita dal basso su richiesta residenti con i quali è stata concordata anche nel corso di un’assemblea pubblica».

la ha una nuova area cani. Ieri mattina è stato infatti inaugurato il nuovo spazio di via Moretto da Brescia riservato ai quattro zampe. Ad aprire ufficialmente il cancello l’assessore Chiara Gallani alla presenza di un folto gruppo di cittadini alla presenza dei consiglieri comunali Luigi Tarzia e Simone Pillitteri, della presidente della Consulta 2 © riproduzione riservata Nord Etta Andreella e del membro dell Consulta Carlo Forner. «Abbiamo creato l’area di sgambamento su richiesta dei residenti che si sono detti soddisfatti della realizzazione. Oltre ad avere uno spazio dove condurre i loro animali l’iniziativa ci ha permesso di recuperare un’area verde, poco visibile e poco utilizzata, dandole una funzione utile - ha spiegato Gallani - nell’ampio spazio, che sarà aperto da domani, già per l’inaugurazione sono arrivati diversi cittadini con i loro cani. Sono state installate anche alcune PRIMA PASSEGGIATA I cani e i loro padroni all’inaugurazione dell’area

6f66cd2e-2684-4ca2-8896-733b15194068

Nel corso della Brain Awerness Week – la settimana internazionale di divulgazione delle Neuroscienze - che si terrà da oggi al 19 marzo i “Giovani ricercatoti discutono di Neuroscienze”, ormai un appuntamento fisso giunto alla dodicesima edizione che propone al grande pubblico seminari e interventi tenuti da giovani ricercatoti dell’Università di Padova appartenenti a diversi Dipartimenti, a testimoniare come lo studio del cervello, uno degli organi più complessi e ancora meno conosciuto del corpo umano, necessiti di competenze disciplinari trasversali.

INCONTRI CLAUDIO BARACCHINI PARLERÀ DI ICTUS I “Martedì della Clinica Neurologica”, nati dalla collaborazione tra Università di Padova e Azienda Ospedaliera di Padova, propongono per domani alle 17.30 l’incontro con Claudio Baracchini dell’Azienda Ospedale - Università Padova che interverrà su “Non solo tempo per l’Ictus”. Baracchini è Direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedale Università di Padova da dieci anni. Leader riconosciuto nell’ambito delle malattie cerebrovascolari è Presidente della European Society of Neurosonology and Cerebral Hemodynamics.


2

Primo Piano

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest

DISDETTE Sedie desolatamente vuote al centro vaccinale di Treviso dove erano attesi ieri centinaia di insegnanti che dovevano ricevere la vaccinazione anti Covid

IL CASO TREVISO Mille disdette in un giorno per la psicosi AstraZeneca. È accaduto ieri nella Marca Trevigiana, dove l’Ulss 2 si è trovata a dover cercare all’ultimo minuto persone disponibili a farsi vaccinare, per evitare di buttare via le fiale ormai pronte per essere somministrate. A fatica sono stati reperiti i dipendenti comunali ed è stata offerta l’opportunità ai giornalisti, ma quest’ultima possibilità ha rischiato di scatenare polemiche e strumentalizzazioni in quanto gli operatori dell’informazione non rientrano fra le categorie prioritarie, pertanto l’azienda sanitaria ha fatto retromarcia e ha completato una corsa contro il tempo allo scopo di scongiurare lo spreco delle dosi.

I prof rinunciano: vaccini ai giornalisti per non sprecarli

LE DEFEZIONI

A Treviso la “psicosi Astrazeneca” manda `L’Ulss 2 costretta a cercare con urgenza in tilt mille insegnanti e il piano vaccinale persone disponibili. Poi Zaia blocca tutto

Per la giornata di ieri si erano prenotati 3.600 soggetti, fra lavoratori della scuola e forze dell’ordine. Ma quasi un terzo ha rinunciato, probabilmente suggestionato dalle notizie sui presunti eventi avversi legati all’impiego di AstraZeneca. Il problema è che molti degli interessati non hanno comunicato per tempo la loro scelta: semplicemente non si sono presentati all’orario prefissato. «Le defezioni sono state improvvise – spiega il direttore generale Francesco Benazzi – come ho potuto verificare personalmente. Ero presente al centro vaccinale di Treviso, per il mio turno di medico addetto

all’anamnesi, quando ho cominciato a vedere le assenze e a ricevere telefonate analoghe dalle altre sedi. A quel punto abbiamo cercato di attivare le convocazioni suppletive, contattando alcune coorti di anziani, come i 79enni e i 78enni. Ho fatto io stesso una decina di chiamate, ma alcuni mi hanno risposto che non se la sentivano e altri che avevano bisogno di essere accompagnati, per cui ce l’avrebbero fatta solo per domenica (oggi, ndr.). Di fronte al rischio concreto di dover gettare le dosi, ho dato indicazione di estendere l’offerta vacci-

`

nale “in emergenza” ad altre categorie». Dati i tempi molto stretti, sono stati scartati ad esempio i commessi dei supermercati, per la prevedibile difficoltà ad assentarsi dal posto di lavoro in una giornata come il sabato. Attraverso i sindaci, sono state coinvolte piuttosto le polizie locali e le assistenti sociali e domiciliari, ma i numeri erano ancora risicati. «Preso dal panico, visto che le ore stavano passando, ho deciso di far chiamare i giornalisti – continua il dg Benazzi – sapendo quanto sono esposti ai rischi sul territo-

rio e pensando che potessero avere maggiore flessibilità di orario».

I MESSAGGINI Così infatti è stato. Alle 12.06 è arrivato un messaggino alla chat dei cronisti trevigiani: «Viste le dosi a disposizione in data odierna di vaccino Atrazeneca si estende ai giornalisti la possibilità di presentarsi oggi (ieri, ndr.) dalle 13 alle 18 per la vaccinazione presso le sedi vaccinali di Riese Pio X, Godega di S. Urbano, bocciodromo di Villorba, ex Foro Boario di Oderzo per sottoporsi

alla vaccinazione portando con sé tessera sanitaria e tessera professionale che attesti l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti». Alle 14.22 l’agenzia Ansa ha battuto la notizia: «Prof rinunciano ad AstraZeneca, Treviso vaccina

(...) quando in ballo c’è un farmaco salvavita (nel mio caso più sociale che biologica, probabilmente) come un vaccino. È come quando si apre uno stargate e uno ci salta dentro, finendo proiettato nel mondo dei “salvi”. Di qui il privilegio. Nello specifico, lo “stargate” si spalanca alle 12.15 dell’ultimo sabato arancione prima della “maledetta primavera” rossa. La notizia giunge come tante altre durante la riunione di redazione, rigorosamente in videochat. L’Ulss 2 di Treviso mette a disposizione dosi di vaccino Astrazeneca, avanzate per la rinuncia di tanti insegnanti, ai giornalisti del territorio. Sembra una fake, una delle tante notizie tranello dalle quali restare in guardia in questi mesi. Le facce collegate in videoriunione oscillano tra l’incredulo, lo smarrito, il perplesso

e lo speranzoso. Qualcuno ci scherza pure su. Eppure, il messaggio che arriva dall’Ulss 2 è chiaro: “Viste le dosi a disposizione in data odierna di vaccino Astrazeneca, si estende ai giornalisti la possibilità di presentarsi OGGI (il maiuscolo è testuale, ndr) dalle 13 alle 18 per la vaccinazione presso le sedi vaccinali di Riese Pio X, Godega di S. Urbano, Bocciodromo di Villorba, Ex foro Boario di Oderzo per sottoporsi alla vaccinazione portando con sé: tessera sanitaria e tessera professionale che attesti l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. Potete estendere il messaggio ai colleghi giornalisti residenti nell’Ulss 2”.

IL DUBBIO Il dubbio se ci si senta solo privilegiati o se ci si debba accodare tra i furbetti è il primo pensiero: vado, non vado? E se decido di andare, che rischi corro? Se

quello che altri hanno deciso essere il mio vaccino era stato rifiutato da un insegnante, sono più coraggioso di costui o semplicemente sono uno che salta la fila perché chi deve gestirla si è girato un attimo dall’altra parte, lasciando aperto un pertugio? E ancora: con che criterio si decide di convocare all’ultimo una categoria piuttosto che un’altra, quali percorsi vengono intrapresi? Si sono sondate le disponibilità di “coorti” più a rischio? E magari pensi a genitori e nonni che ancora non hanno avuto

«IL DUBBIO SE CI SENTA PRIVILEGIATI O SE CI DEBBA ACCODARE AI FURBETTI È IL PRIMO PENSIERO»

questo “privilegio”. Il servizio sanitario pubblico chiama, ha scorte di vaccini che se non impiega subito rischia di buttare, convoca una categoria a stretto giro. La convinzione è che sappiano quello che fanno, perché di vaccinarsi a breve non c’era prospettiva né intenzione, essendoci giustamente altri in lista di priorità.

SALVEZZA Il tempo di salutare moglie e bambini - che ti guardano come il protagonista di Interstellar che parte per un viaggio alla salvezza della Terra - e alle 13 mi trovo davanti al centro vaccinale dell’ex bocciodromo di Villorba. Ci sono già 5-6 colleghi, ma ci dicono che l’appuntamento slitta alle 14 perché i vaccinatori sono in sacrosanta pausa pranzo, dopo aver siringato tutta la mattina. La loro pausa dura poco, perché alle 13.15 ci fanno entra-

bd701d66-a37d-484b-ade1-2f4356837b4a

© RIPRODUZIONE RISERVATA

DG Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 di Treviso: ieri in emergenza ha deciso di vaccinare i giornalisti disponibili dopo che molti insegnanti non si erano presentati ai punti Covid

«Venite almeno voi, o buttiamo le dosi» Così in un’ora mi sono immunizzato segue dalla prima pagina

giornalisti». Riccardo Riccardi, assessore alla Sanità del Friuli Venezia Giulia, ha telefonato alla collega Manuela Lanzarin, per chiederle cosa stesse accadendo in Veneto: semplicemente un cortocircuito comunicativo fra Ulss e Regione. «Nella concitazione del momento – confida il dg Benazzi – sono stato preso dal panico. Ho agito in buona fede, ma se ho sbagliato, me ne assumo la responsabilità». Alle 14.24 è così arrivato il dietrofront con un secondo WhatsApp: «La vaccinazione per i giornalisti è sospesa». In quel momento alcune decine di cronisti avevano però già ricevuto l’iniezione: questo, sommato all’individuazione di qualche altra disponibilità fra i dipendenti comunali, ha permesso di salvare tutte le dosi. Ma non è detto che basti a stemperare polemiche e strumentalizzazioni, considerate dichiarazioni come quelle del segretario leghista Matteo Salvini: «Ci sono 6 milioni di disabili che devono venire prima a prescindere dall’età e dalla professione. Per quanto mi riguarda, politici e giornalisti possono essere le due categorie che arrivano per ultime». Angela Pederiva

re, mentre via via la coda davanti all’ingresso si va allungando. Evidentemente l’invito che chiudeva il messaggio dell’Ulss è stato osservato alla lettera e la notizia è stata fatta girare (non fosse altro per deformazione professionale). Veloce check-in con misurazione della temperatura, igienizzazione mani, registrazione dei dati. Breve sosta nell’ampio salone che nell’era pre-Covid ospitava bocciofili di ogni età (c’è anche una gradevole musica pop di sottofondo) e alle 13.25 il vaccino è fatto. Chi somministra il siero è veloce, preparato, organizzato. Poche parole, a loro non interessa che categoria stanno vaccinando, a loro interessa vaccinare quanto più

possibile. Si capisce che in poco tempo è stata messa in piedi comunque una struttura che viaggia a una marcia diversa rispetto a un mese fa. Il problema, semmai, è avere le dosi non avere chi vaccina. La sensazione è che ci sia un obiettivo comune e che si lavori per quello. Questo è il vero messaggio di questa insolita giornata da “privilegiati”. Basta andare in un centro vaccinale per capire che la speranza non arriva più dai tricolori che sventolano sulle terrazze o da generici “andrà tutto bene”, ma da chi ogni giorno ci mette anima e corpo per fare in modo che il vaccino non sia un privilegio. Davide Scalzotto © RIPRODUZIONE RISERVATA


XXI

Sport

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

PONCHIO: «UNA SFIDA DA VINCERE» Eletto al timone del Coni regionale dove raccoglie l’eredità `«Il momento è drammatico, le difficoltà da superare enormi: di Bardelle: «I soldi sono pochissimi, distribuiremo idee» mi metterò al servizio di tutti, anche di chi non mi ha votato» `

L’ASSEMBLEA Tutto come previsto: il padovano Dino Ponchio è da ieri il nuovo presidente regionale del Coni. Eletto con 45 voti su 54 (83,33 per cento) succede ad un altro padovano, Gianfranco Bardelle, che ha lasciato la carica dopo quattro cicli olimpici. L’assemblea del Coni Veneto si è svolta al Crown Plaza di Padova Ovest e ha eletto anche la nuova giunta regionale; ne fanno parte il confermato Rossano Galtarossa (atleti), Monica Stecca (tecnici), Andrea Albertin (enti di promozione), Luca Terrin (discipline associate); rappresenteranno le federazioni Clara Campese (equitazione), Roberto Nardi (pallacanestro) e Guido Di Guida (scherma). Un padovano che succede ad un altro padovano. E la giunta stessa ne conta quattro su sette: Padova spadroneggia sul Veneto? «No, quando si viene eletti, significa che si ha il consenso della maggioranza, quindi anche delle altre province - chiarisce Ponchio - e da quel momento si rappresenta lo sport regionale, non padovano. Che questa città costituisca il baricentro dello sport veneto è un fatto, all’Euganeo hanno sede 50 federazioni regionali. Ma non si tratta di geopolitica, è una scelta funzionale al lavoro dei dirigenti sportivi. In passato avevamo una sede bellissima a Venezia sul Canal Grande, spesso deserta».

to con il governo la querelle sulla “governance” dello sport. Si parte da qui? «Certamente, ma la questione è ancora aperta. Teoricamente la divisione di compiti fra Coni e società “Sport & Salute” voluta dal governo gialloverde e precisata da quello giallorosso dovrebbe essere chiara, ma so per esperienza che

saranno necessari passaggi successivi sulla base del lavoro quotidiano. Diciamo che è una base di partenza e che i protagonisti dovranno avere atteggiamenti fattivi e collaborativi». Prima dell’assemblea c’è stata una situazione di grande incertezza, con candidature presentate e poi ritirate, ma Ponchio sem-

bra avere le idee chiare. «La mia prima preoccupazione sarà quella di mettermi al servizio di tutti, anche i pochi che non mi hanno votato. È mia intenzione creare una sorta di agenzia che eroghi servizi alle società, ai dirigenti, ai tecnici e agli atleti. I soldi sono pochi, anzi pochissimi, quindi il Coni non può distribui-

PROSSIMO AI 75 ANNI Il professor Dino Ponchio è uno dei personaggi più conosciuti dello sport padovano

La Fidal si affida a Uguagliati «Sarò il presidente di tutti» (d.p.) Anche la Fidal veneta si affida ad un padovano; nell’assemblea regionale svoltasi ieri pomeriggio al palaindoor dell’Euganeo, il presidente del Cus Padova Francesco Uguagliati è stato eletto con 4709 voti (69,2 per cento) superando net-

CONTINUITÁ Francesco Uguagliati

Dalle parole del neo presidente si avverte una certa preoccupazione. «È un momento difficile, per il paese e quindi anche per lo sport. Nel solo primo anno di pandemia, abbiamo avuto un calo fra il 10 e il 15 per cento delle società affiliate e dei tesserati, ma nel 2021 rischiamo di subire un ulteriore peggioramento della situazione. Una delle prime cose che intendo fare è di aprire un canale con la Regione Veneto, perché l’attività sportiva è fondamentale per la vita e la salute dei cittadini». Una richiesta di aiuti concreti? «Mi auguro che la giunta Zaia mostri sensibilità e realismo, non chiediamo favori o contributi a pioggia, ma di ragionare su un piano di salvaguardia e rilancio della pratica sportiva». Intanto però il Veneto torna in zona rossa. «È necessario procedere alla campagna vaccinale il più rapidamente possibile, e questo lo dico anche da cittadino. Ma per lo sport dilettante è di vitale importanza poter ripartire entro il prossimo ottobre, o i danni potrebbero essere irreversibili». Il Veneto è una delle regioni guida dello sport nazionale; esserne oggi il massimo rappre-

Solo di recente il Coni ha risol-

ATLETICA

AIUTI CONCRETI

LA MISSIONE

BASE DI PARTENZA

«ANDRÒ A BUSSARE LE PORTE OVUNQUE SARÁ NECESSARIO PER SALVARE LA PRATICA SPORTIVA DALLA SUA MORTE»

re fondi alle federazioni. Distribuiremo invece idee, valorizzeremo ciò che funziona. Come ho già avuto modo di spiegare, serve un’economia di scala per permettere allo sport di sopravvivere».

tamente l’altro candidato, il trevigiano Aldo Zanetti che ha raccolto 2091 preferenze (30,8). L’ex velocista azzurra Manuela Levorato entra nel nuovo consiglio regionale da più votata e raccoglie idealmente il testimone lasciato da Sara Simeoni, vicepresidente uscente. Gli altri eletti in consiglio sono Giulio Zandarin, Rosa Marchi, Mariano Tagliapietra, Vito Vittorio, Marco Zardini, Edoardo Calderaro, Oddone Tubia, Stefano Stanzial, Alessandro Marcon, Mattia Picello e Daniela Malusa. Francesco Uguagliati, 65 anni di Camposampiero, già insegnante di educazione fisica e come detto presidente del Cus Padova, dal 2009 al 2012 è stato direttore tecnico delle squadre nazionali della Fidal (dopo essere stato caposettore della velocità e responsabile nazionale per l’attività giovanile). La sua elezione va letta nel segno della continuità: l’atletica veneta ha evidentemente apprezzato la presidenza del vicentino Christian Zovico, non ricandidatosi per ragioni personali, che ha pubblicamente sostenuto Uguagliati in assemblea. «Sarò il presidente di chi mi ha votato e di chi non mi ha votato - le sue prime parole da presidente - lavoriamo insieme per fare ancora più grande l’atletica veneta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONFERMATO NELLA NUOVA GIUNTA VENETA ANCHE IL CAMPIONE OLIMPICO DEL CANOTTAGGIO ROSSANO GALTAROSSA

sentante costituisce il punto più alto della sua carriera? «Io ho considerato ogni carica ricoperta, da tecnico o dirigente, come il “top”. E ho svolto il mio lavoro sempre con il massimo dell’impegno e dell’entusiasmo; sta agli altri giudicare i risultati che ho raggiunto. Farò il presidente regionale del Coni con lo stesso spirito di sempre, quello della sfida da vincere. Il momento è drammatico, i problemi da risolvere sono tanti, le difficoltà da superare enormi; andrò a bussare ovunque sia necessario, ma l’obiettivo è ben chiaro, salvare lo sport dalla sua morte. E salvare lo sport veneto, un patrimonio di tutta l’Italia». Daniele Pagnutti © RIPRODUZIONE RISERVATA

La scheda del “prof” Un passato da atleta, poi tecnico e dirigente (d.p.) Il professor Dino Ponchio compirà 75 anni il prossimo maggio. È uno dei personaggi più conosciuti dello sport padovano. Tesserato alla Fidal dal 1959, prima come atleta poi come tecnico, ha rivelato le sue capacità allenando il primatista del lungo Giovanni Evangelisti; quindi ha scalato le gerarchie fino a diventare tecnico nazionale del settore salti e poi commissario tecnico della nazionale femminile di atletica leggera (nel 1995). Da dirigente è stato presidente provinciale della Fidal, direttore regionale della Scuola dello Sport, consigliere del presidente nazionale Fidal e componente della commissione di vigilanza sul doping. Ha ottenuto numerose onoreficenze, tra cui la Stella d’oro al merito sportivo del Coni.

Fila nella tana di Schio: una montagna da scalare BASKET/1 A quattro giorni dall’emozionante successo conquistato con Bologna, nel recupero infrasettimanale di serie A1, il Fila San Martino si prepara ad affrontare un’altra big del campionato. Questa volta la sfida si annuncia ancora più ostica: oggi alle 18 infatti le Lupe saranno di scena sul campo del Famila Schio, nel match valido per la ventiduesima giornata di campionato. Probabilmente è l’avversaria peggiore da affrontare, in questo momen-

to. Nonostante occupino il secondo posto, a due lunghezze dalla capolista Venezia, le vicentine sono imbattute in Italia da ben tre mesi. Nel frattempo hanno superato con autorevolezza la stessa Venezia per due volte, l’ultima appena lunedì scorso, nella finale di Coppa Italia che ha visto le scledensi alzare ancora una volta il trofeo. L’indomani il Famila ha salutato Natalie Achonwa, il cui contratto è arrivato in scadenza, ma coach Vincent conserva comunque un roster profondo e ricchissimo, con tre straniere super (Gruda, Harmon,

Mestdagh) e un gruppo di italiane da Nazionale, compresa l’ex Jasmine Keys. Dall’altra parte San Martino dovrà invece rinunciare ancora a Fietta in cabina di regia per il problema alla schiena che già l’ha tenuta ferma nelle ultime due uscite. Per il Fila si tratta dell’ultimo scontro davvero proibitivo della stagione regolare. Nelle ultime quattro giornate, da qui al 10 aprile, le giallonere affronteranno due scontri diretti in casa (con Campobasso ed Empoli) e due trasferte contro le ultime della classe (a Battipaglia e Vigarano), con l’obiet-

tivo di portare a casa i punti che assicurino innanzitutto la qualificazione ai play off, e poi la migliore posizione di classifica. Attualmente settima, la formazione di coach Abignente può ancora sperare di sopravanzare Empoli e chiudere sesta, evitando così il derby nei quarti contro Venezia o la stessa Schio. Riccardo Andretta © RIPRODUZIONE RISERVATA

Basket/2

L’ala Rizzi lascia l’Antenore Virtus e torna al Bam (g.pell.) Ad una settimana dalla Fase a orologio, Filippo Rizzi saluta l’Antenore Energia. Alla base della scelta, comunicata dalla Virtus, alcune motivazioni personali dell’ala forte 24enne che tornerà al Bam. «A partire da novembre è stato protagonista dando un importante contributo in termini di punti e minutaggio (3,9 punti e 2,3 rimbalzi in undici gare, ndr) – specifica il comunicato - La

società, in accordo con lo staff tecnico, avrebbe volentieri rinnovato il precedente accordo, che prevedeva l’impiego solo fino a marzo». «È stata un’esperienza bellissima che mi ha dato molto sia a livello sportivo che umano - rivela Rizzi -. Ho avuto la fortuna di avere fin da subito molto minutaggio, e anche quando la squadra ha recuperato i titolari (Ferrari, ndr) sono stato soddisfatto della fetta di spazio.

1f7750c3-e574-4ecc-978a-469a9777f512

Esordendo in serie B con questa maglia ho realizzato un piccolo sogno di me ragazzino e mi porterò nel cuore lo spogliatoio e il rapporto creato con gli altri ragazzi. Alla Virtus auguro davvero il meglio. Ci sono altre otto partite che saranno una rumba per intensità e difficoltà: i miei compagni dovranno essere bravi a far pesare il fattore casalingo perché le trasferte si profilano molto difficili». © RIPRODUZIONE RISERVATA

EX DELLA PARTITA Marcella Filippi


3

Primo Piano

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA STRATEGIA TREVISO Il problema è esploso qui, nella Marca Trevigiana, dov’è stato anche prontamente tamponato. Ma se continua a montare l’onda della psicosi, rischia di esserne travolta la campagna vaccinale di tutto il Veneto, già alle prese con i ritardi nelle forniture che interessano pure il resto d’Italia. Per questo ora la Regione deve ulteriormente affinare la propria strategia, elaborando un “piano B” contro le defezioni dell’ultimo minuto basato su un elenco di reperibilità, come annuncia il presidente Luca Zaia: «Una dose persa da qualcuno è un’opportunità di salute tolta a qualcun altro, per questo ho dato disposizione alle Ulss di formare una serie di liste di attesa con le persone delle varie categorie».

LE PROVINCE Evidentemente la chiamata dei giornalisti ha alimentato invidie nelle altre professioni e nelle altre province, dove però non si era verificata l’emergenza nell’emergenza che è accaduta a Treviso. Per dire, nell’Ulss 1 Dolomiti era il giorno di accesso libero per le classi 1938 e 1939, motivo per cui il tema degli appuntamenti disdetti non si è nemmeno posto. Addirittura l’Ulss 6 Euganea negli ultimi giorni ha registrato numeri in aumento nelle somministrazioni ai lavoratori della scuola: 3.464 giovedì e 3.627 venerdì, a cui ieri si sono sommate altre 5.000 prenotazioni. Invece l’Ulss 2 si è ritrovata con mille defezioni in una sola giornata e ha dovuto cercare soluzioni straordinarie, il che potrebbe capitare anche altrove, se dovesse allargarsi la sfiducia nei confronti di AstraZeneca dopo il ritiro del lotto interessato dalle inchieste. Proprio a Padova, ad esempio, 1 vigile urbano su 4 ha rifiutato la vaccinazione, per timore di effetti avversi o comunque per valutazioni in corso.

IL JUKE-BOX Osserva al riguardo Zaia: «Quella vicenda è all’origine delle defezioni. Il direttore generale Francesco Benazzi ha deciso in piena autonomia e mi sento di giustificare il suo operato, perché si è ritrovato con centinaia e centinaia di rinunce all’ultimo minuto, in molti casi senza nemmeno la cortesia di avvisare per tempo. È successo un po’ quello

ALTRI TAGLI DI FORNITURE DA ASTRAZENECA: SI CONFIDA NEL SIERO DI JOHNSON&JOHNSON, MA NEL FRATTEMPO NON SI VUOL SPRECARE NULLA

Le disdette improvvise le fiale da gettare via: «Ora la lista di reperibili» Il presidente Zaia: «Una dose di vaccino persa `L’appello: «Se avete prenotato l’iniezione è un’opportunità di salute tolta a qualcun altro» e poi rinunciate, avvisate l’organizzazione» `

stoccaggio delle fiale di AstraZeneca è nella farmacia di Vittorio Veneto, da dove partono quotidianamente le consegne alle varie sedi vaccinali. Le temperature devono essere rigorosamente garantite, come prescrive la circolare del ministero della Salute: «La stabilità chimica e fisica durante l’uso è stata dimostrata dal momento dell’apertura del flaconcino (prima puntura dell’ago) fino alla somministrazione, per non più di 48 ore in frigorifero (2°C – 8°C). Entro questo periodo di tempo il prodotto può essere conservato e utilizzato a temperature fino a 30° per un unico periodo di tempo fino a 6 ore. Trascorso questo periodo di tempo, il prodotto deve essere smaltito». Quindi, o viene utilizzato, o va gettato.

I TAGLI Come se non bastasse, anche il Veneto dovrà fare i conti con i nuovi tagli comunicati da AstraZeneca all’Unione Europea, quantificati in una riduzione del 25%. «Confidiamo in Johnson&Johnson – dice Zaia – nella speranza che ci inondi del suo vaccino, che oltretutto prevede un’unica somministrazione. Nell’attesa, però, non possiamo sprecare nemmeno una dose. Per questo lancio un appello alle persone: se avete prenotato l’iniezione e poi decidete di rinunciare, avvisate l’organizzazione, perché è una macchina molto complessa. Nel frattempo predisporremo degli elenchi di soggetti disponibili, che possono essere chiamati anche all’ultimo minuto. Ma nemmeno questa sarà un’attività semplice, perché per ogni categoria bisogna valutare età, eventuali altre patologie, situazione logistica. C’è chi la fa facile, ma non lo è per niente». A.Pe.

che accade per esempio con la prenotazione di una Tac: il paziente che non si presenta all’appuntamento, causa un guaio alla struttura e alla collettività, in quanto toglie la possibilità a un altro malato di sottoporsi all’esame». Ecco perché, nel caso degli accertamenti diagnostici e delle visite ospedaliere, a fronte della mancata disdetta in tempo utile scatta comunque l’addebito della prestazione. «La vaccinazione invece è gratuita – riflette il governatore – ma è anche volontaria. Quindi ci vuole un minimo di rispetto per gli altri, perché una campagna vaccinale di massa non è un juke-box in cui basta inserire una monetina per cambiare il disco: trovare un’altra persona disponibile all’iniezione può essere molto complicato e il rischio di dover buttare le dosi è piuttosto concreto».

LE TEMPERATURE Restando al caso trevigiano, lo

LA RICERCA MESTRE Tra bonus economici, cassa integrazione, assunzioni/investimenti nella sanità, sospensione e taglio delle tasse, ristori, sussidi, contributi a fondo perduto, eccetera, l’anno scorso ogni cittadino italiano ha ipoteticamente ricevuto 1.979 euro dallo Stato per fronteggiare gli effetti negativi provocati dalla pandemia, contro una media dei paesi dell’Area Euro che si stima in 2.518 euro pro capite (+539 euro rispetto alla media Italia). È il calcolo dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che avverte come questa comparazione, riferita al 2020, ovviamente non include i 32 miliardi di euro di scostamento di bilancio che sono stati approvati dal Parlamento italiano

IN FILA L’attesa dei trevigiani per vaccinarsi alla Fiera di Godega di Sant’Urbano (STEFANO COVRE / NUOVETECNICHE)

La Cgia: per ogni italiano meno di 2.000 euro di aiuti nello scorso mese di gennaio e che, nei prossimi giorni, dovrebbero consentire l’approvazione del «decreto Sostegno». «Sebbene siamo stati la nazione che in Europa ha registrato il più alto numero di vittime a causa del Covid e, contestualmente, abbiamo subito il crollo del Pil tra i più rovinosi di tutta l’Ue, nel confronto con i principali paesi dell’Unione siamo, assieme alla Spagna, coloro che hanno “aiutato” in misura più contenuta i propri cittadini/imprese» si legge nella nota. L’Austria, ad esempio, ha erogato 3.881 euro per ogni abitante (+1.902 euro ri-

spetto a noi), il Belgio 3.688 euro (+1.709 euro), i Paesi Bassi 3.443 euro (+1.464 euro), la Germania 2.938 (+ 959 euro) e la Francia 2.455 euro (+476 euro rispetto all’Italia). Solo la Spagna, con 1.977 euro pro capite, ha stanzia-

INSIEME ALLA SPAGNA SIAMO IL PAESE CHE HA EROGATO LA CIFRA PRO CAPITE PIÙ BASSA TRA TUTTI I PAESI EUROPEI

97a6e448-4354-436c-9e9d-70ecf4cd4031

to leggermente meno di noi (-2 euro). Tornando al confronto con altri paesi, lo scostamento del deficit pubblico italiano (dato dalla differenza tra quello riferito al 2020 e la media 2015-2019) è stato, in valore assoluto, pari a 118 miliardi di euro. Tra i paesi dell’Area Euro solo la Germania (244,3 miliardi) e la Francia (165,3 miliardi di euro) hanno introdotto delle misure economicamente più espansive delle nostre. La Spagna, che in termini pro capite presenta lo stesso nostro importo, in termini assoluti risulta aver «erogato» molto me-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

no: precisamente 93,6 miliardi. La Cgia sostiene che «nessuno mette in discussione il diritto/dovere del governo di introdurre delle limitazioni alla mobilità e imporre la chiusura delle attività economiche al fine di tutelare la salute pubblica. Quello che gli operatori contestano è che gli indennizzi economici fino ad ora erogati alle attività che sono state costrette a chiudere sono arrivati in grave ritardo e sono stati del tutto insufficienti. Negli ultimi mesi, inoltre, la situazione è addirittura peggiorata. A seguito dei mini-lockdown imposti negli scorsi mesi di novembre e dicembre, a distanza di quasi 2 mesi e mezzo i risarcimenti devono ancora essere definiti e, conseguentemente, stanziati». © RIPRODUZIONE RISERVATA


11

Primo Piano

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

La politica in Veneto IN CONSIGLIO VENEZIA Per la prima volta dalla formazione del governo Draghi, la maggioranza e l’opposizione del Veneto avranno l’occasione di misurare la solidità del clima di unità nazionale nel contesto regionale. Accadrà martedì nell’aula di Palazzo Ferro Fini, dove sarà messa ai voti una risoluzione zaian-leghista sul Recovery Fund, che i dem contano di integrare con un proprio documento sul tema: benché con proposte diverse, infatti, entrambe le parti chiedono un coinvolgimento delle Regioni nell’utilizzo delle risorse europee. «I ruoli in Regione sono ben chiari, ma i politici di buona volontà possono collaborare per il bene dei cittadini», concede Alberto Villanova (Zaia Presidente); «Per noi stare in minoranza non vuol dire solo criticare, ma anche provare a costruire insieme a chi governa», rilancia Giacomo Possamai (Partito Democratico).

Recovery, la Lega e il Pd misurano il clima di unità Va in aula la risoluzione di maggioranza `L’opposizione: «Costruiamolo insieme» sul coinvolgimento delle Regioni nel piano Sul tavolo 155 progetti indicati dalla giunta `

Mozione bipartisan a San Donà di Piave

«Via le onorificenze a Tito»: il sì dei dem

DINAMICHE E INCOGNITE L’intesa trasversale non è così scontata. Spesso il Consiglio regionale ha dato prova di seguire dinamiche proprie e oltretutto ci sono incognite come quella rappresentata dai Fratelli d’Italia, che a Venezia sostengono la giunta di Luca Zaia mentre a Roma sono rimasti fuori dall’esecutivo di Mario Draghi. Ma proprio l’arrivo di quest’ultimo a Palazzo Chigi è una novità di cui centrodestra e centrosinistra in Veneto devono necessariamente tenere conto, rispetto alla delibera approvata a novembre da Palazzo Balbi, che aveva immaginato il proprio “Piano regionale per la ripresa e la resilienza” (Prrr) in base alla prospettazione nazionale del Pnrr concepito dall’allora governo Conte Bis. Dall’ospe-

CAPOGRUPPO Giacomo Possamai

SAN DONÀ DI PIAVE (VNEZIA) A San Donà il Pd vota con Fratelli d’Italia e Lega un ordine del giorno per ricordare le foibe e chiede allo Stato di revocare l’onorificenza data al maresciallo Tito nel 1969. È il contenuto dell’ordine del giorno approvato giovedì scorso dal consiglio comunale, su proposta del consigliere di minoranza Simone Cereser, della lista civica che fa riferimento all’ex sindaca Francesca Zaccariotto (Fdi). Un documento di un certo peso politico e un segno dei tempi, che ha richiesto un dibattito durato oltre un’ora, perché si potesse concordare il testo. Una modifica ha proposto parte della stessa risoluzione presentata in Regione Veneto da Fdi, Lega e lista Zaia. Una seconda modifica ha riguardato l’inserimento

della risoluzione del Parlamento Europeo che “ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità”. L’odg sarà inviato ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio “affinché possano adottare ogni possibile iniziativa – si legge – per la revoca della più alta onorificenza della Repubblica italiana concessa al maresciallo Tito anche post mortem”. Unico astenuto è stato il pentastellato Elio Monegato «poiché si tratta di un’iniziativa già depositata alla Camera e al Senato e non intendo partecipare a strumentalizzazioni di inutile retorica e sterili polemiche ideologiche». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

f8bc3310-3b2d-452e-b04c-d3e364328abe

dale di Padova alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, passando per l’idrovia, l’elenco stilato sul Canal Grande contava 155 progetti, per un ammontare di 24,984 miliardi. Ma poi la nuova compagine governativa ha annunciato la volontà di rivedere la pianificazione generale, anche attraverso il confronto con le Regioni

GLI ZAIAN-LEGHISTI La risoluzione di cui il capogruppo zaiano Villanova è primo firmatario, insieme al collega leghista Giuseppe Pan, auspica proprio «il più ampio coinvolgimento delle Regioni e delle Autonomie Locali per consentire una governance efficace dei processi decisionali, una maggiore attenzione ed un puntuale monitoraggio di tutte le azioni a sostegno della ripresa e della lotta alla pandemia». La maggioranza chiede di impiegare il 70% delle sovvenzioni «entro la fine del 2022 e con limite di spesa entro il 2023», proponendo di concentrare gli investimenti ad esempio su «transizione verde e digitale, produzione ed uso d’energia pulita ed efficiente, ricerca ed innovazione».

I DEM I temi non sono molto diversi dalla proposta del Pd, che vuole impegnare il presidente Luca Zaia e la sua giunta a sottoscrivere un “Patto per il Veneto del 2030”, coinvolgendo le realtà istituzionali e associative del territorio nel perseguire il «raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050» e l’impiego «al 100% di energie rinnovabili entro il 2035». Spiega il capogruppo dem Possamai: «La lista di 155 opere è ormai superata e in larga parte inapplicabile proprio per come era costruita, perché non seguiva le tre direttrici fondamentali e cioè transizione verde, transizione digitale ed equità». L’opposizione sollecita un cambio di prospettiva in tutti i settori coinvolti, dalla «digitalizzazione della pubblica amministrazione e della scuola» (Vanessa Camani), alla sanità in cui «non possiamo limitarci a replicare quanto già contenuto nelle schede ospedaliere» (Anna Maria Bigon), passando per il «Piano invasi contro il dissesto idrogeologico» (Francesca Zottis) e le energie rinnovabili «per arrivare alla decarbonizzazione» (Andrea Zanoni). Ad esempio? Possamai cita l’idrogeno: «Se il Governo pensa di realizzare 7 hub in Italia, il Veneto deve candidarsi a ospitarne uno. Chi ha progetti in linea con la programmazione nazionale, porta a casa i soldi, altrimenti è molto dura». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

LO ZAIANO VILLANOVA: «I RUOLI IN REGIONE SONO BEN CHIARI MA FRA POLITICI DI BUONA VOLONTÀ SI PUÒ COLLABORARE»


XVII

L’ORDINE DEL GIORNO CHIEDE ALLO STATO DI REVOCARE ANCHE L’ONORIFICENZA DATA AL MARESCIALLO TITO ANCORA NEL 1969

San Donà di Piave

Domenica 14 Marzo 2021 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Via gli onori a Tito, il Pd sulle foibe vota con Fdi e Lega In Consiglio comunale fronte compatto per revocare l’onorificenza. Astenuti i 5stelle

Da martedì fino a venerdì via Torricelli chiusa alle auto SAN DONÀ DI PIAVE

`

SAN DONÀ DI PIAVE Il Comune si impegna a commemorare i martiri delle foibe e chiede allo Stato di revocare l’onorificenza a Josip Broz Tito per i crimini commessi contro le popolazioni italiane in Istria, Venezia Giulia e Dalmazia. È il contenuto dell’ordine del giorno approvato giovedì scorso a larga maggioranza dal consiglio comunale, su proposta del consigliere di minoranza Simone Cereser (lista Zaccariotto), con il favore anche del Pd.

LUNGA TRATTATIVA Un documento di peso politico e segno dei tempi, che ha richiesto due sospensioni della seduta perché si potesse concordare il testo. Una prima modifica è stata proposta dal consigliere di maggioranza Luca Fornasier (Fare civico), che ha suggerito il testo della risoluzione del consiglio regionale, su proposta di Fdi, Lega e lista Zaia, approvata dalle forze politiche con ampia convergenza. Una seconda modifica, suggerita dallo stesso proponente, ha riguardato l’inserimento tra le premesse della risoluzione del Parlamento Europeo che «ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni». Nel dibattito, il consigliere Roberto Battistella (Cittàinsieme) ha ricordato la cornice sto-

rica dell’onorificenza concessa a Tito, decorato nel 1969 come Cavaliere di Gran croce al merito della Repubblica italiana, titolare del Gran cordone, per sigillare accordi commerciali assunti con la Jugoslavia. L’odg sarà inviato ai presidenti della Repubblica e del Consiglio «affinché possano adottare ogni iniziativa – si legge – per la revoca concessa al maresciallo Tito, perché si è macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità universalmente riconosciuti».

MEMORIA CONDIVISA La lapide che ricorda gli italiani morti nella foiba di Basovizza, in provincia di Trieste

LA NOVITÀ Il Comune si impegna a promuovere iniziative e commemorazioni volte a celebrare il “Giorno del Ricordo” per favorire la consapevolezza e l’approfondimento storico nella prospettiva di diffondere la conoscenza dei tragici eventi ai giovani studenti, sia pure nel rispetto dell’autonomia scolastica, favorendo la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti volti a conservare la memoria del martirio delle foibe. Unico astenuto, il consigliere Elio Monegato (5 Stelle): «È un’iniziativa già depositata alla Camera e al Senato, non intendo partecipare a strumentalizzazioni di inutile retorica e sterili polemiche ideologiche. Parteciperò in silenzio, come ho sempre fatto, alle commemorazioni di tutti i morti e al loro ricordo». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Adesione al progetto Cofidi: in campo ecco 42mila euro SAN DONÀ DI PIAVE Anche il Comune di San Donà ha aderito all’accordo con Cofidi Veneziano e Fidi impresa & turismo per sostenere l’accesso al credito delle piccole imprese commerciali, artigianali e dei liberi professionisti della zona. L’accordo è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale di giovedì scorso. Cofidi Veneziano e Fidi impresa andranno a erogare i finanziamenti, da un minimo di 10mila a un massimo di 20mila euro per una durata massima di 72 mesi, con un tasso fisso di interesse bancario annuo fisso dello 0,7%. L’investimento del Comune è di 42mila euro che, con un effetto moltiplicatore garantito dai due enti e dagli istituti bancari Bcc Prealpi e Volksbank, porterà allo stanziamento di 504mila euro a disposizione per prestiti. L’assessore al Bilancio Daniele Terzariol spiega che «il Comune sostiene le imprese provate dal-

la crisi, in particolare le realtà più piccole. L’accesso al credito con questo accordo è semplice e senza tanta burocrazia, per aiutare coloro che non trovano una risposta immediata alle misure di sostegno. Questo strumento si aggiunge a quanto già stanziato nel bilancio comunale nei mesi scorsi per sostenere le imprese: 320mila euro che hanno cancellato la quota fissa e variabile della tariffa dei rifiuti per le imprese rimaste chiuse durante il periodo di confinamento e ulteriori 30mila euro per l’iniziativa legata alla ecocard, il cui lancio è previsto in aprile, e rientra tra i progetti di valorizzazione del centro urbano a cura del distretto del commercio “Fare centro, fare città”». Il sindaco Andrea Cereser precisa che «il territorio soffre le conseguenze della crisi. Aderendo a questa proposta si rinnova l’impegno di sostenere il tessuto economico locale, anche inventando strumenti e modalità nuove». (ddb) © RIPRODUZIONE RISERVATA

d90f8a4d-26d4-4f50-a4a3-4b12bf066205

Via Torricelli sarà chiusa al traffico da martedì 16 a venerdì 19 per la sistemazione delle condotte fognarie a cura di Veritas. La chiusura sarà dalle 9 del 16 fino a fine lavori, garantendo il transito pedonale dei residenti. Nelle giornate di mercoledì 17 e giovedì 18 lungo la vicina via Carbonera sarà predisposto un senso unico alternato limitato alla sola zona di ingresso di via Torricelli, per garantire i lavori al pozzetto di scarico. Il Comune precisa che per il tempo dell’intervento, i residenti in zona potranno parcheggiare i propri veicoli nelle zone vicine, tra cui il parcheg-

gio del Parco delle Rose o la vicina via Rorato. L’assessora ai Lavori pubblici Lorena Marin spiega che «si tratta di un intervento necessario per i residenti. Veritas si è impegnata perché i lavori siano rapidi e i disagi minimi. Chiediamo comunque ai residenti un po’ di pazienza, nella consapevolezza che restituiremo loro una situazione nettamente migliorata». Il sindaco Andrea Cereser spiega «i tanti cantieri grandi e piccoli sono un segnale di investimenti sulla nostra città. A tutti i cittadini chiedo di pazientare, agevolati – purtroppo – dalle stringenti misure di questi giorni che riducono il traffico, per la sistemazione dei sottoservizi». (Ddb) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Provincia 33

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 14 Marzo 2021

ASIAGOe ALTOPIANO

LUSIANACONCO

Localistorici eiscrizione all’albo

Largo Corona, 3 - Bassano d/G. | Telefono 0424.528.711 | red.bassano@ilgiornaledivicenza.it

Confesercentidel Veneto Centrale cerca i locali storici nel Comunedi LusianaConco, Gliesercizi del territorio che abbiano 40 anni opiùdiattivitàotradizioneimprenditorialepossonoessereiscrittinell'appositoelencopperpoipartecipareabandidifinanziamento.Iltermine èil 30 aprile.

ILCASO. Ciambetti eFinco rispondono aPossamaiche aveva segnalatoun Altopiano «dimenticatodalla Regione».Martedì ilConsiglio veneto

«Recovery fund, è tutto da decidere» «MaiSetteComuni devonoimpegnarsi a mettere dapartele conflittualità interne eaproporre insiemestrategieintercomunali alungo termine» Gerardo Rigoni

«È tutto da determinare, da definire, da concordare. Per il Recovery Fund i giochi non sono fatti. Inizia ora la fase concertativa con i territori». Roberto Ciambetti e Nicola Finco, presidente e vicepresidente del Consiglio veneto (il secondo anche componente della commissione regionale politiche economiche, politiche agricole e per la montagna, caccia e pesca, politiche forestali e dell'energia), rassicurano l’Altopiano e tutta la montagna vicentina che le risorse del Recovery Fund non saranno solo destinati al Bellunese ma che incorporerà ogni area del territorio veneto senza preclusione di alcuno. L’allarme che la montagna vicentina, e con essa l’Altopiano, fossero stati di fatto esclusi dalle proposte regionali per il Recovery Fund lo ha lanciato dalle pagine di Il Giornale di Vicenza il capogruppo Pd in Consiglio regionale Giacomo Possamai. Una preoccupazione, condi-

visa da molti sindaci altopianesi. Possamai aveva sottolineatlo «il rischio di perdere un’occasione unica per il rilancio e lo sviluppo della montagna vicentina improntata sul turismo ecosostenibile, politiche di contrasto allo spopolamento, interventi di digitalizzazione e di implementazione tecnologica che possano favorire anche l’insediamento di nuove imprese e di una nuova residenzialità». Si preannuncia quindi calda la discussione in Consiglio regionale martedì quando si affronterà la risoluzione presentata dai consiglieri Alberto Villanova, capogruppo della lista Zaia Presidente, e Giuseppe Pan, capogruppo della Liga Veneta per Salvini, relativa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un insieme di 155 progetti, riuniti in 13 macropiani di rilancio, che vanno dal turismo alla sanità e che verranno finanziati con una parte dei 196,5 miliardi di euro che l’Unione europea ha destinato all’Italia per il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. «Ricordo che le proposte sti-

late dalla Giunta regionale sono state compilate ancora l’anno scorso con una legislatura veneta in scadenza, quindi da una Giunta diversa e con un Governo diverso – prosegue Ciambetti -. È praticamente inutile parlarne proprio perché tutto è cambiato. Il passaggio in Consiglio veneto è semplicemente una presa d’atto dell’esistenza di questo documento ma non certo l’approvazione di un report completo e definitivo». Finco poi getta quindi acqua sul fuoco della polemica e delle preoccupazioni garantendo che prima di una stesura definitiva il piano regionale sarà oggetto di confronto con gli enti locali, ma anche con le associazioni di categoria, le Camere di commercio, il volontariato e le tante realtà che compongono lo scenario socio economico veneto. «L’Altopiano però si deve anche impegnare a proporre strategie a lungo termine e intercomunali, lasciando da parte la conflittualità interne– ammonisce Finco -. E lo deve fare ora mentre si è ancora in fase interlocutoria.

Lapiana diAsiago. MartedìinConsiglio ildibattitosul Pianonazionale di ripresae resilienza

Ilpresidente Roberto Ciambetti

Ilvicepresidente Nicola Finco

Non saranno finanziate strade o opere pubbliche o interventi migliorativi nei singoli comuni. Questo fondo ha degli obiettivi superiori, prevedendo investimenti per la realizzazione di riforme sostanziali alle economie locali spingendoli a intraprendere le transizioni verde e digitale che renderanno le comunità nella loro complessità socio economica più sostenibili e resilienti. Servono progetti a lungo e lunghissimo termine con ricadute non sui singoli Comuni o finalità ma onnicomprensive a sostegno di tutte le comunità». •

SOCCORSOALPINO

Attenzione allostato delmanto nevoso Il soccorso alpino invita gli escursionisti a prestare la massima attenzione in questo periodo dove il fondo nevoso cambia radicalmente con il passare delle ore. Al mattino è possibile trovare tratti ghiacciati che poi, con l’aumento delle temperature, possono diventare neve sciolta e saponosa. In entrambi i casi il rischio di scivolata è molto alto. Il soccorso alpino quindi consiglia di indossare catenelle o ramponcini e dispositivi similari adattabili a tutte le calzature, solo su strade pianeggianti o con lieve pendenza. In tutti gli altri tipi di terreno, è necessario utilizzare esclusivamente ramponi, abbinati ad opportuni scarponi, fissati e bloccati a dovere. A quote elevate, su percorsi più impegnativi, è d’obbligo conoscere le tecniche alpinistiche e la movimentazione in ambiente invernale e ghiacciato, con l’uso abbinato di piccozza e ramponi. Su neve sciolta i bastoncini invece aiutano al mantenere l’equilibrio durante la camminata ma non bastano a proteggere da eventuali cadute. Si consiglia infine di posizionare sempre bene i piedi prima di avanzare e di non distrarsi. • G.R.

L’inserto de Il Giornale di Vicenza è un viaggio continuo alla ricerca delle sinergie che collegano i temi del design, dell’architettura e - più in generale - della creatività

DUBAI EXPO

IL GRANDE EVENTO GLOBALE AL VIA

T O P S U P E R CA RS

LE LINEE CHE DANNO VITA ALLE AUTO PIÙ STRAORDINARIE DEL 2021

Innovare ed essere creativi ARCHITETTURA

GLI STUDI TOP NELLA CLASSIFICA IDEALE DEI PIÙ GRANDI PROFESSIONISTI SULLA SCENA

M AV E R I C K

IL RITORNO DI UN’ICONA CHE HA CONDIZIONATO GLI ANNI ’80

BONUS 2021

UN AIUTO PER CAPIRE QUALI BONUS POSSONO ESSERE APPETIBILI IN FUNZIONE DELLE NOSTRE ESIGENZE

L A P E D E M O N TA N A V E N E TA

RIDISEGNA IL LANDSCAPE E DEFINISCE NUOVI STANDARD NELLA MOBILITÀ DI UN TERRITORIO

ALL’INTERNO DEL

TUO QUOTIDIANO

17.03

MERCOLEDI IN EDICOLA


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 14 Marzo 2021

IlVenetoelalottaalvirus

L’Ulss 2 di Treviso ha ricevuto circa 3 mila rinunce al vaccino Astrazenecadaparte didocentidellascuola edhacosìdeciso dinonsprecare le dosi offrendo ieri ai giornalisti del Trevigiano di sottoporsi fino alle 18allaprofilassianti-Covid,senzaalcunaprenotazione.Ilpassaparolahafatto subito affluire icronisti ai 4centridisomministrazione.

LADECISIONEA TREVISO

Idocentirinunciano Vaccinoaigiornalisti

Ieriun recorddi quasi 51.800tamponiesaminati

LA PRESSIONE DELLA 3A ONDATA SUGLI OSPEDALI. Al momento paiono più coinvolti il Padovano e il Trevigiano «ma si è già visto: velocità diverse, poi stessa intensità»

Casigraviinforte salita,mameno 80enni IlcoordinatoreRosi:«Lacurvaèripidacomeerastata ainizionovembre,nelgirodiunasettimanaèpensabile interapiaintensivasipassida170ricoveriCovida250» «L’ansia c’è perché la curva è ripida: i ricoveri in terapia intensiva stanno aumentando con una curva sovrapponibile a quella di novembre. Ma il rapporto è sempre quello: il 10,5% dei ricoveri Covid poi arriva nelle terapie intensive. Può essere un po’ più basso in alcune aree e un po’ più alto in altre, ma al momento non sembra di vedere una maggiore propensione ai ricoveri in terapia intensiva». Risponde pacato Paolo Rosi, coordinatore in Regione del “Comitato di crisi” per il virus e anche delle terapie intensive degli ospedali veneti. In autunno Rosi aveva spiegato che ogni 200-250 nuovi contagiati c’era poi un sicuro nuovo ingresso in terapia intensiva, ma per questa terza ondata «è presto per dire se è così. I numeri sono ancora “piccoli” in questa fase, perché 170 ricoveri nelle terapie intensive statisticamente non possono ancora dirci molto». La preoccupazione però c’è. Lo stesso governatore Luca Zaia nei giorni scorsi aveva fatto notare che l’andamento della crescita dei casi gravi ha la stessa pendenza di novembre, solo che a ottobre si era partiti da 20 ricoveri, mentre questa volta si ricominciato a salire da 90. La speranza però è che la curva giunga a un colmo in 3-4 settimane come a marzo scorso, e non in 2 mesi come a dicembre. MENO 80ENNI. «I nuovi casi

stanno aumentando con una velocità simile a quella che vedevamo ai primi di novembre: ovviamente preoccupa molto», ribadisce Rosi. Una differenza però c’è: nelle case di riposo sono tutti ormai immunizzati con doppia dose di vaccino. E in effetti «in terapia intensiva - spiega Rosi - si è ridotta la componente di persone che sono sopra gli 80 anni di età, mentre questo dato ancora non si vede sui ricoveri nei reparti medici perché

la coorte degli over 80 è molto grande» (come noto sono oltre 300 mila veneti). Viceversa, sono quindi salite le percentuali di pazienti con età minore. Già a inizio febbraio Rosi aveva spiegato che il 43% dei casi riguardava gli over 70 anni, il 24% i 60enni e il 10% i 50enni. «Calando le percentuali degli 80enni, le altre aumentano tutte assieme». STRATEGIA. La Regione lavo-

ra ad evitare sovra-pressioni: «In questo momento abbiamo circa 60 posti liberi di terapia intensiva. Abbiamo iniziato a riaprire altri spazi. Quello che ci interessa è tenere un margine che ci consenta di non avere bisogno di andare in cerca di un letto libero. Chiaro che avendo ripreso l’attività ospedaliera ordinaria ci serve un po’ di tempo per tornare a convertire postazioni per il Covid: è un percorso che conosciamo. La preoccupazione ovviamente è che molti ricoveri significa avere anche più vittime e dover sospendere attività di assistenza “ordinaria“. Questo però comporta ancora sacrifici per il personale e per chi ha altre malattie che dovrà aspettare». Il carico maggiore pare al momento registrarsi a Padova e Treviso, meno a Vicenza, ma Rosi avverte: «I numeri sono piccoli rispetto a quanto visto a novembre, succede ci siano aree che partono con velocità diverse ma poi l’incidenza diviene la stessa». Previsioni di picco? Inutile farne. «Noi guardiamo alla settimana, anche perché ci sono altri fattori come le varianti del virus che al momento però su meno di 100 ingressi in una settimana non danno apparentemente segnali di un aumento di gravità dei casi. E poi c’è la zona rossa, che tra 14-15 giorni inizierà a dare effetti. La previsione per la prossima settimana però è abbastanza impegnativa: se ora abbiamo 170 pazienti penso si possa arrivare a 250». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Quando una regione raggiunge indice Rt a valore 1 scatta la "fascia arancione", a 1,25 è "rossa" 2,0

Vittime:+17

1,57

Inungiorno +2.156infetti Positiviattuali aquota34mila Un’altra giornata per il Veneto con i nuovi positivi che viaggiano sopra quota 2mila: ieri +2.156, secondo l’ultimo report diffuso dalla Regione. Ma va anche detto che è il risultato di un picco di ben 51.799 tamponi molecolari e rapidi esaminati, con una incidenza di casi positivi del 4,16% (è un calcolo ’rozzo’, diverso da quello settimanale più preciso che fanno Ministero e Iss). Purtroppo continua a crescere comunque il numero di “positivi attuali” in Veneto: ira sono 34.416 (ieri +1.319), mentre i negativizzati-guariti di giornata sono stati 830, per un totale di 308.800 casi. Negli ospedali saldo ingressi-uscite del numero di ricoveri Covid nei reparti medici ieri si è fermato: 1.385, uno in meno della sera prima, con un calo di -14 casi anche dei “positivi attuali” e 28 pazienti che sono stati dimessi dalle corsie perché ormai guariti. Non è andata però altrettanto bene nelle terapie intensive: ieri sera +6 casi, a quota 187 (e con 174 “positivi attuali”), anche per il fatto che secondo il Ministero ci sono stati ben 30 nuovi ingressi in un giorno, numero alto che non si vedeva da mesi. Le nuove vittime legate al Covid sono state ieri +17, con un dato strano però: 2 in tutto quelle registrate negli ospedali e ben 14 lutti concentrati nel Vicentino. •

1,5

1,46 1,28

1,26 1,25

1,16

1,20 1,13

1,08

1,11

1,07

1,08

1,0 0,91

0,97

0,96 0,81 0,61

L’EGO-HUB

Piero Erle

Il nuovo balzo dell' indice Rt di trasmissione del coronavirus in Veneto

0,63

0,71

0,81

0,5 19/ 26 ott/ 2/ 9/ 16/ 23/ 30 nov/ 7/ 14/ 21/ 28 dic/ 4/ 11/ 18/ 25/ 1/ 8/ 22/ 1/ 25 ott 1 nov 8 nov 15 nov 22 nov 29 nov 6 dic 13 dic 20 dic 27 dic 3 gen 10 gen 17 gen 24 gen 31 gen 7 feb 14 feb 28 feb 7 mar Fonte: Report "Cabina di regia" del Ministero della salute

L’ESAMEDELMINISTEROEDELL’ISS SULLAPANDEMIAINVENETO. Laclassedi rischioè“alta”

Nuovifocolai:+26%in7giorni Escattano2“allerta”ufficiali Siamorisaliti al 6%di tamponipositivi rispetto aquelli fattie il contact tracinghapersocolpi

di singoli casi “non collegati ad altri”: 1.740 contro i 1200 di sette giorni prima: +41%.

In sole tre settimane la classificazione di rischio del Veneto rispetto alla pandemia è passata da “bassa” a “moderata” e infine ad “alta con molteplici allerte di resilienza”, cioè con campanelli di allarme sulla capacità del sistema sanitario, già sotto stress da un anno, di riuscire a tener sotto controllo le modalità con cui il virus si sta espandendo sul territorio. Ecco perché per la nostra regione, come del resto per molte altre, si è accesa in rapida sequenza di una settimana prima la luce arancione e poi quella rossa del semaforo, con l’ultimo esame svolto dal Ministero della salute e dell’Iss Istituto superiore di sanità. Una sequenza che ha provato sul campo la rapidità con cui il virus grazie alla sua variante

gnali ufficiali di “allerta” che il Ministero ha indicato questa volta per il Veneto. Primo, è ulteriormente cresciuta la percentuale di tamponi positivi rispetto alla massa di quelli fatti: esclusi i “doppioni”, siamo adesso al 6,8%, mentre solo tre settimane fa si era al 4,4%. Va comunque detto che, esclusa la Sardegna, nessun’altra regione ha un dato più basso. Altro segnale, è scesa all’82,4% (dal 92,5%) la percentuale di casi di infezione per cui il sistema sanitario regionale riesce a fare un’indagine epidemiologica che ricotruisca i contatti della persona che si è contagiata: è il contact tracing, che quindi ora nella nostra regione è più in difficoltà. • P.E.

I DUE CAMPANELLI DI ALLERTA. Come detto, sono due i se-

Ilcapo delSuemvenetoPaoloRosi eilpresidente Luca Zaia

“inglese” riesce di nuovo a infettare le persone con molta rapidità. IFOCOLAI. I numeri sulla nuo-

va espansione della pandemia in terra veneta sono impressionanti. In una settimana, dai dati di domenica 28 febbraio a quelli di domenica scorsa 7 marzo, il numero di nuovi casi di sarsCov2 registrati è balzato da 12.100 a 16 mila casi. E a colpire ancora di più, come del resto ha evi-

denziato nella sua analisi dei dati nazionali Silvio Brusaferro presidente dell’Iss, è l’andamento sia dei nuovi focolai sia dei “nuovi casi” che non sono riconducibili ai contatti con persone già contagiate. Sono dati significativi perché indicano quanto il virus stia cercando di sfuggire alla rete di contenimento sanitario. Ebbene, in Veneto i focolai sono passati da 1380 a quasi 1750: è il+26% in una settimana. E in parallelo c’è anche il balzo

© RIPRODUZIONERISERVATA

MARTEDÌ IN CONSIGLIO IL VOTO SUL PIANO PRRR. «Niente liste della spesa: puntiamo temi precisi come idrogeno, metrò regionale, Piano invasi»

IlPd proponeaZaia ilPatto perilVeneto2030 «I soldi dall’Ue ci arriveranno solo conprogettidaNextGeneration» No a una “lista della spesa” per avere i fondi straordinari dell’Europa perché - ammonisce il capogruppo Giacomo Possamai - si rischia di fare flop. È molto meglio che il Veneto e il governatore Luca Zaia concentrino le loro richieste sulle stesse direttrici che l’Ue ha già indicato come le vie giuste per ottenere le risorse di Next Generation Eu: digitalizzazione, economia green, inclusione sociale. Ma per presentare progetti dav-

resilienza”, che sarebbe il documento con cui la Regione chiede accesso alle risorse del Recovery plan. Possamai con Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis e Andrea Zanoni ieri ha dato il via a una possibile stagione di “dialogo a distanza” anche qui. La situazione politica del resto è chiara e rivoluzionata: a Roma ora Lega e Pd sono nello stesso governo Draghi, non ha più senso giocare a maggioranza-opposizione. Il Pd vuol dare una sua spinta al lavoro anche in Regione.

vero realizzabili entro il 2026 c’è un’unica via: lavorare allo stesso tavolo con università, Unioncamere, categorie economiche, enti locali, terzo settore, ambientalisti. PATTO POLITICO. Insomma, è

un “Patto per il Veneto del 2030”, quello che il gruppo del Pd in Regione propone alla stra-maggioranza zaiana in vista del voto martedì in Consiglio regionale sul “Prrr Piano regionale di ripresa e

GiacomoPossamai

LE PROPOSTE. Il Pd del resto

ha buon gioco a sottolineare

che lo stesso Zaia e i suoi hanno ammesso che il “Prrr” varato in autunno era più una somma di tanti interventi già previsti, ma adesso occorre un salto di qualità: presentare solo progetti che corrispondano alle priorità indicate dall’Ue e che siano davvero realizzabili entro il 2016. Quali progetti? Il Pd indica alcune priorità generali, a iniziare dall’esigenza di raggiungere la “neutralità di emissioni di carbonio” e il 100% di utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Sul fronte dell’energia quindi avanti tutta sul progetto di un “hub” dell’idrogeno: è candidata Marghera

da molti anni: «Gli ultimi due Governi vogliono investire fortemente su questa fonte rinnovabile per eccellenza. Il Veneto ha tutto per ospitare hub per ricerca e produzione, mettendo in rete atenei, categorie economiche e mondo dell’impresa. Ma finora dalla Regione nessuno detto niente», rimarca Possamai. E poi spingere sul fotovoltaico. BINARI. Sul fronte dei traspor-

ti la priorità evidente alla “cura del ferro” deve mirare ad accelerare il progetto di metropolitana regionale di superficie che di fatto il Veneto accarezza da decenni (elettri-

ficazioni delle linee, stazioni e binari sistemati in modo da fare passare un convoglio ogni 15 minuti). Sul fronte della digitalizzazione, dare una svolta al rapporto tra uffici pubblici regionali e imprese ma anche alla dotazione di tecnologia per le famiglie che devono gestire le lezioni dei figli in “didattica a distanza”. Sul fronte della sanità, dotare di tecnologie di avanguardia tutti i distretti sul territorio, puntare a ospedali con camere singole, oltre che sul nuovo Policlinico veneto di Padova. Sul fronte dell’ambiente, puntare dritti sul Piano degli invasi già progettati da tempo per mitigare le alluvioni e anche le siccità. E tutelare l’acqua, risorsa essenziale messa a rischio. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA


18 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 14 Marzo 2021

ILCASO. L’attaccohacker avvenutovenerdì seradurante unconvegno onlinesulla piattaforma Zoom dedicatoalla figura deldeputato antifascista Domenico Piccoli

Inneggianoal duceal convegnodell’Anpi «Adessosegnaleremoquantoaccadutoalleautorità competenti.Siamovittimediunvilesquadrismo» IlPdchiedeunapresadiposizioneanchedelComune Roberta Labruna

La denuncia dell’attacco fascista online arriva direttamente da chi l’ha subito e cioè dall’Anpi: «Nel corso del convegno con Emilio Franzina di venerdì sera organizzato da noi, dall’Accademia olimpica, Istrevi, Avl e Anei, sulla figura del deputato socialista e antifascista Domenico Piccoli, si è verificata una intromissione di chiara estrazione fascista». Si torna a ieri l’altro, dunque, quando su Zoom va in scena l’incontro virtuale. Per un po’ procede tutto bene, poi scatta l’incursione di qualche hacker fascista: insulti, bestemmie, slogan di ammirazione verso Mussolini, slogan di ammirazione verso Hitler ed espressioni antisemite inneggianti all’Olocausto. «Si tratta di comportamenti penalmente rilevanti che – spiegano Danilo Andriollo e Gigi Poletto, rispettivamente presidente dell’Anpi provinciale e dell’Anpi di Vicenza – non mancheremo di segnalare alle autorità competenti. Ci troviamo di fronte a un vile e barbaro squadrismo tanto più grave perché utilizza in modo distorto e criminale proprio quegli strumenti informatici che

consentono alle persone, stremate dalla situazione di emergenza sanitaria e di grave crisi economica, di conservare spazi di relazione e di dibattito democratico». E per Poletto e Andriollo il blitz “nero” è la spia di una situazione che ha superato il livello di guardia: «L’episodio dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che il dilagare del neofascismo nel nostro Paese e nella nostra provincia rappresenta una vera e propria emergenza democratica rispetto alla quale tutte le forze costituzionali e le istituzioni debbono unitaria-

Lasenatrice Sbrolliniinvita palazzoTrissino aripristinare laclausola antifascista IlsindacoRucco puntainvece aproseguire lalineaintrapresa sinora contro tutti itotalitarismi

mente reagire con forza sul piano politico, culturale e repressivo, attuando fino in fondo la XII disposizione transitoria della Costituzione e impiegando le leggi Scelba e Mancino». Cioè le due leggi che dettagliano il reato di apologia del fascismo. Ma c’è chi punta anche a un “rinforzo” legislativo e infatti ieri e oggi i Giovani democratici e il Pd hanno organizzato un gazebo in contra’ Cavour dedicato alla raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista. «E mai iniziativa sembra di maggior attualità – dice il segretario cittadino dei dem Federico Formisano – proprio alla luce dell’attacco hacker di qualche ora fa». Con l’Anpi che chiama in causa anche palazzo Trissino: «In questo senso anche il Comune è chiamato a una forte assunzione di responsabilità e a ripristinare quella “clausola antifascista” che rappresenta una formidabile arma istituzionale contro il neofascismo, esprimendo una cultura antifascista che deve essere il tratto identificante di una città decorata con la medaglia d’oro». E anche la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, dopo l’incursione dei fascisti da tastiera, tocca il medesi-

Laproposta

Diffonderel’opensource «Serveintuttelescuole»

Lostriscione dell’Anpiin unamanifestazionedi dueanni fa. ARCHIVIO

mo punto: «Questo episodio va ad aggiungersi alle ronde nere che hanno preso piede a Vicenza. Il Comune dovrebbe ripristinare la clausola antifascista». Palazzo Trissino, però, che ha tolto quella clausola per sostituirla con una dicitura che comprende tutti i totalitarismi, non ci sta a essere “messo in mezzo”, svicola sulla richiesta di reintrodurla, ma ribadisce la propria di-

LASENTENZA. Ilpronunciamento arrivato dalla CortediCassazione

MultaConsobconfermata perl’exconsigliere diBpVi Paolo Sartori dovrà pagare lasanzionedi 45milaeuro all’organismodivigilanza Primoverdetto esecutivo È la prima condanna confermata ora anche davanti alla Corte di Cassazione: Paolo Sartori, ex consigliere di amministrazione della Popolare, dovrà pagare alla Consob la somma di 45 mila euro. Sartori era stato sanzionato dall’organismo di vigilanza

per non essersi accorto, in virtù del suo ruolo apicale all’interno del consiglio di amministrazione, del sistema delle baciate predisposto dai vertici per cercare di reggere e rispondere davanti alla richieste sempre più stringenti da parte della Bce. Davanti alla multa della Consob, comminata (con importi diversi) complessivamente a una quarantina di ex appartenenti al cda, al collegio sindacale ed ex dipenden-

Lasede dell’exBpVi

stanza dagli estremismi. «Esprimiamo – dice il sindaco Francesco Rucco – ferma condanna per quanto accaduto all’Anpi e alle altre associazioni. Da parte nostra ribadiamo la volontà di proseguire con atti ufficiali, come le cerimonie commemorative e la posa delle pietre d’inciampo, l’azione di memoria e avversità verso il fascismo e tutti i totalitarismi». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Negliultimi mesigli attacchi deipiratiinformaticisi sono fatti,nelVicentino, sempre più frequenti:primacheaccadesse all’Anpidivedere rovinato l’incontroonline dall’inserimentodifrasi inneggiantial Ducepronunciate dasconosciuti,era successo anchea scuoleeassociazioni di assistereall’intromissione indebitainriunioni telematiche dapartedipersone non autorizzate. Unasoluzione, per evitare questogenerediattacchi,ci sarebbe.«È l’opensource spiegaAlbanoBattistella, vicentino,padredi studentiche frequentanola scuola dell’obbligoele superiori, a capodiun gruppodigenitori espertio appassionatidi informatica-.Gliattacchi avvengonoperchéa voltele piattaformenonsono sicureed aggiornate,come moltisiti web».Per questo,sfruttando le ferieo igiorni a casadal lavoro, questipadridifamiglia si sono messia disposizionedidiversi istitutiscolastici,per installare neicomputerinuso ai vari plessii programmi opensource eperillustrarne il funzionamentoa docenti e impiegati.«Zoom,cheèmolto utilizzato,haavutodiversi problemiintante scuole chelo hannosceltoper la didatticaa

Piratiinformatici,èallarme distanza- precisa-.Eppure cisono moltealternative,gratuite, di facilecomprensioneepiù sicure, chegestisconoi datiall’interno dell’Unioneeuropeacome vuole la normativasullaprivacy.Una per tutte?Jami». Diquila proposta: dotaretuttele scuoledipiattaforme libere.Il gruppodigenitorinon soloè disponibilea investire ilproprio tempo,masi èanchepropostoa diversiistituti,trovando però non semprele porteaperte. «Èun problemadimentalità, chefasì chesicontinuinoa utilizzarei programmia cui sièabituati». Un discorsoanalogo meriterebbela pubblicaamministrazione: Battistellaaveva avanzato la propostainComune,ma poi non sen’era fattonulla. «La legge imporrebbeagli enti pubblicidi usaresoftware opensource, ma nontuttisi adeguano». © RIPRODUZIONERISERVATA

CODICEROSSO. Ex marito accusatodi lesioni ti; Sartori aveva fatto ricorso prima in Corte d’Appello e, una volta perso, aveva tentato, rappresentato dall’avvocato Gianluca Sicchiero, anche la strada della Cassazione. L’altro giorno però anche la Suprema corte ha ribadito i pronunciamenti già espressi in primo grado e quindi in appello confermando la validità della sanzione che era stata emessa dalla Consob. E così l’altro giorno il presidente Rosa Maria Di Virgilio ha confermato respinto il ricorso dell’ex consigliere di amministrazione condannandolo a pagare, oltre alla sanzione dell’organismo di vigilanza bancario, anche le spese processuali. • M.B. © RIPRODUZIONERISERVATA

QUEST ASERASUTVAALLE21 . 1 5

VOL TI &STORI E MARCATO, I L“ BULLDOG”CHEAMAI LVENETO

canal e1 0-skyet i vùsat832-www. t v avi cenz a. i t-l i vesuT v App

Aggrediscelamoglie e la spedisce in ospedale Avrebbe aggredito la moglie in un momento d’ira funesta, colpendola più volte e ferendola. È in corso il processo a carico di Antonio Rossi, 50 anni, vicentino, ora residente in provincia di Reggio Emilia. L’imputato, difeso dall’avv. Giardini, dovrà tornare in aula a fine giugno per rispondere di un’ipotesi di lesioni aggravate ai danni di quella che è oggi la sua ex moglie Annalisa, 49 anni, di Vicenza, che potrà chiedergli i danni. I fatti avvennero il primo di-

Ilsimbolo dilotta allaviolenza

cembre 2018. La coppia era in fase di separazione e quella sera in casa sarebbe scoppiata una violenta lite, con urla e insulti. L’imputato avrebbe aggredito la moglie spintonandola contro un mobile e poi colpendola con pugni e schiaffi. Lei, spaventata e ferita, aveva trovato riparo da un vicino di casa. Successivamente si era recata al pronto soccorso per farsi medicare; era stata giudicata guaribile in una quindicina di giorni (le era rimasto l’occhio nero). Quindi aveva sporto denuncia alle forze dell’ordine facendo scattare l’inchiesta e si era trasferita altrove, chiudendo definitivamente la relazione con Rossi. • © RIPRODUZIONERISERVATA


4

PRIMO PIANO

DOMENICA 14 MARZO 2021 IL MATTINO

Coronavirus: il rischio sanitario

La curva dei contagi s’impenna sempre più Leoni: «Attendiamo il picco a fine marzo» La prima ondata si è esaurita il 17 febbraio, quando furono registrati 492 nuovi casi in 24 ore: ieri sono stati quasi 2.700 Eugenio Pendolini / VENEZIA

4000

3500

3.350 3.412

3000

2500

2.352 2000

1.383

1500

1.242

1.471

1.111

1.060 875

1000

694 658 500

577

0 01/01/21 02/01/21 03/01/21 04/01/21 05/01/21 06/01/21 07/01/21 08/01/21 09/01/21 10/01/21 11/01/21 12/01/21 13/01/21 14/01/21 15/01/21 16/01/21 17/01/21 18/01/21 19/01/21 20/01/21 21/01/21 22/01/21 23/01/21 24/01/21 25/01/21 26/01/21 27/01/21 28/01/21 29/01/21 30/01/21 31/01/21 01/02/21 02/02/21 03/02/21 04/02/21 05/02/21 06/02/21 07/02/21 08/02/21 09/02/21 10/02/21 11/02/21 12/02/21 13/02/21 14/02/21 15/02/21 16/02/21 17/02/21 18/02/21 19/02/21 20/02/21 21/02/21 22/02/21 23/02/21 24/02/21 25/02/21 26/02/21 27/02/21 28/02/21 01/03/21 02/03/21 03/03/21 04/03/21 05/03/21 06/03/21 07/03/21 08/03/21 09/03/21 10/03/21 11/03/21 12/03/21

Una curva che punta in alto, da settimane. Ininterrottamente. Ma fino a quando cresceranno i dati del contagio in Veneto? Difficile dirlo, tanto più con l’incognita della variante inglese ormai diventata prevalente, in Italia e in Veneto, e con la sua maggior capacità di diffusione. Ci vorranno comunque settimane, a detta degli esperti, prima di vedere i primi effetti delle restrizioni. Se si guarda alla crescita in serie delle ultime settimane non c’è da dormire sonni tranquilli. I numeri forniti dalla Protezione civile vengono raccolti ed elaborato da Quantitas, startup con sede a Mestre specializzata nelle analisi e diffusione dei dati. La curva più interessante è quella della media mobile a sette giorni dei contagi, che pubblichiamo a lato. Si calcola così: ogni giorno si tolgono i casi di otto giorni prima e si aggiungono quelli più recenti, dividendo per 7 il totale per avere la media sulla settimana. La media mobile ha il vantaggio di smussare i picchi casuali, determinati da giornate in cui si fanno più tamponi del solito (e conseguentemente si trovano più positivi) o, come avviene il sabato e la domenica, se ne fanno meno. Per questo motivo il valore con cui termina la curva (1.471) è molto più basso nel numero di contagi rilevati fra le 8 di venerdì e le 8 di ieri (2.682): è moderato verso il basso dai valori inferiori precedenti con cui viene calcolata la media.

CROMASIA

L'ANDAMENTO DEI CONTAGI NEL VENETO DALL'INIZIO DELL'ANNO media mobile su sette giorni

Bene, guardando all’andamento dall’inizio dell’anno viene evidenziato come in Veneto il punto più basso della curva del contagio si sia registrato il 17 febbraio, quando ci furono 492 casi, con una media mobile di 577 casi. Da quel momento in poi, la curva ha nuovamente iniziato a puntare verso l’alto. Dalla media mobile di 624 casi del 18 febbraio si è arrivati a superare quota 800 appena quattro giorni dopo. Altri tre giorni, e il 25 febbraio la

media segna 912,7 casi (con 1.304 infezioni registrate in 24 ore). L’ultimo giorno del mese, ecco superare la soglia dei mille casi medi sui sette giorni. Fino a 1.471 di venerdì scorso, quando il bollettino delle 8 ha fatto segnare 1.932 casi nelle 24 ore precedenti. Ieri mattina, come comunicato da Azienda Zero, i casi sono saliti ancora: +2.682. È significativo anche l’incremento provincia per provincia. In termini percentuali, ne-

gli ultimi giorni la maggior crescita dei contagi (ogni mille abitanti) si è avuta a Venezia (+0,72%), seguita da Padova (+0,6%), Treviso (+0,56%), Vicenza (+0,5%) e Belluno (+0,5%). Sono dati che poi si riflettono su un indice Rt regionale che da 1,12 di una settimana è passato a 1,28, condannando il Veneto alla zona rossa. Tendenza che trova conferma nell’analisi del fisico Roberto Battiston che coordina l’Os-

servatorio dei dati epidemiologici dell’università di Trento, secondo cui «è in atto una crescita degli infetti attivi trainata dalle regioni centro-settentrionali». «La crescita è innegabile» ammette Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, «ed è in gran parte dovuta alla presenza delle varianti. Il contagio si è spostato sulle classi d’età più basse, e un fattore determinante sembra averlo avuto la riapertura delle scuole. Nelle

il bollettino

Il numero dei veneti attualmente positivi è salito a 34.416 persone VENEZIA

La progressione della nuova ondata della pandemia viene confermata ogni dodici ore da Azienda Zero, che emette i bollettini delle 8 (che vengono commentati dal presidente della Regione Luca Zaia nella conferenza stampa quotidiana) e delle 17. L’ultimo aggiornamento eleva a 353.376 il numero dei veneti che hanno “incontrato” il Coronavirus da un anno a questa parte, risultando positivi al tampone antigenico o molecolare, la maggior parte dei quali per fortuna - non ha manifestato sintomi. Rispetto alle 17 di venerdì si tratta di 2.166 casi in più. Pur depu-

Un tampone orofaringeo

rato dalle oltre mille persone nel frattempo guarite, è cresciuto corrispondentemente anche il numero dei casi attualmente positivi, che nel Veneto sono saliti ieri a 34.416, con un incremento di 1.319 unità. Come ogni giorno, va registrato an-

prossime settimane i numeri del contagio sono destinati a crescere. Il picco della terza ondata forse sarà a fine marzo, ma è difficile dirlo in presenza di una variante che corre il 40% più veloce. Con la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo parta a breve, l’obiettivo è chiudere la partita dei vaccini entro la fine dell’estate. Il prossimo autunno dovrebbe essere differente rispetto a quello appena passato». © RIPRODUZIONE RISERVATA

che l’aumento delle vittime della pandemia, che nella nostra regione ha provocato la morte di 10.099 persone, il conteggio è salito di altri 17 individui. Un ricoverato in meno per Covid-19 invece negli ospedali veneti: alle 17 di ieri erano 1.385 (fra loro anche 271 malati che nel frattempo sono guariti ma restano ricoverati a causa di altre patologie o a causa della debilitazione provocata dall’infezione da Coronavirus). Nelle strutture territoriali sono poi ricoverate 144 persone a causa dell’epidemia. È cresciuto invece il numero dei ricoverati nelle Terapie intensive venete: ieri alle 17 erano 187, 6 in più delle 17 di venerdì. La nota positiva è che è cresciuto anche il numero dei guariti dall’infezione virale, che ieri ha raggiunto il ragguardevole numero di 308.861: per loro l’immunità sarà garantita da una sola dose del vaccino, senza bisogno di quella di richiamo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


9 ••

DOMENICA — 14 MARZO 2021 – IL RESTO DEL CARLINO

Via Boccalara

Occhiobello Buoni spesa C’è ancora tempo OCCHIOBELLO Buoni spesa, c’è tempo fino al 19 marzo per la domanda tramite mail a buonispesa@comune.occhiobello.ro.it. I requisiti: essere residenti nel Comune di al momento della presentazione della domanda; soggetti disoccupati; lavoratori dipendenti, autonomi, commercianti e artigiani che a causa dell’emergenza percepiscono redditi insufficienti per far fronte all’acquisto di generi alimentari o altri prodotti di prima necessità.

Canaro, uova di Pasqua a domicilio CANARO Un uovo pasquale per regalare un sorriso ai più piccoli. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Comune di Canaro e annunciata dal sindaco, Nicola Garbellini, grazie alla collaborazione dei volontari della Protezione civile. A tutti i bambini un uovo di Pasqua a domicilio, attraverso il prezioso contributo della Protezione civile e della Pro Loco. m. t.

Lavori in corso da domani La ciclabile prende forma

Via Boccalara, inizia il cantiere. Da domani i lavori per la realizzazione di un percorso ciclabile, nell’ambito della valorizzazione turistica della sinistra Po, in via Boccalara. Viabilità modificata fino al termine dei lavori

«Bigodini in casa Sarà il regno degli abusivi» Parrucchiera protesta contro la chiusura: «In questo modo si favorisce il lavoro nero» OCCHIOBELLO «Le categorie che sono state colpite dalla pandemia, non moriranno per il virus ma di fame». L’annuncio nei giorni scorsi del passaggio della Regione Veneto dalla zona arancione a quella rosa, ha scatenato inevitabilmente l’amarezza e la rabbia di alcune categorie che sono state colpite in modo drammatico. Nello specifico una delle cotegoria finita sotto i colpi dei divieti è stata quella del mondo degli acconciatori. A differenza del recente passato, adesso con la zona rossa dovranno tenere abbassate le serrande dei propri saloni. La rabbia per questa pesante situazione che viene espressa senza mezzi termini da Cristina Pellegrinelli, titolare di un salone in via Eridania ad Occhiobello. La commerciante ormai da un anno vive come la maggior parte dei suoi colleghi una situazione difficile. «Abbiamo aspettato, abbiamo accettato – spie-

ga sconsolata Cristina Pellegrinelli – di mettere in sicurezza i locali, ci siamo adeguati in velocità. Abbiamo speso per i nuovi sistemi monetari elettronici, per sconfiggere l’abusivismo, abbiamo ristretto il guadagno e abbiamo lavorato in tutta sicurezza fino a ieri. Dunque adesso vorrei sapere da qualcuno cosa è successo. di spiegarmi cosa è cambiato». La chiusura dei saloni, oltre alla perdita economica potrebbe aprire le porte all’abusivismo. Su questo grave fenomeno Pellegrinelli ribadisce: «Conosciamo le regole, abbiamo ben presente le sanzioni dei comportamenti non corretti, ma spiegatemi dove sta il problema che si presentava lo stesso Natale scorso. Tutto questo IL PARADOSSO

«Non capisco come categorie che hanno lavorato a Natale oggi non lo possono fare»

Cristina Pellegrinelli al lavoro nel suo salone

aumenterà l’abusivismo e probabilmente i contagi non si fermeranno. Ma intanto ci sono artigiani che non arrivano a fine mese, artigiani che chiudono ogni giorno». Un settore, quindi, che non riesce a farsi una ragione di questa nuova misura di chiusura che riguarda parrucchiere e barbieri. Nel periodo delle festività natalizie non fu così. La zona rossa, come anticipato dallo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, rischia di proseguire per alcune settimane. Si tratterebbe di un ulteriore danno economico a diversi settori, che auspicano quantomeno nell’arrivo

di ‘ristori’ consoni alle perdite che hanno subito e a quelle che arriveranno con le nuove chiusure. Pellerginelli aggiunge: «Dicono che le parole servono a cambiare il mondo, di certo non le mie. Ma mi auguro che qualcuno rifletta sulle ingiustizie. Non capirò come categorie che hanno lavorato a Natale oggi non lo possono più fare. Quindi voglio dare voce ad un settore affinché sia ascoltato da chi di dovere e che si rifletta sulle chiusure che non hanno creato alcun danno fino a questo momento». Mario Tosatti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Polesella

«Provincia, ente dimenticato. Una questione rimasta nel cassetto» Open Fiber, la viabilità cambia CANARO Viabilità modificata sulla strada provinciale 23 bis. Fino al 31 marzo sulla strada provinciale 23 bis, per un intervento di Open Fiber, sarà in vigore il senso unico alternato, regolato da movieri o semaforo, dalle 8 alle 18, dal lunedì al venerdì. Il tratto è compreso tra il chilometro 8+655 e il chilometro 9+600, ricadente nel centro abitato di Canaro.

Il primo cittadino Leonardo Raito scrive alle massime cariche dello Stato, risponde la presidente del Senato Casellati POLESELLA Il sindaco scrive al presidente della Repubblica, ai presidenti del consiglio e delle camere. Al centro della missiva la situazione degli enti Provincia. Alla lettera del primo cittadino di Polesella Leonardo Raito ha risposto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, comunicando di aver informato delle riflessioni del sindaco il presidente della commissione affari costituzionali della camera alta. «Ringrazio la presidente Casellati – spiega Raito – per l’attenzione. Come politici abbiamo il do-

vere di sollecitare i nostri organi legislativi ad occuparsi di questioni che riguardano l’assetto istituzionale del nostro paese. Il modo in cui sono state ‘trattate’ le Province è vergognoso. Solo negli ultimi tempi, grazie ad Achille Variati, il tema era ritornato centrale. Ma da politici e partiti che dicono di volersi occupare dei territori è lecito aspettarsi di più. È lecito aspettarsi un percorso stabilito, degli obiettivi risolutivi. Magari la mia lettera è n sasso lanciato in uno stagno. Ma spero possa far discutere». Dopo la ‘legge Delrio’ e la mancata riforma costituzionale, gli enti Provincia vivono una fase di stallo e incertezza

LA MISSIVA Leonardo Raito prende carta e penna

sul futuro, pur continuando a rappresentare un riferimento per territori frammentari come il Polesine. È questo il motivo che ha spinto il sindaco, che era stato assessore provinciale, a prendere carta e penna e a scrivere alle massime cariche dello Stato per chiedere una risoluzione definitiva sul ruolo delle province. Nella lettera si legge: «Non posso mancare di evidenziare come il tema ‘provincie’ sia uscito completamente dagli orizzonti della politica». Mario Tosatti


•••

8

Rovigo sport

DOMENICA — 14 MARZO 2021 – IL RESTO DEL CARLINO

Calcio

«Delta, una difficile sfida Ma c’è voglia di vincere» Oggi, al Cavallari, la formazione del Porto Tolle ospita il Cartigliano Si gioca in casa il recupero della giornata numero 13 del girone C CALCIO Nel calendario stilato a settembre dalla Lnd, la data del 14 marzo era riservata al torneo di Viareggio, che invece è stato annullato per l’emergenza sanitaria. Così, il dipartimento della lega nazionale dilettanti, ha sfruttato questa sosta per i recuperi. Oggi, al Cavallari di Porto Tolle, il Delta ospita i vicentini del Cartigliano, nel recupero della giornata numero 13 del girone C, che si è giocata il 10 gennaio scorso. Oltre a Delta-Cartigliano, scende in campo di nuovo anche il Campodarsego, (che ha giocato mercoledì contro il Delta), in casa dell’ Arzignano. Il big match Trento-Manzanese, prima contro seconda, è stato rinviato, ancora una volta, a causa di positività del Covid. Prima

fu rinviato per positivi tra le fila del Trento, ora, sono colpiti sono alcuni giocatori friulani. Il Delta oggi deve fare a meno dello squalificato Strada e dell’infortunato Trajkovic, uscito al 30’ del primo mercoledì, e sostituito da Episcopo che, nei piani di mister Pagan, avrebbe dovuto riposare proprio in vista della gara odierna. E invece, dopo i 60’ giocati a Campodarsego, Episcopo sarà della partita stringendo un po’ i denti come tutti i suoi compagni chiamati ad un vero tour de force per recuperaLO SCACCHIERE

Il Delta deve fare a meno dello squalificato Strada e dell’infortunato Trajkovic

re le, tante, partite che i biancazzurri hanno lasciato per strada a causa delle positività al Covid registrate a Porto Tolle. «Era inevitabile – dice mister Pagan – che dovessimo affrontare tante partite ravvicinate (mercoledì il Delta sarà di nuovo in campo, a Porto Tolle, contro il Chions, ndr) visto i quasi due mesi di stop, dobbiamo farlo e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi. I ragazzi si stanno impegnando molto, ma è fisiologico che le forze vengano a mancare. Da quando abbiamo ricominciato, un mese fa, giocatori come Pellielo, Moretti, Mboup hanno sempre giocato e un po’ di stanchezza affiora. Mercoledì a Campodarsego è arrivato un pareggio al termine di una partita non bellissima da entrambe le parti, perché tutte e due le squadre volevano vincere e alla fine ne è

Mister Pagan si dice fiducioso

uscito un pari. Oggi contro il Cartigliano non sarà una partita facile, perché i vicentini sono una squadra organizzata e dotata di buone individualità, ma noi abbiamo la voglia e lo spirito per centrare una vittoria che ci darebbe ulteriore carica per af-

frontare questa nostra ripresa del campionato». Il Cartigliano ha realizzato 30 punti che valgono la decima piazza ed è reduce dal pareggio per 1-1 contro la seconda Manzanese. Cristiano Aggio © RIPRODUZIONE RISERVATA

Calcio a cinque femminile CONI

Ponchio diventa presidente regionale

Granzette si ferma. Ma la testa è già alle romane Importante gara il 21 marzo quando nella palestra di San Pio X arriverà il Città di Capena

Succede a Gianfranco Bardelle protagonista dello Sport Veneto

CALCIO

Dino Ponchio, padovano, è il nuovo presidente regionale del Coni Veneto. Succede a Gianfranco Bardelle protagonista dello Sport Veneto e di tante iniziative a favore delle comunità sportive degli ultimi anni. Dopo i saluti dell’assessore allo sport del Comune di Padova Diego Bonavina, è toccato all’assessore regionale Cristiano Corazzari portare il suo saluto all’assemblea. «Ringrazio con affetto il presidente uscente Gianfranco Bardelle – ha commentato Corazzari –. Ricordo in modo particolare il lavoro svolto sul territorio, le attività per i giovani e il successo ottenuto dal progetto ‘Carta etica dello sport’, valore aggiunto che lo sport apporta alla crescita sociale, etica ed educativa al giovanile».

E’ stata una settimana di allenamenti intesi per il Granzette che oggi osserva un turno di riposo per preparasi poi all’importante gara del 21 marzo quando nella palestra di San Pio X, casa delle neroarancio, arriveranno le romane del Città di Capena. Che hanno due punti in più delle rodigine, che ancora masticano amaro per il pareggio di domenica a Cagliari, dove, avanti per 4-1 si sono fatte rimontare, in una partita terminata 4-4, perdendo così l’occasione di agganciare proprio il Capena. «E’ un pareggio che ci sta stretto, ricorda mister Chiara Bassi, sapevamo che sarebbe stata una partita impegnativa dove il Cagliari avrebbe dato il tutto per tutto per portare a casa punti, noi abbiamo sbagliato tanto sottoporta e si sa che in questo sport un gol sbagliato prima o poi lo subisci. Per noi comunque conquistare un punto è una cosa positiva perché abbiamo avuto la convinzione di non mollare e questa è sicuramente la cosa migliore della trasferta. Ci siamo subito messe nuovamente al lavoro per migliorare e analizzare i no-

L’allenatore Chiara Bassi

stri errori, per capire perché abbiamo sbagliato così tanto in fase offensiva e come sono nati i gol subiti ma non posso dire niente alle mie atlete perché hanno comunque dato il massiDELUSIONE

Le rodigine ancora masticano amaro per il pareggio di domenica a Cagliari

mo e da qui ripartiremo per affrontare al meglio le ultime due gare. La stagione fino ad ora per me è stata positiva perché siamo tra le 10 squadre della massima categoria e in più abbiamo la fortuna di poter fare sport, cosa che non tutti in questo periodo storico legato alla pandemia hanno e quindi dobbiamo onorare questo privilegio. Adesso il nostro obiettivo è il Capena, sappiamo bene com’è finita la gara di andata e non vogliamo ripetere più questo errore». Assie-

me a Chiara Bassi, c’è la vice Francesca Vallin, da otto anni a Granzette, sette dei quali come collaboratrice della Bassi. «Ho iniziato come giocatrice, ha raccontato a Anygiven Sunday, perché il calcio a 5 era una perfetta sintesi di calcio e basket, i miei sport preferiti. Un giorno, chiacchierando con Silvia Dall’Ara, dissi che mi sarebbe piaciuto allenare e a settembre del 2012 iniziai con il progetto giovanile della società. Nel primo anno ero sola, poi è nato il sodalizio con Chiara: la Juniores è stata un’esperienza difficile che ci ha portato un solo punto in tre anni, ma anche estremamente formativa. Alla fine del terzo anno, dopo le dimissioni del tecnico della prima squadra, abbiamo preso il suo posto, partendo dalla serie D fino ad arrivare alla A. Com’è il mio rapporto con Chiara? Lei è una persona che pretende tanto prima di tutto da se stessa e poi da chi le sta intorno, e penso questo sia un grande pregio. Io ho interpretato il mio ruolo come una persona che dovesse saper fare le domande giuste per stimolarla e portarla a ragionare sulle sue scelte, senza metterla in discussione». c. a.


Cronaca 13

L'ARENA

Domenica 14 Marzo 2021

L’incuboCoronavirus

Le misurepercontrastare ladiffusionedelcontagio

6,98

ILTASSO DIPOSITIVITÀ SCENDEAL6,98 PERCENTO

Sonostatieffettuati372.944tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero dellaSalute.L’altroieri i testerano

stati 369.636 . Il tasso di positività, il rapporto tra positivi e test, è del 6,98 per cento, ieri era stato del 7,2, quindi oggi in calo dello 0,2 per cento. Le vittime sono state

317. Gli ingressi in terapia intensivasonostati270.Ilsaldogiornaliero tra ingressi e uscite è di 68 pazienti in più. In totale in rianimazionecisono ora2.982 persone.

L’INTERVISTA. Ildirettoredella TerapiaIntensiva Aouièin primalinea da un anno controil Covid.«L’etàmedia s’èabbassata, intubogente dicinquanta, sessant’anni»

«Servonoaltriletti, il virusinfuria» Il professor Polati suona l’allarme «Speroche conle zonerosse elevaccinazioniin corsononci riduciamocomea dicembre» Camilla Ferro

L’età media è diminuita di almeno 10 anni. In rianimazione ora il Covid manda gente più giovane: non più over 70 ma 50-60enni che oltre ai polmoni compromessi presentano danni anche al cuore, ai reni, al cervello. «Si tratta di pazienti che nella maggior parte dei casi hanno patologie pregresse ma ci finisce anche qualcuno che, prima del virus, era sano. Sono eccezioni, grazieiddio, ma ho curato pure dei ragazzi, è capitato: qualcuno è guarito, qualcun altro no». Il professor Enrico Polati, direttore del Dipartimento Emergenza e Terapie Intensive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, nella «filiera ospedaliera» del Covid è quello che si occupa dei casi più gravi. Quale è la mortalità legata al virusnel suoreparto,professore?

Ora è al 16%, in dicembre con la seconda ondata è arrivata al 25-30%, nella scorsa primavera era del 17%. Da noi le persone, tutte, non solo chi ha il Covid, ricevono cure ad alta intensità, sono intubate per respirare e assistite h24 per tutte le altre funzioni vitali, chi ha questa infezione però è un malato molto più complesso degli altri, decisamente più impegnativo perchè bisognoso di un approccio multidisciplinare: Sars Cov 2 non mangia solo i polmoni, quando arriva a questo stadio attacca a 360 gradi e diventa malattia sistemica. In questo anno di pandemia qui l’hanno provato in tanti. Purtroppo. Puòdarciun numero?

Sono stati troppi. E continuano ancora. Non mi va di snocciolare cifre perchè dietro a ciascuna c’è una storia che meriterebbe un libro a sè. Per ognuno che non ce l’ha fatta, è stato un dramma. Non ci si abitua mai al dolore, alla sofferenza, alla perdita, al resto sì, alla fatica, alla stanchezza, a questi mesi infiniti di battaglia in condizioni esasperate, sì, a questo ci siamo attrezzati ma per il resto, per il tanto male che questa pandemia ha portato, no, non c’è assuefazione e non c’è soluzione. E adesso, ci siamo di nuovo dentro. Ha detto che ora si ammalano di piùigiovani.

L’età si è abbassata. In autunno c’è stato un papà di tre bambini arrivato in condizioni disperate: aveva 35 anni, non è stato possibile fare nulla per salvarlo. E’ andata invece meglio con altri due pazienti, uno di 59 anni, uno di 29, ora in fase di riabilitazione a casa, ma anche per loro abbiamo temuto il peggio: sono stati a un passo dalla morte, tra arresti cardiaci e altro. Li abbiamo messi in Ecmo cioè in

Ilreport

Nelleultimeventiquattrore sonoi439nuovipositivi

circolazione extracorporea, tentativo estremo oltre al quale non resta altro da fare. Hanno vinto loro e noi con loro. Purtroppo, non sono casi rari: in questo momento si ammalano anche i minorenni. Per questo bisogna che la gente si protegga e rispetti le restrizioni. Prima ha detto “siamo di nuovo da capo“. Dopo un anno è drammaticoritrovarsiall’inizio.

E’ così, siamo al terzo attacco del virus: siamo nel pieno della terza ondata, siamo tornati ad aggiungere letti a Borgo Roma, è un film che abbiamo già visto, siamo alla “terza edizione“: solo a dicembre eravamo nel pieno della seconda ondata, con numeri preoccupanti oltre ai quali difficilmente saremmo riusciti a reggere se fossero saliti ancora. Ci stiamo nuovamente preparando al peggio. Quantisonoadoggiiricoveratia BorgoTrento eal Policlinico?

Nelle due sedi ospedaliere abbiamo in tutto 93 pazienti Covid (dato aggiornato a ieri, ndr) di cui 71 in area medica e 22 in terapia intensiva. In senso assoluto si tratta di numeri migliori rispetto ad altre realtà a noi vicine, Brescia ad esempio, ma guardando al trend della nostra curva negli ultimi 10 giorni c’è stata una impennata. E se continua così, abbiamo già visto come va a finire. Abbiamo dovuto aggiungere 20 letti ordinari, cioè di area medica, a medicina interna al Policlinico. Malattie infettive è già pieno. Per la rianimazione i posti disponibili al momento sono 26, ne restano vuoti solo 4, ma ne aggiungeremo a breve altri 10. Insomma, i casi aumentano ma ci auguriamo che con la zona rossa fino a dopo Pasqua e le vaccinazioni in corso questa terza ondata non arrivi ai livelli delle precedenti. Lo spera, professore, o ci sono evidentescientifichechepossonorassicurare intalsenso?

Di sicuro riducendo al minimo la circolazione delle persone, si toglie aria al virus e possibilità che possa diffondersi: se blocchi la vita sociale, il contagio rallenta. Se poi in contemporanea la profilassi di massa avanza, beh, stavolta dovremmo avere più cartucce a nostro favore. Non crede che la sospensione di AstraZenecaprovocheràunadebacle?

Credo che su 5 milioni di inoculazioni senza effetti collaterali, la percentuale di chi ha avuto complicazioni sia assolutamente a favore del farmaco. Ripeto, il Covid è di gran lunga peggiore e ha fatto strage di morti. Leifarebbe AstraZeneca, oggi?

Sì, io sì: se me lo proponessero, lo farei subito. •

Ilprofessor Enrico Polati, direttoredelDipartimento diEmergenza eTerapie Intensive dell’Aoui

L’appello «Lacampagna vaccinaledeve andare avanti» «Nessun dubbio sulla campagna vaccinale in corso. Anzi, è lo strumento più adeguato per uscire nel minor tempo possibile dall’attuale emergenza sanitaria». Al portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, nonché docente all’Università degli Studi di Padova, Arturo Lorenzoni martedì scorso è stato somministrato il lotto di AstraZenenca ABV2856, ritirato subito dopo - in via prudenziale - dalla Regione. Come a lui, lo stesso lotto è stato inoculato a migliaia di altri colleghi e cittadini veneti. «L’unica soluzione – aggiunge – è proseguire senza indugio con il programma vaccinale. A tale proposito auspico che il Presidente del Consiglio Mario Draghi abbia fatto riferimento con cognizione di causa alle oltre cinquecentomila dosi al giorno a livello nazionale che sarebbero disponibili da qui a breve». «Un piano di tale portata consentirebbe di proteggere entro l’estate tutti i veneti e gli italiani che lo vorranno. Si tratterebbe di un risultato notevole: scongiurerebbe ulteriori chiusure dopo quelle pesantissime, ma indispensabili».

Nuovaimpennatadeicontagi CovidieriinVeneto. Secondo il bollettinodelmattino, rispetto alle24 oreprecedenti, ci sono stati2.682 nuovi positivi per un totalecheraggiungeorai 352.727infettidall’inizio dell’emergenza.I decessi sono stati29, perun bilancio complessivodi10.098vittime. Iveneti «positiviattualmente» einisolamentosono34.062. Lapressione sugliospedaliè costanteesonoinaumento i casigravi nellerianimazioni: nei repartimedici sono ricoverate 1.375persone (+6), mentre nelleterapieintensive si trovano183 malati (+14). Lasituazione diVerona (aggiornataa ierisera) ha registratonelcorso della giornataunincremento nonostantenelfine settimana venganoeseguitimeno tamponi:èrisultatolo stesso unincrementodi439 nuovi positivi,per untotaledi veronesicolCovidarrivato così a4.549 (+338 rispettoa venerdì).Negli ospedalilieve calo:-2 ricoverati con 223 pazientiin areamedica e42in

Inaumento iricoveri rianimazione.Ma c’èunabuona notizia:ierinonc’è statoalcun decesso,nonaccadevadal 5 febbraio;le vittimeveronesi, dallo scorsoanno, sono state2.357,il numeropiù altodituttoil Veneto, insiemea quellodei contagi. Glioperatori sanitari prevedono chefinoa fine marzo la curvadel contagiocontinueràa crescere e chesolodadopoPasquasi potrannoapprezzaregli effetti dellazonarossa incui dadomani entrail Venetoinsieme alla maggiorpartedelleregioni italianeedellacampagna vaccinale. C.F.

LALETTERA. I settepresidenti degliOrdiniprovinciali hannoscritto alGovernatoreZaia

Protestadegli avvocativeneti «Perchésiamostati esclusi?» «Non chiediamo corsie preferenziali ma così siamo stati penalizzati» Gerardo Musuraca

I sette presidenti dell’Ordine degli avvocati delle province del Veneto protestano perchè i legali non sono stati ricompresi nella «Fase 2» delle vaccinazioni anti Covid e si rivolgono al Consiglio Nazionale Forense e all’Ordine nazionale degli avvocati. Si va verso lo scontro per la «disparità di trattamento» tra magistrati, amministrativi e polizia giudiziaria da un lato, e legali dall’altro. Il 24 febbraio scorso, infatti, il presidente dell’ordine degli avvocati di Padova, Leonardo Arnau, quella di Verona, Barbara Bissoli, Erminio Mazzucco di Belluno, Alessandro Moscatelli di Vicenza, Giuseppe Sacco di Venezia, Massimo Sonego di Treviso e Enrico Ubertone di Rovigo avevano scritto al presidente del Veneto, Luca Zaia, per chiedere che anche gli avvocati venissero inseriti tra le categorie del comparto giustizia per essere vaccinati. L’11 marzo però, a firma del dottor Federico Meneghesso, della Direzione del presidente della Regione, è arrivata la risposta, di fatto negativa, con la nota numero 115354. «Per ciò che concerne la vostra richiesta, informiamo che la campa-

LucianoFlor

BarbaraBissoli

gna di vaccinazione si caratterizza per una pianificazione suddivisa in fasi, nel rispetto delle indicazioni fornite dal Ministero della Salute...si precisa che l’avanzamento del piano vaccinale e il conseguente allargamento dell’offerta vaccinale è condizionato dalla disponibilità delle dosi di vaccino consegnate alla Regione Veneto secondo la pianificazione della struttura del Commissario straordinario all’emergenza». Infine, la specifica che «con nota del 1 marzo 2021, il direttore generale dell’area sanità e sociale, dottor Luciano Flor, ha sottolineato l’urgenza di incrementare le somministrazioni quotidiane. A tal fine indica di programmare settimanalmente le attività vaccinali ri-

volte alla popolazione target, ricorrendo a tutto il vaccino disponibile in base alla fornitura settimanale e garantendo l’attività a pieno regione di tutti i Centri di vaccinazione». Infine: «la vostra istanza è stata acquisita agli atti al fine di rappresentare le vostre esigenze». La risposta, al netto della dubbia apertura finale, è risultata però indigesta ai presidenti delle sette province degli Ordini degli Avvocati che, infatti, il 12 marzo hanno scritto una nuova lettera e hanno portato a conoscenza della situazione tutti gli avvocati del Veneto. «Nella così detta Fase 2 delle vaccinazioni», protestano gli avvocati, «sono stati già ricompresi i magistrati, il personale am-

ministrativo e la polizia giudiziaria: solo gli avvocati risultano essere esclusi pur essendo indiscutibilmente...parte essenziale di quello che viene indicato come Comparto Giustizia». Di fatto i legali anche scaligeri si sentono «trattati come popolazione di serie B rispetto a magistrati e altri impiegati dei tribunali», come alcuni di loro confermano. «La Direzione del presidente Zaia», hanno scritto i sette presidenti, «ha risposto nel senso che gli avvocati non saranno vaccinati in via prioritaria per due ragioni: vanno completate in via prioritaria le vaccinazioni delle categorie più deboli, e perchè la Regione dispone di limitate dosi di vaccino... Queste esigenze, però, hanno ceduto il passo alle richieste di vaccinazione da parte dei magistrati, del personale amministrativo e della polizia giudiziaria... fuori dalle fasce di età, e sono state identificate direttamente a livello nazionale escludendo, di fatto, gli avvocati». «L’avvocatura veneta dicono - non ha mai richiesto, nè richiederà, corsie preferenziali... Riteniamo opportuno tuttavia comunicare la disparità di trattamento che si sta perpetrando» e che, secondo i presidenti degli ordini, penalizza gli avvocati. •


RIVIERA - MIRANESE

DOMENICA 14 MARZO 2021 LA NUOVA

27

re i carabinieri. L’uomo, residente a Dolo, finisce agli arresti domiciliari e viene portato in una comunità per curarsi dalla dipendenza dell’alcol. Protagonista dei fatti è un 54enne da tempo senza lavoro. Inizialmente per problemi di salute: nonostante cercasse una occupazione da anni, non riusciva più a trovarla. Tutto

ciò gli aveva generato una forte depressione. E così si era dato al consumo e abuso di alcol. L’uomo si trasformava letteralmente quando era ubriaco: da mite che era normalmente, diventava pericoloso e aggrediva la mamma 86enne sfasciando mobili e suppellettili in casa. Arrivava a spaventare i vicini ed a provocare danni per centinaia di euro. Dopo diverso tempo che sopportava le sfuriate del figlio, la donna, nei mesi scorsi si è fatta forza. Aveva più volte richiesto infatti l’intervento dei carabinieri nella propria casa per fermare le condotte del figlio che erano perpetrate sin dal 2019. Solo recentemente però l’anziana ha deciso di sporgere denuncia. Venerdì i carabinieri della tenenza di Dolo sono intervenuti e hanno trovato in casa l’uomo su di giri che inveiva. I militari hanno anche riscontrato la presenza di mobili e suppellettili sfasciati. In quest’occasione i carabinieri della tenenza di Dolo hanno ese-

guito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del 54enne. Il provvedimento è stato emesso in relazione al reato di maltrattamenti in famiglia dal Gip, giudice indagini preliminari, del Tribunale di Venezia, in quanto sono stati raccolti gravi e concordanti indizi in merito a condotte violente e vessatorie perpetrate dall’uomo nei confronti della madre 86enne. Il 54enne a quel punto è stato condotto presso una comunità terapeutica ove è sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Dovrà curarsi e in questo contesto potrà riprendere in mano la propria vita. Dovrà anche affrontare nei prossimi mesi un procedimento penale per maltrattamenti in famiglia. Per l’anziana madre è stata la fine di un incubo che durava da quasi due anni e che aveva reso la sua vecchiaia un calvario. —

dolo: la richiesta del comune

camponogara

il partito di calenda

mira: progetto per la mobilità sostenibile

«Romea Commerciale nessun finanziamento con il Recovery Fund»

Esposto infondato Condannata una donna

Un Comitato di Azione per Miranese e Riviera

“Zona 30” per i ciclisti la Lega è contraria «Si rischiano incidenti»

CAMPONOGARA

MIRANO

MIRA

Il giudice di pace di Rovigo condanna per diffamazione una donna che aveva presentato un esposto disciplinare infondato contro due avvocatesse, una di queste una quarantenne della Riviera, difese dall’avvocato Emanuele Compagno. «La donna è stata condannata», spiega il legale, «ad una multa di mille euro e al risarcimento dei danni pari a 2.500 euro per ciascuna delle due avvocatesse, oltre alle spese legali». La donna aveva spedito un esposto all’Ordine contro le due avvocatesse e alla Procura, lamentando comportamenti scorretti nei confronti del padre, assistito in amministrazione di sostegno. Esposto archiviato per infondatezza. Le legali avevano fatto ricorso per diffamazione. —

Nasce il Comitato Miranese e Riviera del Brenta in Azione, il partito guidato da Carlo Calenda. Il gruppo vuole essere punto di riferimento di Azione in una delle aree più importanti della Città metropolitana. «L’idea di unire Miranese e Riviera è ispirata dalla necessità di avere una visione politica che sappia intercettare interessi complementari e attivare progetti con impatto più consistente su un territorio ampio», spiegano i promotori, «Azione Miranese e Riviera del Brenta si pone l’obiettivo di consolidare il gruppo, con particolare attenzione agli amministratori locali». Il gruppo è coordinato da Cristian Zara, assessore a Mirano, Riccardo Casarin, Marco Garbin, Carlo Isandelli, Marco Masi, Davide Moroni, Marco Vivian e Giorgio Zara. —

A.AB.

S.B.

Il Comune istituisce il limite di velocità di 30 chilometri all’ora su una ventina di strade, indicando nei cartelli scoperti in questi giorni che si tratta di strade a priorità ciclabile. Accanto alla carreggiata è prevista una pista ciclabile. Tantissime le proteste sui social e le telefonate al comune. La Lega, con il consigliere e capogruppo in consiglio Stefano Deppieri, si fa portavoce del malcontento. «Si tratta di una assurdità», spiega Deppieri, «Sono state messe come strade a 30 all’ora Riviera Trentin, Riviera Matteotti, via Primo Maggio, Riviera San Pietro e poi via Don Minzoni, via Bassa Gambarare e tantissime altre. Questo significa non creare sicurezza ma rischiare incidenti nei punti in cui, per far posto alle piste ciclabili, le carreggiate diventano troppo strette». Per la Lega l’intenzione del Comune è forse quella di mettere queste strade a 30 all’ora con

dolo

Maltratta la madre e sfascia il mobilio 54enne ai domiciliari L’uomo, disoccupato, abusava di alcol ed era depresso Gli episodi dal 2019, solo di recente l’anziana ha denunciato

DOLO

Senza lavoro da qualche anno, entra in uno stato depressivo e finisce nel tunnel della dipendenza dall’alcol. Quando si ubriaca sfascia tutto, urla e maltratta l’anziana madre di 86 anni che a lungo subisce. Poi non riesce più a sopportare la situazione e fa interveni-

DOLO

Un appello al presidente Zaia affinché la Romea Commerciale venga tolta dal Piano per la Resilienza e Ripartenza e si portino in Riviera bus elettrici e una ciclabile da Fusina a Stra. A presentare la richiesta sono il sindaco reggente Gianluigi Naletto e l’assessore alla Promozione del Territorio Matteo Bellomo. «Con grande stupore», commentano, «abbiamo appreso che nel documento predisposto dalla Regione e inviato alla Conferenza Stato – Regioni e al Governo è ricomparsa la Romea Commerciale. In quel documento dovrebbero essere indicate le azioni utili a rilanciare con spirito d’innovazione il nostro territorio con i miliardi in arrivo dall’Europa. La Romea Commerciale è un progetto “antico”, già accantonato da tempo, inviso alla cittadinanza poiché, soltanto per quello che riguarda il nostro

I carabinieri di Dolo

Comune, taglierebbe a metà Sambruson passando sopra un’area nella quale vennero trovati reperti archeologici, per giungere a Roncoduro, dove non c’è più il casello autostradale, attraversando il Naviglio e le ville del Brenta. Un’autostrada a quattro corsie incompatibile, sotto ogni punto di vista, con il territorio, che spazzerebbe via la comunità di Sambruson che si troverebbe tagliata in due da un “muro” costituito da 4 corsie autostradali, più quelle di emergenza». «Noi», concludono, «lanciamo una sfida alla Regione: se i fondi del Recovery Fund servono per progetti innovativi, si investa sulla pista ciclabile tra Padova a Venezia lungo il Naviglio. Valorizzerebbe la Riviera che nulla ha da invidiare alla più celebrata Camargue e si destinino fondi alle aziende di trasporto locale per bus ad alimentazione elettrica». — A. AB.

ALESSANDRO ABBADIR © RIPRODUZIONE RISERVATA

mirano

“Puliamo il mondo” Oggi l’iniziativa nei parchi cittadini Il Circolo Legambiente del Miranese e il Comune organizzano per oggi alle 14 l’iniziativa Puliamo il mondo, promossa in collaborazione con il gruppo scout Agesci Mirano 12, i gruppi parrocchiali di San Leopoldo Mandic, l’oratorio San Francesco Aps, Fiab Mirano e Riviera del Brenta, Fiab Spinea e Cdat Spinea. I volontari puliranno l’area del Parco Rabin e del Parco Morvillo, dividendosi in più squadre, e si attiveranno fino al capolinea Actv di via Matteotti. Il ritrovo è previsto alla Casa della Musica di via Gramsci. Ai volontari saranno distribuiti i kit di lavoro con pettorine, guanti, rastrelli, pinze e scope. Partecipazione subordinata a prenotazione: info@legambientemiranese.org o 338.6710290. S.B.

Il limite di velocità lungo una via

l’intenzione poi di piazzare gli autovelox e dare multe. La Lega annuncia una interrogazione urgente in Consiglio. Una risposta arriva dall’assessore alla mobilità Maurizio Barberini: «Si tratta di una precisa scelta politica che abbiamo fatto in favore di pedoni e ciclisti. È ora di cambiare il modello di mobilità e limitare il transito delle auto nei centri urbani. Le carreggiate rispettano le normative». — A. AB.

pianiga

campolongo

mirano

Addio a 77 anni a Noemi Una vita da infermiera

Vandalismi e furti in arrivo 8 telecamere

La pizzeria “Surlì Più” tra le migliori d’Italia

PIANIGA

CAMPOLONGO

Addio all’età di 77 anni a causa di una malattia a Noemi Bortolan per decenni infermiera all’ospedale di Dolo nel reparto di Neurologia. Risiedeva con la famiglia e il marito Guido Malaman (ex infermiere anche lui) in Bosco a Rivale. L’addio domani alle 9.30 nella chiesa di Rivale. Lascia oltre al marito e al figlio, le sorelle, il nipote Evan e la nuora Chiara. —

Contro vandali e furti ed in aiuto ai controlli delle forze dell’ordine, il Comune di Campolongo Maggiore piazzerà otto telecamere. Ad annunciarlo è l’assessore Luca Callegaro: «Nelle scorse settimane abbiamo registrato diversi atti di vandalismo. Sono stati imbrattati muri e danneggiati giochi per i bimbi. Abbiamo deciso di intervenire. Grazie a dei fondi che ab-

A. AB.

Noemi Bortolan

biamo vinto con un concorso regionale, collocheremo al cimitero di Campolongo, a Bojon e nella frazione di Liettoli alcune telecamere che saranno attive in estate. La nostra intenzione è evitare che i beni pubblici possano essere danneggiati, lasciando i colpevoli di questi atti impuniti». Le telecamere serviranno per individuare anche i veicoli che circolano senza assicurazione o revisione. — A.AB.

MIRANO

Un riconoscimento non si disprezza mai, soprattutto in un momento come questo. Ma Mauro Varetto, titolare della pizzeria “Surlì Più” ha di che essere soddisfatta. Il suo locale appare tra le Eccellenze 2020 di 50 Top Pizza, la guida delle migliori pizzerie italiane e nel mondo. Complici le farine biologiche macinate a pietra. — A.RAG.

Mauro Varetto


20

DOMENICA 14 MARZO 2021 LA NUOVA

VENEZIA

E mail cronaca.ve@nuovavenezia.it Venezia Castello, 5653 Centralino 041/24.03.111 Fax 041/52.11.07 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 041/396.981

Variazione al bilancio 2021

Effetto virus sui conti pubblici il Comune attinge ai risparmi Circa 34 milioni per i cali di imposta di soggiorno, Ztl e trasporto pubblico Altri 4,5 milioni serviranno per sostenere le imprese nel pagare la tassa Tari Il manifesto dei progetti degli studenti

Il Comune attinge abbondantemente alle “riserve” per fare fronte alle minori entrate legate al turismo, determinate dall’emergenza coronavirus, che colpiscono un po’ tutte le fonti di entrata: dall’imposta di soggiorno legata agli hotel, alle Ztl, al trasporto pubblico locale. È questo in pratica l’oggetto della variazione di bilancio 2021-2023 che sarà discussa la prossima settimana in Commissione consiliare prima di approdare in Consiglio comunale. Si sperava che l’impatto del Covid si attenuasse, ma ora bisogna appunto rifarei conti perché con il ritorno alla zona rossa, quello dei turisti è ancora di là da venire. In particolare, 4,5 milioni di avanzo di amministrazione saranno utilizzati per aiutare le imprese a pagare la Tari, la Tassa sui rifiuti. «Proponiamo che in quella sede ci sia attenzione verso l’imprenditoria femminile», sottolinea il consigliere comunale del Pd Emanuele Rosteghin, «e verso coloro che, rientrando nelle categorie economiche in difficoltà, abbiano mantenuto il medesimo livello occupazione o magari abbiano anticipato la cassa integrazione ai propri dipendenti». Ma quasi altri 34 milioni di risorse accantonate dalla giunta Brugnaro come avanzo di amministrazione serviranno a coprire molti altri “buchi”determinati dalla crisi legata al Covid e alla sparizione dei turisti. Dieci milioni di euro saranno stanziati per compensare le minori entrate da Ztl, legate soprat-

Per Sei MeSi in dialogo con gli abitanti

Santa Marta rivitalizzata da sessanta studenti Iuav con i loro nuovi progetti

Piazzale Roma semi deserto, durante l’ultimo sciopero dei dipendenti di Actv

tutto ai bus turistici. Altri 13 milioni devono essere impiegati con la variazioni per fare ai proventi venuti meno per il trasporto pubblico di navigazione. Oltre 5,6 milioni devono essere messi a disposizione per minori entra-

Confermato l’acquisto del cinema Candiani per savarlo così dalla chiusura certa te da imposta di soggiorno, sotto questa voce, a cui si aggiungono un milione di euro in meno per i parcheggi e 3,3 milioni che mancheranno pere le multe stradali, con la forte diminuzione del-

FirMato il decreto

In arrivo oltre 13 milioni stanziati dal governo per lavori nelle scuole Oltre 13 milioni di euro in arrivo dal governo per interventi sulle scuole dell’area metropolitana di Venezia. Il ministero dell’Istruzione, rende noto la senatrice del Movimento Cinque Stelle Orietta Vanin, ha comunicato la firma al decreto per la ripartizione di un miliardo e 125 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza, riqualificazione energetica

Uno scorcio del Foscarini

le presenze turistiche legate al traffico automobilistico. Quasi un milione di euro dovrà essere rimpiazzato anche per il mancato recupero dell’evasione dell’Imu, l’Imposta municipale sulla casa. Ancora, 8 milioni di euro di avanzo di amministrazione vincolato saranno messi a disposizione per coprire i costi degli oneri del contratto di trasporto pubblico locale. E circa 11,4 milioni di euro dovranno essere sborsati per compensare ancora le minori entrate da imposta di soggiorno del 2021. Complessivamente, un vero e proprio salasso che però l’Amministrazione sembra in grado per il momento di sopportare grazie appunto ai “risparmi” consistenti degli anni

precedenti. Confermata in bilancio anche un’operazione di cui si parla da tempo, come l’acquisto del cinema Candiani, con un esborso di circa 2 milioni di euro. A gestire il complesso sarà, per i prossimi 12 anni, Gianantonio Furlan, che alle Multisale ha dato vita. Allo scadere dell’accordo sarà varato un bando di gara per l’assegnazione del multisala. L’acquisto è stato deliberato per evitare il fallimento della struttura, salvaguardare l’occupazione e mantenere attivo un polo che garantisce una offerta culturale aggiuntiva alla città, quando il Covid permetterà di tornare al cinema. —

e nuova costruzione delle scuole secondarie di secondo grado. Sono risorse stanziate dal precedente governo, pensata per velocizzarne l’attribuzione, dal dicastero guidato da Lucia Azzolina. Il decreto ministeriale, infatti, assegna le risorse economiche direttamente alle Province o alle città metropolitane. Al Veneto sono destinati oltre 86 milioni di euro e a Venezia in particolare circa 13 milioni e 100 mila euro. Serviranno per interventi di messa in sicurezza, riqualificazione energetica e nuova costruzione delle scuole secondarie di secondo grado. La Città Metropolitana nel 2020 aveva ad esempio stanziato 800 mila

euro per l’efficientamento energetico delle scuole del Veneziano, ma nulla per il 2021. Ora potrà incrementare la cifra. Anche i lavori di prevenzione incendi per 500 mila euro previsti per il liceo Foscarini e che dovevano essere ricavati da alienazioni immobiliari, ora potranno essere realizzati con i fondi stanziati dal Governo. Potranno anche essere anticipati gli interventi di efficientamento energetico su altri plessi scolastici dell’area metropolitana che erano stati rinviati al 2022 per mancanza al momento di risorse. Stesso discorso per gli interventi di miglioramento sismico previsti per la cittadella scolastica di Mirano. —

ENRICO TANTUCCI © RIPRODUZIONE RISERVATA

Santa Marta fatta rivivere dagli studenti. Un quartiere veneziano rivitalizzato dalla presenza delle università, alla ricerca di nuove possibili integrazioni fra studenti e abitanti. Una festa di antica tradizione, “la sagra dei lumi”, celebrata anticamente il giorno di Santa Marta, simbolo di un momento di coesione sociale da far rivivere. Da queste premesse è nato un esperimento didattico, e insieme civile e sociale, all’interno della laurea magistrale di Design del prodotto e della comunicazione visiva Iuav, che ha coinvolto 60 studenti e gli abitanti del quartiere di Santa Marta: cercati, dai ragazzi alla ricerca di nuove forme per raccontare la storia di questo pezzo di città, ma anche per ricostruire un tessuto di relazioni che rendano migliore il futuro. “Santa Marta: qualcosa che merita” è il titolo del Laboratorio che per un intero semestre ha impegnato gli studenti di design Iuav, coordinati dalle docenti Raffaella Fagnoni e Paola Fortuna, con la collaborazione di Damiano Fraccaro. Organizzati in 15 gruppi, gli studenti hanno sviluppato un percorso attraverso Santa Marta, seguendo gli approcci del Design so-

ciale, del Design per l’innovazione sociale, del Design dei servizi, interagendo con i cittadini per sviluppare le proprie proposte progettuali.. Raccontano gli studenti del progetto: «Gli abitanti di Santa Marta, conoscendo le nostre intenzioni e intuendo il reale interesse che nutrivamo per loro, ci hanno accolti, e pian piano hanno iniziato a fidarsi di noi, a condividere con noi le loro vite, i loro ricordi , la loro arte. Una scrittrice, un fotografo, un artigiano e una coppia di teatranti ci hanno svelato la loro storia. Abbiamo deciso di condividere questo prezioso racconto e di farne il primo di una serie, attraverso cui ogni abitante di Santa Marta possa rivelarsi».Alcune azioni progettate hanno riproposto la tradizione secolare dell’antica festa dei luni, o dei lumi, che riuniva un tempo gli abitanti nella spiaggia di Santa Marta (scomparsa dopo l’urbanizzazione del quartiere), come occasione per rimettere in circolo spazi e luoghi dimenticati o sottoutilizzati. Fra le numerose proposte emerse dal Laboratorio: uno spazio per artisti, un sistema di orti urbani, un laboratorio sartoriale, una collezione di prodotti di Santa Marta. —

UN NUOVO FUTURO CON CNA È PIÙ FACILE

VICINI AGLI IMPRENDITORI. SEMPRE! credito - formazione - promozione mercato digitale - contabilità - paghe TI ASPETTIAMO NELLE NOSTRE SEDI DI: VENEZIA • MARGHERA • MIRANO SCORZÈ • CHIOGGIA • SOTTOMARINA • JESOLO • CAORLE S. DONÀ DI PIAVE • PORTOGRUARO • S. STINO DI LIVENZA MARGHERA - Via della Pila 3/b - 041 925925 - fax 041 925743 cnaprovinciale@ve.cna.it | www.ve.cna.it



SPRESIANO - VILLORBA - PAESE

DOMENICA 14 MARZO 2021 LA TRIBUNA

25

villorba

In pista con Calenda e il gruppo “Azione” Barbisan si scalda per le comunali L’ex assessore defenestrata dalla giunta Serena getta le basi per dare fastidio al Carroccio in autunno VILLORBA

Nuova vita politica per Silvia Barbisan, che ha istituito a Villorba il gruppo di Azione, il partito guidato da Carlo Calenda. L’ex assessore della giunta di Marco Serena, cacciata mesi fa per un post contro Zaia e contro diverse istituzioni, non dà ufficialmente garanzie su una sua candidatura alle amministrative di autunno a Villorba, ma è chiaro che la sua discesa in campo, attraverso l’istituzione di un gruppo, porta alla prossima chiamata alle urne. «Siamo solo all’inizio, intanto stiamo iniziando con l’attività sul territorio. Abbiamo fatto un convegno sugli

SILVIA BARBISAN DOPO LA POLEMICA SUI SOCIAL TORNA LA VOGLIA DI POLITICA

adolescenti e le difficoltà legate all’emergenza Covid, e il prossimo sarà sul turismo. Si tratta di costruire e ampliare la partecipazione al gruppo, poi se son rose fioriranno», dice Barbisan. Il circolo coprirà i Comuni di Ponzano, Povegliano e Villorba, con due coordinatori: oltre a Barbisan, Alessio Tonetto. Il dialogo con alcune forze di centro e di centrosinistra è già iniziato da alcune settimane. Intanto la “corrispondenza” è fitta con Veneto Vivo, l’area di Simonetta Rubinato che a Villorba è declinata da Ivano Breda, Antonio Petrelli e Sandra Milani. Il dialogo è aperto anche con il Partito

Il sindaco di Villorba Marco Serena

democratico, ma oggi sembra difficile che alle prossime elezioni amministrative ci possa essere un gruppo tanto allargato. Il Pd sta provando a ricostruirsi, e vorrebbe fare una “scelta di sinistra” e interna, anche a costo di perdere qualche voto, ma ripartendo dopo anni difficili. Poi, in caso di secondo turno, ogni discussione diventerebbe però possibile. Ma oggi sono tutti ragionamenti prematuri. Silvia Barbisan, assessore al Bilancio per due mandati a Villorba con Marco Serena, era stata cacciata la scorsa

primavera a causa di un post in cui criticava le misure restrittive anti-Covid. Se l’era presa con la «servitrice della patria» prefetto, «l’imbarazzante» capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il premier Conte «ebete», e pure con Luca Zaia, definendolo un «genio immaginifico» che vuole «far vedere che è più bravo di tutti». La cacciata dalla giunta è stata praticamente automatica. «Sentimenti di rivalsa? No, nessuno. Non sono una che si fa disturbare da queste cose», aggiunge Barbisan. —F.C.

Mogliano Spacciatore recidivo arrestato dai militari Spaccia per anni, arrestato. I carabinieri della stazione di Mogliano hanno arrestato su ordine dell’autorità giudiziaria A.S., tunisino classe 1982, che dovrà espiare in regime di detenzione domiciliare la pena di anni un anno e un mese, per il reato di spaccio di stupefacenti, compiuto dal 2014 al 2017 nella provincia di Venezia.

mogliano

breda

Stacca una grondaia dal muro di un’officina Arrestato dai carabinieri

Sondaggio scolastico per bimbi da 0 a 6 anni BREDA

MOGLIANO

Si era appena impossessato di una grondaia di un’autofficina, arrestato 27enne. I carabinieri delle stazioni di Mogliano, Dosson di Casier e del radiomobile di Treviso hanno arrestato in flagranza di reato per furto aggravato nonché per resistenza a pubblico ufficiale D.A., 27enne di origini albanesi, sulle spalle pregiudizi di polizia e reati di vario genere contro il patrimonio.

Un soggetto non nuovo alle forze dell’ordine. Lo straniero alle quattro del mattino della notte tra venerdì e sabato, si era introdotto nella proprietà di una autofficina di via Galilei, ed aveva ben pensato di staccare una grondaia del muro retrostante. Un lavoro che evidentemente lo ha tenuto impegnato per un po’. Di sicuro il giovane, avrà anche fatto un po’ di rumore per staccare il pluviale. Il 27enne, dopo aver com-

I carabinieri con la grondaia sequestrata

messo il furto, è stato bloccato dai carabinieri delle diverse compagnie, ma ha tentato egualmente di sottrarsi all’arresto, spintonando uno dei militari. Il ladro è stato fermato, per fortuna non c’è stato alcun ferito nonostante la colluttazione. La refurtiva, invece, è stata posta sotto se-

questro e sarà molto probabilmente restituita. Lo straniero, invece, è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria nella sua abitazione. In attesa della direttissima di convalida o meno dell’arresto, che si terrà nelle prossime ore. — MARTA ARTICO © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Comune di Breda di Piave ha aperto un sondaggio con lo scopo di ottenere informazioni utili a migliorare il servizio scolastico per i bambini da 0 a 6 anni. Sono stati invitati a partecipare i genitori di bambini e bambine nati dal 2015 al 2020 tramite una lettera che collega direttamente al sondaggio, da compilare in forma del tutto anonima. Il progetto di indagine sull’offerta educativa è promosso da un’ampia e variegata rete di soggetti, il “Tavolo

Interistituzionale” per la scuola: oltre al Comune di Breda di Piave, ne fanno parte anche l’istituto comprensivo di Breda di Piave, le scuole dell’infanzia paritarie “Monsignor Zangrando” di Breda di Piave, “Monumento ai Caduti” di Saletto-San Bartolomeo e “San Giuseppe” di Pero, il nido integrato “Madonna di Fatima” di Breda di Piave. Il sondaggio sarà effettuato dalla ditta Quaeris Srl. Le domande spaziano dagli stili educativi del corpo docente all’organizzazione delle attività. —

quinto

casier

preganziol

Addio ad Annalisa Amava i viaggi e l’arte

L’ortolana Giulia Botter si è spenta a 94 anni

Era “bechèr” a Venezia martedì l’ultimo saluto

QUINTO

CASIER

PREGANZIOL

In molti, venerdì scorso nella chiesa di Quinto, hanno partecipato all’ultimo saluto ad Annalisa Fabbro, 76 anni, mancata improvvisamente lo scorso 9 marzo. Moglie dell’impresario edile Walter Marcon, grande appassionata di arte e viaggi era particolarmente attiva nel volontariato. Il marito e il figlio Vittorio ringraziano la comunità per la vicinanza. —

Arrivavano da tutto il paese, e anche da fuori provincia, per acquistare le sue piantine: per tutti Giulia Botter era “l’ortolana”. Dal suo campo in via Peschiere a Dosson, per una vita ha portato i prodotti della terra alla mattina presto al mercato ortofrutticolo di Treviso. Domani alle 15.30 i funerali nella chiesa parrocchiale di Dosson. —

Originario di Casier, 78 anni, Vincenzo Giacomin aprì un propria macelleria nel centro storico veneziano, prima a calle delle Frezzerie e poi in calle della Mandola, servendo i più prestigiosi hotel e ristoranti. Lascia i figli Daniele, che è titolare di un ingrosso carni, Sonia e Denis. Martedì l’ultimo saluto alle 15.30 nella chiesa di Preganziol. —

Annalisa Fabbro

Giulia Botter

Vincenzo Giacomin


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.