L'atlante dei Sapori

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Studente Anna Rodighiero 271916 Relatore Katerina Dolejsova Correlatore Natale Lionello Sessione di laurea Aprile 2014

UniversitĂ Iuav di Venezia FacoltĂ di design e arti

Corso di laurea magistrale in Comunicazioni visive e multimediali A.A. 2012/2013




ABSTRACT

Italiano

L’Atlante dei sapori è uno strumento che permette l’esplorazione delle tematiche legate al mondo dei sapori, in particolare alle numerose possibilità di abbinamento tra essi. Lo scopo dell’Atlante è quello di istruire ed avvicinare le persone all’importanza dei sapori e a come si possano manipolare, comprendendo meglio il ruolo primario che hanno sulla nostra alimentazione. Uno degli aspetti principali del progetto è la volontà di creare uno strumento con cui l’utente possa interagire, non solo durante le fruizione delle informazioni, ma anche attraverso una parte pratica e sperimentale che permette una manipolazione con i sapori stessi. L’atlante è composto da tre elementi: Un libro di forma circolare in cui nelle varie pagine sono rappresentate una serie di mappe con cui esplorare la tematica dei sapori. In queste mappe sono riportate varie informazioni riguardanti i sapori trattati individualmente, gli abbinamenti possibili e le varie informazioni di approfondimento per dare una visione generale di ciò che si sta analizzando. I novantanove sapori presenti nell’Atlante sono suddivisi, in base alle loro componenti aromatiche, in sedici categorie. Anche queste trovano all’interno del libro una parte di approfondimento per poter visualizzare in maniera generica come i vari sapori si abbinano con le diverse categorie. Accanto al libro sono presenti dei flaconcini di aromi artificiali, tanti quanti sono i sapori trattati, che permettono di sentire ed avere un riscontro diretto delle informazioni, e degli abbinamenti, appena individuati all’interno del libro. In questa parte di sperimentazione si è voluto dare più importanza all’olfatto rispetto al gusto perché è il maggior responsabile dell’individuazione delle componenti aromatiche dei vari alimenti e quindi dei sapori. Per agevolare l’utilizzo del libro e degli aromi è stata costruita una base di legno in cui i vari elementi trovano posizione e grazie alla quale si semplifica l’individuazione degli aromi corrispondenti ai sapori. La tesi descrive la progettazione dell’Atlante dei sapori, partendo dalla ricerca e dall’analisi dei contenuti, concentrandosi poi sullo sviluppo progettuale delle varie parti fino alla realizzazione e descrizione del progetto in ogni sua parte


English

The Atlas of flavors is a tool for exploring the world of flavors and in particular all their possible combinations. The aim of the Atlas is to involve people teaching them about the importance of flavors and their manipulation, giving the chance to understand better how they can affect our diet. One of the project’s special features is giving the user a tool to interact with, which is not just about getting informations but also physical experimentation and manipulation of the flavors. The Atlas is composed by three elements: A circular shaped book with a series of maps on the different pages for exploring the theme of flavors. Each map shows informations about a single flavor: possible matches and in-depth informations as a general view. All the Atlas’ ninety-nine flavors are divided by sixteen categories, based on their aromatic components. Each category is then described inside the book, explaining how the different flavors combine with the single categories. Bottles of artificial flavors are placed next to the book, as many as the flavors described, which allow to smell and understand immediately all the informations and combinations just read in the book. In this part of the experiment has been given more importance to the sense of smell than taste because it is the most responsible for the identification of aromatic components of various foods, and therefore of the flavors. In order to facilitate the experience all the elements are placed on a wooden basis, so that it’s easier to match each aroma to its flavor. This thesis describes the design of the Atlas of flavors: starting from the research and analysis of the contents, focusing then on the project’s development and finally the description of the actual structure of the final product.




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INTRODUZIONE

Una delle sfide maggiori che ho voluto intraprendere nella creazione di questa tesi di laurea è stata quella di sviluppare un progetto che non prevedesse la presenza di device tecnologici, come per esempio gli smartphone. Questa decisione è dettata dalla volontà di creare delle interazioni con oggetti che solitamente consideriamo statici, come per esempio i libri, trasformandoli in strumenti dove l’accesso alle informazioni passasse attraverso la manipolazione e l’interazione da parte dell’utente. Per poter lavorare sulla comunicazione delle informazioni, indipendentemente dalla forma finale del progetto, avevo bisogno di individuare una tematica d’indagine che potesse essere d’interesse a più persone possibili. Il cibo, parte fondamentale della nostra esistenza, si è rivelato l’argomento più interessante da trattare. Si può essere infatti più o meno appassionati riguardo l’aspetto tecnico e pratico della cucina, come le varie tecniche di cottura e preparazione, i ricettari e i vari libri di cucina, ma difficilmente si è indifferenti a ciò di cui ci nutriamo. Da queste considerazioni è nato l’Atlante dei Sapori, il cui scopo è la trasmissione di una maggiore consapevolezza e conoscenza di determinati aspetti che riguardano il cibo. Non un libro o un’installazione, ma un insieme di elementi integrati tra loro che permettono un’indagine e un’esplorazione attiva da parte dell’utente. Tutti i processi di ideazione, progettazione e produzione sono raccolti in questa tesi e strutturati in tre sezioni principali: La parte di ricerca indaga sia la parte di fruizione e rappresentazione delle informazioni in maniera tridimensionale attraverso l'uso della carta, sia una parte riguardante il cibo e la sua importanza all’interno della società e le possibilità di elaborazione che offre. La seconda parte della tesi affronta l’intero sviluppo progettuale: dalle prime considerazioni allo sviluppo di tutte le parti che compongono il progetto. Il terzo capitolo infine descrive il progetto nella sua interezza illustrando le finalità, il modo d’uso e il tipo di esperienza che si vuole creare. Il capitolo finale tratta le conclusioni e le riflessioni finali sul progetto e i possibili sviluppi futuri.

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1 ANALISI E RICERCA Le principali tematiche che volevo indagare con questa tesi sono: la fruizione delle informazioni in maniera attiva e tangibile e le possibilità di interazione e condivisione che si generano attraverso il cibo e l’alimentazione. Questi aspetti si sono sviluppati in maniera parallela durante la creazione del progetto, ma vengono esposte all’interno del capitolo di ricerca in successione solo per poter trattare in maniera più approfondita i due aspetti.

1.1 INFORMAZIONI TANGIBILI -The world is complex, dynamic, multidimensional; the paper is static, flat. How are we to represent the rich visual world of experience and measurement on mere flatland?1Edward Rolf Tufte Quando dobbiamo rappresentare e trasmettere dei dati ci affidiamo principalmente a medium bidimensionali, come la carta stampata, il web e la riproduzione video. La maggior parte della nostre conoscenze sono state apprese attraverso testi, immagini o animazioni che ci vengono trasmessi attraverso una superficie a due dimensioni con cui le possibilità di interazione sono limitate, soprattutto nel caso dei libri stampati. Ciò che ho voluto indagare è come la carta, medium bidimensionale per eccellenza, potesse essere elaborata in maniera tale da permettere un certo grado di interazione durante la fruizione delle informazioni in maniera più coinvolgente.

1 Edward Rolf Tufte, Envisioning Information, Graphics Press llc, 2005, pag.12

Come si potrà vedere nei progetti seguenti ho cercato di analizzare nuovi modi di utilizzo della carta attraverso la creazione di elementi mobili o tridimensionali. Questa manipolazione però non deve essere intesa solo come vezzo di forma, bisogna invece utilizzare le possibilità che ci offre per comunicare e diversificare i dati che si vogliono trasmettere, soprattutto quando si trattano tematiche complesse.

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1.1.1 ESEMPI DI RIFERIMENTO

FIG. 1.0

2 http://www.mhs.ox.ac.uk/exhibits/therenaissance-in-astronomy/objects/14-apianastronomicum-caesareum-1540/ (10/02/2014) 3 http://exhibits.library.duke.edu/exhibits/show/ anatomy (10/02/2014) FIG. 1.0 Una pagina del libro Astronomic Casereum NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 1.1 -1.2-1.3 Immagini della mostra “Animated Anatomies” alla Duke University, Durham, 6 aprile-17 luglio 2011. FIG 1.4 Tavola grafica del corpo umano dei primi del 1900

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Gli esempi di rappresentazione dei dati verso cui ho indirizzato maggiormente la mia ricerca sono progetti in cui la persona che si trova ad esplorare determinate informazioni può agire direttamente su esse; passando quindi da una esplorazione passiva, in cui l’utente si trova semplicemente davanti a un certo tipo dati e solo attraverso la lettura e la presa visione può comprenderli e assimilarli, ad una fruizione delle informazioni dinamica in cui la persona può manipolare i dati che gli vengono trasmessi. Ciò che caratterizza un’immagine sulla carta è la sua bidimensionalità, l’aggiunta di una terza dimensione di può ottenere sovrapponendo due o più fogli di carta, in questo modo di crea una stratificazione dei contenuti. Attraverso la creazione di parti dinamiche e in relazione tra loro si può creare un sistema con il quale la comparazione dei contenuti è più immediata, rispetto a quella che si può avere sfogliando semplicemente le pagine di un libro in successione. Già nel quattordicesimo secolo si è cominciato a studiare dei metodi di trasmissione dei dati attraverso la manipolazione della pagina stampata, un esempio è Astronomic Caesareum del 1540 di Peter Apian (14951552), noto astronomo e matematico tedesco, il quale ha realizzato un libro mobile in cui rappresenta il movimento dei pianeti e della luna. Il libro si basa sul sistema geocentrico in cui è il sole che ruota attorno alla terra ed attraverso elementi circolari (epicicli) che ruotano su se stessi i cui centri si muovono si una circonferenza più grande (deferente) servono a calcolare la longitudine e latitudine celestiale dei pianeti2. In questo modo il libro diventa un vero e proprio strumento di calcolo in cui le informazioni cambiano in base a come la persona utilizza lo schema mobile Anche nel campo anatomico si trovano numerose sperimentazioni di elaborazione delle informazioni. Vari sono gli esempi raggiunti a noi, dalle prime edizioni del 1500 in cui le parti mobili non erano applicate al libro, ma erano dei semplici fogli che si potevano sovrapporre a piacimento, fino alla grande produzione del diciannovesimo secolo, in cui a causa dell’evoluzione dei metodi di stampa si trovano tavole colorate con schemi sempre più complessi ed accurati. I vari elementi del corpo umano ben si prestano ad una rappresentazione stratificata, ed attraverso questi schemi è possibile mettere in relazione tra loro le varie parti che compongono l’organismo, utilizzando un unico spazio e senza dividere i contenuti in pagine diverse e distanti tra loro. Queste pubblicazioni cercavano di simulare una dissezione, quasi come un’autopsia virtuale, erano infatti utilizzati come strumento informativo sia per un pubblico più generale, ma anche da dottori e studenti di medicina3. Ancora oggi questo metodo di rappresentazione anatomica attraverso vari strati viene utilizzato nei libri per bambini, perché attraverso queste parti mobili permette un’interazione e un maggior interessamento verso le informazioni.


FIG. 1.1

FIG. 1.2

FIG. 1.3

FIG. 1.4

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Un esempio più recente di utilizzo di elementi tridimensionali nella pagina come mezzo di comunicazione è presente in Budapest pop-up book di Livia Hasenstaub4. Questo progetto si occupa di rappresentare le informazioni riguardanti l’area, la popolazione, l’orografia5 e le riserve d’acqua di Budapest attraverso l’uso di elementi pop-up6. I diagrammi comunemente utilizzati in maniera bidimensionale mantengono la loro forma convenzionale, ma vengono elevati alla terza dimensione; in questo modo altezza e forma si fanno comunicatori delle informazioni. Per quanto l’utilizzo dei pop-up possa apparire a prima vista molto interessante, la maniera con cui sono trattati all’interno del progetto non è completamente innovativa. Infatti la forma di questi diagrammi richiama quelli già utilizzati comunemente e non ricerca una forma che possa essere più congrua con la rappresentazione attraverso l’utilizzo della terza dimensione.

FIG. 1.5

4 http://www.behance.net/gallery/Pop-up-bookBudapest-Infographics/6442495 (10/02/2014) 5 orografia: Settore della geografia che studia i rilievi del terreno 6 pop-up: Libro pop-up/mobile: un libro che presenta non solo immagini, ma anche elementi tridimensionali. Diversamente da come si potrebbe pensare, dato che oggi questo tipo di pubblicazione si rivolge a bambini e ragazzi, la storia dei libri animati li vede nascere come strumento didattico per illustrare teorie e ricerche in campo scientifico. 7 http://www.pattern-matters.com (10/02/2014) FIG. 1.5-1.6 Budapest pop-up book di Livia Hasenstaub NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 1.7-1.8-1.9-1.10 Pattern Matters di Siang Ching, mesi rappresentati: gennaio, maggio, aprile, luglio

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FIG. 1.6

Pattern Matters di Siang Ching è una serie di dodici poster tridimensionali che rappresentano i mesi dell’anno, ogni mese è trattato in maniera differente e presenta un’interazione diversa tra utente e oggetto. L’obiettivo che la designer si era posta all’inizio del progetto era quello di esplorare le possibilità che offrono i pattern uniti all’esplorazione tattile; soprattutto l’utilizzo del pattern non è visto come una semplice decorazione, ma come una parte integrante della struttura degli elementi7. Il foglio di carta si trasforma completamente, ma la tridimensionalità degli elementi non comunica delle informazioni, sono solo il mezzo attraverso il quale possiamo accedervi.


FIG. 1.7

FIG. 1.8

FIG. 1.9

FIG. 1.10

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FIG. 1.11

FIG. 1.12

Paper Project di Thomas Finch rappresenta e confronta il consumo di carta annuale trai vari continenti. Creando un Atlante di dimensione A3 in cui ogni pagina è tagliata in modo da rappresentare una determinata parte geografica del mondo si crea una mappa tridimensionale in cui ogni continente ha un’altezza diversa. È questa diversità di altezza che comunica il dato: ogni pagina rappresenta 376,099 tonnellate di carta consumata in un anno. Più il consumo è altro e più il continente ha un’altezza elevata8. La persona però sfogliando il libro non vi trova alcuna informazione aggiuntiva quindi l’interazione è pressoché nulla. Sempre rimanendo all’interno dei progetti la cui forma è un libro degno di nota è Traumgedanken (Thoughts on dreams) di Maria Fischer. Contiene una collezione di testi filosofici, di letteratura, di psicologia e scienze con in comune il tema del sogno. Come in un sogno dove i vari pezzi della realtà vengono uniti per creare una storia, così i testi sono collegati attraverso dei fili che uniscono le parole chiave dei vari scritti. L’utilizzo dei fili è mirato a rappresentare la confusione e la fragilità del sogno. Possiamo dire che questo progetto non comunica dati o informazioni tangibili, ma esplora la possibilità di creare una narrazione, anche non lineare, attraverso le varie pagine del libro9. L’ho per questo volutamente inserito all’interno di questi esempi per l’utilizzo delle pagine e la loro modifica come parte fondamentale del progetto e non come semplice supporto per solo il testo.

FIG. 1.13

FIG. 1.14

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FIG. 1.15


The Depp di Kevin Steele è un libro circolare pop-up che una volta aperto si trasforma in una rosa dei venti a otto punte, esattamente come quelle che si ritrovano rappresentate sulle mappe geografiche e che indicano i punti cardinali. Il libro racconta il folclore e lo sviluppo dell’esplorazione nautica riferito ai tempi in cui l’oceano era visto come un elemento di profonda isolazione dalla civiltà, come elemento di ignoto e pericolo10. All’interno delle pagine trovano posto vari testi riguardanti storia, aneddoti e leggende sull’argomento, posizionati all’interno degli elementi che costituiscono i vari pop-up. Per quanto la loro forma e la loro tridimensionalità risulti accattivante la loro funzione è solo quella di supporto per le informazioni, infatti sono i testi che comunicano e non la tridimensionalità dei pop-up stessi.

FIG. 1.16

FIG. 1.17

NELLA PAGINA PRECEDENTE 8 http://www.behance.net/gallery/PaperProject/7771585 9 http://www.maria-fischer.com/en/ traumgedanken_en.html FIG 1.11 -1.12 Paper Project di Thomas Finch FIG 1.13-1.14-1.15 Traumgedanken di Maria Fischer IN QUESTA PAGINA 10 http://www.behance.net/gallery/TheDeep/3707626 FIG 1.16 -1.17 The Depp di Kevin Steele

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1.2 SPERIMENTARE CON IL CIBO La decisione di creare un progetto il cui tema fosse legato al cibo deriva da una passione personale verso questo argomento, ma non solo: il cibo è una parte fondamentale della nostra vita, ci sostiene, ci fa sentire bene ed è un elemento onnipresente nelle nostre giornate. Non è solo una necessità, ma anche una pratica sociale ed in quanto tale le scelte che compiamo riguardo ciò di cui ci nutriamo sono sempre di più un simbolo della nostra identità e del ruolo che svolgiamo all’interno della società11. Abbiamo la possibilità di nutrirci di ciò che desideriamo perchè viviamo in un ambiente in cui tutto è a nostra disposizione, ciò che ci guida è il gusto che abbiamo sviluppato in base alle nostre origini, al contesto sociale in cui viviamo e non per ultimo anche in base alla nostra religione. Non sono solo nutrienti e calorie che assimiliamo quando mangiamo, ma pietanze e pasti che consumiamo in posti specifichi a determinati orari e con determinate persone con cui abbiamo un certo tipo di interazione e relazione12.Uno degli aspetti più importanti riguardanti il cibo riguarda la condivisione e le relazioni che ci permette di stringere con le persone che ci circondano. L’attenzione verso l’alimentazione ha raggiunto dimensioni sempre maggiori, un esempio è la crescita esponenziale di scuole di cucina, libri di ricette e programmi televisivi, che trattano dei vari aspetti riguardanti questo argomento: la scelta degli ingredienti, il loro utilizzo, le tecniche di cottura, ma anche come quando e con chi condividere i pasti. Nelle prossime pagine ho riportato una serie di progetti che ho trovato particolarmente interessanti, non solo perché presentano il cibo sotto una luce diversa, ma mostrano anche come sia un territorio di sperimentazione e ricerca continua.

IN QUESTA PAGINA 11 Robin Fox, Food and Eating: An Anthropological Perspective, Social Issues Research Centre, http://www.sirc.org/publik/ foxfood.pdf 12 Halpern: “We only eat what we like” or do we still?, Flavour 2012 1:17. NELLA PAGINA SUCCESSIVA 13 cromatografia: metodo di separazione e identificazione dei componenti di una miscela di sostanze 14 http://www.simona-derosa.com/works/#/ tasted/ FIG 1.18-1.19-1.20 Tasted di Simona De Rosa

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1.2.1 ESEMPI DI RIFERIMENTO

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I progetti qui elencati sono differenti sia nella forma sia riguardo gli aspetti delll’alimentazione di cui si occupano: la sperimentazione e la condivisione, il cucinare ed infine lo spreco di energia per la produzione degli alimenti. Questo per indicare come siano molteplici i campi d’azione quando si parla degli aspetti riguardanti il cibo. Il primo progetto si tratta di Tasted di Simona De Rosa ed indaga gli aspetti riguardanti il sapore dei vari alimenti e le loro componenti in comune. Grazie alla possibilità di identificare il profilo aromatico di ogni alimento attraverso l’analisi cromatografica13 si può stilare una elenco di ingredienti con componenti in comune, più il numero di componenti condivisi è alto più i due ingredienti saranno compatibili. Sono stati scelti ventiquattro alimenti suddivisi in due categorie in base al numero di componenti che condividevano14. Le persone erano invitate a prendere ed assaggiare direttamente queste coppie di alimenti per poter poi comprendere in maniera pratica le nozioni scientifiche riguardo le varie combinazioni. In questa maniera le informazioni riguardo ai vari profili molecolari trovavano un riscontro immediato attraverso l’assaggio di coppie dei vari alimenti. Questo progetto indaga quindi il tema dell’abbinamento tra gli ingredienti, un aspetto del cibo fortemente presente nella vita di tutti i giorni, ma che poche volte cerchiamo di sperimentare con nuovi sapori, preferendo gli abbinamenti consolidati che già conosciamo.

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The Sensible cook di Nirvana Soltani indaga gli aspetti riguardanti la preparazione del cibo e l’atto di cucinare. Il progetto è composto da due parti: un libro di ricette in cui si possono annotare i propri sperimenti ed un portale web. Il libro è provvisto di una serie di campioni odorosi per ricordare all’utente l’importanza dell’olfatto nella selezione degli ingredienti. Insieme al libro di ricette l’utente ha accesso a un sito web dove la persona può condividere le proprie ricette e trarre ispirazione dalla community. Il progetto cerca di richiamare la persona a sperimentare in maniera multi-sensoriale con il cibo, individuando nella vista e nell’olfatto i sensi più utilizzati all’interno della cucina15.Questa spinta che si cerca di dare alla sperimentazione pratica è dovuta al fatto che non sempre quando cerchiamo sul web o su un libro una ricetta il risultato è come ce lo aspettavamo, sviluppando ed utilizzando maggiormente i sensi invece la persona può acquisire una consapevolezza maggiore di come e cosa cucinare.


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NELLA PAGINA PRECEDENTE 15 http://cargocollective.com/nirvana/Multisensory-food-design FIG 1.21-1.22-1.23 The Sensible cook di Nirvana Soltani IN QUESTA PAGINA 16 design generativo: le forme visuali sono visualizzazioni ottenute come risultato di un processo di computazione attraverso linguaggi di programmazione e piattaforme tecnologiche. 17 Processing: è un linguaggio di programmazione basato su Java, che consente di sviluppare diverse applicazioni come giochi, animazioni e contenuti interattivi. 18 http://www.shapesinplay.com/en/projects/ infobjects FIG 1.24-1.25 InfObjects di Johannes Tsopanides

InfObjects di Johannes Tsopanides lavora sulla trasformazione dei dati in oggetti tridimensionali. Una serie di piatti e bicchieri sono stati creati attraverso il design generativo16 utilizzando varie tipologie di dati riguardanti la produzione degli alimenti che consumiamo. Ogni insieme di dati è stato trasformato utilizzando Processing17 in un modello tridimensionale ed attraverso la prototipazione rapida è stato possibile creare oggetti con forme complesse. Ogni oggetto rappresenta una pietanza, è suddiviso in più parti che rappresentano i singoli ingredienti utilizzati nella preparazione. Tre sono i fattori che contribuiscono alla creazione della forma dell’oggetto: le appendici che crescono dalla superficie rappresentano l’energia utilizzata per la creazione dell’alimento e il consumo di anidridide carbonica per la produzione è rappresentato attraverso i fori sulla superficie che voglio riprodurre visivamente il buco dell’ozono. Infine l’altezza dei confini dei vari segmenti che compongono il piatto indica il costo dell’alimento in relazione al costo della pietanza totale18. Questi prodotti non sono da intendersi come oggetti utilizzabili, le informazioni che vogliono trasmettere infatti non solo influenzano la forma, ma anche la funzionalità. Questa impossibilità di utilizzo è fortemente voluta perchè permette di enfatizzare i dati che si vogliono trasmettere. Più la forma dell’oggetto è complessa e inutilizzabile, più sono state sprecate risorse per la creazione di quella pietanza

FIG 1.25

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1.3 RIFLESSIONI FINALI Dopo aver analizzato i vari progetti ho cominciato ad individuare quali possedevano le caratteristiche che trovavo più interessanti. Tra i progetti inerenti al mondo della comunicazione attraverso la carta l’utilizzo dei pop-up ha sicuramente molto potenziale. Nei progetti analizzati però è stato trattato più come una base su cui applicare delle informazioni, piuttosto di utilizzare la sua forma e la sua collocazione nella pagina come veicolo dei dati che si vogliono comunicare. L’inserimento della terza dimensione non può quindi solo avvenire riportando gli elementi tipici della rappresentazione 2d in elementi tridimensionali, come si è visto in in Budapest pop-up book di Livia Hasenstaub. Gli elementi 3d devono essere pensati attraverso la loro spazialità, ricercando nuove forme adatte alla rappresentazione delle informazioni che si vogliono comunicare. Tra i progetti riguardanti le tematiche del cibo, Tasted di Simona De Rosa ha colpito la mia attenzione, dimostrandomi come l’importanza dei sapori e i legami che hanno tra loro sono spesso sottovalutati e come siano un ambito di ricerca che riguarda la vita di tutti i giorni. Gradualmente hanno cominciato a definirsi le tematiche che volevo trattare nel progetto: la possibilità di creare uno strumento di informazione sui sapori attraverso la creazione di un oggetto con cui la persona potesse interagire, utilizzando la carta nelle varie forme che può assumere.

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2 SVILUPPO PROGETTUALE La fase di ricerca precedente mi ha aiutato a definire i contenuti che volevo utilizzare e attraverso quali medium comunicare queste informazioni. Uno degli aspetti principali che fin da subito mi ha aiutata a capire quali caratteristiche doveva avere il progetto riguarda la volontà di creare uno strumento che permettesse all’utente di essere una parte attiva nel processo di assimilazione delle informazioni e non un soggetto passivo. I contenuti che volevo comunicare riguardavano il mondo dei sapori: quali e quante possibilità di utilizzo hanno, ma soprattutto come educare le persone a saper scegliere e distinguere determinati sapori, anche in correlazione tra loro. La conoscenza di questi infatti non solo permette di saperli distinguere ed abbinare, ma permette anche l’emancipazione dal seguire passo dopo passo le ricette verso un uso creativo delle risorse a disposizione. Immaginare un sapore non è semplice, per questo ho pensato di inserire una parte pratica con cui l’utente potesse sperimentare direttamente con essi, in questo modo le informazioni apprese non rimangono solo teoriche, ma trovano un riscontro pratico. Da queste premesse ha preso vita L’Atlante dei Sapori, uno strumento per guidare la persona all’interno delle tematiche relative ai sapori attraverso non solo la rappresentazione grafica, ma anche l’integrazione di una parte di sperimentazione pratica.

2.1 SCELTA DEI CONTENUTI Una volta definita la tematica, ovvero il mondo dei sapori, le possibili ed infinite combinazioni, gli usi e le caratteristiche ho iniziato a ricercare dei contenuti che fossero più approfonditi rispetto alle mie mere conoscenze personali su questo argomento. Avendo in mente di creare uno strumento educativo, ma fruibile da una vasta gamma di utenza, le informazioni da trasmettere non dovevano essere troppo complesse, ma dovevano soprattutto destare interesse sia tra gli individui con una certa familiarità con l’argomento, sia tra le persone che si approcciano per la prima volta a una tematica simile, senza quindi alcuna conoscenza di base.

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FIG.2.1

FIG.2.2

Ho trovato due libri in particolare che trattano delle tematiche del cibo e del sapore in maniera differente rispetto ai soliti ricettari o libri di cucina in genere: The Flavor Bible19 e La Grammatica dei Sapori20. Entrambi i libri si focalizzano sull’importanza dei sapori, sulle loro caratteristiche e sulla possibilità di creare ricette usando come base le associazioni tra i vari sapori, invece di seguire in maniera meccanica delle istruzioni, come quando ci serviamo di una ricetta. In questo modo si fa leva sulla creatività della persona, invece di presentare solo una serie di istruzioni e passaggi obbligati. La differenza sostanziale tra i due libri è la quantità e la complessità delle informazioni e come queste vengono visualizzate e categorizzate. The Flavor Bible di Karen Page e Andrew Donernenburg tratta una grande varietà di sapori e di combinazioni, è strutturato come un indice di sapori organizzato alfabeticamente in cui ad ognuno di essi è abbinata una lista di sapori complementari utili a creare determinate combinazioni. Si può comprendere quali abbinamenti hanno una combinazione più o meno azzeccata perchè evidenziati tipograficamente attraverso il grassetto e il maiuscolo FIG.2.2 Oltre a questa differenza tipografica che permette di capire gli abbinamenti migliori, non ci sono indicazioni del perchè certi sapori si abbinano meglio con altri o in che modo è meglio combinare i due alimenti. 19 Karen Page - Andrew Donernenburg, The Flavor Bible, Little, Brown and Company, 2008 20 Niki Segnit, La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni, Edizioni Gribaudo, 2011 FIG.2.1 Copertina del libro The Flavour Bible FIG.2.2 Particolare di come è strutturata una pagine interna del libro The Flavour Bible

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La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni di Niki Segnit indaga sempre i legami e i punti che certi sapori condividono con altri, ma ogni coppia di sapori è accompagnata da un breve testo che può essere una semplice ricetta, degli aneddoti storici che spiegano come si siano evoluti e come abbiamo viaggiato i sapori nel corso della storia o delle semplici curiosità. La possibilità di avere questi testi di accompagnamento è dovuta al fatto che i sapori trattati sono 99,


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FIG.2.3

un numero nettamente inferiore rispetto a The Flavour Bible. Sono inoltre raggruppati non in ordine alfabetico, ma in 16 categorie per affinità di aroma. Questo permette di collocare un determinato sapore all’interno di un macro-categoria facilitandone l’identificazione e la successiva catalogazione. In questo modo una volta compreso il ruolo delle categorie e del loro meccanismo di abbinamenti possibile immaginarsi degli abbinamenti anche con sapori non presenti nel libro. Ogni categoria di sapori è collegata, tramite il primo e l’ultimo sapore, a quella che la precede o la segue, formando così uno spettro a 360°: La Ruota dei sapori 21FIG.2.5. Un elemento in comune con The Flavour Bible riguarda la creazione di coppie di sapori e non abbinamenti di tre o quattro perché è più facile immaginare l’accostamento tra due sapori che tra tre o più attraverso il palato della mente22. Analizzando questi due libri ho trovato più adatto per il mio progetto La grammatica dei Sapori, a causa del numero ridotto, ma esaustivo di sapori e soprattutto per la sua divisione in categorie che permette una migliore comprensione di come certi abbinamenti funzionano.

21 con Ruota dei Sapori si intende lo spettro a 360° in cui i sapori sono organizzati e catalogati all’interno del libro 22 Con palato della mente si intende la capacità di immaginarsi l’accostamento tra più sapori a livello mentale anzichè gustativo Niki Segnit, La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni, pag.8 FIG.2.3 Copertina del libro La Grammatica dei Sapori FIG.2.4 Una pagina interna del libro La Grammatica dei Sapori NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG.2.5 Riproduzione della Ruota dei Sapori

Ovviamente la percezione del sapore è qualcosa di soggettivo e c’è chi non si troverà d’accordo con certi abbinamenti dei libri, ma le informazioni date non si intendono come una verità assoluta, ma piuttosto come un punto di partenza per l’approfondimento di come e perché certi sapori, anche i più comuni, riescono a combinarsi tra loro. Elaborando le informazioni del libro i punti principali da trattare sono: • Numero e tipologia di sapori trattati • Numero di categorie e suddivisione dei sapori all’interno delle categorie • Numero di abbinamenti possibili per ogni sapore

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FIG.2.5

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2.2 ELABORAZIONE DEI CONTENUTI Una volta individuati i contenuti, la quantità e la tipologia di informazioni possibili, il secondo passo è stato quello di studiare un sistema e una forma che permettesse di comunicare le informazioni in maniera ottimale. L’obiettivo del progetto non era solo quello di creare uno strumento che permettesse l’esplorazione dei sapori e dei vari abbinamenti possibili, ma di riuscire a creare un’esperienza che coinvolgesse l’utente, portandolo ad interagire con i dati che si volevano comunicare. Un altro aspetto importante riguarda la volontà di creare uno strumento che permetta di essere utilizzato contemporaneamente da più persone, invogliando così gli utenti ad uno scambio di pareri ed informazioni.

2.2.1 SCENARIO ED UTENZA

Il passo successivo è stato delineare in maniera più definita l’utenza, ma soprattutto lo scenario d’uso. Il cibo è uno dei maggiori aggreganti a livello sociale, è infatti quasi sempre condiviso, i pranzi e le cene sono situazioni in cui solitamente tutta la famiglia o il villaggio si riunisce23. Il progetto è pensato quindi come un aggregante che possa coinvolgere più fasce d’età, sia i bambini che gli adulti, dando ad entrambi la possibilità di apprendere e capire certi aspetti dei sapori. Si sta assistendo negli ultimi anni ad un vero e proprio aumento di iniziative riguardanti il cibo e l’alimentazione elaborati attraverso nuovi approcci, soprattutto iniziative che si pongono come obiettivo quello di trasmettere una maggiore consapevolezza riguardo le scelte di tutti i giorni su queste tematiche. Ecco perchè lo scenario d’uso in cui il progetto trova la sua collocazione è all’interno di un food-event24, durante il quale si presta come elemento di intrattenimento, sperimentazione ed apprendimento. Inoltre data la sua natura sperimentale può essere trasformato nel punto centrale per la creazione di workshop di indagine sui vari aspetti dei sapori: sia quelli riguardanti l’alimentazione, sia aspetti di analisi storica ed evoluzione del gusto.

23 Robin Fox, Food and Eating: An Anthropological Perspective, Social Issues Research Centre, http://www.sirc.org/publik/ foxfood.pdf (03/12/2013) 24 foodevent: evento il cui tema principale ruota attorno al cibo, può essere una cena o un aperitivo, il cui scopo principale è comunicare attraverso il cibo

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2.2.2 PRIME PROVE, ESPERIMENTI E FALLIMENTI

Fin da subito ho cominciato a sperimentare con forme, grandezze e metodi di interazione diversi, l’idea iniziale è stata quella di creare un grande libro pop-up, di forma rotonda, come la Ruota dei sapori presente nel libro, con cui le persone potessero interagirvici. Si trattava quindi di definire un determinato numero di elementi pop-up che potessero essere manipolati dalle persone permettendogli di scoprire, attraverso il gioco e l’interazione, le informazioni sui sapori man mano che esploravano il libro. La scelta di un libro rotondo è dovuta non solo alla forma e alla suddivisione in categorie della Ruota dei sapori, ma anche al fatto che una forma circolare permette a tutti gli utenti di trovarsi davanti alle stesse informazioni e facilita la comunicazione tra le persone rispetto a una forma quadrata o rettangolare dove non si ha una visuale di tutto l’oggetto e di tutti gli individui coinvolti nell’esplorazione delle informazioni. L’idea mi è sembrata fin da subito interessante, ma una volta cominciato lo sviluppo di tutti gli elementi pop-up, delle interazioni possibili e le dimensioni che dovevano avere per poter comunicare dati in maniera ottimale ho riscontrato molti problemi sia a livello di complessità, di ideazione e realizzazione dei pop-up stessi, sia a livello dell’interazione che l’utente poteva avere con essi. Ogni sapore inoltre trovava la sua collocazione all’interno dello spicchio della categoria di appartenenza ed attraverso la variazione delle altezze dei vari pop-up si potevano rappresentare i sapori e il loro numero di abbinamenti possibili (compreso tra 4 e 22). La forma a spicchi però permetteva solo la costruzione di pop-up di piccole dimensioni, poco adatti a rappresentare la differenza di numero di abbinamenti tra i vari sapori. Un altro punto a sfavore dei pop-up è la loro fragilità: se maneggiati in maniera scorretta si rompono molto facilmente, ed essendo il libro pensato per essere utilizzato da più persone, anche contemporaneamente, ho deciso infine di abbandonare l’idea. Tutte queste considerazioni e analisi mi hanno quindi portato a semplificare il grado di interazione che l’utente può avere con l’oggetto, cercando però di mantenere comunque un certo grado di coinvolgimento e sperimentazione.

FIG.2.6 - 2.7 Prime prove di pop-up FIG.2.6

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FIG.2.7

2.2.3 ESPLORAZIONE DEI CONTENUTI

Gli esperimenti precedenti sono serviti capire come l’interazione dell’utente dovesse essere vincolata in maniera tale da non danneggiare l’oggetto a cui si approcciava, e quindi a riflettere più approfonditamente su come utilizzare le informazioni trasmesse una volta recepite dall’utente. Questo ha portato a rivedere la parte di interazione: non più come un elemento che dovesse riguardare la parte di accesso alle informazioni, ma piuttosto come la possibilità di mettere in pratica ciò che si era appena scoperto tramite un’interazione tangibile con i sapori, di cui tratterò meglio in seguito Una volta definito che la parte di interazione si svolgesse successivamente all’assimilazione delle informazioni ho potuto concentrarmi su come queste potevano essere trasmesse in maniera visiva. L’idea era quella di riproporre la struttura a spicchi della Ruota dei sapori, trasformandola in un libro (con rilegatura centrale) in cui la suddivisione delle categorie a spicchi si trasformasse in una griglia di base su cui collocare i dati.

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Esplorazione dei sapori singoli

Struttura base delle informazioni all’interno della pagina: Sapori singoli

Per l’esplorazione dei sapori singoli ogni pagina analizza in dettaglio un sapore. I vari abbinamenti trovano la giusta collocazione all’interno dello spicchio della categoria a cui appartengono, in questo modo si possono comprendere già a prima vista quali sono le categorie con una grado di abbinamento maggiore o minore. Per dare una visione quanto più approfondita di ogni sapore sulla pagina vengono visualizzati sia gli abbinamenti primari sia quelli secondari. Per primari si intendono gli abbinamenti in cui la componente aromatica del sapore che si sta analizzando è la predominante. Negli abbinamenti secondari la componente aromatica è minore e risulta da accompagnamento ad un altro sapore principale. Infine per non trasmettere solo un elenco di possibili abbinamenti vi è la presenza di una parte di approfondimento riguardante il sapore trattato in cui trovano collocazione informazioni di vario tipo sul sapore. Si possono trovare cenni sulla produzione, se si stanno analizzando sapori derivati da materie prime come il cioccolato o il formaggio; informazioni sulle diverse varietà di un determinato alimento, come nel caso dei diversi tipi di funghi analizzati; ed infine informazioni riguardanti aspetti della biologia, dello sviluppo e delle proprietà dei vari alimenti trattati, tutto al fine di fornire all’utente una conoscenza il più esaustiva possibile. Sezione dedicata alla informazioni sul sapore

Rilegatura

Abbinamenti primari collegati al sapore primario Divisione della pagina in una griglia basata sulla divisione dei sapori in categorie

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Abbinamenti secondari


Esplorazione delle categorie

Struttura base delle informazioni all’interno della pagina: Categorie

A differenza del libro in cui vengono trattati in maniera approfondita solo i sapori, e le categorie vengono totalmente tralasciate, ho pensato di inserire delle pagine riguardanti ogni categoria analizzata utilizzando le varie informazioni estrapolate attraverso l’analisi dei sapori singoli che la costituiscono. In questo modo prima di analizzare i sapori singoli si può avere una panoramica non solo degli elementi che compongono la categoria, ma anche il grado di abbinamento che questa può avere con le altre categorie presenti nella Ruota dei Sapori. I sapori di ogni categoria trovano la loro collocazione all’interno della pagina nello spicchio della categoria con cui il sapore presenta un maggior numero di abbinamenti: con questa disposizione si aiuta l’individuazione delle categorie con cui i sapori hanno maggiori affinità.

I sapori presenti all’interno della categoria sono posizionati all’interno degli spicchi delle categorie con cui hanno un maggior grado di affinità

Rilegatura

Informazioni riguardanti la percentuale di accoppiamento che la categoria presenta con le altre categorie

Parte centrale che individua la categoria analizzata attraverso l’uso del nome e del colore

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2.3 UNA SPERIMENTAZIONE TANGIBILE Percepire un sapore ed immaginarlo sono due cose molto diverse tra loro: l’immaginazione ci dà un’idea approssimativa del suddetto mentre la percezione diretta ci permette di avere un riscontro immediato e più incisivo. Provare a immaginare l’abbinamento di due sapori aggiunge un livello di difficoltà maggiore, perchè bisogna presupporre non solo che l’utente sia già a conoscenza di un determinato numero di sapori, ma che sia dotato della sensibilità necessaria per figurarli in relazione tra loro. Questo è il motivo per cui ho deciso di inserire all’interno del progetto una parte di sperimentazione in cui l’utente potesse testare in maniera tangibile non solo le caratteristiche del sapore singolo, ma anche l’abbinamento tra due diversi sapori. Data la grande quantità di sapori analizzati ed i numerosi abbinamenti, ho scartato fin da subito la possibilità che l’utente sperimentasse con l’alimento vero e proprio. Creare un numero così alto di abbinamenti edibili, tenendo conto che ogni ingrediente per relazionarsi con un altro può assumere svariate forme: crudo, cotto, candito, affumicato ecc.., risultava troppo complesso dal punto di vista sia pratico che economico. Una soluzione possibile è la sostituzione del senso del gusto con l’olfatto: il naso infatti è il maggior artefice della nostra percezione dei sapori e degli aromi, in quanto la lingua percepisce solo le sensazioni principali come dolce, umami25, amaro e acido, nonché le sensazioni di caldo e freddo. Non a caso quando si ha il raffreddore la nostra soglia di percezione di sapori si abbassa notevolmente26. L’olfatto solitamente non viene associato alla percezione degli aromi e dei sapori, in quanto si tende a dare tutta l’importanza alla lingua ed alla bocca perchè è il luogo in cui si trova l’alimento quando cerchiamo di percepire il sapore27. Ma è solo grazie all’olfatto retronasale che possiamo percepire l’aroma: una sensazione unica, che non è odore o gusto, ma un ibrido tra i due28. 25 Umami: In lingua giapponese significa "saporito" e indica per la precisione il sapore di glutammato, che è particolarmente presente in cibi come la carne, il formaggio ed altri alimenti ricchi di proteine 26-28 Stefano Colonna e Fabio Guatteri, Cucina e Scienza, Hoepli, 2012 27 Richard J Stevenson, The role of attention in flavour perception, Flavour 2012 http://www.flavourjournal.com/content/1/1/2 (03/12/2013)

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Gli esseri umani possono distinguere diverse migliaia di composti odorosi, usando circa 340 diversi recettori olfattivi e il numero di odori che possiamo percepire è ben sopra i 10.000. Ciascuno di questi odori viene percepito da un solo tipo di cellula neuronale olfattiva a cui è connessa nel bulbo olfattivo, che a sua volta è collegato alla regione olfattiva del cervello. È questa possibilità che il senso dell’olfatto offre nel riconoscere determinate componenti odorose che mi ha fatto decidere definitivamente di utilizzare una componente olfattiva, piuttosto che gustativa all’interno del progetto.


2.3.2 GLI AROMI ARTIFICIALI

Il mondo degli aromi è molto vasto e comprende una serie di industrie che non trattano solo alimenti o bevande, ma anche aziende farmaceutiche, di alimenti per animali ecc.. Le possibilità che ci danno questi aromi sono molto ampie, ci permettono di ricreare non solo gli aromi dei singoli ingredienti, ma anche aromi di preparazioni complesse che hanno subito una trasformazione, come per esempio il formaggio o la carne cotta28. Esistono figure come i flavorists29, nasi fini e chimici esperti, che trovano nei vari cibi molecole aromatiche uguali e poi le riproducono in laboratorio. Spesso un determinato odore, per esempio quello della fragola, non viene creato partendo solamente dalla fragola, ma gli vengono aggiunti molecole di alimenti con componenti aromatiche simili per rafforzare il suo gusto di “fragola” a cui siamo abituati e che probabilmente percepiremo come più autentico e intenso dell’aroma del frutto originale30. Attraverso l’utilizzo degli aromi artificiali l’utente ne ha a disposizione una grande quantità con cui sperimentare. Dovendo inoltre utilizzare quantità minime di aroma per provare i vari abbinamenti, lo spazio e le risorse che servono per la sperimentazione sono notevolmente ridotti rispetto alla presenza di alimenti edibili nelle varie declinazioni.

28-30 Francesco Pacifico, La fabbrica dei sapori, in “IL”, num. 56, pag.50 29 La produzione industriale di alimenti richiede la figura del Flavorist, che crea profumi artificiali e naturali utilizzando la chimica. http://www.docsity.com/notizie/lavoro-estage/10-lavori-che-non-ti-aspetti-lavoristrani-lavoro/#sthash.sXfuwJtl.dpuf

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2.3.3 INTERAZIONE CON GLI AROMI

Dopo aver deciso di utilizzare gli aromi artificali per la sperimentazione pratica il passo successivo è stato quello di trovare il metodo migliore con cui l’utente potesse interagire con gli aromi. La prima idea è stata quella di utilizzare delle provette a tubo, in vetro o materiale plastico, usate principalmente nei laboratori chimici per richiamare un’idea di sperimentazione e ricerca. La serie di azioni che l’utente doveva eseguire per sperimentare un abbinamento erano:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 FIG.2.8

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Questa serie di azioni comporta un determinato tipo di problemi: innanzitutto gli aromi utilizzati sono liquidi e c’è quindi il rischio che vi siano fuoriuscite dai tappi delle provette con la possibilità che le persone possano macchiarsi con il liquido contenuto in esse. Ogni tappo inoltre dev’essere strettamente usato per una sola provetta, per evitare così qualsiasi tipo di contaminazione tra i diversi aromi: questo richiederebbe un livello di attenzione in più da parte dell’utente, senza contare il fatto che quando i tappi vengono tolti devono essere

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appoggiati al tavolo e quindi si ripresenterebbe il problema di eventuali macchie e residui. Usando le provette inoltre solo una persona può accedere a un determinato sapore per volta, preludendo così l’utilizzo ad altre persone. Non si avrebbe più una sperimentazione di gruppo, ma semplicemente una sperimentazione individuale. La parte più importante che mi ha fatto decidere di abbandonare questa idea è dovuta al fatto che annusare due provette è un gesto poco intuitivo e che per un uso corretto bisognerebbe istruire l’utente prima della sperimentazione, inoltre l’odore degli aromi artificiali è molto concentrato e potrebbe provocare qualche stordimento se la persona si avvicina troppo, o troppo velocemente, alla provetta. Tenuto conto di questi problemi (le possibili macchie, la fruizione delle provette da parte di una persona alla volta e la bassa intuitività del metodo) ho pensato che introdurre una procedura che siamo già abituati ad utilizzare per sentire i profumi potesse aiutare l’utente nell’approccio con il metodo di sperimentazione. Per sentire i vari profumi, così come quando i profumieri combinano le varie essenze, utilizziamo delle cartine che aiutano ad odorare la giusta quantità di aroma. All’inizio ho pensato di utilizzare una cartina per ogni abbinamento, mettendo quindi due gocce di aroma differenti alle due estremità per creare un abbinamento completo che potesse poi essere conservato, nel caso l’utente ne fosse particolarmente colpito. In questo modo però se un abbinamento non è soddisfacente la cartina viene subito scartata e l’utente deve ricominciare il procedimento da capo. Mi è sembrato quindi ideale creare delle cartina singole, in cui mettere un solo aroma e che poi avvicinate potessero creare l’abbinamento, decidendo anche l’intensità di uno o l’altro aroma in base alla vicinanza delle due. Inoltre avendo ogni cartina un solo aroma si aiuta l’interazione tra le persone in quanto possono scambiarsi i sapori che hanno già sperimentato e che non desiderano conservare. Il secondo metodo prevede quindi un piccolo flacone contenente l’aroma liquido che si può prelevare con una pipetta contagocce: su ogni cartina si può far cadere una goccia di aroma e poi, una volta che si hanno due aromi, si possono annusare insieme. Dopo questo l’utente può conservare le due cartine o può semplicemente passarle alla persona a fianco se non gli interessano più. In questo modo più persone possono accedere a un singolo aroma perchè il processo di odorazione prevede l’utilizzo della cartina e non del flacone stesso.

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La serie di azioni che l’utente deve eseguire per sperimentare un abbinamento sono:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 FIG.2.9

11 12 13

Anche questo sistema però presenta dei problemi, con i normali contagocce la persona deve svitare e avvitare il tappo, un’operazione meccanica e ripetitiva che può anche scoraggiare l’utente a provare nuovi sapori. Inoltre anche i contagocce, se maneggiati con noncuranza, possono avere delle perdite, macchiando così il libro, il tavolo o l’utente stesso. Un altro punto a sfavore si ha quando il contagocce è separato dal flacone, in questo caso se il flacone viene rovesciato accidentalmente porterebbe alla fuori uscita di tutto il contenuto. Tenendo conto di tutte queste problematiche ho trovato infine che la soluzione migliore sia l’utilizzo di un flacone con contagocce incorporato, in modo che il posizionamento dell’aroma sulla cartina sia il più semplice e preciso possibile e non vi siano perdite di liquido

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da parte del flacone, anche in caso di cadute accidentali. Avendo il beccuccio incorporato si può eliminare il tappo durante lo svolgimento della serata e utilizzarlo solo per la conservazione, in questo modo l’interazione si semplifica notevolmente :

1 2 3 4 5 6 7 8 FIG.2.10

9

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2.4 IDENTITÁ STILISTICA Un Atlante è un “volume che raccoglie carte geografiche, per consultazione e studio”30, ma anche un “Raccolta di tavole figurate riguardanti un determinato ramo del sapere” 31. Questa definizione mi ha aiutato a trovare un’identità stilistica per il progetto. Se infatti il mio obiettivo era quello di creare uno strumento che permettesse attraverso la sua consultazione l’apprendimento di nuove conoscenze, utilizzare la figura dell’atlante, e in particolar modo delle mappe che lo costituiscono, poteva essere d’aiuto per riproporre all’utente un sistema di gerarchizzazione delle informazioni già conosciuto. Ecco che così ha cominciato a delinearsi l’identità stilistica dell’Atlante dei Sapori, uno strumento che serve per approfondire le proprie conoscenze riguardanti i sapori singoli, ma soprattutto gli abbinamenti tra sapori differenti, attraverso una serie di mappe di fantasia che servendosi degli elementi utilizzati nella creazione delle mappe geografiche ripropone l’esplorazione dei sapori come una vera e propria ricerca attraverso dei territori finora inesplorati. Per trasformare in maniera efficace le informazioni a mia disposizione in mappe dei sapori ho indagato le caratteristiche principali delle mappe geografiche come l’utilizzo dei colori e la gerarchizzazione delle informazioni da trascrivere sulla mappa. Questo mi ha portato a delineare gli elementi chiave presenti nella maggior parte delle mappe che mi hanno guidato nella creazione dell’Atlante dei Sapori

30-31 http://www.grandidizionari.it/Dizionario_ Italiano/parola/A/atlante.aspx?query=atlante FIG.2.11 Primi schizzi per la creazione delle mappe FIG.2.11

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FIG.2.12 Mappa dell'oceano Indiano e il suo rapporto con l'oceano Glaciale Artico FIG.2.13 Mappa della regione Artica

L’utilizzo delle mappe permette di visualizzare spazialmente le relazioni tra i sapori, ma perchÊ queste mappe possano essere lette correttamente necessitano la definizione di una serie di variabili: 1. Titolo che permetta di identificare correttamente che tipo di sapore si sta trattando 2. Utilizzo di una scala di riferimento 3. Utilizzo di una legenda e creazione di una gerarchia visiva attraverso l’uso del colori 4. Inserimento di informazioni in linea con la mappa 5. Diversificare le informazioni tipograficamente.

3

1

5

4 FIG.2.13

2 FIG.2.12

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3 IL PROGETTO FINALE Dopo aver descritto nei capitoli precedenti i vari passaggi e considerazioni del percorso progettuale, in questo capitolo mi occuperò di descrivere il progetto in ogni sua componente. L’Atlante dei Sapori si presenta come uno strumento che serve ad avvicinare ed istruire le persone verso la tematica dei sapori, degli abbinamenti e delle loro caratteristiche. Attraverso un analisi più approfondita dei sapori si vuole portare l'utente ad una maggiore conoscenza consapevolezza del ruolo primario che questi hanno nella nostra vita. È composto da un libro di forma circolare in cui nelle varie pagine sono rappresentate una serie di mappe con cui esplorare le tematiche citate. Nel libro sono descritti i sapori, gli abbinamenti possibili con essi e una serie di informazioni di approfondimento che li riguardano. All'interno delle pagine sono contenuti una serie di parti mobili ed elementi pop-up che aiutano l'utente a distinguere i vari tipi di informazioni e permettono alla persona di interagire con il libro. Accanto al libro troviamo una serie di aromi artificiali, il cui compito è quello di aiutare l’utente a comprendere i sapori che ha individuato all’interno del libro. Concentrandosi sull'olfatto, principale organo per l'individuazione dei sapori, può sperimentare diverse coppie di sapori; in questo modo le informazioni acquisite trovano un riscontro pratico più incisivo rispetto al solo apprendimento teorico. Per fare in modo che queste due componenti siano connesse tra loro è stata creata una struttura in legno che accoglie il libro, e lungo il suo perimetro tutti i novantanove aromi corrispondenti ai sapori trattai. Tutti questi elementi sono necessari per rendere possibile l’esplorazione dei sapori che si vuole creare attraverso l’Atlante dei Sapori, dando vita ad un oggetto unitario in cui ogni elemento è stato creato e posizionato in funzione al suo utilizzo.

NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.0 L'Atlante dei Sapori

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LE COMPONENTI DEL PROGETTO 3.1 IL LIBRO

NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.1 - 3.2 - 3.3 3.4 Quattro esempi di pagina del libo

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L’Atlante è un libro di forma circolare con rilegatura centrale di 76cm di diametro. È composto da centodiciassette pagine suddivise in quattro tipologie: • Novantanove pagine riguardanti i sapori individuali in cui si trovano informazioni riguardanti l’approfondimento sul sapore stesso e gli abbinamenti che sono possibili con gli altri delle varie categorie • Sedici pagine che riguardano le categorie in cui si dividono i sapori, qui si possono visualizzare da quali sono composte e con quali categorie si abbinano meglio. • Una pagina di esplorazione libera con cui l’utente può sperimentare con i sapori, esplorando nuovi abbinamenti in maniera libera e casuale • Una pagina di istruzioni in cui è illustrato come utilizzare l’Atlante, la legenda necessaria per la comprensione delle mappe, l’utilizzo corretto degli aromi e tutte le informazioni necessarie ad un corretto uso delle componenti. La forma circolare del libro richiama la Ruota dei Sapori e la sua suddivisione in sedici categorie. Si è scelto di mantenere la forma circolare perchè permette una disposizione ottimale degli aromi; ognuno di essi è collegato, attraverso le componenti aromatiche, al successivo e al precedente, creando così un collegamento continuo.


FIG. 3.1

FIG. 3.2

FIG. 3.3

FIG. 3.4

59


Per la creazione delle pagine si sono definiti degli elementi comuni che costituiscono la base su cui poi sono stai inseriti i contenuti delle diverse tipologie di pagina. Sul bordo esterno si trova un richiamo cromatico alla categoria di riferimento del sapore: questo per facilitare l’identificazione della categoria di appartenenza. Più internamente si trova lungo il bordo della pagina circolare la suddivisione nelle sedici categorie, nell’ordine che si trova nella Ruota dei Sapori. Questa suddivisione non cambia in nessuna pagina perchè è sia fondamentale per la suddivisione delle mappe e la comprensione degli abbinamenti tra i sapori, sia per l’individuazione degli aromi che si trovano disposti lungo il perimetro del libro; vicino ad ogni categoria si trovano gli aromi corrispondenti. Partendo da questa suddivisione si crea una griglia che divide la mappa in tante sezioni quante sono le categorie, questo per definire meglio i territori quando si illustrano gli abbinamenti tra i sapori. Dividendo il perimetro della pagina per il numero dei sapori totali (novantanove) si è creata una scala di misura in cui ogni categoria presenta un numero di sezioni corrispondenti ai sapori che la compongono. Per facilitare la navigazione da una categoria all’altra sono presenti delle guide che permettono un passaggio più veloce dall’una all’altra. Quelle della pagine di esplorazione libera e di istruzioni sono di forma diversa, tonde invece di squadrate, per sottolineare la differenza di contenuti rispetto alle altre pagine.

GLI ELEMENTI BASE DELLA PAGINA I colori delle sedici categorie Tostati Carnosi Caseari di Terra Senapati Sulfurei di Mare Sale e Salamoia Erbe e Verde Speziati di Bosco Fruttati Freschi Fruttati Cremosi Agrumati di Rovo e Siepe Fruttati Fioriti

Suddivisione del perimetro nei 99 sapori

0

1

2

3

NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.5 Schema degli elementi base della pagina

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4


Suddivisione nelle 16 categorie

Guide per facilitare il passaggio da una categoria all’altra

Griglia che suddivide la pagina in 16 parti: quante sono le categorie

Il colore del bordo esterno richiama la categoria a cui appartiene il sapore FIG. 3.5

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FIG. 3.6

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PAGINA DI ISTRUZIONI D’USO

Questa pagina illustra come utilizzare l’Atlante: quali sono le caratteristiche delle varie mappe, la legenda, il significato dei vari elementi e il procedimento per sperimentare con i vari aromi. Si trovano rappresentate le tre tipologie di pagine più importanti: quelle relative ai sapori singoli, alle categorie e all’esplorazione libera. Le informazioni su come leggere queste pagine vengono indicate direttamente sopra di esse, per una migliore comprensione dei vari elementi.

NELLA PAGINA PRECEDENTE FIG 3.6 Pagina di istruzioni d'uso

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LE PAGINE DEI SAPORI

Nelle pagine dei sapori singoli si trovano le informazioni riguardanti i loro possibili abbinamenti con i sapori delle diverse categorie, si trova inoltre una parte di approfondimento sul sapore stesso. Sono presenti tutti gli elementi di base che vanno a comporre la pagina descritte nel paragrafo precedente, ma è stata aggiunta nella parte centrale della pagina lo spazio per le informazioni di approfondimento. I contenuti presenti in questo spazio possono essere tratti ogni volta in maniera diversa adattandoli al tipo di dati che si vogliono comunicare. Non devono essere troppo complesse o numerose: visto che l’Atlante viene utilizzato da più persone contemporaneamente la fruizione di questi contenuti non deve rallentare o bloccare l’esplorazione del gruppo. Questa parte inoltre serve a comunicare qual’è il sapore che stiamo indagando sulla mappa. Da questa parte centrale si ramificano varie penisole all’interno degli spicchi di categoria a cui fanno riferimento. Attraverso queste penisole si rappresentano gli abbinamenti primari del sapore in analisi, mentre le isole che troviamo sul margine esterno della mappa rappresentano gli abbinamenti secondari. Questa suddivisione è dovuta al fatto che gli abbinamenti primari sono quelli più importanti, e si trovano in contatto diretto con la parte centrale che rappresenta il sapore, mentre quelli secondari sono abbinamenti in cui il sapore ha una minore importanza e si trovano a una distanza maggiore dal centro della mappa Si può notare che quando le penisole convergono verso la parte centrale della pagina alcune sono connesse tra di loro, mentre altre sono separate, questa diversità di rappresentazione non è casuale, ma è dovuta alla vicinanza o lontananza degli aromi che vengono utilizzati per gli abbinamenti tra due categorie vicine Quando due sapori di categorie diverse hanno una distanza tra loro minore di cinque sapori vuol dire che hanno delle componenti aromatiche in comune , in questi casi le penisole sono divise da un confine grafico. Se il numero di sapori supera i cinque le penisole non si congiungono. All’interno delle categorie si ritrova un altro tipo di confine che serve e suddividere il territorio per il numero di sapori presenti, in questo caso invece di una linea continua si trova una linea tratteggiata di colore più chiaro.

NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.7 Elementi di costruzione della pagina dei sapori

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Confini che dividono le categorie confinanti

Parte centrale destinata agli approfondimenti sui sapori

Confini che dividono internamente le categorie

Penisole che indicano gli abbinamenti primari

Isole che rappresentano gli abbinamenti secondari

FIG. 3.7

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Per le mappe ho tratto ispirazione dai primi esempi di carte geografiche in cui tutti gli elementi erano realizzati a mano, per questo invece dell’utilizzo di una font ho utilizzato del lettering. I nomi dei sapori sono in maiuscolo, mentre in minuscolo si trova quale piatto o pietanza si basa sull’abbinamento tra i due. Per alcuni elemeti, come il nome delle categorie e la parte centrale informativa è stato utilizzata la font Adobe Caslon Pro, questo per mantenere una leggibilità migliore. Sono presenti anche dei disegni degli ingredienti perchè la loro rappresentazione grafica è più immediata rispetto alla parola, ma soprattutto perchè alcuni sapori, come per esempio il Navone o il Black Pudding non sono molto comuni e l’utente può non sapere che aspetto hanno.

Esempi di lettering

Adobe Caslon Pro ppt.14

abcdefghijklmnopqrstuwxyz abcdefghijklmnopqrstuwxyz 0123456789 Colori utilizzati per la divisione basata sui gradi di abbinamento

+

-

Per non inserire solo indicazioni su quali sapori utilizzare per gli abbinamenti ho pensato di inserire alcune informazioni riguardo quali fossero quelli migliori. Nel libro la Grammatica dei Sapori però non sono organizzati tramite una gerarchia, ma si trovano tutti sullo stesso piano; nel libro The Flavor Bible invece vengono indicati gli abbinamenti migliori suddividendoli in diverse categorie in base al gradi di abbinamento. Da qui ho creato una palette di quattro colori che viene utilizzata per indicare quali sono gli abbinamenti più riusciti o meno. Le parti più scure sono le parti che hanno un maggior grado di abbinamento, mentre quelle più chiare hanno un grado minore. Notando che vaste aree di mare rimanevano vuote, ho inserito alcuni elementi che richiamano la simbologia utilizzata nella vecchie mappe geografiche. Vascelli e mostri marini popolano la mappa creando dei piccoli punti di interesse che però non vanno ad interferire con i contenuti. Definiti gli elementi base per la rappresentazione del vari sapori ne ho individuati tre che mi permettessero di creare delle pagine in cui collocare diverse tipologie di informazione: i sapori scelti sono Cioccolato, Funghi e Anice. La scelta di questi tre sapori è dovuta dal fatto che presentano caratteristiche molto differenti tra loro, che saranno meglio illustrate nelle pagine seguenti.

FIG. 3.8

IN QUESTA PAGINA FIG 3.8 - 3.9 Elementi di costruzione della mappa NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.10 Elementi di costruzione della pagina dei sapori

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FIG. 3.9


Illustrazione del sapore

Le isole vengono rappresentata attraverso un unico colore

Il nome del sapore è in maiuscolo

Più il colore del territorio è scuro più l grado di abbinamento tra due sapori è alto

Il nome della preparazione derivata dall’abbinamento tra i sapori si trova in minuscolo

FIG. 3.10

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FIG. 3.11

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Cioccolato

IN QUESTA PAGINA FIG 3.11 Pagina del sapore Cioccolato NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.12 - 3.13 - 3.14 Illustrazioni della parte informativa della pagina FIG 3.15 Schema della costruzione e composizione della parte informativa centrale

Il sapore di Cioccolato non presenta alcuna complessità, gli elementi della mappa si rifanno agli elementi di base della pagina dei sapori singoli senza alcun adattamento personalizzato. Le informazioni che troviamo all’interno della parte centrale riguardano soprattutto la pianta di cacao, lo sviluppo, la forma e la sua coltivazione. Non ho voluto inserire informazioni riguardo la trasformazione del seme di cacao in cioccolato perchè troppe complesse da comunicare.

A PAGINA 71/72 FIG 3.16 - 3.17 - 3.18 - 3.19 Particolari della pagina Cioccolato

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Parte centrale della pagina "Cioccolato"

FIG. 3.12

FIG. 3.13

70


FIG. 3.14

Schema della stampa della parte interna

fronte

Retro

FIG. 3.15

71


FIG. 3.16

FIG. 3.17


FIG. 3.18

FIG. 3.19


FIG. 3.20

74


Funghi

Il sapore di Funghi è formato da abbinamenti con diverse varietà: Porcini, Cremini, Vescia, Ostricone, Finferli, Morchella e Shiitake. Visto che all’interno delle varie categorie i sapori si abbinano con varietà diverse di funghi non era possibile utilizzare la parte centrale della pagine per visualizzare la giusta combinazione tra tipologia di fungo e sapore di abbinamento, perchè non risultavano abbastanza leggibili. Ho quindi inserito direttamente all’interno della mappa queste informazioni: dai vari territori partono dei collegamenti che indicano quale varietà di funghi è utilizzata per i diversi abbinamenti. Per sottolineare che queste informazioni sono degli elementi aggiuntivi alla mappa è stato introdotto il colore nella loro rappresentazione. Le varietà di funghi sono troppe perchè si possa inserire un approfondimento per ognuna, per questo ho deciso di trattare solo le informazioni riguardanti i Porcini, che sono la varietà di funghi con il maggio numero di abbinamenti. Sono presenti delle informazioni riguardanti i mesi di raccolta, lo sviluppo e l’ambiente in cui crescono.

FIG. 3.21

IN QUESTA PAGINA FIG 3.20 Pagina del sapore Funghi FIG 3.21 - 3.22 Illustrazioni della parte informativa della pagina NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.23 - 3.24 - 3.25 - 3.26 - 3.27 Particolari della pagina Funghi

FIG. 3.22

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FIG. 3.23

FIG. 3.24


FIG. 3.25

FIG. 3.26

FIG. 3.27


FIG. 3.28

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Anice

Questo sapore è stato scelto perchè all’interno del capitolo intitolato all’Anice sono compresi anche altri sapori dalle componenti aromatiche simili: il Finocchio, il Dragoncello, la Liquirizia e il Polline di finocchio. I sapori che non si abbinano all’Anice, ma alle sue declinazioni, sono segnalati attraverso delle aree in cui vengono raggruppati e dove si trova scritto il nome del sapore specifico con cui vanno ad abbinarsi. Il numero di informazioni presenti all’interno della mappa è maggiore rispetto a quello che troviamo nelle altre mappe, per questo ho scelto di semplificare la parte centrale di approfondimento. Non vi è alcun elemento mobile, ma solo alcune semplici informazioni riguardanti i sapori simili all’Anice.

anice FIG. 3.29

IN QUESTA PAGINA FIG 3.28 Pagina del sapore Anice FIG 3.29 - 3.30 Illustrazioni degli ingredienti compresi nel sapore di Anice e partce centrale informativa della pagina NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.31 - 3.32 - 3.33 - 3.34 Particolari della pagina Anice

dragoncello

polline di finocchio

finocchio

liquirizia

FIG. 3.30

79


FIG. 3.31

FIG. 3.33

FIG. 3.32


FIG. 3.34


LE PAGINE DI CATEGORIA

Le pagine che rappresentano le categorie hanno al loro interno tre tipologie di informazioni: • da quali e quanti sapori è composta la categoria • le categorie con cui questi sapori hanno un maggior numero di abbinamenti • una visione generale del numero di abbinamenti che la categoria presenta con i sapori delle altre quindici categorie La categoria migliore per un sapore e il numero di abbinamenti che la categoria presenta in totale sono due tipi di informazioni che possono essere confuse, sono state trattate in maniera differente per sottolineare la loro diversità I sapori vengono rappresentati attraverso delle isole in cui sono presenti il nome e un’illustrazione del sapore stesso, la forma delle isole è data dagli abbinamenti del sapore ed è fedele alla forma che si ritrova nelle pagine dei sapori singoli. Le varie isole vengono collocate nella mappa all’interno della sezione a cui corrisponde la categoria con cui hanno un maggior numero di abbinamenti. Per rappresenta invece gli abbinamenti totali che compongono la categoria ho utilizzato un pop-up. Attorno alla parte centrale della pagina, in cui si trova indicato il nome della categoria, sono disposte circolarmente 16 montagne, quante sono le categorie, ognuna con il colore alla quale si riferisce. Più la montagna è alta più il numero di abbinamenti tra le categorie in analisi è alto. In questo modo si da all’utente una visione generale degli abbinamenti: attraverso la comparazione dell’altezza delle diverse montagne può capire quali categorie meglio si abbinano. Per creare il pop-up ho prima trovato l’altezza massima che poteva avere in base allo spazio che volevo occupare nella pagina. Questa altezza è stata divisa in 18 sezioni verticali, quanti sono il numero massimo di abbinamenti tra due categorie. Si è creata una griglia su cui basare la costruzione delle varie montagne utilizzabile per tutte le pagine di categoria dell’Atlante Le due categorie che ho scelto di rappresentare sono "Erbe e Verde" e "Tostati". La prima è stata scelta perchè presenta il maggior numero di sapori che una categoria può avere: in questo modo ho potuto individuare la grandezza massima delle isole dei sapori. Tostati invece è stato scelto perchè non presenta alcun abbinamento con alcune categorie. Questo ha influito sulla forma del pop-up, in quanto questa mancanza di abbinamenti crea una vuoto all’interno della catena montuosa, ma per motivi strutturali il pop-up non può presentare una parte mancante. La soluzione è stata quella di ricreare un graficamente un elemento di distacco tra le montagne. Si è creato un varco d’acqua: una cascata, che occupa il posto delle

82


FIG. 3.35

categoria senza abbinamenti, questa fluisce dal lago formato dalle catene montuose al mare circostante. Per creare un effetto di continuità l’altezza della cascata è uguale a quella della parte centrale del pop-up, che per motivi strutturali si innalza di 15mm dalla pagina.

IN QUESTA PAGINA FIG 3.35 Particolare del pop-up della categoria "Erbe e Verde" NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.36 - 3.37 Le pagine complete delle categorie "Tostati" e "Erbe e Verde" ALLE PAGINE 86/87 FIG 3.38 - 3.39 Schema dei pop-up delle catene montuose ALLA PAGINA 88 FIG 3.40 - 3.41 Particolare del pop-up della categoria "Tostati" ALLA PAGINA 89 FIG 3.42 Elementi di costruzione del pop-up

83


Mappa della categoria "Tostati" Tostati non presenta abbinamenti con tre categorie: Caseari, di Terra e Senapati

FIG. 3.36

84


Mappa della categoria "Erbe e Verde"

FIG. 3.37

L'Anice presenta il maggior numero di abbinamenti con la categoria Fruttati Freschi

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Costruzione delle catene montuose

18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

altezza minima della struttura del pop-up

FIG. 3.38

Categoria "Tostati"

FIG. 3.39

86

Sale e Salamoia

di Mare

Sulfurei

Senapati

di Terra

Caseari

Carnosi

Tostati

numero di abbinamenti

Categoria "Erbe e Verde"


87

Fruttati Fioriti

Rovo e Siepe

Agrumati

Fruttati Cremosi

Fruttati Freschi

di Bosco

Speziati

Erbe e Verde


FIG. 3.40

FIG. 3.41

88


lato da incollare 2

punto di connessione al pop-up centrale 1

lato da incollare 1

Elementi che compongono il pop-up

lato da incollare 1

lato da incollare 2

punto di connessione al pop-up centrale 2

FIG. 3.42

21,6 cm

punto di connessione al pop-up centrale 2

piegatura

punto di connessione al pop-up centrale 1

89


FIG. 3.43

90


PAGINA DI ESPLORAZIONE LIBERA

Oltre alle pagine in cui si descrivono i sapori e le categorie di appartenenza ho creato una pagina che permettesse all’utente di creare degli abbinamenti in maniera casuale e non attraverso le linee guida che trova nelle varie pagine dei sapori. Sulla pagina sono presenti tutti i 99 sapori posti in maniera casuale ed ogni sapore è rappresentato da un’isola. La pagina si presenta come una distesa di isole senza nome, solo scoprendole l’utente trova il nome del sapore e il nome della categoria di appartenenza; il nome e il colore di questa sono essenziali per poter individuare dove si trova il flacone con l’aroma. Scoprendo due isole alla volta l’utente può creare nuovi abbinamenti tra i sapori, inoltre questa pagina può essere utilizzata anche per dare inizio all’esplorazione dell’Atlante: se non si sa con quale sapore cominciare basta scoprirne uno in maniera casuale su questa pagine ed esso diventerà il sapore di partenza.

IN QUESTA PAGINA FIG 3.43 Pagina di Esplorazione libera

91


Visione della pagina con i nomi dei sapori

FIG. 3.44

Visione fronte e retro degli elementi singoli che vanno applicati alla mappa

FIG. 3.45

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FIG. 3.46

FIG. 3.47

NELLA PAGINA PRECEDENTE FIG 3.44 Pagina con i nomi dei sapori corrispondenti ad ogni isola FIG 3.45 Visione fronte e retro degli elementi che vanno applicati alla mappa IN QUESTA PAGINA FIG 3.46 - 3-47 - 3.48 Particolari delle isole della pagina

FIG. 3.48


3.1.2 L’INTERAZIONE CON GLI AROMI

Insieme alle nozioni teoriche che si apprendono attraverso le pagine dell’Atlante è presente un parte di sperimentazione data dagli aromi artificiali che si trovano posizionati in maniera circolare lungo il perimetro del libro. Gli aromi contenuti nei flaconcini sono per uso alimentare con diversi gradi di concentrazione, questa deve essere calibrata tra tutti i sapori per evitare di avere aromi troppo incisivi che coprono del tutto gli altri con cui vanno ad abbinarsi. Ogni flaconcino presenta un etichetta in cui è segnalato il nome dell’aroma contenuto e il colore del bordo richiama la categoria di appartenenza; non è necessario indicarla testualmente sull’etichetta in quanto tutti i flaconcini si trovano in corrispondenza delle categorie descritte nelle pagine del libro. Per sentire gli aromi vengono utilizzate delle cartine che permettono un’assorbenza rapida della goccia di aroma e che non ne modificano lo spettro odoroso. In questo modo l’utente non annusa direttamente il flaconcino, visto che l’elevata concentrazione dell’aroma potrebbe provocare un senso di stordimento.

FIG. 3.49

FIG. 3.50

94


FIG. 3.51

FIG. 3.52

NELLA PAGINA PRECEDENTE FIG 3.49 Etichette dei flaconcini di aroma FIG 3.50 Flaconcini di aroma IN QUESTA PAGINA FIG 3.51 - 3.52 Posizionamento dei flaconcini all'interno della struttura

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Queste cartine hanno una forma particolare che permette di unirsi ad un’altra per conservare l’abbinamento tra due diversi aromi. Sono presenti delle guide su dove applicare la goccia di aroma e vi è lo spazio per appuntare il nome del sapore in modo da non dimenticarlo o confonderlo con altre cartine.

FIG. 3.53

96

Il metodo di sperimentazione è il seguente: • La persona identifica quali sapori vuole sperimentare. • Prende il flacone di aroma del primo sapore e ne applica una goccia sulla superficie indicata della prima cartina. • La stessa operazione viene compiuta con il secondo aroma su una cartina differente. • Ora che l'utente ha due cartine intrise di aroma può annusarle e sentire come i due aromi si combaciano tra loro, ma può estrapolare anche informazioni riguardanti le componenti aromatiche che hanno più o meno in comune. • Se vuole conservare l'abbinamento può unire le due cartine tramite i tagli appositi ed annotarsi i nomi degli aromi, altrimenti può passare e scambiare le cartine non volute con le altre persone che stanno partecipando all'esplorazione


FIG. 3.54 FIG. 3.55

NELLA PAGINA PRECEDENTE FIG 3.53 Schema di come le cartine si uniscono tra loro IN QUESTA PAGINA FIG 3.54 Posizionamento dell'aroma sulla cartina FIG 3.55 Cartina per aromi NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.56 Base di legno FIG 3.57 Particolare del posizionamento dei flaconcini sulla base FIG 3.58 Schema di costruzione delle base

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3.1.3 LA BASE IN LEGNO

Per unire tutti gli elementi del progetto: libro ed aromi, è stata creata una base in legno in cui nella parte centrale trova posto il libro, mentre sul perimetro esterno trovano posto i flaconcini di aroma grazie a novantanove fori di 15mm di profondità Davanti ad ogni flaconcino si trova il nome dell’aroma che contiene, in questo modo si semplifica l’individuazione durante l’esplorazione e anche il posizionamento degli aromi in fase di preparazione. La misura esterna del cerchio è di novantanove centimetri, queste misure permettono di posizionare gli aromi ad una corretta distanza tra loro. Le grandi dimensioni del libro e della base servono soprattutto a permettere un agevole utilizzo dell'Atlante da parte di più persone.

FIG. 3.56

FIG. 3.57

98


Schema di costruzione della base 990 mm

830 mm

23 mm

45 mm

FIG. 3.58

99


3.2 COME AVVIENE L'ESPLORAZIONE Sono qui illustrati i vari passaggi per un’esplorazione completa dell’Atlante dei Sapori. Durante l’utilizzo è prevista la presenza di un addetto in cui compito è quello di supervisionare e spiegare in dettaglio come utilizzare questo strumento, aiutando gli utenti ad un corretto svolgimento dell’esplorazione. Per fare in modo che le persone coinvolte nel gioco possano usufruire in maniera ottimale dell’Atlante vengono organizzati turni da 6 persone: così facendo ogni persona ha il giusto spazio di movimento. L’Atlante è posto su un tavolo circolare dal diametro di 150cm, in questo modo ogni utente si trova alla stessa distanza dall’Atlante. Non è previsto che per che le persone si siedano durante l'esplorazione, rimanendo in piedi è più facile la lettura del libro e gli eventuali spostamenti attorno ad esso. Ecco come avviene l'esplorazione: 1. La pagina di partenza per l’esplorazione è quella di legenda e di istruzioni, grazie a questa pagina il supervisore può illustrare tutti i vari elementi che costituiscono le mappe e il corretto uso degli aromi. 2. ll supervisore individua la prima persona che deve scegliere un sapore o una categoria da esplorare, se questa è indecisa può utilizzare la pagina di esplorazione libera per individuare un sapore. 3. Una volta che viene individuato il sapore si va alla pagina. corrispondente, l’addetto introduce brevemente il sapore servendosi delle informazioni riportate nella parte centrale della pagina e comincia la distribuzione delle cartine per sentire gli aromi. Successivamente tutte le persone che sono interessate a questo sapore possono sperimentare con gli aromi artificiali posti attorno al libro. Le cartine utilizzate trovano collocazione sul tavolo, una volta finita l’esplorazione l’utente potrà decidere se conservarle. 4. A turno ogni persona che partecipa al’lesplorazione sceglie un sapore da analizzare. Quando tutti gli individui hanno scelto il loro sapore preferito si passa alla modalità “esplorazione libera”. 5. Una volta portata a termine quest’ultima parte di esplorazione le persone possono decidere quali cartine conservare, lasciando posto al turno successivo. NELLA PAGINA SUCCESSIVA FIG 3.60 Visione d'insieme d'utilizzo

100


FIG. 3.60

101




104


CONCLUSIONI L’Atlante dei sapori è uno strumento che permette l’esplorazione delle tematiche legate al mondo dei sapori, creando un’esperienza che combina sia una parte teorica che una parte sperimentale e pratica. Lo scopo dell’Atlante è quello di istruire ed avvicinare le persone all’importanza dei sapori attraverso un libro in cui è possibile interagire con le informazioni da parte dell’utente e, grazie ad una serie di aromi affiancati al libro, sperimentare immediatamente con le informazioni appena apprese. La grandezza del libro e della sua struttura sono pensate per l’utilizzo contemporaneo da parte di più persone, in modo di creare una “tavola rotonda” in cui scambiare e confrontare le diverse opinioni. Per la definizione e realizzazione dell’Atlante dei sapori ho unito due passioni personali: la passione per il cibo e il mondo dell’alimentazione e la passione per la sperimentazione attraverso la carta e le sue possibilità di trasformazione e comunicazione. L’elaborazione dell’Atlante mi ha permesso di indagare diversi aspetti che non avevo avuto modo di approfondire prima d’ora, soprattutto come l’utilizzo tridimensionale della carta possa essere veicolo di informazioni. Proprio perché questo era uno degli aspetti che più mi interessava trattare il processo di ideazione è stato molto lungo e faticoso. Da una prima idea in cui la tridimensionalità della carta era l’elemento principale ho dovuto man mano adattare le forme create alle informazioni che volevo comunicare, per rendere l’Atlante uno strumento realmente utilizzabile, senza troppi problemi riguardanti usura e rottura delle parti. Ho sperimentato diverse tecniche e stili di rappresentazione ma credo che l’utilizzo di mappe fantastiche realizzate manualmente si sia rivelato il più coerente con l’atmosfera che volevo conferire al progetto. Per la comprensione teorica riguardante soprattutto l’infografica tridimensionale pochi sono i materiali e le fonti disponibili, soprattutto perché è un campo ancora poco esplorato e in cui i materiali sono molto frammentari. Ho potuto recuperare molto materiale riguardante le varie caratteristiche dei sapori e di come sperimentarli al meglio. La decisione di utilizzare l’olfatto anziché il gusto può sembrare azzardata, ma è dovuta a un lungo studio e approfondimento riguardante i sensi e come spesso attribuiamo le sensazioni ai quelli sbagliati. Ciò che mi interessava indagare nel campo dell’infografica era la possibilità di creare degli strumenti che potessero essere utilizzati non solo a livello teorico, ma che fosse possibile interagire con le informazioni appena acquisite, per rendere l’esperienza di

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apprendimento più coinvolgente e più dinamica. Avrei voluto inserire più tridimensionalità all’interno del libro, ma questo sarebbe stato a discapito di una corretta comunicazione delle informazioni e contro un uso semplice ed intuitivo da parte dell’utente. Oltre questo mi ritengo soddisfatta del risultato ottenuto e spero che l’Atlante possa un giorno essere portato a termine attraverso la realizzazione delle pagine di tutti i sapori e di tutte le categorie. Ciò che mi auguro di aver raggiunto con L’Atlante dei Sapori è quello di interessare le persone verso le due tematiche principali trattate nella tesi, ma soprattutto che possa essere un incentivo verso la ricerca di nuovi metodi di rappresentazione in cui i dati e la loro comunicazione possano staccarsi dalla bidimensionalità della pagina piatta a discapito di un’esperienza in cui i vari sensi siano coinvolti.

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FONTI Bibliografia

Edward Rolf Tufte, Envisioning Information, Graphics Press llc, 2005 Guixé Martí, Food Designing, Paperback, 2011 Karen Page - Andrew Donernenburg, The Flavor Bible, Little, Brown and Company, 2008 Niki Segnit, La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni, Edizioni Gribaudo, 2011 Rendgen Sandra, Wiedemann Julius, Information Graphics, Taschen, 2012 Stefano Colonna e Fabio Guatteri, Cucina e Scienza, Hoepli, 2012

Articoli

Ahn, Y.-Y., Ahnert, S.E., Bagrow, J.P. & Baraba´si, A.-L. Flavor network and the principles of food pairing. Sci. Rep. 1, 196; DOI:10.1038/ srep00196 (2011). Francesco Pacifico, La fabbrica dei sapori, in “IL”, num. 56, pag.50, 2013 Halpern, "We only eat what we like” or do we still?, Flavour 2012 http://www.flavourjournal.com/content/1/1/17 (03/12/2013) Richard J Stevenson, The role of attention in flavour perception, Flavour 2012, http://www.flavourjournal.com/content/1/1/2 (03/12/2013) Robin Fox, Food and Eating: An Anthropological Perspective, Social Issues Research Centre, http://www.sirc.org/publik/foxfood.pdf (03/12/2013)

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Sitografia

http://www.mhs.ox.ac.uk/exhibits/the-renaissance-in-astronomy/ objects/14-apian-astronomicum-caesareum-1540/ (10/02/2014) http://exhibits.library.duke.edu/exhibits/show/anatomy (10/02/2014) http://www.docsity.com/notizie/lavoro-e-stage/10-lavori-che-non-tiaspetti-lavori-strani-lavoro/#sthash.sXfuwJtl.dpuf (10/02/2014) http://www.thinkingfooddesign.com/ (10/02/2014) http://www.scientificamerican.com/article/flavor-connection-taste-mapinteractive/# (10/02/2014) http://www.smithsonianmag.com/science-nature/the-enchanting-seamonsters-on-medieval-maps-1805646/?no-ist (10/02/2014)

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Immagini Capitolo 1

pag 16 1.0 http://www.mhs.ox.ac.uk/exhibits/the-renaissance-in-astronomy/objects/14-apian-astronomicum-caesareum-1540/ pag 17 1.1 - 1.2 - 1.3 http://exhibits.library.duke.edu/exhibits/show/anatomy pag 17 1.4 http://www.flickr.com/photos/taffeta/3240008522/sizes/o/ in/photostream/ pag 18 1.5 -1.6 http://www.behance.net/gallery/Pop-up-book-BudapestInfographics pag 18 1.7 - 1.8 - 1.9 - 1.10 http://www.pattern-matters.com pag 19 1.11 - 1.12 http://www.behance.net/gallery/Paper-Project pag 20 1.13 - 1.14 - 1.15 http://www.maria-fischer.com/en/traumgedanken_en.html pag 21 1.16 - 1.17 http://www.behance.net/gallery/The-Deep pag 23 1.18 - 1.19 - 1.20 http://www.simona-derosa.com/works/#/tasted pag 24 1.21 - 1.22 - 1.23 http://cargocollective.com/nirvana/Multi-sensory-food-design pag 25 1.24 - 1.25 http://www.triangulationblog.com/2012/04/infobjects-by-shapes-in-play.html

Capitolo 2

pag 36 2.1 http://www.hachettebookgroup.com/titles/karen-page/theflavor-bible/9780316118408/

2.2 http://corkandspoon.wordpress.com/2013/09/04/books-forcooks-the-flavor-bible/

pag 37 2.3http://www.amazon.it/Grammatica-sapori-delle-infinite-combinazioni/dp/885800440X/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=13944667 59&sr=8-1&keywords=la+grammatica+dei+sapori

2.4 Foto personale

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pag 38 2.5 Illustrazione personale basata sulla Ruota dei Sapori presente nel libro La Grammatica dei sapori pag 40 2.6 foto personale pag 41 2.7 foto personale pag 46 2.8 illustrazione personale pag 48 2.9 illustrazione personale pag 49 2.10 illustrazione personale pag 50 2.11 foto personale pag 51 2.12 http://www.flickr.com/photos/manitobamaps/3878640018/ sizes/o/in/photostream/ 2.13 http://www.flickr.com/photos/taffeta/8035486791/sizes/o/ in/photostream/

Capitolo 3

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pag 56-101 3.1 - 3.60 foto ed illustrazioni personali


COLOPHON Font testo Adobe Caslon Pro (Regular) corpo 12 pt interlinea 14,4 pt Font titoli Brandon Grotesque (Medium) corpo 48-30-14 pt interlinea 57-36-17 pt Font note Brandon Grotesque (Regular Italic) corpo 9 pt interlinea 11 pt Font didascalie Brandon Grotesque (Regular) corpo 9 pt interlinea 11 pt Colori CMYK 0.0.0.30 0.21.79.0 34.3.24.49 76.5.43.0 0.63.48.0 0.0.0.100 Software Adobe InDesign CS5 Adobe Illustrator CS5 Adobe Photoshop CS5

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RINGRAZIAMENTI Arrivata alla fine di questo percorso di tesi, ricco di tensione, duro lavoro, ma anche soddisfazione mi sento di ringraziare tutte le persone che in un modo o nell’altro hanno partecipato alla buona riuscita del progetto. Un ringraziamento particolare alla mia famiglia che mi ha supportato e sopportato in tutti questi anni di studio. Grazie alla mia relatrice Katerina Dolejsova che mi ha spronato ed aiutato e consigliato durante tutta la realizzazione del progetto. Un enorme grazie a Giulia e Simone che con tanta pazienza in questi mesi non si sono mai tirati indietro quando chiedevo loro aiuto. Grazie a tutto il gruppo tesisti di quest’anno, in particolare ad Alessia e Matteo, con cui ho condiviso gioia e grandi momenti di disperazione. Grazie agli amici di Happycentro: Fedino, Fedone, Ilaria e Bob, che mi hanno aiutato a crescere come persona e progettista. Grazie a tutte le persone che in questi anni di studio mi sono state vicine e con cui ho condiviso non solo momenti accademici, ma anche momenti di vita, in particolare: Isis, Giovanna, Rachele, Nicolò, , Massimo, Davide, Barbara, Stefano,Viola, Elena, Claudia, Carlotta

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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELLA TESI (da inserire come ultima pagina della tesi/elaborato finale) Rodighiero Anna 271916 Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….

Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. - Comunicazioni visive e multimediali laureando/a/i - diplomando/a/i in Design ………………………………………………... aprile 2014 sessione ………………………… dell’a.a. 2012-2013 …………….…………. DICHIARA/DICHIARANO

che la sua/loro tesi dal titolo: …………………………………………………………………………………………. L'Atlante dei Sapori ………………………………………………………………………………………….

 è consultabile da subito  potrà essere consultata a partire dal giorno …………………..  non è consultabile (barrare la casella della opzione prescelta)

15/03/2014 data …………………..

firma ……………………… firma ……………………… firma ………………………






lato da incollare 2

punto di connessione al pop-up centrale 1

lato da incollare 1

Elementi che compongono il pop-up

lato da incollare 1

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lato da incollare 2

punto di connessione al pop-up centrale 2


piegatura punto di connessione al pop-up centrale 1

punto di connessione al pop-up centrale 2

21,6 cm

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INDICE

0.0 INTRODUZIONE

1.0 ANALISI E RICERCA 1.1 Informazioni tangibili

1.1.1 Esempi di riferimento 1.2 Sperimentare con il cibo 1.2.1 Esempi di riferimento 1.3 riflessioni finali

2.0 SVILUPPO PROGETTUALE

2.1 Scelta dei contenuti

2.2 Elaborazione dei contenuti

2.2.1 Scenario ed utenza

2.2.2 Prime prove, esperimenti e fallimenti

2.2.3 Esplorazione dei contenuti

Esplorazione dei sapori singoli

Esplorazione delle categorie

2.3 Una sperimentazione tangibile

2.3.1 L’importanza dell’olfatto

2.3.2 Gli aromi artificiali

2.3.3 Interazione con gli aromi

2.4 Identità stilistica


3.0 PROGETTO FINALE

3.1 Le componenti del progetto

3.1.1 Il libro

Gli elementi base

Le pagine dei sapori

Cioccolato Funghi Anice

Le pagine di categoria

Pagina di esplorazione libera

Pagina di istruzioni d’uso

3.1.2 L’interazione con gli aromi

3.1.3 La base in legno

4.0 CONCLUSIONI Fonti Colophon Ringraziamenti


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