GLI SLAMMERS – POETI IN GARA Ilaria Barzaghi
Ilaria M. P. Barzaghi (Monza) Infaticabile flâneuse, sedotta dalle contraddizioni della modernità, ostinatamente rétro, creatura acquatica. Ama le giornate lunghe, la civiltà della conversazione, la notte, i gesti generosi. Fin da bambina pratica segretamente la scrittura che -‐ come ebbe a dire Italo Svevo -‐ non arriva in fondo alla riga, ma solo in anni recenti ha iniziato a leggere in pubblico i propri testi poetici. Scrive anche altre cose: storico dell’arte, studiosa di iconografia e visual culture, si occupa specialmente di Ottocento e Novecento. prendi la mia mano e te la porti alle labbra come allora io finisco le tue frasi più di allora circolano fluide le parole tra noi ogni argomento alto e basso cibo persone politica (mala tempora currunt) sono di nuovo così facili
i gesti collaudati offrire versare sedersi insieme le distanze sparite siamo soli in una bolla perfetta benché tutto ciò che è stato detto e deciso benché l’impossibile rimanga vero e per poco so a cosa potrebbe assomigliare la vita se fosse veramente mia. Stefania Carcupino
(Milano) Clown poetico musicale, suono la fisarmonica. Alterno un lavoro in biblioteca con l’attività di clown musicale e attrice, lavorando con La Fabbrica dei Clown e altre compagnie. Scrivo testi per il teatro e poesie. Nel 2010 è uscita la mia plaquette poetica Cose di terra e d’acqua con Libreria Creativa. Addio n. 8 C'era una donna che odiava i gerani ne aveva uno sul balcone in mezzo ad altre piante la sera innaffiava tutti i vasi, ma non quello; il geranio si indeboliva, appassiva, finché è morto.
Ogni volta che vedo i gerani mi viene in mente quella pianta e mi sembra di sentire l'urlo della sua voce Silvia Chiarante
Mi chiamo Silvia Chiarante, sono nata a Giaveno il 23/02/1989 sotto il segno dei pesci con ascendente ariete. Scrivo poesie dall'età di cinque anni e ho da sempre un rapporto conflittuale con la scrittura. Nel 2001 ho vinto il primo premio del concorso scolastico nazionale "Come Pirandello...una novella, una poesia, una sceneggiatura", nella categoria novella. Per scelta personale non ho partecipato ad altri concorsi fino al 2011, anno in cui ho conseguito la laurea triennale in filosofia. Non amo le celebrazioni di se stessi annidate nelle autobiografie, sono stucchevoli ed urticanti, soprattutto se scritte in terza persona. La mia vera biografia è racchiusa nei versi...questa era quella non autorizzata. A te Distillo il mio veleno. E con esso, a te brindo. La mia devozione riempirà il tuo calice. A te… Nel sabba della sorte mi confondo tra le carte e resto come Appeso tra le fronde del mio esistere. Verranno le tue mani a sfiorare la mia pelle nel mio dicembre eterno, decadente del suo sfarzo? …
Ascolta il mio lamento, la redenzione che non cerco ho nascosto nel germoglio del momento mai dischiuso. La mia schiena, di graffi e di tempo, appoggio fredda alla corteccia del salice che piange la speranza mai abortita, e che folle ride e s'impicca con l'orizzonte con il ghigno d'abile suicida e la morsa dell'attesa. Barcolla con me follia…verrà il giorno a separarci ma la notte consigliera tacerà i nostri peccati e il profumo della selva celerà la perdizione cresciuta, tra i muschi, lussureggianti d'eterno errare. Nicolas Alejando Cunial
Nicolas Alejandro Cunial è nato in un giono qualunque in una città qualsiasi. Il problema è che è cresciuto a Treviso. Il suo ultimo libro è Carie di città, Edizioni
La Gru. Ha vinto qualche slam, qualche premio letterario, ma mai una busta della spesa. Crede di essere un poeta e gli altri lo lasciano fare. Poesia inedita. CURAMI LA REGIA Di quand’eravamo umani e ci amavamo senza essercelo mai detti, senza esserci scoperti eppure così nudi e colmi d’isterie. Scorticandomi le tempie, ho scorso rapido le tue ore e il ricordo ha preso il sopravvento, mi nutro di minuti pallidi come lune incandescenti, tu scuotimi le pupille brillami i ventricoli, scoppiami l’aorta e fanne coriandoli. Raccogli i resti rappresi e rimpastami mostrami la mia nuova forma, mi hai reso schiavo o finalmente potrò dirmi vivo? Il male condiviso è un male col sorriso e tu, senza dardi o frecce con cui infilzare il mare, dimmi in cosa credi di poter morire se non nella storia di chi ti ha amato? E cullami il passato prima che si adagi nel mio fondale. Il buio, che tu hai compreso prima d’averlo visto ci farà da carro funebre e il nostro funerale sarà una festa di benvenuto. Parentesi di vuoto cieco ci separano i destini fragili, tu non stringerli o potresti lacerarti i sogni amari, amare il nero delle nostre occhiaie non è mai stato facile, ma sapevamo di poter contarci fino a zero, quantomeno. Sei lava e scivoli tra i miei canali di scolo, prega che io non chiuda il flusso della tua aurora o sarai costretta a librarti in volo. Le luci delle lame danzeranno sui nostri volti anemici, credici! Che ne dici di lanciarci contro la trincea? Corro sopra mine e mani e piedi e arti che insegni a perdere sarò la cavia e la cenere in cui laverai la colpa ardente.
Sarò la pelle e le tue ossa fratturate, le tue carni grondanti d’intenzioni, le piastrine madide e i globuli salvifici, sarò solo dolore. Il tuo fingere malessere è ben riposto nel mio nascere e dimmi, potrai sfamarmi con le abrasioni dei peccati? Porti il gusto dei miei giorni tutti uguali, strappa la trama che è in cancrena, riscrivi questa scena, fa’ che sia l’ultima. Nicolò Gugliuzza
Mi chiamo Nicolò Gugliuzza, ho vent'anni e sono uno studente che spende il proprio tempo dedicandosi alla poesia. Vivo a Bologna da tre anni ed ho cominciato a scrivere diverso tempo prima. Ad oggi le mie attività si diramano in vari campi: in primis opero attraverso un collettivo di scrittori e poeti che utilizzando una piattaforma in rete ( www.postnarrativa.org ). Abbiamo scritto un'opera letteraria collettiva nel maggio di quest ultimo anno dal titolo "Latinamerica, Terrasiena Vol.1", edita dalla Mandala edizioni, ed infine manteniamo collaborazioni e reading performativi per tutte le realtà locali che riusciamo a tangere. Da almeno due anni partecipo a reading ed a diverse performance pubbliche tra la Toscana e l'Emilia e più in generale per il nord ed il centro Italia. Solo per i cieli di Bologna E adesso non c’è più azzurro tra
gli anfratti del cielo, tra i cuscini, per la camera, ora vedo soltanto nero. E sicuro non ha senso tirare la fune alla lunga quando all’estremo trovo te e l’amnesia di una scusa: prima o poi chi tira troppo cadrà indietro, tu ora senza saperlo precipiti strappandomi di mano l’ultimo frammento dei miei castelli utopici, rubandomi il fiato ed io, annegato in una piscina di vetro. Avrei dato fuoco alla città per un tuo sorriso, pugnalato la pietà, solo per sentirmi vivo, ma vedere appena chiudo gli occhi il tuo viso, strazia, ammazza, uccide ogni visione ed ogni cazzo di mito; stufo e malvoluto non cambiano niente nemmeno tutti i versi che sputo; poi mi cerchi, e non mi senti, e ti cerco e non trovo un posto per spolmonare il carbone che ho dentro, una nuvola su cui correr via ed emergere da questo mare di vuoto. Non trovo più azzurro nei tuoi occhi, ma soltanto vuoti a rendere e teoremi irrisolti, riavvolti in un gomitolo di paranoie e bugie e scopate e amore e vodka e sigarette, alle cinque del mattino, ammanettato tra incubi profondi e le ceneri sollevate dai relitti dei miei sogni. Ti avrei regalato la luna, ma questo ora poco c’entra fintanto che la stanza è vuota ed il tuo profumo soltanto nella mia testa: ma come un'ape
suicida continuo a puntarti contro, solo per i cieli di Bologna mentre calo sempre più a fondo. Esther Messina
Esthér nasce a Catania. piccolissima comincia a scrivere poesia. va in giro per il mondo impara diverse lingue. scrive anche in inglese. da qualche anno vive e scrive tra Padova e Catania. tra i suoi scritti racconti brevi poesie e testi teatrali. Esthér ha uno stile di scrittura del tutto personale. non usa punti e virgole. batte il tempo di lettura col cambio di riga. decidendo così anche la musicalità del testo in fase di lettura ad alta voce Non m'importa più del sole si neanche del sole niente più m'importa cosa me ne faccio di questo cerchio infuocato che nient'altro è se non un miraggio lento non ne voglio più sole sulla mia pelle cosa me ne faccio di tanto colore nella polvere dei sogni abbandonati e traditi bruciati in falò dimenticati dalla memoria dove nessuno suona e canta attorno alle ceneri sempre più fredde solo un grande silenzio voragine di anime che spariscono una ad una non m'importa più neanche del cielo si neanche del cielo niente più m'importa
così forte da schiacciarmi così piccolo da stringere tutti i miei pensieri in una massa di fili taglienti e disordinati stridenti di rumori metallici che fanno male come lame neanche di me stessa niente m'importa si neanche di me nulla più m'importa si cosa me ne faccio di tanto pesante essere miscuglio di limiti di strano orgoglio che divora cosa me ne faccio di tutta me stessa se non un souvenir da dimenticare in un cassetto cosa sono manciata di vento d'autunno sospiri segreti forse già visioni un po' di femmina a rendere tutto più difficile guerre tra veneri che parlano lingue incomprensibili frammenti di cuore di vetro che stridono sotto i denti e inutili passioni che non mi abbandonano mai poi tutte quelle parole sempre più vuote sempre più sorde scritte dal mondo in una lettera che non le ho mai chiesto di spedire Federico Misirocchi
Federico Misirocchi nasce nel bel mezzo degli anni di piombo a Milano. Si fa le ossa fra la Capannina e le Torri Bianche, che detto così sembrano quasi dei posti da favola ma nei maledetti anni ottanta erano equamente spartiti fra tossici e paninari e di favoloso non avevano niente. Una volta sopravvissuto a Gratosoglio
se ne va a universitarizzare nella ridente contrada senese del drago, e superata anche questa prova torna a dileguarsi nella nebbia , però più zona Lambrate. Negli anni le prova un po’ tutte: suona, poi gioca, poi recita, poi gioca, poi suona ancora, poi gioca... Insomma trotta, galoppa, che salti che fa, il nostro eroe non ne vuole sapere di arrendersi alla vita lavorativa e con la senilità decide di darsi anche alla rievocazione storica, così giusto per avere una scusa a continuare a girare con delle spranghe come quando era ragazzino. Della poesia ama la carica eversiva e musicale, e così si forma fra De André e Sepultura cercando di convincere tutti che Max Cavalera in realtà è cresciuto a Brignole, finché in tarda età riscopre il rap grazie a radiodiggei. IN CERTO All'ombra di un'alba mai nata in orario si annida latente solitario serpente vermineo ingurgita desideri e passioni e vomita dubbi del colore dell'erba voglio Alfonso Pierro
Nasce nel 1983. Poeta, pedagogista, performer. Ha pubblicato Svendendo Altrove il Bacio Bugiardo. Poesie (Il Filo, 2008) e John Fante: uno scrittore maledettamente ironico (Aletti, 2012). Autore e corpo poetico di letture e
spettacoli come Questa è una Emozione, la Luna è un Mare diVino, Wor(l)d Does Exist e sacroEsilio. Dal 2008 abbraccia la poesia di strada con lo pseudonimo unlitro. Nel 2013 crea ed apre il suo blog. Continua a prestar voce e attenzione. http://speaksick.wordpress.com/ Tenetevi pronti Sarà merito dell'acido folico e della vitamina b-‐12, se un giorno ci glorificheranno come esseri antiquati. Li vedete, i nostri corpi conciliati con le promozioni telefoniche e le prime file dei canoni televisivi, pagheranno con cenere cucita sugl'occhi, in fila alle casse delle stazioni di rifornimento, per tutte le icone sacre appese su di loro, candelabri e statue i nostri corpi, gratteranno e pregheranno, come cani in zone periferiche. La soluzione sarà non più l'esplosione distruzione no, ma una bella cura di magnesio, fateci caso. Ritornerà il tempo perduto il tempo dell'agognata venerazione, saranno faraoni i rabdomanti, costretti a girare sotto scorta, mentre i celiaci consacreranno
una nuova razza dominante. Insomma, un mucchio di stronzate. Tuttavia, da qualche parte scrissi che se le parole non derivano dal cuore, possiamo andare tutti a farci fottere, amici. Quindi, tenetevi pronti, piscerò sui critici, e non in senso figurato. Beppe Ratti
Nato nel '64 vive a milaglio . Il tuo libro "talavera de la reina" è s tato pubblicato da osteria del tempo ritrovato. tato pubblicato da osteria del tempo ritrovato. (el dedo y la duda di dedalo, i dadi "did I"): abulico belacqua boca abajo allo iabboq, blasfemo self -‐ abîme, à bout de souffle, malmostoso salmo I'm almost an old man; la biro labirinto, refe autoreferent e, minotauro mi rintano e manusturbo lo sturm und drang,
pettegolo poliglotta pappagalletto (edifico macerie, decodifico smancerie, scioglilingua lemmings anacreontiche malevoglie preterizioni ottonari elegie trochei rime yamatologie) yamatologie)
Comunicato stampa Mercoledì 5 febbraio torna a Milano NAVIGLI POETRY SLAM: LA SFIDA POETICA 10 poeti sul palco di Le Trottoir, vota il pubblico! Il 5 febbraio alle 21.30 si terrà presso Le Trottoir, il Navigli Poetry Slam, gara poetica secondo le regole del poetry slam. Il poetry slam nasce negli anni ’80 negli Usa ad opera di Marc Kelly Smith e si afferma in Italia grazie a Lello Voce nel 2001. Max Ponte e Annelisa Addolorato riportano per la seconda volta sul palco di Le Trottoir questo gioco che è spettacolo e sport letterario. Le regole sono semplici: 3 minuti a testa e solo poesie inedite, senza atti teatrali. La velocità, il ritmo e il voto esteso a tutto il pubblico rendono questo evento un appuntamento dinamico e avvincente. I poeti in gara sono 10, selezionati attraverso un bando pubblico e provenienti da varie città italiane e dall’estero. La gara è condotta dai poeti Max Ponte e Annelisa Addolorato, che presenteranno, come è tradizione negli slam, alcuni loro testi fuori concorso: il loro sacrifice. Max Ponte, autore della raccolta poetica Eyeliner, è uno degli animatori dello slam italiano e ha ideato l’evento gemellandolo alla scena torinese dei Murazzi. Anne Addolorato, scrittrice, ispanista e traduttrice, ha appena pubblicato a New York la raccolta poetica bilingue My Voice Seeks You, che sta presentando in Italia e all’estero. Il Navigli Poetry Slam è inserito nel ricco calendario della Lips (Lega Italiana Poetry Slam) ed è una data ufficiale del campionato italiano di poetry slam, il vincitore si qualificherà per le fasi successive del campionato regionale. Due saranno gli ospiti della serata del 5 febbraio: il poeta, videoartista e performer italiano Alberto Mori, di Crema, e il poeta, performer e cantante di origine statunitense Marcellus Nealy che sarà il nostro guest virtuale, in collegamento diretto con Tokyo, dove abita, occupandosi di spoken word, dagli anni novanta. Il Navigli Poetry Slam ha rilanciato il poetry slam a Milano, restituendo alla città una forma poetica che anima le notti di mezza Europa. Il primo appuntamento si è tenuto il 6 novembre 2013 e ha avuto come vincitore Sac (Saronno). I partners di questo appuntamento sono: Equotube e la Coop.Sociale Quetzal di Modica. Al vincitore del secondo Navigli Poetry Slam andrà in premio “Assaggi di
Natura”, weekend per due persone in un’oasi del WWF, un dono offerto da Equotube e consegnato dal suo presidente. I poeti finalisti riceveranno dolci omaggi offerti da Quetzal. Navigli Poetry Slam crede nella la cultura della sostenibilità. Info: naviglipoetryslam@gmail.com Phone: 3703343575 / 3347410978 www.facebook.com/NavigliPoetrySlam Photos Gli MC:
Annelisa Addolorato
Max Ponte
Guests: Alberto Mori
Alberto Mori è nato a Crema. Poeta, Performer, Artista. Vive e risiede a Crema dove lavora nel suo studio. Poeta Performer Artista.Dal 1986 pubblica libri di poesia. Scrive saggi di poesia e d’arte, racconti, prose. Effettua readings, letture pubbliche,installazioni, video e performance. Collabora a progetti d’interazione della poesia con tutte le espressioni artistiche. www.albertomoripoeta.com. Marcellus Nealy (in diretta da Tokyo)
Artista e performer di Cleveland, attualmente vive e lavora a Tokyo. http://www.mu-‐sa.jp/artist/profile_marce.html.