Mas
MAGAZZINI ALLO STATUTO
di Paolo Ippolito /Andrea Pilia Š Tutti i diritti riservati
Dopo oltre cent’anni di attività chiude Mas. I Magazzini allo Statuto sono un luogo culto nella capitale romana, una sorta di istituzione per chi è in cerca di abbigliamento particolare o a basso costo: dagli aiuto costumisti in cerca di capi kitsch, vintage e unici per vestire attori di teatro e cinema fino alle famiglie multietniche che hanno poco da spendere. Nessuno pensava che un colosso come Mas sarebbe davvero potuto arrivare a dover chiudere i battenti, ma le congiunture economiche e la crisi hanno lentamente messo in ginocchio l’azienda: prima decimando i dipendenti, che oggi sono solo 15 contro i 120 dell’epoca d’oro, poi abbassando sempre di più la qualità della merce in vendita fino a ridurre le entrate a tal punto da non poter più pagare l’affitto dei locali, 70mila euro al mese. «Riusciremo a resistere al massimo fino a febbraio» dice la direttrice del grande magazzino «questa volta non ci sono speranze».
È la fine di una storia, una lunga storia, così lunga da attraversare due secoli, cavalcare innumerevoli cambiamenti sociali e di costume (nel senso letterale), superare un paio di guerre mondiali, affrontare un cambio di moneta e accontentare diverse generazioni di clienti. Una storia che si può intuire dalle toppe della moquette consumatissima (che non è mai stata cambiata), che si può ascoltare dai commessi storici (più di un paio lavorano lì da oltre 30 anni) che si può annusare nei polverosi cestoni pieni di vestiti a un euro e leggere sui cartelli scritti a mano per promuovere l’offerta del giorno. Roberta Sernicola
Mas/Magazzini allo Statuto Paolo Ippolito /Andrea Pilia Roma 2013
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