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le attività

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il messaggio del presidente nazionale

La quattordicesima edizione del bilancio sociale Anpas è stata definita nel pieno dell’Emergenza sanitaria da Covid-19 che, da febbraio 2020, ha investito anche il nostro Paese estendendosi e dilagando nel resto d’Europa e nel mondo. Per lunghi mesi i dirigenti e volontari di Anpas e delle pubbliche assistenze sono stati in prima linea nel supportare le strutture sanitarie regionali e nel rispondere ai bisogni delle comunità. Abbiamo dovuto inventare un nuovo modo per “stare sulle ambulanze” accettando la scelta di molti volontari più anziani di mettersi a riposo per non mettere a rischio la propria salute. Al tempo stesso tanti uomini e donne, si sono rivolti alle pubbliche assistenze, come realtà strutturate di volontariato, per mettersi a servizio delle proprie comunità. Anche grazie al loro contributo abbiamo potenziato gli interventi sociali come la consegna della spesa, di farmaci e di altri generi di prima necessità e tutta una serie di servizi per i quali le Associazioni sono tornate ad essere un punto di riferimento per la popolazione. Nei mesi difficili dell’emergenza abbiamo consolidato rapporti con alcune realtà, come il CAI - Club Alpino Italiano - che ha dato un importante contributo economico attraverso il quale abbiamo rafforzato il parco mezzi delle nostre associate. Ma penso anche a soggetti profit come la LeasysFCA Bank che ha messo a disposizione delle nostre associazioni 150 auto in comodato gratuito e easyJet che ha indirizzato i propri dipendenti in cassa integrazione verso le nostre Associazioni. I dati sui nuovi contagi testimoniano come l’emergenza non sia ancora finita. Occorre accompagnare la ripresa delle attività con massima attenzione e prudenza. Le pubbliche assistenze sono in campo anche nell’attività di prevenzione e nello screening della popolazione più vulnerabile. Intercettare per tempo infetti e asintomatici è necessario sia per limitare la diffusione del virus che per trattare precocemente i malati, consentendo agli operatori sanitari dei pronti soccorso e degli ospedali di operare al meglio.

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In questa emergenza ogni volontario ha rinnovato il proprio patto di adesione al movimento nazionale delle pubbliche assistenze, ai valori che guidano da 116 anni la nostra associazione nazionale. Quando le condizioni complessive lo permetteranno, dovremo avviare con tutte le pubbliche assistenze una riflessione su questa esperienza, senza limitarsi agli aspetti organizzativi e gestionali. Nei prossimi mesi si prevede un’emergenza sociale, con un aumento della povertà e delle disuguaglianze tra occupati e non occupati. L’eccessiva diversità tra i sistemi sanitari e di protezione sociale nelle diverse regioni determinano un’ulteriore disomogeneità territoriale nelle tutela di diritti fondamentali. Dobbiamo incontrarci per analizzare l’impatto di questa crisi sulla salute delle nostre pubbliche assistenze, per rimettere il volontariato al centro del dibattito del nostro Paese e riflettere sul nostro ruolo nel nuovo contesto socio economico che si sta prefigurando. Un investimento sul futuro che dobbiamo ai tanti amici e collaboratori che l’emergenza ci ha strappato via, a tutti quei compagni di viaggio che hanno contribuito alla crescita di Anpas e delle pubbliche assistenze e che, come dicono gli amici alpini, sono andati avanti. Ci tengo a ricordare Antonio Ferrigno, che è stato consigliere nazionale di Anpas, impegnandosi nell’integrare i diversi settori di intervento delle pubbliche assistenze. Nella mia mente conservo il ricordo ed i volti di tanti altri amici e colleghi che in questi ultimi mesi ci hanno lasciato. Ad ognuno di loro dobbiamo dedicare il nostro impegno nel movimento.

Questo bilancio sociale rendiconta il lavoro della nostra rete nazionale nel 2019, prima dell’esplosione della pandemia. In queste pagine ritrovate i percorsi avviati a seguito del 53° Congresso nazionale delle pubbliche assistenze, un passaggio importante nella nostra storia, con la scelta, a seguito del nuovo contesto normativo del Terzo Settore, di essere una rete associativa nazionale. Tra questi la riflessione sul ruolo della nostra rete, la definizione di uno standard di qualità delle pubbliche assistenze, la valorizzazione delle politiche giovanili. Questo lavoro si è intrecciato con alcuni progetti nazionali come Bridge e Buona Strada, entrambi finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito dell’avviso dedicato alle reti associative nazionali. Lo sviluppo del Volontariato è passato dalla 17° edizione del Meeting nazionale della Solidarietà in Valle D’Aosta, per festeggiare la costituzione del Comitato regionale, fino al tentativo, purtroppo non andato in porto, di definire con le Organizzazioni Sindacali un CCNL unico per le ODV impegnate nell’ambito sanitario. Un risultato che invece abbiamo raggiunto è l’inaugurazione della Casa della Montagna

di Amatrice, realizzata insieme al CAI, un luogo che vuole contribuire alla ripresa di un territorio che il sisma ha devastato, simbolo dell’impegno dei volontari Anpas intervenuti nell’emergenza e della generosità dei tanti donatori che hanno contributo a questo progetto.

Anche quest’anno l’affidamento dei servizi è stato uno dei temi che hanno maggiormente impegnato Anpas, sia dal punto di vista legale che politico. Con il Consiglio nazionale abbiamo scelto di rafforzare la presenza di Anpas in Europa con un’azione di advocacy maggiormente efficace e incisiva volta a sensibilizzare e influenzare le istituzioni che, a livello europeo e nazionale, possono incidere sulla quotidianità associativa e sulle attività dei volontari. L’epopea della Riforma del Terzo settore, non è ancora conclusa. In queste ultime settimane è imminente la pubblicazione del decreto che istituisce il Registro Unico del Terzo Settore, dal quale conseguiranno tutta una serie di applicazioni del Codice del Terzo Settore, un lavoro che impegnerà a tutti i livelli le nostre strutture operative. Speriamo di essere riusciti, con queste pagine, ad offrire una rappresentazione della complessità organizzativa di Anpas facendo emergere le connessioni tra la missione dichiarata, cosa e come è stato fatto, e i risultati che sono stati ottenuti. Il sogno è quello di arrivare ad un bilancio sociale consolidato con i bilanci dei Comitati regionali e idealmente delle nostre pubbliche così potremo dimostrare ancor meglio il nostro impatto sociale complessivo. Ci tengo a ringraziare tutti i componenti della Direzione e del Consiglio nazionale e i presidenti dei Comitati regionali per il senso di responsabilità dimostrato in questi mesi difficili, nei quali abbiamo sperimentato un nuovo modo di incontrarci attraverso le riunioni a distanza. Tra le nuove sfide che dovremmo affrontare a breve la necessità di dare un nuovo assetto alla Ufficio nazionale a seguito del pensionamento della coordinatrice Lucia Calandra e delle dimissioni di Cristina Moretti (Servizio Civile e Formazione), due figure che hanno saputo coniugare professionalità e passione, costruendo relazioni importanti nei tanti anni di lavoro in Anpas e lasciando la loro personale impronta in molte attività. Un grazie anche a Lorella Cherubini che per anni ha presidiato l’unità operativa romana di Anpas e che proseguirà il suo lavoro in Anpas Lazio. A loro ed a tutti i componenti della Segreteria nazionale, il cui lavoro talvolta può apparire sottotraccia, il mio ringraziamento e la gratitudine di tutto il movimento nazionale delle pubbliche assistenze.

Sono disponibile ad accogliere eventuali consigli, suggerimenti, valutazioni sul bilancio sociale per migliorare il nostro strumento di rendicontazione e la relazione con i nostri portatori di interesse. Per segnalazioni in merito invito a scrivermi direttamente (f.pregliasco@anpas.org).

Buona strada a tutti noi!

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