Resistenza & Antifascismo Oggi - febbraio 2011

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Autorizzazione del Tribunale di Modena n.960 - Spedizione in a.p. tariffa associazioni senza fini di lucro: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°46) art.1, commi 2 e 5 DCB Modena - Autorizzazione della FILIALE di MODENA - TASSA RISCOSSA - TAXE PERCUE

Periodico edito dall’ANPI provinciale di Modena - Anno XXII N. 1 - febbraio 2011 - € 0,50

Massima l'attenzione alla situazione politica

I congressi dell'Anpi Sono in corso i congressi nei Circoli e nelle Sezioni ANPI di tutta la Provincia di Modena in preparazione del congresso provinciale che avrà luogo il 26 e 27 febbraio presso la Sala Congressi dell’Hotel Raffaello di Modena e di quello nazionale che si terrà dal 24 al 27 marzo a Torino. Il documento del Comitato Direttivo Nazionale è base di discussione e dibattito e non emergono posizioni dissenzienti. Ci sono invece sottolineature importanti sul ruolo dell’ANPI nell’attuale momento politico: molte sollecitazioni a rendere più incisivi i capitoli relativi alle proposte per la scuola, l’università e la ricerca; maggiore attenzione al ruolo delle donne e si chiede una posizione sul tema relativo al revisionismo storico, ancora molto presente nella nostra realtà nazionale, ciò anche in relazione alle iniziative in programma sul 150° dell’unità Nazionale, dentro al quale và posto in risalto il ruolo della resistenza visto come secondo Risorgimento. La cosa che colpisce di più, nei congressi, è relativa ad una estesa preoccupazione e sconcerto per l’attuale situazione politica italiana. Tutti rivolgono il loro sguardo e le loro aspettative alle parole, alle posizioni e agli indirizzi espressi dal Presidente della Repubblica. La domanda più frequente è: com’è possibile che si sia giunti a questo degrado politico e morale? E’ difficile la risposta, ma credo che sia giusto affermare: chi governa da 17 anni, chi ha la maggioranza nei due rami del Parlamento non può tirarsi fuori o ritenere un impiccio rispettare indirizzi e valori indicati nella Costituzione. Le politiche relative all’economia, alla ricerca, alla scuola e all’università e quelle per la cultura e l’informazione se vogliono garantire lo sviluppo, il pluralismo e pari dignità per tutti i cittadini: non possono, impuneResistenza & Antifascismo Oggi

mente, prescindere da quei principi. Infatti a questi principi non ritiene di doversi ispirare la maggioranza Parlamentare che esprime il governo attuale. Un governo di destra che non interviene e non governa lo sviluppo, non aiuta ad uscire dalla crisi economica; taglia i fondi alle Autonomie locali, all’Università, alla ricerca, aggravando così i problemi e facendo ricadere le conseguenze sui cittadini meno dotati di mezzi economici e culturali e mortifica le giovani generazioni. Grave è la situazione che si è creata: il paese è invaso da notizie di scandali che interessano il Presidente del Consiglio e questo anziché presentarsi agli inquirenti a dimostrare la eventuale inconsistenza delle accuse attacca pesantemente la Magistratura Inquirente. Nel frattempo le massime cariche della Magistratura denunciano le difficoltà ad operare a difesa dei cittadini onesti per i continui tagli agli organici e pochi mezzi tecnologici avanzati, vengono accusati di essere “politicizzati”. Come rispondere a queste preoccupazioni che ogni giorno si fanno più pressanti? L’ANPI risponde che è necessario uscire al più presto pena correre seri pericoli per la democrazia. I Partiti che si oppongono a questo stato di cose devono trovare su alcuni punti fondamentali l’accordo e accantonare (per un po’ ) ogni contrapposizione, per fare uscire il Paese da questo degrado, e riportarlo fra i Paesi più sviluppati e civili in Europa e nel Mondo. L’ANPI può fare poco ma quel poco lo farà per essere coerente con la sua tradizione, porterà avanti un impegno per fare prevalere le idealità costituzionali. Quelle idealità che in momenti anche più difficili degli attuali, hanno permesso alla democrazia di prevalere. AUDE PACCHIONI

Durante i Congressi: SI RINNOVANO LE TESSERE, SI SOTTOSCRIVE PER IL GIORNALE E PER IL CONGRESSO, CI SI APPUNTA SUL PETTO IL TRICOLORE

Aprile 2009


Dai Circoli e dalle Sezioni dell'Anpi

IMMAGINI DAI CONGRESSI L'ANPI INSIEME AD ARTICOLO 21

Sopra: due immagini del Congresso dell'Anpi di Carpi

Sopra: il Congresso dell'Anpi di Castelfranco Emilia

L’Anpi aderisce con piena e appassionata convinzione all’appello lanciato da Articolo 21 per una grande, unitaria manifestazione nazionale di “orgoglio costituzionale”, capace di unire quanti si riconoscono nella Costituzione, superando qualsiasi gelosia di parte, di partito, di schieramento. "Quello che serve - scrive Articolo 21 - è una manifestazione che abbia il tricolore come unica bandiera, l’inno di Italia come colonna sonora, e la carta costituzionale come segno di riconoscimento di identità individuale e collettiva. Quello che serve è una grande generosità umana e politica e la volontà di anteporre l’interesse generale ad ogni interesse particolare". Come Anpi ci saremo, come siamo sempre stati in tutte le iniziative volte a fondare nel Paese una coscienza democratica, responsabile e condivisa. Siamo schierati contro i continui attacchi, divenuti intollerabili, alla Costituzione - nata dalla Resistenza - radice della nostra identità nazionale, attacchi che stanno precipitando l’Italia verso un destino di profonda involuzione e degrado. Nell’auspicare una grande riuscita, auguriamo agli amici di Articolo 21 e alsuo portavoce nazionale Giuseppe Giulietti buon lavoro.

RESISTENZA OGGI: Direttore Responsabile: Rolando Balugani - Proprietario pro tempore: Aude Pacchioni, Presidente ANPI Provinciale Responsabile di Redazione: Garagnani Fabio Comitato di Redazione: Galantini Cesare, Garagnani William, Bompani Ezio, Croce Anna Maria, Amendola Marco, Solieri Laura, Trebbi Alessandro. Redazione e Amministrazione: via Rainusso, 124 - 41100 Modena - tel. 059/826993 - fax 059/828568 E-mail: anpimo@libero.it ; anpi.due@alice.it. Sito internet: www.emilia-romagna.anpi.it/modena Fotocomposizione e Stampa: Nuovagrafica, Carpi

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Due immagini del Congresso dell'Anpi di Vignola. A sinistra Renzo Montorsi premia Corrado Ori per la lunga attività prestata all'Anpi in questi anni

Due immagini del Congresso della città di Modena

Dall'Anpi modenese una richiesta a Silvio Berlusconi

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO La preghiamo di voler mettere fine allo scontro in atto con la Magistratura, questo inquieta tutti noi cittadini che apprezziamo la storia percorsa dall’Italia nella quale l’autonomia della Magistratura è una conquista irrinunciabile. La preghiamo di dimostrare, senza ombra di dubbio, che Ella è estranea ai fatti dei quali è accusato e che Ella ha pieno rispetto dei valori di civiltà che animano tutti noi cittadini italiani. La preghiamo di voler pensare alla situazione economica, riscoprendo il valore della ricerca scientifica, della formazione delle giovani leve del lavoro e delle professioni, della necessità di aumentare i servizi per la famiglia e non costringere i Comuni a sacrificarne una parte. Il nostro Paese deve mantenere la sua posizione nel mondo e lo può fare se chi lo rappresenta è fedele al dettato costituzionale. Costituzione non certo superata ma non del tutto applicata e rispettata. L’Associazione Nazionale Partigiani di Modena fa appello a Lei e a tutte le forze democratiche a voler tornare al confronto civile e democratico e a fare ogni sforzo perché le nostre Istituzioni recuperino la loro credibilità verso i cittadini. La Presidente dell’A.N.P.I. Provinciale di Modena (Aude Pacchioni) Resistenza & Antifascismo Oggi

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I danneggiamenti alla stele e la proposta della Lega nord offendono Modena

UNA STELE SENZA PACE

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urante la notte di fine anno, ignoti hanno danneggiato la lapide che nel Parco della Resistenza ricorda le vittime dei campi di sterminio nazisti. Numerosi le reazioni indignate delle personalità. Ricordiamo quella del sindaco Giorgio Pighi: “Un gesto inqualificabile di razzismo e di disprezzo, concepito da qualche mente delirante che ignora la storia e i principi della civile convivenza”. La lapide, inaugurata il primo febbraio 2004, era gia’ stata distrutta nelle settimane successive e ricostruita dal Comune lasciando volutamente in evidenza i segni dell’atto vandalico. La stessa cosa è accaduta ora: la ricostruzione, che ha permesso alla stele di essere riconsegnata alla città il 23 gennaio, ha lasciato in evidenza le tracce del gesto vergognoso. Anche l'Anpi provinciale ha sottolineato la propria indignazione: "l’Anpi di Modena esprime profonda indignazione di fronte all’offesa recata alla memoria di chi ha subito grave danno e ingiurie, al popolo ebreo. Ancora una volta si è voluto colpire un simbolo e un segno di memoria , caro ai modenesi, ciò non

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cambia la verità storica, ma rafforza la convinzione che sentimenti razzisti e fascisti sono ancora presenti e contro i quali occorre continuare l’impegno civile e democratico". L'atto odioso è stato seguito, in Consiglio comunale, da una altrettanto odiosa proposta della Lega Nord che ha richiesto che, a fianco della stele danneggiata, venisse eretta una stele “a perenne ricordo di tutti i Caduti modenesi della Guerra Civile 19431945”: cioè tutti sullo stesso piano. Gli ebrei vittime del nazifascismo, i partigiani caduti in nome della Libertà e i repubblichini di Salò e i collaborazionisti filo-nazisti. Dura, anche in questo caso, la presa di posizione dell'Anpi: "ancora una volta viene espressa una “volgare provocazione” da parte di consiglieri provinciali della Lega Nord: “affiancare alla stele ricordo dei caduti vittime del nazifascismo una stele a ricordo di repubblichini di Salò”. Tutti i morti vanno rispettati ma chi si è reso corresponsabile delle infamie commesse dal nazifascismo non può e non ha la stessa posizione nella storia e nel rispetto nazionale di chi è stato vittima. Questa è una proposta provocatoria che respingiamo senza alcuna esitazione.

I consiglieri della Lega Nord facciano un esame di coscienza e non cavalchino qualsiasi argomento e sappiano che si mettono contro il sentire comune degli italiani e dei modenesi".

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L'intervento di Elena Malaguti, Assessore provinciale all'Istruzione

IL FUTURO DELLA SCUOLA: INCOGNITE E ASPETTATIVE

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iflettere sul futuro, anche prossimo, della scuola italiana è un esercizio molto impegnativo, perché tante sono le incognite che gravano su una delle istituzioni fondamentali della nostra società e – vale la pena ricordarlo nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia – su uno dei pilastri della nostra identità nazionale. Una delle principali preoccupazioni riguarda il rapporto fra stato centrale e autonomie locali nel governo dell’istruzione e della formazione, perché da una parte non possiamo accettare che, a seguito dell’introduzione del presunto “federalismo” ci siano disuguaglianze di fondo, fra regioni e regioni, nelle possibilità per i giovani di pieno accesso alla cittadinanza e ad una occupazione dignitosa, dall’altra temiamo che la scuola, già piegata da anni di tagli e riduzioni di personale, venga ulteriormente sacrificata in nome delle compatibilità finanziarie. Il nostro sistema scolastico, lo sappiamo bene, è sottoposto ad una forte pressione, sotto il profilo organizzativo ma anche in termini educativi, per la presenza di ragazzi che portano esigenze sempre più diverse e complesse. E’ il caso degli alunni stranieri, che sono ormai, in molte province emiliane, oltre il 10% della popolazione scolastica superiore. La loro presenza comporta un cambiamento che non va visto solo come difficoltà o impoverimento, anzi, io sono fermamente convinta del contrario. Però per superare le difficoltà di convivenza ed inclusione, e trasformare quello che appare un problema in una ricchezza, servono mezzi e azioni, come, ad esempio, i buoni libro e i fondi regionali per l’autonomia scolastica grazie ai quali la Provincia di Modena ha dato supporto a favore della scolarizzazione Resistenza & Antifascismo Oggi

superiore di questi ragazzi, che vivono spesso, sia dal punto di vista sociale sia sotto il profilo culturale, in condizioni che conducono alla dispersione e all’abbandono scolastico. La strada da percorrere, per gli studenti stranieri è ancora tanta: noi abbiamo ultimi dati che ci dicono che oltre il 70% dei giovani non nati in Italia frequentanti scuole superiori modenesi ha un ritardo di almeno un anno nel proprio percorso scolastico, ma la cosa veramente grave è che di questo 70% più della metà è costituito da ragazzi che hanno due o più anni di ritardo, nella carriera scolastica, rispetto ai coetanei. Si tratta di un fallimento non dei ragazzi, né delle loro famiglie, ma di una società – la nostra – che deve essere “aperta” non solo nelle dichiarazioni, ma anche nei fatti. L’altra grande sfida della nostra scuola – parlo soprattutto della scuola superiore, che è quella sulla quale la Provincia e il nostro Assessorato sono direttamente competenti – riguarda la possibilità di garantire ai giovani un futuro sul piano occupazionale. Per fare questo, e per andare incontro alla preoccupazione di tante famiglie che vedono un futuro cupo per i propri figli, abbiamo deciso di rafforzare, in provincia di Modena, l’offerta di indirizzi e corsi di carattere tecnico e professionale, nei quali i giovani – tutti i giovani, nessuno escluso – possono trovare motivazioni per continuare a frequentare la scuola, diventare cittadini responsabili e sviluppare delle competenze che potranno aiutarli sia ad affrontare un percorso universitario, sia – se possibile o necessario – ad entrare con una buona preparazione nel mondo del lavoro Ci troviamo in un momento cruciale, in cui il tema serissimo delle risorse grava come un macigno su ogni idea, ogni proposta migliorativa e anche sull’impegno delle istituzioni locali, che da sole, senza l’aiuto dello stato, non sono in grado di preservare un’istruzione di qualità. Il sistema della scuola superiore modenese

quest’anno ha tenuto bene, malgrado alcuni cambiamenti di sostanza e non sempre positivi (sugli orari, sui piani di studio) introdotti dal Ministero. Ma le occupazioni e le autogestioni della fine del 2010, che si sono per lo più svolte nel rispetto delle regole, dei ruoli e della libertà di tutti, sono un sintomo di malessere dell’universo studentesco e della scuola tutta che non dobbiamo sottovalutare e al quale dobbiamo delle risposte. Non risposte estemporanee e propagandistiche, ma le risposte del buon governo locale e del coinvolgimento, perché è attraverso una scuola di qualità e partecipata che si costruisce una società più prospera e democratica. ELENA MALAGUTI Assessore Istruzione, Politiche giovanili e Cultura della Provincia di Modena

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La violenza sulle donne

IL CORAGGIO DI DIRE "BASTA!"

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uisa, ha 27 anni , sposata, vive e lavora in una prospera città del Nord. Ha l’occhio tumefatto ed un labbro spaccato quando un giorno si presenta al Pronto Soccorso. “Sono scivolata e ho sbattuto contro l’anta dell’armadio” racconta, mentendo a se stessa prima ancora che ai sanitari. “Diglielo, diglielo…” l’esorta la madre che ha voluto accompagnarla, ma Luisa no, non vuole dire che a ridurla così è stato suo marito. “La cena non era pronta e a lui - che in questo periodo è così nervoso per via del lavoro… - gli sono venuti i cinque minuti e se l’è presa con me…ma è stata la prima volta da quando siamo sposati…è colpa dei problemi, dei soldi che non bastano mai… si è già pentito, mi ha chiesto scusa…”. Così pensa , ma in cuor suo “sente” che questo è solo l’inizio dell’incubo. Ci vorranno molti mesi ed altri lividi prima che Luisa decida di dire “basta” e chieda aiuto. Ci sono storie come questa dietro ai dati statistici che evidenziano il triste fenomeno delle violenze domestiche ai danni delle donne in Italia. Quasi 7 milioni di loro tra i 16 e 70 anni hanno subito nel corso della loro vita una violenza fisica o sessuale e nel primo caso quasi sempre ad opera del partner (Istat 2006). E nonostante i dati evidenzino una realtà allarmante, estesa a tutti i paesi europei, questo tipo di crimine resta sommerso: nel 93% dei casi le violen-

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ze non vengono denunciate ed il 34% delle donne non lo ha raccontato a nessuno. La violenza domestica è assolutamente un fenomeno trasversale: impossibile tracciare l’identikit dell’uomo che maltratta in base all’etnia, lo status socio-economico e culturale, l’età o la condizione psico-patologica. Si tratta di una situazione che colpisce donne di ogni tipo e viene perpetrata da uomini di ogni condizione. La violenza domestica, infatti, si manifesta in modi diversi e spesso in forma composita: si associano, cioè, varie tipologie di violenza: fisica, psicologica, economica, sessuale ed è quasi sempre un atto premeditato perché nasce dalla volontà di esercitare controllo e potere sulle donne. Sono addirittura gli stessi aggressori a confessare che le botte rappresentano il mezzo per modificare i comportamenti delle proprie compagne. Come nasce, come si sviluppa la violenza domestica? Può insorgere in qualsiasi momento della relazione di coppia : a volte fin dall’inizio oppure dopo la nascita di un figlio, ma anche dopo anni di matrimonio. Anche la gravità delle violenze è estremamente variabile. Si va dalla spinta alle percosse che generalmente provocano lesioni e che si stima sfocino in almeno un centinaio di casi di omicidio all’anno. Altra forma di violenza domestica è quella sessuale : nella maggior parte delle volte si tratta di rapporti a cui la donna acconsente perché impaurita, ma spesso si trasforma in stupro. Tutto ciò avviene in un clima di tensione creato dal partner violento che agisce indisturbato quanto più ha isolato la donna attraverso minacce, proibizioni, denigrandola e colpevolizzandola. La frequenza e la gravità degli episodi generalmente aumenta con il passare del tempo e vedono la donna tentare il recupero della relazione cercando di sopravvivere come meglio può : ed eccola minimizzare l’accaduto,

auto colpevolizzarsi fino a giustificare la violenza. Le conseguenze possono essere molto gravi : la perdita dell’autostima, depressione, perdita del lavoro, problemi psico-somatici senza contare le conseguenze fisiche delle lesioni. Da non dimenticare, poi, le ripercussioni sui figli sia che essi stessi siano stati oggetto di violenza, sia che l’abbiano vissuta da testimoni. Le mura di casa, dunque, per tante donne diventano il perimetro dell’inferno da cui alcune, purtroppo non abbastanza, decidono di fuggire portando via se stesse ed i propri figli rivolgendosi alle associazioni, alle istituzioni. Un ruolo importante lo possono svolgere gli operatori medico-sanitari proprio là in quella prima linea che è il Pronto Soccorso dove tante volte finiscono le donne maltrattate. Nei giorni scorsi a Modena si è svolto un convegno “La violenza domestica e di genere in Pronto Soccorso”. Un momento di aggiornamento per gli operatori sanitari, ma anche di riflessione su questo fenomeno che, come già detto, investe ogni classe sociale. In base ad un monitoraggio dell’ Azienda Usl di Modena, il trend che si è manifestato dal 2008 nei Pronto Soccorso della provincia,escluso il Policlinico, ha visto un accesso annuo di 800 donne per lesioni ad opera di terzi. All’ Ospedale di Baggiovara, nel 2008, sono state 126 le donne che si sono rivolte al Pronto Soccorso, numero che è salito, nel 2009, a quota 169. Da alcuni mesi all’interno dell’ Ausl di Modena è stato costituito un gruppo di lavoro di cui fanno parte medici ed infermieri (tutte donne), che insieme al Coordinamento distrettuale e al Servizio salute donna, cercano di comprendere le dimensioni del fenomeno e gli interventi più opportuni da mettere in atto per migliorare l’assistenza da parte del Pronto Soccorso sin dal momento in cui la donna dichiara o si sospetta che sia vittima di violenza domestica. Insomma, un ulteriore strumento per aiutare quelle donne che decidono di dire “Basta!” alle violenze subite, ma soprattutto per chi non ha ancora il coraggio per farlo. CHIARA RUSSO Resistenza & Antifascismo Oggi


Dalla Tunisia all'Egitto, il mediterraneo in subbuglio

LA RIVOLTA DEI POPOLI DEL NORD AFRICA

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è una situazione complessa in Nord Africa. Complessa e per certi versi improvvisa, anche se non inaspettata, e molti sono pronti a scommettere che il prossimo “regime” a pagare le conseguenze di questa ondata insurrezionale e di cambiamento sarà proprio la Libia, l’eterna amicanemica dell’Italia di ieri e di oggi. È partito tutto dalla Tunisia, da un venditore di frutta che si è dato fuoco per protesta, perché non ne poteva più delle continue promesse e dei continui dolori, del carovita insostenibile. Una povertà latente ma diffusa che condiziona da anni tutto il Maghreb e che in pochissimi giorni ha fatto esplodere le contestazioni: prima la Tunisia, con il popolo che, seguendo il gesto del fruttivendolo di Sidi Bouzid, si è riversato in piazza. Un’ondata anche violenta, spesso osteggiata dalla polizia o dall’esercito, che ha costretto alla fuga il presidente Bel Alì, che in un primo momento aveva cercato di sopire la contestazione

licenziando mezzo governo e scarcerando gli arrestati della prima ora durante le manifestazioni di piazza. Tutto inutile, la rabbia è esplosa e ora la Tunisia è in una situazione di quasi anarchia, senza una forza di governo stabile, coi vertici di governo ed esercito ancora spaesati sul da farsi e sul come gestire la situazione. Non vanno molto meglio le cose in Algeria, dove pressoché contemporaneamente alla rivolta tunisina, è scoppiata la cosiddetta “rivolta del pane” e sempre per gli stessi motivi: un carovita che ancora di più grava sulle famiglie meno abbienti e sui senza lavoro, che nel nord del continente africano sono in costante aumento. Infine l’Egitto: anche qui la rivolta, forse più politica rispetto alla Tunisia, ha assunto toni talvolta violenti e vandalici (le cariche della polizia, l’affidamento del governo della situazione all’esercito, la profanazione di alcune mummie al Museo Egizio più grande del mondo). Mubarak però resiste

nel suo paese e non sembra intenzionato a cedere così facilmente. Insomma, un Nord Africa in subbuglio, un 1989 del Mediterraneo, come qualcuno forse frettolosamente si è premurato di constatare. Ma, ripetiamo, la ribellione nei paesi del sud del Mediterraneo è poco politica, nonostante democrazie solo di facciata, e molto più di frustrazione per una crisi economica che forse proprio qui ha fatto i primi veri disastri. Per questo l’Europa dovrebbe agire di più, farsi sentire, far capire ai popoli del Maghreb che l’Unione Europea è un aiuto e non un ostacolo al loro sviluppo. Altrimenti potrebbe essere una logica conseguenza che le rivolte si spostino dall’interno all’esterno, e, guidati da altri regimi autoritari e forse più estremisti, anche gli arabi che adesso chiedono solo cibo e lavoro potrebbero iniziare a vedere l’Occidente e l’Europa Mediterranea come un nemico da combattere. Dopo e assieme ai loro regimi. ALESSANDRO TREBBI

Da un rapporto riservato della Gnr la ricostruzione dei fatti di Castelfranco Emilia

LA VERITÀ SULL'ECCIDIO DEL FORTE URBANO

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a scorsa estate, per caso, su una bancarella di una località balneare ho trovato un vecchio libro di Giampaolo Pansa, dal titolo “L’esercito di Salò”, pubblicato nel 1970 da Mondadori. Interessato dall’argomento e conoscendo l’autore che, in questi ultimi anni è divenuto l’icona del revisionismo storico, ho acquistato il libro. Contrariamente a quanto mi aspettavo, nel leggere il libro, constatavo che Pansa, che probabilmente all’epoca aveva un’altra visione del fascismo e dell’antifascismo, aveva raccolto “i rapporti riservati” dei comandi provinciali della Guardia Nazionale Repubblicana, diretti al Ministero dell’Interno della R.S.I., con i quali aveva ricostruito i crimini più efferati commessi dai nazi-fascisti. Mi soffermavo, in particolare, sugli episodi riguardanti la nostra Regione ed in particolare sull’eccidio di Castelfranco Emilia in cui, il 29 marzo Resistenza & Antifascismo Oggi

1944, vennero fucilati 10 renitenti alla leva di Renno di Pavullo. Secondo la versione ufficiale dei fascisti modenesi i renitenti sarebbero stati condannati a morte da un Tribunale Militare Speciale perché accusati di “partecipazione a bande armate, di omicidio, di rapine e di renitenza alla leva”. Sette di quei giovani appartenenti all’azione cattolica ed accompagnati dal loro parroco, don Gian Battista Santi, si presentarono spontaneamente per ottenere la liberazione dei loro genitori, catturati nel corso di un rastrellamento, venti giorni prima, dai repubblichini. Nel rapporto riservato, del 28 marzo1944, del comando provinciale di Modena della G.N.R. viene ricostruita la dinamica di quella brutale esecuzione: “Sette dei renitenti si erano spontaneamente presentati al Distretto Militare chiedendo di essere arruolati ed inviati al fronte. L’esecuzione inoltre avvenne fra scene oltremodo strazianti essendo stati fucilati

uno alla volta alla presenza di tutti i condannati”. “L’eccidio – continua il comunicato – ha avuto come effetto immediato una rilevante contrazione nelle presentazioni dei renitenti e disertori; anzi l’esecuzione e il modo come è stata eseguita ha talmente indispettito i giovani, specie delle zone montane, che diversi fra essi hanno finito per arruolarsi coi ribelli”. Tale comunicato (di cui c’è copia anche presso il locale Istituto Storico della Resistenza) che finalmente fa piena luce su quel terribile eccidio, dà l’idea della brutalità e della mancanza di ogni senso di umana pietà dei repubblichini. Infatti, è significativo il fatto che anche i fascisti meno fanatici, oltre a stigmatizzare tanta inaudita violenza, si rendessero conto che tali atrocità finivano per spingere i giovani verso le formazioni partigiane, non fidandosi più dei proclami dei fascisti. ROLANDO BALUGANI Febbraio 2011

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“Tutte le iniziative per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia non sono tempo perso e denaro sprecato” (Giorgio Napolitano)

150 ANNI UNITÀ D'ITALIA: IN PROVINCIA OLTRE 200 INIZIATIVE

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ell’estate 2010 si è costituito il “Comitato 150Modena”, composto da Comune di Modena, Provincia di Modena, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Fondazione Collegio San Carlo, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, di Carpi e di Mirandola, Fondazione di Vignola, che ha elaborato il progetto “150Modena” con l’obiettivo di riscoprire il contributo della nostra città alla formazione dello Stato e l’apporto che la sua tradizione culturale e amministrativa ha fornito. L’intento del progetto è quello di guardare alle trasformazioni che Modena e la sua Provincia hanno subito dall’800 ad oggi, ripercorrendone le vicende per regalare alla cittadinanza momenti di conoscenza e arricchimento culturale attraverso l’allestimento di oltre 200 iniziative che tra il 17 marzo e il 5 giugno 2011 si svolgeranno sui territori di Modena e provincia. “Con questo progetto si intende cogliere l’occasione del 150° dell’Unità d’Italia per sensibilizzare i modenesi sul significato e di un secolo e mezzo di storia d’Italia, degli Italiani, della Provincia di Modena e dei suoi abitanti. Per favorire e potenziare la partecipazione degli studenti e della cittadinanza dell’intera Provincia di Modena, sarà utilizzato il si-

stema di proiezione streaming live, la rete di collegamenti gratuita in diretta web con biblioteche e istituzioni comunali e la Fondazione Collegio San Carlo” spiegano i coordinatori Marco Cattini, professore ordinario di Storia economica (Università Luigi Bocconi di Milano) e Giuliano Muzzioli, professore ordinario di Storia economica e di Culture nazionali e sistemi economici (Università di Modena e Reggio Emilia). La realizzazione di questo progetto è in sintonia con gli indirizzi del Comitato Nazionale dei Garanti e del Comitato Provinciale per le celebrazioni della Prefettura di Modena e tra le numerose iniziative previste, in città, si ricordano: “ItalianiModenesi”, una mostra ad ingresso gratuito al Foro Boario sulla storia dei Modenesi, un viaggio dal tempo di Lodovico Antonio Muratori ai giorni nostri, con una specifica attenzione alle prospettive future dei Modenesi nei contesti nazionale ed europeo; il progetto didattico “I giovani incontrano la Storia. 150 anni. E poi?” in collaborazione con Istituto Storico di Modena e sotto il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che prevede un ciclo di incontri fra storici e studenti per offrire ai futuri maturandi uno sguardo complessivo alla vicenda storica dell’Italia unita. E ancora: “Gioco con la storia”, gioco didat-

tico interattivo sui 150 anni di storia d’Italia, disponibile gratuitamente da marzo 2011 su www.150modena.it; convegno di studi nazionale “Ricchi per sempre?”, storici dell’economia ed economisti per i 150 anni di economia italiana, che si terrà il 20 e il 21 maggio 2011 all’auditorium Marco Biagi; sempre all’auditorium Marco Biagi il 19 marzo alle ore 16.30 si terrà lo spettacolo-conferenza su Garibaldi a cura di Emilio Franzina “L’altro mondo del Generale”; rassegna cinematografica alla Sala Truffaut a cura di Alberto Morsiani, in collaborazione con l’associazione Circuito Cinema; progetto “Costituzione – Tra istituzioni politiche e dinamiche sociali” a cura del Centro Culturale Fondazione Collegio San Carlo di Modena; “Sport e storia d’Italia”: tre eventi che coinvolgeranno giovani sportivi modenesi e le polisportive più una conferenza sulla storia dello sport in Italia, in collaborazione con Franco Bertoli presidente Coni provinciale; lezioni sul Risorgimento Modenese in collaborazione con l’Università per la Terza Età e l’Archivio storico del Comune di Modena coordinato dalla dott.ssa Franca Baldelli. A conclusione degli eventi interverrà il Presidente del Comitato Nazionale dei Garanti Giuliano Amato con la lectio “Dal Municipio alla Nazione. Ruolo di Comuni, Province e Regioni nei 150 anni dell’Italia unita” che si terrà sabato 4 giugno all’auditorium Marco Biagi. Spostando l’attenzione sugli eventi che si terranno in tutta la Provincia di Modena, si ricordano a Pavullo e nei Comuni montani la rassegna di spettacoli teatrali per riflettere sui 150 anni d’unità d’Italia; a Carpi il progetto “Tutta mia la città. Adottiamo un monumento” per coinvolgere in modo attivo le scuole e gli studenti, mettendo in relazioni i luoghi della città e la sua storia con i linguaggi comunicativi dei giovani; nei Comuni dell’area della ceramica ci saranno itinerari guidati, “Interviste impossibili” ad alcuni protagonisti della storia del nostro territorio. Per il programma completo consultare il portale www.150modena.it. LAURA SOLIERI

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Resistenza & Antifascismo Oggi


Quando la violenza fascista era mal digerita anche dai tedeschi

I TEDESCHI CACCIANO PAGLIANI DA BOLOGNA

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on la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, i fascisti più fanatici risposero all’appello con il preciso proposito di togliersi molti sassolini dalle scarpe. Volevano pure dimostrare che, a differenza di quelli che avevano fatto cadere il fascismo (membri del Gran Consiglio del Fascismo), erano i veri patrioti e che avrebbero combattuto per dimostrare alla Germania che non tutti gli italiani erano dei traditori. Per rendersi credibili agli occhi dei tedeschi, che li usarono per le operazioni più sporche, cercarono di superarli nei delitti più efferati. Tali violenze finirono per irritare gli ufficiali più moderati della wehrmacht, i quali ritenevano che certe forme esasperate di violenza provocassero la comprensibile reazione delle formazioni partigiane e l’odio delle popolazione. Vi furono dei casi in cui i tedeschi fecero arrestare o allontanare gerarchi di primo piano. Il caso più clamoroso fu quello del modenese Franz Pagliani, ispettore regiona-

le dei fasci per l’Emilia, che fu fatto allontanare da Bologna dal generale della wehrmacht, Frido Von Senger Und Etterlin, comandante della piazza di Bologna. Il generale Von Senger, noto per aver resistito sei mesi agli alleati a Cassino e per aver salvato le opere d’arte dell’omonima Abbazia, nel suo libro “Combattere senza Paura e senza speranza”, racconta come e perché allontanò da Bologna Pagliani: “L’anima nera delle brigate nere di Bologna era un professore della facoltà di medicina dell’università (Franz Pagliani, n.d.a.) (…) Alla fine di novembre 1944 vennero proditoriamente assassinati a Bologna quattro stimati cittadini. Questi si erano compromessi come avversari del fascismo avendo lottato nel 1943, dopo la caduta di Mussolini, per ricostituire i vecchi partiti. La popolazione indicava nel professore il responsabile di questi omicidi. Nonostante tutti i dubbi decisi infine di agire contro il professore. Questi e il federale (Pietro Torri,

n.d.a.) vennero espulsi da Bologna. (…) L’espulsine del professore riportò la calma nell’agitata arena politica di Bologna. Il prestigio delle truppe di occupazione e delle autorità governative e cittadine (…) ne uscì rafforzato” Le parole del generale Von Senger la dicono lunga sulle nefandezze commesse da Pagliani, che era uno dei pupilli di Pavolini. Pagliani fu quindi costretto a lasciare Bologna ed a ritirarsi a Concordia sulla Secchia, suo paese di origine, con la brigata nera “A.Pappalardo”, dove continuò la sua accanita lotta contro i partigiani nella Bassa Modenese. Questo è l’ennesimo caso in cui la Resistenza non ha saputo denunciare adeguatamente le atrocità dei fascisti e l’eroismo dei partigiani. Forse si è fatta troppa propaganda e poca ricerca. Va però detto che dopo il 1947 (uscita dal Governo dei comunisti e dei socialisti) tutti gli ex partigiani (visti con sospetto) furono allontanati dalle istituzioni e sostituiti dagli ex fascisti. Furono messi in discussione persino l’operato ed i valori della Resistenza. In questo clima di revisionismo storico è comunque inaccettabile la riappacificazione con chi non riconosce che era dalla parte sbagliata. Si può comprendere che un giovane ventenne, imbevuto da quella aberrante ideologia, aderisse alla R.S.I., ma è inaccettabile che non riconosca che era dalla parte sbagliata. Per la Resistenza gli obiettivi erano la democrazia e la libertà. Quali erano quelli dei Repubblichini? ROLANDO BALUGANI

Nella foto: Il generale Frido Von Senger und Etterlin, a destra, con l’abate di Montecassino, pochi giorni prima dell’inutile bombardamento alleato dell’Abbazia. Il comandante della 17a Panzer Division, soldato senza macchia, definito dagli avversari l’eroico difensore di Cassino, con soli centomila uomini arrestò l’avanzata delle truppe inglesi e americane in modo tale da mutare il corso dell’ultima guerra mondiale.

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Le foibe e l'esodo giuliano-dalmata

UN IMPEGNO PER LA MEMORIA

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uest’anno il Giorno del ricordo, istituito nel 2004 (“al fine – come recita il testo della legge - di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”), ha avuto una particolare eco a Modena città. E’ stato infatti inaugurato, in piazza Natale Bruni, nella zona del Tempio, il monumento in pietra carsica dedicato ai Martiri delle Foibe. D’altra parte, la nostra provincia, complessivamente, ha mostrato negli ultimi anni, per iniziativa delle amministrazioni locali e con il supporto delle diverse istituzioni ed associazioni culturali competenti, una particolare sensibilità per le vicende delle vittime delle rappresaglie antiitaliane del 1943-45 e dei profughi del 1945-56, anche a partire da un dato di fatto, che appartiene a pieno titolo alla storia modenese del Novecento: l’approdo nelle nostre zone di diverse centinaia di connazionali,

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forzati ad abbandonare le terre neojugoslave nell’immediato dopoguerra, che confluirono nel capoluogo e nelle strutture per profughi allestite, a partire dal 1954 con la denominazione di “Villaggio San Marco”, presso l’ex Campo di concentramento di Fossoli. Tuttavia, malgrado l’oggettivo impegno degli enti locali e di numerosi centri di ricerca e documentazione modenesi – fra cui l’Istituto storico – per far luce sui risvolti locali dell’esodo dal confine orientale e, più ampiamente, per moltiplicare, nelle scuole e fra la cittadinanza, le occasioni di conoscenza e formazione storica su vicende estremamente complesse e non sempre di facile intelligenza, ancora oggi, a distanza di sette anni dall’istituzione della ricorrenza del 10 febbraio, il Giorno del ricordo sembra prestarsi a fraintendimenti e facili strumentalizzazioni. E’ indubbio che la questione triestina e istriana sia stata, nel corso della storia repubblicana, ripetutamente agitata con finalità propagandistiche e visceralmente anti-comuniste dalle forze politiche della destra (e non solo), nel tentativo di accreditare l’idea – insostenibile – di una sostanziale corresponsabilità delle formazioni partigiane garibaldine e del Pci nelle rappresaglie e nelle vere e proprie operazioni di pulizia etnica di cui furono bersaglio le popolazioni italofone del confine orientale. E’ altrettanto innegabile, però, che, dal 1945 in poi, sia per un insieme di pregiudizi negativi nei confronti degli italiani di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, ingiustamente ritenuti tutti compromessi con il fascismo, sia per la volontà di occultare una storia, quella degli infoibati e degli esuli, che rammentava all’Italia liberata la sua condizione di fatto di paese sconfitto, sulle testimonianze e le memorie del confine orientale è sceso un imbarazzato silenzio. Perché concentrarsi –

si sente ancora, a volte, obiettare – sugli eccidi ai danni degli italiani nel 1943 e 1945, dimenticando le responsabilità del fascismo e i crimini di guerra compiuti in Jugoslavia dall’esercito regio? E cosa sono 250.000 esuli al cospetto degli oltre dieci milioni di europei che, nel lungo secondo dopoguerra, furono oggetto di spostamenti coatti? Credo che nelle risposte a queste domande stia la possibile chiave del superamento delle diffidenze ed ostilità che hanno letteralmente lacerato, fino ai nostri giorni, le memorie italiane del secondo conflitto mondiale. Non all’insegna della famigerata “memoria condivisa”, che rappresenta un mito irrealistico e pericoloso, ma nella prospettiva di un dialogo e di un riconoscimento reciproco fra le diverse memorie che la guerra 1940-45 ci ha lasciato in eredità. Intendo dire che, a maggior ragione nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità nazionale, abbiamo il dovere, scientifico e morale, di individuare e mettere insieme, senza confonderli, ma facendoli comunicare ed interagire, tutti i tasselli che compongono il complesso mosaico della storia novecentesca del nostro paese. Una storia, per lungo tempo, di aggressioni coloniali e imperialistiche ai danni di altri popoli. Una storia fatta di un consenso totalizzante ad un regime liberticida e razzista come quello mussoliniano. Ma anche una storia di sofferenze subite dalle popolazioni civili, sotto l’occupazione tedesca come a causa dei bombardamenti alleati e – appunto - delle persecuzioni antiitaliane sul confine orientale. E’ solo facendoci carico, intellettualmente, di questa complessità, affrontando senza remore le contraddizioni del nostro passato e sottraendo all’oblio le storie e le memorie, tutte le storie e tutte le memorie, quelle positive e quelle negative, quelle piacevoli e quelle ingombranti, che potremo, credo, riaffermare su più solide basi e ancor più convintamente, l’eccezionalità della Lotta di liberazione del ’4345 come svolta verso un’Italia democratica e pacificamente inserita nella famiglia dei popoli europei. GIULIANO ALBARANI Presidente Istituto storico di Modena Resistenza & Antifascismo Oggi


Giorno della Memoria 2011

UN IMPEGNO PER CONOSCENZA E FORMAZIONE

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undici anni dalla sua istituzione (legge n. 211/2000) il Giorno della Memoria continua ad occupare significativi spazi di programmazione, connotando l’agenda di gennaio di Istituti scolastici e di soggetti culturali, fra cui l’Istituto storico di Modena, con iniziative diversificate, tese a render conto della pluralità dei processi responsabili della messa a punto della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico, nonché dei militari e dei politici italiani nei campi nazisti. Un impegno di divulgazione e di formazione, dunque, che sembra non scalfito dalle riflessioni critiche che la comunità scientifica da qualche anno pone all’attenzione: il 27 gennaio presenterebbe problemi di tenuta, poiché la retorica e la ritualità dei ricordi tenderebbe ad anestetizzare l’impegno civile e a far assumere la commemorazione come il saldo di un debito estinto una volta per tutte, nonostante i tassi di intolleranza registrino una preoccupante crescita e l’antisemitismo torni a farsi presente. Senza sottrarsi al dibattito e alla do-

manda di conoscenza e di approfondimento che le scuole avanzano, la scelta che l’Istituto storico anche quest’anno ha operato, congiuntamente con i docenti delle scuole e dell’Università e in collaborazione con le Istituzioni locali, si pone sul versante del come ricordare, nella consapevolezza che il silenzio aiuta l’aggressore ad occultare il proprio sistema di violenza e non certo la vitti-

ma che lo subisce. In questo senso, le forme del ricordare, come nodo essenziale del Giorno della Memoria, sono state declinate con l’attenzione a saldare la frattura che spesso si presenta tra comprensione e conoscenza, cioè fra l’adesione coinvolta, ma più superficiale a materiali e documenti testimoniali e l’analisi più in profondità, ma distaccata della dimensione storica del tema della deportazione. E proprio nell’ottica di operare per il

superamento del rapporto squilibrato fra storia e memoria, oggi ancora spostato sull’asse della memoria, sono state programmate iniziative e incontri che hanno coinvolto le scuole secondarie di II grado di Modena e provincia con proposte in cui la narrazione storica si è incrociata con quella testimoniale. Il 26 gennaio nell’Aula magna del liceo Tassoni di Modena Mario Avagliano ha presentato il suo ultimo lavoro, Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945, scritture private lette agli studenti da Irene Guadagnini e intercalate dall’autore con l’esposizione dei fatti storici. Con la Provincia di Modena l’Istituto ha inoltre collaborato per l’iniziativa Modena ricorda i suoi “Giusti tra le nazioni”: in otto Istituti scolastici superiori di Modena e provincia è stata dedicata la piantumazione di un albero- che nella tradizione ebraica ricorda la volontà di ricordo eterno per una persona- a otto non-ebrei, riconosciuti Giusti dallo Yad Vashem per aver agito a rischio della propria vita e aver salvato degli ebrei. Infine, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia si è svolta in Aula magna, come da diversi anni, la celebrazione del 27 gennaio con l’apporto scientifico del prof. Andrea Panaccione che ha affrontato l’analisi dell’anno 1938 in prospettiva europea, anno fortemente periodizzante sia per le vicende politiche, sia per le questioni socio-razziali e per i diversi tipi di antisemitismo presenti in Europa. La proiezione di filmati e documentari, presentati e commentati dal prof. Alfonso Botti, ha valso a cogliere in modo efficace la ricaduta delle vicende storiche nella sfera personale e privata dei perseguitati. La domanda -Perché è successo?posta in modo disarmante da una studentessa ha reso il senso di complessità percepito dai giovani e non ancora sciolto dalla sterminata bibliografia a riguardo e ha restituito a noi adulti formatori tutta intera la responsabilità scientifica di lavorare a fondo affinché l’Europa dell’Ottocento e del capitalismo industriale, dell’imperialismo e del colonialismo, del darwinismo sociale e dell’eugenismo sia riconosciuta in realtà come il laboratorio del nazismo. GIULIA RICCI Istituto storico di Modena

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Numerosi gli appuntamenti in Provincia per la ricorrenza

GIORNATA DELLA MEMORIA: LE INIZIATIVE

domenica 30 gennaio 2011 Cinema Teatro Massimo Trosi Viale Rimembranze 8, Nonantola ore 17.30 visione del film-documentario IN CAMMINO CON BORIS PAHOR di Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi Fondazione Villa Emma, 2011 La vita e l’opera di Boris Pahor, autore di Necropoli, deportato a Natzweiler-Struthof, con interventi - tra gli altri - di Paolo Rumiz e David Bidussa ore 21 concerto di MAXMABER ORKESTAR Klezmer balkan folk L’iniziativa rientra nel programma “Ma che storia è questa. Rassegna di documentari per parlare di storia e di storie d’Italia” Nonantola, Gennaio - Giugno 2011

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Da un progetto modenese di MOXA la riscoperta della storia d'Etiopia

LA MEMORIA RESTITUITA ALL'ETIOPIA

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opo il successo ottenuto negli anni precedenti, è ora al via il progetto Restituzione della memoria, promosso da MOXA (Modena per gli Altri), che mira a raccogliere materiali documentari e fotografici da fondi privati, relativi al periodo coloniale italiano in Etiopia (1935-1941), da riprodurre e consegnare all’Università di Addis Abeba ed all’Istituto Italiano di Cultura Da anni MOXA è impegnata in vari progetti di successo di cooperazione per lo sviluppo in Etiopia e nel 2007 ideò un progetto del tutto innovativo, che affiancasse il lavoro di promozione della economia locale etiopica, con la ricerca e la restituzione di materiali

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documentari e fotografici del periodo coloniale italiano, contenuti in fondi privati, spesso assai ricchi di una vivace e diretta immagine della vita sia in tempo di guerra, sia di pace, vista da chi partecipò agli eventi, su cui gli ambienti scientifici e culturali di quel paese, molto carente di documentazione, potessero recuperare la loro storia. Il progetto, proposto dalle associazioni MOXA ed HEWO-Modena, col finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, si è concretizzato nel 2007 e negli anni successivi, in due fasi, intitolate: Modena - Addis Abeba andata e ritorno ed Etiopia per non dimenticare, che hanno consentito di realizzare due mostre di notevole successo e numerose iniziative culturali collaterali, sia a Modena, sia ad Addis Abeba. Dalla prima è nato il libro: Sognando l’impero, curato dal prof. Paolo Bertella Farnetti, dell’Università di Modena e Reggio Emilia. A conclusione della seconda fase del progetto è stato pubblicato il catalogo, in lingua inglese: Returning memories Pier Luigi Remaggi in Axum, 1935-36, grazie alla generosità della famiglia che ha messo a disposizione il fondo fotografico prodotto dal padre, ufficiale medico ad Axum. Il catalogo è stato consegnato ad Addis Abeba, presso l’Istituto Italiano di Cultura, nel novembre 2010, con la presentazione da parte di due storici italiani (prof. Paolo Bertella Farnetti dell’Università

degli Studi di Modena e Reggio-Emilia ed il prof. Sandro Triulzi dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale) e di uno storico etiope (prof. Shiferaw Bekele dell’Università di Addis Abeba). La moderna tecnologia aiuta a condividere le immagini di un passato comune, senza rinunciare agli originali, ma facendo dono agli etiopi delle fotografie in formato elettronico, per la conservazione e l’utilizzo presso l’Università di Addis Abeba e l’Istituto Italiano di Cultura. L’interesse che le mostre hanno suscitato nel pubblico etiope ha confermato la simpatia per gli italiani, nonostante la breve esperienza dell’aggressione e della colonizzazione. Queste iniziative hanno inoltre destato profondo interesse a livello nazionale. Era infatti la prima volta, dopo vari tentativi infruttuosi a livello nazionale, che venivano duplicati e donati all’Etiopia materiali documentari riguardanti il nostro passato coloniale. Si è formato un gruppo di lavoro per l’individuazione ed il recupero di archivi privati coloniali, le cui copie digitali saranno donate ad uno o più soggetti etiopici (o altri ex colonizzati) e contestualmente inserite in un portale multimediale in Internet. A tale gruppo di lavoro partecipano esponenti di varie associazioni ed istituzioni italiane ed estere: Addis Abeba University, Howard University - Washington D.C., Ministero dei Beni Culturali Direzione Generale Archivi, Università di Modena-RE, Università di Cagliari, Università di Torino, Univesità di Napoli l’Orientale, INSMLI-MI, Istoreco, MOXA, Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra - sezione di Modena, Fotomuseo Panini, Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, Istituto Storico di Modena. Questo ha reso Modena protagonista di un progetto pilota in grado di promuovere un nuovo stimolante dibattito scientifico a livello nazionale, ma soprattutto mostrare una strada nuova di dialogo e collaborazione paritaria tra paesi diversi, che possono trovare nella memoria di un periodo di storia comune, stimoli di comprensione, per superare le difficoltà nell’attuale momento storico. PROGETTO “MOXA” Febbraio 2011

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L'intervento di Giorgio viola, Direttore del Museo al combattente

GIORNATA DELLA MEMORIA: PACE CONSAPEVOLE

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pochi giorni dalla ricorrenza della “Giornata della Memoria”, ll Museo del Combattente e l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Modena si esprimono fermamente nella valorizzazione divulgatrice di un messaggio di “Pace consapevole”. Consapevolezza che si esplicita attraverso la testimonianza vissuta direttamente delle tragedie del XX secolo e del faticoso cammino per costruire conservare e rafforzare il culto della Democrazia.

In questi tempi intrisi di volontà di revisione storica, dettata spesso dall’inconsapevolezza e dal superficiale calcolo politico, si misura la saldezza dei Valori stabiliti dalla Costituzione Italiana, elaborata dai Padri Fondatori come principio di coesione per TUTTI gli italiani. Una consistente parte del popolo italiano, vive con crescente vergogna lo svilupparsi di un clima politico così immeritevole della nostra storia e al contempo si erge a difesa delle provocazioni strumentali ed agli atti scellerati di profanazione dei luoghi della memoria. Da questa parte della Nazione, maggioritaria e consapevole, la Confederazione si esprime non nel silenzio complice, ma nella battaglia infinita di divulgazione e testimonianza, certa che il destino di un Paese democratico risieda sempre nel valore civico della pace sociale, del lavoro e della dignità per tutti i cittadini di buona volontà, a prescindere dallo stato sociale razza e religione di riferimento.

Il 27 gennaio è ormai, nelle nostre vite, sinonimo di libertà, come lo è il 25 aprile e il 1°maggio sintomi di un Risorgimento morale che può e deve essere interesse comune di chi aspira ad un’Italia migliore per i nostri giovani, i quali meritano molto di più di ciò che il Paese recentemente esprime. La ricorrenza del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia diventi un modello di partenza per una coesione nazionale, rinsaldata dalle differenze locali che attraverso le lezioni della nostra Storia, riescano a coniugare nel rispetto reciproco le aspettative di tutti. Questa è la sfida che i tempi ci chiedono, questa è la sfida che la Confederazione riconosce nel proprio spirito fondante consapevole della posta in gioco e della bontà dei propri ideali democratici. GIORGIO VIOLA DIRETTORE DEL “MUSEO DEL COMBATTENTE” - MODENA

Le iniziative dell'Associazione culturale L'Incontro

1861-2011: 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITÀ D'ITALIA 17 Marzo 2011:cade in questa data il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e, per l'occasione, l’Associazione culturale "L’Incontro" ha organizzato un viaggio virtuale in cinque tappe, per ricordare e festeggiare l’Unità d’Italia attraverso le carte, i documenti e la Storia…in dialetto modenese…, perché la storia d’Italia è la Storia delle Regioni, dei paesi e della loro lingua quotidiana. I primi quattro incontri si sono tenuti nei primi giorni di febbraio e hanno avuto come argomento "L'Italia unita tra passato e presente" e il rapporto tra Modena e l'Unità d'Italia attraverso le carte e di documenti. Il ciclo deglii incontri relativi all'Unità d'Italia, che si tengono al mercoledì presso Associazione L’Incontro, Via Canaletto, 100 – Modena si concluderanno con DA MODNA CAPITEL A MODNA E L’UNITE D’ITALIA 23 Febbraio 2011 La Storia in dialetto narrata da Luigi Zanfi recitata dal Gruppo “Gli Artisti per caso” Ecco le altre iniziative del mercoledì: PER GUARDARCI ATTORNO E SAPERNE DI PIU’ 2 e 9 Marzo “Città e architettura del ‘900 a Modena” Dott. Catia Mazzeri – Dr Vanni Bulgarelli NOI E L’AMBIENTE 16 Marzo “Fonti e risparmio energetico – Cambiamenti climatici” Dott. Eriuccio Nora

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INSIEME PER CONOSCERE COSE NUOVE in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia 23 Marzo “Due sguardi sulla Resistenza: Calvino e Meneghello” Prof. Duccio Tongiorgi 30 Marzo “Laicità e clericalismo nella Spagna del ‘900” Prof. Alfonso Botti Ecco gli itinerari culturali di Marzo Viviamo in una città dalla nascita; ne percorriamo le strade ogni giorno; di alcuni luoghi però, non conosciamo né storia, né origine. Andiamoli a scoprire. Sabato 5 Marzo 2011 ore 15,00 Modena Museo dell’Auto Storica Stanguellini Nel Museo sono esposti 20 esemplari di Auto Storiche Stanguellini e numerose attrezzature meccaniche Ritrovo Parcheggio Stanguellini – Via Emilia Est, 756 ore 14,45 Ingresso gratuito Sabato 26 Marzo 2011 ore 15,00 Modena Museo del Volley Il museo raccoglie oggetti e ricordi di ex giocatori, di società, di appassionati oltre a pannelli narranti la storia del Volley Ritrovo Parcheggio Museo – Via Pomposiana 216 ore 14,45 Ingresso Gratuito Resistenza & Antifascismo Oggi


Una iniziativa a cui l'Anpi ha aderito e applaudito

LA CARTA ETICA DELLE PROFESSIONI

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Professionisti di Modena, iscritti nei rispettivi Albi e/o Collegi e aderenti al Comitato Unitario delle Professioni (Cup) di Modena, presa coscienza del sempre più alto grido d’allarme delle Istituzioni Locali e Nazionali sulle ramificazioni, sulle infiltrazioni e sui radicamenti della mafia nella Provincia di Modena, con senso di responsabilità e con integrità morale, nell’intento di preservare ed accrescere la professionalità dei professionisti, quale forza sociale autonoma, responsabile ed eticamente corretta, intendono contribuire attivamente a contrastare il processo di infiltrazione/radicamento della mafia per garantire una crescita civile dell’intero Paese. Il Cup della Provincia di Modena, gli Ordini e i Collegi professionali aderenti, si impegnano a rispettare e seguire gli indirizzi della presente Carta Etica con trasparenza e, in particolare, a rispettare i modelli di comportamento ispirati all’autonomia, integrità, eticità e a sviluppare azioni coerenti ai principi della Carta Etica. Tutti gli iscritti e i rappresentati degli Ordini e/o dei Collegi, dovranno essere compartecipi e coinvolti nel perseguimento degli obiettivi della Carta Etica e dovranno rispettarne le modalità di attuazione, in quanto ogni singolo comportamento non eticamente corretto provocherà conseguenze negative all’Ordine e/o Collegio di appartenenza e danneggerà l’immagine di tutti i Professionisti presso la pubblica opinione, presso il Legislatore e la Pubblica Amministrazione. La eticità dei comportamenti non è valutabile solo in termini di stretta osservanza delle norme e della Carta Etica, ma, soprattutto, il Professionista deve porre in essere, nelle diverse situazioni, comportamenti ineccepibili sia da un punto di vista professionale, deontologico e morale in quanto consapevole dell’importanza del ruolo che ricopre nella società civile. La presente Carta Etica trae ispirazione da principi basati su valori comuni nell’interesse del singolo cittadino e nel pubblico interesse e potrà integrare, ove possibile, le norme deontologiche proprie di ogni professione intellettuale. ART. 1 Il Professionista, gli Ordini e Collegi della Provincia di Modena e i loro rappresentanti riconoscono fra i valori fondanti della professione intellettuale il rifiuto di ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare qualsiasi forma di controllo e vessazione. Resistenza & Antifascismo Oggi

Il professionista adotta quale modello comportamentale la non sottomissione a qualunque forma di estorsione, usura o ad altre tipologie di reato poste in essere da organizzazioni criminali e/o mafiose. I Consigli degli Ordini o dei Collegi avranno il potere di controllo sui comportamenti dei singoli iscritti anche in caso violazione dei principi della Carta Etica quando questi principi violino anche norme del Codice Deontologico, adottando i conseguenti provvedimenti sanzionatori. ART. 2 Gli Ordini o i Collegi della Provincia di Modena , in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a costituire una commissione permanente che dovrà avere, tra le diverse finalità, quella di confrontarsi e collaborare con altre realtà territoriali per garantire solidarietà, a chi dovesse risultarne vittima, contro tutte le mafie, nazionali e transnazionali, e contro ogni forma di corruzione. ART. 3 Il Professionista, gli Ordini e i Collegi della Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a promuovere e partecipare a iniziative, progetti e attività necessarie a contrastare le mafie, nazionali e transnazionali, e contro ogni forma di corruzione. ART. 4 Il Professionista, gli Ordini o i Collegi della Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a promuovere in tutti gli enti, le amministrazioni locali e i privati cittadini “suggerimenti” legislativi e amministrativi che garantiscano la massima trasparenza negli appalti e nella gestione dei servizi. ART. 5 Il Professionista gli Ordini o i Collegi della Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano ad affermare la centralità della scuola, dell’università e delle altre agenzie formative, nella definizione di nuove politiche sociali e di interventi legislativi rispetto a temi fondamentali come la lotta alla criminalità organizzata, l’immigrazione, i diritti umani, il lavoro. ART. 6 Il Professionista, gli Ordini o i Collegi della Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a diffondere un sapere nella cittadinanza che valorizzi i giovani professionisti come protagonisti di un processo di educazione permanente alla legalità, alla partecipazione e alla responsabilità. ART. 7 Il Professionista, gli Ordini e Collegi della

Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a promuovere la crescita professionale salvaguardando i principi di sicurezza sul lavoro e contrastando il “lavoro nero”. ART. 8 Il professionista, gli Ordini e Collegi della provincia di Modena e i loro rappresentanti si impegnano a considerare la tutela dell’ambiente e la prevenzione di ogni forma di inquinamento un impegno costante. ART. 9 Il Professionista, gli Ordini e i Collegi della Provincia di Modena, in persona dei loro rappresentanti, si impegnano a chiedere la collaborazione delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni preposte, denunciando direttamente all’Autorità Giudiziaria o in collaborazione con il proprio Ordine e/o Collegio di appartenenza, ogni episodio di attività direttamente o indirettamente illegale di cui sono soggetti passivi. Eventuali condotte omissive saranno considerate non in linea con i principi della presente Carta Etica. ART. 10 I Consigli degli Ordini o dei Collegi, in applicazione dei rispettivi Codici Deontologici, sono chiamati a svolgere una continua attività di controllo sulla condotta dei professionisti iscritti e possono proporre, in casi specifici: A. La RADIAZIONE del professionista nel caso di: 1. condanna del professionista, con sentenza passata in giudicato, per reato di cui all’articolo 416 bis (associazioni di tipo mafioso anche straniere) o delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis del codice penale ovvero al fine di agevolare l’attività delle dette associazioni (art. 7 della legge 12 luglio 1991, n. 203) 2. confisca, con provvedimento definitivo, dei beni di proprietà del professionista. B. La sospensione, anche cautelare, del professionista nel caso di: 1. emissione di sentenze di condanna non ancora passate in giudicato per i delitti sopra indicati 2. avvio di procedimenti penali a carico del professionista concernenti la commissione di uno dei sopra citati delitti o applicazione di misura cautelari personali per tali ipotesi di reato. ART. 11 Gli Ordini o i Collegi possono valutare l’opportunità di costituirsi parte civile nei processi nei quali sono contestati i reati di cui all’art. 416 bis a professionisti iscritti all’Albo e che dal loro comportamento ne è derivato un danno a tutta la categoria professionale. Febbraio 2011

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Grande successo anche a Modena, della manifestazione "Se non ora Quando"

13 FEBBRAIO: L'ANPI IN PIAZZA INSIEME ALLE DONNE

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Il libro

VIVA L'ITALIA Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione Un libro di Aldo Cazzullo 2010, Arnoldo Mondadori editore € 18,50 Chissà cosa direbbe dell’Italia di oggi Garibaldi, che conquistò un regno ma con sé a Caprera non portò i quadri di Caravaggio el’oro dei Borboni, bensì un sacco di fave e uno catolone di merluzzo secco. Cosa direbbero i volontari della Grande Guerra, che scrivevano alle madri: «Forse tu non potrai capire come

non essendo io costretto sia andato a morire sui campi di battaglia, ma credilo mi riesce le mille volte più dolce il morire in faccia al mio paese natale, per la mia Patria. Addio mia mamma amata, addio mia sorella cara, addio padre mio. Se muoio, muoio coi vostri nomi amatissimi sulle labbra, davanti al nostro Carso selvaggio». Cosa direbbe il generale Perotti, capo del Cln piemontese,condannato a morte dal tribunale di Salò, che ai suoi uomini ansiosi di discolparlo e addossarsi ogni responsabilità grida: «Signori ufficiali,in piedi: viva l’Italia!»? «Viva l’Italia!» oggi è un grido scherzoso. Ma per molti italiani del Risorgimento e della Resistenza furono le ultime parole. La Resistenza non è di moda. È considerata una «cosa di sinistra». Si dimentica il sangue dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che volle morire con i parrocchiani dicendo «vi accompagno io davanti al Signore», e dei militari comeil colonnello Montezemolo, cui i nazifascisti cavarono i denti e le unghie, non i nomi dei compagni. Si dimentica che i partigiani non furono tutti sanguinari vendicatori ma anzi vennero braccati, torturati, impiccati ed esposti per terrorizzare i civili; e che i «vinti», i«ragazzi di Salò», per venti mesi ebbero il coltello dalla parte del manico, e lo usarono. Neppure il Risorgimento è di moda. Lo si considera una «cosa da liberali». Si dimentica che nel 1848 insorse l’Italia intera. Oggi è l’ora della

Lega e dei neoborbonici. L’Italia la si vorrebbe divisa o ridotta a Belpaese: non una nazione, ma un posto in cui non si vive poi così male. Invece l’Italia è una cosa seria. È molto più antica di 150 anni; è nata nei versi di Dante e Petrarca, nella pittura di Piero della Francesca e di Tiziano. Ed è diventata una nazione grazie a eroi spesso dimenticati. Aldo Cazzullo ne racconta la storia. Respinge l’idea leghista e la retorica del Belpaese. Prefigura la nascita di un «partito della nazione». E avanza un’ipotesi: che in fondo gli italiani siano intimamente legati all’Italia più di quanto loro stessi pensino. L'AUTORE Aldo Cazzullo, giornalista professionista e studioso Aldo Cazzullo (Alba 1966), dopo quindici anni alla «Stampa», dal 2003 è inviato del «Corriere della Sera». Oltre alle vicende italiane, ha seguito le elezioni di Bush, Obama, Erdogan, Zapatero e Sarkozy, le Olimpiadi di Atene e Pechino e i Mondiali di calcio in Giappone e Germania. Da Mondadori ha pubblicato: I ragazzi di via Po (1997), I ragazzi che volevano fare la rivoluzione (1998), Il caso Sofri (2004), Testamento di un anticomunista (2000, con Edgardo Sogno), Il mistero di Torino (2004, con Vittorio Messori), I grandi vecchi (2006, premio Estense 2006), Outlet Italia (2007) e L’Italia de noantri (2009).

PRESENTATO A MIRANDOLA IL NUOVO LIBRO DI NERINO BARBIERI: GUERRA E DOPOGUERRA NELLA BASSA MODENESE E' stato presentato sabato 15 gennaio a Mirandola, presso la Galleria della Duchessa del Castello Pico, ore 17, il volume di Nerino Barbieri “Guerra e dopoguerra nella Bassa modenese” (Edizioni Cdl di Finale Emilia). Insieme all’autore ne hanno parlato Maino Benatti, Sindaco di Mirandola, Ezio Bompani, Dirigente Anpi provinciale Modena e Presidente Anmig Modena, Gianluca Borgatti, editore del volume, Claudio Silingardi, Direttore Istituto Resistenza & Antifascismo Oggi

Storico di Modena, Elsa Borghi e Umberto Broggi, figlia e genero dei coniugi BorghiCaleffi, attivi nel salvataggio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Mirandola in collaborazione con l’Anpi. Nell’occasione sarà inaugurata la mostra “Storia e cronaca della Resistenza italiana ed europea” dell’Anpi di Mirandola (a cura di Tino Casali). Febbraio 2011

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L'Anpi piange la scomparsa di un protagonista della sua storia

CIAO DANTE, RIMARRAI NEI NOSTRI CUORI

N

ei giorni scorsi, all’età di 83 anni, ci ha lasciati l’amico Dante Ceppelli, ex partigiano ed una delle colonne portanti dell’Anpi modenese. A Castelnuovo Rangone, dove nel 1967 fondò l’Avis, più che il presidente dell’Anpi era una vera istituzione. Era amato e stimato da tutti per le sue capacità organizzative e la sua autorevolezza, che non ha mai fatto pesare.

Ricordo che, una decina di anni fa, nel corso di un’assemblea (quando ancora non ci conoscevamo) si avvicinò e si presentò dicendomi che condivideva i miei interventi sulla Resistenza ed il fascismo, che aveva letto sui giornali. Diventammo subito amici e incominciammo a frequentarci ed a scambiarci opinioni riguardanti il fascismo e l’antifascismo. Fu lui ad invitarmi ad iscrivermi all’Anpi ed a partecipare all’attivamente alla vita dell’Associazione. In più di un’occasione l’ho accompagnato in diversi comuni del nostro Appennino per organizzare le varie commemorazioni. Con grande rispetto era accolto da tutti i sindaci che, a prescindere dal colore politico, accettavano i suoi programmi e le sue proposte senza fiatare. Nel corso di questi incontri lo guardavo divertito e con un misto di ammirazione e di simpatia. Ci mancherà molto e non sarà facile sostituirlo, anche perché fin che le forze lo hanno sorretto ha dedicato tutto se stesso all’Anpi. Dante, grazie per quello che hai fatto e per l’esempio che ci hai lasciato. ROLANDO BALUGANI

Partigiano durante la Resistenza, poi dirigente politico, assessore e vicesindaco, Dante Ceppelli era conosciutissimo in paese e dall’anno scorso era presidente onorario dell’ANPI di Castelnuovo R., dopo esserne stato per anni presidente. E al suo nome è legata anche la nascita in paese dell’Avis, perché nel 1967 fu tra i fondatori della sezione castelnovese, di cui rimase presidente fino al 1975. In seguito ricoprì l’incarico di consigliere nazionale e di membro dell’esecutivo nazionale. Così esprimono il proprio cordoglio Giunta comunale e ANPI: “Castelnuovo oggi perde un generoso protagonista della storia del paese: il suo grande impegno civico mancherà a tutti noi. E’ stato un esempio di dedizione al bene pubblico e alla comunità, un testimone prezioso degli ideali della lotta di Liberazione e un promotore instancabile dei valori universali del volontariato”. Non ha risparmiato energie. Appassionati i suoi interventi nel Comitato Direttivo provinciale dell’ANPI e nel Comitato esecutivo. Conosciuto non solo a Castelnuovo ma nella provincia e in particolare in montagna. “Grazie Dante, sei nei nostri cuori”.

COMMEMORATO L'ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DELLE FONDERIE RIUNITE, 9 GENNAIO 1950 I segretari di CGIL CISL UIL di Modena Pivanti, Falcone e Tollari, unitamente alle Autorità cittadine, hanno deposto la corona di alloro in memoria dei 6 operai - Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti - che morirono sotto i colpi della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del lavoro il 9 gennaio 1950 per chiedere la riapertura della fabbrica, contro la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie. I fatti di quel giorno segnano il culmine di un clima conflittuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in provincia di Modena e in tutto il paese nel primo decennio del dopoguerra. Un decennio caratterizzato dalla ripresa dell’offensiva padronale per eliminare o limitare il più possibile i diritti e le conquiste dei lavoratori nell’Italia del dopo Liberazione. L’eccidio dei 6 lavoratori e il ferimento di altri 200 (molti dei quali per paura di essere fermati non si presentarono agli ospedali) segna la sproporzione tra la brutale repressione della polizia sostenuta da alcuni industriali modenesi e le rivendicazioni del sindacato e dei lavoratori per il diritto alla libertà sindacale, la difesa delle Commissioni interne e del cottimo collettivo, il controllo del collocamento per ridurre la forte disoccupazione degli anni postbellici. 18

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Resistenza & Antifascismo Oggi


Foto

I PERCORSI DELLA MEMORIA Dov’è Nome Cos'e' Sacrario dei caduti partigiani della Provincia di Modena

Viene considerato il luogo simbolo della memoria. Posto ai piedi della Torre Ghirlandina di Modena, raccoglie le foto dei 1.174 caduti partigiani per la libertà.

Montefiorino (Mo), via Rocca 1. Tel. 0536/965139 Fax 0536/965535

Museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino

Frutto di un progetto realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario della guerra di liberazione, il Museo rappresenta una tappa obbligata per affrontare lo studio della Resistenza e della seconda guerra mondiale. Il percorso si snoda tra oggetti, testi narrativi, immagini e filmati d’epoca nella suggestiva ambientazione della Rocca medievale.

Monchio di Palagano (Mo), a pochi Km. da Montefiorino. Gestione Centro Servizi Franchini Silvia Tel. 0536/966302 Cel. 339/8872403 info@vallidelcimone.it

Memorial Santa Giulia

Teatro di una delle prime stragi tedesche (marzo 1944). Nel Parco quattordici artisti hanno realizzato altrettante sculture poste in cerchio ai piedi della salita che porta alla chiesetta di Santa Giulia che comunicano artisticamente l’universalità dei valori di dignità, libertà e giustizia che animarono la lotta di liberazione.

Carpi (Mo), Via G. Rovighi 57. Tel. 059/688272 Fax 059/688483 fondazione.fossoli@ carpidiem.it

Fondazione ex Campo Fossoli

Gli obiettivi della Fondazione sono il recupero e la valorizzazione della memoria storica dell’ex Campo di concentramento di Fossoli (che dal 1942 fu destinato all’internamento di prigionieri di guerra) ma anche la promozione di attività rivolte all’educazione alla pace e ai diritti umani.

Gestione Fondazione ex Campo Fossoli

Museo al Deportato di Carpi

Il percorso museale si sviluppa attraverso tredici sale caratterizzate da un’ambientazione di grande impatto emotivo. La continuità delle sale è scandita dall’incisione alle pareti di frasi scelte tra le “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea”. Nella “Sala dei nomi” sono invece incisi i nomi di oltre quattordicimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti.

FONDAZIONE VILLA EMMA Via S. Rocco, 19/a Nonantola (MO) Tel. e Fax 059/547195 www.fondazionevillaemma.org segreteria@fondazionevil laemma.org

Centro per la pace e l’intercultura “Villa Emma”

Tra il luglio ‘42 e il settembre ‘43 vi soggiornarono due gruppi di ragazzi ebrei, che furono nascosti e sottratti così alle deportazioni tedesche. Attualmente si può usufruire di un itinerario didattico che si snoda in tre momenti: conoscenza delle fonti, visita ai luoghi, conversazioni con i testimoni.

Castelfranco E. (Mo), via Forte Urbano Tel. 059/927277. Fax 059/927277.

Forte Urbano Castelfranco Emilia

Costruito da Papa Urbano VIII nel 1634 come baluardo di difesa dai modenesi. Fu poi adibito a lazzaretto, poi a prigione per reati comuni. Nel ventennio fascista vi furono incarcerati 1.200 antifascisti tra cui Umberto Terracini, Giuseppe Di Vittorio, Vittorio Foa. Nel marzo 1944 vi furono trucidati per rappresaglia 13 partigiani.

Modena, viale C.Sigonio Tel. 059/237135 059/222859. Fax 059/927277.

Museo del combattente

“Mostriamo la Guerra per stimolare la Lotta per la Pace” è il filo conduttore del museo. 900 oggetti fra i quali 56 gavette, documenti cartacei originali ed un archivio fotografico di oltre 6000 foto.

a cura di Stefano Magagnoli Resistenza & Antifascismo Oggi

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Avvenimenti significativi della Resistenza modenese nei periodi marzo 1944-15 aprile1944 e marzo1945-15 aprile1945 Marzo 1944: a Bologna viene costituita la 7^ Brigata Gap. I gappisti modenesi formano un distaccamento. La pianura e la pedemontana vengono suddivisi in 7 zone. 1 marzo 1944: Grande sciopero politico nell’Italia occupata. Nella nostra provincia, scioperano gli operai della Fiat grandi motori di Modena e della fonderia Focherini di Mirandola. L’agitazione non si estende per il danneggiamento di diverse officine, causato dal bombardamento sulla zona industriale avvenuto il 14 febbraio. I partigiani fanno saltare alcuni tratti delle linee ferroviarie provinciali e della linea Bologna – Milano. Solo sulle linee ferroviarie provinciali della Sefta verranno compiuti 21 attentati da parte dei partigiani e 54 tra bombardamenti e mitragliamenti aerei alleati. Molto numerosi gli attentati alle ferrovie Bologna – Milano, Bologna – Verona, Modena – Mantova. 3 marzo 1944: accordo per l’abolizione della terzeria nei contratti agricoli, che può essere praticata solo in alcuni comuni della bassa. 3 marzo 1945: nel corso di un vasto rastrellamento a Cavezzo vengono massacrati quattro giovani partigiani: Giovanni Benatti (M.B.v.m.), Ernesto Galli, Renzo Iemma, Vittorio Micheli (M.B.v.m.). 3 marzo 1945: a Sozzigalli, Soliera, subito dopo uno scontro uccisi 3 partigiani: Ivano Martinelli (M.A.v.m.), Ettore Pioppi, Francesco Pioppi, Amarsoch Setti (M.A.v.m.). Tre partigiani, in casa di uno di essi chiamata “piccolo vulcano” a Cantone di Gargallo, dove venivamo messi a punto piani e stampata la stampa clandestina, traditi da una delazione vengono arrestati, condotti a Correggio, nonostante le più barbare torture per avere da loro notizie, non parlarono e perciò venero fucilati: Curzio Arletti (M.A.v.m.), Irmo Fontana (M.A.v.m.), Leonello Vellani (M.A.v.m.). 4 marzo 1944: i partigiani assaltano la caserma Gnr e il posto di avvistamento della Dicat di Prignano s. Secchia. 7 marzo 1944: nativo di Modena, ma a Roma per gli studi, veniva fucilato al Forte Bravetta di Roma, con altri 4 partigiani del luogo, Giorgio Labò, eroica figura della Resistenza, insignito di M.d’Oro V.M. 8 marzo 1944: a Palagano durante un feroce rastrellamento vengono uccisi Aurelio Aravecchia e il militare che si era unito ai partigiani della Brigata Barbolini, Dante Schiavoni. Il giorno seguente, nel tentativo di liberare i prigionieri, moriva Giuseppe Rioli. Ingenti forze fasciste attaccano le formazioni partigiane reggiano – modenesi a Monterotondo. 8 marzo 1945: a Paganine, frazione di Modena, circa 3.000 donne si recano presso il salumificio Frigeri. (Tra queste ci sono numerose operaie della Manifattura tabacchi). L’obiettivo era di evitare che i prodotti cadessero nelle mani dei tedeschi e di aiutare i partigiani della montagna nonché la popolazione. 9 marzo 1944: Mario Goberti e Fernando Lugli di Finale Emilia della Divisione toscana “Livorno” perdono la vita. Il primo in combattimento a Livorno, ed il secondo fucilato all’Isola d’Elba. 20

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9 marzo 1945: eccidio nazista al ponte di Navicello. 11 le vittime fra le quali Angelo Zambelli (M.A.v.m.) capo famiglia, e con lui ben sette familiari: Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, Pietro Gasparini, Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, Ivaldo Vaccari (M.B.v.m.). 10 marzo 1945: eccidio al Mulino di Mezzo di Concordia. Otto le vittime della feroce esecuzione: Enea Besutti, Reis Cavazza, Renè Cavazza, Giuseppe Gamberini, Ascanio Gelati, Renato Grotti, Novella Longhi, Veleo Mambrini. A Fossoli di Carpi, i tedeschi uccidono, in una imboscata, 2 staffette e un partigiano: Matteo Alcorini, Vittoria Cavazzoli, Delia Gasparini. 12 marzo 1944: In un duro combattimento a Pieve di Trebbio contro preponderanti forze nemiche perirono eroicamente 8 partigiani di varie Brigate: Bruno Belloi (M.A.v.m.), Alcide Corsari, Enrico Brandoli, Ottavio Ferrero, Carlo Fiandri (M.A. v.m.), Dino Lugli, Bruno Parmeggiani e Sovente Sabbatini (M.A. v.m.), ed alcuni civili. A Morsiano (Villa Minozzo di Reggio E.) i partigiani prelevano 11 quintali di grano dall’ammasso. 12 marzo 1945: rastrellamento a Fossoli, Budrione e Migliarina (Carpi) di cittadini deportati a Correggio di Reggio E. e liberati a seguito di grandi e prolungate manifestazioni dei loro familiari e di donne, mentre Ettore Giovanardi e Ferruccio Tusberti vengono fucilati in località Ponte Nuovo di Santa Croce il 16 marzo. 12 marzo 1945: si procede alla riorganizzazione delle forze partigiane della pianura, in vista della liberazione, unificando le Gap e le Sap. Viene quindi costituita la Divisione “Modena – Pianura”, formata da sette Brigate e un battaglione. Nel carpigiano viene formato il raggruppamento Brigate “Aristide”, composto a sua volta da sette Brigate. 14 marzo 1944: i partigiani costringono alla resa il presidio Gnr di Polinago e occupano il paese. 15 marzo 1944: a Cerè Sologno formazioni partigiane modenesi e reggiane fermano e respingono un attacco di reparti della Wehrmacht e della milizia fascista. Nel corso del combattimento caddero 7 partigiani della Brigata “Barbolini”: Gerardo Albicini, Gaetano Bedeschi, Tullio Bertoni (M.A. v.m.), Luigi Bosco, Nicola Franchini, Azeglio Rinfranti e Walter Zetti (M.A.v.m.). A Succisa di Pontremoli (MS) cade in combattimento il partigiano modenese Fermo Ognibene, M.O.v.m. 14 – 18 marzo 1945: azione di rastrellamento tedesca nella zona S.Martino – S.Giulia, durante il quale, nel tentativo di arginare il rastrellamento, caddero: Giuseppe Benassi, Pietro Benassi e Umberto Benassi (erano fratelli). 18 marzo 1944: a Monchio, Susano e Costrignano, nel Comune di Palagano in provincia di Modena, ingenti forze nazifasciste misero a ferro e fuoco tutta la zona, incendiano le case, facendo una strage e massacrando 136 cittadini inermi tra cui donne, bambini e vecchi. 18 Marzo 1945: feroce battaglia a Rovereto di Novi. Caddero 5 partigiani tra cui una giovane donna: Savino Forti (M.B.v.m.), Albano Modena (M.A.v.m.), Remo Nasi, Nevio Scanavini (M.B.v.m.), Eva Frattini. 20 marzo 1944: rastrellamento nel reggiano, a Cervarolo


vengono uccisi 24 civili, tra cui il parroco. 19 – 29 marzo 1945: fucilazione a più riprese in Piazza d’Armi a Modena, di 9 partigiani e cittadini antifascisti: Sergio Bergonzini, Antichiano Martini, Osvaldo Morselli, Angiolino Boccapoli, Galliano Bulgarelli, Dal Viso Carrara, Sesto Furia, Onelio Meschiari, Floriano Zambelli. 19 marzo 1945: A Modena, in vie diverse, i fascisti uccidono sei partigiani prelevati da S. Eufemia: Alberto Brancolini, Bruno Bulgarelli, Arturo Monzani, Adalgisa Nascimbeni, Alberto Pirondini, Francesco Spaggiari. 20 marzo 1945: a Villa Masone, Reggio Emilia, fucilati 4 partigiani catturati durante uno scontro a Sassuolo: Ermanno Colombini, Benedetto Franchini, Antonelli Mondaini, Paolo Monzani (M.A.v.m.). A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna” 22 marzo 1944: prelevato dalla sua abitazione, dopo il combattimento di Pieve di Trebbio, Imer Meschiari che viene fucilato a Parma. 23 marzo 1944: attentato dei GAP di Modena contro il colonnello Rossi, comandante militare provinciale dell’esercito fascista. In tale azione rimane ferito gravemente Walter Tabacchi (M.O.v.m.), che morirà il 28 marzo successivo. 23 marzo 1945: partigiani modenesi collaborano coi reggiani all’occupazione del paese di S. Martino in Rio. A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna” 24 marzo 1944: attentato di Via Rasella a Roma: per rappresaglia i tedeschi uccidono 335 detenuti politici, comuni e civili nelle Fosse Ardeatine. Tra questi anche tre modenesi: Armando Bussi (M.O.v.m.), Luigi Gavioli, Augusto Zironi. 25 marzo 1945: durissimo rastrellamento a Limidi di Soliera. 9 i caduti, parte in combattimento, parte fucilati dopo la cattura: Lino Barbi, Gino Bertani, Bruno Bonetti, Romolo Dugoni, Adelmo Fantuzzi, Ornello Pederzoli (M.O.v.m.), Umberto Pivetti, Sindo Vellani, Eros Veronesi. 25 – 29 marzo 1945: azione di rastrellamento nella pianura da parte di ingenti forze tedesche, che vengono ostacolate dalle formazioni partigiane. Viene operato dalla 1^ zona (carpigiano) uno sganciamento tattico di 1.800 partigiani verso la montagna. 27 marzo 1944: a Frassinoro, durante un rastrellamento, viene ucciso il partigiano Ennio Ugolini. Lo stesso giorno a Pavullo un giovane medico amico dei partigiani, Antonio Romani, costretto a seguire i fascisti del luogo, è stato ucciso a Sasso Guidano. 29 marzo 1944: a Castelfranco E. dietro al “Forte Urbano” vengono uccisi 10 giovani partigiani di Renno di Pavullo e tre di Parma, attirati con l’inganno attraverso la cattura dei famigliari e la promessa di concessione di amnistia: Sante Adani, Bruno Badiali, Renato Camatti, Ubaldo Gherardini, Gervasio Maletti, Teodorino Manfredini, Walter Martelli, Egidio Montecchi, Massimo Pattarozzi e Romano Randelli di Pavullo,e Mambrini Giovanni (M.A. v.m.), Porta Oscar e Ralli Luigi di Parma. 29 marzo 1945: assalita la caserma della brigata nera di Nonantola. 29 marzo 1945: a Bomporto, Modena, trucidate 2 donne davanti alla propria abitazione. Erano familiari di partigiani. 30 marzo 1945: a Concordia, Modena, fucilati 3 partigiani

durante un rastrellamento: Umberto Ferretti, Angelo Sala, Antonio Galli. 1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi. 1 aprile 1945: rastrellamento tedesco nel reggiano e nel settore di S. Giulia. Dopo una giornata di combattimenti l’attacco viene respinto dai partigiani. 1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi. 2 aprile 1944: A Frassinoro viene fucilato Egidio Balducchi, della Brigata “Barbolini”, eroica figura di resistente, condotto in giro sfigurato prima di essere assassinato. 3 aprile 1945: a Torremaina (Maranello) durante un combattimento cade la M.O.v.m. Chiaffredo Cassiani della Brigata “Speranza” . 3 aprile 1945: uccisione in varie località del Comune di Concordia dei partigiani: Dino Bruni, Gastone Dondi, Franco Ferrari, Corrado Malagoli, Aldo Mari, Giuseppe Martinelli, Guglielmo Paltrinieri, Sergio Pellacani e Uber Rovatti. 5 aprile 1944: a Prignano cade in uno scontro armato, Giuseppe Garzoni, della Brigata “M. Allegretti”. 5 – 6 – 7 aprile 1944: sciopero generale nelle fabbriche modenesi, contro il tentativo di deportare alcuni lavoratori della FIAT in Germania. E’ il momento più alto dello scontro tra nazifascismo e classe operaia modenese. Scioperi si avranno in estate alla Maserati, alla Magneti Marelli, alle fonderie Corni, alla Fiat Grandi Motori e alla Manifattura Tabacchi, ma con la smobilitazione degli stabilimenti, la paura dei bombardamenti e l’afflusso degli operai più attivi nelle formazioni partigiane, i lavoratori passeranno dalla lotta aperta al lavoro di sabotaggio e di occultamento degli impianti. 5 aprile 1945: inizia l’offensiva alleata nell’area tirrenica, dal 9 parte anche dal litorale adriatico. 7 aprile 1944: attaccato dai partigiani il campo di aviazione di Pavullo. 10 aprile 1944: i partigiani assaltano il presidio della Gnr di Fanano. A Modena viene fucilato dai tedeschi il partigiano Francesco Ioppolo. 10 aprile 1945: azione simultanea delle brigate partigiane della montagna contro i presidi nemici sulla via Giardini. Non viene però effettuata la promessa offensiva alleata sul crinale dell’Abetone, per cui i tedeschi possono destinare numerose truppe contro i partigiani, che non riescono ad ottenere i risultati sperati. 11 aprile 1945: Cadono in combattimento a Rivalta di Saltino, Prignano, Mario Allegretti Medaglia d’Oro al V.M., Domenico Torri e Walter Gualdi. 11 aprile 1945: a Modena manifestazione di donne per rivendicare la distribuzione di generi alimentari e di abbigliamento e per protestare contro la guerra. Scioperano anche le operaie dei due stabilimenti della Manifattura tabacchi (Modena e Carpi). 14 aprile 1944: durante un rastrellamento nella zona di Baggiovara, moriva il partigiano Sergio Roncaglia, capo squadra della Brigata “Mario”. 15 aprile 1944: durante uno scontro con forze nemiche morivano i partigiani Adeonino Libertini e Renzo Stancari della Brigata “Mario”. Resistenza & Antifascismo Oggi


Il giornale “RESISTENZA E ANTIFASCISMO OGGI” è una voce della Resistenza, della democrazia, in difesa della Costituzione PER VIVERE HA BISOGNO DEL TUO AIUTO Elenco sottoscrittori: • LEVRATTI Alfredo -Cavezzo a sostegno giornale • Fam. SIGHINOLFI -Cavezzo a ricordo Egidio e giornale •Fam. CODELUPPI – ZANNI -Modena a ricordo Decima • FARINA Renzo -Modena a sostegno del giornale • BASTONI Adelmo -Castelfranco E. a sostegno giornale • REMONDI Cesare -Modena a sostegno giornale • ANDREOLI Alberto -Modena a sostegno giornale • Fam. BARALDI -Modena. La mamma ricorda Ivan • SMERIERI Dino -Bologna a sostegno giornale • GIULIANI Chiara -Modena a sostegno giornale • RIGHETTI Bruno -Carpi a sostegno giornale • MARTELLO Pierino –Carpi a sostegno giornale • NERI Carlo –Carpi a sostegno giornale • FARINA Benito –Carpi a sostegno giornale • CASTELLI Lauro –Carpi a sostegno giornale • VALLI Primo –Carpi a sostegno giornale • BARACCHI Amedeo –Carpi a sostegno giornale • Fam. TAMASSIA –Carpi a ricordo del caro Onorio • Fa. CAMPEDELLI –Carpi a ricordo di Onorio • Assoc. ANMIG –Modena a sostegno giornale • BARBIERI Silvio –Modena sottoscrive per Congresso • BARBIERI Silvia –Modena a sostegno giornale • MAGNI Paolo –Castelfranco E. a sostegno giornale • ARMAROLI Giuseppe –Formigine a sostegno giornale • Fam. GUIDETTI Cinzio –Modena a ricordo di Desolina • BORELLINI Ivonne –Castelfranco E. a sostegno giornale • GARUTI Franco –Ravarino a sostegno giornale • AMARANTI Colombo –Modena a sostegno giornale • BERGONZINI Arduina –Modena a sostegno giornale • BARBIERI Lea –Massa Finalese a sostegno giornale • GALLONI Athos –Casinalbo a sostegno giornale • FANTONI Rolando –Sassuolo a sostegno giornale • TOSI Francesco –Carpi a sostegno giornale • FERRAGUTI Isa –Carpi a sostegno giornale • ZAVATTI Franco –Modena a sostegno giornale • GILIOLI Vincenzo –Sassuolo a sostegno giornale • TRENTI Clara –Castelnuovo a sostegno giornale • BENUZZI Alfredo –S.Cesario a sostegno giornale • GRENZI Armando –Nonantola sottoscrive per Congresso • CALANCA Carlo –Soliera a sostegno giornale • MALAVASI Lodovico –Medolla a sostegno giornale • FERRARI Bonfiglio –Serramazzoni a sostegno giornale • BARBIERI Rosina –S.Cesario a sostegno giornale • ZUCCARINI Mauro –Solignano a sostegno giornale • BORRI Umberto –Lama Mocogno a sostegno giornale • ADANI Francesco –Pavullo a sostegno giornale • MELETTI Ivano –Modena a sostegno giornale • GNOLI Bruno –Modena a sostegno giornale • LOLLIS Roberto –Gorizia a sostegno giornale • MALAGOLI Ugo –Modena a sostegno giornale • BENATTI Elvimara –Concordia a sostegno giornale • FANTUZZI Floriana –Soliera a sostegno giornale • RICCO’ Tommaso –S.Cesario a sostegno giornale • TORRICELLI Susanna –Campogalliano per giornale • FANTINA Elvira –Carpi a sostegno giornale • GASPARINI Silvana –Castelfranco E. per giornale • RIGHETTI Rita –Sassuolo a sostegno giornale • BONI Domenico –Maranello a sostegno giornale

€ 20,00 € 10,00 € 50,00 € 25,00 € 50,00 € 20,00 € 30,00 € 50,00 € 300,00 € 20,00 € 25,00 € 15,00 € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 80,00 € 50,00 € 10,00 € 10,00 € 10,00 € 10,00 € 50,00 € 50,00 € 10,00 € 10,00 € 20,00 € 10,00 € 15,00 € 10,00 € 52,00 € 50,00 € 30,00 € 20,00 € 10,00 € 40,00 € 10,00 € 25,00 € 10,00 € 15,00 € 30,00 € 10,00 € 30,00 € 20,00 € 50,00 € 15,00 € 50,00 € 20,00 € 15,00 € 20,00 € 25,00 € 15,00 € 20,00 € 25,00 € 10,00 € 15,00

• DOTTI PELLACANI -Cavezzo sostegno giornale • RONCAGLIA Massimo a sostegno giornale • VEZZELLI Luciana -Modena a ricordo Decima • Sezione ANPI FIORANO a sostegno giornale • PANZA Lelia -Modena a sostegno giornale • REMONDI Cesarina -Modena a sostegno giornale • Fam. BENZI -Modena a ricordo di “Peo” • Fam. BERTACCA- Modena ricorda Sesto • MORSELLI Iolanda- Modena a ricordo di Alceste • FRIGERI Aldo- Modena a sostegno giornale • BORELLINI Luigi -Carpi a sostegno giornale • MENOZZI Romano –Carpi a sostegno giornale • PACCHIONI Emilio –Carpi a sostegno giornale • Fam. BELLELLI Giovanni –Carpi per il giornale • ARLETTI Emidio –Carpi a sostegno giornale • GELMINI Ornello –Carpi a sostegno giornale • Fam. CALITI: Orianna e Davide –Carpi a ricordo di Caliti Ada • Fam. MELOTTI –Modena a ricordo di Agostino • Fam. PIOPPI –Carpi a ricordo Lino • GHERARDINI Franco –Modena sostegno giornale • GASPARINI Elena –Modena a sostegno giornale • CALIUMI Edda –Formigine a sostegno giornale • FIORINI Natale –Modena a sostegno giornale • NERI Silvano –Formigine a sostegno giornale • VINCENZI Alberto –Finale E. a sostegno giornale • GASPERI Lorella Novi di Mo a sostegno giornale • BELLUTI Gianni –Rolo (RE) a sostegno giornale • FORESTI Marta –Carpi a sostegno giornale • BERTONI Giancarlo –Pavullo a sostegno giornale • BORTOLOTTI Daniela –Modena sostegno giornale • MASONI Edoardo –Campogalliano per giornale • MANFREDINI Augusto –Castelnuovo per giornale • MARCHI Vilson –Modena a sostegno giornale • CASARINI Enea -Carpi sostegno giornale • FERRARI Giancarlo –Sassuolo a sostegno giornale • PIGNATTI Azelio –Modena a sostegno giornale • GOZZI Genoeffa –S.Damaso (MO) a ricordo dei partigiani Giovanni SOLA e Ermanno GORRIERI • LUPPI Rubens –Roverero a sostegno giornale • MONTORSI Giuseppe –Maranello sostegno giornale • PEDRETTI GIULIANO –Senigallia sostegno giornale • TURCHI Sergio –Carpi a sostegno giornale • VINCENZI Alberto –Finale E. a sostegno giornale • SECCHI Marisa –Bologna a sostegno giornale • RUGGERI Faustino –Pavullo a sostegno giornale • DONDI Giuseppe –Modena a sostegno giornale • PAGANELLI Valeriano –Bomporto per giornale • PIRONDINI Eugenio –Magreta a sostegno giornale • CUOGHI Sauro –Spilamberto a sostegno giornale • TRAVERSI Ermanno –Nonantola sostegno giornale • GASPARINI Rosa a sostegno giornale • FORLANI Ermanno –Soliera a sostegno giornale • ALEOTTI Giuseppina –Carpi a sostegno giornale • BRUNETTI Ireneo –Carpi a sostegno giornale • PIRAS Raffaele –Carpi a sostegno giornale • RIGHETTI Guido –Sassuolo a sostegno giornale

€ 113,00 € 50,00 € 25,00 € 172,00 € 30,00 € 20,00 € 20,00 € 50,00 € 30,00 € 10,00 € 40,00 € 20,00 € 100,00 € 50,00 € 10,00 € 30,00 € 50,00 € 50,00 € 30,00 € 10,00 € 15,00 € 10,00 € 20,00 € 10,00 € 10,00 € 20,00 € 10,00 € 20,00 € 40,00 € 30,00 € 20,00 € 30,00 € 30,00 € 30,00 € 20,00 € 20,00 € 20,00 € 10,00 € 15,00 € 10,00 € 20,00 € 10,00 € 30,00 € 20,00 € 25,00 € 10,00 € 30,00 € 15,00 € 20,00 € 50,00 € 20,00 € 30,00 € 100,00 € 20,00 € 10,00

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Da gennaio pensioni più magre per oltre 14 mila pensionati modenesi

CGIL: APRIRE LE TRATTATIVE COL GOVERNO

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all’inizio dell’anno si sono rivolti presso le leghe pensionati dello Spi/ Cgil diversi anziani titolari di pensione lorda mensile superiore a 1.383 euro (netti 1.100), lamentando di non avere percepito interamente l’aumento stabilito per effetto della perequazione automatica per l’anno 2011 stimata nel 1,4%. E’ scaduto infatti in questi giorni, l’accordo Governo-Sindacati siglato con il governo Prodi nel 2007 che, oltre alla quattordicesima mensilità, prevedeva anche l’adeguamento annuale all’andamento dei prezzi pieno per le pensioni lorde mensili tra i 1.382,91 euro e i 2.304,85 euro lordi mensili per il triennio 2008-2010. L’accordo prevedeva che in quel triennio una Commissione ministeriale avrebbe dovuto incontrare i sindacati per rendere permanente e strutturali i provvedimenti adottati e per estenderli gradualmente a un numero sempre maggiori di pensionati. Il governo Berlusconi, invece, non ha mantenuto evidentemente questo impegno e dunque si torna da quest’anno alla normativa in vigore nel 2007 che riconosce a questi pensionati un aumento inferiore al pur già esiguo 1,4%, e che viene così determinato: per le pensioni di importo mensile lordo fino a 1.392,91 aumento dell’1,4%, per le somme eccedenti

e fino a 2.304,85 euro lordi mensili aumento pari al 1.25%, mentre per tutti gli importi superiori a questa somma l’aumento sarà del 1,05%. Nella nostra Provincia i pensionati che si vedranno da quest’anno rivalutazioni inferiori, sono ben 14.511 degli oltre 5 milioni e mezzo a livello nazionale. Lo Spi-Cgil ha chiesto al Governo di prorogare l’accordo del 2007 sulla perequazione delle pensioni (“scala mobile”), di riaprire il tavolo di trattativa per un fisco più giusto attraverso la riduzione delle aliquote fiscali attualmente applicate sulle pensioni portandole

dall’attuale 23% al 20% e dal 38% al 36%. Si chiede, inoltre, l’abolizione del drenaggio fiscale e l’estensione della quattordicesima mensilità per le pensioni fino a 1.300 euro lordi mensili. “Il Governo Berlusconi – afferma Norma Lugli dello Spi/Cgil - non ha però finora mai accettato di incontrare le organizzazioni sindacali dei pensionati Spi/Cgil Fnp/Cisl Uilp/Uil che hanno ripetutamente avanzato queste richieste negli ultimi anni. Senza il rifinanziamento dell’accordo Governo-Sindacati del 2007 si rischia a giugno che la quattordicesima mensilità non venga più pagata ai pensionati italiani”.

Il segretario Cgil Pivanti con Carla Cantone (segretario Spi nazionale) e Luisa Zuffi (spi Mo)

“BONUS INCAPIENTI” Il Sindacato Spi invita i pensionati presso le proprie sedi a verificare le contestazione di indebito Da inizio anno l’Agenzia delle Entrate sta effettuando una serie di controlli incrociati sui redditi e sta inviando a un numero significativo di pensionati su tutto il territorio nazionale una lettera di indebito con richiesta di restituire il “bonus incapienti”, una somma pari a 150 euro, indebitamente percepito. Oltre al bonus si chiede anche la mora e gli interessi legali per un totale di circa 196 euro (se corrisposti entro 30 giorni dalla notifica, pena l’aumento di un 10% sia su mora che interessi). Il “bonus incapienti” è stato introdotto nel 2007 dal Governo Prodi che attribuì agli incapienti (coloro che hanno redditi bassi e non paResistenza & Antifascismo Oggi

gano tasse, ovvero la cui imposta netta dovuta per il 2006 risultava pari a zero) un bonus di 150 euro e altrettanti per ogni familiare a loro carico. A causa dei tempi stretti entro cui bisognava certificare i requisiti e di successivi disguidi tecnici è accaduto che il bonus sia stato riconosciuto anche a pensionati che non ne avevano diritto. In molti casi non è avvenuta da parte dei pensionati la restituzione tempestiva del bonus indebitamente percepito (direttamente all’Ente o tramite modello 730/2008), ma trattandosi di persone per lo più anziane e vista la buona fede del dichiarante, lo Spi/Cgil chiede alme-

no che con le attuali contestazioni di indebito siano chiesti indietro solo i 150 euro, ma non siano applicati mora e interessi legali. I Sindacati pensionati Spi/Cgil, Fnp/Cisl e Uilp/Uil hanno avanzato unitariamente questa richiesta al Ministero delle Finanze, al momento ancora senza risposta. Inoltre lo Spi/Cgil in accordo con il Caaf, invita tutti i pensionati che ricevono la contestazione d’indebito a rivolgersi tempestivamente presso la sede Cgil più vicina, per controllare in primo luogo la fondatezza della richiesta. In diversi casi è stata infatti verificata l’insussistenza dell’indebito e i pensionati hanno effettivamente diritto al “bonus incapienti”. Febbraio 2011

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La professionalità di ASSPI per non incorrere in sanzioni

REGOLARITA' DEI CONTRATTI DI LOCAZIONE

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a situazione di difficoltà del mercato abitativo che ha ridotto l’attività nel settore delle mediazioni, con particolare riferimento alle agenzie immobiliari, ha spinto molti operatori ad improvvisarsi esperti nella stesura dei contratti locativi. Di frequente queste attività sono svolte non disponendo della preparazione e della professionalità necessarie per una corretta stesura dei contratti, in particolare per quanto riguarda quelli a canone concordato. Sempre più di frequente si riscontrano errori grossolani: il mancato ricorso ai modelli depositati nei Comuni, l’applicazione di parametri non corretti, canoni di affitto che non rispecchiano le tabelle elaborate e depositate, o l’applicazione di clausole non comprese negli accordi sottoscritti fra le organizzazioni della proprietà e degli inquilini, in base a quanto stabilito dalla legge 431/98. La conoscenza approfondita di queste norme è prerogativa delle organizzazioni che, come l’ASPPI, hanno

contribuito a determinarle e sono quindi nella condizione di applicarle con la dovuta professionalità, evitando irregolarità che possono determinare pesanti sanzioni agli interessati. Al riguardo vale ricordare che, da oltre un anno, è attivo un servizio,

definito di “asseverazione”, concordato tra le associazioni della proprietà e degli inquilini, fatto proprio dal Comune di Modena, con il quale è possibile sottoporre alle associazioni firmatarie, il controllo dei contratti elaborati da soggetti esterni diversi. E’ così possibile evitare di incorrere in spiacevoli sanzioni in sede di controlli degli organi competenti, quali l’Agenzia delle entrate od il Comune, come ad esempio in caso di applicazione dell’ICI ridotta sui contratti

concordati. Allo stesso modo, gli addetti presso le sedi ASPPI, sono a disposizione per problematiche ed eventuali conteggi riguardanti l’introduzione della cedolare secca (che sembra in dirittura d’arrivo). L’applicazione di questo regime, comunque facoltativo e a scelta del contribuente, è a sostegno degli sforzi per far emergere i contratti irregolari, in quanto fa riferimento a scritture necessariamente registrate. Per ovviare a questi inconvenienti, le sedi ASPPI sono disponibili ad effettuare i necessari controlli di regolarità, anche a seguito dei provvedimenti del Governo (entrati in vigore dal primo luglio scorso) che rendono obbligatorio l’inserimento dei dati catastali al momento della registrazione del contratto, nelle proroghe, nelle risoluzioni anticipate e nelle cessioni. Il servizio mira al riscontro di eventuali irregolarità, segnalandole al socio interessato, dandogli la possibilità di provvedere ad eventuali correzioni, garantendogli certezza e tranquillità.

2011: CON L’AUSER TANTE OCCASIONI PER CONOSCERE IL NOSTRO PAESE E IL MONDO Per un turismo consapevole, quale occasione per conoscere, per stare assieme, per aiutare e sostenere la missione sociale dell’AUSER Ecco le nostre proposte: Lago di Como e Villa Carlotta Navigando sul Garda da Riva a Sirmione, per Gardone Riviera e Salò Torino, Venaria Reale e Stupinigi Le città murate del Veneto: Monselice, Este e Montagnana L’Alsazia Berlino, Norimberga, Coburgo, Poztdam, Wuburg, ecc. Salisburgo, Linz e Stayer Una giornata in Valdobbiadene e Feltre Tour della Cina con le città imperiali Tour del Marocco Una giornata nelle Langhe al ribollir dei tini Bolzano e Bressanone Crema, Soncino e Castelleone: i gioielli della Lombardia Per maggiori informazioni e dettagli, rivolgersi a tutte le sedi AUSER di Modena e provincia o telefonando al n. 059 / 237824 24

Febbraio 2011

Resistenza & Antifascismo Oggi


LUTTI DELLA RESISTENZA

Non li dimenticheremo! Zanoli Benzo "Edera"

Zanni Decima "Marisa"

DI ANNI 86

DI ANNI

Partigiano combattente, comandante di formazione con il grado di sottotenente della Brigata „A. Caselgrandi‰, ha partecipato a diverse azioni tra le quali diffusione e propaganda contro i fascisti, azioni di sabotaggio, trasporto armi e disarmo di nemici. La sua abitazione era una base partigiana. A liberazione avvenuta oltre al ritorno al lavoro, è entrato nel movimento democratico, per lo sviluppo delle campagne, la difesa della democrazia e della pace. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di Spilamberto e della redazione.

86

Partigiana della 15a Brigata „Diavolo‰ ha svolto il prezioso lavoro di staffetta partigiana, trasporto munizioni, ecc. Ad avvenuta liberazione è entrata nel movimento democratico per lÊemancipazione delle donne, il lavoro, la democrazia e la pace. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di Carpi e della redazione. Per lÊoccasione la famiglia sottoscrive 50 euro a sostegno del giornale.

Smerieri Dino "Marcus"

Venturelli Walter

DI ANNI

DI ANNI 88

Di famiglia antifascista, un fratello partigiano caduto sotto il piombo fascista, ha collaborato con la Resistenza fornendo appoggio e sussistenza. Dopo la liberazione è entrato nel movimento per lo sviluppo della montagna, in difesa della democrazia e della pace. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di Pavullo e della redazione del giornale.

Camatti Rosa DI ANNI 83

Di famiglia antifascista, sorella di un partigiano caduto sotto il piombo fascista a Castelfranco, da sempre ha aiutato la Resistenza. a liberazione avvenuta oltre a dedicarsi alla famiglia, ha continuato ad essere impegnata per lo sviluppo delle campagne e lÊemancipazione delle donne. ai familiari giungano le condoglianze dellÊANPI di Pavullo e della redazione.

Caliti Ada DI ANNI 86

Di famiglia antifascista, Ada, durante la Resistenza, ha operato per accudire i partigiani. A liberazione avvenuta ha sempre partecipato alle battaglie del movimento democratico per lÊemancipazione delle donne, il lavoro, la democrazia e la pace. Ai familiari giungano le condoglianze dellÊANPI di Carpi e della redazione. I familiari sottoscrivono 50 euro a sostegno del giornale. Resistenza & Antifascismo Oggi

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Partigiano combattente della Brigata „Remo‰ con la quale ha, tra lÊaltro, svolto diverse azioni: attacco alla caserma di S.Possidonio, combattimento di Novi, occupazione di Concordia, azioni varie di disarmo e cattura di forze nemiche, ecc. A liberazione avvenuta ha continuato il suo lavoro ed è stato partecipe delle lotte per il lavoro, la democrazia e la libertà. Ai familiari e agli amici che lo ricordano con tanto affetto, si uniscono lÊANPI di concordia e provinciale e la redazione del giornale. NellÊoccasione i familiari hanno sottoscritto 30 euro a sostegno del giornale.

Campedelli Onorio Partigiano combattente della Brigata „Scarpone‰, ha partecipato a diverse azioni di sabotaggio alle forze nemiche, recupero di armi, ecc. a liberazione avvenuta ha dedicato la attività alla famiglia, al lavoro per la difesa della pace e per la libertà. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di Carpi e della redazione. I familiari nellÊoccasione hanno sottoscritto 80 euro a sostegno del giornale.

Piccinini Renato DI ANNI 81

Antifascista convinto, fin da giovinetto ha sempre operato in aiuto della Resistenza. a liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico per il lavoro, la democrazia e la pace. EÊ stato un bravo attivista della nostra Associazione. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di S.Damaso e comunale, alle quali si unisce la redazione. Febbraio 2011

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LUTTI DELLA RESISTENZA

Non li dimenticheremo! Bertacca Guido "Sesto"

Zanni Romolo "William"

Nel 25o anniversario della scomparsa, la moglie Galli Enrica e i familiari lo ricordano con immutato affetto. EÊ ancora forte e vivo il ricordo del suo impegno a favore dei valori dellÊantifascismo e della Resistenza. Si uniscono al ricordo lÊANPI provinciale e la redazione. NellÊoccasione la moglie ha sottoscritto 50 euro a sostegno del giornale.

Nel 2o anniversario della scomparsa i familiari ricordano con tanto affetto Romolo. Il lavoro, gli insegnamenti di una vita operosa impegnata nella difesa della democrazia, sono un ricordo indelebile. Si uniscono al ricordo lÊANPI provinciale, la redazione e tutti gli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. NellÊoccasione la famiglia sottoscrive 100 euro a sostegno del giornale.

Folloni Amerino "Mimì" In occasione del 17o anniversario della scomparsa, la moglie Volma, le figlie e i nipoti lo ricordano con immutato affetto. EÊ ancora vivo il ricordo dei suoi insegnamenti, oltre ai familiari, anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Si uniscono nel ricordo lÊANPI di Novi e la redazione. Per lÊoccasione la famiglia ha sottoscritto 50 euro a sostegno del giornale.

Benzi Enzo "Peo" Nel 7o anniversario della scomparsa la moglie e i familiari lo ricordano con tanto affetto. EÊ indelebile il suo insegnamento di partigiano e antifascista, la sua rettitudine morale, sempre vivi nei familiari e negli amici. Si uniscono al ricordo lÊANPI e la redazione. I familiari a sostegno del giornale sottoscrivono 20 euro.

Camatti Italo Recentemente scomparso, Italo, di famiglia antifascista, ha avuto un fratello fucilato nel Ê44 dai nazifascisti. Si è sempre adoperato per aiutare i partigiani. A liberazione avvenuta ha partecipato al movimento per lo sviluppo della montagna, per la democrazia e la pace. Ai familiari le condoglianze dellÊANPI di Pavullo e della redazione.

Tomassia Onorio Nel terzo anniversario della scomparsa, i familiari lo ricordano con immutato affetto. Sempre forte il suo insegnamento: lÊonestà, la democrazia e la libertà sono stati la sua vita. Si uniscono al ricordo quanti lo hanno conosciuto, lÊANPI e la redazione. La famiglia sottoscrive 20 euro a sostegno del giornale. 26

Febbraio 2011

Sogari Viterbo Nel 10o anniversario della scomparsa i familiari lo ricordano con immutato affetto. Si uniscono lÊANPI di Carpi, la redazione e tutti coloro che lo hanno conosciuto per il suo insegnamento. I familiari nellÊoccasione finanziano con 400 euro un Progetto sulla Resistenza da svolgersi nella scuola „Fassi‰ di Carpi.

Pioppi Lino "Lampo" Partigiano della Brigata „Dimes‰, nel primo anniversario della scomparsa i familiari lo ricordano con tanto affetto. I suoi insegnamenti di vita, dalla lotta al nazifascismo prima, alla difesa dei principi sanciti nella Costituzione, di libertà, giustizia e democrazia poi, rimangono indelebili nella memoria di quanti lo hanno conosciuto. Si uniscono lÊANPI di Carpi e la redazione. NellÊoccasione la famiglia sottoscrive 30 euro a sostegno del giornale. Resistenza & Antifascismo Oggi


LUTTI DELLA RESISTENZA

Non li dimenticheremo! Po Desolina ved. Guidetti DI ANNI

Melotti Agostino "Sergio"

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EÊ scomparsa il mese scorso Desolina, di famiglia antifascista, ha aiutato il movimento partigiano nella zona di Carpi. Ha dato ai figli oltre lÊamore materno, lÊinsegnamento per operare in difesa dei valori dellÊantifascismo, della libertà e della giustizia. Ai familiari giungano le condoglianze dellÊANPI e della redazione. I familiari hanno sottoscritto 50 euro a sostegno del giornale.

Pellacani Rino "Vittorio" DI ANNI 86

Partigiano combattente della Brigata „Scarpone‰ ha svolto diverse azioni e distintosi, comandava la squadra con il grado di sottotenente: dal sabotaggio ad attacchi a presidi, Quartirolo, Correggio, combattimento di Sassuolo. A liberazione avvenuta è tornato al suo lavoro e con il movimento democratico si è battuto per lo sviluppo dellÊagricoltura, in difesa della libertà della democrazia e la pace. Ai familiari giungano le condoglianze dellÊANPI e della redazione. NellÊoccasione i familiari sottoscrivono 100 euro a sostegno del giornale.

GLI EBREI SOTTO LE PERSECUZIONI IN ITALIA Un libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri. 2011, Giulio Einaudi editori € 15,00 «Chi sono? Dicono ora: un giudeo, adoperando in modo triviale un termine tanto stolto quanto vano». Da una lettera di Vittorio Pisa Resistenza & Antifascismo Oggi

Nel primo anniversario della scomparsa la moglie Luciana, la figlia Luisa e il nipote Filippo, lo ricordano con tanto affetto. La sua battaglia contro il nazifascimo prima, le lotte condotte poi, nel movimento democratico in difesa della libertà, della giustizia, della democrazia e del lavoro, sono il lÊesempio che Agostino ha lasciato alla famiglia e a tutti quanti lo conobbero. Al ricordo si unisce lÊANPI provinciale e la redazione. NellÊoccasione i familiari sottoscrivono 50 euro a sostegno del giornale.

Questa ampia scelta di testimonianze coeve è frutto di un accurato lavoro su documenti poco esplorati: ci propone la cronaca della persecuzione cosí come fu registrata giorno dopo giorno dagli stessi ebrei, cioè coloro che subirono le leggi razziali, gli arresti, le deportazioni e spesso pagarono con la vita. I brani sono stati suddivisi tematicamente e cronologicamente per consentire di ripercorrere l’intera storia della persecuzione antiebraica in Italia tra il 1938 e il 1945, dalla campagna di propaganda antisemita all’emanazione delle leggi razziali, dall’internamento sotto il fascismo alle razzie e agli arresti sotto la Repubblica sociale italiana, dalla fuga in clandestinità al concentramento nei campi italiani, dalla deportazione nei campi di sterminio al ritorno dei sopravvissuti. Un affresco storico che assume un significato particolare anche perché costituito di parole scritte dalle vittime di una persecuzione e di un crimine che il nazifascismo voleva mettere a tacere ed annientare, e che invece sono arrivate fino a noi, lasciandoci traccia tangibile, prova storica inconfutabile e memoria indelebile di ciò che è stato.

Il libro GLI AUTORI: Mario Avagliano, giornalista professionista e studioso di Storia contemporanea, è membro dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco e dirige il Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio. Tra le sue opere: Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza (Cava de’ Tirreni 1997); «Muoio innocente». Lettere di caduti della Resistenza a Roma (in collaborazione con Gabriele Le Moli, Milano 1999). Per Einaudi ha curato il volume Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006) e ha pubblicato, con Marco Palmieri, Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009) e Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010). Marco Palmieri, giornalista pubblicista e studioso di Storia contemporanea, ha lavorato per diverse testate; è membro del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio e ha pubblicato numerosi articoli e saggi sulla deportazione, l’internamento e le vicende militari italiane nella Seconda guerra mondiale. Per Einaudi ha pubblicto, con Mario Avagliano, Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009) e Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010). Febbraio 2011

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CAMPAGNA TESSERAMENTO 2011 TESSERAMENTO 2011 DEDICATO AL 150째 DELL'UNITA' D'ITALIA

OBIETTIVO: QUOTA 6.000 TESSERATI


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