Resistenza & Antifascismo Oggi - febbraio 2010

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AutorizzazionedelTribunalediModenan.960-Spedizioneina.p.tariffaassociazionisenzafinidilucro:D.L.353/2003(conv.inL.27/2/2004n°46)art.1,commi2e5DCBModena-AutorizzazionedellaFILIALE diMODENA-TASSA RISCOSSA-TAXE PERCUE

Periodico edito dall’ANPI provinciale di Modena - Anno XXI N. 1 - febbraio 2010 - € 0,50

Più ampia adesione all'Anpi, per difendere democrazia e Costituzione

Per non spegnere la memoria Come si può notare, leggendo le pagineseguentidelgiornale,sonomolte le attività e le iniziative che in provincia di Modena si sono realizzate per celebrare il 27 gennaio “giorno della memoria” e il 10 febbraio, “giornata del ricordo”. Ma ora progettiamo cosa proporre per celebrare degnamente e anche, se possibile, in modo nuovo, il 65° della liberazione che cade il 25 aprile prossimo. Lo dobbiamo fare consolidando l’impegno verso le nuove generazioni, con scolari e studenti, e suggerendo che la Costituzione sia oggetto di attenzione nelle scuole di ogni ordine e grado. Chiediamo ancora una volta il generoso impegno di insegnanti e docenti perché ciò si realizzi. Conoscere la storia ci mette al riparo rispetto ai pericoli che ancora incombono su di noi. C’è sempre nel mondo un qualche“dittatore”che minaccia di utilizzare la micidiale“arma nucleare”. Sono molte le sciagure che colpiscono il mondo moderno e l’uomo non può permettersi distrazione alcuna e concentrarsi, con opera risoluta, a mantenere la pace e usare ogni mezzo per scongiurare catastrofi, viceversa combattere la fame e la sete che colpiscono ancora miliardi di esseri umani. Abbiamo detto che la storia deve insegnare, ebbene, sia anche per la storia del nostro Paese. La democrazia, quella indicata dalla Costituzione, va difesa con assoluta fermezza, non intendiamo agitare spettrimacomedimostranoattipolitiResistenza & Antifascismo Oggi

ci, proposte di legge, leggi tentate poi ritirate o bocciate dagli organi di garanzia. Al centro – destra che governa l’Italia, la democrazia costituzionale sta stretta e non manca provvedimento che la mortifichi se addirittura non la cambi. Così come non è un segreto per nessuno la mortificazione del Parlamento, l’attacco a chi è chiamato a svolgere una funzione di garante costituzionale; la ostilità con la quale si guarda alla magistratura; i provvedimenti specifici che non mirano ad un migliore funzionamento della giustizia ma a salvare dai guai qualche alto personaggio. Il modo stesso di affrontare la crisi economica, negandola prima ed eludendola poi, determina una condizioneeconomicagravissimapermilionidi lavoratori e ciò non giova certo al confronto pacato e a soluzioni meditate, ma viceversa esaspera singole persone e le stesse forme di lotta esasperate non aiutano il dialettico impegno per risolvere i problemi. E cosa dire della situazione nella quale si fa precipitare la scuola, la formazionedeifuturi quadri dirigenti in ognisettoredellavita nazionale? Infatti siamo convinti che la democraziacostituzionale non può funzionare senza un pacato confronto delle idee, senza mantenere vivo il senso

dello Stato e di chi lo governa, senza garantire istituzioni efficienti, senza apprezzareilvaloredellalegalità,della responsabilità e il rispetto degli altri. Noi antifascisti di ieri e di oggi, di tutto ciò siamo convinti e la nostra Associazione deve essere più forte, più estesa, per continuare la propria azione al servizio del Paese. Lo diciamo con forza ora e ci rivolgiamo alle persone che si candidano per presiedere la Regione o per essere eletti a consigliere regionale. Ci rivolgiamo ai Partiti che si riconoscono nel centro – sinistra per chiedere loro un impegno preciso. La nostra Regione ha alle spalle un ricco e importante passato storico. Le idealità della lotta di liberazione hanno ispirato le sue politiche di sviluppo economico sociale e culturale. Sono risultati da consolidare, da estendere e ammodernare. Se chi governerà la Regione manterrà questo impegno avrà l’appoggio dell’ANPI. Aude Pacchioni


La politica scolastica del governo Berlusconi: due anni vissuti pericolosamente

la SCUOLA: un ascensore fermo nei sotterranei

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ei primi due anni di governo, l’esecutivo Berlusconi ha avviato un duro attacco nei confronti della scuola pubblica, accompagnato da una propagandistica campagna denigratoria approdata sui media con grande risonanza. Immediatamente dopo l’insediamento, il Governo ha deciso di tagliare oltre 8 miliardi dalla spesa scolastica, corrispondenti a più di 132.000 posti di insegnanti e di personale ausiliario, tecnico e amministrativo, da cancellare nel triennio 2009-2011. Un compito imposto da Tremonti (che così aiuta gli effetti devastanti della crisi economica e della disoccupazione!), che il ministro Gelmini sta svolgendo con solerte perizia, come una brava scolaretta. In che modo? Ad esempio imponendo – e mi limito a citare le misure più eclatanti – l’incremento del rapporto docenti-studenti, la riduzione del tempo scuola (alle elementari sono ricomparse le 24 ore, come negli anni ’60, mentre il tempo prolungato alle medie è stato drasticamente ridotto), la soppressione delle compresenze e l’introduzione del maestro “unico” (figura didatticamente superata ormai da decenni), il blocco del turn over e la mancata assunzione dei precari. Misure diverse che compromettono gravemente l’offerta formativa e che svuotano il sistema di istruzione dei contenuti e dei valori innervati nella nostra Carta costituzionale. Questa scuola impoverita come potrà assolvere alla sua funzione istituzionale di educare, formare cittadini consapevoli e rimuovere gli ostacoli sociali ed economici che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana”? Ma l’attacco della Gelmini contro la scuola prevede anche la mancata restituzione dei crediti che gli istituti scolastici vantano nei confronti dello Stato (la cifra supera il miliardo di euro!) e la progressiva riduzione delle risorse per il loro funzionamento ordinario. La situazione

finanziaria è tale per cui le scuole non sono in grado di pagare gli stipendi ai supplenti, il salario accessorio e il dovuto per gli esami di Stato ai docenti. Non mancano poi problemi sul piano dell’igiene e della sicurezza, poiché è stato imposto alle scuole di ridurre del 25% i costi degli appalti in corso per le pulizie e per la sorveglianza!

A peggiorare la situazione è intervenuta la“controriforma”della scuola superiore, che entrerà in vigore dal prossimo settembre nonostante i gravi ritardi della sua approvazione: per migliorarne i contenuti, per evitare la situazione caotica che si sta profilando e per dare qualche certezze in più alle famiglie sui futuri indirizzi di studio dei propri figli, sarebbe stato opportuno rinviarne l’avvio di un anno. Ma questo Governo è sordo ad ogni saggezza. E ha sacrificato l’esigenza vera di riformare l’istruzione superiore sull’altare di Tremonti: invece di realizzare una scuola in grado di far acquisire ai ragazzi conoscenze e competenze adeguate alle sfide del futuro, il Governo ha preferito ridurre l’offerta formativa, con un approccio che prevede meno ore, meno insegnamenti, meno attività di laboratorio, zero euro per l’innovazione didattica e la formazione dei docenti. In due parole, meno futuro. Si tratta di un progetto regressivo, peraltro coerente con la recente decisione del Governo di consentire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione (innalzato a 16 anni dal Governo

Prodi) all’interno dell’apprendistato, cioè con un contratto di lavoro. Una scelta grave, che ostacola le pari opportunità e che mortifica gli sforzi per far acquisire a tutti i ragazzi entro i 16 anni quel patrimonio di saperi e competenze necessari per affrontare con consapevolezza e adeguati strumenti l’età adulta. Questi, in sintesi, i due anni di politica scolastica del Governo Berlusconi. Due anni “vissuti pericolosamente” per la scuola italiana, il principale ascensore sociale, che viene bloccato al piano terra…anzi, rinviato nei sotterranei, per un salto all’indietro che pagheranno i nostri giovani e il futuro del Paese. On. Manuela Ghizzoni Capogruppo PD in commissione Istruzione alla Camera dei Deputati L’Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra e Fondazione di Modena partecipa al progetto di MOXA (Modena per Altri) teso a documentare l’occupazione italiana dell’Etiopia dal 1935 al 1941. I ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di Addis Abeba chiedono fotografie, documenti, stampe, testimonianze di quel periodo utile per elaborare le pubblicazioni previste (libro, DVD, CD, ecc) Chiunque possegga fotografie e documenti è pregato di farli pervenire all’A.N.M.I.G. di Modena (Viale L. A. Muratori, 201) 41124 Modena tel. 059-235292. Il progetto tende ad illustrare una pagina di storia poco conosciuta. I materiali inviati saranno restituiti ai legittimi proprietari. Grazie della collaborazione L’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra – Sezione di Modena

RESISTENZA OGGI: Direttore Responsabile: Rolando Balugani - Proprietario pro tempore: Aude Pacchioni, Presidente ANPI Provinciale Responsabile di Redazione: Garagnani Fabio Comitato di Redazione: Galantini Cesare, Garagnani William, Bompani Ezio, Croce Anna Maria, Amendola Marco, Solieri Laura, Trebbi Alessandro. Redazione e Amministrazione: via Rainusso, 124 - 41100 Modena - tel. 059/826993 - fax 059/828568 E-mail: anpimo@libero.it ; anpi.due@alice.it. Sito internet: www.emilia-romagna.anpi.it/modena Fotocomposizione e Stampa: Nuovagrafica, Carpi

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Armadio della vergogna

Processo di verona: verso l'unificazione

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otto febbraio scorso presso il G.U.P. del Tribunale Militare di Verona si è tenuta l’udienza preliminare relativa alla seconda trance del processo ai criminali nazisti responsabili di varie stragi tra cui quella di Monchio, Susano e Costrignano, perpetrata il 18 marzo 1944 in cui, secondo l’ultimo conteggio, sarebbero state trucidate 138 persone. Il Giudice, che ha accolto le richieste della Pubblica Accusa e del difensore di parte civile, Andrea Speranzoni, ha rinviato a giudizio Erich Koeppe, 90 anni, tenente dello Stato maggiore del III° reparto esplorante della Goering, che si aggiunge ai sei per i quali il processo è già iniziato. Ma si prospetta il rinvio a giudizio anche per i due caporali ottantaquattrenni Horst Günther Gabriel e Alfred Lühmann, per i quali il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza fissata per il 24 marzo prossimo. Un altro ufficiale per il quale prima di Natale era stato richiesto il rinvio a giudizio per gli stessi fatti, il sottotenente Hilmar Lotz, nel frattempo è morto all’età di 87 anni. I due ufficiali della

divisione “Herman Goering”, Koeppe e Lotz, avevano collaborato al coordinamento dell’operazione militare con particolare riguardo alle Batterie dell’artiglieria (la 10ª del II° Reparto comandata dall’imputato Helmut Odenwald e la 17ª del III° Reparto), insieme agli uomini del Reparto esplorante. Questi ultimi imputati vanno ad aggiungersi ai seguenti criminali nazisti, tutti ex appartenenti alla divisone corazzata, “Hermann Goering”, già rinviati a giudizio: Gustav Brandt, 94 anni, sottotenente; Hans Georg Winkler, di anni 86, sottotenente; Fritz Olberg, 88 anni, sottotenente; Wilhelm Karl Stark, di anni 89; Ferdinand Osterhaus, di anni 92, sottotenente; Helmut Oderwald, di anni 90, capitano; Gunter Heiroth, di anni 84, soldato. Tutti gli imputati sono accusati dei seguenti crimini contro l’umanità: “Concorso in violenza con omicidio contro privati nemici pluriaggravata e continuata (...)contribuendo alla materiale realizzazione dei crimini (…) e sempre agendo al programma criminale, senza necessità e senza giustifi-

cato motivo (…) e con finalità di ampie operazioni punitive contro i partigiani e la popolazione civile (…) contribuendo a cagionare la morte di numerosi privati cittadini italiani, fra cui donne, anziani e bambini inermi, agendo con crudeltà e premeditazione…”. La Provincia di Modena, rappresentata a Verona dal presidente del Consiglio Demos Malavasi e assistita dall’avvocato Andrea Speranzoni, si è costituita parte civile insieme a 83 familiari delle vittime, al Comune di Palagano, alla Regione Emilia Romagna e all’Anpi provinciale di Modena. «La sentenza di oggi - ha commentato Demos Malavasi - è un passo ulteriore verso il dibattimento che ci porterà ad accertare la verità sulla strage». Anche per quest’udienza l’Anpi ha organizzato un pullman (organizzato dal segretario Renzo Montorsi), che ha accompagnatoaVeronairappresentanti delle istituzioni e una trentina di familiari delle vittime che, con la loro presenza, hanno testimoniato quanto sia sentita l’esigenza di avere giustizia. Rolando Balugani

9 gennaio 2010: il 60° anniversario dell'eccidio delle fonderie di modena Il 9 gennaio 1950 furono uccisi dalla polizia 6 operai (Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli, Roberto Rovatti) e feriti 200 durante la manifestazione contro la serrata delle Fonderie di Modena: la drammaticità di questo evento rappresenta l’apice del rapportoconflittualeneiluoghidilavoro in provincia di Modena e in generale in tutto il Paese nel primo decennio del dopoguerra. Questo eccidio testimonia brutalmente la sproporzione tra la tremenda repressione della polizia sostenutadadiversiindustrialimodenesi e le rivendicazioni del sindacato e dei lavoratori per il diritto alla libertà sindacale, la difesa delle Commissioni interne e del cottimo collettivo, il controllo del collocamento per ridurre la forte disoccupazione degli anni postbellici. Il primo decennio del dopoguerra fu caratterizzatodallaripresadell’offensiva padronale per cercare di eliminare o quantomeno limitare il più possibile i diritti e le conquiste dei lavoratori dell’Italia del dopo Liberazione: oltre a feriti, arrestati e condannati, sono ben Resistenza & Antifascismo Oggi

75 gli operai che sono stati uccisi nel Paese. Il sacrificio di quelle vite umane e quella dura stagione di lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, avviò il cammino della costruzione della democrazia industriale e del civile conviveredemocraticodellanostraprovincia e non solo: per questo il 9 gennaio 2010 si è tenuta la commemorazione di CGIL CISL UIL del 60° anniversario dell’eccidio, presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta. I segretari di CGIL CISL UIL di Modena, insieme alle autorità cittadine, hanno deposto corone di alloro in memoria dei 6 operai uccisidurantelosciopero generaleproclamatodalla Camera confederale del lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, controappunto la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie. Oltre la commemorazione, si è tenuto un incontro promosso dall’assessorato

all’Istruzione del Comune di Modena e dall’Associazione Amici delle Fonderie, in collaborazione con l’Istituto storico di Modena e l’associazione Amici del Corni, con gli insegnanti e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Modena durante il quale sono state premiate le classi chehannorealizzatoilmigliorprodotto con l’utilizzo della narrazione testuale, audiovisiva nonché produzione di manufatti nel raccontare le Fonderie sessant’anni dopo. Laura Solieri

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A Rosarno scontri tra immigrati e italiani.

L'ANPI CHIEDE diritti, accoglienza e integrazioNE

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fatti di Rosarno, seguiti a breve dagli avvenimenti di via Padova a Milano, gettano un'ombra inquietante sul rapporto con l'immigrazione che sta vivendo il nostro paese. Di seguito la presa di posizione dell'Anpi nazionale su quanto accaduto a Rosarno, trasmessa a tutti i sindaci della Provincia: "I recenti fatti di Rosarno disegnano un quadro sociale fortemente allarmante. Un quadro di brutale sfruttamento dell’uomo e annullamento dei diritti di fronte al quale chi avrebbe dovuto sapere e intervenire già da tempo, ha dato una sola, intollerabile risposta: criminalizzare le vittime. Il

la nostra costituzione va difesa! A Carpi una fiaccolata ha confermato che i cittadini sono uniti in questo proposito La sera del 19 gennaio a Carpi si è tenuta una fiaccolata in difesa della Costituzione, con partenza dalle sedi sindacali fino a piazza Martiri. «Di fronte all’intensificarsi di attacchi contro i poteri di garanzia dello Stato (presidente dellaRepubblicaeCorteCostituzionale) e contro la magistratura – ha spiegato l’Anpi di Carpi, organizzatrice di questa fiaccolata - di fronte alla manifestata volontà del premier di promuovere, in modo unilaterale e a maggioranza, la modifica della Costituzione, si è costituito un comitato di difesa e sensibi4

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“negro”. Ancor oggi assistiamo ad uno scenariogrottescodivicendevoletrasferimento di colpe tra Istituzioni locali, forze politiche e Governo nazionale che lascia sconcertati e indignati oltre che amaramenteconsapevolidell’assenza diresponsabilità,umanitàetrasparenza,qualitàdistintivedell’impegnopolitico e di governo. L’Anpi - come è già avvenuto nel corso della grande e appassionata manifestazione che ha promosso il 12 dicembre scorso a Mirano (VE) contro il razzismo - nel denunciare con forza la deriva xenofoba in corso lancia un forte appello al Governo nazionale, ai Comuni, alle Province e alla Regione affinché venga avviato subito un percorso serio e responsabile di legalità, diritti, accoglienzae integrazione, come dettano i principi e i valori della nostra Carta Costituzionale". lizzazione che organizza la fiaccolata». «Si vuole impedire che la Costituzione, patrimonio di tutti, venga stravolta e piegata alle idee di una sola parte. Occorre contrastare questi tentativi per ritrovare lo spirito e la coscienza di un dovere civile da compiere», ha aggiuntopoiCesareGalantini,presidente Anpi Carpi. Alla manifestazione hanno aderito Arci, Circolo Kalinka, Libertà e Giustizia, Pd, Rifondazione Comunista Circolo Lenin, Sinistra Ecologia e Libertà circolo Terre d’Argine, Università Ginzburg, Africa Libera, Comunisti Italiani Federazione di Modena, Ask (Autonomia Studentesca Karpigiana), Circolo Mattatoyo, Scuola Futura, Italia dei Valori, Lista Civica Carpi a 5 stelle, Partito Socialista e ci sono state ben oltre300adesioniindividualidicittadini carpigiani. "L’Anpi di Carpi ha fatto da

Filo spinato di Giorgio Gandolfi Se leggenda fosse : tante croci non vi sarebbero oggi qui a ricordare dietro le mura, i caduti di ogni guerra. La città risorta Si estende al di là, ed un silenzio di paura si inchina rispettoso a quelle croci. Una vita nuova e dimentica del passato È questa e sol quando lento ogni sera, il campanile rintocca nell’ aria, il ricordo dei suoi caduti, la gente tace, perché un fremito li percuote. Un’ erba senza nome Ricopre le dimenticate fosse, e con esse anche chi in quel giorno col terrore negli occhi, morì. Come edera, ora l’ arida erba Avvinta si è al vecchio filo spinato Ed in quel misero recinto, la natura pone l’ aureola innocente del suo creato. coordinamento per tutte le forze che hanno aderito: questo conferma sicuramente il prestigio di cui gode la nostra associazione - ha aggiunto Cesare Galantini - Nonostante le temperature polari, oltre 200 cittadini (in particolar modo giovani) hanno partecipato a questa manifestazione e ciò conferma quanto la difesa della nostra carta fondamentale sia sentita come una priorità da tutti". Laura Solieri

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Giorgio Pighi, sindaco di Modena, sulla tregedia delle Foibe, ricordata il 10 febbraio

foibe: un lucido disegno di annientamento

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a nostra città è profondamente legata ai temi della memoria, soprattutto nei confronti di giovani, e per questo abbiamo accolto con favore la possibilità di promuovere iniziative mirate in occasione di ricorrenze dal particolare valore evocativo e simbolico della storia recente. Alla celebrazione del 27 gennaio, giorno della memoria della Shoah, si affianca, da alcuni anni quella del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Due memorie tragiche, perché accomunate dall’orrore di stragi in cui hanno perso la vita tanti innocenti, a cui è giusto e doveroso guardare con lo stesso sdegno e la stessa pietà per le vittime, con una doverosa analisi dei rispettivi contesti, con il primario obiettivo di comprendere

i fatti nella loro oggettività e di trarne insegnamento. Parliamo quindi di tragedie che hanno segnato la storia del ‘900, l’immane carneficina della Shoah, che ha sconvolto il mondo per la mostruosità della teoria nazista della totale eliminazione dei diversi, e di una tragedia assai meno conosciuta e fin qui poco studiata, certo di diversa proporzione e di circoscritta delimitazione territoriale, quella delle foibe, tuttavia non meno atroce per la logica che l’ha generata e per i crimini che l’hanno segnata. Crimini contro l’umanità, come sempre quando è l’odio etnico, razziale, religioso a guidare le azioni degli uomini in contesti in cui è

inevitabile che la cieca violenza prevalga. La guerra è poi terreno tragicamente fertile per ogni degenerazione e barbarie, travolgendo tutto, civiltà, relazioni tra le persone e tra i popoli, rispetto umano. Un groviglio terribile che il nazifascismo innescò e portò alle estreme conseguenze, assumendosi la tremenda responsabilità di coinvolgere il mondo in una spirale di violenza. Il tragico capitolo delle foibe consumato nelle terre al confine italo-jugoslavo alla fine del conflitto mondiale, ma anche quello del successivo, dolorosissimo esodo degli italiani da quelle terre, si iscrive dunque in un quadro storico dominato dall’odio, dal rancore e dalla contrapposizione cieca, al punto di perseguire un lucido disegno di annientamento fisico non solo del nemico, ma del “diverso” anche inerme. La triste pagina di storia degli esuli giuliano-dalmati viene oggi giustamente riportata in piena luce, con iniziative che ricordano come anche la nostra provincia e le sue città accolsero gli esuli e diedero a tanti connazionali nuova cittadinanza, in un momento storico di tensione e sofferenza. Mentre rendiamo omaggio alla memoria delle vittime di quella violenza, crediamo che ancora una volta il modo migliore per ricordare e onorare chi ha subito le atrocità della storia, sia quello di studiare, conoscere quello che è accaduto, conservare la memoria per i giovani, elaborarla in insegnamenti utili per il presente. Giorgio Pighi Sindaco di M odena

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I libri ROSSO DI SERA: UNA STORIA DI RESISTENZA È un romanzo storico, costruito sul filo della memoria, dove fatti e personaggi sono assolutamente reali. Il protagonista è il diciottenne Arnaldo, che per sfuggire al reclutamento della Repubblica di Salò, sceglie la via della Resistenza e ne paga un prezzo altissimo: una ferita alla gamba destra che lo costringerà alla mutilazione. Al ritorno, dopo essere riuscito, con umilianti peripezie, a trovare un lavoro stabile e a formarsi una famiglia, dovrà affrontare una seconda e più devastante tragedia: il suicidio del figlio di soli diciotto anni. Nella maturità, l’impegno profuso nella costruzione e direzione di un parco cittadino non sono per Arnaldo un rimedio sufficiente ai sensi di colpa. Né alla delusione di dover

assistere, ribelle ma impotente, alle trasformazioni di una società da cui si sente sempre più escluso. Ma pur nella foschia del tramonto, resta ancorato alle proprie utopie. È una storia avvincente e poetica, che ci dà il realismo dell’avventura umana e popolare della Resistenza, con le sue tragedie, passioni, domande e contraddizioni. Lo specchio di una generazione che ha speso il meglio di sé per un mondo solo in parte realizzato, e che non rinuncia a elaborare il proprio sogno anche quando si vede sottrarre, attraverso l’offuscamento dei valori fondativi della Costituzione e il revisionismo storico, le ragioni profonde delle proprie scelte.

LA FIGLIA ...DEL PRETE?! IL LIBRO DI ANTONIO BALDINI A fine 2009 è uscito il romanzo del pavullese Antonio Bandini, dal titolo “La Figlia….del Prete?!” L’autore, nato nel 1935, è figlio di una staffetta partigiana scomparsa da anni; e ricorda avvenimenti, clima, abitudini,costumi,tradizionidellamontagna modenese del periodo dell’ultima guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra. Le vicende del romanzo si svolgono in quel periodo ed in quei luoghi. Il succedersi e l’intrecciarsi dei fatti, la personalità dei protagonisti scaturiscono dalla fantasia fervida ed intrigante di chi scrive; ma nascono anche e sono stimolati, resi palpitanti da esperienze e ricordi vissuti dallo scrittore, rimasti

indelebili e determinanti nel forgiarne animo, sentimenti, ideali. Il libro per tali contenuti e per la testimonianza che offre, propone concezioni ed impegni della vita che riportano e si innestano su problematiche ed esigenze più che mai attuali. La narrazione scorre fluida, piacevole, coinvolgente; non ostenta pretese didattiche; ma le sofferenze, le angosce, le sventure dei protagonisti e del’umanità che li circonda fanno emergere l’esigenza di valori imprescindibili per un futuro un po’ più a misura d’uomo. Il romanzo, oltre che nelle edicole e librerie del Frignano, è reperibile presso l’ANPI di Modena.

Carpi, 65°anniversario dell’eccidio di Curva Cattania

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Celebrazione del 65° anniversario della battaglia di Limidi

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Il ministro della Difesa Ignazio La Russa la considera "non dimenticata"

la decima mas al soldo dei nazisti

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l ministro della Difesa Ignazio La Russa non rinuncia al tributo al più famigerato reparto di assassini e torturatori della repubblica sociale che durante la guerra legò il suo nome al Terzo Reich. L’omaggio lo affida ad un aggettivo - «non dimenticata» - che rimanda direttamente alla memoria e a tutte le ferite che le sono state inferte. Ma veniamo ai fatti: La Russa è a Livorno, nella caserma Vannucci della Folgore, per incontrare le forze armate e pronunciare il suo discorso di auguri di Natale e di fine anno. «C’è l’orgogliodisaperechelenostreforzearmate sono una vera eccellenza, un esempio per le nuove generazioni», scandisce davanti ai reparti schierati della Folgore, ma anche dell’aeronautica, della marina e dei carabinieri. «La stragrande maggioranza degli italiani - ha aggiunto La Russa - guarda a voi con affetto e si sente rappresentata da questiuominiedonnechehannosceltodi servirelapatriainarmi.Purtroppoabbiamo anchequest’annoavutodeiluttiepiantola scomparsa di uomini valorosi che si sono

spinti fino all’estremo sacrificio nella meritoriaoperadiconsolidamentodellapace». Discorso con tutti i crismi dell’ufficialità, quindi. Nel quale il ministro della Difesa ha voluto inserire il tributo al passato che non passa: «Tra i reparti schierati in questo piazzale - si compiace - c’è l’elite delle nostre forze armate, come il Comsubin della marina, erede della non dimenticata Decima Mas». Credo fermamente che il ministro andrebbe denunciato per apologia di fascismo, anche perché non è nuovo esaltare irepartideirepubblichinichecombatterono contro l’Italia libera. Ma la Decima Mas non solo aveva un comandante che si prodigò servile e feroce nello stare coi tedeschi contro gli italiani,machesiimpegnòneldopoguerra contro la Repubblica e la democrazia come golpista nelle “trame nere”. La Decima si lascia dietro un elenco di martiri antifascisti e di poveri civili. Se, il ministro La Russa, saluta ed elogia la “Folgore” non può salutare ed elogiare la “Decima”. La “Folgore” fece

Celebrazioni di Sandro Cabassi: la Lega nord prende posizione

sandro cabassi nella storia di modena

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proposito della decisione di non celebrare la figura di Sandro Cabassi, assunta da Roberto Ricco, presidente della Circoscrizione Modena 1, registriamolapresadiposizionedellgruppo consiliare della Lega nord, di cui pubblichiamo il comunicato ufficiale: “Temo che, vista anche la stagione, il presidente della circoscrizione Modena 1 Roberto Ricco sia stato colpito da un’allergia. Gli fa male il termine federalista. Noi leghisti rispettiamo i legami sul territorio, la storia locale, le tradizioni. E non buttiamo fango sulla memoria di nessuno. Veda di ricordarselo”. Così Stefano Bellei, esponente e seguace del Carroccio, presidente della commissioneSicurezza e verdepubblico della circoscrizione centro storico, replica all’esponente del Popolo della Libertà, dopo le recenti polemiche per la commemorazione del partigiano Sandro Cabassi fucilato nel 1944 in piazza Grande da un repubblichino. “Ovvio – prosegue Bellei – che Ricco ricordi che la mia è una presa di posizione a livello personale. Come credeva che la prendessi tale posizione, Resistenza & Antifascismo Oggi

comprendendoilmovimentodaVarese fino a Roma? Mi ero già espresso in modo critico per l’assenza di Ricco alla commemorazione di quest’anno e, come conseguente atto politico, ho sottoscritto l’interrogazione avanzata dal Partito Democratico. Qui – termina il federalista – non si fa sponda a nessuna componente dell’opposizione. Si giudicanoiprovvedimentiunoperuno, nel merito, e non si fanno sconti. La mia presenza in Consiglio è frutto di un consenso raccolto, che mi porta a votare in base ai principi che caratterizzano un movimento federalista, ricordando la storia e i valori del tessuto sociale che Modena, come ogni altra realtà italiana, incarna”. Roberto Ricco aveva lasciato solo l'Anpi a commemorare la figura di Sandro Cabassi. La stessa Anpi modenese avevapoiindirizzatounaletteraapertaa RIcco nella quale denunciava una decisione che "offende la memoria di un giovane intellettuale che ha dato la vita per liberare il nostro Paese dall’occupazione nazista, e per sconfiggere il fascismo e aprire la strada alla democrazia".

parte dei gruppi di combattimento del nuovo esercito italiano contro i nazifascisti. La “Decima” si fregiava di essere nazifascista contro gli italiani: le due cose non stanno insieme, o l’una o l’altra. Mi verrebbe spontanea una domanda: Ministro, Lei da che parte sta? Cesare Galantini Presidente ANPI Carpi

La locandina del film di Stanley Kubrik "Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba". Il protagonista è un ex nazista che collabora con gli americani ma ogni tanto...gli sfugge il saluto nazista.

SEDI NUOVE PER UN ANPI PIU’ FORTE

Nel corso dei prossimi mesi si apriranno nuove sedi per le sezioni ANPI della provincia. Si è iniziato con l’inaugurazione della sede del Comitato Comunale ANPI di Carpi; una bella sede, ampia e moderna ubicata nella“Casa del Volontariato” in via Peruzzi . Una inaugurazione alla grande, con la partecipazione di oltre cento persone ed un folto gruppo di giovani antifascisti; quel che più conta, però, sono gli impegni di lavoro per il futuro. L’obiettivo che ci si è proposti è di mettere l’ANPI al centro dell’attenzione per contrastare ogni azione tesa a mortificare la democrazia ed ogni tentativo di “aggirare” ed indebolire i valori contenuti nella Costituzione. Sedi nuove a Castelfranco E., Mirandola, Pavullo e Montefiorino; non uffici tradizionali ma luoghi d’incontro per un più incisivo lavoro delle Sezioni ANPI della Provincia di Modena, per farle diventare luoghi di discussione e di impegno politico attivo. E tutti noi sappiamo quanto sia importante oggi promuovere un azione popolarevoltaacontrastarelepolitiche e le azioni di questo Centrodestra che governa il Paese. Febbraio 2010

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Il giorno della memoria 2010 in tutta la Provincia

una giornata per non spegnere la memoria

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l giorno della Memoria 2010 è caduto nel suo decimo anniversario: è infatti nel 2000 che il Parlamento italiano, aderendo ad una proposta europea ed internazionale, con legge n. 211 del 20 luglio 2000 istituì la ricorrenza del 27 gennaio come data per commemorare le vittime del nazismo e dell’Olocausto, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni degli ebrei e dei deportati militari e politici italiani nei lager nazisti. Il riferimento scelto è quello del 27 gennaio 1945, giorno in cui i cancelli di Auschwitz furono abbattuti. In tale luogo si calcola che siano state sterminate circa un milione di persone, in particolare ebrei e zingari. Come sempre la provincia di Modena ha risposto con una miriade di iniziative, che hanno coinvolto le amministrazioni locali e i soggetti, come Istituto storico, Fondazione ex-campo Fossoli, Fondazione Villa Emma, lo stesso Anpi, che si occupano dei temi della memoria. Per il sesto anno consecutivo il Consiglio provinciale si è riunito mercoledì 27 gennaio in seduta straordinaria. Dopo l’apertura dei lavori a cura del Presidente del Consiglio Demos Malavasi, sono intervenuti Elena Malaguti, assessore provinciale Istruzione, Sandra Heckert, presidente Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia e Lorenzo Bertucelli, docente di Storia dell’Europa Università Mode-

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na e Reggio Emilia, presidente Fondazione ex Campo Fossoli. Alcune delle iniziative svolte in provincia: presso la Polivalente di San Damaso l’incontro tra i ragazzi delle scuole medie della Circoscrizione 3 di Modena e Mario Avagliano, studioso di Storia contemporanea e coautore del libro “Gli internati militari italiani”. Lo stesso autore, introdotto da Metella Montanari dell’Istituto Storico di Modena ha presentato il suo libro presso la Biblioteca della Rotonda. Presso la Sala di Rappresentanza del Palazzo Municipale di Modena in Piazza Grande si è tenuta poi la presentazione del volume di Claudio Silingardi “Alle spalle della linea gotica. Storie luoghi musei di guerra e Resistenza in Emilia Romagna”. Ha presieduto l’iniziativa Giuliano Albarani, Presidente Istituto Storico di Modena. Presenti il Sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Modena Elena Malaguti. Hanno commentato e discusso il libro Stéphanie Boissard, della “Maison d’Izieu”, Mémorial des enfants juifs exterminés, e Paolo Pezzino, Docente di storia contemporanea dell’Università di Pisa. L’Istituto Storico - in collaborazione con la facoltà di lettere dell’Università di Modena e Reggio Emilia - ha promosso un’ iniziativa aperta alla cittadinanza e rivolta ai docenti e agli studenti universitari e delle ultime classi delle secondarie superio-

ri proiettando il Film “Concorrenza sleale” di Ettore Scola. Presenti il Sindaco di Modena Giorgio Pighi, il Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi, la Presidente della Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia Sandra Heckert ed il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Claudio Baraldi, - ha fatto seguito la relazione del prof. Alfonso Botti. Sempre in occasione della giornata della memoria ha inaugurato il 26 gennaio a Torino - presso le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato in via Piave 21 - la mostra “A noi fu dato in sorte questo tempo 1938-1947”. Questa mostra si inserisce nel quadro delle iniziative del Museo della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e intende raccontare ai giovani, attraverso un approccio multimediale, le vicende di un gruppo di ragazzi ebrei, tra cui Primo Levi, che hanno scelto la Resistenza. La mostra sarà allestita in seguito anche a Fossoli. Nutrito anche il programma che ha coinvolto tutta la bassa modenese. Dalla testimonianza di Vittore Bocchetta a San Possidonio (con la partecipazione del regista Stefano Paiusco, alle letture musicate (violino di Paolo Buconi e Filarmonica G. Diazzi) a cura del gruppo teatrale La Zattera a Concordia, alla presentazione del libro “Io sono stato un numero” (con la presenza dell’autore Roberto Riccardi) a Camposanto, alla testimonianza di Daniel Vogelmann, editore della casa editrice Giuntina, a San Felice, alla testimonianza di Pietro Terracina a Cavezzo, e a quella di Gilberto Salmoni a Mirandola. A Zocca un calendario di iniziative, tra cinema mostre e incontri, dal titolo Gocce di Memoria. A Carpi si è tenuto uno spettacolo tratto dalle poesie di Primo Levi. ‘Turba dei nudi spaventati‘ di Marco Marchi (voce recitante Francesco Manetti, sulle musiche di Olivier Messiaen). Un testo scenico che intende offrire alla riflessione una testimonianza di ciò che è stato, rigorosa ed eticamente sostenuta quanto aperta all’ampliamento di un unico messaggio sempre valido: la difesa dei valori negati più naturali e alti dell’umanità. Resistenza & Antifascismo Oggi


Alla Polisportiva San Damaso, Mario Avagliano ha presentato agli studenti il suo libro

il sacrificio degLi internati

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n occasione del Giorno della Memoria, sabato 23 Gennaio 2010, presso la sala polivalente della Polisportiva di San Damaso, lo scrittore Mario Avagliano ha presentato ai ragazzi della Scuola Media “G. Sola” ed alla comunità di San Damaso il suo libro “Gli Internati militari Italiani”. La giornata è stata sponsorizzata dall’Istituto Storico di Modena con la collaborazione della scuola, dell’ANPI e della Polivalente di San Damaso. Ha coordinato la Dott.ssa Giulia Ricci. La giornata è stata aperta dal Presidente della Circoscrizione, il quale ha salutato la comunità presente e ha ricordato la “Shoah” ed il sacrificio degli Italiani internati nei campi

di concentramento nazisti. Gli alunni hanno letto alcune lettere e diari degli internati militari, tratti dal libro, precedentemente selezionati e ritenuti particolarmente significativi per il contenuto e per la forte emotività espressa. Le letture si sono alternate a proiezioni di immagini che documentavano quanto lo scrittore riferiva con testimonianze e ricerche storiche. I ragazzi hanno avuto modo di fare domande su come l’autore del libro ha condotto il lavoro di ricerca storica, di raccolta delle testimonianze dirette ed indirette; quale emozione ha provato leggendo le pagine più struggenti del libro e quali sono stati i criteri adottati per selezionare le lettere, i diari e le fotografie. L’autore Mario Avagliano, pur

non risparmiandosi nelle risposte, è riuscito a comunicare con un pubblico così giovane nei modi più chiari e semplici possibili e a trasmettere il messaggio che quel tempo di deportazione, di prigionia e di morte violenta non può essere dimenticato o giustificato. L’incontro è terminato con l’intervento della Prof.ssa Anna Palombo che ringraziando gli insegnanti che avevano preparato gli studenti all’incontro, ha precisato che l’evento è stato un occasione di ricordo di quanti hanno subito la “deportazione” ed è servita a riaffermare come attraverso la loro “scelta” consapevole di prigionia hanno dato un alta testimonianza del significato di Dignità, Libertà e Democrazia.

Le atrocità delle SS

il ricordo dell'eccidio di villa martuzzi

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l 6 marzo, dopo 65 anni, per la prima volta verrà commemorato l’eccidio di Villa Martuzzi, in cui vennero massacrate 17 persone, tra le quali due donne. La cerimonia, alla quale parteciperanno i sindaci di Vignola, Daria Denti, di Guiglia, Monica Amici e di Castello di Serravalle, Milena Zanna, inizierà alle 14,30 con una marcia partigiana dalla sede del comune di Vignola e si concluderà sul luogo del martirio. La presenza dei tre sindaci è determinata dal fatto che l’eccidio avvenne nel territorio del comune di Vignola, ma le vittime, tranne quattro residenti nel comune di Castello di Serravalle, tutti appartenenti alla famiglia Amici (il padre e tre figli), provenivano dal comune di Guiglia, dove erano state rastrellate il 23 dicembre 1944. Dopo le recenti ricostruzioni storiche, i tre Comuni hanno deciso di ricordare un terribile eccidio di cui, sino a poco tempo fa, si conosceva molto poco. Sin dal dopoguerra, correva voce che nella famigerata villa Martuzzi di Campiglio diVignola operò un reparto tedesco, che si rese responsabile di inaudite atrocità. Si era sempre solo parlato dell’uccisone di 17 partigiani, trucidati alla vigilia del Natale del 1944 i cui resti venero Resistenza & Antifascismo Oggi

alla luce in seguito ad un bombardamento alleato il 9 marzo dell’anno successivo. Dall’istruttoria relativa alla strage di Marzabotto, che ha portato all’identificazione ed alla condanna all’ergastolo di nove componenti del 16° battaglione SS, comandato dal maggiore Walter Reder, della 16° divisione Granadier Reichsfurer SS, comandata dal generale Max Simon, ha permesso di accertare che un altro battaglione della stessa divisone, quello comandato dal maggiore Max Paustian, dal 14 novembre 1944 al 14 gennaio 1945, operò in provincia di Modena e stabilì il comando fra Vignola e Marano all'interno di Villa Martuzzi. Fu il commissario prefettizio di Vignola ad in formare il prefetto di Modena che in seguito alle bombe lanciate da aerei alleati erano affiorati dal terreno i cadaveri di 17 persone che erano sepolte in due fosse comuni. I cadaveri, che erano orribilmente seviziati, presentavano ferite e lesioni e fratture alla testa, erano stati rastrellati dal battaglione di Paustian nella zona di Montorsello di Guiglia, al confine con il territorio di Montombraro di Zocca e quello di Castello di Serravalle il 23 dicembre 1944, in segno di rappresaglia per un attenta-

to a un reparto tedesco avvenuto due giorni prima. Furono sterminate intere famiglie sospettate di collaborare con i partigiani (quattro della famiglia Amici e tre della famiglia Uccellari). Dalla ricostruzione storica è emerso che vi siano diverse analogie fra gli eccidi di Vignola e di Castelfranco Emilia, compiuti a sei giorni di distanza 17 e 23 dicembre 1944) In entrambi i casi le povere vittime vennero orribilmente torturate, uccise e sepolte in modo che nessuno le potesse ritrovare. Sono molto simili le orribili violenze subite da Gabriella Degli Esposti e dalle sorelle Marsilia e Tilde Amici. In entrambi i casi i cadaveri vennero recuperati solo dopo che i tedeschi se ne erano andati. Infine, va anche detto che nelle rappresaglie i morti venivano lasciati sul posto 48 ore per terrorizzare la popolazione. In questi due casi i morti vennero nascosti. Erano forse state violate persino le terribili leggi di guerra naziste? Per crudeltà, sembrano invece appendici della strage di Marzabotto. A questo punto è auspicabile che la Procura della Repubblica Militare di Verona faccia piena luce anche su quest’ultimo terribile eccidio. Rolando Balugani Febbraio 2010

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Tre Ordini del giorno votati dal Consiglio nazionale dell'Anpi

un 25 aprile in tutti i comuni e in tutte le scuoLE

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l recente Consiglio nazionale dell'Anpi, riunitosi a Cervia il 19,20 e 21 febbraio,ha votato i seguenti Ordini del giorno: • L’Anpi chiede al Governo di emanare al più presto una direttiva nazionale affinché il 25 aprile sia celebrato in tutti i Comuni d’Italia, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, col concorso delle forze armate, dei giovani, delle istituzioni tutte. Una festa di tutti gli italiani, un momento speciale di incontro e aggregazione

intorno alle radici stesse della nostra convivenza civile: la Liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. La Costituzione. L’avvento della democrazia. Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI. • L’Anpi indice il prossimo Congresso Nazionale per il marzo del 2011 e per la sua preparazione impegna tutte le sue strutture a convocare i Comitati Provinciali alla presenza di rappresentanti degli organi dirigenti nazionali.

Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI. • L’Anpi saluta con favore e con l’augurio di un largo successo lo sciopero del 12 marzo indetto dalla Cgil. Una iniziativa importante, urgente, tesa a richiamare il Governo a un dovere imprescindibile e drammaticamente disatteso: un fisco più giusto per lavoratori e pensionati, come detta la nostra Carta Costituzionale. Per una nuova stagioni di diritti. Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI.

La seconda puntata delle Resistenze nel mondo: la questione Curda

UN POPOLO SENZA PATRIA DIVISO IN QUATTRO PAESI

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rima di tutto una precisazione. Questa non vuole essere una rubrica di equiparazione tra la Resistenza italiana al nazi-fascismo ed altre resistenze o movimenti di liberazione. Questa è una rubrica che cerca di spiegare il perché nascano certi movimenti, a cosa siano dovuti, perché ancora oggi, nel 2010, con le guerre mondiali e i totalitarismi alle spalle, si debba ancora vedere spargere del sangue per la libertà, l’indipendenza, i diritti dei popoli. Detto questo siamo contenti che la rubrica possa suscitare dibattito e punti di vista anche diversi, sempre nel rispetto reciproco. Questo mese una breve riflessione sulla realtà curda. Un altro popolo che non ha la sua terra. O meglio, ce l’avrebbe, perché la

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regione del Kurdistan esiste, solo che oggi giorno è compresa tra cinque stati diversi, nei quali i curdi, da sempre, sono una minoranza spesso segregata o perseguitata. Solo al termine della prima guerra mondiale sembrava possibile la formazione di uno stato curdo indipendente: ma il trattato di Losanna nel 1923 cancellò quello di Sèvres di tre anni precedenti, e così la popolazione asiatica fu divisa tra quelli che oggi sono la Turchia, l’Iraq, l’Iran e la Siria. Proprio per questa divisione, la resistenza e la lotta per l’autonomia del popolo curdo, hanno preso strade e volti diversi, e non sono mai riuscite adorganizzarsiinunmovimentounico e univoco. Analizzeremo brevemente la questione curda nei tre stati dove essa da sempre rappresenta un “problema”. IRAQ. Con l’avvento al potere di Saddam Hussein, la minoranza curda, organizzata nel Pdk fin dagli anni ’60, ha subito continue angherie e persecuzioni, anche dai toni molto violenti. Con l’ultima guerra, nel 2005, sembra essersi creato il terreno per una maggiore autonomia della popolazione curda in Iraq, ma bisognerà che la situazione si normalizzipercapirequalispazi avranno realmente gli abitanti del nord Iraq. IRAN. Il Kurdistan iraniano è da anni in stato d’assedio, con un contingente militare di 150.000 unità che ne controlla

il territorio. La minoranza, organizzatasi nel UPK (presente anche in Iraq) e nel PDKI (il partito curdo iraniano), nonrichiedel’indipendenza,maun’autonomia formale mai concessa e che ha causato diverse guerre e lotte negli ultimi trenta anni. TURCHIA. La Turchia è il paese che raccoglie nei suoi confini la gran parte del territorio del Kurdistan e della popolazione curda, e nel quale le lotte sono da sempre più aspre. Una storia travagliata, con leggi marziali, parziali concessioni e repressioni, la negazione di minoranze etniche da parte del governo di Ankara. È in questo orizzonte che si forma il PKK (il partito dei lavoratori curdo), leader della rivolta autonomista curda che voleva prima una rivoluzione e poi l’unificazione dell’intero Kurdistan in una democraziadelproletariato.Ilmovimento del PKK però, nato dopo la proibizione della lingua curda e altre limitazioni nel 1982, creò non pochi malumori all’interno della stessa popolazione curda, che fu bollata internazionalmente come terrorista. Un conflitto tra governo e PKK che è continuato fino alla morte di Ocalan, leader storico del partito, e che però non si è ancora risolta: il governoturcocontinuainfattiancoracon repressioni e arresti ingiustificati. Una questione ancora non risolta, quella dei curdi, un popolo ancora senza terra, senza identità riconosciuta. Senza pace. Alessandro Trebbi Resistenza & Antifascismo Oggi


interventi dei lettori Una testimonianza diretta dell'avvenimento descritto nello scorso numero

1944 tra i fiumi leo e scoltenna

Nel numerodidicembredelperiodico “Resistenza ed Antifascismo” vie-

ne ricordato a pagina sette lo scontro a fuoco avvenuto l’undici agosto '44 tra i fiumi Leo e Scoltenna. L’episodio è rammentato da Rolando Balugani (che io non conosco); ma di quell’avvenimentomirimangonoimpressi particolari che mi turbarono profondamente. Non avevo ancora nove anni; abitavo in una casupola in frazione di Montespecchio (Comune di Montese), denominata “Casa Lindino”. In quell’edificio, smarrito in mezzo alla boscaglia, inadeguato anche per ospitare conigli e galline, vivevamo, in quel periodo: io, mia madre, mio padre e due sorelle più piccole di me. Miseria, talora acuita da fame autentica, ci teneva un’assidua compagnia. Mia madre, da qualche tempo, aveva intrapreso l’attività di staffetta partigiana, per scelta ideale: ma anche perché dalla sua attività riusciva a ricavare qualche soldo e qualche chilo di farina o zucchero per placare le pretese dello stomaco. Quell’undici agosto 44 io ero nel ISTITUTO STORICO E FONDAZIONE FOSSOLI DAL PRESIDENTE NAPOLITANO Sono stati ricevuti al Quirinale dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano il presidente dell’Istituto Storico di Modena Giuliano Albarani e la direttrice della fondazione Fossoli Marzia Luppi. L’occasione è stata la presentazione della mostra itinerante intitolata “A Noi fu dato in sorte questo tempo. 1938-1947”, patrocinata dalla Presidenza della Repubblica che il 20 gennaio ha accolto a Roma una delegazione dell’Insmli, l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia che ha promosso e curato la mostra. Tra i componenti della delegazione, oltre ai modenesi Albarani e Luppi, l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, presidente dell’Insmli. “L’udienza al Quirinale – ha commentato AlResistenza & Antifascismo Oggi

bosco impegnato a sorvegliare tre o quattro pecore ed una capra inviate al pascolo. Ad un tratto, se ben ricordo, verso le undici o mezzogiorno, mi giunsero dalla zona di Rocchetta Sandri (Sestola) una sequela sinistra di spari. Corsi a casa cercando protezione tra le mura domestiche e, soprattutto, tra i genitori. Dopo un paio d’ore, nel bosco circostante cominciarono a materializzarsi diversi uomini in modo sparso, confuso; i quali convergevano, non so bene per quale arcano, verso la nostra miserrima dimora. Si creò un autentico assembramento – al riparo dai tedeschi perché il versante era coperto alla visuale di Rocchetta. Quegli uomini (tali sembravano a me bambino), molti erano forse ragazzi, poco armati, disorganizzati, taluni terrorizzati, non offrivanocertol’immaginediunaforza militare efficiente. Dopo disparate e caotiche discussioni, due o tre partigiani – forse i comandanti o facenti funzione – avvicinarono mio padre e, dietro un discreto compenso, gli proposero di recarsi in

un caseggiato di Rocchetta per recuperare cinque muli che essi avevano abbandonato carichi di viveri e munizioni. Io, presente alla trattativa, rimasi terrorizzato; temevo che i Partigiani potessero ricorrere alla violenza, alle minacce per convincere mio padre. Non ne ebbero bisogno: egli, con la più irrazionale incoscienza, accettò l’incombenza e partì per la missione. Io pensavo di non rivedere più mio padre; mi rifugiai terrorizzato in casa con mia madre e le mie sorelle. Non comprendo ancora per quale fortunato sortilegio, dopo un paio d’ore riapparve mio padre a cavallo del primo dei cinque muli recuperati e tranquillamente in fila. Solo in serata, quando già i Partigiani si erano dileguati egli si rese conto di essersi giocato la vita e, guardando noi bambini e mia madre, commentò: “Solo ora mi rendo conto del pericolo corso; oggi la fortuna mi ha assistito, non la sfiderò più! Meglio patire la fame assieme che lasciarvi orfani ed indifesi in un mondo spietato come questo!”

barani - e’ stato il riconoscimento della rilevanza culturale di un progetto di mostra itinerante che ha messo insieme una pluralità di soggetti, fra cui il nostro istituto e la Fondazione Fossoli. Durante la nostra visita – continua Albarani – abbiamo illustrato al Presidente Napolitano il catalogo della mostra e lo spirito dell’iniziativa, che si rivolge in modo prioritario alle generazioni idealmente coetanee rispetto al gruppo di Primo Levi”. A dimostrazione dell’interesse della mostra, il presidente Napolitano ne ha proposto l’esposizione al Quirinale. “Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del Presidente della Repubblica”, ha concluso Albarani. La mostra, che è stata inaugurata il 26 gennaio a Torino, arriverà in aprile anche a Fossoli. Soddisfazione per questo è stata espressa anche dal Presidente della Fondazione Ex campo Fossoli Lorenzo Bertucelli, secondo cui “la nostra presenza al

Quirinale è il riconoscimento di un lavoro su un tema difficile che riguarda la deportazione razziale. Ci fa molto piacere che l’iniziativa sia stata realizzata da un’insieme di soggetti anche diversi fra di loro. Per noi – conclude Bertucelli - è motivo di grande soddisfazione: questo riconoscimento sposta infatti l’attenzione sulle vicende di Fossoli dal livello locale a quello nazionale”.

Antonio Bandini

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interventi dei lettori La questione palestinese e i suoi risvolti

palestinesi e israeliani: chi sono i veri resistenti?

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a scelta di inaugurare la rubrica dedicata alle Resistenze nel mondo alla questione palestinese risulta di difficile comprensione. Il parallelo con il fenomeno della Resistenza europea al nazifascismo è infatti insostenibile, se non altro perché Israele non è un regime totalitario ma anzi è l’unica democrazia compiuta della regione medio-orientale. Se è senz’altro vero che la vicenda palestinese si è, nel tempo, complicataarrivandodistribuiretraicontendenti torti e ragioni e se sono certamente criticabilimoltesceltefattedaiGoverni di Israele, non si può parlare di “resistenza palestinese e guerre israeliane” né presentare la genesi di Israele come un’invasione. In Palestina non esisteva da secoli uno stato. Dopo la caduta dell’Impero Ottomano la regione venne affidata ad un Mandato britannico. In quel momento essa era abitata da una maggioranza araba e da una minoranza ebrea, egualmente autoctone. Questa minoranza era destinata ad aumentare a seguito delle migrazioni verso la Palestina di ebrei iniziata alla fine dell’’800 e, comprensibilmente, aumentata col crescere dell’antisemitismo in Europa. Que-

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sti migranti si insediavano in Palestina acquistando spesso la terra su cui vivere. Quindi la presenza ebraica c’era storicamente ed era aumentata.Vieranodunque due legittime pretese di autodeterminazionedeipopoli, una volta finita l’esperienza coloniale (turca prima, britannica poi). Al termine del mandato britannico nel 1947 le nazioni unite votarono per la creazione, nella Palestina occidentale (quella orientale, la Giordania, era già destinata a divenire una nazione totalmente araba) di due stati uno ebraico (Israele) e uno Arabo (la Palestina). Guarda un po’: 2 POPOLI 2 STATI, una formula non poi tanto nuova! Gli Arabi si opposero al progetto non accettando la presenza ebraica e non appena proclamata la nascita di Israele gli eserciti degli Stati arabi confinanti invasero il nuovo stato, con l’intentodidistruggerlo.Dunquelaprima guerra fu mossa dagli arabi e i resistentifuronogliisraeliani. E i resistenti vinsero. Come tuttiivincitoriconsolidarono i propri confini a danno degli aggressori perdenti. Lo stato palestinese non nacque perché le zone non occupate da Israele vennero inglobate da altri stati arabi confinanti (la Giordania in particolare). L’obiettivo palestinese restò comunque quello della distruzione di Israele. E’ da questo esordio che nascono tutte le, intricatissime, vicende, successive. A cominciare dalla guerra dei 6 giorni e da quella del Kippur fino a vicende più recenti. Insomma....niente a che vedere con la Resistenza europea contro il Nazifascismo. Guerra alla quale, significativamente, partecipò una brigata ebraica, com-

battendo proprio per la liberazione della Romagna e dell’Emilia. Mentre elementi arabi formarono divisioni di Waffen SS. La Storia ha strani disegni, e spesso mette in crisi le ricostruzioni troppo affrettate. Nei giorni della resistenza israeliana contro gli invasori, nel ’48, il Mufti di Gerusalemme, già adepto nazista, chiamò l’Islam alla guerra Santa per «l’annientamento degli ebrei». Oggi,giornodellaMemoriadell’anno 2010, mentre scriviamo queste righe, la guida spirituale di uno Stato sovrano, l’Iran, ha lanciato lo stesso anatema. Chi è dunque che deve resistere? Attenzione a non rimproverare ad Israele il peccato originale di esistere, o quello – speculare – di essere ancora, dopo tutto, «forte» quanto basta per garantire a se stesso la propria sopravvivenza. Noi combattemmo per il nostro diritto di esistere come Nazione. Perché dunque Israele non dovrebbe fare lo stesso? Salvatore Aloisio Fulvio Orlando Nelle foto: Yasser Arafat e Yitschak Rabin Resistenza & Antifascismo Oggi


A un anno dalla scomparsa dell'ultimo rappresentante del primo Consiglio comunale

IN ricordo di oliviero saetti

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l 14 gennaio 2010, il compianto Oliviero Saetti è stato ricordato in Consiglio comunale a Carpi. Di seguito un estratto dell’intervento di Giovanni Taurasi, Presidente del Consiglio: "Il 19 dicembre 2009 è scomparso a 95 anni Oliviero Saetti. Fece parte del primo Consiglio comunale nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale e poi venne eletto nei successivi 4 mandati, rimanendo nel civico consesso dal 1945 al 1964. Era l’ultimo rappresentante vivente del primo Consiglio democratico del dopoguerra. Saetti era una persona laboriosa, che amava il suo lavoro di commerciante e vi si dedicava con passione. Pur avendo molti impegni di lavoro e famigliari, non trascurava mai i ‘riti civili’ legati alla storia della nostra città, rispettato ed autorevole cultore della sua memoria e della sua identità. Non dell’identità di una sola parte, ma dell’identità culturale dell’intera comunità. Saetti era un premuroso custode delle

memorie locali, del dialetto e delle tradizioni culturali cittadine. Era soprannominato ‘al drugher’, per il negozio di fronte al Municipio che gestiva insieme al fratello Giorgio. Li chiamavano i “fratelli Karamazov”, non per accostarli ai personaggi del romanzo di Dostoevskij, quanto per richiamare da un lato il loro legame con la storia comunista e la Russia, dall’altro per evocare uno stile ottocentesco e distinto che li caratterizzava. In realtà Saetti era un comunista atipico, vista la sua estrazione sociale borghese più che operaia e la sua attività che lo conduceva ad avere rapporti con tutta la comunità. Quando penso a Saetti, penso a uno dei protagonisti della storia migliore della nostra città, una persona che si è dedicata con passione civile all’attività politica e che poi è tornata completamente al suo lavoro di commerciante e ai suoi affetti famigliari. Così come i quattrocento consiglieri che si sono succeduti tra questi banchi nel lungo dopoguerra. Ecco perché ricordare l’ultimo rap-

presentante del primo Consiglio è come ricordarli tutti. Ed ecco perché, scomparso Saetti, non scomparirà il suo ricordo, che continuerà a rimanere vivo tra i suoi famigliari e tra chi l’ha conosciuto. E non si cancellerà la memoria di quella straordinaria generazione, verso cui siamo enormemente debitori".

In centinaia al convegno di studio "Ermanno Gorrieri: una vita per la Repubblica"

ermanno gorrieri: un esempio ancora vivo

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rmanno Gorrieri: comandante, partigiano, sindacalista, cooperatore, dirigente della Dc, deputato, consigliere regionale, ministro, saggista e polemista, autore di ricerche e studi in campo economico e sociale che gli sono valse la laurea honoris causa in sociologia, innovatore della storiografia della Resistenza ed infine protagonista nella diaspora del partito cattolico. In poche parole Gorrieri è stata sicuramente una delle figure più rappresentative del cattolicesimo democratico nell’Italia del Novecento; a ricordarcelo, il Convegno nazionale di studio e di confronto “Ermanno Gorrieri. Una vita per la Repubblica” tenutosi a Modena a Palazzo Europa il 15 e 16 gennaio 2010, in occasione dell’uscita della biografia “Ermanno Gorrieri (1920-2004). Un cattolico sociale nelle trasformazioni del Novecento”,pubblicazionedellaFondazione Gorrieri, Il Mulino, 2009. Il Convegno è stato seguitissimo: ad esso hanno Resistenza & Antifascismo Oggi

presenziato e sono intervenuti tra gli altri Giuliano Amato, Renato Moro, Chiara Saraceno, Paolo Pombeni, Romano Prodi. Il Presidente della Fondazione Gorrieri Luciano Guerzoni e il Segretario Giordano Boldrini hanno commentato entusiasti: "Il convegno è riuscito molto bene sia per la qualità che per la ricchezza dei contributi dei tanti relatori oltre che per la straordinaria partecipazione di pubblico. Dovrebbe far riflettere il fatto che alcune centinaia di persone abbiano seguito per ore le cinque sessioni in cui il convegno si è articolato, quasi senza soste: dato indicativo del grande fascino che la figura di Gorrieri tuttora esercita". "Gorrieri pensava alla possibilità di due partiti cattolici ma è sempre stato comunque interessato ad accelerare la sperimentazione dell’Ulivo per non lasciare un vuoto – ha detto Prodi durante il suo intervento conclusivo – Gorrieri parlava alla gente, altro che anonimato del parlamentare di oggi, l’attuale legge elettorale

non consente un rapporto quotidiano tra il rappresentante politico eletto e il suo ambiente di provenienza. Ermanno Gorrieri è stato un uomo che ha sempre obbedito alla propria coscienza, un esempio per tutti". Laura Solieri

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La disumana storia di centinaia di donne internate nei campi di concentramento

prostituzione forzata nei lager

Meglio prostituta in un bordello, che morire di fame, crepare per le botte op-

pure finire nella famigerata infermeria e utilizzata come cavia dalle SS! Quante donne rinchiuse nei campi di concentramentonazistiavrannopensato a questa formula di “salvezza” offrendosi per quel turpe commercio che era fiorente persino in quei luoghi dove gli esseri nulla più avevano di umano, sia cheindossasseroladivisadaprigioniero o le impeccabili uniformi delle SS! Non sapevano, quelle disperate, che sarebbero andate incontro alla doppia morte, non tanto quella fisica che era costantemente in agguato, ma quella interiore, che toglie il rispetto per te stessa, che ti degrada da donna a misero corpo su cui uomini macilenti o aguzzini ben pasciuti potevano sfogare le loro, comunque, tristi passioni. Donnechehannovolutofarsidimenticare, per la vergogna, perché nessuno aveva per loro una lacrima di compassione e perché essere stata una bordellfrau è un marchio talmente infamante da non lasciare speranza alla pietà. Un dramma, nel dramma quello delle prigioniere“indottevolontariamente”alla prostituzione. Nel 1941, Il Reichfhurer delle SS, Himmler, dopo un’ispezione al campo di Mauthausen, ordinò la costruzione di bordelli sia in quel luogo che nel vicino campo esterno di Gusen e negli anni

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successivi fu la volta di Auschwitz, Dachau, Neuengamme, Sachsehausen e Mittelbau-Dora. Sua la firma sul decreto dell’ 11 giugno 1942 che autorizzava i comandantideilager“afornirefemmine nei bordelli ai detenuti più laboriosi”. Lo scopo era quello d’incentivare il lavoro deiprigionierimaschiedarginarel’omosessualità. Nel 1943, Himmler, istituì poi una serie di norme per l’ attribuzione di premi per i campi di concentramento. Premi che venivano concessi ai prigionieri con le migliori prestazioni lavorative e che potevano consistere in una maggiore frequenza per la posta, l’acquisto allo spaccio di alimenti o sigarette e soprattutto la possibilità di accedere ai Sonderbauen, gli “Edifici speciali”, così venivano chiamate le baracche che ospitavano i “tristi piaceri”. Furono almeno quattrocento le prigioniere sfruttate sessualmente in questi bordelli e la maggior parte di loro proveniva dal campo di concentramento di Ravensbruck, ma anche da Auschwitz-Birkenau. Le SS le reclutavano promettendo loro la libertà dopo sei mesi di “servizio” e dal 1943 ne selezionarono un numero sempre più crescente. Le prigioniere ritenute idonee venivano “preparate” per il Kommando delbordello:unaquarantenanegliuffici dell’ infermeria dove le più denutrite ricevevano una migliore alimentazione e cure mediche. La “merce” non poteva essere completamente scadente: c’è un limite a tutto! La maggior parte di queste infelici era di origine tedesca e registrata a Ravensbruck come “asociale”, altre provenivano dall’ Ucraina, dalla Russia Bianca e dai Paesi Bassi ed erano per lo più inserite nella categoria delle prigioniere “politiche”. Finire a Ravensbruck con il triangolo nero non era difficile: come racconta Frau Kiesel, protagonista de La baracca dei tristi piaceri di Helga Schnaider (Edizioni Salani) bastava essere stata fidanzata ad un ebreo. La quotidianità nei bordelli dei lager era severamente scandita: di giorno le donne svolgevano semplici lavori per le SS, ma dall’ appello

serale dovevano tenersi a disposizione dei prigionieri. La domenica e le feste comandate il lavoro iniziava già dal pomeriggio e solo nel caso che la radio trasmettesse un discorso del Fuhrer il Sonderbau restava chiuso. I prigionieri che frequentavano il bordello del campo non erano tanti, si calcola meno dell’1% del totale degli internati ed inizialmente solo i “tedeschi del Reich” ne avevano diritto poi, si aggiunsero i polacchi, gli scandinavi e gli europei occidentali. Verboten, proibito, invece, per i prigionieridiguerrasovieticiepergliuominidi origine ebraica. Per accedere al Sonderbau i prigionieri maschi inoltravano domanda all’ apposito ufficio, la Schreibstube pagavano il prezzo d’ingresso di due Marchi del Reich, sceso poi ad un solo Marco a partire dal febbraio 1944, oppure consegnavano il bonus guadagnato secondo il perverso meccanismo a premi ideato da Himmler per incrementare la produzione bellica. Per consumare avevano a disposizione venti minuti scesi poi a quindici e prima di accedere al bordello dovevano passare in infermeria per una visita medica e la doccia. Tra le fissazioni dei nazisti c’erano sicuramente la burocrazia e l’ igiene. Dopo ogni rapporto sessuale le donne dovevano lavarsi con un sapone che causava forti bruciori alle parti intime ed in caso di gravidanza sapevano che la sentenza delle SS era senza appello: abortire! Per alcune di loro quel figlio nato dal sopruso era comunque un motivo di vita, un filo a cui aggrapparsi per dare un senso ad un’ esistenza in cui, per non impazzire, si accettava la violenza come normalità. Un filo che veniva brutalmente reciso dai medici del lager senza nessuna pietà. Chi poi si ammalava veniva rispedita al lager di partenza o all’infermeria come cavia e la sua fine era segnata. Poiché al peggio non c’è mai fine, le prostitute forzate dovevano assolvere anche ad un compito pietoso: congiungersi carnalmente con i prigionieri maschi omosessuali operati da Carl Vaernet, il criminale medico danese che, spiando da un buco voleva accertarsi che su i suoi pazienti-cavie (quelli che sopravvivevano ai suoi esperimenti) la “cura” fosse riuscita. La maggior parte delle donne prigioniere, costrette a lavorare nei bordelli


dei campi di concentramento nazisti, non erano prostitute di mestiere e così, dopo la liberazione, pur avendo subito gravi conseguenze fisiche e morali difficilmente parlarono di tale esperienza mentre gli uomini, soprattutto chi era stato prigioniero, le poche volte che ricordavano quelle schiave del sesso, lo fecero con grande disprezzo. Donnecheognigiornodovevanoconcedersi ad un’infinità di uomini e che alla fine della guerra si ritrovarono rottami umani, distrutte, rovinate. Molte, perlavergogna,perlapauradelgiudizio sociale non fecero nemmeno richiesta per ottenere un risarcimento. Alcune, invece, le non tedesche, una volta tornate al loro Paese di origine, vennero riconosciutevittimedelnazionalsocialismo. L’esistenza delle Fraulenhaus coatte nei lager nazisti è stato per decenni un argomento scabroso, da evitare. E’ stato solo nel 1994 che venne realizzato, per la prima volta,su questo tema, il documentario Il Grande Silenzio a cuifeceroseguitoalcunecopertinesulla stampa di lingua tedesca, nonché trasmissioni radio-televisive. Bisognerà attendere, invece, il 2005 perché il tema dello sfruttamento sessuale coatto nei campi di sterminio di-

venti tema di una mostra realizzata da un gruppo di studio viennese Die Aussteller e da un gruppo della Università di Berlino. La mostra che è stata ospitata per circa due anni presso il campo di Ravensbruck, a circa 80 Km. da Berlino, illustra la prostituzione subita da molte prigioniere del regime nazista, ebree, politiche, lesbiche facendo così conoscere un’ulteriore vergognoso capitolo del libro nero del delirio nazional-socialista. La mostra, ora itinerante, è stata presentata a Roma da “Be Free Cooperativa Sociale contro tratta, violenza e discriminazioni” ed è stata ospitata presso il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso dove si è conclusa recentemente. La prostituzione forzata nei campi di concentramento, però, non è stata un’ esclusiva del nazismo. Anche in Cina e Corea centinaia di migliaia di donne e ragazzine , durante il secondo conflitto mondiale, furono deportate e costrette alla prostituzione e in tempi più recenti dobbiamo ricordare le violenze in Jugoslavia e Ruanda e l’ elenco, purtroppo non finisce qui. La violenza sessuale viene dichiarata “reato contro l’umanità” , per la prima volta nella storia del diritto penale internazionale, il 1° Luglio 2002, data

in cui è entrato in vigore lo Statuto del Tribunale Internazionale, ratificato fino ad ora da 108 stati e che dichiara “ Lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione coatta, le gravidanze obbligate, la sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di comparabile gravità” sanzionabili. Unadataimportante,unospartiacque, poiché prima di quel giorno le violenze sessuali contro le donne furono considerate come naturale conseguenza della guerra. Guerra che viene scatenata dagli uomini che – si dice – portano questogenenelpatrimoniocromosomico a ricordo di quando vestiti di pelli ed armati di clave e lance dovevano lottare per la sopravvivenza. Chissà se un giorno i ricercatori, gli scienziati chiamati, tra l’ altro, a scoprire elisir di giovinezza, di lunga vita per questa società che si nutre di apparenza, non riescano, invece, ad individuare e isolare il gene della stupidità umana. Chiara Russo Carlini Credit: foto della pagina precedente tratte dalla mostra “Sex-Zwangsarbeit in NS-Konzentrationslagern”.

Una campagna nazionale dell'Anpi nel nome di Nilde Iotti

donne, antifascismo e democrazia Il 28 novembre scorso nel corso di una iniziativa nazionale l’ANPI ha lanciato una campagna nazionale: "Donne antifascismo e democrazia" per avere più donne nell’Associazione. Non è assolutamente possibile la-

sciare cadere ciò che ha rappresentato il ‘900 per le donne. Dalla schiavitù e sottostima in casa e fuori casa, fino alle conquiste contenute nella Costituzione del 1946 e quelle successive.

L’ANPI vuole essere presente, con iniziative politiche e culturali per rimotivare l’impegno, dare speranza e fiducia al movimento di tutte le donne per salvaguardare le conquiste, aprire gli spazi per la piena applicazione dei fondamenti costituzionali, per combattere le nuove azioni di offesa materiale e morale che ogni giorno, in casa e nella società colpiscono la dignità delle donne. Questo si realizzerà ricordando Nilde Iotti. Una donna che al di là dello straordinario percorso politico e delle altissime responsabilità raggiunte (prima donna Presidente della Camera dei Deputati) ha saputo essere, in una società ancora in ritardo, una donna “nuova”. Ha avuto il coraggio di scegliere: si è assunta la responsabilità delle sue idee e dei suoi sentimenti. Ha saputo raggiungere i livelli più alti del “successo” politico e personale. Ha condiviso sempre con le donne il faticoso cammino di emancipazione e liberazione. Resistenza & Antifascismo Oggi


Le iniziative di marzo dell'Associazione culturale l'Incontro

insieme per vivere meglio il nostro tempo L'Associazione culturale l'Incontro organizza una serie di incontri sui temi della memoria e dell'attualità. All'interno del ciclo Siamo tutti clandestini, tre momenti per guardarci intorno e dentro, a cura di Ivan Andreoli, si terranno le proiezioni dei film Jalla Jalla (3 marzo) di Josef Fares, In questo mondo libero (10 marzo) di Ken Loach, Cover Boy (17 marzo) di Carmine Amoroso. Sul tema dei Diritti: vogliamo saperne di più, si terranno gli incontri con l'Avvocatessa Maria Grazia Scacchetti su "Testamento biologico: medicina, diritto,

etica" (24 marzo), con il Prof. Giuseppe Campana su Diritti e di-

gnitaà della persona nella Chiesa cattolica di oggi". All'interno degli itinerari culturali si terrà il 20 marzo una visita guidata alle sale storiche del Palazzo comunale di Modena. Tante altre sono le iniziative dell'Associazione, dai corsi di inglese ai laboratori di Pittura e disegno, fino ai gruppi di teatro dialettale. Informazioni e iscrizioni presso la Segreteria dell’Associazione in via Canaletto, 100 – tel. 059 315694 – lunedì , mercoledì e venerdì dalle ore 15 alle 18.

Assemblea a Camposanto sabato 6 febbraio per rilanciare l’ANPI con un nuovo gruppo dirigente

Un gruppo di partigiani di Nonantola

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Circolo ARCI “Sandro Cabassi”, pranzo di autofinanziamento organizzato dai circoli anpi “Forghieri” e “Seeten”, gennaio 2010

Resistenza & Antifascismo Oggi


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Avvenimenti significativi della Resistenza modenese nei periodi marzo 1944-15 aprile1944 e marzo1945-15 aprile1945

Marzo 1944: a Bologna viene costituita la 7^ Brigata Gap. I gappisti modenesi formano un distaccamento. La pianura e la pedemontana vengono suddivisi in 7 zone. 1 marzo 1944: Grande sciopero politico nell’Italia occupata. Nellanostraprovincia,scioperanoglioperaidellaFiatgrandi motori di Modena e della fonderia Focherini di Mirandola. L’agitazione non si estende per il danneggiamento di diverse officine, causato dal bombardamento sulla zona industriale avvenuto il 14 febbraio. I partigiani fanno saltare alcuni tratti delle linee ferroviarie provinciali e della linea Bologna – Milano. Solo sulle linee ferroviarie provinciali della Sefta verranno compiuti 21 attentati da parte dei partigiani e 54 tra bombardamenti e mitragliamenti aerei alleati. Molto numerosi gli attentati alle ferrovie Bologna – Milano, Bologna – Verona, Modena – Mantova. 3 marzo 1944: accordo per l’abolizione della terzeria nei contratti agricoli, che può essere praticata solo in alcuni comuni della bassa. 3 marzo 1945: nel corso di un vasto rastrellamento a Cavezzo vengono massacrati quattro giovani partigiani: Giovanni Benatti (M.B.v.m.), Ernesto Galli, Renzo Iemma, Vittorio Micheli (M.B.v.m.). 3 marzo 1945: a Sozzigalli, Soliera, subito dopo uno scontrouccisi3partigiani:IvanoMartinelli(M.A.v.m.),Ettore Pioppi, Francesco Pioppi, Amarsoch Setti (M.A.v.m.). Tre partigiani, in casa di uno di essi chiamata “piccolo vulcano” a Cantone di Gargallo, dove venivamo messi a punto piani e stampata la stampa clandestina, traditi da una delazione vengono arrestati, condotti a Correggio, nonostante le più barbare torture per avere da loro notizie, non parlarono e perciò venero fucilati: Curzio Arletti (M.A.v.m.), Irmo Fontana (M.A.v.m.), Leonello Vellani (M.A.v.m.). 4 marzo 1944: i partigiani assaltano la caserma Gnr e il posto di avvistamento della Dicat di Prignano s. Secchia. 7 marzo 1944: nativo di Modena, ma a Roma per gli studi, veniva fucilato al Forte Bravetta di Roma, con altri 4 partigiani del luogo, Giorgio Labò, eroica figura della Resistenza, insignito di M.d’Oro V.M. 8 marzo 1944: a Palagano durante un feroce rastrellamento vengono uccisi Aurelio Aravecchia e il militare che si era unito ai partigiani della Brigata Barbolini, DanteSchiavoni.Ilgiornoseguente,neltentativodiliberare i prigionieri, moriva Giuseppe Rioli. Ingenti forze fasciste attaccano le formazioni partigiane reggiano – modenesi a Monterotondo. 8 marzo 1945: a Paganine, frazione di Modena, circa 3.000 donne si recano presso il salumificio Frigeri. (Tra queste ci sono numerose operaie della Manifattura tabacchi). L’obiettivo era di evitare che i prodotti cadessero nelle mani dei tedeschi e di aiutare i partigiani della montagna nonché la popolazione. 9 marzo 1944: Mario Goberti e Fernando Lugli di Finale Emilia della Divisione toscana “Livorno” perdono la vita. Il primo in combattimento a Livorno, ed il secondo fucilato all’Isola d’Elba. 18

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9 marzo 1945: eccidio nazista al ponte di Navicello. 11 le vittime fra le quali Angelo Zambelli (M.A.v.m.) capo famiglia, e con lui ben sette familiari: Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, Pietro Gasparini,Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, Ivaldo Vaccari (M.B.v.m.). 10 marzo 1945: eccidio al Mulino di Mezzo di Concordia. Otto le vittime della feroce esecuzione: Enea Besutti, Reis Cavazza, Renè Cavazza, Giuseppe Gamberini, Ascanio Gelati, Renato Grotti, Novella Longhi, Veleo Mambrini. A Fossoli di Carpi, i tedeschi uccidono, in una imboscata, 2 staffetteeunpartigiano:MatteoAlcorini,VittoriaCavazzoli, Delia Gasparini. 12 marzo 1944: In un duro combattimento a Pieve di Trebbio contro preponderanti forze nemiche perirono eroicamente 8 partigiani di varie Brigate: Bruno Belloi (M.A.v.m.), Alcide Corsari, Enrico Brandoli, Ottavio Ferrero, Carlo Fiandri (M.A. v.m.), Dino Lugli, Bruno Parmeggiani e Sovente Sabbatini (M.A. v.m.), ed alcuni civili. AMorsiano(VillaMinozzodiReggioE.)ipartigianiprelevano 11 quintali di grano dall’ammasso. 12 marzo 1945: rastrellamento a Fossoli, Budrione e Migliarina(Carpi)dicittadinideportatiaCorreggiodiReggio E. e liberati a seguito di grandi e prolungate manifestazioni dei loro familiari e di donne, mentre Ettore Giovanardi e Ferruccio Tusberti vengono fucilati in località Ponte Nuovo di Santa Croce il 16 marzo. 12 marzo 1945: si procede alla riorganizzazione delle forze partigianedellapianura,invistadellaliberazione,unificando le Gap e le Sap.Viene quindi costituita la Divisione“Modena – Pianura”, formata da sette Brigate e un battaglione. Nel carpigiano viene formato il raggruppamento Brigate “Aristide”, composto a sua volta da sette Brigate. 14 marzo 1944: i partigiani costringono alla resa il presidio Gnr di Polinago e occupano il paese. 15 marzo 1944: a Cerè Sologno formazioni partigiane modenesi e reggiane fermano e respingono un attacco di reparti della Wehrmacht e della milizia fascista. Nel corsodelcombattimentocaddero7partigianidellaBrigata “Barbolini”: Gerardo Albicini, Gaetano Bedeschi, Tullio Bertoni (M.A. v.m.), Luigi Bosco, Nicola Franchini, Azeglio Rinfranti e Walter Zetti (M.A.v.m.). A Succisa di Pontremoli (MS) cade in combattimento il partigiano modenese Fermo Ognibene, M.O.v.m. 14 – 18 marzo 1945: azione di rastrellamento tedesca nellazonaS.Martino–S.Giulia,duranteilquale,neltentativo di arginare il rastrellamento, caddero: Giuseppe Benassi, Pietro Benassi e Umberto Benassi (erano fratelli). 18 marzo 1944: a Monchio, Susano e Costrignano, nel Comune di Palagano in provincia di Modena, ingenti forze nazifasciste misero a ferro e fuoco tutta la zona, incendiano le case, facendo una strage e massacrando 136 cittadini inermi tra cui donne, bambini e vecchi. 18 Marzo 1945: feroce battaglia a Rovereto di Novi. Caddero 5 partigiani tra cui una giovane donna: Savino Forti (M.B.v.m.), Albano Modena (M.A.v.m.), Remo Nasi, Nevio Scanavini (M.B.v.m.), Eva Frattini. 20 marzo 1944: rastrellamento nel reggiano, a Cervarolo


vengono uccisi 24 civili, tra cui il parroco. 19 – 29 marzo 1945: fucilazione a più riprese in Piazza d’Armi a Modena, di 9 partigiani e cittadini antifascisti: Sergio Bergonzini, Antichiano Martini, Osvaldo Morselli, Angiolino Boccapoli, Galliano Bulgarelli, Dal Viso Carrara, Sesto Furia, Onelio Meschiari, Floriano Zambelli. 19 marzo 1945: A Modena, in vie diverse, i fascisti uccidono sei partigiani prelevati da S. Eufemia: Alberto Brancolini, Bruno Bulgarelli, Arturo Monzani, Adalgisa Nascimbeni, Alberto Pirondini, Francesco Spaggiari. 20 marzo 1945: a Villa Masone, Reggio Emilia, fucilati 4 partigiani catturati durante uno scontro a Sassuolo: Ermanno Colombini, Benedetto Franchini, Antonelli Mondaini, Paolo Monzani (M.A.v.m.). A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna” 22 marzo 1944: prelevato dalla sua abitazione, dopo il combattimento di Pieve di Trebbio, Imer Meschiari che viene fucilato a Parma. 23 marzo 1944: attentato dei GAP di Modena contro il colonnello Rossi, comandante militare provinciale dell’esercito fascista. In tale azione rimane ferito gravemente Walter Tabacchi (M.O.v.m.), che morirà il 28 marzo successivo. 23 marzo 1945: partigiani modenesi collaborano coi reggiani all’occupazione del paese di S. Martino in Rio. A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna” 24 marzo 1944: attentato di Via Rasella a Roma: per rappresaglia i tedeschi uccidono 335 detenuti politici, comuni e civili nelle Fosse Ardeatine. Tra questi anche tre modenesi: Armando Bussi (M.O.v.m.), Luigi Gavioli, Augusto Zironi. 25 marzo 1945: durissimo rastrellamento a Limidi di Soliera. 9 i caduti, parte in combattimento, parte fucilati dopo la cattura: Lino Barbi, Gino Bertani, Bruno Bonetti, Romolo Dugoni, Adelmo Fantuzzi, Ornello Pederzoli (M.O.v.m.), Umberto Pivetti, Sindo Vellani, Eros Veronesi. 25 – 29 marzo 1945: azione di rastrellamento nella pianura da parte di ingenti forze tedesche, che vengono ostacolate dalle formazioni partigiane.Viene operato dalla 1^ zona (carpigiano) uno sganciamento tattico di 1.800 partigiani verso la montagna. 27 marzo 1944: a Frassinoro, durante un rastrellamento, viene ucciso il partigiano Ennio Ugolini. Lo stesso giorno a Pavullo un giovane medico amico dei partigiani, Antonio Romani, costretto a seguire i fascisti del luogo, è stato ucciso a Sasso Guidano. 29 marzo 1944: a Castelfranco E. dietro al “Forte Urbano” vengono uccisi 10 giovani partigiani di Renno di Pavullo e tre di Parma, attirati con l’inganno attraverso la cattura dei famigliari e la promessa di concessione di amnistia: Sante Adani, Bruno Badiali, Renato Camatti, Ubaldo Gherardini, Gervasio Maletti, Teodorino Manfredini, Walter Martelli, Egidio Montecchi, Massimo Pattarozzi e Romano Randelli di Pavullo,e Mambrini Giovanni (M.A. v.m.), Porta Oscar e Ralli Luigi di Parma. 29 marzo 1945: assalita la caserma della brigata nera di Nonantola. 29 marzo 1945: a Bomporto, Modena, trucidate 2 donne davanti alla propria abitazione. Erano familiari di partigiani. 30 marzo 1945: a Concordia, Modena, fucilati 3 partigiani

durante un rastrellamento: Umberto Ferretti, Angelo Sala, Antonio Galli. 1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi. 1 aprile 1945: rastrellamento tedesco nel reggiano e nel settore di S. Giulia. Dopo una giornata di combattimenti l’attacco viene respinto dai partigiani. 1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi. 2 aprile 1944: A Frassinoro viene fucilato Egidio Balducchi, dellaBrigata“Barbolini”,eroicafiguradiresistente,condotto in giro sfigurato prima di essere assassinato. 3 aprile 1945: a Torremaina (Maranello) durante un combattimento cade la M.O.v.m. Chiaffredo Cassiani della Brigata “Speranza” . 3 aprile 1945: uccisione in varie località del Comune di Concordia dei partigiani: Dino Bruni, Gastone Dondi, Franco Ferrari, Corrado Malagoli, Aldo Mari, Giuseppe Martinelli, Guglielmo Paltrinieri, Sergio Pellacani e Uber Rovatti. 5 aprile 1944: a Prignano cade in uno scontro armato, Giuseppe Garzoni, della Brigata “M. Allegretti”. 5 – 6 – 7 aprile 1944: sciopero generale nelle fabbriche modenesi, contro il tentativo di deportare alcuni lavoratori della FIAT in Germania. E’il momento più alto dello scontro tra nazifascismo e classe operaia modenese. Scioperi si avranno in estate alla Maserati, alla Magneti Marelli, alle fonderie Corni, alla Fiat Grandi Motori e alla Manifattura Tabacchi, ma con la smobilitazione degli stabilimenti, la paura dei bombardamenti e l’afflusso degli operai più attivi nelle formazioni partigiane, i lavoratori passeranno dalla lotta aperta al lavoro di sabotaggio e di occultamento degli impianti. 5 aprile 1945: inizia l’offensiva alleata nell’area tirrenica, dal 9 parte anche dal litorale adriatico. 7 aprile 1944: attaccato dai partigiani il campo di aviazione di Pavullo. 10 aprile 1944: i partigiani assaltano il presidio della Gnr di Fanano. A Modena viene fucilato dai tedeschi il partigiano Francesco Ioppolo. 10 aprile 1945: azione simultanea delle brigate partigiane della montagna contro i presidi nemici sulla via Giardini. Non viene però effettuata la promessa offensiva alleata sul crinale dell’Abetone, per cui i tedeschi possono destinare numerose truppe contro i partigiani, che non riescono ad ottenere i risultati sperati. 11 aprile 1945: Cadono in combattimento a Rivalta di Saltino, Prignano, Mario Allegretti Medaglia d’Oro al V.M., Domenico Torri e Walter Gualdi. 11 aprile 1945: a Modena manifestazione di donne per rivendicare la distribuzione di generi alimentari e di abbigliamento e per protestare contro la guerra. Scioperano anche le operaie dei due stabilimenti della Manifattura tabacchi (Modena e Carpi). 14 aprile 1944: durante un rastrellamento nella zona di Baggiovara, moriva il partigiano Sergio Roncaglia, capo squadra della Brigata “Mario”. 15 aprile 1944: durante uno scontro con forze nemiche morivano i partigiani Adeonino Libertini e Renzo Stancari della Brigata “Mario”. Resistenza & Antifascismo Oggi


I PERCOrsi della memoria Foto Dov’è Nome Cos'e' Sacrario dei caduti partigiani della Provincia di Modena

Viene considerato il luogo simbolo della memoria. Posto ai piedi della Torre Ghirlandina di Modena, raccoglie le foto dei 1.174 caduti partigiani per la libertà.

Montefiorino (Mo), via Rocca 1. Tel. 0536/965139 Fax 0536/965535

Museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino

Frutto di un progetto realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario della guerra di liberazione, il Museo rappresenta una tappa obbligata per affrontare lo studio della Resistenza e della seconda guerra mondiale. Il percorso si snoda tra oggetti, testi narrativi, immagini e filmati d’epoca nella suggestiva ambientazione della Rocca medievale.

Monchio di Palagano (Mo), a pochi Km. da Montefiorino. Gestione Centro Servizi “VALLI DEL CIMONE” Tel. 0536/325586 Fax 0536/328031 info@vallidelcimone.it

Memorial Santa Giulia

Teatro di una delle prime stragi tedesche (marzo 1944). Nel Parcoquattordiciartistihannorealizzatoaltrettantesculture poste in cerchio ai piedi della salita che porta alla chiesetta di Santa Giulia che comunicano artisticamente l’universalità dei valori di dignità, libertà e giustizia che animarono la lotta di liberazione.

Carpi (Mo), Via G. Rovighi 57. Tel. 059/688272 Fax 059/688483 fondazione.fossoli@ carpidiem.it

Fondazione ex Campo Fossoli

Gli obiettivi della Fondazione sono il recupero e la valorizzazione della memoria storica dell’ex Campo di concentramento di Fossoli (che dal 1942 fu destinato all’internamento di prigionieri di guerra) ma anche la promozione di attività rivolte all’educazione alla pace e ai diritti umani.

Gestione Fondazione ex Campo Fossoli

Museo al Deportato di Carpi

Il percorso museale si sviluppa attraverso tredici sale caratterizzate da un’ambientazione di grande impatto emotivo. La continuità delle sale è scandita dall’incisione alle pareti di frasi scelte tra le“Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea”. Nella“Sala dei nomi”sono invece incisi i nomi di oltre quattordicimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti.

FONDAZIONE VILLA EMMA Via S. Rocco, 19/a Nonantola (MO) Tel. e Fax 059/547195 www.fondazionevillaemma.org segreteria@fondazionevillaemma.org

Centro per la pace e l’intercultura “Villa Emma”

Tra il luglio‘42 e il settembre‘43 vi soggiornarono due gruppi di ragazzi ebrei, che furono nascosti e sottratti così alle deportazioni tedesche. Attualmente si può usufruire di un itinerario didattico che si snoda in tre momenti: conoscenza delle fonti, visita ai luoghi, conversazioni con i testimoni.

Castelfranco E. (Mo), via Forte Urbano Tel. 059/927277. Fax 059/927277.

Forte Urbano Castelfranco Emilia

Costruito da Papa Urbano VIII nel 1634 come baluardo di difesa dai modenesi. Fu poi adibito a lazzaretto, poi a prigione per reati comuni. Nel ventennio fascista vi furono incarcerati 1.200 antifascisti tra cui Umberto Terracini, Giuseppe Di Vittorio, Vittorio Foa. Nel marzo 1944 vi furono trucidati per rappresaglia 13 partigiani.

Modena, viale C.Sigonio Tel. 059/237135 059/222859. Fax 059/927277.

Museo del combattente

“Mostriamo la Guerra per stimolare la Lotta per la Pace” è il filo conduttore del museo. 900 oggetti fra i quali 56 gavette, documenti cartacei originali ed un archivio fotografico di oltre 6000 foto.

a cura di Stefano Magagnoli 20

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Resistenza & Antifascismo Oggi


Reddito sicuro per chi affitta, minore pressione fiscale, servizi a 360° per i soci

garantire l'affitto contro il disagio abitativo

C

oncluso un 2009 ricco di responsabilità e di lavoro proficuo, è iniziato per ASPPI Modena (Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari) un 2010 che si preannuncia altrettanto impegnativo. Importanti sforzi si sono concretizzati nell’azione di difesa della proprietà e dell’abitare: ricordiamo, tra l’altro, la proroga dei benefici fiscali sulle ristrutturazioni edilizie, la detrazione fiscale del 55% sugli interventi di risparmio energetico, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, l’attivazione delle Agenzie comunali per la casa, la stipula degli accordi territoriali per il Comune di Modena, e, non per ultimo, la qualificazione dei nostri servizi associativi. La “Carta dei Servizi”, scaricabile anche dal sito www.modena.asppi. it, da l’idea dell’offerta associativa: un’assistenza totale, per la risoluzione di problematiche inerenti la casa, l’area fiscale, e l’assistenza per qualsiasi esigenza dei proprie-

tari immobiliari. Tanto resta da fare nel 2010. Per quanto riguarda la pressione fiscale, chiediamo alle istituzioni di alleggerire l’imposizione sugli immobili: oggi infatti oltre il 50% del canone

d’affitto viene assorbito dal fisco. Un impegno immediato servirebbe per la “cedolare secca” sui redditi da locazione che, nonostante le richieste unitarie avanzate dalle organizzazioni di rappresentanza, è stata rinviata dalla legge finanziaria dell’attuale Governo. Una delle questioni più attuali e preoccupanti riguarda il mercato delle locazioni. Un problema aggravato dalla pesante crisi economica e dalla condizione stanziale di molti lavoratori

e cittadini. E’ necessario che queste problematiche siano affrontate con adeguati interventi pubblici, per evitare che i mancati pagamenti si trasformino in mancato reddito per chi affitta. Un fatto che costringe in particolare piccoli e medi proprietari, allo sfratto degli inquilini, misura contraria all’interesse proprio e degli inquilini stessi. Il “Fondo per l’Affitto”, oggi insufficiente per risorse, deve essere accompagnato dalla certezza della destinazione dei fondi stanziati. Determinante il ruolo delle Amministrazioni locali e regionali perché, insieme all’impegno delle organizzazioni, si arrivi a misure capaci di rispondere a questi problemi e garantire un’abitazione per tutti. Questo è un punto fondamentale, favorendo così l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti e/o invenduti e dare risposta al bisogno di case. Se manca questa certezza, il “Fondo per l’Affitto” perde di efficacia e perfino di significato.

Aree ecologiche

la morte di una esperienza virtuosa I colpevoli: • L’ideologia e il centralismo imperante • L’incapacità di valorizzare e sostenere la cittadinanza attiva, al di fuori di schemi obsoleti

per progetti speciali.

Mentre si parla tanto di federalismo e didarepiùpoteriall’autogovernolocale, quasi tutto si muove però in senso contrario.

all’ultimo del 13 maggio 2009, tutti riguardanti la gestione e il governo di una parte del ciclo dei rifiuti: interventi e misure che sono un capolavoro di furore ideologico centralistico, dove si mette tutto e tutti sullo stesso piano, da Bolzano a Palermo; dal centro dir accolta dei rifiuti a dimensioni regionali o interregionali, alle aree ecologiche dei piccoli comuni per la raccolta differenziata.

Gli esempi potrebbero essere tanti, ma ne bastano due: • Il fantasma evanescente del federalismo: tutti ne parlano, ma nessuno ha ancora capito cosa sia e cosa sarà; • Ma è sul secondo che ci interessa richiamare l’attenzione. l’applicazione del Decreto Leg.vo n. 152/2005, poi via via aggiornato, modificato, ecc., con successivi interventi legislativi e ministeriali fino

Un assurdo! Nella nostra Regione, compresa la provincia di Modena, l’AUSER partendo dal valore della cittadinanza attiva e delle partecipazione dei cittadini alla gestione di momenti della vita della comunità, gestiva da anni decine di aree ecologiche che con l’annesso mercatino della solidarietà, per il riutilizzo di oggetti e cose avevano creato un ciclo virtuoso di impegno civico, di partecipazione e di raccolta di fondi

Noi non ci stiamo! Per questo, per quanto ci sarà possibile, assieme alle Amministrazioni comunali che ci credono, lavoreremo per salvare, estendere anche in realtà nuove e qualificate l’esperienza dei mercatini del riciclo e della solidarietà, per continuare un impegno e una presenza virtuosa dei volontari AUSER.

Resistenza & Antifascismo Oggi

Bene tutto questo è stato fatto morire dal furore centralistico e ideologico di chi governa il Paese. Mentre si fa questo ogni giorno però si creano, guarda caso, nuovi enti (carrozzoniperilsottogoverno?)quali: SPA Difesa, SPA Protezione, Agenzia per la gestione dei beni sequestrati alla malavita, ecc.)

Auser Modena Febbraio 2010

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12 marzo 2010: sciopero generale Cgil

lavoro, FISCO, CITTADINANZA. CAMBIARE SI PUO' Una terapia d’urto per fronteggiare la crisi economica e i suoi pesanti effetti sull’occupazione. Una riforma fiscale che attraverso interventi immediati alleggerisca il carico su lavoratori dipendenti e pensionati. Un urgente cambio di marcia nelle politiche sull’immigrazione. Sono queste le rivendicazioni al centro della mobilitazione promossa dalla Cgil che culminerà con lo sciopero generale di venerdì 12 marzo con manifestazioni nelle principali piazze d’Italia e anche a Modena. Uno sciopero generale nazionale di 4 ore di tutti i settori, privati e pubblici, perché il Governo nega la crisi e promette che “nessuno verrà lasciato indietro”, ma intanto cresce la disoccupazione, si licenziano i precari della scuola e del pubblico, si moltiplicano le vertenze sull’occupazione e le risposte continuano a mancare. Fermare i licenziamenti è la prima richiesta a Governo, Confindustria e a tutte le imprese. Come? La Cgil chiede di raddoppiare la durata della cassa integrazione da 52 a 104 settimane e di aumentarne i massimali (non si può vivere a lungo con 7-800 euro al mese!), garantire la prosecuzione della Cig in deroga, estendere gli ammortizzatori sociali anche ai precari e a chi ne è escluso (lavoratori in mobilità senza indennità, co.co.pro., disoccupati di lungo corso senza nessuna copertura),

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Febbraio 2010

allungare il periodo di disoccupazione (da 8 a 16 mesi), estendere i contratti di solidarietà e prevedere formazione durante la Cig (per affrontare la riorganizzazione), incentivi all’assunzione di disoccupati o in mobilità. La Cgil rivendica una politica industriale da parte del Governo che impedisca la chiusura delle aziende e ne sostenga gli investimenti in ricerca e innovazione, consentendo alle imprese di riorganizzarsi per agganciare la ripresa. Serve un piano per la ricerca e un piano per il Mezzogiorno dove in intere aree sta diventando molto concreto il rischio di desertificazione industriale. Lo sciopero del 12 marzo è anche per sollecitare la riforma del fisco e immediati sgravi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati. Occorre un segnale tangibile subito: la restituzione in busta paga e sulle pensioni di 500 euro netti a testa, entro aprile, attraverso una detrazione aggiuntiva. Per la Cgil ciò rappresenta una prima restituzione di quanto già lavoratori e pensionati hanno pagato in più a causa del drenaggio fiscale. Poi si rende necessaria una riforma di sistema che riequilibri il carico fiscale. La Cgil chiede di rilanciare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, tas-

sare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie come nel resto d’Europa (con un’aliquota unificata al 20%), abbassare al 20% la prima aliquota Irpef che ora è al 23%, e di estendere le detrazioni anche ai redditi “incapienti”. Terzo importante obiettivo dello sciopero, le politiche sull’immigrazione. Dopo i gravi fatti di Rosarno (preoccupante segnale della profonda esasperazione di quei lavoratori sfruttati), la Cgil chiede di correggere gli aspetti più gravi delle leggi di questo governo sugli immigrati. Occorrono politiche di accoglienza e lotta alle nuove schiavitù, bisogna regolarizzare i migranti che lavorano, sospendere la Bossi-Fini per chi è in cerca di rioccupazione, abolire il reato di clandestinità, riconoscere la cittadinanza ai bimbi che nascono in Italia. Infine, combattere il caporalato equiparandolo al reato sulla tratta di esseri umani (estensione dell’art.18 del Testo Unico sull’immigrazione). Donato Pivanti Segretario Cgil Modena

Resistenza & Antifascismo Oggi


Lutti della Resistenza

Non li dimenticheremo! Melotti Agostino "Sergio" di anni

Si è spento all’età di novanta anni il Partigiano e dirigente dell’ANPI Provinciale di Modena. Con il nome di battaglia “SERGIO” ha militato nella Brigata W. Tabacchi fino al 22 febbraio 1945, successivamente, con il grado di Tenente nella Brigata Zambelli con la quale ha partecipato alla liberazione di Modena il 22 Aprile 1945. Dopo la Liberazione è stato attivista e dirigente nella Federazione del P.C.I. di Modena. Nel periodo tra il ’75 e l’85 è stato responsabile della Sezione ANPI di Modena Città. Antifascista generoso e fedele ai propri ideali, modesto e sensibile, è stato un attento e profondo conoscitore della lotta di liberazione nella provincia di Modena; è stato componente del Comitato Direttivo Provinciale dell’ ANPI fino alla fine. In occasione dell’ultima seduta del C.D. del 2009 è stato festeggiato ricordando il suo novantesimo° compleanno. Ai famigliari un abbraccio solidale, alla moglie Luciana l’affettuosa vicinanza di Aude Pacchioni e di tutta l’ANPI Provinciale. Famigliari hanno sottoscritto euro 350,00 a sostegno del giornale.

Bignardi Ermes Partigiano combattente nella Brigata “Remo”, del battaglione “Damasco-Cavezzo”, comandante del terzo distaccamento Gappista, a quattro anni dalla scomparsa la moglie Dorina, le figlie ed i famigliari tutti, lo ricordano con immutato affetto. Al ricordo si uniscono le famiglie dell’AUSER, del Bar e della Coop Giardino. Per l’occasione hanno sottoscritto euro 30.00 a sostegno del giornale. Si uniscono nel ricordo Luigi Pellicani, Valentino Andreotti, l’ ANPI di Cavezzo e della Redazione.

Zagni Franco "Papafum" di anni

Bortolucci Bruno "Africano"

90

85

Partigiano combattente nella Brigata “Costrignano”; ha partecipato a diverse azioni, tra le quali: Melo, Pianosinatico, campagna invernale del Monte Spigolino, Cima Tauffi etc. A Liberazione avvenuta ha contribuito nel Movimento Democratico diventando Dirigente per il Lavoro, per la Pace e per la Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione. Resistenza & Antifascismo Oggi

di anni

89

Partigiano combattente nella Brigata “Adelchi Corsini”; ha partecipato a diverse azioni: Montefiorino, Sassoguidano, la campagna invernale del Monte Spigolino,etc. A Liberazione avvenuta è entrato nel Movimento Democratico per lo sviluppo della Montagna la pace ed i diritti. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Pavullo unitamente a quelle della Redazione.

Muscaritolo Antonio di anni

88

Dopo l’8 settembre, al rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò fu imprigionato e condotto ai lavori forzati; con i compagni di prigionia tentò la fuga, una volta scoperti furono trasferiti in un campo di concentramento in Germania e furono oggetto di tremende privazioni. Al ritorno si dedicò alla famiglia e partecipò al movimento per consolidare nel nostro paese una moderna Democrazia, la Pace,e la Giustizia . Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

Bellelli Giovanni di anni

90

Di famiglia antifascista, ha sempre partecipato a tutte le iniziative per il lavoro e la Pace e contro ogni dittatura e per la difesa della Democrazia. All’ANPI e a tutto il movimento democratico di Carpi è venuto a mancare un punto di riferimento per le loro iniziative. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

Marcello Costa di anni

85

Di famiglia antifascista ha seguito le orme dei genitori nonostante venga costretto a fare per lunghi mesi il servizio militare da soldato. Al ritorno ha ripreso il suo lavoro di artigiano ed è entrato nel movimento democratico per la difesa della Pace e della Giustizia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Spilamberto e della Redazione. Febbraio 2010

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Lutti della Resistenza

Non li dimenticheremo! Succi Elide di anni

83

Di famiglia antifascista ha sempre operato per difendere i partigiani e la loro lotta. Dopo la Liberazione si è unita in matrimonio con IL Partigiano Cappelli Dante, dirigente ANPI a Castelnuovo R., ha accudito la famiglia e si è sempre adoperata nel movimento per l’emancipazione della donna. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Castelnuovo R., dell’ANPI Provinciale e della Redazione.

Generali Nunzio Nel primo anniversario della scomparsa la moglie e i famigliari tutti, ricordandolo con immutato affetto si rammentano gli insegnamenti di rettitudine e coerenza verso la famiglia; si associano nel ricordo gli amici che lo anno conosciuto e stimato, l’ ANPI di Carpi e della Redazione.

Franchini Francesca di anni 82

Di famiglia antifascista e pur in giovane età, ha aiutato come meglio poteva il movimento partigiano di liberazione del Paese dagli invasori nazisti e dalla dittatura fascista. A Liberazione avvenuta, assieme al proprio compagno, il partigiano Ivo Casalgrandi, è entrata nel movimento democratico per la difesa della Pace, della giustizia sociale e della Libertà. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Formigine e della Redazione. Per l’occasione, l’ANPI di Formigine e Provinciale nel settimo anniversario dalla morte,vogliono ricordare il marito di Francesca, il partigiano comandante di Battaglione IVO CASALGRANDI “Fregna”,già presidente dell’ANPI di Formigine e vogliono rinnovare gratitudine per quanto ha fatto per la nostra associazione.

Zeni Luigi

Nel secondo anniversario della scomparsa le figlie Marisa, Meri e Miria e i famigliari tutti, lo ricordano con immutato affetto, si associano nel ricordo gli amici, l’ ANPI Provinciale e della Redazione. Le figlie sottoscrivono euro 60.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

Leonelli Rubes di anni 79

Antifascista ha sempre operato in giovane età ad aiutare il movimento Partigiano nelle montagne di Monteombraro. A Liberazione avvenuta non ha rinunciato a difendere la verità e a scovare i responsabili di terribili misfatti fatti dai fascisti della zona. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

Zanni Romolo "William"

Partigiano combattente nelle Brigate “Giustizia e libertà” e “Mario Allegretti”; ha partecipato a diverse azioni contro le “SS” , contro la “Guardia Naz. Repubblicana” e ai combattimenti per la Liberazione di Modena. A Liberazione avvenuta è stato dirigente sindacale in fabbrica, prima alle Fonderie di Modena, poi alla Ferrari. I famigliari nel primo anniversario della scomparsa lo ricordano con immutato affetto e sottoscrivono euro 100.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”. Si associano nel ricordo l’ANPI di Modena e la Redazione.

Bosi Guerrino "Macario" di anni

84

Partigiano combattente nella Brigata “Costrignano” con la quale ha partecipato a diversi combattimenti: Montefiorino, Palaveggia, Monte Penna, Campagna invernale sul Monte Spigolino, etc. Grazie alla precedente esperienza avuta nei Carabinieri, viene promosso a grado di Tenente e passato il fronte, ha partecipato a fianco delle truppe alleate ai combattimenti per lo sfondamento della linea Gotica. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico della Montagna Modenese per la difesa della Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Lama Mocogno, di Pavullo e della Redazione.

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Febbraio 2010

Saetti Oliviero di anni

95

Antifascista da sempre ha lottato contro la dittatura e per la tutela del movimento Partigiano. A Liberazione avvenuta è stato eletto nel primo Consiglio Comunale di Carpi, rimanendo in carica per più legislature. E’ stato collaboratore del Sindaco della Liberazione Bruno LOSI. E’ stato dirigente dell’ANPI sia di Carpi che Provinciale. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione. Resistenza & Antifascismo Oggi


Lutti della Resistenza

Non li dimenticheremo! Grandi Arnaldo

Cattini Mario "Clarice"

di anni

di anni

86

Patriota della Brigata “Aldo Caselgrandi”, ha partecipato a varie azioni contro le forze nazifasciste per contribuire a liberare l’Italia dagli invasori e dai suoi sgherri. Successivamente alla Liberazione ha svolto un azione di sorveglianza e di insegnamento alle giovani generazioni alle scuole medie “Muratori” a Vignola. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 20.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

84

Partigiano combattente nella Brigata “SCARPONE”; ha partecipato a diverse azioni di contrasto delle forze nemiche: alla Marelli, a colonne nemiche,recupero di armi,etc. Dopo la Liberazione ha ripreso il suo lavoro e ha partecipato alle lotte di categoria per lo sviluppo delle campagne, in difesa della Pace e della Libertà. E’ stato dirigente del Circolo del Gargallo-Cantone. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

Laduruni Luigi "Veleno" di anni

Bertoni Igino Nel decimo anniversario della scomparsa la moglie Maria Bondi ed il figlio Romano ricordano con tanto affetto Iginio Bretoni, partigiano della Brigata “Costrignano”. Si associano nel ricordo l’ANPI di Pavullo, i tanti combattenti per la Libertà che lo conobbero e la Redazione del giornale. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro.40.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

Cavalieri Erminio

Nel primo anniversario della scomparsa la moglie Lucia ed il figlio James ed i famigliari tutti ricordano con tanto affetto il partigiano Erminio, perle sue doti morali e per quanto ha dato alla famiglia e alla Lotta di Liberazione. Si associano nel ricordo l’ANPI, i tanti che lo conobbero e la Redazione del giornale. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 50.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

94

Partigiano combattente nella Brigata “DRAGONE” con la quale ha partecipato a diversi combattimenti:Montefiorino, Piandellagotti, Ospitaletto, Monte Molino, etc. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico della Montagna Modenese per la difesa della Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Pavullo e della Redazione.

Pederzoli Adorno e Pederzoli Ornello (Medaglia d'oro) Pederzoli Marco ed i famigliari tutti vogliono ricordare i loro congiunti Partigiani ADORNO ed il fratello ORNELLO insignito di MEDAGLIA D’ORO, che tanto hanno dato, compreso la vita, alla società per conquistare la Libertà di cui noi tutti ora godiamo e che a volte ne sottovalutiamo l’importanza e dimenticando quanti sacrifici è costata. La missione principale della nostra associazione è trasmettere la memoria e i valori della Resistenza alle giovani generazioni e ai cittadini perché sappiano difendere la Libertà ed i diritti sanciti dalla Costituzione. Si associano nel ricordo l’ANPI Provinciale e la Redazione. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 100.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

Vezzani Egidio "Riccardo" Neri Gino "Febo" Nel centesimo anniversario della nascita, la figlia Neri Mara, vuole ricordare con grande amore il papà Gino, Partigiano della Brigata ”Bonacini”. Si associano nel ricordo di un combattente per la Libertà, l’ANPI e la Redazione del giornale. Mara, nell’occasione sottoscrive euro 30.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”. Resistenza & Antifascismo Oggi

di anni 82

Partigiano nella Brigata “Diavolo” ancora studente e pur in giovanissima età ha svolto con abnegazione il servizio di portaordini e di collegamento tra le Brigate. A Liberazione avvenuta ha terminato gli studi ed è stato dirigente del P.C.I. di Novi e successivamente nella Federazione Modenese. Ha svolto incarichi pubblici come Consigliere prima e Vicepresidente poi della Amministrazione Provinciale di Modena. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione del giornale. Febbraio 2010

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Lutti della Resistenza

Non li dimenticheremo! Casarini Leo

In occasione del terzo° anniversario della scomparsa, la sorella Vielca ed i nipoti Aldino e Maurizio lo ricordano con immutato affetto. Si associano l’ANPI di Soliera e la redazione.

Benzi Enzo "Peo" di anni

81

Nel 6° anniversario della scomparsa la moglie lo ricorda così: “Per quel che te ste a vintan, tè Enzo detto Peo, un brev partigian, la to veta in segn ed la Resistenza, nueter tot at ricurdam sovra al to giurnel con tanta riconoscenza,la to famìa”. La moglie ha sottoscritto euro 20.00 a sostegno del giornale.La redazione si unisce nel ricordo.

Bertacchi Guido "Sesto"

Vaccari Walter"Franz" di anni

83

Nel ventiquattresimo° anniversario della scomparsa del Partigiano Guido la moglie Enrica Galli lo ricorda con immutato affetto. Si associano nel ricordo l’ANPI, i tanti che lo conobbero e la Redazione del giornale. La moglie, nell’occasione sottoscrive euro 50.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

Partigiano combattente nella Brigata “ZAMBELLI” con la quale ha partecipato, pur in giovane età, a diversi combattimenti contro le forze nemiche. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico per la difesa del lavoro, della Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

Sighinolfi Alberto

Goldoni Ernesto

Nel primo anniversario della scomparsa la moglie, i figli, le nuore ed il nipote lo ricordano con affetto ed immenso dolore. Si associano nel ricordo l’ANPI di Albareto, quanti lo conobbero e la Redazione del giornale. La famiglia, nell’occasione sottoscrive euro20.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

Nel ventiduesimo anniversario della scomparsa, la nipote Onelia ed i famigliari lo ricordano con immenso affetto. Si associano nel ricordo l’ANPI, quanti lo conobbero e la Redazione del giornale. La nipote, nell’occasione sottoscrive €.30.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

di anni 84

Livaldi Augusto di anni

90

Partigiano combattente nella Brigata “Italia” con la quale ha partecipato a diversi combattimenti contro le truppe naziste e le brigate nere. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico della Montagna Modenese per la difesa della Pace,della Giustizia e della Democrazia; fece parte del Direttivo dell’ANPI di Pavullo. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Pavullo e della Redazione. 26

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Ferrari Ottorino

In occasione del diciannovesimo° anniversario della scomparsa, lo ricordano con tanto amore la moglie Canarini Vielca, i figli Aldino e Maurizio, i famigliari e gli amici. Si associano l’ANPI di Soliera e la redazione. Per l’occasione la famiglia ha sottoscritto euro 50.00 a sostegno del giornale.

Resistenza & Antifascismo Oggi


Il giornale “RESISTENZA E ANTIFASCISMO OGGI” è una voce della Resistenza, della democrazia, in difesa della Costituzione PER VIVERE HA BISOGNO DEL TUO AIUTO

Elenco sottoscrittori: • ZANNI SIMONETTA e fam. a ricordo papà Romolo € 100,00 • • GOLDONI ONELIA a ricordo zio Goldoni Ernesto € 30,00 • • ASCARI LIDIA Modena a sostegno del giornale € 10,00 • • CORRADINI EMER Formigine a ricordo Ivo Casalgrandi € 20,00 • • ARTIOLI GIOVANNA Modena a sostegno giornale € 10,00 • • GRANATI NARIA TERESA Modena a sostegno giornale € 100,00 • • ANPI VIGNOLA a sostegno giornale € 30,00 • • MAGNONI OVIDIO Nonantola a sostegno giornale € 20,00 • • BISCA MASSIMO GENOVA a sostegno giornale € 20,00 • • GIOVANARDI LUCIO Carpi a sostegno giornale € 20,00 • • KITAROVIC VINKA BOLOGNA a sostegno giornale € 20,00 • • LOSCHI RICCARDO Carpi a sostegno giornale € 10,00 • • BERTONI GIANCARLO Pavullo a sostegno giornale € 30,00 • • TESORI OTELLO GENOVA a sostegno giornale € 10,00 • • SACCHETTI MAURO Modena a sostegno giornale € 35,00 • • GALLI ENRICA Modena a ricordo Bertacca Guido € 50,00 • • TRIVA LUCIANA Modenaa ricordo Rubes e giornale € 50,00 • • Sig.a GENERALI Carpi ricordo1° anniv. Nunzio Generali € 10,00 • • SEZ. ANPI FIORANO a sostegno del giornale € 170,00 • • CORTI DANTE Sassuolo a sostegno giornale € 50,00 • • RIGHETTI BRUNO Carpi a sostegno giornale € 25,00 • • CESTELLI LAURO Carpi a sostegno giornale € 50,00 • • FERRARI ALDINO Soliera a ricordo papà Ottorino e • lo zio Corradini Leo € 50,00 • FAM. SIGHINOLFI Albareto a ricordo di Alberto € 20,00 • • STANZANI DIMA Nonantola a sostegno giornale € 30,00 • • BAGNOLI Remo-SANCOVINO Andrea Carpi x giornale € 20,00 • • SGARBI NINO Campogalliano a sostegno giornale € 30,00 • • RUGGERI FAUSTINO Pavullo a sostegno giornale € 10,00 • • MANFREDINI LUISA Piumazzo a sostegno giornale € 10,00 • • BORRI UMBERTO Lama Mocogno a sostegno giornale € 10,00 • • BENUZZI ALFREDO S.Cesario a sostegno giornale € 30,00 • GELMINI CLEMENTINA Modena a sostegno giornale € 30,00 • • CALANCA CARLO Soliera a sostegno giornale € 25,00 • • FRIGIERI ALDO Modena a sostegno giornale € 10,00 • • MALAGUTI RENATO Massa Fin. A sostegno giornale € 25,00 • • CORRADINI MARIO Fiorano a sostegno giornale € 10,00 • • FERRARI RENZO Castelnuovo R. a sostegno giornale € 10,00 • • BELLEI LUCIANO Carpi a sostegno giornale € 12,00 • • ANDREOLI ALBERTO Modena a sostegno giornale € 60,00 • • VINCENZI GIOVANNI Carpi a sostegno giornale € 25,00 • • PIRONDINI EUGENIO Formigine sostegno giornale € 20,00 • • ZUFFI LUCIANO Castelfranco E. a ricordo papà € 50,00 • • GUIZZARDI MALVINA Castelfranco E. per giornale € 10,00 • • SOLA DESIDERIO S.Marino Carpi sostegno giornale € 25,00 • • BERGAMINI ALIDO S.Damaso MO sostegno giornale € 15,00 • • FINI ADELMO Cavezzo sostegno giornale € 20,00 • • CAVANI CLAUDIO Modena a sostegno giornale € 10,00 • • CASSANELLI TERESA Montombraro Zocca x giornale € 25,00 • • FORLANI ERMANNO Soliera a sostegno giornale € 20,00 • • CENTRO SOCIALE ANZIANI RIGHI Carpi x giornale € 50,00 • • GUERZONI GILDO Castelfranco E. sostegno giornale € 20,00 • • RANUZZI GIUSEPPE Maranello a sostegno giornale € 15,00 • • TORRI GALLIANO Montefiorino sostegno giornale € 10,00 • • ANDREOLI IVAN Modena a sostegno giornale € 20,00 • • BIGI NADIA Pavullo a sostegno giornale € 10,00

RIGHETTI MARIA Modena ricordo marito Baraldi e del figlio Ivan € 100,00 BARBIERI SILVIO Modena a sostegno giornale € 10,00 SIMEOLI IMBER Formigine a sostegno giornale € 5,00 MEDICI VILES Formigine a sostegno giornale € 20,00 DONDI GIUSEPPE MO a sostegno giornale € 25,00 PAVAROTTI MAFALDA Bagnacavallo x giornale € 20,00 PIGNATTI AZEGLIO MO a sostegno giornale € 20,00 PRADELLI GIANCARLO MO a sostegno giornale € 50,00 PARMIGINAI MAINO Carpi a ricordo di Mario € 20,00 GASPARINI GIUSEPPE S.Prospero per giornale € 10,00 GABELLINI CATIA Mirandola a sostegno giornale € 20,00 MOLINARI ERMANNO Carpi a sostegno giornale € 10,00 PELLACANI LEONELLO MO a sostegno giornale € 10,00 CORRADI AUGUSTO Soliera a sostegno giornale € 10,00 GHERADINI FRANCO Modena a sostegno giornale € 20,00 REMONDI CESARE Modena a sostegno giornale € 20,00 BELLELLI TULLIO Carpi a sostegno giornale € 20,00 BERGONZINI ARDUINA Modena per giornale € 50,00 NERI MARA Modena a ricordo papà Gino Neri € 30,00 POLUZZI NERINA Modena a ricordo marito 4° ann. € 20,00 PACCHIONI EMILIO Carpi a sostegno giornale € 50,00 FARINA RENZO Modena a sostegno giornale € 25,00 CAVALERI JAMES Castelfranco E. a ricordo del papà Erminio € 50,00 PICCININI DISMA Nonantola a sostegno giornale € 25,00 BALLOTTA ELPIDIO Nonantola sostegno giornale € 20,00 TORICELLI IONE Campogalliano sostegno giornale € 10,00 PEDERZOLI MARCO Palagano a sostegno giornale €100,00 FERRARESI BRUNO Novi a sostegno giornale € 15,00 ARTIOLI LEONZIO Concordia a sostegno giornale € 50,00 ROVATTI ROMANO S.Felice a ricordo mamma nel 10° anniversario scomparsa € 65,00 POZZETTI BENEDETTO Carpi a sostegno giornale € 50,00 CAVAZZA MAURO Concordia a sostegno giornale € 10,00 MARRI CELESTINO Modena a sostegno giornale € 50,00 TORRICELLI SUSANNA Campogalliano x giornale € 20,00 VENTURELLI FRANCESCO Vignola per giornale € 6,00 VENTURELLI VALTER Pavullo per giornale € 10,00 AMARANTI COLOMBO Modena sostegno giornale € 10,00 SOGARI REMO Carpi a sostegno giornale € 50,00 BORGATTI VALTER Zola Predosa BO x giornale € 20,00 FERRARONI MAURIZIO Formigine per giornale € 10,00 VANDELLI LUCA Modena a sostegno giornale € 10,00 BIGI VELDE Novi a sostegno giornale € 100,00 ORI CORRADO Vignola a sostegno giornale € 20,00 VENTURELLI MARINO Pianoro BO per giornale € 10,00 SORBINI BRUNO Pesaro a sostegno giornale € 15,00 RINALDI MAURIZIO Concordia sostegno giornale € 50,00 MASETTI GIUSEPPE S.Felice sostegno giornale € 20,00 VERZELLONI ROBERTA a sostegno giornale € 10,00 CONTRASTI UMBERTO Modena sostegno giornale € 25,00 ACCORSI GIULIO Modena a sostegno giornale € 20,00 TERENZIANI DANILO Limidi sostegno giornale € 15,00 MANICARDI CARMEN Modena sostegno giornale € 10,00 BALLOTTA ARNALDO Castelfranco E. x giornale € 30,00

Si può sottoscrivere presso: Banca Popolare dell'Emilia Romagna Sede Centrale –Via S. Carlo, 8/20 Modena Bonifico Bancario sul Conto Corrente IBAN IT63E0538712900000000005318 intestato a “ANPI COMITATO PROVINCIALE DI MODENA” Via Rainusso, 124 - Modena oppure Conto corrente postale n° 93071736 intestato a Resistenza & Antifascismo Oggi “ANPI COMITATO PROVINCIALE DI MODENA” Via Rainusso, 124 – ModenaFebbraio 2010 Per bonifico da Banca a Posta: IBAN: IT48P07601000093071736

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CAMPAGNA TESSERAMENTO 2010 L’A.N.P.I.: UN’ASSOCIAZIONE POLITICO – CULTURALE IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE, PER LA DEMOCRAZIA DEI DIRITTI E DEI VALORI


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