Le Tartarughine in Friuli Venezia Giulia

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le Tartarughine in

GUIDA TURISTICA

FRIULI VENEZIA GIULIA



le Tartarughine in

FRIULI VENEZIA GIULIA

in collaborazione con


LE TARTARUGHINE IN FRIULI VENEZIA GIULIA Coordinamento del progetto Chiara Longo Bifano Testi Dario Moricone Cura redazionale Laura Stella Foto Sergio Galeotti Contributi fotografici Archivio fotografico Turismo FVG Sergio Poletto (magicoveneto.it) Marco Merola Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano, Sella Nevea e Passo Pramollo Centro Regionale Catalogazione e restauro dei beni culturali, Villa Manin Parco Intercomunale delle Colline Carniche Realizzazione grafica anteastudio.com Illustrazioni Komir Coordinamento di produzione Serena Campioni Finito di stampare nel mese di Agosto 2007 presso gli stabilimenti Selegrafica ‘80 srl, Guidonia Montecelio (RM) Si ringraziano Fondazione “Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia". Città di Cividale del Friuli, Assessorato al Turismo

Le Tartarughine è un progetto SD Editore SD Editore srl Via Monti Lepini, Km 0,200 Frosinone sdeditore.it info@sdeditore.it © SD Editore srl – tutti i diritti riservati


Percorrono strade, salgono sui monti, si concedono una sosta in riva al lago o su una spiaggia. Cercano un caffè in città, visitano musei e chiese. Con lentezza, gustando tutti i sapori e le sfumature. Le tartarughine cambiano strada, se ne hanno voglia: per loro c’è sempre un incrocio per saltare su un altro itinerario e per trasformare il viaggio.

Le tartarughine viaggiano senza fretta. In ogni itinerario, un tema. In ogni tema, un mondo fatto di incontri, arte, paesaggi, gastronomia e scoperte. Come in un moderno invisibile e coloratissimo metrò, le tartarughine possono andare e scendere quando vogliono, sicure del tracciato e libere di scegliere. E allora, controllate il percorso sul navigatore, verificate gli incroci che vi interessano, costruite la vostra avventura.

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Indice Itinerario 1 Terre d’Acqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 12 Itinerario 2 Non solo San Daniele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 30 Itinerario 3 Artigiani ai Piedi delle Nuvole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 46 Itinerario 4 Vette da Scoprire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 64 Itinerario 5 Storie di Pietra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 80 Itinerario 6 Vigne di Frontiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 98 Itinerario 7 La Via delle Marine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 116 Itinerario 8 Lagune d’Arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 134 Le Feste e le Sagre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 152 I Musei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 153 I Ristoranti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 156 Gli Hotel e l'Ospitalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 158

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A L P I Valle Pesarina

Valcalda

C A R N I C H E Sutrio

A Sauris N I A R C

Tolmezzo

Moggio Udinese Fella

Enemonzo Tagliamento

C A R N I C H E

Lago di Ca Selva

Andreis

Val Montanaia

Valcellina

Gemona del Friuli Pinzano Poffabro al Tagliamento

Tarcento Attimis

Forgaria Ragogna

Maniago Tagliam ento

Castelli

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Codroipo

Valli del Natisone Cividale del Friuli

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San Daniele Rive D’Arcano

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Sacile

Val Resia

Venzone Bordano

Spilimbergo

Polcenigo

Cave del Predil

Sella Nevea

Villa Manin

PORDENONE

Natisone

Lago di Vaiont

Tarvisio

VA L C A N A L E Dogna

Villa Santina

Forni di Sopra

I A L P P R E

Malborghetto

Pontebba

Spessa di Cividale San Floriano del Collio

Cormòns

Oslavia

GORIZIA Palmanova Gradisca d’Isonzo

Marano Lagunare arano di M una Lag Lignano Sabbiadoro

Aquileia Lag una di Grado

Grado

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Villaggio del Pescatore Duino Miramare

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TRIESTE Baia di Muggia

Villa Opicina

Val Rosandra

Mùggia

E ora…lucidate il guscio, si parte!

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Un'opera della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo ispirata a G. Seurat, Una domenica d'estate alla Grande Jatte (1884-86)

Terre d’Acqua Da Pordenone a Spilimbergo

L’Acqua Faber è la protagonista di questo itinerario. Non troverete nulla che non meriti una sosta: tutto è vicino, ordinato, poco trafficato e incredibilmente vero. Sorgenti, laghi e torrenti, orridi di fiumi, dighe e antiche rogge hanno segnato il destino di uomini e territori, rendendo possibile un artigianato esportato in tutto il mondo, anche a costo di una massiccia emigrazione: si pensi ai cavatori di pietra a Caneva, alla lavorazione di giunco e vimini a Polcenigo, agli scarpèts, le scarpe di pezza arricchite da ricami di Poffabro, all’opera degli scalpellini 12

di Aviano, agli artigiani del legno ad Andreis, ai “battiferri” di Maniago, fino ai mosaici di Spilimbergo, fra i più belli del mondo. Da Pordenone sul Nocello passiamo allo scrigno di Sacile. Risalite il fiume Livenza e, dopo una sosta alle sorgenti del Gorgazzo, attraversiamo la steppa dei “magredi” (terre magre), dove i corsi d'acqua scompaiono per riaffiorare più in basso (zona delle risorgive), e la pedemontana con il maestoso anfiteatro delle Prealpi a fare da sfondo: entriamo in Valcellina, Val Cimoliana e Val Colvera, prima di ridiscendere verso il Tagliamento.


Il percorso

Dopo un breve tratto di SS13, che ci porta a Sacile, attraversiamo la SP29 fino a Montereale Valcellina. Con la SS251 partiamo all’inseguimento del brioso e misterioso Cellina che dà il nome a una valle meravigliosa. Per chiudere raggiungete il greto del Tagliamento con la SS464 fino a Spilimbergo.

km Totali: 176 circa Tappe Totali: 10 Strada: statale-montagna condizioni ottime Periodo consigliato: inverno- estate Permanenza minima: 4 giorni Itinerario in numeri: 40.000 ettari di parco 24 km di piste da sci da discesa 26 km di piste da sci da fondo 1 golf club da 18 buche

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Pordenone

Camminando a testa in su per Corso Vittorio Emanuele

Una città da scoprire Zanussi e Galvani sono solo i nomi più recenti dell’industria degli elettrodomestici che ha reso famosa la città sul Noncello. Pordenone in realtà ha un’anima antichissima. Insediamento romano, snodo fluviale nella risalita dall’Adriatico, fin dal 200 d.C. crebbe come centro commerciale e, proprio grazie alla ricchezza d’acqua, divenne importante per la produzione della carta, del cotone e della lana, per la metallurgia e le manifatture. Per innamorarsi di Pordenone basta parcheggiare fuori dal centro storico (ampio e gratuito il parking della Stazione) e passeggiare a piedi per corso Vittorio Emanuele e corso Garibaldi a testa in su, ammirando le facciate dei palazzi.

Porcia, Duomo di San Giorgio 1488

Prendete un caffè nella splendida piazza San Marco con il sottofondo della fontana. A pochi passi, il profilo gotico del Municipio, con l’orologio astrologico con i due mori, uscito dalla stessa bottega di quello della Torre dell’Orologio di piazza San Marco a Venezia. Prima di entrare nel duomo di San Marco (metà del XIII secolo), fermatevi ad ammirare il campanile gotico. Ora siete pronti per la pala d’altare con la Madonna della Misericordia del Pordenone, nome d’arte di Giovanni Antonio de’ Sacchis, pittore rinascimentale che seppe tradurre lo spazio e la realtà contadina nella retorica del suo tempo. Troverete sue tracce lungo tutto l’itinerario, a cominciare dal Museo Civico, vera perla della città. Pordenone, Campanile San Marco

Sulla strada A 3 km da Pordenone, in direzione Sacile, troviamo Porcia, ideale per una passeggiata in bici o una sosta alle cantine del castello per degustare gli eccellenti vini del Pordenonese. Ammirate il campanile del duomo: nel 1532 Carlo V vi salì a cavallo. Oggi in cima arriva invece l’asino vincitore della corsa che si tiene, da cinquecento anni, ogni metà di agosto per rievocare l’ingresso dell’imperatore. Parcheggio a pagamento.

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Se piove Consolatevi, senza indugiare, nell’antica Cioccolateria Peratoner in corso Vittorio Emanuele. Il sole oggi ha un cuore di cacao finissimo.


Sacile

Sacile sul Livenza

Sulla strada Prendiamo la SP12 che all’altezza di Caneva (visibili i ruderi del castello del Mille) ci porta sulla SP29, detta la Pedemontana, direzione Polcenigo. Sullo sfondo, le foreste del Cansiglio che rifornivano di legname gli arsenali della Serenissima. Dopo 8 km deviamo per le sorgenti del Livenza seguendo le indicazioni per il medievale santuario della Santissima Trinità, meta di pellegrini che invocavano pioggia e fertilità. Fonti del Livenza

Il Giardino della Serenissima Meno di 7 km di SS13 portano a questa piccola bomboniera sospesa sull’acqua che i veneziani trasformarono nel loro “giardino” di vacanza. Cuore della cittadina è piazza del Popolo, circondata dal Palazzo Comunale e da edifici rinascimentali dal doppio accesso. L’apparenza inganna: cercate gli ingressi principali sul fiume, portali bellissimi che servivano da imbarcadero. Nel Cinquecento era tutto un viavai di battelli e burchielli. Le grandi barche, che risalivano il fiume dal mare con l’aiuto dei cavalli, portavano da Venezia ogni genere di mercanzia che veniva poi commerciata con l’entroterra; quindi ridiscendevano, sfruttando la corrente, con il legname prelevato dai boschi del Cansiglio.

Palazzo Ragazzoni Poco più in là, oltre il ponte, ecco l’imponente palazzo Ragazzoni Flangini Biglia, costruito intorno al 1570 dall’omonima e ricchissima famiglia veneziana. Meritano una visita gli affreschi della stanza detta "degli imperatori". Cinque scene raffigurano le glorie della famiglia che tra i suoi ospiti ebbe il re di Francia Enrico III, Maria d’Austria, papa Pio VI e Napoleone Bonaparte. Chiedete una guida che vi affascini con il racconto delle vicende dell’edificio e, soprattutto, conduca i più piccoli alla ricerca degli errori di chi, maldestramente, condusse un restauro sommario. Si scopriranno così teste mancanti, dita delle mani supplementari, stranezze di ogni tipo!

La Curiosità L’antichissima Sagra degli Osei e dell’Uccellagione, che si festeggia ogni anno la prima domenica dopo ferragosto, merita di per sé un viaggio. A patto che si abbia voglia di svegliarsi prima dell’alba per sentire il canto dei tordi canterini che salutano il nuovo giorno.

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Hanno detto Non solo Sacile. Il Pordenonese è una terra permeata d'acqua che vale la pena scoprire, anche attraverso i suoi scrittori. A soli 15 km da Pordenone, seguendo la SS13 verso Udine siamo a Casarsa della Delizia, casa natale della madre di Pier Paolo Pasolini e rifugio estivo dello scrittore che così la descrive: “Sorge in mezzo ad una pianura molto settentrionale, presso il Tagliamento, le cui sorgenti odono già risuonare freddi accenti tedeschi”. Ancora 5 km di SP1 e ci si immerge nell’atmosfera medievale dello splendido borgo di San Vito al Tagliamento. Altri 10 km sulla SP463 ed eccovi a Cordovado, classificato come uno dei borghi più belli d’Italia. Il luogo fu reso celebre da Ippolito Nievo che ne “Le confessioni di un italiano” lo definì una “pittoresca terriciuola” dove “i giorni sono tranquilli, sereni, dolci”.

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Formaggi di Fagagna, sala di stagionatura.

Non solo San Daniele Da Fagagna a Bordano

Se pensate di mangiare solo prosciutto, non è questo l’itinerario per voi. Ma se dopo aver fatto tappa a San Daniele avete ancora voglia di scoprire la ricchezza gastronomica dei colli centrali, godendo di un paesaggio di castelli e ville meravigliosi, vi porteremo per formaggi, salumi e primi piatti. Frico e polenta, cinghiale e capriolo, trota affumicata, grappa e fichi… Il senso dell’itinerario è soddisfare la gola e la vista, dando la possibilità di mangiare e poi lasciarsi andare alla dolcezza di una sosta su un prato d’erba grassa o presso una delle anse 30

attrezzate del Tagliamento. Una rete di belle strade statali e provinciali permette di attraversare paesi ricchi di tradizioni dai muri in pietra e i tetti di paglia, scoprire oasi naturalistiche e raggiungere punti panoramici che dal mare spaziano fino alle montagne. L'aria che scende dalle Alpi Carniche incontra quella che sale dall’Adriatico e diventa balsamo per i prosciutti, ma anche per i visitatori, ammaliati da queste dolci colline.


A R N I C H E

Tagliamento

Bordano

Forgaria Ragogna

Castelli

Fagagna

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Ce

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San Daniele Rive D’Arcano

Il percorso Un itinerario di pochissimi chilometri che ha come fulcro San Daniele, sempre raggiungibile da ogni tappa in una manciata di minuti. Da Fagagna ci muoviamo attraverso strade interne molto panoramiche. Tranne un tratto di montagna per il Monte di Ragogna, il resto del tracciato è pianeggiante e scorre via veloce fino a Bordano.

km Totali: 85 circa Tappe Totali: 7 Strada: statale-provinciale panoramica Periodo consigliato: tutto l'anno Permanenza minima: un week-end lungo Itinerario in numeri: 1 Oasi e 1 Riserva per il birdwatching 28 prosciuttifici 2.500.000 prosciutti prodotti ogni anno oltre 400 specie di farfalle

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Fagagna

Castello di Villalta

Sulla strada Da Spilimbergo imbocchiamo la SS464 per 16 km fino a San Vito di Fagagna, quindi, dopo aver attraversato il paese, giriamo a sinistra per via Tonutti. Meno di 2 km ci separano da Fagagna, considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Lo splendido Castello di Villalta, datato 1200 e dichiarato monumento nazionale nel 1976, è ancora abitato dai conti Gelmi di Caporiacco e perciò non visitabile se non in occasioni speciali.

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La Visita Parcheggiamo in piazza Unità: di fronte al Municipio campeggia il monumento dedicato al quadrupede più amato del paese. Ogni prima domenica di settembre, dal 1861, nell’ovale della piazza si svolge infatti la Corse dai Mus, la Corsa degli asini. Prendiamo delle stradine selciate (vicolo Morcjùte e via Cecconaia), in cima alle quali si trovano il palazzo della Comunità e i ruderi del castello, la cui parte più antica risale all'XI secolo. Rimangono tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, l'alto campanile e un piccolo fabbricato medievale occupato oggi da un buon ristorante panoramico. Lo sguardo, appagato, spazia a 360 gradi!

Imboccando invece via Salizzada, arriviamo alla pieve di Santa Maria Assunta, costruita, forse su preesistenze paleocristiane, nel XIII secolo.

Se piove Dalla pieve, attraverso la panoramica via dei Tigli, si giunge al Museo della Vita Contadina di Cjase Cocèl, tipica dimora friulana del XVII secolo. Colpiscono gli odori: del cibo sul fogolâr, degli animali nella stalla, del mulino, della fucina... Non troverete custodi ma gente di una volta al lavoro, topolini che scorazzano, bicchieri di vino sincero. A luglio si può partecipare alla trebbiatura, a settembre alla vendemmia. Il museo è aperto, salvo visite organizzate, solo la domenica. Per info: Tel. +39.0432.801887


Leccarsi i baffi Immancabile il formaggio di Fagagna. Oggi sono due i caseifici (latterie di Borgo Paludo e Borgo Riolo) che continuano ad assicurare la qualità di questo prodotto, fatto solo con latte crudo, non pastorizzato, dal gusto inconfondibile grazie alle erbe presenti nei prati. Se vi riesce, non mancate di assaggiare il pestàt, oggi prodotto ancora da pochissimi macellai secondo la ricetta locale. La carne macinata viene mescolata alle verdure e alle erbe dell’orto per essere insaccata in un budello naturale, messo poi a stagionare. Il pestàt, fatto soffriggere, viene usato per insaporire il minestrone, la brovada (piatto locale a base di rape bianche), carni in umido e patate al tegame.

Per i pù piccoli A pochi chilometri da Fagagna, in direzione nord-ovest, troviamo l’Oasi dei Quadris, una trentina di stagni contornati da una fitta vegetazione, di forma regolare (quadri appunto), ricavati dall’escavazione della torba e dell’argilla che ha avuto luogo per circa due secoli, fino alla metà del Novecento. Oggi l’area è dedicata al reinserimento della cicogna bianca e del simpaticissimo ibis eremita. L’apertura, solo domenicale, è da marzo a novembre. Per info: Tel. +39.0432.889507

Tutto il sapore dei formaggi di una volta

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Tolmezzo

Un violino vede la luce a Tolmezzo

Sulla strada per Tolmezzo

Tolmezzo è il punto di partenza di ogni escursione: viveri, carburante, attrezzatura sono a portata di mano. Ci troviamo alle porte della Carnia, in un paese ferito dal terremoto del ’76. Nel corso della sua storia millenaria, Tolmezzo è stato crocevia di commerci e genti. L’antica Tulmentium ha origini preromane e si sviluppò dalla fine dell’anno Mille, quando il Friuli e la Carnia divennero feudo del Patriarcato di Aquileia. A questo dominio si deve la costruzione del castello di cui sopravvivono i resti a dominare la valle e i suoi traffici.

iniziamo un viaggio nel passato della Carnia. Nelle sale del seicentesco palazzo Campeis, in pieno centro storico, ci muoviamo in ambienti che riproducono la vita quotidiana dal XIV al XIX secolo. Trenta stanze che offrono una ricostruzione etnografica di rara efficacia.

La Visita

Da Tolmezzo verso Sutrio possiamo deviare per Zuglio (8 km). Il borgo era un antico oppidum romano fondato su un insediamento celtico. Una storia di oltre duemila anni fa che possiamo rivivere visitando il Museo Archeologico e passeggiando nel foro e tra gli edifici riportati alla luce. Da Zuglio possiamo salire verso Fielis (4,5 Km) e visitare l’antica pieve di San Pietro, la chiesa più antica della Carnia.

Camminando per le strade di Tolmezzo, all’ombra dei portici troverete tanti negozi con i prodotti artigianali e gastronomici tipici della Carnia. Nella chiesa di Santa Caterina si può ammirare la splendida pala di Pomponio Amalteo. Oppure si può visitare il duomo di San Martino (risalente al XVIII secolo) per curiosare tra le opere pittoriche del Settecento veneziano. Con una visita al Museo Etnografico

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Percorsi Da Tolmezzo usciamo verso sud e imbocchiamo via Colombo verso Illegio (6 km). Qui possiamo visitare il secentesco Mulin dal Flec, ancora funzionante e mosso solo dalla forza dell’acqua. Tel. +39.0433.41004.

L’incantevole Pieve di San Pietro a Fielis

L’Artigianato In via Grialba merita una visita la bottega dei Rossitti, due fratelli che facendo tesoro della tradizionale lavorazione del legno tramandata da generazioni creano, ancora oggi, violini e altri strumenti musicali di grande fattura.


Sutrio Sulla strada Da Tolmezzo prendiamo la SS52bis fino all’uscita per Sutrio, dove giriamo a sinistra per la SS465. Siamo in piena Valle del But, da sempre nota come passaggio verso il sud. I romani vi fecero passare la via Iulia-Augusta, la lunga strada imperiale che da Aquileia, sul mare, portava in Carinzia. Ancora oggi il passo di Monte Croce Carnico è la più importante via di collegamento della catena carnica con l'Austria.

Un intagliatore al lavoro

Sutrio è il paese dei marangons, falegnami mobilieri e intagliatori di tradizione antichissima. Sono artigiani famosi in tutto il Friuli, e il loro amore per il lavoro lo si scopre passeggiando per un paese che è un piccolo gioiello. Nelle botteghe si possono acquistare mobili intagliati con antichi decori, utensili in legno per la casa, statue e bassorilievi. La chiesa di San Ulderico, dalla facciata asimmetrica, ci invita a entrare e a passeggiare tra gli affreschi settecenteschi di Antonio Novelli.

La Curiosità Il primo week-end di settembre tutto il paese festeggia la “Magia del legno” con una manifestazione che celebra la lavorazione del legno in tutte le sue forme e creazioni. Ci sono gli artigiani, un bellissimo mercato, buona musica e tante leccornie!

Sutrio con il Monte Zoncolan sullo sfondo

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FRIULI VENEZIA GIULIA IN OTTO ITINERARI

Il Friuli Venezia Giulia in otto itinerari a tema da percorre in auto, in moto o in bicicletta. Come in un colorato metrò tra arte, gusto, cultura, paesaggi, natura e gente unica. Oltre 140 foto, mappe, illustrazioni, eventi e tutti gli indirizzi utili per andare alla scoperta di una terra piena di sorprese. Guidati e consigliati dalle tartarughine…

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