Storyboard Teseo e il Minotauro

Page 1

Teseo e il Minotauro


“ la creatività rappresenta un modo del tutto unico per guardare l’universo” Aldo Carotenuto


Teseo e il Minotauro Storyboard della classe 1G dell’IC Pacifici Sezze Bassiano-Anno Scolastico 2019-2020

A cura della Professoressa Antonella Giordano


* Il re di Creta Minosse, preoccupato del fatto di non essere ben visto dai suoi cittadini, chiede al dio del mare Poseidone, un toro in regalo come segno dell'approvazione del suo regno da parte dell'Olimpo. Il toro ricevuto in regalo da Poseidone era un toro bianco e bellissimo che Minosse avrebbe dovuto sacrificare. Considerata la bellezza dell'animale, però, Minosse decide di non sacrificare il toro e di usarlo per le sue mandrie. Poseidone, dopo aver scoperto che Minosse non aveva sacrificato l'animale, decide di punire il re e di far innamorare la moglie di Minosse, Pasifae, del toro. Dall'unione tra Pasifae e il toro nasce il minotauro, una creatura leggendaria e mostruosa per metà toro e per metà uomo selvaggio e pericoloso per i cittadini. Minosse decide quindi di rinchiuderlo nel labirinto di Cnosso, un palazzo a forma di labirinto costruito da Dedalo. Il Minotauro si cibava di carni umane e ogni anno la città di Atene, sconfitta in battaglia da Minosse, doveva inviare a Creta sette fanciulle e sette fanciulli perché fossero sacrificati al mostro. Stanco di questi tributi umani, il principe Teseo, figlio del re di Atene, decise di prendere il posto di una delle vittime e di recarsi a Creta per uccidere il Minotauro.

*



* Nel periodo della fastosa accoglienza di Atene a Teseo, si stava appunto allestendo la macabra offerta rituale che avrebbe costituito il prossimo pasto del Toro di Minosse. L’angoscia dei genitori affranti e i pianti disperati dei poveri fanciulli coinvolsero emotivamente il virtuoso eroe che, nonostante il parere contrario di Egeo, si offrì come vittima volontaria. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, nipote del sommo Zeus s’innamorò dell’eroe ateniese per la sua prestanza fisica, per la bellezza del suo giovane volto, ma, soprattutto, per l’ardire delle sue imprese, che affrontava con il massimo disprezzo per il pericolo.

*



* Questo sarebbe stato il terzo olocausto al Minotauro. Credendosi nel giusto e protetto dagli dei, Teseo chiese al padre delle vele bianche da inalberare al ritorno per segnalare la vittoriosa riuscita dell’impresa. Il ruolo della principessa cretese nella vittoria di Teseo fu determinante anche se non gratuito. Ella aveva offerto il suo prezioso aiuto in cambio delle nozze con l’eroe e della fuga nel paese straniero. Quando Teseo le giurò eterno amore e piena riconoscenza, Arianna gli spiegò il piano per uccidere il Minotauro: Dedalo le aveva affidato un gomitolo di filo magico che lo avrebbe condotto - srotolandosi da solo - fino alla camera del Minotauro. Lo stesso avrebbe fatto per la via del ritorno.

*



* Seguendo le istruzioni Teseo l’estremità del filo all’ingresso del labirinto e srotolò il gomitolo man mano che avanzava. Alla fine giunse al centro del labirinto e si trovo faccia a faccia con il Minotauro, la creatura più terrificante che avesse mai incontrato. Con coraggio Teseo affronto il mostro, lottando duramente per non essere sopraffatto, e alla fine riuscì ad ucciderlo.

*



* Fuori dal Labirinto, Arianna lo attendeva intrepida e lo accolse calorosamente.

*



* Si imbarcarono subito per Atene. Dopo un avventuroso viaggio, la nave fece una breve sosta a Nasso e Dionisio, la divinità del luogo, innamoratosi della bella Arianna, convinse Teseo a continuare il viaggio senza di lei, facendogli dimenticare con un incantesimo la promessa fatta alla fanciulla. All’alba Arianna, rimasta sola, vide veleggiare la nave greca in alto mare portandosi via le sue speranze.

*



* Il re Egeo, prima che Teseo partisse, aveva chiesto al figlio di issare le vele nere solo in caso di sconfitta. Poseidone, infuriato con Teseo per aver abbandonato la ragazza, fece scoppiare una tempesta che squarciò le vele bianche della nave di Teseo, costringendo quindi il ragazzo a issare le vele nere. Giunto in vista di Atene Teseo dimenticò di issare la vela bianca che avrebbe significato l’uccisione del Minotauro. Il vecchio Egeo vide la vela nera e, preso dallo sconforto, si gettò dall’alto del dirupo che si affacciava sul mare. La sua caduta fu precipitosa ed egli si schiantò nel mare sottostante, morendo per una tragica beffa. Da allora quel mare prese il suo nome e divenne il mar Egeo.

*



OLTRE IL MITO L’immagine del labirinto ha acquistato con il tempo un profondo valore simbolico. Il labirinto rappresenta la complessità della vita, che disorienta gli esseri umani: vivere significa districarsi nelle difficoltà dell’esistenza cercando una via d’uscita ai problemi che si incontrano. Il labirinto rappresenta anche la ricerca, il cammino verso la realizzazione dei propri desideri, che ciascuno insegue nel corso della vita.

Il lavoro è stato realizzato dagli alunni della classe 1G nell’anno scolastico 2019/2020: Sofia C. Angelo E. Natalia H. Aurora C. Raoul L.R. Antonio L. Edoardo M. Lorenzo M. Jasmine R. Vanessa R. Simon R. Alessandro R. Matteo R. Riccardo R. Beatrice R. Sofia S. Giorgia T. Alice T. Aurora T.


Bibliografia: R. Agizza, Miti e leggende dell’antica Grecia, Newton Compton, in A. Aretini - A. Italia, Leggjmmagina, vol. 1°, Il libro di Epica, Ed. Minerva Scuola, Bologna, 2010; Chiara Ferri, Luca Mattei, Vittoria Calvani, Nuovo Amico Libro, Mito e Epica, Mondadori Scuola, Milano, 2019.



Fine


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.