Architecture student Portfolio

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antonina sturniolo

portfolio architecture student


Curriculum Vitae

a ntonina s turniolo Data di nascita 20.07.1995

Luogo di nascita Messina (IT)

Residenza

via s. Marta, 296 98123, Messina

Cittadinanza italiana

Cellulare

(+39) 3474361070

Email

antonella.sturniolo@yahoo.it s261855@studenti.polito.it

Social

instagram @antonellastu facebook @antonellasturniolo tvtime @antonellastu


Formazione 2009 05.07.14

Maturità scientifica indirizzo tecnologico Archimede Messina (82/100)

2014 21.03.18

Laurea triennale scienze dell’architettura L-17 università degli studi Mediterranea Reggio Calabria (110/110L)

2018 in corso

Laurea magistrale architettura per il restauro e valorizzazione del patrimonio LM-4 Politecnico di Torino

Esperienze formative 08/10.05.13

Stage di formazione professionale Cinecittà, IED, SRF (RM)

17/20.05.16

Workshop rappresentare la città, voci e silenzi videomaker, Lenola (LT)

26/30.07.17

Stage di architettura pratica del restauro innovativo costruzione MUSABA, Mammola (RC)

2017

Mostra collettiva la morte del minotauro: i paesaggi ritrovati Palazzo Alvaro, Reggio Calabria

20.06.2017

Seminario conclusivo la ciclabile del parco dell’Aspromonte: il percorso natura Aula magna, Unirc

Conoscenze linguistiche madrelingua ielts B1 scolastico

Italiano inglese spagnolo

Soft skill autonomia capacità di pianificare e organizzare precisione e attenzione ai dettagli apprensione in maniera continuativa conseguimento degli obiettivi spirito d’iniziativa capacità comunicativa problem solving team work leadership

Capacità informatiche autocad 2D/3D revit sketchup photoshop illustrator indesign premier pro vray for sketchup lumion photoscan davinci resolve dialux qgis rhino suite microsoft office Interessi grafica, rendering, mostre, viaggi, serie tv, danza, pittura, lavori manuali


HERE I AM! Questo portfolio è basato su una selezione di alcuni lavori svolti sia singolarmente che in team durante il mio percorso accademico dal 2014 al 2020. I presenti progetti variano da una scala architettonica ad una urbanistica, tenendo conto l’importanza del contesto in cui essi sono stati inseriti o andranno ad inserirsi, non tralasciando il valore storico e d’uso della preesistenza.


INDICE

Project p.1-2

Casa unifamiliare

p.3-6

Interventi di rigenerazione nel quartiere di Arghillà

p.7-10

La morte del Minotauro: i paesaggi ritrovati

p.11-14

Idea del borgo/laboratorio. Samo e Precacore

p.15-18

Strategie di rigenerazione del patrimonio ambientale e storico in ambiti sensibili. Il circuito di mobilità lenta per il PN.A.

p.19-24

Intervento di riqualificazione dell’ex caserma militare A. Riberi

p.25-32

Scala di luci: il progetto di restauro dello Scalone di Arduino

p.33-38

Open City

p.39-46

Le “Molinette”: da ex ospedale a bene ceduto alla città


composizione architettonica 1

0 1 Casa unifamiliare a.a. prof. team

1

2014/15 arch. Marina Tornatora Antonina Sturniolo

sezione A-A’

0

2

5

10

prospetto A

0

2

5

10


In un utopico quartiere, il progetto riguarda un bene per una cosa unifamiliare, in un lotto trapezoidale. Come base per l’elaborazione sono stati considerati tre progetti di elevata notorietà: House 4x4 di Tadao Ando, Linked Hybrid Building di Steven Holl e Casa in Leiria di Aires Mateus, ridisegnati per la creazione di un book e studiati durante tutta la durata del corso. Data la particolare forma del sito, è stata considerata la totalità dell’area per l’introduzione di un esteso basamento alto 2,40 m e spesso 1 m che ospita un patio ricco di vegetazione e alberi, totalmente calpestabile. Tale basamento verrà sfruttato come fondazione dei tre blocchi che indicano le diverse zone abitative. Una larga scala conduce al primo “blocco” indicante l’ingresso; il secondo occupa l’open space che ospita la zona giorno; mentre il terzo, su due livelli, riveste la zona notte con due camere da letto e servizi igienici. 0

p. 0

12

51

planivolumetrico

p. 1

prospetto B

0

2

5

10

prospetto C

0

2

5

10

2


composizione architettonica 2

0 2 Intervento di rigenerazione nel quartiere di Arghillà a.a. location prof. team

2015/16 Reggio Calabria, Italia arch. Marina Tornatora A. Sturniolo, G. Crisarà, L. Crupi, F. Finanze, G. La Fauci, A. Saccà

Arghillà nasce come quartiere popolare a Reggio Calabria negli anni ’60 ed incarna il vecchio modello di “abitazioni ad alveare” concepite per dare il maggior numero possibile di alloggi alle famiglie. Attualmente Arghillà è un quartiere residenziale popolato da abitanti costretti a vivere in condizioni disagiate: è dotato di spazi destinati ad un’edilizia popolare, generando un sistema di strutture abusive. Per poter migliorare le condizioni di vita di questo quartiere si è optato per l‘ottimizzazione della viabilità creando un’unica strada principale che ricolleghi tutti i punti centrali del sito; successivamente con l’inserimento di diversi orti urbani, è stato possibile creare una serie di terrazzamenti collegati mediante rampe e scale. Con il recupero di alcuni immobili abbandonati, ci siamo soffermati sugli edifici che occupano la zona nord-est del quartiere, ipotizzando l’occupazione di social housing. Lo scopo principale è stato quello di poter creare un sistema di edifici e di vegetazione che comunicassero tra loro per permettere di contrastare tutti quei fattori che alimentano il malessere abitativo.

3


masterplan di progetto

stato di fatto

4


planivolumetrico

5

prospetto sud


p. tipo 1

p. tipo 2

sezione

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laboratorio di progettazione architettonica

0 3 La morte del minotauro: i paesaggi ritrovati il progetto dell’esistente e la riconfigurazione degli edifici confiscati alla criminalità organizzata a.a. location prof. team

2016/17 Rodia, Messina, Italia arch. Ottavio Amaro A. Sturniolo, L. Crupi

L’area di intervento interessa un bene confiscato nel 2011 sito a Rodia, nella città metropolitana di Messina. Si presenta come un piccolo manufatto di natura abitativa di circa 150 mq, risalente agli anni ’80, adibita a villetta estiva con piscina, un campo da tennis e pergolato con terreno di circa 500 mq; è su due livelli, con tetto a doppia falda e una maglia disordinata. Punto di partenza per la riqualificazione del lotto, è stato quello di considerare i servizi già esistenti nelle vicinanze, tutti prossimi al mare, in modo da poter inserire strutture essenziali per cittadini che soggiornano in questi luoghi tutto l’anno. La posizione si insinua in un doppio paesaggio: da una parte il mar Tirreno e la vista diretta alle isole Eolie (vedi copertina Portfolio), dall’altra un paesaggio collinare con una vegetazione tipica mediterranea; spunti che valorizzano il luogo e rappresentano l’input dai quali è partito il progetto.

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Si è scelto di destinare l’area ad un asilo nido, in cui sarà possibile ospitare un massimo di 30 bambini, secondo la normativa vigente. La riqualificazione dell’area prevede la demolizione del campo da tennis e della vegetazione arbustiva secca per poter ospitare larghe aree di orti coltivabili e zone erbose e sabbiose. Si è ritenuto opportuno lo smantellamento dei muri dei due prospetti principali per l’inserimento di una vetrata e una “pelle” esterna che avvolge l’edificio e che, al contempo, integra la struttura stessa. Data la grande superficie, si è potuto inserire un ulteriore blocco, uguale nella forma ma con una nuova maglia strutturale, collegati attraverso una serie di ponti in modo da creare un unico lotto funzionale. Verrà sfruttato lo scavo della piscina come luogo di svago per varie attività.


stato di fatto

concept di progetto

esistente

demolizioni

aggiunte

duplicazione e connessione

8


progetto

focus

.Collegamento diretto con la spiaggia: la sua forma è stata definita attraverso uno scavo, consentito dal dislivello presente di 3.8 metri, in cui si è scelto di progettare un sistema di scale con una rampa centrale, per abbattere le barriere architettoniche. .Serie di gabbioni e piante dunali che fungono da assorbenti

4. 5. 6. 7. 8. 9.

p. 0

9

sezione b-b’

prospetto nord-est

ingressi deposito passeggini open space servizio igienico area ricreativa servizio igienico

p. 1


10. 11. 12. 13. 14. 15.

sezione a-a’

open space cucina direzione amministrazione servizio igienico area pranzo

p. copertura

1. teatro 2. area giochi 3. orti

prospetto nord Profilo nord

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restauro architettonico

04 Idea del borgo/laboratorio. Samo e Precacore dall’analisi del luogo, del singolo manufatto al progetto di riuso nel borgo di precacore a.a. location prof. team

2016/17 Samo, Reggio Calabria, Italia arch. Alessandra Maniaci A. Sturniolo, F. Finanze, M. Mallimaci pavimentazione tattile in gomma per non vedenti

passerella “galleggiante” in quarzite

piantagioni di ginestre color giallo, rosso e bianco per il laboratorio della ginestra

griglia per canale di raccolta acque

sedute “panoramiche” in legno lamellare

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Inserimento di vasche di recupero e di accumulo prefabbricate in cemento, che consentono di stoccare l’acqua piovana proveniente da tetti, terrazzi, o altre superfici e riutilizzarla per l’irrigazione del verde, orti, colture agricole e per l’estinzione degli incendi (rinforzata con pilastri verticali e puntoni orizzontali in acciaio inox). N.B. Per il calcolo del volume della vasca per il recupero dell’acqua piovana si tiene conto del periodo secco medio, ovvero dei giorni durante i quali si può verificare l’assenza di pioggia.

grondaia in rame nei due lati “a spiovente”


stato di fatto

L’area di intervento interessa Samo, un comune della città metropolitana di Reggio Calabria, sviluppatosi intorno al 492 a.C.. Del comune fa parte un piccolo borgo chiamato Precacore, ricco di leggende e fascino, appartenente al Parco Nazionale dell’Aspromonte. Proprio per questa sua posizione che si ha come punto di partenza l’idea del borgo/laboratorio, in cui il borgo stesso diventa museo e cartolina del Parco. Si presenta del tutto degradato e abbandonato con un’alta percentuale di vegetazione che sovrasta e nasconde i vari manufatti. Per l’analisi dello stato di fatto è risultato opportuno un rilievo diretto e fotografico in cui si è potuto ricavare il disegno geometrico e materico di dettaglio di piante, interni e prospetti, potendo così comporre la scheda dei materiali, inserendo cartellini identificativi. Successivamente, si è passati all’analisi dei dissesti, degradi e i successivi interventi, catalogati nella scheda. L’analisi dei manufatti, ritenuti di elevata valenza storica e paesaggistica, ha portato a galla svariate considerazioni rispetto alle metodologie e alle azioni da attuare per un restauro più idoneo. Si è, quindi, optato ad un restauro di tipo conservativo, non intaccando la struttura, apportando migliorie per la salubrità degli ambienti interni e rendendo i percorsi più accessibili attraverso l’aggiunta di pedane e passerelle.

Inquadramento territoriale Samo_Precacore

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analisi dei dissesti, dei degradi e degli interventi

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Il progetto prevede la realizzazione di un laboratorio interattivo per la lavorazione della ginestra, dov’è possibile conoscere, vedere e creare dei prodotti attraverso la filatura di questa pianta. Al primo piano dell’edificio sono state inserite delle sedute per osservare dei video conoscitivi di quest’antica tradizione. Al piano terra invece, è possibile toccare con mano gli strumenti utilizzati all’interno della lavorazione. Per prevenire l’umidità che impregna i muri sono stati inseriti due deumidificatori e una pavimentazione Acquapanel in grado di mantenere asciutti gli ambienti. All’esterno, un percorso in pietra granitica, adatto anche per i non vedenti, attraversa i ruderi ora adornati da diverse specie di ginestra che è possibile ammirare seduti su delle panchine che, dove possibile, proteggono i ruderi coprendoli parzialmente. A seguito dei vari interventi di restauro volti a sanare i dissesti e i degradi, si è provveduto all’installazione di alcune soluzioni tecnologiche essenziali. Lo smaltimento delle acque meteoriche è affidato all’inserimento di pluviali e canali di scolo che confluiscono in due vasche di raccolta dal duplice scopo: sono fonti preziose per l’estinzione degli incendi e per un passaggio per la lavorazione della ginestra.

alcune applicazioni progettuali

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tesi di laurea

05

Strategie di rigenerazione del patrimonio ambientale e storico in ambiti sensibili il circuito di mobilità lenta per il P.N.A.

data location relatori team

21.03.18 Parco Nazionale dell’Aspromonte, RC arch. Natalina Carrà. Antonio Taccone A. Sturniolo, G. Crisarà

diga del menta

La diga è immersa in un particolare scenario naturale e rappresenta un’opera idraulica di sbarramento costruita a scopo protettivo e per la costituzione di un bacino. Nella zona della diga, oltre a conderare l’inserimento della pista, si intende sfruttare uno slargo inutilizzato per l’attuazione di un luogo di sosta, incentivando la fruizione del punto panoramico. In un ulteriore grande spiazzo in disuso, nei pressi di una pendice del torrente, si prevede la realizzazione di uno spazio pubblico la cui esecuzione ha minimo impatto, in quanto sfrutta il pendio naturale esistente.

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Si tratta di un progetto urbano di riqualificazione e valorizzazione dei comuni e paesaggi aspromontani, cui lavoro è stato scaturito da tre aspetti metodologici: dalla dimensione dell’esistente e lo studio dello stato di fatto, dall’identificazione delle tipologie di intervento e la successiva dimensione progettuale, combinando tutto ciò attraverso un circuito di soft mobility. Successivamente ad una serie di studi relativi al parco, definendo le proprie unità di paesaggio, SIC e ZPS e le sue caratteristiche insediative, si è potuta analizzare l’identità di questi luoghi come prodotto di una narrazione urbana continua data dalla sua identità fisica, storica, ed economica. Tali studi sono stati condotti rispettando e considerando i requisiti della Legge Salva Borghi, n’ 158/17 del 6/10/17, che riguarda le misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e le disposizioni per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici dei medesimi. Si considera come nuova opportunità che riguarda lo stanziamento di fondi per interventi sui piccoli comuni con meno di 5000 abitanti e densità non superiore agli 80 ab/km2, compresi all’interno di un parco nazionale o regionale,in aree interessate da disagi insediativi e inadeguatezza dei servizi essenziali e da un relativo spopolamento. Nello specifico, ogni insediamento è stato studiato in merito al suo disegno urbanistico, esaminando le infrastrutture e segnalando i corsi stradali esistenti interessati nel progetto del circuito di SOFT MOBILITY.

identità

id. fisica territorio collinare territorio montano id. storica magno greca medievale id. economica rurale artigianale turistico-attrattiva 1

2

3

4

_rurale 1. varapodio 2. mammola

_artigianale 3. bagaladi 4. scido

5

6

_turistico-attrattiva 5. bova 6. san luca

7

p. delle faggete p. delle pinete p. delle querce p. delle leccete p. delle ginestre p. del pascolo p. degli uliveti p. dei frutteti sic e zps abitanti > 5000 abitanti < 5000 densità > 80 ab/km2 densità > 80 ab/km2

8

_magno greca 7. molochio 8. r. del greco

9

10

_medievale 9. roghudi vecchio 10. san lorenzo

analisi paesaggistica e insediativa

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pietrapennata

Oltre l’inserimento della ciclovia, che comprende tratti sia di sede propria che di sede privata, si considerano interventi di rinnovamento e cambio di destinazione d’uso di edifici abbandonati a causa dello spopolamento ma che appaiono ancora integri. Dunque, il borgo si rivela favorevole ad ospitare servizi come bicigrill, un bikehotel e diversi punti di sosta funzionali alle necessità degli utenti del circuito di soft mobility., in quanto sfrutta il pendio naturale esistente.

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Il progetto prevede l’introduzione del percorso ciclopedonale sfruttando un territorio di tale ricchezza, connettendo le diverse aree verdi di grande valore naturalistico, promuovendo le aree di pregio storico-culturale e rinsaldando il legame tra gli abitanti e i luoghi, risultando un’occasione per la promozione e lo sviluppo di una nuova forma di turismo responsabile e sostenibile. Dallo studio sulle unità di paesaggio derivano i percorsi naturalistici, mentre dallo studio sulle identità dei luoghi derivano i percorsi identitari. Si è pensato, inoltre, a delle strategie di progetto che riguardano i diversi luoghi inclusi nel circuito; nello schema 1 e 2 sono stati specificati i servizi esistenti tra quelli per la ristorazione, per il soggiorno e quelli offerti per i visitatori. Il passaggio successivo è stato l’individuazione dei luoghi d’interesse come coordinate per il disegno del tracciato, selezionati in base alla loro valenza e all’immediatezza nel collegarli. Il percorso ciclopedonale si traduce in un circuito articolato costituito da una serie di 3 anelli che allacciano l’Aspromonte dal fronte settentrionale a quello meridionale, distribuendosi su molti dislivelli e collegando differenti strade tra cui provinciali, sterrate, sentieri CAI e tratturi, definendo così differenti interventi.

alcune applicazioni progettuali

a. villaggio zervò

b. piazza di gambarie

a. analogamente all’operatore “Autogrill S.p.a”, i bicigrill garantiscono tappe di ristorazione per chi pedala, mettendo a disposizione anche piccole officine e aree di sosta, che possono essere punti d’incontro tra ciclisti e pedoni. b. sistema che offre il noleggio di biciclette a pedalata assistita, permettendo all’utente di compiere agevolmente anche tratte più lunghe

c. limina

percorsi naturalistici circuito degli uliveti circuito boschivo circuito dei frutteti circuito delle ginestre percorsi identitari circuito rurale ed eno. circuito turistico e sport circuito della cal. greca percorso a percorso b percorso c lunghezza totale 175 km 125 km 85 km 505 km circa

la ciclovia della dorsale

d. casa cantoniera

e. samo

c. aree di fermata e riposo munite di attrezzature funzionali alla pista e alle necessità degli utenti. d. strutture ricettive che consentono la possibilità di estendere la durata dell’escursione, offrendo ai cicloviaggiatori un punto di riposo, anche di notte, e un luogo sicuro per le bici quando non vengono utilizzate. e. strutture dove si effettuano manutenzioni alle biciclette ed è possibile gonfiare le ruote o riparare eventuali danni.

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atelier riqualificazione della città consolidata

06

Intervento di riqualificazione dell’ex caserma militare A. Riberi

a.a. location prof. team

2018/19 Torino arch. Paolo Mellano, Daniela Bosia A. Sturniolo, G. Crisarà

Le infrastrutture militari non più utili ai fini istituzionali costituiscono un valore sociale ed economico di fondamentale importanza e, adottando strumenti per un’adeguata valorizzazione attraverso opere di riqualificazione, riduzione ambientale, riconversione, possono diventare un fattore di crescita economica e sviluppo del territorio. In questa prospettiva, il progetto sulla riqualificazione dell’ex ospedale militare Alessandro Riberi a Torino risulta in linea con l’idea di città che si sta ampliando. Tale area risulta strategica per l’innesto di nuove attività tra cui: un polo di residenze universitarie, residenze per gli allievi della Scuola di Applicazione Militare, una futura foresteria del Ministero della Difesa per i militari per periodi da tre mesi ai tre anni con famiglie, uffici per l’INPS, mense, showroom, auditorium, aule per studenti.

19

È un progetto che si focalizza sul ridisegno dei percorsi (veicolari con zone 30 e parcheggi interrati e pedonali) e degli spazi pubblici, eliminando in parte la recinzione esistente della caserma, aprendo alla città gli edifici e le aree verdi (sia esistenti che aggiunte) che caratterizzano il complesso, e integrando queste destinazioni d’uso con nuove attività per gli studenti e per la città, come ad esempio uffici pubblici e servizi di quartiere. Il progetto è stato approfondito dal livello urbanistico allo strutturale, ipotizzando migliorie per l’isolamento dei muri degli edifici esistenti e pacchetti tecnologici innovativi e sostenibili per i nuovi immobili, nel rispetto delle normative che riguardano la libera accessibilità ai locali da parte di qualsiasi tipo di utenze.


masterplan di progetto

sezione territoriale

20


Pubblico

funzioni e viabilitĂ

1. 2. 3. 4. 5.

Privato

6. 7. 8. 9. 10.

Mensa e palestra Auditorium Residence universitario Showroom Centro polifunzionale: aule studio, laboratori, centri stampa, segreterie Alloggi per studenti scuola di applicazione Aule per scuola di appl. Ingresso/comando/direzione Foresteria per alloggio famiglie Ufficio guardia di finanza

alloggi per studenti scuola di applicazione

2 1 3 1

2010 m2 617 m2 19.500 m2 357 m2

3

2745 m2

3 3 3 3 4+2

9933 m2 2745 m2 4515 m2 6774 m2 8388 + 1560 m2

p.0

parcheggio interrato zona a traffico limitato zona 30 strada carrabile privata

21

sezione a-a’


sezione b-b’

sezione costruttiva

22


residence universitario

p.0

23

p.1

sezione a-a’


sezione c-c’

sezione costruttiva

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atelier progetto di restauro architettonico

07

Scala di luci: il progetto di restauro dello Scalone di Arduino

a.a. location prof. team

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2018/19 Castello di Agliè, Agliè (To) arch. Monica Naretto, Paola Palmero, Rossella Taraglio A. Sturniolo, G. Crisarà, L. Crupi


stato di fatto

L’area di intervento interessa Agliè, un comune della città metropolitana di Torino, facente parte dell’area GAL “Valli del Canavese”, che si estende su una superficie di 1.120,6 kmq collocata a nord-ovest della Regione Piemonte. L’involucro edilizio studiato nel dettaglio è il Castello del medesimo comune, avente impianto altomedievale il cui architetto risulta ignoto, ma attraverso testimonianze intervenne, a partire dal 1642, Filippo San Martino di Agliè che avviò i restauri e gli ampliamenti relativi alla fase seicentesca, commissionando Amedeo di Castellamonte, architetto in voga di quegli anni, cui viene data attribuzione del progetto dello Scalone d’Onore. Con il passare del tempo tale opera acquista sempre di più la sua fama, data la sua posizione frontale al giardino e di collegamento con il salone d’Arduino, la famosa sala da ballo che più volte si è resa protagonista, insieme allo scalone, nella celebre serie televisiva mediaset Elisa di Rivombrosa. Il Castello è inserito all’interno del circuito della Corona di Delizie, sistema di regali residenze sabaude, locate nei pressi di Torino e Piemonte, rifunzionalizzate sia come musei di se stessi che come case per mostre temporanee e permanenti di opere di vario genere. Ad oggi il Castello attraversa una fase di quasi abbandono, soprattutto da parte delle utenze che nel giro di pochi anni sono andate diminuendo, a causa sia della location, poichè risulta piuttosto complicato arrivarci con i mezzi pubblici, sia della ridotta valorizzazione del sito. In questa prospettiva è risultata utile l’ipotesi di nuovo percorso museale che, partendo dai luoghi limitrofi del comune, culminano nel Castello e nello scalone monumentale (ad oggi escluso nel percorso museale esistente). Attraverso uno studio del bene, approfondendo in parallelo la storia dello scalone e con rilievi geometrici e materici sul luogo, si è ritenuta fondamentale l’analisi dei materiali e dei degradi per capire che livello e quali degradi sono presenti nell’atrio, nei gradini, nella pavimentazione, nella parete per studiarne le differenti stratigrafie e poter formulare ipotesi di interventi compatibili con il valore storico ed architettonico del bene, in modo da poter renderlo accessibile alle varie utenze che si incammnano nel nuovo percorso museale, per futuri eventi, matrimoni, iniziative teatrali, ecc...

Inquadramento territoriale Agliè

Masterplan percorso museale alternativo (piano delle terrazze)

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mappatura dei materiali

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mappatura dei degradi


la parete Spessore totale: 2,6 cm ca. A. Intonaci di sottofondo (sp. 1,5 cm ca.) 1. Rinzaffo 1 strato: - cocciopesto a grana grossa - sabbia di fiume - calce spenta 2. Arriccio 2 - 3 strati di riempimento - acqua - cocciopesto a grana mista - sabbia di fiume - calce spenta - acqua 3. Aggiunta di intonachino quando sta per asciugare

B. Marmorino, intonaco di finitura (sp. 0,5 cm ca.) - polvere di marmo - calce spenta - acqua C. Intonaco di calce aerea, di finitura (sp. 0,6 cm ca.) 1. Strato risalente al 1823 ca. 2. Strato risalente al 1960 3. Strato risalente al 1980 - calce spenta - inerti - acqua

la chiave di volta sospesa

Im. 1: definizione Une voûte à clef pendante.

Im. 2: VIOLLET-LE-DUC

particolare sezione chiave di volta sospesa.

Ipotesi Si è potuto ipotizzare la struttura interna della chiave di volta sospesa attraverso l’osservazione delle informazioni reperite da diversi articoli fornitoci, riferiti al “voûte à clef pendante” seguendo lo stile flamboyant delle chiese gotiche francesi. 1. La chiave di volta viene tenuta da un monaco in laterizio e possibili archi che scaricano direttamente sui piani di imposta delle volte superiori (imm. 1 e 2).

2. Anima in ferro piombato che, attraverso un dispositivo, collega la chiave di volta stuccata all’arco sovrastante (disegni non pervenuti).

i gradini

Mattoni pieni costituenti la volta a botte ribassata nel sottoscala Parti di mattoni ritrovati nel sistema gradino sia alla base della pedata che lateralmente Lastra in pietra di natura calcarea

Intonaco di calce aerea

Descrizione gradini Lo scalone monumentale presenta un sistema di appoggio direttamente sulle sale voltate inferiori. I gradini sono costituiti da lastre di pietra che, in alcuni casi, ricoprono l’intera larghezza della rampa con un unico blocco, in altri sono tagliate in più parti. Una particolarità si presenta nella prima rampa del ramo di sinistra, dove tutti i ventiquattro gradini sono ricoperti da un’unica lastra di pietra. La composizione dei gradini dello scalone non risulta sempre uguale: si ipotizza che la lastra di pietra a volte poggia direttamente su un altro blocco in pietra più grande, mentre in altri casi su un mattone che ultima la pedata. Il tutto uniformato in alzata con due strati di intonaco.

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gli interventi di restauro

elenco unità di progetto_interni UPi1_Predisposizione dei ponteggi UPi2_Rimozione degli impianti esistenti UPi3_Consolidamento della muratura con tec. della barriera chimica UPi4_Ripristino dell’intonaco di marmorino Tecnica del sottosquadro a cornice delle iscrizioni dei soldati francesi UPi5_Consolidamento delle lesioni e delle microfessurazioni Upi6_Rifinitura di volte, archi e zoccoli murari UPi7_Risarcitura dei gradini

sezione c-c’

UPi8_Consolidamento delle balaustre e dei piedistalli UPi9_Rifinitura elementi metallici UPi10_Ripristino dei serramenti lignei

sezione b-b’

UPi11_Pulitura statua in gesso e peducci in stucco UPi12_Impianti UPi13_Posizionamento dei nuovi elementi di arredo UP14_ Superamento barriere architettoniche UPi15_Risarcitura della pavimentazione UPi16_Pulitura della pavimentazione UPi17_Rimozione della barriera a catena

elenco unità di progetto_esterni UPe1_Predisposizione dei ponteggi: UPe2_Consolidamento dell’apparato murario in laterizio UPe3_Ripristino dei serramenti lignei

p. quota 4,5 m

UPe4_Manutenzione ordinaria degli infissi in legno UPe5_Rifinitura delle meridiane UPe6_ Consolidamento delle balaustre UPe7_Rifinitura elementi metallici UPe8_Impianti UPe10_Prevenzione vegetazione UPe11_Manutezione periodica dei pluviali UPe12_Rimozione della barriera a catena

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prospetto sud

sezione a-a’


La strategia, in conseguenza dello studio delle stratificazioni storiche, è stata quella di rimuovere le parti ritenute incoerenti con lo stile originario e/o prive di pregio. Nel caso di impossibilità di riportare in superficie gli elementi di interesse architettonico si è scelto di operare rifacimenti con materiali compatibili e tecniche contemporanee, rispettando i criteri di reversibilità e durabilità. Inoltre, è intento finale del progetto conferire allo Scalone d’Onore una rilevanza all’interno del percorso museale ed essere di ausilio funzionalmente alla visita stessa o a possibili eventi. È prerogativa del progetto valorizzare l’opera d’arte e contemporaneamente renderla funzionale ed accessibile al maggior numero di utenti possibili, perchè lo Scalone non sia solo un’opera da contemplare, ma uno spazio da vivere. Attraverso l’inserimento di arredi, impianti ed elementi per il superamento delle barriere architettoniche si è cercato di creare un ambiente, fruibile, sicuro e confortevole per tutti i visitatori, permettendo, anche solo in forma indiretta (panelli illustrativi e tavole tattili) la possibilità di conoscenza e apprezzamento del luogo. La luce gioca un ruolo fondamentale nel progetto, sia per quanto riguarda la valorizzazione che la sicurezza e la fruibilità dello spazio, ottimizzando la percezione del manufatto e consentendo una corretta visibilità.

corrimano con targa tattile Si prevede l’inserimento a muro, ad una altezza di 90 cm, di nuovi mancorrenti in acciaio inossidabile, idrorepellente, a sezione tubolare del diametro di 42,4 mm che garantisce una presa confortevole ed ergonomica, e con cromia scura. L’utilizzo di un materiale moderno consente la protezione dagli agenti atmosferici e chimici deterioranti; inoltre, consente l’inserimento di targhette tattili, con segnaletica in Braille in rilievo (realizzata in materiale plastico) .

pannelli illustrativi Si prevede l’inserimento di un totem illustrativo sul fronte per arricchire l’esperienza culturale del visitatore ed incorporato un supporto con tavola tattile. Un ulteriore pannello è inserito nell’atrio dello Scalone. La struttura e base del prototipo del totem è in acciaio verniciato con finiture in argento anodizzato. Le dimensioni previste sono: 60 x 40 cm per la base, 1,70 m di altezza e spessore di 10 cm. Si prevede una illuminazione a led integrata nel pannello stesso. La tavola tattile anessa è ideata con la tecnica di stampa in rilievo stereoplastica, chiamata Minolta, e ripropone il prospetto Sud del Castello, riprendendone la tessitura muraria per i visitatori non vedenti ed ipovedenti. Inoltre, è inserito un QR code.

elementi di arredo Si prevede l’inserimento di panchine a due posti in tubi di ferro e rivestimento con vernice a polvere antiruggine resistente alle intemperie. Si prevede, inoltre, l’introduzione di sedute e tavolini in ferro ad uso dei fruitori del bar adiacente lo Scalone Monumentale. Dunque, la gestione è affidata alla caffetteria stessa, conferendogli la possibilità di allargare il servizio all’esterno durante le stagioni favorevoli.

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una scala di luci

Il concept del progetto illuminotecnico si rifà ai vincoli e alle necessità riscontrate nell’area di intervento. In particolar modo, il progetto mira a: - equilibrare la carenza di luce naturale in tutte le ore del giorno; - garantire la visibilità per la fruizione dello spazio; - valorizzare le connotazioni architettoniche di rilievo dello scalone, quali volte, archi, pareti con intonaco a marmorino e la facciata sul piano delle terrazze. Il risultato finale consta di una scenografia di luci a gradazione crescente, dato da un aumento di intensità luminosa dall’atrio verso il piano nobile.

esigenze Garantire la corretta fruizione degli interni a tutti gli utenti. Valorizzazione e conservazione del sistema voltato, delle superfici di pregio (intonaco a marmorino) e degli elementi decorativi. Garantire la corretta visibilità per una percorrenza in sicurezza. Accentuazione e valorizzazione dei rilievi in facciata. requisiti Illuminazione indiretta e diretta con ampia apertura del fascio luminoso. Illuminazione indiretta con t. di colore bianco-neutro (4000 K) e ampia apertura del fascio luminoso. Illuminamento medio mantenuto da 50 a 100 lx. Illuminazione dal basso verso l‘alto con t. di colore bianco-caldo (3000 K) e valori di illuminamento medio inferiori a 15 lx. vincoli e criticità

Interno Illuminazione naturale scarsa e/o assente a quota piano nobile; difficoltà nel posizionamento degli impianti di illuminazione. Illuminazione artificiale assente o insufficiente per una percorrenza pomeridiana e notturna. Esterno Illuminazione artificiale scarsa e/o assente per la valorizzazione dei rilievi; difficoltà nel corretto posizionamento degli impianti di illuminazione a causa della presenza di vegetazione invasiva. necessità

Interno Mantenere costante (h24) l’illuminazione artificiale per la corretta fruizione e sicurezza; adeguata regolazione di intensità a seconda della fascia oraria. Utilizzazione (pomeridiana e notturna) degli impianti di illuminazione e adeguata regolazione di intensità a seconda della fascia oraria. Esterno Inserimento “celato” degli impianti di illuminazione.

Riferimento normativo: UNI CEN/TS 16163:2014 Legge regionale n.31 del 24/03/2000 - Regione Piemonte (aggiornata LR 9/02/2018, n. 3)

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posizionamento proiettori

sezione b-b’ prospetto sud-est

p. quota 4,5 m sezione c-c’

sezione a-a’

legenda Proiettore incassato a fascio medio per percorrenza del tracciato a raso Proiettore incassato a fascio largo per valorizzare i rilievi della facciata Proiettore a fascio largo per illuminazione indiretta Proiettore ad ottica ampia per illuminazione diretta Proiettore a fascio medio per illuminazione diretta Temperatura di colore 4000 K Temperatura di colore 3000K

p. quota 13 m

rappresentazione dell’illuminamento in falso colore attraverso software DIALux

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atelier progettazione urbana

08 Open city a.a. location prof. team

2018/2019 Pré Saint Gervais, Paris arch. Silvia Gron, Roberto Albano A. Sturniolo, G. Crisarà, L. Crupi

La strategia dell’intervento proposto per il comune francese di Pré-Saint-Gervais è strettamente connessa al “Le schéma directeur de la Région Île-de-France”, del 24 giugno 2004. L’obiettivo è lo sviluppo metropolitano da attuare riformando la rete di mobilità pubblica e risanando le periferie. La soluzione proposta è intervenire su due parametri: densità edilizia e mobilità pubblica, ricostituendo la mobilità lenta attualmente frammentata e potenziando le aree verdi. I nuovi collegamenti e la pianificazione dell’edificato nell’area di intervento a tessuto misto, sono dati da una serie di operazioni scaturite da una griglia di progetto risultato di prolungamenti delle linee dell’intorno: perimetri di edifici, assetti stradali ed aree pavimentate servono a definire il disegno degli edifici e della nuova viabilità. La nuova conformazione ha destinazione d’uso esclusivamente residenziale nella parte nord dell’UM1, con l’inserimento di un parcheggio privato sotterraneo, mentre nella parte sud, caratterizzata da un nuovo asse verticale di collegamento per l’intero isolato, sono implementati spazi commerciali, culturali, aree verdi attrezzate e orti urbani.

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Il progetto della zona a nord dell’area, ad uso residenziale, a seguito di demolizioni degli edificati ritenuti di scarso rilievo per il nuovo assetto, conta l’inserimento di spazi verdi e di un nuovo edificio. Il progetto della zona sud dell’area di intervento consiste nel trasformare la fabbrica Busso in un luogo di commercio e di cultura, aperto al pubblico. Si è voluto conservare l’aspetto della fabbrica e la sua funzione di landmark nel quartiere: l’edificio storico diviene “casa per gli artisti”, mentre l’altra parte del fabbricato, viene adibita ad uso commerciale: mercato coperto al pt, negozi, bar e ristoranti al piano superiore; infine, la terrazza si presta ad essere uno spazio sociale, dove si prevede l’organizzazione di diversi eventi. La parte più a sud della fabbrica si sviluppa per quattro livelli con differenti funzioni: uffici, hall, attività delle associazioni, con spazi per lezioni e riunioni, botteghe e spazi per esposizioni temporanee. L’intera area pubblica si ricollega alla zona più a sud costituita da orti urbani, così da creare un unico spazio verdeche ospita diverse attività, sedute e attrezzature per lo svago.


masterplan di progetto

sezione territoriale

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interventi

Residenze private Volume tot: 10628 mc Slp tot: 3677 mq 118 ab.

demolizioni aggiunte ristrutturazioni

Residenze private Slp tot: 302 mq

AttivitĂ commerciali Volume tot: 6048 mc Slp tot: 1087 mq

Polo artistico Volume tot: 2848 mc Slp tot: 746 mq

Carico e scarico merci Volume tot: 201 mc Slp tot: 67 mq

Polo artigianale Volume tot: 4476 mc Slp tot: 1109 mq

Residenze

Produzione

AttivitĂ commerciali

Servizi

Parcheggio interrato

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pubblico-privato

Verde pubblico orti urbani prato

Verde privato tetti verdi verde boschivo verde alberato

Aree pavimentate piazza assi pedonali assi carrabili

funzione pubblica funzione privata percorsi pedonali pubblici percorsi pedonali privati percorsi carrabili privati parcheggio privato


area residenziale

prospetto residenze

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polo commerciale e culturale

Polo culturale murales botteghe laboratori

Polo commerciale

mercato coperto aree commerciali spazione sociale

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centro polifunzionale, orti urbani e piazza pubblica

Edificio polifunzionale showroom

Aree attrezzate

Edificio polifunzionale spazi per le associazioni

Edificio polifunzionale uffici amministrazione hall

Orti urbani

sezione

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atelier restauro e valorizzazione del patrimonio

09 Le “Molinette”: da ex ospedale a bene ceduto alla città a.a. location prof. team

2019/2020 Torino arch. Manuela Mattone, Rocco Curto A. Sturniolo, G. Crisarà, L. Crupi

L’area di intervento interessa l’ospedale (ancora in uso) di San Giovanni Battista, anche conosciuto come “Le Molinette” per l’antica presenza di molini nel quartiere di Nizza-Millefonti nel parte sud di Torino. Progettato dagli architetti piemontesi Eugenio Mollino e Michele Bongioanni, ad oggi l’ospedale non risulta più usufruibile in maniera adeguata al fronte delle nuove tecnologie utilizzate in campo medico e sanitario; infatti è prevista nel giro di pochi anni il trasloco dei locali in una nuova area che sarà chiamata la Città della Salute. Dopo un’attenta analisi riferita all’area che circoscrive le Molinette, sia in ambito storico, che economico e ambientale, il risultato finale comporta l’intera riqualificazione e

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rifunzionalizzazione dell’area, cui prima implicazione sarà l’abbattimento del muro di cinta preesistente, ritenuto non essenziale, per ridare alla città un insieme di beni che sono stati isolati dal contesto. La scacchierà deve penetrare all’interno, contrapponendosi con la curva di livello esistente, in modo tale che la collina (presente frontalmente) possa risultare un punto di forza all’interno del progetto e uno spunto sia in scala territoriale, che architettonica. Nello specifico è stata analizzata la Clinica Chirurgica e Medica con annesso reparto Operatorio, immobile di 31.000 m2, posizionato nella fascia a nord-est del complesso. Il suo affaccio sul Po e sulla collina a est, e sulle Alpi a ovest, ha dato uno spunto per la nuove funzioni e per l’aggiunta di nuovi volumi, ritenuti necessari per la valorizzazione economica e storica del bene preso in esame.


masterplan di progetto

1.2

1

2

2.1

3

3

clinica chirurgica e medica 1 mix funzionale residenze di lusso residenze uffici studi professionali attività commerciali

reparto operatorio 1.1 mix funzionale residenze uffici INPS centri di ricerca nidi aziendali

2 attività per lo svago e la cultura polo multifunzionale laboratori dell’artigianato terrazza panoramica auditorium

2.1 attività per lo svago e la cultura casa della musica

3 servizi per l’università alloggi palestra mensa aule studio

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le “molinette”: le fasi storiche

14

15

anni ‘60-’70 13 12

19

9

18

20 21

6

7 2

17

16

10

11

22a

8

1

3

4 5

6

anni ‘80

22b

1. Dermatologia/farmacia 2. Neuropsichiatria 3. Microbiologia 4. Anatomia patologica 5. Genetica medica 6. Igiene 7. Centrale termica 8. Bellom Pescarolo 9. Reparto detenuti 10. Casa suore 11. Clinica odontostomatologica 12. Patologia medica 13. Patologia chirurgica 14. Toraco polmonare 15. Banca 16. Abegg chirurgia 17. Direzione amministrativa 18. Aula magna 19. Padiglione pensionati 20. Direzione sanitaria 21. Medicina Abegg 22a. Clinica medica e reparto operatorio 22b. Clinica chirurgica

23

24

23. Ampliamento neuropsichiatria 24. Anestesiologia

1930

Il progetto originale di Eugenio Mollino risale a tale data, dopo una serie di proposte preliminari che non state accolte. I lavori di costruzione si sono conclusi nel 1935. Esso prevede la divisione funzionale dell’area in tre parti. La planimetria è redatta seguendo principi pratici di distribuzione ottimale: l’ammalato è accolto all’ingresso dall’accettazione e dal pronto soccorso, per poi essere condotto (percorrendo le gallerie, chiuse e riscaldate) al padiglione di degenza temporanea ed a seconda del caso, ai diversi padiglioni di degenza. Il progetto prevede la possibilità di sopraelevare di un livello i padiglioni più bassi, proposta che verrà accolta successivamente per i padiglioni di clinica chirurgica e medica, negli anni ‘60 e successivamente negli anni ‘80.

anni ‘90

25

25. Coes

2000

26

26. Mensa 27. Parcheggio coperto

27

Riferimenti: Ospedale di S. Giovanni Battista Planimetria generale, di E. Mollino e M. Bongioanni, 1930. Archivio fondo Mollino

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Manufatti aggiunti Piani sopraelevati Piani non sopraelevati


clinica medica e chirurgica: il progetto primitivo

reparto operatorio, clinica chirurgica generale e clinica medica generale, planimetria generale, di E. Mollino e M. Bongioanni Archivio fondo Carlo Mollino

reparto operatorio, clinica chirurgica generale e clinica medica generale, pianta piano terra rialzato, di E. Mollino e M. Bongioanni Archivio fondo Carlo Mollino

clinica chirurgica generale e clinica medica generale, prospetto a levante, di E. Mollino e M. Bongioanni Archivio fondo Carlo Mollino

reparto operatorio, clinica chirurgica generale e clinica medica generale, prospetto a ponente, di E. Mollino e M. Bongioanni Archivio fondo Carlo Mollino

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il progetto di riuso Il progetto ha lo scopo di liberare l’edificio, attualmente sepolto da superfetazioni e saturo di impianti, per riportarlo al progetto originario di Mollino, eliminando, dunque, le sopraelevazioni, realizzate senza alcun rispetto per l’architettura sottostante, e ricostruendole con maggiore criterio e in conformità con l’esistente. La posizione vantaggiosa e l’affaccio sul Po sono punti di forza del progetto che conta residenziale misto come destinazione d’uso: nuove residenze, tra le quali residenze di lusso negli ultimi 2 livelli e residenze al piano terzo e secondo. Le altre funzioni risultate compatibili sono: attività commerciali e di ristoro al piano interrato; uffici al piano terra rialzato; destinazione polifunzionale per l’intero reparto operatorio, con laboratori e un lounge bar sulla terrazza.

p. piano quarto

Sup. utile: 11.766,00 m2 Vol. lordo: 58.153,00 m2 Classe energetica dopo interventi: B Costo totale progetto: 35.839.573,3 € Costo totale progetto (al m2): 1.132,37 €/m² Ricavi di vendita totali: 100.778.750 € Saggio di attualizzazione: 9,5% % VAN: 3.447.404,23 TIR: 13,19 % Payback period: XI semestri p. piano quinto

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sezione a-a’

sezione b-b’

prospetto ovest

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Si predispone l’aggiunta di una serra bioclimatica che sovrasta la parte centrale dell’edificio; si innesta come nuovo landmark e sistema di approvvigionamento per il riscaldamento e rinfrescamento degli ambienti circostanti e, inoltre, come spazio per la coltivazione di colture, piante e ortaggi sfruttabili da tutti gli abitanti delle residenze.

45


46



Antonina Sturniolo

+ 3 9 3 4 7 4 3 61070 antone lla.stu rniolo@ y a hoo. it



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