antonella attinasi
CV ANTONELLA ATTINASI
Informazioni Generali Architetto, nata a Petralia Sottana, il 7/09/1990.
Contatti Dorsoduro 113 Venezia antonellaattinasi90@gmail.com
Competenze Digitali Microsoft Office (Word, Excel, PowerPoint) Photoshop
-3
AutoCAD 2D
Illustretor
AutoCAD 3D
InDesign
3ds Max
Adobe Dreamweaver
SketchUp
Wordpress
DesignBuilder
CV ANTONELLA ATTINASI
Titoli di studio e Titoli professionali
Ottobre 2019 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche (decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 59 e decreto 616 del 10 agosto 2017). 18 luglio 2019 conseguimento dell’ Abilitazione all’esercizio della professione di Architetto. ottobre 2014 _ luglio 2017 Laurea in Architettura e Cultura del Progetto I.U.A.V. Istututo Universitario Architettura Venezia, Italy. Votazione inale: 110/110 e Lode
ottobre 2009 _ luglio 2014 Laurea in Scienze dell’Architettura UNIPA Università degli Studi di Palermo, Italy. Votazione finale: 110/110 e Lode
settembre 2004 _ giugno 2009 Diploma Geometra Istituto Tecnico per Geometri, Piazza Matteotti, 90028, Polizzi Generosa (PA), Italy.
-3
CV ANTONELLA ATTINASI
Esperienza Professionale
Ottobre 019 _ in corso Docente supplente temporaneo per il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. 11/10/019 _ in corso Attività didattica integrativa presso l’Università Iuav di Venezia, nel Corso “Progetto di Restauro” a.a. 019/020, per il Corso di Laurea in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto. Ottobre 2017 _ in corso Ricerca e Archiviazione dei progetti dell’Architetto veneziano G. M. Luglio 2018 _ in corso curatrice - webmaster del sito: www.morabito-art.it Luglio 2019 web architet - webdesigner del sito: www.ceschiamentil.com 01/10/2018 - 04/09/2019 Attività didattica integrativa presso l’Università Iuav di Venezia, nel Corso “Progetto di Restauro” a.a. 2018/2019, per il Corso di Laurea in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto. Gennaio 019 _Giugno 019 (periodo non continuativo) Docente supplente temporaneo per il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. 01/06/018 _ 15/01/019: Tirocinio professionale per l’abilitazione alla professione presso lo studio TAMassociati, 731 Dorsoduro, 3013, Venezia, Italia.
-3
CV ANTONELLA ATTINASI
01/10/017 _ 01/03/018: Attività didattica integrativa volontaria presso l’Università Iuav di Venezia, nel Corso “Progetto di Restauro” a.a. 2017/2018, per il Corso di Laurea in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto. marzo 018 a giugno 018 (periodo non continuativo) Docente supplente temporaneo per il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. 21/08/2015 _ 15/10/2015 Stage presso la Fondazione Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. http://www.palladiomuseum.org/cisa/
04/04/2013 _ 30/06/2013 Stage presso l’ufficio Tecnico del Comune di Geraci Siculo. http://www.comune.geracisiculo.pa.it/index.php?lang=it
13/02/2013 _ 02/04/2013 Collaborazione con lo Studio OFFICINARREDI Arch. F. M.
-3
Indice
Laurea Triennale
4
Spazi in Sequenza C.C. Zisa Accademia delle Belle Arti Palermo
8
MdA Muse Museo d’Arte
12
Dietro le Quinte Questioni e modi dell’ Abitare contemporaneo Spazi Aperti e Abitazioni a Brancaccio
Laurea Magistrale
24
Re-cycle Saxa Rubra _ Roma | Rigenerazione Urbana
32
Le porte per l’Abbazia Nervesa della Battaglia
42
Esportare il C.S. Torino | Maglie Urbane
56
Play with Palladio “Strutture e Sequenze di Spazi”
62
Jefferson vs Delorme Le Tecniche Costruttive
66
La Rovina
70
Il Gattopado Ritrovato letterature architettoniche a Palermo Nord
Laboratorio di Interni a.a. : 2013/2014 prof. : G. Marsala
Spazi in sequenza C.C.zisa Accademia delle Belle Arti Palermo
I Cantieri Culturali alla Zisa (ex Officine Ducrot) vengono presi come oggetto di studio, in quanto sono un esempio di riconversione di archeologia industriale, da destinare ad attività per la Cultura ed il tempo libero. Il Progetto prevede di gestire lo spazio architettonico interno, assumendo come vincolo fisico entro cui operare la struttura della preesistenza. La nuova funzione prevista per una parte degli spazi che un tempo ospitavano le Officine Ducrot, ovvero - Spazio Nuovo Padiglione Ducrot – Tre Navate e Spazio 2, è la sede per l’Accademia delle belle Arti di Palermo. Si prevede un unico dispositivo architettonico, capace di mutare, per diventare passerella|scala|gradonata|solaio|copertura, creando una relazione tra spazio - esterno ed esterno - interno ed esterno - interno ed interno, che di volta in volta
incontra una funzione e si modella o meno con essa. Lo Spazio 2, viene destinato ai Laboratori di Scenografia, scelta dettata dalla gentile altezza del capannone; tagliandolo con una passerella, che funge da impalcatura per i lavori scenografici, a circa un terzo, lo spazio può essere fruito in modi differenti. Nello Spazio Tre Navate la passerella muta e prende la forma di una gradonata in prossimità dell’ingresso-uscita, così da gestire i flussi, ed è rivolta verso un palco, il palco destinato ad accogliere le opere degli studenti di Teatro. Il padiglione Ducrot ospita la Camera Oscura, lo Studio Fotografico e quello di Sound Design. Lo Spazio Nuovo, è ideale soprattutto per la sua luce, ad essere destinato ai laboratori di Pittura, infine viene prevista una Tipografia ed un laboratorio di Graphic Design.

40
200
40
00
6,5 5,5
28,6
00
2,73
5,88 7,63
80
200
200
40
200
33 5
300
80
-40
-20

+0,20 +0,40
6
5
6
9 8
13,58
6,55
3,85
pittura tipografia|graphic design audio|video fotografia teatro scenografia
dispositivo architettonico
preesistenza

Laboratorio di Museografia a.a. : 2013/2014
MdA
Muse Museo d’ Arte
Il Museo Muse d’Arte viene pensato per una preesistenza Industriale, è quest’ultima che detta i principi compositivi del progetto. L’edificio è caratterizzato da uno spazio quadrato e da uno spazio rettangolare a tre navate; Per il primo si sceglie di mantenere la sua funzione di ingresso|uscita, disponendo un elemento di separazione, così da gestire i relativi flussi, inoltre vengono pensate per questo spazio tre “cellule” all’interno delle quali si prevede l’inserimento di diverse funzioni, ovvero una biglietteria|deposito per i visitatori, un info-point e una preview della mostra quindi funzioni che regolerano i flussi in entrata; infine per la restante parte viene pensato un bookshop che potrà essere fruito dai visitatori solo dopo aver visitato il museo. La mostra viene strutturata come un vero e proprio percorso, che si sviluppa all’interno delle navate del secondo spazio suddetto, direzionato da una passerella a
diverse quote, che di volta in volta, entra e viene avvolta da “cellule” contenenti una parte del racconto relativo alle divinità religiose greche ovvero le Muse. La passerella diventa un vincolo da seguire, capace creare dei momenti differenti di percezione dello spazio e delle opere stesse. Nel momento in cui la passerella si trova sollevata rispetto alla quota più bassa, il visitatore la percorre e osserva le opere da lontano, entrando in contatto con quest’ultime solo a livello visivo, quando essa si trova nella quota più bassa invece il visitatore può vivere l’opera in pieno e infine nel caso in cui entra e viene avvolta dalle “cellule” tematiche, la percezione dello spazio viene eclissata da tutto il contesto esterno|interno. Ogni “cellula” tematica contiene tutte le discipline relative a ogni Musa greca ovvero la storia, la poesia epica, la poesia amorosa, la danza, la poesia lirica, la commedia, la tragedia, gli inni e l’astronomia.

Tesi di Laurea Triennale a.a. : 2013/2014
rel.: prof. G. Licata corr.: prof. M. Gurrieri
Dietro le Quinte Questioni e modi dell’ Abitare contemporaneo Spazi Aperti e Abitazioni a Brancaccio
La tesi ha come oggetto una riflessione sulle potenzialità degli spazi residuali, che possono divenire occasioni per ripensare parti della città contemporanea ricreando nuovi episodi urbani. Il campo di indagine è l’area di Palermo, che comprende le borgate di Brancaccio-Ciaculli e Settecannoli, e si snoda principalmente lungo i tracciati di Corso dei Mille, via Sperone e via Brancaccio. La trama viaria principale, dalla prima metà del XX secolo si compone di tracciati (in ditezione Nord-Sud) , attraversabili trasversalmente in pochissimi punti. Oggetto di studio è stato, lo sviluppo della borgata Brancaccio-Ciaculli (1), la borgata Settecannoli (2) e le località di Fondo Cappello (3), Immacolatella (4), Torrelunga (5), Sperone (6) e Roccella (7). (rif. pag. 14)
La città contemporanea è costituita da una materia diffusa composta da un’alternanza di elementi costruiti e vuoti che danno luogo ad un paesaggio discontinuo, dal perimetro difficilmente rintracciabile. All’interno di questo organismo complesso è avvenuta l’individuazione di aree speciali. Queste sorgono in corrispondenza dei vecchi fondi agricoli, e presentano una matrice comune ovvero quella di trovarsi come “appese” alle quinte della costruzione su strada degli assi viari storici principali. Le quinte fanno parte di un sistema di case a schiera di bassa e media densità; la loro estensione determina la sezione variabile degli assi viari principali, creando diversi episodi urbani. Il retro delle quinte presenta identità e gerarchie differenti di spazi residui generati dalla sovrapposizione di nuclei storici, quartieri frutto della pianificazione e grandi infrastrutture.
Lo spazio che è stato approfon dito è quello relativo al tessuto residuale di borgata sorto in corrispondenza dei fondi agricoli Immacolatella e Torrelunga. Il sistema di accessi occasionali sulla cortina muraria delle quinte, porta alla proposta di un edificio manifesto, la cui facciata sia in relazione con l’asse stradale, dando una soluzione di continuità allo sviluppo delle quinte stesse e che anticipa il carattere di una tipologia abitativa nuova; essa si inserisce all’interno di un nucleo di borgata, riproponendone alcuni caratteri. La sezione del sistema di retri del costruito presenta una questione omogenea, ovvero quella della definizione di uno spazio aperto di pertinenza di ogni singolo nucleo abitativo. L’obiettivo è quello di ripensare le appendici funzionali degli edifici esistenti attraverso operazioni differenti in base alla tipologia edilizia. Una ulteriore questione presa in esame è quella della continuità degli edifici ad alta densità a partire da questa condizione viene previsto, all’interno di un vuoto residuale, di un edificio con giacitura EstOvest per rafforzare questa continuità. Un’ultima tematica presa in considerazione, che sarà quella approfondita nella proposta progettuale, è inerente alle diverse quote presenti nel fondo agricolo Torrelunga. Questa differenza morfologica del territorio ha dettato le regole per definire una gerarchia di funzioni all’interno della quale si innesta un principio di insediamento abitativo, che si relaziona con uno spazio collettivo|privato di una corte ed una dimensione pubblica alla quota più alta. Le singole cellule abitative si innestano e si articolano tra le due quote che generano diverse dinamiche d’accesso e di distribuzione spaziale interna delle stesse.
localizzazione aree di intervento
Assi viari storici principali Allineamenti da PRG 1959 _Quinte Interstizi e vuoti residuali prossimi e non alle quinte _Dietro le quinte Edifici dismessi Linea tranviaria
(1)

(3)
(2)
(4) (5)
(6)
(7)
quinte | dietro le quinte
edificio manifesto
corti e abitazioni
8.8
10.8
11.2
appendici funzionali
11.5
11.2

genesi
edificio manifesto
corti e abitazioni
8.8
10.8
10.8
8.8
11.5
9.6 11.2
10.9
11.5
8.8
10.8
10.8
8.8 11.5
9.6 11.2
10.9
11.5
8.8
10.8
10.8
8.8 11.5
9.6 11.2
10.9
11.5

appendici funzionali
masterplan
8.8
10.8
10.8
8.8 11.5
9.6 11.2
10.9
11.5
relazioni con il suolo
10.8
8.8
11.2
11.2
corte e abitazioni
11.5
10.8 11.5
8.8
8.8
10.9 10.8
11.5
11.2
11.2
8.8
11.2
8.8
8.8
8.8
8.8 8.8
11.2
11.2
10.6
10.6
8.8
8.8
8.8
Atelier Città e Paesaggio a.a. : 2014/2015
Prof. A. Cecchetto - L. Zampieri R. Bocchi - S. Nocera
Re-cycle
Saxa Rubra _Roma | Rigenerazione Urbana
L’area industriale di Saxa Rubra fa parte delle “isole” delle anse del Tevere, quest’ultimo identificabile come uno dei confini che esclude la relazione fra esse. Per l’ area di studio vengono previsti una serie di interventi puntuali, così da generare delle connessioni fra le parti che la compongono, che si presentano anch’ esse isolate. La tipologia di tessuto urbano insito nell’isola di Saxa Rubra è caratterizzato: - da un piccolo borghetto nato abusivamente e contemporaneamente all’attività relativa alla fornace Mariani poco distante da esso, per il quale si prevede di ricucire il rapporto storico fra la fornace ed il borghetto stesso, regolando il traffico carrabile tra gli assi che direzionano la forma urbana del centro abitato, e inserendo funzioni per gli abitanti all’interno della fornace come orti urbani, un museo, un punto di vedetta del paesaggio ecc. . Il tutto viene relazionato all’intera area, da una pista ciclo-pedonale passante soprattutto dall’argine dell’ansa; - dal centro di produzione Rai per il quale viene previsto un intervento capace di dare permeabilità all’area, definendo una regola di paesaggio e donando una nuova polarità ad un edificio industriale che regola le relazioni tra il centro abitato, l’area archeologica,
la via Flaminia e la Fornace Mariani; - infine la zona teatro, che viene messa a sistema da una doppia griglia, una architettonica e una di paesaggio così da dare una regola agli spazi di questa zona industriale. La simbiosi tra i due interventi definisce e regola una fase intermedia produttiva di cantiere. Nell’area sono presenti delle preesistenze industriali dismesse, che verranno incluse in un processo a fasi di demolizione selettiva, e una successiva “bonifica dei suoli” secondo una rigenerazione del suolo, utilizzando specie arboree perenni o colture come il girasole, il mail, il trifoglio bianco e la veccia, tramite la predisposizione di cover crops. L’uso del modulo architettonico invece, contribuisce all’organismo generale del progetto che è basato su una fase di cantiere. Il modulo è atto a disporre una passeggiata aerea, e allo stesso tempo un percorso sottostante coperto, così da gestire i flussi di accesso diretto all’interno degli edifici rifunzionalizzati e quelli legati alle dinamiche di cantiere. Il progetto è legato al concetto di flessibilità temporale e riciclo. L’idea del modulo architettonico è nata dalla possibilità di far si che esso all’occorrenza possa essere venduto o smorzato e rimontato per altri usi e destinazioni.
interventi
1
2
area fornace | argine
3
4
area rai
5
5
area teatro

fasi di cantiere rigenerazione del suolo | stoccaggio inerti

cicli per un paesaggio mutevole
fioritura primavera (21 marzo | 21 giugno)
fioritura estate (22 giugno | 22 settembre)
colza specie
tifoglioď€ bianco specie
brassicaceae h: 1.50 m
fabaceae h: 0.3 m
semina
semina
ott.|nov.
fioritura mar.|apr.
veccia
girasole
mais
specie
specie
specie
fabaceae h: 1.20 m
asteraceae h: 2.00 m
popac h: 2.30 m
semina
semina
semina
marzo
ott.|nov.
giu.|lug.
lug.|giu.
fioritura
fioritura
fioritura
fioritura
mag.|giu.
lug.|ago.
lug.|ago.
aprile

riciclo | flessibilita` | temporalita`
ipotesi futura
il cantiere fase intermedia
stato di fatto

+1.50 m
+4.50 m
+7.50 m
Atelier Heritage a.a. : 2014/2015
Prof. : F. De Maio - L.Berto - M. Piana
Le porte per l’ Abbazia Nervesa della Battaglia
Fra i colli del Montello si ergono le rovine dell’Abbazia di S. Eustachio a Nervesa della Battaglia per le quali si prevede un progetto di consolidamento, restauro delle superfici e rifunzionalizzazione. Lo spazio dell’Abazia viene ridefinito, prevedendo un progetto relativo all’ accessibilità, mediante dei piccoli interventi sul suolo, con inserimento di nuove tipologie di pavimentazioni che andranno a dialogare con un sistema di passerelle e sedute studiate con tecnologie a secco, così da rendere l’intervento il più possibile reversibile. Per le rovine viene previsto un intervento di consolidamento tramite un sistema a Stralli. L’accessibilità al sito, viene definita ai “piedi del colle”, mediante l’inserimento di due edifici che si relazionano con il suolo, diventando parte di esso, inquadrando il colle stesso e l’ ex - Abbazia. I nuovi edifici così posti, definiscono un ingresso e un uscita a tutto il sistema di percorsi e sentieri che portano in cima al colle. Un primo edificio, posizionato in corrispondenza dell’ingresso preesistente che lo avvolge totalmente, sarà occupato da un museo dedicato alla storia del luogo e da laboratori didattici, il secondo edificio viene pensato come un luogo di sosta e ristoro.
colonne dell'ingresso preesistente
q.+2.00 ingresso museo
q.+7.00 laboratorio q.+7 aula
q.+5.00 filtro scuola-museo
q.+1.00 infopoint-uffici-museo caffetteria-libreria

consolidamento e intervento Abbazia

Atelier Sostenibilità Ambientale a.a. : 2014/2015
Prof. : B. Albrecht - M. Rossetti - M. Scarpa
Esportare il C.S. Torino | Maglie Urbane
L’eredità industriale di Torino è stata nel tempo sostituita da una nuova caratteristica ovvero quella essere sottoposta ad una serie di trasformazioni urbane dovute in un primo momento al boom economico degli anni 60 e successivamente all’attuazione dei vari piani urbanistici e all’attivazione di una serie di eventi di risonanza mondiale. La proposta di esportare il centro storico viene vista strettamente legata alla condizione di “città cantiere” e che quindi diventa il meccanismo per innescare una serie di mutamenti basati su svuotamenti di aree dismesse ai limiti urbani e contrazione di aree soggette all’espansione urbana atte a modificare la forma della città. Così i cantieri che si trovano al centro della città diventano strumenti regolatori del bottom- up urbano creando coì nuove centralità di diverse nature che enucleano porzioni di città. Si è scelto di affidare i mutamenti della forma della città ad un altro aspetto tipico dell’assetto urbano ovvero la maglia ortogonale e alle sue dimensioni interscalari mutevoli, che dal centro della città si dirama e dilata perdendo le sue rigide forme, incastrandosi però in una macro-maglia infrastrutturale e agricola che argina e in taluni casi dirige, la continua espansione urbana.
La magro-maglia infrastutturale che raccoglie la città intercetta una serie di aree all’interno delle quali viene ipotizzato che si potesse innescare il meccanismo di metamorfosi dovuto allo svuotameto e alla densificazione. Le aree in questione sono le seguenti e presentano 3 caratteristiche e tre scenari volti alla trasformazione: - aree industriali dismesse - aree soggette alle traformazioni - aree di densificazione Il lotto tipico, che fornisce la forma ortogonale alla maglia torinese, diventa città stessa nelle sue stratificazioni, ma soprattutto dimensioni relazionandosi, però strettamente alle grandi infrastutture e regolandosi con l’interscalarità di una maglia ortogonale. Il progetto approfondisce l’ipotesi di provare a trasformare il basamento del singolo lotto in un livello servizi|stazione alla quota urbana, che diventa struttura di una piastra|ponte pedonale sulla ferrovia intesa come trasfigurazione della corte interna dei lotti e che accoglie al di sopra di essa un terzo ed ultimo livello ovvero quello della lottizzazione regolata da una matrice 3x3 di scelta che compone una densificazione residenziale che assume un rapporto virtuale con la città ed i suoi assi.
la citta`
macromaglia | aree urbane
assi di espansione | argini

poli | citta`
masterplan | usi e dimensioni ortogonali
100 100
100
100 100
100 100
100
100
100 100
100

densita` verticale | densita` orizzontale

corte interna | piastra di collegamento

basamento | servizia a livello urbano

bottom _ up
8m 856 m3 CLS DEMOLITO per un edificio = 1800 t di CLS PER UN EDIFICIO 30 m
30 m
energia sprecata per la demolizione selettiva
energia sprecata per il traspoto inerti in cantiere
TOT energia sprecata ammortizzata in 2 anni
sistema
piezoelettrico su rotaia 10 treni / h = 80 kWh
impianto su 2 binari per un km
lottizzazione sulla matrice 3x3
6,25 m
12,50 m
x
800
4.000.000
x
(
(
=
kWh
300
=
(
72 m 2
(
=
4.000.000
x
kWh
300
area disponibile
area attiva
72 m 2 area disponibile singola cellula abitativa
30 m 2
30°
a Sud
area attiva singola cellulla abitativa
Atelier di Heritage a.a. : 2014/2015
Play with Palladio
“Strutture e Sequenze di Spazi”
Villa Cornaro, ideata per la famiglia Veneziana dei Cornaro, situata a Piombino Dese (Pd) fu progettata da Andrea Palladio nel 1552 e resa abitabile già nel 1553. Questa architettura è un sistema fatto di parti e di elementi che interagiscono sul piano compositivo. Si individua un sistema di relazioni che intercorre tra le parti, risalendo alle matrici goometriche, alle griglie ortogonali, ai rapporti proporzionali ed ai rapporti aurei, esplicitando la modularità che ne definisce il disegno. Lo studio della villa porta ad approfondire soprattutto l’aspetto modulare della composizione. Pensando di scomporre le cellule compositive, essendo state create da questo ritmo quasi ossessivo di moduli, si può pensare di comporre con gli stessi, infinite “sculture” mantenendo quasi inalterate le energie e i fatti che formano il vuoto interno, generando a sua volta l’esistenza soggettive di ogni “forma”. Si è scelto dunque di considerare nel
modello di rappresentazione dei vuoti gli ambienti fruibili della villa, ovvero parte del piano seminterrato e parte del piano terra, mantenendoli inizialmente come volumi regolari e modulari, una volta finite le possibili visioni compositive dei moduli, si può trovare l’originale assetto della villa, mettere da parte i residui dei pieni del modulo e avere una lettura complessiva dei reali vuoti della villa. L’interpretazione delle “sculture” è individuale: ogni fruitore materializza nello spazio una propria versione di Villa Cornaro. Fisicamente, questo è possibile tramite la rotazione dei moduli-stanza attorno ad un sistema a cerniera fissato su di essi. In ogni modulo è possibile togliere la copertura, che rende possibile la sistemazione nello spazio, e vedere la volta che corrisponde alla stanza della villa. Diversamente, il “gioco” del piano della cantina consiste nel ricomporre la pianta che è presente sulla base, una volta dati i moduli di diverse dimensioni e forma.
10 X
2X
1X
2X
2X
2X
6X
4X
1X
2X
1X
2X
2X 10 X 0 1
2
3
4
5
piano terra | 1.50 m
piano interrato | -1.40 m
piano giardino | 0 m
individuazione del modulo
1.
5.
3.
2.
4.
3 + 4.
6.
7.
III
III III IV
IV
II
IV
I
V
II
8.
9.
composizione nello spazio
Tirocinio
a.a. : 2014/2015 Fondazione Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
Jefferson vs Delorme Le Tecniche Costruttive
Le attività svolte presso la Fondazione Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio sono state fondate nell’ambito di ricerca di Andra Palladio: “tecniche costruttive” dove è stato approfondito il caso di Villa Pojana; per tale edificio è stata svolta una ricerca storica relativa alle fasi di costruzione, ed è stata completata successivamente la schedatura dei diversi elementi costruttivi che la compongono. Parte del lavoro svolto ha riguardato lo studio delle tecniche costruttive utilizzate da Thomas Jefferson in relazione alle iniziative promosse dal Palladio Museum sull’approfondimento delle sue opere di architettura ispirate ad Andrea Palladio. In Particolare il lavoro si è concentrato sullo studio dei modelli costruttivi proposti da Delorme nel trattato “ Le nouvelles inventions pour bien bastir et a petits fraiz” del XVI secolo e su come tali soluzioni tecnologiche siano state rielaborate dal presidente americano nel 1780 per la cupola della sua casa a Monticello. Alla fase di studio è seguita la realizzazione delle due cupole al fine di permettere un confronto immediato tra la cupola di Philibert Delorme e Thomas Jefferson e del tetto piano. I modelli progettati e costruiti sono stati esposti al Palladio Museum.
ricostruzione della carpenteria lignea della cupola di t.jefferson
ricostruzione della carpenteria lignea della cupola di p.delorme

ricostruzione deltetto piano a monticello di t.jefferson

Disegno
a.a. : 2015/2016 prof. : E. Garbin
La Rovina
le forze naturali che prima sembravano essere dissolte nella forma, tornano in autonomia dando vita a una forma inedita che si rivela funesta, e che si situa tra il non ancora e il non più, racconta ciò che si sa e ciò che si vuol sapere o ciò che si vede e ciò che si vuole vedere lo spostamento incessante del confine, del contorno, come un serpente muta continuamente l’immagine imperfetta, muovendosi per una strada e verso una meta i mprevedibile il terrore genera stupore l’incredulità che disorienta porta verso una visione inedita, e dunque all’epifania di uno stimolo poietico
Tesi di Laurea Magistrale a.a. : 2015/2016 rel.:
prof. : M. Piana
corr. : prof. : D. L. Paternò - D. Patassini - D. Longhi
Il Gattopado Ritrovato
letterature architettoniche a Palermo Nord
L’espansione Nord di Palermo ci consegna un organismo culturale esito di processi storici, sociali ed economici stratificati nel tempo. È un sistema di valori e al tempo stesso di opportunità creative per nuove interpret-azioni. Fin dalle prime descrizioni dell’area, è emersa una raccolta di questioni sulle quali indagare che ha portato alla definizione di espressioni, conflitti, abbandoni, qualità, risorse e usi impropri. Questi elementi diventano la base per un progetto di riattivazione del contesto perduto, ovvero un paesaggio fatto di costellazioni di ville, badie, bagli case reali, giardini e tenute di caccia intessute tra loro da una rete infrastrutturale che le iconografie del XIX disegnano. Le grandi tenute aristocratiche incorniciate dai ‘firriati’ vennero man mano fagocitate dalle colture di agrumi, ma nei secoli successivi il potere economico cambierà i suoi strumenti e le sue intenzioni, abbandonando la materia vegetale e utilizzando operazioni edilizie a scopo di lucro. E` ancora prima dell’Italia del Boom che bisogna ricercare le mire espansionistiche che fecero da incubatori per quello che in gergo giornalistico fu definito ‘il sacco di Palermo’ che porterà verso una città che, tramite dei sistemi di adattamento, ha elaborato interferenze e reazioni. L’edilizia nuova, sovrapponendosi come ultimo sedimento di una stratificazione già in atto da secoli, ha incastrato nel suo tessuto frammenti di valore storico, sia costruito che naturalistico. La sovrappo
sizione di queste due realtà ha intessuto una rete di interferenze, ovvero condizioni speciali e usi inediti mossi dalle nuove necessità sociali che si accostano alle preesistenze. Un primo sguardo alle vicende e all’impianto urbano di Palermo Nord farebbe pensare ad una città sorta in mancanza di un vero progetto. Essendo, in sostanza, assenti edifici ed attrezzature pubbliche, nel tempo sono state adoperate azioni atte a colmare questa lacuna, che hanno portato all’adozione di un serie di soluzioni di adattamento. La reazione è stata quella di sopperire alla mancanza di un pensiero pubblico dietro il progetto della città, con il conseguente adattamento delle strutture e condizioni esistenti a funzioni pubbliche, per ristabilire l’equilibrio di una città prevalentemente basata su un impianto privato. Il telaio di riattivazione di un network si configura nel paesaggio fatto di strade, borgate, ville e giardini storici, che gestisce le partizioni di una rete di azioni e relazioni. La struttura del networking su Palermo Nord si propone di mettere in comunicazione la città antica con l’edilizia nuova. L’obiettivo primario è stato quello di creare un sistema di relazioni urbane e puntuali che indaga, conosce, produce e tutela. Ripartire da Villa Lampedusa inserendola in una rete di reazioni legate al sistema culturale diffuso in maniera capillare sul territorio di Palermo Nord, è stato un percorso naturale vista la sua vocazione storica e la sua posizione odierna.
luglio 2017
70 euro a Venezia
PERIODICO
studentesse: Antonella Attinasi Eva Barbari Giorgia Magrì
Il Gattopardo ritrovato:
n.01
relatore: Mario Piana correlatori: Davide Longhi Domenico Patassini Damiana Lucia Paternò
letterature architettoniche a Palermo Nord
VILLA LAMPEDUSA
contesto perduto della piana dei colli
XVII - XVIII secolo

XVIII - IX secolo
villa padronale
villa-istituto
residenza reale
badia
baglio
villa fattoria
pianificazione a palermo nord
RISANAMENTO 1885 Piano regolatore di risanamento e ampliamento “Giarusso”
TUTELA 2004 Variante generale al PRG del 1997 | P. Cervellati, W. Husler
edilizia storica di borgata
attivita` industriali e commerciali
edilizia alta densita`
case unifamiliari a bassa densita`
edilizia popolare sovvenzionata
edilizia popolare sovvenzionata
interferenze citta` antica ed edilizia nuova
lottizzazione fagocitazione riconfigurazione infrastrutturazione muro servente ancoraggio delimitazione

reazioni "opposizione" al progesso di urbanizzazione
Spazi Civici
Produzione
Soste e accessi
Distribuzione Sport e Divertimento

STRATEGIA URBANA
INTERVENTO PER VILLA LAMPEDUSA
LA VILLA OGGI
NUOVI ACCESSI
ANTICHI ELEMENTI
CORTI E GIARDINI
6.C Memorie e stratificazioni degli
fip
m
fst
fs
fi1
fp3
SO1
fi2
fs
fp4
fp1
SO2
SO4
MM2
elementi costruttivi
PIANTA QUOTA + 1.50 m
fs
fp2
SO3
fs
fr
PIANTA QUOTA + 5.40 m
fs
fi2
cp
PIANTA QUOTA + 9.30 m
SO5
MM1
finf
EA2
EA1
1 uffici|direzione 5 servizi igienici
1 biblioteca 5 collezioni speciali
1 spazi espositivi

2a|2b spazi di percorrenza 5 laboratori multimediali
3 archivio 7 laboratori editoriali
2 servizi igienici 6 caffetteria
3a|3b spazi di percorrenza 7 sala periodici
2 spazi di percorrenza
3 sistema impianti
4a|4b sistema impianti 8 bookshop
4 sistema impianti
34
IL GATTOPARDO RITROVATO: LETTERATURE ARCHITETTONICHE A PALERMO NORD
luglio 2017
n.01
VISTA 3
link tesi integrale ->
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Dimenticare
Palermo,
Gaumont,
/L. Visconti, Il Gattopardo, Titanus, Italia/Francia, 1963.
RINGRAZIAMENTI
Abbiamo voluto proporre un lavoro sia nella forma che nei contenuti più smile possibile a quello che nell’immaginario comune è il primo veicolo di divulgazione di notizie, informazioni e cultura. In questa ricerca/studio siamo state accompagnate da tanti che hanno reso possibile il raggiungimento di un risultato finale. Desideriamo esprimere la nostra gratitudine per: i nostri relatori e correlatori che con grande pazienza e passione ci hanno seguite e incoraggiate; Isabella Fera che con la sua ricerca su Palermo Nord ci ha dato la possibilità di scoprire e imparare; Emanuela Piazza e Salvatore Greco che ci hanno aperto le porte della sopraintendenza aiutandoci fra archivi e i disegni di una Palermo nascosta; tutti i proprietari delle ville storiche che ci hanno consentito l’accesso, in particolar modo Francesco Dragotto, il proprietario di Villa Lampedusa, il gioiello della Piana dei Colli; l’uffcio tecnico del Comune di Palermo che ci ha aiutato a riconoscere le vicende relative all’evoluzione urbana di Palermo; Maurizio Carta, Ferdinando Trapani e Fabrizio Farina che ci hanno fornito il materiale cartografico necessario per ricostruire l’evoluzione della città; Giulia Sofi, per le fotografie ai dinosauri di villa Lampedusa; Emilio Fileccia per la collaborazione e la composizione del materiale videografico.