PHI TARANTO 2017 "La Città Vecchia e la sua Città Ipogea".

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PROGETTO PHI Collana: Cultural Landscape Analysis & Design Direttore Scientifico: Calogero Montalbano Politecnico di Bari

Casa Editrice: Edizioni Giuseppe Laterza

Università degli studi di Bari

Fotografia ©C. Ennio Cusano ©L.S. Studenti dell'istituto L. Santarella

Progetto finanziato nell'ambito del FSC, Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020 "Patto per la Puglia"

Graphic Design Paola Bucci Layout Paola Bucci; Noemi Quintieri Copertina Ada Palmieri; Noemi Quintieri Grafico loghi PHI: Francesca Misceo


EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA

Calogero Montalbano PHI Taranto 2017 La Città Vecchia e la sua Città Ipogea con i saggi di: Antonella Carella; Angelamaria Abrescia; Fabio Abbrescia; Simone Balletta; Giuseppe Cavallo; Francesco Gravina; Paola Bucci; Diletta Marrama; Collana Cultural Landscape Analysis & Design

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INDICE

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FOREWARD...............................................................................................................................................................................

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INTRODUZIONE................................................................................................................................................................

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Mário S. Ming Kong, Maria do Rosário Monteiro, Maria João Pereira Neto

TARANTO E LA S UA P ROFONDA AMNESIA Calogero Montalbano

1. LA FORZA DEI LUOGHI STORICIZZATI NEL SUPERAMENTO DELLA CRISI DELLA CONTEMPORANEITÀ ..................................................................... 1.1. Il valore della memoria Calogero Montalbano 1.2. La “Città Daziale” di Taranto, una tradizione lunga due millenni e mezzo Calogero Montalbano 1.3. La naturale propensione dei luoghi forti a perdurare nel tempo Calogero Montalbano 1.4. Le ragioni dell’identità: identità domestica Vs identità aulica Calogero Montalbano

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2. LA RISCOPERTA DELLE FONDAMENTA DELLA “CITTA’ DAZIALE” DI TARANTO........................................................................................................................................................................... 2.1. La città emporio medioevale e le sue fondamenta Calogero Montalbano 2.2. La nascita della città sotterranea di Taranto Calogero Montalbano 2.3. Il principio unitario delle fondamenta della città di Taranto e dell’espansione a mare dell’Isola Calogero Montalbano 2.4. Il DE RE STRATEGICA e l’IMAGO URBIS della Taranto bizantina Calogero Montalbano

3. DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP........ 3.1 Tra i mari. Taranto e la sua Isola: approcci generativi per la valorizzazione Antonella Carella 3.2 Workshop PHI. La sessione di Taranto Angelamaria Abrescia, Fabio Abbrescia, Simone Balletta, Giuseppe Cavallo

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3.3 I sondaggi: conoscere attraverso le parole degli abitanti Diletta Marrama 3. 4 Taranto: dal luogo alle idee Francesco Gravina 3. 5 I risultati del workshop: il masterplan e la risposta progettuale Paola Bucci

4. LA NARRAZIONE DEL WORKSHOP.

UNA BREVE CRONISTORIA....................................................................................................................................... 4.1. Presentazione del sito 4.2. Il sopralluogo guidato 4.3. Gli strumenti integrativi di conoscenza del luogo 4.4. Le fasi del processo di progettazione partecipata

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5. LA CREAZIONE DEI TAVOLI TEMATICI..................................................................................

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6. I RISULTATI PROGETTUALI.........................................................................................................................

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DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP 3.1 TRA I MARI: Taranto e la sua Isola.

Approcci generativi per la valorizzazione.

Arch. Antonella Carella_CICOP Italia

STRATEGIE PER LA VALORIZZAZIONE

Le specificità e le bellezze dei luoghi, unite all’economia

della cultura sono oggi una delle chiavi di sviluppo nell’economia contemporanea. Si assegna un ruolo strategico al patrimonio culturale ed è fondamentale il miglioramento dell’attrattività della città nella costruzione di politiche di rigenerazione urbana volte a contrastare la marginalità e l’esclusione sociale, nel miglioramento della qualità ambientale e nel rafforzamento dei caratteri identitari del luogo. I territori caratterizzati da bellezza ed unicità, sia per specificità ambientali che per sedimentazioni storiche possono pertanto costituire un promettente asset nonché un utile antidoto al depauperamento creato dai cosiddetti “non luoghi”. Negli ultimi anni si è sviluppata un’attenzione sempre più grande verso i Centri Storici, rivolta sia alla loro tutela fisica che alla loro vitalità sociale duramente provata dalla continua espulsione di abitanti e funzioni. Parliamo di luoghi che hanno perso nel tempo il loro valore identitario e simbolico e la loro funzione di luoghi centrali per

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la vita dei cittadini. La valorizzazione ha finalità educative, strettamente correlate al valore del patrimonio con l’obiettivo di migliorare le condizioni di conoscenza e, conseguentemente, anche di conservazione dei beni culturali e ambientali, incrementandone la fruibilità. A tal proposito la partecipazione e la centralità dei cittadini, sono obiettivi prioritari nel più ampio concetto di valorizzazione, teso ad incrementare i principi e le strategie di sviluppo del patrimonio culturale, migliorando la fruizione dei luoghi della cultura e incrementando l’offerta culturale.

STRATEGIE PER LO SVILUPPO: ABITARE IL CENTRO STORICO.

PROGETTO DI RIUSO E PROGETTO CULTURALE

La città storica, la città millenaria, pur con tutte le sue cri-

ticità, si presenta come un giacimento irripetibile di modi di abitare, di socialità, di modi di vita, di luoghi, di tessuti, spesso inestricabilmente connessi, superfetanti, e finanche conflittuali, ma vitali e pieni di possibili suggestioni per un vivere contemporaneo, se solo si ascolta al di sotto della crosta di degrado l’eco di tutta questa ricchezza costruttiva e sociale. Il tema della riqualificazione e rivitalizzazione dei centri storici, la cui vitalità è stata penalizzata da politiche


DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP territoriali non integrate e inclusive, è di fondamentale importanza; il centro storico e la città in generale possono tornare ad assumere il ruolo di catalizzatore del rilancio socio-economico contestuale e, allo stesso tempo, promuovere nuovi modelli di fruizione delle infrastrutture e degli spazi locali, attraverso programmi di cooperazione tra enti privati e istituzioni pubbliche locali.

RECUPERO IDENTITA’

IL PENSIERO SOSTENIBILE: GUARDARE AL FUTURO PARLANDO DEL PASSATO

Il Patrimonio culturale territoriale dovrebbe essere gestito

non più come un settore dello sviluppo, ma come matrice dell’identità dei luoghi, come linea strategica prioritaria di sviluppo sostenibile locale, culturale, gestionale ed economico. È indispensabile attribuire un valore strategico alla qualità territoriale ed alle identità culturali dei contesti locali, leggerle come risorse da conoscere, interpretare, conservare, incrementare e comunicare. Esprimere uno sviluppo plurimo, localmente fondato e globalmente competitivo poiché intessuto sull’armatura del patrimonio culturale.

L’ISOLA: LA CITTA’ VECCHIA DI TARANTO

La Città Vecchia simbolicamente rappresenta il cuore della

fig. 3.01 “Taranto... la città che brilla sui due mari come un

gigantesco diamante in frantumi.” P. Pasolini

città in cui le sue parti storiche sono per loro vocazione piene di significati e valori stratificati nelle modificazioni materiali e immateriali succedutesi nel tempo. La situazione in cui attualmente versa l’Isola è rappresentata da un diffuso stato di abbandono e degrado dell’ambiente fisico e da un pervasivo ed elevato livello di degrado sociale. I continui crolli, pun-

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DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP tuali o di interi isolati, rischiano di lasciare, se non fermati in tempo, soltanto un ricordo, una memoria del nucleo originario della città, distrutta da una sorta di “terremoto dell’abbandono”. In particolare, la percezione di degrado, abbandono, mancanza di sicurezza ed impedimento alla fruizione viene amplificata se, abbandonati i bordi e la spina centrale, ci si addentra nei percorsi più interni, caratterizzati, anche in presenza di immobili già risanati, da occlusioni ed impedimenti alla normale fruizione pubblica. La città di pietra, subendo le ingiurie dell’abbandono e dell’inerzia negli ambiti non coinvolti nelle trasformazioni e nei risanamenti degli anni settanta-ottanta, ha continuato a cedere. Interi “Pittaggi” sono infatti completamente implosi, sventrati e diradati dai crolli che si sono succeduti. Ad oggi, dunque, ci si misura con un Centro Storico escluso dalla naturale dinamica delle relazioni di una intera comunità, a cui non sembrano ancora appartenere se non per brevi scorci quei tratti di normalità, di vita e di lavoro, che caratterizzano i restanti brani di città. Risulta prioritario tutelare e valorizzare il patrimonio storico ereditato dal passato che, a partire dal nucleo originario, ha strutturatola città moderna e contemporanea, e costruire una strategia di

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sviluppo aderente alle specificità ed alle potenzialità dell’Isola, nella sua centralità fisico-geografica, nella sua stratificazione storica, nella sua relazione con il mare. È necessario l’avvio di un percorso di sviluppo locale sostenibile basato sul recupero dell’identità storica e dei valori culturali e naturali, materiali e immateriali, presenti nella Città Vecchia e nell’area urbana più vasta, considerati come risorse endogene a partire dalle quali si può ricomporre il rapporto tra economia e società in un’ottica di valorizzazione economica e di inclusione sociale. Taranto ha risorse endogene latenti che la storia più recente ha mortificato e oscurato: l’Isola in particolare è un giacimento prezioso di qualità urbana. La potenzialità attuale di un intervento organico è offrire e rendere brillante questa riserva di qualità perché possa essere indirizzata, messa a disposizione, orientata ad un abitare contemporaneo capace di guardare a un futuro, che sia piena espressione di bellezza e attrattività. Le città di mare, soprattutto Taranto nella sua peculiarità di città dei due Mari, richiedono un duplice sguardo: quello dall’interno della città e quello dal mare. Entrambi i punti di vista restituiscono caratteri che definiscono il costruito, entrambi sono indispensabili; l’assenza dell’uno o dell’altro


DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP impedisce di cogliere l’identità più profonda di ciò che si sta indagando. In quest’ottica, il percorso di riqualificazione deve fare perno su tre dimensioni (mare, paesaggio e cultura) mutuamente integrate e reciprocamente rinforzantisi e puntare a superare una visione d’intervento settoriale e/o parcellizzata. Un ambito qualificante per la rigenerazione dell’Isola di Taranto e più in generale del territorio locale a partire dalla sua identità e dalle sue tradizioni è quello del legame tra terra e mare. Puntare sulle peculiarità del territorio, in primis il mare, che è anche l’appellativo che contraddistingue Taranto come “la città dei due mari”, significa fare una scelta precisa che va nella direzione di promuovere un immaginario diverso da quello con cui Taranto è oggi conosciuta; attrarre visitatori e sviluppare settori economici connessi alla filiera culturale e turistica. La valorizzazione del Centro Storico di Taranto deve avere come obiettivo prioritario la bellezza e la significatività dei luoghi, il loro fascino, piuttosto che la funzionalità e razionalizzazione degli stessi. L’azione di riqualificazione deve mirare soprattutto a recuperare l’identità culturale che altrimenti andrebbe persa. Identità che, se messa in “rete” con i centri limitrofi, può divenire motore di cre-

scita turistica e quindi economica. La strategia principale deve puntare al potenziamento dell’attrattività del Centro Storico salvaguardando il contesto paesaggistico-ambientale all’interno del quale esso è ubicato e, conseguentemente, innalzare il livello di qualità della vita. L’identità, l’appartenenza, l’autenticità, la qualità artistica e ambientale, l’irriproducibilità, la memoria storica e antropologica, questi sono i punti di partenza perché, le risorse presenti nella Città Vecchia di Taranto siano una guida per una politica del riuso che le protegga da processi di consumo e di aggressione e che allo stesso tempo le riscatti dall’idea di “spazi di contemplazione”. Il riuso va pensato in termini di riappropriazione, di autentica ri-territorializzazione, con cui riavviare relazioni vitali e dinamiche tra i diversi fattori sociali, economici e biologici, di attualizzazione dei modi di fruizione della città esistente, ponendo attenzione alle questioni di compatibilità.

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DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP

fig. 3.02“La Città Vecchia, opera collettiva di civiltà, da preservare

e restaurare in una visione globale di tutti i suoi valori storico - urbanistici e socio - culturali”. F. Blandino

IL “MANIFESTO DELLA CITTA’ VECCHIA E DEL MARE” CITTADINANZA ATTIVA

Il Comitato “Manifesto della Città Vecchia e del Mare” (poi costituita in Associazione culturale) nasce nel gennaio del 2014. Conoscere l’Isola, analizzarla attraverso indagini in loco, valutarne esigenze, criticità e potenzialità, soprattutto attraverso i racconti e le esperienze dei suoi principali attori e fruitori: i residenti e gli operatori culturali ed eco-

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nomici. L’indagine ha raccolto ad oggi l’adesione di circa cento associazioni con la condivisione di diversi soggetti istituzionali e non, e la partecipazione diretta degli abitanti dell’Isola. Il percorso, avviato con la realizzazione di ben 7 tavoli tematici, aveva come obiettivo quello di attuare una corretta analisi delle esigenze, dei punti di forza e di debolezza, utile al programma di risanamento e valorizzazione del Centro Storico di Taranto. Dalle indagini emergeva la necessità di attuare un Programma di rilancio finalizzato alla Tutela, Valorizzazione e Salvaguardia della Città Vecchia, dove questa andava preservata e restaurata nell’ambito di una visione globale di tutti i suoi valori storico, urbanistici e socio-culturali, sui quali tutti uniti, a partire dal basso, far convergere azioni sinergiche innescando un principio virtuoso che guardi anche al rilancio economico, culturale e all’inclusione sociale. L’esigenza di una visione integrata ed intersettoriale delle politiche di rilancio rende prioritario governare il “sistema Città Vecchia” su più fronti, occupandosi sia della gestione delle emergenze e della sicurezza, sia della Programmazione del recupero fisico e strutturale e della rigenerazione urbana, oltre che del recupero sociale, culturale ed economico.


DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP È questo l’elaborato di un gruppo eterogeneo per competenze e ruoli ma unitario per volontà ed obiettivi comuni che, senza pretendere di sostituire o sovrastare l’Amministrazione Locale ha voluto fornire ad essa, sulla base del principio di sussidiarietà, uno strumento strategico, operativo e funzionale, utile a scandire una possibile programmazione per il recupero e la rinascita del Centro Storico, nonchè per la tutela e la rivalorizzazione del mare. Nel lavoro così realizzato emerge, in tal senso, la necessità di

fig. 3.03 Manifesto della Città Vecchia e del mare.

innescare un processo che guardasse alla valorizzazione del tessuto urbano come simbiotico rispetto alla risorsa mare.

PROGETTARE LA POSSIBILITÀ DI CAMBIAMENTO

PROGETTARE IN MODO TALE DA ACCOMPAGNARE IL CAMBIAMENTO E LA VALORIZZAZIONE

Con tali propositi il “Manifesto della Città Vecchia e

del Mare” ha supportato l’Amministrazione Comunale nel percorso di individuazione dell’immobile che potesse prefigurarsi come simbolo della rinascita dell’Isola. Al fine di promuovere e valorizzare il patrimonio edilizio comunale in stato di abbandono ed avanzato degrado, favorendo la tutela e la salvaguardia degli antichi palazzi storici e assicurandone la fruizione in modo da rafforzare il senso d’identità e di appartenenza dei cittadini, si è deciso di candidare Palazzo Amati, in accordo con il Comune di Taranto, al bando indetto dalla Fondazione con il Sud. Il progetto nasce in seno ad un’azione di progettazione partecipata avviata, sin dal 2014, dal “Manifesto della Città Vecchia e del Mare”, per favorire la rigenerazione urbana, sociale e culturale dell’intero quartiere.

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DAI PROCESSI RIGENERATIVI AL PERCORSO DEL WORKSHOP La riqualificazione di palazzo Amati, contenitore di particolare pregio storico artistico, mira al miglioramento della qualità del decoro urbano. Esso propone al suo interno l’allocazione del “Centro Euromediterraneo del mare e dei cetacei – Ketos”, che rappresenterà il punto di riferimento territoriale per avviare la rigenerazione urbana, sociale, culturale della Città Vecchia, guardando alla valorizzazione dell’abitato come simbiotico rispetto alla risorsa mare. La procedura di selezione, denominata “Bando Storico Artistico e culturale 2014”, era finalizzata all’individuazione di beni immobili, o loro porzioni, con documentata valenza storico-artistica, per la loro successiva valorizzazione come “beni comuni” e restituzione alla fruizione della comunità

fig. 3.04 Palazzo Amati

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attraverso le modalità che il territorio stesso fosse stato in grado di identificare. La porzione di immobile candidata al bando veniva identificata nel solo piano terra di Palazzo Amati, per una superficie di circa 400 mq. La rigenerazione urbana di questa porzione del Centro Storico di Taranto ha come obiettivo prioritario, la bellezza e la significatività dei luoghi, il loro fascino, piuttosto che la funzionalità e razionalizzazione degli stessi. La parola chiave è «apertura». Il progetto nasce, infatti, dalla cooperazione di un buon numero di cittadini connessi tra loro e con l’Amministrazione Comunale e la vera opportunità che esso rappresenta è la costruzione di un modello sostenibile di sviluppo socio-economico basato sulla produzione di cultura in cui prioritari sono la rigenerazione urbana e la conservazione del patrimonio partendo dalla volontà di creare “nuove infrastrutture” da edifici abbandonati da recuperare.


fig. 3.05 Vista della CittĂ Vecchia dal Mar Grande

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