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La 125 ET3
Vespisti!
onti delle Mandateci le foto e i raccVespa. vostre vacanze targate uali di an Li pubblicheremo sui M ta! Officina del Vespis
Vespa 125 Nuova......................................................................... 4 La Nuova.................................................................................................12 E’ Primavera.....................................................................................16 Atto secondo..................................................................................22 Atto terzo........................................................................................... 30 Nasce la sportiva........................................................................40 La più giovane..............................................................................46 Come mamma ti ha fatto.................................................52 Queste misteriose.....................................................................56 Atto finale......................................................................................... 60 Accessoriatissima......................................................................64
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I manuali di Officina del vespista n.16 Bimestrale - MARZO 2017
Editore: Cigra 2003 srl via Raimondo Franchetti, 2 20124 Milano Tel. 0243995439 - Fax 02 29061863 www.cigra.it - info@cigra.it Direttore responsabile: Roberto Ferri Per i testi e le foto si ringrazia: Alessandro Pozzi Si ringrazia per la collaborazione: Andrea Schillaci Per la collaborazione grafica si ringrazia: Sabrina Zanicchi ABBONAMENTI: si sottoscrivono on-line su www.sprea.it/manualiofficinavespista Mail: abbonamenti@myabb.it Fax: 02 56561221 - Tel. 02 87168197 (Lun-Ven/9:00-13:00 e 14:00-18:00) Il prezzo dell’abbonamento è calcolato in modo etico perché sia un servizio utile e non in concorrenza con la distribuzione in edicola. ARRETRATI: si acquistano on line su www.cigra.it Fax: 02 56561221 - Tel. 02 87189093 (Lun-Ven/9:00-13:00 e 14:00-18:00) Distributore per l’Italia: Press-Di Distributore Stampa e Multimedia Srl - 20090 Segrate (MI) Stampa: Arti Grafiche Boccia - Salerno GESTIONE AMMINISTRATIVA: Gestione editoriale SpA Via Torino 51 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)
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I manuali di Officina del vespista | 3
SOTTO LA LENTE 125 Nuova
La 125 Nuova era venduta con la sella mono dalla linea obsoleta, con possibilità di richiedere quella lunga biposto
Vespa 125 Nuova Fu il primo modello Small Frame dotato di motore 125, il telaio era ancora quello “corto” ereditato dalla 50. Con questo modello in Piaggio si misero le fondamenta per la nascita della futura 125 Primavera
P
resentata i primi di ottobre del 1965 come Nuova 125, sostituisce le precedenti e panciute 125 con ruote da 8”, è dotata di ruote
da 10” con tamburi freni autoventilati, come sulla sportiva 90SS. La scocca deriva direttamente dalla 50, la soprannominata scocca piccola “unificata”, cambia solo il manubrio in fusione di alluminio, con predisposizione attacco parabrezza, che arriva dalla 125 Super VNC1T con contachilometri di forma non tonda con scala 100km/h. Fanalino posteriore con luce stop, lo sportellino del motore è grande per meglio accedere per la manutenzione. Inizialmente di serie la Piaggio aveva previsto la sella monoposto, di colore blu scuro, dotata di maniglia per passeggero, infatti era omologata per 2 persone.
L’autorevole rivista Motociclismo n°12 del dicembre 1965 dedica un’ampia prova su strada, aveva anticipato la novità sul numero del mese precedente 4 | I manuali di Officina del vespista
Vista anteriormente è molto simile alla successiva Primavera
A destra, la scritta anteriore scura obliqua Vespa 125
Particolare della cresta sul parafango anteriore
Sulla pancia sinistra non troviamo il bauletto 5
SOTTO LA LENTE 125 Nuova Il logo Piaggio è ancora quello quadrato
La marmitta ha il tubicino di scarico alto tipo le prime 50
I listelli pedana sono grossi e il tunnel centrale è protetto da un tappetino in gomma
Il cavalletto ha un diametro di 16 mm 6 | I manuali di Officina del vespista
Rinforzi nella parte alta dello scudo
Il contachilometri ha il fondo chiaro, scala 100 km/h
Scheda tecnica DATI MATRICOLARI: Il numero motore è posto nella parte posteriore del carter motore vicino all’attacco dell’ammortizzatore. Il numero del telaio è posto nella battuta dello sportellino del motore. Codice telaio VMA1T Codice motore VMA1M Prodotta dal 1965 al 1967 per un totale di 17.100 esemplari. NUMERI TELAIO PER ANNO: Da 1.001 a 8.392 (1965) Da 8.393 a 14.781(1966)
Da 14.782 a 18.100 (1967) SCHEMA COLORAZIONE: Codici colore sistema Max Meyer Scocca: Azzurro chiaro metallizzato 1.268.0110 Antiruggine Nocciola 3000M Cerchi ruote, tamburi freni, mozzo anteriore, forcella e copriventola: Alluminio 1.268.0983 DATI TECNICI: Tipo motore: Monocilindrico 2 Tempi Cilindrata: 121,168 cc Alesaggio e corsa: 55 x 51 mm
Rapporto compressione: 7.2.1 Potenza: 4,8 cv a 4500 giri/min Carburatore: Dell’Orto SHB 16/16 (16mm) Velocità massima: 80 Km/h Raffreddamento: Aria forzata Accensione: Volano magnete 6V Cambio: 4 velocità Ruote: cerchi scomponibili con pneumatici 3,00 x 10” Serbatoio: 5,6 litri compresa riserva di 1 litro Consumo: 2 litri per 100km Carburante: Miscela al 2% Peso a secco: 73 Kg
Altro contachilometri visto da più vicino sempre marca Veglia Borletti della Nuova di Alessandro De Vita
Modelli dell’anno 1967, leggendo si può vedere che la sella biposto era data come di serie
Qui vediamo la posizione della sigla e del numero telaio
Sul portapacchi posteriore era previsto il montaggio di un cuscinetto simile a quello in dotazione alla sorella minore 90 cc. Ma da subito fu considerata obsoleta, così che fu prevalentemente consegnata con la sella biposto che era inizialmente un optional, entrambe le selle furono prodotte dalla ditta Aquila. Sia sulla presentazione pubblicata da Motociclismo n° 11 novembre 1965 che sulla prova su strada pubblicata sul n° 12 del dicembre successivo, l’esemplare era dotato di sella lunga, oltretutto anche nella pubblicità ufficiale della Piaggio era indicata la sella lunga di serie. Solo sul Libretto di Uso e Manutenzione era raffigurata con la monosella. Il motore è quello della 90 portato a 121,16 cc, e non ha particolari differenze rispetto alle cilindrate minori, dotato di 4 marce, con carburatore 7
segue a pag. 11
SOTTO LA LENTE 125 Nuova Questo modello è conservato con la sella biposto
Nella parte anteriore della sella non troviamo il gancio per le borse
La cuffia in metallo è fosfatata scura come in questo conservato
Sia la sella singola che la biposto sono della marca Aquila 8 | I manuali di Officina del vespista
La sella biposto è dotata di maniglia per il passeggero e tutto intorno ha un bordino grigio
I numeri delle marce sono colorati in rosso
Il manubrio molto largo la rende davvero maneggevole
Le manopole sono chiare con logo quadrato
Alzando la sella troviamo il vano portaoggetti
All’interno vi è la sacca della dotazione di bordo
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SOTTO LA LENTE 125 Nuova
Il fanale marchiato Siem visto da vicino
Estraendo la vaschetta si accede al vano carburatore Posteriormente non troviamo nessuna scritta, il faro ha corpo in metallo in tinta con la scocca
La chiave originale con ancora il portachiavi della concessionaria, si intravede anche l’etichetta scolorita delle istruzioni del rodaggio
All’interno troviamo, in questo conservato, la targhetta in carta del controllo qualità della verniciatura a corpo applicato in catena di montaggio all'epoca della sua costruzione
10 | I manuali di Officina del vespista
Sul nasello troviamo l’etichetta originale del concessionario Piaggio
L’aletta di protezione della serratura originale marchiata NEIMAN DRP
Sotto l’attacco dell’ammortizzatore troviamo il numero del motore
Il clacson della ditta genovese Bachel L 20 visto da vicino
Eccolo fotografato da più vicino, sopra il numero e sotto la sigla motore
Dell’Orto 16mm. La cuffia del motore è in ferro fosfatata in nero, la marmitta a “padella” ha il tubicino posto in alto come sulle prime 50. Sulla forcella anteriore e posteriormente troviamo degli ammortizzatori a doppio effetto con molla coassiale. Sullo scudo, dotato all’interno di un rinforzo nella parte alta visibile nelle foto, è presente la scritta obliqua Vespa 125, in alluminio pressofuso di colore blu scuro e con logo Piaggio quadrato centrale. Fu prodotta in un unico colore. Si ringraziano per averci messo a disposizione le loro Vespa: Giovanni Mauro, Alessandro De Vita, Gianfranco Di Mineo
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Dettagli
La Nuova
Come recitava la Gazzetta del Mezzogiorno “Corre in tutto il mondo la Nuova Vespa mod. 1966”
A
ll’inizio di ottobre del 1965 Piaggio per la prima volta modifica sostanzialmente il suo classico modello 125, che fino allora aveva avuto scocche grandi e panciute. Il nuovo scooter è piccolo, leggero e maneggevole, e ben si adatta al traffico cittadino in continuo aumento, il motore offre buona ripresa e scatto, anche alla presenza del passeggero. Insomma uno scooter giovane e segue a pag. 15
12 | I manuali di Officina del vespista
Dalle immagini pubblicitarie si denota che il target a cui si rivolgeva la Piaggio erano i giovani
Il tachimetro con fondo scala 100 Km/h e logo Piaggio quadrato della marca Veglia Borletti.
La scritta scura sullo scudo della 125 Nuova, che è considerata la mamma della Primavera, notare il logo Piaggio ancora quadrato con vecchia grafica.
Tachimetri che hanno fatto storia.
L
a Fratelli Borletti era un'azienda di Milano, nota per essere la proprietaria del marchio VegliaBorletti, fondata nel 1965 e dopo la seconda guerra mondiale entrata nell’orbita della Fiat, che la assorbì completamente nel 1985, incorporandola nella Magneti Marelli. Ha equipaggiato tantissimi modelli di Vespa fin dal 1947 sulle 98, e tante auto tra cui la famosa Fiat 500. Una curiosità: la famiglia Borletti è stata la fondatrice dei supermercati Standa nel 1917 e fino agli anni '70 sono stati anche proprietari dei grandi magazzini La Rinascente e Upim. Nelle tre foto potete vedere i particolari di questo contachilometri, che già, come tutto il manubrio, equipaggiava la Super.
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Dettagli
La scocca non ha il bauletto laterale, come nelle 50 cc, commercializzata solo per tre anni, ne sono state prodotte circa 17.000 esemplari, in un unico colore.
Il faro posteriore era con il corpo in metallo in tinta con la scocca, e il catarifrangente dotato di una cornicetta di alluminio. 14 | I manuali di Officina del vespista
Il motore era dotato di cuffia ancora in ferro e fosfatata, era meno potente della Primavera che avrà 5,5 cv e una velocità massima superiore.
Ecco come era presentata i primi di ottobre del 1965 sulla Gazzetta del Mezzogiorno.
La pedivella Ecco nelle 3 foto la pedivella della Nuova, ancora marchiata con il vecchio logo quadrato Piaggio.
accattivante che subito colpisce l’interesse del pubblico, soprattutto dei sedicenni che ne apprezzano le forme moderne ed esili. Un modello particolarmente indicato per l’uso in città, anche se non disdegna le gite fuori porta. • 15
SOTTO LA LENTE Un modello di grandissimo successo tra i sedicenni, che la preferivano alle 125 GT e GTR, con telaio Large Frame, perché più agile, leggera e scattante, oltre ad avere una linea notevolmente più moderna
Appena lanciata la Primavera era disponibile nel solo colore Biancospino, l’unico colore che poi ha seguito tutta la produzione. La Primavera di queste pagine è di Maurizio Malagoli.
È Primavera A
l Salone del Ciclo e Motociclo di Milano del 1967 fu presentata in bella mostra la nuova 125 Primavera, che rimase in listino per ben 17 anni diventando uno dei modelli più apprezzati della Piaggio. A prima vista non pareva molto diversa dalla già apprezzata 125 Nuova, ma in realtà aveva parecchie differenze sia meccaniche che a livello di scocca. Quest’ultima deriva direttamente dalla 125 N, non ha più il rinforzo nella parte alta interno scudo, e soprattutto è allungata, da 1.650 a 1.665 mm, una differenza minima ma che fa guadagnare stabilità, e abitabilità nella guida. 16 | I manuali di Officina del vespista
Va ricordato che tutte le scocche delle Small Frame, anche delle 50N e L, nel 1967 furono definite appunto “allungate” per via dell’aumento delle dimensioni - nelle 50cc interasse 1175mm e lunghezza 1655 mm – mentre la Primavera interasse 1180 mm e lunghezza 1665 mm. (La precedente 125N aveva interasse 1165 mm e lunghezza 1650 mm). Oltre alle diverse misure, sulla scocca laterale sinistra compare un bauletto portaoggetti con sportellino e serratura a chiave, la stessa del bloccasterzo. Viene anche aggiunto un pratico gancio portaborse alla sella lunga biposto ora di serie, e sul
Questa è la prima pubblicità ufficiale della 125 Primavera pubblicata sulla rivista Motociclismo, un mix di grafica vecchia, notare le scritte Vespa vintage, e nuova, vedi il logo esagonale. Da notare che la Vespa è senza marmitta e cornice cromata sul manubrio al faro.
Sullo scudo è presente la scritta Vespa 125 e al centro il nuovo logo esagonale Piaggio, era anche provvisto di un bordoscudo di protezione in anticorodal.
Posteriormente troviamo la scritta Primavera, tra la sella e il faro.
La cuffia del motore ora è in plastica, ecco il particolare della scritta 125/90 e il vecchio logo quadrato Piaggio. Fino a quasi la fine della produzione marchiate così
Le manopole hanno il vecchio logo e sono grigie chiare, le leve sono fissate da due viti a taglio con testa bombata
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SOTTO LA LENTE Appena uscita la Primavera adottava il contachilometri con scala 100Km/h della 125 Nuova e della Super, durante il 1969 sono stati montati anche quelli con scala 110Km/h della 150 Super sempre con logo Piaggio quadrato. Dal 1970 arriva quello con scala 120Km/h e logo esagonale. Il clacson marca Bologna del tipo da 6V a corrente alternata.
manubrio una ghiera cromata al fanale. La prestigiosa rivista Motociclismo gli dedica le prime impressioni di guida su strada sul n°3 del 1968, dove si elogiavano le prestazioni, e la si consigliava al sedicenne che voleva passare dalle modeste prestazioni del Vespino 50 a quelle brillanti della Primavera senza aumentare le dimensioni del mezzo e la sua praticità. Le manopole sono di color grigio chiaro, come sulle 50, sui primi modelli fino alla prima metà del 1968 con il logo ancora quadrato, poi fino al 1973 stesso colore ma con il nuovo logo esagonale. A questo punto bisogna ricordare che dal 1° ottobre del 1967 il logo Piaggio cambia, non è più rettangolare ma a forma esagonale e lo 18 | I manuali di Officina del vespista
Fino a circa metà del 1968 troviamo bloccasterzo ovale del tipo corto, sporgeva solo 1,5 cm dal telaio, lo stesso della 125 Nuova, come in foto, con aletta parapolvere marchiata Neiman DRP.
Dati matricolari Numero di esemplari prodotti: 220.329 Sigla telaio VMA2T Sigla motore VMA2M
Successivamente al ’68 il bloccasterzo è sempre ovale ma più sporgente, circa 2,2 cm, con aletta parapolvere marchiata Neiman DBP, successivamente, sulla aletta parapolvere rimane solo la scritta Neiman.
1967 da 20001 a 22874 1968 da 22875 a 31548 1969 da 31549 a 36266 1970 da 36267 a 42299 1971 da 42300 a 49703 1972 da 49704 a 60345 1973 da 60346 a 76660 1974 da 76661 a 102258 1975 da 102259 a 132239 1976 da 132240 a 152875 1977 da 152876 a 175205 1978 da 175206 a 191713 1979 da 191714 a 199672 1980 da 199673 a 207240 1981 da 207241 a 220726 1982 da 220727 a 236477 1983 da 236478 a 240329
All’inizio della produzione e per parte del 1968 il faro posteriore era lo stesso della 125 Nuova, dotato di catarifrangente marchiato SIEM 3660 - IGM 0581 C2 – B.S. 2515 GR2.
troviamo in mezzo allo scudo. Come si può apprendere dal volume “Il libro della Comunicazione” di Maurizio Boldrini e Omar Calabrese, SeB Editori, il logo fu realizzato dall'architetto De Silva di Torino. Cito testualmente. "Il marchio fu realizzato con un’immagine molto sintetica, un esagono con uno stelo, che tuttavia richiama in qualche modo anche il frutto dell'elaborazione grafica della lettera P, espansa in modo da ottenere un disegno geometrico con una quasi simmetria attorno all'asta centrale.
La geometria è angolare, come andava di moda nell'era della optical art, e al tempo stesso forma quasi il disegno di una pista (del resto esistente nella fabbrica di Pontedera)". Ma le migliorie riguardano anche il motore potenziato, che è dotato di maggiore compressione che passa da 7,2:1 a 8,2:1, con conseguente aumento della potenza che passa da 4,8 Cv/ 4.500 ai 5,6 Cv / 5.500. L’aumento di potenza la rende anche più performante in salita così come la velocità massima passa
Successivamente cambia solo il catarifrangente, marchiato SIEM 3504 – B 413 – E3 4911 C2, che rimane tale anche nella seconda serie.
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SOTTO LA LENTE
Inizialmente la levetta di alluminio per aprire lo sportellino del vano motore era con disegno a righe longitudinali, come sulla 125 Nuova e su tante 50 della stessa epoca.
Ecco il disegno, realizzato dall'architetto De Silva, del nuovo logo esagonale riprodotto su “Il libro della Comunicazione” di Maurizio Boldrini e Omar Calabrese, SeB Editori.
Ecco la pubblicità uscita sulla rivista Motociclismo nel 1967, in cui si illustrava il nuovo logo esagonale.
Particolare del motore che rimane a 3 marce.
La leva della chiusura del rubinetto del serbatoio, aveva tre posizioni: chiuso, aperto e riserva. Era in metallo con guarnizione chiara.
L’ ammortizzatore idraulico a molle coassiali della sospensione anteriore oscillante, che soffriva della caratteristica affondata in frenata con l’anteriore.
dagli 80 km/h agli 85 km/h. Anche il carburatore passa dal Dell’Orto SHB 16/16 al Dell’Orto SHB 19/19. Ora è dotato di una nuova cuffia motore in plastica marchiata 125/90, in un primo momento con logo Piaggio quadrato e poi con quello esagonale. Per semplicità la Primavera si divide in tre serie, anche se bisogna sottolineare che tante modifiche furono adottate nel corso della produzione,
20 | I manuali di Officina del vespista
per cui è sempre meglio verificarle tramite i numeri di telaio. La prima serie 1967 - 1973: le scritte sono cromate, in corsivo e oblique: anteriore Vespa 125, posteriore Primavera. Fanalino posteriore di marca Siem, con corpo metallico in tinta con la scocca, come sulla 125 Nuova. Dall’inizio fino a circa metà 1968 troviamo bloccasterzo ovale del tipo corto, lo stesso della 125 Nuova, con aletta parapolvere mar-
Scheda tecnica Tipo Motore: Monocilindrico 2 Tempi Cilindrata: 121,17 cc Alesaggio e corsa: 55 x 51 mm Potenza: 5,6 cv a 5500 giri/min Velocità massima: 85 Km/h Raffreddamento: Aria forzata Accensione: Volano magnete 6V Cambio: 4 velocità Ruote: cerchi scomponibili con Pneumatici 3,00 x 10 Peso a secco: 73 Kg ATTREZZI DI CORREDO: Chiave a tubo con apertura 11 mm, 13 mm e 21 mm; due chiavi piatte con apertura 7 mm e 8 mm; cacciavite a taglio; borsa in tela per contenere gli attrezzi; libretto di uso e manutenzione. CODICE COLORI: Sistema Max Meyer
Biancospino 1.298.1715 (P9/6) dal 1967 per tutta la produzione Chiaro di luna metallizzato 1.268.108 dal 1972 al 1979 Marrone metallizzato (Coca Cola) 1.268.5130 dal 1974 al 1976 Blu marine 1.298.7275 dal 1976 al 1977 Verde Vallombrosa 1.298.6590 1978
Il cavalletto diametro 16 mm con i piedini in gomma, aveva una robusta molla di ritorno.
Azzurro metallizzato Codice Piaggio P 2/1 dal 1980 al 1981 Grigio azzurro metallizzato Codice Piaggio P 5/4 1982 Su tutte fondo antiruggine Grigio 8012M Cerchi ruote, tamburi, forcella, copriventola Alluminio 1.268.0983
chiata Neiman DRP, dopo di che sempre ovale ma più sporgente, con aletta parapolvere marchiata Neiman DBP, successivamente, sulla aletta parapolvere rimane solo la scritta Neiman. Dai primi modelli fino al 1970 contachilometri scala 100 Km/h logo quadrato come nella 125 Nuova e nella 125 Super. Abbiamo trovato un modello 1969 n° telaio 34xxx con scala 110 sempre La sella originale prodotta logo quadrato della dalla Aquila ma con scritta 150 Super (probabili serigrafata bianca Piaggio. fine avanzi magazzino). Dal 1970 scala 120Km/h logo esagonale corpo in metallo. Il manubrio dall’inizio fino a circa il 1973 ha la gobba che continente il faro più pronunciata, sul manubrio troviamo leve freno e frizione con pallino piccolissimo quasi a punta. La sella lunga è serigrafata in bianco con la scritta Piaggio. Fino al 1973 la levetta in alluminio per aprire lo sportellino motore, era con disegno a righe longitudinali. Nei primissimo modelli la marmitta è con tubino scarico alto, la stessa della 125 Nuova, omologazione IGM 4109S e logo Piaggio quadrato.
Il carburatore Dell’Orto SHB 19/19, con la sua scatola filtro aria in ferro.
Nei primi anni 1967/’68 si trovano parecchi particolari marchiati ancora con il vecchio logo quadrato, d’altra parte in Piaggio si dovevano smaltire le scorte della 125 Nuova. •
Evoluzione
Atto
secondo Durante il 1973 il modello Primavera subisce dei piccoli cambiamenti, piĂš che altro estetici, per adeguarla ai cambiamenti di tutti i modelli Piaggio.
22 | I manuali di Officina del vespista
Ecco la seconda serie della Primavera, la modifica più vistosa è la nuova grafica delle scritte identificative.
Durante questa serie fu realizzata dalla Piaggio l’unica serie speciale della Primavera soprannominata per via del colore “Coca Cola”
Sella e manopole di colore beige chiaro realizzate appositamente per questo modello, la rendevano particolarmente elegante.
D
al numero di telaio 073479 del 1973 inizia quella che è considerata la seconda serie: vengono adottate, come su tutti i modelli Piaggio, le scritte identificative di nuova grafica. Sono orizzontali e con il carattere più moderno. Sullo scudo troviamo la scritta Vespa e posteriormente 125 Primavera entrambe cromate su fondo nero. Contemporaneamente vengono adottate come su tutti gli altri modelli a listino, anche le manopole color nero di diverso disegno a righe con logo esagonale.
Evoluzione
Faro anteriore marchiato sul vetro 5343 SIEM TORINO e ghiera cromata.
La sella perfettamente conservata, è stata trovata da Marco Camuffo, proprietario di questa bella Coca Cola, da un vecchietto che vende Vespa da una vita. Un suo cliente comprò una Vespa Coca Cola, e non piacendogli il colore, la cambiò con una nera, per cui a lui restò la beige. 24 | I manuali di Officina del vespista
Si può dire che la sella praticamente nuova, anche se con i suoi anni, non stona sul restauro, anzi lo impreziosisce, infatti sono abbastanza difficili da reperire originali.
Il copriventola rimane con disegno con alette a trapezio isoscele rovesciato come nella prima serie.
Dal 1972 arriva in aggiunta al Biancospino il Chiaro di Luna Metallizzato, con un supplemento di 4.400 lire – la Primavera costava 244.000 lire su strada.
Il faro posteriore rimane con corpo metallico in tinta con la carrozzeria con catarifrangente marchiato SIEM 3504 – B 413 – E3 4911 C2. Le leve fino al numero di telaio 0108545 del 1975 rimangono a pallino piccolissimo dette a punta, dopo di che passano a essere di pallino
medio fino ai primi esemplari della terza serie. Cambia anche la leva dell’apertura dello sportellino del motore ora in acciaio e con disegno a righe trasversali. Il copriventola rimane con disegno con alette a trapezio isoscele rovesciato come nella prima serie, cambierà avendo dise25
Evoluzione
Nel 1975 dal numero di telaio 0108546 le leve diventano a pallino medio come quelle in foto.
Particolare serratura bauletto, con chiave della tedesca Neiman tipo lungo, da un lato con scritta in alto DRP.u.AUSL PAT e scritta sotto Neiman, dall’altro lato in alto MADE IN GERMANY e sotto codice numerico.
Cambia la levetta dello sportellino motore, ora in acciaio e con disegno a righe trasversali. 26 | I manuali di Officina del vespista
Dall’ inizio della produzione l’IGM 5317 OM e la sigla del telaio VMA2T erano in posizione diversa, la prima sul lato sinistro della battuta sportellino, la seconda in alto.
Per una certa parte del 1974 il serbatoio è come quello della prima serie che presenta ancora i 3 fori per il montaggio della sella monoposto
Successivamente come su tutte le Small Frame arriva il nuovo serbatoio senza più questi fori.
gno alette circolare nel 1976 prima dell’inizio della terza serie, quando le sigle del IGM punzonate furono spostate sopra al numero di telaio. Per buona parte del 1974 il serbatoio è come la prima serie, presenta ancora i 3 fori per il montaggio della sella monoposto, poi arriva il nuovo serbatoio, come su tutte le scocca piccola, senza più questi fori. Durante questa serie è stata lanciata l’unica versione della Primavera che possiamo definire spe27
La scritta identificativa con la nuova grafica su fondo nero e orizzontale.
La serratura ha l’aletta parapolvere con la sola scritta Neiman.
Dai primi del 1976, circa dopo la metà di febbraio, il IGM viene spostato sopra alla sigla VMA2T e numero telaio, in un’unica posizione. Il faro rimane ancora con corpo in ferro, e cambia il disegno del copriventola. 28 | I manuali di Officina del vespista
Su tutta questa serie il contachilometri è con scala 120 Km/h e logo Piaggio esagonale.
Dettagli del fanale posteriore In tanti ci chiedono come riconoscere un faro posteriore originale, poiché ne esistono parecchie riproduzioni, ve lo facciamo vedere in tutte le sue parti nascoste.
Fanale SIEM 4546 di questa serie, il catarifrangente, con cornicetta in metallo, è marchiato come già detto su questa serie SIEM 3504 – B 413 – E3 4911 C2, il precedente (faro SIEM 4541), era lo stesso della 125 Nuova fino a parte del 1968, era marchiato SIEM 3660 - IGM 0581 C2 – B.S. 2515 GR2 (vedi pagine precedenti).
Ecco il corpo metallico: presenta un fregio in rilievo. La cornice in metallo del catarifrangente sporge dalla gemma in plastica. Tante riproduzioni hanno il catarifrangente senza cornice e il corpo metallico senza fregio.
Tolta la gemma trasparente ecco come si presenta all’interno, sono presenti due lampadine, una superiore e una in basso, non presente nella foto che illumina la targa.
Il corpo metallico visto da dietro, con il portalampada applicato.
All’interno il corpo metallico è marchiato MADE IN ITALY e SIEM 4546, la sigla appunto del faro in questione.
La gemma trasparente è fissata al corpo metallico tramite 2 viti a taglio, il catarifrangente e fissato con un piccolo bulloncino.
ciale, soprannominata “Coca Cola”, per via del colore marrone metallizzato che ricordava la famosa bibita. Questa versione era equipaggiata da una sella di colore beige chiaro e manopole dello stesso colore ed è stata prodotta solo nel 1974,
’75 e ’76. L’abbinamento del marrone metallizzato con il beige chiaro la facevano essere molto elegante. • Si ringraziano: Roberto Amerini, Luca Coriani di Vespazio, Marco Camuffo
29
Evoluzione
La versione “Coca Cola” prosegue nel 1976, adotta il faro tutto in plastica, e IGM sopra il n° telaio. Questa in foto di Davide Soncini è di marzo di quell’anno.
Atto terzo S
u quella che comunemente è chiamata terza serie della 125 Primavera, ne ho lette e sentite di belle. Innanzitutto precisiamo che l’ET3 non ha sostituito la Primavera, ma che ha continuato la sua strada parallela alla sorella sportiva fino al 1983. All’inizio del 1976 fino al telaio 0140162 trovia-
Di anno in anno arriviamo al 1976, in cui alla normale Primavera si affianca in listino la sportiva ET3. mo ancora il faro posteriore con corpo metallico, dal numero dopo cambierà per uniformarsi a quello adottato dalla nuova nata ET3. Il certificato di omologazione dell’ET3 è datato 17 febbraio 1976, per cui più o meno fissiamo questa data come inizio della terza serie della normale Primavera. All’inizio dell’anno il IGM viene spostato sopra i numeri di telaio, questo prima dell’adozione del nuovo faro tutto in plastica, particolare adottato dalla Piaggio su tutte le scocche Small Frame anche di cilindrate inferiori. Per questo motivo la zona della battuta dello sportellino, è aumentata per accogliere i due codici su due righe. A partire dal telaio 0140506, per cui ben 345 esemplari dopo l’adozione del nuovo faro, furono adottate le nuove leve a pallino grande. La guarnizione del clacson diventa nera e non più grigia chiara. Nel 1978 il blocca sterzo diventa come in tutti i Il fanale tutto in plastica gli conferisce una linea più moderna. Per il resto non differisce rispetto alle versioni precedenti.
30 | I manuali di Officina del vespista
Nel 1976 viene anche introdotto il nuovo colore Blu Marine, questa è una conservata del 1977, e appartiene a Andrea Ruggiero.
Su questo modello è montato un faro marchiato VERALUX FV, fissato con 2 viti a croce.
Davvero ben conservata, manca solo alla sella la maniglia centrale.
L’interno del cassettino meno profondo rispetto alle prime serie, in cui il cassettino arrivava a circa 1 cm dal bordo sotto.
In questa foto si vedono le leve con il pallino grosso.
Su questa serie il contachilometri è con corpo in plastica e innesto del cavo a baionetta. 31
Evoluzione Clacson Bologna, su questa è ancora montata la guarnizione chiara e non nera.
Nessuna modifica al faro anteriore, sempre marchiato Siem
La Vespa in questione ha percorso solo 6.800 km, lo si vede nella foto del contachilometri a pagina 31, per cui è davvero stata poco utilizzata, la pedana ne è una conferma.
Copri ventola con nuovo disegno circolare, e cuffia motore sempre marchiata con logo Piaggio quadrato.
La battuta dello sportellino dove ci sono IGM e n° telaio ha una dimensione maggiore rispetto ai precedenti modelli. La posizione dei numeri motore è la medesima delle versioni precedenti.
Il pedale del freno è ancora a sezione rotonda, il cavalletto ha diametro 20 mm. 32 | I manuali di Officina del vespista
Molto bella questa marmitta a siluro, accessorio che andava molto di moda ai tempi, ricordava la sportiva 90 SS, questa è marca SITO.
Da questa foto si vede l’altezza della corretta posizione della scritta serigrafata PIAGGIO.
La levetta di chiusura del rubinetto del serbatoio è in plastica.
La carcassa della sella in metallo, con molle e gommapiuma.
Visto il poco utilizzo è stato montato un filtro per la miscela in modo da preservare la pulizia del carburatore.
telai Small Frame a forma cilindrica, e sparisce l’aletta parapolvere. Sempre nello stesso anno il contachilometri cambia, non ha più il corpo in metallo ma diventa in plastica, e montato risulta più sporgente dalla sede sul manubrio. Arriviamo al 1979 dal telaio 0192145 il pedale diventa a sezione quadrata e non più tonda come i precedenti modelli. La leva di apertura e chiusura rubinetto serbatoio diventa in plastica. Nel 1976 continua la produzione della serie “Coca Cola” all’inizio anno con faro ancora con corpo metallico, in seguito dopo il dato matricolare citato prima, con il nuovo faro tutto in plastica. Sfatiamo subito un’altra leggenda in cui si sostiene che il marrone metallizzato fosse stato sostituito dal nuovo colore Blu Marine, infatti, erano entrambi in produzione in quell’anno. Pensate che ho trovato una Primavera color Blu 33
segue a pag. 37
Evoluzione Questa è stata la prima colorazione metallizzata uscita nel 1972 e mantenuta fino al 1979. Questa conservata è del 19-5-1978.
Il manubrio in questa serie è molto più piatto, non ha quasi la gobba dell’alloggio del faro.
Questo faro invece è prodotto dalla TRIOM sempre fissato con 2 viti a croce.
34 | I manuali di Officina del vespista
Anche nel 1978 la cuffia aveva ancora il logo quadrato Piaggio.
A maggio 1978 la serratura bloccasterzo era ancora ovale, come testimonia la foto.
Ecco come si presenta l’alloggio del bloccasterzo ovale.
Questo è invece l’alloggio di quello circolare.
Ecco il nuovo blocchetto circolare, entrato in produzione nel corso del 1978.
Un colore bello ma utilizzato solo nel 1978, il Verde Vallombrosa, questa vespa è del 9-8-1978 appunto.
Arriviamo nel 1980 con questa bella Vespa di Simone Broglia, esattamente del 28 marzo, di un bel color Azzurro Metallizzato codice Piaggio PM 5/2.
Questo colore fu adottato negli anni 1980 e ’81, e non è facile trovarne in giro. 35
Evoluzione
Colore molto moderno, immortalato anche su un dÊpliant pubblicitario dell’epoca.
La linea snella ben si sposa con questo colore.
36 | I manuali di Officina del vespista
Contachilometri nuovo piĂš sporgente e con corpo in plastica.
Ecco il contachilometri con corpo in plastica, come si nota, sporge maggiormente dal manubrio.
Ecco a paragone il modello con corpo in metallo che rimane più incassato.
Questo poco conosciuto colore è stato adottato solo negli ultimi 2 anni di produzione, questa Vespa è di Matteo Ghelfi ed è stata immatricolata il 19-2-1982
La Vespa in questione è conservata molto bene.
Marine immatricolata addirittura il 10-12-1975, di un nostro lettore, consegnata oltretutto come tante altre con la sella chiara come la Coca Cola, è probabile che da questo particolare è nata la leggenda che sostituisse il marrone metallizzato, e facesse fuori le scorte di selle rimaste. In verità è più ragionevole pensare, preciso che sia una mia personale considerazione, che in Piaggio volessero testare come l’abbinamento del colore e della sella chiara fosse accolto dal pubblico, considerando che la ET3 era stata lanciata solo color Blu Jeans con sella colore simil tessuto. Anche perché il colore Blu Marine sull’ET3 fu adottato solo a partire dal 1977. La Primavera adotta tanti altri nuovi colori, solo per il 1978 l’elegante Verde Vallombrosa, nel 1980 e ’81 il bellissimo azzurro metallizzato chiaro e solo negli ultimi due anni il Grigio Azzurro metallizzato, colore abbastanza sconosciuto ma 37
Evoluzione
Anche questa Vespa è stata utilizzata poco, le pedane sono praticamente come appena uscite da Pontedera.
Si nota in questa foto il fondo antiruggine adottato, non il grigio 8012M, ma più scuro indicato come RAL 7010.
Particolare del clacson che è un GPM Milano.
Anche questo modello monta faro marca TRIOM, dal 1980 in poi la cuffia motore è marchiata con logo esagonale Piaggio. 38 | I manuali di Officina del vespista
Il faro non subisce cambiamenti è sempre marchiato Siem.
Bloccasterzo con blocchetto circolare senza aletta parapolvere.
Pedale del freno che dal telaio n° 0192145 del 1979 diventa a sezione quadrata.
Ecco, visto da sotto alla pedana, il pedale freno a sezione quadrata.
Trovo molto elegante questo colore, il Grigio Azzurro Metallizzato codice Piaggio PM 5/4 o 7002M.
molto elegante. Bisogna anche segnalare che ai tempi era possibile fare ordini di colori a richiesta, i concessionari raccoglievano gli ordini ed in Piaggio, raggiunti i 50 ordini, chi dice 100, provvedevano a produrli. Pensate che ad un raduno ho trovato una Primavera color Giallo Positano, codice Max Meyer 1.298.2902, corredata del suo foglio originale dell’ordine del colore speciale richiesto alla Piaggio, con tanto di prezzo indicato, se ricordo bene di 100.000 lire. Di questi ordinativi in Piaggio non ci sono tracce,
mi sono stati segnalate Primavera color Amaranto, Sabbia, Giallo Arancio della 180 Rally e persino Nero, colori che però non risultano da nessuna parte. Circola anche la storia che nel ‘69 alcuni concessionari ordinarono a scopo pubblicitario un lotto di Primavera color Verde Mela, codice Max Meyer 1.268.6302, mi è capitato di vedere una Primavera che una volta portata a mano a lamiera aveva tracce di questa colorazione, ma non risultando in Piaggio, il proprietario ha preferito riverniciare con un colore ufficiale. • 39
SOTTO LA LENTE
Appena lanciata la Primavera era disponibile nel solo colore Biancospino, l’unico colore che poi ha seguito tutta la produzione. La Primavera di queste pagine è di Maurizio Malagoli.
Nasce la Sportiva Senza nessuna presentazione ufficiale, nei primi mesi del 1976 arriva sul mercato la nuova 125 Primavera ET3
C
ome riportato nel test di 4 pagine in bianco e nero dalla rivista La Moto n°10 ottobre 1976 “La ET3 provata era in un colore carta da zucchero appena scuro, con sella in tinta e due fregi laterali che cominciano dal parafango anteriore e proseguono sui gusci posteriori”. Più avanti bocciano la sella: “La sella è in skay finto jeans, e questa ci sembra l’unica nota stonata in tutto il modello”. Insomma la recensivano come colorazione non molto indovinata, preferendo il colore classico nero. La scheda omologativa, certificato n° 16467 OM, è datata 17 febbraio 1976. Adotta la scocca, con la DGM
40 | I manuali di Officina del vespista
sopra al numero di telaio, già utilizzata sulla normale Primavera. Fanale posteriore tutto in plastica e adesivi, come sulla 200 Rally, su fiancate e parafango, con scritta “Electronic” sulla pancia sinistra. La ET3 nasce come la versione sportiva della 125 Primavera, dotata di centralina elettronica al posto delle puntine, che non avendo parti in movimento, eliminava il pericolo della messa fuori fase di qualche componente. L’adozione del terzo travaso, già collaudato sulla 125TS, assieme alla nuova marmitta, aumentavano le prestazioni portando la velocità massima a 90 Km/h. Visto il poco peso garantiva buone prestazioni con un consumo basso,
Bellissimo esemplare perfettamente conservato dell’8 agosto 1976, considerando che le ET3 sono state messe in vendita da maggio/giugno, è una tra le prime prodotte.
La scritta serigrafata arancione Piaggio sulla sella che aveva una nuova forma e maggior imbottitura e la targhetta ET3 differenziavano il modello.
Il colore carta da zucchero e il colore della sella diedero a questo modello il soprannome “Jeans“. 41
SOTTO LA LENTE Il numero telaio di questa conservata è molto basso a solo 4 cifre, considerate che la numerazione partiva da 1101. DGM già in posizione sopra al numero di telaio.
Il clacson è della milanese GMP, con griglia orizzontale.
La sella in materiale plastico colore tipo Jeans si tagliava facilmente e per questo motivo fu sostituita da un modello uguale ma color nero e ricoperta da skay più resistente.
anche 35 km a litro con guida tranquilla, per arrivare a 25 km sfruttando al massimo il motore. Inizialmente fu venduta nella sola colorazione Blu Jeans e con la sella in skay finto jeans, con scritta serigrafata Piaggio color arancione, sella che oltre a non essere molto apprezzata, era pure delicata e si strappava facilmente. Per questo motivo, dopo il telaio n° 7735 del 1976, è sostituita con lo stesso modello ma di color nero. Bisogna anche dire che la sella oltre al colore era completamente diversa da quella della normale Primavera, più imbottita e comoda. Nuova anche la marmitta che, ispirata a quella della 90 SS, è più morbida nelle forme, di color nero opaco, e provvista, nella parte terminale, di un dispositivo di bloccaggio a vite che
42 | I manuali di Officina del vespista
Ecco le leve con il pallino medio che equipaggiavano la ET3 fino al 1978.
Il blocchetto della chiave di contatto e il contachilometri con cornice cromata della prima serie.
Le ET3 hanno avuto un solo modello di manopole, quelle nere a righe.
Dati matricolari Numero di esemplari prodotti circa 144.644
Ecco, visto da vicino, il grigio antracite con cui erano verniciati il copriventola, il fodero dell’ammortizzatore anteriore, il biscotto copri mozzo e il supporto porta targa.
permette di sfilare un tubo dallo scarico facilitando così le operazioni di pulizia e disincrostazione. All’interno del bauletto porta oggetti sulla pancia sinistra, protetta da un pezzo di moquette azzurra per preservarla dal calore della marmitta, si trova la centralina dell’accensione elettronica. Sul manubrio troviamo la chiave di contatto, ha i semi manubri con angolazione diversa, la lunghezza totale aumenta leggermente per via di questa angolazione. Leve freno e frizione a pallino medio poi diventate a pallino grande. Copriventola, fodero dell’ammortizzatore anteriore, il biscotto copri mozzo e il sup-
1976 dal 1101 al 8925 1977 dal 8926 al 26810 1978 dal 26811 al 51703 1979 dal 51704 al 76045 1980 dal 76046 al 100260 1981 dal 100261 al 129919 1982 dal 129920 al 144679
In queste due foto si può vedere come il vetro del contachilometri era più sporgente, strumento arricchito da una cornice cromata.
porto porta targa sono verniciati in color grigio scuro quasi nero, riconducibile al codice RAL 7021 grigio/nerastro | ColoriRAL.it. Scritta anteriore Vespa e posteriormente la scritta 125 Primavera è sovrastata dalla sigla ET3 rossa su fondo nero. Ci sono state segnalate diverse colorazioni di ET3 color sabbia, Verde Vallombrosa, AmaLe leve sono con pallino grande e ranto, Viola Metallizzato, il bloccasterzo cilindrico e senza Nero ma per il momento non aletta parapolvere. siamo riusciti a documentare la 43
Dal 1977, venne aggiunto il Blu Marine colore che andò poi a sostituire il colore Blu Jeans, risultato poco apprezzato ai tempi e ora il più ricercato.
Il poco successo e il numero di esemplari fanno sì che il modello più ricercato ora è quello di colore blu jeans, sicuramente tutti gli esemplari 1976, con dubbi sui 1977, non essendoci dati certi matricolari della sospensione di quel colore.
La bella ET3 del 14-7-1981 è di Emanuele Ciapetti, in pratica la seconda versione della fortunata serie.
cosa. Un’altra curiosità è che l’ET3 ha avuto vita più lunga in Giappone, dove l’importatore ha acquistato da Piaggio i fondi di magazzino e continuato a vendere ET3 Vintage fino al 2000. Ma approfondiremo quest’argomento in futuro. Cosi come faremo per la colorazione solo per estero del Verde Metallizzato 6002M. Le ET3 si possono classificare in due serie: Prima serie – E’ dotata di blocca sterzo a forma ovale con aletta parapolvere con scritta Neiman, fino a parte del 1978, cosi come il contachilometri è meno sporgente con cornice cromata. Leve freno e frizione a pallino medio.
44 | I manuali di Officina del vespista
Scheda tecnica Tipo Motore: Monocilindrico 2 Tempi Cilindrata: 121,20 cc Alesaggio e corsa: 55 x 51 mm Potenza: 6,5 cv a 5600 giri/min Velocità massima: 90 Km/h Raffreddamento: Aria forzata Accensione: Elettronica Cambio: 4 velocità Ruote: cerchi scomponibili con pneumatici 3,00 x 10 Peso a secco: 78 Kg SCHEMA COLORAZIONE: Codice colori sistema Max Meyer Blu Jeans - 1.298.7228 1976 e ‘77 Chiaro di Luna Metallizzato -
1.268.108 dal 1977 Blu Marine - 1.298.7275 dal 1977 a fine produzione. Biancospino - 1.298.1715 o PM 9/6 dal 1977 Grigio Metallizzato - codice Piaggio PM 2/1 dal 1980 Rosso – P 2/1 dal 1980 Azzurro Metallizzato – 1.298.7201 o PM 5/2 dal 1982 a fine produzione.
La chiave del blocchetto del contatto sul manubrio, ha dal 1978 l’impugnatura ricoperta in plastica, prima era solo in metallo.
Antiruggine Grigio 8012M, dal 1982 più scuro indicato come RAL 7010 Cerchi, ruote, tamburi, mozzo anteriore, tubo sterzo colore Alluminio MaxMeyer 1,268,0983
La centralina elettronica Ducati e la moquette nel cassettino portaoggetti laterale.
Anche nel 1981 il copriventola era verniciato in color grigio/antracite, notare la cuffia ancora con logo quadrato Piaggio.
Il fodero dell’ammortizzatore e il biscotto anteriore erano grigio/antracite scuro.
Il Blu Marine è uno dei colori più diffusi e apprezzati della ET3
Nel modello è montato l’ultimo contachilometri con corpo in plastica, più sporgente e senza la cornice in plastica.
In tutta la produzione la nuova marmitta rimane invariata.
Seconda serie – Dal 1978 è dotata di blocca sterzo a forma cilindrica, cambiano anche la forma delle chiavi, ora quella del contatto al manubrio è rivestita in plastica nera. Le leve freno e frizione diventano a pallino grande. Dal n° di telaio 52721 il pedale del freno diventa a sezione quadrata come su tutte le Small Frame. Sempre dal 1978 il contachilometri non ha più cornice cromata e sporge maggiormente, ha corpo in plastica e innesto cavo a baionetta. • 45
Restaurata
La più giovane Vi presentiamo la più giovane delle ET3 che abbiamo trovato, ha un telaio con numero bassissimo
Sono tutte sul lato destro le parti in tinta grigioantracite dell’ET3, il colore carta da zucchero e la sella azzurra hanno un bell’abbinamento.
É
un esemplare probabilmente simile a quello targato PI 91297, utilizzato dalle principali riviste del settore ai tempi per le varie prove su strada, vedi Motociclismo o come pubblicato in queste pagine sulla rivista quindicinale Il pilota MOTO n° 11 18 Giugno – 5 Luglio 1976, che dedicò 4 pagine alla nuova ET3. Samuele Teodori ha trovato questa bella Jeans a Ferentino (FR) da un amico di famiglia, e oltretutto proprio per questo l’ha pagata solo 1.400 euro. Si tratta della 125 Primavera ET3 Blue Jeans con numero di telaio a quattro cifre più basso che abbiamo trovato nel nostro censimento ET3 Jeans che stiamo facendo, pensa-
46 | I manuali di Officina del vespista
Censimento ET3 Jeans Stiamo facendo un censimento delle ET3 Jeans, solo colore 7228, ancora in vita, chi volesse censire la propria può inviare via mail a vespista@cigra.it: data immatricolazione ( gg-mese-anno) primi 2 numeri di telaio
te n° 12xx, del 22-7-1976. Samuele l'ha restaurata personalmente, impiegando due anni, fatta l'esclusione della carrozzeria e del motore, per i quali ha preferito affidarsi a esperti del settore, spendendo circa 2.800 segue a pagina 50
La marmitta ha un tubicino che svitando una vite si estraeva per la pulizia. Ai tempi lo si toglieva e si circolava senza per ottenere un sound piĂš accattivante e sportivo.
Dalla parte destra spicca la marmitta color nero, ispirata alla 90 SS. Il modello in questione ha il porta ruota di scorta, che era un optional.
Spessissimo il colore jeans viene erroneamente scambiato con il Blu Marine. 47
Restaurata Rassegna stampa
I
l quindicinale IL PILOTA MOTO n° 11, 18 Giugno – 5 Luglio 1976, pubblicò le impressioni su strada della ET3, riportando il prezzo di Lire 498.000. Prova su strada ambientata a Milano, pubblicata su 4 pagine due a colori e due in bianco e nero, con conclusioni positive su tutti i fronti. Una buffa curiosità, il giornalista augurava nelle conclusioni “… ci auguriamo che i tecnici Piaggio riescano prima o poi, a offrire per 498,000 qualcosa di più nuovo e più funzionale circa i comandi: magari un avviamento elettrico e addirittura, perché no, un cambio automatico o comunque più facile da usare”. E’ molto interessante a mio avviso sfogliare le riviste dell’epoca, si possono notare tanti particolari utili per ricostruire i modelli, in queste pagine si vedono per esempio le chiavi della prima serie con quella del contatto al manubrio senza impugnatura in plastica nera.
Il blocchetto serratura della chiave di contatto posto sopra al contachilometri.
Il numero di telaio molto basso 12xx: una puntualizzazione, la parte del numero doveva essere solo passata con il fondo antiruggine, senza colore, cosa da poco comunque.
Il contachilometri della prima serie della ET3, con ghiera cromata e vetro sporgente.
Ecco il numero del motore e la sua sigla VMB1M 12xx
La cuffia motore ha logo Piaggio quadrato, copriventola colore grigio antracite. Sulla pancia sinistra troviamo le strisce adesive, con la scritta ELECTRONIC, trovate originali da Samuele.
La sella in skay con serigrafata la scritta Piaggio in arancione, sopra la targhetta 125 Primavera, la sigla ET3 in rosso su fondo nero. 49
Restaurata
Il tappo del serbatoio serrato dal pomolo in plastica nera.
Tutte le ET3 hanno adottato il serbatoio senza i 3 fori per la mono sella, per cui se dovete acquistarne uno scartate quelli con i 3 fori. Pur avendo riverniciato la scocca si è mantenuta la targhetta in carta all’interno della scocca.
Cresta parafango lucidata e clacson con fessure
euro tutto compreso, ricambi, carrozzeria e meccanica, esclusa la manodopera, eseguita personalmente. Ci ha raccontato che il ricambio forse più difficile da recuperare, sono state le strisce adesive “Electronic”: infatti, oggi sono replicate, ma non sono uguali alle originali nel carattere. Fortunatamente Samuele è riuscito a trovare le originali, fondo di magazzino, presso la storica concessionaria 50 | I manuali di Officina del vespista
Le strisce sono presenti anche sul parafango anteriore.
Fodero e biscotto coprimozzo in tinta grigio antracite.
I documenti Ecco il libretto e il foglio complementare dell’epoca, poi il certificato di proprietà moderno e l’attestato ASI.
La prima serie della ET3 aveva il bloccasterzo a forma ovale con aletta parapolvere marchiata Neiman.
Piaggio Archilletti di Frosinone. Per quanto riguarda il motore, era funzionante, ma aspirava aria dal paraolio lato volano e aveva bisogno di una revisione generale, per questo è stato affidato, per il restauro, all'officina di Giovanni Mancini di Montevarchi, Arezzo. Il meccanico ha raccontato a Samuele che i primissimi esemplari di ET3, come la sua,
montavano un cilindro diverso da quello della "normale" produzione successiva: infatti, in attesa di aggiornare la catena produttiva, alla Piaggio si aggiungeva "a mano" il terzo travaso su un cilindro della normale Primavera, e anche la crociera del cambio era leggermente diversa. Dopo il restauro, è arrivata la certificazione ASI. • 51
Conservate
Ecco la ET3 di Vittorio, precisiamo che il telaio della sella è originale, la copertura fatta in tela di jeans dal precedente proprietario. Indistruttibile e quando si sporca, si lava in lavatrice.
Come mamma ti ha fatto Le Vespa non restaurate sono un ottimo spunto per controllare i particolari e confrontarli con prodotti magari rifatti ma non originali
P
urtroppo fino a pochi anni fa c’era l’abitudine di sabbiare e restaurare, per cui tantissime Vespa che potevano essere mantenute originali sono tornate come nuove. Ultimamente la tendenza a mantenere le “rughe” di vecchiaia dei nostri amati scooter, sta acquisendo sempre più appassionati. Anche il mercato dei ricambi conservati sta avendo un aumento in questi ultimi anni. Vi proponiamo tre belle ET3, tutte conservate che abbiamo avuto il piacere di visionare. Cominciamo con quella di Vittorio Marchioni, una Blu Jeans 1976 n° telaio 73xx, guardandola nei suoi particolari. •
52 | I manuali di Officina del vespista
Ecco l’interno della scocca perfettamente conservato, con il tagliandino in carta che è la targhetta del controllo qualità della verniciatura a corpo applicata in quella posizione in fase di catena di montaggio all'epoca della sua costruzione.
In Piaggio decisero di sostituire la sella perché il rivestimento di skay tendeva ad usurarsi molto velocemente, ecco l’esempio della copertura originale sopra, usurata, questa Jeans non è di Vittorio, ma di un altro amico collezionista.
La chiave nella prima serie non ha l’impugnatura ricoperta in plastica nera.
Ecco il numero di telaio a quattro cifre, ricordiamo che fino al telaio n° 7735 erano dotate della sella in skay colore azzurro chiaro simile alla jeans.
Sempre nella prima serie troviamo il blocca sterzo a sezione ovale e con aletta para polvere marchiato Neiman. Il codice sulla chiave ai tempi serviva per ordinare in Piaggio la chiave precisa e funzionante sulla serratura.
Osservando le conservate si possono verificare anche le precise misure di applicazione delle strisce laterali, e soprattutto confrontarle con le tante rifatte ma diverse.
Impressionante la conservazione dei carter, e il bel colore del copriventola, che come si può ben vedere non è nero ma grigio scuro antracite.
Sotto, passiamo a quest’altra Jeans, non ho dato nemmeno il tempo all’amico collezionista, che vuole rimanere anonimo, di scaricarla dal carrello, qui era appena arrivata a casa sua.
Il biscotto anteriore con l’esposizione al sole tendeva maggiormente a scolorirsi.
53
Conservate Si tratta di una Jeans del 1977, n° telaio 10xxx, così come è stata ritrovata, e malgrado non fosse ancora neanche lavata, esprime tutta la sua originalità.
Come abbiamo fatto altre volte, vi riproporremo magari in futuro, come diventerà questa bella Vespa, una volta trattata con olio di gomito e Cif.
Le pedane presentano della ruggine superficiale facilmente asportabile: dal segno si immagina ci fosse un tappetino in gomma.
Sullo sportellino come accadeva in passato, per evitarne il furto, è stata applicata al posto della classica levetta, una piccola serratura, accessorio dell’epoca.
Il Blu Marine, codice 7275, è stato introdotto nel 1978 appunto, si dice in sostituzione del Blu Jeans. Come si può vedere la ET3 monta il serbatoio senza i 3 fori, che servivano a montare la mono sella.
Questa Jeans adotta un clacson della marca Bologna del tipo da 6V a corrente alternata con la sua guarnizione chiara con i segni del tempo.
54 | I manuali di Officina del vespista
Questa ET3 conservata del 1978 è stata revisionata da Vespazio di Roteglia (RE), di colore Blu Marine e con soli 10 km.
Il Blu Marine ha avuto un enorme successo e ha seguito questo modello fino alla fine della produzione.
Anche nel 1978 troviamo ancora la cuffia del motore marchiata con logo quadrato Piaggio.
Ecco vista da vicino la chiave del contatto al manubrio senza impugnatura in plastica nera, caratteristica della prima serie. Si intravede anche la leva della frizione a pallino medio.
La conservazione della vernice è davvero eccezionale.
Osservando questa foto notiamo il pedale del freno a sezione ancora tonda, nell’anno successivo, dal numero di telaio 52720, diventerà a sezione quadrata.
Il colore Blu Marine è spesso stato attribuito solo alla ET3, mentre questo colore era già stato testato da Piaggio, come abbiamo detto prima, sulla normale Primavera nel 1976 e 1977.
Nella parte centrale del tunnel si trova in tutte le serie il tappetino in gomma di protezione, come anche su tutte le normali Primavera.
Sotto la lente L’ET3 bianca era destinata al solo mercato estero o no? Abbiamo cercato di chiarire la cosa facendo delle ricerche
Queste
misteriose Visto oggi il Biancospino rende molto piacevole nell’insieme l’ET3, le fasce sulle fiancate azzurre ben si sposano con il colore della scocca.
A
bbiamo scelto il colore Biancospino perché è la più diffusa delle colorazioni che non sono riportate come colori originali dalla Piaggio. Esistono varie versioni dei fatti non ufficiali: una riporta che fosse un colore realizzato per il lancio del modello, sebbene in Piaggio avessero già deciso per un unico colore Blu Jeans. Un’altra che fosse destinato solo al mercato estero, e che alcuni esemplari siano stati venduti sul nostro territorio. L’ultima che fossero degli ordini di colori speciali.
56 | I manuali di Officina del vespista
Ecco la rivista giapponese Vespa Vivace! che pubblica una ET3 Bianca, si riferisce a un modello che fu venduto anche quando l’ET3 finì di essere venduta in Italia. Ma su questo argomento torneremo prossimamente.
Chi spendeva 567.840 lire, franco fabbrica, per l’ET3 contro 505.120 lire, cioè 62.720 lire in più, non voleva che la sua Vespa fosse scambiata per una normale 125 Primavera. Per questo, forse, fu poco venduta in Italia.
Ai tempi però bisogna ricordare che il Biancospino era un colore molto diffuso tra le normali 125 Primavera, per cui magari si differenziava meno la versione sportiva e oltretutto più costosa.
Ai giorni d’oggi, visto anche che di ET3 ce ne sono molte, il Biancospino la rende molto esclusiva ed elegante.
Per correttezza segnaliamo che questa ET3 monta una sella dotata di serratura, che ai tempi era venduta aftermarket come accessorio. 57
Sotto la lente
Essendo una prima serie ha il bloccasterzo ovale con aletta parapolvere.
Nessuna differenza al manubrio e alla strumentazione, la Vespa in questione è una produzione nazionale.
Nero OPACO.
Se si chiedono informazioni on line alla Piaggio, questa è la risposta: “Egregio Sig. XXXXXX, Il contachilometri segna 35022 Km, non male come percorrenza. Come si intravede la Vespa è dotata di porta ruota di scorta, che era un optional a catalogo ufficiale e relativo listino Piaggio
con riferimento al suo messaggio odierno, nel ringraziarLa per averci contattato, teniamo ad informarLa che la Vespa 125 ET3 Primavera con telaio VMB1T * risulta essere stata prodotta nel 1984 per il mercato italiano nelle seguenti tinte originali: "AZZURRO METALLIZZATO" - (Tinta Originale Piaggio n° PM 5/2) - Reperibile in commercio con il marchio Max Meyer n° codice 7002M. "BLEU MARINE" - (Tinta Originale Piaggio n° P 8/9) - Reperibile in commercio con il marchio Max Meyer n° codice: 1.298.7275 "ROSSO" - (Tinta Originale Piaggio n° P 2/1) Il copriventola cilindro, coprimozzo e sospensione anteriore - erano a colore:
58 | I manuali di Officina del vespista
I cerchi ruota, tamburi, mozzo anteriore, tubo sterzo - erano a colore: "ALLUMINIO" - (Tinta Originale Piaggio n° 983) - Reperibile in commercio con il marchio Max Meyer n° codice 1.268.0983. Il colore: BIANCOSPINO - (Tinta Originale Piaggio n° P 9/6) risulta essere stata impiegata in tale anno solo per i modelli ET3 Primavera destinati al mercato estero. Richiamiamo alla Sua cortese attenzione che al fine di fornirLe una risposta attendibile, è necessario che ci comunichi il prefisso (VMB1T) ed il n° di telaio-veicolo. Cordiali saluti. Servizio Clienti Piaggio On-Line” Ovviamente una delle tante risposte, che indica i colori ufficiali, in questo caso del 1980. Ci sono state segnalate diverse colorazioni particolari: Sabbia, Nero, Verde Vallombrosa, Viola Scuro metallizzato e Amaranto. Vi aggiorneremo continuando la ricerca e vi invitiamo a scriverci nel caso abbiate notizie relative a ciò. Ma torniamo all’ET3 messaci a disposizione da Mirko Epifani, immatricolata il 13 – 10 – 1977 con n° telaio 21.900. Questa Vespa non ha nessuna differenza rispetto ad un’altra dello stesso anno, sia di meccanica che di caratteristiche generali. •
L’altra misteriosa Vi proponiamo un’altra Vespa 125 Primavera ET3, sempre dell’anno 1977, sempre nella rara versione di colore Biancospino. Questa Vespa, ci ha detto Luca Coriani di Vespazio, dopo essere stata smontata per il restauro, risultava esse-
re stata inconfutabilmente bianca all'origine, per cui l’ha restaurata professionalmente in modo meticoloso ed accurato di carrozzeria e motore. L’ET3 aveva targa, libretto e foglio complementare originali dell’epoca, che ha mantenuto. E’ stata inoltre iscritta senza problemi al Registro Storico FMI e ha ottenuto la relativa targa metallica. • 59
Sotto la lente
Atto finale La vernice con le sue “rughe” di vecchiaia dei 36 anni di vita.
Siamo arrivati alla fine, è il 1980 e l’ET3 avrà ancora tre anni di vita
T
re sono i colori che accompagnano la ET3 all’ultimo telaio n° 145.744, la 144.644 esima, chissà se è ancora in vita? Il Blu Marine, il Rosso e l’Azzurro Metallizzato PIA 5/4. Quest’ultima serie adotta dal 1982 il fondo antiruggine più scuro indicato come RAL 7010, la vaschetta sotto la sella di plastica, di un colore grigio medio, leggermente più scuro dei precedenti. Come già detto il contachilometri è con corpo tutto in plastica, senza cornice cromata e più sporgente.
Questa foto testimonia che le parti scure sono sempre state grigio scuro antracite.
Sono segnalati esemplari con contachilometri con fondo nero, che erano probabilmente dei fine serie fondi magazzino delle sorelle maggiori large frame, segnalati anche in alcune serie precedenti. Le Vespa di queste pagine ci sono sempre state messe a disposizione da Luca Coriani di Vespazio, che ringraziamo per la collaborazione. Sono una per colore, iniziamo descrivendo la Vespa 60 | I manuali di Officina del vespista
Tutte le sue parti sono perfettamente conservate dal 1981 e mai smontate.
Su questa serie la cuffia ha il marchio Piaggio esagonale.
Le ultime serie della Primavera ed ET3 hanno la dotazione contenuta in un sacchetto in plastica nera con logo Piaggio esagonale bianco.
All’interno del cassettino la moquette color blu e la centralina elettronica.
Il pedale del freno a sezione quadrata caratterizza questo modello dal 1979.
E’ forse il colore più sportivo della ET3, Rosso PIA 2/1, rosso sinonimo di corsa, Ferrari, piste e gare di velocità.
Particolare della cuffia motore che deve essere marchiata con logo Piaggio esagonale.
Sotto la lente
Sono ben coordinate le strisce blu con il rosso della scocca e della scritta ELECTRONIC In questa foto vediamo il DGM della marmitta a siluro della ET3
l cassettino di tutte le ET3 è leggermente più piccolo rispetto alla normale Primavera, per via del collettore della sportiva marmitta.
In questa foto si vede la vaschetta porta oggetti in plastica grigia più scura.
Le strisce adesive sono sempre blu con la scritta ELECTRONIC rossa/arancio 62 | I manuali di Officina del vespista
Anche con questo colore le strisce hanno un bell’accostamento cromatico.
Dove ci sono i numeri di telaio e DGM, che hanno solo il fondo, si vede che il trattamento antiruggine è di colore grigio scuro.
Per finire quella in basso è la leva della 1a serie della normale Primavera a confronto con quella in alto a pallino grande come
A destra, il contachilometri con corpo tutto in plastica ha aggancio del cavo a baionetta.
125 Primavera ET3 anno 1981 nel classico colore Blue Marine, totalmente originale sotto ogni aspetto, mantenuta negli anni senza mai essere stata smontata né riverniciata. La Vespa è un conservato stupendo con bellissima "patina" di vecchiaia con soli 19mila chilometri originali. E’ stata solo tagliandata di motore ed accuratamente pulita e lucidata. Seguono una del 1982 del bel colore Rosso PIA 2/1 e, per ultima, una 1982 Azzurra Metallizzata PIA 5/2. • 63
Tuning anni ‘70/’80
Accessoriatissima Scoppia la moda di chi ha la Primavera o ET3 più personalizzata, adesivi, bauletti, impianti stereo, colori strani e modifiche a go go. Parola d’ordine personalizzare la propria Vespa!
Il Friulano Armando Stabile alla consolle della sua Disco/ET3
Dotata di mixer e un impianto audio davvero potente.
C
ome? La cosa più semplice ed economica era attaccargli adesivi di varia natura: moda, discoteche o decorativi come il famoso Vagabondo, quest’ultimo forse il più attaccato di tutti i tempi. Poi si passava all’estetica con colorazioni delle più sgargianti e metallizzate, di gran moda. Si
64 | I manuali di Officina del vespista
Bellissimi gli accessori ed il colore, notare gli effetti fumo sul parafango anteriore.
aggiungevano poi cupolini, bauletti per lo scudo, kit aerodinamici, portapacchi anteriori e posteriori, paraspruzzi e paraurti cromati. Ma non era finita, la sella normale e nera era
Questa ET3 credo abbia tutti gli accessori possibili esistenti. Parafango anteriore in plastica, si deformava ma ritornava alla forma originale.
Espansioni per tutti i gusti della Sito, emettevano sound da gara.
out, ecco comparire le sportive ma scomodissime Gaman o stracomode Yankee, il bianco era il più gettonato. Kit indicatori direzione che allora erano una novità: spopolavano le moto giapponesi dotate di quest’accessorio, e la sorella maggiore PX si era adeguata. Diffusissimi anche i parafanghi anteriori in plastica, Nonfango era il top, sostituiti agli originali in metallo, facilmente danneggiabili. Poi si passava a elaborare il motore, con gruppi termici realizzati da ditte specializzate come la Pinasco o la Polini, giusto per citarne due. Non mancavano marmitte, dalle simil ET3, gettonatissima la Pinasco bianca, alle espansioni per rendere il sound del motore più “cattivo”. Davanti alle discoteche si potevano ammirare impianti radio montati sulle Vespa con casse
Paramani in plastica ispirati a quelli degli enduro.
applicate allo sportello del bauletto anteriore. Questo fenomeno sta tornando in auge, a Miss Vespa Vintage organizzato dal Vespa Club Roncajette, l’anno scorso ho potuto ammirare il mitico Armando Stabile che con la sua Disco/ ET3 ha intrattenuto i partecipanti, con musica, con tanto di effetti luce e fumi degni della migliore discoteca anni ’80.• 65
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