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Rubrica “Sotto la lente

SOTTO LA LENTE

Rubrica di approfondimento sulle Terre Alte

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Sono appena uscito dal bosco di abete rosso nel salire il sentiero che da Zoppè di Cadore porta ai piani di Rutorto. Giornata autunnale splendida. Davanti a me si erge l’immagine inconfondibile del Pelmo in tutta la sua divina bellezza! Una breve sosta, un sorso d’acqua, qualche riflessione. Penso che, mai forse come durante il periodo di pandemia, in molti di noi si è risvegliato il bisogno di staccare la spina dal quotidiano per ritornare alle montagne e alle sue incommensurabili meraviglie.

Qualcuno ha scritto che andar in natura, in maniera consapevole e coltivando il silenzio, porta di per sé cultura. Se non si va in silenzio, nei contesti naturali, si perde tutto lo spirito profondo di questa esperienza. Il silenzio favorisce la contemplazione, la meditazione, la conoscenza. Solo allora puoi veramente renderti conto di quanto affascinante e travolgente al contempo, sia la natura. La ricerca di questa sensazione è personalissima ed appartiene ad ognuno di noi.

Quale contributo possiamo dare per favorirla? Attorno a questo quesito nasce l’idea di inserire,

a partire da questo numero di Azimut, una piccola rubrica dove stillare in poche pagine approfondimenti di carattere naturalistico,

ambientale, ma non solo. Per cominciare suggerirei piccole monografie su un certo fiore, un albero, un arbusto. Ma non solo.

Ritengo che in questo piccolo palcoscenico possano inserirsi nel tempo contributi di natura diversa uniti insieme dal denominatore comune che sono le Terre Alte.

Per cominciare presentiamo due protagoniste nel panorama multicolore dei fiori alpini che condividono, in linea di massima, lo stesso biotopo: la Campanula di Moretti e il Raponzolo di roccia.

Entrambe si trovano sulle fessure delle rupi calcaree e dolomitiche, su versanti estremamente ripidi ed esposti, dove l’innevamento è di norma breve ma le escursioni termiche in generale sono molto elevate. Appartengono alla famiglia delle Campanulaceae e sono entrambe delle “emicriptofite scapose”, cioè piante perenni che passano la stagione avversa per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie. Su pareti rocciose verticali trovano ancoraggio e nutrimento affossando le radici entro le crepe rocciose. Il loro periodo vegetativo è piuttosto lungo.

Il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo annovera entrambe fra le specie endemiche delle rocce dolomitiche, ovvero specie preglaciali che in questi ambienti hanno trovato habitat adatti per sopravvivere durante le glaciazioni quaternarie.

CAMPANULA DI MORETTI Campanula morettiana - Rchb

Minuscola pianta alpina non più alta di 3-6 cm, ha foglie ovali, seghettate a margine dentellato, tutte pelose e di un colore grigio-verde, foglie alla base e delle rosette lungamente picciolate. Pianta a piccolo fusto con un solo fiore terminale gamopetalo, cioè con i petali uniti assieme a partire dalla base, come in tutte le campanulacee.

La forma del fiore è simile ad un imbuto (infundibuliforme) e panciuto alla base. I fiori sono di norma larghi 3-4 cm e di colore tra il blu e il violetto con componenti azzurre. Le fioriture si possono vedere da

fine giugno a tutto agosto. È una specie endemica delle rupi e di grande bellezza tanto da essere stata scelta come simbolo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il suo areale naturale di diffusione è limitato ad alcune pareti delle Dolomiti e ad alcuni siti prealpini nelle province di Pordenone, Belluno, Trento e Bolzano. È presente nel piano altitudinale subalpino-alpino tra 1500 e 2500 metri.

RAPONZOLO DI ROCCIA Physoplexis comosa - (L.) Schur

Pianta particolarmente conosciuta con fiori che non passano inosservati per la loro forma particolare. Le foglie sono tutte variamente dentate e glauche, cioè tipicamente verde-grigio dovute alla presenza di uno strato di cera diffuso sul verde sottostante, quelle più vicino alla radice sono lungamente picciolate a forma di rene od ovato-cordate, le foglie lungo il fusto sono per lo più ovali od ellittiche, quelle superiori tendenzialmente lanceolate. I fiori, sostenuti da un breve peduncolo, sono piuttosto grandi e ben evidenti. I fiori singoli sono riuniti in numero vario da 8 a 20 in ombrelle simili a capolini globosi e risultano particolarmente attraenti all’occhio attento! Un’altra caratteristica del fiore è il colore lilla pallido alla base panciuta e blu-violetto, alquanto scuro, all’apice. I suoi splendidi fiori si possono

Campanula di Moretti

ammirare dall’inizio di luglio a fine agosto, fino ai primi di settembre.

L’altezza della pianta varia dai 5 ai 10 cm. Anche qui troviamo una corolla gamopetala, panciuta alla base, divisa in cinque lobi saldati che si saldano in alto in un tubo violetto scuro dal quale fuoriesce lo stilo diviso in due stimmi, quest’ultimi costituiscono la parte che riceve il polline durante l’impollinazione. È presente in più piani altimetrici vegetazionali, da quello montano

Raponzolo di roccia

800-1000 metri per arrivare a colonizzare tutto il sub-alpino fino a circa 2000 metri. Alle quote più basse predilige posizioni ombreggiate, mentre a quote superiori si adatta ad esposizioni solatie.

In dialetto il Raponzolo di roccia è anche chiamato: śgrinfe del diaol, còrne del diaul, zate de striga, ciate de giat, forchéte, ràign, rapunzi, mazuchèl.

Testo e foto di Massimo Ghion (ONC)

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