Editorial Magazine: Calatrava Wonders - by Ilaria Vaccari

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CALATRAVA WONDERS


Photographer Alci Alliata

Photographer Ghost Presenter

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Photographer Luca Bravo

Il progetto dell’architetto Santiago Calatrava è l’elemento identificativo della città e la localizzazione strategica ne enfatizza il ruolo di “stazione porta”, fondamentale per il sistema della mobilità regionale, nazionale ed internazionale. Reggio Emilia AV Mediopadana è l’unica linea dell’Alta Velocità fra Milano e Bologna e si trova a circa 4 chilometri dal centro di Reggio Emilia. La nuova struttura ferroviaria, parallela all’autostrada A1, la più frequentata d’Italia, è una delle opere architettoniche più viste d’Europa.

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Reggio Reggio Reggio Reggio Reggio Reggio

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Milano: 45’ Torino: 1 ora e 44’ Bologna: 20’ Firenze: 50’ Roma: 2 ore e 20’ Napoli: 3 ore e 35’



HIGH SPEED SLOW FEELS L’alta velocità in casa Spazio, luce, ordine. Sono cose di cui gli uomini hanno bisogno, come hanno bisogno di pane o di un posto per dormire. (Le Corbusier)

Santiago Calatrava Valls (Valencia, 28 luglio 1951) è un architetto, ingegnere e scultore spagnolo naturalizzato svizzero. È autore di un’architettura fortemente connotata da enfasi strutturale e da un meticoloso dettaglio materico, espressione del movimento delle forze che attraversano le costruzioni, talora cristallizzate in esuberanze formalistiche. Lo stile di Calatrava combina la concezione visuale dell’architettura all’interazione con i principi dell’ingegneria: i suoi lavori spesso sono ispirati alle forme ed alle strutture che si trovano in natura. Calatrava è anche scultore e pittore, e sostiene che l’architettura sia un combinare tutte le arti. Da architetto, si limita il più delle volte a produrre degli schizzi realizzati ad acquarello, sulla base dei quali

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il personale del suo studio sviluppa il progetto. Dopo la laurea, nel 1975, si è iscritto alla Scuola Politecnica Federale di Zurigo per conseguirne una seconda, in Ingegneria Civile. In questi anni Calatrava subisce l’influenza dello svizzero Le Corbusier, la cui cappella Notre Dame du Haut gli permette di esaminare come le forme complesse possano essere generate in architettura. Nel 1981, dopo aver completato la tesi di dottorato Sulla piegabilità delle strutture (Zur Faltbarkeit von Fachwerken), ha iniziato l’attività professionale di architetto ed ingegnere aprendo uno studio a Zurigo. Fra le oper realizzate si annoverano il progetto del Fordham Spire di Chicago, grattacielo la cui costruzione è stata annullata nel 2010, due dei tre ponti che attualmente attraversano il Trinity River di Dallas (Texas), tre viadotti lungo il nuovo asse attrezzato a Reggio Emilia, oltre alla Stazione di Reggio Emilia AV Mediopadana. Sua anche la realizzazione del progetto della World Trade Center Stationw.

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La stazione è una struttura in acciaio che copre la linea AV, le banchine su cui sbarcano i passeggeri e lo spazio delle risalite che conducono al piano terra. La copertura è composta da una successione ripetuta di 13 portali che si alternano generando una successione di 457 onde in movimento. Di notte, l’illuminazione interna sottolinea l’andamento sinuoso presentando la struttura come una lanterna. La copertura delle banchine laterali è in vetro stratificato, installato tra i portali di acciaio distanti tra loro un metro.

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AV Mediopadana La nuova stazione ferroviaria Mediopadana, che rappresenta l’unica fermata in linea dell’Alta Velocità nel tratto Milano - Bologna, sorge a circa 4 Km a nord del centro di Reggio Emilia. Il progetto costituisce un nodo di scambio intermodale con i treni del Servizio Ferroviario Regionale e con il traffico su gomma pubblico e privato. La progettazione della nuova stazione si è sviluppata rispettando i vincoli del viadotto già previsto, del tracciato dei binari della linea ferroviaria AV e della linea ferroviaria locale. Si tratta di una struttura di copertura in portali di acciaio che riveste il viadotto, composta da 13 portali diversi tra loro che si alternano generando una forma che ricorda una successione di onde in movimento. A seconda del fronte, le onde si alternano tra loro in fase o in opposizione di fase, generando un fronte

Quale altro posto, meglio di una stazione, riflette lo spirito di un paese, lo stato d’animo della gente, i suoi problemi? (Tiziano Terzani)

mosso. Il progetto prevede due livelli: quello inferiore, a cui si accede dall’esterno, che ospita i servizi propri della stazione e quello superiore per i binari. La copertura in prossimità delle banchine laterali, volta a proteggere i passeggeri, prevede un tamponamento tra i portali di acciaio, distanti tra loro un metro circa, realizzato mediante pannelli di vetro stratificato. Quattro scale mobili per lato collegano i due livelli. Due ascensori panoramici sono stati predisposti nella zona centrale. L’opera ha una lunghezza di 480 metri, una larghezza massima di 50 metri ed un’altezza media di 20 metri.Nell’area antistante la Stazione viene realizzato un grande parcheggio.

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DA REGGIO A


VALENCIA


La città delle Arti e della Scienza a Valencia, è un complesso unico il cui primo obiettivo è la promulgazione culturale e scientifica, ed è composto da cinque elementi principali: l’Hemisfèric, il cinema IMAX; l’Umbracle, un giardino pubblico; il museo della scienza, un centro scientifico innovativo; l’Oceanografico, l’acquario più grande d’Europa; il Palazzo delle Arti della Regina, che si occupa del programma operistico, e l’Ágora, spazio multifunzionale dell’intero complesso.

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parcheggio) e Agorà, mentre Félix Candela del tetto dell’acquario. Un complesso architettonico unico, realizzato in armonia con l’ambiente mediterraneo circostante.

Lungo un’asse di soli due kilometri, che precedentemente è stata il letto del fiume Turia, il complesso promosso dalla Generalitat Valenciana progettato da Santiago Calatrava e Félix Candela si distingue per un’architettura impressionante e per la capacità di intrattenere e stimolare i visitatori. Questi ultimi, all’interno dei vari edifici possono entarare in contatto con diversi aspetti della scienza, della tecnologia, della natura e dell’arte. Calatrava si è occupato dei progetti per il Palazzo delle arti Regina Sofia (casa dell’Opera), Hemisfèric, Museo della Scienza, Umbracle, (passeggiata e

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CONTROVERSIES Ciò che ha reso famoso l’architetto spagnolo Santiago Calatrava sono il suo stile dinamico e maestoso allo stesso tempo, gli arditi progetti legati all’ingegneria (ponti soprattutto), opere come l’Art Museum di Milwuakee, il James Joyce Bridge di Dublino, la stazione di Alta Velocità e il ponte sull’autostrada a Reggio Emilia. Ma un articolo sullo Herald Tribune, la versione internazionale del New York Times, racconta le polemiche e i problemi riguardo alcune sue costruzioni spagnole, polemiche e problemi che agli italiani sono familiari per via delle questioni intorno al suo ponte pedonale alla stazione di Venezia. A Valencia in Spagna, Calatrava ha costruito –con un budget di 300 milioni di euro – la Ciutat de les Arts i les Ciències (la Città delle Arti

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e delle Scienze), la sua opera più grande realizzata finora. La Comunità Autonoma Valenciana aveva commissionato l’opera nel 1996, sperando che diventasse un simbolo della città in grado di attirare turisti, come il museo Guggenheim progettato dal canadese Frank Gehry a Bilbao. Durante la costruzione, durata 21 anni, il budget iniziale è però triplicato, creando alla Comunità un debito di oltre 700 milioni di euro che non è in grado di pagare. Ignacio Blanco, membro del Parlamento della Comunità Autonoma, ha aperto il sito “Calatrava Te la Clava” (un gioco di parole che può essere tradotto con “Calatrava ti dissangua”) nel quale racconta i retroscena della costruzione del complesso e fornisce dati a riguardo. Nella homepage del sito si legge: «Santiago Calatrava. Progetti rovinosi e fatture senza IVA». Le lamentele non riguardano solo i costi non previsti, ma anche alcuni errori commessi in fase di progettazione, come i 150 posti del Teatro dell’Opera dai quali non si vedrebbe bene il palco e la mancanza di uscite di emergenza e ascensori per i disabili all’interno del Museo della Scienza. Blanco inoltre accusa Calatrava di essersi fatto pagare anche per il tempo passato a rimediare agli errori da lui stesso commessi e denuncia che, a soli sei anni dall’apertura, il teatro dell’opera – soprannominato da alcuni l’Elmetto di Darth Vader, per via della forma – starebbe già mostrando i primi segni di usura. Calatrava si è difeso limitandosi a dire che «è stato un privilegio lavorare a questi progetti, ognuno dei quali è conforme agli standard più elevati». In un’intervista rilasciata alla rivista di architettura Architectural Record ha poi definito le polemiche «una mossa politica dei comunisti» (Blanco fa parte di un partito di sinistra all’opposizione) e ha detto che i costi extra sono serviti a pagare 20 anni di lavori e alcuni interventi non previsti sul terreno di costruzione. Non è la prima volta che Calatrava supera notevolmente il budget iniziale previsto, motivo per cui ha


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cause in corso con alcuni suoi committenti passati. La città di Venezia, per la quale nel 2008 ha costruito il Ponte della Costituzione, che collega piazzale Roma alla stazione di Venezia Santa Lucia, ha chiesto un risarcimento di 3,8 milioni di euro per i costi nettamente superiori a quelli dichiarati durante la gara d’appalto e per le alte spese di riparazione e manutenzione finora sostenute. Anche il proprietario di una cantina da lui costruita nella regione spagnola di Alava, nei Paesi Baschi, ha chiesto due milioni di euro per pagare qualcuno che ricostruisca il tetto, dal quale entra acqua fin dalla costruzione e che l’architetto non sarebbe stato in grado di riparare. L’ultima causa riguarda la città di Oviedo, sempre in Spagna, in cui una sala conferenze da lui progettata ha subito un grave crollo. Anche Haarlemmermeer, una città vicino Amsterdam per cui Calatrava ha disegnato tre ponti, ha minacciato di fargli causa per aver raddoppiato il budget e per i milioni già spesi in manutenzione dalla sua apertura nel 2004. Altre polemiche ancora riguardano la città di Bilbao, dove Calatrava ha progettato un ponte in vetro: la sua superficie è liscia e trasparente, e può essere illuminata dal basso, scelta che ha permesso di eliminare i lampioni e mantenere una linea molto essenziale. Bilbao è però una città molto piovosa, e dall’inaugurazione – avvenuta nel 1997 – 50 persone hanno chiesto un risarcimento alla città per essersi fatte male scivolando sul ponte. Per far fronte a queste spese il Comune (che Calatrava aveva denunciato, perdendo, per la scelta di affiancare alla sua opera un nuovo progetto dell’architetto giapponese Arata Isozaki) due anni fa ha deciso di ricoprire la superficie con un poco estetico tappeto antiscivolo in gomma nera. Il sindaco di ricoprire la superficie con un poco estetico tappeto antiscivolo in gomma nera. Il sindaco Iñaki Azkuna ha detto: «Sappiamo che così perde la sua bellezza, ma non possiamo permetterci di continuare a pagare la gente che si fa male». Sempre a Bilbao, Calatrava ha costruito un aeroporto soprannominato “La Paloma” (che in spagnolo significa “la colomba”) per la sua forma che richiama appunto una colomba che spicca il volo, ma il progetto finale non prevedeva una sala d’attesa per i passeggeri e la città ha dovuto rimediare a proprie spese alla sua assenza. Il più ambizioso progetto di Calatrava, il grattacielo “Spire” a Chicago che avrebbe dovuto raggiungere i 610 metri d’altezza, ha invece avuto altre vicissitudini e il cantiere è stato sospeso per guai finanziari.


FROM VALENCIA TO NEW YORK Un turbine di contestazioni che, per l’architetto originario di Valencia, dunque, non è il primo e non sarà l’ultimo. Nella sua città, dove ha lasciato il segno indelebile con la Ciutat de les Arts i les Ciències, le critiche non accennano a pacarsi. Nell’epoca del gigantismo e della speculazione immobiliare, i governi locali del Partito Popolare gli assegnarono l’incarico di progettare il maxi-complesso culturale nell’area prosciugata dove un tempo scorreva il fiume Turia. Risultato: vent’anni di lavori per un costo di oltre quattro volte il preventivo iniziale. Per non parlare dei difetti di fabbricazione: umidità, infiltrazioni d’acqua, la copertura in ceramica del Palau de les Arts venuta giù pezzo per pezzo (Calatrava si è poi dovuto occupare di pagare la riparazione). Solo l’ultimo spreco è stato in parte evitato: tre grattacieli - uno sarebbe stato il più alto di Spagna - che dovevano completare la Ciutat. Il piano è stato scartato, ma l’architetto ha comunque incassato 15 milioni per il progetto. Ciò che ormai abbiamo capito, perciò,è che il sovrapprezzo è una costante delle opere di Calatrava. L’ultimo caso, è quello del cosiddetto Oculus, l’imponente hub per i trasporti nell’area newyorkese di Ground Zero, all’ombra della fiammante Freedom Tower: quindici anni di lavori e una spesa di 4 miliardi di dollari, il doppio rispetto alle previsioni.

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WORLD TRADE CENTRE TRANSPORTATION HUB


Il World Trade Center è una stazione della PATH, Port Authority di New York e New Jersey. Originariamente inaugurata nel 1903 con il nome di Hudson Terminal, fu poi rimpiazzata da una nuova stazione battezzata come World Trade Center nel 1971. A causa degli attentati dell’11 settembre 2001, la linea è stata distrutta e sostituta con una temporanea. La nuova stazione, denominata ufficialmente World Trade Center Transportation Hub ma riconosciuta sotto l’appellativo di “Oculus”, è stata progettata da Santiago Calatrava, e aperta al pubblico, con circa un anno di ritardo, il 4 marzo 2016. Il ritardo complessivo sul termine dei lavori e il raddoppio dei costi sono stati causati dall’aumento del costo dell’acciaio, dai danni causati dal passaggio degli uragani Katrina e Sandy e dai numerosi cambi in corso d’opera del progetto; il tetto dell’Oculus doveva aprirsi, come quello delle antiche arene, ma l’idea è stata abbandonata; per questioni di sicurezza nel 2005 le nervature d’acciaio sono state raddoppiate, togliendo, tra l’altro, leggerezza al progetto. Infiltrazioni

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d’acqua nel cantiere numero tre, situato nelle vicinanze si sono insinuate in quello che sarebbe diventato il famoso centro commerciale, delle dimensioni di 21 mila metri quadrati. Architettonicamente parlando, la struttura è composta da due grandi ali di acciaio alta circa 50 metri da terra e con una parte interrata situata sotto il 9/11 Memorial e, una volta completato, sarà il terzo più grande centro di trasporto intermodale della città. Si trova tra la torre 2 e la torre 3 del WTC: è stato progettato per connettere i treni Path, 11 linee della metropolitana, le quattro torri del World Trade Center, la piazza del memoriale, la Brookfield Place (ex World Financial Center) e il terminal dei traghetti Battery Park City. L’hub, l’Oculus di Calatrava, rappresenta il fulcro di questa grande e complessa struttura, con una sala centrale con pavimento in marmo bianco, in cui ogni anno sono organizzano eventi, tra cui proiezioni gratuite destinati agli abitanti della cittadina newyorkese.

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PADIGLIONE

QUADRACCI

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Il “Padiglione Quadracci” rappresenta la nuova ala del museo di Milwaukee, città situata nel Wisconsin. L’edificio principale, aperto al pubblico nel 1957, è stato progettato dall’architetto finlandese Eero Saarinen in collaborazione con Maynard Mey, e ampliato poi con una ala disegnata nel 1975 da David Kahler. L’estensione progettata da Calatrava è costata circa 100 milioni di dollari, segando l’aumento della superficie espositiva del 30% ed ospita, oltre ai nuovi spazi espositivi, l’auditorium, il bookshop, la caffetteria, l’ingresso a vetrate ed il collegamento con la struttura principale. L’edificio, prima commissione statunitense per l’architetto spagnolo, comprende anche un ponte pedonale lungo 76 metri, che collega il museo e la sponda del lago al centro della città. Si tratta di una soluzione elegante e leggera ma al tempo stesso funzionale; compongono la struttura 72 nervature metalliche, che possono raggiungere 66 metri di ampiezza durante il giorno, per poi richiudersi su una maglia arcuata nelle ore serali o in caso di cattivo tempo, regolando, così, temperature e illuminazione delle sale sottostanti. Secondo Calatrava, il design del Padiglione Quadracci “risponde alla cultura del lago: le barche, il clima, il senso di movimento e il senso di cambiamento”.

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Lavoratori intenti a riparare il tetto della Città delle arti e della Scienza, costruita da Calatrava a Valencia, Spagna. Diverse opere dell’architetto hanno subito ingenti danni e richiedono un costo di mantenimento altrettanto alto.

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VISIONS FROM THE INSIDE

Photograoher Joel Filipe Photograoher Ana Abad

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photographer Pier Guillaume

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Photographer Piron Guillaume

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CONTROVERSIES A Malmo, in Svezia, il sogno di una cooperativa socialdemocratica di poter veder nascere un complesso di appartamenti popolari d’autore si è trasformato in un incubo per i promotori. Il costo del celebre grattacielo Turning Torso (in copertina) è lievitato al punto da far finire nei guai il capo della cooperativa, processato per truffa. Per Calatrava nessun problema: la torre è stata trasformata in una residenza per milionari. La difficoltà di far coincidere il prezzo finale con il preventivo è ben nota anche a Roma. La Città dello Sport (fantasma) di Tor Vergata, conosciuta anche come le “Vele di Calatrava”, mai completata per i Mondiali di nuoto del 2009, è già costata 200 milioni di euro. Ce ne vorranno almeno altri 400 se si deciderà di proseguire i lavori, nell’eventualità che la capitale ottenga l’organizzazione delle Olimpiadi 2024. A Venezia, i grattacapi

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che da anni affrontano con il Ponte della Costituzione sono del tutto simili a quelli che turbano i sonni dei cittadini di Bilbao: due ponti, uno sul Canal Grande l’altro sul fiume Nervión, che hanno l’infelice caratteristica, per la loro struttura in vetro, di trasformarsi nelle giornate di pioggia o con le gelate invernali in pericolose trappole. I baschi si sono inventati una copertura “salvavita” tipo moquette, «È brutto - spiegò il sindaco di Bilbao, Ibon Areso - ma non potevamo continuare a pagare risarcimenti» (vedi sopra). L’architetto, non gradendo la deturpazione della sua opera, ha fatto causa al Comune di Bilbao, che si è visto costretto a pagare 30.000 euro di risarcimento allo studio Calatrava. Pare che sulla laguna pensino di copiare la soluzione per il ponte conosciuto come Ponte di Calatrava. Il vetro, nonostante sia un vetro speciale “antisdrucciolo”, brevetto Saint Gobain (costo di sostituzione 4500 euro ogni “pedata” che si rompe), quando piove o quando l’aria è umida, circostanza che a Venezia si verifica piuttosto di frequente, si dimostra inadatto alla sua funzione perché scivoloso. Sono oltre cinquemila i risarcimenti chiesti al Comune di Venezia dagli infortunati del Calatrava, nella breve storia del ponte inaugurato nel 2008. Il problema, quando il meteo è

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inclemente, viene da anni tamponato vietando la circolazione sulle fasce laterali del ponte, che sono realizzate in vetro, e concentrando il traffico sulla ristretta zona centrale, pavimentata in trachite. Ma non è facile, perché sul Calatrava passano ogni giorno 20mila persone in media. Lo stesso Calatrava ha riconosciuto il problema e ha suggerito una soluzione: sostituire gli elementi in vetro con elementi in trachite. Ma allora la giunta Cacciari fu costretta a lasciar perdere: i costi del ponte erano già lievitati abbastanza. Oggi la giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo per sostituire la pavimentazione in vetro di alcuni gradini. Al loro posto verrà utilizzata la trachite, già utilizzata per le parti terminali e quella centrale. Il costo totale dell’opera ammonta a 40mila euro e l’intervento è stato concordato con la Sovrintendenza. Una situazione, dunque, alquanto sgradevole, dove bellezza e magnificenza sono costrette ad essere affiancate da accadimenti disdicevoli e sgradevoli. Quello che ci si può augurare è che l’architetto, in quanto ideatore di beni comuni, prenda coscienza delle sue mancanze e cerchi di contrastarle, senza però abbandonare la grazia e la sinuosità che caratterizza le sue opere.


Photographer Nick Grant

Photographer Ari Spada


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Tutto sommato sembra che la cosiddetta architettura spettacolo non sia una scoperta tanto nuova. In secoli passati è giĂ successo che con montagne di cartone si è tentato di ignorare l’insopportabile puzza di cadaveri lasciati per terra dai disastri della storia: disastri in atto, o anche soltanto previsti o annusati in arrivo. ( Ettore Sottsass)

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CREDITS Free University of Bolzano - Bozen Faculty of Design and Art Bachelor in Design and Art - Major in Design WUP 18/19 | 1st semester foundation course Project Modul: Editorial Design Design by: Ilaria Vaccari Magazine | Calatrava Wonders Supervision: Project leader Prof. Antonino Benincasa Project assistants Maximilian Boiger, Gian Marco Favretto Photography: Ana Abad (36), Jordi Aragon (17), Tom Barrett (16), Cristina Bianchetti (10), Luca Bravo (6-7), Joel Filipe (14), Cristina Gottardi (20), Etan Hover (25), Jeff Millies (27), Ellen Oh (24), Rex Pickar (27), Fabio Santiello (18), Willian Susten De Vasconcellos (20), Daniel Van Den Berg (32), Ashley Whitlatch (22), Eugene Zaycev (15) Paper: Hello Silk 150 gr. Munchen Links 300 gr. Satin Translucent 112 gr. Fonts: Futura Printed: Bozen-Bolzano, January 2019 Inside pages – Digital Print | Canon Cover – UV-Serigprahy




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