CAMERA DEI DEPUTATI on. Antonio De Poli
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro della Salute
Premesso che : da ricerche statistiche svolte recentemente da autorevoli istituti specializzati si evince che, frazioni sempre maggiori della popolazione sono a rischio di perdita dell’autosufficienza a causa della concomitante presenza di patologie croniche, quali malattie neurodegenerative (circa il 25% degli ultra80enni è affetto da demenza) e cardiovascolari, spesso associate a problemi muscolo-scheletrici, respiratori e metabolici. Tutto ciò comporta situazioni assai problematiche all’attuale situazione delle famiglie italiane investite da ampi processi di mutamento demografico e socio-economico. Nonostante, si assista alla netta e crescente trasformazione, le famiglie sono ancora le principali responsabili della gestione degli anziani, sia quando se ne fanno carico direttamente, sia quando delegano (parzialmente o totalmente) l’assistenza a personale domestico o “di prossimità” che vive sotto lo stesso tetto, con livelli di professionalità limitati o comunque non formalizzati rispetto alle norme del mercato del lavoro e del sistema d’istruzione italiano. Tale scelta garantisce, come è noto, costi di assistenza contenuti, nonché forme di personalizzazione e continuità del “prendersi cura” socialmente apprezzate. Una delle ultime rilevazioni fatte sul fenomeno del tasso nazionale di non autosufficienza tra gli over 65 è risultato pari al 18,7% nel nostro paese. Ad ogni modo, va detto che in Italia il numero di anziani istituzionalizzati è piuttosto contenuto se comparato a quanti ancora vivono presso il proprio domicilio: per conoscere il numero totale di non autosufficienti agli oltre 2 milioni e 80 mila disabili indicati dalla Multiscopo (ISTAT, 2008), vanno aggiunte le circa 161 mila persone ospiti dei presidi sociosanitari residenziali, ottenendo così una stima approssimativa di poco superiore ai 2 milioni e 240 mila persone. In questo quadro generale e sintetico, ogni regione nel nostro paese si sforza per garantire il miglior servizio assistenziale ai propri residenti in difficoltà. In tutto ciò, proprio le associazioni che operano in questo settore e che svolgendo un ruolo di straordinaria importanza sociale, spesso incontrano ostacoli e impedimenti che rendono complicata la gestione e pianificazione di settore. Un caso difficile è rappresentato oggi in tal senso, dall’Associazione Nazionale Strutture Terza Età della Regione Toscana in quanto:
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Nel 2004 la Regione Toscana approvò la Delibera Regionale 402 del 26 aprile 2004: “azioni per la riqualificazione del processo assistenziale a favore delle persone anziane non autosufficienti in attuazione del P.S.R. 2002-2004 di cui alla delibera C.R.T. n° 60/2002 e rideterminazione della quota capitarla sanitaria nelle R.S.A.”. Vennero istituiti i moduli specialistici per il ricovero di ospiti affetti da particolari patologie: Modulo 1) chiamato anche modulo base dove si ricoverano ospiti stabilizzati. Modulo 2) si ricoverano ospiti che necessitano di riabilitazione motoria Modulo 3) si ricoverano ospiti con gravi disturbi del comportamento Modulo 4) si ricoverano ospiti in stato vegetativo Nella delibera si stabilì che ogni R.S.A. non potesse avere più del 40% dei suoi posti autorizzati come moduli e venne stabilito anche l’ammontare della quota sanitaria per ogni modulo ed il relativo personale di assistenza. Nel mese di luglio 2010 la ASL 10 Firenze convocò le associazioni dei gestori e propose di dimezzare i posti letto nei moduli 3 perché secondo loro c’era stato un abuso nell’utilizzo di tali moduli ed in particolare del modulo 3. Venne sottolineato da molti che tutti gli ospitati nei moduli furono sempre valutati dalle Commissioni di vigilanza e dai geriatri della Unità di Valutazione Multidisciplinare ( UVM) della ASL 10 Firenze. Durante alcuni incontri svoltisi nel luglio e agosto 2010 la ASL 10 Firenze affermò che avrebbe provveduto a mandare geriatri ospedalieri della ASL 10 Firenze per valutare ogni ospite dei Moduli 3. Successivamente, la ASL 10 di Firenze precisò che le verifiche effettuate nell’anno 2010 furono predisposte a scopo di “studio epistemologico” per valutare quanti ospiti avevano le caratteristiche cliniche per essere assistiti nei moduli. In seguito a tutto ciò, sono stati effettuati controlli in 2 RSA e dopo alcuni giorni tali strutture hanno ricevuto risposta in cui si affermava che solo un ospite per struttura aveva le caratteristiche per rimanere nel modulo 3 in quanto gli altri erano ospitati nel modulo da più di 90 giorni ( secondo loro termine massimo di ricovero nel modulo) o erano pazienti psichiatrici che pur avendo gravi disturbi del comportamento, per la loro patologia non potevano essere ospiti del modulo 3. Le associazioni dei gestori di RSA ed in particolare Anaste si sono opposte con forza a tali decisioni della ASL 10 Firenze e hanno nel dicembre 2010 sottoscritto un accordo per l’anno 2010 e che per l’anno 2011 prevedeva una nuova valutazione della ASL 10 Firenze degli ospiti dei moduli 3 da effettuarsi entro il 28 febbraio 2011. Va precisato che nel dicembre 2010, prima della firma dell’accordo, la Regione Toscana aveva definito che il termine dei 90 giorni massimi di permanenza nel modulo 3 non era presente nella normativa regionale, ma doveva essere tenuto conto del Piano Assistenziale Individualizzato di ogni ospite al fine di decidere la ulteriore permanenza nel modulo 3. La regione Toscana precisava inoltre che gli ospiti psichiatrici potevano essere ospitati nel modulo, purché avessero gravi disturbi del comportamento. La ASL 10 Firenze non ha rispettato l’accordo del dicembre 2010 e non ha svolto entro il 28 febbraio 2011 le nuove valutazioni, ma ha presentato alle associazioni dei gestori di RSA una proposta a luglio 2011 che prevedeva la riduzione del 50% dei posti nei moduli 3 con conseguente riduzione del fatturato del 50%, la rinuncia all’incremento ISTAT per gli anni 2011 e 2012. Anaste e Aret-ASP non hanno sottoscritto tale accordo, stupendosi di come possano rinunciare a tutto ciò le RSA che hanno firmato tale accordo visto che le attuali condizioni mettono economicamente in difficoltà le strutture in particolare quelle piccole – numerose in Toscana – dove la quantità dei posti letto per RSA non supera le 80 unità.
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Nel mese di settembre 2011 le RSA associate all’Anaste sono state verificate nuovamente dai geriatri delle ASL 10. Sono stati convocati dalla ASL 10 di Firenze il giorno 06 ottobre 2011ed è stato loro comunicato verbalmente (alla presenza di 7 rappresentanti delle RSA associate all’Anaste 8 680 p.l.) che solo il 7% degli ospiti (valore medio) dei moduli specialistici rispettavano i nuovi criteri di valutazione predisposti dai geriatri della ASL 10 (diversi da quelli previsti dalla Delibera Regionale 402/2004) a loro sconosciuti, e pertanto suggerivano loro nuovamente di accettare l’accordo al 50% dei posti così come gli era stato presentato a luglio 2011. Anaste, Aret-ASP e AIMA insieme ai sindacati promettono che continueranno a difendere gli interessi delle aziende associate e dei cittadini che hanno diritto alla migliore assistenza possibile. Si chiede: In che modo il ministero competente intende risolvere questa spinosa questione tra le associazioni che curano gli interessi dei cittadini non autosufficienti toscani e la ASL 10 Firenze.
on. Antonio De Poli
Roma, 02 novembre 2011