ETTORE IPPOLITO ESTRATTO BIOGRAFIA
1
2
ETTORE CONSALVO LEONIDA IPPOLITO
Ettore è nato a Barrafranca in provincia di Enna il 4 febbraio 1907 dal dottor Angelo Ippolito (1871/1960) e da Maria Teresa Paternò (1881/1922). Quarto di sei figli
3
Motivazione per l’intestazione di una via di Barrafranca al padre di Ettore, Dottor Angelo. Dott. Angelo Ippolito (Barrafranca 15 gennaio 1871 -28 ottobre 1960) Medico condotto e letterato. Laureatosi in medicina e chirurgia giovanissimo, esercitò la professione in paese anche come medico condotto. Sereno e sorridente, era aperto verso tutti e specie verso i poveri che assisteva con umana comprensione e spessissimo senza compenso, anche se non iscritti nell’elenco dei poveri. Molto bravo in ginecologia e pediatria non si risparmiava di assistere gestanti e puerpere in casi difficili che egli quasi sempre risolveva felicemente, ricevendo stima e riconoscenza, se si tiene presente che in quegli anni le nascite avvenivano in casa, con le partorienti esposte a molti e gravi rischi, per le condizioni igienico-sanitarie delle famiglie e del paese in generale. Le due epidemie: la “spagnola” del 1918-1919 e quella di “meningite cerebro-spinale” del 1929, che tormentarono Barrafranca e minacciarono tanto gravemente la salute dei suoi abitanti colpendo a morte alcune centinaia di essi, avevano visto, durante la Spagnola, il dottor Angelo Ippolito in prima linea, solo in mezzo alla bufera, essendo gli altri medici stati colpiti dal morbo, mentre durante l’infierire della “meningite” era stato invece l’anima del lazzaretto e della tendopoli nel “Piano delle tende” e in contrada “Grazia”, 4
dimostrando eccezionale spirito di abnegazione, scrupolo e capacità professionale, e quanto nobile e generoso fosse il suo slancio nel portare, di notte e di giorno, infaticabilmente, le cure agli ammalati con parole di augurio e di speranza, sfidando serenamente il gravissimo pericolo del contagio. Coltissimo e con spiccato interesse sia per la medicina che per l’arte e la letteratura, fu sempre primo in opere di bene e di carità cristiana in tempi di grande miseria, al servizio del suo amato paese. Visse ultranovantenne con grande prestigio, stimato da tutti e profondamente rimpianto alla sua morte dal popolo, che affettuosamente lo chiamava: u dutturi don Angiuliddu.
5
La vita di Ettore Ippolito è legata all’Esercito italiano
Stato di servizio di Ettore Ippolito 1927/1933
Licenza istituto Nautico sezione capitani Chiamato alle armi
1927 Caltanissetta
28/04/1928
Scuola allievi sottoufficiali artiglieria, campagna con la ferma di anni 2. 8° Reggimento artiglieria pesante campale
Modena
03/05/1928
Caporale
Modena
01/10/1928
Caporalmaggiore
Modena
01/11/1928
Sergente
Modena
01/03/1929
2° reggimento artiglieria
Bologna
07/04/1929
Reale accademia fanteria a cavallo corso speciale di studio per nomina ad ufficiale in SPE
Modena
14/10/1931
Ammesso alla carriera continuativa
Modena
06/05/1933
Sottotenente servizio permanente effettivo artiglieria presso scuola di applicazione artiglieria e genio per corso professionale
Torino
28/10/1933
6
13 giugno 1928 Modena
15 giugno 1928 Modena 1 a compagnia 8° Reggimento artiglieria pesante campale" (Ettore Ippolito indicato con la crocetta)
7
1928 Sestola campo estivo
9 ottobre 1932 Modena
8
1934/1939 9° reggimento artiglieria da campagna
Bolzano
9° reggimento artiglieria da campagna
Silandro
24/06/193401/02/1939 02/02/193913/08/1939
Il 9° reggimento artiglieria da campagna era parte della'11a Divisione di fanteria del Brennero che fu costituita nel 1934 per trasformazione della 11 a Divisione Militare Territoriale di Bolzano che inquadrava l'XI Brigata di fanteria (reggimenti 231° e 232° "Avellino" e 18° "Acqui"). Nel 1939 con l'ordinamento Pariani (le divisione "binarie") venne sciolto il livello brigata e la Divisione di fanteria Brennero (11a) rimase formata da 231° e 232°reggimento fanteria "Avellino" e 9°reggimento artiglieria per divisione di fanteria.
9
Matrimonio con Beatrice Cannella
Beatrice (Bice) mori nel 1938 di peritonite. Le ceneri sono custodite nella tomba di famiglia a Barrafranca 10
Torino, 04/07/1934
Bolzano primavera 1938 con il lutto al braccio per la perdita di Bice
11
1939/1940
30° reggimento artiglieria
Brescia
30° reggimento artiglieria
Boves-San Dalmazzo
Ricovero ospedale di Brescia e seguenti licenze convalescenza
Brescia
14/08/193911/06/1940 11/06/194025/08/1940 28/09/194023/12/1940
30° Reggimento artiglieria inquadrato nella divisione Lupi di Toscana 1940 - Il 10 giugno, la Divisione fu dislocata in Piemonte nella zona di BovesBorgo San Dalmazzo e durante le operazioni di guerra contro la Francia venne impiegata quale grande unità di riserva a disposizione della 1a Armata.
12
Matrimonio con Ingrid Riedlein
Fiume
25/11/1940
13
25 novembre 1940 Fiume
14
1940/1942
30° reggimento artiglieria
Albania/Grecia
30° reggimento artiglieria
Bergamo
30° reggimento artiglieria
Calabria
28/12/194021/10/1941 21/10/194124/02/1942 24/02/194202/05/1942
Campagna di Albania/Grecia
1940. Nell'ultima decade di dicembre ricevette ordine di trasferimento in Albania e si dislocò nella zona di Berat, tra Mali Perpanit e Mali Zithomit, a sbarramento della rotabile del Klisura e della Valle dell'Osum. 1941 (I numeri tra parentesi si riferiscono alle posizioni nella cartina qui di seguito) Il 7 gennaio, la Divisione 15
operò nella zona di Berati e l'8 gennaio le sue unità vennero impegnate in una dura azione di attacco contro le posizioni di Mali Taronine (1).
L'azione venne violentemente ostacolata da contrattacchi portati da Mali Corap (2) e Mali Tabajani (3), ma al termine di essa, il 12, le due cime di Corap (2) e Tabajani (3) rimasero nelle mani della divisione. Il 15 il nemico ritornò al contrattacco a Ciuca e Sotirit e a Mali Tabajani e il 16 a Ciuca Fecit. La lotta che si svolse sui tormentati Mali fu estremamente accanita e violenta e al termine di essa il nemico riuscì a rioccupare le posizioni e a costringere le unità della divisione a ripiegare tra Conca di Caizza (4), Costoni di Dras, Caiss, Ciuca e Sotirit. Ma la pressione nemica non diminuì nei giorni successivi e il 17, verso Conca di Caizza (4), un intero reggimento fu accerchiato e annientato, mentre nei giorni 18, 19, 20 e 21 gli altri reparti vennero sopraffatti nella restante zona del settore e ripiegarono verso Ciaf e Bubesit (5). I resti della divisione, che subì forti perdite negli aspri Combattimenti durati senza posa dall'8 al 21 gennaio, riuscirono il 26 a rompere il contatto con il nemico e a portarsi nelle retrovie a Karbunara (6). Riordinata, la divisione rientrò in linea il 2 marzo. Dal 13 marzo fu alle dipendenze del XXV Corpo d'Armata, con il compito di difendere il fondo Valle Vojussa (7) a protezione del ponte di Dragoti. Dal 19 al 26 insistenti tentativi nemici di aprirsi un varco per raggiungere Tepeleni (8) e quindi Valona impegnarono le unità della divisione in duri e violenti 16
combattimenti difensivi sia lungo la Valle Vojussa (7) e la stretta di Dragoti, sia sulle tormentate cime del Colico (9) e dello Scindeli, ma gli attacchi furono tutti respinti. Esaurita la spinta offensiva nemica fu la divisione che passò al contrattacco e ottenne apprezzabili risultati migliorandoe le posizioni specie in fondo a Val Vojussa (7) e sulle cime del Colico. Il 13 aprile la Divisione Lupi di Toscana partecipò all'offensiva finale conquistando, dopo accaniti combattimenti, le località di Mezgorani (10) e Pesclani e tutte le cime del Trebesdnes. Il giorno seguente, oltrepassato anche Ponte Klisura, si spinge in avanti verso Sopiku (11) e il 21 si attestò sul confine greco-albanese. Il 22 aprile proseguì per Panaja e il 24 risultò dislocata a Delvinahakion (12)-Kerasovon (13) in territorio greco.
Monumento ai Lupi di Toscana a Ponte Klisura Il monumento eretto lungo la Vojussa, in Albania, in memoria “dei morti e dei vivi” del Reggimento Lupi di Toscana. Il luogo è fra Dragoti e Klisura e fra le alture del Beshishtit e il Goliko. L’iscrizione sulla parte superiore riporta: “compiuto l’olocausto di Mali Tabaiani, qui strenuamente durammo, in Val Zagorias marciammo alla vittoria”.
17
Cartina fronte greco-albanese 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13.
18
Mali Taronine Mali Corap Mali Tabajani Conca di Caizza Bubesit Karbunara Valle Vojussa Tepeleni Colico Mezgorani Sopiku Delvinahakion Kerasovon
Ultimate le operazioni di guerra la divisione rientrò in patria nell’ ottobre del 1941 e si dislocò nella sede di pace tra Brescia e Bergamo. Nel febbraio 1942, la Grande Unità ricevette ordine di trasferimento in Calabria, tra Cosenza, Catanzaro, Nicastro e Reggio, alle dipendenze del XXXI Corpo d'Armata e impiegata quale grande unità di manovra nella difesa della fascia di copertura costiera calabra.
Fronte greco primavera 1941 (Ettore Ippolito è in mezzo in piedi con la barba)
19
28° reggimento artiglieria divisione Livorno. Comandante 3a batteria 75/18
Tenente Ettore Ippolito 78° reggimento Lupi di Toscana fronte greco-albanese 1941
20
Sicilia
03/05/1942 31/12/1942
Il figlio caporal maggiore Antonio Ippolito 78° reggimento Lupi di Toscana Caserma Gonzaga Scandicci Firenze 1970
1942 in licenza a Fiume per la nascita di Luigi 24 giugno 1942
E salutare la moglie Ingrid
21
1943 28° reggimento artiglieria divisione Livorno Comandante II° gruppo 75/18
28° reggimento artiglieria divisione Livorno Comandante II° gruppo 75/18
Sicilia
01/01/1943 1/08/1943
Cuneo
01/09/1943 08/9/1943
28° Reggimento artiglieria inquadrato nella divisione Livorno Campagna di Sicilia (I numeri tra parentesi si riferiscono alle posizioni nella cartina che segue) Nel mese di giugno 1942 fu previsto l'impiego della Divisione Livorno nell'operazione per l'attacco all'isola di Malta (operazione C3). Per mutate esigenze operative venne destinata in Tunisia, ma durante il trasferimento verso quest'ultima area venne dirottata per la Sicilia, a causa dello sviluppo non favorevole delle operazioni in Africa. Lo schieramento iniziale in Sicilia è tra Caltanissetta (1), San Cataldo (2), Aragona (3), Raffadali (4), Serra di Falco (5), a disposizione della 6a Armata con il compito di grande unità di manovra. 1943 10 luglio La battaglia di Gela (6). Giorni di forsennati combattimenti che videro le esigue forze dell’Asse arrivare quasi a toccare con mano la vittoria e innumerevoli atti di valore compiuti da italiani e tedeschi. Solo lo strapotere di fuoco degli Alleati, dovuto all’indiscusso dominio dell’aria e di quello che solo pochi anni prima era stato il Mare Nostrum, rese possibile agli statunitensi, che stavano già quasi per reimbarcarsi, respingere l’attacco italotedesco e consolidare la testa di sbarco a premessa dell’intera occupazione della Sicilia. Non mancò il valore, non mancò la fortuna, mancarono i mezzi. Il giorno dello sbarco alleato nell'isola, la divisione Livorno era dislocata tra Caltanissetta (1) e Butera (7). Il 10 luglio alcune sue unità partirono dalle posizioni di Monte San Nicola e Monte del Falcone (8) contrattaccarono il nemico che aveva costituito una testa di sbarco ad ovest di Gela (6). L'11, nonostante gli intensi bombardamenti aerei e navali nemici e la forte reazione delle forze nemiche sbarcate, le unità della divisione Livorno raggiunsero la periferia di Gela (6) e si schierarono a qualche centinaio di metri dal mare. Ma altre forze nemiche provenienti da Licata (9) attaccarono il fianco destro della divisione, ne arrestarono l'impeto e la obbligarono a fronteggiare da sola la minaccia su un ampio fronte sud e ovest. L'aspra lotta sottopose a gravi perdite le unità della divisione che nel pomeriggio ripiegarono sulle basi di partenza. Il nemico il 12 22
puntò con unità corazzate verso Agrigento (10)-Canicattì (11), tentando di aggirare per Ravanusa (12) e Riesi (13) la destra della divisione Livorno, ma questa riuscì a sfuggire alla manovra ripiegando su Piazza Armerina (14)-San Michele di Gazzaria (15). Il 15, attaccata da forze motocorazzate preponderanti ripiegò fra Valguarnera (16) e Raddusa (17). Il 18 Raddusa venne occupata dopo tenace lotta e la divisione si attestò lungo il torrente Simeto, da Ponte Primosole (18) alla foce. Il 22, robuste unità britanniche attaccarono fra Leonforte (19) e la foce del Simeto (20), ma la Divisione Livorno riuscì ancora ad arrestarne lo slancio. Successivi avvenimenti sfavorevoli che si verificarono in altri settori del fronte, costrinsero le unità della divisione a ripiegare. Duri combattimenti vennero sostenuti per una profondità di circa 100 km nel corso del ripiegamento attraverso Bivio Gigliotto (21) dove il 15 luglio Ettore Ippolito al comando del suo gruppo si ritrovò coinvolto nei combattimenti, guadagnandosi una promozione per merito di guerra. I combattimenti si svolsero a Portella Grado 19 luglio, Agira (22) 28 luglio, Regalbuto (23) 29 luglio con le unità sempre più esigue per le gravi perdite subite. Il 30 luglio i resti della divisione vennero inviati nella zona di Castroreale (24) per essere
Bivio Gigliotto oggi
23
riordinati, ma stante l'impossibilitĂ dei rifornimenti di qualsiasi genere, venne tenuta in seconda schiera e nei primi di agosto spostata a Messina.
Cartina operazioni in Sicilia
24
M O TI V AZI O N E O RI GI N AL E DI M ED A GL I A D ’ O RO PRO PO S TA P E R L O STENDARDO DEL 28° REGGIMENTO ARTIGLIERIA. DECLASSATA IN MEDAGLIA D’ARGENTO AL VA L O R M I L I T A RE P RO PO S T A D AL CO M AN D AN T E GEN ER AL E DI CO RPO D ’ ARM A TA D O M EN I CO CH I RI EL EI S O N :
25
«Fedele al motto divisionale «tenacia e valore» sosteneva con epica bravura le fanterie della Divisione che, lanciate al contrattacco di munitissima testa di sbarco, consolidata con dovizia di mezzi, in 24 ore di febbrile organizzazione, riuscivano a rompere il poderoso cerchio di ferro e di fuoco che attorniava Gela, con irresistibile azione che sg ominava l'av versario, l'obbliga va a chiedere il fatidi co S.O.S. e a predisporre il reimbarco. Controbattuto da potenti artiglierie navali, aggredito, mitragliato, spezzonato da incontrastate intere squadriglie di aviazione, che si susse guiv ano a ca tena e a bass a quota, si dimostr ava gr aniti ca e pot en te unità di guerra, di leggendario ardimento. Successivamente, per circa 20 giorni, in un difficile ripiegamento per una profondità di 100 Km Dava alle fanterie della Divi sione il più generoso appoggio, nel contrastare passo per passo il procedere dell’'avversario, già forte di 8 divisioni, costituendo insormontabile barriera, spezzando l'impeto dell'attaccante e facendo brillare di vivida luce le virtù guerriere della nostra stirpe. Bloccato dall'incendio del bosco, in località Bivio Gigliotto e raggiunto dal nemico, trasformava gli artiglieri in fanti e con bombe a mano e baionette, saldamente impugnate, riusciva a ritirare i pezzi ancora efficienti che potevano così continuare il fuoco, fino al limite delle loro possibilità. Sempre pronto ad ogni ardimento e in nobile gara di sacrificio coi ferrei battaglioni della Divisione, non conobbe limiti al dovere, ebbe uno ad uno smontati 42 pezzi su 48 e diede largo tributo di sangue dimostrandosi degno delle grandi tradizioni dell'Artiglieria Italiana». Sicilia (Gela - Bivio Gigliotto - Portella Grado - Solfare Campana - Agira - Regalbuto): 11 - 29 luglio 1943.
LA RITIRATA CON IL TRAGHETTAMENTO IN CALABRIA
26
In uno scenario soprannaturale, che può soltanto trovare ri scontro nell'Inferno Dantesco, i superstiti della Divisione «LIVORNO» che per vent i giorn i avev ano fa tto s cud o a l nem ico, e f f ettua ron o da l 12 al 15 agosto con amarezza, ma in perfetto ordine, il passaggio dello Stretto, servendosi della nave traghetto «Villa San Giovanni» immobilizzata il 13 agosto dal nemico, e facendo successivamente uso delle motozattere. Ultimo a partire fu il Capitano Scimè, assieme al collega Capitano Ippolito, del 28° artiglieria , che era riuscit o a fa r car icar e sulla nav e traghe tto «Ca ridd i» una ba tte r ia da 75/18 (quanto era rimasto del suo Gruppo), alcuni obici da 149/13 e qualche pezzo di altra Divisione. Purtroppo il «Cariddì » non riuscì ad essere rimorchiato al di fuori del porto, e dovette essere affondato sul posto, rendendo così vana l'azione dell'impavido Capitano. All’in iz io d i set tem bre l a Div is ione « L IVORN O» r ient rat a da lla Cala br ia in Piemon te ai Centri di mobilitazione dei rispettivi corpi e reparti, ridotta a circa 4.200 uomini dagli iniziali 13.000 non subì le conseguenze dell'8 settembre dat o ch e, per ordine del suo Comandante, i militari di ogni grado erano stati inviati in licenza di 15 giorni dal 9 settembre in attesa che giungessero da Roma gli ordini per la ricostituzione della Divisione. I militari stessi diedero pertanto in gran parte vita alle forma zioni partigiane del Cuneense, mentre la Divisione aveva chiuso in bel lezza la sua gloriosa esistenza avendo “dato prova di essere degna per compagine, saldezza, eroismo, delle più gloriose tradizioni dell'Esercito Italiano” secondo quanto ebbe a dichiarare il Generale di corpo d’Armata Guzzoni nel proporre le sue Bandiere per la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
1943/1945 GUERRA PARTIGIANA
27
Ettore, sottrattosi dopo l'8 settembre 1943 alla cattura in territorio metropolitano occupato, si ricongiunse ad un comando italiano. Iscritto alle formazioni autonome "R", bande Val di Pesio, dal 1 ottobre 1943 ha preso parte ad azioni di guerra in località Val Pesio in aprile 1944 e in Val Corsaglia da settembre a novembre 1944
Comandante brigata Val Corsaglia della IIIa Divisione Alpi Comandante brigata Odino-San Giorgio partecipa alla liberazione di Genova 23/26 aprile 1945
Cuneense
01/10/1943 30/11/1944
Frabosa sottana (CN)
01/12/1944 30/01/1945
Genova
01/02/1945 30/04/1945
Nota di Aldo Sacchetti in data 30/12/2015 ETTORE IPPOLITO Nel luglio del 1943 il Cap. Ettore Ippolito ed il collega Cap. Gigi Scimè Ufficiali di Artiglieria, dovevano difendere le coste meridionali della Sicilia da un eventuale sbarco Alleato. Malgrado l’eroica difesa il reparto italiano dovette soccombere allo strapotere della flotta inglese e solo grazie all'intervento della divisione corazzata tedesca che, rallentò l’avanzata degli anglo-americani, nella piana di Catania. Ettore con il collega Scimè riuscirono a sganciarsi illesi con gran parte della truppa e raggiungere il continente. Evitarono, con mille difficoltà, la deportazione in Germania ed il coatto arruolamento nel nascente esercito della Repubblica di Salò, e raggiunsero la Provincia di Cuneo, dove presero contatto (ne ignoro le circostanze) con il Cap. Cosa già affermato Comandante delle Formazioni Partigiane Autonome del Monregalese. A Gigi venne affidato il Comando della Valle Ellero, la Val Corsaglia ad Ettore che interpretò il nuovo ruolo di combattente “clandestino” con grande perizia e coraggio, come dimostrò quando interruppe il traffico ferroviario germanico verso la Liguria facendo saltare il ponte sul fiume Pesio ed il 30 settembre quando respinse l’attacco tedesco a sorpresa al posto di blocco di Frabosa Sottana 28
costringendo il nemico ad una precipitosa fuga. Nel periodo ’43- ’45 i contatti miei con Scimè e Ippolito furono frequenti ed improntati da stima e sincera amicizia, ma dopo la Liberazione mentre i miei contatti con Scimè continuarono, persi di vista Ettore che probabilmente per il suo carattere schivo preferì allontanarsi dalle zone che lo videro protagonista nella Resistenza. Un'altra dote che ho molto apprezzato in Ettore è stata la capacità di sdrammatizzare momenti difficili con la sua brillante loquacità. Al caro indimenticabile amico Ettore, il comportamento da gentiluomo ed il gradevole umorismo gli valsero la possibilità di frequentare riservati ambienti privati per volere delle padrone di casa ansiose di ricreare i rimpianti intrattenimenti ante guerra con le partite di bridge ed il vero caffè. Durante una missione a Genova, i suoi modi distinti di gentiluomo non lasciarono indifferente la moglie del temuto Federale che lo volle ospite ad un rinfresco pomeridiano con le amiche molto ciarliere dalle quali Ettore apprese preziose informazioni per il nostro SERVIZIO X reparto di intelligence nel quale ricopriva la carica di ispettore con lo pseudonimo “Pippo”.
Alcuni brani tratti dal libro “Un romano tra i ribelli” di Aldo Sacchetti Pag.113
09.05.1944
Tramite Maria prendo contatti con le sorelle Dutto di Benevagienna che gestiscono un negozio di dolciumi sotto i portici. Proprio a Benevagienna conosco Ettore Ippolito, amico e compagno di armi di Gigi, che presto si arruolerà con noi. E il classico ufficiale effettivo d’altri tempi, con un’inaspettata carica di simpatia. Mi presenta al bel mondo locale e per me ci scappa pure qualche parentesi... mondana! Pag.115 Genova I colloqui con Dino Giacosa sono interminabili: ne abbiamo di cose da dirci! Ha programmato, con Cosa, un viaggio a Genova dove dovrebbe raggiungerlo insieme a Gigi Scimè e ad Ettore Ippolito. A Genova vuole riagganciare gli amici del “M.U.R.l.” mentre Cosa deve riprendere le fila dell’organizzazione “Otto”, per i lanci. Pag.118 Maggio 44. La nostra agenda è fitta di appuntamenti, ma qualcuno salta e si aprono spazi di tempo libero. Facciamo molta anticamera per contattare Balestrero; c’è aria di maretta tra la Resistenza genovese. Dino , per sicurezza si è un po’ appartato. Riusciamo ad agganciare Ettore, sistemato in un lussuoso appartamento in Genova alta, ospite di una stupenda signora!
29
Scalpita e non vede l’ora di andare in vallata. Sono molto utili le sue relazioni genovesi nella cerchia dei militari. Lo trovo amareggiato e deluso: un suo ex collega, che pensava di arruolare in banda é invece passato coi fascisti. Giura vendetta: vuole farlo “cornuto”... e sono certo che ci riuscirà. Pag.160 GRUPPO "R" RINNOVAMENTO 2.1.45 qualcosa di nuovo ed importante bolle in pentola! Dino ci ha convocato urgentemente a Villanova, Cosa, Gigi, Ettore ed io. Attorno ad un tavolo, ospiti di Don Servetti con le svolazzanti suore, Dino davanti ad un voluminoso carteggio, ci illustra il nuovo assetto politico militare che si vuole dare alla vecchia IIIª Divisione Alpi. La discussione si svolge in una atmosfera alquanto strana, un po’ formale. Siamo ben lontani da quelle belle riunioni condite da frizzi e battute! Vedo il Califfo, invecchiato e pallido; quasi a disagio. Si sente troppo promosso e forse rimpiange í tempi della Certosa e la libertà perduta di Capo Banda...! Gigi appare invece soddisfatto, convinto, al contrario di Ettore che si distrae facilmente e continua a sussurrarmi piccanti ricordi genovesí… Ettore mi piace sempre di più: è umano, vivo, cristallino. Valoroso comandante, secondo a nessuno nelle azioni più rischiose, sa trovare i giusti spazi per non rendere più cupa questa esistenza. Per quanto mi riguarda questo nuovo organico mi sembra un po’grandioso, e nel mio intimo continuo a pensare alla Volante, ai colpi di mano, ed alle belle scorrazzate in pianura Nel gennaio 1945, su progetto di Dino Giacosa, si costituì il Gruppo Divisioni "R", dipendente dal G.U.R.N. (Gruppo Unitario Rinnovamento Nazionale) e strutturato, sulla carta, in quattro Divisioni: la IIIª Divisione Alpi "Fossano", agli ordini di A. Sacchetti e comprendente le brigate Iosina (Rivaroli), Pesio (Bertoldo), Fossano (Vandoni); la V Divisione Alpi "Mondovì", comandata da Gigi Scimé e costituita dalle brigate Ellero, Maudagna, Corsaglia e Mondovì; la Divisione S. Giorgio, operante in Liguria al comando di Ettore Ippolito
Da riportare che proprio grazie a quel gruppo di eroi l’inno di Mameli divenne l’inno nazionale come spiega questa nota sempre di Aldo Sacchetti 30
Altri dettagli di quel periodo al link: http://www.youblisher.com/p/1411835-Capitano-Ettore-Ippolito/
1945/1948 31
Distretto militare
Genova
Ufficiale addetto al proiettificio regio
Genova
2° Reggimento guardie. Comandante di compagnia Ufficiale addetto segreteria Nuovo centro di mobilitazione del deposito 2° reggimento Autieri in Bra 4° reparto riparazione auto. Capo ufficio materiale Divisione motorizzazione Comiliter. Capo sezione Sezione staccata artiglieria. Capo sezione
Genova Genova Bolzano Bolzano Bolzano
10/06/1945 1/8/1945 01/08/1945 01/09/1945 01/09/1945 20/11/1945 21/11/1945 16/06/1946 16/06/1946 31/01/1947 01/02/1947 30/10/1947 31/10/1947 04/10/1948
1948-1955 Fabbrica d'armi. Ufficiale di ausilio
Terni
13/11/1948 25/6/1955
Promosso maggiore con decorrenza 15/07/1943
Terni
09/10/1953
Promosso tenente colonnello
Terni
23/10/1955
Proiettificio regio Genova oggi
32
Nascita del quartogenito Angelo 14 aprile 1950
Terni 4 novembre 1954
33
1954 Terni, famiglia al completo con il cane Jack
1955 Roma, Ettore con i figli Luigi, Giulio ed il fratello Francesco direttore amministrativo de “La Giustizia� organo del PSDI
34
1956-1961 121° Reggimento artiglieria da campagna. Comandante II° gruppo misto. Vice Forlì comandante di reggimento Promosso colonnello Forlì Posto in congedo Bologna
24/9/1956 20/10/1960 06/04/1960 05/04/1961
1961 poligono di tiro artiglieria Foci del Reno FC
35
1961 Forlì
36
Testimone di nozze della nipote Maria Teresa 1962
37
Decorazioni, onorificenze, ricompense Riconosciutagli la qualifica di partigiano combattente per il periodo 01/01/1944 al 30/04/1945 Autorizzato a fregiarsi del distintivo di cui alla circolare 82 g.m.1918 per merito di guerra Croce al merito di guerra per la partecipazione alle operazioni durante il periodo bellico 19411943 Promosso maggiore per meriti di guerra con decorrenza 15/07/1943 Autorizzato a fregiarsi del distintivo del periodo bellico 1940-43 e ad apporre sul relativo nastrino n.2 stellette corrispondenti agli anno 1941-1943 Autorizzato a fregiarsi del distintivo della guerra di liberazione e ad apporre sul relativo nastrino n.2 stellette corrispondenti agli anni 1944-1945 Decorato della croce d'oro per anzianitĂ di servizio Conferitagli la croce al merito di guerra per attivitĂ partigiana Autorizzato a fregiarsi del distintivo d'onore istituito per i patrioti "Volontari della libertĂ " Nominato cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica Italiana
38
Roma
21/08/1945
Roma
09/10/1951
Roma
08/11/1952
Terni
09/10/1953
Terni
22/09/1955
Terni
22/09/1955
Roma
22/02/1956
Roma
04/04/1956
Roma
17/07/1956
Roma
02/06/1956
39
40
41
42