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n. 40 - giugno 2010
Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma
www.apce.it
2010 pg. Forum Italiano Sicurezza Gas
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Recenti attivazioni delle linee pg. ferroviare AV/AC italiane
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Interferenza da corrente pg. alternata. Prove in campo
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Spazio CIG pg. Completato l’assetto normativo per i “nuovi materiali”
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ECONORMA
S.a.s.
DATA LOGGER serie FT-100/MV
PREZZI COMPETITIVI !!
MODELLI DISPONIBILI FT-100/MV range: -5,00 / +5,00 Volt Risoluzione 0,01 Precisone +/-0,01 Volt FT-100/MV-H range: -10,00 / +10,00 Volt Risoluzione 0,01 Precisione +/-0,02 Volt Partenza ritardata - Memorizzazione 131.000 letture Valore medio di n. 100 letture in un secondo Alimentazione con batteria al Litio sostituibile
FT-Graph-2
Software di elaborazione grafica con selezione dei dati. Si possono graficare e stampare tutti i file relativi alle letture del data logger serie FT-100/MV (fino a 131.000). Possibilità di scegliere fra i seguenti modelli matematici: Media - Mediana - Scarto quadratico - Gaussiana Due ulteriori importanti possibilità del software sono la funzione “ DURATA TOTALE DEI FUORI SOGLIA” e quella relativa al “ INDICE DI VARIABILITA’ (Bassa, Media, Alta). Nella parte inferiore del report è riportata la sommatoria del tempo complessivo per “intervalli di tempo” selezionabili. Si può inoltre stampare il report per "Cronologia", "Ordinato per durata" oppure "Ordinato per tipologia", dopo aver scelto per minima o massima.
ECONORMA S.a.s. - 31020 SAN VENDEMIANO - TV - Via Olivera 52 Tel. 0438.409049 Fax 0438.409036 info@econorma.com www.econorma.com
re
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Le immagini
n° 40 - giugno 2010
eventi Forum Italiano Sicurezza Gas 2010
eDitORiALe
OPen SPACe Recenti attivazioni delle linee ferroviarie AV/AC italiane
OPen SPACe Interferenza da corrente alternata. Prove in campo
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SPAZiO CiG Completato l’assetto normativo per i “nuovi materiali”
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È un evento
PROGRAMMA GENERALE 9 giugno 2010 - ore 10 - 12,30 Saluti MAIN SPONSOR
SPONSOR
• Michele Ronchi (Presidente Comitato Italiano Gas) • Guido Podestà (Presidente Provincia Milano) * Lo stato generale della sicurezza gas in Italia Moderatore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia) • Stefano Saglia (Sottosegretario Ministero Sviluppo Economico) * • Roberto Malaman (Direttore Generale Autorità per l'energia elettrica e il gas - AEEG) • Paolo Mosa (Amministratore Delegato - Italgas) • Piero Torretta (Presidente UNI) La statistica incidenti da gas anno 2009 - Dati e riflessioni • Francesca Zanninotti (Coordinatore Gruppo ad Hoc "Statistica incidenti" - CIG) • Fabio Dattilo (Ministero degli interni Corpo Nazionale Vigili del Fuoco) 9 giugno 2010 - ore 14 - 15,30 La filiera gas a confronto con i nuovi impegni sulla sicurezza Distribuzione gas e regolazione tra incentivi, controlli, penalità • Alberto Grossi (Direttore consumatori e qualità del servizio - AEEG) DM 37/08 e Delibera AEEG 40/04: un futuro comune? • Vincenzo Correggia (Dirigente Ministero Sviluppo Economico) Tavola rotonda Qualificazione degli operatori e controlli Moderatore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia) • Mario Volongo (Comitato Italiano Gas) • Vincenzo Correggia (Dirigente Ministero Sviluppo Economico) • Alberto Grossi (Direttore consumatori e qualità del servizio - AEEG) • Enrico Sartorelli (Presidente Gruppo Regionale Manutentori Bruciatoristi - Regione Lombardia) • Guido Pesaro (Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti) • Maurizio Esitini (Direttore Generale Assistal) 9 giugno 2010 - ore 15,30 - 17,30
MEDIA PARTNER
Le utility e la sicurezza. Serve un piano nazionale o sono sufficienti le iniziative locali? Moderatore: Romina Maurizi (Giornalista Quotidianoenergia)
Due casi di eccellenza A2A: i clienti finali protagonisti della sicurezza • Francesco Gerli (Responsabile Esercizio Area Milano A2A Reti Gas) Genova Reti Gas (Gruppo Iride): dalla sicurezza delle reti alla sicurezza in rete • Walter Paramonti (Resp. Metodi-Addestramento e Gestione incidenti da gas comb. di GRG - IRIDE Acqua e Gas) Tavola rotonda Comunicare sicurezza: i cittadini e il "nuovo" rapporto con le utility locali • Dario de Marchi (Responsabile Ufficio Stampa Ministero Sviluppo Economico)
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SICUREZZA GAS E CONTESTI URBANI CONTEMPORANEI L’esigenza di un nuovo rapporto tra operatori e cittadini Milano, 9-10 giugno 2010 • Palazzo delle Stelline
• Gianluca Spitella (Resp. Comunicazione e Immagine Federutility) • Biagio Longo (Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne - A2A) • Alessandro Durante (Direttore Comunicazione Marketing e ufficio studi - ANIMA) • Pieraldo Isolani (Responsabile Settore Energia e Ambiente - Adiconsum) • Chicco Tagliaferri (Presidente B&T Cosultant ed esperto in Comunicazione) 10 giugno 2010 - ore 10 - 12,30 Tavola rotonda Telegestione gas: impatto sul mercato, sui consumatori e sulla sicurezza Moderatore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia) Introduzione Smart metering nel gas oggi:tecnologie, opportunità e criticità. Una vista internazionale • Alessandro Soresina (Presidente Comitato Distribuzione IGU) • Paolo Francisci (Segreteria Tecnica Direzione Generale MCCVNT - MSE) • Ferruccio Villa (Responsabile Qualità servizi elettrici - AEEG) • Bruno Tani (Presidente Anigas) • Roberto Bazzano (Presidente Federutility) * • Assogas (in attesa di nominativo) Focus tecnici telegestione Automazione del processo di "Gestione della misura" alla luce della telegestione-telelettura dei misuratori del gas • Alessandro Vistoli (Responsabile di progetto Terranova Più) Case History * 10 giugno 2010 - ore 12,30 - 13,00 Aggiornamento sullo sviluppo produttivo dei protocolli e delle norme • Pietro Cerami (Comitato Italiano Gas) 10 giugno 2010 - ore 14,30 - 16,30 Attualità Gas: il punto della situazione Moderatore: Claudio Di Macco (Consigliere Tecnico Scientifico AEEG) Bandi di gara, concessioni • Fabio Todarello (Todarello & Associati Studio legale) Ambiti • Roberto Brusamolino (Direttore Generale - Enel Rete Gas) Sicurezza delle reti: criteri e politiche di investimenti nel nuovo scenario normativo • Silvio Bosetti (Direttore Generale Fondazione EnergyLab)
Chiusura CIG
(*) in attesa di conferma
PATROCINI
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l’editoriale
In questo mio ultimo editoriale, prima di lasciare l’incarico di Presidente APCE vorrei richiamare la vostra attenzione su quell’attività, per noi fondamentale, che è la manutenzione degli asset, per i quali siamo continuamente impegnati a migliorare le prestazioni oltre che il valore. Il valore degli assett, aumenta sia tramite la realizzazione d’investimenti in strutture, che mediante un’adeguata manutenzione e riqualificazione degli stessi. Le attività di manutenzione, come nel caso della protezione catodica, non accrescono “direttamente” il valore patrimoniale delle strutture esistenti, non hanno l’appeal della costruzione di grandi strutture al servizio del trasporto o della distribuzione, il loro effetto non è immediatamente “visibile”, anzi è nascosto e scomodo, in quanto comporta costi di gestione a volte non indifferenti e quindi facilmente sottoposti a tagli di budget. Soprattutto oggi che i gestori delle reti di servizi, si confrontano con una realtà particolarmente dinamica, con regole sempre nuove, in continua evoluzione, spesso con nuovi soggetti in competizione che si affacciano al mercato, attratti da prospettive prevalentemente commerciali. Questo aspetto non è da sottovalutare poiché una corretta manutenzione “allunga” la vita dell’infrastruttura, mentre una cattiva manutenzione può comportare alti rischi per l’impresa. In questa direzione, APCE ha sempre svolto una capillare attività a tutela della formazione/informazione tecnica di settore, di diffusione della cultura e di valorizzazione e sviluppo delle competenze tecniche in seno alle aziende associate. Per questi motivi sento doveroso rimarcare ancora una volta questi aspetti fondamentali ai fini dell’affidabilità e della sicurezza delle strutture metalliche interrate. In questa circostanza, sento il dovere di rivolgere un particolare ringraziamento al Segretario dell’Associazione, geom. S. Cavalieri, che con la sua esperienza e competenza mi ha permesso di guidare APCE nella continuità di raggiungimento di ulteriori importanti obiettivi. Un caloroso saluto al sig. D. Gentile, che con la sua professionalità ha saputo valorizzare la cultura della protezione catodica attraverso corsi di formazione sempre più continui. Lascio un’Associazione economicamente e tecnicamente sana che ha tutta la volontà di continuare nella sua azione ormai trentennale. All’ing. A. Troiano, nuovo Presidente APCE, vanno i miei auguri per un proficuo lavoro, certo come sono, che le giovani generazioni porteranno nuove energie e nuovi obiettivi all’Associazione. Gino Magnoni Ringraziando l’ing. G. Magnoni per l’impegno e la dedizione profusi per l’Associazione nonché per gli auguri rivoltimi, non posso che concordare a pieno con il tema dell’importanza della manutenzione da egli sopra richiamato, non foss’altro che per la mia esperienza aziendale oramai quasi ventennale maturata in “campo”, gestendo reti di metanodotti in alta pressione. Una manutenzione efficiente ed efficace contribuisce al processo di creazione di valore: aumenta il grado di sicurezza degl’impianti, ottimizza nel tempo i costi di gestione e quindi incrementa il valore del patrimonio aziendale, cogliendo dunque in generale gli obiettivi di sostenibilità attesi da tutti gli stakeolders interessati (azionisti, proprietari, autorità pubbliche, società civile, ecc..). Ed è in questo contesto che APCE deve svolgere sempre più un ruolo di guida nei riguardi di tutti i soggetti coinvolti, mediante la diffusione di una cultura pragmatica della manutenzione che passa attraverso la formazione del personale specialistico, l’informazione, la comunicazione, lo studio e la condivisione dell’analisi dei fenomeni corrosivi, coniugando al contempo gl’interessi degli operatori con quelli della collettività. Colgo infine l’occasione per ringraziare tutti i Soci per l’incarico affidatomi, che con entusiasmo, energia e professionalità svolgerò, confidando sulla loro viva e fattiva collaborazione. Alessandro Troiano
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s p a c e
Recenti attivazioni delle linee ferroviarie AV/AC italiane. L’ o c c a s i o n e d i d u e r i u n i o n i d e l l ’ A P C E t e n u t e s i p r e s s o l a sede di RFI Bologna ha permesso una visita tecnica sulla l i n e a AV / A C B o l o g n a – F i r e n z e i n v i a d i a t t i v a z i o n e p e r mezzo del treno diagnostico sperimentale ETR 500 Y1 dell’Istituto Sperimentale di RFI.
A cura di Claudio Spalvieri, Luca Trinca
Incontri dell’APCE e treno diagnostico ETR 500 Y1
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Nel giorno 28 ottobre 2009 si è svolta, presso la sede territoriale di RFI di Bologna, la 107° Riunione del Comitato Tecnico Centrale e la 111° Assemblea dei Soci dell’APCE.
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Il Presidente ha svolto una relazione sulle attività dell’anno 2009, che si è chiuso con un sostanziale mantenimento, sia del livello economico sia del numero degli associati, inoltre l’attività di formazione ha confermato il positivo andamento degli ultimi anni, registrando una nuova crescita. E’ stato ricordato dal Presidente che nel mese di dicembre 2009 è stato registrato il nuovo statuto dell’Associazione, portando avanti il programma di revisione e adeguamento degli aspetti associativi, programma che dovrà proseguire con la revisione dei regolamenti e degli organi rappresentativi dei Soci.
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I partecipanti agli incontri hanno avuto la possibilità di prendere parte a una “corsa prova” sulla nuova linea AV/AC (alta velocità/alta capacità) Bologna – Firenze di RFI, in quei giorni in fase di pre-esercizio prima della attivazione commerciale. La corsa prova è stata effettuata a bordo del treno diagnostico ad alta velocità ETR 500 Y1 dell’Istituto Sperimentale di RFI. Tale treno è appositamente attrezzato al fine di monitorare le grandezze fondamentali di interazione tra il treno e l’infrastruttura ferroviaria anche per velocità superiori a 300 km/h, tra le quali l’interazione tra ruota e rotaia e tra pantografo e catenaria. Oltre a tali misurazioni, necessarie per certificare la linea come rispondente ai requisiti imposti dalla normativa europea di interoperabilità tecnica, il treno diagnostico ETR 500 Y1 permette anche la sperimentazione e lo sviluppo di prodotti innovativi per il miglioramento delle prestazioni del trasporto ferroviario ad alta velocità, garantendo tutti i richiesti standard di sicurezza: un vero e proprio laboratorio di ricerca e sviluppo ferroviario in movimento. Il treno diagnostico ETR 500 Y1 è stato utilizzato per le prove propedeutiche all’attivazioni di tutte le recenti linee AV/AC. Nel seguito di questo articolo verranno illustrate le attivazioni commerciali delle nuove linee AV/AC di RFI evidenziando brevemente le principali caratteristiche tecniche generali implementate.
Il sistema italiano ad alta velocità/alta capacità Nel 2009 RFI ha attivato tre nuove linee AV/AC: Bologna – Firenze, Novara Milano e l’ultimo lotto funzionale della linea Roma – Napoli all’interno del progetto denominato TO-MI-NA (acronimo per Torino – Milano – Napoli). Il nuovo sistema italiano alta velocità/alta capacità connette le maggiori città italiane da Torino a Napoli, attraversando Bologna, Firenze e Roma: costruisce una vera e propria metropolitana nazionale (figura 1). Con l’apertura commerciale delle tratte il tempo di percorrenza tra Milano e Torino e tra Milano e Bologna si è ridotto ad un’ora; successivamente da questa ultima, con circa mezz’ora, è possibile raggiungere il capoluogo toscano. L’attivazione commerciale delle linee permette agli operatori ferroviari differenti soluzioni commerciali per gli spostamenti tra le due “capitali” dell’economia italiane Roma e Milano. E’ infatti
possibile collegare le due città in 2 ore e 45 minuti dalle stazioni ferroviarie di
Figura1: la rete italiana AV/AC
Roma “Tiburtina” e Milano “Rogoredo”, lasciando poi ai passeggeri la possibilità di spostamento all’interno delle città sfruttando l’ integrata gestione della mobilità. Aggiungendo 15 minuti al tempo di percorrenza (meno di 3 ore) avviene il collegamento tra le due stazioni centrali di Roma “Termini” e Milano “Centrale”. La linea AV/AC Bologna Firenze, oggetto della visita tecnica, si colloca appunto in contesto di attivazioni e ne costituisce parte integrante e anello di congiunzione tra il sud ed il nord del paese.
Tutte le linee AV/AC sono parte di programmi più ampi di mobilità integrate europea
Figura 2: i collegamenti italiani AV/AC e loro relazione con i progetti prioritari europei
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In prossimità dei nodi è stato scelto di utilizzare il sistema di alimentazione a 3 kV in corrente continua anche per diminuire le problematiche di compatibilità elettromagnetica
Tutte le linee AV/AC sono parte di programmi più ampi di mobilità integrate europea: il collegamento nord–sud (tra Milano e Napoli) è parte del progetto prioritario 1 del corridoio da Berlino (Germania) fino a Palermo in Sicilia (figura 2). Come l’insieme delle tratte e dei nodi che collegano Torino con Napoli prende nome di “ToMiNa” o “asse verticale”, il collegamento est-ovest da Milano fino a Venezia appartiene al sistema “asse orizzontale”. Tale sistema trova collocazione all’interno del progetto prioritario num. 6 della Commissione Europea tra Lisbona (Portogallo) fino al confine ucraino. Al momento sono in fase di progettazione gli interventi per il completamento del corridoio est – ovest da Milano a Venezia (naturale estensione del sistema Milano – Torino accennato precedentemente). Completa tale sistema “asse orizzontale” anche il collegamento del nodo di Genova verso sia Milano sia Torino chiamato “3° valico dei Giovi”. Il collegamento Genova – Milano appartiene al progetto prioritari num. 24 della Commissione Europea che collega il porto di Genova appunto, con il porto di Rotterdam. L’intera rete ferroviaria AV/AC copre una
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Figura 3: tunnel AV/AC Bologna – Firenze e sovraimpressione record velocità
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distanza di oltre 1000 km di linee a doppio binario; di questi, circa 700 km sono di nuova costruzione (con sistemi di elettrificazione in corrente alternata a 50 Hz e sistema di segnalamento ETCS/ERTMS di livello 2) e circa 250 km (Roma-Firenze) con elettrificazione in corrente continua a 3kVcc. Il collegamento ferroviario denominato “Direttissima” tra Roma e Firenze, costruito negli anni ’80 del secolo scorso, sebbene sia elettrificato con un sistema differente è comunque rispondente ai
requisiti internazionali di interoperabilità tecnica sanciti dalla “Specifiche tecniche di interoperabilità del sistema ferroviario europeo ad alta velocità”. E’ inoltre da sottolineare che il sistema di elettrificazione in corrente continua è utilizzato su tutte le linee ferroviarie non AV/AC oltre anche a tutti i nodi ferroviari (le città) e ovviamente nelle stazioni ferroviarie. Il sistema italiano è appunto denominato “Alta Velocità” per le prestazioni che permette ma anche “ Alta Capacità” (per la potenzialità sia come traffico merci sia come integrazione delle nuove linee con le esistenti) e deve pertanto essere considerato come una sorta di “autostrada ferroviaria” che si muove parallela ed integra un sistema di “viabilità ordinaria” più capillare sul territorio. Secondo questo approccio necessariamente tutti i convogli che transitano sulla rete AV/AC devono essere equipaggiati con sistemi di trazione a corrente alternata (per le linee AV/AC) e a corrente continua (per le linee “convenzionali”, ovvero non AV/AC). Da un punto di vista invece squisitamente tecnico, in prossimità dei nodi è stato scelto di utilizzare il sistema di alimentazione a 3 kVcc per contribuire ad eliminare le possibili problematiche di compatibilità elettromagnetica tra il nuovo sistema 25 kVca 50 Hz e gli impianti di segnalamento della rete convenzionale anch’essi alimentati a 50 Hz. Punti fondamentale della coesistenza dei due sistemi di alimentazione sono i cosiddetti Posti di confine elettrico (POC) attraverso i quali i treni, senza né rallentare né fermandosi, passano da un sistema di elettrificazione ad un altro. Tali posti di separazione elettrica sono stati sviluppati tenendo conto dei requisiti di compatibilità elettromagnetica tra i vari impianti. Da un punto di vista delle opere civili il sistema italiano AV/AC comprende circa 145 km di tunnel, dei quali 78 km sono compresi nella linea tra Firenze e Bologna, all’interno dei quali è stato stabilito il record mondiale di velocità di 362 km/h in galleria per mezzo del treno diagnostico ETR 500 Y1 dell’Istituto Sperimentale di RFI durante la campagna di corse prova per l’attivazioni della linea. In figura 3 è riportata una immagine della vista della galleria dalla cabina di guida con in sovraimpressione il tachimetro riportante la velocità record. Tale indicazione non è quanto visto dal macchinista durante la guida ma ha esclusivamente scopo divulgativo. Al riguardo il treno ETR 500 Y1 è dotato di numerosi sensori che permettono di analizzare l’interazione tra ruota e rotaia, l’interazione tra catenaria e pantografo e verifica il rispetto dei requisiti attesi per
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Figura 4: acquisizione dati sulla linea AV/AC Bologna - Milano
Generalità tecniche delle linee ferroviarie AV/AC Le linee AV/AC italiane sono costruite con l’utilizzo di sistemi e tecnologie innovative, in alcuni casi di prima applicazione a livello mondiale. Fondamentalmente tutto il sistema italiano è stato costruito con le medesime tecnologie di base anche se nelle linee di ultima attivazione sono stati apportate alcune migliorie in base ai primissimi anni di esperienza di esercizio delle linee o in base alle caratteristiche peculiari delle singole tratte, basti pensare alle soluzioni impiantistiche resesi necessarie per il lungo tunnel della Bologna – Firenze. Gli standard infrastrutturali utilizzati per la realizzazione del sistema AV/AC sono riportati di seguito. • • • • •
Velocità della linea = 300 km/h Raggio minimo di curvature = 5 450 m Pendenza massima = 18‰ Pendenza massima in galleria = 15 ‰ Sopraelevazione massima in curva = 10.5 cm • Raccordo altimetrico minimo = 20 km
• Carico massimo per asse = 25 t • Interasse tra i binari = 5 m La scelta di tali parametri è stata dettata da una ottimizzazione delle performances sia per i treni passeggeri circolanti a 300 Km/h sia per i treni per il trasporto merci fino ad un massimo di 25 tonnellate per asse. Per quanto riguarda il sistema di alimentazione, si è gia accennato in precedenza all’adozione per il sistema AV/AC del sistema di elettrificazione in corrente alternata a 25 kVca 50 Hz contrariamente a quello utilizzato per le linee convenzionali alimentate a 3 kV in corrente continua .La scelta del sistema in alternata fondamentalmente è stato dettato dalle necessità di: • garantire le potenzialità richieste dalle linee AV/AC, sia per il traffico passeggeri sia per quello merci; • garantire il rispetto di quanto indicato dagli standard europei per l’interoperabilità ferroviaria; • garantire una migliore qualità di captazione e interazione catenaria pantografo. Di seguito sono riportati alcuni parametri generali del sistema di trazione elettrica delle linee ad alta velocità. • Elettrodotti in AAT (132 o 150 kV) dedicati per l’alimentazione delle sottostazioni AV/AC; • Sistema di Alimentazione 2x25 kV a 50 Hz; • Potenza dei trasformatori di
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gli impianti di segnalamento e telecomunicazioni. In figura 4 è riportata una schermata del sistema di acquisizione dati a bordo del treno ETR 500 Y1 che controlla in tempo reale la pressione del pantografo sulla linea di contatto e ne verifica la corrispondenza ai requisiti attesi di interoperabilità.
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Sottostazione: 60 MVA • Distanza media tra due sottostazioni: 50 km; • Sezione della corda portante: 120 mm2 (rame); • Sezione del filo di contatto: 150 mm2 (rame); • Altezza della linea di contatto: 5,3 m. Le ferrovie italiane hanno adottato, tra le prime al mondo, l'European Rail Traffic Management System/European Train Control System (ERTMS/ETCS) di livello 2 sulle nuove linee AV/AC. Tale sistema, indicato dalle norme europee come sistema di segnalamento interoperabile, è stato progettato per assicurare ai treni di diversi paesi di circolare senza soluzione di continuità su tutte le linee europee appositamente attrezzate ed è capace di garantire la circolazione in sicurezza dei treni con l'adozione di funzionalità e tecnologie all'avanguardia. In particolare lo standard definisce le modalità di scambio delle informazioni di segnalamento tra gli impianti a terra e i treni, identificando le tecniche di trasmissione da utilizzare e il formato dei messaggi. Il sistema fornisce infatti al macchinista, in modo standard, tutte le informazioni necessarie per una condotta ottimale, controllando con continuità gli effetti del suo operato sulla sicurezza della marcia del treno e attivando la frenatura d'urgenza nel caso di velocità del treno superiore a quella massima ammessa per la sicurezza. La trasmissione delle informazioni tra i sistemi di terra e i sistemi di bordo avviene esclusivamente tramite la rete di telefonia mobile GSM-R (dove “R” sta per “railway”, ferrovia), un sistema proprietario che trasmette sulla banda di frequenze nella gamma dei 900 MHz riservata in Europa alle attività ferroviarie.
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Treno ETR 500 Y1 sul ponte strallato sulla linea AV/AC Milano – Bologna
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Pubbliredazionale
Case History F T- 1 0 2
Mini-registratore di Temperatura, Umidità Relativa % e ingressi 4-20 mA Un sistema di registrazione, preciso, compatto ed economico.
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l mini-registratore serie FT-102 è un dispositivo con notevole memoria di registrazione e d è particolarmente indicato in applicazioni nella Industria alimentare (HACCP), farmaceutica, trasporti frigoriferi, agricoltura, ecologia, termotecnica, laboratori di ricerca e metrologia, musei, ecc. Caratteristiche tecniche principali. Numero di matricola univoco e non cancellabile inserito nel microprocessore. Ha la possibilità di memorizzare complessivamente 131.000 letture. La memorizzazione dei dati può essere selezionata come tipo circolare (i dati più vecchi vengono sovrascritti) oppure stop a memoria satura. In questo ultimo caso non vengono più salvate altre letture ed il sistema si ferma. L’alimentazione è data da una batteria al Litio facilmente sostituibile. La durata della batteria é in funzione dell’intervallo di memorizzazione e dalla abilitazione o meno dei LED di allarme di fuori soglia. Sostituendo la batteria i dati non vengono cancellati. Ha un LED rosso per segnalazione di allarme fuori soglia, con o senza memoria. Un LED giallo invece avverte che la batteria è in esaurimento o quasi scarica. La comunicazione con il P.C. avviene con la porta seriale RS232 a nove pin. La Temperatura di funzionamento può variare da -20 °C a +75,0 °C Il contenitore è in IP-65 con coperchio trasparente in policarbonato e con cavo estraibile per sonda esterna. Le dimensioni sono 65 x 115 x 40 mm. Si può programmare un Delay Timer e cioè un tempo di partenza delle misure variabile da 0 secondi fino ad 1 mese. L’intervallo di registrazione varia da 1 secondo a 4 ore, con passi di un secondo. La data di registrazione delle misure viene acquisita dal P.C. durante lo scarico dati periodico. Si può inserire anche una soglia di allarme di massima o di minima impostabile dall’utente ed inoltre una descrizione di 32 caratteri per indicare il tipo di parametro e la sua utilizzazione. MODELLI DISPONIBILI MODELLO Caratteristiche tecniche T-102 T-102/T T-102/UR T-102/P
Monocanale con un sensore di Temperatura interno Bicanale con una sonda di Temperatura interna ed una esterna con cavetto Bicanale con una sonda di Temperatura ed una di Umidità Relativa % esterne con un unico cavetto Bicanale con una sonda di Temperatura interna ed un ingresso esterno per segnale 4-20 mA
ECONORMA S.a.s. Prodotti e Tecnologi per l’Ambiente
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CARATTERISTICHE DELLE SONDE: TEMPERATURA: Range sonda interna: da -40,0 °C a +75,0 °C Range sonda esterna: da -50,0° C a +105,0 °C Risoluzione: +/- 0,1 °C Accuratezza: +/- 0,5 °C – UMIDITA’ RELATIVA % Range: 0 – 100 UR% Accuratezza: +/- 2 % FS – CORRENTE Range: 4 – 20 mA Risoluzione: 0,01 mA SOFTWARE Il software di comunicazione per Windows, fornito a corredo con il registratore FT-102, consente di impostare i parametri ed i dati di riferimento, modificarli, ed inoltre, di scaricare tutte le misure memorizzate. In ogni caso i file su cui si memorizzano i dati sono file ASCII leggibili con qualsiasi programma di videoscrittura, disponibili per successive elaborazioni grafiche o tabellari. Il Software permette di ottenere delle rappresentazioni grafiche dei dati memorizzati evidenziando i superamenti di soglia e di impostare un Offset di calibrazione. Il software dà la possibilità inoltre di controllare lo stato della carica della batteria del FT102 e di cancellare la memoria per poi procedere ad altre memorizzazioni E’ disponibile ora anche il software “FT-Graph-2” che elabora fino a 131.000 letture con la possibilità di visualizzare, fare uno zoom e stampare scegliendo i seguenti modelli matematici: Media aritmetica – Mediana – Scarto quadratico medio – Gaussiana
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Interferenza da corrente alternata. Prove in campo Luciano Lazzari, Marco Ormellese, Andrea Brenna
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e recenti attivazioni delle linee ad alta velocità/alta capacità (AV/AC), elettrificate con un sistema di alimentazione a 25kV e 50 Hz con autotrasformatori (2×25kV), all'interno della rete ferroviaria italiana convenzionale, alimentata a 3kV in corrente continua, fanno sì che l’ipotesi di sovrapposizione di interferenze di corrente continua e alternata su strutture metalliche interrate sia diventata, in Italia, una realtà oggettiva da investigare. Come illustrato nell’articolo pubblicato sul numero 5 del 2008, sono state realizzate presso il Politecnico di Milano delle prove di laboratorio al fine di quantificare gli effetti dell’interferenza da corrente alternata (CA) sui sistemi interrati in protezione catodica (PC). Da novembre 2008 sono in corso, in collaborazione con l’Istituto Sperimentale RFI di Roma, prove di protezione
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alternata corrosione e sul
catodica su provini in acciaio al carbonio interrati presso il campo prove allestito da RFI al km 91 del tratto Roma-Napoli della linea alta velocità/alta capacità MilanoNapoli. Scopo delle prove è verificare l’effetto dell’interferenza da corrente alternata sulla velocità di corrosione e sul livello di protezione, al fine di definire le soglie critiche e i criteri di protezione da adottare in presenza di tale tipologia di interferenza elettrica. Gli effetti dell’interferenza elettrica sulle strutture interrate, in particolare le tuba-
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È tra l’altro emerso che la densità di corrente alternata non è un parametro sufficiente per stimare il rischio di corrosione
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Figura 1: Prove di laboratorio: condizioni di protezione e di corrosione in presenza di interferenza da corrente alternata (7)
zioni, sono noti da tempo e regolamentati dalla normativa internazionale (1) Lo studio e le indagini sull’influenza della corrente alternata (CA) sui fenomeni di corrosione e di gestione degli impianti di protezione catodica hanno avuto un impulso negli ultimi venticinque anni per i frequenti casi di parallelismo fra tubazioni interrate e linee ad alta tensione (2). Particolare importanza assume la presenza di rivestimenti altamente isolanti, perché la densità di corrente alternata che si scambia alla superficie dei difetti o delle porosità presenti nel rivestimento può facilmente superare i valori di soglia fino ad oggi proposti (3). Attualmente le specifiche tecniche definiscono le condizioni critiche di insorgenza della corrosione da interferenza da corrente alternata sulla base di un criterio che fissa un valore di soglia di 30
della c o r r e n t e sulla v e l o c i t à di livello d i protezione
“
“
effetto
A/m2 per la densità di corrente alternata (4), valore su cui non vi è un consenso unanime tra gli operatori. Un problema non ancora risolto è quello relativo al monitoraggio della protezione in presenza di campi alternati (5, 6), non è chiaro se i criteri tradizionali possano essere applicati, e in particolare non è stata ancora individuata una procedura per effettuare correttamente la misura del potenziale reale. Il potenziale di protezione attualmente raccomandato è -0,95 V vs CSE. Le prove in campo in corso con l’Istituto Sperimentale si collocano nell’ambito di un progetto di ricerca multisponsor, la prima fase ha riguardato una serie di prove di laboratorio, svolte al fine di definire i criteri di protezione in presenza di CA. Le prove di campo rappresentano l’ultima fase di questa ricerca e hanno lo scopo di confermare e completare i risultati ottenuti nelle prove di laboratorio. Da queste ultime è tra l’altro emerso che la densità di corrente alternata non è un parametro sufficiente per stimare il rischio di corrosione. In condizioni di protezione catodica, diventano fondamentali anche il valore del potenziale di protezione e del rapporto tra la densità di corrente alternata interferente e la densità di corrente di protezione (7). In particolare, i test di laboratorio hanno mostrato che le condizioni di protezione in presenza di corrente alternata sono definite da un valore della densità di corrente di protezione inferiore a 10 A/m2 e da un rapporto tra densità di corrente alternata e di protezione inferiore a 20. La Figura 1 riassume i risultati sperimentali ottenuti nelle diverse situazioni studiate, e definisce le condizioni di protezione, in presenza di interferenza da CA, in cui la velocità di corrosione può ritenersi trascurabile. Figura 1 È stato inoltre osservato che la corrosione da interferenza da corrente alternata è caratterizzata dalla presenza di attacchi localizzati penetranti, sia nel caso di polarizzazione anodica che catodica del metallo (8).
Prove di campo Le prove di campo in corso riproducono
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scelte all’interno del campo prove; la distanza tra i due provini e la profondità di interramento è di circa 1 m. La resistività media del terreno è di circa 50 Ωm. Nei punti individuati sono stati realizzati, mediante una trivellatrice, trenta fori nel terreno, di diametro 30 cm ciascuno. All’interno dei fori sono stati collocati i provini, ognuno dei quali munito di collegamento elettrico, mediante un cavo di rame. Tutti i provini in acciaio sono stati interrati dopo essere stati vincolati all’estremità di un tubo in PVC del diametro di 3 cm, necessario per eliminare il contriProvini metallici in acciaio al carbonio con differente geometria
Figura 2a, 2b, 2c: Provini in acciaio al carbonio
buto di caduta ohmica durante la misura del potenziale di corrosione e protezione. Per le prove di protezione catodica, nel foro praticato è stato collocato anche l’anodo di magnesio ad una distanza di circa 20 cm dal provino. Dopo avere interrato i provini e gli anodi, il foro praticato nel terreno è stato coperto con la terra di risulta, assicurando il contatto tra terreno ed elettrodi. Il terreno è stato inoltre compattato e successivamente anche il tubo in PVC è stato riempito. Le condizioni di protezione catodica e di interferenza dei provini sono periodicamente monitorate, mediante le seguenti misure: potenziale di protezione; densità di corrente di protezione; densità di corrente alternata interferente.
Sono state realizzate tre tipologie di provini: difetto massimo di 10 mm2, difetto superficiale di 1 cm2, difetto rettangolare di estensione 10 cm2.
Figura 3: Illustrazione schematica del campo prove, disposizione dei provini
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tra l’altro le seguenti condizioni: 1. prove di protezione catodica in assenza di CA 2. prove di protezione catodica con interferenza da CA (PC/CA) 3. prove di corrosione libera con e senza interferenza da CA (CL/CA). In questo articolo si illustrano solo i risultati delle prove 1 e 2. Le prove sono state condotte su provini in acciaio al carbonio di dimensione 10 × 5 cm. I provini sono rivestiti con una resina epossidica bi-componente al fine di avere una superficie a contatto con il terreno di dimensioni controllate (Figura 2). Sono state realizzate tre tipologie di provini: difetto massimo di 10 mm2, difetto superficiale di 1 cm2, difetto rettangolare di estensione 10 cm2. Figura 2 La protezione catodica è stata realizzata mediante anodi galvanici di magnesio di forma cilindrica, con un diametro di 2 cm e un’altezza di 15 cm. All’interno del campo prove messo a disposizione da RFI sono state individuate delle aree dove interrare i provini nelle varie condizioni previste (Figura 4). Sul luogo sono stati precedentemente installati tre armadi elettrici, due dei quali utilizzati come postazione di misura per le prove di corrosione libera (CL e CL/CA) e di protezione catodica (PC e PC/CA). Il terzo armadio elettrico, collocato in posizione centrale, è stato predisposto per contenere la scatola dei condensatori, che sono stati collegati ad una puntazza cilindrica in acciaio al carbonio (lunghezza 2 m, diametro 2 cm) situata sul lato opposto del campo prove, mediante la quale è stato possibile realizzare lo scambio di corrente alternata nelle prove di corrosione libera e di protezione catodica in presenza di interferenza da corrente alternata. Figura 3 I provini sono stati interrati nelle aree
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Figura 4: Potenziale di protezione dei campioni in protezione catodica (PC)
Figura 5: Densità di corrente di protezione dei campioni in protezione catodica (PC)
Figura 6: Potenziale di protezione dei campioni in protezione catodica con interferenza da corrente alternata (PC/CA)
Figura 7: Densità di corrente di protezione dei campioni in protezione catodica con interferenza da corrente alternata (PC/CA)
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Misure sperimentali
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Le figure 6 e 7 riportano, rispettivamente, il potenziale di protezione e la densità di corrente di protezione, nel caso dei sei provini sottoposti a protezione catodica in assenza di interferenza da corrente alternata (PC). Fig 4; 5 Dai grafici riportati si può osservare che il potenziale di protezione si stabilizza nel tempo a valori compresi tra -1,15 e -1,32 V CSE, mentre la densità di corrente di protezione si porta, in tutti i casi, a valori compresi tra a 10 e 300 mA/m2. Le figure 8 e 9 mostrano il monitoraggio del potenziale di protezione e della densità di corrente di protezione, relativi ai nove campioni sottoposti a protezione catodica con interferenza da corrente alternata (PC/CA). Fig 6; 7
Analogamente al caso dei campioni in protezione catodica senza interferenza da corrente alternata, il potenziale di protezione si porta a valori compresi tra -1,15 e -1,32 V CSE; per contro, le densità di corrente di protezione si stabilizzano nel tempo intorno a valori più elevati rispetto al caso precedente, in quanto risultano questa volta comprese tra 200 e 800 mA/m2. La figura 10 illustra, infine, la densità di corrente alternata di interferenza di tre provini, con differente geometria durante il passaggio di un treno ad alta velocità nelle due direzioni della linea ferroviaria. Dal grafico si può evincere come la densità di corrente alternata più elevata (14 A/m2 circa) interessi il provino caratterizzato da un’area superficiale pari a 6 mm2. Fig 8
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Figura 8a, 8b: Densità di corrente alternata interferente in condizioni di protezione catodica con interferenza da corrente alternata (PC/CA), durante il passaggio di un treno ad elevata velocità in direzione Napoli-Roma (a) e Roma-Napoli (b).
I potenziali di protezione (compresi tra 1,15 e -1,32 V CSE) si mantengono in tutti i casi al di sotto di -0,95 V CSE, valore di soglia attualmente raccomandato, per la protezione catodica delle strutture interrate in acciaio al carbonio, in presenza di interferenza da corrente alternata. È bene notare che, a valori di potenziale così negativi, il processo catodico che si verifica alla superficie del metallo, consiste nella riduzione di acqua con sviluppo di idrogeno, in quanto l’ossigeno presente nel terreno è interamente consumato nell’arco di breve tempo. Analizzando le figure è possibile notare come, nonostante i potenziali di protezione siano identici, le densità di corrente di protezione siano più elevate (all’incirca il doppio) in presenza di interferenza da corrente alternata. Questo effetto, già riscontrato in precedenti prove di laboratorio, può essere spiegato asserendo che lo scambio di corrente alternata provochi una diminuzione della sovratensione del processo catodico, in questo caso lo sviluppo di idrogeno, che si traduce in un incremento della densità di corrente necessaria per imporre un determinato livello di protezione catodica. Le densità di corrente alternata più eleva-
te si raggiungono nel caso dei campioni che presentano la minore area superficiale dove, in seguito al passaggio di un treno ad alta velocità, sono raggiunti valori di picco compresi tra 10 e 14 A/m2 per un intervallo temporale di circa 40 ÷ 50 s. Un’interferenza non stazionaria di questa entità non sembra provocare variazioni significative del potenziale del metallo, che è stato monitorato durante il passaggio dei treni senza riscontrare innalzamenti significativi rispetto ai valori misurati in assenza di corrente alternata. Tale risultato è in accordo con quanto ottenuto nelle prove di laboratorio, in cui è stato osservato che, per un campione di acciaio al carbonio in protezione catodica, è necessaria una densità di corrente alternata interferente di circa 100 A/m2 per ottenere un incremento significativo del potenziale di protezione.
Conclusioni e sviluppi futuri Dai dati raccolti dopo i primi dieci mesi di esposizione è possibile affermare quanto segue: • i potenziali di corrosione libera misurati sperimentalmente sono inferiori di circa 150 mV rispetto ai valori solitamente riscontrati per questo materiale
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Interpretazione delle misure
È possibile notare come, nonostante i potenziali di protezione siano identici, le densità di corrente di protezione siano più elevate (all’incirca il doppio) in presenza di interferenza da corrente alternata
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Durante il passaggio dei treni ad alta velocità si assiste alla circolazione di correnti alternate interferenti non stazionarie caratterizzate da una densità massima di 14 A/m2 e da una durata di circa 40 ÷ 50 s
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nei terreni (-0,55 ÷ -0,65 V vs CSE). Tale effetto può essere imputato alla presenza di batteri solfato-riduttori, che nei terreni argillosi trovano condizioni favorevoli alla loro crescita • durante il passaggio dei treni ad alta velocità si assiste alla circolazione di correnti alternate interferenti non stazionarie caratterizzate da una densità massima di 14 A/m2 e da una durata di circa 40 ÷ 50 s • nel caso dei campioni in protezione catodica la corrente alternata interferente provoca un incremento della densità di corrente di protezione, come conseguenza della diminuzione della sovratensione del processo catodico di sviluppo di idrogeno. Nei prossimi mesi è prevista l’acquisizione di nuovi dati sperimentali, che andranno a completare e integrare le informazioni disponibili in questo momento, e i dati ottenuti nelle precedenti prove di laboratorio. Tutto questo consentirà di compie-
re un passo importante verso la definizione dei criteri e delle soglie di protezione da adottare in presenza di interferenza da corrente alternata, un fenomeno che, dopo l’avviamento in Italia delle linee ferroviarie ad alta velocità/alta capacità, è diventato una realtà oggettiva da investigare.
Ringraziamenti I risultati presentati in questa memoria fanno parte di un progetto di ricerca finanziato da un gruppo di industrie (APCE, Snamretegas, Italgas, Reteferroviaria Italiana, Sirti) che gli autori desiderano ringraziare. Un sentito ringraziamento va anche all’ Ing. Luca Trinca (Direzione Tecnica - RFI spa) per la collaborazione nella stesura della presente memoria.
Bibliografia 1)L. Lazzari, P. Pedeferri, M. Ormellese, Protezione catodica, Polipress, Milano (2006), p. 111 2)T.C. Osborne, A.J. Summerland, Proc. Int. Conf. Corrosion/03, Nace Int., Houston, Texas (2003), paper 03708 3)H.R. Hanson, J. Smart, Proc. Int. Conf. Corrosion/04, Nace Int., Houston, Texas (2004), paper 04209 4)R.A. Gummow, R.G. Wakelin, S.M. Segall, Materials Performance N° 2 (1999), p. 24 5)I. Ragault, Proc. Int. Conf. Corrosion/98, NACE Int., Houston, Texas (1998), paper 557 6)R.G. Wakelin, R.A. Gummow, S.M. Segall, Proc. Int. Conf., Corrosion/98, Nace Int., Houston, Texas (1998), paper 565 7)M. Ormellese, L. Lazzari, S. Goidanich, V. Sesia, Proc. Int. Conf., Corrosion/08, Nace Int., Houston, Texas (2008), paper 08064 8)F. Bolzoni, S. Goidanich, L. Lazzari, M. Ormellese, M. Pedeferri, Proc. Int. Conf., Corrosion/04, Nace Int., Houston, Texas (2004), paper 04208.
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in vetrina TECNOSYSTEM GROUP della password direttamente on-line, la visualizzazione dei punti e delle anagrafiche su mappa virtuale, lo scarico delle schede di installazione e di intervento direttamente dal punto misura, il controllo dei dati giornalieri e mensile in modo riassuntivo e personalizzato, la possibilità di personalizzare la gestione delle reti grazie ad uno strumento di rappresentazione grafico, che insieme a molti altri accessori e strumenti rendono il servizio CCOL – ancor più che nel passato – un reale strumento operativo pensato per gli operatori del settore, per la gestione quotidiana dei dati e, soprattutto, per la loro analisi. L’obiettivo è teso a ricercare un miglioramento del livello di efficienza operativa, in un’ottica di costante ottimizzazione di tempi e risorse, a vantaggio però dello stato di efficacia dei sistemi di protezione catodica e, più in generale, dell’intera rete di distribuzione. Ogni funzionalità presente nel CCOLG3 è mantenuta costantemente aggiornata in conformità alla normativa vigente, ed in particolare alla Deliberazione 120/08 ARG/gas ed alle linee guida UNI APCE che, ricordiamo, al fine di promuovere investimenti innovativi rilevanti per i recuperi di sicurezza, introduce due fattori di amplificazione degli incentivi, uno dei quali proprio relativo ai i sistemi di telecontrollo dello stato di protezione catodica delle reti in acciaio. Un’anteprima del CCOLG3 è visualizzabile sulla piattaforma di lancio www.ccolg3.com. Il nuovo sito sarà presentato ufficialmente in occasione della giornata celebrativa del decennale del servizio, il 29 settembre 2010 a Pavia; a breve il programma preliminare.
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in continua evoluzione nel settore del telecontrollo, ed in particolare del monitoraggio remoto dei sistemi di protezione catodica, presenta la nuova versione del servizio CCOL: il CCOLG3, la terza generazione della piattaforma informatica www.ccol.it, il sito operativo per la gestione automatizzata dei dati di protezione catodica che, a partire da gennaio 2011, sostituirà in maniera definitiva la versione attualmente on line. Elaborato sia sulla base dell’esperienza decennale di TECNOSYSTEM GROUP nell’ambito dei controlli da remoto sia – e soprattutto – sull’analisi delle esigenze espresse nel corso degli anni dai numerosi utenti del servizio CCOL in Italia ed in Europa il CCOLG3 si presenta con una nuova veste grafica più accattivante, più moderna e soprattutto più intuitiva. Oltre a introdurre importanti innovazioni ed implementazioni rispetto alla versione attuale del sito, il CCOLG3 è un portale altamente performante, sviluppato con tecnologia AJAX, che garantisce l’interazione della pagina web con l’utente senza dover ricaricare la pagina di navigazione, con funzioni richiamate in Javascript; più facile e veloce nella navigazione, consente una maggior flessibilità di interrogazione del sistema, con migliori prestazioni grazie al rispetto degli standard di sviluppo del WEB (W3C). Rispetto alla versione precedente sono state introdotte importanti modifiche di carattere funzionale, ponendo particolare cura nella nuova veste grafica dell’applicativo per renderlo facile, intuitivo e gradevole all’utilizzo. Le nuove funzionalità introdotte riguardano la gestione personalizzata dell’accesso tramite il recupero
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Completato l’assetto normativo per i “nuovi materiali” Premessa La definizione normativa dei cosiddetti “nuovi materiali” è un tema che ha impegnato per molto tempo il Comitato Italiano Gas (CIG) e anche le Istituzioni preposte alla sicurezza nelle utilizzazioni del gas combustibile e al controllo del mercato. Si è trattato di un difficile impegno, reso più complesso da un intricato panorama di produzione industriale frazionata e d’interessi (dei fabbricanti) a volte contrastanti tra di loro.
A cura di Francesco Castorina
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n un Paese come il nostro dove la “rendita di posizione” è spesso preferita alla ricerca e alla sperimentazione, spesso nodi tecnici anche semplici, diventano grovigli di difficile soluzione. In ogni caso, in questo frangente è giusto dire che gli ostacoli sono stati superati grazie alla collaborazione estesa che è stata costruita tra tutti gli attori di processo. In sintesi se sull’argomento il CIG non avesse saputo (o potuto) creare le giuste condizioni di collaborazione con i fabbricanti, con i distributori del gas, con le associazioni degli installatori ed altri, il problema sarebbe ancora sui tavoli di discussione; come del resto è avvenuto sui tavoli normativi del CEN1, dove ancora non si è potuto dare risposta all’elaborazione di norme tecniche per i raccordi a pressare e per il sistema di tubi multistrato. Lo scorso dicembre l’UNI ha pubblicato le Specifiche Tecniche UNI TS 11340:2009, UNI TS 11343:2009 (elaborate dal CIG) e UNI TS 11344:2009 (elaborata da UNIPLAST), andando così a completare la definizione normativa dei cosiddetti “nuovi materiali” utilizzabili negli impianti domestici e similari alimentati a gas combustibile, iniziata con l’emanazione della UNI TS 111472 sui raccordi a pressare.
Le nuove Specifiche Tecniche; qualche informazione.
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Nel seguito di questo articolo, in forma certamente non esaustiva, si riportano alcune informazioni tecniche riguardanti le nuove specifiche tecniche. Per le informazioni di dettaglio, si rimandano i lettori alla puntuale consultazione dei documenti normativi pertinenti. Allo stesso modo per il corretto utilizzo di questi sistemi, gli operatori dovranno accuratamente consultare i libretti di istruzioni ed avvertenze redatti dai fabbricanti.
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UNI/TS 11340: “Impianti a gas per usi domestici e similari - Impianti di adduzione gas realizzati con sistemi di tubi semirigidi corrugati di acciaio inossidabile rivestito (CSST) e loro componenti - Progettazione, installazione, collaudo e manutenzione” 1. Comitato Europeo di Normazione 2. Impianti a gas per uso domestico - Impianti di adduzione gas per usi domestici e similari alimentati da rete di distribuzione, da bombole e serbatoi fissi di GPL, realizzati con sistemi di giunzione a raccordi a pressare per tubi metallici - Progettazione, installazione e manutenzione
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La UNI TS 11340 definisce i criteri di progetto, d’installazione, di manutenzione e per il collaudo degli impianti ad uso domestico e similare realizzati con tubi semirigidi corrugati di acciaio inossidabile. Si applica alla costruzione e al collaudo di impianti realizzati con sistema PLT-CSST, idonei all’adduzione dei gas combustibili appartenenti alla 1a,2a e 3a famiglia3, dal punto di inizio (vedere punto 3.2.5 e punto 4.1 della specifica tecnica) agli apparecchi di utilizzazione, con singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. La specifica, si applica inoltre, anche ai rifacimenti parziali o interventi su impianti esistenti, realizzati diversamente purché venga garantita la compatibilità d’assieme. La UNI TS 11340 si applica sempre in accordo alle norme UNI 7129 e UNI 7131, a seconda del tipo di combustibile considerato. La pressione massima di esercizio (MOP) non deve essere maggiore di 40 mbar per gas con densità relativa ≤0,8 (gas manifatturato e gas naturale) e di 70 mbar per gas con densità relativa ≥0,8 (GPL). E’ opportuno fare notare sin d’ora che concluso il periodo di validità della specifica tecnica (3 anni), essa se non interverranno eventuali considerazioni, verrà inglobata nella UNI 7129. Eventuali osservazioni sulla UNI/TS 11340 dovranno pervenire all’ UNI entro il 31 dicembre 2011. La progettazione, l’installazione, il collaudo e la manutenzione degli impianti considerati nella specifica tecnica, devono essere eseguiti da personale in possesso dei requisiti previsti dalle leggi e normative vigenti e di idonea capacità tecnica. Per quanto inerente la ventilazione dei locali, l’installazione di apparecchi, l’evacuazione dei prodotti della combustione, la messa in servizio e la manutenzione, devono essere considerate le prescrizioni di cui alle norme: UNI 7129 parte 1, 2, 3 e 4 e UNI 7131. Nello scopo e campo di applicazione della UNI TS 11340, non rientrano gli impianti soggetti al DM 12 aprile 19964 del Ministero degli interni.
Definizioni specifiche La specifica tecnica introduce alcune definizioni tipiche del sistema, andiamo a vedere le più importanti.
Sistema PLT5: Identifica un impianto interno di adduzione gas messo in opera sul posto, utilizzando elementi fra compatibili e forniti dallo stesso fabbricante. Il sistema PLT comprende: - il tubo semirigido; - i raccordi di giunzione e terminali; - i supporti e i vari accessori. Sistema PLT-CSST: Tipologia di sistema PLT che utilizza tubi semirigidi corrugati in acciaio inossidabile e i relativi raccordi. Tubi semirigidi corrugati di acciaio inossidabile: Tubi facilmente piegabili (a mano) per un numero limitato di volte. Tubi per sistema PLT-CSST Sono i tubi che costituiscono la parte fissa dell’impianto interno del gas. Possono essere di acciaio corrugato semirigido a parete sottile e debbono essere conformi alla norma di prodotto UNI EN 15266:2007, “Kit di tubi ondulati pieghevoli di acciaio inossidabile per il trasporto del gas negli edifici con una pressione di esercizio minore o uguale a 0,5 bar”6 I tubi per sistema PLT-CSST devono essere dotati di idoneo rivestimento protettivo Giunto isolante monoblocco (dielettrico): Componente destinato ad interrompere la continuità elettrica di una tubazione. Negli impianti di adduzione gas, costruiti con i sistemi PLT-CSST l’uso del giunto dielettrico è sempre obbligatorio.
INDICAZIONI SPECIALI PER L’INSTALLAZIONE NOTA: In questo tipo di installazioni, l’accurata consultazione del libretto delle istruzione ed avvertenze, redatto dal fabbricante,è di particolare importanza. Cos’è il libretto di istruzioni ed avvertenze? Sono le istruzioni fornite dal fabbricante per il montaggio e l’installazione del sistema. Esso deve restare allegato alla documentazione relativa dell’impianto gas prevista dalla legge e dai regolamenti vigenti7.
La progettazione, l’installazione, il collaudo e la manutenzione degli impianti considerati nella specifica tecnica, devono essere eseguiti da personale in possesso dei requisiti previsti dalle leggi e normative vigenti e di idonea capacità tecnica.
Terminali, raccordi e rubinetti di intercettazione Importante: I terminali e/o raccordi utilizzati per la giunzione dei tubi per sistema PLTCSST devono essere forniti dal fabbricante del sistema stesso. Le procedure di giunzione ed i materiali impiegati devono essere quelli previsti dal fabbricante del sistema e specificamente
3. Secondo la norma UNI EN 437 “Gas di prova - Pressioni di prova - Categorie di apparecchi” 4. “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi” 5. PLT è l’acronimo di "Pliable Tubing" 6. Recepita da UNI in lingua inglese. 7. In particolare D.M. 37/08 e delibera 40/04 AEEG7.
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SCOPO E CAMPO D’APPLICAZIONE DELLA SPECIFICA TECNICA
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Negli impianti di adduzione gas costruiti con i sistemi PLT-CSST l’uso del giunto diolettrico e sempre obbligatorio
riportati sul “libretto di istruzioni ed avvertenza” Le indicazioni tecniche, le modalità e i limiti di utilizzazione del sistema riportati sul libretto di istruzioni ed avvertenze devono essere sempre rispettate. Le estremità dei raccordi devono essere state progettate per ricevere il tubo di acciaio corrugato, e devono garantire la tenuta metallo su metallo. Tutte le estremità dei raccordi o terminali appositamente progettate devono avere le stesse caratteristiche e devono garantire che la tubazione non possa sfilarsi, soprattutto nei casi in cui il raccordo e/o la tubazione sono sottoposti/possono essere sottoposti a sollecitazioni meccaniche. Le giunzioni miste tra tubo per sistema PLTCSST con altri tipi di tubi (per esempio acciaio,rame, polietilene, ecc.) ed anche quelle per il collegamento di rubinetti ai raccordi portagomma ed altri accessori e componenti, devono essere realizzate mediante terminali misti, filettati o altri sistemi previsti nella norma UNI 7129 da un lato e progettati dall’altro per ricevere il tubo per sistema PLT-CSST. Il raccordo deve essere fornito dal fabbricante del sistema. Le filettature devono essere conformi alle norme UNI EN 102268 parti 1 e 2. Per la tenuta sulla filettatura devono essere utilizzati prodotti a tenuta conformi alla UNI EN 751-19 . Nel caso in cui il sistema PLTCSST prevede l’utilizzo di raccordi progettati con la guarnizione di tenuta, questi possono essere di tipo metallico. I rubinetti azionati manualmente per la posa interrata devono essere conformi alla UNI EN 33110, anche se installati in pozzetti e scatole di ispezione.
Supporti Essendo i tubi per sistema PLT-CSST rivestiti all’esterno, i supporti di staffatura e/o ancoraggio devono essere metallici e compatibili con il rivestimento dei tubi, devono resistere agli eventuali urti e agli agenti atmosferici (anti corrosivi).
CRITERI GENERALI DI POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI PER SISTEMA PLT-CSST
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I suddetti criteri non si differenziano da quelli consolidati, riportati nella norma UNI 7129, tuttavia, dovuta alla specificità dell’installazione, ci sono alcune leggere differenze. Si consiglia agli operatori di consultare la UNI
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TS 11340 sempre insieme alla UNI 7129. E’ comunque opportuno che gli operatori per valutare l’appropriatezza del sistema agli edifici/locali cui è destinato, facciano sempre preliminarmente un esame del percorso dei tubi, identificando i punti dove l’impianto potrà essere sottoposto a maggiori sollecitazioni o dove maggiori siano le probabilità di urti accidentali o di altre eventuali situazioni che potrebbero pregiudicare la sicurezza dell’impianto o diminuirne l’efficienza. Bisogna in poche parole, scegliere i percorsi più idonei, anche a garanzia che il rivestimento esterno risulti protetto nel tempo da sollecitazioni termiche e dall’azione corrosiva degli agenti atmosferici. Una particolare attenzione deve essere prestata al corretto dimensionamento dell’impianto, da sempre vero tallone di Achille per molti installatori. La specifica tecnica contiene anche un’appendice molto importante:
APPENDICE A (Normativa) RACCOMANDAZIONI PRATICHE PER L’INSTALLAZIONE DEI SISTEMI PLT-CSST Come si è già precisato prima, le istruzioni per il montaggio e la posa in opera previste dal fabbricante del sistema e riportate sul libretto di istruzioni ed avvertenze devono essere sempre rispettate. L’appendice A della UNI TS 11340 riporta alcune fondamentali raccomandazioni pratiche, che debbono essere sempre seguite dagli operatori. In attesa dell’installazione, tutti i componenti del sistema, non devono essere rimossi dal loro imballaggio originale e debbono essere conservati in un luogo asciutto e riparato dal contatto con acidi, basi, sali o altre sostanze corrosive. Le tubazioni PLT-CSST non devono essere lasciate all'aperto prima della loro installazione. Le sezioni terminali della tubazione devono essere chiuse, per impedire che corpi estranei possano penetrare all’interno della tubazione stessa. Si deve porre attenzione all’operazione di srotolamento del tubo CSST dalla bobina, facendo attenzione a non deformarlo, non aggrovigliarlo o impigliarlo in ostacoli. Prima di porre il tubo in opera l’installatore deve sempre accertarsi dell’integrità del rive-
8. “Filettature di tubazioni per accoppiamento con tenuta sul filetto - Parte 1: Filettature esterne coniche e interne parallele - Dimensioni, tolleranze e designazione” e “Filettature di tubazioni per accoppiamento con tenuta sul filetto - Parte 2: Filettature esterne coniche e interne coniche - Dimensioni, tolleranze e designazione” 9. Materiali di tenuta per giunzioni metalliche filettate a contatto con gas della 1a, 2a e 3a famiglia e con acqua calda - Composti di tenuta anaerobici 10. Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando manuale, per impianti a gas negli edifici.
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installazione e manutenzione”
SCOPO E CAMPO D’APPLICAZIONE DELLA SPECIFICA TECNICA La UNI TS 11343 definisce i criteri di progetto, d’installazione, di manutenzione e per il collaudo degli impianti ad uso domestico e similare realizzati con tubazioni multistrato metallo-plastiche negli impianti domestici e similari, realizzati con sistemi di raccordi idonei all’adduzione dei gas combustibili. La presente specifica tecnica si applica agli impianti di adduzione gas di VI e VII specie, della Ia, IIa e IIIa famiglia, per usi domestici e similari alimentati da rete di distribuzione, da bombole e serbatoi fissi di GPL. Si applica sempre in accordo alla norma UNI 7129 . Concluso il periodo di validità della specifica tecnica (3 anni), essa se non interverranno eventuali considerazioni, verrà incorporata nella UNI 7129. Eventuali osservazioni sulla UNI/TS 11343 dovranno pervenire all’UNI entro il 31 dicembre 2011. La progettazione, l’installazione, il collaudo e la manutenzione degli impianti considerati nella specifica tecnica, devono essere eseguiti da personale in possesso dei requisiti previsti dalle leggi e normative vigenti e di idonea capacità tecnica. Per quanto inerente la ventilazione dei locali, l’installazione di apparecchi, l’evacuazione dei prodotti della combustione, la messa in servizio e la manutenzione, devono essere considerate le prescrizioni di cui alle norme: UNI 7129 parte 1, 2, 3 e 4 e UNI 7131. Nello scopo e campo di applicazione della UNI TS 11343, non rientrano gli impianti soggetti al DM 12 aprile 1996 del Ministero degli interni.
Le tubazioni PLT-CSST, quando sono posate a vista ad altezze minori di 2 metri dai piani di calpestio, devono essere protette da eventuali urti involontari che possano danneggiare il rivestimento.
Specifica tecnica di riferimento di prodotto E’, come abbiamo già visto, la UNI/TS 11344
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stimento esterno. La tubazione PLT-CSST non deve essere allungata o sottoposta a torsione. Durante l’installazione, o a seguito di essa, il tubo PLT-CSST non deve essere sottoposto a piegamenti. Il numero di giunzioni deve essere limitato al massimo. Le sezioni di tubo in cui sono presenti raccordi di giunzione, devono essere protette con nastro di rivestimento fornito dal fabbricante del sistema o da questi dichiarato idoneo all’uso inteso. Il tubo deve essere sostituito se si verificano le seguenti situazioni: - danneggiamento del tubo con schiacciamento, forature o abrasioni di qualunque tipo; - piegamento del tubo oltre il suo raggio minimo di curvatura. Le tubazioni PLT-CSST, quando sono posate a vista ad altezze minori di 2 metri dai piani di calpestio, devono essere protette da eventuali urti involontari che possano danneggiare il rivestimento. Il rivestimento del tubo CSST non deve presentare discontinuità e dove fossero notati danneggiamenti su di esso, è necessario provvedere al suo ripristino con prodotti idonei. Se le tubazioni vengono installate in canalette e appositi alloggiamenti, questi devono essere realizzati in modo da permetterne la manutenzione e la pulizia. Se l’installazione è effettuata in edifici soggetti alla normativa di prevenzione incendi, deve essere prevista una rete taglia fuoco ad ogni piano e devono essere realizzate conformemente alle disposizioni antincendio vigenti. Le canalette metalliche devono essere messe a terra conformemente alla norma CEI 64-8. UNI/TS 11343: “Impianti a gas per uso domestico - Impianti di adduzione gas per usi domestici alimentati da rete di distribuzione, da bidoni e serbatoi fissi di GPL, realizzati con sistemi di tubazioni multistrato metallo-plastici Progettazione,
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“Sistemi di tubazioni multistrato metallo-plastici e raccordi per il trasporto di combustibili gassosi per impianti interni”, elaborata da UNIPLAST, ente come il CIG, federato all’UNI. DEFINIZIONI SPECIFICHE PER IL SISTEMA DI TUBI MULTISTRATO
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Un libretto di istruzioni ed avvertenze, redatto a cura del fabbricante deve sempre accompagnare la consegna del sistema.
La specifica tecnica introduce alcune definizioni tipiche del sistema, di seguito riportiamo annotandole, le più importanti. Ganascia: E’ un attrezzo meccanico, fisso, o mobile, da applicare sulla pressatrice necessario al fine di realizzare nei termini previsti, la corretta pressatura dei raccordi. L’attrezzo deve essere quello costituente il sistema di tubazione multistrato previsto ed indicato dal fabbricante del sistema. Pressatrice, pinza o attrezzo di pressatura: E’ il macchinario a cui si applica la/e ganascia(e), che applica la forza necessaria per garantire la corretta pressatura dei raccordi. Giunto per sistemi multistrato: E’ l’elemento costitutivo utilizzato in un sistema di tubi multistrato metallo-plastici per il loro collegamento inseparabile o per l’unione con altri componenti del sistema. Rivestimento protettivo: E’ un rivestimento idoneo a proteggere termicamente e/o dall’aggressione di agenti chimici di una tubazione gas. Sistema per tubazioni multistrato: E’ l’insieme dei prodotti previsti dal fabbricante, che comprende raccordi, tubi, attrezzi, utensili e tutto quanto necessario per provvedere all’assemblaggio ed all'installazione degli stessi. Tubo multistrato: E’ un tubo la cui parete é costituita da almeno due strati di materiale plastico legati in unione ad uno strato di alluminio o a uno strato di leghe di alluminio, interposto tra essi. DIMENSIONAMENTO IMPIANTO INTERNO Per il dimensionamento dell'impianto interno, la UNI TS 11343 rimanda alla norma UNI 7129. Comunque, nell'appendice A della specifica, sono riportati i metodi per il dimensionamento delle tubazioni multistrato metalloplastiche. Tubazioni Le tubazioni che costituiscono la parte fissa dell'impianto gas realizzate in materiale multistrato metallo-plastico devono essere conformi alle prescrizioni della UNI/TS 11344. Terminali, raccordi e rubinetti I terminali o raccordi utilizzati nei sistemi di tubi multistrato per la giunzione delle tubazioni devono essere in materiale metallico e/o plastico. Il passaggio dal sistema di tubazioni multistrato ad altri materiali, deve essere realizzato mediante opportuni giunti di transizione. Le giunzioni possono essere realizzate mediante raccordi per sistemi multistrato conformi alla UNI/TS 11344.
Le procedure per le giunzioni, i materiali, le attrezzature e gli utensili impiegati devono essere quelli dichiarati dal fabbricante del sistema per tubazioni multistrato. Un libretto di istruzioni ed avvertenze, redatto a cura del fabbricante deve sempre accompagnare la consegna del sistema. I raccordi possono essere interrati o posti sottotraccia a condizione che vengano rispettivamente inseriti in idoneo pozzetto ispezionabile o apposita scatola ispezionabile il cui coperchio non deve essere a tenuta. I punti di giunzione in corrispondenza dei raccordi posizionati nei pozzetti devono essere opportunamente protetti contro le corrosioni, secondo quanto previsto dalla UNI EN 1295411. Prima di introdurre la tubazione nel raccordo deve essere accertata l’integrità del raccordo stesso. I rubinetti per installazione fuori terra (compresi i casi in pozzetti ed installazioni a vista), possono essere di ottone, di bronzo, di acciaio o di ghisa sferoidale, conformi alla UNI EN 331.
CRITERI DI POSA IN OPERA DI SISTEMI DI TUBI MULTISTRATO Tali criteri sono fondamentalmente similari a quelli prescritti dalla norma UNI 7129, che deve sempre essere usata in abbinamento con la UNI TS 11343. In ogni caso, ci sono diverse prescrizioni specifiche per questi sistemi. Innanzitutto nella specifica si ribadisce il concetto che è opportuno limitare a quanto più sia possibile il percorso delle tubazioni all’interno dei locali. L’appendice B riporta le disposizioni per l’installazione dei raccordi. Considerata la particolare specificità dei sistemi di tubi multistrato, la UNI TS 11343 prescrive che le tubazioni installate all’esterno (in cortili, pareti perimetrali, muri di cinta, ecc.) debbono essere protette contro l’azione dei raggi UV, dai danneggiamenti meccanici (con particolare attenzione alle zone di transito dei veicoli) e dai rischi d’incendio. Se si utilizzano sistemi di supporto o fissaggio, questi debbono essere idonei all’uso e non arrecare danni ai tubi, consentendone la dilatazione termica. Bisogna prestare particolare attenzione nel caso che nelle vicinanze dei tubi ci siano impianti che trasportano fluidi con temperature superiori ai 40 °C. In questo caso dovranno essere adottati accorgimenti per proteggere termicamente i tubi. Le distanze da cavi elettrici e similari, non inseriti in canalette dedicate, devono essere quelle stabilite dalle norme CEI.
11. Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse - Principi generali e applicazione per condotte
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APCE NOTIZIE Periodico trimestrale Direttore responsabile: Gino Magnoni (ITALGAS) Comitato di redazione: Davide Gentile (UCEMI), Sergio Cavalieri (UCERM) Luciano Lazzari (CFA) Comitato editoriale: Andrea Rovelli (SNAM RETE GAS), Alvaro Fumi (RFI), Massimo Tiberi (GEA), Umberto
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APPENDICE A (informativa) DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO METALLO-PLASTICHE VALIDE PER GAS NATURALE E GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO (GPL) Descrive come può essere effettuato il dimensionamento di un impianto interno di adduzione gas. APPENDICE B (informativa) DISPOSIZIONI PRATICHE PER L’INSTALLAZIONE DEI RACCORDI NEI SISTEMI DI TUBAZIONI MULTISTRATO METALLO-PLASTICHE In tale appendice, vengono riportate le “Precauzioni generali” da osservare per il miglior utilizzo del sistema. In particolare, per il trasporto, lo stoccaggio e la posa in opera si rimanda la libretto di istruzione ed avvertenze redatto dal fabbricante. Si pone l’accento sul divieto di: - utilizzare raccordi danneggiati; - utilizzare attrezzi e/o ganasce/dime differenti da quelle indicate dal fabbricante del sistema; - utilizzare tubi diversi da quelli indicati dal fabbricante del sistema; - manomettere o sostituire l’eventuale guarnizione di tenuta. Vengono poi richiamate: • La necessità di pulizia delle ganasce e dime di pressatura; • La necessità periodica di manutenzione e revisione dell'attrezzo di pressatura e delle ganasce; • la cura di osservare preventivamente le estremità del tubo da inserire nel raccordo, per realizzare la corretta giunzione. APPENDICE C (informativa) DILATAZIONI TERMICHE PER TUBAZIONI MULTISTRATO METALLO-PLASTICHE In questa appendice vengono date informazioni e suggerimenti per contenere gli effetti delle dilatazioni termiche.
Lebruto (RFI), Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas), Giuseppe Maiello (NAPOLETANAGAS), Marco Galletti (SNAM RETE GAS), Paolo Del Gaudio (IRIDE), Ezio Coppi (Esperto) Redazione: UCE Roma - Sergio Cavalieri, c/o ITALGAS Roma Via del Commercio, 11 - 00154 Roma Tel. 06 57396337 Fax 06 57396338
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È vietato collocare raccordi per giunzioni di tubazioni multistrato metallo-plastiche all’interno di locali che non siano permanentemente areati o che non sono aerabili.
Promozione e sviluppo: APCE Via del Commercio, 11 - 00154 Roma Tel. 06 57397466 Consulenza editoriale ed impaginazione: Massimiliano Medei - Santa Marinella (RM) m.medei@gimax.eu Stampa: GIMAX Santa Marinella (RM) - Via Valdambrini, 22 Tel. 0766 511644 - info@gimax.eu w w w. a p c e . i t
Si deve sempre riferirsi alle norme CEI per stabilire il corretto collegamento equipotenziale delle strutture metalliche poste a protezione dell’impianto interno del gas. Per quanto riguarda gli attraversamenti gli operatori dovranno scrupolosamente attenersi alle prescrizioni della specifica tecnica, tenendo sempre in mente che nel caso di attraversamento di locali con pericolo d’incendio, i tubi multistrato dovranno essere ricoverati in un apposito alloggiamento e le caratteristiche di resistenza al fuoco dovranno essere adeguate al luogo di installazione e comunque non minori di REI 120. Si fa anche presente che in queste situazioni gli ancoraggi delle tubazioni devono essere realizzati con materiali di classe A1 secondo la norma UNI EN 13501-1 ed installati in modo che l’eventuale trasmissione di calore alla tubazione del gas, sia minimizzata. È vietato collocare raccordi per giunzioni di tubazioni multistrato metallo-plastiche all’interno di locali che non siano permanentemente areati o che non sono aerabili. Allo stesso modo è fatto divieto di collocare giunzioni filettate all’interno dei locali anzi descritti, eccetto di quelli realizzati con prodotti conformi alla norma UNI EN 751-2 che recano la dicitura ARp e alla UNI EN 751-3 recanti la dicitura FRp o GRp. Prima di provvedere all’installazione; deve essere controllata la completa integrità dello strato esterno plastico del tubo e se fossero notate anomalie, il tubo non dovrà essere utilizzato. All’interno degli edifici le tubazioni devono essere installate sotto traccia e se i locali sono sottoposti a prescrizioni di prevenzione incendi, devono essere inserite in un apposito alloggiamento, di cui la specifica tecnica fornisce i requisiti strutturali richiesti (punto 5.2.3). La specifica tecnica, comprende anche tre accurate appendici:
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