Interview with Michael Byatt

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Michael Byatt

In the occasion of his recent visit to Italy we had the great pleasure of interviewing Michael Byatt, a veritable living legend in the Pure Bred Arabian world. Wanting to express very synthetically this concept, we could use the phrase "if you don't know at least Michael Byatt's name, you don't know Arabian horses at all".

Non vogliamo fare una cronistoria delle esperienze passate, ci vorrebbe davvero molto tempo per descrivere tutto quel che riguarda il lavoro di Michael dagli esordi ai giorni nostri - non per una questione anagrafica ma di quantità e importanza ovviamente - anche perché noi siamo sempre più interessati al futuro che al passato che è li, ben scritto, nella memoria e nell'esperienza di ognuno di noi, ma piuttosto sapere qualcosa in più di Michael oggi. Lasceremo a lui raccontare qualcosa di significativo che ricorda più volentieri. Senza dubbio Michael ha lasciato la sua impronta nei quattro angoli del pianeta, come handler, come allevatore, come scopritore di talenti, come insegnante a quanti negli anni si sono recati da lui ad imparare o perfezionare quanto sapevano sulla gestione dei cavalli arabi e a cercare di carpirne i segreti... Ma in realtà il segreto di Michael è l'innato feeling che ha sempre avuto con i PSA e, purtroppo, questo non lo si può imparare. Un professionista a tuttotondo che ha cambiato in modo radicale l'essere "cavallo arabo". Michael è senz'altro l'uomo che ha meglio interpretato l'industria del cavallo arabo, nell'accezione più positiva del termine, perché Michael trasuda passione per il suo lavoro e guardandolo negli occhi capisci perché sia riuscito ad ottenere così tanto

This is not the right place to detail all his experiences, it would take too long to describe everything connected to Michael's job, from his debut to today - and not because of the length of time, clearly, but because of its quantity and importance - also because we are always more interested in the future than in the past, since this last will stay where it is, solidly inscribed in the memory and in the experience of each one of us, but we would rather get to learn something more about today's Michael. We shall let him tell you some of his most significant memories, those he remembers most willingly. Without a doubt, Michael left his imprint in every corner of the world, as a handler, as a breeder, as a talent scout, as the teacher for all those who in the course of the years have gone to him to learn or perfect their knowledge of Arabian horses management, trying to learn his secret... In reality however Michael's secret is the innate feeling he has always had with the Pure Bred Arabian and, unfortunately, this is something one cannot learn. A through-and-through professional who has radically changed the way of being "Arabian Horse". Michael is undoubtedly the man who has best interpreted the Arabian Horse industry, in the best and most positive meaning of the word, exactly because Michael literally oozes passion for his job, and

dai soggetti che, arrivati da lui semplicemente "cavalli" sono poi diventati delle icone nei ring di mezzo mondo. AHJ: bene Michael, per tanto tempo ho cercato di farti un'intervista, finalmente ci sono riuscita e credimi è per me fonte di immensa gioia e per questo ti ringrazio. Qualche accenno sul tuo passato professionale, quali sono i momenti che ricordi con maggior piacere? MB: La mia storia con i cavalli è nata dal puro e semplice amore che ho per questi meravigliosi compagni di vita. Quando ho cominciato non sapevo nulla di come si partecipa ad uno show, anzi non sapevo nemmeno che esistesse una cosa chiamata show ring. Semplicemente mi piacevano moltissimo i cavalli. Sono cresciuto ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, e da bambino andavo a cavalcare coi miei amici su e giù lungo il fiume Rio Grande. Partivamo all'alba, a mezzogiorno legavamo i cavalli a qualche albero mentre pranzavamo al sacco, poi cavalcavamo divertendoci fino a casa. I cavalli mangiavano l'erba sulle sponde del fiume e ne bevevano l'acqua. E' stata un'epoca meravigliosa. Qualche tempo dopo feci conoscenza con il cavallo arabo grazie alla mia vicina, e mentore, Ethel Ortenburger e da allora niente fu più lo stesso. Lei mi portava a delle piccole mostre, alla domenica, dove c'erano molti ragazzi che si divertivano con i cavalli sia per hobby che come sport. Gli show erano faccende di un solo giorno, dove i nostri genitori potevano spendere qualcosa come 20 dollari per l'intera giornata dello show, pranzo incluso! Ci godevamo il cameratismo e l'amicizia che si creava con gli altri ragazzi e la nostra passione per i cavalli che coinvolgeva tutta la famiglia. Il mio

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when you gaze into his eyes you suddenly understand why and how he was able to wring so much from subjects that, "simply horses" when they arrived into his hands, have later become icons in rings the world over.

AHJ: Well, Michael, I have been trying to get an interview from you for a long time, I have finally managed it, and believe you me this is a great joy for me, I give you my heartfelt thanks. Tell us something about your professional history, which moments do you remember with the greatest pleasure?

MB: My history with horses was born purely out of love for horses. I began with horses not knowing about showing or even that there was such a thing as the show ring. I just loved horses. I grew up in Albuquerque, New Mexico and as a child I rode with my friends up and down the Rio Grande River. We started at sunrise, tied our horses to trees at midday while we ate our lunch, then rode and played games all the way home. The horses would eat the grass from the river bank and drink the water. It was an amazing time. Later, I was exposed to Arabian horses through my neighbor and mentor Ethel Ortenburger and I never looked back. She took me to small shows on Sundays, where there were lots of kids enjoying horses as a hobby and a sport. The shows were one day affairs where our parents might spend 20.00 dollars for the entire day of showing, lunch included! We enjoyed the camaraderie and friendship with other kids and our love for horses in a very family friendly way. My mentor Ethel was first and foremost a teacher of integrity and respect for our horses. She insisted we do everything. There were no grooms taking care of anything. She had a rule, for 8 hours of work we could have 1 hour of lessons. It taught all of us about horses and the priorities of horsemen. She also wanted us to know every detail about how to use all the equipment for horses. She would take a complicated double bridle apart, put all the pieces in a pile in the middle of the floor, and we had to put it together before we could put it on a horse. As time went on, I sought out the most accomplished trainers in the business and followed them on the show circuit just to imitate them. I watched everything. I adapted things that worked for me and learned through experimenting on how to do things. My early days were 100% devoted to being a performance trainer. My first important success was winning a National Championship in Western Pleasure. Then

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sperimentando, come fare ogni cosa. Il mio periodo iniziale era dedicato al 100% a diventare un performance trainer. Il primo importante successo che ottenni fu la vittoria al Campionato Nazionale di Western Pleasure. Poi ci fu un evento accidentale, avevo una puledra yearling di nome Ddinnerka che mi era stata affidata per la preparazione che vinse a Scottsdale nel 1981. Dalla sera alla mattina sono diventato un trainer di halter. Quell'anno Hans Bourghardt mi chiamò e mi chiese di andare con lui a Parigi per presentare i cavalli. Da quel momento in poi tutto è cambiato molto in fretta. Ho avuto così tante meravigliose esperienze grazie al fatto che i cavalli erano presenti nella mia vita, ma il primo periodo è stato il più innocente ed il più dolce. AHJ: Vivi in Texas, patria dei cavalli per antonomasia, perché proprio il cavallo arabo nella tua vita?

mentore Ethel era innanzitutto e soprattutto una maestra per quel che concerneva l'integrità del carattere ed il rispetto per i nostri cavalli. Insisteva che dovevamo fare tutto da noi. Non c'erano stallieri a badare a tutto al posto nostro. Aveva una regola, in cambio di 8 ore di lavoro avremmo ricevuto un'ora di lezione. Questo ha insegnato, a tutti noi, tutto quello che c'era da sapere sui cavalli e sulle priorità del cavaliere. Voleva anche che conoscessimo nei minimi dettagli come usare l'equipaggiamento equestre. Per esempio smontava del tutto una complicata briglia doppia, ammucchiava tutti i pezzi al centro della stanza e noi dovevamo rimettere tutto insieme prima di metterla sul cavallo. Man mano che il tempo passava cercavo i trainer più abili del settore e li seguivo nei vari show soltanto per imitarli. Guardavo tutto attentamente. Adattavo quello che vedevo alle mie esigenze ed imparavo,

an accident happened, I had a yearling filly named Ddinnerka put into training with me and she won Scottsdale in 1981. Overnight I became a halter trainer. That year Hans Bourghardt called me and asked me to come show horses in Paris. Everything changed very quickly from that moment. I have had so many amazing experiences due to horses being in my life, but the early days were the most innocent and sweetest.

AHJ: You live in Texas, the home of horses by definition, why is the Arabian in your life, of all possible races?

MB: I live in Texas because that is where my wife is from and we wanted to raise our children around family. As anyone who is in the horse business can tell you this business requires a lot of travel and we wanted our kids to grow up with grandparents and cousins around. In addition to our family needs, Texas is ideal for me, especially east Texas, because of the expansive space which allows for lots of pasture land. It is very important to me that my horses are outside in a natural state where they can graze on grass and run freely. And part 2, why Arabian horses? They must be in my life, they are like oxygen for me. But truly, I love horses, all horses.

AHJ: Chi è la persona più significativa per te, sempre in ambito professionale, e perché?

AHJ: Who is the most significant person for you, talking again of the professional sphere, and why?

MB: Ci sono state molte persone significative nella mia vita professionale. La prima persona che mi ha fatto fare un giro su un cavallo, Ethel Ortenburger, per avermi fatto conoscere il cavallo Arabo, i tanti trainer che sono stati la mia ispirazione, i Bourghardts per avermi invitato allo show di Parigi, tutte le persone che mi hanno affidato i loro cavalli, ma la persona che posso sinceramente dire che ha cambiato la mia vita nel mondo del cavallo Arabo è lo Sheicco Hamad Bin Ali Al Thani.

MB: I have had many significant people in my professional life. The first person that ever lead me around on a horse, Ethel Ortenburger, for introducing me to Arabian horses, the many trainers that I was inspired by, the Bourghardts for inviting me to show in Paris, all the people that put horses in my care, but one person who I can truly say changed my life in the Arabian horse world is Sheik Hamad Bin Ali Al Thani.

AHJ: Negli anni molto è cambiato nel mondo del PSA, cosa salvi del vecchio e cosa cambieresti del nuovo se dipendesse da te?

AHJ: Much has changed in the Pure Bred Arabian world, what would you save of the old world and what would you change of the new one, if it was only up to you?

MB: Se potessi cambiare il mondo dei cavalli Arabi, sposterei all'indietro l'orologio. Parlo come una persona di una certa

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With Marquis CAHR - Menton

MB: Vivo in Texas perché mia moglie è di qui e volevamo far crescere i nostri figli vicino alla famiglia. Come può testimoniare chiunque lavori in questa "industria" è necessario viaggiare molto e volevamo che i nostri figli, crescendo, avessero attorno nonni e cugini. In aggiunta alle necessità della nostra famiglia, il Texas è ideale per me, specialmente la parte est del Texas, grazie ai grandi spazi che garantiscono molti ampi terreni di pascolo. Per me è molto importante che i miei cavalli siano all'aperto in uno stato naturale nel quale si cibino di erba e possano correre liberamente. E per la seconda parte, perché l'Arabo? Semplicemente deve essere presente nella mia vita, è come l'ossigeno per me. Ma in verità, io amo i cavalli, tutti i cavalli.

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MB: If I could change the world of Arabian horses I would dial the clock back. I am speaking like a person with age now (which I have) but the atmosphere of yesterday was much kinder and nicer than that of today. The shows, the parties, the dinners all had a very festive friendly feel — everyone competed but then everyone came together. I would also limit embryos and shipped semen. Today, due to advances in science, we are actually making our gene pool smaller. And by doing so we are limiting our ability to make big important changes in our horses, we have severely limited our options. Whereas, before the advent of shipping semen, local stallions were used which created many advantageous results. The other obvious benefit was the creation of outcrosses. Another positive is that local stallion owners were able to create an income from local breeders. That commerce allowed people to be able to afford horse ownership. Consequently, the base of our sport had much broader support. I would try to eliminate the huge sponsorships, in my analysis they do not do a lot to bring people together, they segregate people. I would continue to try and resolve issues with conflicts of interest in judging. The lack of clarity from exhibitors and the perception of a "system at work" does not do much for breed growth.

AHJ: Se potessi riscrivere alcuni capitoli della tua vita professionale quali cambieresti e perché?

AHJ: If you had faculty to write again some chapters of your professional life, which ones would you change and why?

MB: Non ci sono molti capitoli che vorrei riscrivere. Sono stato più che benedetto dalla mia esperienza.

MB: There are not a lot of chapters that I would rewrite. I have been very blessed by my experience.

AHJ: La tua è una figura a tuttotondo ma qual'è il ruolo che preferisci, che senti più tuo?

AHJ: Yours is a multifaceted figure, but what role do you prefer, and why do you feel it most suitable for you?

MB: Il ruolo connesso ai cavalli che più mi piace è quello di proprietario. Mi piace avere dei cavalli. Se non partecipassi agli show, se non facessi il trainer o l'allevatore, riuscirei a sopravvivere solo avendo i miei cavalli come compagnia. Ma in effetti sono contento di non dover scegliere, mi piace molto avere la gamma di scelte che attualmente ho.

MB: The role I most cherish with horses is that of horse owner. I love having horses. If I did not show, train, or breed, I would survive all of that as long as I had my horses as pets. But I am glad that I do not have to choose, I really like having the choices I have.

AHJ: Su cosa stai lavorando al momento? Qual'è la cosa che vorresti fare e non hai ancora fatto?

AHJ: What are you working on at the moment? What is the one thing you would most like to do yet?

MB: La parte del giorno che preferisco è la semplice coesistenza con i miei cavalli. In effetti sono un proprietario di cavalli molto felice. Sono interessato alla vita a tutto tondo. Mi piace fare un sacco di cose. All'orizzonte potremmo forse vedere una mostra di dipinti di cavalli firmati da Michael By-

MB: My favorite part of my day is the simple coexistence with my horses. I am really a very happy horse owner. I am also interested in life. I like doing a lot of things. On the horizon, we might see a Michael Byatt exhibition of horse paintings. I have recently become much more devoted to becoming a

With Marwan Al Shaqab in Paris - 2008 att. Proprio recentemente mi sono dedicato molto di più al cercare di diventare un pittore migliore. Sto migliorando, quindi potrei decidermi a rendere pubblici alcuni dei miei quadri di cavalli. E ci sono stati degli approcci perché io scriva un libro sulla mia vita con i cavalli. Mi fa piacere che a qualcuno interessi la mia storia, ed in effetti c'è molto da dire. E' stata una meravigliosa avventura. Sono ansioso di vedere dove mi porteranno i cavalli nei prossimi vent'anni. Ringraziamo ancora una volta Michael per la disponibilità a questa intervista e speriamo di rivederlo presto, magari nel suo training center in Texas, o in un ring al prossimo grande evento in giro per il mondo, o ad un altro open house, poco importa dove... Sarà un piacere rivederti! A presto

better painter. I am improving so I might make some of my horse painting public. And I have been approached about telling my life experience with horses in a book. I am appreciative that anyone cares about my story and there really is quite a bit to tell. It's been an amazing adventure. I am excited to see where horses take me for the next 20 years. Thanks to Michael once again for granting us this interview and we hope we shall be able to see him again soon, maybe in his training center in Texas, or in a ring at the next great event somewhere around the world, or some open house or other, anywhere really... It will be a pleasure talking to you again! See you soon

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età, e lo sono, ma l'atmosfera dei giorni andati era molto più gentile e gradevole di quella di oggi. Gli show, le feste, le cene, avevano tutti un sapore molto festoso ed amichevole — tutti gareggiavano ma poi tutti si ritrovavano assieme. Metterei un limite anche al trasferimento di embrioni e sperma. Al giorno d'oggi, grazie ai progressi della scienza, stiamo in effetti restringendo il nostro patrimonio genetico. E nel farlo stiamo limitando la nostra stessa capacità di apportare grandi cambiamenti nei nostri cavalli, stiamo riducendo le nostre stesse possibilità di scelta. Prima dell'avvento della spedizione dello sperma, si usavano gli stalloni locali, il che creava molti risultati favorevoli. L'altro ovvio beneficio era la creazione di incroci eterologhi. Un'altra cosa positiva era che i proprietari di quegli stessi stalloni locali riuscivano a creare un flusso di entrate finanziarie dagli altri allevatori locali. Questo commercio permetteva a molte persone di riuscire ad essere proprietari di cavalli. Di conseguenza, la base del nostro sport godeva di un supporto molto più ampio. Cercherei di eliminare i grandissimi importi degli sponsor, a mio ragionato parere questi non fanno molto per avvicinare la gente, anzi dividono le persone. Continuerei a cercare di risolvere le problematiche legate ai conflitti di interesse tra i giudici. La mancanza di chiarezza da parte degli espositori e la percezione che ci sia "un sistema al lavoro", non è molto positivo per la crescita della razza.

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