Arcireport n 10 2015

Page 1

arcireport

Manifestazione del 25 ottobre 2014 a Roma

settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 10 | 19 marzo 2015 | www.arci.it | report @arci.it

Disponibili al confronto sui temi, ma noi restiamo autonomi di Francesca Chiavacci presidente nazionale Arci

Da tempo diciamo che il cambiamento di cui ha bisogno davvero il nostro Paese deve avere nei suoi contenuti le istanze di uguaglianza e giustizia sociale, di allargamento dei diritti. Insomma, è un’urgenza la «rimozione (di cui parla l’art. 3 della Costituzione) degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Purtroppo questa urgenza oggi non sempre sembra essere condivisa e considerata prioritaria dal dibattito pubblico, nella politica istituzionale con molta fatica si fa spazio, e le rappresentanze sociali per le quali è un’urgenza molto sentita agiscono in un contesto difficile. In questi giorni ha fatto molto discutere la cosiddetta ‘coalizione sociale’ lanciata dalla Fiom. L’Arci aveva ricevuto una lettera di invito a una riunione che avrebbe discusso di programmi e obiettivi comuni. L’incontro si è svolto a porte chiuse il 14 marzo scorso nella sede del sindacato dei metalmeccanici della Cgil e sempre su questo tema parteciperemo il prossimo 23 marzo a Firenze ad un incontro pubblico. Crediamo che le ragioni del gran polverone

sollevato siano dovute in particolar modo al trattamento e alla gestione mediatica della notizia, che hanno prodotto uno schiacciamento della questione sul risvolto ‘elettorale’ che una simile iniziativa avrebbe potuto comportare. Per quanto ci riguarda, abbiamo accettato l’invito a partecipare e ad ascoltare le proposte che sarebbero state e verranno avanzate. Come sempre, abbiamo ribadito e ribadiremo che siamo una associazione culturale, di carattere popolare, di sinistra. E ancor prima ci teniamo a riaffermare che il principio base a cui ispiriamo la nostra azione è l’autonomia. Di questa autonomia siamo gelosi, perché ci ha consentito di sviluppare l’esistenza dell’Arci nel segno dell’unità tra sensibilità diverse, di essere un soggetto radicato nei territori, di essere un’organizzazione inclusiva di tutte le opinioni che attraversano il pensiero e le pratiche di sinistra del nostro Paese. Ed è sulla base di questo assunto che in questi anni e per il futuro partecipiamo e parteciperemo a reti e alleanze che presentano sul piano dei contenuti punti di comune interesse con altre organizzazioni. Il nostro ruolo è quello di diffondere cultura, e in particolare cultura dei diritti e della giustizia sociale. Con questo spirito proseguiremo la nostra azione. Siamo

interessati (come sempre facciamo anche con altri soggetti su singole campagne) a prendere parte a tavoli, sedi, occasioni, iniziative che possano essere foriere di una diffusione dei nostri contenuti nella società italiana. Ma questo, per noi, non può tradursi in una sorta di chiusura in recinti o particolari collocazioni, o, peggio, farci cadere in una logica di schieramento perché significherebbe limitare la nostra natura di soggetto indipendente e plurale. Allo stesso tempo ci sentiamo di ribadire con forza che appare un’operazione rischiosa contrapporre il ruolo delle forze della società a quello dei partiti. E per questo non siamo interessati a nessun progetto che abbia finalità elettorali, che consideriamo velleitarie e dannose per il nostro associazionismo. Siamo disponibili a discutere, siamo disponibili a partecipare ad un ragionamento teso a rendere più forti pensieri e pratiche di sinistra rinnovati e capaci di aggregare, ma non siamo disposti a sposare proposte che rischino di trasformare il nostro prezioso ruolo di promozione sociale e culturale o di precluderci la nostra possibilità e capacità di interlocuzione, nella nostra autonomia, con partiti e istituzioni… e vigileremo, come sempre, affinchè questo non avvenga.


2

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

giornatadellamemoria

Il 21 marzo a Bologna scende in piazza con Libera la parte buona della società di Davide Vecchiato coordinatore commissione nazionale Arci Antimafia sociale e legalità democratica

In questi giorni, come sta succedendo ormai periodicamente, attraverso un effetto domino delle inchieste giudiziarie, c’è «un’emergenza collettiva etica» in Italia legata alle inchieste di corruzione. L’emergenza è data dal dilagare delle inchieste sul malaffare che vede purtroppo non solo le vittime degli omicidi di mafia, ma anche la nostra società italiana tradita e colpita da gruppi organizzati di politici, funzionari e imprenditori corrotti e corruttori. L’altro effetto dell’emergenza è dato dal rischio di innescare una sfiducia collettiva nelle persone e nelle classi dirigenti che ci governano, a prescindere, mettendo a rischio la democrazia costituzionale. La politica deve avere al centro dell’agenda l’obiettivo e un sistema di reazione chiara e al passo con i tempi, per la salvaguardia del sistema democratico. Rimane chiaro che il punto chiave generale sta nel sistema dell’erogazione degli appalti. Se la questione morale è la priorità ed è il centro del problema politico italiano, allo stesso tempo ognuno di noi, anche

attraverso i corpi intermedi, come l’Arci ha un obbligo morale e prioritario di diffusione della cultura della legalità tra i cittadini. Non dimentichiamo che l’Arci è impegnata da diversi anni nella cultura della lotta alla mafia e nella promozione della legalità, anche in quei territori storicamente e duramente colpiti da questi fenomeni. Non ultimo la firma del protocollo nazionale d’intesa con le forze sindacali

Le informazioni per partecipare alla Giornata della Memoria Sul sito www.memoriaeimpegno.it, dedicato alla Giornata della Memoria, ci sono tutte le informazioni sul programma e sui seminari che si svolgeranno nel pomeriggio del 21 marzo e tutte le iniziative di preparazione e promozione. Dai territori sono stati organizzati, anche da comitati Arci, numerosi pullman. Di seguito alcune informazioni logistiche relative alla nostra presenza: Ritrovo L’Arci si ritrova alle 8.30 al cancello di ingresso del parco della Montagnola, situato in via Irnerio di fronte a piazza VIII Agosto, all’inizio della prima rampa di accesso al parco venendo da via Indipendenza. Materiale Ci sarà un lenzuolo/striscione preparato dai ragazzi che frequentano il doposcuola di Arci Bologna; sa-

ranno distribuiti gli adesivi realizzati dall’Arci. Per informazioni e per comunicare la vostra presenza potete scrivere a Valentina Roversi (roversi@arci.it) o chiamare al 3484772781 (segreteria Arci Emilia Romagna). L’Arci Bologna promuove due iniziative nella giornata del 21 marzo, ospitate in un circolo e al Parco della Montagnola (gestito dall’Arci di Bologna). Alle ore 14.30 la tensostruttura del Parco della Montagnola ospita il seminario Venti di vecchia e nuova corruzione e anticorruzione: da Mani Pulite a Riparte il futuro. Sempre nel pomeriggio al circolo Arci Millenium (via Riva di Reno, 77/A) si terrà l’evento finale del Premio Musica contro le mafie con le esibizioni dei vincitori della quinta edizione del contest musicale.

come Cgil, Spi-Cgil e Flai-Cgil per la condivisione dei campi antimafia e della legalità Arci 2015; e la stessa Carovana antimafie che, insieme a Libera, Avviso pubblico, Ligue de l’Einsegnement, Cgil, Cisl e Uil, con il tema della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento del lavoro dei migranti, ha percorso migliaia di chilometri per raccontare e per innescare quei valori positivi di lotta per una giustizia sociale diffusa anche in Europa. Pertanto, il 21 marzo scenderemo in piazza assieme alla parte buona della società con tutte le associazioni che compongono Libera in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno, dove il titolo dell’edizione di questo anno è La verità illumina la giustizia, in concomitanza con i vent’anni di Libera. Questa giornata ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Oltre alle vittime innocenti delle mafie, quest’anno verranno ricordate, in accordo con le associazioni dei famigliari, le vittime della strage del 2 agosto della Stazione di Bologna e le vittime della strage di Ustica, per le quali ricorre il 35esimo anniversario. Siamo convinti che la vera alleanza democratica sta in chi si impegna a cambiare i comportamenti corrotti e malavitosi, ma anche in chi agisce per la salvaguardia del bene comune. La verità è di chi predica bene, agisce con responsabilità per gli altri e mette ogni giorno la propria faccia per cambiare ed avere una giustizia sociale diffusa. Questa è la vera battaglia dell’alleanza sociale dell’Arci, che «illuminerà questa notte scura, e qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei ‘lampadieri’ che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così il ‘lampadiere’ vede poco davanti a sé, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita» (Tom Benetollo).


3

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

giornatacontroilrazzismo

Giornata mondiale contro il razzismo Attualizzare pensiero e azioni antirazziste

di Walter Massa coordinatore commissione nazionale Arci Diritti dei migranti e richiedenti asilo, politiche antirazziste

Ci sono a volte circostanze in cui anche le convinzioni più profonde possono vacillare. Ed è partendo da questa riflessione che provo a scrivere questo articolo pensando a David Raggi, il giovane morto per mano di un giovane marocchino ubriaco, ed alla sua famiglia. Una mamma e un papà esemplari che non hanno perso il coraggio, nemmeno nel dramma più duro da affrontare, per rifiutare l’odio razziale e la cattiveria propri di questi tempi e di questa Italia. Un esempio di lucidità e di forza d’animo che diventano esempio e che ci dice che non esiste nessun automatismo istintivo, nessuna spiegazione umana, nessun nesso tra un dolore grande e l’odio contro qualcuno, contro una comunità. Nessun attimo di incertezza nell’esprimere il loro fermo rifiuto a rendersi complici di chi dà libero sfogo alla propria meschinità e pochezza fomentando l’odio verso gli immigrati, squadristi verdi o neri che siano che, purtroppo, ormai da tempo infestano anche le nostre istituzioni democratiche. Tutto ciò accade a cavallo del 21 marzo, la Giornata mondiale contro il razzismo, istituita dalle Nazioni Unite nel 1966 a seguito del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica: 69 manifestanti uccisi perché protestavano contro l’Urban Areas Act che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi. Da sempre l’Arci si batte - e continuerà a battersi - contro questa barbarie che non smette di fare proseliti. Una barbarie che non solo abbiamo conosciuto nei libri di storia ma che, giorno dopo giorno, ritroviamo in molti angoli d’Europa. E in Italia, come dimostra, amaramente, la vicenda di David. Ed è anche per questo che occorre, anche per noi, ricostruire un pensiero, attualizzato, sul nostro antirazzismo, sul nostro modo di stare dentro questo conflitto e queste evidenti contraddizioni. Ripensare il nostro modo di agire sulle molteplici frontiere che quotidianamente vengono innalzate; da quelle tragiche delle coste a quelle difficili dei nostri quartieri. Per non parlare dei condomini. C’è, esiste, si tocca con mano un nesso tra la crisi, l’imbarbarimento culturale e il razzismo. E noi dobbiamo provare ad affrontarlo con quello che un tempo veniva definito un pensiero lungo. Per noi, per i nostri circoli e soci,

per il nostro Paese. Anche su questo terreno possiamo diventare capofila di una rivolta culturale e sociale utile e necessaria. Occorre un po’ di coraggio che, se vogliamo, non ci manca. Credo e spero che il Meeting Antirazzista di Cecina possa diventare uno dei luoghi per ragionare tra di noi, possa tornare a mettere al centro la formazione politica con cui, poi, definire il nostro pensiero lungo sull’antirazzismo oggi. E poi Sabir come il luogo della messa in rete della nostra proposta e il luogo per la costruzione della nuova Europa, fortemente antirazzista ma soprattutto dei popoli e dell’accoglienza: credo sia sotto gli occhi di tutti l’inadeguatezza delle risposte istituzionali, tanto più vergognose - è bene ribadirlo ogni tanto - per un paese che ha visto milioni di suoi cittadini costretti ad emigrare per cercare altrove quel futuro

che in patria non potevano trovare. È su questo punto quindi che entra in campo la nostra ostinazione con cui ci battiamo e pressiamo per la riapertura di Mare Nostrum e per l’attivazione di canali umanitari di accesso poiché, se esiste una cosa indiscutibile per chiunque, è che le persone in fuga da guerre e persecuzioni non si fermano. Non le ferma il mare grosso, non le ferma il filo spinato, tantomeno le ferma l’irresponsabilità politica degli attuali legislatori. C’è bisogno del 21 marzo, quindi, così come c’è bisogno dell’Arci in questa battaglia. Un’associazione consapevole e preparata, sempre con l’ambizione di voler cambiare questo mondo sempre più difficile. Buon 21 marzo, compagne e compagni. Antifascisti e antirazzisti, sempre.

Le prime iniziative Arci ● BERGAMO │Teatro Qoelet di Redona 17 marzo ore 20.30 Arci provinciale, Comune e Unar promuovono il convegno Razzismo, paura e libertà di culto. Intervengono, tra gli altri, Marco De Giorgi, direttore Unar, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Izzedin Elzir, presidente Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia). Per l’Arci partecipano Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale e Massimo Cortesi, presidente Arci Lombardia. Introduce Roberto Mazzetti, presidente Arci Bergamo. ● MANTOVA │ circolo Arci Virgilio 20 marzo ore 20 Arci Mantova dedica una serata musicale alla Giornata contro il Razzismo, organizzata in collaborazione con il progetto Sprar della Provincia di Mantova. Arci Mantova è partner del progetto Sprar Adulti Enea che dal 2014 è attivo nel territorio mantovano. I volontari del circolo e i beneficiari del progetto collaboreranno in cucina, al bar e sul palco per rendere la serata un evento contro il razzismo concreto.

FB Arci Virgilio

● TORINO │ piazza Palazzo di Città e circolo Arci Samo - 21 marzo ore 14 Arci Torino partecipa alla campagna Torino si sveglia Antirazzista insieme a: associazione Altera, associazione il Muretto, circolo Arci Samo. Dalle 14.00

una giornata di attività per grandi e bambini, arte e giochi educativi e dalle 21 al circolo Arci Samo per il concerto conclusivo della giornata. Per informazioni:

www.arcipiemonte.it/torino

● GUAGNANO (LECCE) │circolo Arci Rubik - 21 marzo ore 18.30 Incontro e dibattito con il magistrato DIA Guglielmo Cataldi e con Anna Caputo e Fabio Zurlino. A seguire, spettacolo teatrale e musica etnica a cura di teatro Koreja. La serata è organizzata da Unar, Near, Arci Lecce, Arci Rubik. ● SOGLIANO CAVOUR (LECCE) campo sportivo - 21 marzo ore 19 Arci Lecce e Arci Sogliano organizzano un falò per ricordare che è il giorno del fuoco, Newrotz. Ci sarà anche la musica dei Mijikenda. La serata è organizzata in collaborazione con le comunità iraniane, afghane, kurde. ● BOLOGNA │ piazza XX Settembre 22 marzo ore 14.30 C’è Hip hop contro il razzismo, pomeriggio di musica, danze ed esibizioni a cura di ArciMondo, gruppo di giovani tra i 16 e i 20 anni di diverse nazionalità che hanno come passione in comune la musica e la danza hip hop. Ci saranno musica hip hop, afro e freestyle di ballo, lezioni aperte a bambini e mamme.

FB: Hip hop contro il razzismo


4

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

campidellalegalità

Protocollo di collaborazione per i campi di lavoro antimafia di Gianluca Mengozzi presidente Arci Toscana e Salvo Lipari presidente Arci Sicilia

Lo scorso 10 marzo a Corleone è stato firmato un importante protocollo di collaborazione tra le articolazioni regionali siciliane e toscane di Arci, SPI, CGIL, FLAI, UDU, Rete degli Studenti Medi e Cooperativa Lavoro e Non Solo. L’accordo è stato redatto durante numerosi incontri seminariali ed un lungo lavoro istruttorio che ha visto tutte le parti protagoniste nel dare il proprio contributo. L’intenzione dei sottoscrittori è procedere ad un deciso potenziamento dei campi di lavoro antimafia a Corleone ed al rafforzamento delle strutture operative. I soggetti firmatari del protocollo si sono trovati concordi sul principio che le azioni previste all’interno dell’esperienza dei campi antimafia, in coerenza con i principi e il regolamento generale sanciti dal protocollo nazionale rappresentano scopi comuni che andranno perseguiti con rinnovata convinzione. Del resto in questo modo si interpreta nell’associazionismo e nel sindacato la domanda crescente di partecipazione e militanza delle basi sociali su di un tema, quello dell’antimafia sociale e della legalità democratica, che riscuote grande consenso. Per questo tutti i sottoscrittori si sono impegnati da subito a dare al protocollo immediata e piena attuazione, suddividendosi con pragmatismo i compiti per la gestione dei campi antimafia a Corleone. L’Arci Sicilia e Toscana individueranno per ogni campo di lavoro un/una coordinatore/trice (uno/a toscano/a e uno/a siciliano/a) che sarà opportunamente formato/a, e si impegnano, prima dell’inizio dei campi, a fornire agli altri soggetti firmatari i nominativi e i relativi riferimenti che saranno il punto di riferimento dei campisti e dei volontari e delle volontarie dello SPI. Le Arci regionali organizzeranno poi, prima dell’inizio di tutti i campi e presumibilmente entro i primi giorni di aprile, un incontro generale formativo e di conoscenza in Toscana con i coordinatori Arci e i coordinatori SPI individuati dalle singole organizzazioni. Un momento di fondamentale importanza sarà poi l’incontro residenziale a Corleone (in accordo con la cooperativa ospitante) a cui parteciperanno tutte/i i/ le coordinatori/trici Arci e i/le responsabili Spi dei vari campi dove saranno affrontati i temi dell’organizzazione, della logistica, dell’animazione dei gruppi e della sicurezza nei luoghi di lavoro al fine di una maggiore consapevolezza

nello svolgimento del lavoro da parte dei volontari. In accordo con la cooperativa Lavoro e Non Solo sarà predisposto un format dettagliato e specifico per ogni campo antimafia, con l’indicazione del programma di attività giornaliero che i campisti dovranno svolgere. Arci Toscana e Sicilia poi, mutuando il piano di comunicazione delle organizzazioni nazionali, costruiranno i livelli di comunicazione regionale attraverso una adeguata copertura mediatica. Lo SPI individuerà per ogni campo, un/ una dei/delle proprie/i responsabili dei volontari e delle volontarie che dovrà raccordarsi con i/le coordinatori/trici Arci durante tutta la gestione del campo. Lo SPI, con l’accordo di tutti i soggetti interessati alla gestione dei campi, assicurerà la presenza di volontari e volontarie per ogni campo per lo svolgimento dei servizi di cucina e per i momenti di memoria e di conoscenza rivolti ai campisti. Inoltre lo SPI assicurerà la presenza dei/ delle propri/e responsabili ai momenti formativi e di conoscenza del mondo associativo e sindacale organizzati da Arci.

Ben Tornati Ben Tornati è un progetto nuovo nato dall’idea di Libera, Arci, Unicoop Firenze e CGIL Toscana di mettere a sistema le loro esperienze nella promozione dell’antimafia sociale e in particolare nei campi di volontariato che da anni portano studenti e pensionati a vivere l’esperienza del lavoro agricolo nei terreni confiscati alle mafie. Quella dei campi è un’esperienza che nel 2014 ha coinvolto più di 1.000 giovani toscani e che dall’inizio ad oggi è cresciuta di anno in anno. Da qui l’esigenza di dare ai volontari una occasione di impegno in continuità con l’esperienza dei campi di volontariato estivi e di sviluppare attività durante tutto l’anno: feste, iniziative di approfondimento, presentazioni di libri, proiezioni di film, campagne di mobilitazione, cene sociali e occasioni di ritrovo, che saranno gestite dagli stessi volontari sui loro territori.

CGIL Sicilia e Toscana assicurano la collaborazione nella diffusione e nella promozione dei campi di lavoro sulla base del materiale informativo prodotto da Arci. Inoltre continueranno a sostenere la cooperativa Lavoro e Non Solo nella adeguata manutenzione dei mezzi di trasporto dei campisti. Infine la CGIL collaborerà con Arci all’applicazione del protocollo BenTornati (vedi box) per dare continuità all’esperienza dei campi sui temi dell’antimafia sociale. La cooperativa lavoro e Non Solo individua nel proprio presidente il referente per ogni campo: a lui il compito di occuparsi della logistica territoriale e delle eventuali emergenze che dovessero accadere durante i campi. Sarà lui inoltre, in accordo con Arci e Spi e previa verifica delle necessarie condizioni di fattibilità, a stipulare una polizza assicurativa a garanzia della responsabilità civile verso terzi della cooperativa. La cooperativa dovrà assicurare la necessaria manutenzione dei beni mobili e delle attrezzature di cucina presenti nell’alloggio dei campisti e quella dei mezzi adibiti al trasporto dei volontari. La FLAI Toscana e Sicilia si impegnano a divulgare tra le proprie strutture i campi della legalità e conoscenza dell’antimafia sociale e a organizzarne la partecipazione di giovani volontari attivi nel settore agroalimentare. Inoltre si impegnano nella programmazione del calendario dei campi di lavoro a partecipare con i propri dirigenti per focalizzare la memoria storica del movimento bracciantile e contadino per l’occupazione delle terre e la riforma agraria e a partecipare con propri dirigenti a dibattiti sulla condizione del lavoro oggi, con particolare riferimento al lavoro in agricoltura. L’UDU e la rete degli Studenti Medi Sicilia e Toscana individueranno un/una referente per ogni campo di lavoro, opportunamente formato/a, e si impegneranno, prima dell’inizio dei campi, a fornire agli altri soggetti firmatari i nominativi e i relativi riferimenti, che saranno il punto di riferimento degli studenti durante tutto il campo. Gli studenti parteciperanno agli incontri formativi in Toscana e in Sicilia assieme ai coordinatori Arci e i responsabili Spi. Si impegnano poi, oltre a dare comunicazione dei campi attraverso i propri canali regionali e territoriali, ad organizzare un workshop dedicato alla storia dei movimenti studenteschi legata al fenomeno dell’antimafia sociale.


5

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

solidarietàinternazionale

Israele sceglie la Destra Il risultato elettorale allontana il processo di pace con la Palestina di Franco Uda coordinatore commissione nazionale Arci Pace, solidarietà internazionale e cooperazione

Benjamin Netanyahu ha indiscutibilmente vinto le elezioni in Israele, e questa vittoria è tanto più importante, per lui e per il «suo Likud», quanto più la si considera all’interno delle fallaci previsioni iniziali, che, a soli 3 giorni dal voto, davano favoriti gli avversari del centrosinistra Campo Sionista. Avendo portato a casa 30 seggi sui 120 totali della Knesset, potrà formare, diversamente da quanto auspicato dal Capo dello Stato Rivlin che puntava su un governo di unità nazionale, un’alleanza governativa di centrodestra che, sulla carta, potrà arrivare a disporre di 67 seggi parlamentari. La sua rimonta è dovuta a uno spregiudicato utilizzo di tutto l’armamentario retorico del radicalismo conservatore della destra sionista unitamente all’errore dei leader

del centrosinistra, Herzog e Livni, che hanno accettato di trasformare queste elezioni in un referendum sul premier uscente. È stato abile, Bibi, a puntare tutto sulla sicurezza, vera vincitrice culturale della tornata elettorale, facendo leva sui sentimenti di paura della società israeliana, da tempo alimentati e coccolati dalla destra del Paese, per mettere sotto il tappeto il tema della crisi economica, che da diversi anni morde il tessuto della middle class. Israele continuerà ad affrontare i suoi demoni come un Paese che si sente accerchiato, in trincea, una sorta di Sparta superarmata che fa della paura qualcosa di più di una linea di governo, con buona pace del riconoscimento dello Stato di Palestina, dei negoziati per il processo di pace, per lo

Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo Il 19 marzo alle 10.30 presso la sede dell’Fnsi a Roma, è stata presentata la sesta edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, edito dall’Associazione 46° Parallelo, in collaborazione con AAm Terranuova. L’annuario racconta quest’anno 33 guerre in corso, grazie al lavoro di una trentina di giornalisti e alla collaborazione di Unhcr, Onu, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Asal, Arci e Centro di Documentazione dei Conflitti Ambientali. Oltre alle guerre - raccontate con l’ausilio di carte geografiche e nel rigore delle quattro pagine a conflitto - il volume entra nel tema del rapporto fra Ambiente e Guerre, grazie al dossier curato dal centro di Documentazione Ambientale. Da quest’anno, poi, in collaborazione con l’Università di Firenze viene narrato cosa si sta facendo per trovare soluzione alle varie guerre, con una

apposita sezione per ogni scheda. Altra novità rilevante, la collaborazione con i fotografi di MeMo, gruppo che raccoglie alcuni fra i migliori fotoreporter al mondo. Ovviamente continua anche la collaborazione con Amnesty International, che analizza lo stato dei diritti umani, con Medici senza Frontiere, che raccontano di Ebola e dello stato dell’informazione sulla guerra, con Unhcr, per la fotografia sul dramma profughi. È tornato anche Kako, il personaggio inventato da Flora Graiff, che affronta in modo differente il tema della pace. Le pagine sono 248. Da quest’anno, poi, l’Atlante può contare sul sostegno dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai. Un impegno preciso, importante, che dimostra come il progetto Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo in questi anni sia cresciuto. www.atlanteguerre.it

stop agli insediamenti nella West Bank. Tuttavia Netanyahu per raggiungere questa corposa quota di maggioranza dovrà portare con sè anche qualche ospite scomodo, come gli ortodossi sefarditi di Shas e United Torah Judaism, partiti che faranno pesare le proprie ‘cambiali politiche’ nel futuro governo. La novità elettorale viene dalla Lista Unita dei 4 partiti arabi israeliani che, raggiungendo i 14 seggi, risulta la terza forza del Paese e si appresta a svolgere il proprio ruolo come forza di opposizione. Questo scivolamento a destra del baricentro politico in Israele avrà delle conseguenze importanti nel processo di pacificazione con la Palestina, nei delicati equilibri dell’area mediorientale, nella comunità internazionale. La netta contrarietà di Netanyahu alla formazione di uno Stato Palestinese, così come auspicato e chiesto da una buona parte della comunità internazionale, porrà i Palestinesi di fronte all’improrogabile necessità di una loro unità politica, visti i commenti post elettorali molto differenti che vi sono stati tra Anp e Hamas. La scelta di una «intifada diplomatica», così come già la si denomina a Ramallah, sembra l’unico spazio d’azione possibile, che spaventa molto Israele perchè non riducibile a un braccio di ferro armato di cui già si conoscono gli esiti. La Lega Araba ha già esternato le proprie preoccupazioni rispetto all’esito elettorale soprattutto per i rapporti tra Israele e i Paesi dell’area, in primis l’Iran. Ugualmente Obama avrebbe preferito un esito differente proprio per le divergenze con Netanyahu sia riguardo il processo di pace israelo-palestinese sia per le relazioni tra Tel Aviv e Teheran. Da parte della società civile internazionale si deve sicuramente procedere con la pressione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, per l’interruzione dei rapporti militari e di commercio di armi con Israele, per delle campagne di boicottaggio dei prodotti provenienti dalle colonie in Cisgiordania e per un’azione più decisa di solidarietà internazionale e di cooperazione col popolo palestinese. L’Arci, preoccupata per l’esito elettorale, potrà fare la propria parte, insieme ad altri, in questo difficilissimo passaggio, capitalizzando le proprie buone relazioni con la società civile palestinese e israeliana che non si arrendono alle logiche contrappositorie che sembrano dominare nelle scelte degli israeliani.


6

trenodellamemoria

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

Quando la memoria diventa esperienza umana e sociale collettiva di Andrea Contu responsabile Politiche Culturali Arci Sardegna

Esiste una rete che ci unisce tutti: è quella formata dalla trama dei fili della memoria, che da personale diventa collettiva e si fa esperienza umana, sociale e politica quando incontra un pezzo del nostro passato, capace di parlarci anche del presente che viviamo e di essere monito imprescindibile per il futuro che intendiamo costruire. Così la delegazione dell’Arci sarda, formata da oltre cinquanta ragazze e ragazzi, accompagnati dagli educatori e dai dirigenti dell’associazione, ha raggiunto per il quarto anno consecutivo la città di Cracovia, dall’11 al 16 marzo, per partecipare al progetto Treno della Memoria 2015, organizzato in collaborazione con l’associazione torinese Terra del fuoco, e visitare i campi di sterminio e di concentramento di Auschwitz e Birkenau, il Ghetto Ebraico e la fabbrica di Schindler. Una settimana difficile e intensa, splendida ed esaltante per chi ha visto nascere davanti ai propri occhi un’altra comunità possibile, quella che i ragazzi e le ragazze hanno deciso di costituire unendosi nella scelta collettiva di essere futuri testimoni di ciò che è accaduto settanta anni fa nel cuore dell’Europa, di uscire da quella ‘zona grigia’ dell’indifferenza, dell’ignavia e dell’apatia, in cui una narrazione superficiale, terribile come una profezia auto avverante, vorrebbe confinarli. Un percorso di formazione li ha preparati per il viaggio. Insieme agli educatori dell’Arci hanno potuto prepararsi sul

foto:

giulia cicotto

contesto e i fatti storici, comprendendo come vi sia un nesso strettissimo con le libertà di cui oggi possiamo godere come cittadine e cittadini, attraverso il confronto tra i diritti negati di allora e quelli garantiti oggi, conquistati grazie a chi seppe resistere alle barbarie e non fu indifferente. Primo Levi sosteneva che «i campi di sterminio nascono facendo finta di niente». Così il gruppo delle ragazze e dei ragazzi ha compreso che Auschwitz non nasce quando ormai la ghettizzazione e la deportazione sono già in atto ma quando vi è «il silenzio dei giusti», che non sono capaci di reagire di fronte a chi, per usare un esempio dei giorni nostri, definisce un intera etnia o popolo «feccia dell’umanità». Un percorso di consapevolezza e di scelta che non si è esaurito con il viaggio ma proseguirà negli incontri di postformazione e di restituzione dell’esperienza vissuta quando i partecipanti al

viaggio torneranno a testimoniare pubblicamente ciò che hanno visto e vissuto di fronte alle proprie comunità di appartenenza. Sedici Comuni della Sardegna hanno creduto anche quest’anno nel progetto finanziandone i costi di partecipazione, certi del fatto che investire nella buona formazione delle cittadine e dei cittadini di domani li renda attivi e consapevoli. Per la prima volta la Regione Sardegna ha inteso riconoscere il progetto di educazione alla memoria promosso dall’Arci sarda attraverso il patrocinio della Presidenza del Consiglio e attraverso l’inserimento dello stesso all’interno della legge finanziaria 2015. Un importante segnale che sancisce il riconoscimento dell’impegno dell’associazione in questo progetto, visto ormai come patrimonio sociale pubblico di interesse regionale. Un viaggio nella memoria che è stato anche un’importante occasione di socialità e di costruzione di relazioni umane e che si tradurrà in un percorso di impegno e cittadinanza attiva, per il quale l’Arci sarda saprà mettere a disposizione dei ragazzi tutto il proprio patrimonio umano, sociale e politico, fatto di buone pratiche ed esperienze consolidate, diffuse sul territorio sardo. Un’esperienza che si va ad inserire nell’importante rete di iniziative legate alla promozione della memoria che Arci svolge da tempo su tutto il territorio nazionale.


7

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

forumsocialemondiale

‘Esiste una terza via tra oscurantismo e autoritarismo’ Tunisi si prepara ad accogliere il Forum Sociale Mondiale di Raffaella Bolini

«Tunisia e Grecia dimostrano che esiste una terza via fra oscurantismo e autoritarismo». Ce lo dice Messaoud Romdhani, direttore del Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali. «Siamo due piccoli paesi – spiega - in Tunisia la transizione democratica va avanti, fra mille difficoltà, grazie al contributo decisivo della società civile democratica. E ora la Grecia per noi è una ulteriore speranza», e aggiunge «anche in Europa è possibile una opzione diversa dai razzismi e dalla dittatura dei mercanti». La Rete Euromediterranea per i Diritti Umani ha riunito in Tunisia il suo comitato esecutivo, di cui l’Arci fa parte, per l’ultima riunione prima dell’Assemblea Generale che si terrà a Bruxelles a metà giugno. L’assemblea di giugno si concentrerà sulle sfide del futuro. Uno dei focus sarà come fermare la crescita esponenziale di violenza estrema nella regione. Si affronterà il nodo cruciale delle frontiere. Si avvierà un lavoro permanente contro le discriminazioni. La rete si attrezzerà ad intervenire sulle misure antiterrorismo, che sono tornare priorità ovunque e nascondono pericoli per le libertà e i diritti. A Bruxelles verrà anche lanciata la sfida all’Unione Europea, che comincia la revisione della sua politica di vicinato con un documento inaccettabile, le cui uniche priorità sono: libero commercio, privatizzazioni di trasporti ed energia, terrorismo e migrazioni. La riunione di Tunisi è stata anche l’occasione di un incontro con la sede tunisina della Rete Euromed - con la quale collaborano anche Arcs e il gruppo di lavoro migranti - che sta assumendo un importante ruolo di servizio nel coordinamento della società civile. L’opposizione all’approccio neoliberista e securitario dell’Unione Europea rimane al centro del dibattito dei democratici tunisini, che si trovano a combattere non solo le minacce interne e regionali ma anche le politiche europee. La sede tunisina della Rete Euromed sta realizzando un progetto di rete regionale, finalizzato a rendere più solida la collaborazione fra società civile democratica nazionale e regionale, e più efficace il suo lavoro. «Vogliamo essere più capaci di proporre alternative, e di aumentare la nostra

capacità di mobilitazione» ci spiegano. Hanno costruito coordinamenti tematici che riuniscono i sindacati, le associazioni, i movimenti informali. Sviluppano piattaforme e piani di azione. E lavorano insieme con campagne e pressione politica. Anche qui fra le priorità più importanti c’è l’opposizione agli accordi di libero scambio approfondito che l’Unione Europea sta imponendo, con una relazione bilaterale, ai paesi del Maghreb e del Mashrek. «Loro ci vogliono prendere uno ad uno per farci più deboli, se noi lottiamo insieme abbiamo più forza» ci dicono. Altro focus prioritario, ovviamente, è la migrazione. Si oppongono all’approvazione della Tunisia all’accordo per la mobilità con la UE. Chiedono una consultazione ampia della società civile. Vogliono qualche risultato concreto: allargare il più possibile la concessione dei visti - in modo che possano beneficiarne non solo i benestanti, ed escludere i migranti di paesi terzi dagli accordi di riammissione - per evitare che ne siano vittime chi scappa da guerre e dittature. Un altro gruppo tematico lavora sulle questioni di genere, perché il Parlamento approvi un progetto di legge organica contro la violenza sulle donne e sui bambini. La rete giustizia sta monitorando la legge antiterrorismo in discussione e nel frattempo ragiona sulla situazione carceraria e sulle alternative al carcere. Una delegazione della Rete Euromed Tunisia sarà a Roma a metà aprile. La visita sarà organizzata dall’Arci. Incontreremo ministeri e parlamentari per sottoporre i loro dossier riguardanti la questione migratoria e gli accordi di libero scambio. Alla delegazione parteciperà, oltre

al sindacato, anche il leader del Forum dei Diritti Economici e Sociali Abderrahmane Hedilhi, che ha fatto parte del quartetto di esponenti di società civile che ha risolto il drammatico stallo istituzionale durante la scrittura della nuova Costituzione. Abderrahmane coordina anche il Comitato Organizzatore Tunisino del Forum Sociale Mondiale, che ormai è alle porte. Sono tutti al lavoro. Con pochi soldi e moltissimo volontariato, si apprestano a realizzare un altro appuntamento cruciale per le forze democratiche e progressiste della regione. Sono ottimisti, arriveranno 70mila persone. I giovanissimi che lavorano nell’ufficio tunisino della Rete Euromed lo attendono con ansia: ci raccontano che, dopo i movimenti spontanei a cui hanno partecipato nel periodo rivoluzionario, è stato proprio il lavoro da volontari nel Forum del 2013 a stabilizzare il loro impegno militante e a cambiare loro la vita. Vivono in una regione infuocata, i democratici tunisini. Ai loro confini c’è la Libia con la guerra civile e gli orrori del Califfato. E nel paese i pericoli sono tanti. Ma, a differenza che a casa nostra, dove vince la propaganda isterica, i tunisini sembrano sereni e seri. Fanno quello che possono, per difendere la loro complessa via democratica. Ce lo ha confermato anche il Primo Ministro Habib Essid, nell’incontro con la Rete Euromed. «Sappiamo che la vera sfida è nel creare lavoro in questo paese - ci ha detto - abbiamo un tasso molto alto di disoccupazione - lo stesso della Spagna del resto, quindi mi capirete». Il paragone fra la crisi economica tunisina e quella europea viene ripetuto più volte dal Primo Ministro. Come a segnalare che non abbiamo niente da insegnare, noi europei. Forse qualcosa hanno loro da insegnare a noi, nonostante questo governo non sia certo di sinistra. Ad accompagnarci nella visita ufficiale c’era Kamal Jendoubi, esponente storico dei democratici tunisini e ex-presidente della Rete Euromed. Ora è ministro incaricato della relazione con la società civile. E il capo del Governo ha ripetuto più volte che la chiave del loro programma sta nel dialogo sociale. Anche se fosse solo narrativa, era piacevole sentirlo dire. https://fsm2015.org


8

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

riformecostituzionali

Nasce il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Alfiero Grandi Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale si è presentato pubblicamente nell’Assemblea nazionale del 9 marzo su modifiche della Costituzione e legge elettorale. La Costituzione della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza, può essere aggiornata ma con lungimiranza e senza i pasticci con cui si sta procedendo oggi. Tra modifiche della Costituzione e nuova legge elettorale c’è un intreccio e il risultato complessivo è un preoccupante accentramento dei poteri nelle mani del Governo e del Presidente del consiglio, creando di fatto il premierato forte. La modifica dell’articolo 81 della Costituzione fu approvata da un parlamento impaurito con rapidità mai vista, obbligando il bilancio dello Stato al pareggio, contraddicendo perfino la richiesta di flessibilità che il Governo dice di rivendicare a livello europeo. L’approvazione con i 2/3 dei parlamentari del nuovo art. 81 ha impedito il referendum, togliendo agli elettori il diritto di esprimersi. La storia rischia di ripetersi. Per questo è necessario che almeno una delle camere non approvi con i 2/3 dei votanti le modifiche della Costituzione in modo da essere certi che ci sarà il referendum. La prima parte della Costituzione che descrive i diritti fondamentali e i valori della convivenza tra i cittadini solo apparentemente non viene toccata. In realtà

le modifiche istituzionali condizionano l’attuazione della prima parte. Questa preoccupazione è tanto più valida di fronte ad atteggiamenti politici e a scelte del Governo che contraddicono proprio i valori costituzionali. Le scelte su Costituzione e legge elettorale rispondono alla volontà del Governo di ridurre la dialettica politica e sociale ad una delega ogni 5 anni. Non potendo ridurre al silenzio la complessità della società e le conseguenze di una crisi economica e sociale che dura da 7 anni, che ci ha fatto perdere il 10% del Pil e oltre un milione di posti di lavoro, la scelta del Governo è costruire meccanismi per imporre le decisioni. In questi mesi ci sono stati episodi illuminanti come l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, tornando al licenziamento unilaterale perfino quando sono false le motivazioni. A questo risultato si è arrivati con forzature sul Jobs Act e un esercizio della delega al di fuori del mandato previsto dalla legge. Così è emersa la volontà di procedere senza un confronto con i sindacati su scelte fondamentali. Il Governo subisce l’influenza dei gruppi dominanti le cui posizioni coincidono con i vincoli europei contenuti nella lettera della Bce Draghi-Trichet e ridisegna una precisa gerarchia sociale e di potere: c’è chi decide e chi deve subire.

Il governo ritiri l’onorificenza al repubblichino Paride Mori Nella Giornata del ricordo e a poco più di un mese dal settantesimo della Liberazione si ribalta la storia e ciò che ha significato per decisione di chi rappresenta la Repubblica nata proprio dalla Resistenza e dalla Liberazione. Così un fascista repubblichino, Paride Mori, ufficiale del Battaglione bersaglieri ‘Benito Mussolini’, reparto dapprima aggregato alle Waffen SS e poi nell’esercito della Repubblica di Salò, viene insignito della medaglia ricordo, «in riconoscimento del sacrificio offerto per la Patria», dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, dopo il lavoro

istruttorio di un’apposita commissione. L’onorificenza che gli è stata attribuita in realtà fu istituita per ricordare le vittime delle foibe nell’immediato dopoguerra, ma Mori fu ucciso in uno scontro coi partigiani il 18 febbraio del ‘44. Le foibe non c’entrano nulla. Al ribaltamento di significato si aggiunge quindi un falso storico. Il Governo ha molto da spiegare, è l’ennesima brutta figura per cui chiedere scusa a Partigiani ed Antifascisti. Chiediamo che l’onorificenza venga ritirata! Nessuna medaglia della Repubblica a Mori e fascisti come lui.

Dai rapporti con la magistratura alla Rai tv e alla scuola, dal falso in bilancio al rientro dei capitali dall’estero, dalla vendita di aziende pubbliche ai tagli allo stato sociale, tutto è in movimento e un sistema decisionale accentrato nelle mani del Governo è funzionale ad imporre le scelte. Il Parlamento viene ridotto a ratificare le decisioni. Decreti legge a raffica e voti di fiducia ripetuti a cui si aggiungerebbero percorsi parlamentari preferenziali per le proposte del Governo, da approvare in tempi predeterminati e a scatola chiusa. Non a caso la legge elettorale, figlia del patto del Nazareno, prevede che i deputati siano prevalentemente nominati dai capi partito, malgrado questa sia la censura fondamentale della Corte Costituzionale al ‘porcellum’. La legge elettorale prevede un forte premio di maggioranza al partito vincente, conquistabile anche dopo uno spareggio tra i due meglio piazzati, potrebbe far vincere anche una lista con basse percentuali. Il carattere ipermaggioritario della legge elettorale combinato con le modifiche della Costituzione intacca la sostanza democratica della Costituzione, perché la Camera, così eletta, unica sede legislativa, consente al Governo di imporre le sue decisioni. Mentre il Senato diventerebbe una sorta di camera che lavora nel tempo libero da altri impegni dei suoi componenti. Definirlo Senato delle autonomie è una presa in giro visto che la modifica del titolo V riaccentra i poteri nelle mani del Governo. Con il nuovo titolo V il territorio potrà essere devastato senza rispetto per le comunità locali. Si può accettare che la sola Camera dei deputati dia la fiducia al Governo, ma il Senato non può essere una finzione e tutti i parlamentari debbono essere eletti direttamente dagli elettori. Così si provoca un accentramento dei poteri e un pericolo di torsione autoritaria. Il coordinamento vuole difendere diritti costituzionali fondamentali, offrendo un canale di organizzazione a quanti vogliono far sentire la loro opinione. Occorre sottoporre la nuova legge elettorale alla Corte prima che entri in vigore - oggi non è previsto - perché contraddice la sua sentenza sul ‘porcellum’. Occorre costruire l’opposizione alle modifiche della Costituzione, e, se non sarà rimasta altra via, resterà il referendum per bloccare scelte nefaste.


9

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

L’antimafia che fa fatica e non fa affari di Salvo Lipari presidente Arci Sicilia

Dieci ettari di terreno confiscati a Giovanni Marino, nipote di Luciano Liggio. È il 1999 quando l’allora sindaco di Corleone, Giuseppe Cipriani, decide di assegnarli alla cooperativa Lavoro e non solo dell’Arci. Comincia allora un percorso di fatica, di risposta ad attentati e intimidazioni e di lotte condivise con chi nel paese ha scelto di stare dall’altra parte della barricata. E comincia un cammino che ha portato da tutta Italia a Corleone migliaia di ragazzi che hanno imparato a ‘sudare’, a lavorare una terra tolta ai poteri criminali e a riportare nei loro territori il senso di una battaglia concreta. Estate 2013. A Librino, periferia di Catania, l’Arci decide di giocare una partita importante in un quartiere segnato dal degrado ma anche da una grande voglia di riscatto. Lo fa mettendo in piedi un campo estivo che punta al recupero di una struttura sportiva e lo fa coinvolgendo i ragazzi di quel territorio. In questi decenni la Carovana antimafia dell’Arci e di Libera ha toccato centinaia di località e coinvolto migliaia di persone. Decine e decine di associazioni, movimenti, scuole, pezzi consistenti della società civile hanno lavorato e continuano a lavorare per opporsi a mafia, corruzione e malaffare. Ogni giorno e quasi sempre senza clamore. Realtà come quella del Centro Olimpo di Palermo, in cui 34 persone hanno deciso di sfidare tutto e tutti e, grazie a una collaborazione virtuosa con istituzioni e associazioni, hanno fondato una cooperativa per riaprire il supermercato confiscato in cui lavoravano, sono l’esempio che uno scenario diverso è possibile. Ma di esempi così se ne possono fare centinaia. L’arresto di Roberto Helg ha scatenato un dibattito anche aspro ma a tratti superficiale sull’antimafia vera e quella di facciata. Un dibattito che torna ciclicamente, da Sciascia in poi, e che rischia di confondere tutto, di riempire a caso un grande calderone. Negli ultimi decenni c’è stato un proliferare di protocolli di legalità, accordi, intese. C’è chi, per fortuna una minoranza, ha utilizzato

l’etichetta di antimafioso per continuare a fare affari, a mantenere rapporti, ad alimentare un sistema illegale. C’è un pezzo della politica che dietro il paravento dell’antimafia prova, nel migliore dei casi, a nascondere la propria incapacità di governare, di gestire i processi, di dare risposte, e nel peggiore a coprire i propri rapporti con pezzi di potere quanto meno discussi. Tutto questo può dare un colpo mortale al movimento antimafia ma può anche essere, al contrario, una scossa più che positiva. Per fare autocritica, per capire dove si è sbagliato e soprattutto per ritrovare una capacità di analisi e selezione che una volta apparteneva ai soggetti organizzati della società. Non si può delegare solo alle forze dell’ordine e alla magistratura il compito di individuare le mele marce. Abbiamo rinunciato a scavare nella complessità, a esaminare a fondo e conoscere i territori. Ma abbiamo anche rinunciato a fare i conti con un fatto assolutamente non nuovo. C’è da sempre un pezzo della borghesia palermitana e siciliana che ha scelto da che parte stare e che tipo di potere esercitare. Magari celando i propri comportamenti dietro un paravento di antimafiosità. Fare finta di non saperlo è ipocrita. Tutto questo però non può consentire di buttare il bambino con l’acqua sporca. Lo dobbiamo a chi in questi anni ha provato a comporre un puzzle che diventa via via più grande e che continua a farlo, seppure con limiti ed errori frutto anche di ingenuità. Un esempio per tutti: non si può dare addosso a Addiopizzo per aver firmato il protocollo con Confcommercio e dimenticare un impegno paziente che in tutti questi anni ha dato coraggio a moltissimi imprenditori e imprenditrici. L’impegno dell’Arci e degli altri movimenti e associazioni che hanno condiviso e condividono importanti pezzi di strada dovrà essere quello di non consentire strumentalizzazioni e semplificazioni e di continuare ogni giorno a costruire quel puzzle, con fatica, sacrifici e scelte di vita non semplici.

Teatro Civile in val d’Enza Dopo l’emozionante serata alla Torre di San Polo, prosegue il programma del Festival Teatro Civile in val d’Enza, dedicato al centenario della prima guerra mondiale, promosso dal circolo Arci Pontenovo. Il 21 marzo alle 20.30 presso la sala polivalente di Pontenovo ci sarà l’incontro La Grande Guerra e i sampolesi, con Giacomo Sulpizio e lo storico e collezionista James Garimberti. Un’occasione per lanciare pubblicamente il progetto di ricerca, già avviato, sui caduti sampolesi della Prima Guerra Mondiale. arcipontenovo@gmail.com

daiterritori

in più omaggio a rosi ALFONSINE (RA) Il circolo Arci

Gulliver rende omaggio a Francesco Rosi, uno dei grandi registi del cinema italiano del dopoguerra. Presso la sede del circolo si proietteranno due capolavori indiscussi della sua filmografia, nelle versioni restaurate provenienti dalla Cineteca di Bologna. Dopo Salvatore Giuliano, il 26 marzo sarà proiettato Le mani sulla città, film di denuncia della scandalosa speculazione edilizia nella Napoli degli anni Sessanta. Inizio ore 21. fb ArciGulliver

pranzo per il cfcm SOVIGLIANA (FI) Si svolgerà

domenica 22 marzo presso il circolo Arci il pranzo di autofinanziamento del Centro di formazione e cultura musicale (CFCM), la scuola di musica di Sovigliana che rischia di chiudere per mancanza di fondi. Un pranzo organizzato dallo stesso CFCM in collaborazione coi volontari del circolo Arci. Parteciperanno musicisti, docenti e allievi che in questi trenta anni di attività sono entrati in contatto col Centro: tra questi, il duo Egola Profonda, che suonerà durante il pranzo. cfcm@libero.it

giornata della poesia LECCO Sabato 21 marzo al circolo

Arci Pintupi di Verderio dalle ore 21.30 si celebra la Giornata mondiale della poesia, con una presentazione dell’opera prima di Roberta Galbani Le danze complicate. Partecipano Daniele Bellomi e il collettivo TempiDiVersi. Iniziativa rivolta ai soci Arci. www.arcilecco.it

evento led BOLOGNA Si terrà venerdì 20

marzo l’evento conclusivo del progetto LED - Laboratori di Democrazia Europea, cofinanziato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di instaurare e rafforzare il dialogo tra le istituzioni europee e la società civile. Al centro del dibattito le politiche migratorie europee, per trovare soluzioni condivise sul tema dell’accoglienza dopo la fine dell’operazione Mare Nostrum. L’incontro, promosso da Arci Bologna e Candidamente, si terrà alle 20.30 al Centro Interculturale Zonarelli. www.arcibologna.it


10

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

daiterritori

Arci Cremona presenta ‘Mafie all’ombra del Torrazzo’

Periferia dell’impero

In queste settimane, per la prima volta, a seguito degli arresti compiuti nell’ambito dell’operazione Aemilia, l’opinione pubblica cremonese ha cominciato ad interrogarsi sulla presenza delle organizzazioni mafiose sul territorio. Per sollecitare questa consapevolezza Arci Cremona, grazie al lavoro dei volontari del circolo ArciBassa, ha pubblicato nel 2014 Mafie all’ombra del Torrazzo; fino a questa data, non era stato ancora pubblicato alcun libro sulla presenza delle mafie nel territorio cremonese. L’opinione pubblica continuava a sottovalutare il problema se non addirittura a negarlo. C’era la sensazione di avere di fronte una popolazione convinta di vivere in una sorta di ‘isola felice’. Per questo un gruppo di volontari del circolo ArciBassa di Gussola, coordinato da Claudio Meneghetti e Stefano Prandini, ha raccolto tutte le notizie riguardanti episodi mafiosi pubblicate dal 1990 al 2013 sul quotidiano La Provincia, mettendo così sotto gli occhi di tutti quello che avrebbe già dovuto essere di pubblico dominio. Il libro ricostruisce il filo rosso che ha portato le mafie (in particolare la ‘ndrangheta) a conquistare i territori reggiano, parmigiano, piacentino, mantovano e cremonese tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento. Quel filo rosso che in questi giorni è emerso in tutta evidenza con l’operazione Aemilia, che ha individuato una gigantesca rete criminale ramificata in tutta l’Emilia e nella bassa Lombardia, con una presenza organica nel cremonese e anche inquietanti infiltrazioni all’interno delle forze dell’ordine. I curatori del libro hanno presentato il volume a Cremona lo scorso sabato, durante la Giornata di sensibilizzazione contro le mafie organizzata in vista della Giornata della Memoria, a Bologna il prossimo 21 marzo. Anche le volontarie e i volontari di Arci Cremona parteciperanno alla manifestazione promossa da Libera.

On line il bando di concorso per partecipare al concorso Periferia dell’Impero Film Festival, giunto alla sesta edizione, promosso dall’Arci Matidia di Sessa Aurunca (CE). Il Festival ha come obiettivo quello di valorizzare l’opera cinematografica breve realizzata da autori indipendenti, amatoriali e professionisti. Nelle passate edizioni si è avuta una numerosa partecipazione di cortometraggi provenienti da ogni parte del mondo, prodotti da autori di successo e con la presenza di importanti attori, da Pif a Sarcinelli a Leo Gullotta. Possono partecipare al concorso opere realizzate da autori di qualsiasi nazionalità, preferibilmente in lingua italiana o in caso contrario sottotitolate in italiano. I corti in concorso dovranno avere la durata massima di 20 minuti, possono essere di qualsiasi genere (esclusi videoclip musicali, documentari e animazioni) a tema libero. Una sezione speciale è stata riservata alle scuole. Una giuria di esperti visionerà tutte le opere pervenute, selezionando quelle ritenute migliori che saranno ammesse alle serate finali. Le opere selezionate saranno proiettate al pubblico nell’ultima decade del mese di luglio 2015, nella splendida cornice del chiostro del Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE). Una nuova giuria di esperti del settore premierà il miglior corto e il miglior corto di autore straniero. Il pubblico presente potrà votare l’opera ritenuta migliore; l’opera che avrà ottenuto il maggior numero di voti riceverà il premio del pubblico come miglior corto. Le iscrizioni scadono il 10 maggio, info più dettagliate su www.periferiadellimpero.it

www.arcicremona.org

‘Pertini fra le nuvole’ Venerdì 27 marzo alle ore 18:00 presso i locali di Casetta rossa a Roma sarà presentato Pertini fra le nuvole, un racconto a fumetti di Elettra Stamboulis (testi) e Gianluca Costantini (disegni). Un Sandro Pertini versatile e citazionista, seduto su una nuvola in un dialogo serrato con Andrea Pazienza: è l’espediente pop per ripercorrere la vita e l’impegno politico di un uomo, politico, partigiano. La coppia Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, dopo Cena con Gramsci e Arrivederci, Berlinguer, si cimenta in un racconto a fumetti su Pertini: l’approccio è, come sempre, innovativo e sorprendente sia nei testi che negli stili grafici in continua mutazione. Come i personaggi interpretati, nello scorrere delle pagine, dai due protagonisti. Alla serata intervengono Carlo Testini per l’Arci nazionale e Andrea Masala per l’Arci Roma. www.casettarossa.org

Il concorso canoro ‘Open Soul’ Ancora una settimana per partecipare alla prima edizione del concorso canoro Open Soul aperto a tutti i cantanti, interpreti e cantautori emergenti, promosso dal circolo Arci Open Source di Bisceglie (BAT). La partecipazione è aperta ad artisti di età non inferiore a 16 anni compiuti e che propongono canzoni in lingua inglese. Una commissione di professionisti ed esperti valuterà i talenti in gara e assegnerà il primo premio, costituito dall’interpretazione di un brano inedito arrangiato, prodotto ed eseguito da musicisti facenti parte dell’organizzazione, che sarà pubblicato con l’etichetta klubasic Records. I partecipanti saranno chiamati ad esibirsi presso la storica sede dell’Open Source a Bisceglie alla presenza del comitato organizzatore dell’iniziativa, composto da Olinto Valentini e da Roberto D’Elia. La scadenza per la presentazione delle domande è prevista per il 24 marzo. Tutte le informazioni sul concorso su www.concorso-opensoul.com


11

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015

società

La petizione ‘Stop all’omofobia a scuola. Nessuno uguale, tutti uguali’ La scuola pubblica, così come è stata delineata dalla nostra Costituzione, rappresenta il luogo privilegiato in cui riconoscere il diritto di tutti ad essere sostenuti nel cammino verso «il pieno sviluppo della persona umana», attraverso la rimozione degli «ostacoli di ordine economico e sociale», che limitano di fatto «la libertà e l’uguaglianza dei cittadini». Purtroppo in Italia per molti ragazzi e molte ragazze gay, lesbiche, bisessuali e transessuali così non è: la scuola non è un luogo sicuro, un posto dove trovare modelli positivi su cui progettare la propria vita. Anzi, la scuola può rappresentare il luogo in cui essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali significa essere esposti

azionisolidali le notizie di arcs

a cura di Francesco Verdolino

Solidarietà a Stédile

Arcs Culture Solidali esprime la propria solidarietà a João Pedro Stédile, membro della direzione nazionale del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra, per le minacce di morte ricevute nei giorni scorsi. Da alcuni giorni, infatti, circola su facebook un manifesto in cui Stédile viene dichiarato «ricercato vivo o morto» con tanto di taglia da 10mila reais. L’immagine è stata rilanciata e condivisa da alcune reti sociali particolarmente impegnate a dispensare «odio contro i movimenti popolari, i migranti, i membri del Partito dei Lavoratori e ora, in particolare, contro la presidente Dilma Rousseff», come si legge in una nota del MST che commenta la vicenda. Arcs è impegnata sul campo fianco a fianco con Stédile e il MST da oltre dieci anni. Con l’intervento Arte de Educar: Programma di sviluppo formativo, culturale e artistico negli insediamenti e accampamenti della Riforma Agraria (2004-2007), si è lavorato per la promozione della cultura all’interno degli accampamenti rurali di cinque Stati del Brasile. La cultura rappresenta infatti un momento imprescindibile di crescita anche nella vita rurale, soprattutto in quegli avamposti isolati circondati da latifondi infiniti. www.arciculturaesviluppo.it

all’insulto, alla derisione, all’isolamento; un luogo in cui si impara che è meglio nascondersi per evitare violenza, bullismo, emarginazione. Le ricerche nazionali e internazionali parlano chiaro: il 4% degli studenti ha subito ripetutamente, con cadenza settimanale, atti aggressivi perché percepito come gay, lesbica, bisessuale o transessuale, soprattutto nel periodo che va dalla terza media al primo biennio della scuola superiore; sono quindi circa oltre 100mila le vittime di bullismo omofobico per anno scolastico. Per questi motivi le associazioni che presentano questo documento da anni sono impegnate a lavorare con le scuole e nella società per diffondere una cultura del rispetto, per dare visibilità e legittimità all’essere gay, lesbica, bisessuale e transessuale, sottolineando che non è una malattia, né contro natura o una perversione, ma, come affermato già nel 1990 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’omosessualità è «una variante naturale del comportamento umano», che comporta l’attrazione affettiva e/o sessuale tra individui dello stesso sesso. Chiediamo alle cittadine e ai cittadini del nostro Paese, al mondo della scuola, dell’università, della ricerca e della cultura di aderire al nostro appello affinché la scuola pubblica e laica, nata dalla nostra Costituzione, sia una scuola che includa, aperta alle trasformazioni sociali, un luogo fondamentale per contribuire alla produzione di identità, di tutte le identità: eterosessuali, omosessuali, bisessuali e transessuali. Una scuola che faccia conoscere i problemi, le persone, le loro storie e le loro risorse, che sappia parlare di questi temi con i ragazzi e con le ragazze ma anche con i bambini e le bambine, trovando il linguaggio adatto per ogni età, anche perché sono sempre più numerose le famiglie formate da persone dello stesso sesso che iscrivono e seguono i propri figli a scuola, che collaborano con il personale scolastico, che partecipano agli organi collegiali e alla vita democratica di questa fondamentale istituzione. Una scuola che sia quindi attenta alla realtà specifica e ai bisogni educativi dei bambini e delle bambine con un genitore omosessuale o con due mamme o con due papà, affinché non siano essi stessi vittime del pregiudizio omofobico che colpisce i loro genitori. Per tutti questi motivi chiediamo al Presidente del Consiglio e al Governo

che sia rafforzata e data piena attuazione alla Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 -2015), anche nella prospettiva del triennio 2016-2018; chiediamo infine che alla scuola sia data la possibilità di essere nel suo compito educativo uno spazio di elaborazione culturale e sociale che risponda alle esigenze di cambiamento e che contribuisca a quella uguaglianza sostanziale tra tutti i cittadini, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno. Le associazioni proponenti: A.Ge.D.O., Arcigay, Arcilesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay Center Alcune tra le associazioni, i movimenti, i sindacati aderenti: Amnesty, Anarkikka, Antéros, Arci, Ass. Anddos, Coalizione italiana per i diritti e le libertà civili, Coordinamento nazionale delle Consulte per la laicità delle istituzioni, Edge, Flc Cgil, Ireos, Rete degli Studenti Medi, Rete Genitori Rainbow e moltissime associazioni della comunità LGBTIQ

arcireport n. 10 | 19 marzo 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 18.30 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.