Arcireport n 10 2017

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XV | n. 10 | 31 marzo 2017 | www.arci.it | report@arci.it

di Francesca Chiavacci presidente nazionale Arci

Abbiamo deciso di avviare le celebrazioni del sessantesimo anniversario dalla fondazione dell’Arci con un confronto. Siamo un’associazione culturale che sin dalla nascita affonda i suoi valori nel mutualismo, nel solidarismo e nelle battaglie dei movimenti progressisti del nostro Paese e che oggi è uno dei pochi luoghi che propone azioni e pratiche in modo unitario. Per questo ci è sembrato più che opportuno incontrare alcuni dei principali esponenti dei partiti della sinistra italiana. Ma non solo. Anche personalità impegnate nella riflessione sulla cultura e sul pensiero di sinistra. Lo faremo il 7 aprile a Roma nel corso della seduta di un nostro Consiglio nazionale aperto. Abbiamo intitolato questo evento: La democrazia sconfigge la crisi. L’Arci, la sinistra, democrazia. In quell’occasione, sottoporremo agli ospiti le nostre idee e i nostri contenuti, chiedendo impegni concreti e precisi. I primi sessant’anni della storia dell’Arci sono decenni di autonomia e di protagonismo sociale e politico nella società italiana. Questa autonomia e questo protagonismo devono proseguire la loro azione anche oggi. Anzi, soprattutto oggi di fronte alla frammentazione e alle divisioni, alla crisi della rappresentanza, e quindi della democrazia del nostro paese, ai fenomeni disgregativi della

coesione sociale a cui assistiamo. In questa fase complessa, in cui è forte l’esigenza di riconnettere la politica ai problemi quotidiani delle persone, abbiamo ritenuto che fosse corretto tentare di essere parte di un confronto incentrato sui contenuti, sui bisogni reali e sulle incertezze di cittadine e cittadini. Discuteremo a partire dai temi che ci stanno a cuore: la democrazia, la cultura, i diritti, la legalità democratica, la laicità, la lotta alla povertà. Proveremo a capire se, oltre la cortina fumogena della quotidiana battaglia politica, esistono le condizioni per arare un terreno comune di discussione, per ricominciare a tessere una trama su cui possano ritrovarsi mondi che oggi appaiono distanti anni luce. Il prossimo 7 aprile si susseguiranno testimonianze importanti (dal lavoro sulla cultura di Massimo Bray al sostegno alla lotta contro la povertà del sociologo Cristiano Gori, fino all’iniziativa dei Radicali italiani con cui in questi anni ci siamo ritrovati in tante battaglie comuni). Ascolteremo i ‘mille rivoli’ in cui si è organizzata - e divisa - la sinistra italiana, con gli occhi, le orecchie, il cuore (i nostri) di chi auspica che questi mille rivoli possano trasformarsi in una grande onda che ricostruisce un

pensiero, una visione alternativa del mondo, dell’Europa e dell’Italia capace di assicurare giustizia sociale, uguaglianza, cultura. Capace di abbattere i tanti muri in costruzione. Da sessant’anni sempre aperti è lo slogan che abbiamo scelto per il nostro anniversario. Ci è sembrato bene rappresentare quanto facciamo. Oggi siamo un soggetto diffuso sui territori, nel conflitto, nella rabbia, nel veleno, nelle contraddizioni in cui è immersa la società italiana. Conflitti, contraddizioni, rabbia che ci attraversano e su cui lavoriamo quotidianamente, per contrastarli. E noi, che veniamo sottoposti ogni giorno a verifica, che vogliamo continuare nella coerenza ad essere ‘sempre aperti’, sappiamo quanto la nostra attività rischia di essere sempre più faticosa e difficile. Per questo chiederemo alle ‘tante sinistre’ che oggi si muovono nel paese che non voltino lo sguardo da un’altra parte o si mostrino deboli e rinunciatarie rispetto ai conflitti e alle domande di un’alternativa, ma le affrontino con coraggio e coerenza. Noi, nella nostra autonomia, con gli strumenti che sappiamo usare, con la nostra tensione e vocazione unitaria, saremo ben lieti di contribuire alla discussione e al confronto.


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arci

L’importante ruolo dei circoli giovanili nel sistema Arci di Federico Amico coordinatore della Commissione Diritti e buone pratiche culturali, educazione popolare

I terribili e drammatici fatti di Alatri hanno suscitato senza dubbio in Arci molta preoccupazione e dato luogo a diverse considerazioni. Vorrei partire da un dato personale per fare alcune riflessioni. Sono stato (dal ‘98 al ‘03) presidente di un circolo Arci, un circolo che in associazione, come del resto tanti altri, abbiamo sempre e forse anche erroneamente iscritto alla categoria dei ‘circoli giovanili’: il Maffia a Reggio Emilia. Un circolo, tra i tanti, che oggi come allora, offrono cultura, musica, spettacolo. Un circolo tra i tanti, che oggi come allora, sono punto di riferimento per l’organizzazione dei desideri di migliaia di persone. Un circolo, tra i tanti, che oggi come allora, sperimentano linguaggi ed espressioni, catalizzano energie e passioni, interpretano spesso l’avanguardia, sempre nello spirito aperto che da sessant’anni l’Arci promuove. Sono stati anni passati alla porta per verificare il tesseramento, per progettare con i soci e con il direttivo di allora serate, riviste, spettacoli, comunicazione,

riflessioni, concerti, mostre, letture, cinema. Lo scorso 2015 sono state almeno 1.381 le basi associative dell’Arci che hanno fatto tutto questo in 25.089 spettacoli, coinvolgendo 3.023.899 persone, soci (sono dati SIAE 2015; a breve avremo l’aggiornamento per il 2016). Sono numeri questi che indicano la vitalità e la capacità della nostra associazione e che difficilmente potrebbero essere realizzati senza i cosiddetti ‘circoli giovanili’: realtà

Appunti di Antimafia 2 Il libro Appunti di Antimafia è un progetto promosso dall’Arci, volto a favorire, soprattutto tra le giovani generazioni, la comprensione delle origini del fenomeno mafioso e a raccontare le storie di chi vi si oppose. Dopo il volume, prodotto nel 2016, dedicato alla Mafia siciliana, quest’anno l’Arci ha deciso di realizzare un secondo volume, Appunti di Antimafia 2, dedicato al fenomeno della ‘Ndrangheta. Grazie anche al contributo di chi vorrà sostenere il progetto, la pubblicazione presenterà il racconto cronologico degli eventi e delle dinamiche che hanno portato alla nascita e allo sviluppo della ‘Ndrangheta in Calabria, il racconto dei movimenti che le si sono opposti, la testimonianza delle vite di quanti l’hanno combattuta nel corso degli anni e di chi la combatte anche oggi, spesso mettendo in gioco la propria incolumità. Aiuta l’Arci a costruire questo piccolo ma importante progetto: uno strumento per trasmettere ai più giovani i valori della legalità e della cittadinanza attiva e responsabile. Sostienilo con un contributo al link http://sostieni.link/14033

autorganizzate, aperte, non-profit che mettono a disposizione palchi e luoghi a un numero impressionante di musicisti, DJ, compagnie teatrali e molto altro ancora, senza cui l’Italia tutta sarebbe di molto impoverita, non darebbe spazio a quella creatività diffusa di cui tanto spesso ci si riempie la bocca. E se oggi alla luce di quanto tragicamente accaduto c’è chi pensa di sciacallare sul dramma di un ragazzo pestato a morte da dei delinquenti davanti a un ‘circolo giovanile’ (giornalisti e associazioni di discotecari in primis) lo fa cercando di distruggere questo tessuto. Ha fatto bene l’Arci, in questo frangente drammatico, a metterci la faccia, ha fatto bene finalmente a prendere parola, come non accadeva da anni, anche in una situazione come questa. Dispiace però che anche dentro l’associazione ci sia chi abbia voluto mettere in discussione l’esistenza di questi circoli che hanno dato, danno oggi, daranno domani linfa importante all’elaborazione culturale dell’Arci; che hanno dato, danno oggi, daranno domani l’opportunità all’Arci di stare nel presente, di essere un punto di riferimento per tante persone, soci, musicisti, artisti. Quei circoli, ora sotto il fuoco di fila delle parole in libertà sui social e sugli altri mezzi di comunicazione, devono trovare nell’Arci una forte sponda di legittimazione, devono sentirsi valorizzati e sostenuti. Ed è ovvio e scontato, ma è anche bene ribadirlo, che se dovessero essere accertate responsabilità del circolo Mirò, del suo direttivo, queste dovranno essere perseguite con la massima severità, ma come al solito non è la via semplificatoria dell’accusa sommaria a questo tessuto la chiave con cui farci leggere e leggerci.


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lanostraeuropa

Una Dichiarazione retorica, che impegna solo al rilancio dell’industria bellica di Luciana Castellina presidente onoraria Arci

Si dirà che le dichiarazioni emesse da vertici diplomatici quali sono quelli che vedono assieme, per 24 ore, 27 primi ministri, non possono essere che generici e retorici. Ma è lecito chiedersi se proprio questo linguaggio non sia una delle cause della dilagante antipolitica. Perchè a leggere tali documenti viene l’orticaria a qualsiasi persona ragionevole, l’impressione di esser presi per i fondelli. Vi pare infatti possibile che nel momento di una crisi così profonda ed evidente del processo di unificazione europeo si offra ai cittadini una solenne dichiarazione in cui si esprime solo soddisfazione e orgoglio per gli obiettivi raggiunti, senza un’ombra di riflessione autocritica? Basterebbe questo a rendere palese il solco che separa l’establishment politico e i comuni mortali. Nella dichiarazione dei 27 ci si lamenta per i nuovi problemi cui deve far fronte l’Unione (‘sfide senza precedenti’ vengono

chiamati): conflitti regionali; terrorismo; pressioni migratorie; disuguaglianze sociali ed economiche. Sembra, dal testo, che queste calamità siano naturali, come la pioggia o il terremoto. Di cui l’Unione è rimasta vittima, come Amatrice. Neppure un dubbio che di ciascuno di questi fenomeni sia responsabile in larga parte proprio l’Europa stessa: per quanto ha fatto nei secoli (colonialismo, interventi militari dissennati in Medio Oriente, catastrofi climatiche generate da un irresponsabile modello di svi-

luppo) e per le punitive misure assunte in questi ultimi anni di crisi a danno dei paesi, e degli strati sociali, più deboli, in osservanza dell’ortodossia dei Trattati. Che tuttavia vengono richiamati nella Dichiarazione non per dire che forse debbono esser rivisti, ma per riaffermarne la piena validità. (Agiremo - si legge - «in linea con i trattati».) La sola innovazione annunciata, è davvero pericolosa (e meraviglia che nell’orgia retorica di questa celebrazione la sua portata sia andata smarrita). È quella che riguarda il progetto di rilancio dell’industria bellica europea (per altro già detentrice di una ragguardevole quota sul

Not my Europe!

Nel pomeriggio, dopo il corteo de La nostra Europa, si è svolta la mobilitazione Not my Europe, installazione-evento della società civile sulle acque del ‘Mar Tevere’, dalle 15.30 alla banchina sotto Castel Sant’Angelo a Roma. Contro le politiche dei muri, per un’Europa più umana. Sul fiume, una imponente installazione ha riprodotto l’impatto delle politiche dei muri sulle persone in cerca di sicurezza in Europa.

mercato globale), per far fronte ai nostri impegni con la Nato. Trump può stare tranquillo, pagheremo la nostra parte per spingere il Patto Atlantico fin dove si può, anche sotto le mura del Cremlino, così contribuendo inevitabilmente a rendere Putin più popolare nel suo paese. Ma pericoloso l’annuncio è anche per altre ragioni: indica l’intenzione di rafforzare l’export delle nostre armi ai peggiori paesi esistenti, Arabia Saudita in primo luogo. Peggio: indica l’orientamento a perseguire la dissennata politica degli interventi militari in giro per il mondo, quelli detti ‘umanitari’. Non solo: poichè si dichiara che occorre rafforzare le nostre frontiere esterne, e la frase è posta in collegamento con i flussi migratori, si potrebbe pensare che si intenda affrontare i barconi con le cannonate. Forse sarà bene tirare fuori dai cassetti il nostro vecchio movimento per la pace. Rischiamo di averne molto molto bisogno.


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terremoto

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Arci in prima fila a fianco delle comunità terremotate di Massimiliano Bianchini presidente Arci Marche

Le attività dell’Arci nelle aree terremotate marchigiane continuano. Stiamo ascoltando i territori e con un gruppo sempre più ampio di dirigenti abbiamo fatto molti incontri in circoli, consigli comunali e ambiti sociali. Il primo si è svolto a Dignano (frazione di Serravalle) in un circolo Arci che ha subito gravi danni dal terremoto. Nonostante questo, la volontà di ripartire è alta. Importante è stata la presenza del sindaco di Serravalle e di altri presidenti di circoli Arci della zona, per esempio del circolo Valle fiorita di Fiuminata, anche per dare il senso di una comunità che riparte dal terzo settore. Il secondo incontro lo abbiamo svolto a Camporotondo in consiglio comunale, anche qui con la presenza del sindaco e del presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri. Qui in particolare, abbiamo trattato il tema di come le imprese

agricole stanno provando a coordinarsi sotto la spinta dell’Arci all’interno di un progetto che vede l’agricoltura sociale e biologica come punto di riferimento. L’ultimo di questa serie l’abbiamo tenuto a Matelica, con il coordinatore degli ambiti sociali di trentotto comuni dell’area terremotata. L’Arci è capofila di un progetto di promozione sociale e di attività culturali dal basso che dovrebbe veder coinvolta anche la Regione Marche. Non si può non sottolineare le grandi difficoltà che hanno le istituzioni pubbliche ad affrontare questa fase di emergenza: mancano i veri momenti di ascolto al di fuori di cerimonie che lasciano il tempo che trovano e tutto questo ci responsabilizza ancora di più, anche perché l’Arci riesce ad essere il ponte tra le comunità e le istituzioni stesse. Certo che la situazione continua ad essere veramente drammatica, le zone

dell’entroterra si stanno rapidamente desertificando e ci sono sempre più casi di insofferenza e di abbandono. Devo dire con grande franchezza che l’Arci nazionale è presente in questa nostra battaglia sul territorio, tramite anche la cabina di regia che abbiamo istituito a livello nazionale. Questo ci ha permesso di programmare una serie di attività (bibliobus, cinema, presentazioni di libri, concerti, attività teatrali) che sono in programmazione per la prossima primavera - estate. Inoltre sono già in essere molte attività rivolte ai bambini (iniziativa Giocare per ricostruire), che i nostri amici francesi di Secours populaire ci hanno aiutato a sviluppare. Infine, siamo impegnati con Svim, società di sviluppo della Regione Marche, a progettare un nuovo sistema di marketing territoriale per le nostre zone così duramente colpite dal terremoto.

Riapre il circolo Aquaragia, danneggiato dal terremoto del 2012 di David Parmeggiani servizio civile Arci Modena

L’Aquaragia è un bel racconto che parla di associazionismo, solidarietà e volontariato, valori fondamentali per il territorio, in particolare dopo il terremoto che nel 2012 ha danneggiato gli spazi che ospitavano lo storico circolo giovanile di Arci Modena. Nata nel 1989 dall’esigenza e dalla volontà di alcuni ragazzi di stare assieme e condividere tempo e passioni, l’associazione è rimasta coesa nonostante la mancanza di una sede e con volontari, altri circoli Arci e le istituzioni locali è riuscita a rimettere insieme il circolo per rilanciare le attività, dimostrando che l’unione di energie, idee e la voglia di costruire insieme il futuro che si sogna è il modo migliore per essere protagonisti nella propria comunità. Per Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, «la riapertura di questo storico circolo giovanile è la dimostrazione che scegliere la cultura, nelle azioni di solidarietà messe in campo da Arci dopo il terremoto in Emilia ma anche a L’Aquila e più recentemente nel centro Italia, è il modo giusto per tenere salde le radici comunitarie di questi luoghi. Oggi abbiamo questo nuovo spazio grazie alla solidarietà arrivata dai

circoli di tutta Italia e alla lungimiranza dell’amministrazione locale che ha dimostrato con i fatti quanto l’associazionismo conti nel modello di welfare emiliano. Vedere tante persone festeggiare il ritorno dell’Aquaragia - conclude la presidente nazionale - fa comprendere come luoghi di cultura, partecipazione, protagonismo giovanile, scambio e circolazione di progetti e idee siano essenziali per tornare a costruire insieme il futuro». A brindare alla riapertura, lo scorso 18 marzo, sono stati in oltre 200, come ci racconta Elia Zanetti, presidente del circolo: «Questa riapertura è stata un grande successo, reso possibile dallo sforzo collettivo di molti volontari, diversi circoli tra cui il circolo Arci Donoratico e la Casa del Popolo di Uliveto Terme dalla Toscana,

diverse associazioni, tra cui Arci Modena e l’associazione SFOLB e le istituzioni locali, in particolar modo la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e l’amministrazione comunale». L’Aquaragia senza la ‘c’ è da vent’anni il punto di riferimento per l’aggregazione giovanile sul territorio di Mirandola, dove musica, cinema, cultura, impegno sociale e associazionismo hanno sempre trovato casa: tanti sono i progetti avviati come teatro, balli latini, serate dedicate all’enogastronomia e alla proiezione di corti cinematografici, alla legalità con ospiti e testimoni di mafia, alla cultura e alla letteratura. A questi si aggiungeranno un doposcuola e un centro estivo dedicati ai più giovani. «Siamo orgogliosi della riapertura di questo importante spazio di aggregazione giovanile - spiega Anna Lisa Lamazzi, presidente Arci Modena -, che per anni è stato il punto di riferimento della bassa modenese e che torna in attività, ricco di nuove idee e progetti, grazie all’impegno di un gruppo di giovani che hanno investito tempo ed energie in questo sogno». Per informazioni: www.arcimodena.org o www.aquaragia.it


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migranti

La lettera di Walter Massa, presidente Arci Liguria, al Sindaco di Ventimiglia Caro Sindaco Enrico Ioculano, ti rispondo pubblicamente come pubblicamente tu mi hai chiamato in causa, insieme a tutta l’organizzazione che rappresento. Una sottolineatura non secondaria dato il grande lavoro che in questi anni abbiamo fatto con te - e prima di te - nella comunità che oggi rappresenti, insieme a tante altre realtà e organizzazioni sociali e del volontariato. Lo abbiamo fatto sempre con discrezione, con grande passione e umiltà, avendo cura a non innescare inutili quanti dannose polemiche e facendoci carico dei problemi concreti delle persone in transito e dei cittadini. E, aggiungo, sopportando insieme a voi quella fastidiosa e ingiusta solitudine in cui è stata lasciata l’intera comunità di Ventimiglia. Abbiamo accompagnato e spesso condiviso con te e con i tuoi cittadini, passo dopo passo,

il carico emotivo e le problematiche, agendo sempre con quello spirito di solidarietà diffusa che, ancora oggi, contraddistingue la maggior parte della popolazione di Ventimiglia e tutti noi. È nato grazie a questo impegno un nuovo circolo - chiamato non casualmente ‘Al Confine’ - che diventerà un prezioso presidio del tuo territorio. È poco lo so ma è quello che possono fare le associazioni e il volontariato lasciate sole. Come i Comuni. Ma è inutile girarci attorno, quell’ordinanza, come ti diciamo da tempo e come ben sai, per noi è del tutto sbagliata e, se permetti, inutile e dannosa. In primis per te e per Ventimiglia. È sbagliata nel merito, perché dà l’idea di un’amministrazione convinta di risolvere i problemi contrastando i poveri e non la povertà. Cosa che, per come ti abbiamo conosciuto, non ti rappresenta e non rappresenta i

Superare Dublino

Le proposte di Asgi e Tavolo Asilo Molte delle persone che arrivano in Europa per chiedere asilo vi fanno ingresso attraversando le frontiere esterne dell’Italia, ma non intendono restarvi, desiderando invece stabilirsi in un altro Stato europeo. Tuttavia non possono decidere liberamente in quale Stato presentare la domanda, perché alcune delle regole dell’Unione europea, previste dal Regolamento Dublino III, stabiliscono i criteri per l’individuazione dello Stato competente ad esaminare ogni domanda di asilo presentata sul territorio europeo. È finalmente entrata nel vivo la discussione sulla revisione del Regolamento, uno dei più importanti temi che riguardano la riforma del sistema di asilo nella UE. In seno al Parlamento europeo, la relatrice onorevole Cecilia Wikström (Gruppo Alde) ha presentato il suo progetto di relazione, su cui si sta sviluppando un serrato confronto tra i gruppi politici in vista dell’adozione della posizione della Commissione LIBE prima e dell’Assemblea poi. L’ASGI, insieme al ‘Tavolo Naziona-

le Asilo’, ha elaborato e inviato alla relatrice e ai parlamentari europei un elenco di emendamenti mirati, tesi a dimostrare che un diverso e più equo sistema Dublino è non solo desiderabile ed opportuno, ma anche tecnicamente fattibile. In particolare viene ritenuto necessario che venga adottato un nuovo approccio normativo che sia nello stesso tempo più rispettoso dei diritti fondamentali delle persone e più conforme al principio di solidarietà e di equa distribuzione delle responsabilità tra gli Stati membri di cui all’art. 80 del TFUE . Il documento ha ricevuto il sostegno di Acli, Arci, Asgi, Associazione ‘A Buon Diritto’, Caritas Italiana, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli-J.R.S. (Jesuit Refugee Service), C.I.R. (Consiglio Italiano per i Rifugiati), Comunità di S. Egidio, F.C.E.I. (Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane), Senza Confine, Save The Children Italia. Per approfondimenti: http://www.asgi.it/asilo-e-protezione-internazionale/regolamentodublino-riforma-parlamento-ue/

tuoi concittadini: è sbagliata nel metodo perché non risolve i veri problemi, che la tua comunità sta vivendo. è sbagliata perchè criminalizza, nei fatti, la solidarietà di molti uomini e molte donne. È sbagliata perchè alimenta quell’idea di processo ingovernabile che si può affrontare solo con repressione e in uno stato di perenne emergenza. Ed entrambi sappiamo bene quanto la logica emergenziale abbia fatto danni al nostro Paese. Sono uno che a Ventimiglia praticamente è di casa, come sai. Ma non posso non domandarmi: vogliamo veramente far credere all’opinione pubblica che il problema a Ventimiglia siano i volontari, francesi o italiani, che aiutano i migranti per strada? O vogliamo invece denunciare con grande forza, insieme, le Istituzioni - come la Regione Liguria o il Governo - che non muovono un dito da anni per sostenere te e la tua comunità? E quando lo fanno creano danni incalcolabili? Oppure, vogliamo denunciare i diversi comuni, anche della provincia di Imperia che, a differenza vostra, scelgono il chissenefrega nei confronti delle persone in transito e quindi anche della situazione di Ventimiglia, esibendo con orgoglio la chiusura del propri confini comunali? Noi siamo qui caro Enrico. Ci siamo sempre stati e sempre ci saremo. Con profilo basso a fare cose concrete. Disponibili a farci da tramite anche per altri e mantenendo sempre quel profondo rispetto del tuo ruolo e dei tuoi concittadini. Ma cancella quell’ordinanza, abbassiamo tutte e tutti i toni e convoca associazioni di categoria, organizzazioni sociali, sindacali e volontari a un tavolo. Chiama a raccolta le associazioni nazionali (i partiti e le loro dinamiche lasciamoli fuori da questa storia); convoca le associazioni francesi e, insieme, proviamo a dare risposte concrete con il coordinamento del tuo comune. C’è da tutelare il diritto dei migranti in transito a essere sostenuti e assistiti e c’è una città solidale che ha bisogno di tutelare la propria vocazione turistica, economica e la propria serenità. Chiamiamo i problemi con il loro nome e affrontiamoli. Il problema non sei tu; il problema è quell’ordinanza figlia di un altro tempo e di un’altra cultura. Con stima sincera, Walter Massa


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paceedisarmo

All’Onu il mondo inizia a discutere la messa al bando delle armi nucleari Inizia a New York la prima sessione di negoziati per l’elaborazione di un Trattato che inserisca la messa al bando delle armi nucleari nella legislazione internazionale. Un momento storico importante anche perché il Trattato viene elaborato sulla base del riconoscimento che l’impatto umanitario dell’uso di ordigni nucleari sia moralmente inaccettabile. Già solo per la loro esistenza le circa 16mila testate nucleari presenti nel mondo rappresentano un significativo rischio per la sicurezza umana. A questa sessione si è arrivati grazie al voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, con il sostegno di più di 120 Paesi, ha confermato la decisione di procedere a negoziati su questo Trattato presa nell’ottobre 2016 in seno al Primo Comitato sul disarmo. L’azione decisa all’Onu è la conseguenza di una serie di conferenze internazionali che hanno raccolto dati stringenti sul costo umanitario inaccettabile di qualsiasi uso di armi nucleari, e sul ruolo che la proibizione di tali ordigni avrebbe

nel rafforzare la legge umanitaria internazionale. In base al documento di convocazione, ci si aspetta che il Trattato impedirà legalmente agli Stati che decideranno di sottoscriverlo di utilizzare, possedere, sviluppare armi nucleari e di assistere altri Paesi in questa attività. Il nuovo strumento internazionale funzionerà in armonia con l’esistente regime di accordi sulla non proliferazione e disarmo nucleare, rafforzando le norme contro questi ordigni e mettendo a disposizione degli Stati un metodo e un percorso per adempiere ai propri obblighi di disarmo. Purtroppo il Governo italiano, a meno di sorprese dell’ultima ora, non parteciperà ai negoziati, allineandosi a quei Paesi (della Nato o sotto l’ombrello nucleare Usa) che si sono opposti alla Risoluzione di convocazione. Eppure il voto espresso in Assemblea Generale non implica l’esclusione automatica dai negoziati, cui infatti prenderanno parte i Paesi Bassi (nella stessa situazione italiana) e altri Stati UE come Austria e Irlanda.

Settimana del libro palestinese dal 26 marzo al 2 aprile 2017 Nell’ambito di una vasta Campagna per la Palestina che si sta svolgendo a Roma e che durerà per tutto il 2017 per approfondire vari aspetti della realtà palestinese, viene promossa dalla Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese in collaborazione con Arci Roma, Biblioteche di Roma, Cultura è Libertà, Gazzella onlus, Soccorso Sociale Palestinese, Ulaia Arte Sud onlus, una settimana del libro palestinese dal 26 marzo al 2 aprile. All’iniziativa hanno assicurato la partecipazione le seguenti librerie: Assaggi, via degli Etruschi 4; Fahrenheit, piazza Campo dei Fiori 44; Giufà, via degli Aurunci 38; Griot, via di Santa Cecilia 1; I Trapezisti, via L. Mantegazza 37; L’Altracittà, via Pavia 106; Libreria Leonina, via dei Corridori 16; Libreria Paolina, via del Castro Pretorio 14; Nuova Libreria dei Ragazzi, piazza Santa Cecilia 18; Odradek, via dei Banchi Vecchi 57; Pucciarelli, viale Tirreno 228; Samarcanda, via G. Bassani 11;

Todomodo, via Bellegra 46; Tuba, via del Pigneto 31. I prossimi appuntamenti in programma: 31 marzo, ore 20. Libreria Assaggi, Isabella Camera D’Afflitto (Università La Sapienza) Ghassan Kanafani e la Palestina del suo tempo. 1 aprile, ore 18. Libreria Tuba, Maha Bader (IULM, Milano) - Cecilia Dalla Negra (giornalista) Sumud. Donne palestinesi tra resistenza ed esilio. 2 aprile, ore 18,30. Libreria Griot, Chiara Comito (arabista, blogger) Piccola rassegna letteraria palestinese.

L’Italia rischia di vanificare la possibilità di un ruolo attivo e positivo in questo processo, in quanto per la sua situazione geopolitica e l’essere paese ospitante di armi nucleari statunitensi potrebbe invece fungere da mediatore positivo e spingere i propri alleati Nato a considerare concretamente la strada del disarmo nucleare. Proprio per ricordare la pericolosità degli ordigni nucleari presenti sui propri territori, nei giorni scorsi attivisti di Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi hanno dimostrato davanti alle basi che li ospitano ad Aviano e Ghedi (Italia), Kleine Brogel (Belgio), Buchel (Germania) e Volkel (Paesi Bassi). Il Trattato in discussione avrà comunque un impatto anche sugli Stati che decideranno di non partecipare ai negoziati, poiché imposterà norme internazionali di comportamento e contribuirà a cancellare il prestigio politico associato al possesso di armi nucleari. Non a caso, e con una mossa senza precedenti, gli Stati Uniti hanno convocato una conferenza stampa di protesta contro i negoziati all’ingresso del Palazzo di Vetro, poco dopo l’inizio della sessione. Sarà importante capire chi seguirà le indicazioni dell’amministrazione Trump. Con un rischio di detonazione nucleare oggi al massimo livello dalla fine della Guerra Fredda, questo Trattato dovrebbe essere una priorità urgente per tutti quei popoli e Stati che credono in un futuro libero dalle armi nucleari. Inoltre, il progressivo smantellamento degli arsenali esistenti - quale esito ultimo della messa al bando - sarebbe l’unico modo realmente efficace per neutralizzare i rischi dell’uso non intenzionale di armi nucleari e del c.d. terrorismo nucleare: rischi rispetto ai quali l’equilibrio fondato sulla deterrenza non può nulla. Gli sforzi di disarmo del recente passato dimostrano come i passi più efficaci verso l’eliminazione di una determinata classe di armi sia la proibizione sotto la legislazione internazionale. La completa eliminazione delle armi nucleari da parte degli Stati che oggi le possiedono non avverrà immediatamente, ma la situazione sempre più complessa della sicurezza internazionale e la proliferazione di armi di distruzione di massa pone all’ordine del giorno in maniera pressante la necessità di porre fine all’era nucleare. www.retedisarmo.org


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turchia

Un NO (Hayir) per dire sì alla democrazia partecipativa Di seguito il testo dell’appello rivolto ai turchi che vivono in Italia, a cui si chiede di votare no al referendum voluto da Erdogan. In Germania l’appello è stato sostenuto dai Verdi e ha raccolto migliaia di firme. Hanno già aderito numerosi esponenti della comunità turca e diverse organizzazioni italiane. L’appello è stato sottoscritto anche dall’Arci e firmato dalla presidente Francesca Chiavacci. Il 16 aprile in Turchia si andrà a votare per approvare oppure rifiutare un importante pacchetto di modifiche costituzionali. Nel testo di questo si leggono 18 punti che, in buona sostanza, hanno l’obiettivo di dare più potere al Presidente della Repubblica e di rendere partitico e politico il sistema giuridico. Come si sa, la volontà politica che governa il Paese da più di quindici anni non si vanta di essere molto rispettosa nei confronti dei giornalisti, accademici

universitari, avvocati, giudici e politici dell’opposizione. Questo non solo nella politica nazionale ma anche in quella internazionale con una pagella piena di errori che hanno causato numerosi risultati negativi prima di tutto per i popoli del Medio Oriente e per quelli del Mediterraneo. Dunque noi, le persone che firmano questo appello, vorremmo comunicare la nostra estrema preoccupazione per il futuro della Turchia e di tutta l’area geografica in cui si trova. Secondo noi, un paese così vicino all’Italia non dovrebbe cadere nel rischio di rinunciare alla cultura della democrazia partecipata e preferire quello dell’unico uomo che decide tutto da solo. Sarà possibile, per i cittadini e le cittadine della Repubblica di Turchia, votare per questo referendum il 7-8-9 aprile presso le rappresentanze diplomatiche di Milano e Roma. Quindi invitiamo tutte le persone che hanno il diritto al

Appello alle autorità turche per il rilascio della professoressa Istar Gozaydin Istar Gozaydin, intellettuale, attivista dei diritti umani e studiosa che ha scritto significativi saggi sulla società e la politica della Turchia, è stata licenziata dopo il fallito colpo di stato in Turchia del luglio 2016 e, nel dicembre 2016, è stata arrestata con accuse non ancora chiarite. Negli ultimi due mesi, i suoi amici e colleghi hanno fatto molti sforzi per il suo rilascio, ma senza successo. Per questo è stata promossa una petizione di massa per chiedere la sua scarcerazione.

disegno di gianluca costantini Per firmare la petizione, bisogna scrivere una mail ad Ahmet Erdi Öztürk all’indirizzo aerdiozturk@gmail.com che sta raccogliendo le firme. Info e petizione qui: http://bit.ly/2njsmsf

voto di votare «No» (Hayir). Cosa propone il referendum in arrivo? - il Presidente della Repubblica da solo potrà nominare, licenziare oppure eliminare i ministri del governo quindi a guidare il paese potrà essere un gruppo parlamentare che non avrà preso la maggior parte dei consensi e scomparirà anche il concetto della ‘fiducia parlamentare’. Inoltre non esisterà più l’interpellanza parlamentare. Dato che i ministri saranno nominati dal Presidente della Repubblica che potrà anche essere il leader di un partito politico parlamentare, le elezioni anticipate potranno avvenire difficilmente secondo la volontà e la valutazione di questo; - il Presidente della Repubblica potrà appartenere ad un partito politico quindi sarà difficilmente una figura super partes. Infatti i cambiamenti costituzionali gli daranno anche il diritto di abolire il Parlamento e di ripetere le elezioni; - il Presidente della Repubblica potrà preparare e pubblicare dei decreti di legge senza chiedere il parere del Parlamento; - il Presidente della Repubblica potrà decidere di dichiarare lo stato d’emergenza senza chiedere il parere del governo oppure del parlamento e senza limiti di rinnovo; - il Presidente della Repubblica potrà nominare e licenziare gli amministratori ad alto livello di diversi enti pubblici quindi avrà un potere decisionale notevole dal mondo dell’istruzione al mondo artistico, dall’economia ai media e dalla sicurezza nazionale alla previdenza sociale; - il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri (HSYK-HSK) sarà presieduto dal Ministro della Giustizia ed un suo membro apparterrà allo stesso Ministero, tre altri membri saranno nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri membri dalla maggioranza del Parlamento; - il pacchetto finanziario sarà preparato e presentato al Parlamento da parte del Presidente della Repubblica; - nel caso in cui il Presidente della Repubblica fosse sotto indagine, l’unico luogo in cui dovrà presentarsi, dopo una lunga e difficile fase di votazione parlamentare, sarà la Corte Costituzionale ossia l’ente che per la maggior parte avrà dei membri nominati dallo stesso Presidente della Repubblica.


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Torna a giugno il Lovers Film Festival Torino Lgbtqi Visions con la partnership di UCCA di Maria Luisa Brizio Consiglio nazionale Ucca - Associazione Altera Torino

È morto il re, viva il re! Il Torino Gay and Lesbian Film Festival cambia nome, cambia date e cambia direzione - non esattamente in quest’ordine. È di settimane fa l’annuncio dell’incarico affidato a Irene Dionisio per la direzione artistica dei prossimi tre anni del festival cinematografico torinese a tematica gay, giunto quest’anno alla sua 32esima edizione: il Festival è una delle principali kermesse cinematografiche italiane sul tema, nata nel 1986 come Festival internazionale di film con tematiche omosessuali Da Sodoma a Hollywood per volontà di Ottavio Mai e Giovanni Minerba, attivisti nonché autori del film Dalla vita di Piero. Da subito la rassegna riceve il contributo degli enti locali sino a venire ‘istituzionalizzato’ con il passaggio, nel 2005, sotto la gestione amministrativa del Museo Nazionale del Cinema. Proprio questa appartenenza è quella che è sembrata mettere in discussione, negli ultimi mesi, la vita di questo festival, a causa delle vicissitudini legate al rinnovamento dei vertici del MNC: fra tardivi passaggi di consegne e nomine mancate, è stato inevitabile lo spostamento a giugno (dal tradizionale aprile-maggio) dell’allora TGLFF, ora Lovers Film Festival. In una sala gremita di giornalisti, si è tenuta, lunedì scorso, la conferenza stampa che ha annunciato il nuovo naming e le sezioni competitive del Festival: dall’originario Da Sodoma a Hollywood, attraverso il più recente TGLFF - Torino Gay&Lesbian Film Festival, l’attuale Lovers Film Festival - Torino LGBTQI Visions è un nome che mette l’accento sull’inclusività della manifestazione - per tutti i soggetti della comunità LGBTQI, ma anche per tutti gli ‘amanti’ e ‘appassionati’ di cinema. Il titolo di Lovers infatti fornisce un’etichetta universale, se pure sfaccettata, con i suoi tre significati di ‘amante, appassionato e sexual partner’. Siamo di fronte a un Festival, insomma, che per sua stessa ammissione vuole costruire un’identità

molteplice ma inclusiva, ‘scardinando i confini’, per parafrasare il claim Queering the borders, e superando categorie a volte limitanti e non corrispondenti alla realtà. Anche le sezioni competitive riflettono questo approccio, con l’attenzione rivolta alle nuove tendenze contemporanee dell’interdisciplinarietà testimoniata dal premio Irregular Lovers. Concorso iconoclasta internazionale, il cui vincitore avrà la possibilità di frequentare una Residenza d’Artista Internazionale, e dal premio del pubblico, dato in partnership con MYmovies, che consisterà in una produzione ad hoc dell’artista visiva Giulia Caira, da sempre attiva sulle tematiche gender fluid. Gli altri tre concorsi sono rivolti a lungometraggi internazionali (All the Lovers, per film di finzione), cortometraggi internazionali (Future Lovers) e documentari internazionali, nella sezione Real Lovers resa possibile da una partnership con UCCA con la messa in palio di un premio del valore di 500 euro e un accordo di circuitazione sul territorio nazionale.

La collaborazione fra UCCA e il Lovers Film Festival nasce in virtù di un consolidato rapporto fra il MNC e le attività UCCA sul territorio torinese oltreché dalla sensibilità di Dionisio per il mondo dell’associazionismo (Irene è fra i fondatori di Fluxlab, associazione ARCI e UCCA), e si incontra sul linguaggio del documentario per valorizzare l’attenzione al cinema del reale propria della nostra rete. Questa partnership inoltre rispetta una delle tre linee guida della costruzione del Festival, ossia la connessione con soggetti operanti sul territorio, accanto a una forte spinta all’internazionalizzazione: ci aspetta, insomma, una manifestazione ‘glocal’, parafrasando un altro festival torinese, e capace di costruire sinergie con attori fra loro anche molto diversi. L’ultimo asse su cui è realizzato il Festival è la valorizzazione dei suoi più di trent’anni di tradizione, asse rispettato sin dalla scelta di affidare la Presidenza del Festival a Giovanni Minerba, storico direttore e fondatore, pur rinnovando la direzione con l’incarico affidato a Dionisio che rappresenta un cambiamento importante, ma nel segno della continuità. Nelle parole della stessa Dionisio la manifestazione non vuole perdere «la forza eversiva e rivoluzionaria del progetto di partenza di Da Sodoma ad Hollywood», che a partire dagli anni Ottanta ha aperto la strada a una «reale possibilità di rappresentazione e autorappresentazione - attraverso il cinema - della comunità LGBTQI» e che non deve ora cedere a tendenze di normalizzazione accettando, al contempo, la sfida di coniugare l’arte cinematografica, le esigenze del pubblico e uno sguardo politico sulla complessa realtà che ci circonda. La call per le quattro sezioni competitive, fra cui Real lovers, si è aperta lo scorso 28 marzo e si chiuderà il 28 aprile. Il Lovers Film Festival si svolgerà dal 15 al 20 giugno 2017 al cinema Massimo di Torino.


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A Genova un convegno sul carcere nell’ambito di ‘Skills for Freedom’ Da molti anni l’Arci si impegna nell’ambito del lavoro in carcere, sviluppando progetti e reti che favoriscono la realizzazione di azioni dedicate ai detenuti, alla loro vita, ‘fuori e dentro le mura’. Nel 2015 Arci Liguria, proseguendo questo cammino, affronta una nuova sfida dal respiro europeo, mettendosi alla guida di Skills for Freedom. Artistic paths to develop the professional skills of prisoners (Percorsi artistici per lo sviluppo di competenze professionali nei detenuti), un progetto finanziato dal Programma Erasmus+ - KA2 - Settore Educazione Adulti.

Skills, dando per assodata la presenza, la diffusione e l’efficacia di attività artistiche e in particolare teatrali realiz-

zate insieme ai detenuti per facilitarne la permanenza in carcere e favorirne il percorso di riabilitazione, si pone come fine ultimo quelle di facilitare il reinserimento post-pena nel mercato del lavoro; un obiettivo ambizioso, che persegue attraverso un lavoro lungo 3 anni, appoggiandosi ad una rete di 10 partner in 8 paesi. A metà del proprio ciclo di vita, Skills for Freedom si presenta al pubblico e restituisce gli esiti del lavoro finora svolto, presentando il quadro europeo delle competenze, trasversali e specifiche acquisite dai detenuti impegnati nelle attività artistiche e teatrali e introducendo le attività che sono attualmente in corso, nelle carceri di Marassi e Pontedecimo, ad opera di Arci Genova, Arci La Spezia e Teatro dell’Ortica e ‘monitorate’ dall’Equipe di Formatori Associati (ÉFA). L’evento si è svolto a Palazzo Ducale, Genova, nella giornata del 30 marzo, lasciando spazio ad una riflessione più ampia su politiche e azioni, capaci di costruire ponti tra il dentro e il fuori. www.arciliguria.it

Approaching to employment Si intitola Approaching to employment il progetto presentato ed implementato dall’associazione spagnola Asociación Europa 2020 in collaborazione con Solidarci di Caserta e Clube Intercultural Europeu (Portogallo). I youth worker stanno lavorando insieme dallo scorso settembre e fino ad ottobre 2017 con circa 75 giovani dai 16 ai 29 provenienti dai tre paesi partecipanti. Obiettivi del percorso condiviso sono: aumentare le possibilità di accesso al mondo del lavoro; incrementare la partecipazione attiva e l’educazione all’auto-imprenditorialità; migliorare le competenze non formali dei giovani partecipanti; promuovere il dialogo interculturale, l’inclusione sociale e la solidarietà. Solidarci sta svolgendo le attività con i giovani dell’Istituto Mattei di Caserta e altri giovani auto imprenditori del territorio, che si confrontano in workshop, seminari, tavoli di lavoro sulle tematiche delle competenze, sul concetto di lavoro, nella preparazione di un CV europeo, nella conoscenza del mondo lavorativo a livello nazionale ed europeo e per la creazione di una piattaforma online dove condividere informazioni.

Inoltre, in questi mesi di vita di Approaching to employment è stata condotta una ricerca online per raccogliere spunti e riflessioni utili alla realizzazione di strategie pratiche per il percorso di crescita lavorativa dei giovani. Sono state intervistate circa 100 persone, di cui il 34% maschi, il 66% femmine, dell’età media di 35 anni; circa il 40% sono laureati, il 30% hanno svolto anche master e corsi post lauream, il 26% le scuole medie superiori. Il 43% attualmente svolge un lavoro come dipendente e il 27% è un lavoratore autonomo. Risulta disoccupato il 13%, l’8% è uno studente, il 9% lavorano e studiano. Per approfondimenti e dati più specifici sull’indagine: solidarcicaserta@gmail.com

in più rovelli al circolo SAN POLO D’ENZA (RE) Il

2 aprile, presso la propria sede il circolo Arci Pontenovo organizza una serata con un protagonista d’eccezione, che quei luoghi ha conosciuto di persona: lo scrittore e cantautore Marco Rovelli, autore del libro La guerriera dagli occhi verdi. Si comincia alle 18 con la presentazione del libro e a seguire dopo la cena ci sarà il concerto di Marco Rovelli con Rocco Marchi. Ingresso ad offerta libera. arcipontenovo@gmail.com

wiki loves monuments OSNAGO (LC) Il 2 aprile dalle

ore 18.30 si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica dell’edizione italiana 2016 di Wiki Loves Monuments. L’esposizione sarà allestita in contemporanea in più punti di Osnago, tra cui il circolo Arci La Lo.Co., la Sala Cinema Don Sironi e il municipio cittadino. Le fotografie in mostra sono state selezionate tra gli scatti di circa 900 fotografi, che hanno immortalato oltre 6000 monumenti italiani. La mostra sarà visitabile fino a domenica 16 aprile. Ingresso gratuito. www.arcilecco.it

giullari senza frontiere LECCE Far ridere i bambini è l’im-

presa più importante che un adulto possa compiere. Se si tratta di ragazzi che hanno attraversato momenti di dolore, viaggi e sofferenze, l’impresa è doppiamente importante. Per questo Arci Lecce ospita dal 30 marzo al 1 aprile i Giullari senza frontiere per dare un sorriso ad oltre 210 ragazzi ospiti delle sedi dei centri di accoglienza straordinaria che cura nel Salento. I Giullari senza frontiere saranno nei centri di Tricase, Andrano, Alessano, Gagliano del Capo e al Cas di Salve. fb Arci Lecce

serata per alda merini MILANO Al circolo Arci Bellezza, il

1 aprile alle 21, Sono nata il 21 a primavera: serata dedicata alla poetessa dei Navigli Alda Merini con reading e proiezioni: sul palco il poeta e performer Lorenzo Andrea Paolo Balducci, proiezioni & visual a cura della regista Francis Benvadi e piccola mostra fotografica a cura di Alberto Molteni. Ingresso 5 euro con tessera Arci. www.arcibellezza.it


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A Terni la rassegna ‘Stranieri nostrani’, in viaggio tra i suoni del mondo Torna con una formula diversa la rassegna Stranieri Nostrani organizzata da Arci Terni insieme ad altre associazioni locali. La prima edizione, tenutasi lo scorso anno nel mese di marzo, rappresentava un viaggio che partiva da una cultura culinaria fino ad arrivare a quella musicale, che da sempre supera i confini e abbatte le barriere che segnano le differenze sociali, superando divisioni ed accorciando le distanze fra le diverse culture. L’edizione 2017 è invece un viaggio tra i suoni del mondo. Uno scambio effettivo con culture da qualsiasi parte del mondo, tra musicisti professionisti ed amatoriali, tra i cittadini e i beneficiari dei nostri progetti di accoglienza. Venerdì 24 e sabato 25 marzo si è tenuta una masterclass Ritmi dall’India, un corso di tabla e ritmo vocale applicati a musica indiana, bhajan, alla musica jazz e world music, condotto dal Maestro Rashmi V. Bhatt, seguito poi da un’esibizione dal vivo del Maestro indiano nel duo Khayal. Un successo confermato dalle tantissime presenze alla due giorni indiana. I prossimi appuntamenti sono in calendario per venerdì 7 e sabato 8 aprile allo Studio 1 del Caos, alle 16:30, con un workshop su Canti e Musiche del Mediterraneo a cura di Stefano Saletti e Barbara Eramo. La sera di sabato 8, alle 21:30 sempre al Caos, esibizione dal vivo di Saletti e la Banda Ikona; un viaggio affascinante tra i suoni e le culture del Mediterraneo alla ricerca di un linguaggio musicale e lirico, punto di unione e di forza dei popoli che si affacciano sullo stesso mare. L’iniziativa è organizzata dal Progetto SPRAR con Arci Terni, Arci Solidarietà Terni, Associazione San Martino, Associazione Laboratorio Idea, Caos, Indisciplinarte e con il patrocinio del Comune di Terni. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito. www.arciterni.it

NO di Arci Puglia alla TAP L’Arci Puglia ribadisce il suo NO al gasdotto che collegherà l’Italia all’Arzebaijan approdando nel Salento, sulla spiaggia di San Foca. «Non basta l’inapplicabilità della Direttiva Seveso – ribadiscono Davide Giove, presidente di Arci Puglia e Anna Caputo presidente di Arci Lecce – ottenuta per un soffio riguardo ai quantitativi di gas dichiarati a convincerci dell’opportunità di questa opera». Lo Stato italiano, per garantirne la realizzazione, interpreta come ottemperate una serie di procedure rispetto alle quali il Comitato No Tap e la stessa Regione Puglia hanno un’idea diametralmente opposta, a partire dalla prescrizione A44. Il gasdotto TAP, così come è pensato, è semplicemente inopportuno. Lo è per la forte vocazione turistica e per il valore paesaggistico del territorio su cui ricade; lo è per l’impatto trascurabile in termini di politiche energetiche rispetto al grave danno arrecato alle comunità locali; lo è, infine, per ragioni squisitamente politiche: il gasdotto collegherà attraverso la regione Puglia l’Europa all’Arzebaijan, Paese che certo non brilla per rispetto dei diritti umani e che anzi si distingue soprattutto per una politica repressiva nei confronti della libera informazione, giunta persino alla messa al bando di dieci giornalisti italiani. L’Arci Puglia continuerà a sostenere le ragioni del no alla TAP, i cui costi paiono evidentemente superiori ai benefici.

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‘Liberarci dalle spine’ a Siena LiberArci dalle spine. Un’esperienza collettiva di antimafia sociale è il titolo dell’iniziativa promossa dal comitato Arci di Siena in programma sabato 1 aprile alle ore 11.30 presso il circolo Arci di Vescovado di Murlo, alla presenza di ospiti istituzionali e dei dirigenti di circoli e associazioni dell’Arci provinciale di Siena che lo scorso settembre hanno partecipato ai campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia a Corleone. L’appuntamento sarà coordinato da Serenella Pallecchi, presidente dell’Arci di Siena, e arricchito dagli interventi di :Fabrizio Nepi, presidente della Provincia di Siena; Vittorio Bugli, assessore della Regione Toscana; Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci e Calogero Parisi, presidente della cooperativa Lavoro e non solo di Corleone. Al termine del dibattito è previsto un pranzo nei locali del circolo Arci, il cui ricavato sarà destinato al sostegno di nuove esperienze per i giovani del territorio senese nei campi della legalità LiberarArci dalle spine 2017. «L’iniziativa in programma a Vescovado di Murlo - spiega Serenella Pallecchi - parte dall’esperienza fatta lo scorso settembre a Corleone da una delegazione composta da presidenti e dirigenti di circoli Arci del territorio, in arrivo da Murlo, Siena, Chiusi e Poggibonsi. I nostri volontari hanno vissuto in prima persona i campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia, e insieme a loro racconteremo anche i percorsi sull’antimafia sociale che stiamo attivando nelle scuole e le iniziative di sensibilizzazione e solidarietà intraprese dai nostri circoli. All’incontro - aggiunge Pallecchi - parteciperanno anche alcuni giovani che hanno preso parte nei mesi scorsi al progetto. LiberArci dalle spine ripartirà con una nuova edizione nei prossimi mesi, che presenteremo nell’incontro a Vescovado di Murlo ribadendo e rilanciando l’impegno e le prospettive del territorio senese e toscano sull’antimafia sociale, grazie anche alla presenza di diversi ospiti in rappresentanza delle istituzioni a livello provinciale e regionale». www.arcisiena.it


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culturascontata i tanti vantaggi della tessera Arci

w w w. a r c i / a s s o c i a r s i . i t a cura di Enzo Di Rienzo

società

Diritti umani, le Nazioni Unite richiamano l’Italia di Corallina Lopez Curzi Cild

Lucca Film Festival Europa cinema Lucca e Viareggio - Dal 2 al 9 aprile. Il Lucca Film Festival ed Europa Cinema è tra gli eventi di punta delle manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.Nell’ambito delle iniziative sono previsti ospiti come Olivier Assayas e Willem Dafoe. Gli indirizzi dei luoghi dove si svolgerà il Festival sono consultabili sul sito dell’evento. www.luccafilmfestival.it

Nel segno di Roberto Longhi Piero della Francesca e Caravaggio San Sepolcro (AR) - Museo Civico, fino al 18 giugno. La mostra presenta un inedito accostamento tra Caravaggio e Piero della Francesca di cui si comprendono le motivazioni se si guardano i due artisti nel segno di Roberto Longhi, una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo: entrambi furono studiati e ‘riscoperti’ dallo storico dell’arte già a partire dai suoi anni formativi. www.mostrapieroecaravaggio.it

Art Deco. Gli anni ruggenti in Italia Forlì - Musei di San Domenico, fino al 18 giugno. Obiettivo dell’esposizione è mostrare al pubblico il livello qualitativo, l’originalità e l’importanza che le arti decorative moderne hanno avuto nella cultura artistica italiana connotando profondamente i caratteri del Déco anche in relazione alle arti figurative: la pittura e la scultura. www.mostrefondazioneforli.it

Guercino a Piacenza Piacenza - Cattedrale e Palazzo Farnese, fino al 4 giugno. Dal 4 marzo al 4 giugno il Guercino sarà celebrato con iniziative di grande suggestione, che uniranno in un unico percorso, tra sacro e profano, due luoghi simbolo della città di Piacenza: i visitatori avranno la possibilità, quasi unica e irripetibile, di ascendere all’interno della cupola del Duomo per ammirarne gli straordinari affreschi e di contemplare una selezione di 20 capolavori in mostra a Palazzo Farnese. guercinopiacenza.com/

Dal 6 al 10 marzo il Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite ha valutato - nel contesto della sua 119esima sessione - la situazione relativa all’implementazione dei più fondamentali diritti umani sanciti nel Patto internazionale sui diritti civili e politici in Italia. In quell’occasione la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili (CILD) ha presentato al Comitato tre rapporti ombra: uno generale su tutte le tematiche all’attenzione dell’organismo, uno più specifico sulle carceri e il sistema della giustizia (in collaborazione con Antigone e l’Organizzazione Mondiale contro la tortura) e un ultimo sulla privacy (in collaborazione con Transparency International). Nei nostri rapporti evidenziamo alcuni punti fondamentali e gravi criticità, che il Comitato ha poi ripreso nelle raccomandazioni all’Italia pubblicate qualche giorno fa. Cosa preoccupa il Comitato Andando per ordine: il Comitato solleva preoccupazioni sull’incompletezza della normativa anti-discriminazione - ricordiamo infatti che allo stato attuale manca una legge sull’omofobia, nonostante gli attacchi e l’hate speech verso la comunità LGBTI siano all’ordine del giorno - e sull’esigenza di portare quanto prima a compimento il percorso delle unioni civili regolamentando la stepchild adoption (e mettendo così effettivamente al centro i diritti dei bambini). Critica è poi, secondo il Comitato, la situazione relativa a Rom, sinti e camminanti con la necessità di prendere provvedimenti concreti per garantire l’implementazione della strategia nazionale d’inclusione nonché la cessazione della pratica degli sgomberi forzati e della segregazione abitativa nei campi. Inoltre, per quanto concerne la giustizia, il Comitato sottolinea fortemente la necessità di introdurre immediatamente il crimine di tortura nel nostro ordinamento - mettendo fine a un ritardo che va avanti, insopportabilmente, da decenni - e chiede anche l’obbligo di numeri identificative sulle divise degli agenti al fine di prevenire e eventualmente punire gli abusi. Grande attenzione anche alla tematica carcere, soprattutto per quello che concerne la questione sovraffollamento - e il tema della sovra-rappresentazione degli stranieri in carcere. L’altra grande area di preoccupazione è

quella della gestione dell’immigrazione. Il Comitato evidenzia come sia necessario procedere alla eliminazione del reato di clandestinità ma anche limitare l’uso della detenzione dei migranti assicurandosi che sia effettivamente una misura utilizzata solo in extrema ratio - e astenersi dall’effettuare rimpatri collettivi in evidente violazione del diritto internazionale. Questo implica anche la necessità di rivedere gli accordi bilaterali in materia di immigrazione partendo proprio dalla tanto contestata intesa con il Sudan, visto che il Comitato dedica specifica attenzione al caso del rimpatrio forzato dei 48 sudanesi da Ventimiglia (attualmente pendente di fronte alla CEDU). Attenzione anche alla tematica del sistema accoglienza, giudicato inadeguato e bisognoso di miglioramenti. Raccomandazioni che servano a far capire all’Italia come la priorità sia il rispetto dei diritti umani. Un terreno sul quale il governo sta facendo passi indietro con i decreti immigrazione e sicurezza. www.cilditalia.org

arcireport n. 10 | 31 marzo 2017 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Giuseppe Luca Basso Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 17 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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