Arcireport numero 12_2012

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anno X - n. 12 27 marzo 2012

www.arci.it report@arci.it

L'intransigenza del rigore senza equità + Da più parti, forze politiche, sindacati, organizzazioni sociali e addetti ai lavori, si sono levate critiche nei confronti della riforma del mercato del lavoro approvata venerdì scorso dal governo. Eppure, nonostante i molti e autorevoli appelli, è stata netta l'intransigenza con cui il presidente Monti e il ministro Fornero hanno escluso ogni possibilità di modificare il testo. Il presidente del consiglio non solo ha declinato con fermezza ogni invito a negoziare ulteriormente, ma ha pure ribadito la sua posizione rivendicando - pur nel rispetto del ruolo del Parlamento - il diritto dell'esecutivo ad operare in modo unilaterale le sue scelte in materia. In sostanza: si consultino pure le parti sociali ma solo sulla base di una proposta già definita, si discuta con tutti ma alla fine è il governo che decide. Un approccio che equivale al rifiuto della mediazione, che è invece condizione essenziale di ogni pratica di concertazione. Anzi, proprio la concertazione sarebbe all'origine dei ritardi e dell'immobilismo del sistema Italia, tant'è che lo stesso Monti afferma che in passato si è dato troppo ascolto alle parti sociali. È una tesi che non condividiamo e riteniamo pericolosa. Dietro il paravento di una tecnica depositaria di verità oggettive e assolute si svela l'ideologia del mercato che deve prevalere su tutto e improntare le relazioni sociali libero da ogni interferenza. Beninteso, nessuno nega al governo il merito di essere intervenuto con tempestività ed efficacia per scongiurare il default dell'Italia e recuperare credibilità nei mercati. Ma non possiamo condividere l'idea di un riformismo dall'alto operato saltando il necessario confronto con le parti sociali e le forze politiche. Non è di questo che abbiamo bisogno, ed è lecito chiedersi se tutto ciò giovi alla coesione o alla divisione del paese. Il presidente Monti ha più volte affermato di voler coniugare rigore ed equità. Per ora si sono visti molto rigore e poca equità. Tanto più in una fase di crisi, c'è bisogno di ricostruire la coesione del paese, di riattivare il dialogo fra le sue componenti sociali, ritrovare il filo di un ragionamento comune e la capacità di riconoscersi in un progetto di futuro. Per farlo in un quadro di equità non si può prescindere dalla centralità dei diritti sociali e del lavoro e dalla mediazione fra le parti sociali. La democrazia non può fare a meno della politica e il dialogo fra governo e parlamento non è un'inutile perdita di tempo.

Volontariato e formazione, in Italia e all’estero

Sono aperte le iscrizioni ai campi antimafia in Italia e ai campi di lavoro e conoscenza all’estero Per informazioni: campidellalegalita@arci.it; campidilavoro@arci.it

Requiem per Antonio Tabucchi e ne è andato uno spirito libero d’Europa. Antonio Tabucchi, il nostro scrittore più europeo, si è spento a Lisbona. Il Portogallo è stata la sua terra d’elezione. Da lì guardava il mondo, spingendo il suo estro fino al continente indiano. Chi non ricorda Notturno indiano, splendida metafora della ricerca di sé stessi attraverso la ricerca dell’altro da sé? Dal Portogallo - che nel drammatico novecento, oltre a lui, ci ha donato Pessoa e Saramago, entrambi scrittori plurali, cantori dell’identità nel molteplice - Tabucchi ha saputo vedere la nostra Europa con lo sguardo degli ultimi. Di lui, ricordiamo il grande impegno civile, a favore della pace e dei diritti di tutti, in particolare dei migranti. Ricordiamo il grande polemista che non arretrava di fronte alle reprimenda e alle querele del potere politico. Ricordiamo il fiero spirito libertario e antifa-

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RIFORMA DEL LAVORO I PAGINA 2 Il documento dell’Arci e un articolo di Claudio Treves, responsabile mercato del lavoro Cgil nazionale

scista, tradotto in quel Sostiene Pereira che gli diede maggior fama, anche grazie alla trasposizione cinematografica con un attore così amato come Mastroianni. Ma in Tabucchi non c’era separazione fra impegno civile e politico e dimensione letteraria. L’una cosa diventava l’altra senza sforzo alcuno, senza soluzione di continuità. È questo un privilegio solo dei grandi. E Tabucchi è tra questi. Gli dedichiamo perciò niente altro che un suo libro, forse il più bello ma non il più noto: Requiem, che scrisse direttamente in portoghese agli inizi degli anni Novanta. Leggendolo abbiamo sentito, odorato, gustato, capito che cosa è il Portogallo, quella lingua di terra che apre all’Europa l’Occidente. Abbiamo nuovamente imparato cosa è la letteratura: un infinito cammino verso l’essenza della vita attraverso il sogno. Requiem, Antonio.

CULTURA I PAGINA 5 Agire per la cultura in Europa: un articolo di Carlo Testini sull’incontro del 29 marzo a Roma


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lavoro

Sulla riforma del lavoro il governo ha sbagliato. La posizione dell’Arci nazionale Arci esprime una valutazione fortemente critica e preoccupata in merito all’esito della trattativa fra governo e parti sociali sul lavoro e alla proposta di riforma avanzata dal ministro Fornero. Riteniamo che si sia sprecata un’occasione preziosa e che il governo abbia commesso un grave errore, tanto sul piano del metodo che nel merito del provvedimento. Se è vero che per risollevare il paese dalla crisi non basta risanare i conti pubblici, ma occorre rilanciare gli investimenti e creare occupazione, è a questi obbiettivi che andrebbe indirizzato lo sforzo di una rinnovata intesa fra le forze produttive del paese. Ma un nuovo patto sociale si costruisce attraverso il confronto, la mediazione e la concertazione fra le parti sociali, riconoscendo piena dignità alle diverse opzioni e ai legittimi interessi in campo. Non può esserci spazio per atteggiamenti pregiudiziali o tentazioni di rivincita. I sindacati avevano offerto un’ampia disponibilità al confronto, oltretutto dopo molto tempo in un rinnovato clima unitario fra di essi. Il governo avrebbe dovuto cogliere questa opportunità ricercando un’intesa assolutamente possibile anziché pretendere

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di imporre unilateralmente i tempi e gli esiti del negoziato. Nel provvedimento non mancano misure positive, ancorché parziali e insufficienti, per combattere la precarietà. Ma sull’intera riforma pesa il vulnus delle modifiche all’articolo 18, tanto più gravi in quanto del tutto inutili agli scopi dichiarati. Come ammettono gli stessi imprenditori, l’articolo 18 non c’entra niente con le misure per l’occupazione, è solo una garanzia contro l’arbitrio dei licenziamenti ingiustificati e tale sarà bene che resti. Una tutela tanto più attuale oggi di fronte alla lesione dei diritti dei lavoratori praticata in tante aziende a cominciare dagli stabilimenti Fiat. Non è rendendo più facili i licenziamenti che si attraggono nuovi investimenti e si favorisce la competitività delle nostre imprese. Una cosa è la revisione della norma, altro è la libertà di licenziare. Il tema non è distinguere fra licenziamenti economici o disciplinari. Quando viene riconosciuta dal giudice l’illegittimità di un licenziamento, quel lavoratore deve avere la possibilità di essere reintegrato nel suo posto di lavoro. La riforma del mercato del lavoro deve servire per estendere i diritti a chi oggi ne è pri-

vato, non certo per ridurre le tutele esistenti. Invece ci si è ostinati sulla modifica dell’articolo 18 come fosse un totem da abbattere. Si è voluto farne un simbolo, una bandierina da conquistare per indebolire il sindacato e la Cgil in particolare. A chi giova una riforma non condivisa, con le inevitabili conseguenze che avrà sulla conflittualità sociale? È lecito chiedersi se si stia cercando la coesione o la rottura delle relazioni sociali. Serve ben altro per la crescita del paese: ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro, favorire la ripresa dei consumi, investire in formazione, incentivare le imprese che fanno innovazione. Non vorremmo che ad ispirare l’azione di governo fosse ancora una volta - come con l’esecutivo precedente l’intento di cercare la competitività della nostra economia solo a scapito dei diritti dei lavoratori. Non possiamo accettare che il lavoro - su cui si fonda la nostra Repubblica - sia ridotto a merce e che venga mortificata la dignità delle persone. Non sono in gioco solo i diritti di questa o quella categoria di lavoratori, ma i principi che stanno alla base del patto di cittadinanza e della nostra democrazia costituzionale.

No a una Repubblica fondata sul ‘giudizio dei mercati’ di Claudio Treves, responsabile Mercato del Lavoro Cgil Nazionale l Presidente Monti aveva detto che l'articolo 18 era l'ultimo dei problemi, è diventato talmente importante da fargli dichiarare che se il Paese non fosse ‘pronto’ per le modifiche, tanto varrebbe lasciare l’incarico. Dal Governo tecnico, siamo ora al ‘Governo platonico’, dove siedono pensatori eccelsi che sanno cosa è bene per i cittadini, ancora prigionieri delle illusioni della falsa coscienza: sembra un paradosso, ma spesso durante gli incontri ci è stato detto che il sindacato era prigioniero degli interessi che difendeva, quindi conservatore, mentre loro, chiamati per salvare il Paese, guardavano a chi era fuori dal recinto delle rappresentanze (‘i giovani’). Il prodotto che si vuole difendere con tanta arroganza avrà la veste di un disegno di legge, ossia la forma più esposta a modifiche e ‘stravolgimenti’ in ogni senso: non male per chi ha dichiarato chiusa la fase del confronto con le parti sociali per liberarsi da supposti ‘poteri di veto’... Se poi guardiamo i risultati di questi estenuanti confronti (tutti svolti senza testi, alla faccia della trasparenza e della democrazia),

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possiamo affermare che i risultati più significativi per i giovani sono stati ottenuti grazie alla spinta del sindacato, della Cgil in particolare: dalla conservazione dell'una tantum per i collaboratori (che il governo voleva sopprimere), alle misure sul lavoro a chiamata e sul part-time, alla soppressione della clausola che ammetteva la violazione del principio della parità di trattamento tra lavoratori somministrati e lavoratori dell'utilizzatore, così come lo strumento per coprire periodi brevi di lavoro (la cosiddetta mini ASPI) attivabile dopo 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti ed erogato per la metà delle settimane lavorate, in modo da includere effettivamente chi è ai primi rapporti di lavoro. Adesso ci sono almeno potenzialmente le condizioni per un’iniziativa che porti alla trasformazione in lavoro subordinato delle forme spurie di lavoro autonomo. Sugli ammortizzatori sociali ci sono gravi carenze sul piano dell'universalità del sistema, sia per quanto riguarda l'inclusione, realizzata solo per gli apprendisti, sia per quanto concerne il mantenimento delle differenti aliquote contri-

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butive (artigiani e commercio ringraziano, ecco dov'è finita una parte della ‘paccata’ di miliardi!), sia per la riduzione della durata delle misure (da 48 mesi per un ultracinquantenne meridionale si passerà nel 2017 a 18 mesi di sussidio per chi ha più di 55 anni), cui fa da parziale contraltare l'oggettivo miglioramento della misura, pari al 75% della retribuzione fino al nuovo massimale unico, superiore in valore alla mobilità e all'indennità di disoccupazione. Infine, l'articolo 18 è un punto di valenza sindacale e simbolica: sindacale perché si tratta di difendere il principio che, in qualunque modo esercitato, un licenziamento illegittimo è da sanzionare con il reintegro del lavoratore, simbolico perché sancirebbe il mutamento dei rapporti valoriali rispetto all'edificio costituzionale. Anziché sul lavoro, la Repubblica sarebbe ora fondata sul ‘giudizio dei mercati’. Per questo la Cgil ha proclamato 16 ore di sciopero da utilizzare sia per l'informazione e la mobilitazione dei lavoratori, sia per premere sul Parlamento affinché le norme siano tutte migliorate, e in particolare reintrodotto nell'ordinamento il principio del reintegro in caso di licenziamento illegittimo.


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legalitàdemocratica

Lampedusa ricorda le vittime di mafia e i tanti migranti morti in mare ono stati più di 900 i nomi scanditi lo scorso 22 marzo a Lampedusa davanti alla Porta d'Europa, la scultura che ricorda a chi transita dall'isola come la vocazione di questa terra debba essere l'accogliere e non il respingere. Più di 900 nomi, letti con il mar Mediteranno sullo sfondo: quel mare nelle cui acque, solo nel corso del 2011, sono scomparse più di 1500 persone, partite dai porti della Libia e mai giunte a destinazione. Nella mattina, oltre 2mila persone, di cui quasi la metà bambini e ragazzi delle scuole, hanno sfilato in corteo per le vie del paese fino alla Porta d'Europa dove le associazioni, le scuole, la parrocchia, i sindacati, la cittadinanza e le forze sociali impegnate sull'isola, hanno letto i nomi delle vittime innocenti delle

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LAMEZIA TERME La società dello spettacolo presenta Infami, in anteprima nazionale al Teatro Politeama il 30 marzo alle 21. Lo spettacolo è tratto dal libro Infami. 20 storie di ordinaria antimafia di Alfonso Russi

mafie, ricollegandoli idealmente e concretamente a tutti i nomi che non si conoscono dei migranti in fuga da guerre e carestie, uccisi dalle mafie internazionali che organizzano i trasferimenti in Europa. Anche l'Arci era presente a Lampedusa alle iniziative promosse da Libera, con una delegazione guidata dal presidente nazionale Paolo Beni. L'obiettivo delle due giornate è stato quello di stringere in un abbraccio ideale Genova, dove si è tenuta la XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie, e Lampedusa, in questi giorni tornata drammaticamente alla ribalta delle cronache per la ripresa degli sbarchi: Genova e Lampedusa, due porti che rappresentano simbolicamente le due porte d'ingresso nel nostro Paese, con in mezzo il mar Mediterraneo che è l'avanguardia dei nuovi traffici delle mafie. Nel pomeriggio del 21 marzo si è tenuto un affollato dibattito sulle tematiche della legalità democratica, migrazioni e traffici internazionali, lotta alle mafie, a cui ha partecipato la popolazione lampedusana, soprattutto gli studenti. Nel corso del dibattito, coordinato dal presidente regionale di Libera, Umberto Di Maggio, sono intervenuti numerosi rappresentanti delle

istituzioni, delle forze dell'ordine e delle organizzazioni sociali: il comandante Vittorio Alessandro, della Guardia Costiera, padre Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa; Giacomo Sferlazzo dell'Associazione Askavusa; Vittorio Teresi, magistrato della procura di Palermo; Damiano Lupo, vicedirigente della sezione immigrazione della questura di Agrigento; la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo e diversi insegnanti; i responsabili di Arci, Cgil, Legambiente, Terra del Fuoco, Caritas, Cisl, vari esponenti della cooperazione sociale. Una sola nota negativa: nel pomeriggio del 22, quando le delegazioni del resto d'Italia erano già rientrate nelle proprie sedi, è divampato un incendio nei locali che avevano ospitato il dibattito. Non è la prima volta che accade un gesto del genere, che sembra più che altro rivolto a esprimere dissenso verso la Lampedusa democratica e accogliente che ha calamitato l'attenzione dei media nel corso dei due giorni: un gesto che non ha tanto il sapore dell'intimidazione, ma piuttosto dell'ignoranza e della mancanza di rispetto nei confronti di coloro che decidono di manifestare liberamente il proprio pensiero. Info: bucca@arci.it

Confiscati ma inutilizzabili

Campi di Hyso e laboratorio di antimafia sociale a Bari Vecchia

È un tesoro da 20 miliardi di euro, sottratto alle mafie grazie al lavoro di magistrati e forze dell´ordine. Il ministro della Giustizia Severino ha dato un giudizio positivo dell'attività svolta, parlando di oltre il 50% di beni già destinati. Ma il prefetto Caruso, direttore dell´Agenzia nazionale per i beni confiscati, al quale è affidata la gestione di questo patrimonio, lotta contro un nemico: le banche. Quasi l´80% di questi beni è infatti ingestibile, al 65% per i gravami ipotecari avanzati da decine di istituti di credito. Il rischio è dunque di mancare un obiettivo decisivo nel contrasto alla criminalità organizzata, anche perché l´Agenzia può destinare solo beni totalmente privi di criticità. Il che equivale a dire che un patrimonio superiore ai 10 miliardi è totalmente a perdere. Un allarme rilanciato anche dal presidente di Libera: le banche dicono ai Comuni di pagargli l´ipoteca che il mafioso o il prestanome hanno fatto, ma le associazioni interessate al bene per un uso sociale non hanno i soldi per pagare e le banche, salvo rare eccezioni, rivendicano il denaro. Questo è il nodo politico da sciogliere.

A Torchiarolo nella villa confiscata al boss Antonio Screti e affidata alla cooperativa Terre di Puglia Libera Terra e nella città vecchia di Bari, in un bene confiscato alla famiglia Capriati oggi affidato all'Arci di Bari, quest'estate si svolgeranno sei campi e un laboratorio antimafia. Grazie alla collaborazione di Arci Emilia Romagna, Arci Puglia, Cgil e Spi più di 100 ragazzi e ragazze potranno fare un'esperienza intergenerazionale affrontando il tema della legalità e della cittadinanza attiva attraverso pratiche concrete. L'organizzazione dei campi dell'Arci in Puglia vuole essere un eloquente esempio di come lotta alla mafia e promozione culturale e socialità siano inscindibili: al centro delle attività vi saranno, infatti, oltre a momenti di formazione sui temi della legalità, le proposte culturali che Arci ha appositamente predisposto, ad esempio incontri con scrittori, concerti di musicisti pugliesi/salentini, proiezione di film. Per quanto riguarda invece la promozione del lavoro dignitoso e della legalità in ambito lavorativo, si è ritenuto molto proficua la collaborazione con Spi e Cgil al fine di sot-

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toscrivere un patto generazionale su tematiche di questo genere. I campi di Hyso (che prendono il nome da un giovane albanese morto perché si ribellava al caporalato in terra di Puglia) e il laboratorio dentro la città vecchia di Bari rappresentano due modalità di esperienza che mirano ad incentivare nelle giovani generazioni, in collaborazione con i meno giovani, esperienze di cittadinanza attiva che possano proseguire anche dopo la grande esperienza estiva. Nei campi la formazione su economia, società e cultura mafiosa e dell'antimafia si alterna con il lavoro agricolo insieme ai soci della cooperativa e all'incontro con e in collaborazione coi giovani ragazzi/e dei circoli Arci locali nell'organizzazione di attività culturali e di socializzazione. Nel laboratorio la formazione (contenutisticamente simile a quella dei campi) si alternerà ad un lavoro che mira a coinvolgere i partecipanti nella costruzione di attività mirate alla popolazione di Bari vecchia in collaborazione con le strutture Arci del luogo. Info: cappelli@arci.it


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internazionali

All’estero per promuovere la cultura della solidarietà: aperte le iscrizioni ai campi del 2012 ne dove si vive e si lavora insieme, organizzati per promuovere la solidarietà e la cooperazione internazionale e, attraverso l'implementazione di attività concrete sul terreno, per sviluppare valori quali il dialogo interculturale, la collaborazione e la pace. Sono delle occasioni da non perdere che non si esauriscono durante le giornate del campo ma continuano nel tempo a trasformarci e migliorarci. «Sono convinta che, una volta tornati in Italia, anche il modo di vivere le relazioni quotidiane cambi, chissà, forse, riempiendosi di quella sincerità e quell'intensità che ho trovato in terra colombiana» sono le parole di Silvia, campo di lavoro in Colombia 2011. Info: www.arciculturaesviluppo.it

ome ormai consueto dall'estate del 2005, anche quest'anno torna il programma dei campi di lavoro e conoscenza all'estero dell'Arci per il 2012. I Paesi destinatari sono: Brasile, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Mozambico, Palestina, Rwanda, Tunisia. Le partenze sono programmate per i mesi di luglio e agosto. Le iscrizioni scadono il 4 maggio. Le attività vanno dalla conoscenza delle realtà locali all'animazione per i bambini, dai laboratori artigianali a quelli sull'educazione ambientale. Si tratta di esperienze uniche per entrare in contatto con movimenti locali come quello dei Sem Terra in Brasile, per toccare con mano la quotidianità dei Territori Occupati in Palestina o per sperimentare un percorso di cittadinanza attiva in una delle zone più significative della primavera araba in Tunisia, la regione di Gafsa. Ci sarà occasione di conoscere da vicino i nostri partner locali e supportarli nelle attività quotidiane che l'impegnano con i beneficiari dei progetti, in Rwanda si incontreranno le donne dell'associazione Sevota ed insieme si organizzeranno dei laboratori indirizzati a donne e bambini, in Mozambico si andrà a lavorare

con le associazioni dei contadini sui diritti delle donne e sulla lotta all'Hiv/Aids. Particolarmente suggestivo, infine, il foto safari organizzato per conoscere la Bosnia Erzegovina. Il direttore del nostro partner locale Foundation Imam Petlju Gariwo è anche un fotografo professionista e ci accompagnerà a conoscere il territorio attraverso l'obiettivo fotografico. Per partecipare alle attività dei campi di lavoro è richiesta la conoscenza della lingua inglese o della lingua principale della destinazione prescelta, la partecipazione obbligatoria alla formazione prevista prima della partenza e soprattutto la capacità di adattamento e di coinvolgimento rispetto alla realtà in cui il campo si svolge. Le quote di partecipazione variano a seconda della destinazione, partendo da un minimo di 750 euro del campo in Kosovo a un massimo di 2000 euro per quello in Rwanda. La quota comprende viaggio aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio, assicurazione sanitaria e civile Siscos (assicurazione per cooperanti e volontari in missione all'estero) ed eventuali costi di visto. I campi di lavoro internazionali dell'Arci sono un'esperienza di volontariato a breve termi-

Torna il Premio Ilaria Alpi

Terza edizione ricca di novità per l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

Punta tutto sul giornalismo d'inchiesta televisivo e sulle web-tv la XVIII edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. E lo fa con una nuova sezione: un Premio dedicato a servizi e inchieste video realizzate per il web, mentre quelle 'storiche' sono tutte confermate: dal Premio Miran Hrovatin per telecineoperatori, a quella dedicata ai giornalisti per servizi Tg di varia durata, a quella riservata alle tv locali e regionali. Il bando scade il 31 maggio 2012: fino alle 12 sono aperte le iscrizioni (obbligatoriamente online) al concorso. Sul sito del premio sono disponibili il bando e il regolamento del concorso. Promosso dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Riccione e dalla Provincia di Rimini ed organizzato dall'Associazione Ilaria Alpi, il concorso è dedicato alla giornalista Rai uccisa a Mogadiscio (Somalia) nel 1994. Il 20 marzo 2012 cade il diciottesimo anniversario della morte di Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin. Tra le novità di quest'anno, il Premio vedrà una nuova collocazione temporale: le giornate dedicate al giornalismo televisivo italiano ed internazionale e la premiazione si svolgeranno a Riccione dal 6 all'8 settembre. Info: www.premioilariaalpi.it

Il mondo è in guerra. Dei 193 paesi membri dell'Onu, uno su cinque è in conflitto. Il 90% delle vittime sono civili, donne e bambini soprattutto. I danni causati dai conflitti ai beni artistici e ambientali sono incalcolabili. Molti di questi conflitti sono però 'dimenticati' dal mondo dell'informazione. L'Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, edito da Terra Nuova Edizioni, torna in libreria per colmare questo vuoto e raccontare lo stato delle guerre sul pianeta. 248 pagine a colori, 35 schede conflitto, uno speciale di 24 pagine sulle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa e ancora, dati e notizie su profughi, rifugiati, sfollati, un'analisi sulla Guerra della terra che si combatte in Africa per le risorse, uno speciale di 5 pagine sulla carestia in Somalia e un approfondimento curato dalla Fondazione Culturale di Banca Etica sul finanziamento delle cluster bombs. Novità della terza edizione del volume è una sezione speciale, un mini-Atlante interamente dedicato alle rivolte del mondo arabo che hanno in così poco tempo cambiato gli equilibri politici di una intera regione. Questa sezione riporta schede conflitto dedicate ai paesi protagonisti delle rivolte, fotografie,

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Organizzato da Luna Coppola e Giulio Di Meo, si tiene dal 2 al 6 maggio il workshop di fotografia sociale in collaborazione con l’Ong Pallapupas di Barcellona Info: www.giuliodimeo.it

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BARCELLONA

mappe e sezioni speciali di approfondimento. La cartografia generale usata è legata alle proiezioni di Peters, fornita in esclusiva per l’Italia dall’associazione Asal. Le immagini sono frame dei video vincitori del Premio Ilaria Alpi e fotografie fornite dall’Unhcr e da fotografi free-lance. Inoltre, quest'anno c'è un motivo in più per acquistare il volume: un euro per ogni copia venduta sarà destinato alla campagna 1 euro per la Somalia, promossa dall'Unhcr per far fronte alla grave carestia che ha colpito la Somalia. Una convenzione con l'associazione che promuove l’Atlante (Associazione culturale 46° parallelo) consente ai soci Arci di acquistarlo a 15 euro anziché 20, di richiederne come comitati e circoli copie in conto debito scontate del 50%, ma soprattutto di organizzare insieme a questa associazione, grazie alla disponibilità dei redattori dell'Atlante, iniziative di presentazione, approfondimenti, incontri nelle scuole. In Toscana e a Firenze in particolare sono già state organizzate insieme a loro numerose iniziative, mentre l’Arci di Trento sta lavorando a una mostra di 33 tavole sulla Libia. Info: www.atlanteguerre.it


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cultura

Agire la cultura in Europa: il 29 marzo a Roma una giornata di riflessione e dibattito Europa è entrata con prepotenza nelle nostre case con gli spread, la BCE, i default. Lo slancio costruttivo e positivo che ha caratterizzato la costruzione dello spazio europeo politico e sociale sembra essersi affievolito parecchio. Fortunatamente le grandi reti sociali europee tengono vivo il dibattito sulla possibilità di costruire un’Europa davvero dei cittadini, dove inclusione sociale e tutela dei diritti delle persone siano l’obiettivo principale dell’Unione. La definizione di questo progetto non può certo prescindere da un investimento strategico su conoscenza e cultura. Non è un caso che tutti i Paesi che ambiscono a superare la crisi finanziaria al più presto hanno fatto di tutto per non tagliare la spesa pubblica in questi settori. Hanno anzi

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PROGETTO BONELLI C’è tempo fino al 30 aprile per partecipare alla VI edizione del progetto Bonelli. Verranno selezionati 10 giovani per 310 ore di stage finanziati con borse di studio. Per iscriversi: www.progettobonelli.it

rafforzato l’impegno degli stati con l’obiettivo di costruire meccanismi virtuosi che promuovano l’intreccio tra intervento pubblico, imprese private, associazionismo e no profit culturale. In questi mesi la Commissione Europea ha predisposto le proposte di ripartizione dei fondi europei per aree di intervento. L’interlocuzione con le reti culturali europee come Culture Action Europe ha fatto si che il dibattito sul quanto e il come si utilizzeranno i fondi per la Cultura ha contribuito a definire il prossimo programma Creative Europe per il periodo 2014-2020. Sullo scorso numero di Arci Report Luca Bergamo, segretario generale di Culture Action Europe, ha ricordato che la trattativa tra gli Stati e la Commissione è ancora in corso e il Parlamento Europeo dovrà migliorare il provvedimento proposto e, si spera, sostenere l’aumento di fondi per cultura e creatività proposto dalla Commissione. Inoltre, è fondamentale approfondire la discussione su come i Fondi Strutturali europei, che rappresentano la parte più importante del budget della Commissione, possono essere volano per investimenti di politica culturale. Infatti, la cultura è stata riconosciuta come il quarto

pilastro per uno sviluppo duraturo e ha dimostrato il suo ruolo chiave nella realizzazione di numerosi nuovi obiettivi della futura politica di coesione (innovazione, educazione, formazione, coesione sociale, sviluppo delle piccole e medie imprese). Durante le prossime tappe di negoziazione, la cultura dovrà apparire con chiarezza nel Quadro Strategico Comunitario proposto dalla Commissione. In particolare, il Fondo Sociale Europeo, con il suo esteso campo d’azione che copre inclusione sociale e lotta alla povertà, dovrà dedicare una linea d’azione specifica per la cultura. Per questo è importante sostenere presso i governi dell’unione e i parlamentari europei la campagna We Are More promossa da Culture Action Europe firmando l’appello on line e organizzando appuntamenti ed azioni di sensibilizzazione. Il 29 marzo a Roma, presso la città dell’Altra Economia, si svolgerà un incontro dal titolo We Are More - Agire per la Cultura in Europa organizzato dall’Arci, Eccom, il GAI, Perypezie Urbane, in collaborazione con la Fondazione Rosselli, che vedrà molte voci diverse associarsi alla richiesta di rafforzare le politiche europee per la cultura. Info: testini@arci.it

Due utili incontri a Parigi con Solidar e la Ligue de l’Enseignement alvolta pensiamo che gli appuntamenti internazionali delle reti europee e mondiali a cui aderiamo siano poco efficaci o poco pragmatici. Ma spesso ci sbagliamo. L'incontro di Solidar (grande rete europea di cui l'Arci fa parte) sui temi dell'educazione non formale che si è tenuto a Parigi il 20 e 21 marzo scorso è stato assai interessante ed operativo. I partecipanti provenivano da tutta l'Europa: Gran Bretagna, Germania, Olanda, Polonia, Svezia, Grecia, Estonia, Lettonia, Francia, Spagna. Durante la mattina del primo giorno si è discusso del nuovo programma, proposto dalla Commissione Europea, denominato Erasmus for All sui temi dell'educazione, della gioventù e dello sport. Alla fine del confronto si è approvato un documento con alcune proposte al fine di migliorare tale programma: rinforzare la dimensione dell'educazione permanente e il riconoscimento delle competenze trasversali e delle abilità ottenute con l'educazione non formale; rafforzare gli obiettivi complementari dell'educazione quali la cittadinanza attiva, l'inclusione

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sociale e l'occupabilità; riconoscere con più forza l'importanza del dialogo civile e del ruolo della società civile nel diminuire il gap tra le istituzioni europee e i cittadini dell'Unione. Durante il pomeriggio si è discusso più specificatamente di modalità di validazione dell'educazione non formale e informale in relazione 'all'agenda per le nuove abilità e i nuovi lavori' della Commissione Europea. Anche in questo caso si è deciso di scrivere un documento da inviare alla Commissione Europea, per fare in modo che si prevedano disposizioni educative specifiche per gruppi socioeconomicamente vulnerabili come: 'lavoratori poveri', giovani, migranti. E soprattutto che capacità, competenze e conoscenze acquisite con l'apprendimento non formale e informale, siano riconosciute come parte di una strategia per colmare i gaps educativi, contribuendo ad accrescere le opportunità di vita delle persone. Nel secondo giorno si è discusso di integrazione; anche in questo caso mettendo in luce l'importanza delle competenze trasversali o, come sono state chiamate da

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alcuni relatori, competenze psicosociali (come risolvere problemi, come prendere decisioni, sviluppare senso creativo, sviluppare pensiero critico, consapevolezza di se stessi, affrontare le criticità). Molto interessante la presentazione del 'dialogue-to-change', un programma utilizzato negli Stati Uniti ed in Australia, focalizzato sul metodo del dialogo e del problem solving, per confrontarsi ed affrontare problemi sociali e politici delle comunità locali. Al termine dell'incontro con Solidar, si è svolto un incontro tra l'Arci e la Ligue de l'Enseignement per fare il punto sulla collaborazione e i prossimi appuntamenti comuni. Si sono individuati quattro ambiti di collaborazione prioritari su cui operare a breve termine: legalità (carovana, campi lavoro, prodotti locali), promozione della lettura (progetto Lire et faire lire), Cinema e video (progetto di cortometraggi per lottare contro le discriminazioni), laicità (rassegna dell'Ucca). Talvolta, paradossalmente, allargare lo sguardo aiuta a focalizzare percorsi e progetti. Info: taddeo@arci.it


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cultura

Timbalaye - Forum Internazionale di Rumba Cubana. Dal 30 marzo al 1° aprile a Roma associazione culturale Aché (circolo Arci) dei maestri Irma Castillo e Ulises Mora è attiva a Roma presso il Centro Malafronte con la Scuola di folklore e balli popolari cubani Clave de son, che propone corsi di danza afrocubana, salsa, rumba e Son cubano. L'associazione ha inoltre l'obiettivo di promuovere la cultura cubana a livello internazionale grazie all'organizzazione di progetti ed eventi culturali. La prossima importante attività in programma è Timbalaye - Forum internazionale di rumba cubana, una manifestazione a carattere culturale e istituzionale che si svolgerà dal 30 marzo al 1 aprile in differenti location della città di Roma. Questo evento prende il nome dal progetto di integrazione culturale Timbalaye che dal 2007, tramite la realizzazione di Festival ed eventi internazionali, promuove lo scambio culturale tra diversi popoli e il turismo culturale responsabile, partendo dalla Rumba come manifestazione folklorica caratteristica della cultura cubana e come esempio di tradizione popolare di grande connotazione antropologica e sociale. Timbalaye nasce dal lavoro di promozione della cultura cubana svolto in Italia, in particolare a Roma, da quindici anni dall'associazione culturale Aché, diretta da Ulises

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Mora e Irma Castillo, e a Veracruz in Messico, e ha come obiettivo quello di comunicare a livello internazionale la forza delle espressioni folkloriche rappresentative dell'identità di un popolo. L'idea di realizzare un Forum su questo tema nasce dall'esigenza di promuovere un dialogo costruttivo, multiculturale, interculturale, trasversale e creativo sulla Rumba Cubana coinvolgendo artisti, intellettuali e amanti della cultura di qualsiasi nazionalità nel rispetto di quelle che sono le finalità generali di un progetto di integrazione culturale di respiro internazionale, quale Timbalaye vuole essere. Partendo da queste riflessioni e considerando la vastità e l'importanza degli studi compiuti sulla Rumba Cubana, i risultati artistici ottenuti, gli ambiti investigativi che coinvolge e la quantità di Paesi interessati ad approfondire questo tema, il progetto Timbalaye, con l'appoggio e il patrocinio di numerose Istituzioni (Uneac, Fundaciòn Fernando Ortiz, Asociaciòn Hermanos Saìz) e intellettuali cubani (tra cui la musicologa Cary Diez e il docente universitario Josè Matos Arevalos) ha deciso di presentare all'Unesco un dossier per la candidatura della Rumba Cubana come Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità, al fine di ottenere un riconoscimento internazionale di questa forma di tradizione popolare, tutelandola e lasciandone testimonianza concreta. Questo Forum sarà dunque un'occasione per dimostrare l'internazionalità della Rumba Cubana, oltre alla sua importanza nazionale, coinvolgendo e valorizzando tutte le realtà locali che trattano questo argomento e che desiderano condividere le loro esperienze artistiche, e invitando ospiti internazionali che appoggiano questa candidatura. Tra gli ospiti della manifestazione, ci sarà anche Miguel Barnet, Presidente della Unione degli Artisti e Scrittori di Cuba (Uneac) e della Fundación Fernando Ortiz, recentemente insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana, antropologo, scrittore e poeta di fama internazionale, che ha già concesso alla manifestazione il patrocinio delle Istituzioni di cui è Presidente. La manifestazione ha già ottenuto inoltre il patrocinio della Asociación Nacional Hermanos Saíz di Cuba, (associazione di giovani artisti e creatori), dell'Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia, del Governo dello Stato di Veracruz in Messico, dell'Istituto

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Programma dell’iniziativa - Venerdì 30 marzo, dalle 16 alle 18.30, presso l'Auditorium dell'Ara Pacis in via di Ripetta 190, Timbalaye - Forum internazionale sulla rumba cubana, a sostegno della candidatura della Rumba Cubana a essere proclamata dall'Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità. Ospite d'onore sarà Miguel Barnet, Presidente della Uneac e della Fundación Fernando Ortiz, etnologo, scrittore, poeta, recentemente nominato Cavaliere della Repubblica Italiana. La conferenza verrà trasmessa via web contemporaneamente a Roma, La Habana e Vera Cruz. - Sabato 31 marzo, alle 21, presso il Teatro Italia, in via Bari 18, Timbalaye Galà artistico Internazionale, spettacolo dedicato al folklore cubano con musica dal vivo e ballo. - Domenica 1 aprile, presso il centro culturale Malafronte, in via dei Monti di Pietralata, dalle 15 alle 17 stage di Rumba Cubana con musica dal vivo. Ospiti i grandi Rumberi Orlando el Bailarin e Fariñas. Due ore di divertimento per apprendere il ballo e la ritmica di questo genere musicale cubano, protagonista del Forum internazionale. Dalle 17.30 alle 18.15 presentazione del progetto editoriale Timbalaye Rivista internazionale di Rumba Cubana, una raccolta di saggi e riflessioni scritte da Rumberi, antropologi, musicologi, filosofi e artisti su uno degli aspetti più importanti della Cubanía. Dalle 18.30 alle19.30 presentazione del progetto sul Multidestino culturale (a cura di Maria Elena Mora), un progetto di turismo culturale legato alle attività di promozione organizzate da Timbalaye in diverse parti del mondo con l'obiettivo di promuovere la cultura folkloristica dei Paesi ospitanti e la loro interazione con la realtà di Cuba, attraverso l'organizzazione di attività culturali e artistiche. Info: info@timbalaye.org

Cervantes di Roma, dell'Istituto Italo Latinoamericano, del Comune di Roma Assessorato alle politiche culturali e centro storico di Roma Capitale -, di Zétema Progetto Cultura, della Provincia di Roma, dell'Assessorato Cultura Arte e Sport della Regione Lazio e dell'Arci nazionale. L'evento è realizzato con la partnership tecnica di Distal e ITR Group e CLAN Communication SRL. Info: www.timbalaye.org


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Un appello per tornare a Comiso 30 anni dopo. Per Pio La Torre e per un Mediterraneo di pace l 4 aprile di trenta anni fa oltre centomila siciliani, ma anche tanti, tantissimi giunti da ogni parte d’Europa, sfilarono per le campagne di Comiso, dentro la città per dire no alla costruzione di una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili cruise a testata nucleare. Erano parte di un poderoso movimento europeo che per un decennio, in un continente diviso dal muro di Berlino e minacciato dalla guerra atomica, combattè per liberare il mondo dal dominio delle superpotenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica, convinto della necessità di un’Europa «senza missili dall’Atlantico agli Urali», in cui solo la pace e la distensione - e non il riarmo - avrebbero facilitato i processi di democratizzazione nell’Est Europeo. I missili a Comiso indicavano che il nuovo fronte del conflitto si stava spostando nel Mediterraneo: il nuovo nemico del nord era ormai il sud, come la storia degli anni successivi ha poi dimostrato. Alla testa e al fianco di quel corteo colorato, alla guida di quel movimento straordinario fatto di donne e uomini di culture ed esperienze diverse, di tante ragazze e ragazzi che si affacciavano per la prima volta alla politica stava un uomo che più di ogni altro aveva intuito come la lotta e l’impegno per la pace, contro la militarizzazione della Sicilia si intrecciava a filo doppio con un impegno più antico, quello antimafia, per la democrazia, per la legalità. Quell’uomo, Pio La Torre, poche settimane dopo quella straordinaria giornata, il 30 di aprile del 1982, veniva assassinato a Palermo, assieme a Rosario Di Salvo. Assassinato dalla mafia, che da tempo lo aveva individuato come nemico principale per l’attacco da lui sferrato ai patrimoni economici dei mafiosi, e che ora voleva mano libera nelle speculazioni edilizie promesse dal grande insediamento che si stava progettando attorno alla base militare. Pio La Torre e quello straordinario movimento contrapponevano all’idea di Sicilia come portaerei e avamposto armato nel Mediterraneo, quella di piattaforma di pace e dialogo, di terra capace di valorizzare le proprie risorse locali, agricole e culturali innanzitutto. Oggi la base nucleare di Comiso non c’è più. E neppure il Muro di Berlino. Il mondo è cambiato. Ma le parole d’ordine di quella giornata, le rivendicazioni di quel movimento, le ansie e le preoccupazioni che Pio La Torre esprimeva mantengono inalterata la loro validità. Nel pianeta c'è il più alto tasso di ineguaglianza mai raggiunto. Aumenta lo sfruttamento degli esseri umani, della natura e dei beni comuni. Nella crisi globale di sistema, l'Europa declina e cede al mercato i diritti, la

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democrazia, la sua unità e i suoi popoli. Il Mediterraneo in questi anni è stato molto lontano dal diventare il mare di pace sognato e rivendicato da chi si mobilitava in quei giorni. Sempre più spesso i riflessi delle sue acque si sono colorati delle tinte drammatiche delle guerre che hanno devastato gran parte delle sue coste, a tutte le sue latitudini: da quelle adriatiche (attraverso le quali esattamente 20 anni fa la guerra arrivava a Sarajevo) alle coste del medio oriente o a quelle della Libia fino a pochi giorni fa. O la guerra non dichiarata che si è estesa dal Mar Egeo fino allo stretto di Gibilterra contro chi fugge dal proprio paese alla ricerca di una speranza, di un futuro diverso verso un’Europa ogni giorno più rapace ed egoista. Sul Mediterraneo sognato, pensato, voluto come mare di pace si è levato il lezzo insopportabile delle stragi, delle bombe, degli egoismi dei paesi ricchi della sponda europea capace anche di cancellare il profumo dei gelsomini della primavera araba. Oggi più che mai, avvertiamo la necessità di tornare a Comiso dopo trenta anni, nel nome di Pio La Torre, per: - riaffermare un impegno e una volontà di pace; - superare le ipocrisie di chi da una parte dice di voler sostenere l’ansia di libertà dei popoli arabi e che poi in realtà utilizza le bombe anche contro civili inermi per assicurarsi il

controllo delle fonti di approvvigionamento energetico; - denunciare la continua militarizzazione del nostro territorio (da Trapani a Lampedusa, da Sigonella a Niscemi, attraverso i Global Hawk e il MUOS), lo sfruttamento e la distruzione del mare, delle coste, del territorio; - sconfiggere chi pensa al Mediterraneo solamente come un unico immenso mercato dentro il quale solo le merci hanno diritto a muoversi e chi ha voluto blindare le nostre frontiere, trasformando porzioni della nostra isola in lager dove tenere reclusi, privi di ogni diritto, migliaia di persone; - sostenere in maniera attiva e vera le società civili democratiche mediterranee; - promuovere una comunità mediterranea dei diritti, per uscire insieme dalla crisi economica e sociale; - rilanciare l’impegno contro le mafie, per la democrazia e la libertà. Tra i firmatari l’Arci, insieme a numerose organizzazioni della società civile. Informazioni e programma: http://comiso4aprile.blogspot.com per adesioni inviare una mail a: comiso4aprile@gmail.com su facebook: 4 aprile 2012. A Comiso, 30 anni dopo.

4 aprile 2012 - A COMISO, 30 ANNI DOPO IL PROGRAMMA ore 9.30 - Piazza Fonte Diana Animazione con bambini e ragazzi

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ore 10.30 - Teatro Comunale Assemblea con gli studenti: Comiso 30 anni fa: i comitati per la pace, le lotte contro i missili, il percorso del movimento nonviolento, il milione di firme. Fare memoria del passato per proiettarsi nel futuro: il mediterraneo, la sostenibilità, le rivoluzioni arabe, la costruzione di società giuste e democratiche. Intervengono: Luciana Castellina e Angelo Capitummino.

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ore 16.30 - Piazza Fonte Diana Animazione con bambini e ragazzi. Premiazione concorso per scuole primarie. Allestimento mostre e punti informativi.

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17.00 - Centro Servizi Culturali, via degli Studi

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Incontro pubblico: Comiso 30 anni dopo… memoria e prospettive. Per un Mediterraneo mare di Pace… Introducono: Jinjuo Morishita, Carmelo Petralia, Girolamo Piparo Coordina: Antonio Mazzeo Intervengono: Luciana Castellina, Tonio Dell'Olio, Franco La Torre, Riccardo Milano. ore 19.30 - Galleria degli Archi, via Calogero 22 Inaugurazione mostra Memoria Comiso … 30 anni dopo

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ore 20.00 - Piazza Fonte Diana Comiso in parole e immagini Brevi testimonianze, fotografie, video

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ore 21.00 - Piazza Fonte Diana Comiso in musica Gruppi emergenti ragusani Ciaudà, QBeta.

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migranti

A Modena una sentenza storica. Adesso la riforma della legge sulla cittadinanza rande soddisfazione dell'Arci per la sentenza con cui il giudice di pace Giandomenico Cavazzuti ha disposto nei giorni scorsi l'immediata scarcerazione di Andrea e Senad - i due ragazzi di origine straniera, nati e cresciuti a Sassuolo, rinchiusi nel Cie di Modena con la motivazione che «chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, non può essere trattenuto nei centri di identificazione ed espulsione così come chi è senza patria», escludendo che in questi casi possa essere applicata la legge Bossi-Fini e le disposizioni del T.U. sull'immigrazione. Il giudice ha quindi annullato di fatto il provvedimento di trattenimento per 'identificazione in attesa di espulsione' adottato dal Prefetto, con una sentenza di cui si dovrà tener conto anche in altri casi. Il pronunciamento arriva all'indomani della consegna, da parte della Campagna L'Italia sono anch'io, di oltre 100mila firme - di cui ben 7.100 raccolte proprio a Modena - per una legge di iniziativa popolare che riforma radicalmente l'attuale normativa sulla cittadinanza. Ci auguriamo che ciò rappresenti un ulte-

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riore stimolo per il Parlamento a calendarizzare in tempi rapidi la discussione su una materia che richiede un urgente adeguamento legislativo e intorno alla quale si è determinato un largo consenso dell'opinione pubblica. Per Andrea e Senad, trattenuti per quasi due mesi nel Cie di Modena, non sarà facile superare la difficile esperienza. Ma la sua positiva conclusione, possibile anche grazie alla mobilitazione che si era creata in tutta Italia per la loro liberazione, aiuta la scrittura di una pagina nuova sulla titolarità della cittadinanza. I due fratelli, di 23 e 24 anni, sono nati e cresciuti in Italia da genitori bosniaci, fino a qualche tempo fa regolarmente residenti nel nostro Paese. Venditori ambulanti, nel 2007 hanno perso il lavoro e insieme il permesso di soggiorno. E i figli sono diventati apolidi, non avendo uno status giuridico definito. Lo scorso febbraio, in seguito a un controllo, i due giovani sono stati portati al Cie di Modena. In possesso di documenti di identità, ma privi di passaporto, non potrebbero nem-

'Open Access Now', una campagna di Migreurop e European Alternatives Oggi in Europa circa 600mila persone ogni anno, bambini compresi, sono detenuti, nella maggior parte dei casi sulla base di una semplice decisione amministrativa. Questo 'trattenimento' può durare sino a 18 mesi in attesa di un'espulsione e per il solo motivo di aver violato la legislazione che regola l'entrata e il soggiorno degli stranieri negli Stati membri dell'UE. Queste persone non sono private soltanto della libertà di movimento, ma spesso anche dell'accesso all'assistenza legale, alle cure mediche, al diritto di vivere con le loro famiglie. Ad oggi, nella maggior parte dei Paesi europei, l'accesso dei giornalisti e della società civile nei luoghi di detenzione dei migranti è estremamente limitato. In generale, è concesso solo ai parlamentari. Questa mancanza di trasparenza favorisce abusi e violazioni dei diritti. L'accesso all'informazione è, tuttavia, un diritto inalienabile dei cittadini europei, difeso da tutte le istituzioni europee. L'art.11 della Carta dei diritti fondamentali fa riferimento alla «libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza chi vi possa essere alcuna ingerenza dell'autorità pubblica». La stessa direttiva

rimpatri del 2008, per quanto giustamente contestata da molte organizzazioni, prevede che «le organizzazioni nazionali, internazionali e non governative competenti hanno la possibilità di visitare i centri di trattenimento». Questi principi devono essere rispettati. I luoghi di detenzione degli stranieri non possono rimanere una realtà che ci viene nascosta. Per questo: - chiediamo ai Governi degli Stati membri e alle istituzioni dell'UE di agire affinché i centri di detenzione o trattenimento siano aperti alla società civile e alla stampa; - chiediamo ai parlamentari e alle persone cui è garantito l'accesso ai centri di mobilitarsi per favorire l'evoluzione della legislazione nazionale ed europea su questo tema; - poiché la politica migratoria europea si 'esternalizza' sempre più e spinge i Paesi terzi ad aprire campi di detenzione sul proprio territorio per impedire ai migranti di raggiungere l'Europa, l'accesso e la trasparenza per i luoghi di detenzione dovrebbe essere la norma anche in questi paesi non europei. Info: www.openaccessnow.eu

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meno essere rimandati in Bosnia perché non sono stati registrati all'ambasciata del paese d'origine dei genitori. Una situazione paradossale, che la sentenza risolve solo in parte visto che l'attuale legge sulla cittadinanza non contempla lo ius soli. C'è quindi un vuoto legislativo che va colmato, come sostiene anche il legale dei ragazzi che per ora possono chiedere solo lo status di apolidi. Ma la sentenza mette anche in luce la necessità di chiarire la funzione dei Cie e le caratteristiche di chi può esservi trattenuto. Dovrebbero essere infatti centri di identificazione, ma ragazzi come Andrea e Senad sono già stati identificati al momento della nascita, con l'iscrizione all'anagrafe del comune in cui risiedevano i genitori. Si conferma dunque ancora una volta il carattere di 'carceri etniche' di queste strutture, che andrebbero chiuse in tutta Italia e sostituite da centri di accoglienza veri, proiettati verso l'inclusione e l'integrazione di chi arriva e vuol restare nel nostro Paese. Info: www.litaliasonoanchio.it

Asilo, 301mila richieste nel 2011 Secondo i dati Eurostat sono salite a 301mila le richieste d'asilo nei paesi dell'Ue a 27 nel 2011; nel 2010 erano 259mila. Sono soprattutto afghani (28 mila, il 9% di tutti i richiedenti), russi, pakistani, iracheni e serbi. Il maggior numero di richieste si registra in Francia e in Germania, seguono Italia, Belgio, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Grecia e Polonia. Questi 10 paesi da soli contano oltre il 90% dei rifugiati. Se invece si considera il rapporto tra il numero dei migranti e quello degli abitanti è Malta ad avere il tasso più alto, seguita da Lussemburgo, Svezia, Belgio e Cipro. I richiedenti asilo si concentrano in particolare in alcune regioni. Le concentrazioni più alte si registrano in Polonia, Lettonia, Lussemburgo, Lituania, Bulgaria e Ungheria. Delle 237.400 istanze prese in esame, il 75% sono state respinte. Lo status di rifugiato è stato concesso a 29mila richiedenti (12%), a 21.400 (9%) la protezione sussidiaria e a 9.100 (4%) un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ma Eurostat precisa che le decisioni prese nel 2011 possono far riferimento anche alle domande pervenute negli anni precedenti.


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società

Riconnettere società civile, sindacati, istituzioni democratiche. Perché da solo non si salva nessuno

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giorni promossa dal TNI, autorevole centro di studi e ricerche internazionali, e dal Corporate Observatory, l'osservatorio su economia e finanza ai tempi del neoliberismo. A metà maggio sarà la volta delle mobilitazioni degli indignati a un anno dalla nascita del movimento, e di Occupy Frankfurt, tre giorni di iniziative contro le politiche della Banca Centrale Europea a cui parteciperanno delegazioni di tutta Europa. A giugno invece sarà il turno delle reti di associazionismo europeo, che si riuniscono in Danimarca in occasione della Presidenza Danese: oltre all'Assemblea Generale del Forum Civico Europeo, si terrà un grande forum con 500 delegati associativi di tutta Europa. Poi in molti traverseranno l'oceano per partecipare alla Cupola dei Popoli in occasione di Rio+20. Un enorme evento fuori dall'Europa ma che con le nostre cose ha molto a che fare, visto che la riconversione ecologica dovrebbe essere la ricetta per uscire dalla crisi con più diritti, più democrazia e più benessere. Un altro salto geografico ci sarà a luglio, per partecipare a Monastir all'evento di lancio del Forum Sociale Mondiale 2013 che si

terrà in Tunisia, per la prima volta nella nostra regione mediterranea. L'Arci ci arriverà per mare, con la flottiglia europea per i diritti dei migranti, oltre che con molte altre questioni afferenti a nostri terreni di lavoro. E così, dopo una stagione impiegata a stringere i fili di un nuovo fronte democratico europeo perché da solo non si salva nessuno, a settembre ci incontreremo a Milano, per il seminario europeo in preparazione di Firenze 10+10, che si svolgerà a novembre nel decennale del primo Forum Sociale Europeo. Se questo tentativo di riconnessione funzionerà, non si può sapere. Ma che valga la pena provarci, non ci sono dubbi. Info: bolini@arci.it

ROMA Si è costituito il Tavolo permanente di confronto tra Governo, Terzo settore e volontariato per garantire una interlocuzione costante e fattiva. Il Tavolo è coordinato dalla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra

notizieflash

a Joint Social Conference si riunisce nei prossimi giorni a Bruxelles. La rete europea del dialogo fra i sindacati della Ces e dalla Cgil con i movimenti sociali si concluderà con una tavola rotonda fra società civile, sindacalisti e parlamentari europei per porre le basi di un Summit Europeo Alternativo. Alternativo all'abbandono del modello sociale europeo e alla distruzione di democrazia con cui l'Europa sta rispondendo alla crisi, senza risolverla e anzi aggravandola - come emerge dai dati sul debito pubblico. Società civile e parlamentari si incontrano di nuovo a Bruxelles il 29 e 30 maggio chiamati da Sbilanciamoci e dai firmatari dell'appello Un'altra strada per l'Europa. Il Parlamento Europeo, che era finalmente riuscito a conquistare maggior potere, viene degradato a ruolo consultivo, e neppure obbligatorio, con le modifiche ultime al Trattato. Diventa dunque essenziale l'alleanza fra società civile, lavoratori e sindacati, istituzioni democraticamente elette, enti locali ai quali vengono sottratti diritti, poteri e sovranità. A inizio maggio, sempre a Bruxelles, il tentativo di riconnessione delle agende di società civile prosegue con la tre

‘Riprendiamoci il futuro’. La Rete della Conoscenza riparte da Genova di Federico Del Giudice, nuovo portavoce della Rete della Conoscenza i è tenuta il 17,18 e 19 marzo a Genova, dopo il partecipatissimo corteo di Libera in ricordo delle vittime di mafia, la III Assemblea Nazionale della Rete della Conoscenza, il network dei soggetti in formazione che riunisce gli studenti medi dell'Unione degli Studenti e gli universitari di Link - Coordinamento Universitario e conta centinaia di associazioni e collettivi in tutta Italia. Una tre giorni assembleare in cui più di 300 studenti da Torino a Bari, da Padova a Napoli, hanno cercato di fare il punto sulla situazione politica nel nostro Paese e nel mondo. Contestare e creare è stato il titolo scelto per questo appuntamento, parafrasando il filosofo Ludovico Geymonat: «Contestate e create; non cadete dalla contestazione nello scetticismo; mettete sempre in discussione le conquiste di un'epoca dall'epoca successiva. È bene non dimenticare mai che la storia delle idee è storia di lotte e di conquiste, di contestazioni e di creazioni. E, dunque, l'idea di contestazione e quella di creazione camminano

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appaiate». Una citazione che rispecchia le aspirazioni e le potenzialità della nostra generazione, la generazione della precarietà esistenziale, la generazione caratterizzata per la prima volta nella storia repubblicana da condizioni di vita peggiori di quella precedente, la generazione dell'attacco del mercato ai saperi, ai diritti e ai beni comuni, la generazione della e nella crisi. Una generazione che di fronte a sé ha però la possibilità di contestare il gigantesco processo messo in campo dal potere economico-finanziario (una crisi pilotata con la complicità della politica per operare una redistribuzione di capitali dal basso verso l'alto e fagocitare concetti secolari quali la democrazia, la giustizia, la sovranità popolare) ma anche di creare un modello alternativo di sviluppo, di costruzione dei processi democratici, di gestione dei beni comuni. D'altronde, l'etimologia di 'crisi' dal greco è 'scelta', 'punto di svolta'. In questo senso è stato rimarcato il ruolo

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centrale dei saperi e quindi dei soggetti in formazione nella costruzione di un'alternativa all'attuale modello economico e democratico. È stato rimarcata quindi la necessità di impostare come punto di partenza quello della ripubblicizzazione dei luoghi e delle forme della conoscenza, in netto contrasto con un ciclo ormai più che decennale di definanziamento, privatizzazione, mercificazione. Tra gli ospiti anche Paolo Beni, Presidente dell'Arci, con la quale da sempre la Rete della Conoscenza condivide iniziative politiche a livello nazionale e locale. Assieme a lui e agli altri ospiti il confronto è stato stimolante e proficuo. La Rete della Conoscenza riparte quindi da Genova, da un dibattito che ha fatto emergere alcuni punti chiave nella costruzione di un altro modello di sapere, nella lotta alla precarietà, nella gestione pubblica dei beni comuni, nella pratica della democrazia nei luoghi della formazione e nei movimenti. Sono delle ottime basi per riattivare la partecipazione nelle nostre scuole e università e sui territori e per riprenderci quel futuro che, in troppi, vorrebbero toglierci. Noi siamo pronti.


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La qualità sociale e ambientale regione per regione. Sbilanciamoci! presenta il IX Rapporto Quars 2011 e dimensioni che definiscono il benessere sostenibile e misurano lo sviluppo di qualità secondo il Quars sono Ambiente, Economia e lavoro, Istruzione e cultura, Diritti e cittadinanza, Pari opportunità, Salute, Partecipazione: dalla media di questi sette macroindicatori si ottiene la classifica finale. Nelle prime posizioni si distinguono le regioni del Nord (anche se alcune, come Liguria e Lombardia, evidenziano difficoltà e lacune) e del Centro, mentre nella parte bassa seguono le regioni del Mezzogiorno. Quest’anno la soglia dei valori positivi del Quars è al livello della dodicesima posizione occupata dal Lazio. Al di sotto ci sono le regioni che ottengono risultati inferiori alla media. Questa soglia, ancora una volta, torna a marcare l’evidente divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. Continua invece l’andamento positivo delle regioni centrali: se Lazio e Abruzzo svolgono un ruolo di cuscinetto fra le due Italie, l’Umbria, guadagnando tre posizioni, ha compiuto un notevole progresso verso la qualità del benessere. Anche quest’anno il Trentino-Alto Adige si conferma in prima posizione nella classifica generale del Quars, grazie ai risultati eccel-

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lenti in Economia e lavoro, Diritti e cittadinanza e Partecipazione e alla buona prestazione nella dimensione Ambiente. Una regione quindi sostanzialmente ricca, attenta al territorio e alla qualità sociale, dove anche l’indicatore relativo a Istruzione e cultura è migliorato. Al secondo posto si posiziona l’EmiliaRomagna, con risultati superiori alla media per tutti i macroindicatori salvo quello relativo all’Ambiente. Segue l’Umbria, che passa al terzo posto primeggiando nelle pari opportunità e con ottimi risultati per Istruzione e cultura. Troviamo poi a pari merito Valle d’Aosta e Toscana: la Toscana perde quindi una posizione ma confermando buoni risultati nelle pari opportunità, nella dimensione economica, in qualità ambientale, Istruzione e cultura. La Valle d’Aosta riconferma valori fra i più alti della penisola in Ambiente e Pari opportunità, ma perde posizioni in Diritti e Salute, e ottiene uno dei peggiori risultati in Istruzione e cultura. Seguono poi Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Lombardia e Piemonte, che mantiene risultati positivi anche se non eccellenti in tutte le dimensioni. La Liguria è la penultima a ottenere un Quars positivo: le performance negative sono attribuibili alla

componente ambientale, mentre Diritti e cittadinanza è la dimensione in cui ottiene il miglior piazzamento, peggiorando però di molto nel macroindicatore Salute. Il Lazio si colloca in dodicesima posizione, recuperando la posizione persa l’anno scorso. Ottiene ancora il primo posto in Istruzione e cultura, ma continua a soffrire molte debolezze nelle dimensioni Ambiente, Diritti e cittadinanza, Economia e lavoro e Salute. Apre la parte negativa della classifica l’Abruzzo, con un risultato complessivamente peggiorato rispetto all’anno scorso. Seguono Molise, Sardegna e Basilicata, con risultati in prevalenza negativi o prossimi alla media nonostante qualche eccezione positiva, come nel caso del Molise che ottiene valori soddisfacenti in Istruzione e cultura e Diritti e cittadinanza. Il cluster di regioni che chiude la classifica ribadisce quanto sia necessario intervenire nei territori del Mezzogiorno per migliorare il livello di benessere e sostenibilità. Puglia, Calabria, Sicilia e Campania presentano infatti valori al di sotto o prossime alla media in tutte le dimensioni del Quars, andando così a occupare le ultime quattro posizioni dell’indice.

Terra Futura: il lavoro come leva fondamentale per uscire dalla crisi al centro del programma culturale di Andrea Baranes, Presidente Fondazione Culturale Responsabilità Etica el 2008 una finanza senza regole ha provocato una crisi planetaria e ha richiesto giganteschi interventi pubblici per essere salvata. Nel 2011 l'aumento dei debiti pubblici legato a questi salvataggi e la recessione dovuta ai danni causati dalla finanza-casinò provocano una crisi dei debiti sovrani. In realtà quella degli ultimi mesi è nuovamente una crisi bancaria e finanziaria molto prima che degli Stati. Per una pluralità di motivi le grandi banche continuano a essere estremamente fragili e necessitano di ingenti capitali pubblici. Tra dicembre 2011 e marzo 2012 la BCE eroga al sistema bancario oltre 1.000 miliardi di euro, ma imprese e famiglie continuano ad avere enormi difficoltà di accesso al credito. A fronte di questa situazione, non solo non si rimette radicalmente in discussione l'intero sistema finanziario ma nella maggior parte dei Paesi europei, Italia in testa, si approvano tutta una serie di misure per compiacerlo.

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Noi cittadini per l'ennesima volta dobbiamo stringere la cinghia e accettare piani di austerità per restituire fiducia ai mercati, come se all'esatto opposto non fosse una finanza trasformatasi in un gigantesco casinò a dovere invertire la rotta per provare a riconquistarla, la nostra fiducia. Incredibilmente la stessa crisi viene utilizzata come alibi e come grimaldello per imporre ulteriori liberalizzazioni e lo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti acquisiti. La ricetta per uscire dalla crisi è un inasprimento delle dottrine che ci hanno trascinato nella crisi stessa. Lo Stato italiano deve ridurre il rapporto debito-pil perché sono i mercati a imporcelo. Non si parla più di benessere, il parametro di riferimento delle nostre vite è lo spread. L'economia reale deve adattarsi ai diktat della finanza e inseguire i tassi di profitto richiesti dagli speculatori. In questo quadro è emblematico come il lavoro venga progressivamente degradato a una mera variabile di costo

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da minimizzare per aumentare i profitti e compiacere i mercati. Occorre ribaltare questo approccio. Per questo l'edizione del 2012 di Terra Futura, nel proporre come ogni anno un laboratorio di buone pratiche per la sostenibilità, ha deciso di mettere proprio il lavoro al centro del programma culturale. Un lavoro visto come leva fondamentale per un modello radicalmente diverso. È questa l'unica via d'uscita duratura alle attuali molteplici crisi (ambientale, finanziaria, economica, sociale), e per ripartire su basi diverse. Sin dalla sua prima edizione, nel 2003, Terra Futura discute di soluzioni e propone un diverso modello. Un modello che non sia più fondato sulla crescita quantitativa dei consumi e del PIL, ma su uno sviluppo qualitativo, che parta dal benessere delle persone e dalla tutela dell'ambiente. Un modello che si dimostra più che mai attuale e da attuare senza ulteriori ritardi. Come primo passo, la finanza deve tornare a essere uno strumento al servizio dell'economia e delle persone, non il contrario come avviene oggi.


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Il lusso di parlare di coesione sociale. Il welfare al tempo della crisi oesione sociale è la capacità di una società di assicurare il welfare di tutti i suoi membri, minimizzando le disparità e contrastando la concentrazione. Una società coesa è una comunità di individui liberi, che si aiutano mutuamente, e che perseguono tali obiettivi attraverso mezzi democratici (fonte: European Committee for Social Cohesion - 2004). Arci Mantova nel 2008, insieme all'amministrazione comunale di Mantova, ad alcune associazioni di volontariato, di categoria e di promozione sociale, enti morali, università, ha iniziato ad interrogarsi sul che cosa fosse la coesione sociale in concreto e come si potesse realizzare nella vita di tutti i giorni a Mantova. Ha declinato il concetto teorico su due quartieri mantovani, coinvolgendo circa cinquemila cittadini/e, 23 enti/associazioni e proponendo 19 azioni, a cavallo tra servizi sociali e attività socioricreative e realizzando un progetto di sistema flessibile e sensibile ai cambiamenti dei bisogni intercettati e al protagonismo degli stessi cittadini, spezzando la dicotomia fissa cittadini-fruitori/utenti. Nasce così L'Arco e le Pietre: percorsi di

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coesione sociale. Il tentativo di discussione sulla coesione sociale cerca di superare l'idea di inclusione di categorie svantaggiate per arrivare a promuovere politiche di welfare rivolte all'intera popolazione che tengano conto della complessità dei bisogni espressi e delle risorse messe a disposizione da un insieme di persone, agendo non solo sulle fragilità, ma anche sulle potenzialità di una comunità. L'occasione ad Arci Mantova è stata offerta dal bando di Fondazione Cariplo. Il progetto prevede una durata di 3 anni (2010-2013) al termine dei quali si sarebbe dovuta valutare la possibilità di replicare il metodo in altre zone della città mantenendo attivi alcuni degli interventi più significativi e riusciti. Nel frattempo è occorsa la crisi economica e la Regione Lombardia, così come gli altri enti pianificatori di servizi e di politiche sociali, ha scelto, di fronte alla contrazione di risorse, di fare un passo indietro sul tema, dopo qualche manifestazione d'interesse pubblica. Coesione sociale è un tema che, malgrado questo ripiegamento di pensiero diffuso, sta ispirando almeno nel nome ministeri e assessorati locali, però

ancora non si capisce cosa questo significhi. Anche a Mantova ci si sta interrogando sul futuro del progetto e del valore che si è attribuito alla coesione sociale nella costruzione di un nuovo welfare. Lo si è fatto alla luce dei tagli impietosi di enti pubblici e di enti erogatori vari. Si è maturato però il convincimento che proprio perché le risorse del welfare tendono a contrarsi è sano e auspicabile rivolgere attenzioni al rafforzamento di un'infrastrutturazione del sociale che tenga conto non solo dei bisogni delle persone, ma anche delle risorse che le stesse persone appartenenti a una comunità possono mettere in gioco. L'essere cittadini/e attivi costituisce il dna di Arci, infatti lo statuto valorizza la capacità dei singoli di mettersi insieme e di scegliere democraticamente di operare in favore della comunità. Crediamo quindi che, malgrado il mutare delle condizioni, il percorso intrapreso vada proseguito cercando con più attenzione il confronto con quei soggetti che come noi credono che le persone e le loro idee siano la prima risorsa del welfare che si vuole costruire e rafforzare. Info: www.arcoelepietre.it

Notizie Brevi Documentario sul sisma L’AQUILA - Sabato 30 marzo alle ore 20.30 presso la Casa del teatro in via Ficara 2 (piazza D’Arti) verrà presentato in anteprima il documentario indipendente Ottocentoquarantanove, realizzato dall’associazione 5V con il patrocinio del Comune dell’Aquila e dell'Arci provinciale e con la collaborazione del circolo Arci Querencia. Il documentario nasce dall’esigenza di trasmettere informazioni corrette all’opinione pubblica che, dopo essere stata colpita da un sovraccarico di immagini, dati e pareri nel periodo immediatamente successivo al sisma in Abruzzo, è ad oggi completamente all’oscuro di ciò che è avvenuto in seguito e di quale sia la situazione attuale in cui versano gli aquilani e il loro territorio. L’obiettivo è esplorare la situazione dell’Aquila e dei paesi del cratere colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 a due anni e mezzo di distanza dall’evento, appunto 849 giorni dopo. Info: laquila@arci.it

Racconti brevi al Malaussène PALERMO - Domenica 1 aprile alle

18.30 al Malaussène sarà presentato Pilipintò di Carlo Barbieri. Pilipintò è una serie di racconti brevi ambientati in Sicilia, intriganti, divertenti, con finali impensabili che sorprendono sempre il lettore. Racconti per chi non riesce mai a finire un libro tutto d’un fiato per mancanza di tempo: racconti ‘da bagno’ quindi, addirittura con il tempo di lettura indicato sotto ogni titolo. «Così – dice l’autore – uno si regola». I proventi realizzati con la vendita del libro saranno interamente devoluti in beneficenza ad Emergency. Sarà presente l’autore, conduce Cinzia Leone. Info: malaussene@circoliarci.it

Cena della legalità al Benassi BOLOGNA - Il circolo Arci Benassi ospita anche quest'anno una serata dedicata alla Legalità bene comune, nell'ambito di Civica, la rassegna di iniziative di cultura antimafia promossa da Libera e sostenuta a Bologna da un'ampia rete di associazioni, istituzioni e sindacati. Al centro della serata del 31 marzo la cena a base dei ‘sapori della legalità’ il cui ricavato servirà a finanziare il progetto Libera Terra

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Agrigento, per il riutilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose nella provincia di Agrigento. Nel corso dell'iniziativa interverrà il vicepresidente della Regione Emilia Romagna Simonetta Saliera; a seguire letture ad alta voce con Uliana Cevenini, musiche tradizionali e di impegno sociale. Info: 333/6856962

‘Ascoltami’ al Mis(s)kappa UDINE - Il 30 marzo alle 21 al circolo Mis(s)kappa va in scena Ascoltami. Trame dimenticate d'infanzia, suite da camera per 4 attrici e una palla, da un’idea di Elsa Stagnaro, di e con Barbara Bregant, Flavia Bulfone, Nicoletta Oscuro e Arianna Zani. «Ascoltami è un viaggio nel tempo, è l'incontro faticoso con quel bambino dimenticato che risiede in ognuno di noi, il suo grido rimasto inascoltato per troppo tempo fino a farsi muto e invisibile - spiega la regista - proviamo a ridargli voce e un luogo dove esprimere la sua verità». Ingresso riservato ai soci Arci. Info: misskappa.wordpress.com

27 marzo 2012

Romanzo psichiatrico GENOVA - Alice da piccola voleva fare la pittrice, poi la malattia l’ha presa e si è trovata rinchiusa in psichiatria: adesso racconta di quegli anni e del mondo che si riduce a un corridoio dove fare avanti e indietro, della rabbia, dei rapporti dolci e disperati coi compagni dell'ospedale. Giovedì 29 marzo alle 19,30 all’Arci Belleville aperitivo letterario per presentare il nuovo libro di Alice Banfi, Sottovuoto. Romanzo psichiatrico, e per inaugurare una mostra dei suoi quadri al circolo. Ingresso libero con tessera Arci, Uisp, Legambiente, Arciragazzi. Info: www.arcibelleville.org

Di lotta si vive ROMA - Ultimo appuntamento con Arci PM, rassegna culturale promossa da Arci solidarietà. Giovedì 29 marzo alle 19.30 al Centro Centofiori proiezione di Di lotta si vive, a seguire Banda Jorona in concerto. Dalla malavita romana al folk d'autore, una foto della Roma di ogni giorno: dagli anziani partigiani ai migranti delle generazioni passate e attuali - e di culture ‘altre’. Info: www.arcisolidarietaonlus.eu


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incircolo

Informazione e legalità nella web tv dell'Arci di Pistoia, per ‘fare società’ e documentare ei giorni scorsi è stata presentata al circolo delle Fornaci la nuova web tv dell'Arci di Pistoia. Già on line all'indirizzo arcipistoia.tv, questo prezioso strumento di comunicazione permetterà all'associazione locale di promuovere le attività del comitato e dei circoli attraverso video visionabili ‘on demand’, dirette in streaming degli eventi più significativi e forum di discussione per rendere ogni servizio davvero ‘2.0’. Il presidente Federico Tasselli ha ricordato «il peso progressivo che internet sta assumendo rispetto ai media tradizionali nella ricerca delle informazioni. Per questo motivo a fianco di RadioPescia, web radio valdinievolina aderente all'Arci che in un anno di vita ha avuto oltre 30mila contatti, l'Arci di Pistoia ha aggiunto la propria web tv con sede a Pistoia, completando così l'offerta comunicativa. La prospettiva futura è di creare un canale web con un vero e proprio palinsesto di informazione locale e intrattenimento sano, da mandare in onda in diversi circoli e sedi associative». A ricordare la comunicazione sociale, nelle corde della web tv pistoiese, è il creatore del sito Alessandro Martelli, giovane volon-

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tario dell'associazione: «l'obiettivo della nostra tv è condividere la socialità, i sentimenti del volontariato, e al contempo documentare ciò che avviene fuori del mondo associativo». Fa riferimento ad Alito Sparlati (acronimo de ‘l'altra Pistoia’, progetto di ricerca sulla nostra città), nonché alla prima tematica toccata dalla tv nelle sue inchieste sui beni confiscati alle mafie nel nostro territorio: l'antimafia sociale. Alla legalità democratica fa pieno riferimento Maria Cangioli del circolo La Torre, che partendo dal servizio video sulle costruzioni ‘grigie’ del Torricchio ad Uzzano, parla delle attività del circolo nel controllo dei beni confiscati nella nostra provincia e del sostegno alle cooperative antimafia che lavorano nel Mezzogiorno. Come ribadito da Salvatore Ferrara, socio della cooperativa Lavoro e non solo, per l'occasione giunto da Corleone a Pistoia: «l'antimafia sociale è una radice che cresce sempre più, anche in un territorio come quello siciliano, intriso di omertà e apatia. Solo unendosi le persone possono sconfiggere la mafia. Noi ci proviamo trasmettendo qualcosa ai volontari che scendono a darci una mano, i quali

danno gradualmente maggior consapevolezza anche ai nostri giovani». Conclude l'iniziativa Maurizio Pascucci, responsabile Legalità dell'Arci Toscana: «la Toscana non è terra di mafie ma le mafie ci sono. È necessario prevenirle, conoscerle e contrastarle. L'impegno nell'ambito dell'antimafia sociale e di contrasto all'infiltrazione della criminalità organizzata nelle nostre comunità locali necessita di un impegno straordinario della società civile accanto alle forze dell'ordine e alla magistratura. L'associazionismo di promozione sociale ha il dovere di svolgere la sua funzione di ‘fare società’ per prevenire una cultura sbagliata che talvolta è prevalente. Per questi motivi l'attività di una web tv Arci può essere un incentivo reale e concreto per promuovere riflessioni che incentivano alla ricerca di verità, di indignazione e di impegno sociale. La web tv è per noi uno strumento di documentazione, ma anche di vertenza per sollecitare e svegliare tanti cittadini singoli e associati che spesso preferiscono non vedere, non ascoltare, non parlare». Info: www.arcipistoia.tv

Proiezioni de L’Italia All’Arci Tom di Mantova Celestini in anteprima con ‘Racconti, il piccolo paese’ che non si vede «Si potrebbe andare tutti al cinema e guardare di nascosto l'effetto che fa» direbbe Jannacci. È questo il senso della sperimentazione del comitato Jesi Fabriano e del circolo Molinelli di Chiaravalle, con 16 proiezioni, da marzo a maggio, scelte in prevalenza dalla rassegna Ucca L'Italia che non si vede. Un'iniziativa di rete articolata in 5 paesi, con la collaborazione di due comuni, Chiaravalle e Maiolati Spontini. Non è certo un'azione pionieristica, come i cinematografari che giravano l'Italia in furgone, con proiettore e telone, ad anticipare il futuro mercato. Oggi, che la tecnologia offre la ‘scorciatoia’ dei dvd, proporre film che ‘non si vedono’ significa sfidare il mercato. E proprio per proporre momenti di socialità e condivisione di un lavoro cinematografico realizzato per raccontarci la realtà. Fino ad ora sono state sei le proiezioni, le prossime sono Ferrhotel, insieme agli amici dello Sprar di Chiaravalle, e Sic Fiat Italia, con i delegati della Fiat di Jesi. Che ci ha preso? Un rigurgito di militanza? Di questi tempi non sarebbe male! A parte gli scherzi, è un'esperienza positiva. Senza grandi masse che premono alla porta ma con una partecipazione giusta, che incoraggia. Info: www.arcijesifabriano.it

Ci sono storie che vanno raccontate. Momenti indispensabili che si costruiscono tra chi parla e chi ascolta, su di un ponte immaginario e disarmante di spettacolo e realtà. Ascanio Celestini costruisce mattone su mattone questo collegamento, solido dalla prima all'ultima parola. Per l'anteprima assoluta dei suoi Racconti, il piccolo paese, l'attore romano - anche regista, scrittore e drammaturgo ha scelto il circolo Arci Tom di Mantova in piazza Tom Benetollo. Mercoledì 4 aprile i personaggi di Celestini prendono vita: ci sono il cittadino che aspetta da mesi e l'anarchico che sta lì dal '48. Gli operai delle barri-

cate, i contadini sporchi di terra, i braccianti, gli studenti del '77 e i precari del 2000, le maestre coraggiose e le madri coraggio, le associazioni dei caduti, i partigiani, i militi noti, ignoti, ignobili, i militesenti, i parenti delle vittime, i dirimpettai dei perseguitati, i terremotati, gli allagati, gli inondati, gli scampati, i dimenticati, gli indignati, gli arrabbiati, gli oppressi e gli offesi. Serata sostenuta dalla Cgil di Mantova, insieme ad Arci Mantova e Officina Tom nell'ambito della Campagna nazionale L'Italia sono anch'io. Inizio alle ore 21, posto unico a 17 euro con tessera Arci. Prenotazioni: federico.ferrari@arci.it

A Viterbo il 31 marzo inizia Librimmaginari In un 2012 sempre più fluido anche il libro illustrato cambia pelle, forma, utilizzo, contesti ed esce dagli scaffali della libreria. Librimmaginari, progetto di Arci Viterbo, si concentra quest’anno sul disegno e sul segno in movimento, sui legami tra il libro e il corto d’animazione, sul disegno non solo digitale, un omaggio allo stakanovismo degli autori dei corti d’animazione, agli editori più attenti e a chi i libri se li produce. Un

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27 marzo 2012

close up su quelle che sono le avanguardie della formazione degli illustratori e degli autori del cinema di animazione in Italia. Librimmaginari si inaugura il 31 marzo alle 18 al Biancovolta e inizia con la mostra Diarimmaginari, in programma dal 31 marzo al 7 aprile: in mostra i quaderni visivi di 40 artisti, designer, fumettisti e illustratori. La rassegna prosegue fino al 20 maggio. Info: www.librimmaginari.blogspot.com


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società

Nasce il Forum del Terzo Settore città di Milano. Il portavoce è Emanuele Patti i è costituito formalmente lunedì 19 marzo 2012, con l'approvazione dello statuto, l'elezione del consiglio direttivo e del suo portavoce, il Forum del Terzo Settore città di Milano, che raccoglie e aggrega le principali organizzazioni del territorio che si occupano di attività sociali, assistenziali, ambientali e culturali, o sono impegnate nel settore del volontariato e dei servizi alla persona. Si legge nel documento Visione Comune, di fatto il documento fondativo del Forum: «... sentiamo la necessità di aggiornare la nostra visone del welfare alla luce dei molti e veloci cambiamenti che stanno intervenendo a causa della crisi economica e finanziaria nella società... nel richiamo della pari dignità, tra enti locali, terzo settore e fondazioni, dobbiamo valorizzare quel capitale sociale che essi esprimono, come risorsa principale della Città in quel lavoro di sartoria civile e di moltiplicatore di risorse che il TS attua anche senza riconoscimento pubblico». Queste la spinta e le intenzioni che hanno portato 31 soci fondatori del Forum a costituire l'assemblea: Associazione Nocetum Onlus, Alomar Onlus, Sarepta Onlus,

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ACCISSF Onlus, Medici volontari italiani, Anpas Lombardia, ADA, Fondazione Aquilone onlus, Lega italiana sclerosi sistemica, Associazione Seneca, A.M.A. Milano, CNCA Lombardia, CEAL, Oltre noi la vita, Agesci, Ledha Milano, Ipsia Milano, Acli Milano, Auser Milano, Legacoop sociali, Anteas Milano, Legambiente, CDO Milano, Confcooperative Federsolidiarietà, Abu Onlus, MoVI, La Comune, Associazione Amico Onlus, Coordinamento milanese del privato sociale per le dipendenze, Archè, Arci Milano. 15 invece i componenti del consiglio direttivo: Acli provinciale di Milano Monza e Brianza, Agesci, Anteas, Arci Milano, ANPAS, Auser, Compagnia delle Opere, Confcooperative Federsolidiarietà, CNCA, Ledha Milano, Legambiente, Legacoop, ADA, Oltre noi la vita, Coordinamento milanese del privato sociale per le dipendenze. Eletto portavoce Emanuele Patti (Arci Milano), vicario Rossella Sacco (Confcooperative Federsolidiarietà), vice portavoce Emilio Longhi (Auser). Questi mesi sono serviti a promuovere ed allargare la partecipazione per la costituzio-

Cultura... scontata

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i tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

www.arci.it/associarsi - convenzioni@arci.it

Etruschi. L’ideale eroico e il vino lucente

Tiepolo Cignaroli Rotari. La nobiltà della pittura

ASTI - Palazzo Mazzetti, fino al 15 luglio. La mostra presenta 300 oggetti, in molti casi inediti, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali istituzioni museali e culturali italiane. A questi si aggiunge la straordinaria ricomposizione di una tomba a camera etrusca dipinta, detta ‘della Scrofa nera’ con una scena di banchetto aristocratico del V secolo a.C., ambientata nel suo contesto originale. Info: www.palazzomazzetti.it

VERONA - Palazzo della Gran Guardia, fino al 9 aprile. Con 150 capolavori tra dipinti, disegni, stampe e documenti, la mostra è incentrata sulle peculiarità che la cultura e la tradizione pittorica assunsero nel Settecento a Verona. Oltre alla ricostruzione virtuale del capolavoro del Tiepolo Il trionfo di Eercole, ampio spazio sarà dedicato a due importanti artisti veronesi: Pietro Antonio Rotari e Giambettino Cignaroli. Info: www.settecentoaverona.it

SOROLLA Giardini di luce FERRARA - Palazzo dei Diamanti, fino al 17 giugno. Joaquín Sorolla è una delle personalità artistiche più affascinanti del panorama spagnolo in quel periodo cruciale segnato dalla diffusione dell'impressionismo e del simbolismo. Protagonista della Belle Epoque, all'apice della notorietà, inizia a creare opere di sorprendente modernità che hanno come tema privilegiato il giardino. Una sequenza di capolavori nei quali le figure sembrano assorbite da un gioco di riflessi. Info: www.palazzodiamanti.it

ne dell'assemblea e per la condivisione della bozza dello statuto mutuato dagli statuti provinciali e regionali del Forum stesso. Il direttivo ricco di esperienze, ampio e plurale proporrà gruppi di lavoro tematici aperti all'assemblea per ampliare ulteriormente la massima partecipazione di tutte le organizzazioni. I primi banchi di prova che vedranno impegnato il Forum: innanzitutto il tema Expo e volontariato, ovvero l'utilizzo dei volontari nel corso della manifestazione del 2015, che verrà affrontato avviando un protocollo d'intesa con i sindacati; poi l'importante confronto con il Comune di Milano sul processo di costruzione dei piani di zona. Info: milano@arci.it

Hanno collaborato a questo numero Andrea Baranes, Raffaella Bolini, Anna Bucca, Tullio Bulgari, Roberta Cappelli, Valeria Dalcore, Moira D’Amelio, Federico Del Giudice, Enzo Di Rienzo, Gabriele Taddeo, Federico Tasselli, Claudio Treves In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Bernardo Bellotto. Il Canaletto delle corti europee CONEGLIANO (TV) - Palazzo Sarcinelli, fino al 15 aprile. Spettacolari vedute di città europee, un viaggio nella quotidianeità della nobiltà e del popolo. Attraverso un'accurata selezione di splendidi dipinti di Bellotto, Canaletto, Carlevarijs e Marieschi, la mostra rappresenta il momento culminante del vedutismo veneziano, il fenomeno artistico più innovativo e caratterizzante dell'arte europea del xvIII secolo. Info: www.bellottoconegliano.it

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27 marzo 2012

Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione -Non commerciale Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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