Arcireport n 16 2016

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settimanale a cura dell’Arci | anno XIV | n. 16 | 5 maggio 2016 | www.arci.it | report@arci.it

di Francesca Chiavacci Presidente nazionale Arci

Il Festival Sabir - promosso dall’ Arci insieme a Caritas, A Buon Diritto, Asgi, Carta di Roma e Acli e organizzato da Arci in collaborazione con il comune di Pozzallo e con il patrocinio dell’Anci - si propone di offrire uno spazio aperto di riflessione e proposta nei luoghi simbolo delle porte d’Europa. Dopo la prima edizione che si è svolta a Lampedusa nell’ottobre del 2014, Sabir quest’anno si sposta a Pozzallo (in provincia di Ragusa), luogo di approdo di migranti e ponte tra culture nel mediterraneo. Dal 12 al 15 maggio la cittadina siciliana sarà animata da spettacoli, dibattiti, incontri internazionali, eventi culturali, laboratori e workshop, il cui filo conduttore sarà quello delle ‘alternative mediterranee’. Sabir, che dà il titolo al festival, era un idioma parlato nei porti del Mediterraneo dal Medioevo fino a tutto il XIX secolo. Uno strumento di comunicazione in cui confluivano parole di molte lingue del Mediterraneo e che consentiva ai marinai e ai mercanti dell’area di comunicare fra loro. Un

nome quindi non scelto a caso, ma evocativo anch’esso della possibilità di ‘capirsi’ e sperimentare esperienze comuni tra ‘diversi’. La collocazione del Festival in Sicilia non è casuale, perché nelle acque al largo di quest’isola sono avvenute alcune tra le più grandi stragi di migranti. Solo nel 2015 hanno perso la vita più di 3500 persone, tra cui tanti bambini. La responsabilità ricade in gran parte sulle scelte politiche dell’Italia e dell’Europa, oggi particolarmente evidente, tra l’altro, con la decisione di trasformare, attraverso l’istituzione degli hotspot, i luoghi di approdo - Lampedusa, Pozzallo, Trapani, Augusta, Porto Empedocle - in luoghi di detenzione, dove i migranti devono essere identificati, anche con l’uso della forza, e da dove si continuano a praticare respingimenti di massa. Il Festival manterrà la stessa formula che ha caratterizzato la precedente edizione, che vedeva attività culturali e laboratori interattivi, musicali e teatrali alternarsi a incontri internazionali. L’obiettivo è infatti, in primo luogo, quello di coinvol-

gere e dare voce agli abitanti e ai migranti accolti sul territorio con le varie iniziative culturali, i laboratori e gli spettacoli. La presenza di tanti esponenti della società civile delle due rive del mediterraneo permetterà di proseguire la riflessione sulla crisi della democrazia europea e le diverse emergenze sociali: dai conflitti che devastano la regione, alla gestione dei flussi migratori, agli estremismi nazionali, agli atti terroristici, alle urgenze ambientali, ai diritti e libertà civili sempre più minacciati. Tutto ciò nella prospettiva di far emergere le ‘alternative mediterranee’, di fornire cioè una rappresentazione diversa della società civile del Mediterraneo, impegnata sui temi della pace, della giustizia sociale, dei diritti, per arrivare tutti insieme a disegnare un progetto alternativo di società e di Europa. Nostra gradita ospite sarà anche la Presidente della Camera Laura Boldrini, che il 13 mattina incontrerà gli studenti delle scuole di Pozzallo, per partecipare poi alla Tavola rotonda organizzata da Arci e Cittalia sul contrasto ai discorsi d’odio sul web.


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sabir

No ai Muri, Sì all’Accoglienza

Manifestazione nazionale, Pozzallo 15 maggio ore 11.00 Muri, barricate, polizia di frontiera, eserciti schierati e navi da guerra, accordi con governi anti democratici. Tutto ciò per impedire ai migranti di arrivare alle nostre frontiere. Ai profughi e ai richiedenti asilo di mettersi in salvo. Una scelta scellerata che sta producendo più ingiustizia, più morte, più razzismo. Una scelta che sta distruggendo l’unità e la democrazia europea, rischia di condannare tutti gli europei a vivere in un continente oscuro e nega ogni possibilità di sviluppo equo alla regione mediterranea. Dal settembre del 2015, nei punti di approdo della costa mediterranea, l’UE ha chiesto l’istituzione di 9 hotspot di cui 4 in Italia e 5 in Grecia. Questi centri ricorrono in misura crescente alla detenzione illegale e hanno l’obiettivo di realizzare una selezione tra migranti economici e richiedenti asilo, contro le procedure previste dalla legge. Oltre ad avere una natura giuridica non definita, al loro interno sono state denunciate numerose violazioni dei diritti umani: uso della violenza per l’identificazione, notifiche di procedure

di respingimento differito sulla sola base della nazionalità, identificazione sommarie delle situazioni di vulnerabilità, detenzioni prolungate e quindi illegali. Il sistema degli hotspot inoltre non si limita ai centri di detenzione sulle coste mediterranee, ma include anche accordi come quello tra UE e Turchia in nome del quale si procede ad espulsioni di potenziali richiedenti asilo in paesi che opprimono la libertà di parola e perpetrano violenze contro la loro stessa popolazione (i kurdi e non solo in Turchia). Con questa stessa logica sono in costruzione - come previsto dalla proposta italiana del Migration Compact - centri di ‘selezione’ anche lungo le rotte migratorie. Un sistema che non fermerà le persone, come la storia di questi ultimi anni dimostra, ma aumenterà il già tragico bilancio dei morti sulle rotte migratorie. I firmatari di questo appello denunciano la creazione di hotspot la dove c’erano centri di prima accoglienza in Italia e in Grecia; la deriva del sistema hotspot nella forma di accordi con paesi di origine e

transito per il controllo delle frontiere e sistematiche espulsioni collettive, con l’esternalizzazione delle frontiere e della loro gestione; l’assenza di canali d’ingresso sicuri e di programmi di ricerca e salvataggio per fermare le stragi. Chiedono che gli hotspot istituiti sulle isole greche e lungo le coste italiane ritornino a svolgere la loro precedente funzione di luoghi di accoglienza aperti; l’abolizione di tutti gli accordi firmati nell’ambito del ‘sistema hotspot’ che prevedono l’identificazione e l’espulsione verso paesi di origine e transito e che non rispettano i diritti fondamentali e le Convenzioni Internazionali; l’apertura immediata di canali d’accesso umanitari con il rilascio di lasciapassare europeo e l’attivazione della Direttiva n.55/2001; l’attivazione di un programma europeo di ricerca e salvataggio (come Mare Nostrum) in sostituzione degli attuali programmi di monitoraggio e controllo; la costruzione di un’Europa solidale, pluralista e federale in grado di garantire un futuro di democrazia e diritti per i cittadini del futuro, qualunque sia la loro appartenenza, origine o storia personale.

Cosa succede a Pozzallo dal 12 al 15 maggio Laboratori, workshop, formazione, mostre, musica e spettacoli, ma anche Tavole rotonde, incontri con le scuole, convegni internazionali. Sabir è tutto questo e molto altro, uno spazio pubblico aperto innanzitutto ai residenti, italiani e migranti, e alle tante esperienze di riflessione e lavoro su Europa, pace, democrazia, flussi migratori, accoglienza, con ospiti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo e da tutto il continente europeo. L’evento di inaugurazione è previsto nel primo pomeriggio di giovedì 12 maggio, con i promotori e il sindaco di Pozzallo a fare da ospiti per le delegazioni internazionali, associazioni e istituzioni. Subito dopo inizieranno i moduli di formazione, organizzati da Carta di Roma, Asgi, Arci e Caritas. In serata la parata della compagnia dei

Cantieri Meticci e il concerto dei Modena City Ramblers. Il giorno dopo, venerdì 13, la Presidente della Camera Laura Boldrini incontrerà al mattino gli studenti delle scuole di Pozzallo per un dialogo sull’Europa, le sfide e i cambiamenti. Parteciperà poi alla Tavola rotonda, organizzata da Arci e Cittalia, sulle strategie per combattere i discorsi d’odio sul web. Alle 15.30 si aprirà la prima sessione dell’incontro internazionale sulle migrazioni nella crisi europea e mediterranea, con partecipanti dell’Europa dell’est, del nord e del sud, della Turchia e del Kurdistan, del Marocco, della Tunisia, dell’Egitto, del Niger. Alle 18 un interessante incontro con i sindaci di ‘frontiera’, da quello di Pozzallo a quello di Riace, di Lampedusa, di Ventimiglia e della Grande Synthe. Alle 19 lo scrittore Paolo Nori aprirà gli eventi culturali con la presentazione dell’antologia Ma il mondo, non era di tutti?, che raccoglie scritti di vari autori.

Alle 21.30 il teatro, con la compagnia Saransò che presenterà Unlocked e poi lo spettacolo Il piccolo paese di e con Ascanio Celestini. Sabato 14 altro incontro internazionale sulle strategie per combattere i discorsi d’odio sul web e la seconda parte dell’incontro internazionale sulle Migrazioni nella crisi europea e mediterranea. Tre sessioni che vedranno presenze da tanti dei paesi interessati dalla crisi, compreso un rappresentante siriano. Alle 18.30 riprendono le iniziative culturali con la presentazione del libro Zona rossa di Roberto Satolli e Gino Strada. Dalle 20.30 Pietro Floridia e la Compagnia Cantieri Meticci con lo spettacolo Gli acrobati. Alle 22 l’esibizione di Piotta e Kiave & Gheesa con i vincitori del concorso Oltre i mari. Infine, domenica 15 maggio, il festival si chiude con la manifestazione nazionale No ai muri, Sì all’accoglienza che attraverserà le vie di Pozzallo.


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Non possiamo stare fermi Cosa si fa nei circoli e nei comitati Arci: alcune esperienze raccontate per promuovere la campagna del 5xmille e 2xmille. Sul sito www.5x1000arci.it schede complete e testimonianze Circolo Arci Dino Manetti (Firenze): ‘Nessun Dorma’

Circolo Arci ‘Il Ponte’ di Ginosa (Taranto): ‘Lo Stralisco’

Finalità dell’associazione ‘Nessun dorma’, nata nel 2011 e affiliata all’Arci di Firenze, è quella di creare percorsi educativi e di socializzazione, nell’ambito della ristorazione sociale, rivolti alle persone con disabilità fisica e mentale. I percorsi di formazione sul campo si realizzano principalmente il venerdì sera al ristorante del circolo Dino Manetti di Campi Bisenzio, rinominato ‘Osteria Sociale Nessun Dorma’. Un gruppo di operatori volontari, insieme a camerieri diversamente abili, si occupa di allestire la sala del ristorante, apparecchiare i tavoli, accogliere i clienti e servire le pietanze scelte. Seguiti da una psicologa, i camerieri formati sono 12 e il locale è diventato punto di incontro e socializzazione per soggetti disabili, e non solo, del territorio. Beneficiari del progetto sono anche i familiari delle persone inserite nel progetto, che possono ricevere sostegno dall’equipe degli operatori dell’associazione.

Dall’esperienza di una piccola ricoverata nell’ospedale pediatrico di Castellaneta, i cui genitori sono soci del circolo Arci ‘il Ponte’ di Ginosa, nasce l’idea di rendere più accogliente e allegro quel reparto. Un gruppo di artisti ginosini, con la collaborazione di tutti i soci del circolo, ne decoreranno le mura. Gli affreschi raffigurano immagini ispirate al mondo dei bambini, con una scelta di tecniche e colori che inducano alla serenità. Il nome del progetto ‘Lo Stralisco’ è il titolo di un romanzo di Roberto Piumini, noto scrittore per ragazzi. Stralisco è una parola che non si trova sul vocabolario, fa infatti parte del gioco dei due protagonisti del romanzo, un bambino e un famoso pittore. Stralisco è una favola sulla possibile felicità di chi accetta un patto di attenzione verso sé e verso il mondo.

Circolo Arci Libero Spazio: Stay Human (Ascoli Piceno)

Arci Sardegna: Dalla Memoria alla Cittadinanza

www.nessun-dorma.net

Il circolo nasce nella data simbolica del 25 aprile 2012 per iniziativa di un gruppo di giovani desiderosi di impegnarsi per la propria città. Il circolo è diventato uno spazio libero e aperto, in cui confrontarsi e crescere insieme privilegiando le attività di carattere socio-culturale. Ha esordito con ‘Strade Partigiane’, il racconto della vita dei Partigiani a cui sono state dedicate vie ad Ascoli Piceno. Ha proseguito con presentazione di libri su tematiche come i rapporti di coppia e la teoria di genere, cineforum a tema, convegni sulla Costituzione, mostre d’arte contemporanea di artisti ascolani emergenti. Per i primi tre anni le attività del circolo, privo di una sede, sono state itineranti. Oggi dispone di parte di uno spazio messo a disposizione delle associazioni e condiviso con Libera, con cui collabora soprattutto sui temi della legalità. http://liberospaziostayhuman.blogspot.it/

http://www.arcipikkia.it/progetti/lostralisco/lostralisco/ il%20progetto.html

Il progetto, promosso nell’ambito de ‘I viaggi della Memoria’, è un percorso di educazione alla cittadinanza che parte dalla memoria storica dell’Olocausto e dei regimi nazifascisti europei del ‘900, per approdare a una proposta di cittadinanza attiva come antidoto sociale alla riproposizione di pratiche e idee discriminatorie. Il percorso prevede due momenti formativi, intervallati dalla partecipazione al viaggio della Memoria ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Il primo momento formativo, legato alla memoria, affronta i temi relativi al ‘ventennio nero’ in Italia e in Europa, con un focus sulle principali categorie di pensiero che portarono alla perdita della democrazia. Il secondo si sposta invece sul presente, con laboratori sul tema della partecipazione e della cittadinanza attiva. Il progetto è nato nel 2012 e ha coinvolto finora 350 ragazze e ragazzi sardi. A fine percorso, i ragazzi producono un elaborato finale sotto forma di rappresentazione teatrale o video.


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Acquisire saperi e costruire cittadinanza

Continuiamo la pubblicazione delle schede descrittive dei campi della legalità. Per ulteriori informazioni: campidellalegalita@arci.it - 0641609274 In riviera per la legalità: idee per l’Italia e l’Europa

Coltiviamo i Frutti della Legalità

Il campo In riviera per la legalità: idee per l’Italia e l’Europa si tiene a Ventimiglia (Imperia), dall’1 al 12 luglio. È realizzato in collaborazione con Spi Cgil, Libera, Spes, Auser e Istituto Storico della Resistenza. Le attività si svolgono presso la casa famiglia Il Sorriso, gestita dalla Onlus Spes, un’associazione di parenti ed amici di portatori di handicap, che svolge un’opera di accoglienza ai ragazzi con disabilità media. La struttura è stata inaugurata nel 2006 ed è composta da un seminterrato con palestra, sala medica, laboratori, cucina, mensa, lavanderia e un primo piano che ospita le stanze per i ragazzi e gli operatori. I volontari saranno impegnati in laboratori di orto sociale sui terreni adiacenti all’immobile; saranno previste anche attività formative in collaborazione con Libera e Spi Cgil ed escursioni al Porto Antico di Genova e ai musei della Resistenza di Imperia. Non mancheranno poi pomeriggi di svago e attività di socializzazione in spiaggia con gli ospiti della struttura.

Il campo Coltiviamo i Frutti della Legalità si tiene a Isola del Piano (Urbino), dal 18 al 24 luglio. È realizzato in collaborazione con Spi-Cgil, Libera, Coop Adriatica, Comune di Isola del Piano e alcune associazioni del territorio. Le attività si svolgono all’interno di un bene costituito da 4 ettari di terreno coltivabile e un agriturismo, confiscati a Ruggero Cantoni, criminale di una banda che ha operato tra Lecco ed Erba, e affidati nel 2015 all’associazione Fattoria della Legalità. Il progetto per riattivare l’immobile è quello di creare un centro educativo sulla legalità con uno spazio dedicato a coltivazioni bio regionali. I partecipanti saranno coinvolti in lavori manuali, come attività di restaurazione e laboratori artigianali, e incontri di approfondimento con magistrati, sindacalisti e protagonisti dell’antimafia. Tutte le iniziative svolte ruoteranno intorno ai concetti di giustizia sociale, diritti, partecipazione e divertimento.

At(tiva)tori di cittadinanza

Diritti in campo

Il campo At(tiva) tori di cittadinanza si svolge a Lecco, dal 22 al 31 luglio. È realizzato in collaborazione con Auser, Alma Faber, Cgil, Consorzio Consolida, Comune di Lecco e le scuole che aderiscono al Centro di Promozione della Legalità. Le attività si distribuiranno all’interno di edifici confiscati alle mafie: una ex pizzeria ora sede di un centro di aggregazione, una villetta dove sorge un centro diurno integrato per anziani, una struttura che attualmente ospita migranti e richiedenti asilo, e un locale destinato a diventare una pizzeria gestita da una cooperativa sociale. Il campo prevederà attività di natura pratica presso i beni confiscati ed affidati alle associazioni partner, momenti di formazione svolta anche con modalità ludico-creative, come performance teatrali, workshop e forum, ed occasioni di animazione del territorio e coinvolgimento dei cittadini attraverso la promozione di iniziative culturali.

Il laboratorio Diritti in campo si tiene a Erbè (Verona), dal 2 al 9 luglio. È realizzato in collaborazione con Spi-Cgil, Arci Spazio Solidale e Rete degli Studenti. Il campo si svolge su un bene confiscato costituito da alcuni fabbricati e un terreno circostante; apparteneva a uno spacciatore locale, affiliato alla ‘ndrangheta, che lo usava come quartier generale per gestire lo spaccio. Oggi è divenuto sede di una comunità destinata all’assistenza e la riabilitazione di persone con problematiche psichiatriche. L’attività di laboratorio riguarderà il tema della legalità democratica, legata alla giustizia sociale. La sinergia tra Arci, Spi-Cgil e Rete degli Studenti consentirà di incrociare le esperienze intergenerazionali e di approfondire in particolare la tematica dei diritti. Vi saranno testimonianze ed incontri con personalità del territorio e, infine, attività all’aperto dedicate alla sistemazione delle aree verdi nelle quali la struttura è inserita.


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Riaffermare il valore della cooperazione e della solidarietà internazionale di Filippo Miraglia Vicepresidente nazionale Arci

La crisi internazionale che attraversiamo è frutto di scelte sbagliate, funzionali agli interessi globali dei gruppi economicofinanziari che detengono gran parte della ricchezza del pianeta. Si tratta di decisioni politiche messe in atto dai governi e dai soggetti internazionali che operano formalmente in nome dei cittadini o della comunità internazionale, ma che concretamente curano gli interessi dei gruppi economici ai quali spesso sono legati, direttamente o indirettamente. Una crisi che ha aumentato la ricchezza di pochi e la povertà di tanti, ha aggravato lo sfruttamento del territorio e gli squilibri ambientali, ha favorito l’evolversi dei conflitti in forme sempre più violente e incontrollabili. La crisi economico-finanziaria ha viaggiato quindi in parallelo alla crisi umanitaria internazionale. Le connessioni tra gli interessi delle multinazionali e i conflitti globali, soprattutto dopo l’11 settembre del 2001, sono evidenti. I cittadini e le cittadine hanno sempre meno strumenti per controllare le scelte dei governi, affidate progressivamente a organismi tecnocratici

che, dietro l’apparente neutralità, si occupano in realtà di tutelare soprattutto gli interessi delle multinazionali e dei grandi gruppi economico-finanziari. Questo scenario, che vede anche la crisi dell’idea stessa di democrazia, ci consegna una responsabilità maggiore e ci impegna a promuovere iniziative collocate in una strategia capace di produrre cambiamenti reali. Le contraddizioni e le ingiustizie del modello di sviluppo dominante hanno conseguenze gravi sulla vita di milioni di persone. Nel 2015 più di 60 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, per fuggire da guerre, disastri ambientali e persecuzioni. Un numero mai così alto dal dopo guerra. A questa crisi umanitaria l’Europa risponde con i muri e con un’idea di cooperazione che risponde sempre più a interessi ‘interni’, di consenso o economici. La cooperazione non è più basata sulla solidarietà ma sullo scambio, sul baratto tra interessi diversi. Quelli di Erdogan, ad esempio, che vengono sostenuti dai con-

tribuenti europei (6 miliardi), in cambio della chiusura della frontiera greco-turca, funzionale al consenso elettorale dei governi dell’Ue. C’è bisogno di rilanciare un’idea di cooperazione e di solidarietà internazionale che sia sempre più lo strumento principale della diplomazia dal basso, la diplomazia delle organizzazioni sociali, dei militanti dei diritti umani, della pace e della giustizia sociale. L’Arci e la sua Ong Arcs, dopo il recente congresso di quest’ultima, hanno le carte in regola per poter dare un contributo - a partire dal radicamento territoriale, dalla rete di relazioni internazionali costruite in tanti anni di lavoro, dalle competenze ed esperienze maturate nel campo della cooperazione, della cultura, dei diritti dei migranti e dei rifugiati - alla diplomazia sociale di cui c’è bisogno oggi per ridare un significato positivo alla parola cooperazione e rilanciare un’idea di solidarietà e giustizia che parta dai bisogni concreti dei popoli e non dagli interessi di ristretti gruppi di potere. Questo sarà l’obiettivo principale del nostro lavoro nei prossimi anni.

Democrazia, partecipazione, diritti e cultura nel mondo che cambia I nuovi organismi dirigenti di Arcs Arcs ong associativa è stata costituita a Roma nel 1985 per volontà dell’Arci, la maggiore associazione laica di promozione sociale e culturale italiana, fondata nel 1957 a Firenze e diffusa su tutto il territorio nazionale. Missione, storia e valori dell’Arci, come è noto, hanno le loro radici nelle esperienze della solidarietà mutualistica di fine XIX secolo e si declinano oggi nel sostegno a tutte le forme di aggregazione per la cittadinanza attiva, lotta ad ogni forma di esclusione sociale e difesa delle libertà e della democrazia partecipata nell’affermazione di una società globale di diritti e giustizia. Arcs ha assunto questi principi praticandoli nella costruzione e nel consolidamento delle relazioni e dei partenariati internazionali. Il piano di azione di Arcs nelle sue attività di cooperazione internazionale è il coinvolgimento delle comunità di cittadine e cittadini nella costruzione diffusa della relazione e collaborazione tra territori e

comunità, valorizzando le aggregazioni civili, costruendo reti di interesse e rafforzando l’ownership democratica. Per l’affermazione della pace e dei diritti e l’annullamento di ogni forma di povertà, ingiustizia e diseguaglianza sociale ARCS pratica l’educazione alla cittadinanza mondiale e alla pace, la cooperazione, la solidarietà e il volontariato internazionale, l’aiuto umanitario e l’accoglienza. L’Assemblea congressuale di Arcs, riunita venerdì 29 aprile, ne ha eletto il Consiglio direttivo, che risulta formato da: Francesca Chiavacci, presidente di Arci, Filippo Miraglia, vice presidente di Arci, Franco Uda e Gianluca Mengozzi, coordinatori commissione Pace, cooperazione e solidarietà internazionale, Daniele Lorenzi, presidente uscente Arcs, Ugo Zamburro, Arci Piemonte, Massimo Cortesi e Luigi Lusenti, Arci Lombardia, Simone Pernechele, Arci Veneto, Paolo Marcolini e Gerardo Bisaccia, Arci Emilia Romagna, Walter Massa, Arci Liguria, Jacopo Forconi, Serenella Pallecchi ed Elisa Viti, Arci

Toscana, Franco Calzini, Arci Umbria, Michele Cantarini, Arci Marche, Biagio Napolano, Arci Campania, Davide Giove, Arci Puglia, Giuseppe Montemagno, Arci Sicilia, Sergio Bonagura, Arci Trentino alto Adige, Alberto Giustini, Arci Lazio, Filippo Sestito, Arci Calabria, Giorgio Giannella, Arci Abruzzo, Aldo Dessì, Arci Sardegna. Invitati permanenti sono la direttrice e il tesoriere di Arcs. L’assemblea congressuale ha eletto all’unanimità presidente di Arcs Filippo Miraglia. Convocata la prima riunione del Consiglio direttivo, su proposta del presidente vengono nominati vicepresidenti Gianluca Mengozzi (con funzioni vicarie) e Franco Uda. Silvia Stilli viene confermata direttrice di Arcs e tesoriere viene nominato Federico Amico. Il consiglio di amministrazione di Arcs risulta quindi formato dal presidente, i due vicepresidenti, il tesoriere, la direttrice, Ugo Zamburru e Gerardo Bisaccia. www.arcsculturesolidali.org


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TTIP

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TTIP Papers: i nuovi testi del negoziato transatlantico desecretati da Greenpeace Oltre i due terzi del testo negoziale del TTIP, ben 248 pagine, sono state desecretate e rese pubbliche da Greenpeace. Sono la sostanza della trattativa tra Stati Uniti e Unione Europea al punto in cui si è arrivati durante l’ultimo round negoziale, svoltosi a New York a fine aprile. Il tutto a pochi giorni dalla grande manifestazione organizzata dalla Campagna Stop TTIP Italia per il prossimo 7 maggio a Roma, e a poche settimane dal prossimo Consiglio Europeo del 13 maggio che tratterà del TTIP e anche del CETA, l’accordo di liberalizzazione con il Canada in via di ratifica al Parlamento europeo. «L’Unione Europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana» dichiara Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, «come l’agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti,

lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell’Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo». Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c’è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l’Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare. «Nella Cooperazione regolatoria» dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia «emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative vanga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A

dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione». «La documentazione resa pubblica oggi» sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, «dimostra quello che da tempo la campagna Stop TTIP denuncia: il TTIP è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il TTIP sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio». Per questo, per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico la campagna Stop TTIP Italia invita tutti a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma.

https://stop-TTIP-italia.net/7maggio/

Il 7 maggio in piazza a Roma per fermare il TTIP di Alberto Zoratti campagna Stop TTIP Italia

La manifestazione Stop TTIP del 7 maggio è una grande occasione per dimostrare quanto le organizzazioni sociali e i semplici cittadini, siano in grado di influenzare l’agenda politica del nostro Paese e l’agenda dei media sul tema più controverso e meno comunicato degli ultimi anni. Il trattato transatlantico di liberalizzazione dei commerci e degli investimenti, il famigerato TTIP, continua nel suo percorso negoziale con i riflettori sempre più puntati sui negoziatori europei e statunitensi. Il tentativo di mantenere tutto sotto traccia è clamorosamente fallito, grazie all’azione delle campagne Stop TTIP di qua e di là dell’atlantico che hanno disvelato documenti, obiettivi e direttive costruite sempre più a vantaggio delle grandi imprese e del privato. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al lavoro di alcuni media mainstream come The Guardian, che hanno usato tutte le competenze per informare correttamente. Le mobilitazioni della società civile ha indotto i Governi e la Commissione Europea a fare passi avanti sulla trasparenza, anche se non siamo ancora a un livello

accettabile, come dimostrano i documenti fatti circolare da Greenpeace. Ma le pressioni crescono. In questa direzione va la richiesta della Presidente della Camera che, dopo un incontro con la campagna, ha chiesto l’apertura di una stanza di lettura dove i parlamentari possano consultare i documenti negoziali sul TTIP. Il tutto mentre i negoziati continuano: il XIII Round negoziale di Bruxelles ha portato a una chiusura sostanziale sulle tariffe (97% delle categorie merceologiche a dazio zero), ma ancora una fase di stallo su appalti pubblici, sulle nostre tipicità DOP e IGP, sugli investimenti, considerato che è ancora in piedi l’ipotesi di un ISDS, cioè di un arbitrato di risoluzione delle controversie dove le aziende potrebbero portare in causa gli Stati in caso di politiche contrarie alle loro aspettative di profitto. Grande tema aperto, poi, l’agricoltura. Analizzata dal nuovo rapporto Contadini europei in svendita - I rischi del TTIP per l’agricoltura europea,che analizza tutti gli studi più recenti di impatto economico del trattato sul settore

agroalimentare europeo, e rivela come possa rappresentare per esso una vera e propria minaccia. Il TTIP aumenterà le importazioni dagli Usa, con un vantaggio per le grandi imprese fino a 4 miliardi di euro, mentre avrà pochi benefici e per pochissimi grandi produttori europei, la maggior parte del settore industriale. Lo studio mostra come mentre il contributo dell’agricoltura al Pil europeo potrebbe diminuire dello 0,8%, con conseguente perdita di posti di lavoro, quello statunitense aumenterebbe dell’1,9%. Una vera e propria ristrutturazione del mercato che avrebbe effetti anche sulla gestione del territorio e sulle caratteristiche del tessuto produttivo agricolo europeo e italiano. I capitoli aperti del TTIP sono ancora molti e, nonostante lo sforzo di chiudere tutto entro il 2016, si stanno aprendo crepe sulle quali si potrebbe fare leva per far saltare il banco. Il 7 maggio è un momento importante per esserci: ore 14, piazza della Repubblica, Roma. Per mostrare che, nonostante il silenzio imposto, c’è una società civile che non si arrende.


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bancaetica

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Verso l’assemblea di Banca Etica Banca popolare Etica è la prima e tutt’ora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica. Nata nel 1999 grazie all’impegno di migliaia di persone e delle principali reti della società civile italiana, tra cui l’ Arci, oggi Banca Etica è una realtà consolidata nel panorama del credito italiano e continua a crescere: 17 filiali in Italia e una in Spagna, una trentina di banchieri ambulanti e servizi online e da mobile sempre più evoluti stanno rendendo la finanza etica accessibile a tutti i cittadini e le organizzazioni che vogliono scegliere un uso responsabile del denaro. Oggi Banca Etica ha una raccolta di risparmio che supera il miliardo di euro e finanzia oltre 8mila tra imprese sociali, cooperative e organizzazioni senza scopo di lucro che lavorano per il bene comune. Banca Etica è una banca popolare e cooperativa: la sua forza si basa sulla partecipazione attiva di moltissimi soci e socie. Il prossimo 21 maggio i soci e le socie di Banca Etica sono chiamati a eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione che guiderà la banca per i prossimi 3 anni, votando una delle due liste che si sono proposte e uno dei candidati consiglieri tra gli otto candidati individuali. Di seguito l’intervista a Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica dal 2010 e candidato a un nuovo mandato. Quali sono le sfide su cui Banca Etica si dovrà concentrare nei prossimi anni? Banca Etica ha dimostrato che è possibile essere una banca solida facendo finanza etica in un momento in cui fare banca è difficile. Il futuro si presenta con alcune sfide importanti per tutto il settore: la disintermediazione che arriva nel settore bancario con conseguente rivoluzione del modo di essere sul mercato (più web e meno uffici); il perdurare di tassi bassi che diminuiscono i ricavi per il settore. Banca Etica è ben posizionata per affrontare entrambe le sfide proseguendo nei percorsi in corso e grazie alla sua ottima reputazione e sul modello di business basato sulla partecipazione attiva di soci e clienti. Oltre a ciò la sfida fondamentale che è propria di Banca Etica è quella di riuscire ad aumentare l’operatività e le idee connesse alla finanza etica: non solo più Banca Etica e Etica Sgr, ma anche più azioni culturali e politiche per cambiare la finanza e ridare valore alle scelte sociali ed ambientali dei cittadini in campo finanziario. In che modo le sinergie tra finanza etica e società civile potrebbero aiutare l’Italia a uscire dalla attuale crisi economica e di valori?

I nostri risparmi e investimenti, pur rimanendo ‘nostri’, attraverso qualunque istituzione finanziaria vengono usati potenzialmente da tutti: possono svolgere un ruolo fondamentale per i beni comuni e le comunità oppure possono distruggere valore. Dare valore mutualistico e politico ai nostri soldi è una nuova opportunità che come cittadini e società civile possiamo e dobbiamo usare. Andare a fondo con coerenza su questa idea e chiedere che le norme incentivino gli investimenti ad impatto sociale sicuramente può aiutare ad uscire dalla situazione di crisi in cui ci troviamo.

Cosa chiede il movimento della finanza etica alla politica e alle istituzioni? Scelte globali come la tassa sulle transazioni finanziarie, la lotta ai paradisi fiscali, regole che rallentino la finanza speculativa…E scelte di economia civile, ossia di rafforzamento dei meccanismi di solidarietà e mutualità dei cittadini: nella promozione sociale, nelle imprese sociali, nella finanza etica e cooperativa. Dobbiamo fare in modo che a livello locale, dei cittadini, gli investimenti dei propri soldi in imprese di carattere mutualistico e solidale siano avvantaggiate e non ostacolate.

La dichiarazione del Coordinamento dei Soci di riferimento Il Coordinamento dei Soci di Riferimento, di cui Arci fa parte, sostiene la Lista partecipata denominata ‘Per Banca Etica’, alla cui testa si pone l’attuale Presidente di Banca Popolare Etica, Ugo Biggeri. «In questi mesi abbiamo partecipato portando contenuti derivanti dalle specificità delle nostre organizzazioni e rete, esprimendo 3 componenti della Lista partecipata (Di Francesco, Palladino, Sasia) e contribuendo ad elaborare il nuovo regolamento elettorale che rappresenta una svolta nelle forme partecipative dei soci nella definizione della governance.

Il nostro contributo di pensiero muove dal riconoscimento che Banca Popolare Etica è la propria banca di riferimento, che con autenticità continua a portare avanti la mission profeticamente disegnata negli anni ’90 mantenendo la coerenza dei propri investimenti e delle proprie politiche. Il coordinamento sollecita fin da ora il nuovo Consiglio di Amministrazione a guardare con attenzione nella definizione delle nuove linee strategiche (e quindi anche dei prodotti) alle reti sociali e all’economia civile».

Cos’è il Coordinamento dei Soci di Riferimento? Il Coordinamento dei soci di riferimento nasce per rilanciare la partecipazione tra le organizzazioni fondatrici di Banca Etica e riannodare il patto tra loro e la Banca. È attualmente composto dalle seguenti organizzazioni di dimensione nazionale e pluriregionale: Arci, Acli, Agesci, Associazione Botteghe del Mondo, Aiab, Cgm, Coop. Oltremare, Ctm

- Altromercato, Etimos, Emmaus Italia, First Cisl Brianza, Gruppo Abele, Libera, Legambiente, Mag2 Finance, Mag Venezia, Mani Tese, Overseas, Uisp, Ust Cisl Brianza e Fondazione Fiare (per l’area spagnola). Il funzionamento del Coordinamento è disciplinato da un apposito regolamento che verrà deliberato dall’Assemblea del 21 maggio.

Le nuove modalità di voto per l’Assemblea del 21 maggio 2016 Il nuovo regolamento elettorale permette per la prima volta la possibilità di votare a distanza, già a partire dai giorni precedenti all’assemblea che è prevista in contemporanea a Padova e a Madrid. Per coloro che vogliono esercitare il proprio voto a distanza la preregistrazione è obbligatoria e deve essere fatta entro il 16 maggio. La registrazione è facoltativa (ma preferibile) per coloro che saranno presenti fisicamente in una delle due sedi. Il voto on line sarà

aperto sulla piattaforma preposta a partire dalle ore 8 del giovedì 19 maggio e proseguirà finché saranno aperte le votazioni in assemblea il 21 maggio. È possibile altresì delegare un altro socio della Banca a rappresentare il proprio voto in Assemblea, ma non è possibile delegarlo a rappresentare il proprio voto a distanza. Tutte le istruzioni e i materiali utili alla votazione sono già on line all’indirizzo http://partecipazione.bancaetica.it/


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Quando il cinema diventa anche occasione di socializzazione di Maria Chiara Panesi coordinatrice nazionale Arci Laicità e Diritti civili

Quante volte a noi cinefili sarà capitato di girare nervosamente la testa al trillo di un cellulare durante una proiezione, o di tacitare con uno «sccccc» bisbigli e chiacchiericci nelle file retrostanti? E, in tutta onestà, quante volte ci sarà capitato di vivere colpevolmente un moto di stizza per il pianto di un bambino? Bene, con Cinemamme abbiamo voluto immedesimarci nei papà, nelle mamme, nei nonni o tate di quei bambini che spudoratamente osano emettere vagiti o strilletti nel bel mezzo di un film e che costringono i malcapitati a fughe rocambolesche verso i foyer per non arrecare disturbo agli altri, dispensando imbarazzate parole di scuse a profusione. Ebbene quei bambini non sono un cellulare da spengere o tacitare per rispetto alla comunità, quanto piuttosto il segnale evidente di un gap culturale, di un divario ancora oggi esistente tra maternità e società, una società che allontana il pianto di un bambino da una funzione pubblica così come ancora non

scopo di garantire l’accesso alla cultura in un delicato momento della vita, i primi mesi di maternità, in cui spesso le donne si trovano sole ad affrontare una fase di grande cambiamento ed hanno difficoltà a conciliare i nuovi ritmi con quelli della società che le circonda. I dati ci dicono che l’accesso alla cultura nei primi mesi di maternità crolla drasticamente, per la mancanza di luoghi adatti nei tempi e nei modi e per la carenza di

tollera che una donna allatti al seno in spazi pubblici. Crediamo invece che pensare ad una città che preveda luoghi baby friendly sia l’indicatore del progresso di una comunità. Perché avere figli non può diventare un limite ed inficiare la qualità della vita delle persone, ma la mancanza di servizi rischia di trasformarsi in un disincentivo. E perché le città sono di tutti. Abbiamo dato vita a questo progetto a partire da due idee di fondo: la prima se vogliamo è stata la più naturale perché per Arci il tema dell’accesso alla cultura è identitario e Cinemamme nasce con lo

opportunità dedicate, chi l’ha vissuto per esperienza diretta invece immagino non avrà bisogno di complicati dati di riferimento, saprà benissimo di che cosa sto parlando. Cinemamme interpreta dunque il cinema non solo come spazio di arte e cultura, ma anche come luogo di socializzazione, d’incontro, di relazioni, a partire dall’intuizione potente per cui l’accesso alla cultura è elemento di benessere nella vita delle persone, è uno dei fattori che concorrono a migliorare la qualità della vita. La seconda idea alla base del progetto è la nostra idea di città, costruita su un

modello includente ed accogliente, in cui i luoghi si ripensano e si ridisegnano nella consapevolezza che dietro ad un luogo attrezzato vi è un messaggio preciso, non verbale ma altrettanto potente, e dietro alla semplicità di un angolo giochi con un tappeto ed un tavolino vi è ben altro significato. Un’idea di città in cui collettivamente sappiamo prenderci cura di tutti. Il Circolo Cinematografico Agorà a Pontedera ha scelto di diventare baby friendly, intraprendendo un percorso graduale in cui il primo step è stato immaginare uno spazio attrezzato per accogliere famiglie con bambini piccoli, un luogo in cui le famiglie sappiano di poter trovare un bagno con fasciatoio ed uno spazio allestito con tutti gli oggetti utili, dal cambio del pannolino all’allattamento e un angolo giochi per i più piccini. Cinemamme prova inoltre a costruire una proposta concreta offrendo l’opportunità alle neo mamme di recarsi al cinema con i loro bambini dagli 0 ai 18 mesi e assistere alle proiezioni in piena tranquillità, senza interferire con la routine del lattante, con le sue esigenze e con i suoi orari, ma anzi creando all’interno del cinema uno spazio attrezzato con tutti i confort necessari e quanto più possibile accogliente e confortevole. Uno spazio in cui le mamme saranno libere di portare i loro piccoli senza temere di recare disturbo ad altri spettatori in una proiezione a misura di neonati, con luci soffuse, audio contenuto e servizi dedicati, senza che si profili all’orizzonte il temibilissimo ‘panico da vagito’. Ogni martedì mattina alle ore 10 sarà programmata una nuova proiezione esclusivamente dedicata, in orario idoneo alla vita delle neo mamme. Per agevolare la visione del film, passeggini e carrozzine potranno entrare direttamente nella sala della proiezione. Per non disturbare i bambini la proiezione dei film avverrà a volume ridotto, e l’uso di luci soffuse permetterà di prendersene cura.Tutto questo avviene con un ringraziamento speciale a Città delle Donne, l’associazione che da lungo tempo si occupa di empowerment, protagonismo e autodeterminazione e che ha ideato Cinemamme costruendo intorno ad esso una licenza creative commons. E questa è l’idea di cultura che piace a noi, che parte dalla condivisione di saperi e progetti, mettendo in circolo idee e soluzioni.


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Social Factory: spazio alle in più arti e alle culture Nell’ex residence Galaxy nasce un luogo multiculturale e multidisciplinare promosso da Quartiere Navile, ASP Città di Bologna, Arci Bologna e Leggere Strutture Art Factory Arte, cultura e socialità per sperimentare un nuovo modo di abitare e condividere gli spazi: nasce così la Social Factory, spazio polifunzionale situato nel cuore del quartiere Navile, all’interno dell’ex residence Galaxy (in via Mario Fantin 15), struttura gestita dall’ASP Città di Bologna in collaborazione con l’Associazione Piazza Grande per l’accoglienza di persone e famiglie in emergenza abitativa. Il progetto è frutto di un protocollo d’intesa siglato a febbraio 2016 da ASP, Quartiere Navile, Arci Bologna e il Centro di produzione artistica e creativa Leggere Strutture Art Factory, con l’intento di favorire percorsi di integrazione e inclusione sociale sul territorio attraverso l’arte e la cultura. La Social Factory è un laboratorio permanente multiculturale e multidisciplinare, che sarà gestito dall’associazione Arci Leggere Strutture, animato da professionisti e giovani artisti emergenti, associazioni e organizzazioni di volontariato, che aspira a diventare un punto di riferimento per il quartiere e per l’intera città. Per tutto l’anno, infatti, cittadini, abi-

tanti del quartiere e dell’ex Galaxy potranno partecipare a corsi e laboratori (dalla danza al teatro, dallo yoga allo scherma) nella palestra della struttura, ma soprattutto potranno incontrarsi, conoscersi e confrontarsi in uno spazio che lascerà sempre le porte aperte a nuovi saperi e culture, a forme inedite di partecipazione e collaborazione. Un cantiere di progettualità e attività che aspira a coinvolgere tutta la comunità: chi ha idee e proposte, voglia di dialogare, di giocare, di creare e condividere competenze e buone pratiche; chi desidera sperimentare nuove dinamiche dell’abitare insieme, in un luogo vissuto da tante comunità e culture, in uno spazio ‘senza confini’. La partecipazione ai corsi è riservata ai soci Arci; i residenti della struttura potranno usufruire di agevolazioni e di alcune quote gratuite. Info su corsi e attività: www.leggerestrutture.it/socialfactory segreteria@leggerestrutture.it FB – Leggere Strutture Social Factory

Stage di organetto diatonico A pochi mesi dal suo primo stage palermitano, Filippo Gambetta torna il 7 e l’8 maggio al Circolo Arci Tavola Tonda di Palermo per condurre un nuovo stage di organetto diatonico. Nello stage si proseguirà il lavoro iniziato a gennaio, incentrato su tecnica, repertorio ed accompagnamento con l’organetto. Il repertorio proposto sarà tratto dal recente lavoro pubblicato dal musicista genovese, Otto Baffi, interamente dedicato all’organetto a due file e otto bassi e costituito da melodie danzabili come scot-

tish, gighe, valzer, mazurke. Concetti come le triadi, le estensioni, i voicing, troveranno spazio in questo secondo incontro attraverso la loro applicazione nell’accompagnamento dei temi proposti. Parte del lavoro, quindi, verrà condotto a sezioni. Il materiale proposto verrà fornito con un mese di anticipo a coloro che daranno la propria conferma di partecipazione. Il costo dello stage è di 50 euro per 10 ore di corso, suddivise tra sabato 7 e domenica 8 maggio. Marcello Alajmo - 3881606494

È ancora tempo di pace! Firenze - Domenica 8 maggio, il

circolo Arci Isolotto organizza È ancora tempo di pace! in ricordo di Tom Benetollo e Piero Nesi, ‘operatori di pace’. Si comincia alle 17 con la proiezione di un filmato sul percorso di pace di Benetollo, con interviste a Piero Nesi e intervento in skype video di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci. Intervengono la senatrice Alessia Petraglia, l’onorevole Paolo Beni, il presidente di Arci Firenze Jacopo Forconi, coordinati da Moreno Biagioni. Alle 19 ci sarà l’esibizione del Coro Novecento di Fiesole nel concerto-spettacolo Come agnelli mandati al macello. Lo spettacolo proporrà brani e letture significative del periodo compreso fra le due Guerre mondiali, canti della lotta antifascista delle Brigate internazionali della Guerra civile spagnola (1936-1939), canzoni partigiane della Resistenza. Seguirà un’apericena e il concerto del gruppo jazz Big Band ‘50zero 28’ , a offerta libera, per raccogliere fondi a favore del ‘Fondo Essere’ impegnato dal 2002 contro la povertà attraverso interventi economici senza interessi a singoli o famiglie bisognose.

Se son libri fioriranno Teramo - Quattro appuntamenti

per promuovere la cultura della lettura con l’obiettivo di sottolinearne il valore sociale nella crescita personale, culturale e civile. L’Arci di Teramo, aderendo all’iniziativa ‘Mese dei libri’organizza quattro presentazioni di libri al Circolo Officine Indipendenti, alternando case editrici nazionali ed emergenti e avvalendosi della collaborazione di diverse associazioni locali. Il primo appuntamento è per il 6 maggio con la presentazione, grazie alla collaborazione con gli artisti del ‘Deposito dei Segni Onlus’, del libro Gaza e l’industria israeliana della violenza, edito da Derive e Approdi, alla presenza dell’autore Enrico Bartolomei. Il 12 maggio sarà la volta di Colpi di coda, edito Evoè Edizioni, con la presenza dell’autore Salvatore D’Ascenzo. Il 18 maggio sarà presentato Chi ha paura del Gender con la presenza dell’autrice Paola Petrucci e della presidente provinciale di Arcigay Caterina Diani. La manifestazione si concluderà il 26 maggio con la presentazione di Manifesto per la sinistra e l’umanesimo sociale, edito da Mimesis Edizioni, alla presenza dell’autore Simone Oggionni.


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società

Le iniziative Arci per la promozione della lettura In occasione della manifestazione No Rogo promossa dall’Arci, si terranno iniziative dedicate alla lettura in molte città. A Roma, un delegazione dell’Arci si recherà davanti al Parlamento, per leggere una lettera inviata sull’argomento al ministro Franceschini. Di seguito un primo elenco delle iniziative organizzate. Torino: prima ‘liberazione’ di libri nella notte tra il 9 e il 10 maggio al Valentino. San Polo d’Enza (RE): La Rossa Primavera - Circolo Arci Pontenovo, il 5 maggio alle 21, presentazione del libro Fenomenologia di un martilogio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi, con l’autore Federico Tenca Montini. Teramo: il 12 maggio presentazione del libro Colpi di coda, con la presenza dell’autore. Perugia: Festival Encuentro, con la partecipazione di artisti provenienti da Spagna, Argentina, Bolivia, Messico, Cuba, Cile e Italia. Siena: il 12 maggio Loriano Macchiavelli e il suo ultimo romanzo, La strage di Portella della Ginestra, un giallo che ha segnato la nostra storia.

Baiso (RE): il 14 maggio, a Casa Toschi, presentazione del libro Delinger una scelta per la libertà, di Livio Piccinini. Boretto (RE) il 10 maggio, alla Biblioteca Comunale, Pianeti Impossibili di Riccardo Dal Ferro, un viaggio dell’immaginazione che fa incontrare la psicologia di Calvino, la fantascienza di Lem e i labirinti di Borges. Guastalla (RE): il 7 maggio, alla Sala dell’antico Portico, reading - Antologia di Spoon River. Non al denaro, non all’amore né al cielo. Voci recitanti Lara Denevi, Luca Menozzi, Alan Beccari. Como: il 10 maggio, i circoli Arci Xanadù ed Ecoinformazioni organizzano in Largo Miglio una lettura collettiva. Tutti invitati a partecipare portando due libri, uno da leggere ed un altro da scambiare o regalare. Lecco: il 10 maggio Arci Book Lombardia e @ Arci Lombardia, con Blind Date With a Book, trasformano il Bookcrossing, incartando i libri e valorizzandone il contenuto. Prato: dal 25 aprile al circolo Arci ‘La libertà del 1945’ è in funzione la biblioteca, prima tappa del progetto di Arci Prato

il libro

Dio odia le donne di Giuliana Sgrena il Saggiatore Edizioni

Non è il primo libro sul difficile rapporto tra la religione e il mondo femminile. Tuttavia, Dio odia le donne si staglia nettamente sopra gli altri sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, è un compendio snello ed essenziale, ma non per questo superficiale, che riesce ad avere una scorrevolezza delicata anche nell’affrontare pratiche e precetti che di delicato hanno poco. Ha inoltre il pregio di poter rintracciare e confrontare i testi sacri («gli strumenti di questa aggressione») dai quali viene fatta derivare una generale sottomissione femminile. Soprattutto, apre senza imbarazzo la riflessione su temi di assoluta attualità, dall’infibulazione all’obbligo del velo, dalla contaminazione mestruale alla gestazione per altri. La riflessione è condotta anche attraverso le coinvolgenti esperienze personali dall’autrice, che non si sottrae alla partigiana onestà intellettuale di dichiararsi donna atea. Le donne, proprio perché colpite e oppresse in misura esponenziale dall’integralismo dei tre monoteismi, si ritrovano a essere anche le più religiose e praticanti, le ‘naturali’ prosecutrici di quelle tradizioni che dalla loro devozione traggono la forza per limitare (e talvolta cancellare) i loro diritti. Proprio per questo maggior valore assumono le tante testimonianze che l’autrice riporta dell’impegno delle organizzazioni e delle singole persone, spesso donne a loro volta, che andando controcorrente si sono battute e si battono tuttora ogni giorno per porre fine all’oppressione di genere. Dio odia le donne rafforza una certezza: quanto sia umano, e solo umano, questo odio.

‘Una biblioteca in ogni circolo’. Firenze: il 12 maggio presentazione del libro: Uguali diversi normali - Stereotipi, rappresentazioni e contro narrative del mondo rom in Italia, Spagna e Romania dell’antropologa Martina Giuffré. Dal 10 maggio, per 7 giorni, su Novaradio studenti e soci Arci leggeranno brani e racconti tratti da libri che raccontano di pace, integrazione e rispetto delle diversità. Castelnovo ne’ Monti (RE): il Centro Polivalente Castelnovo Monti dal 4 maggio inaugura Il mestiere di vivere e scrivere - incontri con l’autore. Il 10 maggio conversazione con lo scrittore Maurizio Maggiani. Milano: il 6 maggio presentazione del libro di Luciana Castellina Manuale Antiretorico dell’Unione Europea. Da dove viene (e dove va) questa Europa. Conversazione con l’autrice, Stefano Boeri, Sergio Cofferati. Lecce: inizia il Maggio dei Libri anche a Masseria Arci Milele che organizza una serie di incontri con autori, editori e lettori. Si comincia con un appuntamento di Book Crossing e l’incontro con Erika Scarano e La fata perduta.

arcireport n. 16 | 5 maggio 2016 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 19 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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