Arcireport n 19 2016

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settimanale a cura dell’Arci | anno XIV | n. 19 | 1 giugno 2016 | www.arci.it | report@arci.it

Per fermare le stragi aprire subito canali di ingresso umanitari di Filippo Miraglia Vicepresidente nazionale Arci

L’immagine delle madri che tengono in alto i figli per non farli affogare nella stiva di una nave che sta imbarcando acqua, raccontata da uno dei pochi superstiti dell’ultimo dei naufragi di questi giorni, al largo delle coste libiche, bisognerebbe trasmetterla nelle aule dei parlamenti e nelle stanze dove si riuniscono i governi dell’UE. Come bisognerebbe far sentire a tutti la testimonianza del padre del piccolo Alan, il cui corpo fu rinvenuto sulla spiaggia di Bodrum, morto insieme al fratellino e alla mamma. Questo padre lancia un’accusa che non ammette repliche: avete promesso che avreste fatto qualcosa per impedire la morte di altri bambini. La guerra in Siria continua e voi alzate muri e impedite di mettersi in salvo. Tanti bambini sono morti e continueranno a morire. E infatti nemmeno i quasi mille morti degli ultimi giorni, compresi decine di bambini e neonati, hanno fatto cambiare idea ai governi dell’UE. L’obiettivo è sempre lo stesso: impedire alle persone di partire, di mettersi in salvo. Per questa ragione l’UE e l’Italia puntano a replicare, attraverso il Migration Compact, il vergognoso ac-

cordo che condanna i siriani, gli afgani e gli iracheni (perché soprattutto di loro si tratta) a rimanere prigionieri nei campi profughi (o nelle carceri) della Turchia, senza alcuna speranza né di tornare indietro né di andare avanti. Si tratta ormai di un’emergenza planetaria, ne hanno parlato anche al G7 e sono coinvolte le opinioni pubbliche di tutto il mondo. Si tratta della più grave crisi umanitaria dal dopo guerra. Bisognerebbe prenderne atto e attivare la Direttiva 55/2001 che prevede strumenti adeguati e la condivisione degli oneri derivanti dai flussi straordinari prodotti dalla crisi. Ma i governi dell’UE continuano invece a cercare soluzioni che scaricano su altri la responsabilità, per allontanare dall’UE i profughi con le loro tragedie: esternalizzare le frontiere, sottoscrivere accordi con i governi dei paesi di partenza e di transito perché fermino le persone in fuga, rimandare indietro i superstiti. Un approccio che è oramai il principale responsabile, con i governi che se ne fanno promotori, di questa strage. E che, oltre ad alimentare il numero di vittime, continua a produrre consenso sulle politiche di

chiusura e di respingimento. A produrre cioè cinismo, razzismo e intolleranza. Se si vuole realmente dare una risposta efficace bisogna affrettarsi ad aprire canali umanitari dal nord africa, dal corno d’africa e dal medio oriente. Almeno un milione di persone da distribuire secondo criteri di ragionevolezza, che tengano conto della dimensione e delle capacità di ogni Paese. La Direttiva 55/2001 consente di fare questo e altro (permesso di soggiorno temporaneo europeo, lasciapassare europei per imbarcarsi su voli e navi di linea, piano europeo per l’accoglienza, risorse aggiuntive . . .), va promossa dai governi e attivata dalla Commissione Europea. E invece nessuno, neanche il nostro governo, sta chiedendo l’applicazione di questa Direttiva. E finché sarà così, con l’estate alle porte, il numero dei morti continuerà a crescere. Per questo è importante che il prossimo 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato, in tutte le piazze italiane e alle tante frontiere europee ci siano migliaia di persone in marcia contro i muri, per l’accoglienza e il diritto alla protezione.


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tesseramento

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Una nuova tessera per una nuova Arci di Gabriele Moroni responsabile nazionale Arci Sviluppo associativo

Potremmo intitolare la campagna ‘Scusate l’anticipo’: il primo ottobre partirà il Tesseramento Arci 2016-2017. La campagna di adesione e tesseramento è un aspetto fondamentale della vita della nostra Associazione, perché in primis siamo questo: una collettività che si aggrega intorno a dei valori fondativi, a un progetto di società, a degli spazi che sono baluardo della cultura diffusa, del fare comunità, promuovere socialità, diritti e mutualismo. E questo nuovo anno di attività 2016-2017 è il punto di partenza di una nuova stagione di rilancio dell’iniziativa politica dell’Associazione, ‘una nuova tessera per una nuova Arci’! Con il nuovo tesseramento partirà anche l’operatività del nuovo software Arci 2.0. Non si tratterà più di uno strumento di archiviazione di tessere e adesioni, ma sarà uno strumento con molteplici funzionalità che mette al centro soci, circoli e comitati, nel quale in prospettiva siano i soci stessi, in modo crescente, a inserire (e aggiornare) i propri dati, i propri contatti, indicare i propri interessi, e nel quale possano trovare

informazioni interessanti per la propria partecipazione alla vita dell’Associazione e il proprio tempo libero. Sulla tessera e la sua stampabilità molto abbiamo discusso, e in questa fase abbiamo deciso di non modificarne l’aspetto e il supporto: è un oggetto che ha acquisito un forte valore identitario, la sua grafica - ogni anno nuova - suscita interesse e un vivace dibattito e la rende un bene da collezione. Abbiamo però deciso di lavorare sui materiali che accompagnano la tessera, con il superamento della velina in carta copiativa - che non essendo un modulo per raccogliere in modo corretto le domande di adesione era sostanzialmente inutile - e l’introduzione di un’etichetta da applicare sulla tessera, stampabile con una normale stampante laser. Questo renderà possibile stampare i dati del socio tramite il nuovo software del tesseramento, incentivando quindi il conferimento dei dati. Con Arci 2.0 i circoli potranno attivare la compilazione online delle domande di tesseramento, questo servirà sia a inserire direttamente nell’anagrafica del software i dati dell’aspirante socio,

sia ad avere uno strumento in più per raccogliere in modo corretto le domande di iscrizione ed evitare la contestazione del tesseramento senza formalità. Il 2016-2017 sarà anche la campagna Tesseramento dei 60 anni dell’Arci, un motivo in più per valorizzare al meglio la scelta di anticipare il tesseramento con un particolare sforzo comunicativo che veda coinvolti tutti i livelli dell’Associazione, non solo nella diffusione dei materiali della campagna, ma anche nella promozione di iniziative ad hoc diffuse su tutto il territorio nazionale: concerti, proiezioni, eventi, cene e feste di tesseramento per il lancio della nostra nuova tessera mettendo al centro cultura, diritti e partecipazione. Abbiamo di fronte un anno importante e di transizione: il primo anno in cui le tessere saranno valide già da ottobre, il primo anno del nuovo software di gestione del tesseramento, il primo anno in cui potremo stampare le etichette con i dati dei soci tramite il nuovo software. Ci vorrà una buona organizzazione, un po’ di pazienza di fronte agli inevitabili intoppi e una giusta dose di entusiasmo!

Approvato il nuovo Regolamento del tesseramento Il Consiglio Nazionale del 28 maggio ha approvato il nuovo Regolamento del tesseramento Arci 2016-2017. Già in sede di approvazione del Regolamento 2016 la scelta fu quella di ragionare non sul singolo anno, ma con una prospettiva più ampia: ci eravamo dati come obiettivo che il 2016 fosse l’ultimo anno in cui la validità della tessera fosse dal 1 gennaio al 31 dicembre, immaginando per l’anno di attività successivo una periodicità dal 1 ottobre 2016 al 30 settembre 2017. Convinti dell’opportunità di legare la validità di tessere e adesioni non all’inizio dell’anno solare, ma a quello della ripresa delle attività e della programmazione culturale dei circoli, che coincide di solito con l’autunno. Passando attraverso un lavoro di confronto che ha coinvolto gli organismi dirigenti, l’Assemblea dei Presidenti territoriali, i responsabili tesseramento regionali, gruppi di lavoro, l’Osservatorio legislativo ed i nostri consulenti esterni, l’Esecutivo nazionale ed i partner con cui gestiamo

le politiche di tesseramento (UnipolSai, Banca Popolare Etica), siamo arrivati ad approvare il nuovo Regolamento che prevede la modifica del periodo di validità della tessera e del certificato di adesione Arci con validità dal 1 ottobre. Si tratta senz’altro del Regolamento della nostra Associazione che vanta più autrici ed autori in assoluto. È un lavoro collettivo iniziato a partire dall’integrazione al regolamento 2015: di volta in volta stiamo introducendo piccole e grandi innovazioni, con l’idea che il tesseramento sia una delle politiche fondamentali per la nostra Associazione, quella che definisce come si entra a far parte della nostra rete associativa, e come tale va agita, anche attraverso una progressiva evoluzione dei nostri regolamenti, delle nostre pratiche di tesseramento e dei servizi che leghiamo a tessere e adesioni. Con l’anticipo della validità della tessera vengono rivisti i tempi di avvio delle pratiche di tesseramento e di distribuzione dei materiali, distribuzione che avverrà

a partire da settembre, con una tempistica meno anticipata che in precedenza, anche per dissuadere ulteriori pratiche di anticipo della validità dei materiali. Non c’è solo il ‘cambio di stagione’, ci siamo dati diversi obiettivi, alcuni esterni, come le agevolazioni che riguardano il nuovo associazionismo e la nuova modalità di domanda di iscrizione online; altri che riguardano più internamente la nostra filiera associativa: il consolidamento delle nuove modalità di prelievo, l’aggiornamento delle schede di adesione e tesseramento a seguito del Seminario di Milano del 26-27 gennaio, la progressiva informatizzazione con l’introduzione del nuovo software gestionale del tesseramento Arci 2.0, e la raccolta dei rendiconti dei comitati. Da quest’anno è richiesta la riclassificazione dei rendiconti sulla base della griglia presentata durante il Seminario di Roma del 7 aprile scorso, si tratta di un primo passo verso la costruzione di uno schema comune di rendiconto.


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immigrazione&razzismo

Immigrati, stop alla tassa di soggiorno Il balzello sugli immigrati resterà solo un brutto ricordo. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del settembre scorso, è finalmente arrivata quella del Tar del Lazio. I giudici amministrativi hanno stabilito che è illegittima la legge che impone di pagare una tassa ulteriore fra gli 80 e i 200 euro ai cittadini extracomunitari che chiedono il rilascio, o il rinnovo, di un permesso di soggiorno. Ad essere bocciato dal Tribunale amministrativo è stato il decreto del governo Monti, mai messo in discussione dai governi Letta e Renzi. L’idea originaria di tassare ulteriormente gli immigrati era invece dell’ultimo governo Berlusconi: il decreto firmato dai ministri Tremonti e Maroni stabiliva un balzello aggiuntivo da 80 a 200 euro al costo base, a

seconda della lunghezza del permesso di soggiorno. In pratica 80 euro di tassa per i permessi fino a 12 mesi, 100 euro per una durata fino a 24 mesi, 200 euro per il lungo periodo. La tassa si sommava alle altre spese che i cittadini extracomunitari devono sostenere per ottenere il documento. Il contribuito si aggiungeva infatti agli oneri del costo del permesso, alla marca da bollo, alle spese postali. In totale quasi 80 euro, che continueranno ad essere pagati dagli immigrati. Senza però ulteriori sovrapprezzi. Appena una settimana fa, Cgil e Inca avevano denunciato l’inerzia del governo Renzi sull’argomento. Nell’occasione avevano dato conto delle azioni legali già intraprese per chiedere il rimborso di quanto versato dal 2012 ad oggi. Ora

l’Inca stima che circa un milione di immigrati possa chiedere il rimborso. Sul piano giuridico, Il Tar ha preso atto della pronuncia della Corte europea, procedendo «alla disapplicazione della normativa nazionale che impone ai cittadini di paesi terzi, che chiedono il rilascio o il rinnovo di un permesso di soggiorno, di pagare un contributo di importo variabile tra 80 e 200 euro, per contrasto con la normativa di fonte comunitaria». La Corte di Giustizia Europea all’epoca ricordava infatti che «l’obiettivo principale della direttiva Ue sullo status dei cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo è l’integrazione». E, sebbene gli Stati membri abbiano un margine discrezionale per fissare l’importo dei contributi, «tale potere discrezionale non è illimitato».

Europa, cresce l’islamofobia e torna l’antisemitismo. Rapporto sul razzismo Sono poche decine di pagine, ma la fotografia che ne esce non potrebbe essere più sinistra. Stretta tra i bisogni umanitari frutto dell’arrivo di profughi e migranti, la minaccia del terrorismo fondamentalista, immersa in un clima di insicurezza e sfiducia frutto delle rigide politiche di austerity, l’Europa vede letteralmente nero. Il rapporto annuale della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, Ecri, fotografa minuziosamente la situazione e restituisce un quadro che indica come nei paesi del Vecchio continente discriminazioni, atti di intimidazione o di violenza razziale siano diventati una costante. I dati raccolti nel corso del 2015, mostrano in particolare il diffondersi in tutta Europa di un «sentimento anti-immigrati sempre più forte» e «l’emergere dell’islamofobia» come caratteristica centrale del nuovo razzismo. A giudizio dei ricercatori indipendenti che hanno redatto il rapporto, il contesto nel quale ci si muove è quello dominato dalla crisi migratoria dell’ultimo anno e dalle stragi terroristiche compiute nella capitale francese nel 2015: i prin-

cipali fattori che hanno influenzato sia il dibattito tra i cittadini che le scelte assunte dalla politica nella maggior parte dei paesi. In questo senso, se in passato l’Ecri denunciava il pericolo di gruppi estremisti e xenofobi, ma minoritari, oggi sotto accusa sono sempre più di frequente «alcuni governi che hanno fatto ricorso a delle misure restrittive o hanno costruito barriere alle frontiere» e che hanno cercato di «dissuadere i migranti e i richiedenti asilo dal fermarsi sul territorio del loro paese», arrivando perfino a «trasformare in un reato l’assistenza ai migranti in situazione irregolare». Facile pensare al muro di filo spinato eretto lungo il confine sud-orientale dall’Ungheria di Orbán e diventato rapidamente una sorta di triste modello continentale. In alcuni contesti, e in questo caso la Germania è citata esplicitamente, al montare di una generica retorica populista contro la «cultura dell’accoglienza», si sono poi rapidamente affiancati «discorsi apertamente xenofobi e islamobobi, mentre hanno cominciato a moltiplicarsi gli attacchi contro i centri destinati ad accogliere

i profughi». L’ostilità nei confronti di chi arriva dalla sponda meridionale del Mediterraneo si è infatti sempre più spesso arricchita di toni anti-islamici, veicolati in particolare da movimenti populisti di destra, nel tentativo di presentare profughi e migranti come assimilabili al terrorismo fondamentalista se non come alleati naturali degli jihadisti. Il rapporto europeo non sottovaluta però come le emergenze che si sono registrate in particolare nella seconda metà del 2015 poggino in realtà su un clima sociale reso già molto difficile dalle «misure di austerity che hanno aggravato la situazione dei gruppi vulnerabili», colpendo da un lato proprio coloro che sono vittime di discriminazioni e xenofobia, le famiglie frutto dell’immigrazione, e favorendo dall’altro il crescere presso altri settori della popolazione di quel risentimento poi veicolato in senso xenofobo da movimenti e partiti di destra. In questo quadro, non stupisce che l’Ecri ribadisca come anche l’antisemitismo torni a crescere in alcuni paesi, fomentato dai gruppi neonazisti ma anche dai sostenitori del radicalismo islamico.


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5+2x1000

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Non possiamo stare fermi Cosa si fa nei circoli e nei comitati Arci: alcune esperienze raccontate per promuovere la campagna del 5xmille e 2xmille. Sul sito www.5x1000arci.it schede complete e testimonianze Arci Reggio Calabria: Ex bowling

Nel 2015, l’Aci di Reggio Calabria ha ricevuto in affidamento un immobile, un ex bowling, sala giochi e scommesse, gestito in passato da una famiglia della ‘ndrangheta e oggi passato sotto confisca definitiva. Il progetto prevede di trasformarlo in sede di un centro di aggregazione giovanile polivalente, in grado di ospitare attività di formazione permanente, una biblioteca-sala studio, un internet-point gratuito, un social bar, attività culturali, proiezioni, mostre, gruppi di coprogettazione e cantieri didattici.

edita dal Circolo Arci Punto Radio di Pisa; Radio Labò, radio promossa da Arci Siena; Radiobarrio, web-radio sostenuta da Arci Crotone.

Campi della legalità

L’idea di base è quella del valore educativo dell’arte. Il visitatore utente verrà guidato quindi attraverso una serie di percorsi che stimolino una riflessione su due temi cardine: l’antimafia sociale e il Mediterraneo. Ogni sala dell’immobile verrà dedicata a una vittima delle cosche reggine, spiegando la scelta con microinstallazioni evocative e pannelli esplicativi. Insieme, saranno inseriti oggetti, opere, segni che rimandino al lungo viaggio dei migranti per raggiungere le nostre frontiere. Verranno poi realizzate delle installazioni semipermanenti coinvolgendo il mondo artistico locale attraverso un concorso di idee. Il tutto ideato e gestito attraverso un percorso di progettazione partecipata con i giovani del campo della legalità e gli studenti dell’Istituto Industriale Panella-Vallauri di Reggio Calabria. www.arcireggiocalabria.it/bowling/

Arci Real Radio

Un progetto di condivisione di contenuti e di diffusione di radio e web-radio, realizzato grazie alla collaborazione di comitati e circoli che propongono con continuità serate di musica dal vivo, dal sud al nord dello stivale: Radio Gazzarra, web-radio di Arci Liguria; Novaradio Città Futura, radio comunitaria di Arci Firenze; Contatto Radio, emittente radiofonica comunitaria edita dal circolo culturale Arci RadioAttiva di Carrara; Radio Cage, web-radio comunitaria e testata giornalistica promossa da Arci Livorno; Punto Radio Cascina, emittente comunitaria

Un’esperienza fondamentale per dimostrare che, nei luoghi costantemente mortificati e umiliati dalla mafia, è possibile ricostruire una realtà sociale, economica e aggregativa fondata sulla legalità e sul rispetto della persona. Quest’anno i campi e i laboratori della legalità democratica, promossi da Arci, Cgil, Spi-Cgil, Flai-Cgil, Rete degli studenti medi e Unione degli universitari, giungono all’undicesima edizione. I trenta progetti di quest’anno sono organizzati in Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Marche, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia e si svolgeranno secondo una modalità di formazione sul campo già ben sperimentata: con attività pratiche di natura agricola e di stampo culturale, come la coltivazione dei terreni, la raccolta dei prodotti, la lavorazione della vigna, la creazione di murales o la realizzazione di prodotti con la tecnologia della stampa 3D; e attività di approfondimento teorico principalmente legate ai temi dell’antimafia. Queste ultime saranno svolte attraverso incontri con testimoni privilegiati e con esponenti di associazioni che operano da lungo tempo nel settore dell’antimafia sociale. Ci saranno anche momenti seminariali a cui daranno il proprio contributo alcuni protagonisti delle lotte antimafia che in questi anni hanno operato nell’associazionismo, nelle istituzioni, nei movimenti, nei sindacati. www.campidellalegalita.it


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legalitàdemocratica

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A Polistena la prima Marcia degli Amministratori sotto tiro a cura di Avviso Pubblico

È la notte tra il 29 e il 30 maggio quando la squadra dei Vigili del Fuoco di Siderno interviene a Gerace (RC) per un incendio appiccato a 10 macchine elettriche appena acquistate dal Comune. Erano per i turisti, per un turismo ecologico. Tutto normale, siamo nella Locride... Venti giorni prima, altri Vigili, questa volta di Licata e Agrigento vengono chiamati per un incendio divampato nella casa di campagna di un sindaco forse ‘troppo’ impegnato contro l’abusivismo. Niente di strano, siamo in Sicilia. É più strano invece scoprire, scorrendo i dati proposti dall’associazione Avviso Pubblico – Enti Locali per la formazione civile contro le mafie, che nel solo primo trimestre 2016 i casi di minacce, intimidazioni, aggressioni a danno di amministratori e dipendenti della Pubblica Amministrazione siano più di uno al giorno e attraversino tutto il paese. Da sud a nord, da Carovigno (BR) a Caivano (NA), da Reggio Emilia a Polverara (PD). In quest’ultimo paese in provincia di Padova accade che la giovane sindaca, ‘rea’ di essersi costituita parte civile nel processo nei confronti di due ex sindaci del suo Comune, trova un bigliettino

con scritto: «Stai molto attenta a quello che fai al processo, non si sa mai...». Per scoprire cosa accade nel nostro paese bisogna leggere questi dati, o spulciare le edizioni dei quotidiani locali, perché la maggior parte dei casi accade in comuni medio-piccoli, lontani dai riflettori dei grandi media, relegati alle cronache locali, al web, costruendo una narrazione frammentata, che mette in luce la dimensione famigliare e locale a scapito di una rappresentazione del fenomeno davvero nazionale. La dimensione privata riguarda il 6% dei casi ed è indubbiamente drammatica. Pino Tilocca, ex sindaco di Burgos, ha

L’adesione dell’Arci «Marceremo a fianco dei tanti sindaci e amministratori che quotidianamente si impegnano sui loro territori per contrastare la criminalità organizzata - ha dichiarato Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci sarà un modo per dimostrare in modo concreto la nostra vicinanza e solidarietà e per ribadire il nostro costante impegno contro tutte le mafie».

visto uccidere suo padre e così racconta «io...non mi aspettavo si potesse colpire mio padre…. Se l’avessi pensato mi sarei dimesso...». In questo «…mi sarei dimesso» si legge perfettamente come un dramma privato spaventoso si trasformi in questione pubblica, che riguarda la qualità della nostra democrazia e la possibilità, per chi ricopre incarichi istituzionali, di poterlo fare con libertà e sicurezza. Noi non conosciamo purtroppo quante siano le dimissioni ‘forzate’, nè quanti abbiano cambiato scelte o comportamenti, e possiamo solo immaginare la ‘solitudine’ vissuta da molti, nascosti alle cronache nazionali e talvolta osteggiati dalla propria stessa comunità. Per sollevare l’attenzione su queste ed altre storie, l’associazione Avviso Pubblico organizza la prima Marcia nazionale degli Amministratori sotto tiro, in Calabria, la regione più colpita in questo inizio 2016, a Polistena (RC), il prossimo 24 giugno alle 11.30. Sempre il 24 giugno, a Gioiosa Ionica (RC), alle 16.30 presenterà l’ultima edizione del Rapporto Amministratori Sotto Tiro. www.avvisopubblico.it   #nonlasciamolisoli

Acquisire saperi e costruire cittadinanza Continuiamo la pubblicazione delle schede descrittive dei campi della legalità. Per ulteriori informazioni: campidellalegalita@arci.it - 0641609274 Liberarci dalle spine

Il campo Liberarci dalle spine si tiene a Corleone (Palermo). I turni, iniziati il 2 maggio, proseguiranno fino a metà ottobre. È realizzato in collaborazione con la Cooperativa sociale lavoro e non solo, Arci, Cgil, Spi-Cgil, Flai-Cgil, Rete degli studenti medi, Associazione I girasoli, Unicoop tirreno, comune di Corleone, Consorzio sviluppo e legalità, Regione Toscana. Le attività del campo si svolgono su un vasto terreno agricolo che la cooperativa ha avuto in affidamento, insieme a due grandi edifici confiscati alla mafia. Consistono in lavori agricoli nei terreni confiscati, studio, conoscenza e formazione sull’impegno nell’antimafia sociale, animazione nelle comunità locali, pratiche di stili di vita sani. L’alloggio dei partecipanti è a ‘Casa Caponnetto’, un edificio confiscato al clan Grizzafi, sede della cooperativa e dell’ostello. L’altro edificio, confiscato al boss Provenzano e sede del Laboratorio della legalità, è intitolato al giudice Borsellino e agli agenti della scorta. All’interno sono esposti 50 quadri del maestro Gaetano Porcasi, ispirati ai crimini mafiosi e ai movimenti antimafia.

Terra di lavoro e dignità

Il campo Terra di lavoro e dignità si tiene a Caserta, da fine luglio a fine agosto. È realizzato in collaborazione con Spi, Nero e non solo onlus, Agrorinasce, Comune di Parete e Comune di Santa Maria La Fossa. Le attività si svolgono all’interno di un bene situato nel territorio del comune di Santa Maria La Fossa, confiscato ai boss camorristici ‘Sandokan’ e ‘Cicciotto e Mezzanotte’. Si tratta di un ampio terreno che si trova in pianura, vicino al fiume Volturno, al centro del quale sorgeva una piccola azienda bufalina anch’essa confiscata. L’obiettivo del progetto è quello di mettere insieme il recupero e riutilizzo di un bene sottratto alla camorra con l’impegno contro lo sfruttamento lavorativo degli immigrati in agricoltura. Le attività previste dal campo consistono in lavori agricoli, studio e formazione sull’impegno nell’antimafia sociale, animazione nelle comunità locali e pratiche di stili di vita sani. Quest’anno i volontari saranno impegnati anche nelle attività per realizzare un allevamento di lumache.


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ucca

Ddl sul cinema: quando la cultura diventa intrattenimento e mercato di Roberto Roversi presidente nazionale Ucca

Sono state spese parole forti, e spesso non proprio lusinghiere, per il travagliato approdo cui sta giungendo il disegno di legge sul cinema, soprattutto da personalità della cultura ideologicamente orientate. A me, che delle gabbie ideologiche, confessionali o secolari, ho sempre fatto volentieri a meno, la riforma lascia semplicemente perplesso. Perché se è vero che il cinema è sempre stata una forma di espressione di confine tra industria e arte, è altrettanto vero che la riforma Franceschini pende decisamente verso la prima e sembra confondere la cultura con l’intrattenimento e il mercato. Niente di nuovo, è la politica, bellezza! È più semplice twittare post orgogliosi e patriottici quando un regista italiano vince un premio ad un Festival internazionale che approfondire le tentacolari dinamiche del nostro comparto. Quindi fingiamo di esserci scordati la ‘tassa di scopo’ del modello francese, subito abbandonata a favore di un semplice prelievo sulla fiscalità generale: non saremo certo noi a dolercene, visto che da sempre consideriamo la cultura parte integrante del welfare, ma il sospetto (la certezza?) è che la giravolta sia dovuta alla suasion, ben poco moral, dei cosiddetti ‘over the top’ (Tim, Mediaset, Sky, Netflix eccetera). Fingiamo anche di non esserci accorti che una precedente redazione del decreto espungeva addirittura il concetto di ‘film d’essai’ (e i relativi contributi alle sale che fanno programmazione di qualità): i film hanno tutti lo stesso valore, si diceva, «uno vale uno», per usare una formuletta

pigra oggi in voga. Fortunatamente si è posto rimedio, l’essai è rientrato dalla finestra, gli ultimi, coraggiosi esercenti ‘arthouse’ possono tirare un sospiro di sollievo. Fingiamo anche di non conoscere nozioni elementari di diritto e, da buoni incassatori, soprassediamo sul fatto che una normativa vigente non sia stata applicata per mesi nonostante non fosse stata precedentemente abrogata (secondo il noto principio tempus regit actum). Ma veniamo al nostro ambito specifico, quello della regolamentazione delle associazioni nazionali di cultura cinematografica. Per qualche motivo nove associazioni, delle più varie ispirazioni culturali, che rappresentano oltre 800 cinecircoli, sono storicamente sottostimate e messe in condizioni di non potere sviluppare appieno le loro potenzialità. Il motivo? Possiamo solo immaginare che la Direzione nazionale Cinema senta odore di muffa e di stantio nel sentire parlare di ‘cineclub’ e sia irrimediabilmente legata ad un immaginario fantozziano fatto di proiezioni carbonare, sale fumose, sottotitoli in lingue criptiche e inevitabile dibattito finale. Forse è il caso di aggiornare quest’idea datata e vagamente offensiva: per quale motivo altrimenti tutti i registi italiani fanno la fila per presentare in anteprima i loro lavori al Kino, circolo Ucca, tecnologicamente all’avanguardia, brasserie al primo piano, laboratorio di formazione, 38 posti a sedere nel basement e, di fatto, luogo d’incontro privilegiato di tutto il

mondo del cinema della capitale? In realtà le AANNCC svolgono anche un ruolo di supplenza rispetto alla famigerata ‘censura di mercato’. Probabilmente ricorderete l’animata polemica innescata a fine novembre da Roberto Cicutto, Amministratore Delegato di Cinecittà Luce, quando Bella e perduta di Pietro Marcello, reduce da Locarno con ottime recensioni, è uscito in 12 copie in Italia e subito smontato. Citiamolo verbatim: «Istituto Luce - Cinecittà per atto di indirizzo del Ministro dei Beni e delle Attività culturali, distribuisce opere prime e seconde sostenute dal contributo statale e coprodotte da Rai Cinema, che però trovano spesso nell’esercizio cinematografico il più grande ostacolo alla propria circolazione». Provate a chiedervi chi si prenderà carico di far circuitare il film nel prossimo autunno, in profondità, vale a dire in aree non coperte dall’esercizio, di fronte al suo pubblico fisiologico, fatto di persone intellettualmente curiose. Indovinato: le AANNCC, e comunque sicuramente Ucca, che ogni anno con la sua rassegna itinerante L’Italia che non si vede copre le manchevolezze di un sistema distributivo ammorbato da radicati conflitti d’interesse, che si traducono - diciamo le cose come stanno - in una prassi che non si può che definire ricattatoria nei confronti del piccolo esercizio. A solo titolo di esempio, nel 2015, e solo per restare al roster di Cinecittà Luce, Ucca ha sub-distribuito titoli come Arianna, La bella gente, Genitori e Vergine Giurata in località che vanno da Carbonia a Somma Vesuviana, da Acireale a Vasto San Salvo, da Teramo a Ivrea.


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daiterritori

Il contest ‘Luci sul lavoro’ promosso da Arci Roma

in più

Video e foto per raccontare il mondo del lavoro oggi

walden. la mostra VITERBO Il bosco è all’origine di

di Roberta Alonzi Arci Roma

Luci sul lavoro è una manifestazione interamente dedicata al mondo del lavoro, che nasce con l’obiettivo di riportare il mondo del lavoro al centro dell’attenzione, attraverso un ricco programma di dibattiti, workshop, interviste, proiezioni filmiche, spettacoli, in un evento che si svolgerà dal 7 al 9 luglio al Festival dei corti di Montepulciano (SI). Saranno presenti rappresentanti delle istituzioni, delle parti sociali, delle categorie produttive e del mondo professionale, che si confronteranno con i cittadini in maniera aperta e costruttiva, con l’obiettivo di analizzare insieme le problematiche del lavoro e dei lavoratori e di riflettere su ambizioni e soluzioni future. Luci sul lavoro racconterà il mondo del lavoro utilizzando anche l’arte e gli eventi, tutti gratuiti, che accenderanno le sere e le notti di Montepulciano. Ed è in questo ambito che si può essere protagonisti in prima persona tramite

il contest Luci sul lavoro. Immagini, musica e parole che raccontano il lavoro, promosso da Italia Lavoro con Arci Roma, Eidos e Comune di Montepulciano, in collaborazione con Zooppa. Il contest, online fino al 23 giugno, sarà diviso in due macro categorie: video(cortometraggi)e fotografie. I partecipanti potranno esplorare due temi: il lavoro, analizzato nelle sue caratteristiche, opportunità, sviluppi, criticità, soluzioni; l’autoimpiego, per raccontare le storie d’impresa innovativa o tradizionale e valorizzare chi è riuscito a tradurre il proprio sogno in lavoro. L’obiettivo di dedicare un premio specifico alla tematica ‘autoimpiego’ è quello di favorire l’attitudine al lavoro autonomo e all’imprenditorialità, oltre alla voglia di mettersi in gioco, che sono propri di SELFIEmployment, la misura di Garanzia Giovani destinata a giovani 18-29 anni, che promuove percorsi di formazione e accompagnamento per accedere a finanziamenti agevolati e sviluppare idee di impresa. Gli autori dei contenuti selezionati saranno ospiti di Luci sul lavoro e verranno premiati durante l’evento conclusivo del 9 luglio. In palio 4.500 euro. Qui il brief completo per iscriversi: http://community.zooppa.com/it-it/ preview/lsl-2016/ Per maggiori informazioni: zooppa.ita@zooppa.com

SOS@Sms di Rifredi Mercoledì 8 giugno alle 21 il Teatro di Rifredi apre le porte alla buona musica e, soprattutto, alla solidarietà. Solidarietà con la Società Mutuo Soccorso Rifredi 1883, che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare una crisi che l’ha portata a una progressiva riduzione delle attività e, ora, a rischio chiusura. Dalla presidente dello storico circolo fiorentino, Giovanna Malgeri, arriva il grido d’allarme: «Purtroppo l’SMS non ha le forze necessarie per far fronte alla crisi degli ultimi anni da solo. Per questo chiediamo aiuto a tutti i cittadini, a tutte le associazioni e a tutte le tante e variopinte realtà che negli anni abbiamo ospitato». E così è scattata la maratona di solidarietà partita

dal quartiere e che, tra gli eventi principali, vede questo grande concerto che mercoledì 8 giugno si terrà nel Teatro di Rifredi. Una serata di buona musica, tra improvvisazioni jazz, musiche e canzoni popolari, messa in piedi da circa una sessantina di musicisti tra i più noti della scena toscana, legati al circolo o semplicemente desiderosi di portare il proprio contributo per salvaguardare un luogo storico per la vita fiorentina, presidio di quel senso di comunità e condivisione che ha determinato nei territori la nascita delle tante società di mutuo soccorso e case del popolo su cui ancora oggi si innesta la vita civile e sociale di tanti quartieri e paesi. fb Sms di Rifredi

molte favole e leggende: quindici tra artisti visivi e illustratori lo interpretano nello spazio Arci di via delle Piagge, ispirandosi al libro di Henry David Thoreau Walden. La vita nel bosco. La mostra di Librimmaginari Walden. La vibrazione selvatica, a cura di Marcella Brancaforte e Marco Trulli, sarà aperta dalle 17 alle 19.30 fino al 5 giugno. Il progetto è promosso da Arci Viterbo con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Viterbo, Biblioteca Consorziale di Viterbo e Associazione Autori di Immagini, in collaborazione con il Liceo artistico ‘Francesco Orioli’ di Viterbo. fb Arci Viterbo

le radici di un’identita’ RIVA DEL GARDA (TN) Arci

Alto Garda promuove due serate dal titolo Le radici di un’identità, in cui si parlerà del Kurdistan, da sempre territorio di confine tra imperi e regni in lotta tra loro, con una diversificata composizione etnica, ma con un’identità specifica e con tradizioni e cultura riconoscibili. Appuntamento presso l’Auditorium Conservatorio Bonporti il 3 e 4 giugno a partire dalle 21. fb Arci Alto Garda

il lazzabaretto ANCONA Dal 4 giugno al 10 set-

tembre la Mole Vanvitelliana ospita la ventiseiesima edizione della stagione estiva del Lazzabaretto targata Arci e promossa dal Comune di Ancona. Protagonista della stagione è la musica, con concerti e live set; non mancheranno però momenti di approfondimento e incursioni nell’attualità, nella letteratura, nel teatro e nella danza. Programmma dettagliato su fb Arci Ancona

VOCI DAL VENTO RIETI Il Teatro Alchemico di Rieti e il

Teatro delle Condizioni Avverse/Officina Culturale Bassa Sabina, in collaborazione con l’Arci Rieti, organizzano per il 5 giugno alle 18 presso l’Auditorium Varrone il concerto – spettacolo Voci del Vento diretto dall’attrice dell’Odin Teatret Iben Nagel Rasmussen. In scena attori e musicisti del Ponte dei Venti provenienti da: Finlandia, Danimarca, Polonia, Brasile, Argentina, Cuba, Olanda ed Italia. fb Arci Rieti


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arcireport n. 19 | 1 giugno 2016

culturascontata i tanti vantaggi della tessera Arci

w w w. a r c i / a s s o c i a r s i . i t a cura di Enzo Di Rienzo

campidoglio. Mito, Memoria, archeologia Roma - Musei Capitolini, fino al

19 giugno. La rassegna si propone di ricostruire le profonde trasformazioni del Campidoglio, partendo dalla visione mitica e romantica che il sacro Colle ha sempre destato negli artisti, antiquari e letterati di tutta Europa fino all’inizio del XIX secolo. In mostra rari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti reperti archeologici. www.museicapitolini.org

Genesi. SebastiÃo Salgado Genova - Palazzo Ducale, fino

al 26 giugno. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentarista del nostro tempo. Il mondo come era, il mondo come è. La terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. In mostra oltre duecento fotografie eccezionali: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. www.palazzoducale.genova.it

Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel ‘500 Roma - Scuderie del Quirinale,

fino al 26 giugno. Attraverso una selezione di capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo, la mostra mette a confronto i percorsi di due astri assoluti del Rinascimento italiano, Antonio Allegri detto Il Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto Il Parmigianino (1503-1540). www.scuderiedelquirinale.it

Van Gogh Alive The Experience Torino - Società promotrice

Belle Arti, fino al 26 giugno. Van Gogh Alive - The Experience trascende il tempo e lo spazio: il visitatore è invitato ad accompagnare Van Gogh in un viaggio attraverso i Paesi Bassi, dove ha creato molti dei suoi capolavori senza tempo. Attraverso uno scenario evocativo, la mostra racchiude oltre 3.000 immagini ispiratrici, trasformando ogni superficie in arte: pareti, colonne, e persino i pavimenti. www.vangoghtorino.it

società

Il diritto di voto alle donne compie settanta anni di Bia Sarasini giornalista

Sono settanta anni che le donne italiane esercitano il diritto di voto politico. Un diritto che coincide con la scelta della Repubblica, espressa dagli italiani nel referendum costituzionale del 2 giugno del 1946. La decisione di far votare le donne fu presa dal governo il 30 gennaio del 1945, con l’Italia ancora divisa e il nord occupato dai tedeschi, e già nel 1944 i gruppi di difesa delle donna e l’Udi avevano creato un Comitato per il voto alle donne. La decisione era considerata inevitabile, anche se repubblicani e liberali votarono contro, e in realtà le perplessità erano forti e diffuse. Significativa una dimenticanza non da poco, l’eleggibilità delle donne, ci volle un anno per decidere, il decreto è del 10 marzo 1946. Le elette alla Costituente furono 21, pari al 3,7% dell’Assemblea: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e una dell’Uomo qualunque. Cinque deputate entrarono poi a far parte della ‘Commissione dei 75’, che ebbe l’incarico di scrivere la nuova proposta di Costituzione. Alla socialista Merlin si deve l’introduzione di quel «senza distinzione di sesso» nell’articolo 3, che è stato il fondamento di tutte le politiche di parità degli anni successivi. Chi ha visto il film Suffragette, che parla delle lotte delle inglesi per il voto - che ottennero nel 1925 - forse si chiede se in Italia non c’è stato niente di simile. In effetti non si fanno mai i conti abbastanza con il vuoto di memoria prodotto da vent’anni di fascismo, che abolì per tutti il diritto di voto. Perché ci fu un’epoca di battaglie anche per le donne italiane. Nel 1906 si costituì un comitato per il voto, guidato da donne importanti, come Annamaria Mozzoni e Maria Montessori, e in tutta Italia si presentarono richieste di iscrizione delle donne alle liste elettorali. Con l’Unità d’Italia lo Statuto Albertino aveva unificato in negativo la situazione delle italiane, cancellando i diritti di cui godevano le donne benestanti nella zona austro-ungarica, ma anche nei ducati di Toscana e di Parma. Ma la formulazione dell’articolo 24 permetteva interpretazioni aperte, perché non specificava il sesso dei cittadini titolari di diritti. Furono presentate

richieste di iscrizione alle liste in molte circoscrizioni elettorali. A sorpresa il tribunale di Ancona accolse la domanda presentata da nove maestre marchigiane. Fu un episodio clamoroso, riempì i giornali. Per alcuni mesi, come racconta Maria Rosa Cutrufelli nel bel romanzo Il giudice delle donne, se per avventura il governo fosse caduto, quelle donne avrebbero potuto votare. E non erano molti i paesi nei quali fosse possibile, nel 1906. Poi la Cassazione si incaricò di seppellire questa stravaganza. Ricordarlo non è inutile, proprio ora che si celebrano i settant’anni. Il voto alle donne non è stata una concessione, è stata una conquista, con una lunga storia alle spalle. Tuttora essere cittadine è un processo faticoso, la cittadinanza delle donne è sempre incerta. Per questo, accanto alla parità formale, vanno sempre valutate con attenzione le condizioni, perché la forma venga portata alla sostanza di una reale uguaglianza, e i diritti vengano esercitati nella loro pienezza. A cominciare dal diritto di voto, un diritto che ha settanta anni.

arcireport n. 19 | 1 giugno 2016 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 17 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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