arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 22 | 18 giugno 2015 | www.arci.it | report @arci.it
In piazza per la dignità e i diritti. Con Tom nel cuore e nella mente di Filippo Miraglia Vicepresidente nazionale Arci
I numeri resi noti dall’UNHCR sull’aumento di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati nel mondo sono impressionanti e descrivono una condizione di emergenza umanitaria che interroga la comunità internazionale, la politica e i governi, minando le stesse fondamenta della convivenza civile sul nostro pianeta. Più 8,3 milioni rispetto all’anno precedente, per un totale di circa 60 milioni di persone, pari quasi al numero di abitanti del nostro Paese. Persone in fuga e in cerca di protezione, concentrate soprattutto nelle zone prossime alle aree di crisi, di guerre e conflitti. Dov’è l’Europa dell’Euro e della BCE, che fa la voce grossa con la Grecia e sembra difendere solo gli interessi della finanza e delle banche? A Ventimiglia mostra i muscoli di fronte a poche centinaia di persone, in Ungheria si erigono muri vergognosi, a Roma e a Milano la solidarietà popolare ripara i danni di un governo incapace di programmare un’accoglienza dignitosa. Sempre secondo i dati UNHCR, dei 60 milioni di persone che hanno dovuto lasciare le loro case nel 2014, più dell’86% è stato accolto nei Paesi
più poveri. Le aree ricche del mondo continuano a fare molto poco. Il 20 giugno, giornata internazionale del rifugiato, scenderà in piazza l’Europa dei diritti e della dignità. Non possiamo più assistere passivamente a riunioni dei capi di stato e di governo, di ministri degli Interni che prendono accordi che non risolvono le questioni che andrebbero affrontate oggi. Accordi che servono solo alla propaganda interna. Vi chiediamo: cosa state facendo per fermare guerre e persecuzioni? Cosa per consentire alle persone in fuga di rivolgersi agli Stati e non agli scafisti? Cosa volete fare per garantire dignità e diritti a quei pochi (650mila domande sono poco più dell’1% di tutti gli sfollati, rifugiati e richiedenti asilo) che arrivano in Europa a rischio della vita? La risposta è nulla. Oppure è talmente ridicola (come le quote di reinsediamento previste dalla Commissione Europea) da essere quasi offensiva. Per questo abbiamo promosso una mobilitazione nazionale insieme a centinaia di organizzazioni. Una mobilitazione che vedrà coinvolti molti territori e che avrà il suo momento
principale a Roma, dalle 15. In un luogo simbolo del nostro Paese, della storia europea e del mediterraneo: il Colosseo. Saremo lì con le nostre proposte, le uniche ragionevoli e percorribili; per fermare le stragi; per un programma europeo di ricerca e salvataggio nel mediterraneo. Perché si aprano canali d’accesso umanitari; perché si adotti un sistema d’asilo unitario in tutta l’UE; per avanzare proposte che chiudano la stagione del razzismo di stato. Sabato è anche l’anniversario della morte di Tom Benetollo, che per molti di noi, oltre che un amico, è stato un maestro. Tom è stato uno dei principali protagonisti del pacifismo italiano ed è stato tra i primi a capire che bisognava costruire in Italia e in Europa un movimento antirazzista ampio, non elitario. Sabato Tom sarà idealmente in piazza con noi. E noi lo ricorderemo ripetendo le sue parole, che ci spingono, oggi come ieri, ad andare avanti anche quando il pessimismo sembra prevalere in ogni angolo del mondo:«arrendersi al presente è il modo peggiore di progettare il futuro». Grazie Tom!
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arcireport n. 22 | 18 giugno 2015
migranti
È tempo di costruire una resistenza civile e individuare strumenti di contrasto all’ondata razzista di Walter Massa responsabile Arci Immigrazione e Asilo
Ci troviamo nuovamente in uno di quei periodi bui contrassegnati da una progressiva e sempre più feroce escalation di odio e di paura, alimentata ad arte per ottenere consensi. L’accoglienza, i migranti, la fuga dalle guerre e dalle dittature, i rom, gli argomenti perfetti per una campagna elettorale perenne su cui hanno costruito le loro fortune le forze politiche più regressive del Paese. Con la complicità di tutte le altre, incapaci di indicare soluzioni e di costruire politiche utili, autenticamente riformiste - nel vero senso del termine. Non possiamo più sbagliare nel decifrare questa campagna d’odio e di autentico razzismo come una forma di ignoranza o barbarie. Ci troviamo di fronte ad una cultura vera e propria che va contrastata, con durezza e se serve con asprezza. È il tempo di costruire una vera ed efficace resistenza civile, poiché i rischi che corre la nostra democrazia sono decisamente alti. In tutto questo, il dramma di migliaia e migliaia di donne, uomini e bambini lasciati alla mercé dell’inadeguatezza (e
della furbizia) italiana, rappresentata da un Governo e da un sistema d’accoglienza che fa acqua da tutte le parti. Le scene degli accampamenti viste alle stazioni di Roma e di Milano, le proteste al confine di Ventimiglia dove addirittura stiamo assistendo alla chiusura delle frontiere - con la sospensione dell’accordo di Schengen - per evitare che chi arriva in Italia possa passare le frontiere interne e aggirare il regolamento Dublino sono lì a dimostrare due cose: la non volontà di trovare soluzioni e/o l’incapacità complessiva di un Paese di fronte alle proprie responsabilità. Far bivaccare come bestie uomini, donne e bambine colpevoli solo di volersi costruire un futuro migliore è il paradigma più evidente di questa situazione. Siamo minoranza e siamo troppo silenziosi di fronte a questo violento attacco ai principi della democrazia e della civiltà e non bastano decine e decine di famiglie di Ventimiglia, come di Roma e Milano che ogni giorno arrivano con i sacchetti della spesa appena fatta per queste centinaia
di persone in fuga. Siamo prigionieri di una retorica dell’invasione e della ‘straordinaria emergenza’, mentre i numeri spiegano chiaramente quanto, invece, questa retorica sia strumentale e inaccettabile. Noi dell’Arci dobbiamo/possiamo giocare un ruolo centrale di advocacy, con grande coraggio e con lungimiranza, contrastando le pulsioni dei predicatori d’odio, consapevoli e inconsapevoli in una direzione contraria e ostinata come ci avrebbe suggerito il nostro Don Andrea Gallo. Anche per questo abbiamo ripreso l’iniziativa politica con decisione; per questo saremo in piazza sabato 20 giugno a Roma e per questo abbiamo lanciato una Summer School sull’antirazzismo al prossimo Meeting Antirazzista per ridefinire una strategia della nostra associazione e per individuare nuovi e più efficaci strumenti di contrasto a questa ondata razzista. Siamo convinti sia quello che serve oggi alla nostra sempre più debole democrazia.
Da Ventimiglia, un report degli operatori Arci Di seguito il report di alcuni operatori di Arci Liguria e Arci Imperia che nei giorni scorsi si sono recati a Ventimiglia È la situazione più delicata, quella di Ventimiglia, sicuramente per le condizioni davvero difficili in cui si trovano i migranti e in secondo luogo - per le stesse ragioni - per le condizioni in cui siamo costretti ad operare come organizzazioni. La situazione sul piano dell’accoglienza e sul piano sanitario è davvero grave, a detta della stessa Croce Rossa. Non esiste una struttura fisica coperta in grado di dare un tetto alle persone e si dorme all’addiaccio. Dei 300 presenti di giorno, oltre un centinaio si ferma comunque a dormire mentre gli altri tornano alla stazione accompagnati dai pullman della Croce Rossa. Siamo giunti alla frontiera di Ponte San Ludovico al quinto giorno di presidio, e anche oggi erano accampate sugli scogli circa 200 persone, uomini soprattutto e qualche donna. Questa mattina (il 16 giugno) si è consumata la sceneggiata dello sgombero che ha coin-
volto non più di 20 ragazzi che stavano riposando sulle aiuole antistanti un noto ristorante di lusso. L’obiettivo - come poi abbiamo saputo - era duplice: liberare le aiuole e costringere i presidianti solo sul fronte mare, oggettivamente più disagiato. Al sole e in balia degli eventi atmosferici. Chi resiste sono ragazzi che ne hanno fatto una questione davvero politica e non hanno nessuna intenzione di andar via. La Croce Rossa italiana e quella francese stanno facendo davvero un lavoro importante, supportati da noi e da altre associazioni del ponente ligure. Noi in particolare stiamo fornendo mediatori culturali e operatori di supporto. Stiamo diffondendo a tutti il nostro numero verde in modo da fornire tutte le opportunità a disposizione. Verrà presto attivato un servizio di soccorso medico con l’associazione dei medici Find the cure che abbiamo coinvolto noi dell’Arci.
Le autorità francesi non sembrano intenzionate ad aprire la frontiera con l’aggravante di avere da questa parte un Prefetto che non ne vuole sapere di attivare le procedure di emergenza e in più una Regione completamente assente. Questo per quel che riguarda la situazione alla frontiera. Vi è poi un secondo luogo, che è la stazione di Ventimiglia, dove la situazione è leggermente migliore anche se ugualmente delicata sotto il profilo dell’accoglienza. Qui sono stati attivati diversi servizi (docce e wc chimici) e la presenza di donne e bambini è più evidente. Nella giornata di oggi erano circa 200 le persone accampate in stazione. Abbiamo avuto diversi incontri istituzionali, in primis con il giovane Sindaco Ioculano di Ventimiglia che sta facendo davvero i miracoli in una condizione di solitudine. Abbiamo inoltre effettuato diversi sopralluoghi con alcuni consiglieri regionali e parlamentari.
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giornatadelrifugiato
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Iniziative in tutta Italia per la Giornata mondiale del rifugiato Il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1951, il cui obiettivo è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione dei rifugiati e richiedenti asilo. Oltre alla grande manifestazione che si svolgerà a Roma, sabato 20 giugno, dalle ore 15, al Colosseo, sono state organizzate a livello territoriale alcune iniziative per celebrare questa giornata. Di seguito, quelle di Firenze, Lecco e Lecce
A Firenze il World refugee day live L’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in collaborazione con WRF (Water Right Foundation) e Publiacqua e con il sostegno della Regione Toscana e di Unicoop Firenze, presenta World refugee day live. Appuntamento sabato 20 giugno a partire dalle ore 15 fino a mezzanotte presso l’Ippodromo del Visarno, a Firenze, con Elisa, Bobo Rondelli, Piero Pelù, Bandabardò, Enrico Ruggeri, Brunori SAS, Virginiana Miller, Street Clerks, Cecco e Cipo, Appino, i Gatti Mézzi, Francesco Guasti, Naomi Berrill, solo alcuni degli artisti che si esibiranno al concerto. Tra i tanti ospiti Alessandro Gassmann, Ambasciatore di Buona Volontà dell’UNHCR e autore del documentario Torn, viaggio tra gli artisti siriani rifugiati in Giordania e Libano, del quale verrà presentato
in anteprima un estratto. Jaka e Ghiaccioli e Branzini movimenteranno la serata con i loro djset e Sandro Joyeux, artista patrocinato dall’UNHCR, porterà sul palco le influenze mediterranee della sua musica. Presenteranno la serata Valentina Petrini e Francesco Pannofino.Tutti gli artisti e gli ospiti parteciperanno in forma gratuita e senza percepire cachet per le loro esibizioni. Il biglietto di ingresso costerà 10 euro con i quali l’UNHCR garantirà un mese di acqua potabile a un rifugiato che vive in condizioni di emergenza umanitaria. Simbolo del concerto sarà la chitarra ‘Mare di mezzo’, realizzata dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini con il legno derivante dai barconi naufragati a largo di Lampedusa.
Due giorni di iniziative a Lecco Si celebra anche a Lecco la Giornata mondiale del rifugiato: a promuovere l’iniziativa di due giorni, in programma il 20 e 21 giugno, sono il Progetto Sprar di Lecco (Comunità Montana, Valsassina, Valvarrone e Val D’Esino, Riviera) in collaborazione con le cooperative L’Arcobaleno e La Grande Casa, l’Arci di Lecco e il Comitato ‘Noi Tutti Migranti’. In un contesto amichevole e di festa, l’obiettivo sarà favorire la conoscenza reciproca, diretta e immediata tra popolazione lecchese e nuovi cittadini attraverso i mediatori simbolici del cibo e della musica capaci di veicolare vissuti, esperienze ed emozioni. Appuntamento sabato 20 giugno alle 17, si comincia con l’aperitivo buffet ivoriano e togolese presso il circolo Arci La Ferriera di Lecco,
a seguire DJ set hip hop/ funk a cura di Ndp Crew con esibizione freestyle di De Rain e Saggy B, ragazzi nigeriani richiedenti asilo in Italia e partenza del pullman per accompagnare i rifugiati al concerto di Manu Chao al Parco di Monza. Domenica 21 giugno pranzo all’aperto lungo il viale alberato di via Del Barcaiolo con piatti tipici da Pakistan e Nigeria cucinati e serviti dai rifugiati e cucina tradizionale a cura del Ristorante Il Barcaiolo di Lecco; a seguire, musica e danze dal mondo con la folk band Tavernicoli, il laboratorio di djembe e l’esibizione al pianoforte di Bright, performance teatrale Di terra e di mare di Marzia Alati e animazione per bambini a cura dell’associazione La Leggera.
Quale accoglienza per i richiedenti asilo? Il 20 giugno a Campi Salentina (Lecce) una serata dedicata ai rifugiati con l’iniziativa Quale accoglienza per i richiedenti asilo? Si comincia alle 19 presso Casa Prato Calabrese con la tavola rotonda dove intervengono: Anna Caputo, presidente Arci Lecce; Egidio Zacheo, sindaco Campi Salentina; Davide De Matteis, Assessore Cultura Campi Salentina; Oronzo Valzano, sindaco Trepuzzi; Cosimo Valzano, Assessore Bilancio Trepuzzi; Marta Vignola, Università
del Salento; Guglielmo Cataldi, Sostituto Procuratore DDA; Nabil Bey, voce e autore Radiodervish; Marco D’Antonio, CIR; Claudia Carlà, mediatrice Sprar Arci Lecce; Gathiomi Murigu, mediatore Sprar Arci Lecce. Ci saranno anche delle testimonianze dei beneficiari dei progetti Sprar. Alle 21 in piazza Libertà il concerto dei Radiodervish, che presenteranno il loro nuovo album Cafè Jerusalem.
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attualità
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Un muro contro la solidarietà Pubblichiamo una lettera ricevuta da Miklos Barabas, amico di vecchissima data di Tom Benetollo, militante per la pace dagli anni ’80, a proposito della decisione dell’Ungheria di costruire una recinzione lungo l’intero confine con la Serbia per arginare il flusso di immigrati clandestini. «Peter Szijjarto, Ministro ungherese per gli Affari Esteri e il Commercio ha annunciato che il Governo ungherese ha chiesto al Ministro degli Interni di preparare un piano e di fare i passi necessari per chiudere il confine fra Ungheria e Serbia con una cortina di ferro lunga 175 km e alta 4 metri. Lo scopo è di impedire la migrazione da paesi come l’Afghanistan e la Siria. Questo piano dovrebbe essere pronto mercoledì prossimo, il 24 giugno. È un passo allarmante e inaccettabile compiuto da un governo il cui paese è orgoglioso di aver tagliato e rimosso la cortina di ferro fra Austria e Ungheria nel 1989.
Questo piano è contro i valori europei come la solidarietà, il rispetto dei diritti umani e della dignità che sono condivisi fra molti di noi.
La migrazione è una sfida seria per l’Europa e insieme dobbiamo trovare una soluzione comune e umana. Costruire una cortina di ferro sicuramente non lo è».
Il Family Day, in difesa della famiglia ‘tradizionale’ Le associazioni cattoliche integraliste vanno in piazza contro la legge per le unioni civili che Renzi e il Pd stanno spingendo in Senato: è questo l’obiettivo del nuovo Family Day che si svolgerà a Roma in piazza san Giovanni il prossimo 20 giugno. Una mobilitazione nazionale che, secondo gli organizzatori, sarà «a difesa dell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da un uomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere una figura materna e una paterna». E infatti il comitato organizzatore, che mette insieme diverse associazioni che hanno aderito all’iniziativa, ha scelto di darsi il nome Da mamma e papà, perché - dichiara «da una mamma e un papà siamo tutti nati, cresciuti, educati, amati e protetti». Se a fare da trait d’union tra le tante associazioni e comitati locali desiderosi di alzare la propria voce ed interessati alla causa della famiglia è stato il Cammino Neocatecumenale, tra quelli che hanno aderito risultano gruppi come le Sentinelle in piedi, Alleanza Cattolica, La Manif Pour Tous Italia, Sì alla Famiglia, Notizie Pro-Vita. Le associazioni pro family promotrici della manifestazione di Roma non si dicono contrarie al riconoscimento dei diritti legati alle convivenze di fatto, ma ritengono che il ddl Cirinnà (il disegno di legge sulle unioni civili attualmente in discussione
al Senato) «contrasti con quanto sancito dalla Costituzione italiana, equiparando di fatto le unioni tra le persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio». Nelle intenzioni degli organizzatori l’evento del 20 giugno sarà «trasversale e aperto a tutti, per superare le tradizionali contrapposizioni politiche e tra laici e cattolici sul valore sociale e antropologico della famiglia fondata sul matrimonio, come stabilito dalla Costituzione, e sul diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà». Un elemento che sta molto a cuore agli organizzatori è proprio la difesa della famiglia ‘tradizionale’, come se questa venisse messa in pericolo dal riconoscimento di diritti per altre persone che sono comunque, ad oggi, discriminate. Infine, tra i temi al centro della piattaforma, si dà particolare importanza al contrasto alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. Sono diverse le associazioni di genitori che hanno aderito alla manifestazione coinvolte proprio a partire da questo spauracchio, frutto di cattiva informazione e confusione. Non bisogna cadere nel tranello di chi usa la sessualità come tabù per difendere un modello culturale arretrato e chiuso. Nel momento in cui si promuovono campagne allarmistiche, è ancor più importante contrastarle con percorsi come quelli promossi dall’Unar (Ufficio antidiscriminazioni razziali del Dipar-
timento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri) nelle scuole, che puntano a formare cittadini consapevoli e accoglienti. Temi come il bullismo o l’omofobia sono purtroppo un dato di fatto tra i giovanissimi: per questo è fondamentale iniziare a educare da subito i giovani cittadini di domani. Laddove, al contrario, campagne allarmistiche e ideologiche in difesa di un unico modello di famiglia producono solamente odio ed esclusione.
il deserto intorno Il 23 giugno alle ore 13 presso il Senato della Repubblica, Sala caduti di Nassirya, ci sarà la conferenza stampa di presentazione di Il Deserto intorno. L’esilio dimenticato del popolo saharawi, il libro fotografico di Giulio Di Meo. Partecipano: ● Stefano Vaccari, senatore, presidente intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo saharawi. ● Giuseppe De Cristofaro, senatore, vicepresidente della 3° Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione). ● Marisa Rodano, già Europarlamentare. ● Fatima Mahfud, rappresentante Fronte Polisario in Italia. ● Franco Uda, coordinatore nazionale Arci pace, solidarietà internazionale e cooperazione. Per adesioni: francesca.socci@senato. it (entro il 21 giugno)
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carovanaantimafie
Riparte la Carovana Antimafie Il racconto dalle tappe calabresi e campane
È partita da Reggio Calabria il 10 giugno l’edizione 2015 della Carovana Internazionale Antimafie, promossa da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Uil. Di seguito, alcuni diari delle prime tappe affrontate, a cura della carovaniera Annalisa Ausilio. Il corvo libera le ali della legalità 11 giugno Partiamo da Reggio Calabria per Catanzaro nel primo pomeriggio, dove raggiungiamo il quartiere periferico ‘Corvo’. Qui gli abitanti accolgono i carovanieri con una manifestazione in piazza dal nome Il corvo libera le ali della legalità. Sul palco si esibiscono gruppi musicali locali con reading di brani di Peppino Impastato e Giovanni Falcone. L’iniziativa prosegue l’intero pomeriggio con giochi e laboratori per bambini nel campetto antistante a cura della cooperativa sociale Eureka. Infine, visita alle case popolari abitate da rom con il prefetto Luisa Latella e attivisti di Libera e del comitato Le ali del Corvo.
Antimafia, attivismo e storie di emigrazione: la tappa a Cutro 12 giugno Ci lasciamo alle spalle Catanzaro per partire alla volta di Cutro, piccolo paese di provincia di Crotone. Ad accoglierci gli attivisti di Libera e Arci che organizzano un dibattito nella villa comunale del paese. Il nostro arrivo attrae la curiosità dei tanti anziani che chiacchierano sulle panchine della villa. Scopriamo che moltissimi sono emigrati in Germania per poi tornare in Calabria dopo la pensione. Ci raccontano le loro storie e la vita di paese mentre noi parliamo di Carovana, antimafia e attivismo. Molti sono interessanti e restano ad ascoltare il dibattito e il reading Terre di Musica del Parto delle Nuvole Pesanti che ripercorre il viaggio della band nei beni confiscati. Pernottiamo in una struttura affidata al WWF con i volontari del campo di lavoro di Libera.
Tra curiosità e consapevolezza, la giornata a Napoli 15 giugno La Carovana fa tappa a Napoli. Una giornata intensa che inizia nel quartiere Ponticelli, estrema e problematica periferia della città, dove con i volontari del servizio civile, armati di scope e palette, puliamo il piazzale della villa comunale adiacente al mercato. Un luogo centrale per il rione, punto di aggregazione e di transito circondato dagli enormi palazzoni delle case popolari che attraversiamo per incontrare i bambini che frequentano il centro Arci Movie, nel cuore di Ponticelli. Colpisce l’euforia e la curiosità («Il furgone va anche in America? Chi paga la benzina?»), ma anche la loro consapevolezza sul fenomeno mafioso sia perché vissuto quotidianamente - ci raccontano, per esempio di non poter uscire di casa dopo il tramonto - sia grazie al laboratorio di Arci Movie che ha riportato diversi esempi di antimafia attraverso la visione di alcuni film. Risaliamo sul furgone per raggiungere il Parco K2 di Casoria, centro di accoglienza per migranti minori e spostarci nella sede dell’associazione Figli in Famiglia: un’enorme ex fabbrica riconvertita in ‘Oasi’ nel quartiere San Giovanni di Napoli. Una realtà che svolge tantissime attività: dal teatro alla palestra, passando per la mensa ai laboratori, ma che rischia di chiudere per mancanza di fondi. L’arrivo di Carovana è quindi per la fondatrice Carmela Manco una occasione per lanciare un grido di aiuto ad altre realtà, compresi i sindacati presenti all’incontro. La giornata si conclude nel quartiere Ponticelli con una gara di corsa per i ragazzi del quartiere e musica. Ad Avellino viaggio tra i beni confiscati 16 giugno Nelle piazze di sette paesi per incontrare i sindaci, la cittadinanza e le associazioni
sul territorio: la Carovana attraversa i piccoli villaggi circondati dai monti nella Valle di Lauro in provincia di Avellino (Quindici, Moschiano, Lauro, Taurano, Pago del Vallo di Lauro, Marzano di Nola e Domicella) per una tappa che mette al centro i beni confiscati. Raggiungiamo una villa sottratta al clan Cava a Pago ma non ancora assegnata, dove gli attivisti di Libera issano le loro bandiere sulla cancellata come auspicio per una immediata riconversione. La giornata si conclude con la visita a Villa 100Quindici Passi, una villa bunker confiscata alla famiglia Graziano riconvertita in un maglificio che aprirà i battenti a breve. Completamente ristrutturato anche con l’aiuto dei volontari dei campi di lavoro di Libera, l’edificio - fortezza alle porte di Quindici diventerà una piccola fabbrica gestita dalla cooperativa Oasi Project che ha assunto sette operai del luogo per produrre indumenti per le forze dell’ordine. Uno dei primi esempi in Italia di bene confiscato convertito in attività produttiva industriale, Villa 100Quindici Passi conserva ancora diverse strutture dell’ex villa bunker come le mura di cemento armato che la circondano, gli enormi cancelli in ferro con le feritoie e il nascondiglio loculo in una torre dell’edificio.
La prossima tappa Sabato 20 giugno la Carovana Antimafie farà tappa a Perugia. L’appuntamento è nel piazzale della stazione di Fontivegge, dalle ore 17, dove i carovanieri incontreranno i rappresentanti di sindacati e associazioni dell’Umbria e si confronteranno con una delle realtà urbane più problematiche del capoluogo regionale. È previsto anche un incontro con gli operatori delle Unità di Strada che sono impegnati sul territorio in un importante lavoro di prevenzione e riduzione del danno sia sul fronte delle dipendenze da sostanze stupefacenti che nell’ambito della prostituzione. Il viaggio della Carovana proseguirà nelle Marche, in Emilia Romagna e in Toscana, per concludere la prima parte a Bruxelles il 30 giugno e ripartire di nuovo a settembre. Nei mesi di settembre e ottobre sarà nel resto d’Italia e poi in Belgio, Spagna, Malta, Romania, Germania, Francia.
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cultura
La campagna di raccolta fondi per il Festival Circomondo Tra il 26 e il 28 di giugno prossimi si terrà a San Gimignano Circomondo Festival, una manifestazione unica nel suo genere, giunta alla seconda edizione, che chiama a raccolta alcune delle più significative esperienze di circo sociale italiane, europee e internazionali. Le realtà circensi che verranno presentate durante il Festival sono quelle che si occupano di inclusione sociale dei bambini e delle bambine in difficoltà dall’Afghanistan a Scampia, dalla Palestina al Brasile fino al Kenia. Il Festival propone dibattiti, seminari, laboratori e spettacoli nella cornice suggestiva ed unica del centro storico di San Gimignano. Per sostenere il progetto e il circo sociale di Haiti, con Carretera Central e Arci Siena che sono i promotori del progetto, è stata attivata una campagna di raccolta fondi in rete grazie alla collaborazione con Distribuzioni dal Basso e il network di Banca Etica. Ci sono quote popolari, da 5, 10 e 20 euro, oppure un sostegno più importante (100 euro) che dà diritto ad un pernottamento a San Gimignano durante il Festival. Vi invitiamo a fare una donazione per aiutare la realizzazione del progetto di circo sociale ad Haiti e contrastare così
la piaga sociale dell’infanzia maltrattata e abusata e al contempo valorizzare la rete Arci come risorsa nella raccolta fondi in rete.
Per donare: www.produzionidalbasso. com/project/circomondo-festival/ Programma completo del Festival e materiali su www.circomondofestival.it
I circhi sociali italiani Scuola di Piccolo Circo Roma, Municipio VI La Scuola di Piccolo Circo è ospitata nell’Istituto comprensivo ‘Ludovico Pavoni’, nel Municipio VI di Roma, e promuove l’integrazione sociale di bambini immigrati e di quelli definiti «portatori della sindrome ADHD», ipercinetici, iperattivi e diversabili. Le attività realizzate hanno l’obiettivo di coinvolgere i piccoli partecipanti attraverso l’arte circense in un progetto di integrazione anche sotto l’aspetto interculturale, riconoscendo le diversità come stimolo creativo e non come pregiudizio discriminante. Il tappeto di Iqbal Napoli, quartiere Barra La cooperativa sociale Onlus Il tappeto di Iqbal prende il nome da Iqbal Masih - bambino operaio morto a 12 anni nel
1995 e diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile - e opera dal 1999 nel quartiere Barra, zona con la maggior presenza di giovani partenopei e, allo stesso tempo, con livelli di dispersione scolastica tra i più elevati della Campania. Attualmente, la compagine sociale conta su sette soci lavoratori, di cui cinque sono ex ragazzi di strada che hanno voluto investire la loro esperienza per cambiare il contesto in cui sono cresciuti. Il tappeto di Iqbal promuove interventi sociali e progetti educativi per minori e famiglie, al fine di contrastare la dispersione scolastica, e si occupa anche di orientamento ai servizi, promozione dell’educazione interculturale e ambientale, teatro civile e circo Sociale intesi come mezzi di aggregazione sociale e trasformazione del linguaggio di strada.
Anteprima di Left, in edicola il 20 giugno L’Europa, il continente dell’utopia di Altiero Spinelli, si è fermata su una scogliera. Quella di Ventimiglia, dove stanno ammucchiati i migranti in attesa di varcare il confine per la Francia. La politica arida delle quote, che rende ‘pezzi’ gli esseri umani, come scrive Ilaria Bonaccorsi nel suo editoriale, è il tema della storia di copertina di Left in uscita il 20 giugno. Proprio il giorno della manifestazione nazionale Fermiamo la strage. Ma cosa sta facendo il governo italiano? Rimpatri veloci e permessi temporanei, è questa la strategia di Matteo Renzi in attesa del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno? E intanto invoca il superamento del Regolamento Dublino III che blocca i richiedenti asilo nel Paese di primo approdo. «Mi chiedo se il premier avrà la forza politica per sostenere questa tesi», dice Christopher Hein, direttore del Cir (Centro italiano per i rifugiati). Ma dietro l’angolo c’è anche la svolta securitaria con il potenziamento dei Cie (Centri di identificazione e detenzione)
come ha annunciato il ministro Alfano chiamandoli hot spot. A questo proposito Left racconta, grazie ai protagonisti della campagna LasciateCIEentrare, la storia drammatica del centro di Gradisca d’Isonzo. Per fortuna in Europa ci sono anche esempi virtuosi di accoglienza come raccontiamo nel reportage sul centro di Grenshof in Olanda.
Il Ddl Madia è sotto accusa anche per la soppressione del Corpo forestale dello Stato. Left dimostra come gli 8mila agenti forestali siano fondamentali per la repressione di reati ambientali. Negli Esteri le storie di due personaggi protagonisti di una lotta costante per far valere i diritti dei rispettivi popoli. Berta Cáceres, premio Goldman per l’Ambiente, che difende il patrimonio culturale del popolo Lenca, in Honduras e il musicista palestinese Ramzi Aburedwan che promuove l’insegnamento della musica ai bambini dei territori occupati. Left inoltre racconta, con un reportage, la Kobane di oggi, dove i profughi cercano di tornare a casa e dove una staffetta di medici volontari lavora in ospedali completamente distrutti. Infine: un’intervista a Lydie Salvayre, scrittrice figlia di esuli spagnoli che racconta la guerra civile in Spagna, le nuove frontiere dell’architettura in Danimarca e l’incontro con Fabrizio Bosso, eclettico trombettista che rende omaggio a Duke Ellington.
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cultura
Suonare la città Festa della Musica 2015 di Federico Amico coordinatore Buone pratiche e diritti culturali
Il mondo della musica sta attraversando un periodo di grandi trasformazioni e di grande difficoltà e crisi. Gli stessi circoli e i nostri festival stanno a fatica cercando di riconfigurarsi per rispondere alle nuove domande e allo scenario musicale in profonda trasformazione, non senza difficoltà. Le ragioni sono tante e indicano che purtroppo ancora non esiste un progetto organico di sviluppo del settore musicale, dal live alla formazione musicale formale e non formale. La diminuzione costante dei contributi degli enti locali, l’aumento dei costi di realizzazione delle attività, l’incomprensibile stasi legislativa sul diritto d’autore, la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e la conseguente diminuzione delle occasioni per praticare e conoscere la musica, delineano un quadro preoccupante. In particolare, pur se da una gran schiera di amministratori è decantato il valore rigenerativo della musica per gli spazi urbani, quotidianamente ci troviamo a scontrarci con i provvedimenti restrittivi in nome di una pax urbana che non pre-
veda suoni. In particolare l’essere ormai da lungo tempo sottoposti a controlli e verifiche che non riconoscono nel nostro insediamento associativo un valore per le nostre comunità, bensì una fonte di ‘chiasso’ e disturbo sta ulteriormente affaticando il nostro insediamento associativo culturale e musicale. A fronte di tutto ciò sappiamo bene come la creatività musicale del nostro Paese sia, fortunatamente, viva e vegeta. In ogni ambito e genere. Per questo abbiamo intitolato le nostre Feste della Musica Suonare la città. Anche attraverso questo semplice richiamo vogliamo ribadire come la nostra associazione sia promotrice di momenti in cui si affermi con forza come questo nostro agire, organizzare, promuovere sia centrale perché le città, i paesi, le frazioni possano dirsi vivi e vivaci. Al contempo continuiamo a sostenere le nostre richieste per rafforzare il settore e migliorare il nostro lavoro per dar modo a tantissimi, soprattutto giovani, di essere parte attiva di questo mondo: operatori,
A Genova con #DirittiCreativiTalk di Davide Traverso responsabile Cultura Arci Liguria e coordinatore Arci Genova
Prende finalmente il via a Genova, dal 19 al 20 giugno, #DirittiCreativiTalk, la due giorni tutta dedicata ad approfondire i temi della conoscenza libera e condivisa, andando così ad arricchire il lavoro preziosissimo dello sportello DirittiCreativi ideato e curato da Giuditta Nelli per Arci Liguria in collaborazione con Arci nazionale e lo Studio E-Lex. Sono due anni che lo sportello DirittiCreativi aiuta i giovani artisti e chiunque ne avesse bisogno a districarsi nel labirinto legislativo del diritto d’autore in Italia e della Siae, uno strumento fondamentale per un’associazione come la nostra che ha tra i suoi obiettivi primari quello di sostenere la creatività e la creazione di possibilità per la produzione e la fruizione artistica e culturale. Saremo quindi a Genova da venerdi 19 per incontrare alcune delle esperienze più significative in Italia nel campo delle conoscenze condivise, ma anche per conoscere quali strumenti oggi ci siano
alternativi alla Siae per chi volesse tutelare le proprie produzioni. Il 2015 sarà un anno importante per rilanciarci come protagonisti nell’ambito della creatività artistica giovanile. A ottobre ci attende la XVII edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo ospitata quest’anno alla Fabbrica del Vapore di Milano: per l’occasione il Comune di Genova e l’Arci regionale stanno organizzando una tre giorni di eventi e iniziative che coinvolgerà un centinaio di giovani artisti europei e dalla sponda Sud del Mediterraneo, nei giorni precedenti l’inaugurazione dell’esposizione milanese. Workshop, momenti di confronto, visite e presentazione dei nostri progetti, oltre a momenti di aggregazione e socialità in collaborazione con Count Basie Jazz Club, Teatro Altrove e Associazione Culturale Disorderdrama. Programma completo su www.arciliguria.it
tecnici, musicisti, autori, piccoli editori, insegnanti. Ecco cinque ambiti sui quali porre l’accento. Cinque vertenze che hanno ricadute importanti sul mondo della musica: riforma della Siae e superamento del monopolio per il settore di raccolta dei proventi del diritto d’autore; che i proventi dell’equo compenso per la ‘copia privata’ calcolato su tutti i dispositivi dotati di memorie di dati siano utilizzati almeno per il 50% per il sostegno a progetti di giovani autori; detrazioni fiscali per la frequenza a corsi di formazione in campo musicale per i minori di 18 anni e per l’acquisto di uno strumento musicale; inserimento della pratica dello strumento musicale in tutte le scuole di ogni ordine e grado; più investimenti a sostegno della pratica, della promozione e della produzione di ogni genere musicale utilizzando il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) anche per progetti a rete per il sostegno alla giovane creatività. Inoltre Arci, assieme ad altri soggetti, grazie all’interessamento della Senatrice Elena Ferrara (PD), ha promosso e portato all’approvazione dell’Affare Assegnato n. 409: Offerta culturale nel settore musicale, al fine di identificare delle strategie in grado di mantenere vivo l’immenso repertorio italiano e di attivare processi virtuosi di creazione e innovazione musicale, permettendo l’accesso e il confronto con la realtà internazionale. Tra i titoli rilevanti di questa risoluzione impegnativa per il governo ce ne sono alcuni di rilevante interesse relativi a SIAE, norme fiscali, percorsi semplificatori. L’intero testo può essere consultato qui: http://goo.gl/n0iYU9
Musica in mezzo al guado Arci, Amici della Musica, AudioCoop, in occasione della Festa della Musica, organizzano la seconda edizione di Musica in mezzo al guado: la strada è tracciata. Il punto sui provvedimenti legislativi, le proposte di legge, gli strumenti per lo sviluppo del mondo della musica. Appuntamento lunedì 22 giugno dalle 15 alle 18.30 a Roma, presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, piazza Capranica 72. Sarà presentato inoltre il #nuovoMEI2015 dal 1° al 4 ottobre a Faenza e il progetto Le Vie dei Canti.
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arcireport n. 22 | 18 giugno 2015
L’arena estiva dell’Arci Ferrara torna a Parco Pareschi di Alice Bolognesi responsabile cinema Arci Ferrara
Dopo i tre anni trascorsi nel cortile adiacente Palazzo dei Diamanti, l’arena estiva di Ferrara riapre i cancelli dello storico Parco Pareschi a partire da giovedì 18 giugno fino al 23 agosto per 67 serate consecutive. Il Parco Pareschi è stato sede della manifestazione per sei anni, finchè nel 2012, a causa del terremoto, ha dovuto trovare uno spazio alternativo per l’inagibilità del parco. Quest’anno la concomitanza con la mostra La Rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí non ci avrebbe permesso di realizzare l’arena nel cortile di Palazzo dei Diamanti. In collaborazione con il Comune e l’Università di Ferrara si è deciso di tornare nella ‘tradizionale’ casa del cinema all’aperto: il Parco Pareschi. Per il primo anno l’arena estiva si presenterà nella nuova veste digitale. Lo scorso anno abbiamo sofferto il fatto di non poter offrire al pubblico tutti i film che avremmo voluto mettere in programmazione: molti titoli erano disponibili solo in digitale e questo ha penalizzato fortemente la nostra programmazione, vincolata al
proiettore 35 mm. La mancanza di prodotto in pellicola e le difficoltà dovute a un clima inclemente ci hanno fatto mettere in discussione la realizzazione di questa edizione del cinema all’aperto fino ad un paio di mesi fa. Ci siamo interrogati a lungo se valesse la pena investire sul digitale per l’arena estiva dopo lo sforzo economico sostenuto per digitalizzare la storica sala d’essai della città, il cinema Boldini. Determinante per la riuscita di questa edizione del cinema nel parco il ruolo della gelateria La Romana, che ha scelto di sostenere e accompagnare la stagione cinematografica estiva. Tanti cambiamenti e tante novità, ma una presenza costante del cinema di qualità per questa nuova edizione, che come sempre proporrà i migliori film della stagione cinematografica. L’arena ospiterà i film di maggior successo: American Sniper di Clint Eastwood, il premio Oscar Birdman di Alejandro González Iñárritu, il titolo rivelazione agli Academy, Whiplash del giovanissimo Damien Chazelle, con la sorprendente
interpretazione di J.K. Simmons, premio Oscar come miglior attore non protagonista. Il cinema d’essai ha sempre avuto un posto importante anche nel cinema all’aperto: non mancheranno film come Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne, protagonista la straordinaria Marion Cotillard, Forza Maggiore, diretto da Ruben Östlund. Vincitore del Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard al 67º Festival di Cannes, il capolavoro del giovanissimo regista Xavier Dolan: Mommy. Matteo Garrone (Il racconto dei racconti), Nanni Moretti (Mia madre), i fratelli Taviani (Maraviglioso Boccaccio) sono solo alcuni dei grandi registi italiani che vedremo sullo schermo del cinema nel parco. Anche i grandi film inglesi troveranno spazio nella programmazione. Lo straordinario Jimmy’s Hall del maestro Ken Loach, la trascinante, socialmente impegnata e spassosa commedia Pride, l’eccellente opera di Mike Leigh dedicata al maestro della luce Turner, con la magistrale interpretazione di Timothy Spall. www.arciferrara.org
Cinema Daturi 2015: a Piacenza lo spettacolo continua di Piero Verani Cinemaniaci
La manifestazione del cinema all’aperto di Piacenza a cura di Cinemaniaci, associazione culturale e Arci comitato provinciale di Piacenza, torna nell’estate 2015, con la sua dodicesima edizione, nonostante lo switch off del digitale. La nostra piccola rivoluzione digitale è stata possibile grazie alla sensibilità di molte persone che hanno contribuito alla campagna di crowdfunding Un proiettore per Piacenza inaugurata il 31 ottobre 2014 e chiusa con successo l’8 aprile 2015; sono stati mesi faticosi, anche perché sapevamo di dover aggiungere necessariamente degli sponsor alla quota raccolta ‘dal basso’ per raggiungere l’obiettivo di digitalizzare l’arena estiva. Ora il proiettore c’è e pure la voglia di cinema all’aperto. Il Comune ci ha concesso l’area per luglio e agosto e in questi due mesi abbiamo previsto 53 spettacoli, di cui siamo abbastanza soddisfatti. Anche se il rammarico per qualche esclusione/rinuncia c’è. In questi giorni stiamo cercando di definire alcune serate speciali e di organizzare proiezioni con l’autore, anche se non è semplice. Abbiamo selezionato Mia madre di Nanni
Moretti come film d’apertura della manifestazione, mentre chiuderemo con Woody Allen (Magic in the moonlight). In mezzo le proiezioni del secondo capitolo dei ‘vendicatori’ della Marvel e Guardiani della galassia, in abbinamento a Cinecomics, progetto tra cinema e fumetto iniziato in primavera nelle scuole. Collaborazioni con altre associazioni locali: proietteremo Re della terra selvaggia con l’associazione Arti e pensieri nell’ambito della rassegna Il Po ricorda. Invece con Radici presenteremo tre film dedicati al Sud del mondo: Black Gold, The Rice Bomber, La gabbia dorata. E poi il cinema italiano che ci sembrava meritasse spazio (Sorrentino a parte…) tra autori solidi e emergenti: Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Vergine giurata di Laura Bispuri, Il giovane favoloso di Mario Martone, il pluripremiato ai David di Donatello Anime nere di Francesco Munzi, Il nome del figlio di Francesca Archibugi, Se Dio vuole di Edoardo Falcone, Latin lover di Cristina Comencini, Hungry Hearts di Saverio Costanzo, Noi e la Giulia di Edoardo
Leo. I pesi massimi Clint Eastwood, Tim Burton, Ken Loach, Dardenne con le loro ultime opere. La fantascienza con Interstellar di Christopher Nolan. L’action con Mad Max: Fury Road di George Miller. Un giovanissimo e già acclamato regista, Xavier Dolan, con il suo Mommy, e un grande vecchio, il maestro dell’animazione Hayao Miyazaki. Non poteva mancare Birdman, il film premio Oscar del messicano Alejandro González Iñárritu. Film musicali come Whiplash. Il cinema americano indipendente con Foxcatcher e Vizio di forma. Storie vere come quelle narrate in Selma e Pride. Commedie popolari come La famiglia Bélier, Samba, È arrivata mia figlia!. Biopic, sempre più di moda: American Sniper, Jimmy’s Hall, Il giovane favoloso, The Imitation Game. Un film come Alabama Monroe: non della stagione, ma molto amato per la sua vitalità. E infine il Leone d’oro della 71ma Mostra del cinema di Venezia: Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza. www.cinemaniaci.org
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infanzia
Come è possibile contrastare il lavoro minorile in Italia? di Massimo Cortesi coordinatore Sistema educativo, infanzia e adolescenza
Purtroppo i dati che ci vengono somministrati, di anno in anno, sul lavoro minorile non ci sorprendono più e rischiano di essere l’ennesima sfilza di numeri anonimi all’interno dell’ennesimo report. Eppure sono numeri pesanti: 168 milioni di bambine e bambini, ragazze e ragazzi costretti a lavorare, di cui 98 milioni nel mondo dell’agricoltura e 85 milioni in lavori altamente rischiosi. E sono numeri pesanti anche per il nostro Paese visto, che riguardano ben 340mila minori sotto i 16 anni, il 7% della popolazione italiana tra i 7 e i 15 anni. I numeri sono importanti e vanno approfonditi, ma io vorrei soffermarmi su altri aspetti, entrare di più nella vita dei bambini e degli adolescenti, o meglio, in quella parte di vita che rischia di essere loro rubata per sempre con pesanti ricadute sul futuro. E parto da un tema che da tempo noi (come tanti altri) denunciamo e su cui cerchiamo di agire: l’abbandono scolastico. I dati della ricerca certificano di fatto che il maggior tasso di lavoro minorile si trova
nella fascia di età che segna il passaggio tra scuola primaria di secondo grado e quella superiore; in quel ‘terreno’ dove la nostra dispersione scolastica è tra le più alte d’Europa (oltre il 18%). Il primo campo su cui intervenire non può essere che questo, mettendo in atto una task force che veda la presenza di tutta la comunità. Non possiamo infatti pensare sia solo l’Istituzione Scuola che possa affrontare questo tema, o che ci siano casi isolati e virtuosi dove Scuola, genitori, istituzioni locali agiscano di concerto; deve esserci un piano nazionale che veda l’impegno
Nel mondo 168 milioni di piccoli lavoratori In Italia 28mila a rischio Come emerge dal Rapporto mondiale sul lavoro minorile 2015 dell’ILO (organizzazione Internazionale del Lavoro) sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti nel mondo costretti a lavorare, di cui 85 milioni in lavori altamente rischiosi. L’agricoltura il settore con la più alta presenza di minori – 98 milioni – ma bambini e adolescenti sono coinvolti anche in attività domestiche, nel lavoro in miniera o nelle fabbriche, spesso in condizioni di estremo pericolo e sfruttamento. Il lavoro minorile è presente anche in Italia e riguarda almeno 340mila minori sotto i 16 anni, di cui 28mila coinvolti in attività molto pericolose per la loro sicurezza, salute e ai limiti dello sfruttamento. Secondo la ricerca Game Over di Save the Children, il 7% dei minori nella fascia di età 7-15 anni in Italia è coinvolta nel
lavoro minorile. Più di 2 minori su 3 (fra 14 e 15 anni) sono maschi e circa il 7% è un minore straniero. L’11% degli adolescenti che lavorano - pari a circa 28mila - sono coinvolti nelle forme peggiori di lavoro minorile, con orari notturni o con un impegno continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, di non avere neanche un spazio minimo per il gioco e il divertimento o per il necessario riposo. Lavorano perlopiù in attività di famiglia (44,9%) mentre per ciò che riguarda i minori impiegati all’esterno del circuito familiare, i settori principali sono quello della ristorazione (43%), dell’artigianato (20%) e del lavoro in campagna (20%). E sono stati coinvolti in sfruttamento lavorativo anche molto pesante la gran parte di minori nel circuito della giustizia minorile, come emerge da un’ulteriore indagine di Save the Children.
di tutti, comprese le realtà del mondo del lavoro (datoriali e sindacali) per favorire innanzitutto la continuità del percorso di studio e poi per realizzare percorsi sicuri di formazione e inserimento lavorativo. Lavorare su questo obiettivo con ‘visione nazionale’ permetterebbe di affrontare sia altre problematiche del lavoro minorile, sia di ridurre sensibilmente l’impatto sociale che il lavoro minorile comporta. Se leggete il rapporto, se confrontate gli studi anche di altri Paesi sull’impatto sociale troverete una grande convergenza su alcuni punti di ricaduta negativa che il lavoro minorile comporta: maggiore difficoltà ad accedere da adulti ad un lavoro dignitoso e di qualità, marginalizzazione sociale con conseguente maggior rischio di entrare nel circuito dell’illegalità minorile, aumento dei problemi legati allo stato di salute, perdita definitiva di un periodo importante della propria crescita naturale e dei propri diritti al gioco, allo studio al riposo. Le altre problematiche che si possono affrontare al meglio con un piano nazionale e condiviso sono: - il rapporto con le famiglie. Avere un monitoraggio che ci faccia conoscere chi abbandona gli studi, i motivi e le cause, la famiglia può facilitare un intervento di riduzione del lavoro minorile costruendo azioni mirate e non solo generalizzate; - la costruzione di una comunità educante. Coinvolgere la comunità nel suo complesso (cittadini, associazioni, istituzioni) può facilitare percorsi di mutuo aiuto nel caso di lavoro minorile dovuto a necessità economiche, costruzione di percorsi di crescita dell’autostima e sostegno nel caso di difficoltà di apprendimento, riduzione della marginalizzazione e di fenomeni legati anche a microcriminalità; - costruzione di un rapporto etico e di qualità con il mondo del lavoro. Il mondo delle aziende deve essere coinvolto non solo come luogo di accesso appunto al lavoro e ad un reddito, ma anche come soggetto facente parte di una comunità e alle ricadute che il suo agire può avere su una comunità. Questi sono alcuni passi nodali e la nostra associazione può svolgere un ruolo importante vista anche la sua presenza nei territori e nelle comunità. Una sfida su cui vale la pena spendersi.
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società
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Giochi d’amare, si combatte anche così il gioco d’azzardo di Don Armando Zappolini presidente CNCA e campagna ‘Mettiamoci in gioco’
Quando lanciammo nel 2012 Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, ci sembrava di batterci contro i mulini a vento. Il sistema politico era assolutamente indisponibile a regolamentare davvero il gioco d’azzardo. E gli amministratori locali, specie di piccoli e medi Comuni, che provavano a limitare con le loro ordinanze lo strapotere dei concessionari dei giochi d’azzardo venivano sistematicamente condannati in Tribunale, rischiando di dover pagare anche risarcimenti pesanti. Ora, invece, il quadro è totalmente cambiato: iniziative legislative, provvedimenti a livello locale, campagne e iniziative di sensibilizzazione a livello nazionale e territoriale, un’attenzione dei media enorme, una preoccupazione diffusa nell’opinione pubblica. Il gioco d’azzardo ha avuto troppo successo. 85 miliardi di euro di fatturato annuo si spiegano con una diffusione di massa del fenomeno e, dunque, con una crescita esponenziale di rischi e pro-
blemi: un milione di persone in stato di dipendenza o a grave rischio di caderci, un’infiltrazione mafiosa consistente, un aumento del ricorso all’usura per coprire i debiti del gioco, una crescita di separazioni e divorzi causati da una crisi legata alla dipendenza dall’azzardo, una sequenza impressionante di casi di cronaca che evidenziano criticità forti. Insomma, non si può più far finta di niente. L’obiettivo principale che dobbiamo porci è l’approvazione, per la prima volta nel nostro paese, di una legge nazionale di regolamentazione del gioco d’azzardo. Una normativa che definisca una cornice di regole che non possono essere violate affinché siano limitati al massimo i rischi connessi al gioco d’azzardo: finire in uno stato di dipendenza, non trovare un servizio socio-sanitario che sia in grado di affrontare una condizione di
rischio o di vera e propria dipendenza, riciclare denaro sporco in questo settore. Peccato che il disegno di legge langua in Parlamento, dopo l’approvazione in Commissione Affari sociali. Fino ad oggi lo Stato non ha offerto quasi niente a un giocatore in stato di dipendenza. Solo da poco il gioco d’azzardo patologico, malattia riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, è entrato nei Livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti dal servizio sanitario nazionale. E nell’ultima legge di stabilità, per la prima volta, sono stati stanziati 50 milioni di euro per interventi sul gioco d’azzardo, prendendoli però da un fondo sanità già pesantemente ridotto nel corso degli anni. Insomma, c’è ancora tanto da fare. Noi ci stiamo provando in tanti modi. Anche organizzando una grande festa al lungomare Amerigo Vespucci 144 di Ostia, mercoledì 24 giugno, nella spiaggia libera SPQR. Dalle ore 10.30 bambini e ragazzi potranno fare tanti giochi. Alle ore 18 aperitivo e poi, dalle 20,
i concerti di A Santa Duo di Alessio Bondì & Nega Lucas e Reggae Circus di Adriano Bono. Ci sono tanti modi per divertirsi senza ricorrere alle slot o al bingo. www.mettiamociingioco.org
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daiterritori
America latina tra utopia e realtà Due giorni di approfondimento dal continente latinoamericano Il 19 e 20 giugno, al circolo di San Bartolo a Cintoia, si svolgerà il seminario promosso da Arci Toscana America Latina, tra utopia e realtà - Analisi, cultura e nuove solidarietà dal continente latinoamericano. Due giorni interamente dedicati al continente dell’America Latina, al laboratorio di idee che ancora oggi rappresenta, per discutere di cooperazione e di solidarietà, della storia di questa terra, ma anche e soprattutto del suo presente e del suo futuro. Il tutto sarà facilitato dalla presenza di molti ospiti illustri, appartenenti alla società civile, intellettuali e rappresentanti diplomatici, che racconteranno la propria esperienza come base per costruire un ragionamento più ampio che vada a delineare quello che sarà per l’Arci, e per chi vorrà condividere questo percorso, il rinnovato impegno verso il continente latinoamericano. Saranno tanti ed illustri gli ospiti che si susseguiranno nei due giorni; tra questi ricordiamo coloro che parteciperanno alla giornata di sabato, a partire da Geraldina Colotti, giornalista del quotidiano il manifesto e curatrice dell’edizione italiana di Le Monde diplomatique, gli economisti sudamericani Pablo Davalos
e Rodrigo Rivas, il medico psichiatra Ugo Zamburru, fondatore del circolo Arci Caffè Basaglia di Torino e da molti anni impegnato in varie campagne in America Latina, fino ad Aldo Zanchetta, già coordinatore fra il 1998 e il 2006 della Scuola per la Pace della Provincia di Lucca. Il ricco programma della due giorni inizierà venerdì mattina, 19 giugno, con la tavola rotonda di apertura Strategie e priorità nelle relazioni con l’America Latina di oggi, aperta alle associazioni e alla società civile che ha in atto progetti
Raccontami della tua terra, gli incontri per incontrare! Arci Lecce organizza Raccontami della tua terra, una serie di incontri con i ragazzi del Movimento Sem Terra - Brasile, in collaborazione con Club Gallery, Arci Miele e tante altre realtà del territorio, testimoni del cambiamento in agricoltura. Tre giorni di campi, storie, musica e socialità, tra scambi di idee ed esperienze della nuova agricoltura, canti e improvvisazioni d’arte, cene sociali. Il 23 e 24 giugno appuntamento a Fondo Cafazza (Cutrofiano), dove, tra le altre cose, ci sarà la Lezione alla pari: dopo un primo momento di racconto delle esperienze presenti, l’incontro si affaccerà sul tema della sovranità alimentare, del mancato diritto alla terra e della ‘nuova’ lotta per essa. Si parlerà anche di nuove tecniche di comunicazione e piattaforme di azionariato in web (crowdfunding).
Il 27 giugno ci si sposta alla Masseria Miele, circolo Arci, a Lecce: dopo la visita all’Orto Comune di Masseria Miele, alle 21 ci sarà la presentazione degli ospiti del Movimento Sem Terra e del progetto Sfruttazero e l’intervento su Diritto alla terra e migrazione a cura di Anna Caputo, presidente Arci Lecce). Il Movimento Sem Terra è un movimento contadino nato nel 1984, dalle occupazioni di terra nel sud del Brasile, oggi presente in 24 stati del paese e in grado di coinvolgere un milione e mezzo di persone. Grazie alle sue lotte, 350mila famiglie hanno conquistato la terra, mentre 150mila stanno lottando negli accampamenti. Centrale nel MST è il vincolo con la propria base: «Siamo un’organizzazione politica e sociale delle masse non un gruppo ben preparato che pensa di risolvere da solo il problema della riforma agraria».
di cooperazione e solidarietà internazionale con l’America Latina. Dalle 14 quindi si apriranno ufficialmente i lavori con la registrazione dei partecipanti e l’introduzione al seminario a cura di Arci Toscana sugli obiettivi dell’incontro e dell’iniziativa. In chiusura della prima giornata di discussione sarà organizzata una cena sociale di raccolta fondi per la costruzione della nuova casa della cultura di Santa Fé a Cuba e a seguire, dalle 21:30 concerto di Cesar Martignon and The MamboKids Latin Band. Il giorno successivo (sabato 20 giugno) i lavori si apriranno fin dal mattino con i saluti di Francesca Chiavacci, Presidente nazionale Arci, e gli interventi di Alba Soto Pimentel, Ambasciatrice di Cuba in Italia e di Julian Isaias Rodriguez Diaz, Ambasciatore del Venezuela in Italia. Nel pomeriggio quindi spazio ai vari interventi degli ospiti annunciati con i quali si parlerà di società civile in America Latina, dei movimenti sociali popolari ed il loro ruolo nel continente sudamericano e dei legami che si sono creati tra organizzazioni, movimenti, associazioni latinoamericane e italiane nel corso degli anni. In un momento in cui l’Europa è attanagliata da una crisi di pensiero, ancor prima che economica, viene naturale rivolgere lo sguardo di nuovo a questa regione, per trarre ispirazione politica più che per portarvi modelli e linee di pensiero, come accaduto in passato. Questi sono solo alcuni dei buoni motivi per partecipare al seminario del 19 e 20 giugno, promosso dall’Arci Toscana al circolo di San Bartolo a Cintoia. La partecipazione al seminario è gratuita. www.arcitoscana.it
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Più consapevolezza e denuncia in caso di maltrattamento, ma la strada è ancora lunga di Ornella Pucci coordinatrice Politiche di genere
A causa dei risultati elettorali e delle grida all’emergenza immigrati, rischia di passare in secondo piano, o peggio inosservata la presentazione fatta il 5 giugno della ricerca statistica Istat su La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia commissionata dal Dipartimento delle Pari Opportunità. I dati presentati prendono in considerazione gli ultimi cinque anni sino al 2014. Purtroppo confermano che una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, in Italia ma anche all’estero, e non c’è molta differenza se la donna è italiana o migrante, comunque il 31% la subisce, ovvero quasi 7 milioni di donne (esattamente 6milioni 788mila). Malgrado le paure alimentate dai razzisti di turno, la violenza più grave ti aspetta dentro casa, infatti viene inflitta alle donne proprio dai partner, dagli ex, dai parenti e/o amici di famiglia per oltre il 62%. Il dato più importante rileva una maggiore consapevolezza delle donne nel riconoscere e reagire alla condizione di
maltrattamento che stanno vivendo (lo considera reato il 29,6% oggi, 14,3% nel 2006). Vi è un aumento delle denunce (11,8% oggi, 6,7% ieri). C’è meno vergogna a parlarne con qualcuno e si cerca, di più rispetto al passato, aiuto in servizi pubblici e specializzati come i centri antiviolenza, ciò grazie al continuo lavoro di informazione e sensibilizzazione fatto dalle organizzazioni di donne e Ong a sostegno dei diritti umani, sul territorio e nell’opinione pubblica. Interessante rilevare che la violenza tra le giovani donne è in diminuzione, ovvero le giovani sono maggiormente capaci di reagire e fermare la violenza prima che degeneri. Ci piacerebbe pensare che le nuove generazioni (donne e uomini) stiano cambiando e che il modello di relazione tra loro si stia bilanciando anche nella gestione dei conflitti, che il metodo non violento si stia sostituendo a quello patriarcale. Per analizzare questa ipotesi, forse un po’ troppo ottimista, bisognerebbe incrociarla con la rilevazione dell’Istat sugli stereotipi. Altro aspetto importante è la violenza
il libro
Terre di guerre e viaggi di pace
Con lo zaino in spalla nei paesi insanguinati della Slavia del Sud di Giacomo Scotti | Collana Fuorilinea Con questo libro ritorniamo alla sanguinosa guerra (1991-1995) che portò alla disgregazione della Federazione socialista jugoslava che, nata dalla guerra di liberazione dal nazismo e dal fascismo, teneva insieme le più varie etnie, lingue e religioni. Lo facciamo con Giacomo Scotti che per tutti gli anni della guerra, ma anche per oltre un decennio nel dopoguerra, si mosse da Napoli e da altre città italiane almeno due volte al mese per raggiungere la Croazia, la Bosnia-Erzegovina, poi anche la Serbia fino al Kosovo, per svolgere le ‘missioni’ umanitarie e di pace e, per non sperperare il tempo, svolse pure un intenso lavoro di corrispondente di guerra per vari giornali. Dalle pagine del suo diario riaffiora la storia di quel conflitto: i leader, Slobodan Miloševic, Alija Izetbegovic, Franjo Tudjman e il suo partito Hdz; ma anche gli eredi degli ustascia che fondando movimenti di estrema destra e assumendo posti di comando condizionarono con la loro ideologia la neonata Repubblica croata; la politica della ‘pulizia etnica’ con le criminali operazioni Tempesta e Lampo in Krajina, ma anche le efferatezze compiute dai cetnici serbi a Vukovar e altrove in Croazia e quelle contro le popolazioni croate di etnia serba, l’orrendo eccidio dei mussulmani a Srebrenica; l’attività del Tribunale internazionale dell’Aja contro coloro che furono e sono tuttora accusati di crimini di guerra - eroi in patria - autori di eccidi, devastazioni, stupri. Alcuni sono stati definitivamente condannati, altri attendono la sentenza, qualcuno è morto in carcere, qualche altro ne è uscito assolto dai giudici, ma non dalle vittime.
vissuta direttamente dai figli delle donne che subiscono maltrattamenti in casa (65,2% oggi, 60,3% ieri). Un bambino o bambina che vive oggi situazioni di violenza in casa domani sarà molto più probabilmente capace di trasmettere e replicare nella sua vita quotidiana a scuola, nelle amicizie, a lavoro, in una relazione affettiva tali comportamenti, sia come vittima che come carnefice. Quindi interrompere questo ciclo di violenza oggi è fondamentale per non trasferirla nel futuro. Il Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere del governo, sul quale è iniziato un confronto con gli operatori e le associazioni che sul territorio da anni sono impegnati su questo fronte, è totalmente inadeguato e c’è da augurarsi che venga integrato e rafforzato. Lo hanno sottolineato tutte le associazioni attive sul tema, ora la differenza la devono fare le politiche del governo, delle regioni, delle aree metropolitane e dei comuni perché loro è la responsabilità di garantire i diritti a tutte e tutti, come richiesto dalla Convenzione di Istanbul.
arcireport n. 22 | 18 giugno 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 20 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
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