arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 24 | 3 luglio 2015 | www.arci.it | report @arci.it
A fianco del popolo greco. Contro l’austerità. Per la democrazia di Francesca Chiavacci Presidente nazionale Arci
La nostra battaglia è per la trasformazione dello spazio comune europeo in un luogo dove democrazia e solidarietà prevalgano sulle volontà del mercato, della tecnocrazia e sulle politiche di austerity che hanno approfondito le disuguaglianze nel Vecchio Continente. Noi pensiamo che l’Unione Europea sia da troppo tempo, come la nostra Presidente onoraria Luciana Castellina ha scritto su il manifesto, un «pezzo di mercato», incapace di vedersi come «una scelta, un modello di produzione e di consumo diversi, una rivisitazione positiva di una comune tradizione». Per questo, la vicenda greca è una questione democratica e ci sbatte in faccia per l’ennesima volta quanto siano fondate le ragioni dell’urgenza del ritorno al primato di una politica non subalterna. In questo contesto, l’indizione del referendum voluta dal governo greco sembra aver raggiunto, nella drammaticità della scelta e delle conseguenze, un primo risultato, ovvero quello di mettere in risalto uno dei punti più deboli, se non ‘il’ punto debole, di una gestione del governo dell’UE eccessivamente e ostinatamente parziale, bloccata su un unico modo di vedere l’economia e le
relazioni con la finanza. Quella decisione, anche se può apparire come un atto di deresponsabilizzazione da parte di chi invece ha il compito di assumersi l’onere delle scelte, ha rotto almeno l’ampolla di vetro che per decenni ha reso le scelte compiute dalle istituzioni europee intoccabili, come se fossero terze per definizione e dunque non assoggettabili a discussioni. Ha svelato il pesante tentativo di ingerenza negli affari interni della Grecia, e cioè quello di cercare interlocutori nuovi attraverso un cambio della compagine del governo di Atene. La rappresentazione più autentica di questa rottura è stato il momento in cui Juncker ha invitato i cittadini ellenici a votare ‘si’ nel referendum di domenica: per la prima volta, un capo della Commissione UE si rivolge direttamente e in modo plateale ai cittadini di un Stato membro. Anche il tentativo di trasformare la consultazione referendaria in una scelta tra permanenza nell’Unione o Grexit, e, peggio, tra euro e dracma, rende manifesta la crisi di nervi che il referendum ha scatenato tra i vertici dell’eurogruppo. Di sicuro porre un aut-aut è un’arma mediaticamente potente per influenzare la scelta
nelle urne, ma in questo caso può rivelarsi un boomerang. I falchi dell’austerity potranno anche desiderare di liberarsi di un’economia debole, per giunta guidata da un governo non amico, ma, citando la stessa Merkel, «se fallisce l’euro, fallisce l’Europa». E, quindi, a chi giova abbandonare la Grecia? Tra le tante analisi pubblicate in questi giorni, Nadia Urbinati scrive: «Il referendum greco ha posto un problema all’Europa, un problema che deve essere risolto in e con l’Europa: quello di un modo diverso di affrontare le politiche del debito, cioé con politiche di risanamento e di crescita, non di punizione. Così è stato in Europa dopo la distruzione lasciata dalla guerra, così dovrebbe essere oggi dopo la distruzione lasciata da questa crisi economica». Ecco, ribadendo che il sogno di una vera Europa unita è anche il nostro e che non è pensabile che qualcuno, da qualsiasi parte provenga, si auguri che la Grecia esca dall’Unione Europea, il ricorso, in questo tragico confronto, a uno strumento democratico non deve essere visto come un redde rationem di matrice populista. Lo dobbiamo alla verità, ai cittadini ellenici piegati dalla crisi e dall’austerity, lo dobbiamo a noi stessi. Lo dobbiamo anche al tentativo di dare più forza a tutti i filoni di pensiero democratico e progressista, perchè si avvii una riflessione nuova, capace di alzare la voce e proporre un’alternativa concreta al dogma dell’austerità.
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grecia
Per un’Europa fondata sui valori della democrazia e della solidarietà Il comunicato dell’Arci Da troppo tempo il progetto dell’Europa unita resta schiacciato su uno schema in cui la politica soggiace alle ragioni della tecnocrazia e della finanza. Di fronte alla resistenza del governo greco, questo schema ha generato un cortocircuito che non solo rischia di abbattersi sui cittadini ellenici ma mette in pericolo le basi che fondano il progetto dell’Europa unita. Per questo pensiamo che in queste ore drammatiche stiamo assistendo ad una crisi che travalica il conflitto tra Grecia e vertici Ue. In realtà, si contrappongono, come non mai, due visioni di Europa. Una ostinatamente perseverante in politiche di austerity che hanno aumentato disuguaglianze e compresso i diritti. Un’altra invece che guarda al primato della politica e della pratica della democrazia e della solidarietà. La possibilità che avrà domenica prossima il popolo greco di esprimersi sulla proposta dell’ex trojka rappresenta un sussulto di dignità, sovranità, democrazia, in questo buio passaggio della storia dell’Unione europea. Potrà rappresentare un’altra visione dell’Europa unita, quella secondo cui al centro ci sono i popoli e la democrazia. Raccogliamo l’invito di tante organizzazioni sociali europee per l’organizzazione
di una settimana straordinaria di mobilitazione, invitiamo i nostri soci e tutti i cittadini a sottoscrivere la petizione che pubblichiamo di seguito dal titolo No all’austerità. Sì alla democrazia! Attivisti di sindacati, organizzazioni e movimenti sociali, forze politiche di tutta Europa ci siamo incontrati ad Atene in un momento carico di responsabilità e significato storico. L’Europa è a un bivio. Non stanno solo cercando di distruggere la Grecia, stanno cercando di distruggere tutti e tutte noi. È il momento di alzare la nostra voce contro i ricatti delle oligarchie europee. Domenica prossima il popolo greco potrà decidere di rifiutare il ricatto dell’austerità votando per la dignità, con la speranza di un’altra Europa. Il momento storico impone a ciascuno in Europa di schierarsi. Diciamo no all’austerità, ad ulteriori tagli alle pensioni, ad altri aumenti delle imposte indirette. Diciamo no alla povertà e ai privilegi. Diciamo no ai ricatti e alla demolizione dei diritti sociali. Diciamo no alla paura e alla distruzione della democrazia. Diciamo insieme sì alla dignità, alla sovranità, alla democrazia e alla solidarietà con il popolo greco.
Ma questa non è una questione tra la Grecia e l’Europa. Riguarda due visioni contrapposte di Europa: la nostra Europa solidale e democratica, costruita dal basso e senza confini. E la loro versione che nega la giustizia sociale, la democrazia, la protezione dei più deboli, la tassazione dei ricchi. Basta! È troppo! Un’Altra Europa è possibile ed è davvero necessaria. Costruiamo un forte OXI, un chiaro no europeo e partecipiamo al nostro referendum, on line e fisicamente nelle piazze di tutta Europa. On line, si firma qui: www.change4all.eu In questo momento storico, facciamo appello al popolo europeo, ai sindacati, alle forze politiche, alle organizzazioni e movimenti sociali a esprimere il loro NO visibile alla austerità venerdì 3 luglio in tutta Europa. Troviamo il nostro modo per dire NO in tutte le lingue d’Europa! Troviamo il nostro modo per dire OXI! Domenica sarà un giorno decisivo per l’Europa. Per noi, popolo europeo. Per i nostri sogni, per le nostre speranze. Ma non dobbiamo dimenticare che non sarà l’ultimo nella strada della lotta comune per un’altra Europa, fatta dalle persone e al loro servizio. Continueremo a difendere la democrazia.
Con la Grecia, per la democrazia e la giustizia sociale Il messaggio del Forum Civico Europeo Durante l’ultimo decennio, la fiducia popolare nel progetto europeo è crollata, insieme alla diminuzione dei livelli di vita e all’aumento della povertà per larghi strati della popolazione. Le risposte istituzionali alla crisi finanziaria ed economica, basate sulla austerità per la classe media e povera, hanno aumentato le ineguaglianze, limitato la solidarietà e negato il primato dell’accesso effettivo ai diritti umani. In Grecia, cinque anni di austerità hanno esposto una larga parte della popolazione alla povertà e a un alto livello di esclusione sociale per colpa della disoccupazione, del taglio dei redditi e della negazione all’accesso ai diritti di base come la sanità, l’educazione e la casa. In questo contesto, è allarmante vedere che la democrazia è diventata un concetto vuoto di contenuti per i leader europei, che trattano come radicale la possibilità
data al popolo greco di decidere del loro futuro, come si evince dalla dichiarazione di ‘tradimento’ rivolta al governo greco dal presidente della Commissione Europea riferendosi alla rottura dei negoziati. È davvero intollerabile che Juncker, il quale pretende di parlare sulla base di un mandato politico, faccia la lezione al popolo greco, e tratti la loro aspirazione democratica alla dignità come ‘egoismo nazionale’ e ‘suicida’. Stiamo vivendo un momento cruciale per l’Unione Europea. Che significa uguaglianza e solidarietà quando l’Europa affronta così la situazione finanziaria in Grecia e la situazione
sociale delle persone che lì vivono? Che significa solidarietà quando l’Europa affronta le conseguenze delle migrazioni dai paesi colpiti dalla guerra, dalla povertà e dalla dittatura? Che significa il progetto europeo quando i leader europei stanno chiaramente affrontando queste questioni contro i valori e gli obiettivi di quel progetto? In questo contesto turbolento, è difficile affrontare tutte le situazioni con un approccio monolitico. Il Governo greco ha preso una decisione: chiedere al proprio popolo di votare sulle misure richieste dalle istituzioni per concedere i fondi di cui il governo greco ha bisogno per ripagare il debito. Per noi, cittadini europei, questo voto è sulla democrazia, sulla uguaglianza, sulla solidarietà. Questo non è un conflitto fra Grecia ed Europa. È in gioco il nostro comune futuro! Stiamo dalla parte della Grecia!
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migranti
Italia vs Ue sull’immigrazione. Vinca il peggiore! di Filippo Miraglia vicepresidente nazionale Arci
«Vinca il peggiore!». Questo potrebbe essere il commento al match tra Italia e UE a chi si sottrae di più alle proprie responsabilità sull’immigrazione. Il governo italiano si ispira al principio per cui i richiedenti asilo si accolgono mentre i cosiddetti migranti economici andrebbero espulsi e rimpatriati. Ciò avverrebbe attraverso una sorta di ‘accoglienza differenziata’ fra Nord e Sud del nostro paese. Infatti sparirebbero i centri di primo soccorso e di accoglienza. Al loro posto vi sarebbero degli hotspot, 5 o 6, che si apriranno nelle regioni mediterranee, quindi in Sicilia, in Calabria, in Puglia e forse anche in Campania. Dove più frequenti sono stati gli sbarchi e le tragedie che hanno portato alla morte migliaia di persone. Dopo 48 ore di permanenza, quando le misure di prima accoglienza verranno praticate solo se possibili, i migranti verranno spostati negli hub, ovvero grandi centri di smistamento, divisi in ‘chiusi’ e ‘aperti’. Qui avverrà la suddivisione tra chi ha diritto all’accoglienza e chi no. Questi ultimi, gli ‘irregolari’ finiranno nei vecchi Cie, pronti per l’espulsione. Gli altri verranno ‘accolti’ negli hub aperti e nello Sprar, il sistema di ‘protezione’ dei richiedenti asilo e dei rifugiati affidato all’Anci. Le strutture aperte saranno situate al Nord, quelle chiuse e che fungono da rampe di lancio per l’espulsione al Sud. Ovvero
i ‘buoni’ nel Nord del paese, i ‘cattivi’ nel Meridione. Difficile immaginare un sistema più perverso, in cui si fonde la vecchia questione meridionale nostrana con il nuovo razzismo nei confronti dei migranti. In questo sistema ogni diritto viene travolto. Alla procedura prevista per legge, che delega alle Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato la decisione, sulla base di elementi seri e concreti, si sostituisce una non meglio precisata divisione tra possibili richiedenti asilo e non, basata non si sa su quali criteri (forse la supposta provenienza da paesi ritenuti più o meno sicuri). Si introduce così un elemento di discrezionalità contrario a ogni legge e a ogni convenzione internazionale. Si fa peraltro finta di non sapere che anche per ricerca di lavoro, oltre che per richiesta d’asilo, non c’è alcun canale d’ingresso legale previsto dalla legge. Che se una persona, qualunque siano le sue ragioni, vuol arrivare in Italia, ha solo la scelta degli scafisti, imposta dalle politiche di chiusura adottate dai governi europei. Come si vede Renzi ha poco da alzare la voce in sede Ue, dove peraltro non fanno meglio. Le conclusioni del Consiglio europeo sono davvero umilianti e vergognose. Si è litigato, con i paesi dell’Est nel ruolo dei più intransigenti, su 40mila rifugiati già presenti in Europa da ridistribuire in due anni tra i diversi paesi
europei. Cifre indecenti, soprattutto se si tiene conto che secondo l’Unhcr più di 100mila persone sono giunte in Europa dall’inizio dell’anno considerando solo quelle che hanno battuto la via mediterranea. Contemporaneamente la Ue mantiene la missione di pattugliamento e di respingimento dei barconi, salvo l’obbligo del salvataggio in mare che anche le navi militari devono operare. Inoltre le procedure di espulsione vengono rafforzate tramite accordi con paesi retti da dittature o nei quali è ancora in corso un conflitto sanguinoso. Il Consiglio europeo dimostra ancora una volta di essere del tutto prigioniero della logica dell’Europa come fortezza. Mentre il governo italiano strizza l’occhio alle pulsioni xenofobe e razziste che attraversano il nostro paese, alimentate dai governatori delle regioni in mano alla lega, con la risposta dell’accoglienza differenziata tra nord e sud. D’altro canto non è un mistero per nessuno che gran parte della campagna elettorale per le regionali si sia giocata proprio sulla questione dell’accoglienza dei migranti. Oggi più di prima dovrebbe essere chiaro a tutti che questa dell’immigrazione è una questione determinante per il futuro e l’identità dell’Europa e rappresenta una delle discriminati più evidenti tra la destra e la sinistra in ogni paese e nel nostro continente.
Ventimiglia, 23 giorni di emergenza umanitaria e storie di solidarietà di Matteo Lupi Arci Imperia
Ventimiglia, città di solidarietà, vive da 23 giorni un’emergenza che assume sempre di più il profilo di un grande paradigma del fallimento delle politiche di accoglienza europee. Cento migranti sugli scogli, provenienti da Sudan, Mali, Eritrea e Somalia, 250 (incluse decine di donne ed una decina di bambini) in stazione chiedono di ottenere il riconoscimento della libera circolazione ed assistono impotenti al rimpallo di responsabilità delle nazioni. Si sono spente le luci del circo mediatico sulla frontiera, non ha mai subito contraccolpi invece lo sforzo del giovane Sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, di coordinare il primo intervento, richiamando alle loro responsabilità gli
enti competenti. L’Arci resta in prima linea, sul piano politico e su quello del primo intervento: mediatori culturali e compagni dei circoli imperiesi da tre settimane sono impegnati a fornire assistenza ai migranti. Ancora oggi una delegazione di Arci Cremona ha raggiunto Ventimiglia per fornire indumenti e viveri per la prima assistenza. A Ventimiglia i rappresentanti delle associazioni, i membri del coordinamento antirazzista e il comitato No borders sono quotidianamente presenti nei luoghi simbolo dell’emergenza: la frontiera di Ponte San Ludovico e la piazza della stazione. Centinaia di migranti attendono risposte: non è
più sufficiente l’assistenza garantita dalla Croce Rossa e dalla Caritas, con il sostegno spontaneo e commovente di cittadini ed organizzazioni sociali del territorio. Si rende necessaria la convocazione urgente del Consiglio permanente dell’Immigrazione. Crediamo altresì che le istituzioni politiche regionali, nazionali ed europee non possano sottrarsi alle loro responsabilità civili e umanitarie nei confronti di centinaia di giovani che, oltre alla prima assistenza, hanno necessità di conoscere il loro futuro. Il coordinamento, guidato da Arci Imperia, offre assistenza legale, consulenze e mediatori culturali per favorire una migliore e più adeguata gestione della crisi.
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arcireport n. 24 | 3 luglio 2015
Cinema sotto le stelle con Arci Valdera di Maria Chiara Panesi presidente Arci Valdera
«E quindi uscimmo a riveder le stelle» diceva Dante abbandonando l’Inferno. E anche quest’anno la bellezza del cielo stellato sarà il felice diversivo per tutti gli amanti del cinema, presso l’arena in Piazza Tom Benetollo in cui Arci Valdera invita a rifuggire la calura, una sorta di ‘palazzo d’estate’ del cineclub Agorà. Torna il Cinema sotto le stelle, con un programma che abbraccia tutta la stagione estiva, oltre 50 film dal 1° luglio al 6 settembre, tutte le sere per oltre due mesi di programmazione. Una vera maratona cinematografica che non ha eguali in provincia di Pisa, è la volontà di investire in cultura, in socialità e comunità, è una bella alternativa allo starsene a casa garantita anche a tutti coloro che d’estate non abbandoneranno la città, a prezzi popolarissimi. Stagione estiva piena di stelle nel cielo dunque, ma anche e soprattutto sul grande schermo, con la consueta programmazione ‘pop’ - leggi popular - che Arci Valdera da sempre garantisce nei mesi caldi. Ci saranno quindi, nel programma,
tanti film direttamente da Hollywood e dalla notte degli oscar, con tutti i film maggiormente premiati ai festival, da American Sniper a Foxcatcher, da La teoria del tutto a Birdman passando per Fury e Boyhood solo per citarne alcuni. Questo non impedirà di dare spazio anche ai grandi titoli italiani di quest’anno, compresi quelli che, malgrado il magro bottino di Cannes, hanno stimolato il pubblico italiano ed hanno avuto un’ottima risposta dalla critica, da Mia Madre di Nanni Moretti a Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e Youth - la Giovinezza di Paolo Sorrentino. Nel programma qualche piccolo gioiello a cui teniamo molto come Il sale della terra, il documentario che racconta la poesia della fotografia di Salgado e Si alza il vento, l’ultimo capolavoro di Miyazaki che è uscito in sala soltanto come film evento. A richiesta del pubblico abbiamo inserito anche qualche grosso titolo da boxoffice, in modo da riuscire a comporre un programma variegato che riesca ad andare incontro alle richieste di tutti.
Una lunga e calda estate dunque di cinema sotto le stelle, con una novità all’arena ed una buona dose di dovuti scongiuri. Il maltempo dell’anno scorso e lo schermo distrutto dalla grandine furono un duro colpo, con un danno economico sensibile per noi, che non siamo riusciti a godere dei finanziamenti regionali per le calamità naturali, ma non ci facciamo certo intimorire: siamo testardi e proseguiamo! Riapriamo allora quest’anno con uno schermo panoramico nuovo di zecca, di un bianco abbagliante, in un’arena che negli anni si è sviluppata ed è cresciuta con noi diventando un posto piacevole, fresco e attrezzato con attrezzature ed impianti di ottima qualità. Tanto è l’entusiasmo dei nostri volontari, senza i quali poco o nulla sarebbe possibile, un gruppo affiatato che segue l’attività cinematografica del Circolo Cinematografico in inverno e si trasferisce per la stagione estiva in Piazza Tom Benetollo. Fb Arci Valdera
Luci delle città di Serena Lanzotti Consiglio nazionale Ucca
Si sono accesi i proiettori delle arene estive allestite nei parchi e nelle piazze di Modena e provincia, dalla pianura fino alla zona pedecollinare. Volute e sostenute economicamente dalle amministrazioni comunali, in collaborazione con Arci Modena, e con i circoli del territorio, le programmazioni hanno dedicato un ampio spazio ai film per famiglie e all’animazione per ragazzi. Accanto a questi, tra i quali ricordiamo Si alza il vento, Shaun, Mommy, ci saranno anche proiezioni del calibro di Birdman e Jimmy’s hall. L’idea è quella di un cinema popolare e l’ingresso è a prezzo contenuto oppure gratuito. Per proiettare vengono utilizzati i dvd, perché l’utilizzo del Dcp, per chi non ha provveduto all’acquisto del proiettore digitale, è ancora troppo dispendioso e penalizzante per la programmazione, a causa del formato e della disponibilità delle liberatorie. Unica eccezione il SuperCinema Estivo di Modena, che con le sue 800 sedute e il suo nuovo
proiettore digitale si connota tra le più grandi arene dell’Emilia Romagna, e che da più di vent’anni allieta le serate dei cittadini modenesi con un’ampia e diversificata programmazione che mette in campo sia i film italiani del progetto ministeriale Accadde domani, sia in lingua originale che i best seller
dell’ultima stagione e, ad agosto, anche quattro prime visioni in diretta da Cannes. Insomma: Modena, Castelvetro, Castelnuovo, Finale Emilia, Formigine e Vignola sono la nostra ‘costellazione cinema’.
www.arcimodena.org Fb SuperCinema Estivo Modena
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carovanaantimafie
arcireport n. 24 | 3 luglio 2015
Si chiude a Bruxelles il progetto Cartt di Alessandro Cobianchi coordinatore Carovana Antimafie
Il 30 giugno, a Bruxelles, si è chiuso il progetto Cartt che, di fatto, intreccia due edizioni della Carovana Internazionale Antimafie, quella del 2014 e quella del 2015, quasi un passaggio di testimone fra un viaggio che termina e un altro che inizia. Ci troviamo in una fabbrica dismessa, The egg, nei pressi della Gare du Midi, rivalutata come centro congressi e sede di enti che si occupano di innovazione. Si tratta di uno spazio comunale molto interessante ma leggermente decentrato rispetto al Parlamento Europeo, dove si sarebbe dovuto tenere il nostro incontro se non ci fosse stato un disguido. È una casualità, ma si trasforma in metafora: il tema di Cartt, quello della lotta alle nuove schiavitù, nonostante gli sforzi, proprio come questa straordinaria struttura che ci ospita, resta ancora decentrato rispetto alle agende politiche di molti Stati europei e della stessa Unione. Sono presenti i partner del progetto con l’Arci capofila. Il dibattito, libero da formalità, analizza con attenzione
i fenomeni di ciascun Paese coinvolto. Tutto questo si è intrecciato con il resoconto di 18 mesi di incontri e scambi. Ligue, Initjiamed, Parada, Libera e Arci sembrano davvero aver trovato un filo comune che, tramite i workshop e le tappe di Carovana, ci ha permesso non solo di leggere i fenomeni della tratta ma di costruire un metodo comune che sarà utile anche in futuro. L’handbook prodotto e che presto sarà presentato in Italia, lo dimostra. Il campo realizzato a Rosarno ai primi di giugno ha dato un contributo a questa chiusura, perché c’è stato il tempo della sintesi e del confronto. Diversi partner hanno raccontato quanto il progetto Cartt sia stato importante per sollecitare una maggiore attenzione al tema della tratta. In particolare maltesi e francesi hanno rilevato come, anche attraverso il metodo di Carovana, si siano potuti introdurre elementi di novità nella discussione dei partner e del contesto più ampio del Paese in cui operano. L’educazione non formale è stato uno dei punti di forza
del progetto. L’intervento di Parada è servito a chiarire che possono esservi le stesse modalità di azione quando i contesti sono simili seppur in aree geografiche differenti. Negli interventi di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, e di Antonella Micele, vicepresidente di Avviso pubblico, c’è la proposta: associazioni, sindacati ed enti locali possono svolgere un ruolo fondamentale, e non solo in termini di sensibilizzazione. Devono essere capaci di divenire reti, reali e coese, quindi efficaci, a partire dallo scambio delle esperienze e delle buone pratiche. Per rafforzare le politiche di lotta alla tratta si deve innalzare il livello dei diritti in tutta Europa e ridare forza alla politica perché, se questa è debole, le prime a beneficiarne sono proprio le organizzazioni criminali. Le attività di questi mesi ci lasciano un’eredità complessa, che meriterà una più attenta valutazione. Intanto una prima risposta arriva dai saluti fra i partecipanti, nessun addio ma tanti arrivederci.
Le tappe toscane di Carovana di Dario Pruiti carovaniere
Da 21 anni gira una febbre tipica all’interno dell’Arci: la febbre del carovaniere, una bulimia affettiva che altera le abitudini e ti precipita su un furgone in giro per l’Italia e l’Europa tra circoli Arci, stazioni di servizio, presidi di giustizia sociale e stanchezza rinfrancante. Non è semplice accettare il rischio fisico di guidare o stare su un furgone per strade ed autostrade invase da tir e Nuvolari inesperti, saltare pasti, sonno, lavoro, affetti e rimanere in balia di naturali imprevisti. Non sempre è facile trovarne dei caro-
vanieri. Michele e Marzia, ad esempio, prima di ‘agganciare’ me e Rudi rispettivamente a Poggibonsi e Roma, hanno dovuto ri-verificare il funzionamento del furgone con un pit stop tecnico lungo quasi quanto l’Italia. Poi, miracolosamente, le tessere del puzzle si ricompongono e le tappe toscane della Carovana Antimafie 2015 possono partire. Il 26 giugno Fausto Sestini ci aspetta appena fuori San Gimignano, vicino la porta di San Giovanni.
Uno dice: ma se il tema della Carovana sono le Periferie al centro, che ci facciamo in un luogo splendido, antico e valorizzato come questo? La ragione si chiama Circomondo Festival, copromosso da Carretera Central insieme ad Arci Siena. Un festival di giovani artisti che si sono formati attraverso l’esperienza del Circo Sociale in tutto il mondo che non conta, quello violentato dalla finanza guerrafondaia e dalle mafie. Per l’occasione al furgone della Carovana è concesso il privilegio di sostare ed allestire la mostra in piazza Duomo. Qui la Carovana ha incrociato le parole dei ragazzi afghani, brasiliani, valenziani, napoletani che fanno del gioco circense una potentissima arma di emancipazione sociale. Ci hanno consegnato il segreto autentico che li porta al riscatto sociale attraverso continua a pagina 6
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segue da pagina 5
il gioco, l’allenamento e Gramsci! Sì, perché da lì a poco, quando nell’Aula consiliare Circomondo e Carovana hanno incontrato il Prefetto e le istituzioni, Giovanni (nome di fantasia), artista, ragazzo nato e cresciuto in un quartiere di Napoli tra camorra, violenza e diritti negati scandisce a chiare lettere che la sua scelta nasce dalla consapevolezza di non voler essere quel «peso morto della Storia» che opprime chi da sempre è ai margini, sfruttato e vilipeso. Prima di fare festa, durante la parata notturna del Circo, abbiamo capito perché la Carovana era lì, ad incrociare i partigiani da tutte le periferie del mondo, dalla Spagna al Brasile, dalla Palestina all’Africa, dai giocolieri ai clown (persino quelli degli ospedali ed anche un clown della Lazio che si chiama Simone e che ho l’obbligo
di ricordare). Il giorno dopo (27 giugno), ci siamo precipitati a Firenze, nel quartiere le Piagge, al centro di un mercatino prossimo alla comunità inventata da Alessandro Santoro. In questa periferia siamo stati travolti da un’umanità organizzata e ci siamo ‘fatti compagni’ per capire meglio i problemi della ludopatia (facile fonte di lucro per le mafie), dello sfruttamento insensato del territorio. Durante un’assemblea con Cgil, Cisl,Uil, rappresentanti della comunità, Libera e Arci abbiamo focalizzato il bisogno di costruire aggregazione per rivoltare come un calzino l’idea del guadano sfrenato, del profitto ad ogni costo. Ci siamo talmente arricchiti che non abbiamo resistito alla tentazione di portare fisicamente con noi, verso la prossima tappa, Barbara, una determinatissima compagna della Cgil. Insieme siamo andati a Cistio del Mugello: ci aspettava Valentina dell’Arci ed un intero circolo di memoria partigiana. Da quelle parti Ester e Sofia hanno riportato anche un presidio di Libera ed è stato incredibilmente piacevole
ascoltare l’impegno rinnovato di legalità democratica tra le colline di Don Milani. Partecipare al racconto collettivo degli ex alunni di Barbiana, ricordare l’emancipazione civile del mondo contadino e laico attraverso l’impegno civile profuso da uno dei preti più detestati dalle gerarchie ecclesiastiche: un’altra pietra di periferia sentimentale che riporta come idea centrale la solidità della giustizia sociale. A Barbiana la Carovana è andata a piedi, con lo striscione sulle spalle, per il ‘sentiero della Costituzione’ e lungo 7 km di bosco appennino per vedere il santo scolaro e la piscina, tutte cose costruite laicamente dagli allievi di Milani. Di ritorno ci siamo rinfrancati tra canti, rime e danze di maggio (anche se maggio non è). La mattina del giorno successivo (28 giugno) ci siamo imbottigliati verso il traffico estivo di Cecina.
Il circolo Arci Risorgimento ci aspettava per un’iniziativa della Carovana e per incrociare il nostro racconto di periferie. A Cecina i preparativi del MIA, il Meeting Antirazzista di Arci Toscana coetaneo della Carovana, erano pronti: non potevamo mancare. Da lì ci siamo inerpicati verso Castelnuovo Val di Cecina. Prima di arrivarci, per colpa di un caffè, abbiamo scoperto il presidio dei lavoratori della Smith di Saline di Volterra. In
carovanaantimafie pratica abbiamo capito di essere arrivati nel posto giusto quando abbiamo realizzato che un’intera comunità, quella della Val di Cecina, sta manifestando una solidarietà esemplare a centinaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro. A Castelnuovo, al circolo Arci, Stefania e Gaetano del comitato territoriale ci accolgono presentandoci all’intera famiglia del circolo. Catia, la presidente, è un fiume in piena, inarrestabile. Ci spiega subito che il circolo Arci è in breve diventato il luogo di aggregazione per le centinaia di migranti che anche da queste parti contribuiscono a salvare scuole, servizi sanitari e assistenziali, messi a dura prova dai tagli dell’austerità. Non c’è molta differenza tra la paura imposta ad Atene e questa terra. L’arrivo della Carovana Internazionale Antimafie in questa periferia di circa 2000 abitanti è stato essenziale, è stato il segnale puntuale che esiste una rete associativa in grado di riportare fuori dai confini importantissime battaglie culturali e di progresso, in grado di mettere al centro l’umanità e non il profitto. Dal palco interveniamo noi, la Cgil, associazioni locali che rivendicano continuamente la centralità della lotta per la dignità del lavoro degli operai della Smith. Ma non solo. L’ombra delle eco-mafie, dello sfruttamento dei caporali e dei migranti è ormai una costante da queste parti. Denunciarlo, farlo con la Carovana che domani porterà tutto questo da qui al cuore di Bruxelles si è rilevato dirompente, un’iniezione di speranza e fiducia. La febbre del carovaniere passa così, con la gratitudine rivolta ai compagni di strada, a quelli che con testardaggine continuano a progettare Carovana facendola crescere, a quelli che fanno tutto questo per quello che sono e per nient’altro. Adesso torno in Sicilia, da dove tutto è partito e dove rincontrerò, ad ottobre, 21 anni di passione civile e democratica. Grazie Toscana. Grazie Carovana.
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Felicità è partecipazione La campagna di tesseramento 2016 di Gabriele Moroni responsabile nazionale Arci Sviluppo Associativo
Sono stati circa 40 i progetti che hanno partecipato al concorso per scegliere la grafica della tessera Arci 2016, provenienti da quattordici regioni. Il compito rispetto allo scorso anno era più difficile, sia per la finestra temporale del bando, sia perché si trattava di un bando a tema libero, in cui si richiedeva di proporre non solo la grafica (come per il 2015), ma anche il claim della campagna. Quaranta proposte, elaborate nelle tre settimane di apertura del bando, che hanno provato a cogliere diversi aspetti del variegato mondo dell’Arci, i temi ricorrenti sono la cultura, la stella/il cielo, il cuore/la passione, l’accoglienza/il mediterraneo, sognare, lo stare insieme, partecipazione e felicità. La giuria, composta da tutta la presidenza nazionale dell’Arci, ha esaminato con attenzione tutte le proposte pervenute, valutando gli aspetti grafici ed il messaggio, con una particolare attenzione alla loro applicabilità pratica ed evocativa sui diversi materiali promozionali dell’associazione. Il bando a tema libero ha reso senz’altro la scelta più difficile, perché ha necessariamente causato una maggiore eterogeneità delle proposte pervenute, rendendole più difficilmente confrontabili, questa è una riflessione che l’associazione dovrà tener presente per un eventuale bando il prossimo anno. Dopo i torinesi Monica Torasso e Francesco Puppo per la tessera 2015, quest’anno è risultata vincente la proposta dello studio Delicatessen di Gabriele Fantuzzi e Cristiana Valentini (Reggio Emilia) che, parafrasando Giorgio Gaber, ha lavorato sul concetto di partecipazione e sul diritto alla felicità, proponendo una grafica essenziale, in cui l’anno 2016 diventa un volto sorridente. Sarà dunque Felicità è partecipazione il claim che accompagnerà la campagna tesseramento 2016, perché, come diceva Thomas Sankara, «La rivoluzione è la felicità. Senza felicità, non possiamo parlare di successo». È questa una delle possibili chiavi di lettura del nostro impegno quotidiano per il cambiamento, in una fase di crisi come questa, in cui sta ormai entrando nel senso comune considerare la promozione della cultura, la ricreazione, la socialità ed il tempo libero come
qualcosa di superfluo e da ‘tagliare’. Ai vincitori sarà conferito un premio di 3000 euro, oltre ovviamente a veder riprodotto il loro progetto sui materiali promozionali dell’Arci e su oltre un milione di tessere che accompagneranno le nostre socie e i nostri soci per tutto il 2016. Seconda classificata la proposta Cuore vero di Alessandro Pagnotta, che arrivò
secondo già lo scorso anno con Aquilone di nuvole, della cooperativa Mani Unite (Siena); terza Tra milioni di stelle di Enrico Peca - Atelier 010 (Pescara). Per questi due progetti è previsto un premio di 500 euro. Su www.arci.it a breve troverete tutti gli elaborati in concorso in un’apposita sezione.
Le 3 tessere vincitrici Primo classificato Felicità è partecipazione Gabriele Fantuzzi e Cristiana Valentini (Reggio Emilia)
Secondo classificato Cuore vero Alessandro Pagnotta (Siena)
terzo classificato Tra milioni di stelle Enrico Peca (Pescara)
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economia
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Spese militari e cooperazione internazionale: non ci siamo affatto di Silvia Stilli direttrice Arcs
Nei giorni scorsi è stato presentato il rapporto sulle spese militari italiane di Openpolis,in collaborazione con Action Aid Italia, che le mette a confronto con gli impegni finanziari per la cooperazione internazionale: per ogni 10 euro spesi per armamenti, soltanto 1 viene investito in solidarietà, volontariato, lotta alla povertà e per lo sviluppo a livello globale. L’Istituto Svedese di Studi per il Disarmo (SIPRI) ci dice che nel 2014 ben 29,2 miliardi del budget dello Stato italiano vanno sulla difesa (80 milioni di euro al giorno) e 2,9 miliardi appunto per la cooperazione internazionale, quest’ultima con un dimezzamento registrato dal 2005 ad oggi. Occorre far circolare questi dati certi e mettere in risalto le comparazioni. È evidente che l’impegno sulle spese militari in paragone a quello su scuola, sanità, servizi e welfare registra altrettanti scompensi sulla bilancia, dove sta sempre molto in alto. Ma la comparazione con la solidarietà e la
cooperazione internazionale è un dato di certificazione, occorre ribadirlo ancora una volta, della preminenza di indirizzo della nostra politica di difesa ed estera sull’intervento anche nei conflitti con la soluzione ‘militare’: ipotizzato, previsto e ragionato e realizzato. Nel nostro Paese la questione delle missioni di pace e le azioni più in generale di peacekeeping nelle aree di crisi è datata, ma non viene affrontata nei luoghi giusti e con tutti gli interlocutori coinvolti de facto: governo (ministeri interessati, Difesa ed Esteri e Cooperazione internazionale, Parlamento, agenzie umanitarie, Ong, le stesse regioni che hanno investito in azioni di aiuto umanitario e cooperazione decentrata). Da quasi un anno ormai l’Italia si è dotata di una nuova legge che regolamenta il sistema della cooperazione internazionale, ma che già vanta un ritardo di attuazione e vedrà il 6 luglio prossimo la prima convocazione del Consiglio nazionale: con gli attori pubblici e privati, profit e no
profit, seduti ad un tavolo per sola mezza mattinata a presentarsi e prendere atto delle linee guida di indirizzo triennali già pubblicate nel sito della Farnesina. Quello stesso Consiglio nazionale non vedrà la presenza del Viceministro alla Cooperazione internazionale, figura finalmente legittimata proprio grazie alla nuova Legge 125/2014, poiché non si è ancora provveduto a nominare il sostituto di Lapo Pistelli, passato all’ENI. Le Ong e le Osc (organizzazioni della società civile) in questi giorni stanno preparando posizionamenti e osservazioni, richieste precise relative al ‘funzionamento’ del Consiglio nazionale e alle urgenze da affrontare, subito prevedendo la richiesta di un nuovo appuntamento ad elezione avvenuta del Viceministro per affrontare in maniera efficace e nella piena legittimità di interlocuzione il tema del futuro della nostra cooperazione internazionale. Basta spese militari folli, tutto l’impegno per lo sviluppo. stilli@arci.it
Primi successi della campagna Stop TTIP di Alberto Zoratti Campagna Stop TTIP Italia
Mentre il negoziato sull’Accordo Transatlantico tra Unione Europea e Stati Uniti continua, il Parlamento europeo prova a riformulare la cornice negoziale all’interno della quale la Commissione Europea deve rimanere. Lo fa con una relazione presentata dal socialdemocratico Lange che ha visto un giro di valzer tra commissione Commercio Internazionale (INTA) ed assemblea del Parlamento europeo. Lo scorso 29 giugno in soli due minuti la commissione INTA ha scelto di rinviare al voto in plenaria praticamente tutti gli emendamenti sul TTIP. Un risultato importante per le campagne Stop TTIP, un’ulteriore brutta figura per chi ha pensato, come il presidente Schultz, di risolvere i problemi interni al suo gruppo rimandando voto e discussione per non esporsi ai franchi tiratori contrari al TTIP. Per noi è un incoraggiamento a cercare di fermare il negoziato. A questo punto la campagna Stop TTIP Italia chiede che vengano votati tutti gli emendamenti che hanno l’obiettivo di escludere dal negoziato
temi inaccettabili. Il tutto mentre una serie di questioni vengono portate all’attenzione dell’opinione pubblica grazie all’azione delle Campagne Stop TTIP, a cominciare dalla presunta tutela degli alti standard agroalimentari europei. Secondo la Commissione europea il TTIP non permetterebbe infatti «deroghe sugli standard agroalimentari europei». In verità, nei testi dell’Ue sugli standard sanitari e fitosanitari il riferimento unico per la qualità degli alimenti è il Codex Alimentarius. Peccato che i criteri usati dal Codex siano più bassi rispetto alle soglie indicate dall’Ue, ad esempio per i residui di pesticidi nei piatti di cui si è discusso in un summit del Consiglio europeo nel 2012. Ma l’esplicito riferimento al Codex fa sì che ogni variazione più restrittiva possa essere considerata ‘distorsiva del mercato’ e per questo sanzionata. Un rischio che il Governo italiano prova a esorcizzare con la demagogia sulle Indicazioni Geografiche, considerandole il cavallo di battaglia da difendere nel
TTIP. Una posizione che prova a distrarre rispetto al fatto che è vero che l’apertura del mercato agroalimentare avrà un impatto pesante sull’agricoltura europea e italiana. Peraltro la tutela delle IG sarà parziale come dimostra il CETA, l’accordo con il Canada, in cui su oltre 1200 IG riconosciute in EU, di cui 273 italiane, solo 141 sono state inserite in un regime che prevede la reciprocità: anche sui nostri scaffali arriveranno prodotti simili a quelli italiani, ora non consentiti. Rischi e criticità che sembrano non emergere dalle comunicazioni istituzionali, ma che stanno diventando sempre più di dominio pubblico grazie all’azione di sensibilizzazione e della società civile italiana e internazionale. Una lettera aperta a Coldiretti, un controllo serrato sull’operato degli europarlamentari e uno strategy meeting a Bruxelles dei network internazionali a metà luglio, in vista della grande mobilitazione di ottobre, sono le prossime tappe di una campagna sempre più partecipata e radicata sui territori e tra i cittadini.
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società
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“Una misura di giustizia sociale e di investimento di speranza” di Giuseppe De Marzo coordinatore nazionale campagna Miseria Ladra
Lo scorso 30 giugno la Campagna per il reddito di dignità ha tenuto in Parlamento, nella Sala dei Gruppi, un incontro con tutte le forze politiche firmatarie della piattaforma lanciata lo scorso 13 marzo da Libera e Gruppo Abele, con la partecipazione del BIN Italia, del Cilap, della Rete della Conoscenza, dell’Arci, della rete Tilt ed Act, delle Chiese Evangeliche, del laboratorio per lo Sciopero Sociale, della Fiom e di tantissime altre realtà sociali di base, laiche e cattoliche. L’obiettivo è quello di introdurre anche nel nostro paese una misura presente ormai ovunque: il reddito minimo garantito o reddito di cittadinanza. Una misura urgente quanto necessaria per contrastare l’aumento delle diseguaglianze ed allo stesso tempo dare battaglia con strumenti efficaci e concreti a mafie e corruzione. Durante l’incontro sono state consegnate ai rappresentanti della Commissione Lavoro del Senato le 100mila firme raccolte nei 100 giorni della petizione per il Reddito di dignità. Ma soprattutto si è fatto con grande concretezza e trasparenza un bilancio sulla prima parte della campagna e sul suo sviluppo nei prossimi mesi. Nei primi 100 giorni sono state centinaia le iniziative che hanno visto l’impegno di decine di migliaia di attivisti. È stata promossa la Giornata nazionale della dignità e del reddito lo scorso 6 giugno coinvolgendo più di 200 piazze, andando oltre le più
rosee aspettative, a dimostrazione di come a partire dai temi cruciali per la democrazia si possa intercettare nel paese un sentimento diffuso pronto ad essere canalizzato ed agito per il bene comune. Decine di comuni hanno in questi primi 100 giorni aderito alla campagna attraverso delibere di giunta. Un segnale importantissimo della vicinanza degli amministratori locali alle nostre proposte. Tra questi anche Napoli e Palermo, le due più grandi e popolose città del sud, a dimostrazione di un consenso maggioritario che non potrà essere eluso, nonostante sia stato ignorato sino ad ora. Siamo infatti consapevoli che nonostante tutto, nell’attuale quadro istituzionale e politico sarà difficile arrivare ad una maggioranza con un governo sempre più chiuso all’ascolto e che ha definito, compiendo l’ennesimo errore, addirittura incostituzionale ed assistenziale il reddito di cittadinanza, nonostante proprio l’Europa abbia ‘costituzionalizzato’ il reddito minimo garantito attraverso la Carta di Nizza e la Costituzione italiana lo legittimi negli articoli 3, 36 e 41. Il motivo per il quale il reddito di dignità non sia un provvedimento assistenzialistico lo ha ricordato don Luigi Ciotti durante la conferenza dicendo che«Il reddito di dignità è una misura di giustizia sociale e, dunque, un investimento di speranza». L’ostilità del governo e l’indifferenza attuale di
una parte cospicua del Parlamento non significano che la partita sia finita, anzi è per tutti noi appena iniziata. Durante la conferenza del 30 abbiamo chiesto al M5S, a Sel, alla Sinistra Riformista del Pd e a Possibile di Civati, le forze che hanno sino ad ora firmato la piattaforma per il reddito di dignità, di arrivare ad un unico testo di legge da presentare in votazione in Commissione Lavoro al Senato, così da poter successivamente calendarizzare la discussione in Aula della proposta. È per noi della campagna condizione indispensabile per proseguire che si passi dai 3 disegni di legge presentati ad un unico testo condiviso che contenga le caratteristiche essenziali indicate nella nostra piattaforma. E visto che tutti si riconoscono in quella piattaforma non dovrebbe essere difficile, anzi. Sarebbe il segnale concreto della disponibilità di tutti a lavorare per il bene comune, senza distinguo e primogeniture su un tema che non ci consente nè tatticismi, nè egocentrismi. Su questo passaggio si sono impegnati tutti. Da questo punto di unità e sintesi si ripartirà per far conoscere un testo che sarà condiviso dentro e fuori dal Parlamento da un vasto arco di forze sociali e politiche, consentendoci di sommarne altre con l’unico obiettivo, per una volta, di far vincere il paese attraverso i diritti e la democrazia. www.campagnareddito.eu
Istruzione, povertà, diabete: allarme sui minori in Italia A leggere il rapporto sulla povertà e il disagio minorile della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, si capiscono bene le parole della sua presidente: «Si ha la sensazione di essere davvero arrivati ad un bivio: o si mette in campo una politica seria, organica e adeguatamente finanziata per l’infanzia e l’adolescenza oppure, è evidente, la condizione dei minori più poveri nel nostro Paese continuerà a peggiorare e il declino sembrerà ineluttabile». Significativo il report che compara il benessere dei bambini in ventinove Paesi ricchi: l’Italia occupa il ventiduesimo posto in questa classifica, alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia e prima
di Estonia, Slovacchia e Grecia. Si deve tener conto che questo report non si occupa soltanto dell’aspetto economico, ma considera varie dimensioni della vita infantile: salute, sicurezza, istruzione, comportamenti a rischio, condizioni abitative e ambientali. Come sempre, anche questo rapporto disegna un’Italia a due velocità e una pennellata inquietante la dà sulla salute dei nostri bimbi. Uno dei fattori più a rischio fra i bambini poveri? Il diabete. E se la media nazionale dice che i bambini diabetici sono il 5%, nelle regioni del Sud questa percentuale raddoppia. Ma non solo. Nel Meridione ci sono numeri desolanti anche sul fronte scolastico. Un dato basterebbe per tutti: in Campania il
tempo pieno è garantito soltanto nel 6,5% delle scuole primarie e nel 15,3% di quelle secondarie. Non c’è da stupirsi quindi che in Campania la dispersione scolastica raggiunga il 22%, superata soltanto dal 25,8% della Sicilia. Per questo la commissione parlamentare sull’infanzia formula proposte ben precise. In primis, l’approvazione del piano nazionale per l’infanzia, oltre a un negoziato con l’Unione Europea per ottenere lo scorporo delle spese per l’infanzia e l’adolescenza dal calcolo del rapporto deficit/pil. E, ancora, un significativo incremento del sostegno alle famiglie con minori, da considerare un investimento e non un intervento assistenziale.
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informazione
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Avanti popolo (greco) Su Left del 4 luglio «Avanti popolo (greco)», questo il titolo della storia di copertina di Left in uscita sabato. Dalla Grecia scrivono per noi Dimitri Deliolanes e Francesco De Palo per spiegare tutte le ‘balle’ che girano sulla crisi greca. E Stefano Santachiara chiarisce il ruolo del Fondo monetario internazionale facendo un ritratto di Christine Lagarde, attuale direttrice. Left indaga anche il fronte della sinistra italiana: come si muove per sostenere la politica anti austerity del governo Tsipras? Risponde Nicola Fratoianni (Sel), che oltre a manifestare la vicinanza al popolo greco, dice a Renzi: «Non vantarti troppo, le riforme del memorandum della Troika non funzionano». In Società, la politica con Stefano Fassina e il racconto di due economisti sulla crisi della
mobilità sociale alla luce delle nuove misure economiche del governo Renzi. Torniamo anche sulla Buona scuola perché si annunciano iniziative legali, come un referendum, e boicottaggio a settembre. Continua poi il viaggio tra i migranti di Giulio Cavalli, questa volta arrivato a Ventimiglia, dove alla frontiera tra Francia e Italia, si addensano le speranze e le disillusioni dei richiedenti asilo.
Tiziana Barillà vi racconta come cambiare vita: come si sono inventati i ragazzi di Circomondo, il festival internazionale di circo sociale che si è tenuto a San Gimignano. Negli Esteri Left racconta l’accordicchio europeo sulle quote dei migranti, una trattativa segnata da compromessi ed egoismi. E poi la strana storia della Norvegia dove una di Oslo si inventa un talent per rifugiati. E ancora: la storia dei filmaker siriani che sfidano l’Is a suon di ironia e videoclip, il processo di pace in Colombia raccontato dallo scrittore Chico Bautì e il ‘peso’ insostenibile dei prestiti universitari negli Stati Uniti. In Cultura il focus sui nuovi scrittori in lingua italiana ma di origine straniera, la fisica tra guerra e pace e un’intervista ai Subsonica.
La carta stampata è ancora la bussola
I risultati di una ricerca Fieg-Upa su quotidiani e periodici a pagamento Le Cassandre della morte di quotidiani e periodici avrebbero sentito parole ben diverse nel corso della presentazione della ricerca Quotidiani e periodici a pagamento: ruolo, valori e prospettive evolutive, promossa da Fieg e Upa. Gli investitori pubblicitari, infatti, per la stampa ‘di carta’ hanno fatto un autentico endorsement. Lo ha fatto l’Upa – associazione che riunisce le principali 500 imprese che investono in comunicazione in Italia, rappresentative del 90% dei circa 8 miliardi di euro investiti nel mercato della pubblicità - per bocca del suo presidente: «La stampa è e sarà sempre un mezzo strategico per chi investe in pubblicità». Ma un ‘cinque’ alla carta stampata è arrivato anche da testimonal appartenenti ad aziende top del mondo degli investitori. Stampa cartacea insostituibile nei piani di comunicazione; oppure anche quotidiani e periodici come cartine di tornasole dell’autorevolezza dell’investitore. Queste sono solo alcune delle indicazioni di fondo emerse dagli interventi degli investitori
dai quali è partito anche qualche suggerimento per gli editori: la necessità di proposte sempre più mirate e uno spazio che non deve mai mancare per la creatività e l’innovazione. «Il mezzo stampa ha dei plus, che trovano conferma negli studi più recenti, ma anche nei numeri che realizza: credibilità e attendibilità, inclusività, fisicità, esclusività della fruizione», ha affermato il presidente Fieg introducendo i risultati della ricerca. Quel che emerge dall’indagine è per esempio una relazione molto solida dei lettori con le testate a pagamento. Si è scritto di un rapporto «intimo» che spesso si traduce in «relazione esclusiva». La lettura del prodotto cartaceo inoltre, proprio in questo momento in cui i social stanno imperversando, sembra diventare una sorta di ‘momento sacro’. I giornali cartacei, oltre che letti, vengono «manipolati, staccati, ritagliati, archiviati, collezionati, riletti e riutilizzati». Insomma, che ci si trovi davanti a un lettore ‘curioso’, ‘social’, ‘spensierato’
o ‘impegnato’ (per stare alle quattro tipologie individuate dalla ricerca), chi si approccia a giornali cartacei sente di essere come in possesso di una bussola che può aiutare a navigare in un mare magnum che fra rete, social e web può anche generare qualche stordimento. «La carta stampata e l’editoria - ha aggiunto il presidente Fieg - hanno futuro e non una posizione di retroguardia. Autorevolezza, profondità, capacità di penetrazione sul fronte comunicativo sono dei punti a favore della stampa che questa ricerca riconosce». Dello stesso avviso il presidente dell’Upa: «La strategicità della stampa - spiega - dipende da molti fattori: si rafforza la reputazione di marca, la stampa permette di approfondire più di ogni altro mezzo e comunque c’è un trasferimento di autorevolezza reciproco tra mezzi e campagne pubblicitarie». E auspica «Per il futuro è evidente che si integreranno sempre più carta stampata e strumenti digitali, una integrazione vista con interesse e favore dagli investitori».
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eventiarci
Mare Aperto. XXI edizione Meeting Internazionale Antirazzista Lo scrittore Erri De Luca, il comico Giorgio Montanini e il collettivo Wu Ming, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Sono alcuni degli ospiti del Meeting Internazionale Antirazzista promosso da Arci, con il sostegno di Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comuni di Livorno, Cecina, Rosignano e Bibbona, Cesvot. Questa XXI edizione, che prende il titolo di Mare Aperto, si svolge a Cecina Mare (Li) nel parco I Pini (località Cecinella). È stata inaugurata mercoledì 1 luglio e durerà fino a domenica 5 luglio, con dibattiti, momenti di formazione, animazione per bambini, iniziative culturali e spettacoli. «Il Meeting resta ancora oggi – spiega Gianluca Mengozzi, presidente di Arci Toscana - uno dei principali appuntamenti italiani di confronto sui temi del contrasto alle discriminazioni e alla xenofobia. Siamo contenti che questa storica manifestazione si continui a tenere in Toscana, terra che in questi anni ha saputo costruire, attraverso il modello di accoglienza diffusa, una visione alternativa alla strumentalizzazione della paura». Mare Aperto dunque, perchè il Medi-
terraneo torni ad essere il mare che per millenni ha unito culture e popoli, invece che un’immensa tomba. Mare Aperto perchè evoca il modello di accoglienza e di gestione dei flussi concepito dagli organizzatori del Meeting. «L’Europa - commenta Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci - sta scrivendo un’altra brutta pagina della sua storia, che sconfessa le sue radici. Se all’Italia spetta pianificare il proprio sistema dell’accoglienza superando l’approccio emergenziale e contrastando la controffensiva leghista, i paesi membri dell’Ue non possono continuare a opporsi a principi di solidarietà e criteri di condivisione. Il fenomeno dei flussi migratori è ormai un dato strutturale del nostro mondo. Da qui ripartirà la nostra riflessione al Meeting». Anche quest’anno all’appuntamento parteciperanno personalità politiche, amministratori, studiosi del fenomeno
Programma: www.mia-arci.it/wp-content/uploads/2015/06/programma-mia-2015-def.pdf Mini MIA: www.mia-arci.it/mini-mia/ Eventi Palco: www.mia-arci.it/eventi-palco/ Info: www.mia-arci.it
Il 4 e 5 luglio al circolo La Lo.Co. c’è ‘Controlpì’ Il circolo Arci La Lo.Co. di Osnago (LC) organizza Controlpì, una due giorni dedicata alle arti visive. Ctrl+ P (controlpì) è il keyboard shortcut per stampare da computer. La stampa sarà il fil rouge di tutto l’evento: serigrafia, stencil, tipografia, fotografia e stampa 3D. La stampa riproduce in grandi numeri immagini, testi e oggetti, favorendone l’accessibilità ai più. Da Gutenberg in poi, la tipografia a caratteri mobili ha permesso la diffusione di informazioni, idee e più in generale di cultura ad un numero sempre maggiore di persone. La fotografia di Niépce e Daguerre ha distrutto l’aura sacra dell’opera d’arte. Stencil, serigrafia e stampa 3D hanno semplificato le tecniche di produzione traslando il valore di un oggetto dagli aspetti tecnici e realizzativi a quelli concettuali e progettuali. Controlpì propone un punto di vista contemporaneo su più espressioni d’arte stampata, analogica
dell’immigrazione, rappresentanti di reti e alleanze contro il razzismo. E si consolida la collaborazione con il progetto Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo. Particolare spazio avranno gli appuntamenti di formazione. Non soltanto l’università sul diritto d’asilo (Unida), che ogni anno richiama addetti ai lavori e operatori. Quest’anno il Meeting sarà l’occasione per lanciare la prima edizione della Summer School dell’Antirazzismo, promossa da Arci in collaborazione con Anci e Unar: quattro sessioni per riprendere il filo dell’analisi e degli strumenti a disposizione del movimento antirazzista alla luce del contesto in cui si trovano Italia ed Europa. Numerosi, infine saranno, gli appuntamenti laboratoriali per i più piccoli (Mini Mia). Mentre ogni giornata si chiuderà con gli spettacoli in programma sul palco centrale della Cecinella.
e digitale. L’evento è in programma il 4 e 5 luglio al circolo La Lo.Co. Inoltre, per tutto il fine settimana la Lo.Co. ospiterà una mostra collettiva sull’arte stampata (Alberto Casiraghy, Lorenzo Castelli, Marina Codara, Andrea Avellino, Ghigos Ideas) e un’installazione interattiva esplorerà la riproducibilità in ambito musicale (Loop Music di Giacomo Della Pina e Maurizio Boris Maiorano). Controlpì propone inoltre laboratori assistiti di camera oscura e stencil, workshop di food-print per bambini, live performances di serigrafia e tipografia, interventi di professionisti di settore. Programma completo su www.arcilaloco.org
Summer Festival Prende il via giovedì 2 luglio la quarta edizione del Summer Festival realizzato da Arci Alto Garda. Nato nell’estate 2012, quest’anno il festival si amplia sul territorio dell’Alto Garda e fa capolino anche a Ledro. Anche nel 2015, con sottotitolo La cura, il festival è inserito all’interno di Diritti contati, rassegna premiata nell’edizione 2013 con la medaglia del Presidente della Repubblica e in quella 2014 con la concessione del logo ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mantenendo una proposta musicale di qualità, quest’anno ci saranno anche silenzi, mimica, musica e proiezioni visive, per un lavoro di cura dell’arte con il confronto tra espressioni e riflessioni di ogni artista. Si inizia il 2 luglio con il concerto di Cristina Donà in piazza Segantini ad Arco, dal titolo Così vicini. fb Arci Alto Garda
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Il progetto di Arci Cosenza con Mediaterronia tv Dal 2 al 5 luglio in programma un seminario sulla comunicazione di Silvio Cilento Arci Cosenza
Da qualche tempo a Cosenza 11 giovani professionisti della comunicazione e 12 giovani associati della sezione locale AIPD (Associazione Italiana Persone Down) stanno lavorando alla creazione di una web tv e di un palinsesto per la tv comunitaria Camteletre, canale 114 del digitale terrestre. L’obiettivo è raccontare e stimolare tutto ciò che di nuovo ed interessante nasce e si sviluppa ‘dal basso’ nella nostra società, patrimonio che è urgente sostenere ed incoraggiare se si vuole guardare al futuro con necessaria fiducia. Si tratta del progetto La buona notizia, che si rifà all’avviso pubblico per la promozione ed il sostegno di azioni volte al rafforzamento della coesione sociale e economica dei territori delle Regioni obiettivo convergenza, tese al potenziamento degli interventi diretti ai giovani e finalizzate all’inclusione sociale e alla crescita personale Giovani per il sociale - Presidenza del consiglio dei Ministri e Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile. Il progetto è gestito da un’associazione temporanea di scopo con capofila la cooperativa Hop-là e partner la sezione AIPD Cosenza, Arci Cosenza, Arci Servizio Civile Cosenza e l’associazione
Mediaterronia Social Economy. Nel corso dei mesi sono nati molti format televisivi che illustrano la realtà del territorio cosentino, quella realtà dove Arci lavora da diversi anni, sostenendo con entusiasmo e tenacia le varie attività della televisione che si estendono anche alle scuole secondarie della città coinvolgendo gli studenti alla sensibilizzazione di quei temi attinenti al terzo settore spesso ignorati e trascurati. Dal 2 al 5 luglio i ragazzi di Mediaterronia tv, dopo aver presentato e condotto un evento di beneficenza promosso da Aipd e Arci Cosenza, seguiranno un intenso seminario con Katiuscia Salerno, ideatrice ed autrice del format originale La classe in onda su Tv2000 (Kimera) e La Mala educaxxxion in onda su La7d (edizione 2012) e autrice del format originale Coming out in onda su La5, proprio per approfondire nuove tecniche televisive e comunicative. Quattro giorni pieni di discussioni e informazioni all’interno degli studi televisivi di Camteletre, sede del canale che ospita le trasmissioni di Mediaterronia sul digitale terrestre. Tutto il lavoro realizzato finora è visibile su www.mediaterroniatv.com e sui social network.
eventiarci
in più social music contest CROTONEL’Arci Crotone, La Casa
del Batterista – Accademia nazionale, la Mmi Modern Music Institute e RadioBarrio.it organizzano la prima edizione del festival di musica emergente Social music contest. I primi tre gruppi ad esibirsi, il 3 luglio a partire dalle 22 al circolo Arci Maracaibo, sono i Coffea Strange, Unione Suonatori di Base e Sempre che non piova. Il vincitore si aggiudicherà una data live presso il circolo Arci LeCentoCittà, all’interno della rassegna Shock in my town ed un’intervista radiofonica con un mini live filmato presso gli studi di Radio Barrio. fb Arci Crotone
il viaggio di vittorio PALAGIANELLO (TA) RebelArci
Palagianello, in collaborazione con Vento di Terra Puglia, promuove sabato 4 luglio alle ore 19, presso l’Aula Consiliare di Palagianello, la presentazione del libro Il viaggio di Vittorio e conversazione con l’autrice, Egidia Beretta Arrigoni. La mamma di Vittorio Arrigoni racconterà la breve vita di suo figlio, il cui barbaro assassinio, avvenuto a Gaza nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011, è stato pianto dai giovani di tutto il mondo. Accompagnerà l’autrice nella presentazione del libro Annalisa Palattella (Vento di Terra). fb RebelArci Palagianello
A Guagnano ‘InCanti DiVini’ Torna nella splendida cornice del Museo del Negroamaro a Guagnano (LE) la nuova edizione di InCanti DiVini, rassegna enomusicale d’autore promossa dall’Arci Lab. Omar Moheissi, dal circolo Arci Rubik e dall’associazione di promozione turistica Terrae – a sud del tempo, insieme agli Assessorati alla Cultura e marketing del Comune di Guagnano. La kermesse rappresenta una proposta di incontro tra la musica d’autore della scena indipendente e i rinomati vini delle cantine del Salento. Tre appuntamenti, in programma ogni sabato dal 4 al 18 luglio, per un viaggio sensoriale tra sperimentazione artistica e conoscenza delle Terre del Negroamaro, tramite il suo miglior biglietto da visita: il vino. L’iniziativa è inserita in un progetto ambizioso: fare leva sulla forza dell’arte e della cultura come elemento strategico per la valorizzazione del territorio, delle
sue produzioni tipiche e di qualità. Ad aprire la rassegna sabato 4 luglio, saranno gli Ardecore. Il progetto, nato da un’idea del cantautore folk blues Giampaolo Felici, è un laboratorio in piena espansione che dal 2005 ha macinato musica, chilometri e consensi. In abbinamento con la performance degli Ardecore, che porteranno sul palco il nuovo lavoro Vecchia Roma, ci saranno i vini della Cantina San Donaci e Lucio Leuci. Il programma prosegue sabato 11 luglio con Simona Norato e Cesare Basile, in abbinamento con i vini delle cantine Feudi di Guagnano, Cantele e Menhir Salento. La rassegna si chiude sabato 18 luglio con il cantautore napoletano Giovanni Truppi, una delle punte di diamante del panorama indipendente e con più di cento live nel giro di due anni. In abbinamento alla serata di chiusura ci saranno i vini di tutte le cantine aderenti. http://omarmoheissi.noblogs.org
il workshop sulla comunicazione MILANO Sabato 4 luglio dalle 10 alle 17 all’Arci Ohibò si terrà il workshop Comunicare la passione e tutelarsi. Rischi, case-history e buone pratiche della comunicazione delle attività circolistiche ed associative promosso da Arci Lombardia. Il workshop è rivolto a presidenti, dirigenti e soci attivi di circoli e di comitati. ronzoni@arci.it
trekking fluviale RACCUJA (ME) Il circolo Arci 13
ottobre di Raccuja organizza domenica 5 luglio un percorso di trekking in acqua e non solo nel torrente Mastropotamo. Appuntamento alle 9 in via Marchesi, si conclude alle 13.30 con pranzo all’agriturismo Ponte Due Archi. fb Arci Raccuja
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culturascontata i tanti vantaggi della tessera Arci
w w w. a r c i / a s s o c i a r s i . i t a cura di Enzo Di Rienzo
Leonardo Da Vinci. L’Autoritratto Roma - Musei Capitolini - Pa-
lazzo Caffarelli, fino al 3 agosto. L’Autoritratto di Leonardo da Vinci, forse il disegno più conosciuto al mondo, è protagonista assoluto di un’esposizione che porta per la prima volta nella Capitale il capolavoro della maturità dell’artista, dopo una nuova campagna diagnostica e un intervento “non invasivo” realizzato dai tecnici restauratori dell’ICRCPAL, Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma. www.museiincomuneroma.it
La guerra che verrà non è la prima - 1914/2014 Rovereto (TN) - Mart,
fino al 20 settembre. La mostra La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014 realizzata con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante del grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. www.mart.trento.it
100 Scialoja Azione e pensiero Roma - Macro, fino al 6 settem-
bre. Nell’ambito della mostra vengono presentate una serie di opere della collezione privata di Toti Scialoja e di sua moglie Gabriella Drudi, sempre concesse dalla Fondazione Toti Scialoja di Roma nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista. www.museomacro.org
Steve Mccurry Oltre lo sguardo Roma - Teatro 1 di Cinecittà, fino
al 20 settembre. Il primo incontro tra Steve McCurry e Cinecittà è avvenuto pochi anni fa ed è stato subito un colpo di fulmine. Tra i set e i magazzini della città del cinema il suo obiettivo ha colto nuove suggestioni arricchendo la sua ricerca di un sapore surreale. Con oltre 150 immagini di grande formato la nuova mostra di McCurry, presenta al pubblico i suoi lavori più recenti. www.civita.it
società
Tutte le genti che passeranno Il seminario Arci sulla memoria di Andrea La Malfa referente Arci su Memoria e Antifascismo
Fare memoria per un’associazione non è un esercizio neutro; il nostro racconto è partigiano, perché siamo parte di una storia che ha radici lontane. Ma ricordare non è un esercizio antico, puramente identitario, è un processo di costruzione e adattamento. Per questo fare memoria, soprattutto con i giovani, non può tralasciare il tema dell’attualizzazione. I valori che guidano l’azione umana non si limitano a quel singolo fatto storico, ma portano con sé un’idea di mondo che supera la più stretta attualità e la interpreta. Il seminario Tutte le genti che passeranno
è stato un momento importante poiché ci ha permesso di fare il punto sull’attività che l’Arci porta avanti sui territori sul tema della memoria. Un primo passo di conoscenza e di scambio di buone pratiche, che ci apre la possibilità di implementare un maggiore coordinamento e diffusione di attività e linguaggi già sperimentati. È evidente che i territori svolgono una differente selezione sui temi su cui fare memoria. Sia perché questa attiene alla costruzione dell’identità anche in senso territoriale, sia perché ogni territorio ha una memoria diversa e complessa. Ad esempio il centenario della Prima Guerra Mondiale che si celebra quest’anno, in Trentino e in Alto Adige Sudtirol si è commemorato l’anno scorso, essendo questi territori all’epoca austriaci, entrati in guerra un anno prima.
La Resistenza ha invece avuto connotati diversi tra il Nord, con l’occupazione nazista e la Repubblica di Salò, ed il Sud in cui le forze Alleate fecero arretrare velocemente le truppe tedesche. Il forte radicamento territoriale dell’Arci è quindi un nostro valore aggiunto per mettere a sistema le differenze. La nostra forza è nella capacità di non omologare i territori verso un’unica, stereotipata e poco complessa narrazione del passato. Un elemento centrale per la qualità dei nostri progetti che va valorizzata con un lavoro comune.
arcireport n. 24 | 3 luglio 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 12.30 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
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