arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XI | n. 25 | 26 giugno 2013 | www.arci.it | report @arci.it
Si è concluso il primo Forum nazionale Arci di Marco Trulli Presidente Arci Viterbo
Il 23 giugno si è concluso il Primo Forum nazionale Energie Popolari a Viterbo. Quattro giorni in cui circa 180 delegati dell’Arci da tutta Italia si sono incontrati nel capoluogo della Tuscia vivendone il centro storico e animandone luoghi istituzionali, giardini e cortili storici, circoli e locali. Il Forum è stato per Arci Viterbo un’occasione di visibilità eccezionale sul territorio provinciale e regionale e ha riscosso una notevole partecipazione della cittadinanza agli appuntamenti principali di discussione e alle serate di Estasiarci in piazza. Il Forum di Viterbo è stato un’occasione di incontro, di scambio di esperienze e dibattito fra i nostri operatori e circoli di tutta Italia, ma anche di confronto con esperti, politici, esponenti delle istituzioni. Nel corso delle tre giornate numerosi sono stati i momenti di discussione organizzati dai gruppi di lavoro tematici dell’associazione, dal seminario sul protagonismo giovanile alla sessione su ‘difesa del territocontinua a pagina 2
26 giugno Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura di Marco Solimano responsabile Arci Area Carceri
La tortura è una pratica, purtroppo, ancora ampiamente diffusa in molte regioni del mondo. Non sono immuni neanche gli Stati a cosiddetta democrazia avanzata. La Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, è uno strumento internazionale per la difesa dei diritti umani, sotto la supervisione dell’ONU. La Convenzione è stata approvata dalla Assemblea dell’ONU il 10 dicembre 1984, è entrata in vigore il 26 giugno 1987, obbliga gli Stati membri a ratificarla e a introdurre specifiche fattispecie legislative. Lo Stato Italiano ha ratificato da pochi anni la Convenzione ma non ha ancora provveduto ad introdurre nel suo sistema sanzionatorio il reato specifico di tortura. Per questo il Comitato nazionale 3 LEGGI, tre proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, carceri e droghe ha indetto per il 26 giugno una giornata di mobilitazione nazionale di raccolta firme a sostegno delle tre leggi. L’Arci ha aderito da subito alla campagna nazionale ed in questa ed altre occasioni che si andranno
a costruire si impegnerà a fondo per un buon esito della campagna. Le tre proposte di legge riguardano l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale; democrazia, legalità e rispetto della Costituzione all’interno delle carceri,intervenendo sullo specifico del sovraffollamento negli istituti penitenziari, proponendo profonde modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, sollecitando misure alternative ed extramurarie alla pena detentiva da intendersi come estrema ratio, l’istituzione della figura del Garante Nazionale e l’abolizione del reato di clandestinità; modifiche alla legge sulle droghe, che produce oltre il 28% di popolazione detenuta solo per gli articoli che puniscono la detenzione anche per fini personali. La Fini Giovanardi è testimonianza di una vera e propria aberrazione giuridica e culturale. Si chiede la depenalizzazione dei consumi ma soprattutto una chiara diversificazione fra il consumo di cannabinoidi e derivati da quello di anfetaminici ed oppiacei, oggi tutti unificati in unica tabella. Per questo saremo nelle piazze il 26 giugno.
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segue dalla prima pagina
rio, nuova società e nuova economia’, all’incontro su ‘crisi sociale e pratiche di mutuo aiuto’ fino ai temi dell’antimafia sociale, del recupero degli spazi attraverso le progettualità socio-culturali e della cooperazione internazionale. Il Forum è iniziato il 20 giugno con la Giornata Mondiale del Rifugiato e molti sono stati i bambini giunti a Piazza Unità d’Italia, vero e proprio meeting point del Forum, per l’iniziativa Memorie in gioco in cui i rifugiati in accoglienza nei progetti Sprar di Viterbo e Civitavecchia hanno raccontato i giochi dei loro paesi d’origine ai bambini. Tra gli appuntamenti centrali del Forum, il 21 giugno il Ministro per l’Integrazione Kyenge, il vice Ministro per l’Economia Stefano Fassina e il deputato Giulio Marcon hanno discusso con Paolo Beni di diritti di cittadinanza e del ruolo dell’associazionismo nell’attuale panorama di emergenza sociale. Il Ministro Kyenge ha ringraziato l’Arci per il sostegno che l’associazione ha dato al suo impegno sul tema dello ius soli. Il Ministro ha ribadito di non considerare gli attacchi razzisti ricevuti in quest’ultimo periodo non come attacchi a carattere personale, bensì come offese all’istituzione che rappresenta. La città di Viterbo ha risposto in maniera importante agli appuntamenti del Forum, una grande platea infatti ha ascoltato il Ministro nel Cortile del Palazzo dei Priori e moltissime persone la sera hanno riempito Piazza Unità d’Italia per ascoltare i concerti proposti da Estasiarci, festival musicale promosso dal comitato provinciale giunto quest’anno alla quindicesima edizione. Il Forum è stato un momento di confronto sulle buone prassi messe in atto dai circoli e un viatico per l’interscambio di esperienze dell’associazione in tutta Italia. Realizzare il Forum nazionale dell’Arci in un territorio non centrale come quello della Tuscia ha significato dar luogo a un tentativo di comprensione del ruolo dell’Arci in zone in cui risulta ancora difficile realizzare pratiche positive di associazionismo. Alla fine dei quattro giorni possiamo quindi dire che la nostra città ha respirato in maniera intensa e vitale l’impegno di un mondo vasto e diffuso alle prese con la sfida di rimettere in moto le potenzialità del nostro paese. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo primo importante appuntamento nella nostra città.
giornatacontrolatortura
In Italia la tortura non è reato Nel 2012, secondo il Rapporto di Amnesty International, 112 Paesi hanno torturato i loro cittadini. Inflitto un acuta sofferenza fisica o/e psichica, a colpi di percosse fisiche o raffinate tecniche di distruzione, a nemici presunti o reali nel nome di un fine superiore. Punire, intimidire, estrarre informazioni, confessare. Non esistono nel mondo zone libere di tortura e le agghiaccianti immagini di Abu Ghraib hanno rivelato al mondo che essa non è limitata a dittature militari o regimi autoritari, né cosa del passato, ma pratica odierna anche negli Stati più democratici. Come definita in sede Onu, la tortura si distingue da altri maltrattamenti crudeli, degradanti e inumani, in quanto è commessa da un pubblico ufficiale, attiene all’esercizio del potere punitivo dello Stato. Si esercita sul corpo, con intenzionalità e finalità ulteriore. Degrada la persona a mezzo, a cosa. Non a caso il concetto di dignità umana è stata la pietra miliare della storia relativamente recente per la sua abolizione al livello internazionale. Nel 1984 viene adottata dall’Assemblea delle Nazione Unite la Convenzione contro la tortura (ratificata da 151 Paesi), seguita nel 2002 dal Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura che prevede meccanismi di controllo nei luoghi di detenzione (l’Italia l’ha ratificato solo lo scorso 24 ottobre 2012). In Italia – anche se il nostro Paese ha ratificato nel 1998 la Convenzione delle Nazione Unite contro la tortura, che
prevede l’obbligo giuridico di conformare i propri codici alle norme internazionali - la tortura non è reato. Lo scandalo non è solo la tortura, ma l’omertà di tutta la classe dirigente italiana, un’inazione parlamentare durata venticinque anni. Un vuoto di legge che, come denunciava Amnesty all’indomani della sentenza di Cassazione sui maltrattamenti e abusi di Bolzaneto lo scorso 14 giugno, ha permesso che i responsabili rimangano impuniti. Torturatori impuniti. Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Carlo Saturno e tanti altri, invece, le vittime. Perché non si tratta di incidenti isolati o di mele marce, ma di qualcosa di organizzato e di sistemico, un miscuglio di consenso e di identificazione dello Stato con la sicurezza e le proprie forze. Le zone d’ombre dell’impunità, sono ancora tante, come le potenziali vittime fra le persone in custodia dallo Stato: carceri italiane sovraffollate, Cie con stranieri reclusi, ma anche respingimenti, che rimandano migranti verso paesi dove il rischio di torture è concreto. La tortura quindi è sempre pronta a riproporsi. Per questo deve d’urgenza essere ‘nominata’, codificata, e introdotta come reato specifico nel codice penale. È, non a caso, la prima delle tre leggi di iniziativa popolare lanciate con la campagna Tre leggi per la Giustizia e i Diritti promossa da Antigone, Unione Camere penali e decine di associazioni tra cui l’Arci. Il 26 giugno, in 100 piazze in tutta Italia, sarà possibile firmare per colmare un gravissimo ritardo.
i numeri della detenzione 206 carceri, 65.886 detenuti presenti, 46.995 la capienza regolamentare secondo l’amministrazione penitenziaria, 37 mila circa secondo Antigone. Tra le 20 e le 30 mila persone sono prive di posto letto regolamentare, 23.265 gli stranieri: di cui 4.415 marocchini, 3.691 rumeni, 2.890 albanesi, 2.880 tunisini. 24.342 gli imputati, 12.120 in attesa di primo grado di giudizio, 1.720 gli internati, 3.030 detenuti usciti con la legge sulla detenzione domiciliare, 10.958 in
affidamento in prova al servizio sociale, 898 i semiliberi, 11 mila circa hanno una pena inflitta in sentenza sotto i tre anni, 8.532 hanno una pena tra i 3 e i 5 anni, 1.581 gli ergastolani. Oltre 23 mila hanno una pena residua sotto i tre anni, 6.263 hanno una pena residua tra i 3 e i 5 anni, 26.160 sono dentro per avere violato la legge sulle droghe, 34.583 per reati contro il patrimonio, 6.524 per reati di mafia, 24.090 per reati contro la persona.
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energiepopolari
Le esperienze dell’Arci di rigenerazione di spazi urbani di Carlo Testini responsabile Arci Politiche culturali
Sabato 22 giugno si è svolto al circolo Arci Biancovolta di Viterbo l’incontro Spazi per la cultura - Esperienze Arci di rigenerazione di spazi urbani - Opportunità, vincoli, prospettive all’interno di Energie Popolari, primo Forum nazionale dell’Arci. Siamo partiti dalla considerazione che una delle sfide del presente, urgente e necessaria, è la riconquista di spazi per la produzione e la promozione culturale. Crisi dell’industria, abbandono di spazi pubblici, fallimento di cattedrali culturali nel deserto, diventano opportunità per la disseminazione di esperienze associative no profit che ‘occupano’ lo spazio per radicare processi culturali nelle comunità. È urgente promuovere la ‘rigenerazione urbana’ e i processi di inclusione sociale attraverso una nuova stagione degli spazi per la
cultura partecipata, libera, inclusiva. Sono intervenuti, tra gli altri, Tiziana Crispino (Arci Lamezia Terme) che ha presentato il progetto Parco Impastato, Enzo D’Antuono (Arci Como) che ha raccontato il percorso del Circolo Arci Xanadù - ex cinema Gloria, Giovanni Durante (Arci Savona) per il complesso progetto d riqualificazione delle Officine Solimano, Elisa Mandelli del circolo Arci la Lo.Co. di Osnago (LC) che ha ristrutturato una stazione, Paolo Marcolini (Arci Ferrara) raccontando dei progetti del Centro Studi Dante Bighi e del Progetto Grisù che ha riqualificato una caserma dei Pompieri, Enrico Parisio di AIAP Lazio presentando il Progetto Millepiani che prevede l’apertura di 200 spazi di co-working nella Regione Lazio, Davide Ronzoni (Arci Lombardia) sull’accordo con RFI-Rete Ferricoviaria
Italiana per la presentazione di progetti di riqualificazione delle stazioni minori, Marco Trulli (Arci Viterbo) che ha raccontato dell’esperienza dello Spazio Arci Biancovolta e dei movimenti per la difesa degli spazi per la cultura, Stefano Kovac (Arci Genova) per esporre il progetto di riqualificazione di spazio culturale in uno dei quartieri degradati del centro storico della città. Molti gli spunti per rafforzare l’azione dell’Arci e promuovere nuovi progetti urbani: è necessario migliorare la nostra qualità progettuale, è importante saper leggere con attenzione i bisogni del territorio, è fondamentale la collaborazione con le reti associative e i soggetti collettivi del territorio, bisogna trovare nuovi canali di finanziamento, nelle grandi città dobbiamo chiedere all’amministrazione locale di ridare centralità a municipi e quartieri.
Ripartire dai territori
per un progetto di altra società, di altra economia, di democrazia piena e radicale di Raffaella Bolini responsabile Arci Ambiente e stili di vita
La difesa del territorio non è questione per ambientalisti. Il territorio è il centro della resistenza alla desertificazione biologica, sociale, culturale, democratica prodotta dal liberismo, alla mercificazione di tutte le forme di vita per il profitto. Difendendo il territorio si difende la terra, il mare e il cielo, si difende la diversità biologica e culturale, la coesione sociale delle comunità, i diritti che li proteggono e la democrazia che li realizza. Il liberismo e il capitalismo finanziario hanno portato verso l’alto tutti i poteri, per sottrarli al controllo popolare. Ripartire dai territori è il modo per riportare il potere laddove può essere democratico -in basso. Il pullulare di tante vertenze e buone pratiche per la difesa del territorio e dei beni comuni ci dice come questa visione di alternativa si stia facendo strada. È un progetto di altra società, di altra economia, di democrazia piena e radicale. Non parte da un dato ideologico, ma dalla difesa di interessi reali, e camminando produce consapevolezza, sa-
pere, cultura politica nuova. Non è un pensiero minoritario. Al contrario, può produrre l’egemonia culturale necessaria per uscire bene dalla crisi. È la sinistra politica tradizionale che non guarda e, se ci guarda, la gran parte delle volte non capisce. Insiste nell’inutile tentativo di mitigare il liberismo sul suo stesso terreno - il mercato e la finanza ormai del tutto immateriali e
delocalizzati - laddove esso è invincibile. Alla democrazia servono invece luoghi e corpi, serve la materialità produttrice di cultura ed economia reale che è composta dall’impasto fra viventi, territori e paesaggi - e fra gli intrecci e i legami che li mettono in rete, di cui è fatta la storia. I nostri luoghi, i luoghi dell’Arci - i circoli, le case del popolo, le tante esperienze di un sistema complesso che nell’ancoraggio territoriale trova il suo senso originario e profondo possono essere uno snodo essenziale di questa offensiva democratica. Da costruire tutti i giorni, con le grandi vertenze e le piccole pratiche - che fra di loro non hanno gerarchia, tutte necessarie a costruire una nuova narrazione partecipata dell’esistenza. Anche perché nell’Arci abbiamo un grande privilegio, che spesso ancora manca alla dimensione sociale diffusa e che dobbiamo aiutare a diffondere, a costruire e proteggere: siamo plurali, siamo una rete e siamo connessi. È una forza che non possiamo sprecare, serve a un progetto di trasformazione sempre più necessario.
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energiepopolari
Il seminario conclusivo del progetto ‘Giovani in circolo’ di Franco Uda responsabile Arci Area Giovani
Il seminario nazionale conclusivo del progetto Giovani in Circolo, finanziato dal Dipartimento della Gioventù, è stato non solo l’occasione per esporre i risultati del progetto che ha coinvolto i territori di Trieste, Liguria, Toscana, Rieti, Viterbo e Taranto, ma anche per coinvolgere la più vasta rete nazionale di esperienze, circoli e comitati che in questi anni ha animato l’area di lavoro sul protagonismo giovanile. Una giornata e mezzo di programma denso e articolato che aveva l’ambizione di fare il punto sull’esperienza di una nuova area di lavoro dedicata alle giovani generazioni ma anche di proiettare nell’orizzonte una visione per il futuro, immersi nella prima e positiva esperienza di un Forum nazionale dell’Arci. Il percorso logico del programma dei lavori è stato tanto più evidente quanto più ci si avvicinava al completamento. Siamo
partiti da noi, da quello che facciamo e, in molti casi, che sappiamo fare bene e con originalità: buone pratiche, narrazioni locali e progetti di circoli e comitati rendono oggi l’Arci una positiva singolarità nella vita culturale e sociale del nostro Paese, con una capillarità di azione e un ventaglio di iniziative senza pari. L’emersione di esperienze di eccellenza si è incrociata con i bisogni dei territori, in un’ottica di complementarietà, scambio di buone pratiche e mutualismo. Intrecciare questo nostro patrimonio con una rete di soggetti altri, nostri compagni di strada degli ultimi anni, campagne nazionali di cui siamo parte e animatori convinti ci dà la consapevolezza di aver intrapreso una direzione che è condivisa e convergente verso un’idea di partecipazione consapevole dei giovani cittadini all’emancipazione delle proprie comunità di appartenenza.
Il passo successivo è stato quello di guardare ai mutamenti di scenario che, con l’ausilio di esperti, il prossimo futuro ci potrà consegnare, tanto sul piano nazionale - con un focus sui mutamenti del mercato del lavoro, principale tema d’interesse quando si parla di futuro dei giovani - quanto su quello europeo - con il prossimo avvio dei nuovi programmi per la gioventù dell’UE. Il cerchio si chiude nella composizione di un puzzle di reti ed esperienze rivolte alle giovani generazioni che l’Arci ha saputo creare negli ultimi anni e che costituiscono oggi un composito ventaglio di opportunità su cui possiamo ancora investire nell’ottica di un ulteriore miglioramento e di un’azione di sistema più efficace. Dai commenti dei partecipanti è emersa chiaramente una soddisfazione tanto per i contenuti trattati quanto per le suggestioni che questi hanno saputo dare.
Le nostre energie popolari: i volontari dei campi antimafie di Alessandro Cobianchi responsabile Arci Area legalità democratica
La ‘ragione sociale’ del Forum nazionale dell’Arci, tenutosi a Viterbo, non poteva avere un nome più consono, ai nostri obiettivi, di ‘energie popolari’. Il gruppo legalità democratica ha infatti concentrato i propri lavori su quelle che riteniamo le energie popolari per antonomasia: i volontari dei campi antimafia. I ‘campisti’, e i territori che li ospitano, sono stati oggetto della prima parte della giornata con la programmazione di ben quattro video curati dai nostri comitati territoriali. Legalità e resistenza (Lecco e Sondrio), Le mani libere (Firenze), Lavoro e non solo, una storia di antimafia (Terni) e Colorando il buio 2 (Pontedera-Valdera), i titoli delle espressioni artistiche attraverso le quali sono state osservate le realtà di Colico, Corleone e Parete. Senza retorica, nessuna ‘boiata pazzesca’ per dirla alla Villaggio: non saremmo rimasti per tutta la mattinata con i
nostri amici e compagni di Unicoop Tirreno e con una trentina di ragazze e ragazzi, a vederli e commentarli. Anzi, giusto per rilanciare, i video - se ben girati e con cose da dire - sono come le ciliegie: ne verranno altri. Dalla proiezione è scaturita l’idea di una giornata, in autunno, in cui proiettare e conoscere gli altri girati. Un’occasione per censire tutto quello che, frutto di entusiasmo e nuove tecnologie, è l’en-
nesimo raccolto dei campi antimafia. Il pomeriggio ancora video ma quello girato dal collettivo Green light con Arci Puglia e Ucca: A29, la storia di un bambino che dalla strage di Capaci si porterà via un sasso e… (non voglio svelare la fine ma il video lo potete richiedere all’Arci). Per concludere e declinare ancora l’impegno antimafia nelle varie forme dell’arte, in serata il pubblico viterbese ha potuto beneficiare di un ottimo spettacolo teatrale: Linea-menti, un racconto delle mafie al nord a cura del Teatro delle condizioni avverse, un’esperienza associativa legata all’Arci che conferma quanto il circuito artistico espresso dalla nostra associazione possa dare un contributo sostanziale al fermento culturale antimafia. In fondo Viterbo serviva anche a questo, a raccogliere le energie. Come quando si va in palestra non per verificare i muscoli, che quelli li mostrano solo i fanatici, ma per capire se abbiamo ancora fiato e voglia di muoverci.
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energiepopolari
Mettere in rete tutte le iniziative ed esperienze che si fanno nei territori di Filippo Miraglia responsabile Arci Immigrazione
Il 20 giugno in molte città la nostra associazione ha organizzato iniziative in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. E questo è stato il tema scelto per aprire il Forum di Viterbo, legandolo così a una delle questioni sociali sulle quali in questi anni abbiamo svolto un ruolo centrale. L’incontro pubblico promosso nel pomeriggio del 20 è stata l’occasione per presentare la nostra proposta di riforma delle norme sull’asilo. Una proposta che abbiamo avanzato a partire dalla nostra esperienza concreta. Abbiamo sperimentato in un campo complesso un’ esperienza di sussidiarietà sana, che vede il protagonismo delle associazioni e la centralità della responsabilità pubblica. In questo senso abbiamo sempre cercato una collaborazione positiva con le amministrazioni locali, per spingere il governo a scelte condivisibili. Si tratta di un impegno che ci ha consentito di ricoprire un ruolo centrale nella definizione delle politi-
che dell’accoglienza, come dimostra il nostro protagonismo nelle vicende ENA. Questo esempio ci consegna un quadro dell’associazione che crede nella politica del fare, e che cerca di trasformare l’ impegno in iniziativa politica e associativa. A Viterbo si è discusso di iniziative e campagne con le tante realtà che si occupano di immigrazione, diritto d’asilo e lotta al razzismo. Nelle prossime settimane saremo impegnati a organizzare il campo di lavoro a Lampedusa per garantire una presenza indipendente nei luoghi di approdo,
per tutelare i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, come facciamo con la rete Migreurop e European Alternative nell’ambito della campagna Open Access. A breve partirà la campagna europea sulla cittadinanza L’Europa sono anch’io e, sempre come promotori della campagna italiana, stiamo seguendo l’evolversi della discussione parlamentare sulle diverse ipotesi di riforma della legge sulla cittadinanza. Nei prossimi giorni rilanceremo l’iniziativa del numero verde Sos diritti, con una particolare attenzione alla cittadinanza di minori e adulti di origine straniera. Dall’11 al 14 luglio a Cecina si svolgerà la XIX edizione del Meeting Antirazzista, che come sempre sarà su questi temi l’incontro centrale dell’estate. Infine, avvieremo presto un percorso di messa in rete delle tante esperienze di associazioni e circoli Arci a vario titolo coinvolti in attività che riguardano l’immigrazione, che rappresenterà l’impegno principale dei prossimi mesi.
Una grande alleanza per i minori di Francesco Camuffo responsabile Arci Infanzia e adolescenza
A Viterbo si è costruita una grande alleanza delle basi Arci, in senso lato, che da anni si spendono sul versante dei diritti e dei servizi per l’Infanzia e l’Adolescenza, oltre ad essere stato varato ufficialmente il manifesto pedagogico dell’Arci. L’occasione della presentazione delle buone prassi associative rilevate dal progetto 383 all’interno dei territori della nostra associazione ha consentito di aprirsi a un rapporto con Arciragazzi finalmente costruito realmente dal basso e non più basato solo su accordi politici nazionali. La nostra è un’associazione naturalmente educativa e spontanea, in cui le alchimie tecnico/politiche vengono sempre mal digerite dai circoli. Ci sembra di poter dire che sia nato finalmente un gruppo congiunto Arci/Arciragazzi che supera di fatto la regia ristretta di questi anni, una quarantina di ope-
ratori/dirigenti che si sono presi in carico il tema dell’emergenza educativa. Dei grandi nodi rimangono aperti: come coniugare un rinnovato rapporto tra le basi e le politiche nazionali in termini di
diritti ma anche di servizi. Il mondo dei minori è sempre più marginalizzato dalla riflessione politica complessiva, lo spazio del gioco è stato del tutto occupato dalla ‘civiltà dello schermo’, la scuola stenta a trovare una prospettiva che vada oltre la salvaguardia di un modello ormai antico. È su questo crinale che l’alleanza che Arci e Arciragazzi si propongono di sviluppare ulteriormente dovrà includere tutti i
soggetti e le reti esistenti per rivendicare le priorità della prossima stagione, nei confronti del governo nazionale, di quelli locali, del Garante Nazionale e, dove ci sono, di quelli regionali. Il Rapporto sull’applicazione in Italia della Convenzione Onu Infanzia e Adolescenza, presentato a Viterbo, racconta di una solitudine crescente, di un acuirsi delle difficoltà, della mancanza di una prospettiva vera. Tutti i materiali, video compreso, sono pubblicati per ora solo per il mondo Arci all’indirizzo http://tennet.altervista.org/test/ Saranno poi pubblicati ufficialmente all’indirizzo www.crescereliberiecreativi.it Metteteci il naso e date una mano! Intanto dal 2014 la buona prassi di Arci Firenze del progetto Bambini in circolo, opportunamente sviluppata diventerà una delle novità dell’affiliazione del prossimo anno.
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solidarietà internazionale
‘I say Palestina’. Una nazione senza stato, un popolo senza diritti Carla Cocilova responsabile Internazionali Arci Toscana
L’Arci lancia la sua campagna nazionale sulla Palestina. Da troppi anni i riflettori della politica nazionale e internazionale sono spenti sulla questione palestinese limitandosi a parlare di una pseudo ripresa degli accordi di pace o del dialogo tra le due parti, ignorando la realtà in atto nei Territori Occupati della West Bank, a Gaza e a Gerusalemme Est. Tra distruzione di case, limitazione del movimento, isolamento forzato, esproprio delle terre, costruzione delle colonie e violazione costante dei diritti, continua, avvolta nel silenzio, la vita quotidiana della popolazione palestinese. Dopo tanti anni di impegno della nostra associazione a fianco dei palestinesi, un impegno diffuso e pluriforme, pensiamo sia arrivato il momento di rilanciare un’azione unitaria e identitaria che ponga con chiarezza l’accento sulla giustizia come elemento necessario per il raggiungimento di qualsiasi accordo di pace. Nel momento storico in cui, più che in altri periodi, l’attuale
governo israeliano sta attuando una politica di cancellazione dell’identità palestinese, la giustizia per noi passa in primis attraverso il riconoscimento della Palestina da un punto di vista territoriale, impegno che segue la richiesta di riconoscimento dello Stato presso le istituzioni internazionali, ma anche culturale, politico e identitario. Per questo motivo attraverso questa campagna chiediamo ai nostri soci e alle nostre basi, agli enti locali, agli altri esponenti e realtà della società civile di tornare ad affermare l’esistenza della Palestina per poi denunciare, informare, assumersi una rinnovata responsabilità verso una realtà che rappresenta il paradigma di ogni ingiustizia. La campagna I say Palestina, nel suo documento politico, afferma tutto questo e molto di più. Denuncia la vergogna che l’indifferenza internazionale porta avanti ormai da oltre 45 anni e chiede di condannare l’estensione delle colonie nei Territori Occupati, di fermare gli arresti indiscriminati e di garantire i diritti
dei prigionieri palestinesi, di rompere l’assedio e la chiusura di Gaza, di riconoscere lo status di Gerusalemme Est come capitale dello Stato di Palestina. Insieme alla denuncia abbiamo pensato fosse importante tornare a raccontare le conseguenze dell’occupazione, mettendo a disposizione delle nostri basi delle locandine informative tematiche reperibili sulla pagina www.isaypalestina.it o richiedibili presso la direzione nazionale. É ora compito di ognuno di noi riempire questa campagna di contenuti e iniziative, portarla in giro, diffonderla, richiedere adesioni perché possa diventare uno strumento di informazione e di impegno reale. Nel corso del 2013-2014 verranno organizzati vari eventi di promozione della campagna su tutto il territorio nazionale, a partire dalla prossima presentazione pubblica che si terrà il giorno 11 luglio alle ore 12.00 all’interno del Meeting Antirazzista di Cecina (LI). internazionali.toscana@arci.it
Studenti afgani in Italia per formarsi sul terzo settore Silvia Stilli direttrice di Arcs
A Roma dal 24 al 29 giugno nove studenti afgani si formano sul Terzo Settore: una tappa importante, ormai alla conclusione del progetto di Arcs, in collaborazione con Oxfam, Aidos e Nexus-Cgil e con la Rete Afgana per la realizzazione della Casa della Società Civile a Kabul. Si tratta di ragazze e ragazzi tra i 18 e 25 anni che frequentano le Università e operano in Ong locali, sui temi dei diritti delle giovani generazioni e delle donneeperl’informazioneattraversoimedia indipendenti.Insiemeadocentiuniversitari italiani, a dirigenti dell’Arci, del Forum del TerzoSettore,delleOngpartnerdelprogetto e di attivisti di Lettera 22, per 5 giorni, tra la Sala Ilaria Alpi e la Fondazione Basso, i 9 giovani afgani si stanno confrontando con l’esperienza della promozione sociale, del volontariato,dellasolidarietàecooperazione internazionale, sulle esperienze associative, lalegislazione,lebuoneprassielecampagne dei movimenti per i beni comuni. Illoroarrivoèstatoprecedutoda2esponenti afgani, in rappresentanza delle maggiori
reti e realtà associative del Paese, che con le associazioni partner italiane hanno incontrato martedi 18 giugno i parlamentari italianidell’intergruppoperlaCooperazione Internazionale della Camera dei deputati insieme alle colleghe e ai colleghi dell’intergruppo per la Pace. I due delegati sono Ahmad Joyenda, direttore di Afghanistan ResearchandEvaluationUnit(Areu)eHoma Alizoy, direttore di Juvenile primary court of Kabul, componente della rete Afghan Women’s Network (AWN): a seguire c’è stata una conferenza stampa, con i due portavoce degli intergruppi, gli onorevoli Federica Mogherini e Giulio Marcon, in cui è stata ribadita la volontà di rafforzare l’impegno per la realizzazione della Casa della Società Civile a Kabul, costruendo una sorta di filo rosso permanente tra i parlamentari più attivi sui temi dalla pace e cooperazione e la Rete delle Ong afgane e italiane. Il giorno seguente,19 giugno, la delegazione ha incontrato nella mattina il Direttore generale alla Cooperazione allo
Sviluppo Ministro Giampaolo Cantini e il Ministro Alessandro Gaudiano, della task force Iraq e nel pomeriggio il Vicepresidente della Commissione Esteri del Senato, Corsini; nella giornata del 21, a Milano la delegazione si è vista con rappresentanti del Comune e dell’Associazione Enti locali per la Pace della Provincia. Il giorno 22 a Viterbo Homa Alizoj ha incontrato l’Arci, con cui ha discusso di possibili percorsi di collaborazione, dalle tematiche di genere a quelle dell’infanzia, in particolare riguardo ai minori nelle carceri, che è poi il suo specifico settore di intervento. Il viaggio dei due esponenti della Rete delle Ong afgane e il percorso di formazione dei 9 studentièdeterminanteperrafforzareillegame conlasocietàcivile e le istituzioniitaliane,nella direzione di una risposta civile forte al timore degli afgani che il disimpegno militare del 2014 porti via con sé ogni sostegno italiano al processo partecipato dei cittadini e delle cittadine per la costruzione della democrazia del Paese. stilli@arci.it
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cultura
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I Festival estivi targati Arci resistenza elettrica Per il decimo anno consecutivo, si terrà al Colle del Lys il concerto dedicato ai caduti dell’eccidio del 2 luglio 1944 e a Tom Benetollo, con i Nuju, Egin e Polveriera Nobel, accompagnati dai Miriam, band vincitrice del concorso musicale organizzato da Arci Valle Susa. Diffondere tra le giovani generazioni la conoscenza dei valori e dell’esperienza maturati durante la lotta di Liberazione è l’obiettivo di Resistenza Elettrica, iniziativa ideata dal Comitato per la resistenza del Colle del Lys e dall’Arci Valle Susa che dal 2004 hanno scelto la musica come veicolo dei grandi ideali del passato partigiano. Appuntamento il 6 luglio alle 21. Ingresso gratuito resistenzaelettrica@arci.it
frequenze parallele Tre giorni di concerti e laboratori: la città di Cesena si arricchisce di un nuovo importante festival musicale, ricco di contenuti, che vedrà la presenza di artisti di fama nazionale e di grande spessore umano ed artistico. Mercoledì 26, giovedì 27 e venerdì 28 giugno, al Magazzino Parallelo di Cesena, torna Frequenze Parallele, la Festa della Musica dell’Arci di Cesena. Tre giorni di musica e performance, in cui gli spettatori saranno accompagnati dalle ‘onde’ di Radio Garbino, web radio nata proprio l’anno scorso in occasione
della prima edizione del festival. Questo importante evento nasce grazie alla collaborazione tra il comitato Arci di Cesena, il circolo Magazzino Parallelo, Radio Garbino, Strade Blu e naturalmente grazie all’impegno dei tanti musicisti che hanno suonato o suoneranno negli spazi di via Genova e che al circolo Magazzino Parallelo si sentono un po’ a casa. Sul sito del circolo Magazzino Parallelo tutti gli eventi in programma per i tre giorni www.magazzinoparallelo.com
torna ferrara sotto le stelle Nato nel 1996 e ben presto riconosciuto come uno dei festival estivi più qualificati in Italia, Ferrara sotto le Stelle presenta ogni anno nella splendida cornice di Piazza Castello e Piazza Municipale, nel cuore della città, un ricco calendario di appuntamenti importanti, che spaziano all’interno di tutta la musica contemporanea, senza restrizione di genere. In questi anni il Festival, con il sostegno del Comune di Ferrara e la collaborazione del comitato Arci territoriale, si è imposto all’attenzione generale per avere saputo coniugare nomi di riconosciuto prestigio e giovani autori di talento, intrattenimento di livello e piacevoli scoperte, grande spettacolo e ricerca, per uno spaccato musicale estremamente vario, ma sempre di altissima qualità. Dopo l’inizio il 12 giugno alle 21 con la band dei Fun,
a genova pop festival
Torna anche quest’anno a Genova il Pop Festival, l’appuntamento estivo dell’Arci Genova con la musica. Da giovedì 27 giugno a domenica 30 giugno a Villa Bombrini un programma ricchissimo di eventi. Si parte il 27 con Paolo Benvegnù, Iori’s eyes e Fast animals and slow kids, prima serata in collaborazione con Habanero Edizioni; il 28 pomeriggio è dedicato ai bambini con giochi e filastrocche e lezioni di percussioni e di danza africana aperte a tutt-
si continua il 28 giugno con la band toscana dei Baustelle. Il 5 luglio è la volta dei The Black Angels, unica data italiana per la cult-band di Austin, ai vertici del movimento neo-psichedelico statunitense. Il quartetto londinese The Vaccines suonerà il 9 luglio, l’11 luglio è la volta degli Arctic Monkeys, per concludere ‘col botto’ con i Sigur Ros il 26 luglio. La band islandese che non ha più bisogno di rappresentazioni è una prodigiosa anomalia del panorama musicale contemporaneo. Il suo universo sonoro è fatto di lunghe suite rarefatte, ritmi rallentati, una vocalità insieme ancestrale ed aliena, trame evocative ed impalpabili ed esplosive progressioni elettriche. www.arciferrara.org
ti, la sera invece, questa volta in collaborazione con Floz Events, è dedicata ai ritmi della Giamaica con The Sabaudians; sabato sera 30 anni di ortodossia, serata dedicata ai CCCP con alcuni membri dello storico gruppo e artisti ospiti; si conclude il 30 con Sounday Session, la serata rock-pop in collaborazione con Closer e Vice-Versa. In apertura il djset di Falklands from Vice-Versa. L ‘ingresso è gratuito per tutti gli eventi. www.arcigenova.org
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migranti
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Appello per un’assemblea nazionale a Firenze il 6 luglio
Per costruire una manifestazione nazionale antirazzista e per i diritti negati Ancora una volta abbiamo dovuto assistere al ritorno di cori xenofobi e razzisti di vario stampo negli stadi, oppure sui muri delle città, nella stampa, ma anche in seno alle istituzioni della Repubblica. Ancora una volta un episodio di cronaca nera è stato usato per scatenare una campagna di criminalizzazione dell’immigrazione, unico fondo di commercio di una destra xenofoba che non ha più null’altro da offrire. La Ministra Cécile Kyenge è stata bersaglio anche lei di gravi offese ed insulti. Perché nera, perché donna, perché ha rivendicato la pluralità della sua identità, e perché ha scelto di non rimanere in silenzio. Invece noi crediamo che c’è anche un paese che desidera il cambiamento e che continua a lottare perché quel cambiamento si produca e si affermi il diritto a una vita dignitosa e a un futuro migliore per tutti e tutte. Crediamo sia necessario far sentire la voce di un paese che rivendica le idee dell’antirazzismo e dell’antifascismo. Crediamo che l’esperienza della migra-
zione ormai appartiene a tutti i popoli e ha contribuito a costruire ricchezza, da tutti i punti di vista, in tutti i continenti. Il futuro risiede nella capacità che le società e le istituzioni avranno di instaurare l’uguaglianza di diritti e doveri. Crediamo sia necessario unire le forze di chi non smette di esigere più diritti per tutti affinché ci sia una legge sull’immigrazione che concepisca l’immigrato come un essere umano e non come mera forza lavoro; una legge che tuteli realmente i profughi e i richiedenti asilo, una legge che riconosca il diritto alla nazionalità italiana a chi nasce o cresce in questo paese; una legge che permetta a un pezzo importante di società di esprimere il proprio voto; una politica sull’immigrazione che non sia improntata sulla repressione e criminalizzazione degli immigrati ma che invece favorisca la costruzione di una società di convivenza. Crediamo sia ora che si senta la voce di tutti i soggetti che in Italia rivendicano questi contenuti. Crediamo sia possibile farlo unitariamente, va-
lorizzando la diversità di approcci. Per ciò chiamiamo le associazioni di migranti e di persone di origine migrante, le associazioni antirazziste e non solo, le organizzazioni laiche e religiose, i movimenti, sindacati e partiti ad un assemblea nazionale il 6 luglio a Firenze per costruire collettivamente una manifestazione nazionale, per condividere una battaglia di civiltà in cui sia visibile un’Italia che non discrimina, una Italia più giusta, un’Italia che valorizza e riconosce pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. prendiamolaparola.org
notizieflashFirenze 6luglio2013 Assemblea nazionale Dopolavoro ferroviario via Alamanni 4/A
Piena e immediata liberalizzazione degli ingressi per motivi di lavoro per i cittadini croati di Piero Soldini Responsabile Immigrazione Cgil
Nei giorni scorsi le Direzioni Generali dell’Immigrazione e delle politiche di Integrazione e del Mercato del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno convocato una riunione sull’applicazione del regime transitorio relativo agli ingressi per motivi di lavoro dei cittadini croati, a seguito dell’entrata in vigore del trattato di adesione UE – Croazia, a partire dal 1° luglio 2013. In base a tale Trattato i cittadini croati potranno liberamente circolare nell’ambito degli Stati membri. Invece, per motivi di lavoro, gli Stati membri possono adottare un regime transitorio restrittivo per l’accesso al lavoro subordinato, o, al contrario, decidere di liberalizzare immediatamente anche gli ingressi per motivi di lavoro. Va ricordato che, al momento dell’adesione di Bulgaria e Romania, per i cittadini neocomunitari furono adottate restrizioni in materia di accesso al mercato del lavoro nazionale, lasciando aperti solo alcuni settori. Tale decisione comportò
l’obbligo, per le imprese, di rivolgersi allo Sportello Unico per avviare le procedure di assunzione. Per definire la posizione italiana, è stato ritenuto utile prendere in esame l’orientamento degli altri Paesi già membri dell’Unione Europea: diversi Paesi del Nord e dell’Est Europa, più la Grecia, sono orientati ad una liberalizzazione all’accesso dei lavoratori croati al lavoro subordinato; molti altri Paesi (Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Austria, Belgio, Slovenia e forse Spagna) sarebbero invece orientati ad introdurre restrizioni. Il nostro Governo non ha assunto ancora un orientamento. Tutti i soggetti che hanno preso parte alla consultazione si sono espressi per la liberalizzazione (CGIL - CISL - UIL - CIA - CNA - Lega Coop - Confagricoltura - Coldiretti - Confcommercio - Coni - Regione Friuli Venezia Giulia - Regione Emilia Romagna - Regione Marche). Soltanto le Regioni Lombardia e Veneto si sono espresse contro, richie-
dendo di adottare il regime transitorio restrittivo. Intervenendo a nome della CGIL, mi sono espresso in favore della piena e immediata liberalizzazione per due ragioni fondamentali. La prima è che l’Italia è stata uno dei paesi che più hanno sponsorizzato l’ingresso della Croazia nella UE per ragioni politiche, economiche, geografiche e storiche. Porre quindi oggi, a processo concluso, delle restrizioni sarebbe una incomprensibile contraddizione. La seconda è legata alle caratteristiche del mercato del lavoro locale che si caratterizza storicamente con una forte presenza di lavoratori transfrontalieri, che alimentano il lavoro irregolare e sommerso. Un regime restrittivo rischierebbe di alimentarlo ulteriormente. Invece la liberalizzazione può essere l’occasione per l’emersione e la regolarizzazione, positive sia per noi che per la Croazia. Queste motivazioni sono peraltro fortemente condivise dalle organizzazioni sindacali del territorio.
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disarmo
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F-35: tanti luoghi comuni da sfatare
Pubblichiamo il commento di un esperto di difesa e armamenti di Walsingham
Il Loockeed Martin F-35 è tutt’altro che uno strumento di pace, come lo ha definito il Ministro della difesa italiano Mario Mauro. Le ragioni stanno già nell’acronimo che ha accompagnato la sua nascita: JSF, Joint Strike Figther, Caccia da Attacco Unificato. Dove per attacco si intende la capacità di effettuare missioni di bombardamento tattico (e strategico) e di supporto di fuoco alle truppe schierate in battaglia. Si capisce facilmente che si tratta di missioni che niente hanno a che fare con la difesa dello spazio aereo della nazione e la protezione dei suoi confini. Prova ne è che l’aereo, nella versione a decollo convenzionale, sostituirà due velivoli che hanno una spiccata vocazione offensiva: il Tornado e l’AMX,. Il Tornado, infatti, era stato concepito in piena guerra fredda per attaccare a bassa quota le formazioni corazzate del patto di Varsavia. Sull’F-35 molto si è scritto e molto si è detto e non sempre a proposito. Vediamo quali sono i luoghi comuni con i quali si è sostenuta la scelta della sua acquisizione. Di quelli di natura semantica si è detto. Innanzitutto bisognerebbe spiegare qual è la ragione militare/strategica per cui dovremmo dotarci di un aereo specializzato per l’attacco in un momento in cui non si profilano pericolosi nemici all’orizzonte e il tipo di minacce più probabili sono quelle di tipo asimmetrico e non convenzionali, a fronte delle quali nulla può fare l’F-35. Ma per fare questo, occorrerebbe interrogarsi sulla reale natura delle cosiddette missioni di pace, argomento che esula dagli obiettivi di questo articolo. Un altro luogo comune da sfatare è che l’F-35 sia stato acquistato da tutti i nostri alleati e quindi non possiamo non acquistarlo anche noi. Falso: la Germania e la Francia non l’hanno acquistato e la Gran Bretagna si doterà della sola versione ad atterraggio verticale. Sono tre dei nostri alleati più importanti e con forze armate molto più grandi e bilanci più cospicui del nostro, eppure hanno fatto una scelta diversa. Come mai? Hanno semplicemente deciso di ottimizzare un altro aereo di cui pure noi disponiamo, l’Eurofighter Typhoon, per le missioni che dovrebbero essere svolte dal nuovo costosissimo aereo. E qui veniamo ad un altro luogo comune: non ci sono aerei attualmente in linea che possano svolgere le funzioni dell’F-35. É vero il contrario, tant’è che l’Italia è l’unico paese ad insistere ad utilizzare il Typhoon solo e soltanto per la difesa aerea. Di Gran
Bretagna e Germania abbiamo detto, la Francia impiega il suo Rafale (grosso modo equivalente al Typhoon) in tutti e due i ruoli: difesa e attacco. Probabilmente pensiamo che i militari e i politici di questi tre grandi paesi siano più stupidi dei nostri. Altro luogo comune: l’acquisto dell’F-35 ci darà accesso a tecnologie all’avanguardia. Niente di più falso: negli stabilimenti di assemblaggio di Cameri costruiremo le semiali, una componente importante ma tutt’altro che sofisticata ed anzi, l’assemblaggio delle componenti più sofisticate sarà effettuato solo da tecnici statunitensi in apposite aree protette dello stabilimento e ad accesso vietato anche per i tecnici italiani. Una vera e propria enclave straniera in territorio italiano. Infine, l’ultimo dei luoghi comuni: la pro-
duzione dell’F-35 impiegherà nuova manodopera specializzata. Falso anche questo, i tecnici impiegati nell’assemblaggio (non produzione!) dell’F-35 saranno nella quasi totalità quelli che adesso stanno producendo il Typhoon e che rimarranno senza lavoro a causa dell’anticipata chiusura delle linee industriali. Gli interessi economici che stanno dietro la scelta di dotarsi dell’F35 sono così grandi e pervasivi che hanno condizionato le stesse scelte militari. L’Aeronautica Italiana dovrà disfarsi di una ventina di nuovissimi Typhoon pur di far spazio all’F-35 e per la stessa ragione subirà una pesante limitazione in tutti i futuri programmi di acquisizione. Se le cose stanno così qual è il vantaggio per il nostro paese?
L’Italia sospenda tutte le forniture di armi alla Turchia La Rete Italiana per il Disarmo chiede al Parlamento di votare la sospensione di tutte le forniture militari alla Turchia a fronte della violenta repressione messa in atto nei giorni scorsi dalle forze di polizia nei confronti dei manifestanti di piazza Taksim e Gezi Park: cinque giovani manifestanti sono stati uccisi, 6mila i feriti di cui 50 sono gravi. Secondo la Rete, la condanna espressa nei giorni scorsi da parte del Parlamento europeo deve tradursi in atti concreti di cui il primo è la sospensione dell’invio di ogni sistema di armi e di strumenti per le Forze dell’ordine alla Turchia finché non siano svolte approfondite indagini sulle violenze della polizia e i responsabili siano assicurati alla giustizia. Le normative comunitarie sono chiare e stabiliscono che gli Stati membri devono impedire l’esportazione di tecnologia e attrezzature militari che possano essere utilizzate per la repressione interna o l’aggressione internazionale o contribuire all’instabilità regionale. Proprio per rilanciare la prospettiva europea alla Turchia includendo il tema dei diritti fondamentali, la Rete ritiene sia necessario un atteggiamento inequivocabile: non si vendono armi a governi che tollerano o praticano violazioni dei diritti umani e delle libertà democratiche fondamentali come il diritto di manifestazione. Oltre alla reazione spropositata da parte delle Forze dell’ordine che tra l’altro hanno impiegato agenti chimici
negli idranti e fatto uso indiscriminato dei gas lacrimogeni, la Rete stigmatizza l’atteggiamento del governo che ha deciso di mettere in atto una vera e propria ‘caccia ai giornalisti’. Ritiene inoltre che non vadano sottovalutate le parole del Primo Ministro Erdogan che nei giorni scorsi, dopo l’adozione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione, ha dichiarato di «non riconoscere il Parlamento europeo e le sue decisioni». Questo appello riguarda direttamente il nostro paese perchè l’Italia è il principale esportatore tra i paesi UE di sistemi militari e di piccole armi alla Turchia. Spetta al ministro Bonino, in quanto titolare del ministero preposto a rilasciare le autorizzazioni alle esportazioni militari, pronunciarsi chiaramente in materia. Già da tempo le gravi violazioni dei diritti umani della popolazione curda da parte dell’esercito turco avevano evidenziato come la Turchia utilizzasse le leggi antiterrorismo per criminalizzare il dissenso interno e le iniziative della società civile. Bombardamenti di villaggi civili, arresti di centinaia di politici, avvocati, giornalisti e persino minori kurdi sono stati denunciati anche da Amnesty International. Anche la Commissione Europea nella sua ultima relazione annuale ha espresso forti critiche nella maggior parte dei settori relativi ai diritti umani in Turchia e ha ribadito che la questione curda resta una sfida chiave per la democrazia del paese.
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economiasocietà
Arci e Banca Etica lanciano la carta conto EVO personalizzata Arci e Banca Etica hanno deciso di rinsaldare la loro storica collaborazione. Il primo passo di questa nuova sinergia è il lancio di un prodotto finanziario agile e innovativo: una Carta Conto ricaricabile emessa da Banca Etica con il logo di Arci. Uno strumento concreto che renderà possibile ai soci Arci e non solo di scegliere da subito la finanza etica per la loro esigenze bancarie quotidiane. Ricarica EVO è la carta conto prepagata evoluta, che oltre alle operazioni di base aggiunge: le funzioni di incasso di un conto corrente, come bonifici e RID; l’accesso ai servizi degli sportelli automatici ATM come un bancomat; la funzione di acquisto online come una carta di credito. É comoda, ricaricabile e conveniente: ha un costo di emissione di 5 euro, un canone mensile di 1 euro (solo per i saldi inferiori a 1.000 €, per i saldi superiori è gratis) e non prevede l’imposta di bollo. Chi utilizza la Carta Conto EVO, sceglie di sostenere progetti di promozione sociale e culturale, di solidarietà internazionale, di tutela dell’ambiente e dei beni comuni, per il rispetto dei
diritti e contro ogni discriminazione. Tutte le volte che i clienti ricaricano la carta, Banca Etica destinerà infatti 25 centesimi ai progetti di Arci. «Quando, nel 1999, un gruppo di organizzazioni della società civile italiana decise di tentare la scommessa di dare vita a una Banca Etica che raccogliesse il risparmio di cittadini e organizzazioni responsabili per impiegarlo nel finanziamento di realtà non-profit dedite alla promozione dei diritti, della cultura, della solidarietà e alla tutela dell’ambiente, Arci era in prima fila», racconta Paolo Beni, presidente nazionale Arci. 14 anni dopo Banca Etica è una realtà consolidata e in crescita, una buona pratica che sta conquistando fiducia e credibilità. «Lo scoppio della crisi finanziaria
e la conseguente recessione globale hanno posto sotto gli occhi di tutti ciò che Arci e gli altri soci fondatori di Banca Etica avevano intuito già molto tempo fa: la costruzione di un modo migliore, rispettoso dei diritti di tutti e sostenibile, non può realizzarsi senza un preciso impegno per ricondurre la finanza al suo ruolo di strumento capace di raccogliere risorse economiche da destinare alla realizzazione delle iniziative economiche migliori», dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, che aggiunge: «La nuova carta conto EVO dedicata ad Arci rappresenta un nuovo strumento mutualistico che favorisce una ‘filiera corta’ nella finanza etica». La Carta EVO è uno strumento in più di mobilitazione concreta che permette a molti di scegliere un uso responsabile del denaro. I conti di tanti singoli cittadini possono così contribuire a mettere in moto risorse per costruire un mondo diverso e migliore. Per attivare la Carta Conto EVO ricaricabile personalizzata Arci è possibile recarsi presso tutte le filiali o gli uffici dei Banchieri Ambulanti di Banca Etica.
Approvato dalla Camera l’ordine del giorno su Imu e no profit Una buona notizia dalla Camera. La settimana scorsa, in occasione della conversione in legge del decreto su sospensione IMU, finanziamento della cassa integrazione in deroga ecc., il presidente dell’Arci e deputato indipendente del Pd Paolo Beni ha presentato un ordine del giorno sulla questione Imu/ non profit, che è stato accolto con parere favorevole dal Governo e approvato dalla Camera. Ovviamente l’ordine del giorno insiste solo sulla futura riscrittura della norma e non interviene direttamente sul decreto di sospensione che riguardava esclusivamente le prime case. Ma c’è un punto che prevede la possibilità di un provvedimento teso a sanare eventuali contenziosi che si dovessero produrre a
causa dell’incertezza normativa generatasi sul 2012 e 2013. É un primo passo significativo in direzione della soluzione di un problema molto pesante per tanti circoli. Ora la partita si trasferisce sulla riforma complessiva dell’imposta che dovrà essere proposta dal governo entro settembre. Il dispositivo contenuto nell’ordine del giorno impegna il Governo a valutare la possibilità, nell’ambito del riesame complessivo della materia, di una revisione della normativa IMU in relazione agli enti non commerciali, affinché i medesimi siano tenuti al pagamento dell’IMU solo per gli immobili (o le porzioni di essi) effettivamente destinati ad attività commerciali; a valutare
la possibilità di revisionare il modello di tassazione delineato dal D.M. n. 200/2012, in modo da rendere coerenti i presupposti della tassazione IMU sugli immobili degli enti non commerciali ai modelli attuali della tassazione delle attività svolte dai medesimi enti; a fornire le indicazioni necessarie affinché gli enti interessati possano effettuare la dichiarazione relativa agli utilizzi immobiliari ‘misti’ di cui all’art.6 del DM 200/2012 cit.; a valutare la possibilità di emanare uno specifico provvedimento allo scopo di prevenire eventuali contenziosi che emergessero a causa della attuale incertezza della norma e della conseguente difficoltà di interpretazione e corretta applicazione del tributo per gli anni 2012 e 2013.
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dai territori
History Camp
Dal 12 al 14 luglio sull’Appennino modenese si studia la Resistenza di Michela Iorio Arci Modena
Campeggio in montagna e tre giorni di studio, dibattiti, incontri e spettacoli per History Camp, il primo campo estivo di formazione sulla storia del ‘900 organizzato da Arci Emilia Romagna, Arci Modena e e Istituto Storico di Modena. Si terrà dal 12 al 14 luglio al Parco della Resistenza di Monte Santa Giulia a Monchio di Palagano (Modena) e sarà riservato a cinquanta giovani dirigenti Arci. Il tema di questa prima edizione è la Resistenza partigiana e le tre giornate saranno organizzate con lezioni di approfondimento, proiezioni di documentari, incontri con i testimoni e momenti di spettacolo aperti al pubblico, tra cui il concerto di Cisco Bellotti dal titolo Indietro popolo! Si inizia il 12 luglio con la presentazione del campo che sarà introdotta dal saluto di Teresa Marzocchi, assessore alle Politiche Sociali e Associazionismo della Regione Emilia Romagna. Alle 17 incontro su La prima e la seconda repubblica di Montefiorino, interviene Claudio Silingardi, Direttore INSMLI e Istituto storico di Modena. A seguire proiezione del documentario La Repubblica dei ribelli. I partigiani di Montefiorino di Aldo Zappalà il documentario La Repubblica dei ribelli. In serata, il primo evento aperto al pubblico al Memorial Santa Giulia con la conferenza in forma di concerto Questo è il fiore del partigiano. La memoria della resistenza nella musica italiana. Sul palco Claudio Silingardi che sarà accompagnato nel suo racconto storico dalla Compagnia Musicale Sassolese. Il 13 luglio l’associazione Linea Goti-
ca – Officina della memoria organizza alle 10.30 il percorso di orienteering sui luoghi della resistenza del Parco provinciale. Durante il pomeriggio si terrà l’incontro con Aude Pacchioni, presidente Anpi Modena, dal titolo La Resistenza era, la Resistenza è a cui parteciperanno anche altri testimoni. A seguire sarà proiettato il documentario Filo rosso di Susanna Guidi sulla vita del partigiano Arrigo Diodati, tra i fondatori dell’Arci. Alle 22 al Memorial Santa Giulia andrà in scena il reading Schegge di Liberazione di Barabba-blog con l’accompagnamento musicale di Cecco Signa e il suo acoustic trio. L’ultimo giorno, il 14 luglio, si apre alle 10 con la lezione di approfondimento sul tema Memoria e uso pubblico della storia di Carlo Greppi del Dipartimento di Storia Contemporanea dell’Università di Torino. Alle 15 il workshop dedicato al Ruolo dei circoli Arci per la trasmissione della memoria tra i giovani a cura di Metella Montanari, vice-direttrice dell’Istituto Storico di Modena. La serata si chiude con il concerto di Cisco Bellotti al Memorial Santa Giulia. Indietro Popolo! è una selezione delle canzoni dei vent’anni di carriera del cantante carpigiano partendo dai nuovi brani dell’ultimo album Fuori i secondi del gennaio scorso, passando dalle ballate estratte dai due album solisti del 2006 La lunga notte e Il Mulo del 2008 e arrivando ai pezzi storici, mai dimenticati e sempre attuali del periodo in cui era il cantante dei Modena City Ramblers. www.arcier.it
Il Club del libro a Bisceglie «Un libro, un mese per leggerlo, un pomeriggio per parlarne. Una cosa semplice da fare insieme» è lo slogan che spiega l’iniziativa che si tiene nella sede dell’Arci Open Source a Bisceglie. Si tratta infatti di un incontro mensile tra lettori per parlare di un libro, delle sue svariate forme, delle sue suggestioni e per condividere l’esperienza di lettura. Il Club del Libro è un’iniziativa aperta a persone di tutte le età, rivolta non solo ai lettori ma anche agli aspiranti tali. E proprio a loro l’invito più accorato: chi non legge, deve subito iniziare! Per farlo l’Arci ha allestito presso la propria sede, dopo tre
anni di raccolta, selezione e catalogazione compiuta dai volontari, una vera e propria biblioteca. Open Source mette quindi a disposizione dei suoi soci e della cittadinanza una collezione di oltre 600 titoli e un servizio di prestiti moderno ed efficiente. «Non è solo un servizio ai soci: è il nostro piccolo atto di resistenza mentre tutto intorno ci si rassegna all’approssimazione, all’ignoranza, all’assenza di senso critico - spiegano i soci del circolo - un piccolo atto che sta diventando grande grazie alle numerose donazioni gratuite di soci, amici e simpatizzanti». arciopensource@gmail.com
in più il progetto ‘il futuro senza confini’ BOLOGNA «Il cinema Italia di Pieve
deve essere restituito alla cittadinanza, in particolare ai ragazzi. Ma cosa inserire in questo spazio? Con quali idee, progetti, desideri, vogliamo riempirlo?» È la domanda che i volontari di Arci Servizio Civile Bologna hanno posto ad alcuni abitanti di Pieve di Cento, coinvolto insieme ai Comuni di Castello d’Argille e Cento nel progetto Il futuro senza confini, sostenuto da Arci Emilia Romagna, Arci Bologna e Arci Ferrara. Obiettivo: riportare in vita lo storico ex cinema creando un circolo Arci aperto ai cittadini dei tre centri, per riscoprire il valore della socialità e della cultura, a un anno di distanza dal terremoto. Le interviste sono state raccolte in un video, dove le immagini dello spazio ancora vuoto fanno da sottofondo alle voci dei cittadini, alle proposte, alle idee, alle esperienze da cui si partirà nei prossimi mesi per organizzare le attività del nuovo circolo. www.arcibologna.it
musica contro le mafie EMPOLI Il 27 giugno al circolo
Arci di Petroio ci sarà la presentazione del libro e del cd del progetto Musica contro le mafie. Il curatore del libro e coordinatore del progetto Gennaro De Rosa, i cantautori Alfonso De Pietro e Federico Cimini, insieme alla responsabile cultura del Comitato Arci Empolese Viorica Guerri e alla responsabile di Libera Empoli Gloria Noto, discuteranno di cultura ed antimafia, diffondendo il progetto ai soci e ai cittadini che parteciperanno alla serata. empoli@arci.it
stelle sotto le stelle CARMAGNOLA (TO) Torna la rassegna cinematografica Stelle sotto le stelle. Saranno 18 le proiezioni che verranno effettuate nel cortile del palazzo comunale di Carmagnola, con inizio alle 21.45. L’iniziativa è promossa dall’associazione Arci Life e dal circolo Margot, con il patrocinio del Comune di Carmagnola. Tra le prossime proiezioni in programma, il 29 giugno c’è Django Unchained di Quentin Tarantino, il 2 luglio Amiche da morire di Giorgia Farina, il 3 luglio Un giorno devi andare di Giorgio Diritti e il 6 luglio Viva la libertà di Roberto Andò. www.circolomargot.com
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dai territori
Nell’area portuale
squarci di pace
Cantieri Solimano: costruiamo cultura A Savona un contenitore culturale centro di creatività
A Ginosa inaugurata piazza Tom Benetollo
Un contenitore culturale centro di creatività, che permetta la coesistenza, in forma di network organizzativo locale, di diverse realtà territoriali: è la proposta del progetto Cantieri Solimano: costruiamo cultura, che ha individuato nei cantieri omonimi della zona portuae, oggi oggetto di ristrutturazione in vista di una riconversione, il luogo ideale per il suo sviluppo. La proposta nasce dal comitato Arci di Savona, dalle associazioni Cattivi Maestri, Arci-Ucca Fice Nuovofilmstudio, True love e dal circolo ricreativo Raindogs, con l’obiettivo di passare dalla creazione di un nuovo distretto urbanistico a quella di un distretto culturale che, attraverso il coinvolgimento del capitale umano presente sul territorio, possa realmente aiutare Savona a darsi una nuova spinta. L’area portuale si è infatti trasformata negli ultimi dieci anni da zona industriale a principale luogo di aggregazione, dove, però, è evidente la mancanza di spazi che promuovano attività culturali e sociali. Abbandonate dagli anni Settanta, restaurate con un investimento di 1 milione e trecentomila euro, le officine navali diventeranno quindi tre piani dedicati alle arti: al piano terra una sala cinematografica per cinema d’essai; al primo piano ci sarà una sala polivalente per rappresentazioni teatrali, esposizioni, mostre, riunioni e incontri. Al secondo piano troverà spazio un ambiente per l’organizzazione di eventi musicali, incontri, spettacoli, con la possibilità di somministrare cibi e bevande nella zona del bar interno. Nelle ex officine confluiranno tre circoli Arci: «C’è grande soddisfazione per la nascita di un consorzio che mette insieme esperienze diverse per sperimentare qualcosa di innovativo per Savona» afferma Giovanni Durante, presidente Arci Savona: «parliamo di cinema, teatro, musica, arti visive: sarà la casa della cultura savonese. L’idea è quella di un uso non esclusivo ma aperto a tutte le associazioni con proposte e progetti di qualità». Così dall’organizzazione di concerti alla promozione della musica indipendente locale e internazionale, dall’esposizione di mostre d’arte contemporanea e installazioni a convention su fumetto, dischi e arte di strada, dalla creazione di festival tematici ai laboratori didattici per scuole elementari e medie, saranno tantissime le proposte e attività a cui tutta la cittadinanza potrà prendere parte. Lo spazio resterà aperto tutto l’anno con eventi e manifestazioni che vedranno il coinvolgimento di realtà differenti legate a musica, teatro, cinema, grafica, illustrazione, arte contemporanea, interessando tipologie di pubblico differenti. Sarà un luogo di incontro di culture e linguaggi diversi, per creare opportunità collettive di espressione artistica; un metissage di lingue, etnie, storie da raccontare, fusioni all’insegna della contemporaneità dei linguaggi. Intanto, il 14 settembre, durerà due giorni la festa di inaugurazione.
di Lorenzo Cazzato presidente Arci Taranto
A Mantova ‘L’arco e le pietre’ Dal doposcuola per oltre 100 alunni alle ludoteche, dal centro di aggregazione giovanile ai corsi di italiano per stranieri, dallo sport per bambini alle camminate per anziani, dal nuovo Arci Fuzzy che conta già 213 soci all’educazione ambientale: servizi ed iniziative che oggi a Mantova, nei quartieri di Valletta Valsecchi e Te Brunetti, sono una realtà. A costruirla mattone su mattone il progetto di coesione sociale L’arco e le pietre, ideato da Arci Mantova e realizzato in questi tre anni coinvolgendo altre 58 realtà tra istituzioni, associazioni, parrocchie, cooperative sociali. Non da ultimi gli stessi cittadini. Tre gli ambiti di intervento: formazione e ricerca (formazione di una rete di partenariato sui temi della coesione); hub o poli nuovi dove generare servizi e risposte autogestite da associazioni, volontari e cittadini; quartieri educativi per promuovere la mutualità tra abitanti. Un progetto che «ha dimostrato che è possibile anche in una fase di crisi realizzare percorsi per la comunità ambiziosi, concreti, innovativi - spiega Mattia Palazzi, presidente di Arci Mantova - abbiamo ottimizzato e moltiplicato le risorse pubbliche dando vita a servizi e risposte sociali e culturali che aggregano centinaia di famiglie e giovani nei due quartieri».
«Cura ciò che hai, altrimenti giochi a perdere». Parole impresse sul ‘Muraglione’ di Ginosa che, dal 19 giugno, non è più soltanto un blocco di cemento affogato d’erba. Ora, quella zona periferica circondata di palazzi che domina tutta la gravina in cui siede il paese del tarantino, ha un altro nome. Si chiama Piazza Tom Benetollo, ed è stata inaugurata in occasione del nono anniversario della scomparsa di Tom da Eva, sua moglie, accompagnata dal loro figlio Gabriele. E, a Tom, questo posto sarebbe di certo piaciuto. E tanto. Sarebbe piaciuto perché è il risultato delle idee di dodici artisti, che hanno trasformato il grigiore del cemento della muraglia nei colori del riscatto che si serve dell’arte per ridare vita. Sarebbe piaciuto perché ha creato e crea partecipazione collettiva: nelle anziane che regalano focaccia e vino ai writers al lavoro, nei bambini che giocano a rincorrersi, negli abitanti che regalano corrente elettrica. Sarebbe piaciuto perché alimenta il bello dell’essere comunità. Apre, anzi no, dilata, uno squarcio di pace (e Squarci di pace è anche il nome che il circolo ‘Il Ponte’ ha dato all’iniziativa, sostenuta dal comune di Ginosa, dal Comitato regionale pugliese e dal territoriale di Taranto) da cui non solo osservare, ma nel quale costruire un futuro. taranto@arci.it
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azionisolidali le notizie di arcs
a cura di Francesco Verdolino www.arciculturaesviluppo.it
il centro di documentazione
ARCS è lieta di annunciare la nascita del Centro di Documentazione ‘Tom Benetollo’ (CDTB) con l’obiettivo di conservare e rendere accessibile la documentazione prodotta e raccolta in quasi 30 anni di attività di cooperazione internazionale. Il Centro di Documentazione è specializzato nelle varie aree di intervento della cooperazione internazionale con molta documentazione, prodotta dai partner locali, proveniente dai Paesi in cui ARCS è impegnata. Il tipo di attività documentata, frutto della collaborazione tra soggetti diversi come enti internazionali, istituzioni nazionali e locali, enti di ricerca, Ong, organizzazioni e associazioni dei Paesi beneficiari, ne fa un centro di documentazione a forte carattere internazionale e interculturale. Il patrimonio del centro è composto da una biblioteca di circa 800 volumi in varie lingue, un’emeroteca di numerose riviste, una videoteca di circa 150 film, un archivio fotografico che conserva più di 20mila fotografie scattate nel corso di progetti e campi di lavoro e un primo nucleo dell’archivio storico dell’ARCS. Il Centro sarà aperto al pubblico su appuntamento a partire dal mese di ottobre e la base dati per le ricerche sarà consultabile on line sul sito di ARCS. www.arciculturaesviluppo.it
campo in tunisia Finalmente questa estate riusciremo a realizzare il primo campo di lavoro in Tunisia. Il gruppo di volontari si fermerà a Tunisi un paio di giorni all’arrivo; avrà così modo di conoscere la città, il suo centro storico ed incontrare alcune realtà interessanti dell’associazionismo tunisino. Subito dopo ci si sposterà nella regione di Tataouine, dove il gruppo collaborerà con i partner locali attivi nei villaggi berberi di Douiret, Ras El Oued e Chenini, scoprendo le tradizioni, gli usi e il patrimonio archeologico che li circonda. Le attività che impegneranno i volontari riguarderanno la mappatura dei percorsi etno-antropologici legati alle antiche rotte carovaniere, il supporto nella commercializzazione della produzione tessile e nel confezionamento di prodotti realizzati con erbe officinali tipiche della tradizione berbera. Il campo avrà luogo dal 18 al 29 settembre. C’è ancora la possibilità di iscriversi, contattateci allo 0641609500; campidilavoro@arci.it.
società
Renato dei miracoli (laici!) di Anna Bucca presidente Arci Sicilia
Il fermento a Messina alla chiusura dei seggi è percepibile anche a 200 km di distanza. Chiedo notizie e alle 15,30 ricevo un messaggio: «Credo di potere dire che Renato è il nuovo sindaco di Messina», leggo, e commento nella mia testa «sevabbè» – che tradotto significherebbe «figurati se è possibile». Ma conosco Antonio e so che scrive con cognizione di causa, siano articoli o sms. Passano un paio di ore e arrivano i dati definitivi: Calabrò 43.017, Accorinti 47.886, più del doppio del primo turno. Il 52,67% contro il 47,33%. Una sola lista, Cambiamo Messina dal basso, pietrifica uno schieramento di 8 liste, che ha tra i principali attori PD, UDC, il Megafono, la lista/para-partito dell’attuale presidente della regione. Una parte di questo schieramento solo un paio di mesi fa santificava deputati parenti e amici al suono di 20mila voti nelle primarie parlamentarie. Con questi numeri e con modalità davvero dal basso, con una campagna elettorale costruita passo passo, a contatto con le persone, in giro per i quartieri, senza urlare ma sempre provando a intercettare sguardi e bisogni della gente, dallo scorso lunedì pomeriggio Renato Accorinti è il nuovo sindaco di Messina: sindaco lui, il suo sorriso e la sua storia limpida e coerente, fatta di pacifismo e nonviolenza, difesa dell’ambiente e iniziative contro le grandi opere, lotta alle mafie, battaglie collettive per la tutela dei diritti di cittadinanza. Un impegno al contempo politico, associativo, educativo, professionale, iniziato da obiettore di coscienza, consolidatosi nelle esperienze del movimento della pace e contro l’installazione dei missili a Comiso negli anni ‘80; un impegno vissuto sempre accanto ai ragazzi e alle ragazze nella promozione dello sport come educazione alla convivenza negli spazi sociali e a scuola - Renato è docente di educazione fisica. La vittoria di Accorinti – una vera rivoluzione in una città dai poteri forti, dagli inquietanti intrecci tra massoneria, mafia e forze neo fasciste – è il frutto di un’azione collettiva: della lista che lo ha sostenuto e che ha eletto 4 consiglieri, tra cui 3 donne, dei movimenti contro la militarizzazione della Sicilia e per la difesa del territorio (No Muos e No Ponte in primo luogo), della giunta che lo affiancherà – che magari meriterebbe più attenzione sulle questioni di genere -, dell’impegno quotidiano di ciascun* di noi. È la prova tangibile che si possono vincere le elezioni senza tradire se stessi e la propria storia, senza perdere la capacità di sognare e fare sognare le persone. Certo, da domani sarà tutto più difficile - Messina è in uno stato di grave dissesto economico - ma per lo meno sarà possibile provarci. Provando ad allargare lo sguardo sull’isola,
i risultati elettorali sono diversificati, e una accurata lettura richiederebbe troppo spazio: ma ancora una volta un denominatore comune è l’astensionismo sempre più in crescita. I dati sono preoccupanti – a Messina ha votato poco più del 30% degli aventi diritto - e costituiscono un elemento su cui chi ha a cuore questa terra deve interrogarsi. Di certo, con la sconfitta in due capoluoghi di provincia (Messina e Ragusa) e una quasi vittoria a Siracusa dove ha vinto il candidato di area renziana, non esce bene dai ballottaggi il modello Crocetta, con buona pace del senatore Lumia e della sua esilarante dichiarazione, frutto del tentativo di ricondurre a sé ogni cosa buona di quest’isola: «(…) anche dove ci sono state delle difficoltà, come a Ragusa e Messina, hanno prevalso dei candidati espressione di una cultura progressista affine a quella del presidente Crocetta e al ‘modello Sicilia’». La domanda sorge spontanea, scriveva il sommo poeta: ma se la cultura è affine, perché avete sostenuto in entrambi i casi l’altrocandidato? Maquestocelochiederemo domani. Oggi la cosa importante è che si è aperta una nuova pagina che – questa sì, insieme allo straordinario Pride nazionale che ha invaso Palermo il 22 giugno – può essere un tassello del nostro modello Sicilia. Auguri Renato, auguri Messina. bucca@arci.it
arcireport n. 25 | 26 giugno 2013 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione il 26 giugno alle 18 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
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