Arcireport n 28 2015

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 28 | 30 luglio 2015 | www.arci.it | report @arci.it

È tempo di vacanze ma l’Arci non si ferma di Francesca Chiavacci Presidente nazionale Arci

Ci avviamo alla ‘pausa’ estiva di Arcireport in un quadro politico e sociale pieno di avvenimenti e urgenze nazionali e internazionali: i conflitti che continuano a devastare il mondo e a colpire, come tutte le guerre, prima di tutto cittadini inermi producendo miseria ed esodi; un’Europa che si ostina ad affrontare con l’economia e la finanza, anziché con la politica e la democrazia, la crisi che attraversa il suo progetto unitario; un Paese, il nostro, che appare sempre più sotto il tiro di spinte demagogiche, populiste, che alimentano razzismo, odio e paura, e in cui il cambiamento di cui c’è bisogno si vede molto poco. Sappiamo che lo spazio politico e culturale per l’intervento della nostra associazione nei prossimi mesi è immenso: la battaglia contro il razzismo, l’affermazione di un sistema formativo che possa ridare accesso a tutti e a tutte, la creazione di sane relazioni sociali, l’offerta di risposte al contrasto della povertà in aumento (soprattutto nel Mezzogiorno), la ricostruzione del senso alla partecipazione e, prima ancora, dell’etica pubblica e del significato vero di cosa

sia la gestione della cosa pubblica, la questione dei diritti civili, a cominciare dalla disciplina delle unioni di fatto e della legalizzazione della cannabis. Allo stesso tempo, e a poco più di un anno da un Congresso faticoso, abbiamo davanti la sfida del rafforzamento della nostra associazione, sul piano organizzativo e, soprattutto, sui fronti dell’autorevolezza politica e della visibilità. Abbiamo già programmato l’Assemblea dei Comitati territoriali per i prossimi 10 e 11 ottobre. Pensiamo a un grande momento per confrontarci su quali risposte una associazione come l’Arci debba offrire ai nuovi bisogni che la società ci presenta, per approfondire lo scambio e la conoscenza su come i nostri comitati agiscono e praticano associazionismo nei territori, per tornare a parlare e interloquire con ciò che si muove all’esterno della nostra associazione. Accanto a ciò, alla ripresa dell’attività, pensiamo che sia opportuno e necessario il nostro contributo nella discussione importante e tormentata della sinistra del nostro Paese, che ha

bisogno di ricostruire profili, punti di riferimento, pratiche, momenti di condivisione. A questo proposito, abbiamo cominciato ad elaborare un documento, sulla base di alcuni indirizzi approvati dal Consiglio Nazionale, che vogliamo presentare a tutti i soggetti in campo per la ricostruzione di un pensiero progressista capace di parlare alla società, partendo da contenuti e priorità, anziché da schieramenti. Insomma, parliamo di pausa, ma in vacanza ci andiamo poco. Anche ad agosto continueremo a svolgere quotidianamente la nostra azione. L’odissea dei profughi, che l’apparato mediatico si ostina a chiamare emergenza, non si ferma e noi saremo in campo per garantire l’accoglienza di migliaia di uomini e donne che scappano da guerre e fame. Ma soprattutto, anche ad agosto, non smetteremo di proporre l’offerta di cultura e divertimento per tanti giovani e di assicurare nei nostri circoli ospitalità a tante solitudini, che d’estate si sentono di più. Non ci fermiamo e ci prepariamo al lavoro che da settembre ci aspetta.


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arcireport n. 28 | 30 luglio 2015

grecia

Prosegue la campagna dell’Arci di sostegno ai centri di solidarietà sociale in Grecia

Obiettivo il raddoppio entro il 5 agosto della somma già raccolta per fare fronte alle emergenze più urgenti In due settimane la campagna dell’Arci per il sostegno urgente ai centri di solidarietà sociale in Grecia ha raccolto più di 17mila euro. L’Arci ringrazia di cuore le persone e i collettivi che hanno raccolto per primi l’invito a compiere un gesto politico concreto. Stiamo insieme dimostrando che esiste un’Europa che sta dalla parte giusta. Dalla parte dell’Europa dei popoli, che è fatta di giustizia sociale, di diritti, di partecipazione. Che sta vicino al popolo greco e alla sua resistenza democratica e sociale. Siamo in contatto permanente con Solidarity for All, la struttura di servizio ai centri di mutuo soccorso e solidarietà sociale in Grecia a cui i fondi verranno destinati. La raccolta di fondi prosegue, e andrà avanti nei prossimi mesi, anche attraverso la costruzione di gemellaggi permanenti fra strutture greche, comitati e circoli dell’Arci e altri collettivi interessati. Ma in Grecia in questo periodo le necessità sono tante, ed urgenti.

Le restrizioni imposte ai prelievi bancari aggravano la situazione. Per questo il 5 agosto consegneremo in Grecia la somma

Creativity together dal 18 al 28 agosto in Grecia L’associazione Arci Puzzle di Orbassano (TO) è partner di uno scambio internazionale in Grecia, precisamente a Ofrinio, presso il campeggio Tsaf Tsouf. Più di 100 giovani provenienti da 10 paesi (Grecia, Inghilterra, Spagna, Polonia, Ungheria, Portogallo, Italia, Malta, Lettonia, Slovacchia) dai 18 ai 30 anni dal 18 al 28 agosto vivranno insieme un’esperienza unica con workshops e attività di educazione non formale. Stiamo completando il team di cinque persone, contributo di partecipazione richiesto 250/300 € (viaggio A/R, vitto alloggio e assicurazione). Per saperne di più: www.creativity.gr

raccolta fino ad allora. Invitiamo tutti e tutte a fare il possibile per dare il proprio contributo alla campagna, in modo da far arrivare ad Atene il doppio di quello che abbiamo già raccolto. I fondi saranno utilizzati per sostenere le tre iniziative più urgenti del prossimo agosto: - i centri sanitari a Chios e Mytilini, organizzati dai volontari delle cliniche sociali greche, che prestano la loro opera al servizio delle migliaia di rifugiati che arrivano in questo periodo sulle coste e sulle isole greche; - il riadattamento di un edificio destinato a diventare un rifugio per senzatetto ad Atene, che deve aprire i battenti al più presto; - la preparazione della campagna che per il terzo anno consecutivo fornirà, alla riapertura dell’anno scolastico, libri quaderni e materiali didattici a scolari e studenti in stato di bisogno. Siamo sicuri che possiamo farcela, a dare un contributo sostanzioso. Alla solidarietà greca, e alla ricostruzione dal basso di una Europa dove, prima delle banche, ci sono le persone. Su www.arci.it i materiali grafici e il link ad un video sui centri di solidarietà in Grecia.


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solidarietàinternazionale

Lettera aperta al Primo Ministro Matteo Renzi Terre des Hommes Italia, Oxfam Italia, Arci, Arcs, Cospe, Cric, Nexus, Educaid, GVC, Overseas, Vento di Terra, Peacegames, VIS, CISS scrivono a Renzi chiedendo impegni concreti sulla questione israelo-palestinese, per il rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale. Di seguito stralci del testo della lettera. Gentile Primo Ministro Renzi, a seguito della sua prima visita ufficiale in Israele e Palestina raccogliamo con interesse la priorità data dal Governo a quest’area. Tuttavia, dopo i discorsi pubblici lì pronunciati, vogliamo condividere alcune riflessioni. Lei ha ricordato che l’Italia è «leader per gli investimenti nella cooperazione in Palestina» e si è posto come obiettivo quello di «realizzare progetti di sviluppo per questa terra». In linea con l’impegno economico a favore della Palestina da parte della cooperazione italiana, e perché si possa parlare di un reale sviluppo a Gaza e in Cisgiordania, chiediamo che il Governo esprima posizioni chiare a favore del rispetto dei diritti umani e della legalità

internazionale e che l’Italia se ne faccia portavoce con più forza presso tutte le sedi rilevanti. Se, come da lei espresso, la sicurezza di Israele rappresenta anche la nostra sicurezza, allora le misure per promuoverla devono essere orientate a prevenire un’ulteriore escalation del conflitto. Ci rivolgiamo pertanto a lei affinché il Governo Italiano: 1. esiga il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto umanitario nel Territorio Palestinese Occupato, a partire dalla fine del blocco su Gaza; 2. svolga un ruolo attivo affinché i Paesi donatori mantengano le promesse di aiuto a favore dei Palestinesi di Gaza e chiedano ad Israele di garantire l’accesso per i materiali necessari alla ricostruzione; 3. faccia pressioni affinché Israele ponga fine alle demolizioni e agli sgomberi in Area C e a Gerusalemme Est, garantendo il diritto dei Palestinesi a risiedere a Gerusalemme; 4. chieda al Governo Israeliano, insieme agli altri paesi donatori, spiegazioni ufficiali nei casi di distruzioni o confische di infrastrutture e aiuti umanitari,

istituendo un meccanismo trasparente e pubblico per monitorare i danni provocati e presentare immediate richieste di risarcimento per i danni subiti dai progetti finanziati dai loro cittadini; 5. esiga il congelamento degli insediamenti e l’annullamento della pianificazione di nuove unità abitative negli insediamenti; 6. intraprenda iniziative affinché l’Unione Europea renda esecutive le disposizioni dell’Accordo di Associazione UE-Israele e le Linee Guida dell’Unione Europea sull’attuazione del diritto internazionale umanitario, e condizioni la collaborazione con Israele alla piena osservanza dello stesso e dei diritti umani, come previsto dall’art. 2 dell’Accordo di Associazione; 7. rinnovi il proprio impegno affinché le linee guida dell’Unione Europea vengano attuate da parte degli Stati Membri a partire dall’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane. Un ruolo italiano (e internazionale) attivo rispetto a questi punti è la condizione perché gli aiuti umanitari servano per instaurare condizioni di vita accettabili e perché la cooperazione allo sviluppo diventi effettivamente tale.

Escalation della violenza in Turchia: ancora un duro colpo ai diritti umani Il comunicato della Rete Euromed Diritti Il 20 luglio un attentato attribuito all’ISIS ha ucciso 32 persone e ferito 100 giovani nella città di Suruc, una città alla frontiera con Kobane. Due agenti di polizia sono stati poi uccisi da aderenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) la notte del 22 luglio mentre dormivano nel loro domicilio. In questo quadro, la Rete EuroMed esprime la sua più viva preoccupazione per gli arresti massicci e le violazioni dei diritti umani in Turchia. In risposta a questo attacco, il governo turco ha annunciato che perseguirà i colpevoli, ha lanciato un attacco aereo contro l’ISIS e ha arrestato molti attivisti della organizzazione terroristica in Turchia. La Rete EuroMed Diritti è costernata dall’apprendere che il governo turco ha proceduto ad arresti di massa in più di trenta città del paese e ha arrestato più di 800 persone, principalmente

dell’opposizione kurda e di sinistra del Partito Democratico del Popolo (HDP). I media internet dell’opposizione sono stati bloccati e la polizia ha fatto irruzione nei locali del sindacato degli insegnanti (Egitimsen) il 25 luglio. Sebbene autorizzati dalle autorità turche a entrare nella capitale per beneficiare di cure mediche, famiglie provenienti da Kobane e dirette ad Ankara sono state arrestate. Rona Temelli, la segretaria delle donne della antenna sindacale dei funzionari dei servizi sociali e della salute (SES) è stata arrestata. Una cittadina, Gunay Ozarslan, è stata uccisa a Istanbul dalle forze di polizia con la giustificazione di aver opposto resistenza. Peace Block, un movimento composto di partiti politici e di organizzazioni della società civile, fra i quali l’Associazione dei diritti umani (IHD) aderente alla Rete EuroMed Diritti, ha annunciato che

organizzerà una grande manifestazione per la pace a Istanbul. Il governo di Istanbul ha tuttavia deciso di vietare questa manifestazione con il pretesto della sicurezza. Tutte queste operazioni sono condotte in virtù di un nuovo pacchetto di misure sulla sicurezza che sono entrate in vigore nell’aprile scorso. La Rete EuroMed Diritti denuncia la escalation della violenza in Turchia. I recenti episodi di violenza nel paese costituiscono violazioni gravi dei diritti umani, come il diritto alla vita, alla libertà di stampa e di internet, e della libertà di riunione. «Esortiamo le autorità turche a rispettare i diritti delle persone in stato d’arresto. Inchieste amministrative e giudiziarie devono essere condotte sui funzionari che infrangono i diritti umani» ha detto Michel Tubiana, presidente della Rete EuroMed Diritti.


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società

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Ismaele e ‘Giulia’ vittime dello stesso antico codice tribale di Ornella Pucci coordinatrice nazionale Arci Politiche di genere

Il terribile omicidio di Ismaele (17 anni, di Sant’Angelo in Vado nelle Marche) per mano di un giovane albanese di famiglia ben integrata, a causa della gelosia per la sua ragazza che lo aveva tradito con la vittima, ha sconvolto non solo la nostra regione ma credo gran parte della comunità nazionale. Un adolescente è stato ucciso in modo tremendo, prima legato in croce e poi sgozzato. Il delitto appare sempre più come premeditato, complici con parti diverse un amico e la ragazza. Dopo questo orrore, la comunità si interroga e i sindaci assieme alla prefettura hanno dichiarato l’intenzione di promuovere progetti atti a produrre una maggiore integrazione. Adesso, su questo tema, pare che l’unica integrazione realizzatasi sia quella di riesumare il delitto d’onore insieme al delitto passionale. Nella stessa settimana ha tenuto banco solo grazie a poche volontarie sul web e sulla stampa la sentenza di assoluzione dei 6 imputati di stupro di gruppo alla Fortezza Da Basso, ai danni di ‘Giulia’ (nome di fantasia). Della sentenza è interessante leggere gli agghiaccianti

particolari. In sostanza tutti assolti perchè la ragazza è poco seria, e i maschi sono stati provocati, a partire dalle sue mutande rosse. La sentenza offende l’intelligenza di uomini e donne e ribadisce una arretratezza culturale basata su stereotipi sessisti che sembrano sopravvivere alle leggi, che così diventano astratti principi. Insomma ancora oggi, per essere riconosciute vittime di un reato di violenza, le donne devono incarnare un modello tradizionale, altrimenti perdono la credibilità, malgrado i referti medici. Le donne vittime sono sottoposte nei tribunali a umilianti interrogatori che aggiungono dolore e giudicate per stupidi dettagli come il colore della biancheria intima. Mentre guardo in tv la manifestazione delle donne a Firenze penso che i due fatti, sicuramente diversi tra loro, sono entrambi frutto di una cultura maschile violenta nei confronti della libertà delle donne e della libertà delle relazioni. Un ragazzo è stato ucciso, come per uno sgarbo grave da punire con la morte, una ragazza magari un po’ stramba si ubriaca e anzichè essere assistita il branco ne

approfitta. In questo caso mi chiedo dove sia il divertimento, forse nel dimostrare agli amici la propria abilità? In entrambi i casi la donna è l’oggetto, il giocattolo sul quale si ha un potere assoluto, che si usa, e magari quando non serve più si rompe e si butta via, come in un videogioco. È ora di chiedersi cosa facciamo per dare strumenti a maschi e femmine, a partire dall’infanzia, per vivere i loro sentimenti con rispetto e libertà per sé e per gli altri, per rifiutare gli stereotipi della virilità violenta e della sottomissione femminile, ancora attualissimi. Prendersi cura della crescita emotiva e relazionale dei giovani, aiutarli nella loro educazione sentimentale significa liberarli dalla gabbia degli stereotipi di genere, e anche da frustrazioni che alimentano la rabbia che poi si trasforma in violenza. Basta con questa barbarie, ci sono voluti molti decenni per mettere in piedi un po’ di civiltà, in pochi anni siamo tornati alla preistoria delle relazioni contese con il coltello. È ora che tutte le donne e anche i maschi si sveglino e anche lo stato faccia la sua parte a partire dalla scuola.

La libertà è la nostra fortezza, la manifestazione a Firenze a cura del comitato Arci Firenze

Più di mille persone hanno simbolicamente abbracciato la Fortezza da Basso di Firenze, nella serata di martedì 28 luglio, per contestare le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello ha assolto sei giovani dall’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una coetanea per fatti che risalgono al 2008. Non solo donne ma anche molti gli uomini scesi in piazza per protestare contro le motivazioni della sentenza della Corte d’appello. Una sentenza nella quale si è voluto approfondire in modo inappropriato la vita e le abitudini della vittima, quasi processandola al posto dei suoi aggressori. Le oltre mille persone presenti davanti alla Fortezza da Basso hanno invece voluto ribadire come la legge deve tutelare le vittime e non processarle. Alla manifestazione, alla quale hanno aderito anche Arci nazionale, i comitati regionale toscano e fiorentino, hanno preso parte anche molti esponenti politici di schieramenti diversi, rappresentanti

dei sindacati ed oltre 70 diverse sigle dell’associazionismo locale. I manifestanti hanno realizzato un presidio e hanno marciato sotto i bastioni della Fortezza illuminandola con alcune torce proprio per portare luce contro la violenza nei vialetti e nei giardini che nel 2008 furono teatro della vicenda da cui si innescò l’inchiesta giudiziaria. La libertà è la nostra fortezza era solo uno degli slogan rilanciati dalla piazza, per ribadire la propria contrarietà ad una sentenza che offende tutti, uomini e donne, per il moralismo di cui è impregnata e perché esprime pesanti giudizi morali

sulla ragazza vittima della violenza, ponendo al centro non l’accaduto ma il suo comportamento e il suo orientamento sessuale. Ciò che colpisce infatti è che una ragazza che non ha uno stile di vita ‘lineare’ diviene poco credibile sia rispetto allo svolgimento dei fatti che rispetto alle motivazioni che la portano a denunciare l’accaduto. Una sentenza che per di più, per come è costruita, rischia di diventare un grave deterrente per quelle donne che vorranno in futuro denunciare le violenze subite. Effetto reso ancor più evidente e grave dalla decisione della Procura generale di Firenze di non fare ricorso in Cassazione, che priva la giustizia della possibilità dell’ultimo e più alto grado di giudizio. Su change.org è stata lanciata la petizione rivolta ai giudici di Firenze Vergognatevi della vostra sentenza! Per firmare: https://www.change.org/p/ giudici-di-firenze-vergognatevi-dellavostra-sentenza-nessunascusa


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migranti

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Riforma della cittadinanza

È iniziata la missione EuNavFor Med

Ieri si è dimessa la correlatrice del ddl di riforma della legge sulla cittadinanza, Anna Grazia Calabria. Segnale evidente che il suo partito non vuole una riforma sulla quale la deputata di FI aveva condiviso un testo unificato con l’altra correlatrice, la deputata Marilena Fabbri del PD. Ieri sera, dopo le dimissioni, l’on. Marilena Fabbri, che aveva predisposto una bozza di testo unificato (ossia un testo che teneva conto delle 22 proposte di legge presentate su questo argomento, tra le quali la proposta di legge di iniziativa popolare della Campagna L’Italia sono anch’io) insieme all’on. Calabria, testo ancora da perfezionare, ma che conteneva molti elementi di novità, ha depositato un articolato diverso, che prende in considerazione solo i minori. La riforma proposta, a questo punto dalla sola relatrice del PD Fabbri, riguarda lo ius soli e il cosiddetto ius culturae, e non interviene sulle centinaia di migliaia di stranieri adulti che vivono e lavorano da tanti anni nel nostro paese e che vogliono diventare cittadini italiani. Si rischia, pensando di perdere consenso elettorale continuando il percorso avviato, di rinunciare a una riforma complessiva della legge di cittadinanza. Chiederemo al Presidente della Repubblica un incontro urgente per sostenere gli argomenti della coalizione che ha promosso la Campagna e che ha raccolto nel Paese centinaia di migliaia di firme e un consenso molto ampio.

Scopo ufficiale della missione EuNavFor Med è contrastare lo smuggling, il traffico di esseri umani dalla Libia. Ma non ha potuto impedire che in questi giorni di luglio, al largo delle coste libiche, morissero annegati decine di profughi. La missione è partita, ma per continuare ha bisogno di una risoluzione Onu e dell’appoggio degli Stati membri. Il comando generale della missione ha sede a Roma. Come ha spiegato la ministra Pinotti, la prima fase «prevede che il dispositivo navale europeo operi in alto ÈÈmare e che focalizzi la sua attività verso l’individuazione e il monitoraggio delle reti di trafficanti e scafisti, attraverso la raccolta informativa e il pattugliamento dell’area di operazioni». È l’unica per la quale esiste già un via libera dall’Unione europea. La seconda, invece, prevede «un incremento della pressione su scafisti e trafficanti, mediante visite, abbordaggi, perquisizioni e sequestri, in acque internazionali o, qualora richiesto dalle Nazioni Unite o dal Governo dello Stato costiero interessato, anche all’interno delle acque territoriali». L’ultima fase, spiega la ministra, entrerà in vigore solo in caso di risoluzioni dell’Onu e di consenso degli Stati europei interessati alla missione e avrà lo scopo di contrastare l’attività dei trafficanti con l’eventuale distruzione dei mezzi impiegati per il trasporto dei migranti anche nel territorio dello Stato interessato. Per ora sono 14 i Paesi europei che hanno aderito alla missione. Dal 4 luglio sono in volo i primi aerei che stanno svolgendo missioni di intelligence sul Mediterraneo sud. Il problema però che con l’introduzione di EuNavFor Med paiono meno presenti le navi militari vicino alla Libia. Tanto è vero che la maggior parte dei salvataggi di quest’ultimo mese sono stati svolti soprattutto da navi private.

Il rischio di una mediazione al ribasso

La Regione Liguria apra un confronto sul tema dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati «L’idea della Regione Liguria di un CIE sul nostro territorio è irricevibile»: è quanto affermano Cgil, Cisl, Uil, Anolf e Arci Liguria. Il tema riguarda l’accoglienza come sancita da tutti i trattati internazionali e dalla Costituzione italiana. Di seguito il testo del comunicato. «L’accoglienza deve essere messa a sistema, coordinata a livello regionale e soprattutto caratterizzata da una diffusione sul territorio. In questo ci sentiamo di sostenere lo sforzo dell’Anci ligure nel coinvolgere più comuni evitando di concentrare solo su alcuni di questi i numeri dell’accoglienza. Se infatti ipoteticamente i 235 comuni della nostra regione accogliessero ciascuno 7 richiedenti asilo/rifugiati si potrebbe soddisfare la richiesta arrivando a 1645 posti (oggi siamo a circa 1200). La Regione potrebbe svolgere un ruolo importante di supporto agli enti locali e di coordinamento con prefetture e Anci.

Invece assistiamo a continui annunci che non spostano di una virgola il problema e, sistematicamente, lasciano soli amministratori e comunità locali. Ventimiglia ne è l’esempio lampante. Siamo e rimaniamo una regione con una forte e radicata tradizione d’intervento sociale diffuso, promosso da molteplici organizzazioni del sociale che da sempre, trasversalmente, lavorano per una reale e concreta integrazione, un lavoro spesso in rete con gli enti locali. Per questi motivi, gli annunci della Regione volti all’apertura di un CIE, oltre ad apparire come una provocazione, risultano inutili sul piano della risoluzione delle problematicità legate all’accoglienza. Annunci peraltro rispediti al mittente pure dalla Prefettura di Genova che ha fatto notare come per i CARA e i CIE sia stato avviato un processo di dismissione. Nel mentre è notizia di ieri di altri 50 dispersi nel Mediterraneo. Cgil, Cisl, Uil,

Anolf e Arci invitano la Regione Liguria a lavorare concretamente, uscendo una volta per tutte dalla sola propaganda. A noi è ben chiaro da tempo come l’attuale situazione sia frutto di scelte errate (e di non scelte) da parte dell’Unione Europea e di Palazzo Chigi. Denunciamo da tempo che non è possibile risolvere un tema di così grandi dimensioni mettendoci sempre delle pezze e mai affrontandolo organicamente. Sono i numeri a dirlo, non noi. Occorrono, ad esempio, politiche di partnership con i paesi della sponda sud del Mediterraneo. Ma non possiamo permetterci di avere anche una Regione che invece che fare il proprio dovere, alimenta sentimenti di paura in un quadro già complicato di suo. È qui che si alimentano tensioni e insicurezza che non vanno strumentalizzate. Solo una politica seria a tutti i livelli può coniugare accoglienza e sicurezza».


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festivalarci

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Arci Festival Estate Acusmatiq ad Ancona Acusmatiq, festival internazionale di musica elettronica sperimentale, giunge alla sua decima edizione, affermandosi come uno dei più longevi festival nazionali del genere. Quattro giorni, dal 30 luglio al 2 agosto, ricchi di esibizioni uniche che confermano Acusmatiq come una realtà in continua trasformazione, il cui obiettivo rimane quello di raccontare in maniera trasversale e libera i possibili rapporti tra musica e tecnologia, soffermandosi sulle esperienze di

confine, mettendo a confronto gli strumenti e le estetiche del presente con quelle del passato e quelle (possibili) del futuro. Un evento imperdibile - sostenuto dal Comune di Ancona e in collaborazione con una fitta rete di enti e realtà del territorio, tra cui l’Arci di Ancona - che porterà alla Mole Vanvitelliana artisti internazionali, pubblico da tutta Italia e dall’estero, esperti ed appassionati del settore. Programma completo su www.arciancona.org

Green Space Music a Bologna

Sul delta del Neto a Crotone

Il circolo Arci Sardegna in collaborazione con Arci Bologna, Fasi e Brincamus presenta Green Space Music, un mini festival all’aperto per passare qualche serata al fresco nel giardino del circolo al Parco Nord, in via Stalingrado 81 a Bologna e potersi salutare prima della partenza per le vacanze estive. Dopo l’appuntamento di domenica 26 luglio, si replica venerdì 31 luglio con l’esibizione di due band sarde in tour nella penisola, i Lux e i King Howl e di alcune band locali attive sul territorio bolognese. Ingresso gratuito con tessera Arci.

Sul delta del Neto è una rassegna di genere dedicata al blues organizzata da Arci Crotone. Una delle forme più antiche del blues infatti è proprio il delta, che prende il nome dal luogo dove è nato, vale a dire il delta del Mississippi. La location scelta per questo mini festival si trova a pochi chilometri dalla foce del fiume Neto anch’esso a delta. Per tre serate si proverà, attraverso gli artisti che prenderanno parte al Festival, a respirare le atmosfere del Mississippi trasformando il Mar Ionio nel golfo del Messico, ascoltando le storie e battendo il piede a ritmo di blues. I prossimi appuntamenti sono in programma il 5 e il 21 agosto presso il circolo Arci Maracaibo.

Roma Spettinata nella capitale Prosegue fino al 6 agosto Roma Spettinata, prima edizione di una rassegna dedicata alla musica indipendente, nata dall’urgenza di tenere vivo il fermento culturale che si è

Distorsioni sonore Festival ad Acquaviva delle Fonti creato durante la stagione appena trascorsa. Pini Spettinati, ‘na cosetta, Klamm, ACT Agire-CostruireTrasformare, con la direzione artistica del Poppyficio di Saro Poppy Lanucara e con il sostegno di Arci Roma, si sono uniti per rispondere alle richiesta dei musicisti e del pubblico di proseguire quel lavoro di divulgazione culturale inteso come vera risorsa e collante sociale per la città. In programma oltre 10 concerti, dj set, street food e brace, biliardino e ping pong nel fresco del parco dei Pini Spettinati, una periferica ma suggestiva location dal sapore post industriale. La manifestazione, aperta dalle ore 19 fino a tarda notte, porta socialità e animazione nel quadrante sud capitolino (nei dintorni del Parco di Torre Fiscale) con musica, installazioni e mostre. Opere nel parco a cura di Riscarti, Festival internazionale di riciclo creativo che quest’anno si terrà a Roma dal 17 al 27 settembre: gli organizzatori allestiranno installazioni artistiche create con la tecnica del riciclo e del riuso. www.pinispettinati.it

L’Arci Urlo, in collaborazione con Felice Casucci, già direttore artistico di Argojazz, e con il patrocinio del Comune di Acquaviva delle Fonti, organizza la seconda edizione del Distorsioni sonore Festival, rassegna artistica dedicata alla musica ed alle arti visive. La tre giorni, in programma il 30, 31 luglio e 1 agosto, sarà ospitata nell’affascinante e suggestiva location dell’atrio Comunale di Palazzo De Mari del Comune di Acquaviva delle Fonti (BA). Ci saranno eventi artistici e musicali, con la partecipazione di nomi noti del panorama musicale nazionale, dal cantautore milanese Roberto Dellera (già bassista degli Afterhours) con il suo progetto solista, al duo folkrock’n’roll siciliano Il Pan del Diavolo, in tour con il loro ultimo album Folkrockaboom fino a Francesco Tricarico, vincitore quest’anno del premio Miglior cantautore dell’anno al Fim di Genova (Fiera Internazionale della Musica) con il suo Invulnerabile Tour 2015. Oltre alle esibizioni live, ci sarà la manifestazione Corti distorti, che prevede la proiezione di alcuni cortometraggi a cura del Cinema Seven Cineplex di Gioia del Colle.


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cultura/informazione

Altrovïaggio, promozione della lettura e pubblicazione di ebook di Tullio Bugari presidente Altrovïaggio

Altrovïaggio è l’invito a non percorrere le strade più ovvie. Questa è la nuova associazione culturale di Arci Jesi-Fabriano nata per promuovere la lettura, la scrittura, le capacità narrative. Tra le attività avviate, una ricerca letteraria sulla censura, con una prima iniziativa di letture svolta lo scorso 27 gennaio, giorno della memoria, dal titolo Al rogo, profezia & memoria, e poi l’apertura di una pagina sul blog. Per ‘stuzzicare la lettura’, è in promozione - insieme alla biblioteca comunale Planettiana - un circolo di lettura che si avvierà a settembre, in rete con altri circoli già attivi in città vicine; il filo conduttore del primo ciclo sarà la letteratura americana del Novecento. Altrovïaggio promuove i nuovi autori o i piccoli editori indipendenti anche curando la distribuzione diretta dei libri all’interno di eventi culturali di interesse. Inoltre, si vuole dedicare una particolare attenzione alla pubblicazione di ebook, per proporre libri non più in

distribuzione o poco distribuiti, oppure racconti, reportage, report di ricerca non destinati a diventare ‘normali libri di carta’: un po’ come i vecchi ‘ciclostilati’ utilizzati per diffondere le nuove esperienze culturali e sociali. Gli ebook per ora disponibili, nella sezione Barnabooks del blog, sono due: Izbjeglie/rifugiati, storie di gente della ex-Jugoslavia di Tullio Bugari e Giacomo Scattolini, del 1999 e oramai fuori distribuzione, ma tuttora attuale. Una raccolta di testimonianze di persone cacciate di casa durante il conflitto nell’ex Jugoslavia; tutte storie raccolte tra settembre del ‘97 e aprile del ‘98, tranne il racconto di Esma Palić, incontrata a Mostar nel gennaio del ’99: è la storia dell’enclave di Zepa, attaccata subito dopo la strage di Srebrenica, e della scomparsa di suo marito Avdo Palić. Poi, nel maggio ’99, dopo l’inizio dei bombardamenti della Nato, sono stati aggiunti altri due racconti, da Belgrado e dal Kossovo.

L’altro ebook è: Verso Est, appunti di viaggio, di Matthias Canapini, pubblicato nel mese di maggio di quest’anno con la formula dell’autoproduzione e disponibile, nella versione cartacea, solo attraverso il contatto diretto con l’autore: sono appunti di viaggio come un diario, scritti di getto nelle pause del giorno o della notte, seguendo i pensieri mentre si formano e iniziano a dare una forma più stabile alle frasi ascoltate poche ora prima, dalle persone incontrate, o alle suggestioni dei luoghi attraversati: un dettaglio, o un riferimento storico, una storia da raccontare ad altri. I paesi attraversati sono undici: Albania, Grecia, Turchia, Bulgaria, Kosovo, Serbia, Georgia, Armenia, Romania, Siria e Ucraina. Speriamo presto di farne seguire altri, anche con la collaborazione di tutti quelli che nel mondo Arci vogliono promuovere, come noi, la lettura, la scrittura, la narrazione. www.altroviaggio.org

L’anteprima di Left sabato in edicola È un sabato qualunque, il 18 luglio 2015. Un ragazzino di sedici anni insieme agli amici va in una discoteca sulla Riviera romagnola, beve acqua con Mdma (il principio attivo dell’ecstasy) e muore. Lamberto, questo il suo nome, forse si sarebbe potuto salvare se solo avesse avuto qualche informazione in più sugli effetti collaterali della sostanza che aveva assunto. A Napoli tre ragazzini hanno riportato gravi disturbi neurologici dopo aver assunto una sostanza, l’amnesia, che è un mix di marijuana spruzzata di metadone. Ogni anno in Europa si producono almeno 100 ‘pasticche’ nuove. E l’Italia arranca, sia nella prevenzione

che negli interventi di riduzione del danno, dove non rispetta neanche le indicazioni europee. Questa settimana Left affronta la ‘carica delle pillole’, droghe sintetiche che uccidono, raccontandone la composizione e gli alert europei. Lo fa raccontando le poche esperienze - a cura soprattutto di volontari - che sono nate attorno alle discoteche o ai freeparty. Il quadro che emerge è inquietante: in Italia per esempio non si fa nemmeno il pill test, cioè l’analisi in loco della sostanza: non essendo istituita per legge, nessun servizio la fa. «Nel nostro Paese le politiche sulle droghe sono ancora ideologiche e così non andremo da nessuna parte», è la conclusione degli operatori. Eppure una risposta da parte dello Stato è sempre più necessaria, come dimostra una ricerca del Cnr condotta tra i ragazzi tra i 15 e 19 anni, di cui Left pubblica in anteprima i risultati. Paolo Fiori Nastro, responsabile dell’Unità operativa di Psicoterapia al Policlinico Umberto I di Roma interviene sul problema. «Importante è non

criminalizzare l’uso della cannabis, ma bisogna fare un grosso lavoro sul disagio giovanile, perché dietro l’uso di sostanze ci può essere una sofferenza personale», afferma lo psichiatra. La Società si apre con l’intervista a Maurizio Landini: «La nostra finalità non è sostituire qualcuno in politica, è cambiare la politica». Dando appuntamento a ottobre per una nuova iniziativa della Coalizione sociale. Poi due inchieste particolarmente attuali: una sulle mille opere incompiute d’Italia e l’altra sulle nuove cure miracolose ma costosissime per l’epatite C. Negli Esteri, un viaggio all’interno dei movimenti della destra xenofoba e razzista in Germania, mentre in Grecia un reportage ricostruisce la corruzione che ha portato alla privatizzazione dei porti e al loro progressivo declino. Parla con Left anche il leader turco dell’Hdp Selahattin Demirtas, l’Obama curdo, anti Erdogan ma anche anti Isis. In Cultura lo scienziato del futuro e lo scrittore William Darlymple. Buona lettura!


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scuola

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Una sentenza che sana un’ingiustizia La sentenza della Cassazione che stabilisce che anche le scuole paritarie religiose debbano pagare l’Imu farà discutere a lungo. Come avviene per tutto quel che riguarda il nervo scoperto del rapporto in campo educativo tra stato e chiesa. Il mondo cattolico è in subbuglio e comincia a temere l’effetto contagio. Ribadisce quindi il concetto che con la scuola paritaria lo stato risparmia sull’istruzione, tema caro a quanti sperano in un arretramento del sistema statale, soprattutto nelle prime fasce dell’istruzione. E chissà, dopo la Buona scuola, cosa ci aspetta per il periodo scolastico da zero a sei anni. Fidae (l’associazione delle scuole paritarie religiose) prospetta un danno incalcolabile che porterà alla chiusura delle scuole cattoliche, che però hanno notevoli finanziamenti dallo stato, dalle regioni e dai comuni. Vediamo come è andata. Qualche giorno fa la Corte di Cassazione - in assoluto il primo pronunciamento su questo tema - ha riconosciuto la legittimità della richiesta del comune di Livorno al pagamento dell’Imu anche da parte

delle scuole paritarie religiose. Perché in questi istituti si configura, attraverso il pagamento delle rette, un’attività specificamente commerciale, anche se non ci siano ripartizione di utili e finalità di lucro. Il problema si evidenzia col ‘decreto liberalizzazioni’ del gennaio 2012, nel quale si estende l’esenzione dall’Ici, relativa ai beni ecclesiastici, oltre che ai luoghi di culto anche agli immobili di proprietà della Chiesa impegnati in attività di natura ‘non commerciale’. E dunque con tutto il rispetto per le attività educative svolte nelle paritarie, perché mai solo quelle religiose dovrebbero essere esenti dalle tasse che pagano tutti gli altri? La Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi su una elementare, ma rilevantissima questione di giustizia. Occorre ricordare che la Chiesa cattolica possiede in Italia un patrimonio immobiliare immenso, assolutamente incomparabile per dimensioni e valore con quello di qualsiasi altro operatore immobiliare. Va inoltre sottolineato che solo una parte di questo patrimonio è dedicata

alle attività ecclesiastiche. In una realtà in cui tutti i cittadini sono impegnati a pagare una tassa sui loro beni, anche sulla prima casa, è ragionevole che, una volta esclusi dalla tassazione per le guarentigie concordatarie i luoghi di culto, anche un’altra rilevante parte del patrimonio ecclesiastico debba essere esentata da quest’obbligo comune? Questa pretesa pare eccessiva e va dato merito alla Corte di Cassazione di aver messo un punto fermo sull’intera vicenda, sciogliendo anche le ambiguità presenti nella stessa legislazione e nei suoi decreti attuativi. Sulla vicenda è intervenuto, per placare le polemiche, il presidente della Cassazione, specificando che «l’esenzione spetta laddove l’attività cui l’immobile è destinato, pur rientrando tra quelle astrattamente previste dalla norma come suscettibili di andare esenti, non sia svolta in concreto con le modalità di un’attività commerciale». E chiarisce: «L’onere di provare tale circostanza spetta al contribuente». Sarà pertanto il giudice di merito a dover decidere di volta in volta se l’esenzione spetti o meno per l’attività didattica come concretamente svolta.

Il ‘sistema’ della buona parità In base ai dati 2014 del Miur, elaborati dal Centro studi per la scuola cattolica (organismo della Cei), le scuole cattoliche paritarie sono presenti soprattutto in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. Le scuole primarie cattoliche sono 1.106 con 7.194 classi e 149.774 alunni e contano 1.106 dirigenti, 12.713 docenti (di cui 8.879 a tempo indeterminato e 1.299 di sostegno) con oltre 6mila dipendenti fra amministrazione, cucina e pulizie. In questo segmento che interessa la fascia 6–10 anni, al nord il Veneto ne conta 78, a fronte delle 203 della Lombardia, che supera persino il Lazio (200). Le scuole secondarie di primo grado paritarie cattoliche sono invece 570, con 58.805 alunni che al 99,9% si avvalgono dell’insegnamento della religione, 564 dirigenti, 8.098 docenti e 3mila altri dipendenti. Infine, le scuole secondarie di secondo grado sono 656 con 55.506 alunni, 463 dirigenti, 9.331 docenti (compresi i 618 a titolo gratuito) e circa 3mila inquadrati come non docenti. E la concentrazione regionale, di fatto, non cambia man mano che si cresce di grado. Al di là

della sentenza che riguarda la tassazione commerciale degli immobili, la vera sostanza dei rapporti istituzionali ruota intorno alla legge numero 62 del 2000, firmata dall’allora ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer. È già il diritto allo studio in formato ‘libero mercato’, che ora Renzi ha perfezionato nella sua riforma. Tant’è che proprio negli ultimi 15 anni ha prosperato la «libertà di scelta delle famiglie» nel solco della Federazione opere educative della Compagnia delle opere. È, peraltro, una questione di soldi pub-

blici con cui stato, regioni ed enti locali finanziano le scuole cattoliche. Nella primavera 2013 proprio su questo a Bologna il 59% degli 80mila votanti nel referendum aveva dato una netta indicazione alla giunta Merola (che ha fatto finta di nulla…). Nel 2007 il governo Prodi aveva garantito al ‘sistema paritario’ per lo più cattolico 566 milioni di euro in contributi spalmati dalle materne ai licei. Cifra che si è andata, di fatto, dimezzando in una sorta di spending review compensata però dal bonus con cui il governo Monti aveva dispensato dall’Ici la chiesa cattolica. È poi così costante la parità scolastica? Nel 1992 gli alunni che utilizzavano l’offerta formativa cattolica erano 876.398 cioè il 9,1% del totale. Nel 2008, erano scesi a 603.683 pari solo al 6,7%. Una tendenza che va di pari passo con la consistenza dell’alternativa religiosa alla scuola pubblica. Nell’anno scolastico 1997–98 erano state censite 11.324 scuole cattoliche. In quello appena concluso ne funzionavano complessivamente, in base ai dati Miur, solo 8.753.


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SuperCinema estivo, la magia del cinema sotto le stelle Prime visioni, cinema italiano e internazionale, cinemamme e tante presentazioni: prosegue la programmazione del SuperCinema estivo di Modena, l’arena cinematografica sotto le stelle che dopo il successo delle prime 51 serate prosegue con il meglio della stagione appena conclusa e un’anteprima: Taksojuht (Taxi Teheran) di Jafar Panabi, dove lo stesso regista si mette alla guida di un taxi e racconta la quotidianità nella sua città, confermandosi uno degli artisti iraniani più influenti e sfidando così le proibizioni che il governo vuole infliggergli. Tra gli ospiti delle serate il critico Fabrizio Grosoli, l’editor Beppe Cottafavi, la presidente Arci Modena Anna Lisa Lamazzi e il vicepresidente Arci nazionale Filippo Miraglia, Fabrizio Starace dell’Ausl e Alda Baldaccini della Fondazione Pellegrini. Inoltre saranno presentate le edizioni 2016 del Nonantola Film Festival, Corti Vivi Film Festival e del concorso Meglio matti che corti. In queste ultime trentasette serate, che vanno dal 1 agosto al 6 settembre, saranno proiettati i film più importanti e discussi della stagione, per offrire a chi resta in città una proposta culturale

ricca e capace di essere popolare. Al SuperCinema estivo arrivano Magic in the Moonlight di Woody Allen (6 agosto), Fury di David Ayer (14 agosto), Gemma Bovery di Anna Fontaine (18 agosto), Boyhood di Richard Linklater (19 agosto), Ritorno al Merigold Hotel di John Medden (20 agosto), Jimmy’s hall di Ken Loach (5 settembre) e Vizio di forma di Paul Thomas Anderson (6 settembre). Grande spazio al cinema italiano con una selezione di titoli che raccontano un anno di cinema nazionale con alcuni dei film più premiati, tra i quali Anime nere di Francesco Munzi (26 agosto), vincitore di nove David di Donatello e del premio Pasinetti al miglior film al Festival del Cinema di Venezia, dove è stato nominato anche per il Leone d’Oro. Tra le proiezioni anche il caso cinematografico Io

sto con la sposa (1 settembre), documentario presentato al Festival del Cinema di Venezia che racconta il viaggio dall’Italia alla Svezia di un gruppo di immigrati sbarcati a Lampedusa, e anche il primo film di Diego Bianchi, in arte Zoro, Arance e martello (2 settembre), una commedia sulla sinistra italiana. Prosegue anche il Cinemamme estate: mamme, nonne, papà e tate troveranno uno spazio attrezzato con scalda biberon e fasciatoio per poter trascorrere una serata al cinema con i propri neonati, tenendo accanto la carrozzina. Infine, continuano gli aperitivi a Km Equo a cura della Bottega d’Oltremare nel bar dell’arena estiva, occasione per scambiare quattro chiacchiere con gli amici prima dell’inizio del film. Il SuperCinema Estivo è su Facebook (SuperCinema Estivo Modena) e su Twitter (@SuperCinemaMo), dove ogni giorno verranno postati i film in programma. L’Associazione SuperCinemaEstivo è promossa da Arci Modena, Acli, Aics ed Endas, dal Comune di Modena in collaborazione con Ucca e Fice, con il supporto del Nonantola Film Festival e di CortiViviFestival.

Meglio matti che corti, il concorso per audiovisivi Il concorso per audiovisivi Meglio matti che corti, giunto alla seconda edizione, si propone di indagare e dare maggiore visibilità attraverso il linguaggio delle immagini in movimento, al punto di vista e alle storie di cittadini/e, operatori, utenti, familiari che vivono il mondo della salute mentale e si impegnano per ridurre la sofferenza e migliorare la qualità di vita di chi accede ai servizi di salute mentale. Il concorso intende valorizzare sia la tematica della salute mentale sia le manifestazioni che si strutturano in ambito provinciale modenese, nella settimana dedicata al tema della salute mentale (MAT, in programma dal 17 al 23 ottobre 2015), ed anche in ambito nazionale. Manifestazioni che abbiano uno spirito di divulgazione, di approfondimento e

di accoglienza, all’interno delle quali promuovere una cultura di inclusione abbinando dibattiti, spettacoli, presentazione di libri e convegni e che abbiano come obiettivo la sensibilizzazione della cittadinanza in una prospettiva di partecipazione e di lotta al pregiudizio e allo stigma. Il concorso è promosso da: Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche - Ausl Modena, Arci Modena e Ucca, con il contributo di Fondazione

Cassa di Risparmio di Modena e in collaborazione con Idee in circolo, Nonantola Film Festival, Università di Modena, Le parole ritrovate nazionali, il Forum Salute Mentale. Possono partecipare al concorso film fiction, di animazione e documentari della durata massima di 10 minuti, realizzati su qualsiasi supporto (pellicola, videonastro analogico o digitale, ecc.), in lingua italiana (o in versione italiana). Al vincitore sarà assegnato un premio di 500 euro. La scheda di iscrizione è disponibile sui siti www.ucca.it, www.arcimodena.org. Va compilata e inviata a lenzotti@arci. it e ucca@arci.it o in forma cartacea a Lenzotti Serena Ufficio Cinema c/o Arci Modena via IV Novembre 40/L, 41123 Modena oppure a Sabrina Milani c/o UCCA - Unione dei circoli del cinema Arci entro il 27 ottobre 2015.


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eventiarci

Al via i Festival Arci Puglia dell’estate 2015 Al via l’edizione 2015 dei Festival targati Arci in Puglia. Tredici esperienze, che toccano tutte le sei province pugliesi, durante le quali la musica dal vivo incontra il teatro, la ricerca culturale, l’enogastronomia, lo sport. La memoria, la donna, la tutela del territorio, le radici, sono solo alcuni dei temi che caratterizzeranno gli eventi del cartellone dei circoli Arci. Culture dal basso, le definisce il presidente regionale Arci della Puglia Davide Giove che afferma: «I nostri circoli confermano la straordinaria capacità di compiere anche nel 2015 una difficilissima, funambolica alchimia: coniugare solidi indirizzi di direzione artistica con il coinvolgimento di tanti cittadini e cittadine nell’ideazione, nell’organizzazione e nella realizzazione di un cartellone di cui essere orgogliosi. Nell’epoca dei tagli, nessuno riesce a tagliarci l’entusiasmo!».

Tanti gli artisti coinvolti a partire dal 18 luglio con la quinta edizione di Saperi e Sapori di Valenzano sino al sesto Murgiafest di settembre a Santeramo, tra cui U’ Papun, Marzia Stano, Le rivoltelle, Roberto Dellera, Tricarico, il Pan del Diavolo, A Toys Orchestra. «Non presentiamo degli eventi episodici - spiega il responsabile Cultura di Arci Puglia, Giampiero Tortora - ma un cartellone realizzato da chi si mette in gioco con continuità negli anni e durante tutto l’anno. Spesso questi festival sono la punta di diamante di un percorso che coinvolge i nostri tesserati da un’edizione all’altra». Se per il prossimo 25 agosto, per la Notte della Rivolta di Sava (TA) sarà la prima edizione, Torre dei Giganti, a Monte Sant’Angelo (FG) taglierà, il prossimo 4 agosto, il traguardo della XIX edizione; dal 24 luglio al 17 agosto, le Strade del Griko invadono per

la decima volta la Grecìa salentina, così come Térre de U’ Munachicchie (11 e 12 agosto a Ginosa (TA), che quest’anno si gemella con i comuni di Tricarico e Aliano e con l’Arci della Basilicata attraverso le figure di Scotellaro, Levi e De Martino. Dal fumetto protagonista al Comix di Crispiano (TA) il 9 agosto, al rock di Gioia del Colle (BA) il 24 e il 25 luglio; dagli spazi del Salento Fun Park di Mesagne (BR) il 24 luglio, alle strade e alle piazze di Cchiù Fa Notte e cchiù fa forte di San Marco in Lamis (FG) il 22 agosto, dalle Distorsioni Sonore di Acquaviva delle Fonti (BA) dal 30 luglio al 1 agosto, alle Visioni Collettive di Palagianello (TA) il dal 20 al 30 agosto, passando per l’immancabile Festa della Musica di Barletta ci sarà tutto ciò di cui c’è bisogno per un’estate di cultura, aggregazione e tutela del diritto statutariamente molto importante per Arci: il diritto alla felicità!

One night in Candoni di Emiliana Pistillo Comunicazione Arci Solidarietà Onlus

Il Rom(a) Village - Tavolo delle Donne Rom è autonomia e identità. È dove le donne rom diventano il motore del cambiamento dimostrando di voler uscire dal campo e lavorare. È per questo che lo scorso 23 luglio 15 donne dei campi di Candoni e Castel Romano hanno messo in piedi One night in Candoni, il primo concerto organizzato nel villaggio di via Luigi Candoni a Roma. Lavorando insieme, rumene e bosniache, giovani e meno giovani, ognuna con un compito ne hanno curato cibo, musica e organizzazione. Simona e Maria si sono occupate della cassa, Helena e Florentina delle sarmale, Mirabella della verza, Jasmina e Giuliana della birra, Gordana della pita e così via. Un servizio d’ordine, un parcheggiatore: hanno pensato proprio a tutto. E il successo è stato evidente: il piazzale del campo si è riempito di balli, di colori e dei profumi di brace e sarmale. Un ragazzo con il suo cajon sale sul palchetto tra Marius Honciu (chitarra) e suo figlio Antonio (fisarmonica) creando un flamenco dai ritmi quasi tribali. Più tardi la grazia di Nora Tigges - che tra i vari impegni dirige Sgarbatello, coro di musica popolare della Villetta di Garbatella - arricchisce una

jam session che arriverà a disperdersi nei sentieri di tammurriate e tarantelle portate da Elia Ciricillo e Rita Tumminia (voce, tamburelli e organetto di Acquaragia Drom e Chidderìa), Daniele Mattei (Chidderìa) e Enrico Noviello (Malicanti). L’idea del concerto arriva dopo il pranzo organizzato il 25 giugno nel campo di Candoni. A Felipe Goycoolea, video maker e co-fondatore del Coworking Millepiani, l’atmosfera aveva ispirato l’idea di un bis, per condividere la bravura di un chitarrista formidabile come Marius Honciu e quel senso di accoglienza che aveva trovato al campo. Per gli operatori, per le istituzioni e per chi vive da sempre le problematiche del campo era stata bellezza, quella

che spesso in tanti anni di lavoro si dimentica, quella distante anni luce dall’immaginario che le ruspe di Salvini vogliono imprimere su un’audience stanca. L’idea di One night in Candoni prende forma sul Tavolo delle Donne Rom, luogo fisico e ideale attorno al quale si siedono le donne che hanno partecipato a due progetti di Arci Solidarietà Onlus: Donne al volante (supporto al conseguimento della patente di guida che ha interessato 15 donne dei campi attrezzati della Capitale) e 7donne Rom, libro che racconta le esperienze di sette donne che partendo dal progetto O.r.M.e (corso di orientamento per mediatori) si sono impegnate in corsi su tematiche socio-sanitarie (con tirocini in strutture mediche pubbliche), a cui poi si è aggiunto il corso da operatrici in mense scolastiche e la formazione presso il centro per l’orientamento al lavoro di Testaccio. «Noi donne abbiamo iniziato questo progetto per le donne perché vogliamo uscire da questo campo», aveva detto Codruzza lo scorso 25 giugno, «vogliamo farvi vedere che anche noi sappiamo fare qualcosa e anche noi sogniamo di fare qualcosa nella vita. Quando sogni puoi andare avanti nella vita».


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società

I familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna lanciano una petizione In quanto familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 chiediamo che il Governo rispetti le promesse fatte nell’anniversario dell’eccidio: risarcimento e indennizzo, introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti. Noi non ci arrendiamo. Ieri come oggi chiediamo a tutti i cittadini di sostenerci firmando la petizione indirizzata al Presidente del Consiglio perché il Governo rispetti le promesse fatte ai familiari delle vittime. Questa la storia dei rinvii del governo. Nel 2004 è stata votata la legge 206 a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi che, però, non è mai stata completamente attuata perché, ci hanno detto, vanno risolte dieci criticità. Noi studiamo il testo e consegniamo al Governo le dieci soluzioni. Il 2 agosto 2013, il ministro Delrio ci assicura che, entro settembre, tutto si sarebbe risolto. Non avviene. Nell’aprile 2014, il ministro Poletti assicura che nella successiva legge di stabilità i 10 punti saranno risolti. Ne risolvono solo

3 che l’INPS, però, non vuole applicare. Ad oggi stiamo ancora aspettando. Nell’aprile 2014 arriva la direttiva che apre gli archivi di ministeri e servizi segreti e li obbliga a depositare i documenti sulle stragi all’Archivio di Stato. Un’operazione di verità, si dice. Non avviene. L’intenzione è buona, ma il comportamento degli apparati no e per un anno - come associazioni - abbiamo ripetuto inutilmente al Governo che ci sono alcune correzioni da fare. In sostanza è come se si fosse detto al ladro di consegnare la refurtiva e sperato che lo facesse. Infatti, gli stessi apparati che fino ad oggi hanno tenuto ben chiuse le carte sulle stragi, sono gli stessi a cui la direttiva affida il compito di renderle pubbliche. Senza nessun controllo esterno, lasciando a ministeri e servizi segreti la possibilità di preselezionare gli atti. Senza che si conosca l’elenco dei documenti effettivamente presenti negli archivi. Non era questo l’obiettivo della direttiva e chiediamo che si migliori perché gli apparati non la svuotino del suo significato con la strategia del ‘pacco vuoto’.

il libro

Alla petizione, pubblicata di seguito, aderiscono le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi del treno rapido 904, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, via dei Georgofili. «Credevamo di assistere alla svolta di un Parlamento, di un Governo che dopo decenni si era accorto della sua storia, fatta di centinaia di morti per terrorismo e stragi e di famiglie a cui è stata stravolta la vita e sospeso il diritto alla verità e alla giustizia. Credevamo di essere testimoni del fatto che i “tempi fossero maturi” per cambiare, per invertire il senso di questo perverso e inquietante sistema che nega alle vittime pure i risarcimenti. Ma un cambiamento a metà, non è un cambiamento, bensì un modo per continuare – da parte di chi ne ha interesse - a conservare il vecchio sistema con metodi diversi. Vi chiediamo solo di mantenere le vostre promesse: risarcimento e indennizzo per le vittime, introduzione nel codice penale del reato di depistaggio, e la reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti». Per firmare http://www.avaaz.org/2agosto

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Recluse - Lo sguardo della differenza

In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara

di Susanna Ronconi e Grazia Zuffa | Ediesse edizioni

Direttore responsabile Emanuele Patti

femminile sul carcere

Come vivono le donne in carcere? Com’è vissuta dalle donne la lontananza dalle persone più care e dai figli? Come si sviluppano le relazioni fra donne - fra le detenute e fra le detenute e le operatrici - all’interno del carcere? Le donne sono una percentuale minoritaria dell’intera popolazione detenuta italiana, appena il 4%. Questa loro scarsa presenza, invece di garantire una migliore gestione degli istituti che le ospitano, si traduce spesso in irrilevanza, e porta con sé un’omologazione all’immagine della detenzione maschile che cancella ogni differenza di genere e ogni analisi che la includa. Eppure, la differenza femminile ha profonde influenze sulla percezione di sé e delle proprie scelte, sulla dimensione affettiva, sulle strategie personali che le donne mettono in campo per resistere all’invasività dell’istituzione carceraria. Il libro, nato da una ricerca qualitativa condotta nelle carceri di Sollicciano, Empoli e Pisa, indaga la soggettività delle donne detenute dando ad esse voce, senza assecondare visioni ‘patologizzanti’ del reato al femminile né facili stereotipi sulla loro ‘debolezza’. Prefazione di Stefano Anastasia, postfazione di Franco Corleone. Con il contributo di Maria Luisa Boccia, Serena Franchi, Tamar Pitch. Il volume è stato realizzato in collaborazione con l’associazione La società della ragione che ha come finalità lo studio, la ricerca e la sensibilizzazione culturale sul tema della giustizia, dei diritti e delle pene. www.societadellaragione.it

Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 18 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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